RELAZIONE FINALE DEI LABORATORI DI LETTURA DEL … · La lettura di racconti, romanzi e poesie può...

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2010 A cura della DOTT.SSA ADRIANA LORENZI RELAZIONE FINALE DEI LABORATORI DI LETTURA DEL PREMIO BERGAMO

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2010

A cura della DOTT.SSA ADRIANA LORENZI

RELAZIONE FINALE DEI LABORATORI DI LETTURA DEL PREMIO BERGAMO

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Sommario

INTRODUZIONE ........................................................................................ 2

I PRESUPPOSTI CONCETTUALI .................................................................. 2

ISTITUTI CHE HANNO ADERITO AL PROGETTO ........................................ 2

METODOLOGIA ADOTTATA ...................................................................... 3

RISULTATI DEL LAVORO SUI 5 FINALISTI .................................................. 3

Gaia Rayneri ......................................................................................... 3

Giorgio Falco ........................................................................................ 5

Gianni Biondillo .................................................................................... 7

Luca Ricci .............................................................................................. 9

Letizia Muratori .................................................................................. 10

I LABORATORI IN CARCERE .................................................................... 12

L’INCONTRO FINALE IN CARCERE CON GLI AUTORI ............................... 15

INTRODUZIONE

L’Officina del lettore ha avvicinato alla lettura il giovane pubblico delle scuole secondarie superiori, partendo dalla condivisione di alcuni racconti letti in classe e dai romanzi della cinquina finalista al Premio Nazionale di Narrativa Bergamo. Mentre nel corso delle lezioni di italiano si lavora in modo particolare sul testo, sull’autore/autrice che l’ha prodotto e sulla realtà nel quale è inserito (sia autore sia testo) e non c’è davvero tempo per indagare la dimensione più ricettiva del lettore, l’obiettivo dell’iniziativa all’interno dei due incontri per classe è stato quello di far lavorare non solo sul testo, autore e realtà ma anche sul piano emotivo, cognitivo ed esperienziale del lettore.

I PRESUPPOSTI CONCETTUALI

La lettura è considerabile come una prefigurazione di mondi possibili, palestra di trasformazione personale, costruzione di soggetti etici, ossia soggetti capaci di preoccuparsi del bene degli altri anche se molto diversi e molto distanti da loro.

La lettura di racconti, romanzi e poesie può offrire un nuovo vocabolario all’esperienza e un’immagine più vera della libertà intesa come conoscenza, interpretazione, comprensione di cose diverse e distanti da noi.

Promuove le cosiddette life skills, ossia competenze per la vita individuate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2004), intese come la capacità, di:

• leggere dentro se stessi; • riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri; • governare le tensioni; analizzare e valutare le situazioni; • prendere decisioni; risolvere problemi; • affrontare in modo flessibile ogni genere di situazione;

esprimersi; • comprendere gli altri; • interagire e relazionarsi con gli altri in modo positivo.

ISTITUTI CHE HANNO ADERITO AL PROGETTO

Nello schema seguente sono state indicate le scuole che hanno aderito al progetto:

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METODOLOGIA ADOTTATA

Per lavorare sui cinque romanzi finalisti al Premio, in vista anche degli incontri con gli autori, sono state raccontate le trame dei romanzi e poi, suddivisi in gruppi, gli studenti sono stati invitati a individuare:

1. le tematiche presenti nel romanzo 2. i collegamenti, quesiti, domande, considerazioni relative alle

tematiche individuate 3. le domande da porre all’autore o all’autrice durante l’incontro

presso la biblioteca Tiraboschi nei giovedì del mese di marzo 2010

RISULTATI DEL LAVORO SUI 5 FINALISTI

Presentiamo ora gli esiti dei lavori prodotti da ogni singola scuola raggruppati per autore. In ogni paragrafo, oltre ai riferimenti al testo, sono state tabulate le risposte emerse grazie ai lavori di gruppo. Come il lettore potrà osservare, non tutte le scuole hanno analizzato i cinque testi finalisti.

Gaia Rayneri

Ciò che ha colpito la nostra attenzione è il modo oggettivo con cui Giovanna narra la vicenda, nonostante viva questa difficile esperienza sulla propria pelle. È’ particolare il modo in cui riesce a sdrammatizzare la situazione. È’ evidente la critica al sistema giuridico e assistenziale italiano che non ne esce bene per la noncuranza con cui tratta l’individuo, sacrificato agli interessi dell’ordine collettivo, i lunghissimi tempi d’attesa e le trafile burocratiche alle quali la famiglia di Pulce è sottoposta. Negativo appare anche il linguaggio burocratico degli assistenti sociali e dei pubblici ministeri così come la retorica e i pregiudizi dell’insegnante. Abbiamo apprezzato che l’autrice abbia deciso di denunciare il comportamento della società nei confronti degli autistici e di chiunque abbia una forma di diversità e difficoltà comunicativa.

V E Liceo Scientifico E. Amaldi

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Liceo psicopedagogico Secco Suardo

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE

Disabilità dentro la famiglia e la realtà scolastica Questioni scottanti trattate però con ironia La relazione speciale e tenerissima tra le sorelle, Giovanna e Pulce

Romanzi: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

È una storia autobiografica? Perché ha deciso di utilizzare questa punteggiatura?

Lliceo scientifico Lussana TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Autismo – handicap fisico-mentali Pedofilia - violenza - abusi nei confronti dei minori in ambito familiare Il linguaggio – la comunicazione Uso dell’immaginazione (amici immaginari) come rifugio dai problemi Passaggio dall’infanzia all’adolescenza

Film: Mi chiamo Sam e Buon Compleanno Episodio di violenza sui bambini nell’asilo di Rignano Facebook: discriminazione nei confronti dei bambini con handicap (“Gli handicappati non servono a niente”, “meglio la loro morte”)

Perché ha scelto di raccontare la storia dal punto di vista di Giovanna? Come mai all’età di soli 23 anni, ha deciso di trattare questo argomento (pedofilia, handicap)? Come mai ha voluto inserire all’interno della narrazione gli “Amici immaginari” di Giovanna? Che collegamento hanno con la vicenda? Ha seguito nei dettagli lo svolgimento della vicenda reale, oppure no? Come è venuta a sapere della vicenda? Sta pensando di scrivere un “seguito” o comunque un libro su tematiche simili? Da dove è nato il suo interesse per la scrittura?

Liceo scientifico Mascheroni TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Giustizia Istituzioni Comunità Integrazione Distorsione della realtà Pregiudizio

Pirandello Film: Rain Man Changeling

Perché hai deciso di raccontare questa esperienza? Come ti sei sentita mentre scrivevi il libro? Come ha reagito Pulce quando è tornata a casa? Cosa ne pensi di queste Istituzioni? Farai diventare Pulce personaggio di altri libri?

Disabilità: avere un figlio autistico I servizi sociali che non stanno vicino alla famiglia Fraintendimenti giudiziari

Film: Ii chiamo Sam Rain Man Romanzi: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Perché ha deciso di utilizzare questa punteggiatura? In che misura è una storia vera? Perché raccontare in un romanzo la sua storia familiare? Ci sono riferimenti reali ai nomi utilizzati nel romanzo?

ITC Rubini TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Autismo Disabilità in seno alla famiglia L’amore tra sorelle (Giovanna e Pulce) La violenza sui minori

Fatti sentiti e visti alla TV, violenze fisiche e psicologiche ai danni di bambini in seno alla famiglia Film: I liceali

Perché la bambina viene chiamata Pulce? Come ha vissuto realmente la situazione in famiglia? Se Pulce ha capito la situazione, ne soffriva? Perché questo affetto verso Pulce?

Disprezzo verso l’autorità Amore incondizionato Incomprensione dei soggetti esterni Violenza sia fisica che psicologica Innocenza del padre

Film: E poi c’è Filippo Canzoni: Mary Non c’è Nel giardino che nessuno sa

Cosa l’ha spinta a raccontare la sua esperienza di vita?

