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  • RELAZIONE DEL PROF. EZIO ACETI

    Buona mattinata a tutti. Si sente? Prima di incominciare, state bene spero. Dopo la splendida

    relazione, s.

    Ma io prima di cominciare faccio sempre una premessa, e la premessa questa: facciamo andar

    bene questi incontri, facciamoli andar bene. Voi rinunciate a due giorni, anchio vengo un po da

    lontano. E come si fa? Semplice: adesso sono le 11,30; se verso luna, quando avremo finito,

    saremo un pochino pi contenti tutti sar andata bene, se no non sar andata bene. Ma voi potreste

    dirmi: ma chi sei tu per farci contenti?. Io non sono nessuno, ma c un sistema per essere contenti

    tutti, che dovrebbe essere lunica cosa che dovrebbe esistere allinterno delle nostre famiglie, della

    nostra Chiesa. E il sistema questo: speriamo di poter avere fra noi adesso quello che noi psicologi

    diciamo una comunicazione empatica. Cos la comunicazione empatica? quel qualcosa che

    succede fra la gente che non legato al contenuto ma al rapporto. Lavete vissuta, sapete, la

    comunicazione empatica?

    Vi mai capitato di sentire qualcuno parlare: magari questo ti ha detto cose bellissime,

    straordinarie, sei venuto via e non t rimasto dentro niente. Altre volte magari avete sentito qualcun

    altro che vi ha detto cose molto semplici, sei venuto via e hai detto: mi piaciuto, stato bello.

    Perch? Perch l cera la comunicazione empatica. Come si fa ad averla? Poi cominciamo!

    C un sistema solo: che noi dobbiamo essere qui con questo ascolto pieno, reciproco. Se saremo

    qui cos allora andr bene, perch quello che conta non quello che io dico, assolutamente, ma

    quello che costruiamo insieme.

    Seconda premessa (proietter qualche lucido): il mio compito parlarvi degli aspetti pedagogici

    allinterno di questa famiglia. Ma, al di l di tutti i voli pindarici che ci ha fatto fare prima la

    bellissima relazione della professoressa, oggi per noi dobbiamo guardare bene in faccia che cosa

    sta capitando, per dare veramente delle risposte pedagogicamente corrette a questo.

    Allora io vorrei parlarvi di queste cose.

    Primo: andremo a vedere qualcosa sulla famiglia e sulleducare; andiamo a vedere a che punto

    siamo come famiglia.

    Secondo: andremo a vedere le fragilit, quali sono i problemi che ci sono, non tanto statistici ma

    come genitori, e anche come Chiesa.

    Terzo: andremo a vedere qualcosa sulleducare e, se riuscir, dir qualcosa anche su come educare

    la fede, se cos si pu dire.

    Questo un pochino quello che cercher di approfondire.

    Incominciamo con la prima parte.

    Io sono uno psicologo, quindi quando far questa storia della famiglia la faccio un po da un punto

    di vista psicologico e non storico e neanche sociologico.

    Tre scene: comera la famiglia prima degli anni 70? Si chiamava famiglia patriarcale, non perch

    il pap stava molto pi vicino ai figli, assolutamente. Oggi i padri sono molto pi vicini ai figli. Ma

    perch? Perch tutto ci che era norma, regola, autonomia in qualche modo passava. Era cos

    sapete? Al centro cera la norma, la regola. Una cosa: dobbiamo far tacere le emozioni quando

    facciamo questi momenti di formazione, insieme usiamo la testa e non le emozioni. E quando

    guardiamo il passato non stiamo qui a dire n che era meglio n che era peggio, saremmo sciocchi:

    ogni epoca aveva i propri punti di forza e di debolezza.

    I punti di forza della famiglia prima degli anni 70 erano che sicuramente la norma e le regole erano

    al centro, che sicuramente cera pi autorevolezza, purtroppo anche pi autoritarismo. Una volta,

    quando un bambino prendeva una nota a scuola e arrivava a casa, noi gli davamo la razione di

  • sberle; se oggi un bambino prende una nota a scuola e viene a casa, la mamma dice: vado io dalla

    maestra a parlare. Una volta anche nella Chiesa i preti qualche sberla la davano, il mio parroco me

    lha data qualcuna. E io non sto dicendo che giusto o sbagliato. E se si arrivava a casa, se ne

    prendeva altre. Oggi invece non cos. Attenzione, non sto dicendo n che meglio n che

    peggio.

    Noi dobbiamo guardare senza usare le emozioni, adesso solo usando lintelligenza.

    I punti di forza erano che la societ era pi semplice, sicuramente le norme e le regole erano al

    centro Ma cerano anche dei punti di debolezza: la maggior parte delle persone che sono qui,

    quante volte avremmo voluto rispondere ai nostri genitori e non labbiamo fatto, quante emozioni

    trattenute, quanti pensieri abbiamo dovuto tenere dentro, perch non si poteva. Perfino

    nellinnamoramento: ma non venitemi a raccontare storie che non abbiamo provato attrattive; ai

    suoi tempi le abbiamo provate tutti, e io non sto dicendo che fossero giuste o sbagliate, ma non

    potevamo parlarne, cera tutta una censura dietro, cera questo. Allora i punti di debolezza erano

    che tutto ci che era creativit, fantasia, emozione, pensiero, in qualche modo veniva tarpato.

