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Gianfranco Timoni di Stefano Timoni e C. s.a.s via G.Biancardi, 5 I-21052 Busto Arsizio (VA) tel/fax +39 0331630523 - [email protected] DOLCE&GABBANA CAPANNONE LONATE POZZOLO RELAZIONE DECRETO LEGGE 37/2008 ex 46/1990 descrizione Impianti meccanici

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Gianfranco Timoni di Stefano Timoni e C. s.a.s

via G.Biancardi, 5 I-21052 Busto Arsizio (VA) tel/fax +39 0331630523 - [email protected]

DOLCE&GABBANA

CAPANNONE LONATE POZZOLO

RELAZIONE DECRETO LEGGE 37/2008 ex 46/1990

descrizione

Impianti meccanici

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INDICE

1.1 Fabbisogno termico 4

1.1 Dati località 4

1.2 Condizioni climatiche di progetto impianto di climatizzazione 5

1.3 Ricambi d’aria 6

2 IMPIANTO TERMICO 7

2.1 Descrizione delle soluzioni impiantistiche 7

2.2 Impianti di centrale 8

2.3 Distribuzione 8

2.4 Ricambio aria 8

2.5 Distribuzione aeraulica 9

3 IMPIANTO IDRICO-SANITARIO 12

3.1 Descrizione delle soluzioni impiantistiche 12

3.2 Produzione di acqua calda sanitaria 12

4 PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE VAPORE 13

5 PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE ARIA COMPRESSA 14

6 RETE GAS 14

7. IMPIANTO ELETTRICO A SERVIZIO DEL TERMOIDRAULICO 15

7.1 Impianto elettrico in centrale 15

7.2 Linee di alimentazione delle apparecchiature 15

7.3 Collegamenti equipotenziali 15

8. IMPIANTO ANTINCENDIO 17

8.1 Descrizione delle soluzioni impiantistiche 17

8.2 Impianto automatico di estinzione incendi – sprinkler 20

8.3 Dati tecnici di dimensionamento 22

8.4 impianto fisso di estinzione incendi-idranti 22

8.5 Alimentazioni idriche 24

8.6 Specifiche materiali impianto antincendio 25

9. Disposizioni legislative e normative 35

9.1 Riferimenti legislativi 35

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10 Riferimenti normativi 38

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1.1 Fabbisogno termico

1.1 Dati località

La località di riferimento per lo stabile in oggetto è il territorio geografico del comune di Lonate Pozzolo. L’altitudine, desunta dall’allegato A del D.P.R. N.412/93, risulta essere pari a 382 m s.m. (altitudine casa comunale) Al Comune di Lonate corrispondono (sempre secondo l’allegato A del D.P.R. N.412/93) 2879 gr-g (gradi-giorno). La zona climatica di riferimento risulta essere quindi la zona E (da 2.101 a 3.000 gr-g). La temperatura esterna è stata assunta pari a –4°C che risulta essere la temperatura esterna convenzionale della Città di Lonate Pozzolo secondo quanto indicato nell’art. 2.1.1. delle norme UNI 5364-76. La temperature dei locali climatizzati è stata considerata pari a 20°C con il 65% di umidità relativa; in estate è pari a 24°C con il 50% di umidità relativa. Il fabbisogno termico dell’edificio è stato valutato utilizzando un software dedicato che utilizza il metodo ASHRAE. In base ai calcoli effettuati il fabbisogno termico per il riscaldamento per le porzioni di stabile considerate risulta essere pari a circa 1 MW con i dati di progetto sopra riportati.

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Per il raffrescamento il fabbisogno frigorifero per le porzioni di stabile considerate risulta essere pari a circa 2.3 MW con i dati di progetto sopra riportati.

POTENZE MASSIME EDIFICIO

Superficie [m²] 22.907

Volume [m³] 117.665

Ambienti [n.] 38

Zone [n.] 38

Persone [n.] 2519

Pot. max. Ora Mese Pot. max.

[W] [W]

Ambienti 1.197.701 13 7 647.502

Ventilazione (*) 1.314.839 13 7 409.339

Tot. max contemporaneo (**) 2.331.738 13 7 1.007.943

1.2 Condizioni climatiche di progetto impianto di climatizzazione

Le condizioni climatiche di progetto (da rispettare secondo la Legge 10/91 e ss.mm. e ii.) saranno le seguenti: Estate Temperatura interna a bulbo secco = 24 –26 °C Umidità’ relativa = 45-55% Velocità’ dell’aria (verso le persone) = max 0,2 m/s Temperatura esterna = 29 °C Gradiente della temperatura da compensare = max 6 °C Inverno Temperatura interna a bulbo secco = 20 °C Umidità’ relativa = 45-55% Velocità’ dell’aria (verso le persone) = max 0,15 m/s Temperatura esterna = -4 °C Gradiente della temperatura da compensare = max 24 °C

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1.3 Ricambi d’aria

La norma di riferimento per il dimensionamento dell’impianto di climatizzazione in relazione al valore di ricambi d’aria da garantire all’interno degli ambienti è la norma UNI 10339 “Impianti aeraulici al fine di benessere”. Nella progettazione degli impianti di climatizzazione degli ambienti in oggetto si è fatto riferimento a questa norma, fermo restando l’osservanza delle prescrizioni di Legge, del Regolamento locale di Igiene e di tutte le circolari concernenti la ventilazione e l’aerazione degli ambienti. La citata norma UNI 10339 al punto 9.1.1. tratta delle portate d’aria esterna in edifici adibiti ad uso civile da adottare per le diverse tipologie edilizie (prospetto III – UNI 10339). Come già detto in precedenza gli ambienti di competenza sono di categoria E.1, dal prospetto sopra citato si ricavano le portate di aria esterna per l’ambiente considerato. I valori riportati sono da intendersi alle condizioni normali di temperatura e pressione, cioè 15 °C e a 101,325 kPa, di aria secca riferiti alle condizioni di regime degli impianti. Il numero di persone presenti in un ambiente viene valutato in base all’indice di affollamento riportato nell’appendice A della norma UNI 10399. Da quanto sopra esposto risulta quindi necessario garantire la portata d’aria necessaria realizzando un sistema di aerazione artificiale. L’impianto in questione sarà realizzato attraverso un sistema di emissione e di estrazione dell’aria di tipo canalizzato con immissione ed estrazione meccanica. L’impianto sarà bilanciato secondo le prescrizioni del regolamento d’igiene del Comune di Milano.

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2 IMPIANTO TERMICO

2.1 Descrizione delle soluzioni impiantistiche

Dall’analisi dello stato di fatto e delle problematiche che pone il raggiungimento dei migliori parametri di comfort ambientale, discende la necessità di raggiungere il miglior compromesso fra prestazioni necessarie ed impatto del sistema, che si ritiene raggiungibile mediante l’installazione di un sistema di climatizzazione con pompe di calore condensate ad aria funzionanti con buoni COP fino alla temperatura esterna pari a 5°C. Queste pompe di calore insisteranno su un serbatoio/separatore idraulico da 8000 lt, il quale a sua volta avrà a valle un collettore con le partenze dei circuiti di adduzione liquido termofrigo. Questo collettore, tramite 9 diversi stacchi alimentati da pompe gemellari ad inverter andrà a servire le varie UTA ad aria primaria e unità interne per il riscaldamento raffrescamento delle varie zone dei nuovi capannoni. Verranno considerati due stacchi serrati con valvole ON/OFF per futuri ampliamente o modifiche zone capannoni Alla fine del collettore ci sarò uno stacco DN150 che andrà a collegarsi al collettore esistente della centrale termica, di modo da poter alimentare in riscaldamento e in raffrescamento il capannone esistente. Per alimentare il capannone esistente nella fase estiva sarà necessario collegare le batterie per il freddo a tutte le UTA che non ne sono dotate tramite una nuova linea di alimentazione dedicata Durante la fase invernale invece fino alla temperatura esterna di 5°C funzioneranno le pompe di calore, al di sotto interverranno le caldaie esistenti, che tramite una nuova tubazione di bypass e una valvola due vie invieranno il fluido al serbatoio in copertura allo scopo di alimentare tutto lo stabile

