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refugees refugees PROPOSTE PER L’INTEGRAZIONE ED IL DIRITTO D’ASILO UIL di Roma e del Lazio via Cavour 108 - 00184 Roma Tel. 06.481661 Fax 06.4827250 [email protected] www.uil.it/uilromalazio

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Proposte per l'integrazione ed il diritto di asilo. Progetto editorale coodinato da UIL Lazio, partner del progetto Equal Inclusion Refugees Network. www.elifict.altervista.org

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refugeesrefugeesP R O P O S T E P E R L ’ I N T E G R A Z I O N E E D I L D I R I T T O D ’ A S I L O

UIL di Roma e del Laziovia Cavour 108 - 00184 RomaTel. 06.481661 Fax [email protected]/uilromalazio

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refugeesP R O P O S T E P E R L ’ I N T E G R A Z I O N E E D I L D I R I T T O D ’ A S I L O

Direzione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la FormazioneDirezione Generale per le Politiche per l’Orientamento e la Formazione

E D E L L APREVIDENZASO C I A L E

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… attualmente in Italia i rifugiati sono oltre 20mila, circa 9.500 le domande d’asilo presentate nel 2005 (907 hanno ottenuto il riconoscimento di rifugiato)*. Quasi 1,5 milioni nei 25 paesi dell’Unione Europea. La maggior parte di loro sono donne e bambini.

Tutti i paesi dell’Unione Europea hanno fi rmato la Conven-zione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati e/o il suo Protocollo aggiuntivo del 1967. Al fi ne di persegui-re una più stretta cooperazione in materia di asilo, i paesi dell’U.E. hanno avviato un processo di armonizzazione del-le loro politiche in materia di asilo. Un processo ancora in evoluzione, i cui passaggi fondamentali sono gli Accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone - fi rmati da un primo nucleo di paesi nel 1985, entrati in vigore nel 1995 ed inseriti nella struttura dell’U.E. nel 1997 - e la Con-venzione di Dublino del 1990 (ratifi cata dall’Italia nel 1992 ed entrata in vigore nei paesi dell’U.E. nel 1997).

20,8 MILIONI DI PERSONE NEL MONDO

* Fonte: Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifu-giato (Commissione nazionale per il diritto d’asilo).

realizzato da UIL di Roma e del Laziovia Cavour 108 - 00184 RomaTel. 06.481661 Fax [email protected]/uilromalaziowww.erfaplazio.org

a cura di SilviaVeronacon il contributo di Pilar Saravia Alvarezgrafi ca di Maurizio Ercole [ genesidesign.com ] 3.07

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CHI È IL RICHIEDENTE D’ASILO?Il richiedente asilo è colui che - fuori dal proprio Paese d’origine - inoltra in un altro Stato domanda per il ricono-scimento dello status di rifugiato.

CHI È IL RIFUGIATO? Il rifugiato è colui che “… temendo a ragione di essere per-seguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, ap-partenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche, si trova fuori del Paese d’origine di cui è cittadino e non può o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese…”*.

CHI È IL TITOLARE DI PROTEZIONE UMANITARIA? Il permesso di soggiorno per protezione umanitaria viene generalmente rilasciato, quando - a seguito di esito nega-tivo della domanda d’asilo - si riscontra che sarebbe co-munque pericoloso per la persona un suo rientro nel Paese d’origine.

COS’È LA PROTEZIONE TEMPORANEA? La protezione temporanea viene rilasciata nelle situazioni di emergenza umanitaria*. Generalmente viene concessa non sulla base della valutazione di singole situazioni indi-viduali (come nel caso dello status di rifugiato e della pro-tezione umanitaria) ma ad un gruppo omogeneo di persone provenienti da uno stesso paese od area geografi ca a causa degli sconvolgimenti bellici in atto.

INCLUSION REFUGEES NETWORK 1. chi è chi

* art. 1 A della Convenzione di Ginevra del 1951, ripresa dalla legge italiana di attuazione n. 722 del 1954).

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alcune parole per comprendere…

APOLIDE Persona che nessuno Stato riconosce come proprio cittadi-no. L’apolidia può essere “originaria” (quando un individuo è apolide dalla nascita) o “derivata” (quando un individuo perde la propria cittadinanza senza acquisirne una nuova). Se è vero che alcuni rifugiati possono essere anche apolidi, non necessariamente tutti gli apolidi sono anche rifugiati.

CONVENZIONE DI GINEVRA DEL 1951 Principale strumento giuridico internazionale in materia di rifugiati. Fornisce una defi nizione del termine ‘rifugiato’, elenca i diritti - comprese le libertà di religione e di movi-mento, il diritto al lavoro ed all’istruzione - ma stabilisce anche gli obblighi dei rifugiati nei confronti del Paese ospi-tante. Identifi ca inoltre le persone e i gruppi di persone non coperti dalla Convenzione. Un postulato chiave è quello del “non-refoulement” (i rifugiati non possono essere rimpa-triati in un Paese dove corrono rischi di persecuzione).

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI La Dichiarazione non si occupa in modo specifi co dei diritti dei rifugiati o dei richiedenti asilo. Alcuni articoli toccano però da vicino la condizione ed i diritti di queste categorie di persone: Art.13 (libertà di movimento) - “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confi ni di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese”. Art.14 (asilo) - “Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”.

IRREGOLARE È l’immigrato senza permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno non rinnovato.

MIGRANTE Chi sceglie di lasciare il proprio paese per stabilirsi, tempo-raneamente o defi nitivamente, in un altro paese.

