RELAZIONE AL X° CONGRESSO SPI CGIL MONZA E BRIANZA · Il territorio di Monza e Brianza Nel nostro...

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1 RELAZIONE AL X° CONGRESSO SPI CGIL MONZA E BRIANZA Compagne e compagni, Sento il dovere di Ringraziare tutte e tutti coloro che si sono impegnati per l’organizzazione delle assemblee congressuali , a partire dalle discussioni nell’Assemblea generale, nel Comitato Direttivo, nei Direttivi di Lega, con la riunione dei Segretari Generali di Lega; per proseguire attraverso l’invio dei documenti con Spiinsieme, degli sms e delle telefonate che hanno dato un indispensabile contributo per favorire la partecipazione delle iscritte e degli iscritti. Ritengo che vada riconosciuto l’impegno e la correttezza dei comportamenti delle compagne e dei compagni che hanno organizzato e illustrato le mozioni congressuali. La nostra democrazia ha tanti difetti ma non siamo ancora riusciti a trovare qualcosa di meglio, anche se è necessaria una ulteriore riflessione che ci consenta di definire regole e procedure più efficaci e adeguate. Il congresso è stato, soprattutto, un confronto, una riflessione e un dibattito interno ma è molto significativo avere registrato che in diverse assemblee congressuali vi sia stata la presenza di FNP e UILP, dell’AUSER, di altre Associazioni e anche di Sindaci e Assessori. Questo evidenzia che, per tutto lo SPI, il dibattito interno è sempre finalizzato al nostro impegno unitario, all’attenzione al territorio, alle politiche sociosanitarie e per offrire adeguate risposte alle tante difficoltà quotidiane delle persone che ci sforziamo di rappresentare. Le assemblee congressuali Non possiamo dire di essere pienamente soddisfatti della partecipazione alle assemblee e al dibattito. Abbiamo tenuto 48 assemblee (quasi una in ogni comune) nelle 25 Leghe. Hanno preso parte alle assemblee congressuali 1253 iscritte ed iscritti. Al voto, con scrutinio segreto, hanno partecipato 5712

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RELAZIONE AL X° CONGRESSO

SPI CGIL MONZA E BRIANZA

Compagne e compagni,

Sento il dovere di Ringraziare tutte e tutti coloro che si sono impegnati per

l’organizzazione delle assemblee congressuali, a partire dalle discussioni

nell’Assemblea generale, nel Comitato Direttivo, nei Direttivi di Lega, con la

riunione dei Segretari Generali di Lega; per proseguire attraverso l’invio dei

documenti con Spiinsieme, degli sms e delle telefonate che hanno dato un

indispensabile contributo per favorire la partecipazione delle iscritte e degli

iscritti.

Ritengo che vada riconosciuto l’impegno e la correttezza dei comportamenti

delle compagne e dei compagni che hanno organizzato e illustrato le mozioni

congressuali. La nostra democrazia ha tanti difetti ma non siamo ancora

riusciti a trovare qualcosa di meglio, anche se è necessaria una ulteriore

riflessione che ci consenta di definire regole e procedure più efficaci e

adeguate.

Il congresso è stato, soprattutto, un confronto, una riflessione e un dibattito

interno ma è molto significativo avere registrato che in diverse assemblee

congressuali vi sia stata la presenza di FNP e UILP, dell’AUSER, di altre

Associazioni e anche di Sindaci e Assessori. Questo evidenzia che, per tutto

lo SPI, il dibattito interno è sempre finalizzato al nostro impegno unitario,

all’attenzione al territorio, alle politiche sociosanitarie e per offrire adeguate

risposte alle tante difficoltà quotidiane delle persone che ci sforziamo di

rappresentare.

Le assemblee congressuali

Non possiamo dire di essere pienamente soddisfatti della partecipazione alle

assemblee e al dibattito. Abbiamo tenuto 48 assemblee (quasi una in ogni

comune) nelle 25 Leghe. Hanno preso parte alle assemblee congressuali

1253 iscritte ed iscritti. Al voto, con scrutinio segreto, hanno partecipato 5712

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iscritte e iscritti. Sono numeri che raccontano il grande impegno politico e

organizzativo ma anche le difficoltà, le fatiche che limitano le presenze.

