Relazione di CGIL Basilicata Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL ... Congresso/relazione_congresso... ·...

16
bozza non corretta

Transcript of Relazione di CGIL Basilicata Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL ... Congresso/relazione_congresso... ·...

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

1

bozza non corretta

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

2

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

3

Il decimo congresso della CGIL di Basilicata si svolge in un momento delicato della vita sociale, economica e politica del nostro Paese caricando di ulteriore grande significato questo appuntamento.Tocca a noi tracciare una proposta credibile nell’ambito di quanto affermato dal documento “i diritti e il lavoro oltre la crisi” che si è ampiamente affermato nelle assemblee di base in tutto il territorio nazionale come in quello lucano.

Abbiamo definito la crisi globale finanziaria ed economica come inedita, per la sua vasta portata e per le sue caratteristiche sistemiche, e causa di effetti devastanti sulla vita di milioni di persone ed ha fatto aumentare le disuguaglianze in maniera paurosa la povertà nei paesi a cosiddetto capitalismo maturo.Possiamo affermare che si tratta di una crisi strutturale del capitalismo finanziario che si è sempre più caratterizzato per la sua voracità nel distruggere l’ambiente e nell’unico obiettivo di accrescere esclusivamente ricchezza senza regolare etica.Abbiamo assistito ad un effetto paradossale, il sistema finanziario mondiale si è trasformato da strumento dell’economia reale in proprietario ed invece di sostenerla, con il risparmio, attraverso i vari fondi, l’ha portata sull’orlo del fallimento.La crisi finanziaria esplosa nel 2008, con il dissesto dei colossi finanziari e il relativo sistema alternativo, che avevano costruito, con drammatiche ricadute sulle famiglie e l’intera collettività, ha mostrato a quali gravissimi pericoli la deregolazione espone l’economia mondiale.

Ciò nonostante, i Governi dei paesi più sviluppati non hanno saputo ancora definire un quadro di regole certe entro le quali i capitali finanziari devono muoversi, ed hanno cercato solo di intervenire con ingenti risorse pubbliche per salvare il sistema bancario e creditizio.Le istituzioni finanziarie che hanno creato le bolle speculative, che risiedono in gran parte negli USA, hanno trascinato dietro anche quelle Europee, seppure con effetti più contenuti.La risposta da parte dei governi è stata insufficiente e inadeguata con una logica di difesa entro i confini nazionali del proprio sistema economico produttivo e sociale.Le istituzioni europee che avrebbero dovuto dare un segnale forte, di un Governo condiviso dell’intera comunità Europea, hanno mostrato tutta la loro incapacità in termini di assunzione di strategie comuni per il rilancio del sistema industriale e produttivo, per la difesa di un modello di welfare state, che poteva e doveva sostenere meglio i redditi di milioni di persone che hanno perso insieme al lavoro anche la dignità.Ciò ha spinto i sindacati europei ad assumere iniziative comuni in un quadro assolutamente instabile e fortemente recessivo, la stessa dichiarazione di Parigi della CES, la confederazione europea dei sindacati, e le iniziative di lotta che si sono

Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

4

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

sviluppate sono state deboli.

La CGIL ha spinto affinché la CES assumesse con più convinzione una ampia iniziativa sindacale unitaria per contrastare i fenomeni disgregativi del lavoro dipendente, dell’aumento della precarietà e per sostenere i redditi dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati.Una crisi epocale, dunque, che ha mostrato tutti i limiti di un modello sociale, di sviluppo economico e produttivo che lo ha alimentato, basato esclusivamente sui consumi.D’altra parte questo sistema è stato foriero di forti squilibri tra paesi sviluppati, in via di sviluppo ed arretrati, scatenando fame e povertà di intere popolazioni, oltre ad alimentare guerre, non solo per il controllo geopolitico, ma anche e soprattutto per il controllo delle ingenti risorse del sottosuolo come il petrolio. Riteniamo grave l’arretramento degli impegni dei governi occidentali per la cooperazione e gli aiuti allo sviluppo dei paesi poveri, come altrettanto grave riteniamo il disimpegno del governo italiano.La CGIL, insieme al movimento per la pace, in questi anni ha dato un grande contributo per far affermare un processo di pace duraturo fra i popoli e considera fondamentale le politiche multilaterali per la definizione delle controversie internazionali e per l’autodeterminazione dei popoli.

Bisogna continuare su questa strada e rilanciare le iniziative della “tavola per la pace” per l’educazione alla pace e alla non violenza quali principi irrinunciabili della convivenza civile tra i popoli, alimentare la cultura della tolleranza e dell’inclusione sociale a partire dalle nostre azioni quotidiane e nel rapporto con i lavoratori e le lavoratrici.Tuttavia rimangono aperti alcuni conflitti particolarmente cruenti a partire da quello Afgano e dalla situazione di instabilità mediorientale causata, perlopiù, dall’endemico conflitto Israelo-Palestinese. Queste ultime questioni andrebbero affrontate in maniera più sistematica con il ruolo determinante degli Stati Uniti di Obama e della Comunità Europea, in direzione di un reale riconoscimento dell’ONU quale unico organo deputato a risolvere le controversie internazionali.

La CGIL, in linea con i principi sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana, ripudia la guerra quale strumento per la soluzione delle controversie internazionali, ed in questo senso chiede l’immediato ritiro delle truppe italiane dall’Afganistan.Riteniamo, altresì, che va contrastata con ogni mezzo la rete terroristica mondiale che fa capo ad Osama Bin Laden.

