Reggio Emilia, 04/12/2012 Dott.ssa Rossella Iovino e... · la classica divisione in analisi...
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Riflessioni per ripensare l’insegnamento grammaticale nelle scuole
Reggio Emilia, 04/12/2012
Dott.ssa Rossella Iovino
Università Ca’Foscari Venezia
1
Introduzione
L’educazione alla riflessione grammaticale è fondamentale per studenti e docenti.
L’insegnamento grammaticale tradizionale dell’italiano, ma anche delle altre lingue antiche e moderne, cosi come è ancora proposto (e cioè con la classica divisione in analisi grammaticale, analisi logica e analisi del periodo), è superato dalla ricerca linguistica a partire dal secolo scorso.
Non è necessario rinunciare completamente ai metodi e ai risultati della Grammatica Tradizionale. Bisogna invece superare la sua rigidità normativa.
Questo può avvenire avviando una riflessione esplicita, che riguardi la competenza innata della lingua materna.
2
La grammatica a scuola oggi
La funzione della grammatica tradizionale (= scolastica) è puramente normativa:
•Prescrive cioè regole di stile (in esposizione orale o scritta) che si adeguino ai registri alti della lingua (dal medio al molto formale/burocratico)
•Non prende in considerazione aspetti grammaticali della lingua che pure sono presenti in registri più bassi (dall'informale scendendo verso il colloquiale).
La dimensione normativa è importante a scuola: lo studente deve arrivare alla fine del suo ciclo di studi obbligatori ad avere una buona competenza della lingua scritta e orale nei registri più alti di quello medio, ma deve saper gestire anche quello informale in certi tipi di tipologie testuali. 3
L’analisi grammaticale
L'analisi grammaticale, è fondamentale come requisito di ingresso alla scuola superiore: i ragazzi che si apprestano ad entrare nel biennio della scuola superiore devono saper riconoscere le parti del discorso.
Es. Marco mangia la mela
Marco: nome proprio di persona maschile
mangia: voce del verbo mangiare, 3° persona singolare, indicativo presente.
la: articolo determinativo femminile singolare.
mela: nome comune di persona femminile singolare.
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L’analisi logica
L'analisi logica e l'analisi del periodo cercano di includere concetti propri della sintassi formale (ad esempio la distinzione tra “complementi principali” e “secondari”) e riflessioni di tipo semantico con interminabili liste di complementi o tipologie frasali, che minano l'interesse degli studenti per la riflessione linguistica.
Le liste di complementi sono inutili dal punto di vista sintattico: (1) [Il libro di storia] è stato venduto a metà prezzo (2) [La città di Roma] è stata saccheggiata dai barbari Non ci interessa sapere che i due complementi introdotti dalla preposizione di abbiano due nomi diversi, ma sapere che entrambi sono complementi del nome inseriti in una struttura più grande: il sintagma.
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Complementi e Circostanziali
(3) Ho portato gli studenti a scuola (4) Ho incontrato Maria a scuola
In (3) da stupido è un'informazione basilare per la saturazione del significato del verbo comportarsi: definiremo questo elemento complemento
In (4) è solo un'informazione aggiuntiva che non è richiesta per la correttezza della frase: definiremo questo elemento circostanziale di modo (e non complemento di modo, come fa la grammatica tradizionale).
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La valenza I verbi devono obbligatoriamente essere accompagnati da un numero di elementi variabili (normalmente da 0 a 3): (1)Ø Piove / It rains / Il pluie (0 elementi) (2)Gianni cammina/ John walks / Jean marche (1 elemento) (3)Il poliziotto cattura il ladro /The policeman captures the robber / Le policier attrape le voleur (2 elementi) (4)Marco regala un libro a Maria / Mark gives Mary a book / Marc offre un livre à Marie (3 elementi) 0 elementi avalente (o zerovalente) (verbi metereologici) 1 elemento monovalente (camminare, parlare, morire, arrivare, partire, ecc.) 2 elementi bivalenti (catturare, favorire, lanciare, compiere, ecc.) 3 elementi trivalenti (verbi di dire e di fare)
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Obbligatorietà della valenza
Così come esiste una valenza chimica, esiste una valenza verbale, che deve essere obbligatoriamente rispettata, pena l’agrammaticalità della frase: (2) *Gianni cammina la strada/ *John walks the road / *Jean marche la vie (3) *Il poliziotto cattura / *The policeman captures / Le policier attrape (4) *Marco regala a Maria / *Mark gives to Mary / *Marc offre un livre à Marie
Gli elementi richiesti obbligatoriamente dal verbo sono detti argomenti e hanno un preciso ruolo tematico.
