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COs_5 per CO/AULETTA. LE TUE IDEE ABITANO QUI Un concorso di idee per la riqualificazione, valorizzazione, trasformazione

PETIT à PETITI luoghi periferici che mescolano mondo urbano e mondo rurale, costituiscono oggi degli spazi allo stesso tempo problematici e potenzialmente centrali nei processi di cambiamento sociale, macro e micro, dell'Europa e dell'Italia. Auletta corrisponde a questo tipo di spazi immersi nella natura e allo stesso tempo borghi urbani, che potrebbero, negli anni a venire, scomparire o diventare nuovi centri di vita. Una serie di tensioni attraversano questo tipo di territorio, tensioni ambivalenti che contrappongono processi di spopolamento a nuovi fenomeni di ricettività; la presenza di un’offerta culturale e naturalistica di alto livello ad una grande mancanza di connessioni; la vulnerabilità del territorio esposto a catastrof naturali alla presa di consapevolezza del territorio come valore da proteggere. Queste tensioni sono il risultato dell'articolarsi di fenomeni macrosociali, sui quali Auletta non ha e non può avere presa diretta, ma che possono essere rinterpretati localmente per innescare nuovi processi. La nostra proposta prende atto di queste tensioni e cerca di trasformare le “minacce” in “opportunità” senza fare violenza al territorio e ai suoi abitanti, reinterpretando queste tensioni come opportunità di rifessione comune e di rilancio della città. Il progetto proposto parte dalla convinzione che questo periodo storico e il corrispondente contesto sociale siano predisposti a ri-dinamizzare proprio le piccole località come Auletta attraverso un forte investimento da parte della comunità locale e della sua amministrazione. Esempi precisi su altri territori europei creano un precedente solido per affermare che la tendenza dei cittadini europei contemporanei, di fasce di età diverse, sia quella di abitare in spazi che combinano in modo efficace un ambiente cittadino dinamico, la vita a contatto con la natura e un'offerta culturale e lavorativa simile a quella della città. In Francia, ad esempio, dal 2000 ad oggi si assiste ad un netto ripopolamento dei paesi rurali soprattutto nelle regioni costiere del sud-ovest e in quelle montanare del sud-est. Questo fenomeno viene considerato come una vera rivoluzione l'assetto demografco del paese, alla quale si associa sia l’emergenza di una nova “categoria” di cittadini chiamati i Neorurali, che quella di un turismo curioso non solo dei luoghi ma anche delle nuove maniere di abitarli.

Questo fenomeno trova riscontro nell’interesse crescente verso la valorizzazione di stili e ritmi di vita alternativi a quelli di una società che valuta il proprio progresso attraverso l’indicatore del Prodotto Interno Lordo. All’interno di un dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat ha proposto, per esempio, il BES (benessere equo e sostenibile) come nuovo indicatore della qualità della vita. Questo progetto punta a misurare il benessere equo e sostenibile, stimolato dalla diffusa convinzione che i parametri attraverso i quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere economico, ma anche sociale e ambientale, corredati da misure di uguaglianza e sostenibilità. Questo fenomeno trova espressione anche nelle “Best Practices” definite da macro progetti quali, per esempio, il programma MAB dell'UNESCO (Man and Biosphere) che pone l'attenzione sulla necessità di incrementare e ottimizzare la relazione tra uomo e ambiente e sulla dimensione ecologica, sociale, economica della biodiversità. MAB si situa all'incrocio dei problemi tra la scienza, l'ambiente, la società e lo sviluppo, combinando le scienze naturali e sociali, l'economia e la formazione per migliorare la qualità della vita e salvaguardare l'ecosistema promuovendo approcci innovativi nello sviluppo economico che siano sostenibili a livello sociale, culturale ed ambientale. L’iniziativa Cittaslow nata in Italia nel 1999 appare, alla luce di questo contesto, un intuizione ante-litteram della necessità di cambiare il ritmo nella concezione dell’abitare e dell’essere, di mettersi all’ascolto del “controtempo della modernità”. La rete delle cittaslow promuove un