La crisi mondiale che ha messo in ginocchio l’intero sistema dell’economia reale, mostrando il fallimento del mercato e la sua autosufficienza, alimentata dalla disuguaglianza come leva della crescita, ha fatto riscoprire l’insostituibile ruolo degli stati e delle risorse pubbliche.Per tale ragione crediamo che le politiche economiche dei Governi debbono essere indirizzate verso un nuovo modello di sviluppo, socialmente sostenibile e capace di preservare l’ambiente e il futuro equilibrio del pianeta da tramandare alle future generazioni.

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

5

La CGIL ed il sindacato mondiale hanno di fronte una sfida formidabile, a partire da una strategia comune per affrontare la fondamentale questione di una più equa distribuzione della ricchezza a favore dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli.Oggi l’80% della ricchezza è detenuta dal 10% della popolazione, tale situazione è fonte di una grave ingiustizia sociale che va assolutamente invertita.

Questi cambiamenti epocali impongono al sindacato europeo di darsi una strategia di obiettivi che diano il segno e il contenuto di politiche economiche e sociali eque, di una società più solidale e di una vera cooperazione e regolazione degli interessi internazionali, nonché della piena affermazione dei diritti di cittadinanza.Il nostro paese è interessato oltre che dalla crisi economica e finanziaria, anche dalla crisi del modello produttivo e del modello di società che mina nelle fondamenta anche l’identità e l’appartenzenza. La crisi della democrazia e delle istituzioni pubbliche, inoltre, è anche profonda crisi della rappresentanza, del lavoro e dei suoi diritti. Lavoro inteso come riscatto sociale e morale delle classi popolari, nonché come realizzazione della persona e della dignità delle donne e degli uomini.In particolare la crisi economica in Italia ha fatto emergere in maniera più marcata le disuguaglianze: siamo al 6° posto nel mondo, dopo Polonia e USA, mentre la ricchezza delle famiglie più ricche risulta superiore a quella degli USA, della Germania e della Francia, come rileva l’IRES-CGIL.

Mentre in questi anni i lavoratori hanno subito una rilevante riduzione del potere di acquisto dei loro salari, insieme a quello delle pensioni, contribuendo per oltre l’85% alle entrate fiscali: il peso delle tasse è sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati ed è a loro che vanno rese, a partire dal drenaggio fiscale, e, come abbiamo sostenuto allo sciopero generale del 12 marzo, bisogna che il governo restituisca subito 500 euro, che aumenti il reddito disponibile per le famiglie, in modo da creare un effetto benefico sulla domanda interna.

La stessa pressione fiscale sul lavoro conferma un primato tutto italiano, mentre le tasse diminuiscono solo per le imprese. È necessario varare la riforma fiscale che attui il principio di progressività come stabilito dalla nostra Costituzione. Le proposte della CGIL saranno presentate domani durante il dibattito che abbiamo organizzato.A ciò si aggiunge il peso di un vero e proprio furto alle spalle della collettività operato dagli evasori che ammonta ad oltre 100 MLD di Euro l’anno.Il Governo, che si occupa esclusivamente dei guai giudiziari del presidente del consiglio, dà risposte contraddittorie. Invece di mettere in campo una lotta senza quartiere all’evasione fiscale ed all’elusione, vara lo scudo fiscale premiando chi illegalmente ha portato all’estero ingenti capitali finanziari, ma anche coloro che riciclano il denaro sporco proveniente da affari della malavita organizzata.

Mai come in questo momento la società Italiana è in preda ad un vero e proprio “caos” che la cultura egemone della destra alimenta al fine di portare il Paese sempre più verso una democrazia plebiscitaria ed autoritaria, in cui le regole della convivenza civile vengono mortificate e rese inutili al punto da modificarle, non prima che i giocatori entrino in campo, ma durante la partita, al solo scopo di truccarla per vincerla.Si è prodotto un vulnus con il decreto per salvare la presentazione delle liste elettorali

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

6

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

del PDL per la regione Lazio e Lombardia.La deriva democratica è la conseguenza di un disegno premeditato che affonda le sue radici nel corpo vivo della società di questo paese. Infatti, i cambiamenti hanno scavato in profondità, modificando le relazioni sociali che hanno sempre più spinto le persone a rifugiarsi in modelli virtuali che i mass-media hanno propinato largamente ed in cui si è fatto strada l’egoismo e l’individualismo più sfrenato, che molto spesso è sfociato in atteggiamenti di intolleranza estrema, alimentando la cultura fascista, razzista e xenofoba.Le iniziative assunte da questo Governo hanno prodotto strappi via via più forti nell’equilibrio fra i poteri dello stato con una sempre più manifesta insofferenza per il rispetto dell’insieme delle regole sancite dalla Costituzione, e lo svilimento delle altre istituzioni democratiche a partire dal Parlamento, dalla Magistratura, dal Capo dello Stato, dai poteri delle Regioni fino a giungere ai i corpi intermedi, in particolare la CGIL.

A tal proposito non deve sfuggire quanto si profilava intorno alla protezione civile con la sua privatizzazione, la cancellazione di ogni regola di gestione delle risorse pubbliche, a partire dagli appalti, fatto assai grave che se attuato avrebbe significato il primo passo per la costruzione di un altro stato, una “cricca” che tiene sotto scacco, con la complicità del Capo del Governo, l’intera democrazia e le sue istituzioni, che da vita ad n sistema autoritario.La CGIL difende la democrazia e le sue regole! perché la democrazia è la classe lavoratrice di questo paese, come sosteneva Giuseppe Di Vittorio.Non permetteremo lo stravolgimento della nostra Costituzione e la difenderemo con ogni mezzo.“Dietro ogni articolo della costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta” (Piero Calamandrei)

