RELAZIONE AL X° CONGRESSO SPI CGIL MONZA E BRIANZA · Il territorio di Monza e Brianza Nel nostro...
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RELAZIONE AL X° CONGRESSO
SPI CGIL MONZA E BRIANZA
Compagne e compagni,
Sento il dovere di Ringraziare tutte e tutti coloro che si sono impegnati per
l’organizzazione delle assemblee congressuali, a partire dalle discussioni
nell’Assemblea generale, nel Comitato Direttivo, nei Direttivi di Lega, con la
riunione dei Segretari Generali di Lega; per proseguire attraverso l’invio dei
documenti con Spiinsieme, degli sms e delle telefonate che hanno dato un
indispensabile contributo per favorire la partecipazione delle iscritte e degli
iscritti.
Ritengo che vada riconosciuto l’impegno e la correttezza dei comportamenti
delle compagne e dei compagni che hanno organizzato e illustrato le mozioni
congressuali. La nostra democrazia ha tanti difetti ma non siamo ancora
riusciti a trovare qualcosa di meglio, anche se è necessaria una ulteriore
riflessione che ci consenta di definire regole e procedure più efficaci e
adeguate.
Il congresso è stato, soprattutto, un confronto, una riflessione e un dibattito
interno ma è molto significativo avere registrato che in diverse assemblee
congressuali vi sia stata la presenza di FNP e UILP, dell’AUSER, di altre
Associazioni e anche di Sindaci e Assessori. Questo evidenzia che, per tutto
lo SPI, il dibattito interno è sempre finalizzato al nostro impegno unitario,
all’attenzione al territorio, alle politiche sociosanitarie e per offrire adeguate
risposte alle tante difficoltà quotidiane delle persone che ci sforziamo di
rappresentare.
Le assemblee congressuali
Non possiamo dire di essere pienamente soddisfatti della partecipazione alle
assemblee e al dibattito. Abbiamo tenuto 48 assemblee (quasi una in ogni
comune) nelle 25 Leghe. Hanno preso parte alle assemblee congressuali
1253 iscritte ed iscritti. Al voto, con scrutinio segreto, hanno partecipato 5712
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iscritte e iscritti. Sono numeri che raccontano il grande impegno politico e
organizzativo ma anche le difficoltà, le fatiche che limitano le presenze.
Eppure riteniamo necessario ragionare, oggi e nelle tante riunione che si
terranno nelle Leghe, per migliorare la nostra capacità di coinvolgere uomini
e donne non solo per incrementare la partecipazione alle nostre iniziative ma
per riconoscere che l’attenzione ai nostri iscritti è il primo e più rilevante
impegno. Tuttavia, il risultato politico del congresso, anche se paragonato al
precedente, ci racconta che esiste un interesse rilevante alle nostre scelte
strategiche, ad una discussione difficile, complessa ma necessaria.
I voti espressi fotografano un orientamento molto netto a favore del
documento “Il lavoro è” che ha conseguito il 97,23 % dei voti validi. Questo
risultato è il riconoscimento che l’impegno unitario ha trovato una
straordinaria attenzione. Non va, tuttavia, sottovalutato che il 2,77% dei voti
ottenuti dal documento “riconquistiamo tutto” è un segnale per sollecitare
tutta la nostra Organizzazione ad una riflessione critica e autocritica.
Cosa è emerso dal dibattito? Dal punto di vista del metodo ci viene chiesto
più coraggio nell’analizzare risultati positivi e negativi, più chiarezza nelle
proposte, più determinazione nelle rivendicazioni, più concretezza, più
informazione e coinvolgimento degli iscritti. Tra i temi sollecitati dal dibattito,
indubbiamente lavoro, sanità e pensioni hanno rappresentato il maggiore
interesse. In questo percorso, a volte un po’ accidentato, si è consolidata la
necessità di perseguire l’impegno per l’unità della CGIL e la ricerca della
massima unità con CISL e UIL. Noi siamo impegnati, dal nostro congresso, a
operare con tale obbiettivo politico e ci auguriamo che in ogni istanza vi sia
da parte di tutti lo stesso determinazione all’unità.