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2.2 Impianti di centrale

L’impianto di climatizzazione è costituito da 4 pompe di calore aria-acqua da 600 kw frigoriferi installate in copertura dotate di pompe primarie a bordo per distribuzione fino al serbatoio. Il nuovo collettore di distribuzione di diametro DN400 sarà alimentato durante la fase invernale dal serbatoio di modo da sfruttare l’effetto di stratificazione del serbatoio stesso, mentre nella fase estiva il fluido frigorifero passerà attraverso una tubazione di bypass che eviterà eventuali problemi di miscelazione dei fluidi freddi e caldi (causa stratificazione) all’interno del serbatoio. In questo modo la mandata delle pompe di calore sarà collegata direttamente al collettore tramite una tre vie che aprirà il bypass ed escluderà il serbatoio che rimarrà comunque collegato sul ritorno del collettore. 2.3 Distribuzione

L’alimentazione delle unità interne dalle PDC di zona avviene attraverso un collettore installato in copertura. Ogni zona all’ interno del capannone verrà alimentata da un circuito indipendente tramite un elettropompa gemellare con inverter a bordo. 2.4 Ricambio aria

Per garantire il necessario apporto di aria esterna nei locali magazzino, archivio e ufficio, verranno installate delle unità di trattamento aria allo scopo di fornire aria primaria in condizioni neutre a servizio di ogni zona. Esse saranno dotate di recuperatore di calore entalpico, con una percentuale minima di recupero calore pari a circa 75%, completamente automatizzate e supervisionate. Esse convoglieranno l’aria fresca, sul retro delle unità terminali interne dotate di serranda di chiusura e sonda di CO2 capaci quindi di richiedere quantità di aria di rinnovo in base alla presenza di persone. Queste unità saranno installate in copertura e saranno dotate di ventilatori ad inverter e serranda interna di bypass.

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Per quanto riguarda la climatizzazione zona mensa e cucina saranno presenti due UTA a tutt’aria miscelata dotate di batterie calde e fredda dimensionata per il carico termico e frigo, ma anche la potenza utile a trattare l’aria necessaria per i ricambi aria imposti dalla normativa 2.5 Distribuzione aeraulica

La distribuzione aeraulica verrà implementata utilizzando canali perforati che utilizzano la tecnologia a pulsione. L’elemento di diffusione è rappresentato dalla foratura, che può essere applicata a qualsiasi modulo, indipendentemente dal diametro del canale che la contiene. L’aria uscente dai fori richiama per induzione una quantità di aria ambiente generalmente 30 volte superiore a quella che esce dai fori. Aumentando la velocità di uscita dai fori è possibile aumentare facilmente l'induzione, anche oltre i 50 vol/h, riducendo però le performance del canale diffusore. I canali perforati con tecnologia MIX-IND®, sono dei canali PULSORI® che non “lanciano” l’aria di mandata nella zona da trattare come qualsiasi tipo di diffusore, ma hanno il compito di creare sul proprio asse un “campo di pressione” capace di mettere in movimento la totalità della massa dell’aria ambiente alla velocità desiderata. Rispetto ai sistemi tradizionali si hanno i seguenti vantaggi:

Omogeneità delle temperature sia verticali che orizzontali di ±1°C, indipendentemente dall’altezza dell’edificio.

Massimo comfort con un controllo ottimale delle velocità residue nella zona occupata.

Destratificazione totale in particolare per gli edifici di grande altezza come nel nostro caso della zona magazzini

Nessun canale di ripresa quindi meno perdite di carico per i ventilatori, meno costi di manutenzione, meno ingombri e costo ridotto dei canali.

Recupero totale di tutto il calore endogeno prodotto nel locale (motori, illuminazione, ecc.).

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Applicabili sia agli edifici di grande altezza che a quelli di bassa altezza, senza perdita di performance.

Facilità di evitare tutti gli eventuali grandi ostacoli presenti nel locale. Possibilità di introdurre direttamente nel locale dell’aria a bassa temperatura

senza problemi di discomfort o di condensa. Capacità di raggiungere dei grandi lanci, quindi meno canali da installare,

meno peso sulle strutture, meno ingombri nel locale e un minore costo totale dei canali.

Un ulteriore vantaggio derivante dall’utilizzo di questa tecnologia è quello di poter lavorare con un salto termico sull’ aria molto elevato quindi a parità di potenza ambiente ne derivano portate molto più basse il che impatta significativamente sull’assorbimento del ventilatore. Le unità interne di climatizzazione dovranno quindi essere dotate di un ventilatore a portata variabile in quanto a seconda del carico termico presente in ambiente verrà, tramite un pressostato, regolata la quantità di aria da inserire nei canali pulsori primari e secondari. Il pressostato e le serrande di chiusura e i sensori di temperatura saranno controllati da un sistema di supervisione. Ulteriori vantaggi derivanti sono:

Portata variabile 20-100 %, senza subire le solite perdite di performance, permettendo quindi:

1. Un risparmio fino all’80% dei consumi elettrici dei ventilatori. 2. Un risparmio fino all’80% dei costi di sostituzione dei filtri. 3. Di limitare le usure meccaniche, permettendo quindi di aumentare la

longevità degli impianti. Comfort variabile: modificare facilmente ed in qualsiasi momento, la velocità

residua nella zona occupata, in funzione delle circostanze. Sistema di messa a regime rapida del locale, con un conseguente notevole

risparmio energetico, oltre alla possibilità di ridurre o di eliminare completamente l’attenuazione notturna del riscaldamento.

Possibilità di riqualificazione energetica TOTALE di tutti i tipi di impianti obsoleti esistenti, senza necessità di sostituirli.

Free-cooling invernale estremo che permette d’introdurre direttamente nel locale dell’aria fredda esterna non riscaldata (fino a -15 °C) senza rischi di condensa o di perdita di comfort, utilizzabile in particolare per tutti gli impianti caratterizzati da dei carichi endogeni importanti.

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Massima sicurezza di funzionamento in caso di guasto di una delle CTA. Personalizzazione e flessibilità di utilizzo che permettono di adattarsi

facilmente ad ogni evoluzione dei bisogni all’interno del locale.

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3 IMPIANTO IDRICO-SANITARIO

3.1 Descrizione delle soluzioni impiantistiche

Di seguito sono riportate le caratteristiche principali delle soluzioni impiantistiche adottate 3.2 Produzione di acqua calda sanitaria

La produzione di acqua calda sanitaria è divisa per zona cucina e zona uffici. Per quanto riguarda la parte uffici i bagni verranno forniti di acqua fredda e all’interno verranno installati dei bollitori elettrici da 80 lt orizzontali posizionati nel controsoffitto Per quanto riguarda la zona cucina verrà installata nella centrale termica una caldaia a condensazione a parete da 70 kW con un serbatoio di accumulo da 2500 lt. Da qui si staccherà una linea di alimentazione calda che servirà la zona di preparazione e distribuzione e una linea di ricircolo per mantenere sempre disponibile l’acqua calda I corpi sanitari sono previsti in numero e tipologia come da indicazioni di capitolato tecnico e della committenza.

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4 PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE VAPORE

La produzione del vapore prevede la sostituzione dell’attuale caldaia con 2 macchine identiche e la ditta fornitrice recupererà l’impianto esistente Per quanto riguarda la distribuzione è prevista una nuova conduttura a tutte le macchine che necessitano del vapore come riportato ni diesegni.

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5 PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE ARIA COMPRESSA

La produzione dell’aria compressa è attualmente garantita dalla stazione posizionata al piano copertura del vecchio edificio. Dalla line principale verrà realizzato lo stacco per andare a tutte le utenze che lo necessitano come riportato sugli schemi.

6 RETE GAS

L’alimentazione principale avviene da cabina situata allingresso del capannone esistente. Da questo punto verrà staccata la nuova linea per alimentare tutte le utenze esistenti nel capannone esistenti con la nuova distribuzione. Verrà quindi rimossa la linea che attualmente passsa tra i due edifici per permettere la costruzione della nuova area. Il nuovo percorso è chiaramente riportato sulle tavole allegate al progetto.