La valenza ha validità interlinguistica.
È possibile tuttavia aggiungere anche degli elementi facoltativi che sono detti circostanziali. Questi ultimi presentano una mobilità posizionale maggiore.
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I ruoli tematici
Agente: colui che intenzionalmente dà inizio all'azione espressa dal verbo.
Paziente: la persona o la cosa che subisce l'azione espressa dal predicato.
Tema: la persona o cosa toccata dall'azione espressa dal predicato.
Esperiente: entità che esperimenta lo stato psicologico del predicato.
Destinatario/beneficiario: entità verso la quale è diretta l'attività del predicato.
Provenienza: entità dalla quale qualcosa si muove in seguito all'azione verbale.
Locativo: il luogo in cui sono situati l'azione o lo stato espressi dal predicato.
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Alcuni esempi
Paolo ha dato un libro a Gianni
AGENTE TEMA DESTINATARIO
La palla rotolò verso Gianni
AGENTE DESTINATARIO
Gianni ama la musica
ESPERIENTE TEMA
Gianni comprò il pollo dal macellaio
AGENTE TEMA PROVENIENZA
Il libro è sul tavolo
TEMA LOCATIVO
Il bambino è stato picchiato dal padre
PAZIENTE AGENTE
Esercizi 1 e 2 10
I gruppi di parole
Negli esempi precedenti abbiamo utilizzato “indifferentemente” sia parole singole (Gianni) sia gruppi di parole, cioè sintagmi (il ladro, il poliziotto, a Maria). È abbastanza intuitivo riconosce quali parole fanno gruppo insieme a quali altre:
Il poliziotto catturò a mezzanotte il ladro davanti alla casa che aveva appena svaligiato
Esistono comunque anche alcuni criteri che permettono di rendere esplicite queste intuizioni, e cioè di individuare i gruppi di parole.
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I test di costituenza
Movimento: le parole che fanno parte di uno stesso gruppo si “muovono insieme” all’interno della frase.
(1)a. Il poliziotto catturò il ladro a mezzanotte
b. Il poliziotto a mezzanotte catturò il ladro
c. *Poliziotto catturò il ladro a mezzanotte il
d. *Mezzanotte, il poliziotto catturò il ladro a
Enunciabilità in isolamento: dato un contesto opportuno, le parole che formano un gruppo possono essere pronunciate da sole.
(2) Chi ha catturato il ladro?
a. Il poliziotto
b. *Il poliziotto ha 12
I test di costituenza
Coordinabilità: solo le sequenze di parole che formano dei gruppi di parole dello stesso tipo possono essere coordinati, non parti di essi.
(3) a. Il poliziotto ha catturato il ladro e i suoi complici a mezzanotte davanti la casa che avevano svaligiato
b. *A mezzanotte e il poliziotto catturò/catturarono il ladro davanti
La frase scissa: solo le sequenze di parole che formano gruppi possono seguire il verbo “essere” in una frase scissa.
(4) a. E’ a mezzanotte che il poliziotto ha catturato il ladro
b. *E’ mezzanotte che il poliziotto ha catturato il ladro a
Esercizio 3.
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Tipi di sintagmi
Si può vedere facilmente che in ciascuno dei “gruppi di parole” o “costituenti” o “sintagmi” è possibile individuare degli elementi che fungono da perno del costituente stesso e prendono il nome di testa.
Il poliziotto catturò il ladro poco astuto a mezzanotte
Il poliziotto sintagma nominale (SN)
Catturò sintagma verbale (SV)
Il ladro sintagma nominale (SN)
Poco astuto sintagma aggettivale (SA)
A mezzanotte sintagma preposizionale (SP)
Esercizio 4.