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modo di vivere e amministrare le città che valorizzi il sapere locale dei “piccoli centri, nelle ex terre marginali, nelle province e periferie del mondo che ora si fanno centro”. Questo modo di fare città significa “vivere il tempo presente nel modo migliore possibile tenendo lo sguardo costantemente rivolto al futuro, utilizzare le grandi opportunità tecnologiche e culturali del nostro tempo senza mai dimenticare il patrimonio di esperienza che ci viene dalla storia e dalla cultura materiale dei popoli” Il diffondersi di una coscienza ecologica, la voglia di riscoprire maniere rinnovate di produrre una coesione sociale e le possibilità tecniche del lavoro e della fruizione culturale a distanza diventano la combinazione perfetta per una rivalorizzazione dei centri urbani periferici e immersi nel verde.

COSA FARE ?

L’interessante proposta del bando co/Auletta dimostra la forte volontà dalla parte degli attori locali di innescare un processo virtuoso di valorizzazione su scala locale e territoriale della città e del comune di Auletta a partire da e intorno all’opportunità costituita dall’esistenza del Parco a Ruderi. Aderendo completamente all’idea di “un esperimento di intelligenza collettiva per l’innovazione sociale” che mira “all’attivazione di relazioni tra soggetti, attività, luoghi, istituzioni”, il nostro progetto propone una modalità di processo di coinvolgimento e interazione con gli abitanti e attori locali. Questo processo si costruirà a partire da due interventi iniziali, uno che agisce sulla città materiale e l’altro che parallelamente inaugura il suo alter-ego virtuale. Con questo progetto noi proponiamo un modo di entrare in interazione con Auletta, il suo comune ed i suoi abitanti per co-produrre e sperimentare nuove idee sostenibili per il futuro di Auletta. Il nostro partito preso é proporre, insieme agli altri attori e promotori del luogo, un dispositivo che attivi un processo che parta con gli abitanti, presenti e futuri, temporanei e permanenti. Tenendo conto del contesto e tessuto territoriale, storico e sociale, sfruttando un confronto con operazioni avvenute in luoghi simili, si tratta di articolare le risorse per una vita quotidiana migliore, rispondere in modo attivo ai cambiamenti che attraversano la nostra società, non lasciare passivamente spegnersi un paese quando ci sono tutti i presupposti perché rinasca. Gli strumenti che proponiamo di mettere in moto attraverso questo progetto sono principalmente due e funzioneranno come nuclei di attivazione e sperimentazione della trasformazione e valorrizzazione di Auletta e del suo territorio. Il progetto propone di agire in parallelo sulla creazione di uno spazio virtuale e su di uno spazio reale di co-produzione del cambiamento.

-Un interfaccia web che permette di raccogliere l'esperienza partecipativa con gli abitanti, collegare Auletta ad altre realtà simili o a reti regionali/nazionali e internazionali e allo stesso tempo creare uno spazio virtuale di accoglienza per potenziali attraversatori.

-Un'offcina di lavoro, sorta di quartier generale che dia spazio all'interazione tra attori locali, che accolga visitatori esterni, e che possa essere trasformato di volta in volta a seconda delle iniziative organizzate.

Entrambi questi “spazi” sperimentali mirano a innescare un processo di collaborazione e di collegamento. L'essenza stessa di queste due entità virtuali e reali innescheranno quel processo virtuoso di trasformazione del territorio e prenderanno progressivamente la forma stabile di sito di gestione dei servizi della e nella città per i cittadini e per i visitatori.

Alcuni “VALORI” della nostra proposta di lavoro devono essere chiariti fin da subito. Essi derivano dalla composizione schiettamente interdisciplinare del nostro team, dalla maniera di considerare lo spazio e la sua trasformazione e dalla lettura comune delle tendenze globali

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che ci insegnano qualcosa sul futuro possibile dei territori urbano-rurali.