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7. IMPIANTO ELETTRICO A SERVIZIO DEL

TERMOIDRAULICO

7.1 Impianto elettrico in centrale

Sono compresi nelle opere elettriche i quadri elettrici a servizio delle centrali tecnologiche. Sono a carico dell’impiantista elettrico tutti gli oneri necessari al collegamento e configurazione delle apparecchiature di controllo e gestione degli impianti meccanici e l’onere per la realizzazione delle linee di alimentazione dei vari quadri, la predisposizione di cassette di derivazione con punto alimentazione 230V/400V in prossimità di ciascun collettore, la predisposizione di punti con tubazione di collegamento alla cassetta di derivazione collettore per i controlli temperatura ambiente, i punti di alimentazione per i terminali di climatizzazione (ventilconvettori) nonché la predisposizione delle condutture necessarie per la distribuzione delle linee di comunicazione a BUS a servizio dell’impianto di climatizzazione. 7.2 Linee di alimentazione delle apparecchiature

Le linee di alimentazione delle apparecchiature di centrale saranno eseguite in cavo FG7OM1 tensione di isolamento 0.6/1 kV di idonea sezione posato su passerelle metalliche o in tubazioni isolanti; le linee di segnalazione saranno passate in tubazioni e canaline dedicate a impianti speciali. 7.3 Collegamenti equipotenziali

Per garantire la sicurezza delle centrali tecnologiche stesse verranno realizzati, a cura dell’installatore meccanico, collegamenti equipotenziali mediante conduttori unipolari tipo N07 V-K di idonea sezione su tutte le tubazioni e canalizzazioni metalliche entranti e uscenti dal locale stesso come da prescrizioni generali dell’impianto elettrico vista la presenza di LPS esterno.

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8. IMPIANTO ANTINCENDIO

8.1 Descrizione delle soluzioni impiantistiche

Gli impianti da realizzare dovranno uniformarsi in ogni loro particolare a tutte le normative vigenti, nessuna esclusa, di cui si riportano, a titolo esemplificativo ma non esaustivo le principali:

D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151 "Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 49 comma 4-quater, D.L. 31-05-2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122";

D.M. 20 dicembre 2012 “Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi”;

D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009, n. 106 Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro. Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;

NORMA U.N.I. 10779; revisione 2014 della norma tecnica “Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – progettazione, installazione ed esercizio” avente per oggetto i requisiti prestazionali minimi per la progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idranti destinate all’alimentazione di apparecchi di erogazione antincendio. ;

NORMA U.N.I. 12845; revisione 2015 della norma “Impianti fissi di estinzione incendi – Sistemi automatici sprinkler – Progettazione, Installazione e Manutenzione”;

NORMA U.N.I. 11292:2008; “Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio Caratteristiche costruttive e funzionali”;

NORME U.N.I. relative a tutti i materiali da impiegare; LEGGE n° 186 del 01.03.1986 NORME C.E.I.; impianti elettrici e successivi

aggiornamenti; Regolamento Comunale per l'utilizzo dell'acqua potabile;

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D.M. 22 gennaio 2008, n. 37 Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della Legge n. 248/05, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici.

L'appaltatore dovrà attenersi a quanto è indicato negli schemi forniti dall'Azienda di gestione dell’acquedotto Comunale (che si danno qui per allegati), per quanto riguarda l'impiego di disconnettori (o disgiuntori in genere, comunque autorizzati), per la rete di alimentazione antincendio, a partire dalla derivazione stradale. Dovrà essere disconnesso ogni genere di utilizzo diverso dall'acqua potabile (caldaie, antincendio, irrigazione, ecc.), con le modalità approvate dall'Acquedotto. Inoltre l'Appaltatore dovrà garantire la sorveglianza di un tecnico specializzato presente in cantiere secondo accordi con la Committente, il quale provvederà anche all'assistenza, ai collaudi ed alla istruzione del personale della Committente stessa sia durante il montaggio che a lavori ultimati, nonché l'opera di altri tecnici specializzati per quanto necessario affinché, gli impianti, vengano consegnati perfettamente funzionanti. L'Appaltatrice, oltre alla responsabilità derivante dai lavori propri, sarà pienamente responsabile anche dei lavori di eventuali sub fornitori, i quali dovranno essere noti e – preventivamente – autorizzati dalla Committente. Il Capitolato speciale di appalto, costituito anche dagli allegati (contratto, elaborati grafici, descrizione dei materiali, ecc.), è assolutamente impegnativo per l'Appaltatrice, che non potrà introdurre varianti senza autorizzazione scritta da parte della Committente. Anche nel caso in cui i particolari illustrati negli allegati non fossero menzionati nel capitolato e/o viceversa, l'Appaltatrice dovrà comunque eseguire i lavori completati con tutti i materiali, apparecchi ed accessori. Oltre a tutte le opere e gli oneri descritti nel presente documento, sono a carico dell'Appaltatore:

- tutte le spese per il funzionamento degli impianti per tutte le prove richieste durante i lavori e alla loro ultimazione e successivo collaudo;

- i tasselli ed ogni accessorio per il fissaggio; - fornitura in opera di cartelli e/o targhette con indicazioni dei vari circuiti, parti

di impianti o apparecchiature; - tutte le opere, prestazioni, materiali necessari a dare i lavori compiuti e

funzionanti in ogni loro parte;

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- la presentazione dei cataloghi riguardanti i prodotti impiegati e le campionature eventualmente richieste dal Committente anche tramite la D.L.;

- le spese di progettazione costruttiva di dettaglio degli impianti appaltati; - tutti i materiali e le minuterie per la fornitura in opera degli impianti

funzionanti ed eseguiti a regola d'arte e tutta la documentazione tecnica occorrente all'impiantista elettrico per i lavori di sua competenza interessanti la parte idraulico;

- tutta la documentazione, gli oneri, le obbligazioni richieste in sede di progettazione, esecuzione e di collaudo, previsti dal D.M. 37/08 in materia di sicurezza degli impianti.

A lavori ultimati, dovranno essere consegnati alla D.L. tutti i disegni degli impianti aggiornati "come costruito", corredati di relazione di calcolo idraulico della rete idranti e sprinkler. Per gli impianti antincendio, dovrà essere presentata tutta la documentazione richiesta per il perfezionamento delle procedure di prevenzione incendi ai fini del rilascio del certificato di prevenzione incendi (compresa assistenza in sede di sopralluogo per prove e misure). Al termine dei lavori, contestualmente al collaudo provvisorio di accettazione degli impianti, l'Appaltatrice dovrà produrre tutta la documentazione di cui sopra. L'Appaltatrice dovrà fornire, installare e consegnare nuovi di fabbrica, in perfetto stato e funzionanti tutti i materiali, gli apparecchi, gli accessori necessari, affinché gli impianti siano finiti in ogni singola parte e nel loro complesso, come previsto dal presente documento. Le quantità delle singole partite di materiali, indicate nel computo metrico, si daranno per confermate, con la semplice formulazione dell'offerta dell'appaltatore. Gli impianti da realizzare sono, sostanzialmente, i seguenti:

- L'impianto antincendio ad idranti, con le cassette antincendio, i gruppi di attacco autopompa e gli accessori a corredo.

- L'impianto antincendio sprinkler per il magazzino tessuti ed il magazzino accessori.

Il tutto in opera conforme agli elaborati grafici di progetto, perfettamente funzionante e collaudato. Compreso il collaudo ed il primo avviamento del gruppo antincendio effettuato da tecnici della Ditta costruttrice.