Eppure riteniamo necessario ragionare, oggi e nelle tante riunione che si

terranno nelle Leghe, per migliorare la nostra capacità di coinvolgere uomini

e donne non solo per incrementare la partecipazione alle nostre iniziative ma

per riconoscere che l’attenzione ai nostri iscritti è il primo e più rilevante

impegno. Tuttavia, il risultato politico del congresso, anche se paragonato al

precedente, ci racconta che esiste un interesse rilevante alle nostre scelte

strategiche, ad una discussione difficile, complessa ma necessaria.

I voti espressi fotografano un orientamento molto netto a favore del

documento “Il lavoro è” che ha conseguito il 97,23 % dei voti validi. Questo

risultato è il riconoscimento che l’impegno unitario ha trovato una

straordinaria attenzione. Non va, tuttavia, sottovalutato che il 2,77% dei voti

ottenuti dal documento “riconquistiamo tutto” è un segnale per sollecitare

tutta la nostra Organizzazione ad una riflessione critica e autocritica.

Cosa è emerso dal dibattito? Dal punto di vista del metodo ci viene chiesto

più coraggio nell’analizzare risultati positivi e negativi, più chiarezza nelle

proposte, più determinazione nelle rivendicazioni, più concretezza, più

informazione e coinvolgimento degli iscritti. Tra i temi sollecitati dal dibattito,

indubbiamente lavoro, sanità e pensioni hanno rappresentato il maggiore

interesse. In questo percorso, a volte un po’ accidentato, si è consolidata la

necessità di perseguire l’impegno per l’unità della CGIL e la ricerca della

massima unità con CISL e UIL. Noi siamo impegnati, dal nostro congresso, a

operare con tale obbiettivo politico e ci auguriamo che in ogni istanza vi sia

da parte di tutti lo stesso determinazione all’unità.

La CGIL, con questo congresso, è impegnata a ridare attualità e credibilità ai

nostri valori fondanti, quelli che troviamo nello Statuto ma che talvolta si

appannano nella nostra quotidianità. Tale impegno può offrire anche un

supporto alla necessità di costruire una nuova fronte progressista e delle

forze di sinistra in Italia e in Europa.

Il vero slogan del nostro congresso dovrebbe essere: “E’ il lavoro che

conferisce dignità ad ogni essere umano”.

Populismi e nuovi nazionalismi

Nel giro di pochi anni, siamo stati investiti da cambiamenti straordinari, con

una forza e una rapidità che non siamo in grado di padroneggiare. La

globalizzazione economica e finanziaria ha investito le popolazioni di tutti i

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continenti, trasformando i processi produttivi, l’allocazione delle risorse, i

producendo enormi e, a volte drammatici, fenomeni di marginalità sociale e

arretratezza culturale. La ricchezza si è distribuita in modo molto differente,

aumentando le disparità tra i popoli e tra le classi sociali. Le ineguaglianze

sono aumentate ma, per molti milioni di individui, è migliorato il reddito. Sono

state privilegiate le ricchezze finanziarie a scapito dell’economia reale.

Destano, altresì, forti preoccupazioni la qualità dell’ambiente gravemente

danneggiata con le prevedili drammatiche conseguenze: i cambiamenti

climatici, la disponibilità dell’acqua potabile, la desertificazione,

l’inquinamento della terra e dei mari ci consegnano delle sfide che potremo

vincere solo se si determinerà una grande condivisione a livello

internazionale. La trasformazione della comunicazione, con internet e social

media, ha aumentato le potenzialità di informazione e collegamento tra le

persone ma determinato una eccezionale discrasia tra percezione della realtà

e fatti. E’ stato coniato uno slogan che fotografa la situazione attuale in una

bulimia dei consumi e una anoressia dei valori. Viviamo in un mondo dove il

tempo sembra contrarsi, sempre sollecitati da immagini, i una frenesia visiva

dai tratti patologici.

Gli anni della crisi, dal 2008 in poi, hanno determinato molti cambiamenti. Lo

avevamo previsto ma avevamo sottovalutato la crescita delle paure, delle

preoccupazioni per il futuro e le enormi difficoltà a interpretare il presente,

che ha causato lo spaesamento di moltissime persone. Tali paure non hanno

trovato una capacità di lettura, di pensiero, di orientamento da parte delle

variegate, incerte e divise forze della sinistra. Questo crescente disagio si è

riverberato verso le istituzioni, nazionali ed Europee, dei partiti, ed in

particolare del pensiero “socialista”, intrecciandosi con una drammatica

recessione economica, generando un bisogno di sicurezza che è divenuta più

forte del bisogno di libertà. La crisi delle istituzioni democratiche è nata dalla

difficoltà a garantire un controllo e un indirizzo politico ai processi economici e

finanziari. In tale contesto anche la dimensione europea e la stessa idea di

unità europea ha segnata un distacco crescente nella percezione dei cittadini

rispetto alle esigenze di una difficile quotidianità.

