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Indice

1 Spedizioni 5

2 Monti 15

3 Gloria 35

4 Catena Glaciale 45

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4 INDICE 

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Capitolo 1

Spedizioni

Garrel avanzava con passo fiero per mascherare la stanchezza del viaggioverso l’accampamento della sua tribu nei pressi della roccia solinga, il luogosacro dei Cavalli Celesti, dei Falchi Dorati e dei Cavalli Bruni. Nonostantepreferisse errare per i Territori di Selene e all’accampamento lo vedesseroraramente le guardie lo lasciarono passare con brevi cenni di saluto senzaindugiare ulteriormente quando lo videro. Il tiepido sole di inzio primaverafaceva risaltare i rituali tatuaggi ocra della tribu dei Falchi Dorati che glicoprivano braccia e volto. Appena oltrepasso il portone che chiudeva la pal-izzata di legno e pietra lancio un rapido sguardo attorno a se mentre puntavaverso il centro dell’accampamento: ogni volta notava qualche capanna di leg-no o pietra col tetto di paglia nuova e questo gli dava una misura di quantofosse stato via. Stranamente vi era poca gente in giro, aguzzando la vistaintravide un certo affollamento dove era diretto: allungo il passo curioso discoprire che stesse accadendo.

Al centro dell’accampamento un anziano barbaro dei Cavalli Celesti ri-conoscibile dalla capigliatura e dai tatuaggi blu diversi sembrava stesse tenen-do un discorso. Quando si fu avvicinato Garrel vide che dietro il vecchio eranoschierati una decina di uomini coperti da tatuaggi indaco affiancati da alcunicapi dei Falchi Dorati. Sistemo meglio la grossa ascia da guerra con le fibbiesulla schiena e si mise all’ascolto attento.

Il vecchio Cavallo Celeste stava reclutando uomini per una missione diplo-matico - esplorativa all’accampamento dei Cavalli Celesti al di la delle Terredi Selene a poco piu di una giornata di cammino dalla Roccaforte nanica diTurbell: l’accampamento di Lanater. Sembrava che gli orchi ostili che eranoappena stati scacciati dalla Roccaforte si stavano riorganizzando per tornarealla carica e serviva qualcuno che aiutasse a perlustrare la zona.

Garrel si lecco le labbra stuzzicato dalla nuova avventura che andavaprospettandosi, passo una mano sulle pelli che ricoprivano il giacco di maglia

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6 CAPITOLO 1. SPEDIZIONI 

chiodato e alzo la mano offrendosi come volontario gia dimentico della fatica

del viaggio da cui era appena tornato.

Il ragazzo si guardo attorno per essere sicuro di essere alla casa giusta,poi si fece coraggio e busso un paio di volte alla grossa porta in legno:- Chi e?La voce era come una lama pensierosa che attraverso il ragazzo, il quale re-presse un brivido, si schiarı la gola e rispose:- S-Sono un messo inviato della Casa della Legge Perpetua. Sono qui perannunciare che il signor Wasil e convocato a colloquio.La porta si aprı, il ragazzo ancora una volta represse l’istinto di fare un passoindietro pero piego leggermente la schiena per osservare chi aveva davanti. La

figura si ergeva fino a circa due metri, coperta da uno sdrucito saio marrone,la pelle chiara e i tratti esili e affilati chiaramente non di questa relta. Si coprıla testa col cappuccio del saio per farsi vedere il meno possibile e impost ouna voce piu rassicurante:- Motivo?Il messo abbasso lo sguardo rapido per non sembrare troppo oltraggioso:- N-non so signore, sono un semplice messo. Porto solo gli inviti di colloquionon sono tenuto a sapere le motivazioni ...Wasil ci rimugino sopra un paio di secondi osservando il ragazzo attraversol’ombra del cappuccio, poi allungo una mano all’interno della casa recuperan-

do il bastone, chiuse la porta e oltrepasso il messo:-Andiamo!Le eccezionali misure protettive di Norteman potevano risultare noiose

e irritanti ad un forestiro inesperto della zona ma gli abitanti ormai non cifacevano piu caso, anzi le seguivano e assecondavano le guardie di buon gradoben sapendo che erano il minimo indispensabile per poter sperare di contin-uare a esistere in quella parte del Mondo. Wasil e il messo vennero perquisitisia all’esterno della porta orientale che all’interno alla seconda cerchia mu-raria oltrepassato il fossato. Per la strada le guardie li squadrarono spesso equalcuna provo anche ad avvicinarsi ma il messo sempre le anticipava enun-ciando la loro destinazione e dimostrando che non costituivano un pericolo.

Wasil non reagı mai. La Casa della Legge Perpetua era un templio dedicatoa Susn e Swj poco oltre la porta orientale molto simile ad un fortino coraz-zato. Marmi pregiati e sculture delle divinita biancheggiavano sulla facciatariverberando nelle giornate soleggiate abbellendo possenti bastioni e torrette.Wasil perse il messo subito all’ingresso, seguı le indicazioni di vari preti e sitrovo in una stanza non molto grande rispetto alle grandiose architettureinterne, senza simboli o raffigurazioni divini, con i muri coperti di drappeggipreziosi e un fonte battesimale in marmo sul fondo.

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- Ho una proposta da farvi!

Wasil aguzzo la vista in quello che per chiunque altro sarebbe stato buiopesto di fianco al fonte battesimale. Una donna dai lunghi capelli e morbidevesti eleganti ma dagli scarsi colori appoggio una mano sulla bacinella inmarmo e parve fronteggiarlo a distanza.Wasil azzardo qualche passo verso dilei e poi si arresto guardingo:- Quale?La donna non muto posizione cambio solo leggermente il tono della voce:-Domani mattina una spedizione diplomatico-militare andra alla RoccaforteTurbell, vi viene proposto di unirvi a tale spedizione!Wasil la squadro dubbioso e incuriosito:- Perche? Perche proprio io?

- Perche chi voi siete, o meglio, il luogo dal quale provenite potrebbero fornireun prezioso contributo alla spedizione!Una espressione di contenuto stupore comparve sull’affilato volto di Wasil:- Mh? E voi cosa ne sapete di me?- Poco, ne ho solo una vaga idea ... ma allo stesso modo di quel poco che sovi posso assicurare che domani fareste meglio ad unirvi alla spedizione!Wasil scruto un’ ultima volta la donna nel buio, nonostante il mistero fittoche avvolgeva il discorso quello che era stato detto era troppo per non doveressere approfondito.- Va bene, domattina partiro con la spedizione!

Kaine stava memorizzando la stanza nella quale si trovava: deformazioneprofessionale e razziale. Anche lui proveniva da un’altra realta ma ormai solonelle radici dell’albero genealogico. Praticamente uguale agli umani la suafamiglia conservava solo un’altezza un po’ inferiore alla media, un abbozzodi corna ai lati della fronte e un colore degli occhi vermiglio vagamente inqui-etante. Tratti che erano l’unica eredita che avesse ricevuto e tutto quello chesapesse delle sua famiglia. Quella zona della Casa della Legge Perpetua nongli era affatto famigliare e notava che nelle proporzioni della stanza rispetto aquello che aveva visto all’entrata vi era qualcosa di strano. Stanza piuttostogablara, se non denudata di ogni forma d’arredo, anche le architetture erano

modeste, molti angoli bui: unico oggetto degno di nota un trono di legno.- Kaine abbiamo una missione per te!Una figura era comparsa sul trono. Anche Kaine aveva pochi problemi adosservare nell’oscurita, pero non riusciva a focalizzare bene il soggetto: sem-brava un uomo relativamente anziano con vestiti che ricordavano l’uniformemilitare di Norteman ma troppo scuri per esserlo.- Quale?Il tutto era molto strano: nessun segno convenuto, nessun linguaggio parti-

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8 CAPITOLO 1. SPEDIZIONI 

colare; tutto troppo strano anche nella Gilda dell’Oblio, le spie di Norteman.

-Partire con la spedizione per la Roccaforte Turbell sotto le spoglie di guardiaper raccogliere informazioni e, ovviamente, riferirle! Accetti?La prima vera missione, pero la stranezza del tutto faceva rimuginare Kaine: osi erano decisi a dargli fiducia ed erano richieste doti speciali per la buona rius-cita, oppure serviva qualcuno di “sacrificabile”. D’altro canto era comunquela prima vera missione:- Certo!Un pacchetto volo nella sua direzione, Kaine lo afferro e lo aprı. Lesse ilfoglio all’interno con lo scopo della missione e tiro fuori un medaglione dora-to, grosso come uovo con delle strane incisioni sul bordo.-E questo cos’e?

-Un medaglione che dovrai sempre tenere addosso!La risposta giunse soffusa dal crepitio del pacchetto con il foglio che bruciavasul pavimento e mentre la figura spariva fondendosi col buio. Kaine dub-bioso lascio la stanza, esamino attentamente il medaglione e intuı che fosserosimboli marchiati nanici. Capı vagamente che simboleggiassero una forma dicontrollo o di rivelazione, alla fine non avevano ancora totale fiducia in lui;quindi preferı tenere il medaglione in tasca, in fondo gli era stato ordinato ditenerlo addosso non di indossarlo...

Il sentiero carovaniero si snodava ampio e comodo, erano al secondo giorno

di viaggio e il tutto procedeva quieto senza intoppi. La spedizione per il cam-po di Lanater era formata da una trentina di Falchi Dorati e una ventinadi Cavalli Celesti. Garrel camminava dietro ad un gruppetto che parlottavaanimatamente della spedizione: ansioso di saperne di piu si avvicino fingendodi sistemare l’arco lungo sulla schiena.-Oh dipinto viso pallido che vuoi?Un grosso mezz’orco aveva notato il suo goffo tentativo di carpire infor-mazioni. Era un personaggio abbastanza importante della tribu dei FalchiDorati nonostante la razza: i tratti e il colore molto sbiadito della pelle ri-cordavano piu un uomo coi tratti duri che un orco e aveva un odio feroce pergli orchi che non esistava a sventrare con la grande spada che maneggiava

abilmente. Garrel si schiarı la voce e tento un approccio:- Sono Garrel, onorato di conoscervi!Il mezz’orco dapprima lo squadro dubbioso, poi allargo un ampio sorriso:- Ah Garrel “il vagabondo” ho sentito parlare di te! Il mio nome e Imish II!Usa il tu e chiedi cosa vuoi sapere! Indovino: ti sei buttato all’avventura manon sai cosa andiamo a fare !?Garrel contraccambio il sorriso un po’ imbarazzatto:- In effetti non riesco a capire perche dobbiamo andare a dare una mano

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all’accampamento di Lanater, ancora di piu non capisco cosa abbiamo da

spartire coi nani...- Mah ... non e cosı difficile da capire. Dovresti sapere che i Cavalli Celesti,in particolare quelli dell’accampamento di Lanater, hanno aiutato i nani ariconquistare Turbell dagli orchi. I nani oltre a ricostruire e riportare la Roc-caforte al suo antico splendore vogliono riaprire le miniere la attorno. Quelleminiere sono piene di minerali rari e preziosi, i Cavalli Celesti gia si sonoconquistati una “via preferenziale” di scambio, magari dando una mano rius-ciamo ad ottenere qualcosa pure noi! Visto che non era cosı difficile ?!Qualche dubbio ancora permeava Garrel e la sua espressione ne era una evi-dente prova:- Ma da quando ci stanno simpatici i nani ? E poi dare una mano da cosa se

hanno gia scacciato gli orchi ?Imish alzo gli occhi al cielo chiedendosi chi era realmente dei due ad essereun mezzo stupido mostro:- Mi pare di avertelo appena spiegato ... I nani riaprono le miniere. Dalleminiere tirano fuori metalli e altre cose belle preziose. Ovviamente sarannograti a tutti quelli che gli hanno dato una mano prima contro gli orchi. Gliorchi sono ancora pericolosi perche i monti del Seitum non sono esattamenteun bel posto per viverci e si stanno riorganizzando per riconquistare la Roc-caforte. Hai capito ora?Garrel spiano le rughe di espressione tentando di sembrare rilassato e sicuro

di se:- Oh sı, certo certo, ma anche prima ...Il mezz’orco scosse la testa e ci manco poco che non scoppiasse a ridere.

Poco meno di tre giorni dopo la spedizione fece il suo ingresso allo stermi-nato accampamento di Lanater. Personaggi di spicco della tribu li accolseroal centro dell’accampamento che assomigliava molto ad una ampia e roz-za piazza di villaggio. Spiegarono la situazione sia loro sia della RoccaforteTurbell: orchi erano stati visti aggirarsi intorno ad entrambe le zone, sebbenei nani fossero gli autori dei maggiori avvistamenti. Stavano allestendo un po’di gente per andare alla Roccaforte a controllare cosa stesse accadendo echiesero chi della spedizione volesse partire con loro, gli altri sarebbero ri-

masti a parlustrare la zona attorno all’accampamento. Imish e altri ventidecisero di andare a Turbell; invece Garrel, ansioso di nuove avventure, pre-ferı restare.

La spedizione di Norteman avanzava senza problemi attraverso la Vallatadi Norteman verso la Roccaforte Turbell. Wasil era stato accreditato comediplomatico e aveva con se delle particolari pergamene per dimostrarlo. An-che Kaine aveva qualcosa di simile ma lui era acconciato come una guardia

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10 CAPITOLO 1. SPEDIZIONI 

anche se pure l’occhio piu inesperto avrebbe notato subito che non erano i

suoi panni. Dopo piu di sei giorni di cammino giunsero in vista del Guardianoorientale un’alta piattaforma con basse mura di difesa, una caserma e tuttegli armamenti del caso, costruito sul pendio di fianco a Turbell per con-trollare il sentiero che portava alla Roccaforte. Dall’entrata del Guardiano,grazie alla giornata serena e all’aria tersa, si poteva vedere in lontananza laporta est in costruzione della Roccaforte: la Staffa. Aguzzando la vista sipoteva osservare anche uno scorcio dell’imponente porta principale: la Can-cellata dei Marchi; e le vette delle torrette dell’altra porta laterale: lo Sperone,che si ergevano fino a quasi 14 metri. All’interno del Guardiano le guardienaniche ispezionario attentamente le credenziali di ogni singolo componentedella spedizione. Furono divisi in due gruppi: uno venne invitato a proseguire

per il sentiero normale, al secondo, invece, fu mostrato una passaggio sotter-raneo che portava direttamente nella Roccaforte. Wasil e Kaine facevanoparte di quest’ultimo gruppo. Il percorso sotteraneo pareva salire meno dellastrada abbarbicata sul lato del massiccio montuoso ed era piuttosto agevolenonostante gli innumerevoli danni e crolli che testimoniavano la precedentedominazione orchesca. Sbucarono in quella che sembrava una tipica casa difattura naninica, dalle basse finestre si poteva vedere la piazza principaledella Roccaforte inusualmente colma di diversi popoli dei Territori di Selene:barbari di due diverse tribu si mischiavano con la gente di Norteman. Unaguardia nanica accolse il gruppo di Kaine e Wasil:

- Benvenuti a Turbell signori. Se non siete a conoscenza del motivo per cuipossa essere giustificato il trattamento di favore che avete subito siete pregatidi unirvi ai vostri compagni in piazza, altrimenti siete pregati di seguirmi.Non e consigliabile non essere sinceri ...Tutti imboccarono la porta della casa verso la piazza, ad esclusione di Wasil eKaine, i quali furono condotti dal nano verso un’altro passaggio sotterraneo.Wasil imbocco il passaggio e lo percorse tutto tranquillamente, Kaine avvertıuna strana vibrazione provenire dal medaglione riposto in tasca che eman oanche una strana luminescenza ma di questa non si accorse. Istintivamentesi volto per controllare cosa avesse notato la guardia, fotunatamente parvenulla. E sempre nulla noto quando Kaine riattraverso l’architravato in preda

alla curiosita di sapere cosa fosse successo.- Scusate, posso chiedere informazioni a proposito di questa porta?Il nano preso un po’ di sorpresa si affretto a rispondere:- E semplicemente l’ingresso al passaggio che dovete imboccare ...Per non inquietare troppo la guardia con le sue fattezze Kaine evito di sor-ridere apertamente, si limito ad abbassare lo sguardo:- Ah bene, per caso e tratteggiata con qualche iscrizione ...La guardia si fece pensierosa:

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- Mmh, sı. Dovrebbe avere alcune antiche iscrizioni magiche, non potenti

come quelle della Cancellata dei Marchi ma qualcosa dovrebbero fare ...- Bene ho capito grazie dell’informazione!Questa volta il medaglione non fece nulla, per fortuna di Kaine visto che,dopo le domande sibilline, la guardia lo tenne d’occhio fino a quando nonlo perse nel buio del passaggio. Quando arrivo dall’altra parte trovo Wasile un’altra guardia nanica che lo stavano aspettando al di la di una robustaporta di legno con rinforzi in ferro. La guardia li accompagno attraverso gi-gantesche sale con vertiginosi colonnati fino alla porta di una sala che aprıfacendoli entrare. La sala era un po’ piu piccola rispetto al resto, vi eranoampi e capienti scaffali di libri coperti dalla polvere della trascuratezza, da-vanti agli scaffali erano posti alcuni troni in marmo con scrittoio, un trono di

fattura migliore degli altri era posto sul fondo della sala. I troni erano occu-pati da alcuni anziani nani dalle vesti pregiate e dalle lunghe barbe argentee.Questi appena videro i due entrare si affrettarono a lasciare la sala, qualcunoafferrando distrattamente un impolverato tomo e chiudendo la porta dietrodi loro una volta usciti.- Prego avvicinatevi pure!La voce roca ma sicura giunse dal trono in fondo occupato anch’esso da unanziano nano dalle pregiate vesti che ricordavano un variopinto arazzo. Kainee Wasil mossero passo guardingo verso di lui fermandosi a distanza di qualchemetro. Il vecchio distolse l’attenzione da un antico libro e la pose su di loro

ma non dicendo nulla. Kaine come sempre era impegnato a memorizzare illuogo e a notare ogni piccolo particolare, per cui fu Wasil a rompere il silen-zio:- Cosa volete da noi?L’anziano nano si sporse un po’ cambiando posizione sul trono:- Ottima domanda. Sono felice che qualcuno sia arrivato fin qui. Questo vuoldire che siete degni di fiducia visto gli innumerevoli controlli che, anche in-cosapevolemente, avete superato; e vuol dire anche che avete doti particolariper la causa.Dall’ombra del cappuccio calato sulla testa per nascondere le sue fattezzeWasil alzo leggermente lo sguardo verso il nano:

- Controlli? Che controlli?Kaine fece finta di nulla ma attese curioso la risposta. L’anziano nano spostolo sguardo:- Alcuni controlli disseminati anche all’interno della Roccaforte per assicurar-si che nulla di ostile o malavagio si possa aggirare indisturbato per Turbell.Pero preferirei non dirvi nulla di piu appunto affinche il tutto resti abbastan-za segreto e, quindi, funzioni al meglio.Kaine finse ingenuita:

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12 CAPITOLO 1. SPEDIZIONI 

- Ma allora le guardie e i posti di sorveglianza?