La CGIL, con questo congresso, è impegnata a ridare attualità e credibilità ai
nostri valori fondanti, quelli che troviamo nello Statuto ma che talvolta si
appannano nella nostra quotidianità. Tale impegno può offrire anche un
supporto alla necessità di costruire una nuova fronte progressista e delle
forze di sinistra in Italia e in Europa.
Il vero slogan del nostro congresso dovrebbe essere: “E’ il lavoro che
conferisce dignità ad ogni essere umano”.
Populismi e nuovi nazionalismi
Nel giro di pochi anni, siamo stati investiti da cambiamenti straordinari, con
una forza e una rapidità che non siamo in grado di padroneggiare. La
globalizzazione economica e finanziaria ha investito le popolazioni di tutti i
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continenti, trasformando i processi produttivi, l’allocazione delle risorse, i
producendo enormi e, a volte drammatici, fenomeni di marginalità sociale e
arretratezza culturale. La ricchezza si è distribuita in modo molto differente,
aumentando le disparità tra i popoli e tra le classi sociali. Le ineguaglianze
sono aumentate ma, per molti milioni di individui, è migliorato il reddito. Sono
state privilegiate le ricchezze finanziarie a scapito dell’economia reale.
Destano, altresì, forti preoccupazioni la qualità dell’ambiente gravemente
danneggiata con le prevedili drammatiche conseguenze: i cambiamenti
climatici, la disponibilità dell’acqua potabile, la desertificazione,
l’inquinamento della terra e dei mari ci consegnano delle sfide che potremo
vincere solo se si determinerà una grande condivisione a livello
internazionale. La trasformazione della comunicazione, con internet e social
media, ha aumentato le potenzialità di informazione e collegamento tra le
persone ma determinato una eccezionale discrasia tra percezione della realtà
e fatti. E’ stato coniato uno slogan che fotografa la situazione attuale in una
bulimia dei consumi e una anoressia dei valori. Viviamo in un mondo dove il
tempo sembra contrarsi, sempre sollecitati da immagini, i una frenesia visiva
dai tratti patologici.
Gli anni della crisi, dal 2008 in poi, hanno determinato molti cambiamenti. Lo
avevamo previsto ma avevamo sottovalutato la crescita delle paure, delle
preoccupazioni per il futuro e le enormi difficoltà a interpretare il presente,
che ha causato lo spaesamento di moltissime persone. Tali paure non hanno
trovato una capacità di lettura, di pensiero, di orientamento da parte delle
variegate, incerte e divise forze della sinistra. Questo crescente disagio si è
riverberato verso le istituzioni, nazionali ed Europee, dei partiti, ed in
particolare del pensiero “socialista”, intrecciandosi con una drammatica
recessione economica, generando un bisogno di sicurezza che è divenuta più
forte del bisogno di libertà. La crisi delle istituzioni democratiche è nata dalla
difficoltà a garantire un controllo e un indirizzo politico ai processi economici e
finanziari. In tale contesto anche la dimensione europea e la stessa idea di
unità europea ha segnata un distacco crescente nella percezione dei cittadini
rispetto alle esigenze di una difficile quotidianità.
Tutto ciò ha trovato risposte semplicistiche ed illusorie da parte di forze
politiche che si ispirano, in varie forme, al sovranismo, al nazionalismo, che
sostengono modelli di democrazia autoritaria, tendenti al superamento dei
valori fondanti dell’unità europea. Praticano la costruzione di muri, di barriere
normative e culturali contro lo straniero (soprattutto se nero e islamico o se
rom), ma anche contro i diritti delle persone rispetto a scelte di libertà, quasi e
mettere in discussione una visione moderna dello Stato laico.
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La stessa idea del rafforzamento dei dazi commerciali assume un significato
politico per contrastare la crescita economica degli stati a più recente
industrializzazione. Una nuova guerra economica e commerciale che
potrebbe determinare sviluppi molto complessi e preoccupanti.