14
La struttura del sintagma
SN SV SA SP
Art N V SN Avv A P SN
Art N
N
Il poliziotto catturò il ladro poco astuto a mezzanotte
I sintagmi sono costituenti della frase
I sintagmi possono essere costituiti da altri sintagmi fino alle singole parole che sono i costituenti ultimi della sintassi
I sintagmi possono essere molto semplici ma anche molto complessi:
Gianni saluta Maria
Il figlio di mio cugino saluta la ragazza col cappello rosso 15
Il sintagma può aiutare gli studenti con DSA
Tale metodo può aiutare a raggiungere un duplice obiettivo:
1.Costituire un aiuto concreto per i soggetti dislessici che scelgono la formazione liceale e che vanno affiancati durante tutto il percorso;
2.Rinnovare la prassi didattica tradizionalmente adottata nelle scuole, dal momento che è ormai evidente a molti che l’insegnamento delle lingue classiche sia ancorato a metodi tradizionali troppo rigidi, che spesso si rivelano inadatti a conseguire gli obiettivi di profitto sperati.
Il metodo si basa sull’introduzione di concetti di livello di difficoltà progressiva, accompagnati da una rappresentazione visiva.
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Quando viene introdotto il concetto di “sintagma”, si può pensare di affiancare alla nozione astratta anche la sua visualizzazione grafica, che è in grado di mettere in evidenza come nella grammatica mentale degli esseri umani l’ordine lineare delle parole corrisponde ad una strutturazione gerarchica:
[SN partes]
[[SN partes] purgationis]
[SN tres [[ partes] purgationis]]
[SN haec [ tres [[ partes] purgationis]]]
[SN omnes [ haec [ tres [[ partes] purgationis]]]]
[SN tutte [ queste [ tre [[ proposte] di giustificazione]]]]
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L’idea è di basare la didattica del latino sul concetto di ordine di base degli elementi del sintagma e di ordini derivati mediante il “movimento”:
[SA optimum [virum]]
[SN virum [SA optimum [virum]]
Trad.: [SA ottimo [uomo]]
[SN uomo [SA ottimo [uomo]]
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É possibile considerare anche sintagmi nominali più complessi e articolati. In latino, così come in italiano, si può avere l’ordine di base:
[SN haec [SA magna [SN diligentia]]] (Plaut. Rud. 820)
Trad.: [SN questa [SA grande [SN diligenza]]]
…e l’ordine derivato mediante movimento sintattico:
[SN hanc [SN virginem [SA adultam [SN virginem]]]] (Liv. 3,44,4)
Trad.: [SN questa [SN fanciulla [SA adulta [SN fanciulla]]]]
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L’ordine seguente è ottenuto mediante il movimento dell’aggettivo alla sinistra del dimostrativo:
[SN maximam [SA hanc [SA maximam [SN rem]]]] (Liv. 6,41,8)
Trad.: [SN grandissima [SA questa [SA grandissima [SN cosa]]]]
20
21
Il sintagma nominale complesso seguente è ottenuto con un doppio movimento del nome:
N A2 N A1 N
[SN res [SA veteres [SN res [SA religiosas [SN res]]]]] (Gell. 2,10,4)
[SNvocabulum[Saanticum [Snvocabulum[SAGraecum [SN vocabulum]]]]]
(Gell. 2,8,12)
[SN aedibus [SA modicis [SN aedibus [SA Hortensianis [SN aedibus]]]]]
Trad.:
[SN faccende [SA antiche [SN faccende [SA religiose [SN faccende]]]]]
[SN parola [SA antica[SN parola [SA greca [SN parola]]]]]
[SN case [SA modeste [SN case [SA di Ortensio [SN case]]]]]
Soggetto e Predicato
Le definizioni di soggetto sono numerose, ma nessuna di esse è completamente soddisfacente:
Il soggetto è la persona o cosa che fa l’azione, o, nelle frasi passive, che la subisce.
Il soggetto indica la persona o la cosa di cui parla il predicato.
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Definizioni di questo tipo sono adeguate?
Discutiamo insieme i seguenti esempi:
1. Quel ragazzo picchia quel signore
2. Quel signore è picchiato da quel ragazzo
3. Quel ragazzo ama Maria
4. Quel ragazzo teme la guerra
5. A Pietro piacciono i fiori
6. In questa casa si fermò Garibaldi
Quale potrebbe essere, dunque, una definizione di soggetti che sia adeguata per tutti i casi che abbiamo visto?
Esercizio 5
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Come costruire una nuova definizione?
