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RELAZIONE GENERALE sulla Situazione Economica del Paese - (2002) volume I (EDIZIONE PROVVISORIA) MINISTERO DELL ’ECONOMIA E DELLE FINANZE ISSN 0394-7009 È possibile richiedere copia della presente Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese - 2002 telefonando a: (06) 47613610 - (06) 47614154 - (06) 4881613 - (06) 4817608 Sito Internet: www.tesoro.it RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE – 2002 – VOLUME I

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RELAZIONE GENERALEsulla SituazioneEconomicadel Paese - (2002)

volume I

(EDIZIONE PROVVISORIA)

MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

ISSN

039

4-70

09

possibile richiedere copia della presente Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese - 2002telefonando a: (06) 47613610 - (06) 47614154 - (06) 4881613 - (06) 4817608

Sito Internet: www.tesoro.it

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Presentata al Parlamentodal Ministro dellEconomia e delle Finanze

On. Prof. Giulio Tremontiil 18 aprile 2003

RELAZIONE GENERALEsulla SituazioneEconomicadel Paese - 2002

volume I

(6010756/101) Roma, 2003 - ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO S.p.A. - S.

INDICE

INTRODUZIONE 7

1.00 LECONOMIA INTERNAZIONALE 15

1.100Sintesi 151.200Commercio mondiale e prezzi delle materie prime 161.300Le economie sviluppate 191.400Le economie emergenti 231.500La fase ciclica nellarea delleuro 281.600La politica monetaria nellarea delleuro 34

2.00 LECONOMIA ITALIANA 41

2.100Sintesi 412.200Lattivit economica 442.300La domanda interna 462.400Gli scambi con lestero 502.500Landamento delleconomia nelle grandi ripartizioni territoriali 572.600Il mercato del lavoro e le retribuzioni 632.700I prezzi 692.800La finanza pubblica 772.900Le prestazioni sociali e gli investimenti in capitale umano 82

3.00 ALLEGATI STATISTICI 95

Allegato CN-100 Conto economico delle risorse e degli impieghi 96Allegato CN-200 Conto della produzione 100Allegato CN-300 Conto della generazione dei redditi primari 100Allegato CN-400 Conto della attribuzione dei redditi primari 102Allegato CN-500 Conto della distribuzione secondaria del reddito 102Allegato CN-600 Conto di utilizzazione del reddito disponibile 104Allegato CN-700 Conto del capitale 104Allegato CN-800 Produzione al costo dei fattori 106Allegato CN-900 Produzione al costo dei fattori 108Allegato CN-100 Produzione ai prezzi di mercato 110Allegato CN-110 Produzione ai prezzi di mercato 112Allegato CN-120 Produzione a prezzi base 114Allegato CN-130 Produzione a prezzi base 116Allegato CN-140Valore aggiunto al costo dei fattori 118

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 3MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

Allegato CN-150Valore aggiunto al costo dei fattori 120Allegato CN-160Valore aggiunto ai prezzi di mercato 122Allegato CN-170Valore aggiunto ai prezzi di mercato 124Allegato CN-180Valore aggiunto a prezzi base 126Allegato CN-190Valore aggiunto a prezzi base 128Allegato CN-200Reddito da lavoro dipendente 130Allegato CN-210Retribuzioni lorde 132Allegato CN-220Spesa delle famiglie (COICOP a 2 cifre) 134Allegato CN-230Spesa delle famiglie (COICOP a 2 cifre) 138Allegato CN-240Investimenti lordi per branca produttrice 142Allegato CN-250Investimenti lordi per branca produttrice 142Allegato CN-260Unit di lavoro totali 144Allegato CN-270Unit di lavoro dipendenti 146Allegato CN-280Unit di lavoro indipendenti 148Allegato CN-290Conto economico consolidato delle Amministrazioni Pubbliche 150Allegato CN-300Conto economico consolidato delle Amministrazioni Centrali 151Allegato CN-310Conto economico consolidato dello Stato 152Allegato CN-320Conto economico consolidato delle Amministrazioni Locali 153Allegato CN-330Conto economico consolidato delle Aziende Sanitarie Locali

e Aziende Ospedaliere 154Allegato CN-340Conto economico consolidato degli Enti di Previdenza 155Allegato CN-350Conto economico consolidato della Previdenza Totale Istituzioni 156Allegato CN-360Conto economico consolidato della Previdenza Istituzioni delle

Amministrazioni Pubbliche 157Allegato CN-370Conto economico consolidato della Sanit Istituzioni delle

Amministrazioni Pubbliche 158Allegato CN-380Conto economico consolidato dellAssistenza Totale Istituzioni 159Allegato CN-390Conto economico consolidato dellAssistenza Istituzioni delle

Amministrazioni Pubbliche 160

Grafici

Grafico 01000 Commercio mondiale Media tra importazioni ed esportazioni 16Grafico 02000 Prezzi internazionali delle materie prime 17Grafico 03000 Quotazione del Brent 18Grafico 04000 Prodotto interno lordo Economie sviluppate 19Grafico 05000 Principali indici di borsa 21Grafico 06000 Tassi di disoccupazione 23Grafico 07000 Prodotto interno lordo Asia 24Grafico 08000 Prodotto interno lordo Europa centro-orientale 25Grafico 09000 Prodotto interno lordo America latina 27Grafico 10000 Area euro PIL e contributi alla crescita 29Grafico 11000 Area euro Indicatori del clima di fiducia 31Grafico 12000 Indice armonizzato dei prezzi al consumo e sue principali componenti 32Grafico 13000 Tassi di interesse 34Grafico 14000 Condizioni monetarie nellarea delleuro 35Grafico 15000 Aggregati monetari nellarea delleuro 36Grafico 16000 Prestiti al settore privato 37Grafico 17000 Struttura dei rendimenti per scadenza nellarea delleuro 38Grafico 18000 Indici azionari 39

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Grafico 19000 Tasso di cambio euro/dollaro 40Grafico 20000 Prodotto interno lordo 45Grafico 21000 Valore aggiunto a prezzi 1995 46Grafico 22000 Indicatori di clima economico 47Grafico 23000 Investimenti fissi lordi 49Grafico 24000 Livello della domanda interna di beni dinvestimento 50Grafico 25000 Interscambio di beni e servizi 51Grafico 26000 Esportazioni di beni per area geografica 54Grafico 27000 Indicatori congiunturali per aree territoriali 58Grafico 28000 Grado di utilizzo degli impianti e ostacoli alla produzione 60Grafico 29000 Esportazioni per aree territoriali 63Grafico 30000 Prodotto e occupazione 64Grafico 31000 Prezzi alla produzione 73Grafico 32000 Principali componenti dellinflazione 74Grafico 33000 Disavanzi del conto delle Amministrazioni Pubbliche 80

Tabelle

Tabella 0100 Prodotto interno lordo e prezzi al consumo di alcuni paesi industrializzati 20Tabella 0200 Disavanzo e debito nei paesi dellarea euro 33Tabella 0300 Conto economico delle risorse e degli impieghi 43Tabella 0400 Commercio estero per settori di attivit economica 52Tabella 0500 Commercio estero per paesi ed aree - Anno 2002 55Tabella 0600 Occupazione atipica 65Tabella 0700 Dinamica delloccupazione 66Tabella 0800 Tasso di disoccupazione per area geografica e classe di et 67Tabella 0900 Retribuzioni lorde e costo del lavoro pro capite 69Tabella 1000 Indici dei prezzi 70Tabella 1100 Prezzi al consumo Indice nazionale per lintera collettivit 76Tabella 1200 Conto economico delle Amministrazioni Pubbliche 77Tabella 1300 Conto consolidato di cassa del Settore Statale 78Tabella 1400 Pressione fiscale 79Tabella 1500 Prestazioni di protezione sociale per funzione Anni 1999-2000 84Tabella 1600 Programmazione 2000-2006 Fondo sociale europeo: attuazione

finanziaria al 30.9.2002 93

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INTRODUZIONE

Dopo lintensa frenata del 2001, leconomia internazionale ha sperimen-tato nel 2002 un rafforzamento del processo di crescita: il prodotto lordomondiale aumentato del 3%, segnando un sensibile guadagno rispetto alladinamica registrata nellanno precedente (+2,3%). Laccelerazione ha, tutta-via, riflesso un profilo molto differenziato in corso danno, con un avvio, neiprimi mesi del 2002, particolarmente effervescente, soprattutto fuori del-lEuropa, e una successiva attenuazione del ritmo di sviluppo, accentuatasivieppi a partire dallestate. Hanno inciso sulla nuova perdita di velocit dellacrescita globale il riemergere di forti fattori di incertezza legati agli scandalisocietari verificatisi principalmente nelleconomia americana, i persistentitimori per il terrorismo internazionale, lacutizzarsi delle tensioni politico-militari nella regione medio orientale.

Landamento degli scambi internazionali ha risentito della dinamicadellattivit economica, con unevoluzione pi positiva allinizio dellannoe una progressiva moderazione nel secondo semestre. Nella media del2002, il commercio mondiale aumentato, a un ritmo sostanzialmenteanalogo a quello del prodotto lordo mondiale. La peculiarit di una simileperformance risulta evidente se la si confronta con quella che ha caratteriz-zato lo scorso decennio, quando gli scambi commerciali sono cresciuti, inmedia ogni anno, tre volte di pi rispetto alla produzione mondiale. Il ral-lentamento nellintegrazione commerciale internazionale, riscontrata negliultimi due anni, potrebbe avere riflesso non tanto un passo indietro nelprocesso di globalizzazione delle economie, quanto il maggiore rilievoassunto nello scenario internazionale da alcuni sistemi economici (in primoluogo la Cina, ma anche lIndia e la Russia), caratterizzati da una capacitdi attivazione degli scambi mondiali che, sebbene in aumento, risultaancora sostanzialmente inferiore a quella dei tradizionali motori della cre-scita globale, inceppati, tanto nel 2001 quanto nel 2002, dalla prolun-gata fase di frenata produttiva.

Sulla congiuntura internazionale del 2002 ha inciso il profilo dellattiviteconomica dellarea industrializzata. Negli Stati Uniti, sotto linfluenza anchedi un intenso ciclo delle scorte, il PIL ha registrato un forte rimbalzo nei primitre mesi, cui ha fatto seguito un marcato affievolimento nel secondo trimestre,un risultato nuovamente positivo nel terzo e ancora una decelerazione nelquarto. Nella media dellanno, la crescita statunitense si attestata al 2,4%,in accelerazione rispetto alla stasi conosciuta nel 2001 (+0,3%). Consumidelle famiglie, spesa pubblica (in particolare, nel settore della difesa) e attivitedilizia hanno sostenuto leconomia americana. Il recupero degli investimen-ti ha invece tardato a manifestarsi: ai segnali di ripresa evidenziatisi nelle

componenti maggiormente legate allimpiego delle tecnologie dellinforma-zione e della comunicazione si sono contrapposti andamenti ancora negativinellattivit di accumulazione di tipo tradizionale, riguardante linstalla-zione di macchinari e attrezzature.