MATERIALE/GLOBALEOgni luogo é per essenza, e ancor prima che lo spazio virtuale rinforzasse quest’idea, composto da ingredienti materiali e immateriali. Lo spazio non é un semplice contenitore e non coincide solo con la sua estensione materiale. Lo spazio é vissuto, immaginato, sognato, amato, odiato, da chi lo abita e da chi lo pensa. Se quest’osservazione può sembrare banale, banale non é pensare che un processo di trasformazione debba agire su entrambe le dimensioni dello spazio. La sua trasformazione é quindi un processo complesso che articola ciò che si può toccare e ciò che si può solo pensare o vedere. Questa dialettica fondamentale tra materiale e immateriale può aiutarci a reinterpretare la retorica ormai consumata tra locale e globale. Si tratta di una maniera alternativa di vedere oggi la località (periferica) e la mobilità (internazionale), cercando di creare un dialogo produttivo e non competitivo tra queste due scale. La “mente locale” (La Cecla) di Auletta deve superare la sua posizione periferica agganciandosi all'immaterialità della rete globale.

ATTRAVERSARE/ABITARE L'intervento sul territorio mira a ridinamizzare l'economia nel senso vero del termine. Una delle risposte più spontanee e plausibili alla situazione attuale di Auletta é quella di puntare sul turismo, da cui l’idea già formulata dai promotori di CO/AUletta dell’attivazione di un albergo diffuso. Noi pensiamo che effettivamente questa sia una risposta ma vorremmo spingere il ragionamento più in là. Pensiamo infatti che in questo contesto il processo di trasformazione e le dinamiche turistiche abbiano qualcosa in comune. Nella definizione più banale il turismo è la pratica, l'azione svolta da coloro che viaggiano e visitano luoghi a scopo di svago, conoscenza e istruzione. Mettersi in viaggio é un modo per cambiare, per conoscere altri modi di fare, nuovi paesaggi, lingue e culture. Le tendenze contemporanee del turismo non di massa mostrano che quello che ricerca il turista é di poter “abitare” il luogo visitato, di abitarlo quasi più che l'abitante stesso, o per lo meno in un tempo compresso e determinato che é quello della visita. Allo stesso tempo ogni processo di trasformazione di un territorio può essere considerato come una messa in moto dello spazio e dei suoi abitanti. Pensare la trasformazione di uno spazio vuol dire aprirlo ad infuenze arrivate da un altrove, ad altre esperienze, messe in pratica in altre città. In conclusione tanto quanto il turista impara ad abitare uno spazio attraverso il suo contatto con l'abitante, l'abitante ha delle cose da imparare dal turista. Ci sembra dunque piu' appropriato parlare non di turismo ma di attraversamento di uno spazio, di scoperta. Questo vuol dire andare al di la dell'opposizione abitante/visitatore perché quello che é in gioco é una (ri)scoperta del luogo che vale tanto per chi questo territorio lo scopre per la prima volta che per gli abitanti stessi. Questo si può collegare ad un discorso che rimette in discussione chi siano gli abitanti di un luogo: essi non sono esclusivamente coloro chi ci abitano “anagraficamente” ma anche chi ci passa, chi decide di venirci spesso, tutte le persone per le quali un luogo diventa parte di una biografa. Il nostro modo di intervenire tende ad aiutare i visitatori a sentirsi a casa e gli abitanti a riscoprire il loro territorio . Si tratta di mettere in "moto" (in viaggio) i cittadini e considerare i "viaggiatori" come potenziali abitanti, una maniera alternativa di vedere oggi la località (periferica) e la mobilità (internazionale), cercando di creare un dialogo produttivo e non di mutuo consumo tra turisti e abitanti.

TRA TERREMOTO e PROGETTO E’ indubbio che un terremoto segna inevitabilmente e per sempre il percorso lineare nella storia di una comunità e del suo territorio. Nei luoghi in cui è avvenuto un terremoto si innesca un cambiamento epocale, a tutti i livelli, dato da una rottura che stabilisce un prima e un dopo. Il terremoto sospende le regole del quotidiano e della pianificazione ordinaria e il territorio nel post-sisma si trova in una fase di transizione scaturita da una profonda rottura. Nel territorio si verifichi la