Alla luce della teoria della valenza, possiamo notare che in ogni frase ricorrono complementi precisi e obbligatori.
Notiamo anche che in ogni frase un solo argomento ha sempre la stessa persona e lo stesso numero del verbo.
Possiamo quindi definire il soggetto come quell’argomento che ha obbligatoriamente la stessa persona e lo stesso numero del verbo e che riceve caso nominativo.
1.Quel ragazzo picchia quei signori
2.Quel ragazzo teme le guerre
3.*Quei ragazzi picchia quel signore
4.*Quei ragazzi teme le guerre 24
Le definizioni tradizionali sono totalmente errate?
a. La definizione appena proposta individua il soggetto come entità sintattica.
b. La definizione di soggetto come “colui che compie/subisce l’azione” si colloca a livello semantico.
c. La definizione di soggetto come “ciò di cui si parla” si colloca a livello comunicativo.
Alcune volte le tre nozioni sono realizzate nello stesso elemento, mentre altre volte questo non si verifica, ma l’unica costante condivisa in tutti i casi è l’accordo tra soggetto e verbo:
Gianni colpisce Pietro vs Gianni teme la guerra
Le definizioni tradizionali sono, dunque, parziali piuttosto che errate (Graffi e Scalise 2003).
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SOGGETTO PREDICATO
Quel ragazzo picchia quel signore
That boy beats that man
Ce garçon frappe ce monsieur
Livello sintattico Soggetto predicato complemento
Livello semantico Agente azione tema/paziente
Livello comunicativo Tema Rema
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Parametro del soggetto nullo
PRINCIPIO: tutte le frasi hanno un soggetto
PARAMETRO: in alcune lingue il soggetto deve essere obbligatoriamente espresso, in altre lingue può rimanere sottinteso. In questi casi si parla di “soggetto nullo”.
Nb. In alcuni i casi, i verbi non assegnano ruolo tematico al soggetto. Ma poiché tutte le frasi devono avere un soggetto, le lingue in cui è obbligatorio esprimerlo con una forma morfologica ricorrono a un pronome “espletivo”.
Esercizio 6 27
Alcuni esempi
Italiano:
1. Ø È interessante
2. Ø È simpatico
Inglese:
1. It is interesting
2. He is nice
Francese:
1. Il est interessant
2. Il est sympa
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Il caso del soggetto
Latino:
Caesar Belgas vicit
Cesare-NOM Belgi-ACC sconfisse
Tedesco:
Der Mann hat den Lehrer gesehen
L’uomo-NOM ha il maestro-ACC visto
Italiano/Inglese/Francese:
Gianni mangia la mela
John eats the apple
Jean mange la pomme
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Spesso si ritiene che lingue come l’italiano, l’inglese e il francese non abbiano un sistema di casi, ma riflettiamo sugli esempi seguenti:
Italiano Italiano
Io vado La affidò a Gianni
Vede me Gli affidò la ragazza
Inglese
I go
He saw me
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Alcune generalizzazioni
• Anche nelle lingue in cui si assume (e si insegna) di norma che il caso non esiste (come l’italiano e l’inglese) è possibile notare che alcune realizzazioni esplicite del caso invece ci sono (cfr. i pronomi).
• Una strada alternativa auspicabile nell’insegnamento delle lingue consiste nell’insegnare che tutte hanno un sistema di casi. La differenza tra loro consiste nella diversa misura in cui la morfologia esprime le proprietà di caso.
• Quando il caso è espresso mediante morfologia apposita si può parlare di caso morfologico, quando invece non è espresso mediante morfologia apposita si può parlare di caso astratto.
Esercizio 7
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Casi strutturali…
NOMINATIVO
Il caso nominativo è assegnato al soggetto della frase dal verbo di modo finito che con esso si accorda (useremo quindi in italiano e in inglese il pronome personale di prima persona soggetto “io/I”, ma il discorso vale anche per i sintagmi nominali in cui il caso rimane astratto).
ACCUSATIVO
Il caso accusativo è assegnato dal verbo transitivo che regge un dato complemento (useremo quindi in italiano e in inglese il pronome di prima persona oggetto “me/me”) e dalle preposizioni (cfr. italiano per me vs *per io; inglese for me vs *for I).