- Oh certo quelle sono una forma di controllo; pero un mago, in generaleun incantatore, relativamente potente potrebbe superare tranquillamente leguardie. I controlli extra servono appunto a rivelarli.Un po’ di curiosita pervase anche Wasil:- Tutti questi libri?- Quasi tutti questi libri sono eredita dei fondatori di Turbell millenni orsono,l’incuria e lo stato in cui si trovano e frutto della dominazione orchesca.Era il momento di scoprire cosa volessero da loro, Wasil pose la domanda eKaine si impose di restare impassibile e non far trapelare le proprie emozioniqualsiasi cosa dicesse l’anziano nano che si accinse a rispondere:- Indubbiamente il problema orchi e sempre vivo e presente, ma personal-

mente credo la riorganizzazione delle forze da parte del Re Aepift sia ormaiquasi una leggenda. Anche perche Aepift dovrebbe avere ormai una certaeta, se non sia addirittura gia morto ... Quindi il problema e costituito dallaRegina dei Goblin. Informatori da vari luoghi dicono di un fantomatico per-sonaggio, la Regina dei Goblin appunto, che sta reclutando tutta la fecciadei monti: orchi, goblin, hobgoblin ... in cerca di qualcosa. Pare che abbia unforte potere persuasivo e si sia gia costruita un bell’esercito. Pare,inoltre, chesia alla ricerca di qualche oggetto antico, forse antichi documenti, ma non sisa di preciso cosa.Kaine restava in silenzio, lasciava che fosse Wasil a fare le domande:

- Chi o cosa e la Regina dei Goblin ?- Non si sa con precisione, non si sa nemmeno se esista veramente, pero laminaccia di qualcosa c’e!- Noi che dovremmo fare?- Il vostro compito e scoprirne di piu . Il solo fatto che siete qui, ho gia detto,significa che avete doti o conoscenze indispensabili per la causa. Potete agirecome meglio credete: farvi reclutare, spiare ...- Equipaggiamento, rifornimenti ?- Be’ dovreste essere gia equipaggiati di vostro e abili nella sopravvivenza suimonti del Seitum. Pero visto che vi consiglio di iniziare la riceca dalla Vallatadell’Iride posso darvi provviste per tre giorni pieni, quasi sei se razionate.

Wasil e Kaine si scrutarano a vicenda per un attimo, il loro modo perconoscersi, ormai erano compagni di prossima avventura che avrebbero ac-cettato, con dei cenni lo fecero capire anche all’anziano nano:- Bene, felice che abbiate accettato. Visto la segretezza della missione nonvi chiedero ulteriori spiegazioni sulle vostre doti o conoscenze che sono affarvostro, vi chiedo solo di farmi sapere come intendente agire, il vostro pianod’azione. In piazza e stata radunata della gente da tutti i territori di Selene,potete scegliere chi e quanti volete per aiutarvi.

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Wasil si calo il capuccio del saio mostrando apertamente le sue fattezze:

- Visto il nostro “vantaggio razziale” probabilmente farsi reclutare e la viapiu breve per ottenere informazioni.Anche Kaine fece balenare i suoi occhi vermigli sul nano, il quale fece uncenno di assenso e si accommiato:- Perfetto ora andate pure! Pero siete pregati di portare con voi questomedaglione!Wasil lo osservo incerto, Kaine interessato visto che gli ricordava molto quel-lo che aveva in tasca:- Cos’e?- Un medaglione segnalatore. In caso vi capiti qualcosa noi sapremo dovesiete. Questo non vuol dire che verremo in vostro aiuto, ci serve solo come

riferimento per sapere dove possiamo ottenere informazioni o continuare lamissione.Wasil era immobile, impassibile. Kaine sbuffo sommessamente e si avvicinorecuperando il medaglione: era molto simile al suo sebbene nel contempodiverso; fece un cenno della testa per salutare e se lo mise diligentementeal collo. Wasil si ricoprı la testa col capuccio e imbocco l’uscita seguito daKaine. La guardia che li aveva aspettati fuori diede una rapida occhiata al-l’interno della stanza quindi chiuse nuovamente la porta alle loro spalle:- Per uscire potete farlo dal portone principale, pero destereste un po’ disospetti perche da’ direttamente sulla piazza e potrebbe risultare strano

vedere uscire stranieri direttamente dalla Cattedrale senza capire come sonoentrati. Altrimenti potete rifare il passaggio sotterraneo ed arrivare in piazzadalla casa dove avete lasciato i vostri compagni.Kaine sorrise incautamente e, memore dei “sistemi di controllo” decise diuscire dal portone della Cattedrale. Non pochi occhi furono calamitati su diloro quando uscirono. In particolare un nano che sembrava un alto graduatodell’esercito della Roccaforte scambio un occhiata con la guardia che li avevaaccompagnati fuori e si avvicino:- So che siete in missione segreta, cosa avete intenzione di fare!Un po’ sospettoso Wasil si affretto a rispondere:- Fatti nostri se la missione e segreta appunto!

Il comandante dell’esercito nanico abbasso per un attimo lo sguardo per con-trollarsi:- Certo non intendo chiedere nulla, solo vi sara molto piu facile ottenere quel-lo che volete nella Roccaforte se vi do una mano!Wasil e Kaine accettarano di buon grado l’aiuto del comandante che glimostro una accogliente caserma dove passare la notte, essendo la Roccafortein ricostruzione mancava ancora di molte comodita come le locande per iviaggiatori. Visto che partivano subito l’indomani mattina un messo avrebbe

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14 CAPITOLO 1. SPEDIZIONI 

portato loro i rifornimenti richiesti. Lasciarono il comandante e si inoltrarono

nella piazza per reclutare qualcuno adatto alla missione. L’unico che tranquil-lamente avrebbe potuto essere arruolato con loro era un irruente mezz’orco dinome Imish pervaso da un odio profondo per tutta la razza orchesca. Preserocon lui accordi per il viaggio, soprattutto per frenare il suo impeto sanguinarioe si sistemarono per la notte nella stessa caserma. La mattina il messo portoloro i rifornimenti ed erano pronti a partire se non fosse che Imish non sivedeva. Lo trovarono che dormiva saporitamente in una camerata. Avevaunito due brande e ne dormiva al centro con una nana nuda a fianco, glialtri nella camerata erano ammassati in un angolino e probabilmente nonavevano dormito molto bene. Quando fecero per svegliarlo rutto corposa bir-ra nanica in faccia a Kaine e si preparo a partire dopo aver visitato la latrina.

Garrel aveva partecipato a tutte le ronde attorno all’accampamento diLanater, anche all’ultima che si era spinta molto vicina a Turbell e avevafatto sosta lı per la notte con tripli turni di guardia. L’aurora indorava l’aspromassiccio montuoso e il suo turno stava per finire quando una voce tonantegiunse al campo dal sentiero che lasciava lo Sperone:- Oh Garrel non star lı a giocare coi tizzoni spenti e vieni con noi a caccia diorchi!!Kaine guardo il mezz’orco un po’ stupito e interdetto, Imish gli diede unavigorosa pacca sulle spalle che lo fecce carambolare a terra:

- Non e male portarsi dietro un po’ di carne fresca!Garrel si alzo avvicinandosi al sentiero:- Imish, sei tu? Dove sono gli orchi?Il mezz’orco si appoggio alla spalla di Kaine che nel frattempo si era rialzatoe sussurro la poca intelligenza del barbaro:- Vieni con me e questi amici e ne troverai di tutti i gusti! Dai muoviti ciserve un po’ di car...cioe di forze fresche!Garrel rimase un attimo dubbioso ad osservare lo strano gruppetto, poi il suospirito avventuriero prese il sopravvento; torno al campo dove le sentinelleavevano sentito tutto e non aveva da spiegare nulla. Il barbaro raccolse lesue cose e si unı al gruppo, alla compagnia e inizio il viaggio sui monti del

Seitum.

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Capitolo 2

Monti

I monti del Seitum sono il luogo piu duro e inospitale di tutti i Territori diSelene: anche le lepri hanno le zampe sporche di sangue. Tre terribili tribuorchesche le infestano, tribu cannibali che spesso lasciano la caverne dellazona o i rozzi accampamenti per vere e proprie battute di caccia: orsi, lupima anche goblin delle rocche dei pendii piu a valle sono le loro prede. Un luogodove persino gli uccelli stanno in silenzio e il minimo fruscio e un segnale dipericolo. Per arrivare alla Vallatta dell’Iride la compagnia doveva percorreresei lunghi giorni attraverso le montagne, le provviste erano appena sufficientia coprire il viaggio di andata.

Si avvicinava il vespro del secondo giorno quando avvistarono cinque or-chi. Erano su un declivio erboso poco piu in basso rispetto a loro, dagli in-dumenti e dai monili sembravano fare parte della tribu delle Zanne Cremisi.Anche gli orchi si avvidero di loro e si lanciarono all’attacco violentemente.Kaine si butto a terra rotolando verso un vicino arbusto caricando la balestra;Wasil inzio a far roteare la fionda; Imish, dopo avere chiesto il permesso, silancio senza impugnare alcuna arma contro gli orchi con un ghigno felice;infine Garrel, che aveva notato per ultimo gli orchi, si attardo ad osservare illoro equipaggiamento: tre impugnavano un falcione, ossia una corta spada ri-curva e gli altri due si stavano preparando a lanciare il rispettivo giavellotto,poi anche lui li carico impugnando la grossa ascia. Wasil ne fiondo uno ma

fallı il colpo, invece Kaine centro il suo obiettivo con la balestra da dietro unbasso arbusto ma riuscı solo a ferire l’orco che intuı la direzione della frecciae si diresse cola. I due col giavellotto lo lanciarono: uno con troppo vigore esi perse lungo il declivio mentre l’altro trafisse una spalla di Wasil che ac-cuso il colpo ma rimase in piedi. Garrel e Imish si scontrarono con quelli cheli fronteggiavano. Garrel subı pesantamente l’attacco non riuscendo a porreuna valida offensiva tanto che venne ferito e fece un passo indietro. Invecel’orco di fronte a Imish non ebbe nemmeno il tempo di capire da cosa venne

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16 CAPITOLO 2. MONTI 

sventrato tanto fu la sua rapidita ad estrarre lo spadone e colpirlo.

- Elettrizzante, no ?!Ma la sbruffonata si perse nella sua seguente azione: uno gli passo troppo vi-cino diretto contro Wasil e si ritrovo a rotolare agonizzante nell’erba senza unbraccio e buona parte della spalla. Quello che fronteggiava Garrel si ritrovoImish un po’ troppo vicino e venne ridotto nelle stesse condizioni. Kainecolpı nuovamente l’orco che lo cercava che pero trovo anche l’ascia di Garrelrimasto senza avversari. Ne resto uno solo, questo stoicamente, dimostrandoun insolito orgoglio razziale, dopo aver colpito Wasil col giavellotto vi ci siscaglio contro col falcione ma un preciso pugno lo spedı nel mondo dell’in-coscienza prima ancora che potesse terminare l’attacco. Imish si divertı afinire gli orchi a terra mozzando loro il capo e perquisendoli, ma trovando

ben poco. Garrel si tampono le ferite e cerco di recuperare i giavellotti an-cora in buono stato cosı come Kaine le proprie frecce. Wasil si curo la feritaestraendo il giavellotto dalla spalla e applicando un po’ di erba risanatricetrovata da Imish. Si decise di interrogare l’orco svenuto, pero prima bisog-nava farlo riprendere. Si spostarono un po’ piu a valle dove incontrarono unruscello, il mezz’orco, che lo aveva trascinato di peso fin lı, lo lancio dentro.L’orco si riprese quasi subito e Garrel gli si butto addosso per bloccarlo maquesti si divincolo ributtandosi nel corso d’acqua individuando nella correnteuna improbabile via di fuga. Imish lo recupero sembrando trattenerlo benstretto e saldo. A Kaine baleno un’idea: mostrare le sue fattezze e far finta di

improvvisare un rito malvagio per spaventare l’orco ed ottenere da lui tuttele informazioni desiderate. Ma l’orco risucı a sgusciare anche dalle braccia diImish e si ributto nel ruscello. Recuperato da Garrel scappo un’altra volta.Abbastanza tediati da quella situazione tragicomica si decise di lasciare cartabianca al mezz’orco: doveva solo fargli dire dove stava il suo accampamento.Imish con un ghigno soddisfatto lo riacciuffo e lo scaravento a terra con vi-olenza, gli intimo non molto gentilmente nella sua lingua di dirgli quello chevoleva sapere. L’orco grugnı qualcosa che il mezz’orco riferı agli altri prima distrangolarlo. Lasciando anche quel cadavere ad imputridire sui monti o comepasto per le belve si decise di puntare verso l’accampamento rivelato pocoprima per dare un’occhiata. Scesero ancora un po’ verso valle ma il giorno

ando a terminare per cui si accamparono. Imish, non guardato di buon occhiodagli altri, accese un bel fuoco. Furono stabiliti i turni di guardia e durantequello di Garrel qualcosa avvenne. Il barbaro udı dei fruscii nella notte maessendo buio pesto si affretto a svegliare Kaine e poi Wasil che, grazie allaloro migliore vista notturna, videro tre figure umanoidi avvicinarsi a loro.Mentre Garrel, dopo ripetuti tentativi, riuscı a svegliare Imish e a bloccar-lo in uno dei suoi impeti contro le misteriose figure e Kaine con della terraspegneva il fuoco, Wasil scruto meglio le figure intuendo che fossero orchi. Le

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figure si accucciarono e si decise un piano d’azione, che pero risulto tardivo.

Infatti quando presero ai fianchi il luogo dove avevano visto i presunti orchiquesti erano gia spariti. L’indomani mattina con l’alba che feriva gli occhidi chi la guardava scesero ancora verso l’accampamento orchesco. Fermatisiad osservarlo a distanza di sicurezza videro che era piccolo: non piu di unadecina di capanne. Garrel riuscı ancora una volta a fermare l’impeto san-guinario di Imish che si voleva scagliare da solo contro tutto l’accampamentoe si decise di lasciarlo perdere visto che era un sito periferico e probabilmentesenza alcuna importanza. Il viaggio proseguı. Dopo una giornata totalmentetranquilla, la notte del quarto giorno subirono un altro attacco anche se nonavevano acceso il fuoco come non avrebbero piu fatto per evitare di esserefacilmente individuati. Questa volta Garrel non riuscı a svegliare Imish ma

non fu necessario l’intervento del mezz’orco visto che si trattava solo di tregiovani e deperiti lupi che trovarono la fine contro la fionda di Wasil e le freccedi Kaine. Quest’ultimo mentre stava finendo un lupo imprudentemente leccola lama dello stocco per pulirla dal sangue. Imish si svegli o giusto in tempoper scuoiare e macellare i lupi per una sostanziosa e nutriente colazione concarne fresca e un po’ di ulteriori provviste per il viaggio. Mentre Garrel eWasil discussero sulla buona fede del mezz’orco, concludendo che fin lı nonaveva dato motivi di sospetto. Wasil si tenne una pelle e con un’altra feceuna bisaccia per i pezzi di carne. Al quinto giorno erano tutti sazi, pieni dienergia e con le ferite praticamente sanate. Proseguendo nel cammino giun-

sero in un luogo ben noto a Wasil. Erano di fianco ad una bassa collinettaquando Kaine noto qualcosa di strano: non si vedeva nulla pero l’erba sispostava un po’ controvento e vi erano degli insoliti riflessi di luce. Wasil, chesi era tenuto un po’ in disparte, si sentı in dovere di intervenire, disse cheoltre quella collinetta vi era il convento, ora abbandonato, da cui proveniva.Non aggiunse nient’altro e non entro nei dettagli. Decisero per andare a dareun’occhiata al luogo indicato dal compagno anche se per Imish era solo unaperdita di tempo visto che non gli sembrava nulla di che. Fruscii, erba mossasembravano anticiparli per poi sparire una volta nei pressi del convento. Erauna ampia costruzione in muratura su circa tre piani in un pianoro petroso.Una parte era crollato e tutto il luogo, in generale, dimostrava incuria ed

abbandono. Garrel e Wasil si avventurarano all’interno in esplorazione sco-stando una pezzo di legno, che un tempo era una porta, per entrare. Kaine eImish li attesero fuori tenendo sott’occhio la situazione all’esterno. Garrel sifermo al primo diroccato a polveroso locale, Wasil proseguı ispezionandonedistrattamente altri tre ma non trovando nient’altro che detriti, ragnatele,pipistrelli e ratti. Uscirono dal convento e decisero di porre nei suoi pressil’accampamento per la notte. Wasil stava sostenendo il suo turno di guardiama non noto nulla, almeno nulla di preoccupante. Otto goblin li assalirono

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18 CAPITOLO 2. MONTI 

armati di mazze chiodate: due per ciascuno. Probabilmente per la foga fal-

lirono i loro primi attacchi eccetto Imish che venne colpito. Presi di sorpresatentarono di reagire all’imboscata recuperando velocemente le armi al lorofianco e attaccando i goblin ma, reduci dal brusco risveglio, tutti fallirono ilcolpo, anche i trucchetti mentali di Wasil non andarono a segno. Il successivoattacco dei goblin fu tragico e crudele. Wasil riuscı ad imbambolarne uno magli altri erano ancora liberi. I due addosso a Kaine lo colpirono duramenteriducendolo in fin di vita. Il medegalione che aveva al collo inzi o a vibraree ad emanare una luce dolce, in misura minore si attiv o poco dopo anchequello che aveva in tasca sprigionando una luminescenza meno intesa e piuaspra che riaccese per un attimo gli occhi spenti di Kaine. La due luci sifusero avvolgendolo in un alone agrodolce e le emorraggie bloccarono il loro

flusso mortale. Quell’inaspettato e magico evento spavento tutti i goblin chesi ritrassero un po’intimiditi. Quelli addosso a Kaine furono letteralmentesbalzati all’indietro: uno sembro accusare un qualche effetto magico, persel’arma e quando fece per recuperarla gli si sbriciolo tra la mani luride, intui-ta la mal parata decise di darsi ad una roccambolesca fuga claudicante; l’altrorimase solamente un po’ stordito e quando si riprese si slancio contro Imish.Ma un profondo timore ormai li aveva rapiti e non riuscirono a riprenderel’imboscata in modo efficace. Cosı tutti i goblin vennero facilmente falcidiati,Wasil finı anche quello in fuga con un preciso colpo di fionda. Dopo l’at-tacco Imish riprese tranquillamente a dormire, Wasil e Garrel si iniziarono

a preoccupare delle condizioni di Kaine, il cui alone luminoso andava manmano affievolendosi fino a spegnersi. Garrel pulı attentamente le ferite delcompagno con un po’ della loro scorta di acqua e poi gli fascio le ferite congli indumenti dei goblin meno luridi. Wasil, appena albeggio, ando in cercadi acqua e qualche erba medica, anche se aveva solo vagamente intuito cosadovesse cercare dalle descrizioni di Imish prima che si riaddormentasse. L’ac-qua la trovo in una piccola pozza sorgiva e ne riempı due borracce, di erbemediche nemmeno l’ombra. Imish si desto verso mezzogiorno con una famefamelica, in effetti tutti avevano perso molte energie la notte prima. Attin-sero a piene mani alla carne di lupo, tenendo l’ultima razione di provviste perla sera. Visto che le vicinanze del convento erano risultate abbastanza peri-

colose e non appariva sano restare lı per un’altra notte, decisero saggiamentedi rimettersi in viaggio almeno fino a sera verso la loro destinazione, ormaiavevano perso quasi due giorni. Imish con un minimo dispendio di energia sicarico in spalla Kaine convalescente avvolto nelle caldi pelli di lupo. Prima disera allestirono il campo in un pianoro erboso circondato da arbusti, stavoltaaccesero il fuoco. Per cena diedero fondo alle provviste fornite dai nani ebevvero dalle borracce riempite da Wasil nella pozza: purtroppo l’acqua nonera molto pulita a questo causo un po’ di problemi intestinali proprio a lui.