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8.2 Impianto automatico di estinzione incendi – sprinkler

L'impianto è stato progettato e sarà installato in conformità alla UNI EN 12845:2015. Le zone da proteggere con l'impianto sprinkler sono:

- magazzino accessori (classe di rischio HHS, immagazzinamento ST6 con merce di Categoria III);

- magazzino tessuti (classe di rischio HHS, immagazzinamento ST1 con merce di Categoria III);

- locale gruppi di pressurizzazione antincendio. Il sistema comprenderà quattro impianti a preazione a singolo interblocco elettrico, con le tubazioni a valle della stazione di controllo riempite d'aria in pressione. Solo in caso di apertura di un erogatore sprinkler e di segnale di allarme proveniente dal sistema di rilevazione fumo e calore, l'acqua fluirà a valle della stazione di controllo e sarà erogata dagli sprinkler attivi. Le stazioni di controllo saranno conformi alla Norma UNI 12845 per impianti a preazione tipo A e, in caso di guasto, funzioneranno come un normale impianto a secco, diametro 6” e 8”. Le valvole di allarme dovranno essere attivabili manualmente in caso di emergenza. Le valvole di allarme saranno corredate campana idraulica, valvola di scarico, trim linea di allarme e prova, trim acceleratore, manometri per acqua 2000 kPa, staffaggi e raccorderia varia. Tutte le tubazioni saranno collocate all'interno dell'edificio e non saranno soggette al pericolo di gelo. Per ciascun impianto sarà installato un dispositivo di prova e di drenaggio, collegato nel punto idraulicamente più sfavorito.

- n° 1 dispositivo di prova impianto, collegato nel punto idraulicamente più sfavorito della rete di distribuzione;

La linea di alimentazione degli erogatori a protezione del locale tecnico gruppi di pressurizzazione antincendio, sarà derivata immediatamente a valle della valvola di non ritorno posta sulla linea di mandata della pompa, e risulterà corredata di riduttore di pressione, flussometro a norma EN 12259-5, dispositivo di prova e scarico DN15, secondo quanto previsto dalla norma UNI EN 12845:2015. I segnali di incendio o di guasto dovranno essere inoltre riportati in luogo permanentemente presidiato interno o esterno all'edificio.

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Gli erogatori saranno del tipo upright, con coefficiente di efflusso pari a 80 o 115 e temperatura di intervento 68 °C (93 °C per il locale tecnico antincendio e per gli sprinkler posizionati in prossimità dei lucernari). In considerazione dell'assenza di materiale combustibile, la protezione sprinkler non sarà estesa ai servizi igienici, ai locali antibagno e alle sale riunioni. Gli erogatori dovranno essere posizionati nel rispetto delle distanze - orizzontali e verticali - dagli altri elementi dell'edificio, così come definite dalla norma UNI EN 12845. Pertanto, al fine di assicurare la copertura dell'area protetta, in considerazione della presenza di ostacoli ineliminabili quali spigoli, pilastri, setti di muratura o strutture in genere, e per compatibilità con gli altri impianti, il numero degli erogatori effettivamente previsti risulterà superiore al minimo richiesto dalle normative (massima area specifica protetta: 9 m2). Gli erogatori dovranno essere installati nel rispetto delle distanze massime dal soffitto e da travi, canali e ostruzioni equivalenti previste dalla UNI EN 12845:2015 e, in ogni caso, in modo tale da fornire la copertura completa dell'area protetta. Laddove le necessità connesse alla copertura dell'intera area richiedano il posizionamento di erogatori a distanza reciproca inferiore al limite minimo di 2 m, dovranno essere prese opportune misure per impedire il bagnamento reciproco. Due cassette contenenti 24 erogatori di scorta ciascuna dovranno essere posizionate in armadietti collocati in posizioni facilmente raggiungibili, segnalate e identificabili. Gli erogatori saranno installati con disposizione regolare così come indicato nella UNI 12845 con il diffusore parallelo alla pendenza dell'intradosso dei solai di copertura; saranno altresì installati in modo da eliminare interferenze fra i getti degli erogatori contigui. Le tubazioni dell’impianto saranno in acciaio zincato UNI 10224, posate mediante impiego di giunti, raccordi e pezzi speciali autobloccanti per tubazioni ad estremità scanalate o lisce, a perfetta tenuta idraulica grazie a specifiche guarnizioni. Le tubazioni saranno sostenute mediante robuste staffe in acciaio zincato, opportunamente dimensionate, in numero non inferiore a una ogni quattro metri, da ancorare mediante tasselli chimici o meccanici alle strutture dell’edificio; l’Impresa dovrà in ogni caso sottoporre preventivamente alla D.L. adeguata documentazione tecnico-illustrativa e di calcolo, inerente gli staffaggi da adottare, comprovante l’adeguatezza dei supporti sia al carico (sotto il profilo dimensionale) che alla posa esterna (sotto il profilo qualitativo). Si intendono comprese e compensate tutte le lavorazioni idrauliche e meccaniche necessarie per il collegamento delle collettore principale, quali il taglio, a mano e/o a

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macchina, la spazzolatura e l’applicazione di prodotti zincanti a freddo, le filettature e/o fornitura e posa in opera di giunti autobloccanti del tipo precedentemente descritto. Oltre alle prove previste dalla Norma UNI 12845 tutte le tubazioni dell’impianto saranno sottoposte a prova idraulica iniettando acqua alla massima pressione statica prevista in esercizio (minimo 7 Kg/cm2) e mantenendo tale pressione per almeno 12 ore; la prova avrà esito positivo dopo l'accertamento da parte della Direzione Lavori della assoluta assenza di perdite.

8.3 Dati tecnici di dimensionamento

- Tipo di impianto: a preazione - Classe di pericolo: HHS - Gruppi di allarme: n° 2 con valvola di allarme da Ø6”, n° 2 con valvola di

allarme da Ø8” - Area totale protetta: 2,530 m2 - Metodo di dimensionamento: impianto calcolato integralmente - Area operativa: 325 m2 - Numero di erogatori sprinkler: 337 - Altezza sprinkler più elevato (rispetto al piano di campagna): 9,9 m - Altezza sprinkler più elevato (rispetto alla stazione di controllo): 8,9 m - Massima area specifica protetta: 9 m² - Densità di scarica di progetto magazzino tessuti: 16 mm/(min*m2) (media dei

quattro erogatori idraulicamente più sfavoriti) - Densità di scarica di progetto magazzino accessori: 10 mm/(min*m2) (media

dei quattro erogatori idraulicamente più sfavoriti) - Pressione minima di scarica degli erogatori 0,5 bar - Durata scarica: 90 min - Domanda idrica area più sfavorita: 7063 l/min a 5,08 bar - Domanda idrica area più favorita: 7304 l/min a 4,84 bar

8.4 impianto fisso di estinzione incendi-idranti

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L edificio sarà protetto da un impianto fisso di estinzione incendi dimensionato sulla base del D.M. 20 dicembre 2012 e della UNI 10779. Caratteristiche dell'area protetta (vedasi punto 2.2.11.1 Relazione Tecnica Valutazione Progetto):

- Livello di pericolosità: 3 - Protezione: interna ed esterna

L'impianto sarà costituito da idranti a muro DN45 a protezione degli spazi interni, oltre ad una protezione esterna costituita da n° 10 idranti soprasuolo (2 bocche DN 70 per ogni idrante). Le richieste idriche degli idranti interni ed esterni saranno soddisfatte da un gruppo di pressurizzazione composto da una motopompe diesel e un'elettropompa, aventi le medesime caratteristiche di portata e prevalenza. L'impianto sarà alimentato da un anello principale in polietilene, collocato all'esterno dell'edificio e interrato secondo quanto previsto dalle norme, dal quale si staccheranno le derivazioni verso i singoli apparecchi esterni e i gruppi di apparecchi interni. L'impianto sarà collegato ad un attacco motopompa VVF. Installato all'esterno in posizione segnalata (protetti dal gelo), raggiungibili dai mezzi dei Vigili del Fuoco, in grado di mettere in pressione tutti gli apparecchi presenti nell'attività. Per esigenze di copertura dell'area protetta e per evitare ostacoli ineliminabili quali: spigoli, pilastri, setti di muratura o strutture in genere, il numero degli idranti, effettivamente previsti, risulta essere superiore al minimo richiesto dalle normative. In caso di posizionamento degli idranti in prossimità di porte resistenti al fuoco delimitanti il compartimento o di filtri a prova di fumo, dovrà essere installato un idrante su ciascun lato della porta o in entrambi i compartimenti collegati dal filtro, ma non nel filtro. Tali idranti potranno essere alimentati dalla stessa derivazione, dimensionata per il funzionamento contemporaneo di un solo apparecchio.