Tali forze hanno assunto una dimensione enorme in Europa e negli Stati
Uniti. La stessa crescita dei gruppi di stampo fascista e nazista alimenta
nuove forme di razzismo, di violenza e discriminazione razziale. Dobbiamo
registrare che è stato costruito, nella percezione di strati importanti della
popolazione, l’esistenza di un nemico su cui scaricare paure e insicurezze.
Tale nemico si chiama straniero, immigrato. Noi stessi Fatichiamo a ricordare
che più di 1600 migranti sono morti nel Mediterraneo nei primi nove mesi di
quest’anno.
Insieme al sentimento di commozione per le vittime del Mediterraneo occorre
ribadire una netta condanna per chi specula sulle miserie sfruttando in modo
criminale e senza scrupoli chi intraprende questi viaggi. Noi ci batteremo con
tutta la forza di cui disponiamo per rimanere umani, per ridare valore alla
solidarietà, quali presupposti su cui costruire regole di accoglienza e
integrazione. Occorre ricordare una famosa frase di Albert Einstein Io
appartengo all’unica razza che conosco, quella umana.
Abbiamo tante volte ribadito che La Pace e la convivenza pacifica tra i popoli
si basa sulla giustizia. Chi pensa di fermare i milioni di persone che fuggono
dalle guerre, dalla fame, dai cambiamenti climatici con qualche barriera è un
illuso, un bugiardo o un mascalzone.
Molti si pongono una domanda: la democrazia è a rischio? La stessa idea di
democrazia che abbiamo conosciuto come lascito delle rivoluzioni liberali e
della lotta al nazi-fascismo è oggi a rischio. Né possiamo considerare che la
risposta possa facilmente riporsi nelle illusoria democrazia della rete che
appare più un modo per la raccolta di pulsioni e di emozioni che di scelte
consapevoli. Per questo è necessario ripartire dai valori costituzionali su cui
riconquistare un profonda consapevolezza popolare.
Il Governo Salvini-Di Maio
Il giudizio sul Governo Lega-5 stelle è, innanzitutto, un giudizio valoriale. La cifra politica di questo governo è quella della battaglia contro i migranti, contro le ONG umanitarie, contro i Sindaci dell’accoglienza come Mimmo Lucano. Dobbiamo ritrovare la nostra umanità e ridare un senso ad una vera fratellanza universale, alla speranza di un nuovo umanesimo. Dunque, definire politiche e regole a livello internazionale, nel quadro di una solidarietà
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europea, risulta indispensabile. Fare morire persone disperate in mare solo per assecondare un odio politico e razziale è miserevole e disumano. Sui migranti e sulle politiche europee, dopo pochi mesi, si assiste ad una grave crisi di credibilità internazionale che palesa l’inaffidabilità di questo Governo. Escludere i bambini stranieri dalla mensa scolastica è incivile, xenofobo e ingiusto. Da qui, oltre che dalle specifiche scelte di bilancio, nasce il deprezzamento dei titoli di stato e i timori per la crescita incontrollata del deficit e del debito pubblico. La Lega di Salvini ha assunto l’egemonia culturale di questo governo reazionario, perseguendo il contratto di governo in senso xenofobo e indirizzando le principali scelte di politica economica e sociale: La promessa di un CONDONO FISCALE ha già ridotto le entrate, il REDDITO e LA PENSIONE DI CITTADINANZA rischiano di minare l’idea stessa che il lavoro sia il mezzo per garantire una vita dignitosa, per costruire la pensione e per la realizzazione di aspirazioni individuali, QUOTA 100 PER LE PENSIONI ci riporta all’idea che i lavori siano tutti uguali e che non incidano sulla qualità e sulla speranza di vita.
Al di là dei numerosi raggiri che la lettura del DEF sta facendo emergere (per esempio la scomparsa di detrazioni fiscali importanti per le famiglie o della Naspi per i giovani disoccupati utilizzata per finanziare in parte le nuove misure), dalla composizione ipotizzabile della manovra trapela un forte squilibrio in favore della spesa corrente e a danno della spesa in conto capitale e per gli investimenti.
Sembra che si stia riproducendo una nuova stagione di assistenzialismo, di
arretramento culturale sui diritti delle donne, ad un moralismo d’accatto.