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Pero il temporaneo malore gli permisse di assistere a tutta la scena: stava

tornando al suo giaciglio dopo avere fatto visita per la terza volta di seguitoad un arbusto vicino quando noto che il fagotto di pelle di lupo in cui eraavvolto Kaine vibrava in modo convulso. Una pasciuta luna piena brillavachiara nella notte dei monti del Seitum. Il silenzio prudente delle creaturenotturne venne rotto da bassi grugniti che assumevano sempre piu il timbrodi lugubri latrati. Le pelli vennero scaraventate vicino al fuoco al centro delcampo, i muscoli di Kaine si gonfiarono e poi assunsero una diversa confor-mazione mentre le ossa scricchiolavano sinistre durante il cambiamento diforma e disposizione e una folta pelliccia spuntava come una ferale veste aricoprire il tutto. Imish appena venne destato dal trambusto si diede ad unaprecipitosa fuga lontano dal campo seguito da Wasil dimentico del proprio

malore. Garrel incoscientemente si attardo a recuperare il proprio giaciglio.Fu l’unico a vedere il completamento della trasformazione: un lupo mannarosurreale,di dimesioni medie ibrido tra un lupo e un discendente di un popolodi un altra realta ansimava a zanne scoperte a pochi passi da lui. I tratti razz-iali di Kaine avevo contenuto e modificato la maledizione mannara quel tantoche bastava per fargli risultare ancora pennelate le vesti, ora pero madide disudore e “linfa di lupo”. Butto la testa all’indietro per salutare la luna con unlugubre ululato che sgorgo mostrusomente naturale. Un friggente crepitio sidiffuse dai pantaloni a livello della coscia, strappo con una artigliata la tascaafferrando il medaglione consegnatogli nella Casa della Legge Perpetua. Il

medaglione era luminoso ed incandescente: con un ruggito lo scaglio lontanonella notte. Garrel seguı con lo sguardo la scia dell’oggetto fino a che non sispense e poi si lancio a gambe levate in quella direzione. Il mannaro annusol’aria in cerca della sua prima preda: l’odore acre e terrorizzato del barbaro lopervase, lo inseguı con rapidita innaturale. Garrel osservo speranzosamenteun oggetto impigliato in un basso arbusto aiutato dalla luce lunare nellanotte: il mannaro gli era gia dinnanzi, pero non attacco si mise ad osservarloa zanne strette dischiuse sotto le labbra vibranti in un basso ringhio. Gar-rel afferro rapidamente l’oggetto sull’arbusto ma, rivelatosi solo una grossaragnatela che raggruppava un gruppo di piccole foglie, intuı di essere neiguai. Imish aveva arrestato la sua fuga da un po’ di tempo imitato da Wasil,

pareva essersi reso conto di essersi spaventato per nulla e ora stava tornandoa cauti passi verso il compagno in pericolo accarezzando l’elsa della grossaspada, Wasil rassicurato dall’atteggiamento del mezz’orco anche lui si diresseverso Garrel e il mannaro ma a passo piu baldanzoso. Il mannaro si mise aquattro zampe assomigliando ad una terribile fiera, indi si avvicino a Garrele lo annuso. Il barbaro rimase piu immobile che potesse e intanto scorrevagli occhi d’intorno alla ricerca del medaglione intuendo in esso l’unica suasperanza di salvezza. Improvvisamente il mannaro ruppe gli indugi e tent o

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di azzannare Garrel, che pero scarto rapido evitando il morso. Il barbaro

afferro saldo la sua grossa ascia e vibro un fendente. Nonostante l’insperataprecisione e la disperata forza del colpo riuscı a ferirlo solo leggermente. Ilmannaro si scateno: si rimise in piedi, non aveva cambiato di molto la propriaaltezza e Garrel ancora lo sovrastava ma la sua figura era lo stesso terrifi-cante, si scaglio contro di lui con famelico furore. Il barbaro uso tutta la suaesprienza per contrastare l’attacco ma venne morso. Un attimo di respiro,Garrel ansimando pesantemente per la ferita noto un luccichio baluginaretra l’erba: il medaglione. Meno un poderoso colpo piu per prendere tempoe spazio d’azione: fallı il colpo pero si butto lo stesso sperando di afferrarel’oggetto salvifico. Purtroppo atterro ad un palmo da esso. Il mannaro nonperse l’occasione ed inferı su di lui facendogli ben presto perdere conoscenza

per le ferite subite indicando con le ultime forze il medaglione. Una frecciatrafisse il mannaro ad un fianco che arretro di qualche passo accusando ilcolpo, questo salvo la vita a Garrel. A pochi metri da loro Imish abbassavala balestra pesante con un ghigno soddisfatto. Il mannaro ruggı contro di lui enemmeno si accorse che Wasil fulmineo era arrivato sul posto e aveva raccoltoda terra il medaglione intuendo che la posizione del compagno a terra signifi-casse qualcosa. Quindi alla disperata si butto contro il mannaro sperando diriuscire ad infilargli il magico oggetto al collo ma questo, accecato dal dolore,lo respinse facilmente. Ma Wasil non si perse d’animo e rapido ci riprov o.Stavolta riuscı ad avvinghiarglisi addosso e ad infilargli il medaglione al col-

lo. L’oggetto emano un lampo di luce aspra e acida che fu seguito da unostraziato latrato di dolore che assumeva una strana intonazione di urlo chenulla aveva di animalesco. Il mannaro cade a terra in preda alle convulsioni,Wasil noto che stavolta era il medaglione dei nani che ancora aveva al colloche stava per essere attivato dall’altro, quindi con un abile e preciso gestoglielo sfilo. Un urlo di dolore squarcio la notte di plenilumio, facendo accap-ponare perfino la rugosa pelle di Imish. Kaine ancora mezzo lupo vibravaa terra bloccato con sommessi mughigni intervallati da rari uggiolii. Garrelaveva bisogno urgente di cure. Imish riuscı ad individuare un mazzetto dierbe mediche. Allestı un vivace fuoco per preparare un rozzo decotto cura-tivo visto che nessun altro aveva conoscenze adeguate. Il decotto miglioro

sensibilmente le condizioni del compagno, che appena si riprese, memore delmorso ancora sanguinante, rovisto nella memoria alla ricerca di un modo perevitare di diventare lui stesso un mannaro. Nel frattempo anche Wasil tornocon qualche erba sperando che avesse qualche proprieta curativa. Imish losquadro scuotendo la testa. Il mezz’orco era gia in procinto di buttare viaquelle strane erbe quando Garrel lo fermo:-E Bella di Notte ... mangiarla fresca, anche se velenosa, potrebbe rimuoverela maledizione! Sempre se sono ancora in tempo ...

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Prendendo il coraggio a due mani, il barbaro si ficco le erbe in bocca e inizio

a masticarle vigorosamente. Avvertı un fuoco avvampare dentro di lui. Fi-amme vigorse e dirompenti che gli fecero sbarrare gli occhi e strozzare in golaun gemito soffocato. Le fiamme si placarono dopo pochi istanti e tutti i mus-coli del corpo si rilassarono. Semichiuse le palpebre e un compiaciuto sorrisoapparve sul suo duro volto di avventuriero: la Bella di Notte aveva scaccia-to il lupo; poi cadde a terra convalescente e completamente prosciugato diforze. Imish trattenne a stento un sorriso divertito, Wasil gli si inginocchio afianco sorreggendogli il busto con un braccio. Garrel aprı gli occhi e biascicoqualcosa sull’effetto venifico dell’erba che aveva appena masticato. Passaronoil resto della nottata a dormire saporitamente svegliandosi solo nella succes-siva tarda mattinata. Appena spunto l’alba l’effetto di stasi che avvolgeva

dolorosamente Kaine sparı insieme alle fattezze di lupo, lasciandogli solo unvago intorpidimento dei sensi e un chiaro marchio sul petto. Quando anche glialtri si destarano decisero di prendersi quel giorno di riposo, per ritemprarsidalle fatiche dei giorni e soprattutto delle notti precedenti. Wasil e Imishsi diedero alla caccia per recuperare un po’ di cibo mentre Garrel e Kainerestarono al campo, il primo a curare i propri acciacchi e, comunque, troppodebole anche solo per camminare, l’altro per puro e semplice ozio. Con un as-tuto espediente Wasil stano col fumo due tassi che catturo oltre ad un furetto;trovo anche una caverna ma le tracce al di fuori di essa dimostravano che eraoccupata da un orso e preferı non rischiare troppo. Tornato al campo divise il

pasto con Kaine tenendone un po’ per la sera; anche Imish torno al campo condelle prede: tre piccoli di tasso affumicati che sgrannochiava a mo’ di spiedinoinfilzati da una freccia trovati in una tana. Garrel dal canto suo mantenneun digiuno per epurarsi dal veleno, verso sera prese la coraggiosa decisione dibere ancora l’acqua putrida raccolta da Wasil: ottenne l’indesiderato effettosperato. Il barbaro passo gran parte del vespro in preda a forti attacchi didiarrea, ma le sue forze erano veramente esigue e piu di una volta si lordo inmaniera vergognosa, riuscendosi solo a pulire sommariamente. Questa voltasi perse lo spettaccolo che avvenne all’ombra del plenilumio. Riuscendo piuo meno ad ottenere il suo benestare, Imish e Wasil infagottarono Kaine coni giacigli per evitare che l’argenteo bagno di luce inducesse in lui un’altra

trasformazione: ma non basto. Quando la luna occupo il suo trono notturnoil fagotto prese a vibrare, un filo di fumo salı dal centro e venne avvolto dafiamme magiche che ben presto consumarono la paglia dei giacigli estinguen-dosi. Il medaglione al collo di Kaine sfolgorava pungente, i sui muscoli sigonfiavano e sgonfivano ritmicamente come se non riuscissero a completarela trasformazione frenati da una forza magica. A terra, in preda a questevibranti convulsioni, avvolto da un aspro manto luminoso, emetteva gemitidi dolore. Imish se ne di disinteresso completamente e si sposto in un luogo

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piu tranquillo per riuscire a dormire in santa pace. Wasil resto nel campo

ma anche lui cerco di dormire, Garrel aveva gia i suoi problemi da risolvere.Venne mattina, Imish, forse l’unico che aveva dormito bene, era gia andatoa caccia della colazione quando gli altri aprirono gli occhi e il medaglione de-cise di lasciare in pace Kaine. Mentre, ancora assonnati, raccoglievano le lorocose udirono strani rumori d’intorno, subito si misero in allerta aguzzando levista e tendendo le orecchie. Nulla riuscirono a vedere, ma rumori secchi efruscii si ripeterono come di un imprudente esploratore venuto a spiarli. Queirumori convinsero Garrel, ripresosi quasi completamente dall’intossicamento,e Wasil ad allontanarsi di qualche passo dal campo per verificare cosa fos-sero, mentre qualcosa passo sul volto di Kaine. Scrutando bene la zona tuttaintorno al campo Wasil noto uno strano promontorio erboso: gli si avvicino

molto prudentemente. Due frecce gli sibilarono vicino mancandolo di poco,arretro verso il campo tentando di capire da dove provenissero ma non videnull’altro che erba e arbusti. Garrel intanto, suggeritogli dai movimenti delcompagno aveva individuato anche lui lo strano promontorio. Con foga e im-prudenza tipica di un barbaro vi si scaglio contro ottenendo solo di piantarel’ascia nella terra, pero aveva proprio una strana forma come se qualcunosi stesse nascondendo sotto di un telo coperto di erba. Wasil si volto versoil campo e vide che Kaine era scomparso, rapito dal desiderio di far luce suquella strana vicenda anche lui attacco il promontorio e anche lui ottenne solodi colpire la terra devastando un po’ di steli d’erba coi suoi pugni. Ma quello

che avevano fatto non era stato inutile e, in qualche modo, ci avevano vistogiusto: due frecce volarono nella loro direzione ferendoli leggermente, ancorauna volta non capirono da dove provenissero. Testardi colpirono ancora unavolta il promontorio ma questa volta, forse grazie ad una mira migliore e allavicinanza del bersaglio, ottenero qualcosa: un uomo in vesti dipinte e copertedi erba per mimetizzarsi sguscio fuori dal suo nascondiglio dandosi ad unaprecipitoso fuga. Sebbene riuscirono a ferirlo, non lo fermarono e, bersagliatiancora da frecce, decisero di arretrare verso il campo.

Kaine, nel frattempo era andato in luogo ben preciso, consigliato dairumori uditi poco prima. Come si aspettava tre componenti della Gilda del-

l’Oblio gli si palesarono davanti uscendo dai mantelli mimetizzanti. In questicasi parole e movimenti sono ridotti al minimo, in quanto non necessari:-Kaine devi tornare alla Casa della Legge Perpetua al piu presto con noi!Il novizio scorse i suoi occhi irreali ancora colmi di un incubo di dolore not-turno, sulle altre spie e assentı con un cenno del capo.Partirono subito, inquello stesso momento, Kaine non lascio nulla ai suoi compagni di viaggioper fare intuire cosa avrebbe fatto.

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Garrel e Wasil si appiattirono in mezzo al campo guardinghi con tutti i

sensi tesi. Speravano che l’occulto nemico si tradisse in qualche modo, as-pettarono cosı per un po’, unico segno furono due frecce che si piantarono aqualche passo da loro. Imish arrivo al campo sgranocchiando un tasso confi-catto in una freccia, li guardo un po’ stupito:-Vi divertite molto a fare i vostri giochetti sodomiti di primo mattino?Wasil si rialzo ancora un po’ in guardia, imitato da Garrel:-Non stavamo giocando, ci hanno attaccati!Il mezzorco osservo d’intorno al campo nella dorata luce del mattino:-Uh? E chi?Garrel si stava medicando come poteva le leggere ferite riportate nello scon-tro a distanza:

-Non lo sappiamo, visto che non siamo riusciti nemmeno ad individuarli, eora se non ti dispiace dovrei rimmettermi un po’ in sesto ...-Tasso?Garrel osservo l’animale sventrato a morsi che gli porgeva il compagno e glidiede un vorace morso sotto lo sguardo schifato di Wasil:-Grazie, ci vuole un po’ di energia...-Gia anche io non ho dormito per nulla bene, visto il trambusto che avetefatto tu e quell’altro stanotte ... a proposito dove e finito Kaine?Wasil si avvicino ad Imish con gli occhi sempre attorno al campo:-Non lo sappiamo, e sparito mentre siamo stati attaccati, pero non ne sono

affatto stupito!Imish termino la colazione con un ultimo morso, scrollo la freccia per ripulirladai resti della carcassa e la ripose:-Quindi che si fa? Ripartiamo lo stesso?-Sı, si riparte lo stesso, anche perche, dopo quello che e appena successo, none molto saggio fermarsi nei paraggi.Imish scrollo le spalle e inizio a raccattare le sue cose come gli altri e sirimisero in cammino puntando verso la vallata dell’iride.

Si fermarono con il sole a picco, per pranzare con quello che Wasil avevacacciato per strada, qualche animaletto che aveva affumicato con il solitotrucchetto delle fronde in fiamme nella tana ed uno strano nido bruciacchiato

con delle piccole uova arancioni maculate di rosso al suo interno. Conservo unuovo in tasca, gli altri li spartı con Garrel, Imish preferı buttarsi sulla carne.Ilvento soffiava dalla vallata verso di loro, in quella direzione udirono dei colpisecchi ritmati e dei tamburi, alle loro spalle, molto piu flebile e lontano, ilsonoro muggito di un corno.

Il meriggio si avvicinava, il terreno erboso ora declinava sempre piu in-dice che si stavano avvicinando, pero, prima di arrivare alla meta che avevanoprestabilito, individurano una colonna in direzione opposta. Si appiattirono

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24 CAPITOLO 2. MONTI 

tra l’erba, erano sottovento e questo li aiutava. Erano dei goblin, tanti gob-

lin, qualcuno a cavallo di qualcosa che non si distingueva bene, insieme aloro c’erano hobgoblin e un po’ di altra feccia assortita del Seitum, quasiducento in tutto. All’interno della colonna si potevano vedere anche dei bassicarri da trasporto e un carro piu grosso e strutturato degli altri, coperto conuna struttura a baldacchino che pareva molto robusta. Decisero di seguire lacolonna in parallelo per restare sottovento, intuendo che oramai era inutileraggiungere la vallata. Verso sera i goblin allestirono un grosso campo conuna cerchia di pali accuminati piantati nel terreno a difesa, il loro campo,molto piu sobrio, con soli giacigli e neanche un fuoco, era poco pi u sopra,a distanza di sicurezza. Decisero di fare doppi turni di guardia per riposareun po’ di piu tutti e ritornare pienamente in forze. La notte trascorse abbas-

tanza quieta, fino all’ultimo turno di guardia di Imish. Dei rumori destaronoWasil che vide il mezzorco avventurarsi a testa bassa nella notte con passofelpato, scruto nel buio e vide dei grossi animali simili, seppur differenti, alupi, vedeva distintamente scintillare i loro ferali occhi. Diede un colpo a Gar-rel per svegliarlo, ben presto furono a fianco al compagno. Di fronte a loroavevano due murpi delle specie di possenti lupi intelligenti. Quando li videro,gli animali, si fermarono davanti a loro con un atteggiamento di sfida, semr-bava che ridessero. Lanciarono un ululato ghignato nella notte e poi inzio loscontro. Fuochi si accesero e un gran movimento si diffuse nell’accampamen-to goblin quando udirono l’allarme lanciato dai murpi. Garrel fu quello che

ebbe la peggio, azzanato quasi a morte, Garrel e Imish riuscirono quasi adabbatterne uno poi furono circondati da una pattuglia del campo. I nemicierano decisamente in soprannumero e la situazione sembrava disperata. Duehobgoblin si distinguevano tra tutti, problabilmente erano i capi della pat-tugli, gli ingiunsero poco garbatamente di posare le armi e arrendersi. Imishpianto la spada a terra mantenendo una mano sul pomo, era pronto anche ascontrarsi senza speranza pero perferı lasciare agli altri la decisione. Garrelera a terra inerme, Wasil si arrese senza indugio e gioco la carta del “grup-petto che si vuole arruolare nel glorioso esercito dei goblin”. Furono presie condotti brutalmente al campo, gettati in un terrapieno, poco piu di unafossa scavata nel terreno con porta con chiavistello, in attesa che il mattino

seguente fossero giudicati da chi comandava. Disarmati e stanchi, Imish cercodi continuare a dormire, Wasil provo a curare come meglio poteva le ferite diGarrel, chiese anche aiuto alle due guardie goblin fuori dalla porta ma ottenesolo uno sprezzante fagotto pieno di escrementi.