Nella zona euro, levoluzione congiunturale si caratterizzata per unaminore irregolarit, senza rilevanti sbalzi di produzione da un trimestre allal-tro, ma anche per uno sviluppo decisamente pi modesto di quello america-no. Nella media del 2002, il PIL dellUEM cresciuto dello 0,8%, speri-mentando, al contrario degli Stati Uniti, una decelerazione (pari a sei decimidi punto) rispetto al 2001, anno in cui era, peraltro, gi emerso un brusco ral-lentamento per larea della moneta unica considerata nel suo insieme.

Anche se accomunate dal debole andamento produttivo, le principali eco-nomie europee hanno mostrato alcune differenziazioni. Francia e Spagnahanno confermato la maggiore vivacit relativa evidenziata a partire dalla finedello scorso decennio. In Germania levoluzione risultata molto pi insod-disfacente, con una sostanziale stagnazione dellattivit economica. Il PILtedesco aumentato lo scorso anno di appena lo 0,2% (0,6% nel 2001), risen-tendo principalmente del calo dei consumi privati e, soprattutto, degli inve-stimenti. Sulla flessione della domanda interna della Germania hanno incisola diminuzione della fiducia delle famiglie e delle imprese, il netto deteriora-mento delle condizioni del mercato del lavoro, la perdurante crisi del settoredelle costruzioni, le incertezze nelle decisioni di spesa dei consumatori conse-guenti allintroduzione delleuro.

In Giappone, le informazioni di contabilit nazionale hanno evidenziatoun lieve miglioramento rispetto agli andamenti negativi del recente passato.Il PIL aumentato nel 2002 dello 0,3%, riflettendo il contributo favorevoledelle esportazioni nette. Le componenti della domanda interna, in particola-re gli investimenti, sono invece rimaste ancora notevolmente deboli. Hannocontinuato a pesare sulla deludente performance giapponese i problemi strut-turali del sistema finanziario e creditizio.

Flessioni dellattivit economica si sono manifestate in America Latina,dove la crisi finanziaria dellArgentina (-11% la diminuzione del PIL rispet-to allanno precedente) ha avuto un effetto di contagio soprattutto nei con-fronti dellUruguay. Il Brasile ha conosciuto, per il secondo anno consecutivo,una modesta crescita, su cui ha pesato la non facile gestione del debito. Allafine dellanno, la grave crisi politica in Venezuela sfociata nello scioperogenerale che ha portato allinterruzione delle estrazioni di petrolio, con pesan-ti ripercussioni per leconomia del paese e per il mercato internazionale delgreggio.

Nel quadro di crescita generalmente modesta, che ha caratterizzato leco-nomia internazionale nel 2002, si sono realizzati alcuni fenomeni di avvio di

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una fase di ripresa sufficientemente solida, in modo quasi indipendente daquanto si verificava nel resto del contesto mondiale. Ci avvenuto, in primoluogo, nei paesi emergenti dellEstremo Oriente che hanno registrato unadecisa accelerazione, nonostante la stasi del Giappone e landamento a sin-ghiozzo delleconomia americana, principali partner negli scambi commer-ciali di tali economie. I tassi di sviluppo si sono attestati, nel 2002, al 5,8%nella Corea del Sud e all8% in Cina. La capacit dei paesi emergenti dellA-sia di intraprendere un percorso di ripresa ha riflesso il rafforzamento delladomanda interna (in particolare, i consumi e, in talune economie, ledilizia),il recupero della domanda internazionale di prodotti ad alta tecnologia(soprattutto per sistemi come Malesia, Singapore e Taiwan, altamente specia-lizzati in queste produzioni) e lintensificazione degli scambi intra-regionali,sospinti dallespansione e dallaumentata apertura commerciale delleconomiacinese. Pure il Canada ha sperimentato una discreta ripresa produttiva, adispetto delle non brillanti condizioni dei suoi partner del NAFTA (StatiUniti e Messico). Infine, la Russia ha registrato lo scorso anno ritmi di svi-luppo elevati, beneficiando degli abbondanti proventi delle esportazionipetrolifere.

In concomitanza con la perdita di dinamismo che ha interessato lareaeuropea, anche leconomia italiana ha registrato, nel 2002, un sensibile ral-lentamento che ha fatto seguito alla fase di gi intensa frenata che aveva carat-terizzato lanno precedente. Il PIL del nostro Paese aumentato dello 0,4%nel 2002 (+1,8% nel 2001). Contrariamente a quanto osservato nel resto dellazona euro, lItalia ha mostrato un tenue, ma continuo irrobustimento dellacrescita in corso danno, passando dalla quasi stagnazione del primo trimestrea un incremento congiunturale dello 0,4% nel quarto trimestre. Il profilo ingraduale rafforzamento evidenziato dallattivit economica durante il 2002 hadeterminato un trascinamento positivo per lanno seguente pari a cinque deci-mi di punto percentuale.

Sul risultato medio del 2002 ha principalmente inciso la persistente debo-lezza dellattivit manifatturiera. La flessione della produzione industrialeavviata allinizio del 2001, e proseguita nei successivi dodici mesi, stataseguita nel 2002 da una sostanziale stasi produttiva. Un simile andamento stato condiviso dallItalia con la generalit degli altri paesi europei. Dato,per, il particolare profilo della produzione italiana, nel 2002, anno di vir-tuale stagnazione, lattivit scesa in media del 2,1%, pi di quanto verifica-tosi nel 2001, anno di effettiva caduta produttiva. Il risultato negativo del2002 stato solo di poco inferiore a quello del 1993, quando la produzioneindustriale cal del 2,4%. A riflesso di questa evoluzione, il valore aggiuntodellindustria in senso stretto sceso lo scorso anno dello 0,8% (+0,9% nel2001). Una diminuzione stata registrata, nel 2002, anche dal valore aggiun-

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to agricolo (-2,6%). A compensazione di questi andamenti negativi, servizi ecostruzioni hanno evidenziato dinamiche ancora positive, con tassi di incre-mento, in media danno, pari rispettivamente all1% (+2,4% nel 2001) e allo0,5% (+4% nellanno precedente).

Dal lato della domanda, il contenuto aumento del PIL nel 2002 statofavorito dal contributo positivo delle componenti interne della spesa finaleche nel loro complesso hanno fornito un apporto di sette decimi di punto per-centuale allaumento dellattivit economica, di cui tre decimi di punto attri-buibili rispettivamente ai consumi delle famiglie residenti e a quelli delleAmministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni senza scopi di profitto e undecimo di punto agli investimenti complessivi. Anche la variazione dellescorte e gli oggetti di valore hanno contribuito positivamente (per quattrodecimi di punto) alla crescita delleconomia. Le esportazioni al netto delleimportazioni hanno invece sottratto sette decimi di punto allincrementocomplessivo del PIL.

Levoluzione relativamente favorevole della domanda finale interna hariflesso il progressivo rafforzamento in corso danno tanto dei consumi priva-ti quanto degli investimenti fissi lordi. La spesa delle famiglie residenti cre-sciuta dello 0,4% nella media del 2002. Tale incremento ha sotteso un gra-duale irrobustimento durante lanno: dopo la flessione congiunturale delprimo trimestre (-0,3%), i consumi degli italiani hanno preso ad accelerarefino a raggiungere una dinamica positiva pari all1% negli ultimi tre mesi del2002, una variazione trimestrale non pi toccata nellarco degli ultimi treanni. Sulla frenata dei primi mesi del 2002 possono avere, tra laltro, influitole incertezze connesse allintroduzione delleuro che hanno condotto a unapercezione dellinflazione (quale misurata dalle inchieste ISAE presso lefamiglie) superiore a quella effettiva, con conseguenti effetti di raffredda-mento delle decisioni di spesa nella prima parte dellanno. Successivamente,la dinamiche complessivamente favorevoli registrate tanto nelloccupazionequanto nelle retribuzioni e le ripercussioni positive della riduzione dei tassireali di interesse si sono riflesse in un recupero della spesa delle famiglie, indi-rizzatasi soprattutto verso gli acquisti di servizi.

Gli investimenti totali sono aumentati, nella media dellanno, dello 0,5%rispetto al 2001 (quando si erano invece incrementati del 2,6%). Anche perquesta componente di spesa si realizzata unevoluzione nettamente pi viva-ce tra il primo e il secondo semestre dellanno. Laccelerazione nella secondamet del 2002 ha risentito di andamenti pi consistenti sia della componen-te delle macchine, attrezzature e prodotti vari, sia di quella dei mezzi di tra-sporto. Sul maggiore dinamismo di entrambe le tipologie di spesa ha verosi-milmente inciso lapprossimarsi a scadenza dei vari incentivi fiscali operantinel 2002 (legge Tremonti ed ecoincentivi allacquisto di autoveicoli; per que-

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sti ultimi vi stata poi una proroga, a gennaio di questanno, di altri tremesi). In significativo rallentamento rispetto allanno precedente, ma pursempre positiva, risultata la dinamica degli investimenti in costruzioni(+0,3%, contro il +3,2% del 2001), con una perdita di velocit che ha riguar-dato tanto ledilizia residenziale, quanto quella non residenziale; anche perquesta componente di spesa, si comunque registrato un recupero, dopo unprimo trimestre negativo, soprattutto con riferimento alle costruzioni nonresidenziali.

Per quel che concerne la domanda estera netta, le esportazioni di beni eservizi hanno registrato un diminuzione dell1% (dopo lincrementodell1,1% realizzato nel 2001). Sulla flessione ha influito il marcato calo spe-rimentato nei primi tre mesi dellanno; successivamente, le vendite italianeallestero hanno mostrato un miglioramento tanto nel secondo quanto nelterzo trimestre, cui ha fatto seguito una nuova battuta darresto negli ultimitre mesi del 2002. Al forte rallentamento delle esportazioni si contrappostalaccelerazione delle importazioni di beni e servizi, aumentate dell1,5%rispetto al 2001 (quando erano cresciute dell1%). Sulla maggiore vivacitdegli acquisti dallestero ha influito il rafforzamento della domanda naziona-le che si in parte riversata su produzioni straniere, soprattutto nel settoredegli autoveicoli.

Il mercato del lavoro ha risentito in misura molto contenuta della fase dibassa crescita che ha caratterizzato leconomia italiana nel 2002. In terminidi unit di lavoro standard lincremento in media danno stato dell1,1%,di quasi tre volte superiore alla variazione del PIL. Come nel 2001, lim-pulso maggiore alla creazione di posti di lavoro venuto dalle forme diimpiego stabili (laumento dei lavoratori a tempo pieno e indeterminato hacostituito i due terzi dellincremento complessivo), mentre lapporto del-loccupazione temporanea si mantenuto pi contenuto. A sostenere, inol-tre, la dinamica crescente delloccupazione ha contribuito lespansione diquella dipendente, avvenuta in corrispondenza di una contrazione deglioccupati indipendenti.