Emarginazione Disabilità Pedofilia Amore forte tra sorelle Bulimia Attenzioni della famiglia La ricerca di una verità

Film: Amabili resti Io non ho paura Ugly Betty Il mondo di Patty Canzoni: Pensa di Fabrizio Moro In Italia di Fabri Fibra

È stato difficile raccontare la storia? Perché l’ha fatto? I dettagli appartengono alla realtà? Quanto ha influito questa vicenda sulla sua vita? Perché il libro è organizzato con questa scansione temporale? Perché scriverlo? Quanto tempo ci è voluto per scriverlo?

Liceo scientifico Amaldi

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Critica alle Istituzioni Critica dagli occhi di una ragazza Burocrazia lenta Funzionari non umani Violenza sui minori Limite tra normalità e diversità Difficoltà dell’adolescenza Realtà familiare che vive la crescita di una bambina problematica Ottimismo e ironia di Giovanna Difficoltà di comunicazione Accuse e processi a innocenti Superficialità

Famiglia del Mulino Bianco Kafka Film: Le chiavi di casa Mi chiamo Sam (rovesciato) Changeling Il paese delle creature selvagge

Come ha influenzato la scrittura il fatto di aver vissuto sulla propria pelle l’intera vicenda? Come mai rimane in ombra la figura del padre anche se è la causa di tutto? Come si sono comportate le Istituzioni dopo l’affermata innocenza del padre di Pulce? Che conseguenze ha avuto questa vicenda sulla sua vita e su quella della sorella? C’è un’associazione che tutela i diritti delle persone autistiche? Come voleva colpire l’opinione pubblica?

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Casa Circondariale di Bergamo – sezione femminile

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE ALL’AUTORE

Pedofilia Disabilità Scontro con le istituzioni Amore tra le sorelle

Film: Rain Man Una donna nella Comunità Anamasté Nicholas Sparks Prete pedofilo

Sei stata brava e hai avuto coraggio! Quale è stata la molla che ti ha fatto raccontare questa storia? Non hai mai dubitato del tuo papà o della complicità della madre? Cosa ti è rimasto nel cuore di questa storia? Questa storia ti ha portato a essere scrittrice?

Casa Circondariale di Bergamo – sezione maschile

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE ALL’AUTORE

Drammaticità della situazione familiare, ma raccontata con freschezza Belle le frasi: “goccioline liofilizzate di gioia” Ironia: una risata seppellirà il lettore Voglia di vivere di Giovanna che si fa contagiosa Critica sana alle Istituzioni

Giuseppe Pontiggia, Nati due volte Film: Il ragazzo dai capelli verdi di Losey Rain Man “I miei diritti sono i diritti di Pulce” “Per fortuna che il colloquio alla Giorni Felici finiva: è lo stesso che provo, quando vengono mia moglie e mia figlia. Sono felice che vengano, ma mi spiace che siano in questo luogo e provo sollievo al termine del colloquio

È una storia vera? Cosa si aspetta da questo libro? Come mai manca il papà nella storia? Forse Giovanna pensava che il padre non fosse innocente?

Giorgio Falco

Nove storie, nove protagonisti, nove modi di vivere, nove abitazioni, nove situazioni apparentemente indipendenti che, nonostante ciò, risultano accomunate da molte analogie. Prima fra tutte l’ambientazione: Cortesforza. Sobborgo milanese, simbolo di qualunque agglomerato

abitativo, dove convivono in maniera autonoma personalità differenti in cerca della stessa cosa: la Felicità. Mentre è il fallimento che rappresenta il filo conduttore di questi racconti, insieme alla descrizione minuziosa di situazioni e particolari. Così si viene traghettati da una storia all’altra, si incontrano persone nuove, stravaganti, dalle personalità più differenti. Ci si innamora di loro, li si odia, ma con la stessa fugacità con cui sono apparse, poi scompaiono e si entra in una nuova storia. Il libro racconta una realtà ricca di varietà che, purtroppo, risulta essere povera di speranza.

Tommaso Cancelli, V E Liceo Scientifico E. Amaldi

Poiché da ogni libro si prendono le cose migliori, di queste pagine

ricordo le battute scherzose tra i quattro scarafaggi alle prese con la stesura del best-seller che mi hanno molto divertita, in alcuni casi addirittura esilarata.

Carolina Piazzalunga Casa Circondariale di Bergamo

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Liceo Scientifico Lussana TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Precarietà del lavoro Mancanza di rapporti tra i

vicini Ambizione e Fallimento Rapporto coniugali Pazzia Presenza continua di animali Ricerca di un luogo dove

costruirsi una famiglia e una vita

Concezione negativa della donna

Film:Tutta la vita davanti La ricerca della felicità Canzoni: In Italia di Fabri Fibra Il mondo che vorrei di Vasco

Rossi nel video si vedono senza fissa dimora e persone senza lavoro)

Sally di Vasco Rossi Sogna, ragazzo sogna di

Roberto Vecchioni In my place dei Coldplay Omicidio da parte di Erika e

Omar dei genitori di Erika Omicidio dei vicini di casa L’essenziale è invisibile agli

occhi

La stesura di questo libro è un progetto che aveva intenzione di scrivere da tempo oppure frutto di un’ispirazione improvvisa?

Ci sono elementi autobiografici?

Perché ha deciso di scrivere questo libro?

Cosa l’ha portata ad avere una visione così cinica della realtà?

Voleva mettere in evidenza gli aspetti più negativi della società odierna?

Cortesforza cosa significa? È un’allegoria?

Si è ispirato a qualche autore particolare?

Collegio Sant’Alessandro TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Famiglia Lavoro Figli Animali Pazzia Abitazioni Ambizione

La ricerca della felicità Shining Mystic River Monalisa Smile

Conosce davvero le famiglie di cui parla e le loro storie o se le è inventate?

Perché il cane nel forno? È soddisfatto del libro? Come mai più storie e non una

sola? Da che cosa ha preso spunto

per il libro? Perché a Cortesforza?

Liceo Scientifico Mascheroni TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Fallimento di una qualsiasi ricerca di una situazione migliore

Speranze deluse Disillusione Drammaticità della

quotidianità Decadenza Asfissia Oppressione

Film: La ricerca della felicità Decadenza dei Blu Vertigo Lacoonte

Perché questo libro? Dipinto della società

contemporanea o racconto di un trascorso personale?

Come definisci il tuo modo di scrivere situazioni, cose, persone?

Perché ubicazione del bene?

Vite fallimentari Rapporto uomo-animale Rapporti interpersonali Vite frenetiche Problemi economici

Film: La ricerca della felicità Edgar Alla Poe e le sue storie

tristi

Come mai sono tutte storie tristi?

Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?

Da dove trai ispirazione per scrivere i tuoi libri?

Come mai tante storie fitte di animali?

Liceo Amaldi TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE ALL’AUTORE Crisi economica Assenza: del padre e della sicurezza Rapporto familiare Negatività nell’ambito lavorativo Ruolo della casa Figura della donna dittatrice/tiranna Figura dell’uomo sottomesso, inetto e frustrato dal lavoro Rapporto uomo/animali (personificazioni) Rapporto con il vicinato

La signorina Rottermeier (Heidi) Tricarico Economia d’assalto Film: La prima cosa bella Topolino sotto sfratto Animal Farm (personificazioni) Tra le nuvole Qualcuno volò sul nido del cuculo

Qual è il suo rapporto con le donne? Qual è l’ubicazione del bene? Il bene è sinonimo di felicità oppure no? Ci sono aspetti autobiografici? Perché la casa è l’elemento portante della narrazione? Perché si ostina a utilizzare le figure di animali? Perché ha una visione così negativa dell’aborto?

ITC Rubini TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Lavoro Storie di paese Relazioni familiari Economia

Contratti di compravendita Divorzio Agenzie immobiliari

Perché ha scritto questo libro? Perché ha usato un tono così triste? Perché fa riferimento a un luogo inventato e non alla realtà? Il lavoro è necessario, perché secondo lei influenza così tanto la vita quotidiana? C’è un collegamento tra lavoro e pazzia?

La vita nelle periferie cittadine Problemi coniugali Crisi economica Lavoro Valore della casa Sconfitta dei personaggi Ingenuità Animali domestici

Film: Mr e Mrs Smith Un topolino sotto sfratto Canzoni: Ci vuole un fiore La solitudine Economia aziendale

Perché no c’è un personaggio felice, nonostante tutti stiano bene economicamente? Perché ha deciso di includere in un racconto più testi? Perché la caratteristica comune di questi racconti sono gli animali? Perché ha scelto un posto immaginario e non reale come ambientazione? Che senso ha la frase: Chi usciva alle sei del pomeriggio dubitava della forza aziendale e chi usciva alle otto di sera dubitava della vita?