Tutto ciò ha trovato risposte semplicistiche ed illusorie da parte di forze

politiche che si ispirano, in varie forme, al sovranismo, al nazionalismo, che

sostengono modelli di democrazia autoritaria, tendenti al superamento dei

valori fondanti dell’unità europea. Praticano la costruzione di muri, di barriere

normative e culturali contro lo straniero (soprattutto se nero e islamico o se

rom), ma anche contro i diritti delle persone rispetto a scelte di libertà, quasi e

mettere in discussione una visione moderna dello Stato laico.

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La stessa idea del rafforzamento dei dazi commerciali assume un significato

politico per contrastare la crescita economica degli stati a più recente

industrializzazione. Una nuova guerra economica e commerciale che

potrebbe determinare sviluppi molto complessi e preoccupanti.

Tali forze hanno assunto una dimensione enorme in Europa e negli Stati

Uniti. La stessa crescita dei gruppi di stampo fascista e nazista alimenta

nuove forme di razzismo, di violenza e discriminazione razziale. Dobbiamo

registrare che è stato costruito, nella percezione di strati importanti della

popolazione, l’esistenza di un nemico su cui scaricare paure e insicurezze.

Tale nemico si chiama straniero, immigrato. Noi stessi Fatichiamo a ricordare

che più di 1600 migranti sono morti nel Mediterraneo nei primi nove mesi di

quest’anno.

Insieme al sentimento di commozione per le vittime del Mediterraneo occorre

ribadire una netta condanna per chi specula sulle miserie sfruttando in modo

criminale e senza scrupoli chi intraprende questi viaggi. Noi ci batteremo con

tutta la forza di cui disponiamo per rimanere umani, per ridare valore alla

solidarietà, quali presupposti su cui costruire regole di accoglienza e

integrazione. Occorre ricordare una famosa frase di Albert Einstein Io

appartengo all’unica razza che conosco, quella umana.

Abbiamo tante volte ribadito che La Pace e la convivenza pacifica tra i popoli

si basa sulla giustizia. Chi pensa di fermare i milioni di persone che fuggono

dalle guerre, dalla fame, dai cambiamenti climatici con qualche barriera è un

illuso, un bugiardo o un mascalzone.

Molti si pongono una domanda: la democrazia è a rischio? La stessa idea di

democrazia che abbiamo conosciuto come lascito delle rivoluzioni liberali e

della lotta al nazi-fascismo è oggi a rischio. Né possiamo considerare che la

risposta possa facilmente riporsi nelle illusoria democrazia della rete che

appare più un modo per la raccolta di pulsioni e di emozioni che di scelte

consapevoli. Per questo è necessario ripartire dai valori costituzionali su cui

riconquistare un profonda consapevolezza popolare.

Il Governo Salvini-Di Maio

Il giudizio sul Governo Lega-5 stelle è, innanzitutto, un giudizio valoriale. La cifra politica di questo governo è quella della battaglia contro i migranti, contro le ONG umanitarie, contro i Sindaci dell’accoglienza come Mimmo Lucano. Dobbiamo ritrovare la nostra umanità e ridare un senso ad una vera fratellanza universale, alla speranza di un nuovo umanesimo. Dunque, definire politiche e regole a livello internazionale, nel quadro di una solidarietà

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europea, risulta indispensabile. Fare morire persone disperate in mare solo per assecondare un odio politico e razziale è miserevole e disumano. Sui migranti e sulle politiche europee, dopo pochi mesi, si assiste ad una grave crisi di credibilità internazionale che palesa l’inaffidabilità di questo Governo. Escludere i bambini stranieri dalla mensa scolastica è incivile, xenofobo e ingiusto. Da qui, oltre che dalle specifiche scelte di bilancio, nasce il deprezzamento dei titoli di stato e i timori per la crescita incontrollata del deficit e del debito pubblico. La Lega di Salvini ha assunto l’egemonia culturale di questo governo reazionario, perseguendo il contratto di governo in senso xenofobo e indirizzando le principali scelte di politica economica e sociale: La promessa di un CONDONO FISCALE ha già ridotto le entrate, il REDDITO e LA PENSIONE DI CITTADINANZA rischiano di minare l’idea stessa che il lavoro sia il mezzo per garantire una vita dignitosa, per costruire la pensione e per la realizzazione di aspirazioni individuali, QUOTA 100 PER LE PENSIONI ci riporta all’idea che i lavori siano tutti uguali e che non incidano sulla qualità e sulla speranza di vita.