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compresenza di diverse condizioni e temporalità, interstiziali e parallele, di trasformazione ed uso. Le diverse temporalità e la velocità accelerata di trasformazione della configurazione spaziale lasciano intere parti di città in “sospeso” (come il caso del parco a ruderi). Ma dopo la tragedia c'è tutto un modo che scaturisce nel tempo liminare dell'”entre-deux” dove la vita si rimette in moto assumendo delle forme inventive sorprendenti, dei modi di abitare lo spazio e il tempo sospeso. La condizione “tra” dell’entre-temps, come temporalità di transizione tra uno stato di fatto e uno successivo, è il momento di passaggio tra una condizione e l’altra, tra uno stato e l’altro e per ciò fondamentalmente creatrice del nuovo. La ricostruzione, intesa come vita che riprende il suo corso in maniera trasformata, spesso inizia prima ancora che un processo uffciale di ricostruzione materiale si inneschi. C’è una simultaneità di azioni formali e informali, nella costruzione di alloggi temporanei, provvisori, strade, impalcature; ed un’accelerazione anomala rispetto all’andamento delle trasformazioni del territorio, che sono solitamente molto più lente rispetto all’azione dei suoi abitanti. Imparare dal terremoto vuol dire per noi: -Considerare il limite di un progetto: non si costruisce mai per sempre e l’importante é innescare dei meccanismi che vadano al di la della produzione materiale. Considera il progetto come un processo le cui diverse fasi sono già fasi produttive. Leggere il tempo del progetto come un tempo continuo in cui la costruzione non ha un inizio ed una fine ma rappresenta parte di un processo di attivazione continua del territorio e di evoluzione del contesto. -Cogliere la fecondità dell’urgenza e dell'incertezza, nel senso di un tempo di invenzione, di improvvisazione e adattamento che consolida la comunità e innesca dei meccanismi spontanei di vita in comune che finiscono per essere il germe di relazioni solide e produttive. Auletta deve trasformarsi ma con calma, a suo modo e a suo ritmo . Slow transformation. Imparare dal post-terremoto per addomesticare e digerire le trasformazioni del mondo contemporaneo. Ci dobbiamo mettere in ascolto del “terreno” qui inteso come la vita quotidiana di Auletta, che ha sicuramente già in se gli elementi della sua trasformazione -Una forma di rivitalizzazione di questo tipo però non può essere proposta e applicata al territorio, ma deve essere il risultato di una doppia partecipazione : partecipazione di chi si propone di trasformare alla vita quotidiana di Auletta e di chi abita Auletta alla trasformazione. Per questo la nostra proposta considerare il processo partecipativo come attivatore/catalizzatore di nuove forme di appropriazione e attraversamento della città e del territorio proposte e sperimentate da e con gli abitanti di Auletta parallelamente ad una maniera di far “navigare” Auletta in giro per il mondo.

COSA VA E COSA NON VA (tavola #1)

Auletta si trova in un contesto territoriale molto denso, di ricchezze naturali, di cultura e storia, la sua posizione la situa in una favorevole condizione di opportunità di scambio con le località e le regioni circostanti. In primo luogo questo suo territorio può essere letto attraverso la decodifica e la lettura per “layer” di tre sistemi forti che fanno riferimento alla sua storia, la sua natura, la sua cultura appunto. Questi tre sistemi – naturalistico, archeologico, post-terremoto – identificano i luoghi costieri e montani su cui esiste già una fruizione, i luoghi di interesse archeologico e che ne custodiscono e amministrano i reperti e l'accesso, infine i luoghi che sono stati interessati dal terremoto del 1980 e che rappresentano un elemento vivido, materiale, di rifessione e opportunità sulla memoria e il suo futuro. Questi tre sistemi di luoghi interpretano ciascuno un diverso rapporto dell'uomo con la natura: il sistema naturalistico (monti/ vallate /coste / mari / fiumi / forre /riserve naturali / grotte / ambienti carsici) in cui il rapporto uomo/natura si esprime in una simbiosi del tipo: indifferente per l'ospite e