    Per fare lesempio di questo, lemblema di questo: vi ricordate il libro Padre padrone di Gavino

    Letta? Andate a leggerlo, cosa dice.

    Se questo era quello che cera allora, che cosa succede poi? Negli anni 70 i nostri giovani anzi

    noi, perch qui un pochino ce labbiamo un po tutti let arrivano a dire che siamo stufi di

    obbedire senza comprendere perch, vogliamo manifestare quello che sentiamo dentro, vogliamo la

    nostra libert. lepoca in cui si manda un pochino a quel paese tutto lautoritarismo, e questo era

    giusto. Piccola parentesi: c un libro bellissimo che descrive molto bene tutto questo, scritto da una

    una giornalista milanese bravissima; secondo me une delle pi brave giornaliste milanesi, si

    chiama Marta Boneschi, il libro Voci di casa, che raccoglie veramente la storia delle famiglie fino

    agli anni 2000. Stupendo questo libro.

    E anche sul rapporto sessuale: ma una volta avevamo paura del rapporto sessuale sapete? Altro che

    tutti i voli pindarici, avevamo paura. Oggi let media del primo rapporto sessuale in Italia

    quindici anni e sette mesi. Sono passate cose Eppure sono passati solo quindici anni. Allora noi

    dobbiamo guardarla in faccia per poter capire cosa fare.

    Negli anni 70 mandiamo a quel paese questo, sono gli anni dove vi ricordate i libri di Spock?,

    che dicevano: guai se tu di delle regole al bambino, tarpi la sua creativit, il bambino deve

    manifestare tutto quello che vuole, ecc. questa lepoca, e forse era giusto mandare a quel paese un

    certo autoritarismo.

    Purtroppo successa ci che stiamo vivendo oggi, nel 2008: che non solo abbiamo mandato a quel

    paese lautoritarismo, e forse era giusto, ma abbiamo mandato a quel paese anche qualcosaltro, che

    era stato previsto da un grande filosofo, secondo me geniale, che purtroppo ce laveva a morte con

    la Chiesa. Vedete, i filosofi sono delle brutte bestie, perch loro sono dentro nella realt, ma

    riescono a descriverti quello che capiter dopo. Questo, che secondo me era un genio, pure se ha

    fatto anche tanto male, ma noi guardiamo laspetto positivo uno di questi sapete chi era? Ce

    laveva a morte con la Chiesa! Era Nietzsche, che aveva detto: E arriver il tempo in cui non ci

    sar pi una norma, in cui non ci sar pi niente, in cui uno far quello che vorr, avremo bisogno

    di un superuomo che dovr dire agli altri quello che devono fare. Sapete qual questo tempo?

    oggi. Vi ricordate i suoi libri, quando simmaginava perch lui non credeva in Dio come un

    viandante che aveva la lampada, che andava in giro a cercare Dio: Ma dov Dio? C Dio?

    Qualcuno me lo fa vedere?. Questo il tempo.

    Che cosa capitato? Che noi non solo abbiamo mandato a quel paese lautoritarismo, ma noi

    abbiamo mandato a quel paese lautorevolezza, abbiamo mandato a quel paese il padre. Se volessi

    descrivere com oggi, il padre che abbiamo mandato a quel paese.

  • Ma andiamo con ordine. Io lepoca di oggi la chiamo loggi delle fragilit. Cosa vuol dire le

    fragilit? Se una volta al centro avevamo la norma e la regola, oggi al centro ci sono le emozioni,

    c il sentimento, c tutto. Ma guardate tutto quello che c in giro: non c nessuno che fa

    qualcosa se non la sente. Lemozione dentro tutto. E andremo a vedere che cosa vuol dire questa

    fragilit. Bisogna per stare attenti a non commettere uno sbaglio, dove molte volte i vecchi lo

    commettono quando dicono era meglio una volta: no! Oppure le emozioni e i sentimenti non

    servono: non assolutamente vero, perch una cosa senza passione e sentimenti non ha senso.

    Ma incominciamo gi a intuire che cosa vuol dire fragilit: vuol dire che, se lemozione deborda e

    governa me, noi ci troviamo alloggi. E intuiamo gi come sar il domani, come sar il futuro del

    domani, anche della Chiesa del domani: sar quello di un uomo che, tenendo conto di tutto quello

    che sente e che prova, orienta s. Ma deve tener conto di tutte le emozioni e i sentimenti, non deve

    diventarne dipendente. Oggi siamo in questepoca, dove quello che governa, al centro il

    sentimento e lemozione. E dovremmo stare attenti a non dire che era meglio una volta, perch i

    nostri giovani non ci vengono pi dietro.

    Ma soffermiamoci ancora sulle fragilit di oggi, diamo ancora uno sguardo alloggi.

    Tre esempi: a scuola, se io dessi in mano un foglio di carta a tutte le scuole dItalia, e agli insegnanti

    chiedessi loro: sentite, quali sono le cose che vi danno pi fastidio dei vostri bambini e dei vostri

    ragazzi?. Mica mi vengono a dire lintelligenza, non