Compagne e Compagni,La crisi economica ha prodotto effetti dirompenti sul sistema industriale del nostro paese in particolare nel settore dell’auto e della componentistica.Come è noto l’industria italiana aveva già problemi di bassa competitività, di frantumazione in piccole e piccolissime aziende, di nanismo industriale, che ha continuato a incidere solo sul fattore lavoro, senza avviare investimenti concreti in ricerca e sviluppo tecnologico e senza innovare processi produttivi e qualità dei prodotti. Molte grandi imprese multinazionali hanno colto l’occasione di avviare pesanti processi di ristrutturazione ed hanno perseguito insieme alle medie imprese massicce delocalizzazioni, nel mentre le piccole realtà hanno chiuso perché non hanno retto al peso della esposizione debitoria, visto il fortissimo calo della domanda, a volte anche a causa a ritardi nei pagamenti da parte di Enti pubblici .L’impatto drammatico sul lavoro parla di oltre 700 mila persone, donne e uomini, che sono stati licenziati, oltre ai tanti precari della P.A. e della scuola altri 80mila che il Governo ha letteralmente cacciato dai luoghi di lavoro, ma il peso negativo maggiore è stato sopportato dal mezzogiorno in termini di perdita occupazionale e di arretramento dell’industria.

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

7

Il Governo oltre ad aver negato la crisi ha messo in atto palliativi e non interventi capaci di sostenere in maniera adeguata i redditi delle persone, lavoratori e pensionati. Il Ministro Sacconi si è affrettato a dire che non ci sono le risorse per allungare la CIGO come ha stabilito un provvedimento approvato dal parlamento e condiviso da tutte le forze politiche. Il Ministro continua a mentire sulla copertura degli ammortizzatori sociali sapendo che ai precari è stata assicurata una miseria. Oltre a non avere una strategia di politica industriale che pesa nelle scelte dei grandi gruppi presenti in particolare al SUD (vedi FIAT a Termini). Lo stesso Governo ha distratto ingenti risorse dei fondi FAS, per lo sviluppo, a fini altri sottraendoli alle regioni meridionali ed alla Basilicata. Inoltre sta realizzando un disegno di tagli e privatizzazione della scuola pubblica e l’Università pubblica, insomma ha inferto un colpo durissimo al sud del paese già in forte ritardo di sviluppo in tutti i settori, compreso i servizi pubblici,la sanità, la ricerca e la dotazione infrastrutturale già molto al di sotto della media dell’Italia.

Siamo di fronte ad un disegno sciagurato che attacca il cuore dei diritti dei lavoratori, come è accaduto con l’approvazione del DDL sul lavoro che sottrae dalla competenza del giudice le controversie fra lavoratore e impresa e porta al di fuori del diritto del lavoro e della legge la disciplina del contratto di lavoro con una grave lesione della tutela contro i licenziamenti prevista dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori che viene consegnato ad un arbitro che potrà decidere non in forza della legge ma della sua personale convinzione,chiediamo al Presidente della repubblica G. Napolitano di non firmare una tale abiura legislativa. E’ questo un provvedimento anticostituzionale, come definito da numerosi ed eminenti giuslavoristi di fama, infatti viene scardinato il principio di tutela del lavoro posto dall’art. 35 della Costituzione oltre che la violazione dell’art. 24. Si porta da 16 a 15 anni l’inizio del lavoro minorile stabilendo che l’obbligo scolastico può essere soddisfatto attraverso l’apprendistato.

Tutto ciò rappresenta l’attuazione della malsana idea avanzata nel libro bianco sul Welfare in cui si teorizza una presunta complicità fra capitale e il lavoro.È chiara l’ impronta neocorporativa che si vuole dare cancellando i diritti universali rispetto alla erogazione degli ammortizzatori sociali, dei servizi sociali e sanitari, dell’istruzione e della formazione.

Come tutti sapete siamo in campo per contrastare questo disegno del governo con numerose azioni di mobilitazione e continueremo nella battaglia per evitare che i lavoratori ed i giovani in modo particolare siano ancor più deboli nel rapporto con l’impresa all’atto dell’assunzione dopo questa ultima modifica che di fatto cancella gli effetti dell’articolo 18 della legge 300/70.

La CGIL, consapevole che tale processo potrebbe spingere alla definitiva deriva la società e la democrazia, propone un “PROGETTO PAESE” alternativo a quello che ispira l’attuale Governo delle destre capace di affrontare la crisi e governare i cambiamenti.Un progetto fondato sulla centralità del lavoro e dei suoi diritti,sulla conoscenza,la ricerca e l’innovazione, il superamento del dualismo territoriale.

Un progetto in cui le politiche per il mezzogiorno siano parte integrante e sostanziale,

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

8

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

che richiede un ruolo fondamentale alla RESPONSABILITA’ PUBBLICA nell’orientare le scelte in materia di infrastrutture,specializzazioni produttive e politiche del credito.NON c’è PAESE senza mezzogiorno, non c’è mezzogiorno senza il futuro del paese.Ciò presuppone una politica industriale che guidi la ripresa, la qualificazione e l’orientamento sociale degli investimenti nelle reti e nei servizi pubblici, un piano di riconversione industriale e ricerca ecologica ed ecosostenibile, la messa in sicurezza del patrimonio abitativo esistente evitando la continua dilatazione degli spazi urbani, la messa in sicurezza del territorio e delle scuole, azioni coerenti nel contrasto alle mafie e all’illegalità diffusa, anche perché non c’è soluzione al degrado ambientale senza giustizia sociale.

Vogliamo ridurre le disuguaglianze fra le generazioni,fra le donne e gli uomini,nei saperi e nella formazione (proposta al parlamento della legge sulla formazione lungo tutto l’arco della vita),nella distribuzione del reddito. Avviare percorsi virtuosi e strutturati di inclusione sociale e condurre allo stesso tempo la lotta alla povertà e all’emarginazione. Crediamo fermamente nell’avvio di politiche generali per la salute e la sicurezza alimentare per tutti e per tutte, quale fondamento dei nuovi diritti di cittadinanza. Vogliamo favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e difenderne il reddito e la dignità.