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vantaggiosa per il commensale (nel caso questo riceva cibo) o l'inquilino (nel caso riceva "alloggio"), ovvero la presenza umana non è "inquinante", ma totalmente rispettosa dell'ambiente naturale che intercetta. I luoghi dell'archeologia (Paestum, Conza della Campania, le grotte di Pertosa e Roscigno): nel sistema archeologico, il rapporto uomo/natura fa riferimento ad un passato remoto -spesso caduto nell'oblìo e riemerso a causa del terremoto stesso- ed esprime un rapporto simbiotico in cui l'uomo ha già modificato e/o adattato alle sue necessità e modo di vivere l'ambiente. Infine i luoghi del terremoto (Conza della Campania, Romagnano al monte, Laviano, Teora 60km) appartenenti a un sistema in cui si manifesta una rottura. E’ la natura, che dopo essere stata in vario modo usata, trasformata, sfruttata dall’abitare dell’uomo a "ribellarsi" ed avere la meglio, riappropriandosi dei luoghi da cui l’uomo ha preteso tanto. Questi luoghi diventano occasione per rifettere sul rapporto spesso corrotto tra uomo e natura, in particolare in un’ottica contemporanea. A questi sistemi che producono alcune reti di interessi, scambi e condivisioni, di potenziale sviluppo sostenibile, si affianca il sistema amministrativo e infrastrutturale nel quale Auletta è posizionata: molto vicina all'autostrada Salerno-Reggio Calabria, sul territorio liminale della regione Campania completamente circondato dalla Basilicata (testimonianza geografica della passata regione Lucania, motivo di approvazione del recente referendum comunale con il quale Auletta dichiara di voler cambiare regione e passare alla Basilicata). La posizione di Auletta è pero’ caratterizzata da una condizione periferica. Questo carattere di periferia potrebbe pero’ ribaltarsi mettendo l'accento su una dimensione locale di Auletta che la identifica e rilancia come “centro periferico”, in cui il carattere di “locale” si pone non più come elemento negativo di isolamento ma al contrario di rivalutazione di un differente stile di vita e di sviluppo. Potenzialmente dunque Auletta è interessata da caratteristiche territoriali molto positive e valorizzabili, che però subiscono e hanno subìto gli effetti negativi delle sue trasformazioni socio-economiche: l'elevato tasso di disoccupazione che ha portato una forte emigrazione sia dei giovani che dei lavoratori più qualificati, la scarsa natalità e il conseguente invecchiamento della sua popolazione. Una nota discordante a questo trend è dato dalla recente ripopolazione dovuta all'immigrazione di cittadini dell'Unione Europea, principalmente rumeni. Questa mancanza di “massa critica” ha portato nel tempo all'appiattimento delle iniziative di sviluppo socio-economico, e al letterale svuotamento delle abitazioni, sia quelle “sopravvissute” al terremoto che quelle ripristinate dopo il terremoto. Esiste però un seme che pian piano sta germogliando di iniziative che tentano di ribaltare questa tendenza, di fare rete con delle strutture di accoglienza e ospitalità principalmente basate sull'attività agrituristica e turistica ambientale.

RIVITALIZZ/AZIONI=ESEMPI SOSTENIBILI (tavola #2)

La nostra proposta é scaturita dall’analisi e dalla rifessione a partire da una serie di esempi di forme di rivitalizzazione avvenuti in altri territori con caratteristiche simili a quello di Auletta. Queste proposte articolano secondo diversi approcci l’offerta locale e la connessione territoriale. L'insieme di casi che abbiamo studiato, di cui la tavola 2 illustra qualche esempio, vanno dalla pura ospitalità a sistemi piu' complessi che creano circoli virtuosi di auto fnanziamento e che si distinguono nettamente dalla creazione di strutture ricettive sulla base di un unica operazione economico-speculativa. Sono micro-economie in rete autonome e sostenibili. Se da una parte tale idea fa riferimento ad un diverso modo di attraversare il territorio e sulla messa in rete dell’offerta locale, dall’altra essa si basa sull’analisi di esempi che comportano un coinvolgimento da parte della comunità di abitanti e un loro modo di riorganizzare la città e il territorio. Dalle reti internazionali come il Couch surfing, fino a collettività che si organizzano in albergo diffuso; dal Food-surfing al co-working, tutte queste reti esistenti ed iniziative corrispondono alla volontà di sperimentare articolazioni nuove e riscoprirne di molto antiche, tra mobilità e località in modo da offrire un modo diverso di visitare ed abitare uno spazio. Le mobilità alternative, dal carpooling alla bicicletta, costituiscono esempi forti di come si possa da una parte mettere in rete un territorio, dall'altra fare in modo che alcune reti