Venne il mattino e le guardie, Garrel non era piu incosciente pero eraancora ridotto abbastanza male, una corposa scorta accompagno i prigion-ieri alla tenda centrale del campo: quella piu sfarzosa e colorata, quasi ventiuomini avrebbero potuto trovare comodo rifugio in essa, su di ogni lato vi

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era dipinto in diversi colori un simbolo molto stilizzato, una specie di fiamma

ritorta, che, dipinto rudimentalmente, si poteva riconoscere anche sulle lordevesti dei goblin nel campo. Introdotti a forza nella tenda, tre guardie contin-uarono a sorvegliarli mentre altre tre restarono fuori. All’interno comoditae tendaggi di varia foggia e pittura facevano bella mostra di se; un tendag-gio, come un esile sipario, divideva in due la tenda, oltre al quale, proiettatadalla possente luce del mattino del Seitum, si poteva riconoscera un’ombraumanoide. Due hobgoblin in lunghe vesti pregiatamente intarsiate stavano difronte al tendaggio. Osservarano in modo distaccato e sprezzante i prigion-ieri, quello alla loro sinistra, che sembrava il piu giovane, fece un passo versodi loro:-Chi siete?

Wasil reclino il capo umilmente:-Solo degli umili aspiranti soldati del vostro glorioso esercito!-E per questo motivo che la scorsa notte ci stavate spiando?-Non vi stavamo spiando, solo abbiamo raggiunto il vostro accampamentotroppo tardi e non volevamo disturbare il vostro giusto riposo, per questo cisiamo sistemati poco lontano da voi.L’hobgoblin piu anziano scosto per un attimo il sipario e presto orecchio achi vi era dietro, poi lo richiuse lasciando un piccolo spiraglio:-Tu che parli, sembri interessante, da dove vieni?-Sono solo un frate di un convento ora andato in rovina sperduto su questi

monti!L’hobgoblin riaprı lo spiraglio come prima avvicinandosi un po’ di piu, indilo richiuse completamente:-Bene tu potresti risultare molto utile alla nostra causa, ti sara dato un al-loggio sorvegliato all’interno del campo e restituita tutti i tuoi armamenti.Wasil ringrazio con un inchino e un ampio gesto. L’altro hobgoblin, dopo uncenno di assenso dal vecchio, riprese l’interrogatorio:-Ora desidereremmo sapere qualcosa in piu su voialtri, soprattutto su di te,barbaro, inusuale matricola saresti del nostro esercito!Garrel lancio una breve occhiata a Imish, che da un po’ manteneva la polit-ica di fare parlare gli altri anche per lui, quindi inspir o profondamente per

prendere maggiore vigore:-Per il breve tempo che siamo stati insieme, io e loro, incontrati quasi percaso, siamo stati una compagnia di ventura che ha vagato per i Monti delSeitum alla ricerca del vostro campo, ci dirigemmo infatti verso la Vallatadell’Iride, voci dicevano era la vostra base. Pero abbiamo incontrato primavoi, il resto l’ha gia detto il mio compagno.Ancora una sguardo d’intesa tra i due hobgoblin, il giovane si avvicino di unaltro passo a loro:

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26 CAPITOLO 2. MONTI 

-Bene allora cosı e deciso: il frate verra integrato nell’esercito e voi due tenuti

prigionieri, dopo essere stati curati e rifocillati, in caso dovrete essere un utiledivertimento per le truppe!Per il momento a tutti andava bene cosı, senza nulla obiettare furono accom-pagnati fuori, dove si separarono: Wasil fu condotto ad una tenda singolasorvegliata dove gli venne restituito tutto quello che gli era stato confiscatoeccetto il medaglione dei nani; Garrel fu curato e poi, con Imish, rinchiusonuovamente all’interno del terrapieno-prigione. Il giorno stesso il campo fusmobilitato e la colonna ripartı verso nod-est, Wasil camminava nel bel mezzocircondato da guardinghe, seppur luride, guardie, Garrel e Imish erano legatisu di un carro da trasporto quando non venivano trascinati, come sollazzodai murpi. Poco dopo la meta del giorno seguente, giunsero in vista dell’ac-

campamento principale dei Crani Sfondati, la maggiore e piu temibile tribuorchesca di tutti i Monti. Costruito a chiudere il fianco di una montagna viera una alta e robusta palizzata di legno e pietre grezze, al cui interno siriuscivano a scorgere solo i pinnacoli e i tetti delle capanne piu grandi. Sullaparete rocciosa della montagna vi erano numerose caverne, fuochi e pitturecangianti alla luce del sole segnalavano che erano rumorosamente popolate,stradicciole scavate nella nuda roccia e scale di corda collegavano le grottea terra. Il tutto era sterminato, ad una prima stima avrebbe potuto con-tenere 3.000 o 3.500 mila orchi, ma, probabilmente, quelli che lo popolavanoerano molti di piu nascosti nelle varie diramazioni sotterranee delle grotte.

L’esercito dei goblin allestı frettolosamente un campo a debita disanza e nontroppo fortificato per non apparire troppo minaccioso. Messi e ambasciatori,hobgoblin seguiti da orchi per fare da interpreti e mediatori, furono inviatiall’accampento. Tornarono verso sera e ridotti abbastanza male. Con i pri-mi fuochi che si accendevano il robusto carro con baldacchino partı verso iCrani Sfondati. Trascorse tutta la notte e quando la luce del mattino rese ifuochi superflui il carro torno seguito da una nutrita schiera orchesca, se nepotevano contare quasi un centinaio. A questo punto l’esercito dei goblin sidivise, le truppe fresche e qualche goblin dei ranghi piu bassi, poco piu diun centinaio in tutto, furono rimandati verso la Vallata dell’Iride, gli altri sidiressero, sempre in colonna , verso sud e poi sud-est, Wasil intuı subito che

puntavano verso il convento diroccato.Erano trascorsi tre buoni giorni di cammino, non avevano ancora in vista

la meta, ma il ritorno di alcuni esploratori causo una brusca sosta e le iredi alcuni dei capi. In tutta fretta venne allestito un pesante accampamen-to fortificato il piu possibile, con i soliti pali acuminati di difesa e qualchecrudele trappola partorita dall’infido ingegno dei goblin tutt’intorno. Wasilnella sua tenda e Garrel ed Imish in una nuova, ma fin troppo simile alle altre,prigione-terrapieno, facevano fatica a capire cosa stesse succedendo, palese

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era l’allarme e la preoccupazione che serpeggiava nel lurido esercito. L’alba

del giorno dopo la porta della prigione si aprı ed un hobgoblin butto a Imishe Garrel le loro armi intimando di seugirlo senza fiatare. I due si ritrovarononell’avanguardia di quella che era poco piu di una pattuglia: 40 unita in tut-to; 4 cavalieri goblin su murpi, 5 hogoblin al comando, 5 o 6 orchi e il restogoblin di basso rango. L’arcano venne svelato quando arrivarono in vista delconvento diroccato: nani, che dai vessili parevano venire da Turbell, avevanocostruito intorno ad esso un poderoso presidio, una doppia cerchia di mura dilegno con rinforzi di pietra e ferro, apparentemente senza entrata, con un pro-fondo fossato in mezzo, lo circondava. Dalla posizione in cui erano potevanovedere all’interno robuste baracche di legno e costruizione in solida pietra,cosı ad occhio poteva contenere quasi 300 nani. Gli hobgoblin li divisero in

due gruppi uguali, Garrel finı in uno e Imish nell’altro, si posizionarono sudue fronti diversi e, con un’inspiegabile spirito suicida, lanciarono l’attacco.Garrel ed Imish erano in prima linea, correvano come forsennati, gridandoper sfogare rabbia e rancore accumulato in quei giorni. Il barbaro vide dellegiare spiaccare il volo da oltre le mura verso di loro, istintivamente si buttoa terra, fu schivato da quasi tutti eccetto un murpo che, inciampando su dilui fece una capriola sbalzando il proprio cavaliere. Le giare si schiantaronoa terra liberando lingue di fuoco. Ma i goblin erano molto sparpagliati e legiare poche, cosı ne perı solo un esiguo numero. Un hobgoblin punto la sualancia al collo di Garrel e lo rialzo per la collottola intimandogli di riprendere

l’attacco. In quel momento un lapillo da una giara schiantata poco lontanoarrivo verso di loro colpendo entrambi. Garrel stranamente non avvertı alcundolore o ustione, ma riprese lo stesso l’attacco visto che anche l’hobgoblin,seppur con una larga ustione sanguinolenta, non ne risentı piu di tanto. Ilbarbaro raggiunse le mura mentre altre inutili giare venivano lanciate. Videche i murpi avevano iniziato a scavare, protetti dai loro cavalieri da quelloche gli veniva scaraventato addosso dai nani, alcuni goblin e orchi temeraritentavano la scalata, ma la maggior parte fiancheggiava di gran charriera lacerchia difensiva alla ricerca di un varco. I nani avevano vita facile e con-tinuavano a falcidiarli, Garrel si accorse di essere arrivato in vista di Imishsull’altro fronte, un goblin vicino a lui aveva appena lanciato una corda con

rampino che un nano aveva afferrato al volo, il mezzorco con uno strattoneaveva fatto quasi volare il nano giu dalle mura incastrandolo sulla palizzatae usandolo come punto d’aggancio mentre si arrampicava. Lui, invece, pre-ferı affiancarsi ad un murpo e scavare, sperando di godere di un minimo diprotenzione di scia del cavaliere. Ad un certo punto si udı un gracchiantegrido e i capi supersititi sancirono la ritirata. Il barbaro si alz o e schizzovia come una lepre tendando di farsi scudo col l’ascia. Quando tornaronoall’accampamento erano in pochi, neanche 4 o 5, e non c’era Imish.

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28 CAPITOLO 2. MONTI 

Mentre l’assalto al presidio dei nani era in atto Wasil seguı i capi e le

truppe migliori in un accampamento piu piccolo, poco piu di un bivacco, inun’altra zona. Appena l’attacco fu terminato qualcuno giunse al bivacco, dal-la sua tenda Wasil non capı chi fosse o che notizie portasse, pero era chiaroda rumori entusiastici, che erano buone nuove. Prima che sorgesse l’alba delgiorno seguente lo vennero a prendere nella sua tenda. Gli diedero un man-tello dell’invisibilita e, mentre il sole sorgeva, uscı insieme ad altri quattroincursori hobgoblin dal bivacco senza ulteriori istruzioni se non di seguirli,i mantelli li rendevano invisibili ma tra di loro si scorgevano benissimo. Ac-quattati tra l’erba con passo felpato e nascosti dai mantelli giunsero fino alpresidio nanico, che pareva svuotato di truppe rispetto al giorno prima. Glihobgoblin si fermarono a pochi passi dalle possenti mura, intimando a Wasil

di proseguire verso un punto preciso. Ubbidı, non capendo molto, giunse da-vanti al muro non vedendo alcuna entrata.-Salta!L’ordine sussurrato aveva qualcosa di buffo, al secondo saltello il terreno sot-to ai suoi piedi sparı. Provo ad afferrarsi a qualcosa trovandosi in mano unatibia mezza decomposta di un nano, indi cadde su di un ampio scivolo che locatapulto verso una largo portone posto in cima ad un lungo e spazioso de-clivio che partiva dal sotterraneo in cui era. Raggiunto dagli altri. aprirono ilportone con circospezione, penetrarono nel presidio praticamente senza fati-ca, vi erano poche guardie in giro e riuscirono a non farsi notare nemmeno da

quelle poche. Ben presto furono davanti all’entrata del convento diroccato.Un hobgoblin resto ammantato di guardia sull’entrata, il resto del gruppeto,consenatigli i mantelli, si avventuro all’interno, solo allora Wasil noto cheuno era il giovane in vesti pregiate che li aveva interrogati. Rifecero lo stessopercorso che avevano fatto lui e Garrel in esplorazione quasi due settimaneprima. Gli hobgoblin seguivano una specie di mappa su pergamena per cuisi muovevano con malcelata sicurezza, giunti di fronte ad una parete muf-fosa in una sala mezza crollata, fecero qualcosa, che Wasil non vide copertodagli altri, e la parete si aprı. Misero via la mappa e si diedero alla cautaesplorezione del cunicolo che si era aperto mettendo Wasil in testa al gruppocome cavia delle possibili trappole. L’architettura era leggiadra nella sua pos-

sanza, ricordava le forme elfiche ma con la solidita delle costruzioni naniche,seppur palesemente in rovina incuteva un certo rispetto e timore reverenziale.Attraversarono diverse stanze abbandonate al loro destino, scatto qualchepiccola trappola magica all’attraversamento delle porte, due hobgoblin nefurono leggermente feriti. Intimarono a Wasil di indicargli dove fosse la bib-lioteca, tento di recriminare ma, intuita l’inutilita della cosa gli fece da guida.Di fronte all’entrata della biblioteca gli hobgoblin furono un po’ piu cauti diprima, esaminarono con cura le incisioni sull’intelaiatura della porta e poi si

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lanciarono al suo interno evitando per un soffio un’altra trappola. Una volta

dentro spronarono anche Wasil alla ricerca di un vano segreto e di sicurezzao qualcosa di simile. Ma non trovarono nulla, solo scaffali decrepiti con pochelogore carte disfatte dal tempo e dall’incuria. Allora il giovane capo decisedi fare ricorso alle arti magiche, dopo qualche secondo di assorta preghieraun altro interstizio vicino al soffitto prese ad emanare un tenue bagliore. Glialtri due hobgoblin salirono uno in spalla all’altro ed andarono a controllare.Appena toccarono il punto luminescete qualcosa schizzo fuori dalle pietrescaraventadoli a terra e fermandosi al centro della stanza. Si rialzarono in-giuriando maledizioni mentre il giovane capo esaminava entusiasta la cosa.Era un blocco di peitra cubico formato da tanti cubetti piu piccoli in cuiinterstizi lasciavano traspire balgiori tremolanti rossi. Lo diede a Wasil con

l’ordine di aprirlo. Wasil aveva gia sentito parlare di questo particolare scrig-no che custodiva qualcosa di incredibilmente prezioso. Sapeva anche che eraformato da piu livelli di questi cubetti e che ad ogni livello corrispondeva unatrappola e se non lo si “disinnescava”, superato l’ultimo livello quel qualcosaall’interno sarebbe risultato distrutto. Non sapendo che pesci pigliare inzio atoccare un po’ di cubetti a caso. Il primo livello schizzo via in lapilli di fuoco.Gli hobgoblin li schivarono miracolosamente ma non furono altrettanto for-tunati con gli altri livelli: spruzzi di acido e scariche elettriche li colpirono inpieno. Due decisono di mettersi al riparo, uno dei quali messo piuttosto male,al di fuori della biblioteca, l’altro stoicamente rimase: mancavano solo due

livelli, lo scrigno era diventato molto piu piccolo. Wasil continuo a schiacciarecubetti a caso: il penultimo livello salto in un lampo di oscurita. L’hobgoblinrimasto ne fu totalmente investito: un folle terrore lo invase completamente,fuggı urlando come un ossesso, fece scattare tutte le trappole dei vari pas-saggi e, quando arrivo all’ingresso del convento, a stento si trascinava avanticon le braccia. L’ultimo livello. Wasil non aveva ancora subito un solo effetto,per cui contiuo con malcelata sicurezza, pur sapendo che poteva distruggereil contenuto. Scatto via anche l’ultimo livello, una sfera di luce abbaglianteavvolse la biblioteca uccidendo istantaneamente topi, ragnio, vermi e ognicreatura vivente al suo interno, eccetto Wasil che si trovo in mano una pezzostrappato di un’antica pergamena. La osservo per un po’ ma non riusciva

proprio a capire cosa vi fosse scritto, poi decise di nasconderla in un anfrattodi uno degli scaffali dismessi. In quel momento entro nella biblioteca il gio-vane capo, che si era riparato fuori, intimandogli di dargli quello che avevatrovato. Wasil di tutta risposta tento di usare uno dei suoi trucchetti mentali.L’hobgoblin ne fu colpito, ma non abbastanza visto che subito dopo lanci ocontro di lui un incatentesimo lasciandolo cosciente ma totalmente bloccatonei movimenti. Lui ed i suoi compagni avevano riportato numerose ferite,per cui richiamo il compare rimasto fuori dalla biblioteca e con lui e stoffe di

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30 CAPITOLO 2. MONTI 

fortuna legarano Wasil e lo trascinarono verso l’entrata del convento stando

bene attenti alle trappole. La sentinella all’entrata, li celo sotto ai mantellidell’invisibilita che aveva preso in custodia, curo i compagni con le propriearti magiche e si appresto a far rivelare a Wasil dove aveva nascosto quel-lo che aveva trovato nello scrigno. Le minacce di tortura stavano sfociandonella tortura quando Wasil gioco la sua ultima risorsa e con le sue capac-ita telepatiche fece risuonare le pietre tutt’intorno a lui in una frastornatevibrazione, poi perse i sensi.

La stessa mattina dell’incursione al convento il terrapieno-prigione di Gar-rel venne aperto e gli fu lanciata dentro di nuovo la sua ascia e la porta las-ciata aperta. Il barbaro uscı, cautamente arma in pugno, a vedere cosa stavasuccedendo. Il campo era tutto un fermento, i goblin si stavano attrezzando

e preparando ad uno scontro, pero noto subito che erano meno di quelli chericordava. Si avvicino alla cerchia difensiva e, attraverso i pali conficcati nelterreno, vide una pesante controffensiva nanica, con anche armi da guerrache li stava per attaccare. Cosı ad occhio e croce li superavano piu di trea uno come numero. Indietreggıo tuffandosi nella prima baracca che avevauna parvenza di armeria, ignorato totalmente dai goblin che avevano altro acui pensare, ma era gia stata pesantemente saccheggiata; vi trovo solamentequalche armatura di cuio goblin che si sistemo come poteva sui suoi punti vi-tali e deboli. Uscito nuovamente nel campo vide che la battaglia aveva avutoinizio, noto dai rumori e da guizzi di frammenti di legno e metallo in aria che

alcune macchine da guerra dei nani erano saltate sulle insidiose trappole deigoblin, ma dai danni alla cerchia difensiva, dalle vibrazioni degli impatti e damolti altri rumori, capı che la situazione non era migliorata di molto. Strinsel’ascia e decise di nascondersi all’interno della prigione-terrapieno finche tut-to non fosse finito. Chiuse come pote la porta dopo essere entrato. I naniben presto sfondarono e inizio una furiosa battaglia i cui suoni arrivaronoalle orecchie di Garrel tenendogli una tesa compagnia in quei momenti. Mai clangori e le grida della lotta non furono le sole cose che arrivarono all’in-terno della prigione-terrapieno: due goblin vi cercarono rifugio andandosi anascondere nell’anfratto piu buio incuranti della presenza del barbaro. Garrelgli intimo minacciosamente di andarsene, al deciso rifiuto si scaglio contro

di loro. Il goblin che sembrava piu abile e robusto cadde subito, l’altro dallaparvenza goffa e inseperta gli diede parecchio filo da torcere ferendolo in mo-do abbastanza grave, ma alla fine ebbe ragione anche di questo. Poco dopo lafine del combattimento la porta si spalanco ed un nano ben corazzato entro,scruto per un attimo il barbaro e poi gli si avvicino minaccioso puntanto unagrossa ascia contro di lui:-Chi sei?Garrel istintivamente si ritrasse buttando a terra l’arma per sembrare il piu

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indifeso possibile:

-Solo un povero prigioniero dei goblin...-Prigioniero con arma e armatura?Garrel tento una giustificazione disperata:-No...e che...sono stato appena catturato e l’ascia l’hanno portata qui deigoblin morenti dalla battaglia e l’ho impugnata impaurito...Il nano non appereva molto convito ma la sorte diede una mano al barbaro:-Mi sembra di averti gia visto da qualche parte, sei mai stato a Turbell?Garrel colse al volo l’occasione:-Sı certo, era appunto in missione per i nani della Roccaforte quando sonostato catturato...-Ah forse ti ho visto in compagnia del nostro generale ... Seguimi senza fare

scherzi sara lui a decidere della tua sorte!Speranzoso il barbaro seguı ubbidiente e quieto il nano.