Maltrattamento degli animali Liti familiari Problemi psicologici Truffe Sfortuna Fallimento sul piano personale e professionale Maschilismo Omosessualità Egoismo solitudine

Film: Io, loro e Lara Uomini che odiano le donne Canzoni: Bella stronza di Marco Masini Stanza 26 Ti regalerò una rosa di Simone Cristicchi

Perché una visione così negativa della donna? Perché una visione così distorta della vita? Perché non inserire almeno un racconto che finisce bene? Perché per esaltare la psicopatia di una persona si associa il maltrattamento animale?

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Vita reale Vergogna Pazzia Disperazione Sfortuna Difficoltà economiche

Cartone animato: Gli scarafaggi Canzoni: Quella che non sei e Happy Hour di Ligabue Il mondo che vorrei di Vasco Rossi Libri Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde La cariola di Pirandello

Perché una visione così pessimistica della vita? Perché un’ambientazione che non esiste nella realtà? Perché un bene materiale per indicare l’ubicazione del bene? Cortesforza è lo specchio fedele delle città urbane? Ma alla fine i personaggi riusciranno a risolvere i loro problemi?

Casa circondariale di Bergamo – sezione femminile

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE

Realistico Senso di fallimento Tristezza Assenza di socialità Solitudine

Richiami alla realtà carceraria: un vicino di cella che non vuole fare niente e allora gli si vorrebbe dire: “Ma impiccati!”. Altri che sono privi di ogni slancio e incarnano l’assoluta negatività

In quale condominio hai vissuto?

Casa circondariale di Bergamo – sezione maschile TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE

Fallimento sul piano esistenziale e professionale Desolazione Tristezza Difficoltà economiche Perfezione stilistica nelle descrizioni delle case e dei personaggi

Collegamenti con la vita vera perché Cortesforza pare l’immagine della società nella quale viviamo: bella fuori e desolata dentro

Perché la presenza di così tanti animali? Perché una visione così nera della vita? Ha vissuto qualcosa di simile?

Gianni Biondillo

È’ un testo estremamente attuale che affronta tematiche diffuse nella società di oggi: la vita di Luca viene sconvolta dal divorzio dalla moglie. Questa difficile situazione porta Luca a compiere un processo di formazione che gli insegnerà come svolgere il ruolo di padre, come condurre una vita di

coppia, considerando l’amore per i figli come un sentimento superiore, in grado di elevare qualunque uomo. L’autore vuole porre l’attenzione sulla discriminazione nei confronti degli uomini da parte delle leggi sul divorzio, poiché viene tutelata la figura materna anche se responsabile della separazione.

Nella critica alla legislazione, l’autore mostra l’universalità e la solidarietà verso chiunque venga privato dei propri diritti, perché può capitare anche a una madre di non ottenere l’affidamento dei figli. Il bene del figlio di separati deve venire prima di qualsiasi incomprensione tra adulti che si separano.

Giordano, V E Liceo Scientifico E. Amaldi

Collegio S. Alessandro TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Affidamento figli Rapporto padre-figli Suicidio Giustizia Divorzio Religione-preghiera

Beautiful La vita

Avrà una continuazione questo libro? Crede davvero che la preghiera possa salvare una vita umana? Perché ha scelto una trama abbastanza scontata?

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Liceo scientifico Lussana TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Famiglia Lavoro Valore della vita

Film: La ricerca della felicità

Perché la moglie decide di lasciare il marito?

Com’è possibile che un uomo si spinga fino al suicidio?

Perché ha scelto di parlare di questo tema?

Liceo scientifico Mascheroni

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Divorzio Depressione e solitudine Matrimonio Amore filiale Amicizia Tradimento Legalità Influenza dell’infanzia Ricordo

Film: Mrs Doubtfire L’armonia temporale dei primi capitoli è voluta? Se sì, perché? E perché poi non è stata mantenuta nei capitoli successivi? Perché ha scritto questo libro? Perché non ha utilizzato il solito personaggio Michele come protagonista? È vero che questo libro assume un punto di vista prettamente maschile? È soddisfatto del libro? È realmente possibile secondo lei, reagire come il protagonista a una situazione simile?

Separazione tradimento e fiducia Suicidio Rapporto lavoro-famiglia Importanza del dialogo

Film: Mi chiamo Sam Perché raccontare la storia dal punto di vista di Luca, anziché, come di consueto, da quello di Michele? Perché affrontare la tematica del divorzio e affidamento figli? Perché non raccontare piuttosto una storia nella quale il figlio è affidato al papà? Ci sarà un seguito che parlerà di Alice? Perché è passato dall’Architettura alla Letteratura? Da dove è nata questa passione?

Liceo psicopedagogico Secco Suardo

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE

Separazione e affidamento dei figli Rabbia per il tradimento vissuto Senso di colpa per il fallimento del matrimonio Bisogno del padre di svolgere il suo ruolo paterno anche se smette di essere marito

Romanzi: La guerra dei Roses Mr e Mrs Smith

È una storia autobiografica?

Liceo scientifico Amaldi

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Famiglia: relazione padre-figlio/a Divorzio e difficoltà nel rapporto con la moglie Amicizia positiva con Michele e negativa con Sandro Lavoro – soldi Cambiamento del padre Suicidio Importanza del Natale Fioretto - sigarette Solitudine Solidarietà Leggi italiane in materia di divorzio

Film: Mrs Doubtfire Una scatenata dozzina Terry e Bridge Canzone: I duri hanno due cuori (Ligabue) Ci vorrebbe un amico (Venditti) Dante: donna angelo e salvezza Bildungsroman Religione

Il titolo torna nel finale: ha un significato più profondo? Perché nel testo sono inseriti dei commenti? La copertina del libro è stata scelta dall’autore? Se sì, perché? Che significato assume? Secondo lei, quando si sta per divorziare, il padre deve abbandonare la casa? Perché Luca si ricorda solo dei momenti brutti? Perché Sandro lascia Sonia? Perché Luca l’ha indotto a cambiare? Perché torna Michele, personaggio dei suoi gialli?

ITC Rubini

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Drammi familiari Tradimento amoroso Amicizia Tristezza Odio Ripicche Amore per la figlia Destino Incomunicabilità in seno alla famiglia

Centrovetrine Beautiful

Perché ha scritto questo libro? Da dove è nata l’ispirazione per la stesura della storia? Ha mai avuto esperienze simili?

Separazione Affidamento dei figli Relazioni familiari Tradimento Lavoro Fiducia accordata oppure negata

Canzoni: Baciami ancora e A te di Jovannotti Forum Film: La ricerca della felicità Ricomincio da me Controvento

Come mai così interessato alla separazione? È figlio di separati? O si è separato? Da dove è nata l’ispirazione per la stesura della storia? Ha mai avuto esperienze simili?

Divorzio Suicidio Affidamento dei figli Lavoro Amore

Film: Kramer contro Kramer Magnolia Canzoni: Father and son di Cat Stevens A te di Jovannotti

Il romanzo è basato su una storia vera? Perché il libro è organizzato con questa scansione temporale? Perché scriverlo? Quanto tempo ci è voluto per scriverlo?

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Religione per la scelta del titolo Amicizia Tradimento Amore Rabbia Suicidio tentato da Luca Forza di volontà di Luca nell’imparare le leggi in tema di affidamento Senso di possesso sui figli Menzogna Divorzio Abbandono

Film: Mrs Doubtfire Scusa, ma ti chiamo amore Canzoni: Meraviglioso

È una storia vera? È autobiografico? Crede che sia una storia frequente di questi tempi? Cosa rappresenta la copertina del libro? Lei è una persona religiosa?

Casa circondariale di Bergamo – sezione femminile

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Tradimento Amore Separazione Affidamento dei figli

Le telenovelas Film: La guerra dei Roses Kramer contro Kramer

È autobiografico? Come hanno reagito le tue figlie e tua moglie nel leggere questo romanzo?