Compagne e compagni,i profondi cambiamenti avvenuti in questi anni ci impongo di ricomporre la frattura fra i giovani, a cui sempre più spesso viene negato l’accesso al mercato del lavoro, e lavoratori con contratti di lavoro stabili, attraverso l’accesso generalizzato al lavoro con l’apprendistato, unico contratto che prevede la formazione, e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, passare dall’attuale supermercato delle tipologie contrattuali a pochi contratti e mantenere il contratto a tempo indeterminato quale modalità principale, costruire la certezza di una previdenza pubblica che copra almeno una parte consistente della pensione.

Intendiamo rilanciare il ruolo e la funzione di un sindacato generale programmatico con il suo profilo autonomo rispetto alle controparti datoriali ed alla politica, ma non indifferenti a quanto essa mette in campo.Fondamentale rimane per la CGIL unificare il lavoro, sotto il profilo culturale,sociale e sindacale, sconfiggere l’approccio strumentale e vessatorio del modello Brunetta, puntare senza indugi su un lavoro pubblico di qualità e responsabilità verso i cittadini per il pieno godimento dei diritti universali di cittadinanza, attraverso una vera riforma della P.A..

Democrazia,coesione sociale,universalità dei diritti restano le risposte alla corporativizzazione della società e al governo delle paure.Il nostro paese è già formato da una popolazione multietnica,si tratta di mettere in campo politiche serie di integrazione e dell’accoglienza per le persone immigrate, donne e uomini,che siano degne della nostra lunga civiltà, che ha sperimentato con i nostri padri e purtroppo con i nostri figli l’emigrazione, per fare ciò bisogna adeguare la legislazione a partire dalla Bossi –Fini che va cancellata.Alle imprese ed al Governo chiediamo che a parità dello stesso lavoro deve

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

9

corrispondere parità di diritti, salario e cittadinanza.

La CGIL si batte per favorire il rispetto della dignità dei singoli lavoratori e delle loro differenze.Per noi l’uguaglianza,la giustizia,la libertà e la solidarietà sono valori imprescindibili per costruire una società aperta e moderna, da qui passa il costante rafforzamento della democrazia come partecipazione attiva e consapevole, nei luoghi di lavoro e nella società.

Conquistare nuove regole contrattuali rimane l’obbiettivo prioritario per il nostro sindacato,i lavoratori e le lavoratrici non avevano bisogno di un accordo separato, nei fatti molti rinnovi contrattuali si sono realizzati unitariamente senza quelle regole che hanno rappresentato una grave divisione del sindacato confederale italiano, lo ha reso oggettivamente più debole nell’azione di difesa degli interessi dei lavoratori e nei confronti delle controparti.Centrale nella nostra azione deve essere l’affermazione e la conquista del contratto collettivo nazionale di lavoro per tutte le categorie a partire dai meccanici, strumento essenziale di solidarietà, di riconoscimento dei diritti e di salario dignitoso adeguato al costo della vita.

Nei fatti si è perseguito la via della divisione che il Governo ha teorizzato in tutti questi anni nella consapevolezza che si è aperta una strada pericolosa che riguarda lo stravolgimento della contrattazione e della universalità dei diritti e delle tutele.Noi riteniamo l’unità sindacale un valore del movimento dei lavoratori di questo paese e non rinunceremo a ricercarne le modalità per attuarla,siamo altrettanto convinti che abbiamo bisogno di regole democratiche condivise di partecipazione dei lavoratori, a partire dalla validazione di piattaforme, accordi, contratti e di regole che misurano la rappresentanza e la rappresentatività, mi auguro che questa necessità possa essere condivisa al pari della legge nei settori pubblici che abbiamo conquistato unitariamente insieme a CISL e UIL, con lo straordinario contributo e l’opera di Massimo D’Antona e che di fatto questo Governo ha sospeso.Riteniamo essenziale sviluppare la contrattazione di secondo livello e quella territoriale e sociale anche attraverso una maggiore responsabilità dei delegati, delle delegate, fornendo mezzi e strumenti per la formazione e l’acquisizione delle conoscenze, non solo sui processi produttivi, ma anche sulle modificazioni giuridiche delle aziende e delle multinazionali.Tuttavia non vanno sottaciute le difficoltà che incontriamo, non possiamo solo pensare a difendere, abbiamo bisogno,se è vero che questa è la situazione, di rifuggire dal pensiero dell’autosufficienza ed allargare il nostro campo di alleanze ai lavoratori,ai giovani,ai pensionati, ai movimenti ed alle istituzioni ed a tutte le forze politiche del centro sinistra che sono disponibili, oltre a ricercare, nonostante le difficoltà, una azione unitaria con cisl e uil.