Wasil si desto in un letto di paglia, reclino un po’ il capo per capire dovefosse e vide l’inconfidibile sagoma di Imish al suo fianco. Il mezzorco, intuendoil suo sbigottimento, gli spiego come fosse riuscito ad attirare l’attenzione deinani che lo avevano tratto in salvo nonostante gli hobgoblin fossero lo stessoriusciti a scappare, mentre stava lasciando la tenda gli disse che da lı a breveerano attesi tutti nella capanna del generale. Prima di rilassarsi e godersi irimanenti attimi di riposo Wasil si chiese chi fossero “tutti”.

Il pomeriggio si inoltrava sempre piu sulla via del giorno morente quan-

do all’interno della tenda del generale in comando al presidio dei nani siritrovarono Wasil, Imish e Garrel. I tre si guardarono un po’ stupiti di essersiriuniti per via traverse dopo che si erano separati. Il generale era vestito inalta uniforme dell’esercito di Turbell in una tenda piena dei pochi agi che sipermettevano i nani, era lo stesso che li aveva aiutati alla Roccaforte. Gia aconoscenza del modo in cui Imish e poi Garrel erano arrivati lı, rivolse la suaattenzione su Wasil:-La questione e abbastanza semplice, dopo aver ricevuto un chiaro e nettosegnale dal medaglione che vi e stato consegnato a Turbell, ci siamo subitomossi per porre un robusto presidio in questa zona intuendo che qui c’eraqualcosa che la Regina cercava, e noi crediamo fosse qualcosa di molto im-

portante ...-, si sporse verso Wasil,- Visto che tu sei penetrato all’inerno delconvento con gli esploratori dell’esercito dei goblin credo che tu ci possa il-luminare su questa questione.Wasil, per prudenza, si mise sulla difensiva:-Io? No assolutamente, anzi vi ringrazio per avermi salvato, ma non so perchemi hanno trascinatao la dentro con loro.-Mi risulta un po’ difficile crederlo, visto che sembri della stessa razza degliantichi abitanti del convento, da come abbiamo potuto capire da incisioni e

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32 CAPITOLO 2. MONTI 

carte trovate al suo interno, visto anche che i goblin non si prendono tan-

to disturbo per un prigioniero ... Molto piu sensato sarebbe che tu fossi lachiave per giungere a quello che c’era nel convento e per cui noi lo stiamopresidiando.Wasil tento di divagare la questione:-Sı ma visto che e cosı importante preferirei discuterne di persona con chi ciha dato l’incarico.-Vedi, essendo Turbell in ricostruzione dopo la dominazione orchesca, questodispiegamento di forze lontano dalla Cittadela lo si riesce a reggere a malape-na, per cui prima lo togliamo meglio e. Pero considerato tutto potrei chiedereai nostri saggi se riescono a trovare un modo per comunicare istantaneamentecon la Roccaforte, ma per evitare tempo e fatiche preziose ti prego di dirmi

quello che sai.-Preferisco attendere l’esito del tentativo di contatto.-Allora si tentera pero prima di domattina dubito che si sapra qualcosa. Nelfrattempo ti prego di andare alla tenda del nostro alchimista che e moltoansioso di conoscerti!Wasil rimase un po’ colpito da questa strana richiesta, ma accetto di buongrado, intuendo dall’espressione un po’ spazientita del generale che avevatirato un po’ troppo la corda. Si accomiato con gli altri i quali, appena usci-ti dalla tenda andarono a cercare ristoro dalla fatiche e il meritato riposto,mentre lui seguı una guardia che lo porto dall’alchimista.

Wasil era un po’ stupito dalla strana struttura della tenda, diversa datutte le altre dei nani, sembrava quasi piu una baracca con innesti di pan-no. L’alchimista era un nano vestito come uno stalliere sgargiante e quasisenza barba. Tutto eccittato chiese a Wasil di mettersi comodo, poi inizio arovesciargli addosso polverine e fumi esotici. Molti non ebbero alcun effetto,un’ultima polvere lo fece sentire come bagnato sebbene asciutto e poi scom-parve in mille scintille. Incuriosito guardo il volto esaltato dell’alchimista:-Cos’e questa roba?-Oh se-semplicemente dei pico-coli test ... Bene bene, anzi mo-molto bene!!-Quindi?-Interessante scoperta, dovresti essere praticamente natu-turalmente immunne

a tu-u-utte le trappole del convento!-Sı molto interessante!

Mentre la sera calava addormentando tutto il presidio, Wasil torno all’in-terno del convento e recupero il pezzetto di pergamena, ma non appena fu diritorno ai suoi alloggi, una guardia lo avvertı di essere stato convocato nellatenda del generale.

Vicino al posto di comando su cui era seduto il capo del presidio ques-tavolta vi era lo strambo alchimista, Wasil entro un po’ dubbioso al loro

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cospetto. Il generale aveva un’aria vagamente soddisfatta:

-Mi spiace comunicarti, con un po’ di anticipo, che non ci risulta possibileattivare una comunicazione istantanea con la Roccaforte, tu hai per casonovita?-Novita io?-Oh non crederai che la tua scappatella al convento sia passata del tuttoinosservata...Wasil ormai non poteva piu temporeggiare e mostro pubblicamente il pezzodi pergamena, porgendolo all’alchimista:-Immagino che lo vogliate esaminare...Di nuovo lo strambo personaggio appariva incredibilmente eccitato:-Oh sı sı sı, credo che e propri-prio quello che stavamo cercando, e antico,

antichissimo , no-on riesco a decifrarlo ma credo che sia proprio questo-to,oh sı sı sı!Il generale gli strappo la pergamena di mano e la lancio a Wasil:-Perfetto domani si smonta tutto e si torna alla Roccaforte nel frattempospero sara tua cura conservare questo oggetto!

A notte inoltrata, mentre i lavori di smantellamento del presidio con-tinuavano alacremente, Wasil torno all’interno del convento per una ulteri-ore esplorazione forte della scoperta dell’immunita alle trappole. Dopo averetrascorso qualche ora di affannosa ricerca trovo un passaggio simile a quel-lo che aveva imboccato con gli hobgoglin, e, con numerosi tentativi, riuscı

ad aprirlo. L’archittettura era simile a quella dell’altro: possanza nanica congrazia elfica abbandonato al tempo e all’incuria. Molti ambienti erano crol-lati e completamente inagibili, pero in una stanza crollata solo per meta vitrovo una statua a grandezza naturale raffigurante uno della sua specie, an-cora coi tratti primigenei, armato di tutto punto. Esamino attentamente lastatua e quando tocco lo scudo questo parve riflettere la fioca luce presente.Incuriosito lo prese a due mani e lo imbraccio, lo scudo muto materiale e dadura pietra divenne di lucente metallo. Sull’onda di questa scoperta continuoa cercare sulla statua e nella stanza ma trovo solo un’antica scritta che riuscıa decifrare parzialmente:“ ... L’ARMA CHE DISARMA GUIDA ...”.

Non intuendone nemmeno di striscio il significato, uscı dal convento e andodall’alchimista. Gli porse lo scudo da esaminare ma questo torno immediata-mente di pietra. Ma il nano non perse assolutamente il suo entusiasmo usuale,anzi eccittato come non mai sottopose l’oggetto ad un po’ dei sui test. Infinechiese a Wasil di imbracciarlo ed ad una guardia che passava fuori dalla tendadi provare a colpirlo. La guardia ubbidı e, tra lo stupore dei presenti, il colpovibrato fu rispedito al mittente che lo schivo a malapena. Wasil intrigato efelice per la scoperta, ringrazio guardia e alchimista e torno al suo alloggio.

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34 CAPITOLO 2. MONTI 

Kaine aveva raggiunto la Casa della Legge Perpetua a Norteman accom-pagnato, scortato dai i suoi “compagni” di Gilda. Venne condotto sul retrodella Casa dove vi era il campo di addestramento della Gilda, lı fu affidatoalle cure del suo vecchio istruttore, una massiccio umano con mezza facciasquamosa, probabile frutto di un’incidente nella rigenerazione di una largaferita. Kaine fu invitato a ripulirsi e riposarsi all’interno di una piccola camer-ata, ben presto sarebbero venuti a prenderlo. Non si fecero attendere molto:non aveva riposato neppure un’ora che gia erano arrivati. Cinque soldatispeciali corazzati da guerra lo scortarono nuovamente all’interno della Casa,Kaine li seguı senza un fiato. Il percorso fu abbastanza tortuoso e gli ambientisfarzosi ed eleganti lasciarono il posto ad archittetture spoglie ed essenziali.

Kaine non conosceva questi luoghi ma intuı ben presto dove lo stessero por-tando perche il loro tragitto inizio a scendere. Giunti al primo livello deisotterranei gli venne mostrata una cella e gli fu ordinato di entrarvi. Kainealzo il suo sguardo surreale alla volta del carceriere che gliela stava indicando,questi, forse un po’ intimorito da suoi occhi penetrati si affretto a spiegare cheera solo una misura precauzionale in attesa che venissero a giudicarlo. Kainesi chiese per cosa lo dovessero giudicare ma non c’era nemmeno bisogno diguardarsi in giro per comprendere come stava la situazione, quindi, ancorauna volta senza un fiato, entro nella cella e vi rimase in attesa.

Nella tarda mattinata del giorno dopo, il presidio dei nani nei pressi delconvento diroccato era stato smontato e partirono tutti alla volta di Turbell.

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Capitolo 3

Gloria

La Roccaforte Turbell appariva scintillante alle prime luci dell’alba, dopoquattro giorni di viaggio, nonostante fosse ben lungi dal suo antico splendoree avesse ancora bisogno di una massiccia ristrotturazione, ma dopo tuttoquello che avevano passato la sola promessa di un letto decente e un pastoabbondante bastava per far sembrare il tutto irresistibile. Wasil, Garrel eImish furono condotti alla Sala dei Troni, la scena fu la stessa di quandoerano partiti, i nani anziani si affrettarono ad abbandonare la Sala veden-dolo arrivare ma stavolta marcandoli con sguardi di stima e rispetto, nellasala rimase solo l’anziano nano sul trono piu maesteso. Gli si avvicinarono

fermandosi a pochi passi da lui in modo da potere osservare il suo viso albagliore dei bracieri, il nano in vesti regali si sporse verso di loro e i suo voltosegnato dai secoli si profuse in un ampio sorriso:-Siete partiti da qui avventurieri senza esperienza e tornate a me da eroi!Imish si gongolo di quelle parole, un po’ fece anche Garrel mentre l’occhiatadi Wasil fu puramente interrogativa. L’anziano nano si sistemo meglio sultrono:-Sono gia stato informato di tutto, so chi sono questi volti nuovi che vedod’innanzi a me e che avete perso un compagno, pero siete andati ben oltreogni piu rosea prospettiva della vostra missione. Non solo riportate qui in-formazioni e prove concrete ma anche qualcosa di importanza capitale. Ora

dobbiamo decidere cosa fare di questo qualcosa!Wasil soppeso il pezzo di pergamena che recava con se posando poi gli occhisull’anziano nano:-Visto che non e stato facile potremmo almeno saperne qualcosa in piu?-Credo che a questo punto ne sappiate quanto e forse piu di noi, in fondo era-vate inviati a scovare informazioni, ad ogni modo vi accontentero! L’anzianonano si sistemo piu comodamente sopra al trono e scorse con lo sguardo ipresenti:

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36 CAPITOLO 3. GLORIA

-Questa Sala, all’epoca dei fasti di Turbell e dell’impero nanico che imperava

in queste terre, era la biblioteca piu importante di tutta la zona e, scartabel-lando tra i volumi e le pergamene rimaste intatte dalla dominazione orchescacrediamo di aver scoperto cosa la “Regina dei Goblin”, qualsiasi cosa essasia, stesse cercando. E una storia piu antica dei nani e degli elfi e che forsenon vi e memoria neppure nel piu antico dei draghi, delle epoche primigeniedi questo mondo quando tutto era molto diverso da ora: flora, fauna, clima;gli Avi lo dominavano e gli uomini erano schiavi. Gli Avi avevano un unicoterrore, un unico ostacolo al loro dominio totale: i draghi, per questo motivoimbastirono una magia incredibilmente potente, qualcosa di cui il solo tiponon e neppure immaginabile nei nostri tempi. Crearono qualcosa, un mostroforse, e si crede che la magia, il segreto di evocazione sia racchiusa in pezzi

di pergamene andati perduti nei tempi remoti. Questi pezzi sono quelli chela “Regina” sta cercando e uno di essi dovrebbe essere quello che e in vostropossesso!Wasil oramai stringeva in pugno il pezzo di pergamena mentre Imish si stavavisibilmente annoiando e Garrel tentava di mostrare uno stupito interesse:-Quindi adesso che si fa?-Adesso dovremmo essere al sicuro: abbiamo una parte della pergamena, sen-za la Regina non potra mai portare a termine il suo piano. Nonostante questonon si deve dimeticare che e riuscita a raccimolare un discreto esercito.-E il pezzo di pergamena?

-Per come la vedo, ma non vi posso asicurare nulla non sono io che comandoqui, ci sono due possibilita: la prima la custodiremo qui a Turbell e voi sieteliberi di restare nella Roccaforte con tutti gli onori che si devono ai grandieroi, oppure potete conservarla voi ma in questo caso credo sia meglio chelasciate la Roccaforte, di modo che sia molto meno rintracciabile in giro perle Terre di Selene. Sottoporro questo al consiglio ma credo che alla fine ladecisione finale sara vostra.Garrel guardo Wasil che ricambio l’occhiata d’intesa mentre Imish si era ac-comodato su di un trono laterale e rasentava il sonno:-La nostra decisione e di tenere la pergamena e continuare le nostre avven-ture per le Terre, pero avremmo bisogno di...

-Ma non c’e nemmeno bisogno di chiedere: sarete ricompensati con onori earmi di prima qualita, oltre a gloria e onore!-Qualcosa di magico?-Purtroppo stiamo ancora ricostruendo la Roccaforte e le nostre forze sonopuntate in quella direzione, tra noi nani i pochi incantatori sono per la mag-gior parte sacerdoti di un dio, pero vedro quello che posso fare, cosa desider-ereste?Wasil chiese che una qualche facolta magica fosse donata ai suoi pugni, Garrel

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un nuovo equipaggiamento e che all’ascia fosse donata la capacita di emettere

una forma di energia, tra le tante possibili scelse il freddo, in quanto a Imishsi accontento di un equipaggiamento nuovo e dell’oro. Dopo questo l’anzianonano si congedo da loro promettendo informazioni piu sicure l’indomani, di-cendo che una gran festa e una cerimonia d’onore li attendevano in piazza.Garrel, Wasil e Imish ringraziarono l’anziano nano e uscirono sulla piazza.

Fasti, onore, gloria fu quello che trovarono in piazza. Una festa maestosain puro stile naninco con birra a fiumi e cibo a valanghe, annunci pubblici dionore e la decantazione delle loro gesta come mitiche avventure. Entrarononel pantheon degli eroi della Roccaforte e venne riservato a loro un alloggioampio e con tutte le comodita che ci potevano essere a Turbell sopra lacaserma principale. Trascorsero cosı la giornata in bagordi e divertimento,

specialemente Imish al quale il sole nascente rimbocco le coperte.L’indomani quando il sole era gia alto nel cielo e alla Roccaforte le mense

delle caserme allestivano i pranzi si ritrovarono attorno ad un tavolo dei loroappartamenti a consumare una frugale colazione con gli stomaci memori delgiorno prima e Imish che doveva dire qualcosa. Il mezzorco dichiar o la sua in-tenzione di tornare all’accampamento dei Falchi Dorati, dove, aveva saputo,gia si era diffuso l’eco della loro impresa e anche Garrel sarebbe stato accoltoda eroe al suo ritorno a casa, per quanto lo riguardava intendeva tornare edoccupare un posto di comando grazie sia alla gesta compiute sia all’oro cheavevano ricevuto in premio. Si separarono sulla piazza che stava smaltendo i

postumi della festa, Garrel e Wasil tornarono dall’anziano nano per riceveregli oggetti magici e sapere cosa aveva deciso il Consiglio.

Kaine attendeva da qualche giorno nella cella tentando di non pensare anulla, poi arrivarono. Di fronte alla cella vi era un altro graduato della Gildariconoscibile dalle vesti, il suo vecchio istruttore e alcuni soldati di supporto,il graduato si appoggio alle sbarre osservando Kaine che se ne stava nell’an-golo piu buio in silenzio:-Kaine, non considerarla sfiducia se ti abbiamo controllato sin da quando seipartito da Norteman, il medaglione serviva proprio a questo a rivelarci unaazione malvagia che tu facessi, la tua razza non si smentisce mai. Visto che

oltretutto sei incorso anche nella maledizione mannara, come abbiamo po-tuto constare oltre che dai segnali del madaglione anche da una tua tentatatrasformazione durante la terza notte di luna piena mentre venivi condottoqui, ti sono state lasciate due scelte. Il completo ricondizionamento mentaleche farebbe di te nulla piu che un burattino nelle nostre mani o la morte:preferenza?Il buio dell’angolo in cui si trovava Kaine parve farsi piu intenso poi i suoiocchi fiammeggiarono nell’oscurita ed una parola sibilante disprezzo frusto

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38 CAPITOLO 3. GLORIA

la stantia aria del sotterraneo:

-Morte!