L’attacco alla 194, al diritto di famiglia, alle leggi sui diritti civili, impongono un
nuovo impegno delle donne e degli uomini della CGIL. Va rafforzato il ruolo
del coordinamento donne quale luogo di partecipazione, elaborazione e
indirizzo non solo sulle tematiche specifiche. Dovremo verificare ogni
proposta sulla base a quanto verrà inserito nella Legge di bilancio 2019 ma,
ad oggi, si prevede un aumento del deficit al 2,4% sul PIL senza alcun
incremento degli investimenti per aggredire il tema dello sviluppo, della
crescita occupazionale, della tutela ambientale. Occorre, invece, affrontare e
risolvere i ritardi negli investimenti pubblici e privati, nella ricerca, nelle
infrastrutture, nell’welfare, nell’istruzione e nella LEGALITA’ che impediscono
una crescita equilibrata dell’occupazione, dell’economia e della società. Forse
aveva ragione Winston Churchill quando diceva che: Il politico diventa
uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece
che alle prossime elezioni.
Non è certamente un caso che il tema della lotta alle mafie e alla corruzione,
invece di diventare il centro di nuove convergenze democratiche e di più
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efficaci interventi repressivi, si sia trasformato in pure dichiarazioni formali o
in ulteriori messaggi propagandistici.
I cambiamenti della CGIL
Ma noi, lo SPI e la CGIL, cosa abbiamo fatto in questi anni difficili? Come
siamo cambiati in questi anni di straordinarie trasformazioni? Come aveva
lucidamente indicato Riccardo Terzi, si è accentuata la separazione tra
dimensione sociale e dimensione politica. La “nuova” autonomia della CGIL si
è costruita a partire dalla mobilitazione sul jobs act, alla posizione sul
referendum costituzionale, fino alla elaborazione della carta dei diritti del
lavoro e i relativi tre referendum abrogativi che, pur nella complessità, hanno
conseguito risultati apprezzabili. Le debolezze del mondo sindacale sono
state affrontate, dapprima con un difficile percorso unitario e, in seguito,
attraverso la condivisione con le organizzazioni datoriali per il rinnovo dei
contratti nazionali di lavoro. La piattaforma unitaria sulle pensioni ed il
successivo accordo (parziale) con il governo hanno invece caratterizzato
l’avvio di una “fase acquisitiva” dopo anni di politiche necessariamente
difensive. Tuttavia, NON SIAMO RIUSCITI A METTERE AL CENTRO DELLE
SCELTE POLITICHE IL LAVORO DEI GIOVANI, LA NECESSITA’ DI UN
LAVORO STABILE E DIGNITOSO.
Il Tesseramento
Come sta la CGIL? Come sta lo SPI? I dati sul tesseramento ci dicono che la
nostra capacità di fare nuove iscritti, di attrarre con le nostre attività,
soprattutto di tutela individuale, uomini e donne si è consolidata. Abbiamo
sostanzialmente gli stessi iscritti di quattro anni fa (39762 nel 2014 39881
certificati nel 2017), anche se nel frattempo l’età media è cresciuta e questo
determina un dato sulla cessazioni assai elevato. La stragrande maggioranza
dei nostri iscritti ha pensioni di valore basso e medio, anche se il valore
medio delle nuove pensioni è mediamente più elevato. Dobbiamo, tuttavia,
perseguire nuovi obiettivi e individuare ulteriori modalità di contato con i
pensionandi per evitare un indebolimento politico e organizzativo, già
evidente in altri territori e anche in altre Organizzazioni.
Le risorse
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Il nostro dato organizzativo ha determinato una continuità delle entrate. Ma
come abbiamo gestito le risorse negli scorsi anni?
Abbiamo perseguito il rafforzamento del ruolo delle Leghe, attraverso il
miglioramento delle sedi, il potenziamento delle risorse finalizzate all’attività
politica e alle tutele individuali. Si sono affrontate le criticità pre-esistenti
attraverso la valorizzazione patrimoniale delle situazioni creditorie. Si è
deciso, successivamente, d’intesa con la Camera del Lavoro e con il
supporto dello SPI Lombardia, di privilegiare la qualificazione delle sedi
centro zona con acquisizioni immobiliari e relative ristrutturazioni a Desio e
Vimercate.