Compagni e compagne, abbiamo sostenuto a ragione che il mezzogiorno avrebbe pagato in maniera più marcata gli effetti della crisi, anche perché il peggiore andamento dell’economia nazionale, il suo ristagno rispetto al resto dell’Europa, ha finito per determinare effetti

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

10

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

gravi e del tutto particolari per il sud. Dobbiamo rilevare, innanzitutto, l’inadeguatezza della spesa pubblica, il deficit di qualità ed efficienza delle pubbliche amministrazioni, la persistenza presenza della criminalità organizzata, il difficile avanzamento da parte delle imprese a concorrere sui mercati globali. A ciò bisogna aggiungere l’effetto di un disegno debole delle politiche Nazionali sul mezzogiorno. Certamente l’assenza dei risultati dovuta alle politiche esclusive regionali apre, in termini nuovi, per le modificazioni che comunque sono intervenute in questi anni, la questione del mezzogiorno. In questo quadro la nostra regione , segnata storicamente dall’emigrazione e dalla fatica di intere generazioni, ha visto negli ultimi decenni del secolo scorso una svolta significativa dal punto di vista economico e sociale: l’insediamento FIAT, lo sviluppo del settore agroindustriale e la trasformazione dell’artigianato del mobile imbottito, in senso industriale, hanno fatto registrare un ciclo di straordinario sviluppo, con ricadute importanti su tutti i settori ed in molta parte del territorio.Siamo convinti, anche alla luce degli indicatori forniti da prestigiosi istituti di ricercacome lo SVIMEZ, che la grave crisi finanziaria ed economica colpito in modopesante anche la Basilicata e le persone più deboli: i lavoratori dipendenti, i pensionati, le donne, i giovani, gli immigrati. Questa crisi, dai tratti inediti, attiene direttamente al modello di sviluppo, che ha finito di mostrare tutta la sua fragilità.Perciò questo modello va modificato profondamente, se veramente teniamo al futuro di questa terra.

La base produttiva si restringe e la disoccupazione aumenta in maniera marcata anche nella nostra piccola regione. Ai 4000 posti di lavoro persi lo scorso anno si aggiungono i 2000 della scuola ed i circa 5000 persi negli ultimi tre anni, sono state interessate intere filiere produttive come il mobile imbottito, il tessile,il chimico e il settore della componentistica dell’auto.Se questo è lo scenario, possiamo affermare che le politiche del Governo sono state completamente assenti.Anzi, mette in discussione i principi della costituzione, assesta un duro colpo alla coesione territoriale e sociale, facendo arretrare sul piano della democrazia l’intero paese ed il Sud in particolare.

Il progetto di federalismo, se non adeguatamente modificato nella parte attuativa, per garantire i diritti universali, contiene in se il forte rischio di una secessione silenziosa che alimenterebbe il distacco tra cittadini ed istituzioni, come abbiamo avuto modo di sostenere nella nostra iniziativa svolta con la partecipazione del vicepresidente del prestigioso SVIMEZ, dott. Luca Bianchi.Nel dibattito politico il mezzogiorno è tornato ad essere presente anche grazie ad una serie di iniziative di mobilitazione che la CGIL ha prodotto negli ultimi due anni. In questo senso dobbiamo anche ringraziare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per aver posto con tanta autorevolezza al centro della sua iniziativa politica ed istituzionale il tema dello sviluppo del mezzogiorno come grande questione dell’unità del paese.

Oggi affrontare in termini adeguati la questione dello sviluppo di questa vasta area del Paese e della nostra Basilicata richiede la possibilità di mettere in campo un progetto

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

11

alto e di media e lunga prospettiva , insomma un pensiero lungo in cui provare a rimuovere vecchie e nuove contraddizioni che attengono alla società ed alla stessa cultura politica.In Basilicata bisogna scrollarsi definitivamente di un modello relazionale di tipo clientelare che non aiuta ad affrancare le popolazioni dai bisogni primari e ingessa la mobilità sociale definitivamente.È necessario che tutte le classi dirigenti, a partire da quella politica, facciano un salto di qualità sostanziale in termini di responsabilità per un rinnovato impegno nel governo delle istituzioni per il bene generale dei cittadini, hanno ragione i vescovi che sono intervenuti sul tema, ma naturalmente anche la cultura che alimenta i sentimenti della stessa chiesa deve cambiare. Di questo cambiamento se ne avverte la necessità e l’urgenza per dare dignità ed una prospettiva di futuro in particolare ai giovani per farli uscire dal precariato permanente, tuttavia e senza ipocrisia, devono cambiare anche le associazioni di rappresentanza degli interessi del mondo produttivo e del sindacato.Se effettivamente crediamo che un altro sud e un’altra Basilicata siano possibili, allora dobbiamo coerentemente agire anche nel lavoro quotidiano a partire da noi della CGIL ma anche da CISL e UIL. La Basilicata ha bisogno di un salto di qualità, che vada al di là dei singoli territori e superi il dualismo nord-sud, che affronti le questioni strutturali, favorendo la realizzazione di un disegno condiviso di sviluppo che deve porre al centro l’occupazione e la qualità del lavoro come la priorità assoluta.Una idea di sviluppo in grado di incrementare la debolissima rete infrastrutturale materiale, immateriale e sociale di cui disponiamo e spingere in avanti la crescita dello sviluppo e la sua sostenibilità ambientale (si pensi alla ferrovia per Matera, aeroporti, porti, autostrade, rete di telecomunicazione a banda larga, scuole, asili nido, etc..).Cristo non è fermo ad Eboli ma a Napoli con l’alta velocità.È indispensabile l’avvio di politiche industriali che facciano perno su innovazione, ricerca e sviluppo, sul tessuto delle PMI e su di un sistema del credito accessibile e sostenibile. Se guardiamo alla nostra piccola ma significativa realtà, i gruppi industriali arrivati in Basilicata si sono dileguati non prima di aver attinto in modo cospicuo alle risorse pubbliche. Vi è la necessità di far ripartire gli investimenti pubblici e privati per avviare un nuovo modello di sviluppo duraturo, che tenga conto della sostenibilità ambientale e sociale e di un sistema di imprese che sia intrecciato con il territorio, per evitare che poi fuggono alle prime difficoltà (LASME, PANASONIC,VICENZI, MHALE MONDIAL, DARAMIC,NICOLETTI).