L’anziano nano li accolse quasi piu calorosamente del giorno prima, lenotizie che recava erano buone se non ottime. Il Consiglio aveva accettato dibuon grado le loro intenzioni approvandole e alcuni maghi avevano soddis-fatto le loro richieste. Wasil indosso e poi brucio sulle mani un paio di guantiottenendo delle facolta magiche mentre Garrel imbraccciava una grossa asciada guerra forgiata del metallo piu resistente al mondo che rifulgeva di baglioriazzurri. Congedatisi dall’anziano nano si apprestarono a partire soddisfattidel loro nuovo equipaggiamento, quindi prima di uscire da Turbell lo miseroalla prova. Wasil devasto molto facilmente alcuni bersagli in legno e addirit-

tura certi in pietra con colpi ben assestati, Garrel distrusse col minimo sforzoalcuni manichini ma purtroppo anche lui risentı dell’effetto magico infuso al-l’ascia con dei tremendi geloni ad ogni colpo. Non volendo riunciare a partireil giorno stesso e offendere i nani rifiutando i loro doni decisero di lasciare laRoccaforte cosı com’erano con uno stuolo di nani che li salutava ammirati efestosi.

Decisero di tornare al convento diroccato sperando di trovare qualcos’al-tro che li aiutasse a sbrogliare l’intricata matassa di quella storia complicata.Per un po’ ripercorsero lo stesso sentiero attraverso il Seitum che avevanoseguito poco tempo prima. Come se gli dei avessero deciso di giocare loro

un tiro mancino nello stesso punto dell’altra volta incontrarono ancora ungruppetto di orchi a caccia il cui aspetto lasciava intendere che fossero dellatribu delle zanne cremisi. Questa volta invece di attaccarli a testa bassa gliorchi parlottarono tra di loro e poi si diedero ad una precipitosa ritirata.Garrel e Wasil diedero poco importanza all’accaduto e decisero di proseguireper la loro strada. Al calare della sera si accamparono attorno ad un vivacefuoco e stabilirono doppi turni di guardia per garantirsi il giusto riposo vistoche erano rimasti solo loro due. Durante il suo turno, Garrel, venne messoall’erta da rumori e ombre nella notte, si affretto a svegliare Wasil che vedevaanche al buio: un drappello abbastanza nutrito di orchi puntava minacciosoverso di loro. Gli orchi si fermarono a portata di freccia da loro ed iniziarono

a bersagliarli con i lori rudimentali giavellotti ma con poca fortuna, quindidecisero di caricarli armi in pugno. Garrel imbraccio l’ascia dono dei nani,Wasil ripose la fionda che aveva usato per rispondere agli attacchi a distanzadegli orchi e si preparo a sostenere lo scontro: si trovarono a fronteggiare treorchi ciascuno con almeno altrettanti che incalzavano dietro i primi. Wasilaveva gioco relativamente facile sfruttando anche i suoi giochetti mentali epareva destreggiarsi abilmente nello scontro. Garrel, con anche l’handicapdella sua arma, riuscı a stenderne un paio pero il numero degli aggressori

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era soverchiante quindi decise di darsi ad una precipitosa fuga, tre orchi lo

inseguirono. Era fin troppo affatticato dallo scontro e non riusciva a pen-sare troppo lucidamente infatti sbaglio clamorosamente un paio di svolte evenne quasi preso, fortunatamente un orco abbandono l’inseguimento e luiperse totalmente le forze residue dopo avere dato una sostanziosa distanzaai due rimasti, sostanziosa ma non incolmabile. Wasil riuscı a liberarsi ditutti gli orchi che lo attaccarono, ma non senza un gran dispendio di energiee numerose ferite alcune delle quali piuttosto pesanti; non trovando piu ilcompagno nei dintorni e intuendo cosa fosse successo decise di tuffarsi anchelui di corsa nella notte per aiutarlo. Aguzzando vista notturna e udito riuscıa prevedere cosa sarebbe successo per cui si ritrovo ad una ventina di passida dove Garrel ruzzolo a terra per la fatrica e fiondo il primo inseguitore del

compagno che gli si stava avventando contro facendolo stramazzare al suolo.Dopo poco comparve anche il secondo che si disinteresso completamente delbarbaro puntando feroce contro di lui falcione in pugno. Anche Wasil prob-abilmente aveva raggiunto il limite delle sue forze e le ferite subite avevanoavuto tanta parte in questo, infatti non riuscı a mandare a segno un buoncolpo contro l’orco il quale, invece, lo colpı un paio di volte e l’ultimo colpofu veramente duro tanto da ridurre Wasil in uno stato di incoscienza vicinoalla morte. Nel frattempo l’orco che aveva abbandonato l’inseguimento, pianopiano, seguendo le tracce, aveva raggiunto Garrel, il barbaro a terra esaustotento come poteva a difendersi, ma anche l’ascia gli cadde di mano, per cui

l’orco ebbe vita facile, ma non lo uccise si limito a fargli perdere i sensi.Garrel e Wasil si ridestarono con ogni brandello del corpo che ardeva didolore al buio in quello che sembrava un buco nel terreno, doloranti, spoglidi ogni loro cosa, purtroppo anche della pezzo di pergamena, al minimo delleforze ma vivi. Non passo molto che uno squarcio di luce ruppe le tenebredel buco, di peso alcuni orchi li trasportarono nella tenda del capo. Seppurnelle loro condizioni precarie intuirono che l’accampamento in cui erano erail primo che avevano avvistato da lontano durante la loro prima spedizionesul Seitum, l’importante comunque era che fossero vivi, gli orchi li avevanocurati. Il perche di questa insolita “gentilezza” si scoprı ben presto. Il capoera seduto su di una specie di trono di pelli ed ossa, attorno a lui brillavano

alla tremolante luce dei bracieri della tenda le perfette armi forgiate dai naniper Garrel. Gli orchi che li avevano trasportati lı discussero sguaiatamentenella loro gutturale lingua col capo, stavano decidendo della loro sorte. Dopoquel colloquio vennero riportati all’aperto e legati su di un carro coperto daun tendone che lascio l’accampamento.

Due, tre, forse anche quattro giorni, non riuscivano a capire quanto tem-po fosse passato, quanto il viaggio fosse durato, tenuti sempre al limite dellasopravvivenza con poco cibo e acqua, con le forze che tornavano lentamente e

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40 CAPITOLO 3. GLORIA

le ferite che si sanavano piano piano ma sempre lontani dal vigore battagliero,

poi giunsero alla meta. Il carro venne scoperto, furono fatti scendere nel belmezzo di quello che pareva un gigantesco accampamento orchesco, molto sim-ile a quello che avevano visto quando erano al seguito dell’esercito dei goblinma su scala minore, probabilmente il campo principale delle Zanne Cremisi.Sempre attorno al lato di una montagna le capanne a terra brulicavano divita mentre le grotte scavate nella roccia sembravano ancora in costruzione esi poteva notare che vi erano numerosi schiavi che vi lavoravano. Non ci vollemolto a comprendere che quello era il motivo per cui li avevano condotti lı.Trascinati a forza sul fianco roccioso attraverso una stretta scala di legno epoi buttati all’interno di una grotta cusotodita da una possenti orchi armatiandarono a rinfoltire la schiera di schiavi. Il loro compito era quello di scav-

are cunicoli nella roccia, in una profonda fossa all’interno della grotta senzaappigli per salire; passavano tutta la giornata lı al buio delle torce, cibo eacqua in quantita scarsa veniva lanciato loro dall’alto della fossa. Vi eranonumerose grotte come quella sul fianco della montagna, gli schiavi che vi la-voravano probabilmente superavano il centinaio, insieme a loro, nella fossa,lavoravano due nani e un umano abbastanza rassegnati alla loro condizione.Garrel e Wasil dal canto loro non attendevano altro che riacquistare forzesufficienti per tentare qualcosa. Dopo un paio di giorni furono fatti usciredalla grotta e lasciati sul bordo prospiciente al campo con le capanne, comeloro videro al limitare delle grotte tutti gli altri schiavi. In uno spiazzo una

trentina di passi piu in basso di loro due giovani orchi bendati e rozzamenteagghindati per un qualche rito tribale puntavano verso le grotte con dei pic-coli rozzi archi. Ad un tratto scoccarono, le frecce colpirono uno schiavo inuna grotta lontano da loro e uno di fianco a loro, entrambi caddero nello spi-azzo. Cosı feriti e conciati venne data loro un’arma e dovettero combattarecontro i giovani orchi; ovviamente il combattimento non duro molto. Era unaspecie di crudele rito di iniziazione per l’eta adulta infatti i poveri schiavidopo essere stati trafitti, sventrati in un impari combattimento, venivano vo-racemente divorati dal giovane orco che li aveva uccisi con tutti i suoi parentipiu prossimi. Ricondotti all’interno della grotta, Wasil e Garrel intuirono chequel rito era l’unica loro possibilita di fuga. Attesero per giorni l’occasione

adatta. In quei giorni una nana venne messa al lavoro con loro, questa decisedi collaborare al piano di fuga. L’occasione venne. Dopo una settimana unaltro rito ebbe inizio. Attesero che le frecce vennero nuovamente scoccate,poi, quando le guardie erano prese dagli impari combattimenti, Wasil operouno dei suoi giochetti mentali sulle rocce che iniziarono a vibrare intensa-mente. I loro compagni di lavoro, avvisati, si ributtarono nella grotta e nonsubirono alcun effetto, invece le due guardie persero l’equilibrio e cadderoverso lo spiazzo sotto di loro, una pero riuscı ad aggrapparsi alla parete. In

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quell instante Garrel si concentro al massimo per spiccare un salto sufficiente

a trovare un appiglio sopra la grotta e tentare la scalata della parete roc-ciosa verso la cima della montagna. Per un qualche effetto a lui sconosciutosi ritrovo in cima alla montagna senza alcuno sforzo come se avesse volatofin la. Wasil e la nana tentarono di imitarlo. Wasil trovo un appiglio soprala grotta e inzio a scalare, la nana invece manco la presa e rovino pesanta-mente nello spiazzo sotto le grotte dove il suo destino fu segnato. Tutto ilcampo si mise in allarme. Gli orchi iniziarono a bersagliare la parete dovescalava Wasil con frecce, sassi e giavellotti, la guardia che non era cadu-ta aveva riguadagnato il bordo della grotta e con dei corti salti tentava dicopirlo col falcione. Nessuno ebbe fortuna e Wasil, seppur non senza qualchedifficolta continuo la sua scalata. Garrel osservava il tutto dalla cima della

montagna, provo anche a replicare il “volo” ma per poco non precipit o giu,per cui si risolse con l’attendere che il compagno lo raggiungesse. A Wasilgli ci vollero un po’ di ore, nel frattempo dal campo un drappello di orchiera partito e stava costeggiando il fianco della montagna lungo un sentieroper raggiungere la cima e riacciuffare i fuggitivi. Ricongiuntisi in cima al-la montagna decisero di discenderla lungo il costone orientale, sperando chegli orchi salissero per il lato opposto. Mentre scendevano precipitosamente,dal paesaggio d’intorno, capirono di trovarsi all’estremita settentrionale deiMonti del Seitum, potevano vedere la pista carovaniera a nord molto piu avalle che attraversava la Gola del Gelo. I rumori alle loro spalle indicavano

che gli orchi erano vicini e sulle loro tracce per cui aumentarono l’andatura,saltando da una roccia all’altra e ruzzolando. Quando l’asperita si ammor-bidı i rumori alle loro spalle si affievolirono tanto da lasciar loro credere diavere sufficientemente distanziato gli inseguitori, non riposando sugli alloricontinuarono comunque di buon passo. Verso sera, ormai abbastanza sicuridi avere seminato gli orchi, si diedero alla caccia della cena e ad un salutareseppur vigile riposo. La notte trascorse relativamente tranquilla e al mattinosi accorsero che stavano andando in direzione del convento diroccato, per cuideciso di proseguire, ma con un altro obiettivo: vedere di recuperare un po’di attrezzatura e armi che erano state lasciate sul campo durante la battagliatra nani e goblin. Gli ci vollero poco piu di un paio di giorni, cacciando e

camminando, per raggiungere il convento. Purtroppo trovarono poco o nulla,giusto un piccolo scudo di legno abbastanza decente e una mazza chiodatanon troppo arrugginita che Garrel prese come equipaggiamento provvisorio.Tutto intorno a loro era stata fatta tabula rasa, pareva che fosse passatoqualcun altro dopo che se ne erano andati. Decisero di puntare verso occi-dente, un po’ per tornare indietro, un po’ per vedere se riuscivano in qualchemodo fortunoso a recuperare quello che avevano perso, questa volta preserouna strada piu a sud come all’andata delle prima spedizione sui Monti. Dopo

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non molto si accorsero che nella loro stessa direzione andavano delle tracce di

carri leggeri e pesanti e di numerosi esseri, dalla misura delle impronte pare-vano goblin. Guardinghi e all’erta per quattro giorni seguirono le tracce finoa giungere, ancora una volta al piccolo accampamento delle Zanne Cremisiall’estremita sud-occidentale dei Monti. Da lontano pareva che fosse deserto,ma si avvicinarono lo stesso con estrema cautela. Appena giunti all’ingressodue femmine degli orchi e tre giovani li sbarrarono il passo. Nessuna delle dueparti aveva interesse ad inziare una inutile lotta per cui parlarono. Seppurcon un po’ di difficolta Garrel e Wasil vennero a sapere che il giorno primaera giunto all’accampamento l’esercito dei goblin ed era riuscito a reclutaretutti i maschi, erano rimasti solo femmine, vecchi e bambini. Wasil fu un po’troppo irruente nel cercare di raggiungere la tenda del capo per vedere se l a

era ancora custodito (nel caso lo fosse stato anche prima) il pezzo di pergame-na, cosı un giovane ed inesperto orco attacco dando inizio ad una breve lottache si concluse con la morte sua e degli altri “guardiani” dell’accampamento.Garrel e Wasil poterono esplorarlo in tutta tranquillita, pero non ritrovandoassolutamente nulla ne del loro equipaggiamento, quindi niente pergamena,ne di qualcosa di utile per migliorare quello che avevano se non qualche rozzaveste orchesca e qualche rinforzo di legno come armatura che si aggiusto ad-dosso Garrel. Finita l’esplorazione ripresero a seguire le tracce che li avevanocondotti sin lı, puntavano verso nord, ben presto capirono che andavano versol’accampamento principale delle Zanne Cremisi dove erano stati tenuti come

schiavi. In un paio di giorni raggiunsero l’accampamento fortificato, ora chelo potevano vedere bene dall’esterno era identico a quello dei Crani Sfondatiseppur piu piccolo e con ancora tutta la zona delle grotte in costruzione, nonmolto lontano da loro, vicino alle mura di legno e pietra, vi era allestito ilcampo dell’esercito dei goblin. Questa volta stettero molto attenti a non farsiscoprire e restarono ad osservare quello che accadeva. Si ripete tutto quelloche era accaduto coi Crani Sfondati: delegazione dei goblin che tornava soloa tarda sera e ridotta, carro “regale” che lasciava il campo e alla mattinatornava con un nutrito numero di volontari per l’esercito. Garrel e Wasilcapirono di non potere fare molto, per cui continuarono a seguire l’esercitodei goblin anche dopo che lascio l’accampamento degli orchi sperando che

sarebbe successo qualcosa, un momento favorevole, un attimo di sbandamen-to, che avesse permesso una rapida incursione con la speranza di recuperareperlomeno il pezzo di pergamena che credevano fosse in loro possesso. Manon ci fu occasione. L’esercito goblin piego a sud costeggiando tutta la partemeridionale dei Monti del Seitum fino a giungere, dopo circa una settimanaalla Vallata dell’Iride, il loro campo base. Garrel e Wasil mantennnero anchepiu della distanza di sicurezza visto lo spettacolo che avevano davanti agliocchi. Un fiume impetuso correva riottoso in una una profonda spaccatura

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nei Monti con due alte ed aspre scarpate a picco. Le acque turbolente crea-

vano una serie infinita di giochi di luce che qualche volta diventavano piccoliarcobaleni tra le rocce od una pioggerellina multicolore. Sulla spianata dellascarpata si potevano vedere miriadi di grotte e rocche molte delle quali condelle vele e altre strutture bombate di legno costruite verso l’esterno. Pontiin corda e legno fissi e mobili univano in determinati punti le due pareti dellaVallata. Il tutto era brulicante di una fervente e malefica attivit a, soprattuttole rocche piu basse a ridosso del fiume che ogni tanto mandavano degli stranilampi elettrici o rossastri. Garrel e Wasil decisero di restare ad osservare perqualche giorno al riparo di un anfratto sull’imboccatura merdionale della Val-lata. La loro pazienza fu premiata. Dopo neanche un paio di giorni d’attesal’esercito, o, per quanto vedevano, una piccola parte, si mosse questa volta

seguendo il corso del fiume verso sud. Garrel e Wasil continuarono a seguirliper almeno capire dove fossero diretti. Dopo poco meno di un giorno di vi-aggio incrociarono la via che portava a Norteman e piegarono decisamenteverso ovest puntavano verso Passaggio del Chiaro di Luna l’imboccatura delterritorio che l’anziano nano aveva descritto loro come possibile luogo doveera nascosto un’altro pezzo della pergamena. A questo punto Garrel decise ditornare verso Turbell ad informare i nani, mentre Wasil continuava a seguirel’esercito dei goblin per vedere dove sarebbero andati con precisione e poi sisarebbe accampato all’imboccatura del Passaggio attendendo il ritorno delcompagno.