La gestione economica e patrimoniale ha determinato, nell’ultimo
quadriennio, una crescita del patrimonio immobiliare di circa il 180% a fronte
di un incremento del debito del 53% di una riduzione della liquidità bancaria
del 11%.
E’ utile continuare a perseguire il rafforzamento della quota di sedi in diretta
proprietà al sistema CGIL. Tale indirizzo, associato ad una attenta gestione
dei risparmi, consolida il ruolo e le prospettive della CGIL nel territorio.
Ovviamente è necessario che tale impegno sia associato ad un rigoroso
rispetto dell’equilibrio del conto economico. Un indirizzo di tale portata indica
un rafforzamento delle politiche e delle risorse per le Leghe e per l’insieme
delle attività che in ogni sede va garantita.
La contrattazione
Le sfide che le continue trasformazioni tecnologiche, dei modelli organizzativi
e delle reti produttive e dei servizi rappresentano l’essenza stessa del ruolo
del Sindacato che dovrà essere in grado di definire nuove politiche
contrattuali che tengano insieme le trasformazioni produttive, come industria
4.0, l’accelerazione dell’automazione, la capacità di contrattare la ripartizione
del lavoro tramite l’algoritmo. L’impegno a battersi per la piena occupazione
andrà coniugata con una revisione generalizzata degli orari e con una nuova
articolazione delle professionalità e dei salari. La difficoltà a rappresentare
segmenti sempre più ampi di lavoratrici e lavoratori, dispersi in una miriade di
piccole e piccolissime imprese e frantumato in una variegata complessità di
rapporti di lavoro, segmentati discontinui e precari. Tale impegno va
completata con una più adeguata capacità di contrattazione sociale e
territoriale.
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Le trasformazioni demografiche
L’invecchiamento della società, con l’aumento della aspettativa di vita, oggi a
circa 81 anni per i maschi e 85 per le donne, si acuisce la curva relativa alla
denatalità, comportano la complessiva trasformazione demografica della
società. Continua, peraltro, la crescita del disagio e della non autosufficienza
con una speranza di vita senza limitazione per gli over 65 di 7,8 anni per gli
uomini e di 7,5 per le donne. Le prospettive, secondo l’Istat, definiscono una
ulteriore accentuazione di tali fenomeni, solo parzialmente mitigati dai
migranti, tanto che gli over 65 dal 22% del 2016 tenderà a diventare il 33,7%
nel 2045. Ne consegue che il nostro impegno su tali tematiche è destinato ad
accentuarsi attraverso un nuovo impulso al ruolo degli sportelli sociali della
non autosufficienza. Le nuove politiche contrattuali del territorio inerente i
comparti sociali e sanitario: ripensare e rafforzare la contrattazione sociale
partendo dall’esperienza straordinaria di rapporti unitari solidi e costruttivi
incardinati nel Gruppo Unitario Territoriale.
Il territorio di Monza e Brianza
Nel nostro territorio, si è determinato, con gradualità ma forte intensità, un
indebolimento e spezzettamento della governance istituzionale (provincia,
Camera di Commercio) e territoriale (casa, sanità) che si è associata ad una
frantumazione e divaricazione della rappresentanza sociale, sindacale e
imprenditoriale.
Non va ulteriormente rinviata l’avvio di una riflessione della CGIL sulla
territorialità, anche per evitare di ripercorrere pedissequamente soluzioni già
attuate da altre Organizzazioni.