Al di là dei numerosi raggiri che la lettura del DEF sta facendo emergere (per esempio la scomparsa di detrazioni fiscali importanti per le famiglie o della Naspi per i giovani disoccupati utilizzata per finanziare in parte le nuove misure), dalla composizione ipotizzabile della manovra trapela un forte squilibrio in favore della spesa corrente e a danno della spesa in conto capitale e per gli investimenti.

Sembra che si stia riproducendo una nuova stagione di assistenzialismo, di

arretramento culturale sui diritti delle donne, ad un moralismo d’accatto.

L’attacco alla 194, al diritto di famiglia, alle leggi sui diritti civili, impongono un

nuovo impegno delle donne e degli uomini della CGIL. Va rafforzato il ruolo

del coordinamento donne quale luogo di partecipazione, elaborazione e

indirizzo non solo sulle tematiche specifiche. Dovremo verificare ogni

proposta sulla base a quanto verrà inserito nella Legge di bilancio 2019 ma,

ad oggi, si prevede un aumento del deficit al 2,4% sul PIL senza alcun

incremento degli investimenti per aggredire il tema dello sviluppo, della

crescita occupazionale, della tutela ambientale. Occorre, invece, affrontare e

risolvere i ritardi negli investimenti pubblici e privati, nella ricerca, nelle

infrastrutture, nell’welfare, nell’istruzione e nella LEGALITA’ che impediscono

una crescita equilibrata dell’occupazione, dell’economia e della società. Forse

aveva ragione Winston Churchill quando diceva che: Il politico diventa

uomo di stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni invece

che alle prossime elezioni.

Non è certamente un caso che il tema della lotta alle mafie e alla corruzione,

invece di diventare il centro di nuove convergenze democratiche e di più

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efficaci interventi repressivi, si sia trasformato in pure dichiarazioni formali o

in ulteriori messaggi propagandistici.

I cambiamenti della CGIL

Ma noi, lo SPI e la CGIL, cosa abbiamo fatto in questi anni difficili? Come

siamo cambiati in questi anni di straordinarie trasformazioni? Come aveva

lucidamente indicato Riccardo Terzi, si è accentuata la separazione tra

dimensione sociale e dimensione politica. La “nuova” autonomia della CGIL si

è costruita a partire dalla mobilitazione sul jobs act, alla posizione sul

referendum costituzionale, fino alla elaborazione della carta dei diritti del

lavoro e i relativi tre referendum abrogativi che, pur nella complessità, hanno

conseguito risultati apprezzabili. Le debolezze del mondo sindacale sono

state affrontate, dapprima con un difficile percorso unitario e, in seguito,

attraverso la condivisione con le organizzazioni datoriali per il rinnovo dei

contratti nazionali di lavoro. La piattaforma unitaria sulle pensioni ed il

successivo accordo (parziale) con il governo hanno invece caratterizzato

l’avvio di una “fase acquisitiva” dopo anni di politiche necessariamente

difensive. Tuttavia, NON SIAMO RIUSCITI A METTERE AL CENTRO DELLE

SCELTE POLITICHE IL LAVORO DEI GIOVANI, LA NECESSITA’ DI UN

LAVORO STABILE E DIGNITOSO.

Il Tesseramento

Come sta la CGIL? Come sta lo SPI? I dati sul tesseramento ci dicono che la

nostra capacità di fare nuove iscritti, di attrarre con le nostre attività,

soprattutto di tutela individuale, uomini e donne si è consolidata. Abbiamo

sostanzialmente gli stessi iscritti di quattro anni fa (39762 nel 2014 39881

certificati nel 2017), anche se nel frattempo l’età media è cresciuta e questo

determina un dato sulla cessazioni assai elevato. La stragrande maggioranza

dei nostri iscritti ha pensioni di valore basso e medio, anche se il valore

medio delle nuove pensioni è mediamente più elevato. Dobbiamo, tuttavia,

perseguire nuovi obiettivi e individuare ulteriori modalità di contato con i

pensionandi per evitare un indebolimento politico e organizzativo, già

evidente in altri territori e anche in altre Organizzazioni.