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precostituite attraversino un territorio. Cinque categorie interessanti sono emerse dall’analisi incrociata dei diversi dispositivi : Ospitalità, mobilità, natura, cultura, racconto. Lo scopo di questa selezione di esempi é di mostrare che diverse sono le soluzioni possibili e i fenomeni che articolano lo stare e il circolare, produrre e consumare, locale e globale. Si tratta ovviamente di proposte che si indirizzano a utenti molto diversi e illustrano investimenti economici e scale con riscontri di produttività svariati. Ciò rispecchia la volontà di fare del territorio il fattore di produzione piuttosto che che il luogo di produzione.

STRUMENT/AZIONI (tavola #3)

Quello che COs_5 propone é un processo di partecipazione che sfrutti lo sviluppo e la democratizzazione dei media e usi la progressiva diffusione e l’affinamento della comunicazione attraverso il web 2.0 con la produzione di rappresentazioni del territorio da parte dei suoi abitanti. Saranno gli abitanti di Auletta a decodifcare i loro luoghi, le loro forze presenti e passate, a ipotizzare usi futuri, attraverso degli “escamotage” visuali e mediatici che offriranno una nuova narrazione di sé stessi e del luogo che vivono. Tutto questo processo sarà accompagnato da COs_5 e i promotori del bando in un luogo fsico, uno spazio di interazione dove gli abitanti di Auletta, i cittadini delle frazioni circostanti potranno incontrarsi e le idee verranno messe in circolo, con la vista sul Parco a Ruderi, in stretto contatto con i comparti e le stanze che saranno adibite alla ricezione degli ospiti, all'albergo diffuso e agli altri attraversamenti sostenibili. La timeline generale mette in evidenza l’articolazione tra l’attivazione dei ruderi e lo svolgimento dei diversi esperimenti. E chiara l’intenzione di lavorare sull’alternanza di ritmi stagionali veloci e ritmi lenti continui. Alle diverse fasi del processo partecipativo, innescato e “ospitato” dallo spazio virtuale e dal luogo fisico attivati da COs_5, corrisponderanno delle propose concrete di interventi ulteriori sul Parco a Ruderi e sulla città in generale quanto a uso, messa in rete delle attività, micro-interventi nello spazio pubblico e modelli di gestione permanente.

PIATTAFORMA WEB (tavola #4) Uno dei due strumenti fondamentali attorno ai quali sarà gestita questa sperimentazione partecipativa sarà quello di una piattaforma web, che costituisce il dispositivo attorno a cui si concretizza in forma immateriale il processo. Il progetto della piattaforma parte dall’esigenza di creare uno strumento che possa allo stesso tempo: essere un luogo di scambio tanto per gli abitanti di Auletta e dei paesi vicini, quanto per gli “attraversatori” di Auletta, nello stesso tempo mettere in luce i risultati della ricerca, in definitiva creare un nuovo ritratto del territorio. La piattaforma web è dunque un elemento di partecipazione in sè, che raccoglie e fa convergere l’interesse delle persone, anche non fisicamente presenti a Auletta, che saranno recepite attraverso le diverse forme che la piattaforma assumerà, in funzione delle varie intensità d’uso e di interazione. Questa piattaforma web si evolverà nel tempo, raccogliendo istanze e feedback, che si arricchiranno e cambieranno nel tempo, per poi trasformarsi nella piattaforma permanente di gestione collettiva di Auletta. Essa andrà quindi oltre la temporalità del progetto e del processo partecipativo adattandosi al tempo lungo con una struttura modulare che si comporrà nel tempo, di pari passo con le fasi di co-progettazione. Una web TV ed una serie di documentari basati su interviste agli abitanti e ai visitatori, esperimenti di forme di turismo alternative, piccoli casting, costituiscono i contenuti alla base della nostra proposta. L’idea è di accompagnare un processo di auto-promozione da parte degli abitanti creando delle forme di turismo a basso costo e a basso impatto che inizino a formare una rete di scambi e mutualizzazione delle capacità imprenditoriali. Allo stesso tempo questa operazione ha l’ambizione di tenere aperta l’attenzione mediatica sul paese e di attirare nuovi