Abbiamo cercato di affrontare questi cambiamenti e i diversi mutamenti di
carattere politico-amministrativo attraverso progetti e proposte che definivano
una nuova dimensione della contrattazione sociale e territoriale. La qualità e
la profondità dei rapporti unitari, con FNP e UILP, la corresponsabilità politica
con le Confederazioni, strutturata nel Gruppo Unitario Territoriale e la
collaborazione con il Terzo Settore, hanno conseguito significativi risultati, dal
tavolo welfare all’osservatorio anziani del Comune di Monza, solo per citarne
alcuni. Ma ogni risultato può essere temporaneo, come sta facendo la Giunta
Allevi a Monza. Noi continuiamo a pensare che le sfide dei prossimi anni
richiedano un aggiornamento della nostra strumentazione che vede nei
progetti del “sindacalista civico” e del “bilancio sociale e di genere”, idee
funzionali a realizzare un salto di qualità nella partecipazione, nelle
strumentazioni e nella verifica dei risultati.
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Va mantenuta una forte attenzione ai bisogni sociali, in una visione
complessiva che veda una costante attenzione alle attività che realizzano il
dialogo intergenerazionale. La trasmissione della “memoria operaia”, il
rispetto della legalità e la lotta alle mafie (come non ricordare il significato
dell’orto “Lea Garofalo”?), la stessa idea del sindacalista civico si muove per
mantenere e rafforzare i percorsi comunicativi e di scambio civile tra le
generazioni.
La situazione della sanità nel territorio merita una riflessione e la precisa
determinazione ad aprire una nuova fase di rivendicazione e mobilitazione.
Tale scelta è favorita dalla piattaforma nazionale unitaria e dalle proposte
contenute in “Agenda Sanità 2018” che indica gli obiettivi sindacali in regione
Lombardia. Non partiamo da zero ma, al contrario, siamo stati attori di
importanti momento di informazione e orientamento dei cittadini. Abbiamo
costantemente presidiato tutte le fase di confronto con i responsabili sanitari
attraverso proposte significative e accordi interessanti. Ma dobbiamo essere
in grado di costruire un percorso che indichi obiettivi di breve e medio periodo
(liste d’attesa, pronto soccorso, servizi territoriali, psichiatria, integrazione
socio sanitaria) attraverso il pieno coinvolgimento di lavoratori, pensionati e
cittadini. Dobbiamo continuare il percorso avviato sui Piani di Zona in cui
siamo stati protagonisti, insieme al Terzo Settore, del confronto Istituzionale e
sociale.
Le Leghe
Da tempo abbiamo consolidato un modello di insediamento territoriale diffuso
e qualificato per le tutele individuali e la rappresentanza collettiva. La
straordinaria e irripetibile generosità di una generazione ha garantito e ancora
consente di realizzare in quasi tutti i Comuni del territorio un forte e qualificato
punto di riferimento per pensionati e lavoratori. Tale modello va
salvaguardato ma occorre essere disponibili a coordinare il nostro modello di
insediamento territoriale con la CGIL, per la costruzione di un progetto
condiviso. L’obiettivo di migliorare l’insieme delle attività da garantire in ogni
sede, suggerisce di sviluppare una ulteriore valutazione sulle Leghe
finalizzato ad un nuovo processo di omogeneizzazione dimensionale.
L’esigenza primaria rimane quella di puntare ad una nuova leva di attiviste e
attivisti su cui costruire una generazione di dirigenti. Va garantito il massimo
impegno per realizzare una presenza equilibrato di donne e uomini. Risulta,
perciò, indispensabile costruire una più funzionale collaborazione con le
Categorie per favorire l’ingresso di attivisti e delegati. Dobbiamo, altresì,
sperimentare nuovi modelli di ricerca di volontarie e volontari.
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Siamo consapevoli che diventa sempre più importante privilegiare e investire
sulla formazione, quale processo costante di aggiornamento, apprendimento
e rafforzamento del lavoro collettivo.
Tra i principali obiettivi appare prioritario richiamare il rafforzamento delle
attività sulle tutele individuali, attraverso un potenziamento del progetto sui
“diritti inespressi” e controllo pensioni, l’accompagnamento alla pensione e
una migliore integrazione con il sistema dei servizi Cgil (INCA e CAF). La
collaborazione e condivisione con AUSER di molti obiettivi dal trasporto
sociale, ai centri anziani nei Comuni, ai punti di ascolto per le solitudini o con
le Istituzioni Sanitarie si intreccia con le attività condivise per l’invecchiamento
attivo e i Giochi di Liberetà.