Casa circondariale di Bergamo – sezione maschile

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Bellissimo e Trascinante Identificazione totale: “racconta la nostra storia” Senso di ottimismo Pena per il racconto di coppia Famiglia allargata

“L’acqua bisogna lasciarla correre” intendendo che finché una storia d’amore funziona bene, e poi basta. “Storie di vita vissuta. Io mi sono separato per colpa mia. Noi uomini però siamo burattini in mano alle donne!!” Con una donna bisogna fare attenzione alle tre C: cugino, cognato, compare

Perché il tradimento di Sonia con il migliore amico di Luca?

Luca Ricci

Collegio S.Alessandro TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Il blocco dello scrittore – la difficoltà di scrivere Problemi reali degli scrittori di oggi che si devono mantenere con il loro mestiere Preparazione di un libro che possa piacere al pubblico Parodia dei best-seller (invidia) dei cosiddetti libri-spazzatura

Il gruppo musicale Beatles Kafka, La metamorfosi Dan Brown Ken Follett Film: Into the Wild dove il protagonista tenta di scrivere un libro però ha bisogno dell’ambiente giusto per farlo e lo ricerca Film Shakespeare in love: la scrittura di Romeo e Giulietta

Ma questo libro è una critica ai best seller o si tratta solo di gelosia verso gli scrittori che hanno la capacità di affrontare gli argomenti che mancano? Come mai sceglie di chiamare i protagonisti come i Beatles e, soprattutto, perché scegliere gli scarafaggi? Come mai critica i libri che ha comunque letto?

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Liceo scientifico Lussana TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Il mondo della letteratura Critica nei confronti della

maggior parte degli uomini

Definizione di best seller

Kafka Perché proprio gli scarafaggi? L’esaltazione dei best seller è

ironica o sincera? Citazione di Bataille ed ultima

frase del libro: i libri più interessanti sono quelli scritti per dovere? Il dovere, l’obbligo, la costrizione sono più efficaci del piacere nello scrivere un libro?

Liceo Scientifico Mascheroni

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Stile della scrittura Riflessioni letterarie Definizione di best seller Significato della scrittura Critica al farsi artisti Complementarietà dell’amore Contrapposizione tra amore e carriera/vita (John e Violette) Prevedere il futuro Cialtronerie dei saggi Eterna lotta tra cimici e scarafaggi

Il codice da Vinci Eragon Madame Bovary Cyrano de Bergerac Kafka Film: Shining Stilnovo I Beatles

Può spiegare meglio la figura del Vecchio Saggio e anche quella di Remi? Critica o elogio del best seller? Perché il mutismo di Briac? È davvero possibile scrivere un best seller in 57 giorni? Come mai manca la trama del best seller?

Riflessioni sulla scrittura Cooperazione Amore Amicizia

Film: La carica del 101 e Ratatouille I Beatles

Come gli è venuta l’idea del libro? Come mai manca la trama del best seller? Perché ha scelto gli scarafaggi?

ITC Rubini

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Solidarietà Amicizia Difficoltà economiche Fortuna Tema della scrittura e della lettura

Kafka I best seller del momento

Perché hai scelto degli scarafaggi come protagonisti? Perché hai ambientato il libro a Parigi e non in Italia dato che sei italiano? Perché la scelta di scrivere un manuale ironico?

Liceo scientifico Amaldi

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Critica alla letteratura di consumo Critica alla letteratura intellettuale, d’elite Critica al pubblico lettore Difficoltà lavorative, crisi economica Figura padre = scrittore Famiglia Mondo intellettuale autoreferenziale

Beatles Kafka: La metamorfosi Cartoon: Scarafaggi sca sca Se una notte d’inverno un viaggiatore Entomologia Parigi e Montmartre Happy Family Ratatouille Storia dei topolini che aiutano il calzolaio Gill Grisson Z la formica Pippo Delbono Tricarico

Secondo lei questo libro è un best seller da gettare o da rileggere? Ha scarafaggi in casa? E se li avesse ammazzati gli scarafaggi? Questo libro l’hanno scritto gli scarafaggi? In quale scarafaggio si impersonifica? Perché proprio gli scarafaggi? Perché non ha fatto alcun accenno alla trama del best seller? Lei legge best seller?

Casa Circondariale di Bergamo –sezione femminile

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Ironia Divertimento

I cartoni animati Perché gli scarafaggi? Ha avuto esperienze di dipendenza?

Casa Circondariale di Bergamo –sezione maschile

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE Critica alla stesura dei libri-spazzatura Manuale di scrittura che mescola saggio e romanzo Originalità dell’idea

Le favole di Fedro Firmino, il topo di biblioteca

Come mai manca la trama del best seller? È davvero stato già tutto scritto?

Letizia Muratori

Sospeso tra il romano breve, psicologico e il giallo (nel finale9: questa sua caratteristica lo ha reso molto piacevole da leggere. Nonostante il passaggio da un genere all’altro, non manca di scorrevolezza: lo si legge tutto d’un fiato e, in particolare nel finale, col fiato sospeso.

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Il romanzo è una storia velata di mistero circa la vera vita di Mary, le sue ossessioni, la tossicodipendenza di Giovanni e piena di colpi di scena, con pennellate amare di ironia.

Giovanni di riappropria di sé ed esce dal “recinto” che è la sua vita inizialmente, perché capisce che bisogna accettare gli errori commessi, grandi e piccoli che siano e capisce che mai bisogna aver paura della vita.

Fabio, V E

Liceo Scientifico E. Amaldi

Collegio Sant’Alessandro TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Pentimento Dipendenza Affettività Relazioni Emigrazione Forza di volontà

Film: Ogni cosa è illuminata Perché i maiali neri? Mary aveva raccontato la sua storia alla mamma di Giovanni? Perché il problema della droga è trattato in modo così superficiale? Perché il finale, che stravolge la storia si risolve in così poche pagine?

Liceo scientifico Mascheroni

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Droga Amore Errori della vita Doppio gioco Falsità Segreti Delusione Ripartire da zero Amore per il perfezionamento di sé

La fattoria degli animali Film: The Indipendence day

È una storia vera? A chi si è ispirata? Come ha scelto come protagonista un ex-drogato? Come va a finire? Quale è il motivo della storia?

Liceo scientifico Amaldi

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Rapporto apparenza realtà – doppia vita Precarietà del lavoro – crisi Tossicodipendenza - amore: una droga? Assenza del padre: famiglia Scheletri nell’armadio: passato difficile da cancellare

Film: Babe una maialino in gamba Victorian Age: Double Life Dr Jekyll and Mr Hyde Uomini che odiano le donne Double Face con John Travolta e Nicholas Cage La fattoria degli animali Canzoni: Mary (Gemelli diversi)

Da dove è nata l’idea di costruire una trama partendo da una fattoria di maiali? Ha un doppio fine questo finale shock dopo che ci si aspetta un lieto fine? Da dove nasce il suo interessamento per i maiali? Le sue conoscenze derivano da proprie esperienze o da studi finalizzati al libro?

ITC Rubini TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE Dipendenza dalla droga Senso di colpa Contrapposizione tra bene e male Svalorizzazione del lavoro Lavoro come terapia Amicizia come terapia

Costantine Film: Charlie fa surf Canzoni: Concaine

Perché il fulcro della storia si concentra solo nelle ultime 20 pagine? Perché ha voliuto trattare questa tematica?

Amore Dipendenza Truffa Disintossicazione Entusiasmo

Film: Prova a prendermi Canzoni: Destinazione paradiso La mia storia tra le dita

Perché ha scelto il finale così ribaltante? Perché ha scelto come protagonista un ex-drogato? Perché non ha spiegato meglio la parte centrale del libro? Perché la storia è ambientata in una fattoria di maiali?

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Animali Disintossicazione Amore Ironia Menzogna Rancore Forza di volontà Crisi economica

Programma TV: La fattoria 1,2,3 stella Orson e i suoi amici Libri: La fattoria degli animali Film: Noi i ragazzi dello zoo di Berlino Babe maialino coraggioso Babe va in città Born slippy

È una storia vera? Perché ha scritto questo libro? Ma Giovanni, come aveva i capelli? Ha avuto problemi di droga? Perché non rosa i maiali anziché neri? Perché una descrizione così minuziosa dei maiali?