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8.5 Alimentazioni idriche

Sarà realizzata una vasca di accumulo idrico, dalla capacità utile totale di 768 m3 , (valore da verificare in funzione dei gruppi di pressurizzazione installati). La vasca sarà alimentata dalla rete idrica cittadina. I dispositivi di riempimento dovranno essere ispezionabili dall'esterno e collegati a tubazioni con sbocco posto ad una distanza orizzontale - dal punto di presa più vicino – non inferiore a 2 m. La pressione necessaria per il funzionamento degli impianti sarà fornita da due gruppi di pressurizzazione antincendio rispondenti alla UNI EN 12845, assemblati in opera, così composti: Gruppo di pressurizzazione impianto sprinkler:

- n° 1 motopompa di servizio - n° 1 elettropompa di servizio - n° 1 elettropompa pilota

Gruppo di pressurizzazione impianto idranti: - n° 1 motopompa di servizio - n° 1 elettropompa di servizio - n° 1 elettropompa pilota

L'alimentazione elettrica dell'elettropompa dovrà essere conforme a quanto previsto dalla UNI EN 12845:2015. I quadri previsti dovranno consentire il controllo e rimando degli allarmi ad un pannello di allarme installato nella centrale antincendio, realizzato secondo le prescrizioni dell'Appendice I della UNI EN 12845, finalizzato al trasferimento degli allarmi in postazione presidiata I gruppi saranno alloggiati in un locale tecnico al piano interrato. Le acque di scarico provenienti dalle valvole di drenaggio, dai dispositivi di prova e dagli scambiatori di calore per il raffreddamento dei motori saranno convogliate alle vasca di accumulo idrico. Al fine di far fronte all'eventuale guasto del dispositivo di riempimento, dovrà essere previsto un sistema di sfioro del troppo pieno, collegato alle pompe di sentina (almeno una provvista di alimentazione elettrica di emergenza), corredate dei necessari dispositivi di attivazione e conformi al punto 6.3.2 della UNI EN 11292:2008. Le pompe di sentina dovranno essere provviste di dispositivo di monitoraggio anomalie e funzionamento, con rimando del segnale a zona presidiata. Sarà installato un termoconvettore elettrico (o apparecchio equivalente) per il mantenimento di una temperatura non inferiore a 10 °C.

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Il calore prodotto dai gruppi di pressurizzazione – durante il funzionamento - sarà espulso da un ventilatore di estrazione con caratteristiche conformi alle indicazioni del produttore del gruppo di pompaggio, avente anche la funzione di aerazione per il richiamo di aria comburente dall'esterno, comunque in accordo alla norma UNI 11292. 8.6 Specifiche materiali impianto antincendio

Tubazioni in acciaio Le caratteristiche dei tubi in acciaio dovranno essere conformi alla norma UNI EN 10224 e, per quanto non in contrasto, alla circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n. 2136 del 5/5/66. Le qualità di acciaio adoperate per la costruzione delle tubazioni dovranno essere: Fe 360 dal diametro 65 al diametro 200 e Fe 410 dal diametro 250 al diametro 400. Le tubazioni dovranno essere ricavate da nastro di acciaio saldato longitudinalmente, come da norma UNI EN 10224. La lunghezza delle tubazioni dovrà essere compresa tra 8 e 11 m. Saranno unicamente ammesse giunzioni di tipo saldato ad arco elettrico e, solo per piccoli diametri (fino a 1 1/4"), saranno ammesse saldature autogene. Le tubazioni dovranno essere collocate in modo da rendere effettuabile il loro completo scarico. Per quanto possibile, tutti i tubi dovranno essere disposti in maniera da scaricare attraverso la valvola generale di scarico. Si dovranno installare valvole ausiliarie di scarico nelle zone in cui la rete si trova al disotto del livello della valvola principale, come pure in tutti i punti bassi dell'impianto. La posa in opera delle tubazioni dovrà essere fatta in modo da evitare qualsiasi trasmissione di rumori e vibrazioni alle strutture e tra le apparecchiature. Le tubazioni eventualmente incassate nelle murature dovranno essere libere di eseguire le dilatazioni e quindi non bloccate. Gli attraversamenti delle murature dovranno avvenire con bussole murate. Gli scarichi dovranno essere collegati alla fognatura, rete acque chiare. Le eventuali valvole di sfogo dell'aria dovranno essere facilmente accessibili e gli scarichi controllabili. I sostegni delle tubazioni dovranno essere in profilato di acciaio con appoggi mediante pattini, con capacità di carico adeguata alla posizione e al diametro della tubazione, secondo quanto previsto dalla UNI EN 12845. I sostegni dovranno essere

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tali da poter isolare termicamente le tubazioni in corrispondenza degli staffaggi; tale isolamento avrà esclusivamente funzione antigelo. I punti fissi dovranno essere ancorati adeguatamente alle strutture, previa approvazione da parte della D.L. Per l'impianto sprinkler dovrà essere previsto almeno un sostegno su ogni tratto di tubazione e la spaziatura tra due supporti successivi non potrà essere superiore a 4 m. Dovranno essere rispettate la distanza massima di 1 m da eventuali giunti meccanici e la distanza minima di 15 cm da ogni erogatore di tipo upright (se presenti). Le diramazioni terminali dell'impianto sprinkler dovranno essere sostenute da almeno un sostegno posto a meno di 90 cm dall'ultimo erogatore. Ovunque, dovranno essere rispettate le pendenze minime per un normale sfogo dell'aria. Le diramazioni dell'impianto sprinkler devono avere pendenza non inferiore allo 0,4% verso la tubazione di distribuzione, la cui pendenza deve a sua volta essere almeno pari allo 0,2%. Nei tratti terminali dei collettori di distribuzione (sprinkler) dovranno essere predisposti dispositivi di flussaggio, dotati di idoneo tappo o valvola permanentemente installata, aventi diametro uguale a quello della tubazione o DN40 (se collocati nella parte inferiore delle tubazioni). Un dispositivo permanente di prova e di drenaggio, in grado di simulare l'apertura di uno sprinkler, dovrà essere installato sulla tubazione di alimentazione degli sprinkler a protezione dei gruppi di pressurizzazione antincendio. Un dispositivo di prova impianto dovrà essere installato nel punto idraulicamente più sfavorito della tubazione di distribuzione di ciascun impianto. Le eventuali raccorderie dovranno essere in ghisa malleabile a bordi rinforzati, fino al diametro 2", oltre tale diametro saranno in acciaio a saldare di testa. Tali raccordi saranno adatti a resistere, senza deformazioni permanenti, alla pressione idraulica di prova. Le flange dovranno essere PN 16, del tipo e dima corrispondenti all'impiego secondo le norme UNI EN 1092 o U.N.I. I.S.O. 2531. Le curve a saldare dovranno essere del tipo forgiato per i diametri superiori a 2", per i diametri più piccoli potranno essere utilizzate curve di tipo stampato. Non saranno ammesse in alcun caso le curve a pizzicotti. Le tubazioni dovranno essere spazzolate esternamente con cura prima della verniciatura antiruggine. Le scorie interne dovranno essere eliminate prima del montaggio. Alla fine del montaggio le reti dovranno essere pulite con soffiaggi di aria compressa e con lavaggio prolungato, provvedendo ad opportuni scarichi nei punti bassi e a valle delle