Le risorse

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Il nostro dato organizzativo ha determinato una continuità delle entrate. Ma

come abbiamo gestito le risorse negli scorsi anni?

Abbiamo perseguito il rafforzamento del ruolo delle Leghe, attraverso il

miglioramento delle sedi, il potenziamento delle risorse finalizzate all’attività

politica e alle tutele individuali. Si sono affrontate le criticità pre-esistenti

attraverso la valorizzazione patrimoniale delle situazioni creditorie. Si è

deciso, successivamente, d’intesa con la Camera del Lavoro e con il

supporto dello SPI Lombardia, di privilegiare la qualificazione delle sedi

centro zona con acquisizioni immobiliari e relative ristrutturazioni a Desio e

Vimercate.

La gestione economica e patrimoniale ha determinato, nell’ultimo

quadriennio, una crescita del patrimonio immobiliare di circa il 180% a fronte

di un incremento del debito del 53% di una riduzione della liquidità bancaria

del 11%.

E’ utile continuare a perseguire il rafforzamento della quota di sedi in diretta

proprietà al sistema CGIL. Tale indirizzo, associato ad una attenta gestione

dei risparmi, consolida il ruolo e le prospettive della CGIL nel territorio.

Ovviamente è necessario che tale impegno sia associato ad un rigoroso

rispetto dell’equilibrio del conto economico. Un indirizzo di tale portata indica

un rafforzamento delle politiche e delle risorse per le Leghe e per l’insieme

delle attività che in ogni sede va garantita.

La contrattazione

Le sfide che le continue trasformazioni tecnologiche, dei modelli organizzativi

e delle reti produttive e dei servizi rappresentano l’essenza stessa del ruolo

del Sindacato che dovrà essere in grado di definire nuove politiche

contrattuali che tengano insieme le trasformazioni produttive, come industria

4.0, l’accelerazione dell’automazione, la capacità di contrattare la ripartizione

del lavoro tramite l’algoritmo. L’impegno a battersi per la piena occupazione

andrà coniugata con una revisione generalizzata degli orari e con una nuova

articolazione delle professionalità e dei salari. La difficoltà a rappresentare

segmenti sempre più ampi di lavoratrici e lavoratori, dispersi in una miriade di

piccole e piccolissime imprese e frantumato in una variegata complessità di

rapporti di lavoro, segmentati discontinui e precari. Tale impegno va

completata con una più adeguata capacità di contrattazione sociale e

territoriale.

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Le trasformazioni demografiche

L’invecchiamento della società, con l’aumento della aspettativa di vita, oggi a

circa 81 anni per i maschi e 85 per le donne, si acuisce la curva relativa alla

denatalità, comportano la complessiva trasformazione demografica della

società. Continua, peraltro, la crescita del disagio e della non autosufficienza

con una speranza di vita senza limitazione per gli over 65 di 7,8 anni per gli

uomini e di 7,5 per le donne. Le prospettive, secondo l’Istat, definiscono una

ulteriore accentuazione di tali fenomeni, solo parzialmente mitigati dai

migranti, tanto che gli over 65 dal 22% del 2016 tenderà a diventare il 33,7%

nel 2045. Ne consegue che il nostro impegno su tali tematiche è destinato ad

accentuarsi attraverso un nuovo impulso al ruolo degli sportelli sociali della

non autosufficienza. Le nuove politiche contrattuali del territorio inerente i

comparti sociali e sanitario: ripensare e rafforzare la contrattazione sociale

partendo dall’esperienza straordinaria di rapporti unitari solidi e costruttivi

incardinati nel Gruppo Unitario Territoriale.

Il territorio di Monza e Brianza

Nel nostro territorio, si è determinato, con gradualità ma forte intensità, un

indebolimento e spezzettamento della governance istituzionale (provincia,

Camera di Commercio) e territoriale (casa, sanità) che si è associata ad una

frantumazione e divaricazione della rappresentanza sociale, sindacale e

imprenditoriale.