L’intero mezzogiorno, ed emblematicamente la Basilicata, vivono uno stato di degrado del territorio causato dalla mancanza di controlli adeguati e di politiche ambientali coerenti ed in particolare da colpevoli ritardi nella gestione del ciclo dei rifiuti, su cui purtroppo dobbiamo segnalare una massiccia presenza delle ecomafie. La classe politica si mostra più impegnata nella conservazione del consenso, piuttosto che nel recupero dei gravi limiti dell’azione di programmazione e di realizzazione di un contesto favorevole ad affermare la legalità, l’esercizio dei diritti, la sicurezza dei

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

12

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

lavoratori e delle imprese, in modo particolare nel sistema degli appalti pubblici, dove va superato il metodo del massimo ribasso, sia nei servizi sia nelle costruzioni, anche per evitare l’infiltrazione di imprese controllate dalle mafie e il riciclaggio di denaro sporco proveniente da affari loschi della criminalità organizzata.

L’aumento delle disuguaglianze e della povertà siamo ormai tristemente fra le prime Regioni per incidenza, del lavoro nero e precario, dell’inefficienza dei servizi pubblici e del peggioramento della qualità della vita, per interi strati di popolazione; la ripresa crescente dell’emigrazione dei giovani, in special modo di quelli laureati e diplomati; sono i segnali di un’allarmante situazione sociale cui va posto rimedio, senza indugio ulteriore e vanno rafforzati gli strumenti di politiche pubbliche di sostegno. E’ necessario un esercizio di governo quotidiano diverso e proteso al bene dell’intera collettività rappresentata, ad una maggiore etica pubblica.Per la CGIL assumono valore strategico la ricerca e l’innovazione tecnologica di qualità, purtroppo in Basilicata si registra un bassissimo livello di investimenti sia pubblici che privati. Riteniamo fondamentale una diversa e nuova politica che sappia alimentare investimenti mirati a sostenere la qualità della ricerca valorizzando gli addetti con assunzioni stabili evitare una gestione clientelare del sistema.

Abbiamo presentato, insieme a CISL e UIL, un documento unitario sullo sviluppo regionale in cui abbiamo proposto l’adozione di una piattaforma normativa unica per la gestione delle risorse destinate a sostenere le attività di ricerca e sviluppo di enti pubblici e privati; oltre a proporre un sistema di finanziamento a sportello in grado di sostenere l’Università di Basilicata e gli enti di ricerca (CNR, ENEA, Telespazio) e le PMI, soprattutto nella fase di immissione dei risultati nei processi produttivi. In Basilicata insistono iniziative industriali di qualità dove la produttività è la più alta d’Europa, come alla Fiat SATA di Melfi che ha retto proprio per tale ragione oltre ad avere un indotto di primo livello importante.

È necessario però che si attrae ulteriori attività di componentistica, anche con iniziative di imprese locali per creare altro valore aggiunto al sistema dell’auto dobbiamo evitare che altre ristrutturazioni possano aprire la possibilità dell’impoverimento dell’attuale insediamento come è avvenuto con la Lasme. In questa vertenza si è verificato il primo accordo separato grazie ad una saldatura fra interessi di una azienda senza scrupoli e un pezzo di cattiva politica che hanno alimentato paure fra i lavoratori ed hanno fatto leva sui bisogni, ch e in parte il sindacato ha sottovalutato, ma anche la modalità di espressione dei lavoratori è stata molto contraddittoria e sicuramente fuori dalle consolidate modalità di partecipazione democratica che altrimenti non avrebbe avuto quell’epilogo.

Cari compagni, care compagne, illustri ospiti,la Basilicata, fino a qualche anno fa, cresceva più delle altre regioni del mezzogiorno e di alcune aree del centro nord, anche grazie ad una buona gestione dei fondi strutturali europei, ma si è fatto poco sul fronte delle infrastrutture, della ricerca ed innovazione e del sistema di servizi alle persone come alle imprese. Lo stesso sistema delle imprese, non ha affrontato, come avrebbe dovuto, quei nodi strutturali che conosciamo: sottocapitalizzazione e crescita dimensionale.

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

13

Tutti i rapporti di indagine sullo stato dell’economia regionale, fin qui hanno dato ragione a quanto detto e denunciato dalla CGIL lucana.Si è delineato un quadro fortemente negativo in tutti i comparti produttivi, anche nelle costruzioni, appena meglio è andata per i servizi.

A questo risultato vanno aggiunti tutti i lavoratori assunti con contratti precari nei servizi, nell’industria e nella stessa pubblica amministrazione. Come si può capire si è aggravato il quadro del mercato del lavoro regionale. Alle forti distorsioni già presenti si è aggiunta una diminuzione del tasso di attività e del tasso di occupazione, in particolare per le donne e i giovani. La disoccupazione è tornata a crescere anche nelle statistiche ufficiali, in quanto nella crisi più persone si mettono in cerca di lavoro, anche a causa del peggioramento dei redditi familiari e delle persone anziane che con le loro pensioni, a stento ancora svolgono il ruolo di un altro ammortizzatore, ovvero un aiuto importante ai componenti del nucleo familiare senza lavoro, in molti casi giovani.Infatti, le persone in cerca di lavoro sono aumentate in maniera considerevole.

Compagne e compagni,in questi ultimi mesi siamo stati tutti impegnati (dirigenti, delegati e tanti volontari), la confederazione e le categorie, a difendere le prerogative del lavoro e dei diritti della gente che rappresentiamo. Abbiamo costretto anche gli altri interlocutori, insieme a CISL e UIL (almeno fino all’accordo separato) in primo luogo il governo regionale e la confindustria a misurarsi con più adeguatezza nei processi destrutturanti fin qui descritti. Abbiamo fatto crescere un movimento di lavoratori, lavoratrici e pensionati intorno alle iniziative della CGIL, come abbiamo verificato anche con la partecipazione allo sciopero generale del 12 Marzo. Abbiamo realizzato accordi importanti e stabilizzato tanti lavoratori precari nelle aziende private, nei comuni, nelle amministrazioni provinciali e nella regione Basilicata, certo all’interno del quadro legislativo dato.