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fnanziamenti per le future operazioni di sviluppo turistico. Sulla base della proposta di forme di turismo possibili, i documentari e la web TV metteranno dunque in atto una serie di sperimentazioni che saranno gestite in maniera ludica e analizzate in forma scientifica. Casting, telecamere ambientali, piccole fiction e riunioni pubbliche saranno alcuni dei dispositivi usati per dare luogo alle differenti interazioni con e tra gli abitanti. Il turismo é considerato qui come forma di messa in scena del territorio. Il farsi filmare, il recitare ed il raccontarsi diventano i primi esercizi di stile degli abitanti ed il primo punto di partenza per la ricerca della specificità della nuova strategia turistica di Auletta. Gli utenti sono le Comunità di riferimento, ovvero tutta la comunità che ruota attorno ad Auletta e al suo territorio e gli “attraversatori”, ovvero una comunità abbastanza eterogenea a cui proponiamo di ri- scoprire il territorio di Auletta. Abbiamo chiamato attivatori del processo partecipativo i progettisti, i promotori del progetto Co/Auletta (Fondazione Mida, Comune di Auletta), i partner (RENA, SARK e NOELTAN), le Istituzioni e le associazioni locali. Ognuna di queste categorie di utenti chiede al portale web di soddisfare una funzione comunicativa diversa a seconda degli obiettivi che lo guidano nella sua esplorazione virtuale e reale del territorio. In particolare: La comunità di riferimento, utilizza il portale web a sua volta per compiere tre funzioni diverse e complementari: offrire servizi agli attraversatori e rifessivamente a sé stessa; condividere cultura; scambiarsi informazioni utili alla vita cittadina. Gli attraversatori utilizzano il portale con l'obiettivo di: - ottenere informazioni relative ai tempi e ai luoghi del loro attraversamento - condividere cultura - proporre servizi che ancora non sono stati attivati dalla comunità Gli attivatori del processo partecipativo, attraverso il portale web documentano e comunicano il processo di progettazione partecipato, a cominciare già dalle sue prime fasi e i suoi risultati. I diversi moduli (moduli funzionali, che offrono servizi diversi, informazioni diverse e modalità di interazione diverse) acquistano maggiore o minore rilevanza secondo la tempistica del progetto e dell’obiettivo di comunicazione di quel momento specifico. Questa logica si rifette nel mutare della composizione degli elementi nel layout di pagina e quindi nella percezione che l’utente ne ha nel tempo. In sostanza un dispositivo di questo tipo cerca da un lato di provocare delle “messe in scena”, delle rappresentazioni possibili dei Auletta fatte dagli abitanti stessi per loro stessi innanzitutto: gli abitanti non sono dunque schiacciati dalle retoriche del turismo mainstream e allo stesso tempo producono un valore aggiuntivo di acquisizione di consapevolezza della propria condizione, del proprio valore e di quello del loro territorio. Dall’altro lato, la piattaforma web e i contenuti che andrà man mano ospitando, rivelerà i futuri potenziali per il territorio di Auletta proprio a partire da chi la abita nel senso ampio del termine, da chi la attraversa, da chi la conosce e vive.