La favorevole evoluzione della domanda di lavoro si accompagnata allul-teriore calo della disoccupazione, attestatasi al 9% delle forze di lavoro (8,9%nellultimo trimestre dellanno) contro il 9,5% del 2001. Grazie a questa evo-luzione, il tasso di disoccupazione italiano si notevolmente accostato a quel-lo medio dellarea euro, con un dimezzamento, nellarco di un anno, del diva-rio che caratterizza il nostro Paese rispetto allUEM. Lincidenza dei senzalavoro ha continuato a scendere in tutte le ripartizioni territoriali dellecono-mia italiana, ad eccezione del Nord Ovest. Il calo stato pi pronunciato nelMezzogiorno, con un punto percentuale in meno rispetto al 2001 (18,3%, iltasso di disoccupazione meridionale nella media dello scorso anno).

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Il costo del lavoro pro capite ha registrato una sostanziale decelerazione nel2002, attestandosi sul 2,4% (sei decimi di punto in meno rispetto allannoprecedente). Variazioni superiori alla media dellintera economia si sono avutenellagricoltura e nellindustria in senso stretto (rispettivamente +2,8% e+2,6%); meno della media sono, invece, aumentati i redditi pro capite nellecostruzioni e nei servizi.

Il tasso medio di inflazione, misurato sulla base dellindice nazionale perlintera collettivit, si collocato al 2,5% (+2,6% lindice armonizzato), inriduzione di due decimi di punto rispetto al 2001. Il deflatore del PIL, ariflesso di sollecitazioni inflazionistiche soprattutto di origine interna, hamostrato un ritmo di crescita pi sostenuto, pari al 2,7% (2,8% nel 2001).Lincremento del deflatore dei consumi delle famiglie residenti risultatoancora pi elevato e, contrariamente ai precedenti due indicatori, in aumentorispetto allanno precedente (3% nel 2002, contro il 2,8% del 2001).

Levoluzione dei prezzi nel corso del 2002 si contraddistinta per lalter-narsi di dinamiche alquanto differenziate. Nei primi mesi dellanno, il mani-festarsi di fattori avversi di carattere contingente (rialzi degli alimentari fre-schi per le condizioni atmosferiche sfavorevoli, adeguamenti dei prezzi rego-lamentati, revisione di alcuni listini in occasione dellintroduzione delleurosoprattutto nei settori meno esposti alla concorrenza) ha determinato unadecisa frenata al processo di disinflazione. Nella seconda met del 2002, lecomponenti interne dellinflazione hanno continuato a mostrarsi vivaci, conrincari decisamente consistenti nei settori maggiormente al riparo dalla com-petizione internazionale. Inoltre, il rialzo delle quotazioni petrolifere, in con-nessione allacutizzarsi delle tensioni in Medio Oriente e allesplodere dellacrisi venezuelana, hanno contribuito a mantenere elevate le tensioni nellinte-ro sistema dei prezzi. Solo sul finire dellanno, le pressioni provenienti daiprezzi petroliferi si sono in parte attenuate, anche grazie al recupero dellavaluta europea nei confronti del dollaro.

In una situazione di significativo peggioramento della condizione dellefinanze pubbliche nellarea delleuro e in presenza del consistente indeboli-mento del ciclo economico nazionale, lItalia, grazie agli interventi attuati nelcorso dellanno, ha diminuito il disavanzo pubblico rispetto al 2001 sia invalore assoluto, sia in rapporto al PIL. Lindebitamento delle Amministrazio-ni Pubbliche si attestato al 2,3% del prodotto interno lordo, dopo il 2,6%registrato, secondo le nuove stime dellISTAT, nellanno precedente. In valo-re assoluto, il deficit sceso di circa 3,2 miliardi di euro, passando dai 32.229milioni del 2001 ai 29.059. La riduzione del disavanzo delle Amministrazio-ni Pubbliche registrata nel 2002 derivata dalla contrazione della spesa perinteressi dal 6,4 al 5,7% del PIL che ha pi che compensato il contemporaneocalo dellavanzo primario, passato dal 3,8 al 3,4% del PIL. Su questultimo ha

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inciso la diminuzione delle entrate complessive (pari a sei decimi di PIL), benmaggiore di quella (pari a un decimo) riscontrata per le uscite totali al nettodella spesa per interessi. accelerato nel 2002 il contenimento della pressio-ne fiscale (misurata come peso sul PIL dellinsieme delle imposte e dei con-tributi sociali), attestatasi, in seguito alla riduzione delle imposte dirette, al41,6% (42,1% nel 2001).

E altres proseguita nel 2002, registrando unintensificazione, la diminu-zione del rapporto debito/PIL, sceso di circa tre punti percentuali dal 109,5%al 106,7%. Tale risultato positivo derivato, oltre che dai provvedimentigovernativi di contenimento del disavanzo e del fabbisogno delle Ammini-strazioni Pubbliche adottati nel corso dellanno, dalloperazione di concambiodi titoli del debito pubblico detenuti dalla Banca dItalia (in seguito alla rifor-ma del conto di Tesoreria dello Stato realizzata alla fine del 1993) e dalla dimi-nuzione della partecipazione dello Stato in Telecom Italia.

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1. LECONOMIA INTERNAZIONALE

1.1 SINTESI

Leconomia mondiale ha mostrato, nel 2002, un profilo annuo fortementedifferenziato. Smentendo i timori diffusisi allindomani degli attacchi terroristicidell11 settembre, la prima met dellanno stata caratterizzata da risultati che,se non hanno segnato ovunque gli elevati ritmi di crescita degli Stati Uniti, sonostati comunque generalmente positivi. A partire dallestate, invece, hanno trova-to conferma i dubbi di quanti ritenevano difficile il mantenimento di tale straor-dinario dinamismo (soprattutto negli Stati Uniti) e leconomia stata interessatada un progressivo rallentamento. Nellultima parte dellanno, infatti, il contem-poraneo agire di problematiche potenzialmente destabilizzanti in America latina,del riacutizzarsi del terrorismo in Medio Oriente, delle preoccupazioni di possibi-li azioni militari in Iraq e della debolezza economica dellarea industrializzata haportato, se si esclude il bacino asiatico, a variazioni, in termini di crescita del PIL,particolarmente contenute, quando non addirittura negative.

I consuntivi annui appaiono, comunque, nel complesso favorevoli se con-frontati con quelli del 2001 (il tasso di crescita del PIL mondiale aumentatodall2,3% al 3,0%), ma il vigore della ripresa modesto rispetto a quello di ana-loghe fase cicliche precedenti. La incertezze delleconomia statunitense e la pro-gressiva accentuazione e diffusione delle tensioni politiche nei paesi dellAmericacentro-meridionale sono gli elementi cui, sostanzialmente, attribuire la modera-zione dei risultati. I paesi dellarea emergente asiatica e quelli dellEuropa centro-orientale, che sono, complessivamente, meno condizionati dallevoluzione degliStati Uniti, hanno evidenziato un maggiore dinamismo. La loro buona performan-ce , infatti, tributaria, nel primo caso, ai legami con la Cina, la cui crescita si mantenuta straordinariamente vigorosa, e, nel secondo caso, alle entrate petrolife-re, grazie alle elevate quotazioni (la Russia tornata a essere, nel 2002, il primoproduttore mondiale di greggio).

Allorigine delle oscillazioni congiunturali delleconomia internazionale, eprima fra tutte di quella statunitense, senza dubbio da ascrivere la prolungatacrisi dei mercati borsistici e finanziari, che hanno accusato, per il terzo anno con-secutivo, risultati negativi, spingendo famiglie e imprese a comportamenti into-nati a una grande prudenza. Le gi consistenti perdite dei due anni precedentihanno trovato nuovo alimento negli scandali finanziari, che hanno coinvolto nonsoltanto importanti imprese statunitensi (Enron e WorldCom), ma anche alcuneimprese, di minori dimensioni, europee (in Belgio, nel Regno Unito e in Germa-nia). Il nervosismo generato da questi fatti si tradotto in forti perdite e, soprat-tutto, in una estrema volatilit dei mercati, che in alcuni momenti (luglio e ini-zio ottobre) ha perfino superato i record dinstabilit segnati al momento della crisidellottobre 1987.

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 15MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

In parallelo con la progressiva diffusione dei segnali di rallentamento nellacrescita, anche gli scambi hanno dato conto, in corso danno, di evoluzioni pimoderate, che hanno spento lottimismo generato dai positivi risultati registrati acavallo del 2001-2002.

Un ulteriore elemento caratteristico dellevoluzione economica del 2002 stata la performance dei prezzi di alcune materie prime. La rinnovata decelerazionedella fase congiunturale e il graduale rallentamento degli scambi non sono stati,infatti, sufficienti a invertire il processo di recupero avviato nellultima frazionedel 2001. In particolare, sorprendente, ma non evidenziato adeguatamente dalrisultato annuo, stato il comportamento delle materie prime industriali, torna-te, almeno alcune, a svolgere il ruolo di bene rifugio.

1.2 COMMERCIO MONDIALE E PREZZI DELLE MATERIE PRIME

Il ritrovato dinamismo rilevato negli scambi alla fine del 2001 e nei primimesi del 2002, che aveva indotto a prevedere che il commercio mondiale sarebbetornato a crescere in breve tempo a ritmi superiori al 10%, non ha trovato confer-ma nel prosieguo dellanno. Le forti incertezze che hanno dominato il contestointernazionale hanno inciso sulle decisioni delle imprese, inducendole a modera-re sensibilmente la domanda dimportazione in un momento in cui i controlli,necessari per contrastare il terrorismo, rendevano gi pi complesse le transazio-ni. Lincremento del volume delle merci scambiate, pertanto sostanzialmente inlinea con quello del PIL.

Tale evoluzione sottolinea chiaramente come gli scambi e gli investimentidiretti esteri restino gli elementi motore di una ripresa. Lo conferma anche la con-

Gli scambi mondiali

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16 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Paesi industriali Paesi emergenti

Grafico 1 COMMERCIO MONDIALE - Media tra importazioni ed esportazioni(variazioni percentuali sui dati in volume)

Fonte : FMI World Economic Outlook, stima ISAE per il 2002.

statazione che lanomala, eccezionale performance produttiva registrata dai paesiasiatici (con lesclusione del Giappone) stata sostanzialmente favorita dalla cre-scita delle transazioni con la Cina. Lapertura, per quanto lenta, di questo paese, inconseguenza della sua recente adesione allOMC (Organizzazione Mondiale per ilCommercio), ha favorito un forte incremento degli scambi, soprattutto allinter-no dellarea, costituendo una fattore di traino. Proprio grazie a questadesione ilpaese asiatico ha beneficiato di un ulteriore consistente afflusso di investimentiesteri. Allo stesso tempo, il maggiore dinamismo cinese ha rappresentato unincentivo per laccelerazione dei progressi in tema di integrazione dellinteraregione. Allinizio di novembre, infatti, i paesi dellASEAN(1) (Association of SouthEast Asian Nations), il cui cammino verso lapertura internazionale procede moltolentamente, hanno concluso un accordo di libero scambio con la Cina che, seppu-re inizialmente sembra destinato ad avvantaggiare soprattutto la penetrazione deiprodotti cinesi in questarea, una volta attuato, darebbe vita al pi grande merca-to mondiale.