Casa circondariale di Bergamo – sezione femminile

TEMATICHE COLLEGAMENTI DOMANDE

Il recupero dalla tossicodipendenza dipende da sé, se non lo si vuole davvero non c’è terapia che tenga Riaproppriarsi delle percezioni sensoriali attraverso lavori manuali, terra terra

Film: Scarface Pane e cioccolata

Perché i maiali e soprattutto neri? Ha avuto esperienze di dipendenza?

Casa circondariale di Bergamo – sezione maschile

TEMATICHE RIFERIMENTI DOMANDE

Dipendenza da sostanze Rapporto con il tempo: lo scorrere del tempo, l’ansia del correre e la necessità invece di trovare un ritmo diverso Rivalutazione del tempo presente La ricerca dell’albero genealogico, delle proprie radici Il rimorso

Sabina Rossa, figlia del sindacalista, Guido, ucciso dalle BR per concetto di rimorso e riconciliazione

Il romanzo risulta così completo che non suscita alcuna domanda da fare all’autrice

I LABORATORI IN CARCERE

È il secondo anno che i gruppi di scrittura e lettura del reparto femminile e maschile partecipano come giuria al Premio Nazionale di Narrativa Bergamo per votare un romanzo tra i cinque romanzi finalisti selezionati.

Questa volta la materia narrativa di tutti i romanzi era incandescente, scottante e quindi coinvolgente: i personaggi vengono catapultati dentro un pozzo dal quale cercano affannosamente di risalire. Si tratta di personaggi chiamati a sopravvivere, a resistere.

I romanzi sono stati molto amati all’interno dei gruppi di lettura ed ogni libro aveva i propri sostenitori. Sono state infinite le discussioni attorno ai libri e ricominciavano ad ogni incontro quando qualcuno aveva letto un libro e voleva riparlarne per esprimere la sua opinione, per aggiungere il suo sassolino di riflessione. Nel lavoro si è cercato di non valutare i libri, piuttosto di apprendere dai libri e dalle storie. Riportiamo ora alcuni estratti dei commenti di detenuti e detenute rispetto al lavori condotti nei laboratori:

Vincenzo Santisi Abbiamo partecipato al gruppo di lettura incaricato di scegliere il

vincitore per il Premio Bergamo. Abbiamo letto cinque libri: Pulce non c’è di Gaia Rayneri, Nel nome del padre di Gianni Biondillo, L’ubicazione del bene di Giorgio Falco, Come scrivere un best seller in 57 giorni di Luca Ricci e Il giorno dell’indipendenza di Letizia Muratori.

Tutti i miei compagni di sventura li vedo molto applicati. Sanno quello che fanno, ognuno di loro si spiega come può nel raccontare la trama del romanzo, esprime le sue opinioni, il modo in cui vede le storie che lo hanno colpito di più.

Io ho ascoltato i miei compagni relazionare le vicende dei libri e poi ho partecipato alla discussione perché i temi toccati erano molto interessanti: la sfortuna capitata a una famiglia privata della bambina disabile per accuse rivelatesi infondate, la separazione coniugale che si trasforma in guerra (chi di noi non l’ha provata!), il fallimento professionale, la battaglia per uscire dalla tossicodipendenza. Anche io ho dato il mio voto al libro che mi ha colpito di più, anche se resto dell’idea che la mia autrice preferita è Danielle Steel che non mi annoia mai e anzi mi avvince con le sue storie d’amore.

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Christian Locatelli Ad ogni singola lezione raggiungiamo un alto livello di empatia =

comprensione. Situazione questa a volte difficile da sviluppare nel carcere tra detenuti e sezione comando, tra detenuti e agenti di polizia, tra gli stessi detenuti.

Nel nostro caso ho visto l’evolversi di un gruppo compatto, anche se ristretto perché la cifra è variata dalle 5-6 persone alle 7-8, quando non impegnati in altre attività alternative.

Penso sia stata una sapiente decisione quella di dare l’opportunità a noi partecipanti al corso di essere coinvolti nella premiazione, di aver assunto il “grado di giuria”! Il detenuto, infatti, non ha grado, anzi non ha a disposizione nessun tipo di apprezzamento e considerazione, all’attuale stato nelle carceri italiane, il detenuto non è considerato come l’ultima ruota del carro, ma piuttosto la polvere schiacciata dell’ultima ruota del carro. Invece in questo caso, anche noi detenuti abbiamo raggiunto una posizione di rilievo, abbiamo, legalmente potuto esprimere la nostra opinione, la nostra libertà di pensiero. Siamo diventati giuria degna di votare un libro e il suo autore tra i cinque finalisti proposti. Noi giurati, imparziali e incorruttibili, abbiamo analizzato ogni testo - ciascuno da solo e poi in gruppo - traendo le nostre conclusioni dopo accurate discussioni. Così, a maggioranza, perché non abbiamo trovato una totale unanimità, abbiamo votato il bellissimo libro scritto da una giovanissima autrice, Gaia Rayneri.

Penso sia stata una ciambella con il buco, perfettamente ben riuscita. Fabio Canavesi Un libro è sempre tante cose, a me dei libri piace perfino l’odore sia esso

quello del nuovo, sia esso quello dell’antico. Ho letto questi cinque libri convinto sin dall’inizio che non fosse giusto farlo per trovare “il migliore”.

Ho letto molto in tutti questi anni, però aver letto “con altri”, mi ha dato qualcosa in più, mi ha restituito un pezzo di socialità, ha parlato alla mia resistenza e spero che mi abbia reso capace di mostrare agli altri una sincera vitalità comunicativa. Ho letto tutti i libri che ci sono stati proposti. La mia scelta, poiché una ne ho fatta, immediata, naturale e forse anche sollecitata dalle mie esperienze, dalla mia condizione di detenuto e dal legame che la mia generazione ha sempre avuto con la memoria, con il

desiderio di essere parte di una collettività, con la voglia di mettersi in gioco e in discussione.

Ho scelto Il giorno dell’indipendenza di Letizia Muratori, perché mi è piaciuta la scrittura, lo scorrere del racconto, la costruzione delle relazioni tra i protagonisti ed i luoghi. A me, appassionato delle ricerche genealogiche, ha fatto molto sorridere la descrizione dell’albero genealogico dei maiali allevati nella porcilaia della fattoria e mi hanno assai coinvolto le parole con le quali l’autrice ha voluto esprimere la distanza che separa il suo racconto, ed il suo pensiero, dalla “velocità” che quotidianamente ed ovunque ci è proposta ed imposta in questa società.

A tutti, qualunque sia lo status, viene detto che si deve andare sempre più veloci, che correre è necessario, che per sopravvivere le distanze devono essere percorse in sempre minor tempo, devono nei fatti tendere allo zero e poco importa se ciò allontana il contatto reale tra gli individui e, inevitabilmente, espone il territorio ad innegabili alterazioni perché è solo l’oggi che conta, un “oggi” assolutamente poco originale in cui l’individualismo svaluta e sostituisce il senso dell’appartenenza.

Ecco perché ho apprezzato il simpatico ridimensionamento della bellezza delle valige con le rotelle e delle bottigliette piccole di acqua! Il viaggio e la vacanza dovrebbero essere l’apoteosi di una ritrovata serenità eppure corriamo sempre, movimenti e cose ci dicono che se non ci affrettiamo arriviamo tardi, dopo qualcun altro. Insomma, perdiamo il posto. Vorrei invece potessimo riconquistare il piacere della lentezza e la gioia di una puntualità non ossessionante, allegra. La lentezza non è immobilismo né ricerca della dimenticanza, è piuttosto qualcosa che ci consente di meglio osservare e conoscere.

“Il gusto, ossia la rischiosa convivenza della luce con il buio” scrive Letizia Muratori. Ma noi, come possiamo conoscerlo se corriamo sempre e troppo? Come possiamo riconoscere se accorciamo le parole, i gesti, perfino i pensieri?

È vero, le mie idee mi hanno spinto più verso questo libro che verso gli altri, è stato un avvicinamento naturale privo di dubbi (la pratica del dubbio è materia per me essenziale!) e se ne avessi avuti sarebbero scomparsi, davanti ad un finale che ho trovato nuovo, quasi sbalorditivo per coraggio, poiché parla del peso di ciò che è stato, ma che non si sarebbe voluto.