L’area Benessere ha evidenziato una impegno di innovazione molto
significativo. A fianco dei giochi di Liberetà, diffusi nel territorio, e alle
iniziative per il tempo libero, sono stati intrapresi vari progetti: sindacato e
arte, avviamento all’uso dei social network e del PC, il decalogo
dell’investitore consapevole, non ci casco.
Anche le necessità di tutela sono diventate più complesse e sempre più
utilizzate sono le convenzioni con Federconsumatori e SUNIA.
La comunicazione
Abbiamo presentato ed attivato un progetto comunicazione, inteso come
fattore strategico. Siamo convinti che si dovrebbe riuscire a utilizzare la
comunicazione come uno strumento di partecipazione, di accesso ad
un’informazione che consenta una costruzione condivisa di una visione della
rappresentanza. Per farlo, la sfida sta nel realizzare una comunicazione
bidirezionale. Una parte del rinnovamento sindacale riguarda la capacità di
divulgare il suo operato e la sua immagine in maniera più efficace e
strategica, ovvero la comunicazione va intesa come organizzazione,
relazione e progettualità.
Per una nuova CGIL
La Cgil del futuro va costruita ogni giorno, in ogni nostra scelta. C’è un tema
che è stato richiamato più volte in questa relazione: il ruolo delle donne nella
società e nella Cgil. Occorre proseguire con determinazione la realizzazione
di una Cgil in cui sia effettiva la pratica della democrazia paritaria. Abbiamo
bisogno di riscoprire cultura, memoria, storia per costruire tutte insieme,
giovani e meno giovani, un Paese a misura di donne.
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La CGIL deve perseguire, inoltre, il rinnovamento generazionale per favorire
la costruzione di nuove forme di rappresentanza e di contrattazione, per un
rinnovamento della cultura sindacale che sappia dare attualità e forza ai
nostri valori fondanti: uguaglianza, solidarietà e democrazia.
Il congresso ne ha parlato poco ma tutti siamo consapevoli della necessità di
una rapida trasformazione organizzativa della CGIL finalizzata ad affrontare
la sfida per la costruzione di un sindacato confederale aperto, inclusivo e
unitario. Un elemento essenziale di questo nuovo modello deve essere la
territorialità.
Riflessioni conclusive
Ringrazio tutte le compagne e i compagni, a cominciare dalla Segreteria, i
collaboratori, i coordinatori, le attiviste e gli attivisti delle Leghe per tutto il
lavoro già fatto negli anni scorsi e in questa fase. Prometto a tutte e tutti che
ci aspettano anni ancora molto impegnativi.
Ringrazio i Segretari di FNP e UILP e gli altri invitati per la loro presenza e la
consueta pazienza. Sono convinto che i contributi di tutti gli interventi ci
consentiranno di vivere una giornata utile e proficua.
Voglio salutare pubblicamente Maurizio Laini che ha voluto essere qui, e
colgo l’occasione, oltre che per una caloroso saluto, anche per un sincero
apprezzamento e riconoscimento per la qualità del suo lavoro come
Segretario Generale della CGIL Monza e Brianza.
Mi aspetto una riflessione importante da Stefano Landini sulle prospettive
unitarie della CGIL e dello SPI, anche in relazione alla complessa
discussione sul nuovo Segretario nazionale.
Nei momenti difficili, occorre attingere dalle sensibilità e intelligenze più
diverse. Per dare il senso della esperienza sindacale e dell’importanza del
lavoro collettivo, voglio proporre due brevi citazioni.
Ernesto “Che” Guevara ha detto: “Ciascuno di noi da solo non vale nulla”.
Papa Francesco, che con il suo pensiero può aiutarci a costruire un nuovo
umanesimo, ha sostenuto: “Non c’è una buona società senza un buon
sindacato. Sindacato è una bella parola che significa GIUSTIZIA e INSIEME.
Non c’è giustizia insieme se non è insieme agli esclusi di oggi”.
Buon congresso a tutte e tutti!