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44 CAPITOLO 3. GLORIA

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Capitolo 4

Catena Glaciale

Garrel giunse a Turbell accolto con allegra festosita da tutti i nani, uno deiloro recenti eroi era tornato, un po’ malconcio ma era tornato. Schermendosifrettolosamente dalle moine dei nani cerco di giungere al piu presto nella saladella Cattedrale al centro della Roccaforte dove era sempre stato a collo-quio dall’anziano nano. Una volta al suo cospetto gli racconto tutto quelloche era accaduto, l’anziano nano ebbe qualche reazione contenuta rabbiosama alla fine diede una rapida descrizione della Catena Glaciale: la catenamontuosa che delimitava meridionalmente i Territori di Selene. All’estrem-ita orientale dominava una gruppo di draghi che aveva succubi una tribu di

hobgoblin, terrorizzati dai draghi vi erano due tribu orchesche residenti nel-la zona, popolavano le grotte del sottusuolo e controllavano con scorribandei due passi che attraversavano la Catena, il nano gli confermo come verala leggenda che voleva una stirpe infernale quiescente ma proliferante nelleviscere della terra di quella zona. Punto di maggiore interesse l’estremit aoccidentale in cui si trovava un antico convento devastato dalle scorribandedi orchi e dei draghi affamati che al tempo del regno che occupava quelterritorio era il maggiore luogo di spicco per la cultura e per la magia. Gar-rel domando delucidazioni a riguardo dei pezzi di pergamena, se ne sapevapoco, ma se ce ne fossero stati in giro ancora alcuni un luogo probabile erail convento, per maggiori informazioni si poteva andare a cercare uno strano

essere che si spostava nella sua capanna magica nel passaggio a Nord delSeitum o ad una potente strega raminga, avventuriera di vecchia data amicadi un esperto chierico nano, suo ex-compagno di avventure, che per un po’aveva riesieduto a Turbell. Garrel aveva una mezza intenzione di andare acaccia dei pezzi della pergamena per rimediare all’onta di averne perso uno,il vecchio nano lo esorto ad attendere il mattino dopo quando ne avrebbediscusso con il consiglio della Roccaforte ed avrebbero deciso sul da farsi. Ilbarbaro bene intuendo l’atmosfera che si era creata, accetto di buon grado,

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46 CAPITOLO 4. CATENA GLACIALE 

quindi si ritiro negli appartamenti che erano stato dedicati a lui e agli altri

eroi, trascorrendovi il resto del giorno ritemprandosi dalle fatiche delle ultimesettimane. Prima che il sole potesse tornare a rischiarare il cielo del nuovogiorno Garrel venne svegliato dal trambusto che proveniva dal cortile dellacaserma sopra la quale avevano installato i loro appartamenti. Affacciandosialla finestra vide un possente nano armato della sola ascia sulle spalle farsilargo tra altri nani che tentavano di fermarlo. Il nano era una vera furia,imprecava talmente forte da farsi udire anche dagli dei stessi senza bisognodi preghiere. Irruppe all’interno della caserma, raggiunse gli appartamenti alpiano superior ne sfondo la porta e si scaglio contro il barbaro. Lo coprı diingiurie e di pesanti insulti e poi lo aggredı fisicamente a mani nude. Garrelnon aveva ne tempo ne modo di reagire. Gli altri nani dal cortile entrarono

negli appartamenti, il primo si avvicino umilmente:-Sire si controlli non faccia cosı...Parlava in nanico e aveva sul corpo i segni dell’irruenza del re che aveva ten-tato di fermare. Garrel comprendeva la loro lingua, sorpreso di quello chestava accadendo e impossibilitato a far fronte alla furia regale riuscı a svico-lare ma trovo il passaggio sbarrato dal gruppetto dei nani. Il re gli fu ancoraaddosso, allungando un braccio lo alzo da terra senza sforzo:-Stupido incapace, non ci penso neanche a sprecare il colpi della mia gloriosaascia su di te. Ti dico una cosa sola: rimedia al casino che hai combinato! Percolpa tua il Consiglio ha deciso di ricorrere al piano di fuga, decisione che mi

fa friggere la barba dalla rabbia. Per cui ti conviene riuscire a rimediare seno ti staro alle costole finche non ti avro trovato per fartela pagare. Fidati ciriuscio e non sara affatto piacievole!Le ultime parole avevano un tono che non ammetteva repliche piu delle prime.Lo lascio andare e se ne ando seguito dagli altri nani che si disinteressaronocompletamente del barbaro. Garrel si trovo da solo, pesto e mesto negli appar-tamenti; si vestı raccolse le sue poche cose e uscı. Cerco di recuperare un po’di equipaggiamento in giro per la Roccaforte ma raccolse solo cruda ostilita,la voce si era sparsa. Decise di tornare dall’anziano nano. Questa volta fuaccompagnato solo da occhiate e motti di disprezzo. Riuscı a giungere al suocospetto non senza qualche difficolta: il colloquio fu abbastanza breve, Garrel

domando solo un po’ di armi buone per potere andarsene. L’anziano nanogli disse di andare dal generale dell’esercito che consceva che gliele avrebbeprocurate e si accomiato da lui. Il barbaro fece quello che gli aveva detto elascio la Roccaforte con una nuova ascia, un giacco di maglia, una fionda egli insulti e la verdura marcia dei nani dall’alto dei bastioni di Turbell.

Wasil aveva passato il tempo accampato sul di un costone d’ingresso alPasso del Chiaro di Luna in cui era penetrato l’esercito dei goblin, cacciandoper la sopravvivenza e facendo prove di coraggio davanti alle tane di orsi. Gar-

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rel lo incontro proprio mentre si ritirava precipitosamente da una di queste.

Dopo avergli raccontato tutto quello che era successo decisero di avventurar-si nel Passo sulle tracce dell’esercito. Voltato il costone dopo poco meno diuna giornata di viaggio incontrarono un villaggio sul sentiero di ingresso alPasso. Era un piccolo abitato di passaggio che in quel periodo era ferventedi vita. Entrarono nel primo spaccio che incontrarono e barattarono le armiche avevano trovato sul campo di battaglia del convento diroccato sul Sei-tum con provviste per circa sette lune e vitto e alloggio per un giorno nellalocanda. L’indomani riapartirono lungo il sentiero che attraversava il Passo.Dopo cinque giorni di cammino giunsero nei pressi del Covo dell’Aquila, ungrosso bastione d’avvistamento con alloggi per viandanti appolaiato sul cos-tone della montagna presidiato dalle truppe speciali della citta di Chiaraluna.

Appena furono avvistati gli venne chiesto a grida chi erano e il motivo delloro viaggio. Dopo i dovuti chiarimenti proseguirono per la propria strada.Ben presto terminarono le provviste e si dedicarono ad un po’ di caccia eraccolta per la sussistenza. Catturarono un lupo e un cervo che lavoraronofino ad ottenere dei lacci da usare per il trasporto del cibo avanzato cottoe delle pelli da usare quando il clima diventava rigido. Erano trascorsi al-meno altri tre giorni quando arrivarono in vista del villaggio che segnalaval’uscita dal Passo, dell’esercito neppure la minima traccia. Anche questo vil-laggio come l’altro era fervente di vita, vi era una fiera ricca di bancarellee recinti in cui si vendeva di tutto dai piccoli manufatti ai grossi capi d’al-

levamento. Garrel ingenuamente cerco di vendere la carne che avevano perrecuperare qualche moneta da spendere in equipaggiamento, ma senza risul-tato. Con quel proposito entrarono in una locanda. Garrel sfido i presential tiro al bersaglio, si fecero avanti un ambiguo personaggio biondo incap-pucciato e un piccolo mezzuomo. Durante le trattative prima di inziare ilmezzuomogli si attacco addosso e gli fece cadere l’ascia che sparı tra la folla.Wasil la vide in mano ad un possente mezzorco che fu costretto ad attac-care per recuperare l’arma del compagno. La lotta duro il tempo sufficienteal mezzorco per arrendersi e restituire l’arma, tuttavia Wasil ne uscı conparecchie ferite e bisognoso di cure e senza la sua parte di carne arrosto. Ilbarbaro allora decise di sfidare l’ambiguo personaggio, lasciando pero fare la

sfida all’amico ferito. Anche questa volta Wasil uscı vincitore gudagnandouna moneta di platino. Uscirono dalla locanda per trascorrere la notte ac-campati nei dintorni del villaggio. Wasil aveva notato nella piazza principaleche si scommetteva su di un ring di lotta ed era fermamente intenzionato atentarci. Cosı torno al villaggio e busso ad una porta alla rierca di cure: fuaccolto da una premurosa anziana coppia che si prese cura di lui. Ci miseun intero giorno a recuperare abbastanza energie. Il giorno seguente era sulring a sfidare il campione per una notevole borsa con Garrel a bordo ring

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a godersi lo spettacolo. Il campione era un umano di notevole forza e strut-

turato come una torre d’assalto, sembrava non avvertire nemmeno i colpi diWasil mentre i suoi erano devastanti. Wasil tento di ritirarsi dall’incontro, lapena per la sconfitta era una settimana di schiavitu, con una acrobaziaas us-cire dal ring. Atterro buttando a terra la seconda fila di spettatori. Afferratoda parechie mani tento di divincolarsi, non riuscendovi provo qualcuno deisuoi giochetti mentali e anche qualcuno di quelli sonori causando la morte edil ferimento di parecchi spettatori. Garrel era completamente bloccato dallafolla che, inferocita tento a piu riprese di ributtare Wasil sul ring. Alla finevenne afferrato e trascinato sul ring dal campione che lo sollevo in aria elo fece volare giu dal ring sopra al banchetto delle scommesse. Si ripete lascena precendente, una folla inferocita che tentava di avere ragione di Wasil,

quest’ultimo che utilizzava i suoi giochetti per tenerla lontana causando dannie Garrel che tentava di farsi largo per aiutarlo. Il barbaro riuscı a raggiungereil compagno mentre un dardo sibilava nell’aria sfiorando Wasil ed andandoa tafiggere uno spettatore. Garrel provo ad incitare la folla contro chi avevascagliato il dardo ma ottenne l’effetto opposto, alcuni salirono addiritturasul ring per slanciarsi addosso a Wasil. Miracolosamente, infine, il barbaroriuscı a trascinare il compagno fuori dalla folla e dalle sue grinfie. Fuggironotra le alture che cicondavano il villaggio. Dopo un po’ di riposo e di curecontinuarono il viaggio puntanto ora verso il Convento della Gentile Signora,dall’altro lato della Catena Glaciale. Per giugnergi impiegarono sette giorni

cacciando per recuperare cibo e pelli necessarie a sopportare il clima d’alturae costeggiando le cime alla ricerca di un passaggio. Una volta giunti dall’altrolato, poco sotto al limitare delle nevi nella foschia di montagna intraviderouna possente struttura dominata da una alta torre. Giunti nei pressi dellemura le costeggiarono fino a giungere all’ingresso del Convento. I segni dellaricostruzione dopo le vicende a cui era stato soggetto stentavano a spiccarea confronto dei segni di una recente battaglia. Il portone era parzialmentesfondato e l’interno era cosparso di cadaveri di goblin e altri esseri. Si avvici-narono alla torre che sembrava la costruzione piu recente e solida, trovaronol’entrata aperta per cui ne varcarono la soglia.

Quello che accadde all’interno della torre fu cosı strano e sconvolgente da

assumere i connotati di un incubo velato di sogno.Garrel riuscı a stento ad uscirne esausto e ferito, trascinando il corpo del

compagno e con un irritante artefatto chiuso in una scatoletta nello zainoche con una grossa spada da guerra e un giacco di maglia faceva parte del-l’attrezzatura che aveva recuperato all’interno della torre. Appena varcatala soglia vide qualcuno che, incappucciato, stava inginocchiato vicino ad uncadavere di goblin e pareva parlarci. Il barbaro, superata la titubanza inizialenon fece nulla per nascondersi. L’incappucciato che dalle proporzioni del cor-

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po sembrava un nano, gli si avvicino ancora non mostrando il viso nel buio

del cappuccio. Si presentarono, il nano incappucciato era un potente preteguaritore di nome Takklin. Il nano intuı senza che gli fosse detto cosa eraaccaduto nella torre e di chi fosse opera: una strega sua vecchia amica. Garrelgli spiego un po’ della loro storia e della loro missione chiedendogli aiuto. Ilprete, diffidente sulle prime, acconsentı di curare lui e rianimare Wasil perparte del tesoro che avevano trovato nella torre e si mise in comunicazionemagica con la sua amica strega che avrebbe potuto saperne qualcosa sullaquestione. Lui era lı al Convento per questioni di studio e si rammaricava diquello che era successo che forse gli avrebbe impedito di consultare i volumicontenuti nella famosa biblioteca. Visto che la risposta dalla strega sarebbearrivata la piu presto l’indomani mattina, anche Garrel e Wasil decisero di

trascorrere la notte al Convento e l’indomani, in attesa della risposta, diimpiegare il tempo ad esplorarlo.

Trascorsero la notte al piano terra della torre e il mattino, quando sidestarono, il nano si era gia alzato ed era in giro per il Convento. Garrele Wasil esplorarono gli edifici della zona nord trovando solo gli alloggi deimonaci, la mensa, le cucine ed una angusta struttura per la meditazione,tutto in ricostruzione ma con chiari segni della recente battaglia. Poi si dedi-carono agli edifici nella zona meridionale, entrarono il quello che sembravaun grande androne con la volta a cuspide costellato da una serie di absidi lat-erali vuoti. In fondo all’androne trovarono due porticine, imboccarono quella

sulla destra e si ritrovarono nella immensa e buia biblioteca. Anche con lasua vista che gli permetteva di vedere al buio Wasil non riusciva a vedere lafine della biblioteca cosı come la volta stessa, al centro erano disposti banchie scrivanie e ai lati gli sterminati scaffali trabboccanti di sapere con dellestatue negli interstizi. Garrel rimase ad esplorare l’ingresso, Wasil si avven-turo all’interno. Esaminando le statue intuı che rappresentavano regnanti ereggenti dell’antico impero che dominava sulla zona. Giunto quasi in fondouna statua abbasso la sua alabarda di fronte a lui. Wasil si fermo e vide chela statua lo stava esaminado da piedi a capo con gli occhi dai quali traspari-va una vaga luminescenza. Quando l’esame fu terminato gli si paro davantipuntandogli contro l’arma. Wasil tento di passare oltre, la statua non si op-

pose e raggiunse la parete in fondo alla biblioteca. I mattoni che l’andavanoa comporre erano irragolarmente disposti come se fossero addossati diretta-mente alla parete rocciosa della montagna. Provo anche ad arrampicarcisiraggiungendo la volta, non trovando nulla torno indietro verso il compagnonotando che la statua era tornata a posto. Il barbaro aveva arricchito l’e-quipaggimento con qualche pergamena ed un paio di torce lavorate di pietra,mentre discuteva col compagno sul da farsi si sentı bussare ad una spalla: erail nano. Disse loro che la sua amica strega gli aveva risposto e che erano attesi

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per cena il giorno dopo, la sua abitazione era circa ad un giorno di viaggio

nei pressi della Vetta della Signora. Gli chiesero se avesse trovato quello checercava, lui rispose un po’ sconsolato indicando come raggiungere il livelloinferiore e piu interessante della biblioteca poi ando a riposare. Garrel e Wasilcontinuarono invece l’esplorazione trovando la botola d’accesso al livello in-feriore ai piedi della parete in fondo, come indicato e l’aprirono e scesero unaangusta scala a chiocciola. Sembrava di scendere nelle viscere della Catena,si ritrovarono nell’esatta copia speculare del livello superiore solo che qui lestatue erano completamente distrutte e i frammenti erano sparsi in giro. Sulfondo trovarono un piedistallo simile ad un leggio che sorreggeva una tecacompletamente oscura. Garrel con coraggio aprı le due ante della teca di vetrotrasparente non facendo tuttavia scomparire l’oscurita. Wasil vi immerse pri-

ma l’intero braccio e poi la testa all’interno sbucando nella esatta copia dellabiblioteca ma con un’atmosfera molto piu tetra e cupa simile alla realta dallaquale proveniva. Non trovando soluzione al quel mistero richiusero la teca etornarono al piano terra della torre dovre trascorsero la notte.

Al mattino partirono alla volta della casa della strega col nano. Discuten-do con lui scoprirono che l’oscurita della teca altro non era che un involucro arifrazione di realta, una protezione magica che proiettava chiunque nella pro-pria realta d’origine e ne proteggeva cosı il contenuto, ad ogni modo spiegoche quello che vi era all’interno era gia stato depredato, la difesa non avevaretto. Ragionando sugli avvenimenti capirono che un altro frammento della

pergamena era giunto in possesso dell’esercito dei goblin, proprio mentre, neltardo pomeriggio, giungevano in vista della casupola in pietra adagiata trale nevi della Vetta della Signora dimora della strega.

La strega era una donna un po’ bassa ma avvenente, l’interno della suacasa non era grandissimo ma rustico e accogliente. Consumarono la cenamentre Takklin e Imbloel, la strega, discutevano animatamente delle loroavventure in un susseguirsi di lingue diverse come in un gioco, nel quale Garrele Wasil capirono solo pochi stralci. Quando ebbero terminato di colloquiareamabilmente fu il loro turno. Prima raccontarono la loro storia e poi chieseroalla strega se ne sapesse qualcosa. Lei gli racconto tutta la storia echeggiatadall’anziano nano a Turbell che aveva appreso nei suoi lunghi studi.

In un’era talmente remota che ancora non esisteva alcun drago antico,il mondo era dominato dagli Avi, degli umanoidi rettiliformi che soggiogavain schiavitu i primi umani. Unico ostacolo tra loro e il completo dominioerano i draghi che, a quei tempi, si interessavano di piu quello che accade-va intorno a loro. Gli Avi allora diedero fondo a tutte le loro conoscenzemagiche per creare un potente incantesimo evocativo. Evocarono un mostrotalmente terribile che nulla poteva resistergli nemmeno la morte stessa, nes-suno poteva rivaleggiare con lui e lo comondavano solo attraverso due oggetti

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particolari. Poi accadde qualcosa, una parte del mostro si divise e diede vita

al Rissurwea, creatura leggendearia ben nota in tutto il mondo. Qualcosa oqualcuno riuscı ad annulare l’incantesimo evocativo spezzando la pergamenae disperdendone i pezzi, cosı come gli oggetti di comando. A piu riprese moltitentarono nell’impresa di rimmettere insieme i pezzi ma, fino ad allora, nes-suno vi era andato cosı vicino come la Regina dei Goblin qualunque cosa essasia. L’incatesimo evocativo si componeva oltre che della pergamena anche diuna serie di pietre con marchi.

Garrel e Wasil domandarono cosa potessero fare, la risposta fu che, oltread un piano d’azione che loro stessi potevano mettere a punto, lei vede-va diversi modi. Ora l’esercito dei Goblin stava assediando Norteman, vistoche probabilmente nelle fucine del sottosuolo tra la lava incandescente era

custodito forse l’ultimo pezzo di pergamena, si poteva impedire che lo rag-giungessero. Per fare questo si poteva cercare di costituire un esercito che visi opponnesse, la stirpe infernale delle viscere della Catena avrebbe potutodare una mano, oppure liberare il passo del Chiaro di Luna, ora occupato daparte delle forze dei Goblin, per permettere cosı ai rinforzi da Chiaraluna diraggiungere Norteman. Altri modi erano cercare di recuperare gli oggetti dicomando del mostro, a tal proposito la strega credeva che uno solo fosse inpossesso della Regina, l’altro doveva trovarsi sul tragitto che l’esercito avevafatto per andare verso Norteman, perche aveva percepito che vi erano passativicino ma non l’avevano preso. Ultima estrema risorsa ricorrere ad un compli-

cato incantesimo temporale e tornare all’epoca degli Avi per fermare il tuttosul nascere. Garrel e Wasil chiesero da subito se lei e l’amico avessero potu-to aiutarli, i due vecchi compagni d’avventure risposero che non ne avevanonessun interesse che anche se il tutto si sarebbe risolto al peggio un modoper cavarsela lo avrebbero sicuramente trovato. Quindi optarono per cercaredi istigare contro l’esercito dei Goblin la stirpe infernale delle viscere dellaCatena. La strega gli indico che il tragitto migliore per cercare di trovarla erail tragitto che l’esercito dei Goblin aveva seguito per raggiungere il Convento.Prima che si accomiatarono diede loro per aiutarli una pietra di luce continuae alcune bacchette magiche, di provviste purtroppo la strega ne era peren-nemente a corto. Garrel e Wasil, dopo essersi fatti indicare per bene l’entrata

del passaggio sotto alla Catena dal nano, lasciarono la casupola della stregatornando verso il Convento. La giornata seguente la trascorsero a cacciareun po’ di provviste piu a sud del Convento. Raccimolarono un po’ di carnee pelle d’orso e poi si inoltrarono nel passaggio seguendo le indicazioni delnano. Appena entrati nel buio e angusto tunnel furono attratti e poi attaccat-ti da un grappolo di funghi che aveva davanti al gruppo dei funghi fischianti edietro di loro altri, piu grossi, con dei tentacoli avvelenati. Ben presto ebberoragione dei funghi ma Garrel venne avvelenato e ne risulto molto indebolito.