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Pietro Ingrao, vecchio e riflessivo comunista, in una sua poesia scrive: “Leva in alto la sconfitta..”, perché si può ripartire a patto di mettere in dubbio il progetto perseguito e non realizzato. Ho letto lui ed ho ripensato a una frase bellissima trovata ne Il giorno dell’indipendenza: “Il problema non è il paradiso, ma venirne fuori il prima possibile”.

Credo che l’autrice abbia voluto dirci che molto spesso il nostro paradiso sono le illusioni od i luoghi e le certezze ove ci rintaniamo, ove ci costringiamo a vivere o ci costringono a vivere.

Oggi ringrazio chi mi ha aiutato ad aggiungere qualcosa di nuovo alle mie letture e ringrazio coloro che avranno la pazienza di leggermi ed ascoltarmi convinti che pure un detenuto, un cittadino detenuto, può essere elemento propositivo di una cultura della complessità, delle contraddizioni e differenze.

Un’ultima cosa. Ai ragazzi delle scuole superiori bergamasche che come me, come noi, hanno letto i cinque libri, voglio fare un augurio. Auguro loro… il futuro, un futuro non egoista né competitivo ma entusiasmante quello sì. Semplicemente vivo, vissuto con gli altri.

Giuseppe Secreti Pulce non c’è di Gaia Rayneri è un libro che tocca un argomento molto

spinoso che, però, l’autrice tratta con una semplicità sorprendente. Descrive una situazione che potrebbe verificarsi in tante famiglie e non so quanti avrebbero la forza e la capacità di venirne fuori, rimanendo così uniti come è stato nella famiglia di Gaia.

Intorno al personaggio di Margherita, detta Pulce, si raccolgono la mamma Anita, che piano piano con tanto amore capisce cosa è meglio per la figlia disabile e cerca di renderle tutto più facile. Il papà Gualtiero, in qualità di medico, non smette mai di ricercare una cura per la sua Pulce e le cose che le piacciono di più in termini di cibi, bevande..

La sorella Giovanna coccola Pulce e gioca con lei ogni giorno, riuscendo a capire quando è di buono o cattivo umore. Insieme hanno adottato un sistema di immagini fotografiche con le quali Pulce si esprime velocemente per dire cosa vuole fare. Per comunicare di avere appena detto o sentito una bugia sceglie la foto di Pinocchio col naso lungo!

Pulce è una bambina di 9 anni affetta da una malattia che rientra nello spettro dell’autismo. La definizione medica è: encefalopatia epilettogena da

sofferenza feto connatale con ritardo mentale grave. I soggetti autistici hanno difficoltà ad esprimersi e pronunciare le parole chiaramente: esiste allora una macchina da scrivere elettronica con display che aiuta queste persone a scrivere e comunicare con gli altri. È la Comunicazione Facilitata.

Peccato però che questa non sia in grado di dire quando la bambina stia facendo sul serio oppure abbia voglia di giocare, così c’è il rischio del fraintendimento dal quale nascono i problemi. Come quello di pensare a un’eventuale violenza sessuale da parte del padre nei confronti di Pulce.

Questo libro ci fa capire quanto può essere crudele e ignorante chi si erge a giudice senza avere ben capito come sono avvenuti i fatti o se sono realmente avvenuti. A volte si giunge a conclusioni troppo affrettate senza aver valutato o interpellato le persone in causa. È facile sbagliare, ma non lo è altrettanto rimediare all’errore commesso. Per fortuna questa storia finisce bene, ma ci sono stati dei periodi drammatici che avrebbero potuto portare i protagonisti a decisioni diverse. La burocrazia non tiene conto né di sentimenti né di realtà che possono essere distorte da elementi apparentemente indiscutibili. Quello che mi ha colpito in questa storia avvincente è il sentimento che unisce questa famiglia che non si smarrisce neanche nei momenti più difficili di confusione e sospetto.

Non ho mai percepito che ci fosse sospetto sul padre di Pulce, nonostante le parole scritte e le accuse mosse dai burocrati fossero precise e chiare.

Vincenza Leone Faccio i miei complimenti a Gianni Biondillo, l’autore del libro Nel nome

del padre. Pur non essendo autobiografico, non avendo esperienza diretta della separazione coniugale, è riuscito a mettere bene in evidenza un grande problema che affligge la nostra società. Quando le coppie divorziano, nella stragrande maggioranza, succede proprio quello che l’autore racconta nel suo libro: una guerra tra genitori che si contendono i figli. Mi auguro, che tramite questo libro, tante coppie che intraprendono la via del divorzio, capiscano che i figli devono essere rispettati e amati per quello che sono – figli - e non uno strumento di ricatto contro il proprio compagno.

L’autore, con il suo stile e il modo di mettere in risalto la cruda realtà che si pone dopo la separazione tra Luca e Sonia, mi ha suscitato rabbia,

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proprio perché mi ha fatto rivivere una storia già passata, anche se non ero la diretta interessata, ma una cosa accaduta al mio ex-compagno. Mi sono rivista nei panni della nuova compagna di Luca, a dovere soffrire nel guardare come Sonia, pur di farla pagare a Luca, non pensasse a cosa fosse più giusto per la figlia. Sono mamma anch’io, anch’io ho chiuso il mio legame con il padre di mia figlia alla quale però continuo a dire: “E’ pur sempre tuo padre”.

Carolina Piazzalunga Mi piace leggere e quando c’è stata la proposta di leggere cinque libri e

darne un giudizio per il Premio Bergamo, mi è sembrata una buona idea. Mi sono trovata un po’ spiazzata all’idea di leggere cinque libri in poco tempo, mentre ero alle prese con Diritti e castighi di Lucia Castellano: ci ho messo un po’ ma poi ce l’ho fatta a leggerli tutti.

Ho cominciato con Il giorno dell’indipendenza: la scrittura sciolta e quel minimo di suspence nella seconda parte, la descrizione di alcuni effetti post-droga che vive il protagonista Giovanni e, soprattutto, il finale hanno resto questo libro molto piacevole.

Poi ho letto Pulce non c’è: la maniera di scrivere così tutta d’un fiato mi è piaciuta molto all’inizio, ma nella parte finale mi ha, invece, un po’ deluso. Dell’autrice mi ha colpito soprattutto la capacità di saper prendere le situazioni drammatiche vissute in famiglia con molta ironia.

Il terzo libro è stato L’ubicazione del bene: ho notato soprattutto la scrittura lineare, realista, senza giudizi né negati né positivi e una maniera di descrivere molto bella. È stato il mio libro preferito.

Come scrivere un best-seller in 57 giorni: poiché da ogni libro si prendono le cose migliori, di queste pagine ricordo le battute scherzose tra i quattro scarafaggi alle prese con la stesura del best-seller che mi hanno molto divertita, in alcuni casi addirittura esilarata.

Nel nome del padre: l’ho letto per ultimo, ma ho rivisto la mia classifica e l’ho piazzato al secondo posto dopo L’ubicazione del bene per il ritmo incalzante che me l’ha fatto leggere in un giorno e mezzo quasi fosse un thriller.

Adesso aspetto il 29 aprile per conoscere qualcuno degli scrittori.

L’INCONTRO FINALE IN CARCERE CON GLI AUTORI

Quattro su cinque sono stati gli autori finalisti che hanno accettato con

generosità di essere presenti nel teatro del carcere il 29 aprile scorso, il giorno in cui ci sarebbe stata in Sala Piatti, in Città Alta, la nomina del vincitore della XXVI edizione del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo: Gaia Rayneri, Gianni Biondillo, Luca Ricci e Letizia Muratori. Insieme a loro il gruppo del reparto femminile e maschile e gli studenti della V E del Liceo Scientifico Amaldi di Alzano con la professoressa Graziella Valenza.

Ho chiesto ai ragazzi del liceo di partecipare perché hanno lavorato in modo davvero straordinario con letture approfondite e difese appassionate dei libri che avevano amato di più e durante le ore di lezione con loro parlavo di quanto stava accadendo in carcere e in carcere di quello che accadeva a scuola. Mi è sembrato naturale invitarli in carcere insieme agli autori dei romanzi.