Allandamento altalenante della fase congiunturale e alla depressione delleborse si accompagnato un crescente nervosismo sui mercati valutari che vedeva-no il dollaro indebolirsi ad una velocit superiore alle aspettative. Non ne sonostati esenti neppure i mercati delle commodities anche se sulle singole quotazionihanno influito, da un lato, alcuni fattori specifici e, dallaltro. la condizione di benerifugio ritrovata da alcuni beni (soprattutto quelli preziosi).

I prezzi dellematerie prime

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I 17MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

(1) Sono membri dellASEAN Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Sin-gapore, Thailandia e Vietnam.

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Alimentari Industriali Totale Combustibili

1999 2000 2001 2002

Grafico 2 PREZZI INTERNAZIONALI DELLE MATERIE PRIME(indici HWWA 1990 = 100)

Fonte : Datastream.

Se allinizio dellanno i prezzi delle materie prime segnavano rialzi che pote-vano apparire moderati rispetto agli andamenti produttivi, la tendenza allau-mento non si invertita con il venire meno dello crescita.

Nel comparto degli alimentari i rialzi, delineatesi nella prima parte del-lanno, hanno accusato una brusca accelerazione nel secondo semestre in parteattribuibile alla riduzione dellofferta a seguito delle avverse condizioni climati-che che in diverse regioni del globo hanno danneggiato i raccolti. Sulla base del-lindice HWWA in dollari, le quotazioni, sono risultate in aumento in dicembredi oltre il 17,5% rispetto allo stesso mese del 2001, ritornando su livelli non pitoccati dal gennaio 2000. Particolarmente accentuati sono stati i rialzi dei prez-zi del cacao (addirittura oltre il 50% in dicembre rispetto a dodici mesi prima,con le quotazioni ai livelli record degli ultimi quindici anni), il cui andamentoriflette lescalation delle tensioni politiche in Costa dAvorio, primo produttoremondiale di tale bene.

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

18 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

15

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g a l o

20022001

f m m g a s n d g a l of m m g a s n d

Grafico 3 QUOTAZIONE DEL BRENT (dollari per barile)

Fonte : Datastream.

Solo poco pi moderati sono stati gli incrementi dei prezzi delle materieprime industriali (12,2% nel confronto annuo in dicembre, sempre sulla base del-lindice HWWA in dollari, che non considera, peraltro, i metalli preziosi). Anchein questo caso landamento non stato univoco: a fronte di quotazioni ancoradepresse per il piombo (-8% nello stesso confronto) o di solo moderati rialzi perlalluminio, sono stati registrati aumenti consistenti per i prodotti tessili di origi-ne agricola (36% per il cotone e 70-75% per la lana).

Ancora una volta del tutto atipica stata levoluzione del prezzo del petro-lio nel corso dellanno. Dopo essere sceso intorno ai 20 dollari a barile tra il novem-bre 2001 e il febbraio 2002, nella parte centrale dellanno ha oscillato intorno ai

25 dollari, mantenendosi quindi al centro della forchetta-obiettivo fissata daipaesi OPEC (22-28 dollari), grazie allattenta politica di controllo dellofferta daiparte del Cartello che aveva portato, allinizio di gennaio, a 21,7 milioni di barilial giorno il tetto massimo della produzione. Nellultima parte dellanno, tuttavia,lintensificarsi delle minacce di un conflitto in Iraq, delle tensioni in Medio Orien-te e, soprattutto, la riduzione negli approvvigionamenti derivanti dallo scioperodel settore in Venezuela (quinto esportatore mondiale), hanno favorito una nuovafiammata. Il prezzo del Brent si riportato, in dicembre, sopra i 27 dollari (intor-no ai 30 negli ultimi giorni dellanno), con un rialzo del 43% rispetto allo stessomese del 2001.

1.3 LE ECONOMIE SVILUPPATE

Il 2002 ha deluso le aspettative di accelerazione della crescita dopo linten-sa frenata sperimentata nellanno precedente. La mancata ripresa da attribuirsiprincipalmente al persistere di una diffusa incertezza e ai timori di un conflitto inMedio Oriente.

Superata la fase recessiva del 2001, anno in cui il PIL era aumentato di unmodesto 0,3%, nel 2002 leconomia statunitense cresciuta del 2,4%, cio, al disotto del tasso potenziale. I consumi, con un contributo allo sviluppo pari a 2,2punti percentuali, si sono confermati il principale motore delleconomia america-na. La spesa delle famiglie ha tratto un forte beneficio dal piano di sostegno deno-minato Economic Growth and Tax Relief Reconciliation Act che, varato nel 2001, ha

Stati Uniti

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 19MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Stati Uniti Giappone Regno Unito Area euro

1998 1999 2000 2001 2002

Grafico 4 PRODOTTO INTERNO LORDO - ECONOMIE SVILUPPATE(variazioni percentuali annue)

Fonte : Datastream.

esplicato i sui effetti nel 2002. Soprattutto in forza dei tagli di imposta adottaticon questo piano, il reddito disponibile aumentato del 4,5%, incremento che andato ad alimentare per il 70% i consumi e per la restante parte il risparmio.Anche la componente pubblica ha contribuito in modo generoso alla formazio-ne del PIL (0,8 punti percentuali), mentre quasi nullo e negativo sono stati i con-tributi, rispettivamente, degli investimenti fissi lordi (0,1 punti percentuali) edelle esportazioni nette (-0,7 punti percentuali).

Le statistiche relative alla produzione industriale e alla disoccupazione con-fermano il non brillante andamento delleconomia americana. Per quanto riguar-da la prima, come nellanno precedente, si registrato il segno meno (-0,7% nel2002 a fronte di un 3,5% nel 2001) mentre la disoccupazione aumentata di unpunto percentuale, attestandosi al 5,8 per cento.

Levoluzione contenuta dellinflazione al consumo (1,6% nella media del2002) e la riduzione dei prezzi alla produzione (-1,3%) hanno permesso alla Riser-va Federale di mantenere una politica monetaria espansiva. Dopo le undici ridu-zioni consecutive dei tassi apportate nel 2001, nel novembre dello scorso anno

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

20 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

Austria 3,0 1,1 0,7 2,0 2,3 1,7Belgio 4,0 1,0 0,7 2,6 2,4 1,6Danimarca 3,0 1,2 1,7 2,7 2,2 2,4Francia 4,2 1,8 1,2 1,8 1,8 1,9Germania 3,1 0,6 0,2 2,1 2,4 1,3Grecia 4,3 4,0 3,2 2,9 3,7 3,9Irlanda 11,5 5,9 3,2 5,2 4,0 4,7Italia 3,1 1,8 0,4 2,6 2,7 2,6Norvegia 2,3 1,4 3,0 3,0 2,7 0,8Paesi Bassi 3,3 1,3 0,3 2,3 5,2 3,9Portogallo 3,3 1,8 0,7 2,8 4,4 3,7Regno Unito 3,1 2,0 1,8 0,8 1,2 1,3Spagna 4,2 2,7 2,0 3,5 3,7 3,6Svezia 3,7 1,4 1,6 1,3 2,7 2,0Svizzera 3,2 1,0 1,0 1,0 0,6 0,6Canada 4,6 1,5 3,4 2,7 2,5 2,3Stati Uniti 3,8 0,3 2,4 3,4 2,8 1,6Giappone 2,8 0,4 0,3 -0,7 -1,0 -0,9

EUROPA 3,5 1,5 1,0 2,1 2,3 2,1AREA EURO 3,6 1,4 0,8 2,3 2,6 2,2OCSE 3,6 0,8 1,7 2,3 2,1 1,5

2000 20022001 2000 2001 2002P A E S I E A R E E

PIL a prezzi costanti Prezzi al consumo(a)

Tabella 1 PRODOTTO INTERNO LORDO E PREZZI AL CONSUMO DI ALCUNIPAESI INDUSTRIALIZZATI (variazioni percentuali)

Fonte: OCSE e statistiche nazionali.

(a) Per i paesi europei, indice armonizzato.(b) Esclusi i paesi ad alta inflazione: Ungheria, Messico, Polonia e Turchia.

lAutorit di politica monetaria ha limato di ulteriori 50 punti base il tasso di rife-rimento. Il tasso sui federal fund stato portato all1,25%, il livello pi basso dal1961.

Sul fronte azionario, gli scandali contabili che hanno colpito importantisociet quotate e le incerte prospettive di ripresa hanno depresso i listini. Nel corsodellanno i due maggiori indici, il Dow Jones e il Nasdaq, hanno perso rispettiva-mente il 17 e il 32%, attestandosi a quota 8341 il primo e 1335 il secondo.

Bassi tassi di interesse e mercati azionari depressi hanno indotto gli investi-tori stranieri a ridurre i flussi di capitali diretti verso gli Stati Uniti. Ci, in pre-senza di un deficit di conto corrente pari a quasi il 5% del PIL, ha fortemente inde-bolito la divisa statunitense che si deprezzata nei confronti delle principali valu-te. Il cambio passato da 0,89 dollari per un euro a inizio danno, a 1,05 alla fine,mentre nei confronti dello yen, malgrado i tentativi della Banca Centrale delGiappone di impedire lapprezzamento della propria moneta, nello stesso periodoil dollaro passato da 131 a 119 yen per dollaro.

Nel 2002 leconomia giapponese cresciuta dello 0,3%. Se da un lato il pro-filo annuo segnala un miglioramento, la congiuntura nipponica continua a essereestremamente debole. Guardando alle componenti della domanda, infatti, siosserva che quella interna ha contribuito negativamente alla formazione del PIL,mentre lapporto positivo derivato dalla componente estera. In particolare, conriferimento alla spesa interna, i consumi privati sono cresciuti di un modesto1,5% e gli investimenti fissi lordi in capitale si sono contratti del 4,2 per cento.

Giappone

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 21MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Stati Uniti - Dow Jones Giappone - Nikkei 225 Regno Unito - FTSE 100

1998 1999 2000 2001 2002

Grafico 5 PRINCIPALI INDICI DI BORSA (base gennaio 1998 = 100 - medie mensili)

Fonte : Datastream.

Sebbene la fase di bassa congiuntura internazionale abbia senzaltro contri-buito al mancato recupero di vitalit, la vera ragione della sclerosi giapponese daaddebitare ai problemi strutturali che leconomia del Sol Levante si trascina ormaida un decennio. Nel corso del 2002 il governo ha proposto una serie di riformeche dovrebbero, negli anni a venire, ridare slancio al sistema paese, a cominciaredalle istituzioni finanziarie.

Anche nel 2002, come gi avvenuto nel 2001, la produzione indu-striale stata inferiore a quella dellanno precedente (-1,6% e -7,5%rispettivamente) e il mercato del lavoro ha attraversato la fase pi severadel dopoguerra, con un tasso di disoccupazione che, in media danno stato pari al 5,4 per cento.