Il nominativo e l’accusativo sono dunque CASI STRUTTURALI 32
… e casi inerenti
A differenza del nominativo e dell’accusativi che vengono assegnati in struttura, il caso GENITIVO e DATIVO sono cosiddetti CASI INERENTI perché assegnati contestualmente a un certo ruolo tematico
GENITIVO Possesso
DATIVO Beneficiario
Esercizio 8
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Accordo o reggenza?
Si parla di accordo quando due parole hanno le stesse categorie flessionali: ad es. sono entrambe maschili o entrambe plurali.
Si parla di reggenza quando una parola ha una data categoria flessionale perché questa le è assegnata da un’altra parola con categorie flessionali diverse. Ad esempio, si dice che un nome ha un determinato caso perché è retto da un determinato verbo: Marco legge un libro vs Marco va a casa.
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La frase e l’analisi del periodo
Finora abbiamo parlato di gruppi di parole (= sintagmi), ma non di frase.
Il poliziotto ha catturato il ladro e i suoi complici a mezzanotte davanti la casa che avevano svaligiato
Il gruppo di parole (cioè il sintagma preposizionale) in grassetto contiene una frase, cioè una frase relativa.
Interrogativi:
1. Che rapporto c’è tra le frasi e i gruppi di parole?
2. Le frasi sono gruppi di parole come tutti gli altri?
3. Tutte le frasi sono formate da più parole?
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La definizione tradizionale di frase
La frase è un gruppo di parole che ha senso compiuto.
Alcuni esempi su cui riflettere:
1. Gianni mangia una mela
2. Che avevano svaligiato
3. Gianni!
4. Vieni!
36
Una definizione alternativa di frase
A differenza degli altri gruppi di parole, le frasi devono obbligatoriamente presentare un soggetto e un predicato, indipendentemente dal numero di parole di cui sono composte.
Le frasi si caratterizzano quindi per il fatto di contenere al loro interno una struttura predicativa, indipendentemente da fatto che abbiano senso compiuto oppure no.
Gianni mangia la mela vs che avevano appena svaligiato
37
Come ripensare l’analisi del periodo?
Piuttosto che educare gli studenti a memorizzare una lunga lista di frasi subordinate, basandosi essenzialmente sul riconoscimento della semantica da esse espresse (analogamente ai complementi dell’analisi logica), sarebbe più utile e proficuo distinguere le frasi in base a:
COMPLESSITA’
Frasi
semplici complesse
coordinate subordinate
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DIPENDENZA
Frasi
principali subordinate
MODALITA’
Frasi
dichiarative interrogative imperative esclamative
“sì/no” “wh-”
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POLARITA’
Frasi
affermative negative
DIATESI
Frasi
attive passive
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SEGMENTAZIONE
Frasi
segmentate non segmentate
dislocate, a tema sospeso, focalizzate, scisse
a sinistra a destra
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Alcuni esempi
1. Questo libro, non l’avevo mai letto dislocata a sinistra
2. Non l’avevo mai letto, questo libro dislocata a destra
3. Questo signore, Dio gli ha toccato il cuore (Manzoni) tema sospeso
4. Gianni ho visto ieri, non Luigi focalizzata
5. È questo libro che non avevo mai letto scissa
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Conclusioni
…
Discutiamone insieme!
Grazie per l’attenzione!
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Bibliografia
Cardinaletti, Anna. 2009. Esercizi di sintassi. Roma, Carocci.
Cecchetto, Carlo. 2001. Introduzione alla sintassi: la teoria dei principi e dei parametri. Milano, LES Edizioni Universitarie.
Giusti, Giuliana. 2009. Strumenti di analisi per la lingua inglese. Torino, UTET Università.
Graffi, Giorgio e Sergio Scalise. 2003. Le lingue e il linguaggio. Bologna, il Mulino.
Renzi, Lorenzo, Giampaolo Salvi e Anna Cardinaletti. 2001. Grande grammatica italiana di consultazione. Bologna, il Mulino.
Oniga, Renato. 2004/2007. Il latino. Breve introduzione linguistica. Milano, Franco Angeli.
Oniga, Renato, Rossella Iovino e Giuliana Giusti. 2011. Formal Linguistics and the Teaching of Latin. Theoretical and Applied Perspectives in Comparative Grammar. Newcastle, Cambridge Scholars Publisher.
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