Abbiamo aperto un fronte sul Welfare territoriale a livello regionale che va intensificato, a partire dal contributo alle famiglie disagiate sul gas e altri mezzi di riscaldamento, sulle tariffe dell’acqua, sulla cittadinanza solidale per contrastare la povertà che ci pone ai vertici della triste classifica nazionale e l’assegno per i cittadini non autosufficienti. E’ utile ricordare come le lungaggini della burocrazia regionale fanno dilatare i tempi di attuazione di questi importanti accordi che insieme a CISL e UIL abbiamo realizzato con la Giunta Regionale. sulla sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro ed all’ultimo consiglio regionale la legge sulla clausola sociale, anche grazie all’iniziativa della consigliera Emilia Simonetti, ed abbiamo sottoscritto con la confindustria un protocollo sulla costituzione delle RLST.

Abbiamo fatto assumere al governo regionale i contenuti del documento sullo sviluppo regionale di CGIL, CISL e UIL. Abbiamo sollecitato nuovi strumenti più trasparenti per gli investimenti e gli aiuti alle imprese, per la reindustrializzazione dei siti industriali dismessi, nonché l’approvazione del PIEAR (anche se con vistosi ritardi da parte della giunta regionale).

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

14

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

Inoltre, abbiamo mobilitato lavoratori e lavoratrici su una piattaforma precisa per lo sviluppo della Val D’Agri e della realizzazione del piano operativo, a cui partecipammo nella sua definizione, che ad oggi evidenzia un ritardo nell’attuazione con una spesa effettiva pari al 20% delle risorse impegnate: 350 mln di euro. Con le categorie dell’industria, la FIOM e la FILCEM, abbiamo elaborato la proposta del contratto di sito nell’area del centro oli di Viggiano per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori che vi operano.Abbiamo portato a termine un obiettivo storico come quello delle 151 giornate dei lavoratori forestali.

Alla luce di questa pesante situazione, dobbiamo rilanciare la nostra iniziativa affinché dalla crisi di oggi sia possibile la nascita di una nuovo modello di sviluppo.Anche in riferimento all’accordo regionale sugli ammortizzatori in deroga dobbiamo sollecitare un intesa specifica per sostenere il reddito dei lavoratori precari, partendo esattamente dal fatto che rispetto alle misure di sostegno al reddito delle persone dobbiamo fare di più, attraverso la contrattazione sociale che deve partire da una piattaforma condivisa da declinare in quei territori / comuni, dove ciò è possibile. Nella restante parte dei comuni, sotto i 3.000 abitanti, dobbiamo far leva sulle comunità locali quali soggetti del nuovo governo del territorio che debbono puntare all’aggregazione dell’organizzazione dei servizi ai cittadini, in particolare quelli scolastici, la raccolta e gestione dei rifiuti, i trasporti pubblici etc. Per queste ragioni riteniamo che la crisi possa essere vissuta come opportunità per introdurre nuove e più correte relazioni industriali che esaltino il ruolo e l’autonomia dei vari soggetti e di una informazione e formazione capace di provare a determinare le condizioni per cui le rappresentanze dei lavoratori possano condividere strategie industriali e capacità di far migliorare le condizioni di lavoro oltre che di reddito per i propri rappresentati.

La Basilicata, terra gravida di molte potenzialità, ed il suo popolo che ha dimostrato forte tenacia e determinazione nella battaglia di Melfi come in quella di Scanzano, può ripartire a patto che si intervenga ora e si avvii quella innovazione nella gestione, a partire dalla sburocratizzazione e snellimento dei processi decisionali che devono guardare al bene comune.È necessario far camminare di pari passo le strategie per il consolidamento e gli investimenti nell’apparato produttivo e la creazione di un nuovo stabile ed avanzato sistema dei servizi, a partire da quello alle persone, la sanità, la scuola, i trasporti pubblici.Una nuova politica del lavoro e della formazione per offrire oggi ai lavoratori in mobilità e cassintegrati la possibilità di allargare le proprie competenze in modo da potersi reinserire nel mercato del lavoro. È indispensabile una svolta nelle politiche regionali della conoscenza in maniera meno improvvisata che alimenti e fortifichi il sistema pubblico dell’istruzione e dell’università, garantendo parità di accesso a tutti i cittadini e l’implementazione delle politiche di diritto allo studio.

Crediamo sia giunto il momento di aprire una vera e propria vertenza sulla scuola, la formazione, l’università e il diritto allo studio.

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata Relazione di Antonio Pepe Segr. Gen. CGIL Basilicata

15

Alle politiche destrutturanti del governo nazionale deve corrispondere un welfare regionale integrato ed universale che si faccia carico di approdare a politiche mirate per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà.L’avvio definitivo del programma di ricerca che elevi i centri di eccellenza (CNR, Università, telespazio, enea, agrobios) e determini una vera capacità di trasferimenti dei contenuti alle imprese, in particolare a quelle piccole e medie.Positivo è stato il finanziamento del campus di ricerca alla FIAT, da parte della regione, in modo che si possa determinare anche da noi un valore aggiunto nell’ambito del settore auto. In questa fase è essenziale la partita delle risorse energetiche e come si riesce a determinare un nuovo rapporto con le compagnie petrolifere, nonostante le iniziative scippatorie del governo centrale che oltre a determinare con il nuovo federalismo fiscale minori trasferimenti di risorse, toglie la potestà, alla regione, su questi temi, ignorando volutamente che in Basilicata si estraggono i ¾ della produzione nazionale su terra ferma.