Se lelevato debito e il crescente deficit hanno imposto delle restri-zioni alla politica fiscale, quella monetaria stata fortemente espansiva.Per il secondo anno il tasso di sconto stato praticamente nullo (0,1%) elofferta di moneta (M1) cresciuta, in media danno, di oltre il 27%. Le-levata liquidit immessa nel sistema non stata in grado di attivare ilcanale creditizio, n ha posto freno al processo deflativo che proseguitonel 2002: i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,9% rispetto allan-no prima.

Anche la borsa nipponica ha risentito del clima di generale sfiducia. Lindi-ce Nikkei 225 ha perso nellarco dellanno quasi il 19% del suo valore, chiudendoil 2002 a quota 8579.

Il PIL del Regno Unito aumentato nel 2002 dell1,8%, dopo un2% nellanno precedente. A sostenere la crescita stata la spesa finale perconsumi, mentre pesante stata la battuta darresto degli investimentiche hanno segnato un 4,5% rispetto al 2001. Dal lato dellofferta, anchequestanno il settore industriale risultato in contrazione, mentre quellodei servizi ha confermato il buon andamento registrato negli anni prece-denti. Levoluzione asimmetrica dei due macrosettori confermata dallestatistiche relative alloccupazione che hanno visto aumentare il numerodi occupati nei servizi e diminuire quelli dellindustria, a fronte di unadisoccupazione totale sostanzialmente stabile. Anche la produzione indu-striale ha subito una flessione, pari al 3,5% rispetto al 2001.

La politica monetaria rimasta neutrale. Dopo la riduzione del tasso di rife-rimento repo avvenuta l8 novembre 2001, per tutto il 2002 il tasso stato man-tenuto al 4%. Latteggiamento molto prudente delle autorit monetarie statocausato dalla forte accelerazione dei prezzi immobiliari.

Il clima di sfiducia che ha colpito i mercati azionari mondiali non harisparmiato la piazza finanziaria pi importante dEuropa. Lindice FTSEdei 100 maggiori titoli ha perso, nel corso del 2002, oltre il 24%, atte-standosi a fine anno a quota 3940.

Regno Unito

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

22 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

1.4 LE ECONOMIE EMERGENTI

Levoluzione congiunturale delle economie emergenti ha presentato, nelcorso del 2002, profonde divergenze. I paesi dellest asiatico hanno sperimenta-to un anno di intenso sviluppo economico; il rallentamento accusato nel 2001 haceduto il passo alla crescita, trainata essenzialmente dalla maggior domanda cine-se e dai benefici influssi di quella nordamericana. Lest-europeo, collegato prin-cipalmente alla congiuntura europea, si giovato, in minore misura, della ripre-sa statunitense. Anche in tale regione si sono riscontrate alcune differenziazionisoprattutto nellambito di quei paesi che nel 2004 entreranno a far parte dellU-nione Europea(2): i paesi baltici sono stati caratterizzati da una forte domandainterna, mentre altri come la Repubblica Ceca e la Polonia, hanno mostrato unoscarso dinamismo. Un clima generalizzato di sfiducia persiste, invece, in Ameri-ca latina, dove la quota degli investimenti diretti esteri scesa al di sotto di quel-la del quinquennio 1997-2001. Particolarmente critiche permangono le condi-zioni dellArgentina, dellUruguay (che intrattiene importanti relazioni com-merciali con lArgentina) e del Venezuela (che sconta il persistere di tensioni poli-tico-istituzionali).

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 23MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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3,5

4,0

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1998 1999 2000 2001 2002

Stati Uniti Giappone Regno Unito

Grafico 6 TASSI DI DISOCCUPAZIONE (definizione dellILO, percentuali)

Fonte : Datastream.

(2) Nel dicembre 2002 il Consiglio Europeo ha stabilito lingresso nellUnione Europea, a partire dal2004, di 10 nuovi membri che sono: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca,Slovenia, Slovacchia, Ungheria.

In tutto il sud-est asiatico, il 2002 stato un anno di nuova ripresa dopo ilrallentamento del 2001. Fattori determinanti sono stati, da un lato, laumentodella domanda nord americana, della quale hanno beneficiato in modo maggiorei paesi, come Malesia, Singapore e Taiwan, specializzati nei prodotti elettronici e.dallaltro, la forte domanda interna. Buona stata anche la performance dellaCorea, il cui PIL aumentato del 5,8%. Nel suo ambito, fra i fattori trainanti sipossono identificare il consumo interno (quello privato aumentato del 6,8% equello pubblico del 4,1%) e gli investimenti residenziali (cresciuti del 12,5%.Anche il settore estero stato particolarmente brillante; le esportazioni, benefi-ciando di un aumento degli scambi commerciali intra-area e della maggiordomanda cinese, sono aumentate del 13,6 per cento.

Sud Est asiatico

Cina

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

24 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Korea Filippine Taiwan Cina Asia

2002200120001999199819971996

Grafico 7 PRODOTTO INTERNO LORDO - ASIA(variazioni percentuali annue)

Fonte : Oxford Economic Forecasting e Datastream.

La possibilit per il sud est asiatico di mantenere un tale ritmo di sviluppo legata alleventualit del non ripetersi di crisi economico-finanziarie, come quel-le che hanno colpito la regione nel 1997-98. Programmi di ristrutturazione delsettore finanziario sono stati avviati nei differenti paesi; a tal fine si cercato diridurre lammontare dei prestiti classificati come non performing. In ogni modo,alcuni indici di stabilit finanziaria (come il rapporto tra debiti esteri a breve ter-mine ed indebitamento totale estero, ed il rapporto tra indebitamento estero eriserve nazionali) non denotano, per il momento, particolari segni di tensione.

Il tasso di crescita del PIL cinese stato, nel 2002, pari all8% a fronte del7,5% del 2001. Componenti essenziali di questa straordinaria performance sonostate la forte domanda interna e le esportazioni. Tra gli elementi chiave che spie-

gano la prima si ritrovano gli investimenti fissi, favoriti da un aumento della spesagovernativa in infrastrutture e i consumi, stimolati da incrementi dei redditi deiresidenti urbani, dei salari dei dipendenti pubblici e da tutta una serie di misurevolte a incoraggiare lacquisto di case e automobili. Le esportazioni, invece, sonostate guidate sia dalla ripresa della domanda statunitense, sia dal guadagno dinuove quote di mercato, sul quale ha avuto un effetto di rilievo ladesione allOr-ganizzazione Mondiale del Commercio. La Cina ha, a sua volta, svolto un impor-tante ruolo di locomotiva per lintera regione asiatica. Il commercio intra area si, infatti, notevolmente sviluppato nel corso del 2002. La forte domanda internacinese ha stimolato le importazioni, di cui hanno beneficiato gli altri paesi asiati-ci. Inoltre, il continuo aumento dellafflusso di investimenti diretti esteri (chehanno fatto della Cina il primo recepente mondiale) ha aumentato le importazio-ni di beni intermedi e di beni capitali. Cenni di preoccupazione sulla tenuta di untale ritmo di espansione derivano dalla struttura del sistema finanziario e banca-rio, dove la percentuale di prestiti classificati come non performing permane alta.

I paesi dellEuropa centro-orientale si sono mantenuti su sentieri di cre-scita elevati, anche se inferiori a quelli dellest asiatico. Data la loro forte rela-zione con i paesi dellEuropa occidentale, gli effetti della ripresa della domandastatunitense sono stati minori. Tutti i paesi dellEuropa centro-orientale sonostati caratterizzati da unelevata domanda interna, particolarmente accentuatanei paesi baltici, dove si sono registrati tassi medi di incremento del 5%. Per

Europa centroorientale

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 25MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Europa centro-orientale Russia Rep. Ceca Polonia

2002200120001999199819971996

Grafico 8 PRODOTTO INTERNO LORDO - EUROPA CENTRO-ORIENTALE(variazioni percentuali annue)

Fonte : Oxford Economic Forecasting e Datastream.

FederazioneRussa

America latina

Argentina e Uruguay

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

26 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

quei paesi della regione per i quali losservanza degli standard previsti per lin-gresso nellUnione Europea ha richiesto maggiori sforzi di politica economica,la performance produttiva stata inferiore. Meno brillanti sono state la Repub-blica Ceca e la Polonia. La prima ha scontato un rallentamento dovuto a un calodella domanda estera (principalmente della Germania con la quale intrattieneimportanti relazioni commerciali) e al verificarsi, nella scorsa estate, di avversifattori climatici. In Polonia, invece, il positivo andamento della domanda inter-na (guidata dai consumi pubblici e privati) stato controbilanciato da una poli-tica monetaria molto restrittiva.

La Russia ha confermato nel 2002, landamento mostrato nel corsodellanno precedente con una crescita (4,2%) di poco inferiore al 2001(4,9%). Particolarmente brillanti sono stati i consumi pubblici (aumen-tati del 2,4%, contro il 1,1% dellanno precedente) e quelli privati(+8,6%). Il settore estero, favorito dallandamento del prezzo del petro-lio, ha contribuito allespansione: le esportazioni nette hanno fornito unapporto alla crescita del PIL pari a circa 3 punti percentuali. Anche dal-lanalisi dellandamento dei prezzi, la cui dinamica resta elevata, emergo-no segnali di miglioramento. Sul processo di rientro dallinflazione hainciso positivamente lapprezzamento del rublo nei confronti del dollaro.La competitivit del paese, in ogni modo, non stata alterata, dato che lamoneta russa si , nel contempo, deprezzata nei confronti delleuro.

Critiche sono rimaste le condizioni nellAmerica latina. Il PIL, nellinsiemedellarea, si contratto di circa un punto percentuale. La performance dellarea sostanzialmente attribuibile alla sfavorevole evoluzione congiunturale di Argen-tina, Uruguay e Venezuela.

Nel corso del 2002, il PIL dellArgentina diminuito dell11%rispetto allanno precedente. Il picco negativo si avuto nel primo tri-mestre del 2002, contrassegnato dallabbandono del currency board. Dopoun periodo dassestamento, le condizioni sono lievemente migliorate,anche se il clima dincertezza resta predominante. La forte svalutazionedella moneta ha provocato una riduzione delle importazioni di entit taleche il saldo delle partite correnti passato da -4.429 milioni di dollari nel2001 a +9.282 milioni di dollari nel 2002. La marcata caduta delleimportazioni, se da un lato ha stimolato la produzione interna, dallaltroha accentuato la propagazione della crisi argentina, colpendo in modoparticolare lUruguay. Il contagio si esteso anche al settore finanziario,dove, residenti e non, sono stati indotti a forti ritiri di depositi, costrin-gendo la banca centrale uruguayana ad adottare un sistema di cambi flut-tuanti. Gli interventi del Fondo Monetario Internazionale in aiuto del-lUruguay e dellArgentina (a questultima stato concesso, nel novem-bre scorso, il differimento di un pagamento dovuto alla Banca Mondiale)sono volti a creare un nuovo clima di fiducia nellarea.