Soltanto Biondillo aveva già sperimentato l’entrata in carcere per parlare dei suoi libri, gli altri, invece no e si muovevano con curiosità rispettosa e circospezione, forse un po’ di imbarazzo dentro un mondo estraneo, sconosciuto. Comunque desiderosi di esserci totalmente.

Tutto il pubblico lettore aveva portato con sé i libri degli autori, foglietti o quaderni di appunti per porre le domande costruite nel tempo e verificare le congetture, le opinioni. Ogni parola pronunciata veniva da lontano e questo mi è sembrato davvero emozionante e toccante. Trionfava in quell’istante l’impegno speso per arrivare fin lì.

Le domande sono fioccate una dopo l’altra, mentre gli interventi parevano popolare il teatro dei personaggi diventati ormai amici di carta. Le questioni poste erano vitali e le risposte hanno saputo aprire piuttosto che chiudere affinché il dialogo fosse autentico, rivelatore. Una scoperta. Un’aggiunta.

Il silenzio della popolazione studentesca è stato toccante tanto quanto il traboccare di parole della popolazione detenuta. Ad ognuno il suo modo di essere presente all’appuntamento progettato nelle settimane.

Di seguito riportiamo i commenti sulla giornata di alcuni dei

protagonisti:

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Fabio Canavesi Oggi mi sono seduto in quel teatro convinto che alla fine sarei tornato in

cella pieno di entusiasmo e convinto che a quell’appuntamento si è giunti attraverso una riflessione ed un lavoro tutto rivolto al riconoscimento di alcune idee chiave: il carcere è cosa assolutamente speculare alla società libera, il rapporto carcere/territorio è indispensabile e va costruito con coraggio, ogni cambiamento (ma la galera si può “cambiare”? io sogno sempre una società ove la necessità del carcere non sia più ritenuta ineluttabile) deve tener conto delle identità, della loro tutela, della loro capacità di modificarsi, del tessuto sociale in cui le varie e diverse soggettività sono cresciute (o non lo sono!) e di quelle comunità di donne e uomini nella quale quelle soggettività devono ritornare, sapendo rivendicare il diritto alla cittadinanza e sapendo garantire, alla stessa collettività, una leale partecipazione. E così è stato. Sono tornato in cella sorridendo, contento della gioiosa disponibilità dei quattro scrittori (piccola nota, mi sarebbe piaciuto che Gaia avesse trovato più spazio, ho avuto la sensazione che la sua timidezza non si sia voluta far spazio nella facilità comunicativa degli altri), contento degli interventi di Catia Ortolani, del sindacalista CISL, delle “ragazze”, del Direttore stesso, della professoressa di Alzano. È stato un momento che definirei “inizio”. E sono felicissimo per come gli studenti liceali si sono liberati del peso di questo non-luogo ed hanno portato qua dentro la loro vitalità (anche con il loro “silenzio). Quando alla fine mi hanno cercato per salutarmi e ringraziarmi avrei voluto stringerli, come faccio quando abbraccio mia figlia. Rendo l’idea? Avrei voluto dire molto di più, a tutti, ma soprattutto “per loro”, per quei ragazzi perché la battaglia che si affronta è culturale, è diretta allo sviluppo di una nuova civiltà del Diritto e della convivenza ed è ai giovani che, innanzitutto, dobbiamo rivolgerci, soprattutto è per il loro futuro che abbiamo il dovere di lavorare, di lottare, di sviluppare responsabilità e rispetto della dignità.

Ringrazio tutti coloro che hanno scelto di offrire il tempo, di provare, di credere nella capacità di essere presenti.

Non si sono abbattute le mura, non si cercava quello. Non si è data la libertà, lo sappiamo. Non mi sono scordato né dove sono, né chi sono, perché la mia coscienza è grande quanto la felice coscienza che nasce dal sapere che quando si apre una “finestra”, non solamente “si cambia l’aria” ma si fanno incontrare i pensieri, li si incoraggia all’incontro con la fiducia.

Un mondo migliore è possibile. Non è frase retorica, è il sapore che la vita vissuta e l’amore ricevuto mi hanno lasciato in eredità, mi regalano ancora ogni giorno. Sempre.

Quando una finestra si apre, si respira, si scorge l’orizzonte! Grazie per la splendida occasione.

Vincenza, Sonia, Flutur e Lara Frequentando il laboratorio di scrittura abbiamo imparato tante cose,

soprattutto a rapportarci: anche se magari inizialmente non vuoi, perché è faticoso, ti accorgi poi che è inevitabile, lavorando in gruppo e ti dà soddisfazione. Siamo state stimolate a pensare, dimenticando, almeno in quei momenti, il posto e la condizione in cui ci trovavamo; in poche parole era come se ci trovassimo fuori dalle mura, libere di poter scrivere, leggere e soprattutto esprimerci senza confini e senza la paura dei pregiudizi.

Abbiamo letto i libri dei finalisti del Premio Bergamo - ci siamo divertite con i personaggi e i dialoghi di Luca Ricci, ci siamo emozionate con la vicenda di Gaia Rayneri e, invece, “incazzate” con le figure create da Gianni Biondillo e abbiamo discusso le varie dipendenze di Letizia Muratori ed anche del “pessimismo felice” di Giorgio Falco – e siamo arrivate all’incontro con loro con una sensazione un po’ strana, come se fossimo “perse”, dato il nostro isolamento dalla vita esterna, ma poi, la semplicità di tutti e quattro gli scrittori ci ha messo a nostro agio. Siamo tornate nel nostro reparto ricche di tante emozioni.

Gaia Rayneri con il suo sguardo dolce e sensibile rispecchiava la motivazione di quella leggera scrittura, nonostante il dramma raccontato.

Luca Ricci, molto ironico ed affascinante, ci ha fatto trovare alcune risposte alle nostre domande sui suoi quattro scarafaggi, solo nel guardarlo.

Gianni Biondillo con la sua spontaneità e originalità rispecchiava il suo racconto.

Letizia Muratori è riuscita a trasmetterci la sua sicurezza, che non aveva fatto capire nel suo racconto.

Abbiamo avuto la possibilità di condividere con gli autori le nostre riflessioni, porre direttamente agli autori le domande che i loro romanzi avevano suscitato e che avevamo già discusso nella nostra aula. E il nostro grazie va in particolare proprio a loro, gli autori, che si sono prestati ad un confronto con noi in un luogo, il carcere, che non sembra idoneo a parlare

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di cultura. Solo uno dei quattro autori presenti era già stato in carcere: Biondillo che si è definito un “veterano” di questa realtà, ovviamente da visitatore invitato a parlare dei suoi libri nel carcere di Bollate e a San Vittore.

Ringraziamo tutti per tutto quello che ci hanno dato, ognuno a suo modo.

Simona Pilichi, Sovrintendente di Polizia Penitenziaria Il giorno 29 Aprile presso il teatro sito all’interno della Casa Circondariale

si è svolto l’incontro tra i detenuti e le detenute ed i cinque scrittori finalisti del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo 2010. Ho avuto l’onore di partecipare a questo incontro in ragione del mio ufficio e devo dire con piacere che è stato un avvenimento davvero emozionante.

Per l’ennesima volta ho avuto la prova che non può esistere “carcere senza trattamento”. È proprio, infatti, solo quando il binomio sicurezza/trattamento funziona che l’istituzione carcere esprime il meglio di sé.

Solo le iniziative artistiche, culturali e ricreative, di cui anche questo incontro è stato espressione, danno l’opportunità a tutti, poliziotti, detenuti, operatori penitenziari ed istituzione nel suo complesso di toccare con mano che non può esistere, appunto, carcere senza trattamento; che una istituzione totalizzante e totalitaria come quella penitenziaria deve conformarsi ai dettami dell’ art. 27 Cost. e tendere con ogni mezzo alla rieducazione ed alla risocializzazione dei soggetti privati della libertà personale.

Solo questa può essere la giusta via da percorrere senza mai prescindere da ordine e da sicurezza e nella consapevolezza che ci muoviamo su un terreno ricco di ostacoli.

Ma in carcere ho imparato che l’espressione artistica, sotto qualsivoglia forma espressa, abbatte tutte le barriere, di qualunque natura esse siano, e mostra la parte più vera di ogni essere umano evidenziando come, al di là di ogni stereotipo od archetipo, ogni persona è principalmente un essere umano con i suoi pregi ed i suoi difetti.