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valvole delle stazioni di controllo. Ogni scarico dovrà essere contraddistinto da targhetta. Tubazioni in polietilene PE La rete idrica interrata (dove compatibile con il luogo di installazione) dovrà essere realizzata impiegando tubi, raccordi e pezzi speciali in polietilene PE PN 16 o 25, facenti parte di un unico sistema. Per la produzione dei tubi, dei raccordi e degli altri pezzi speciali in polietilene, dovranno essere impiegati polimeri aventi appropriate caratteristiche. I tubi così realizzati dovranno essere idonei al convogliamento di liquidi in pressione, come previsto dalle norme UNI EN 12201 che si intendono qui integralmente trascritte. I valori dei diametri esterni e degli spessori, in funzione della pressione di esercizio, dovranno essere conformi alla predetta normativa. Le tubazioni dovranno essere idonee a sopportare una pressione costante e continua, secondo la serie di appartenenza, di acqua alla temperatura di 20 °C per 50 anni. Le tubazioni dovranno essere realizzate mediante processo di estrusione. Questi dovranno essere in verghe con lunghezza minima di 5 m e massima di 12 m, per tutti i diametri e dovranno essere corredati di tappi di protezione alle estremità. Saranno tollerati tubi in rotoli con una lunghezza massima di 100 m solo per piccoli diametri (fino a 63 mm). Le tubazioni e i raccordi dovranno presentare idonei elementi di riconoscimento, ciò al fine di permettere un'immediata individuazione della condotta. Per la posa delle tubazioni dovranno essere osservate le "Raccomandazioni sull'installazione di tubazioni in polietilene" edito a cura dell'Istituto Italiano Plastici e le norme contenute nel D.M. 12 dicembre 1985. Rivestimenti isolanti I rivestimenti isolanti avranno lo scopo di ridurre a valori tollerabili il rischio di gelo oltre che evitare fenomeni di gocciolamento delle tubazioni esterne (stillicidio); avranno anche lo scopo di realizzare un manto protettivo contro le corrosioni. Il rivestimento dovrà essere continuo, cioè senza interruzioni in corrispondenza degli appoggi, passaggi attraverso muri, solette, ecc.; ciò nonostante dovranno essere dotati di giunti per evitare rotture. Tali giunti dovranno essere protetti ed eseguiti in modo tale che non si verifichino infiltrazioni di umidità. Si dovranno adottare mastici di riempimento, plastici e coperti di fasciatura di alluminio.

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Dovrà essere previsto uno spessore minimo di 40 mm di lana minerale in coppelle. Il fissaggio delle coppelle dovrà avvenire con filo o rete zincata. Esternamente dovrà essere realizzata una finitura con lamierino di alluminio per tutte le tubazioni esterne. Le saracinesche e le eventuali valvole dovranno essere completamente isolate con forme stampate e cassette in lamierino di alluminio smontabili. Verniciature antiruggine Tutte le tubazioni in acciaio dovranno essere protette con due mani di minio di colore diverso. Anche per gli staffaggi dovrà essere eseguito lo stesso trattamento. La verniciatura dovrà seguire una adeguata pulitura e preparazione delle superfici da verniciare (spazzolatura, scartavetratura, raschiatura) in modo da avere una perfetta riuscita del lavoro. Tutti i macchinari e le saracinesche in ghisa dovranno essere forniti completi di verniciatura. Eventuali ritocchi a fine lavori, per consegnare gli impianti in perfetto stato, saranno effettuati dall’Appaltatore. Saracinesche Le saracinesche dovranno avere le caratteristiche di seguito precisate. Corpo, cappello e cuneo dovranno essere in ghisa sferoidale 400/15 o 400/18, secondo la norma U.N.I. I.S.O. 1083; corpo, cappello e cuneo dovranno essere dello stesso materiale. Saranno ammesse solo saracinesche a corpo cilindrico od ovale con flange PN 16 UNI EN 1092 o U.N.I. I.S.O. 2531; dimensioni e tolleranze saranno quelle previste dalla norma U.N.I. 7125/72 per saracinesche PN 16 (anche nel caso di corpo ovale). Il collegamento corpo cappello dovrà essere del tipo con bulloni a brugola non sporgenti, annegati in mastice permanentemente plastico anticorrosivo, oppure con bulloni e dadi in acciaio INOX AISI 316 tipo X5 Cr Ni Mo 17 12, oppure del tipo detto "autoclave" ad incastro. Nel caso che il cappello sia composto da due parti, il collegamento tra le due parti, il collegamento tra le due parti stesse avverrà con le tipologie prima indicate. Le sedi di tenuta avranno anelli o-ring (almeno due) calibrati e alloggiati in sedi rettificate ricavate per lavorazione, nell'interno del coperchio o alloggiati in apposite boccole. Gli o-ring dovranno essere protetti da parapolvere.

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L'albero dovrà essere in acciaio INOX tipo X 20 Cr 13 o X 30 Cr 13 o X 40 Cr 14 (norma U.N.I. 6901/71). La coppia massima di apertura, per ogni diametro, sarà pari a 40 kgm. Il cuneo di tenuta dovrà essere rivestito a spessore con elastomeri corrispondenti alle norme U.N.I. 4920, potrà avere o meno guide di scorrimento e dovrà essere munito di foro nella parte più bassa per evitare ristagno di acqua. L'area libera di passaggio, all'interno del corpo, dovrà essere totale a cuneo alzato e non dovrà essere inferiore al diametro richiesto. I diametri di entrata e di uscita dovranno corrispondere al diametro nominale; sarà ammessa una leggera conicità verso l'esterno (partendo dal cuneo), con aumento inferiore al 7 % del diametro nominale. Tutte le parti in ghisa, non rivestite con elastomeri, dovranno essere verniciate con resine o polveri epossidiche anticorrosive, resistenti all'usura, con spessore minimo di 150 micron in ogni punto, applicate previa sabbiatura a metallo quasi bianco, in modo da assicurare una perfetta aderenza. Tutti gli spigoli dovranno risultare arrotondati. L'impiego di saracinesche flangiate sarà previsto per i diametri superiori a 2"; per i diametri inferiori sarà consentito l'uso di valvole a sfera a passaggio totale in bronzo PN 16. Sui collettori sarà, comunque, per uniformità, richiesta l'adozione di saracinesche flangiate anche per piccoli diametri. Idranti interni

- Idrante interno tipo UNI 45 - Coefficiente di efflusso lancia (al bocchello) K = 85 - Portata nominale 2,0 l/sec - Pressione minima in ingresso 2,0 bar - Portata nominale totale idranti interni edificio 6,0 l/sec - Pressione (massima) di esercizio: 7 bar

Cassette antincendio interne Saranno installate cassette antincendio da incasso in lamiera d‘acciaio verniciata, con sportello in alluminio, lastra trasparente fumé con protezione UV e serigrafia con istruzioni d’uso, manuale di istruzione, rubinetto idrante DN 45 PN 16 – ISO 7 in ottone, tubazione flessibile DN 45 lunghezza metri 20 certificata UNI 9487 (UNI EN

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14540), raccordo in ottone UNI 804, legature a Norma UNI 7422, manicotti in gomma, sigillo numerato, supporto salva manichetta rosso, lancia antincendio UNI 45 a tre effetti con valvola, corpo e ugello in nylon nero, base in alluminio, ugello 13 mm. K 85 Idrante soprasuolo Saranno installati idranti soprasuolo in ghisa EN GJL 250 secondo UNI EN 1503-3 per pressioni fino a 16 bar, dotati di scarico antigelo per lo svuotamento dell’idrante a completa chiusura della valvola. In prossimità di ciascun idrante dovrà essere previsto un pozzetto per l'accesso alla valvola di sezionamento e al manometro.

- Idrante esterno DN 80 - Uscite: 2 uscite DN 70 con tappo e catena - Valvola di scarico antigelo (o altro dispositivo di protezione dal gelo) - Coefficiente di efflusso lancia (al bocchello) K = 115 - Portata nominale 5,0 l/sec - Pressione minima in uscita 4,5 bar - Manovre di apertura e chiusura esclusivamente tramite apposita chiave.

Manutenzione con apertura dall’alto senza alcuno scavo, speciali viti di connessione senza dadi.

- Dimensionamento flange e uscite come EN 14384. - Guarnizione di tenuta conica a 45° ideata per evitare il deposito di detriti e

prevenire quindi l’usura precoce della valvola ed il conseguente malfunzionamento dell’idrante.

- Tutti gli organi interni saranno di facile smontaggio e manutenzione. - Verniciatura a polvere epossidica rossa RAL 3000. - Bocche di erogazione filettate come da tabella UNI 810. - Flangia di ingresso forata e dimensionata EN 1092-2 PN 16. - Collaudo idrante aperto a 25 bar, chiuso a 21 bar.