Il Venezuela ha conosciuto, nel corso del 2002, una grave crisi politico-eco-nomica, che ha portato a una diminuzione del prodotto interno lordo del 9%rispetto al 2001. Il settore maggiormente colpito stato quello petrolifero, da unlato, per la riduzione delle quote di produzione (il Venezuela un membro del-lOPEC) e, dallaltro, per le forti tensioni politico-sociali sfociate nello scioperogenerale del dicembre scorso. La crisi politica, unita ai crescenti deficit pubblici, hacondotto, nei primi mesi del 2002, a forti fuoriuscite di capitali, costringendo labanca centrale ad adottare, in febbraio, un sistema di libera fluttuazione del cam-bio. Ne derivata una pesante perdita di valore della moneta nazionale (bolivar),svalutatasi del 70% nei confronti del dollaro statunitense, e un rialzo generalizza-to dei prezzi. Linflazione , infatti, aumentata del 30% nel 2002. Lo scarso dina-mismo della domanda interna, unito a una valuta molto debole, ha penalizzatonotevolmente le importazioni che, grazie anche allaumento del prezzo del greg-gio del quale hanno beneficiato le esportazioni, ha permesso al paese di avere unsaldo attivo delle partite correnti.

Il Brasile ha conosciuto per il secondo anno consecutivo, una modesta cre-scita (1,5%), dovuta essenzialmente allandamento fiacco della domanda internaed estera. Su questultima hanno influito il perdurare di condizioni difficili inArgentina e in altri paesi dellarea latino-americana importanti partner commer-ciali. Dal lato della domanda interna, gli investimenti si sono ridotti del 4,3% e i

Venezuela

Brasile

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I 27MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Argentina Venezuela Messico Brasile America Latina

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Grafico 9 PRODOTTO INTERNO LORDO - AMERICA LATINA(variazioni percentuali annue)

Fonte : Oxford Economic Forecasting, Datastream e The Economist.

consumi privati sono diminuiti di quasi un punto percentuale. I mercati finan-ziari, nel corso del 2002, hanno mostrato segni divergenti; nel clima pre-elettora-le della scorsa estate, si erano manifestate forti preoccupazioni circa la gestione deldebito estero, che avevano favorito un notevole aumento dello spread dei titoli distato rispetto a quelli americani; nel primo semestre 2002, tale divario ha supera-to anche i 1700 punti base, avvicinandosi alla soglia raggiunta nel corso del 1999quando si verific la forte svalutazione del real. La situazione migliorata nellaseconda met dellanno con lottenimento di un finanziamento, da parte del FondoMonetario Internazionale, di 30 miliardi di dollari statunitensi (6 dei quali sonostati elargiti nel 2002 e il resto lo saranno nel corso del 2003) e a seguito delledichiarazioni incoraggianti del nuovo presidente volte garantire il perseguimentodei programmi di ristrutturazione del sistema di sicurezza sociale.

A partire dalla primavera del 2002, il Messico ha mostrato una ripresa del-lattivit economica, guidata dal recupero della domanda nordamericana. Alla cre-scita del PIL, che nel 2002 stata dell1% circa, hanno contribuito laumentodegli investimenti pubblici e del prezzo del petrolio del quale hanno beneficiatole esportazioni.

1.5 - LA FASE CICILICA NELLAREA DELLEURO

Nellarea delleuro la fase di rallentamento del ciclo internazionale che hacaratterizzato nel corso del 2002 i paesi maggiormente industrializzati stata par-ticolarmente accentuata.

La domanda interna si contraddistinta per un adeguamento dei livelli dellescorte e degli investimenti alle mutate prospettive di crescita; il deterioramentodel clima di fiducia delle famiglie, conseguente al peggioramento delle condizio-ni sul mercato del lavoro, ha negativamente influenzato i consumi.

Daltra parte, il rallentamento non si accompagnato a una dinamica ceden-te delle tensioni inflazionistiche: al netto delle componenti pi volatili (beni ener-getici e alimentari), lindice dei prezzi al consumo ha infatti segnato una, seppurmodesta, accelerazione rispetto al 2001.

Dopo aver sperimentato nel 2001 un brusco rallentamento del ritmo di cre-scita, (1,4%, a fronte del 3,5% del 2000), il PIL per lintera area euro, secondo idati provvisori, ha segnato nel 2002 un incremento ancora pi contenuto (0,8%).

Tale debolezza da ascrivere principalmente alle componenti degli investi-menti e delle scorte, che hanno fornito un contributo negativo alla crescita annuarispettivamente per 0,5 e 0,1 punti percentuali.

Il deteriorarsi del clima di fiducia dei consumatori si riflesso in un vistosorallentamento dei consumi privati, cresciuti dello 0,6% rispetto al 2001(dall1,8% precedente).

Messico

Le determinantidella crescita

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

28 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

In conseguenza dellindebolimento delle condizioni di domanda interna einternazionale si registrato, rispetto allanno precedente, una forte decelerazionedelle esportazioni e una contrazione delle importazioni (la variazione annua statarispettivamente del 1,2% e del 0,3%). Il contributo alla crescita da parte delladomanda estera netta quindi rimasto positivo (per 0,6 punti percentuali), manon tale da compensare pienamente il minore apporto di quella interna.

Pur se accomunate dal modesto andamento produttivo, le principali econo-mie dellarea euro hanno mostrato alcuni elementi di differenziazione.

Francia e Spagna hanno infatti confermato la maggior vivacit relativamostrata a partire dal 1998, mentre in Germania la frenata risultata pi accen-tuata. In questultimo paese, secondo i dati provvisori, nel corso del 2002 si sareb-be determinata una sostanziale stagnazione delleconomia: il prodotto internolordo sarebbe, infatti, cresciuto dello 0,2% (0,6% nel 2001). Spagna e Franciahanno mantenuto un profilo complessivamente pi sostenuto (rispettivamente 2e 1,2% lincremento annuo).

La maggior debolezza della Germania rispetto allarea nel suo insieme stataprincipalmente dovuta ad un deficit di domanda interna. Gli investimenti e i con-sumi hanno pesantemente condizionato la performance delleconomia tedesca: iprimi hanno registrato una contrazione del 6,5% rispetto ai livelli del 2001(peraltro gi diminuiti di circa il 5% rispetto al 2000); i secondi una sostanzialestagnazione, a riflesso di un incremento di quelli pubblici (1,5%) che ha com-

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I 29MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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PIL Domanda interna Domanda estera

Grafico 10 AREA EURO - PIL E CONTRIBUTI ALLA CRESCITA (variazioni percentualiannue e punti percentuali, dati destagionalizzati a prezzi costanti)

Fonte : Statistiche nazionali.

pensato la contrazione di quelli privati (-0,6%). Il contributo alla crescita di que-ste componenti, in particolare degli investimenti, stato quindi fortemente nega-tivo (per 1,4 punti percentuali).

Proprio al diverso andamento di consumi investimenti da ascrivere la dif-ferente performance tra leconomia tedesca e quella spagnola. In particolare, mentrela Germania ha continuato a registrare una contrazione negli investimenti del set-tore delle costruzioni (-5,6%), eredit dello sgonfiamento della bolla seguita alboom post-riunificazione (il settore delle costruzioni in Germania nel 2002 ha rap-presentato il 55% degli investimenti complessivi), in Spagna proseguita le-spansione nel settore immobiliare iniziato nel 1997, con un incremento del volu-me di investimenti pari al 4,5% nel 2002. Anche in questultimo paese il rallen-tamento ciclico ha prodotto una contrazione degli investimenti in macchinari eattrezzature (-4,1%), comunque meno marcata rispetto a quella registrata in Ger-mania (-9,3%).

Una crescita occupazionale pi dinamica si riflessa in una maggior vivacitdei consumi privati, cresciuti in Spagna dell1,9% nel corso del 2002.

Il rallentamento ciclico internazionale, in particolare quello dei paesi indu-strializzati, ha determinato, daltro canto, una generalizzata decelerazione nel tassodi espansione delle esportazioni. La debolezza delle componenti interne delladomanda in Germania si riflessa in una contrazione delle importazioni (-2,1%)di questo paese; il contributo alla crescita fornito dalle esportazioni nette statodunque notevolmente sostenuto in Germania (per 1,6 punti percentuali), quasinullo in Francia (0,1 punti percentuali) e negativo in Spagna (per tre decimi dipunto).

Nella prima met del 2002 il clima di fiducia sia dei consumatori sia delleimprese ha mostrato una ripresa, seguita da una discesa nel corso del terzo trime-stre. Lultima parte dellanno ha invece visto una divergenza tra gli andamenti deidue indicatori: in netto deterioramento il primo, in timido miglioramento ilsecondo.

Il clima di opinione delle famiglie ha risentito, in particolare nella secondaparte dellanno, dei timori legati al progressivo deterioramento delle attese circalevoluzione economica, che ha determinato di pari passo crescenti preoccupazio-ni relativamente alla situazione occupazionale.

La maggior tenuta della fiducia degli imprenditori del settore manifatturie-ro nella seconda met del 2002 da ascriversi principalmente al miglioramentodegli ordinativi.

Lindebolimento del tono congiunturale in corso danno si riflesso inun andamento flettente dellattivit produttiva: la produzione industriale alnetto delle costruzioni diminuita nellarea delleuro dello 0,8% in mediadanno (nel 2001 si era verificato un modesto incremento dello 0,5%). Il pro-filo mensile mostra un andamento in linea con il clima di fiducia degliimprenditori: allincremento dellindice nella prima met dellanno seguita

Il clima di fiducia

La produzioneindustriale

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

30 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

una correzione al ribasso nei mesi estivi, seguita da una stabilizzazione nellaparte finale dellanno.

Nel corso del 2002 due fasi ben distinte hanno caratterizzato la dinamica deiprezzi alla produzione e al consumo.

Le quotazioni internazionali del petrolio, dopo il forte ridimensionamentoregistrato nella seconda parte del 2001, a riflesso anche del generale indeboli-mento congiunturale, hanno sperimentato nei primi mesi del 2002 una nuovaripresa dei corsi, stabilizzandosi successivamente intorno a valori medi di 25 dol-lari a barile .

Landamento tendenziale dellindice dei prezzi alla produzione ha seguitodi pari passo quello della principale materia prima industriale; nel confrontocon i corrispondenti mesi del 2001, il profilo delle variazioni dellindice deiprezzi alla produzione ha registrato, nella prima met del 2002, variazioni nega-tive, per poi tornare su tassi di crescita positivi; in media danno tali evoluzionihanno determinato una sostanziale stabilizzazione dei prezzi allorigine (-0,1%rispetto al 2001).

Landamento delle componenti pi volatili (energia e beni alimentari nontrasformati) ha condizionato anche la dinamica dei prezzi al consumo.