Ed è così che ho percepito sia gli autori che i detenuti in questa giornata… nudi in presenza di emozioni autentiche (proprio all’ interno di

un carcere dove siamo soliti avere a che fare con maschere). Ho assistito allo scorrere piacevole, schietto, pulito e vivace di scambio di opinioni tra autori e detenuti. In quel teatro ed in quelle ore ci sono stati solo e soltanto uomini e donne che hanno dato vita a pensieri, parole ed emozioni.

In conclusione, mi viene solo da dire: “Che bello!”; speriamo che l’istituzione carcere, con tutte le sue complessità e contraddizioni, riesca a trovare il modo per andare sempre più in questa direzione.

Sono un poliziotto, ma credo fermamente nei principi che sostanziano e connotano il trattamento e, forse, senza questa “missione” affidataci dalla carta costituzionale in primis e dalle varie leggi che disciplinano il mondo penitenziario, io avrei scelto di fare altro… chissà…

Carcere e trattamento, trattamento e carcere, sempre più coesi nonostante le difficoltà; è questo il mio auspicio e questo dice fortemente il mio sguardo proiettato verso il futuro…

Alessandro Belotti, studente universitario I finalisti del premio nazionale di narrativa Bergamo hanno incontrato in

carcere alcuni detenuti della casa circondariale Gleno. Gli scrittori Gianni Biondillo (“Nel nome del padre”) , Letizia Muratori (“Il giorno dell'indipendenza), Luca Ricci (“Come scrivere un bestseller in 57 giorni”), Gaia Rayneri (“Pulce non c'é”) (Giorgio Falco, autore di “L'ubicazione del bene” non ha potuto invece essere presente all'iniziativa) hanno incontrato circa venti detenuti , tra uomini e donne, che oltre ad avere letto le opere degli autori in concorso e aver votato per il Premio narrativa stesso, hanno partecipato ad un laboratorio di scrittura coordinato da Adriana Lorenzi. Nel corso dell'incontro (a cui hanno partecipato anche gli studenti della 5a E del Liceo scientifico Amaldi di Alzano Lombardo) gli autori hanno risposto a turno alle osservazioni e alle domande da veri “critici letterari” poste dagli stessi detenuti, creando così un vero e proprio momento di dibattito e confronto riguardo ai temi e ai personaggi descritti nei libri in concorso. “Ho frequentato spesso il carcere in occasione di incontri come questo - ha sottolineato Biondillo - e devo dire che sarei felice se gli incontri con gli autori fossero sempre così: i libri prendono corpo e i personaggi diventano persone. Voi (rivolgendosi verso i detenuti, ndr) avete letto i libri come vorremmo che fossero letti”. Ha voluto ringraziare gli studenti presenti invece Fabio, uno dei detenuti, che ha spiegato: “Non é facile entrare in un

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carcere e scoprire questo luogo: le opportunità non sono così tante e per questo non siete di certo dei bamboccioni: vi auguro il futuro, perché voi lo siete”. Il direttore della Casa Circondariale Gleno, Antonino Porcino, ha invece sottolineato: “Questo é un vero momento di confronto, di relazione tra realtà diverse. Fermarsi a riflettere sulla propria vita può aiutare a crescere e a essere diversi, e il carcere ha appunto il vantaggio di aiutare, nel periodo in cui si é separati dalla società civile, a riflettere sulla propria esistenza. Per ottenere questo obiettivo é fondamentale l'aiuto della società esterna, anche attraverso momenti come questo”. Molto soddisfatto anche Pierangelo Mariani, segretario Ust (Unione Sindacale Territoriale) Cisl: “Sosteniamo questo progetto da ben 8 anni e ci crediamo fortemente, per far diventare questo luogo un po' più normale e vivibile. Sono molto interessato inoltre a conoscere le vostre storie, non per curiosità morbosa, ma per condividere un momento importante delle nostre vite come la lettura, provando a mettersi nei panni degli altri”.

Infine Fabio ha voluto concludere dicendo: “La prima volta che ho parlato di carcere con gli studenti, all'Istituto Chimico di Bergamo, ovvero la scuola che io frequentavo, l'impatto con gli studenti è stato inizialmente difficile per molti motivi. Per me vedere voi oggi é importante ed emozionante, é un'esperienza che ci ha aiutato molto: c'é necessità di fare cose del genere. Siamo detenuti infatti, siamo qui, ma restiamo cittadini anche se la cittadinanza non ci é riconosciuta: chiedo quindi di rischiare di più, di provare, che é un verbo che a me piace moltissimo”.

Pierangelo Mariani, Segretario UST CISL Bergamo Un pomeriggio che non si dimentica Tante sono le sensazioni vissute in quel pomeriggio durante l’incontro

che, insieme, abbiamo avuto con gli autori finalisti del Premio di Narrativa Bergamo.

Sensazioni che ancora oggi riemergono con prepotenza, pur tra le mille cose da fare (forse proprio per le mille cose da fare), quasi a testimoniare l’incidenza profonda che l’esperienza ha segnato per me, e per ognuno, credo.

Certamente, vi ho partecipato grazie alla Cisl; ad un certo punto, per una serie di concomitanze, ho dovuto persino rappresentarla, intervenendo e portando il saluto della Segreteria.

Preferisco però, e credo con questo di non mancare di rispetto alla mia Organizzazione, stare su un piano assolutamente personale. Ci sono momenti in cui i ruoli, le cariche, le rappresentazioni si annullano, smettono di esistere; sparisce il “noi siamo ...”, il “noi facciamo ...”, il “noi pensiamo ...” per lasciar spazio ad un “io” minuscolo, quasi timoroso, che non grida, che non vuole (e non sa) affermare le proprie ragioni. Per un sindacalista questo non è proprio del tutto normale, abituati come siamo ad aver sempre ed in ogni caso qualche cosa da dire. Ed anche convinti, spesso, di dover sempre dire qualcosa. La sensazione era quella di aver lasciato in ufficio “i ferri del mestiere”. Questa è stata la mia prima, e positiva, sensazione.

L’altra, di disagio questa volta, procurata dalla separatezza fisica. Pur comprendendone le ragioni (di sicurezza), mi sarebbe piaciuto avere una maggiore vicinanza con la popolazione detenuta. Odio ascoltare una persona senza poterla guardare negli occhi e non posso guardarla negli occhi se non standogli di fronte. A poca distanza! (Sono peraltro orbo, accidenti!).

Altrettanto forte, e questo già ho avuto l’occasione di dirlo, era in me anche il desiderio di conoscere di più le tante storie personali che quasi si intuivano, certo non per giudicarle, ma proprio per conoscerle. Assaporarne i momenti più salienti, quelli che possono determinare una scelta piuttosto che un’altra, che ti fanno dire “tornando indietro non lo rifarei ....” oppure “rifarei esattamente tutto”. Gli episodi belli ma anche quelli difficili e dolorosi. Gli affetti, i rancori, gli amori e le delusioni.

Conoscere le storie fino a condividerle, così come accade quando si legge un buon libro e ci si immedesima nel protagonista. Solo che qui, il protagonista è vero. Ed altrettanto vera può essere la condivisione fino a chiedersi quale è stata, tutto sommato, la differenza tra la propria e l’altrui vita: una questione di scelte? semplici episodi? fortuna o sfortuna?

Si può imparare leggendo un libro, ma si impara anche ascoltando le storie umane così diverse.

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Ma la cosa che più mi ha tormentato - di quel sottile tormento che ha in sé un misto di dolore e piacere - è l’essere venuto via con la certezza di aver scoperto che cosa è la dignità.

Non quella che con presunzione gli altri attribuiscono ad altri e, peggio ancora, “ritirano” quando qualcuno “sbaglia” (?!) quasi fosse una sorta di patente a punti.

Ho conosciuto la dignità che appartiene ad ogni persona, quella che non si getta in faccia agli altri, che non si esibisce in ogni occasione, quella che non si vanta, che pare voler bussare prima di affiorare.

Ho conosciuto la dignità di persone capaci di trovare ragioni di vita contro qualsiasi logica, di trovare in sé risorse nuove (ed infinite), di scoprire capacità non conosciute ed avere il coraggio di misurarsi con esse.

Ho conosciuto persone vere. Grazie.