Non va ulteriormente rinviata l’avvio di una riflessione della CGIL sulla

territorialità, anche per evitare di ripercorrere pedissequamente soluzioni già

attuate da altre Organizzazioni.

Abbiamo cercato di affrontare questi cambiamenti e i diversi mutamenti di

carattere politico-amministrativo attraverso progetti e proposte che definivano

una nuova dimensione della contrattazione sociale e territoriale. La qualità e

la profondità dei rapporti unitari, con FNP e UILP, la corresponsabilità politica

con le Confederazioni, strutturata nel Gruppo Unitario Territoriale e la

collaborazione con il Terzo Settore, hanno conseguito significativi risultati, dal

tavolo welfare all’osservatorio anziani del Comune di Monza, solo per citarne

alcuni. Ma ogni risultato può essere temporaneo, come sta facendo la Giunta

Allevi a Monza. Noi continuiamo a pensare che le sfide dei prossimi anni

richiedano un aggiornamento della nostra strumentazione che vede nei

progetti del “sindacalista civico” e del “bilancio sociale e di genere”, idee

funzionali a realizzare un salto di qualità nella partecipazione, nelle

strumentazioni e nella verifica dei risultati.

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Va mantenuta una forte attenzione ai bisogni sociali, in una visione

complessiva che veda una costante attenzione alle attività che realizzano il

dialogo intergenerazionale. La trasmissione della “memoria operaia”, il

rispetto della legalità e la lotta alle mafie (come non ricordare il significato

dell’orto “Lea Garofalo”?), la stessa idea del sindacalista civico si muove per

mantenere e rafforzare i percorsi comunicativi e di scambio civile tra le

generazioni.

La situazione della sanità nel territorio merita una riflessione e la precisa

determinazione ad aprire una nuova fase di rivendicazione e mobilitazione.

Tale scelta è favorita dalla piattaforma nazionale unitaria e dalle proposte

contenute in “Agenda Sanità 2018” che indica gli obiettivi sindacali in regione

Lombardia. Non partiamo da zero ma, al contrario, siamo stati attori di

importanti momento di informazione e orientamento dei cittadini. Abbiamo

costantemente presidiato tutte le fase di confronto con i responsabili sanitari

attraverso proposte significative e accordi interessanti. Ma dobbiamo essere

in grado di costruire un percorso che indichi obiettivi di breve e medio periodo

(liste d’attesa, pronto soccorso, servizi territoriali, psichiatria, integrazione

socio sanitaria) attraverso il pieno coinvolgimento di lavoratori, pensionati e

cittadini. Dobbiamo continuare il percorso avviato sui Piani di Zona in cui

siamo stati protagonisti, insieme al Terzo Settore, del confronto Istituzionale e

sociale.

Le Leghe

Da tempo abbiamo consolidato un modello di insediamento territoriale diffuso

e qualificato per le tutele individuali e la rappresentanza collettiva. La

straordinaria e irripetibile generosità di una generazione ha garantito e ancora

consente di realizzare in quasi tutti i Comuni del territorio un forte e qualificato

punto di riferimento per pensionati e lavoratori. Tale modello va

salvaguardato ma occorre essere disponibili a coordinare il nostro modello di

insediamento territoriale con la CGIL, per la costruzione di un progetto

condiviso. L’obiettivo di migliorare l’insieme delle attività da garantire in ogni

sede, suggerisce di sviluppare una ulteriore valutazione sulle Leghe

finalizzato ad un nuovo processo di omogeneizzazione dimensionale.

L’esigenza primaria rimane quella di puntare ad una nuova leva di attiviste e

attivisti su cui costruire una generazione di dirigenti. Va garantito il massimo

impegno per realizzare una presenza equilibrato di donne e uomini. Risulta,

perciò, indispensabile costruire una più funzionale collaborazione con le

Categorie per favorire l’ingresso di attivisti e delegati. Dobbiamo, altresì,

sperimentare nuovi modelli di ricerca di volontarie e volontari.

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Siamo consapevoli che diventa sempre più importante privilegiare e investire

sulla formazione, quale processo costante di aggiornamento, apprendimento

e rafforzamento del lavoro collettivo.