SPAZIO OFFICINA (tavola #5) Parallelamente allo spazio web virtuale, l’altro strumento fondamentale della nostra proposta é dato dall’attivazione di uno spazio collettivo di lavoro e di vita: l’Offcina. L’officina funzionerà come spazio creativo nelle fasi di progetto e, secondo lo stesso meccanismo del portale web, diventerà poi uno spazio di “regia” dove i cittadini stessi continueranno il processo di trasformazione di Auletta. Concepito come uno spazio polivalente che si costituirà progressivamente secondo le diverse fasi del processo partecipativo, l’Officina funzionerà come spazio di condivisione di attività e pensiero, localizzandosi nel parco a ruderi, luogo naturale di appartenenza della comunità. In seguito agli eventi sismici del 1980 infatti, ad Auletta si è verificata una frattura materiale e immateriale tra la comunità e il suo ambiente: è la stessa comunità attraverso il bando di idee e i documenti a esprimere il bisogno di ristabilire un rapporto (anche simbolico) con tale passato. Il nostro progetto colloca la proposta di riappropriazione di un immaginario, di un’identità, di un nuovo modo di attraversare il territorio, nel Parco a Ruderi, inteso come testa di tutte le reti locali attivate attraverso la co-progettazione. Il concetto che guida la progettazione del parco vuole essere l’opposto della museificazione statica del rudere, del centro storico e della catastrofe. Piuttosto nel parco avviene la riappropriazione dell’identità del luogo attraverso “l’uso che se ne fa” , questo incorpora una strategia

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vivente che mette in scena diversi percorsi che accompagnano l’abitante-attraversatore nei diversi momenti della sua vita-viaggio-giornata. Nel parco vengono collocate attività afferenti alle diverse reti ed economie attivate, differenziando tra gli spazi ad uso abitativo e gli spazi fessibili, da articolare secondo le utilizzazioni possibili, come piccoli workshop, allestimenti, casting. Nel complesso Auletta risulterà dotata di un nuovo spazio fessibile e polifunzionale in cui si incontrano i diversi tipi di attraversatori: albergo diffuso, appartamenti ad affitto agevolato per chi attiva i network proposti, spazi workshop. L’attivazione del complesso e la sua co-progettazione, con conseguente adeguamento agli esiti del processo partecipativo, avviene in tappe successive, pianificando le diverse attività di partecipazione e sperimentazione in base alle esigenze e ai “tempi del cantiere”. L’idea è dunque di lavorare sull’entre-temps, di leggere il tempo del progetto come un tempo continuo in cui la costruzione non ha un inizio ed una fine ma rappresenta parte di un processo di attivazione continua del territorio e di evoluzione del contesto.

STABILIZZARE L'EVENTO, PROSEGUIRE L'ENTRE-TEMPS

Sia la piattaforma Web che lo Spazio Offcina corrispondono ai due principi attivi del nostro progetto i cui effetti si protrarranno nel tempo, articolandosi in maniera densa con l’attivazione progressiva del Parco a Ruderi, dell’albergo diffuso e degli altri spazi disponibili che verranno adibiti ad attività per la cittadinanza e per gli “attraversatori” a seconda dei risultati del processo partecipativo. Questi due dispositivi proposti da COs_5 e coprodotti con gli attori locali sono pensati per essere i “quartieri generali” e parte della costellazione più complessa che é costituita dall’insieme del Parco a Ruderi. Si tratta di due strutture l’una modulare, l’altra polifunzionale, che si compongono nel tempo, di pari passo con le fasi di co-progettazione ma che sono destinate a restare ad Auletta trasformandosi ulteriormente secondo le esigenze e a raccogliere i frutti sul lungo periodo del processo che il bando di idee CO/Auletta avrà innescato. Si pongono quindi come punto di partenza e non di arrivo.

COs_5 in SPACE and TIME

L'intera proposta é percorsa da una voglia di mettersi in moto, di co-produrre, di mettere in gioco competenze diverse e interdisciplinarità. Essere corporalmente nello spazio, lasciarsi abitare e lasciare che lo spazio sia abitato progressivamente. Ecco perché la nostra proposta vede la nostra équipe come uno degli attivatori ma anche attraversatori e abitanti temporanei dello spazio. La modalità di coinvolgimento che COs_5 vede negli sviluppi successivi al concorso ed al workshop é quella descritta nelle fasi operative della timeline (TAVOAL 3). Declinato in una serie di residenze e fasi operative successive che vedono il team coinvolto in diverse interazioni, tutte tese a produrre risultati specifici e a portare a termine il progetto fnale. L’attivazione dello Spazio Officina e della Piattaforma Web implicano steps diversi di lavoro e modalità disparate di produzione. La nostra intenzione é quella di poter progressivamente passare il testimone ai cittadini interessati a perpetuare il lavoro di “regia” dello spazio materiale e immateriale.

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