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Proseguirono il tunnel era in discesa, buio e stretto, incontrarono diverse di-

ramazioni ma continuarono a seguire le chiare tracce dell’esercito: non eranosolo tracce di passaggi, vi erano anche corpi di goblin morti ed alcuni smem-brati e segni di trascinamento nelle gallerie laterali. Dopo avere superato unaserie di pozzi e grappoli di funghi che questa volta attaccarono a distanzafacendo cosı ulteriori provviste, Garrel si era abbastanza ripreso e giunseroad un altra diramazione. Imboccarono la galleria alla loro destra che scende-va ancora piu ripidamente. Arrivarono ad uno spiazzo con davanti a loro piuaperture, dopo averle esplorate imboccarono quella piu a destra che continu-ava a scendere. Ormai erano nelle viscere della Catena. Giunsero ad un altrospiazzo, molto ampio e alto. Scorrendo la parete davanti a loro con la pietradi luce continua videro parecchie aperture simili a tane che si innalzavano per

parecchi piedi. Alle loro spalle parvero comparire dal nulla tre esseri umanoi-di, magri, dalla pelle nera e coriacea, con un corto corno piatto che sporgevadalla parte posteriore del cranio e la bocca piena di aguzze zanne terribilicome gli artigli alle mani. Gli esseri si avvicinarono e parlarono in una lin-gua roca e aspra di cui capirono solo sporadiche parole. Poi rimbombandopenetrante e spinosa da una delle aperture sulla parete roccioso giunse unavoce. La voce, impaziente, chiese loro cosa volessero. Al solito la tirarono unpo’ troppo per le lunghe alla fine riuscirono ad accappararsi l’aiuto di quegliesseri promettendo loro un grasso saccheggio a battaglia terminata. Comeatto di buona fede, dopo essere stati spinti piu avanti e perquisiti dagli es-

seri alle loro spalle diedero tutto i loro averi, cioe il tesoro guadagnato nelletorre oltre alle provviste che sparirono fulmineamente. Gli esseri, dal cantoloro lasciarono che tenessero la moneta di platino. Gli accordi prevedevanoche loro avrebbero proseguito il viaggio fuori dal passaggio e gli esseri sareb-bero passati per vie conosciute solo a loro poi li avrebbero seguiti fuori versoNorteman. Garrel e Wasil tornarono alla diramazione da cui erano partiti,facendo ancora un po’ scorta di funghi e li si accamparono. Il giorno dopoproseguirono sulle tracce dell’esercito con il tunnel che prese a risalire, finoa giungere ad un bivio dove si vedevano i segni di una accesa battaglia. Pri-ma imboccarono il cunicolo da cui provenivano gli assaliti ma giunsero adun alto dislivello, per cui tornarono indietro ed imboccarono l’altro cunico-

lo. Ancora una volta arrivarono ad uno spiazzo con delle aperture. Venneroimmediatamente attaccati da umanoidi muscolosi alti come un umano connere orbite senza occhi e pelle grigiastra armati di asce di pietra. Ne ebberopresto ragione, ma dalla parete si stacco qualcosa simile ad un mantello neroche avvolse Garrel continuando a morderlo e attaccando con la coda a frustaWasil. Lottando strenuamente Garrel riuscı a toglierselo di dosso, la creaturaemise un grido che getto nel panico Wasil che corse via e Garrel che rimasebloccato. La creatura si riavvolse attorno al barbaro continuando a morder-

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lo. Wasil si riprese dopo una lunga corsa e ritorno precipitosamente in aiuto

del compagno. I suoi colpi venivano accusati anche da Garrel cosı anche luisi avinghio alla creatura e lottando riuscı a staccarla dal compagno. Infine,quest’ultima, perı sotto i colpi del barbaro. Decisero quindi di acccamparsial bivio provati da quella estenuante lotta, quello messo peggio era Garrel.Stabilirono i turni di guardia, durante quello di Wasil gli umanoidi grigiastriciechi lo attaccarono bloccandolo, Garrel destatosi per i rumori della lotta,fulmineamente in un balzo quasi magico li falcidio. Aumentarono ancora iturni di guardia per riposare al meglio. Sempre mentre Wasil faceva il suoturno di guardia intuı dei fruscii tutto attorno a lui ma non vide ne udiinull’altro. Appena svegli ripresero il cammino verso il cunicolo col dislivello.Era una parete roccioso che prometteva un passaggio verso la superficie una

volta scalata, cosı si arrampicarono. A piu riprese e non senza fatica, cadutee corde improvvisate che si rompevano, riuscirono ad arrampicarsi.

Una volta in cima al dislivello esplorarono un po’ il cunicolo davanti aloro notando che era molto piu rozzo angusto e franoso di quello in cui er-ano passati fino a quel momento e presentava i segni del passaggio faticosodell’esercito dei goblin. Per riposarsi stabilirono un piccolo accampamento.Durante l’ultimo turno di guardia Garrel vide delle figure umanoidi venireverso di loro, a calci sveglio il compagno che gli confermo quanto aveva visto.Le figure si rivelarono Imish II con un seguito di barbari sia dall’accampa-mento natale di Garrel sia da quello dei Cavalli Celesti. Il mezzorco narro

loro di come, con un po’ di uomini fosse partito dalla Roccia Solinga versoTurbell per fare visita al loro grande eroe ma avesse trovato la Roccaforteabbastanza deserta ed ostile. Scoperto cosa fosse successo dall’anziano nano,aveva reclutato altra gente all’accampamento di Lanater e lo stesso Lanateraveva accettato di seguirli visto quello che stava per succedere. In tutto era-no circa trecento uomini. Seguendo le tracce dell’esercito dei goblin avevanotrovato l’entrata al passaggio sotterraneo. Gli esploratori pero avevno notatoche, oltre che a Norteman vi era un’altra battaglia in corso all’imboccatu-ra del Passo con i cavalieri di Chiaraluna che cercavano di andare in aiutoalla citta assediata ma i goblin glielo stavano impedendo. Dopo un paio digiorni di viaggio nel cunicolo uscirono alla luce del giorno ricongiungendosi

al resto degli uomini raccolti da Imish. Vedendo dei strani movimenti nelleombre Wasil vi si avvicino e gli esseri infernali gli confermarono che li sta-vano seguendo. Decisero di separarsi: Garrel e i barbari verso l’imboccaturadel passo per tentare di liberarlo e Wasil con gli infernali verso Norteman.Quando si divisero bene presto Wasil intuı che avrebbe fatto tutto il vi-aggio da solo visto che non si vedevano in giro quegli esseri. In due giorniscarsi correndo solitario nella pianura giunse in vista di Norteman. Il latonord-occidentale era pesantemente sotto attacco dalla truppe dei goblin che

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avevano tra le loro file anche qualche mostro della stirpe dei giganti, si pote-

vano vedere alcuni varchi nella cerchia muraria esterna, alle loro spalle viera un rudimentale accampamento dove riposavano le truppe non impegnatenelle scontro. Lesto aggiro la citta mantenendosi a distanza di sicurezza dallato occidentale vedendo che un po’ dovunque era sotto attacco anche senon cosı pesante. Quando era calata la notte giunse in vista delle case vicnoall’entrata sud-orientale dalla quale lui stesso proveniva. Le case erano vis-tosamente occupate dagli altri gradi dell’esercito dei goblin. In tutto questotempo aveva piu volte cercato di comunicare con gli infernali non riuscendovi.Purtroppo venne avvistato a venne attaccato da goblin cavalcanti murpi chepartirono dalla zona delle case. Il primo gruppetto riuscı ad averne ragione,poi si diede ad una precipitosa fuga ma fu raggiunto da un altro gruppo che

lo ridusse in fin di vita.Garrel e i barbari, poco dopo che si divisero da Wasil, incontrarono an-

cora il villaggio all’entrata del Passo, pero questa volta mostrava i segni diuna crudele razzia. Con un piccolo drappello esploro il villaggio notando cheal centro vi era una statua acciaccata di un cavaliere che impugnava un ar-ma che non c’era. A fatica riuscirono a trovare una donna dietro una portadi una casupola mezza crollata. Con cure e gentilezza ne guadagnarono lafiducia, la donna li condusse in un’altra costruzione dove vi erano tutti i so-pravvissuti, qui trovarono un anziano moribondo assistito da un giovane. Ilgiovane parlava per l’anziano e descrisse loro l’attacco dei goblin e la disfatta

della loro principale difesa. Per saperne di piu Garrel dovette tornare conpiu guaritori e prestare cure a tutti, soprattutto al vecchio. Il mattino dopoil vecchio riusciva a parlare da solo, racconto che il villaggio era protettodi solito da un’antico artefatto che dopo generazioni, attraverso la statua inpiazza, avevano trovato il modo di usare. Il barbaro lo condusse a spalla finoal luogo dove era custodito l’artefatto che intuı fosse una spada in pietra,nell’angusta cantina vi era un sarcofago di pietra composito di piu piastre.Il vecchio si rifiuto di dare l’artefatto visto che ne avevano ancora bisognoper avere una speranza nel villaggio. Fidandosi Garrel e i barbari lasciaronoil villaggio puntando verso l’imboccatura del Passo. In tre giorni di marciaa tappe forzate giunsero alla Torre d’avvistamento, guardinghi fu inviato un

drappello di Cavalli Celesti in esplorazione con a capo Lanater. Il drappel-lo fu attaccato da una selva di frecce seguite da urla in una lingua aspra,quelli che tornarono riferirono che, sebbene senza danni visibili la Torre eracaduta in mano ai goblin, decisero di aggirare l’ostacolo con la copertura deipromontori della zona per arrivare al piu presto all’imboccatura del passo.Garrel decise di adottare una formazione prudente con una cinquantina diesploratori, tra cui lui avanti a tutti e a turno si tornava a recare notizie suquello che li attendeva. Non ci furono sorprese fino a quando non giunsero in

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vista della battaglia che da giorni infuriava all’imboccatura del Passo. I Cav-

alieri erano impegnati contro le forze dell’esercito dei goblin che sembravanopero piu orchi. Come era prevedibile dall’incontro alla Torre le truppe orch-esche si erano divise e un fronte gia li stava attendendo. Erano trascorsi quasialtri due giorni prima che arrivassero in quel luogo, da tempo gli esploratoriavevano intuito che dalle alture attorno li seguivano, era l’alba e Garrel de-cise di attaccare caricando a testa bassa. Lo scontro fu durissimo. Come coni Cavalieri di Chiaraluna non era la qualita l’ostacolo dell’esercito dei goblinma il loro schiacciante numero. I due fronti e la divisione delle forze orchescheper i Cavalieri furono un vantaggio perche inziarono a guadagnare terreno. Ibarbari invece faticavano parecchio a guadagnare terreno sebbene ogni tantosembrava che riuscissero a sfondare. Garrel vide un volto noto tra le file degli

orchi: un possente orco coi segni tribali delle Zanne Cremisi che sembrava ilcapo che imbracciava una perfetta e glaciale ascia da guerra di fattura nanicae una insuperabile armatura sempre nanica, che falcidiava le sue truppe. Ilbarbaro si libero di quattro o cinque orchi e si avvento contro il loro capo.Ma questi si avvide dell’attacco, si libero con fcilita di due assalitori e sferroun potente e micidiale colpo contro Garell. Lo prese in pieno, preciso e letale,facendo schiazzare il suo sangue e la sua carne in alto e alzandolo anche dipeso. Garrel, aggrappandosi a quella poca vita che gli restava e con le forzeresidue tento di sgattaiolare nelle retrovie. Evito per miracolo una altro or-co e fu tratto in salvo da due dei suoi uomini che lo trascinarono al sicuro

e iniziarono a curargli le ferite. La battaglia si stava mettendo molto malequando Imish prese in mano la situazione ed, imbracciando due armi, incit ole truppe con ruggenti grida e si scaravento con tutta la sua furia nella zonadove gli orchi erano in maggiore numero. Questa fiammata di orgoglio ebbel’effetto desiderato ed i barbari riuscirono a sfondare. Gli orchi furono ricac-ciati contro i loro stessi compagni che fronteggiavano i Cavalieri e verso seraanche questi sfondarono, il passaggio venne liberato e la falange orchescadell’esercito dei goblin sconfitta. Garrel si ridesto in una tenda nel campoallestito subito dopo la fine dello scontro per ritemprare le forze.

Wasil riprese conoscenza in una buia cantina con due occhi fiammeggiantie familiari che lo osservavano. L’oscurita della cantina permetteva solo di

percepire pavimento di terra e le pareti di roccia di fronte attraverso le traviposte come sbarre solo quegli occhi e una sagoma: la voce lo rivelo. Kainechiese aiuto a Wasil perche qualcuno o qualcosa che aveva portato con sestava rallentando la conquista di Norteman ghermendo le truppe dei goblinnell’ombra. Le parole dell’antico compagno non furono molte ma sufficientiaffinche Kaine decidesse di agire per conto proprio rammaricandosi di nonavere avuto campo libero contro di lui.

Garrel parzialmente risanato nelle ferite fu raggiunto nella tenda da un

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56 CAPITOLO 4. CATENA GLACIALE 

comandante dall’armatura scintillante dei Cavalieri di Chiaraluna. Questi

gli spiego l’esito della battaglia e i futuri piani che avevano. Una parte dicavalieri sarebbe corsa verso Norteman in aiuto, mentre la fanteria a piediavrebbe proseguito a passo piu lento attendendo di essere raggiunti dai rin-forzi da Maisto. Avevano catturato anche un po’ di prigionieri che sarebberostati condotti a Chiaraluna, tra di loro vi era anche il capo degli orchi. L’ac-campamento allestito per fare ritemprare un minimo le truppe prima dellapartenza sarebbe stato smontato all’alba del giorno seguente. Garrel, a cuiera concesso tutto il tempo per riposare, decise di andare ad interrogare ilcapo degli orchi ma non ottenne nulla di buono. Mentre tornava alla tendaper riposare vide che venivano distribute armi, scudi e oggetti di soprav-vivenza, chiese un po’ di equipaggiamento ed oltre alle armi che gli avevano

donato i nani ottenne anche due ascie da lancio. Al mattino appena vennesvegliato noto che l’accampamento era gia stato smontato la sua era l’ultimatenda. Vi erano una decina di cavalli che erano stati lasciati per i barbari.Garrel scelse un imponente cavallo da guerra col manto striato di bruno: Go-lia. Anche Lanater prese un cavallo come altri otto barbari, il resto restavasotto il comando di Imish che rimaneva con la fanteria. La cavalleria partı digran carriera appena tutti furono pronti

Wasil tendo la fuga scavandosi un tunnel a mani nude ma in due giorniriuscı solo ad incontrare le fondamenta di dove era recluso, farsi beccaredai goblin che richiusero il buco e misero delle sentinelle. Provo anche ad

attaccare i suoi guardiani attraverso le sbarre ma i suoi colpi non riuscivanoa superare lo spazio vuoto. Il terzo giorno torno Kaine, aveva fallito i suoiintenti per cui gli era stato ordinato di condurre sul campo Wasil affinchefosse lui a provare a fermare quel qualcuno o qualcosa. Wasil non si oppose eil giorno seguente legato ad un carro venne condotto all’interno di una tendausata come immenso dormitorio per le truppe goblin che stavano assediandola citta. Durante la notte quando gli attacchi alle truppe si facevano pi ufrequenti avrebbe dovuto tentare di fermarli.

Dopo poco piu di mezza giornata i Cavalieri giunsero in vista della Torredi Avvistamento, un drappello di truppe goblin gli si fecero incontro, vennerotravolte sullo slancio senza troppa fatica e la Torre superata senza problemi,

altri due giorni dopo ed erano in vista di Norteman.Quando la notte calo Wasil riuscı solo ad intuire dei gorgoglii, mugug-

nii sommessi nel dormitorio che aumentavano man mano che l’ora si facevatarda. Indagando trovo solamente alcuni goblin e simili uccisi nel sonno ecompletamente denudati di tutto. Si stava facendo mattina e non avendorisolto nulla decise di riposare un po’ anche lui. Al mattino lo raggiunseKaine tronfio visto che grazie al suo insuccesso avevano lasciato la sua sortecompletamente nelle sue mani: gli annuncio che la sera, al centro del campo

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8/3/2019 Regina Dei Goblin

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d’assedio, ci sarebbe stato un po’ di divertimento per le truppe.

Era notte quando i Cavalieri giunsero in vista di Norteman, gli esploratoriche tornarono descrissero la stessa situazione che aveva visto Wasil quando viera giunto, non erano andati verso le case nella zona sud-orientale perche leritenevano troppo pericolose. Il piano d’azione che fu concepito era dividerein due le truppe e pulire i lati della citta dove l’assedio era blando giustoper tenere occupati gli assediati, non andare verso le case ma tornare indi-etro ed attendere il momento buono per attaccare il lato nord-occidentaledove l’assedio era piu massiccio. Il solito problma non era la qualita degliavversari ma la loro quantita, in questo modo speravano di dare loro unascremata e ricevere anche piu aiuto dalle truppe di Norteman visto che nonsarebbero stati piu occupati su piu fronti. Il piano venne messo in azione,

Garrel e i barbari si unirono al fronte meridionale e poco prima dell’albascatto l’attacco. Riuscirono a pulire la zona meridionale senza tanti problemianche se dovettero affrontare alcune zone critiche soprattutto verso la fine inprossimita delle case dove persero un po’ di uomini. Entrambi i fronti d’at-tacco riuscirono nel loro intento e si ricongiunsero poco prima di sera sul latonord-occidentale a distanza di sicurezza. Gli esploratori ritenvano che la seraci sarebbe stato nel campo goblin un evento che li avrebbe distratti e chequello sarebbe stato un momento buono per attaccare, unico punto interrog-ativo c’era qualcosa o qualcuno che nell’ombra uccideva chiunque capitassea tiro e lo depredava. Garrel diede le dovute spiegazioni, gli infernali erano

stati d’aiuto perche avevano rallentato l’assedio ma potevano essere ora unproblema, ma non potevano fare altro che attaccare e risolverlo sul campo.Wasil si ritrovo al centro di un rozzo ring fatto di corde tirati su paletti

infissi nel terreno a fronteggiare Kaine. Il vecchio compagno sembrava miglio-rato e non era solo per le vesti da graduato dell’esercito dei goblin. Con lostocco mise a segno un po’ di colpi ma Wasil gli teneva bene testa mettendoloin grande difficolta. Ad un certo punto Kaine uso il suo trucco dell’OmbraAvvolgente e Wasil si ritrovo ad emanare penombra, vedendo poco venneattaccato da pugnali da lancio ma riuscı ancora a colpire l’avversario. Kaineera pesantemente ferito e la bestia quiescente in lui non poteva permettereche morisse: il lupo ebbe il sopravvento e le sorti della battaglia cambiarono.

Attaccato dalla furia del mannaro Wasil venne ridotto in fin di vita. Kainecon sembianze di terribile lupo stava gia esultando con urlati latrati quandol’attacco dei Cavalieri li travolse e si trovo a fronteggiare Garrel.