Tra i principali obiettivi appare prioritario richiamare il rafforzamento delle

attività sulle tutele individuali, attraverso un potenziamento del progetto sui

“diritti inespressi” e controllo pensioni, l’accompagnamento alla pensione e

una migliore integrazione con il sistema dei servizi Cgil (INCA e CAF). La

collaborazione e condivisione con AUSER di molti obiettivi dal trasporto

sociale, ai centri anziani nei Comuni, ai punti di ascolto per le solitudini o con

le Istituzioni Sanitarie si intreccia con le attività condivise per l’invecchiamento

attivo e i Giochi di Liberetà.

L’area Benessere ha evidenziato una impegno di innovazione molto

significativo. A fianco dei giochi di Liberetà, diffusi nel territorio, e alle

iniziative per il tempo libero, sono stati intrapresi vari progetti: sindacato e

arte, avviamento all’uso dei social network e del PC, il decalogo

dell’investitore consapevole, non ci casco.

Anche le necessità di tutela sono diventate più complesse e sempre più

utilizzate sono le convenzioni con Federconsumatori e SUNIA.

La comunicazione

Abbiamo presentato ed attivato un progetto comunicazione, inteso come

fattore strategico. Siamo convinti che si dovrebbe riuscire a utilizzare la

comunicazione come uno strumento di partecipazione, di accesso ad

un’informazione che consenta una costruzione condivisa di una visione della

rappresentanza. Per farlo, la sfida sta nel realizzare una comunicazione

bidirezionale. Una parte del rinnovamento sindacale riguarda la capacità di

divulgare il suo operato e la sua immagine in maniera più efficace e

strategica, ovvero la comunicazione va intesa come organizzazione,

relazione e progettualità.

Per una nuova CGIL

La Cgil del futuro va costruita ogni giorno, in ogni nostra scelta. C’è un tema

che è stato richiamato più volte in questa relazione: il ruolo delle donne nella

società e nella Cgil. Occorre proseguire con determinazione la realizzazione

di una Cgil in cui sia effettiva la pratica della democrazia paritaria. Abbiamo

bisogno di riscoprire cultura, memoria, storia per costruire tutte insieme,

giovani e meno giovani, un Paese a misura di donne.

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La CGIL deve perseguire, inoltre, il rinnovamento generazionale per favorire

la costruzione di nuove forme di rappresentanza e di contrattazione, per un

rinnovamento della cultura sindacale che sappia dare attualità e forza ai

nostri valori fondanti: uguaglianza, solidarietà e democrazia.

Il congresso ne ha parlato poco ma tutti siamo consapevoli della necessità di

una rapida trasformazione organizzativa della CGIL finalizzata ad affrontare

la sfida per la costruzione di un sindacato confederale aperto, inclusivo e

unitario. Un elemento essenziale di questo nuovo modello deve essere la

territorialità.

Riflessioni conclusive

Ringrazio tutte le compagne e i compagni, a cominciare dalla Segreteria, i

collaboratori, i coordinatori, le attiviste e gli attivisti delle Leghe per tutto il

lavoro già fatto negli anni scorsi e in questa fase. Prometto a tutte e tutti che

ci aspettano anni ancora molto impegnativi.

Ringrazio i Segretari di FNP e UILP e gli altri invitati per la loro presenza e la

consueta pazienza. Sono convinto che i contributi di tutti gli interventi ci

consentiranno di vivere una giornata utile e proficua.

Voglio salutare pubblicamente Maurizio Laini che ha voluto essere qui, e

colgo l’occasione, oltre che per una caloroso saluto, anche per un sincero

apprezzamento e riconoscimento per la qualità del suo lavoro come

Segretario Generale della CGIL Monza e Brianza.

Mi aspetto una riflessione importante da Stefano Landini sulle prospettive

unitarie della CGIL e dello SPI, anche in relazione alla complessa

discussione sul nuovo Segretario nazionale.

Nei momenti difficili, occorre attingere dalle sensibilità e intelligenze più

diverse. Per dare il senso della esperienza sindacale e dell’importanza del

lavoro collettivo, voglio proporre due brevi citazioni.

Ernesto “Che” Guevara ha detto: “Ciascuno di noi da solo non vale nulla”.

Papa Francesco, che con il suo pensiero può aiutarci a costruire un nuovo

umanesimo, ha sostenuto: “Non c’è una buona società senza un buon

sindacato. Sindacato è una bella parola che significa GIUSTIZIA e INSIEME.

Non c’è giustizia insieme se non è insieme agli esclusi di oggi”.

Buon congresso a tutte e tutti!

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Besana in Brianza, 19 ottobre 2018