Cassette antincendio - esterne Ciascun idrante a colonna sarà provvisto di cassetta antincendio a corredo, in lamiera verniciata RAL3000 (o acciaio inox), serratura in plastica, feritoie di ventilazione, chiave di manovra per idrante soprasuolo, manichetta UNI 70 a Norme UNI 9487 con raccordi UNI 804 e legata a Norme UNI 7422 con manicotti in gomma, sella porta

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manichetta, lancia a tre effetti DN70 con ugello svitabile, lastra infrangibile, piantana per fissaggio a terra rettangolare. Dimensioni mm 500x600x200 per dotazione singola, 500x600x300 per dotazione doppia. Attacchi motopompa Gli attacchi motopompa, posizionati al piano terreno, in zona accessibile dai mezzi dei VV.F. comprenderanno:

- cassetta in lamiera verniciata da esterno con porta in alluminio anodizzato e vetro;

- n° 3 gruppi completi per attacco autopompa UNI 70 x 2 con due coppie di flange, valvola di sezionamento automatico, valvola di sicurezza tarata a 12 bar, valvola di ritegno e valvola di drenaggio automatico (collegata alla rete di scarico); compresi tutti i collegamenti alla rete idraulica.

- Erogatori sprinker

- Tipo deflettore: upright - Bulbo: a risposta standard - Coefficiente di efflusso: K=80 (magazzino accessori), K=115 (magazzino

accessori) - Temperatura d'intervento: 68 °C (93 °C per gli sprinkler posizionati in

prossimità di shed/lucernari e nel locale gruppi antincendio); in spazi nascosti e non ventilati, o in vicinanza di apparecchi che emettono calore radiante, dovranno essere utilizzati bulbi con temperatura d'intervento superiore.

- Pressione minima di esercizio: 0,5 bar - Diametro orifizio erogatori: 15 mm - Quantità testine upright: 337

Su ciascun erogatore dovranno essere riportati gli elementi necessari per la sua completa identificazione, nello specifico:

- marchio di fabbrica - tipo e modello - anno di fabbricazione - temperatura di taratura - sigla riportante il tipo di erogatore e la posizione di montaggio

Gruppi antincendio con motopompe diesel ed elettropompe per installazione sottobattente

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Saranno installati due distinti gruppi di pressurizzazione, ai quali verranno collegate tutte le tubazione delle distinte reti antincendio (idranti e sprinkler) in uscita verso i collettori principali, costituenti le reti di distribuzione ad uso antincendio dell’edificio. Sono altresì compresi gli allacciamenti elettrici (e le relative in cavo FG7OR con la canalizzazione di esso contenitiva in acciaio zincato), e la fornitura e posa in opera dell’interruttore di alimentazione dei gruppi, collocato in apposito scomparto o in cassetta separata, questa inclusa. I gruppi di pressurizzazione saranno inseriti nel locale dall'esterno, attraverso apposita tombinatura, le cui dimensioni saranno definite in accordo con il fornitore. Saranno installati n° 2 sistemi automatici di pressurizzazione assemblati su telai separati per impianto antincendio, a norme UNI 12845/10779, composti da pompe principali (servizio + riserva), pompa pilota e tutte le apparecchiature richieste dalla norma. Saranno inoltre forniti:

- Libretto istruzioni in lingua italiana con schemi elettrici e istruzioni montaggio accessori.

- Certificato di collaudo, di conformità alle Norme UNI 12845/UNI 10779.I componenti saranno realizzati secondo le norme citate o secondo la normativa italiana più recente in vigore.

Funzioni: - avviamento sui pressostati e fermata manuale per pompe di servizio. - avviamento e fermata sul pressostato per pompa pilota.

Il quadro di comando della pompa deve essere in grado di: 1.avviare automaticamente il motore alla ricezione del segnale dai pressostati; 2.avviare il motore in funzionamento manuale; 3.arrestare il motore solo in funzionamento manuale. I sistemi di scarico fumi dei motori diesel saranno realizzati con tubazioni in acciaio rivestite da coppelle in lana di roccia (spessore minimo 50 mm), e dovranno sfociare all'esterno, ad un'altezza di 2,4 m dal piano di riferimento, a distanza minima di 1,5 m dai percorsi pedonali. Il diametro degli scarichi sarà almeno pari a quello dei collettore fumi dei motori. Stazioni di controllo Gli impianti sprinkler saranno derivati a valle delle stazioni di controllo e allarme a preazione. Ciascuna gruppo di allarme sarà provvisto di:

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- campana idraulica di allarme, collocata all'esterno, protetta contro le manomissioni, raccordata con tubazioni almeno DN20 derivate immediatamente a valle della valvola di non ritorno sulla mandata della pompa, corredata di eventuale riduttore di pressione e di filtro a y con diametro nominale uguale a quello della tubazione. Il flusso dell'acqua di scarico dovrà essere visibile e sarà convogliato nella vasca di accumulo idrico dell'impianto o alla rete di scarico. Ciascuna campana dovrà riportare l'indicazione “Impianto antincendio automatico” e il riferimento dell'impianto.

- dispositivo di prova allarme - n° 2 manometri, installati a cavallo della valvola di ritegno - n° 1 manometro lato aria - tronchetto di collegamento di dispositivi di allarme - tronchetto con acceleratore (per impianti a preazione) - valvola principale di drenaggio del sistema

La valvola di controllo e allarme si configura come una valvola di ritegno, avente la funzione di indicare l'attivazione dell'impianto a seguito dell'apertura di un erogatore. La valvola si aprirà, per effetto della differenza di pressione tra monte e valle, a seguito dell'apertura di un singolo erogatore, per poi chiudersi nuovamente alla cessazione del flusso. Sarà dotata di sportello facilmente amovibile per l'ispezione degli organi interni. Dovranno essere riportate indicazioni della pressione nominale, del diametro nominale e del senso del flusso. Riserva idrica – impianto fisso di estinzione incendi (idranti) L'alimentazione del sistema è garantita da una vasca di accumulo idrico interrata, realizzata in calcestruzzo, con pareti impermeabili, ad uso esclusivo della rete idranti. Le tubazioni di presa delle pompe saranno alloggiate in un pozzetto di presa aventi le dimensioni previste dalla norma, e comunque conforme ai requisiti fissati dalla UNI EN 12845. Dovranno essere realizzate idonee aperture per la ventilazione della vasca, per l'esecuzione in sicurezza delle eventuali operazioni di manutenzione.. Si riporta un elenco delle opere e dei dispositivi necessari per un corretto funzionamento della vasca:

- n° 2 pozzetti di presa, di dimensioni compatibili con le piastre antivortice e comunque superiori a quanto previsto dalla UNI EN 12845.

- dispositivo per lo scarico della portata di troppo pieno

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- scarico di fondo, munito di valvola normalmente bloccata chiusa, per impianti sotto battente, manovrabile dal locale tecnico, collegato a gruppo di sollevamento per lo scarico della portata

- indicatore di livello (ottico/meccanico), visualizzabile dal locale tecnico. - dispositivo di segnalazione del livello minimo di esercizio e del livello massimo

di esercizio (inferiore di almeno 10 cm dallo sfioro di troppo pieno), azionante un segnale di allarme acustico e luminoso (rimando a zona presidiata). Tale dispositivo sarà indipendente dall'indicatore di livello sopra descritto.

Il volume di invaso sarà pari a 768 m3 , pari alla somma dei fabbisogni totali degli impianti. Il riempimento della vasca sarà realizzato attraverso un idrovalvola a galleggiante, posizionata su tubazione DN 50 proveniente da allacciamento alla rete idrica pubblica, dedicato all'impianto antincendio. La portata di riempimento dovrà essere tale da garantire il riempimento dell'intero accumulo in un tempo massimo di 36 ore. Pannelli di allarme Tutti gli allarmi e i segnali di guasto devono essere inviati ad un quadro di allarme nel locale tecnico pompe antincendio, con rimando degli allarmi importanti a zona permanentemente presidiata (interna o esterna all'edificio), secondo quanto previsto dall'Appendice I della UNI EN 12845. RUMOROSITA’ DEGLI IMPIANTI Per ottenere la massima silenziosità di tutti impianti, oltre alla scelta di apparecchiature a bassissima rumorosità, dovranno essere applicati tutti i provvedimenti dettati dalla buona tecnica, quali, ad esempio: installazione di giunti antivibranti per evitare la trasmissione delle vibrazioni delle macchine alle reti idrauliche; installazione di sospensioni delle tubazioni realizzate con l'interposizione di guarnizioni tipo Tubison in modo da evitare la rigida connessione tra tubazioni e strutture; installazione di zancature a soffitto che, per le tubazioni orizzontali dovranno essere del tipo ad occhiello cioè non fissate rigidamente. Tra i giunti antivibranti e le prime staffe si dovrà avere una distanza minima di 2,5 m.