Lindice armonizzato per lintera area ha mostrato su base annua un incre-mento del 2,2%, una variazione meno accentuata rispetto a quella della cosiddet-

La dinamica dei prezzi

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Consumatori Industrie

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Consumatori Industrie

Grafico 11 AREA EURO - INDICATORI DEL CLIMA DI FIDUCIA(saldi destagionalizzati)

Fonte : Commissione Europea.

ta core inflation (lindice calcolato al netto delle componenti volatili), che ha regi-strato un aumento del 2,5%. Tale differenza spiegata dallevidente rallentamen-to del tasso di crescita dei prezzi dei beni alimentari non trasformati ed energeti-ci (+1,1% nel 2002 contro il 3,7% del 2001), avvenuto in particolare nella primamet del 2002.

La differenza assoluta tra i tassi di inflazione nazionali rimasta ampia:la distanza tra il tasso medio annuo pi elevato e quello pi contenuto risul-tata sostanzialmente immutata, passando dai 3,3 punti percentuali nel 2001ai 3,4 punti nel 2002. La dinamica pi sostenuta si registrata in Irlanda(4,7%); la stagnazione economica che ha caratterizzato la Germania si rifles-sa nel tasso di incremento dei prezzi pi modesto tra i paesi dellarea (1,3%).

La fase di rallentamento ciclico che ha contraddistinto il 2002 si riflessasulle condizioni del mercato del lavoro. Nei primi tre trimestri del 2002, la cre-scita tendenziale media delloccupazione per lintera economia stata pari a circaun terzo rispetto a quella dellintero 2001 (0,5% contro l1,4%).

La scomposizione settoriale mostra come il rallentamento della crescitadelloccupazione complessiva abbia riguardato principalmente il compartoindustriale, dove in ciascuno dei primi tre trimestri, nel confronto con irispettivi periodi del 2001, si registrata una diminuzione del numero degliaddetti, in linea con le difficolt incontrate dal settore manifatturiero. Anchela creazione di posti di lavoro nei servizi (settore che rappresenta oltre il 60%

Il mercato dellavoro

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

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Indice generale Alimentari Energetici Servizi

Grafico 12 INDICE ARMONIZZATO DEI PREZZI AL CONSUMO E SUEPRINCIPALI COMPONENTI (variazioni percentuali annue)

Fonte : Eurostat.

delloccupazione totale dellarea euro) risultata pi lenta rispetto alla mediaper lintero anno precedente, mantenendo per incrementi positivi.

Di pari passo si arrestato il processo di discesa del tasso standardizzato didisoccupazione: il profilo mensile ha infatti mostrato un costante incremento dellapercentuale di disoccupati sulla forza lavoro, che si attestata in media dannoall8,3% (contro l8% del 2001).

Tra i singoli paesi membri, con la sola eccezione di Italia, Grecia e Finlandia(nei primi due paesi si verificato un decremento, nel terzo una stabilizzazione),tra dicembre 2001 e dicembre 2002 si sono evidenziati aumenti del tasso stan-dardizzato di disoccupazione, compresi tra i nove decimi di punto in Portogallo ei due decimi in Francia.

Dopo larresto del processo di risanamento della finanza pubblica nelcorso del 2001, nel 2002 si registrato un ulteriore peggioramento rispettoallanno precedente, in gran parte spiegato dallevidente rallentamento dellacrescita economica.

Per linsieme dei 12 paesi dellarea euro, lindebitamento netto delle Ammi-nistrazioni Pubbliche, comprensivo degli introiti derivanti dalla concessione dellelicenze UMTS, aumentato di 0,6 punti percentuali, passando da un deficitdell1,6% al 2,2% in rapporto al PIL.

Solo Finlandia e Lussemburgo hanno conseguito un surplus di bilancio,peraltro in netta riduzione rispetto ai valori del 2001; Austria, Irlanda e Paesi

La finanza pubblica

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 33MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

Austria 1,5 0,3 0,6 66,8 67,3 67,9

Belgio 0,1 0,4 - 109,6 108,5 105,4

Finlandia 6,9 5,1 4,7 44,5 43,8 42,7

Francia 1,4 1,5 3,1 57,2 56,8 59,1

Germania 1,1 2,8 3,6 60,2 59,5 60,8

Grecia 1,9 1,4 1,2 106,2 107,0 104,9

Irlanda 4,3 1,1 0,1 39,3 36,8 34,0

Italia 0,6 2,6 2,3 110,6 109,5 106,7

Lussemburgo 6,1 6,4 2,6 5,6 5,6 5,7

Paesi Bassi 2,2 0,1 1,1 55,8 52,8 52,6

Portogallo 2,8 4,2 2,7 53,3 55,6 58,0

Spagna 0,8 0,1 0,1 60,5 56,9 54,0

2000 20022001 2000 2001 2002P A E S I

Disavanzo pubblico Debito pubblico

Tabella 2 DISAVANZO E DEBITO NEI PAESI DELLAREA EURO (*) (in percentualedel PIL)

Fonte: EUROSTAT.

(*) Inclusivo dei proventi derivanti dalla vendita delle licenze UMTS.

Bassi sono passati da un surplus a un deficit; per gli altri paesi il deficit in rapportoal PIL ha mostrato un incremento.

Il peso del debito pubblico si invece ulteriormente ridotto, anche se inmisura marginale, passando dal 69,2 al 69,1% del PIL.

1.6 LA POLITICA MONETARIA NELLAREA DELLEURO

La riduzione dei tassi di interesse ufficiali, iniziata nel maggio del 2001, proseguita nella parte finale del 2002. A distanza di circa un anno dalla precedentemanovra, la Banca Centrale Europea nuovamente intervenuta il 5 dicembre2002, con un taglio di mezzo punto percentuale. Il tasso minimo di offerta sulleoperazioni di rifinanziamento principali stato portato al 2,75%; quello sui depo-siti overnight all1,75% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginali al3,75 per cento.

Lattuazione della politica monetaria nella prima parte dellanno, qualifica-bile come un atteggiamento di cauta attesa, ha avuto luogo in un contesto carat-terizzato dallaffievolimento dei rischi inflazionistici, dalla prolungata stasi delquadro congiunturale, dal rafforzamento delleuro e da un elevato grado di incer-tezza sulle prospettive di crescita economica. Al manifestarsi di timidi segnali dimiglioramento prima dellestate, hanno seguito lemergere di indicazioni di dete-rioramento dello scenario macroeconomico e lacuirsi dei rischi e delle tensionipolitiche internazionali. Nella seconda met dellanno si pertanto assistito ad un

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

34 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Operazioni di rifinanziamento principali Operazioni di rifinanziamento marginali Depositi overnight presso il SEBC Euribor 3 mesiEONIA

Grafico 13 TASSI DI INTERESSE (valori percentuali, dati giornalieri)

Fonte : BCE, Datastream.

ribilanciamento dei rischi inflazionistici verso il basso, con un sensibile peggiora-mento delle prospettive di crescita.

Linflazione al consumo scesa rapidamente dal 2,6% di gennaio al disotto dellobiettivo di medio periodo fissato dalla BCE (2%) in giugno, quan-do risultata pari all1,8%. Successivamente, ha manifestato una tendenzacrescente dovuta soprattutto allaumento dei prezzi dei prodotti energetici. Ladinamica dellindice depurato dalle componenti pi volatili (energetici, ali-mentari, tabacchi e alcool) ha cominciato, infatti, a ridursi nel secondo seme-stre, raggiungendo il 2,1% in dicembre.

La politica monetaria nellarea delleuro si mossa, nel corso del2002, in sintonia con quelle attuate nelle altre principali aree economiche.Rispetto agli Stati Uniti, il differenziale tra il tasso minimo sulle opera-zioni di rifinanziamento principali fissato dalla BCE ed il tasso obiettivosui Federal Funds si mantenuto al livello raggiunto alla fine del 2001,positivo e pari ad 1,5 punti percentuali.

Le condizioni monetarie nellarea delleuro hanno registrato un anda-mento oscillante nel corso dellanno: dopo un iniziale allentamento, sonodiventate pi severe nel secondo trimestre in conseguenza sia dellaumentodei rendimenti reali sia del rafforzamento delleuro; sono tornate pi espan-sive nel corso dellestate per la riduzione dei tassi di interesse di medio elungo termine, nominali e reali; dallautunno il calo dei rendimenti stato

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Rendimento reale 3 mesi (sc.sin.)

Rendimento reale 10 anni (sc.sin.)

Cambio effettivo reale (sc.dx.) (aumento=apprezzamento)

2002

Grafico 14 CONDIZIONI MONETARIE NELLAREA DELLEURO(valori percentuali; indice: gennaio 2002 = 100)

Fonte : Datastream.

controbilanciato da un nuovo apprezzamento della valuta europea, mante-nendo sostanzialmente invariate le condizioni monetarie.

I rendimenti di mercato a pi breve scadenza hanno seguito landamento diquelli ufficiali: il tasso EONIA si mantenuto intorno al 3,3% per gran parte del-lanno, con una riduzione in dicembre di circa mezzo punto percentuale. I tassi diinteresse a pi lungo termine hanno avuto un andamento pi incerto: i rendimentia dieci anni sono aumentati dal 5% di inizio anno al 5,5% in primavera, per scen-dere a fine 2002 al 4,5 per cento.

Levoluzione degli aggregati monetari nel corso del 2002, indicati come ilprimo pilastro della strategia monetaria della BCE, ha evidenziato una situazionedi abbondante liquidit, con una crescita di M3 che, seppure in moderazione, risultata notevolmente superiore al valore di riferimento, confermato in dicembreal 4,5%. In termini di media mobile centrata trimestrale, la dinamica di M3, dopoaver raggiunto l8% alla fine del 2001, gradualmente scesa a livelli prossimi al7% a fine anno. Lampio scostamento rispetto allandamento ritenuto compatibilecon la stabilit dei prezzi nel medio periodo non ha implicato, tuttavia, la presen-za di rischi inflazionistici. Esso stato, infatti, dovuto, oltre che al relativamentebasso livello dei tassi di interesse a medio e lungo termine, soprattutto al perdura-re di un elevato grado di incertezza sullevoluzione economica e finanziaria, alladebolezza dei mercati azionari ed ai fattori di rischio presenti nello scenario inter-nazionale, elementi che hanno indotto gli operatori ad investire quote consistenti

Gli aggregatimonetari

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

36 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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M3 M3 m.m. centrata trim. Valore di riferimento M3 M1

Grafico 15 AGGREGATI MONETARI NELLAREA DELLEURO(variazioni percentuali annue)

Fonte : BCE.

dei propri portafogli nelle attivit pi liquide. Negli ultimi mesi dellanno, inol-tre, la domanda di moneta stata sostenuta anche dalla elevata crescita tendenzia-le del circolante, pari al 42,7% in dicembre, effetto della ricostituzione delle riser-ve di contante da parte del pubblico dopo la contrazione dovuta al changeover. Diriflesso, laggregato pi liquido M1 ha manifestato una dinamica sostenuta ed innotevole accelerazione: dal 6,3% nella media del primo trimestre, il tasso di cre-scita progressivamente aumentato fino a raggiungere il 9,8% in dicembre. A con-ferma dellassenza di rischi inflazionistici, lanalisi delle contropartite di M3 indicache il credito alleconomia dellarea delleuro ha registrato un rallentamento duran-te lintero 2002, con un incremento che si ridotto dal 5,3% in gennaio a circa il4% negli ultimi due mesi dellanno. Tale andamento ha riflesso il ridimensiona-mento della crescita dei prestiti al settore privato delleconomia, cui si accompa-gnata, nel primo trimestre, una analoga evoluzione delle emissioni di titoli da partedei privati che ha pi che compensato laumento di quelli emessi dal settore pub-blico. Nel secondo semestre dellanno, le leggera ripresa delle emissioni di titoliprivati si unita ad una nuova accelerazione della dinamica dei titoli pubblici e aduna sensibile riduzione della crescita dei prestiti al settore produttivo privato, scesaal 3,5%. Le imprese assicurative, in particolare, hanno registrato nellultimo tri-mestre dellanno una riduzione dell11,1%. La relativamente sostenuta dinamicadei prestiti alle famiglie (di poco inferiore al 6% nel secondo semestre, in aumen-to rispetto al primo) ha riguardato soprattutto mutui per lacquisto di abitazioni,

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 37MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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20022001

Grafico 16 PRESTITI AL SETTORE PRIVATO (variazioni percentuali annue)

Fonte : BCE.

cresciuti ad un tasso del 7,7% mentre lincremento dei finanziamenti al consumo rimasto sensibilmente al di sotto del 4 per cento.