In particolare riteniamo che si debba approdare ad un nuovo accordo di programma con ENI ed impegnare la stessa multinazionale nella costituzione di un grande centro di ricerca e dei materiali per la costruzione della filiera energetica che faccia perno sulle produzioni da fonti rinnovabili.

Ribadiamo la nostra netta contrarietà l’introduzione dell’energia nucleare e della costruzione del sito unico delle scorie. Prioritaria è l’assunzione di una diversa politica nell’organizzazione del ciclo dei rifiuti a cui deve corrispondere un vasto programma di raccolta differenziata a monte, il riutilizzo dei materiali a valle e la costruzione per i materiali organici dei sistemi di compostaggio: diciamo basta al proliferare delle discariche.Assumere oggi la possibilità di uscita dalla crisi significa esattamente implementare non solo nuovi investimenti pubblici ma mirarli alle nuove tecnologie ed all’ampliamento delle infrastrutture materiali ed immateriali, a partire dallo sblocco degli appalti pubblici per il settore delle costruzioni ed una nuova metodologia che assuma la bioedilizia come una prerogativa fondamentale del settore.In sostanza bisogna provare a rendere effettiva la democrazia partecipata, attraverso la valorizzazione della società lucana, la coodeterminazione dei territori e delle loro istituzioni al processo difficile ma esaltante della costruzione di una economia sociale che alimenti un percorso virtuoso e valorizzi il lavoro non retribuito delle donne per i servizi alla persona,la riemersione del lavoro nero, che superi il precariato e favorisca quello regolare. Quello dei tirocini formativi nella P.A. come abbiamo detto è solo un modo surrettizio di affrontare il problema che alimenterà nuovo precariato in una spirale senza fine.

In definitiva, lanciamo una sfida ai soggetti della rappresentanza che è forse giunto il tempo di provare a scommettere attraverso un possibile percorso comune la crescita del peso dei produttori in tutti i sensi che possa anche fare da stimolo al nuovo governo regionale, che noi ci auguriamo di centro sinistra, affrancato da una ulteriore frantumazione del quadro politico, che ridisegni un nuovo senso comune dell’appartenenza della società lucana e assume il lavoro quale elemento centrale della rinascita civile e morale.

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

16

Decimo Congresso Regionale CGIL Basilicata

Compagne e compagni,il percorso del nostro congresso è iniziato con lo svolgimento di 570 assemblee di base abbiamo coinvolto 30126 lavoratori,lavoratrici,pensionati e giovani precari e disoccupati, il documento il lavoro e i diritti oltre la crisi,primo firmatario Guglielmo Epifani ha ottenuto l’85% dei consensi e il documento la cgil che vogliamo primo firmatario Mimmo Moccia ha raccolto il 14,99% dei consensi.Abbiamo svolto 30 congressi territoriali di categoria fra Matera e Potenza e i relativi congressi delle CDLT.Ritengo che questa modalità di svolgimento del congresso su due mozioni globalmente alternative sia stato un grave errore, perché in questa delicata fase i lavoratori ed i pensionati, tutti gli iscritti avevano bisogno di discutere di più e meglio sul da farsi, avevano bisogno di condividere con più consapevolezza le strategie e il rilancio della confederalità, quale valore comune prezioso di tutta la CGIL, fermo restando il pluralismo e la democrazia che, come ci ha insegnato Bruno Trentin, rimangono una ricchezza dell’organizzazione.Tuttavia voglio sottolineare che le divisioni se dovessero permanere finirebbero per innescare un processo di forte disgregazione nella CGIL, perciò auspico che il congresso nazionale possa concludere questa fase ed aprirne una nuova e più avanzata che ci faccia trovare, sulla base del primo documento che ha vinto il congresso, quella unità politica sostanziale per il compito e la responsabilità di perseguire le linee strategiche tracciate.In Basilicata veniamo fuori da un periodo di forte turbolenza segnato da una brutta pagina della vita interna alla nostra organizzazione. Per quanto mi rigurda ho cercato con tutte le forze di costruire le condizioni della costruzione unitaria e della ricomposizione, con il contributo di tutto il gruppo dirigente confederale, delle categorie e dei servizi, attraverso una faticosa ma costante mediazione politica, senza risparmio di energie, con lealtà e forte senso di responsabilità, provando anche a rinnovare e ringiovanire le direzioni generali delle categorie e far avanzare la cultura del governo collegiale della CGIL regionale, certo commettendo anche errori e sbagli che sono propri di chi lavora ed opera in una grande organizzazione come la CGIL che tutti, a partire dal sottoscritto dobbiamo salvaguardare perché è un grande patrimonio ed una fucina straordinaria di crescita culturale, politica e umana.Per me, servire la causa dei lavoratori e della nostra CGIL, viene prima di tutto, e spero che lo stesso valga anche per voi.Ringrazio tutti per la dedizione, il tempo che avete dato e continuerete a dare e l’impegno che avete profuso, a partire dai delegati e dalle delegate, i compagni e le compagne volontarie, tutti i segretari delle categorie, tutti i compagni e le compagne dell’INCA e del CAAF, delle Camere del Lavoro, le compagne Teresa, Maria e Lucia dell’apparato, il compagno Michele che ha dato un grande apporto alla comunicazione.Infine voglio ringraziare i compagni di questo viaggio faticoso ma entusiasmante della segreteria regionale e i segretari generali di Matera e Potenza, Angela Pina, Manuela, Donato e Angelo, nonché Angelo Cotugno che come sapete è candidato al consiglio comunale di MT.C’è un tempo per seminare e uno per raccoglie, c’è un tempo per lottare e uno per trattare, c’è un tempo per studiare e uno per lavorare, per la CGIL questo è il tempo dell’unità.