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9. Disposizioni legislative e normative

9.1 Riferimenti legislativi

Il presente documento è stato redatto in accordo con la legislazione e normativa vigente, in particolare si riportano le disposizioni di riferimento (elenco non esaustivo) sempre con riferimento all’ultima edizione: NORMATIVE DI RECEPIMENTO DIRETTIVE RISPARMIO ENERGETICO

- legge n. 10 del 9 gennaio 1991: “norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”.

- DPR n. 412 del 26 agosto 1993: “regolamento di attuazione dell’art. 4 della legge n. 10 del 9 gennaio 1991, integrato con il DPR 511/99.

- DM del 6 agosto 1994: “recepimento delle norme UNI relative all’applicazione del DPR n. 412”.

- DGLS 192 del 19/08/2005: “Attuazione della Direttiva 2002/91 CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia”.

- DGLS 311 del 29/12/2006: “ disposizioni correttive ed integrative al DLGS del 19/08/2005 n.ro 192 recante attuazione della direttiva 2002/91 CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia”.

- D. Lgs. 3 marzo 2011 n° 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE

- D.P.R. 02/04/2009 n. 59 (GU n.132 del 10/06/2009; in vigore dal 25/06/2009) Regolamento di attuazione dell'art.4, comma1, lettera a) e b) del d.lgs. 19/08/2005 n.192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.

- D.M. 26/06/2009 ((G.U. 10/08/2009 n.158; un vigore dal 25/07/2009)) Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

- D.M. 26/01/2010 ((G.U. n.35 del 12 febbraio 2010) Aggiornamento del decreto 11 marzo 2008 in materia di riqualificazione energetica degli edifici

- D.M. 11/03/2008 Attuazione dell'art.1, comma 24, lettera a) della legge 24/12/2007, n.244…

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- D.Lgs. 30/05/2008 n. 115 ((G.U. n.154, in data 3 luglio 2008)) Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE

AMBIENTE:

- Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006: “norme in materia ambientale” e successive modifiche.

- legge n. 615 del 13 luglio 1966: “provvedimenti contro l’inquinamento atmosferico” e “successivi regolamenti di esecuzione”;

BARRIERE ARCHITETTONICHE:

- DPR 503/96 “Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici”;

- Legge 13/89; “Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”

ACUSTICA

- Legge 447 del 26/10/1995 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”. - D.P.C.M. 5/12/1997 “Requisiti acustici passivi degli edifici”. - DM 01/03/1991 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti

abitativi e all’esterno. PREVENZIONE INCENDI

- D.P.R. del 1 agosto 2011 n. 151: “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

- D.M. del 12 aprile 1996: “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi”.

- D.M. 20 dicembre 2012: “Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi”;

- DM 10/03/98 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”

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- DM 09/04/94 e DM 06/10/2003 Approvazione regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’esercizio delle attività ricettive turistico alberghiere

- DM 16/05/96 n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione

- DM 27/7/2010 "Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio delle attività commerciali con superficie superiore a 400 mq

- DM 12/4/1996 "Regola tecnica di prevenzione incendi per impianti termici alimentati da combustibili gassosi";

- D.M. 13/7/2011 "Regola tecnica di prevenzione incendi per la installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o ad altra macchina operatrice e di unità di cogenerazione a servizio di attività civili, industriali, agricole, artigianali, commerciali e di servizi";

- D.M. 31/03/2003 Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di distribuzione e ripresa dell'aria degli impianti di condizionamento e ventilazione

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10 Riferimenti normativi

Per la stesura del presente documento si è fatto riferimento alle Norme dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) e in particolare:

- UNI 5364: “impianti di riscaldamento ad acqua calda. Regola per la presentazione dell’offerta ed il collaudo”;

- UNI 7129-2001: impianti a gas alimentati da rete di distribuzione: progettazione, installazione e manutenzione.;

- UNI-CTI 8065: trattamento dell’acqua negli impianti termici ad uso civile; - UNI 7442-75 e circolari del Ministero della Sanità per il convogliamento

dell’acqua potabile - UNI 9182: “Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda -

Criteri di progettazione, collaudo e gestione” - UNI EN 806-3 “Specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il

convogliamento di acque destinate al consumo umano. Parte 3: dimensionamento delle tubazioni – metodo semplificato”

- UNI 12056: “Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici” - UNI 10339 “Impianti aeraulici a fini di Benessere. Generalità, classificazione e

requisiti” - UNI 10344 “Riscaldamento degli edifici. Calcolo del fabbisogno di energia” - UNI 10345 “Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Trasmittanza

termica dei componenti edilizi finestrati” - UNI 10346 “Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Scambi di energia

termica tra terreno ed edificio. Metodo di calcolo” - UNI 10347 “Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Energia termica

scambiata tra una tubazione e l’ambiente circostante. Metodo di calcolo” - UNI 10348 “Riscaldamento degli edifici. Rendimenti dei sistemi di

riscaldamento. Metodo di calcolo” - UNI 10349 “Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici” - UNI 7357 “Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento degli edifici. ” - UNI 8477 “Energia solare. Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia” - UNI 10351 Materiali da costruzione - conduttività termica e permeabilità

al vapore. - UNI EN 12207 Finestre e porte – permeabilità all’aria – classificazione.

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- UNI EN 13790 Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento.

- UNI EN ISO 10211/1 - Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali - Metodi generali di calcolo.

- UNI EN ISO 10211/2 - Ponti termici in edilizia - Calcolo dei flussi termici e delle temperature superficiali - Ponti termici lineari.

- UNI EN ISO 13370 Prestazione termica degli edifici - Trasferimento di calore attraverso il terreno - Metodi di calcolo.

- UNI/TS 11300/1 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.

- UNI/TS 11300/2 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.

- UNI EN 12097:2007 “Ventilazione degli edifici - Rete delle condotte - Requisiti relativi ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte“;

- UNI EN 779: “Filtri d'aria antipolvere per ventilazione generale - Determinazione della prestazione di filtrazione”

- UNI EN 1822-1:2010 “Filtri per l’aria ad alta efficienza (EPA, HEPA e ULPA) - Parte 1: Classificazione, prove di prestazione, marcatura”

- UNI EN 12237:2004 “Ventilazione degli edifici - Reti delle condotte - Resistenza e tenuta delle condotte circolari di lamiera metallica”

- UNI EN 1507:2008 “Ventilazione degli edifici - Condotte rettangolari di lamiera metallica - Requisiti di resistenza e di tenuta”

- UNI EN 15727:2010 “Ventilazione degli edifici - Condotte e componenti delle reti di condotte, classificazione della tenuta e prove”

- UNI EN 12098/1 - 1998 Regolazioni per impianti di riscaldamento - Dispositivi di regolazione in funzione della temperatura esterna per gli impianti di riscaldamento ad acqua calda.

- UNI EN 1264/1/2/3/4/5 – 1999 Riscaldamento a pavimento - Impianti e componenti.

- UNI 10200-93 “Impianti di riscaldamento centralizzati”; - UNI 11135-2004 “Condizionatori d’aria, refrigeratori d’acqua e pompe di

calore calcolo dell’efficienza stagionale”.

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- UNI 10779:2007 “Impianti di estinzione incendi - Reti di idranti - Progettazione, installazione ed esercizio”;

- UNI 11292 “Locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio - Caratteristiche costruttive e funzionali”;

- UNI EN 12845 “Installazione fisse antincendio. Sistemi automatici a sprinkler. Progettazione, installazione e manutenzione.

- UNI 8199 “Acustica - Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione - Linee guida contrattuali e modalità di misurazione.”

- ISO 1996-1 “Acoustics - Description, measurement and assessment of environmental noise -- Part 1: Basic quantities and assessment procedures”.