Gli indicatori considerati nel secondo pilastro della strategia di politicamonetaria della BCE hanno segnalato laffievolimento dei rischi inflazionistici edil permanere di una situazione incerta, con lemergere di indicazioni contrastanti,nella prima met dellanno; un progressivo ridimensionamento delle pressionisulla dinamica dei prezzi nel medio termine nella seconda.

Dal lato della domanda, il contenimento dei rischi inflazionistici derivatodalla debolezza del quadro congiunturale e, dopo lestate, dal peggioramento delleprospettive di crescita. Da giugno a dicembre, le stime medie relative alla dina-mica del PIL dellarea delleuro formulate dalla BCE sono state riviste al ribasso,nonostante la manovra espansiva, di circa 4 decimi di punto per il 2002 e di unpunto per il 2003, in presenza di un tasso di inflazione al consumo previsto collo-carsi al di sotto del 2,3% in entrambi gli anni, due decimi di punto in menorispetto alle proiezioni di giugno. Gli andamenti dei mercati finanziari eviden-ziano il mutamento intervenuto alla met dellanno. Per quanto riguarda i titoliobbligazionari, la curva dei rendimenti si spostata verso lalto nel corso del primosemestre, diventando pi ripida sul segmento da tre mesi fino a due anni edappiattendosi nella parte restante della curva, in conseguenza di un pi contenu-to aumento dei tassi a lunga scadenza. Tali andamenti hanno riflesso il migliora-mento delle prospettive di crescita a breve termine. Durante lestate, la struttura

Indicatori delleprospettive

inflazionistiche

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

38 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

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Scadenza in anni

gennaio-02 maggio-02 novembre-02 dicembre-02

Grafico 17 STRUTTURA DEI RENDIMENTI PER SCADENZA NELLAREADELLEURO (valori percentuali; dati medi mensili)

Fonte : Datastream.

per scadenza dei rendimenti si appiattita soprattutto sulle durate pi brevi, assu-mendo in tale segmento una conformazione ad U, in conseguenza di un aumentodellincertezza e del peggioramento dello scenario macroeconomico. Nei mercatiazionari, le quotazioni, dopo unevoluzione incerta nel primo semestre, hannoripreso a scendere. Nella seconda met dellanno, lindice Dow Jones Eurostoxx si ridotto di circa il 30%. La flessione stata guidata dalla deflazione della bolla neisettori TMC (Telecomunicazioni, media e tecnologici). Tale caduta dei prezzi,determinando un ribilanciamento dei portafogli degli investitori istituzionali afavore delle attivit pi sicure (titoli pubblici, obbligazioni a rating pi elevato ecircolante), ha trascinato un diffuso declino dei prezzi azionari. Particolarmentecolpiti, nellarea delleuro, sono risultati il settore finanziario e assicurativo.Allandamento sfavorevole dei mercati azionari, ha fatto riscontro la sostenutadinamica dei prezzi dei titoli obbligazionari, soprattutto quelli a rating pi eleva-to. Il premio di rischio richiesto nella sottoscrizione delle attivit finanziarie pri-vate a reddito fisso, misurato dallo spread di rendimento rispetto ai titoli pubbli-ci, sensibilmente aumentato nel corso dellestate, portandosi per le scadenze adieci anni a 1,3 punti percentuali in agosto, dallo 0,5 di inizio anno. Dallautun-no, tuttavia, il differenziale andato gradualmente riducendosi, collocandosi, allafine di dicembre, sui livelli di dodici mesi prima.

Dal lato dei costi, a favore di un contenimento dei rischi inflazionisticidurante lintero anno hanno agito il moderato andamento dei prezzi delle materie

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

I 39MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

50

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Dow Jones EuroStoxx (area euro) S&P500 (Usa)

g f m a m g l a s o n d

2002

Grafico 18 INDICI AZIONARI (1 gennaio 2002 = 100, dati giornalieri)

Fonte : Datastream.

prime non petrolifere ed il rafforzamento delleuro. Nei confronti del dollaro sta-tunitense, in particolare, la valuta europea ha registrato un apprezzamento com-plessivo di circa il 16%, avvenuto in due tempi: quasi l11% nel trimestre mag-gio-luglio, e circa il 5% nel solo mese di dicembre.

RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE 2002

40 I MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

Nello scorcio finale dellanno, dopo la manovra attuata dalla BCE, i merca-ti azionari hanno manifestato ulteriori tendenze al ribasso ed i tassi di interesse dimercato hanno continuato a scendere su tutte le scadenze, indicando il perduraredel clima di incertezza che ha caratterizzato lintero anno. La curva dei rendimen-ti ha inoltre mantenuto una conformazione ad U nel segmento a brevissimo ter-mine, per leffetto congiunto di una elevata preferenza per la liquidit e di attesedi ulteriori ribassi dei tassi di interesse ufficiali.

0,8

0,85

0,9

0,95

1

1,05

1,1

2001 2002

g f m a m g l a s o n d g f m a m g l a s o n d

Grafico 19 TASSO DI CAMBIO EURO/DOLLARO (dati giornalieri)

Fonte : Datastream.

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I 41MINISTERO DELLECONOMIA E DELLE FINANZE

2. LECONOMIA ITALIANA

2.1 SINTESI

Nel 2002 la crescita delleconomia italiana stata piuttosto bassa, conun incremento pari allo 0,4%, inferiore a quello dellanno precedente(+1,8%). Tale risultato si situato marginalmente al di sotto della stima con-tenuta nella Relazione Previsionale e Programmatica dello scorso settembre.Il differenziale di crescita dellItalia nei confronti dellUEM stato negativoe pari a 0,4 punti percentuali; positivo, seppure molto lievemente, quello cal-colato rispetto alla Germania (0,2 punti percentuali).

La lieve crescita del PIL dovuta in gran parte allindebolimentodella domanda totale, che ha registrato un incremento di appena lo 0,6%(+1,6% nel 2001), e, in misura minore, allaumento dellofferta prove-niente dallestero. La dinamica delle importazioni totali si accelerata,dall1,1% nel 2001 all1,6% nel 2002. Le incertezze e le difficolt attra-versate dalla congiuntura mondiale si sono riflesse sullandamento dellediverse componenti della domanda totale. In particolare, le esportazioni dibeni e servizi sono calate dell1%, mentre nellanno precedente avevanoregistrato una variazione positiva pari all1,1%. La domanda interna, alnetto delle scorte, aumentata di appena lo 0,7%, al di sotto del pur mode-sto incremento registrato nellanno precedente, pari all1,8%. Linvesti-mento in scorte stato lunico aggregato che si rafforzato rispetto allan-no precedente. Il suo contributo alla crescita della domanda totale (0,3punti percentuali) aumentato, fornendo un modesto ma positivo ruolo distabilizzazione ciclica.

Nel 2002 lindebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche stato di 29.059 milioni di euro, pari al 2,3% del PIL. Lanno precedente statodi 32.229 milioni di euro (2,6% del PIL). Il miglioramento stato di 3.170milioni di euro, pari allo 0,3% del PIL. Lavanzo primario risultato pari al3,4% del PIL, inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto allanno precedente.

La pressione fiscale complessiva (misurata in % del PIL) calata dicinque decimi di punto percentuale (dal 42,1% al 41,6%): principalmen-te per effetto della riduzione della pressione delle imposte dirette, pari a0,9% del PIL.

Gli obiettivi di finanza pubblica, fissati nella Nota di aggiornamentodel DPEF 2003-2006, sono stati pressoch raggiunti: lindebitamento nettodelle Amministrazioni Pubbliche stato superiore di appena 2 decimi dipunto percentuale al valore fissato a settembre; lavanzo primario stato infe-riore di quattro decimi di punto.

A fine 2002 il debito delle Amministrazioni Pubbliche, in percentualedel PIL, si ridotto a 106,7% (da 109,5% calcolato alla fine dellanno prece-dente). Pur in condizioni di bassa crescita del PIL, le operazioni di gestionedel debito pubblico e quelle di privatizzazione hanno inciso favorevolmentesulla dinamica del debito.

Nel 2002 linflazione ha registrato in media annua una variazionedel 2,5%, due decimi di meno dellanno precedente. Il deflatore dei con-sumi sul territorio si incrementato del 3%, due decimi in pi che nel2001. La dinamica in corso danno, nonostante la debole fase congiuntu-rale, ha risentito, allinizio del 2002, degli incrementi dei prezzi dei benialimentari freschi e di quelli dei servizi regolamentati; successivamente,in autunno, si verificata una salita dei prezzi dei prodotti petroliferi. Nelcorso di tutto lanno, peraltro, i prezzi dei servizi ed in particolare quellidi alcuni comparti meno esporti alla concorrenza hanno manifestato dina-miche sostenute. A ci si sono aggiunti gli effetti del calo della produtti-vit sui costi del lavoro per unit di prodotto, che hanno, in parte, osta-colato la flessibilit dei prezzi verso il basso.

Sotto il profilo dellevoluzione congiunturale, la dinamica del PIL si rinvigorita gradualmente nel corso dellanno, raggiungendo un incrementodello 0,4% nellultimo trimestre. Essa ha risentito della variazione positivadella produzione del settore dei servizi, pari all1%, che ha pi che compen-sato il calo dellattivit industriale (-0,6%). Solo nellultimo trimestre del-lanno la dinamica produttiva del valore aggiunto dellindustria tornatapositiva, accrescendosi dello 0,3%. Secondo le stime dellISAE, lattivit eco-nomica migliorata nel Sud dellItalia (+0,7%) e nel Centro (+1,3%