PROFUGO Colui che lascia il proprio paese a causa di guerre, persecu-zioni o catastrofi naturali.

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OTTENERE LO STATUS DI RIFUGIATO

La richiesta di asilo politico, ai sensi della Convenzione di Ginevra, va presentata all’uffi cio di polizia di frontiera, al momento dell’ingresso in Italia, o presso l’Uffi cio Immigra-zione della Questura.

Dopo il foto segnalamento del richiedente, la domanda è inoltrata dalla Questura alla competente Commissione Ter-ritoriale che si esprimerà in merito al riconoscimento dello status di rifugiato.

Per completare la richiesta di asilo politico, il richiedente dovrà presentare all’Uffi cio Immigrazione della Questura:

:: l’apposito modulo (previsto dalla Convenzione di Gi-nevra) nel quale riportare le motivazioni per le qua-li si richiede l’asilo, redatto nella lingua conosciuta dalla straniero e sottoscritto dallo stesso;

:: copia del passaporto, se in possesso;

:: ogni altra documentazione in possesso del richiedente.

Una volta ricevuto lo status di rifugiato, lo straniero potrà richiedere all’Uffi cio Immigrazione il rilascio del permesso di soggiorno.

INCLUSION REFUGEES NETWORK 2. come si diventa

SFOLLATO INTERNO (“INTERNALLY DISPLACED PERSON”)Colui che abbandona la propria abitazione per gli stessi motivi del rifugiato, ma non oltrepassa un confi ne inter-nazionale, restando dunque all’interno del proprio paese e non potendo rientrare per questo sotto la protezione del-l’UNHCR. Non esistono statistiche certe sul numero degli sfollati nel mondo, ma si stima che la cifra si aggiri intorno ai 24 milioni (…).

UNCHRALTO COMMISSARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFUGIATI Agenzia delle N.U. finalizzata a garantire la protezione dei diritti dei rifugiati, il rispetto degli accordi interna-zionali e l’assistenza per favorire condizioni di vita mi-gliori. Ha inoltre il compito di promuovere la stipula di accordi internazionali e supervisionarne il rispetto da parte dei governi.

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qual è la legge che regola attualmente il diritto di asilo in Italia ?La legge in materia di immigrazione e asilo (Legge n. 189 del 30 luglio 2002 c.d. ‘Bossi-Fini’). L’istituzione delle Com-missioni territoriali - introdotta dalla legge - ha notevol-mente ridotto i tempi della procedura della determinazione dello status di rifugiato. Precedentemente, la procedura di riconoscimento durava spesso oltre un anno e mezzo (pe-riodo durante il quale il richiedente asilo aveva diritto ad un’assistenza fi nanziaria limitata a soli 45 giorni, mentre non aveva diritto a lavorare). Si è in attesa di una riforma della normativa vigente che permetta di regolamentare la materia per rispondere ad una situazione sempre più complessa e garantire una tu-tela adeguata dei diritti di coloro che - almeno sulla carta - dovrebbero essere protetti dal diritto internazionale.

Con il D.P.R. n.303/04, recante il “Regolamento relativo alle procedure per il riconoscimento dello status di rifugia-to” (emanato in attuazione degli artt. 31 e 32 della legge n.189/02), sono state introdotte le seguenti innovazioni: :: costituzione di sette Commissioni Territoriali per il ri-

conoscimento dello status di rifugiato che decidono sulle richieste entro 20 giorni;

:: costituzione di Centri di identifi cazione dove tratte-nere il richiedente asilo che abbia fatto ingresso in Italia sottraendosi ai controlli di frontiera o che sia stato rintracciato in posizione irregolare;

:: possibilità di trattenere presso un Centro di Perma-nenza Temporanea il richiedente asilo, già titolare di provvedimento di espulsione, la cui richiesta sarà decisa entro 20 giorni.

A CHI RIVOLGERSIL’organo che decide sulla domanda di riconoscimento dello status di rifugiato è la Commissione Territoriale per il rico-noscimento dello status di rifugiato, alla quale la Questura che ha ricevuto la domanda trasmetterà tutta la documen-tazione prodotta. Attualmente le Commissioni sono sette e si trovano a: Gorizia, Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Cro-tone, Trapani.

COSA SUCCEDE SE LA DOMANDA È RESPINTA?Se la richiesta è respinta - e non si è in possesso di per-messo di soggiorno che autorizzi a restare in Italia (es. per motivo di lavoro o di studio) - la polizia accompagnerà alla frontiera e ci sarà l’obbligo di lasciare il territorio naziona-le. è fatto salvo il diritto di presentare RICORSO (entro 15 giorni) al Tribunale ordinario competente per territorio.

COSA SUCCEDE SE LA DOMANDA È ACCOLTA?Se la richiesta viene accolta, lo Stato italiano accorderà un trattamento ed uno status giuridico (ossia un insieme dei diritti e doveri) comprendente in pratica gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani, ad esclusione di quelli che pre-suppongono specifi catamente la cittadinanza italiana. Al termine della procedura sarà rilasciato dalla Questura un CERTIFICATO (o tesserino) attestante il riconoscimento dello status di rifugiato, oltre ad un DOCUMENTO DI VIAGGIO.L’avvenuto riconoscimento dà diritto ad un PERMESSO DI SOGGIORNO di durata annuale e/o biennale (rinnovabile). Dopo cinque anni potrà essere richiesta la CARTA DI SOG-GIORNO, con durata indefi nita.

INCLUSION REFUGEES NETWORK 3. quali diritti

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e in pratica?

Il richiedente asilo non può lasciare l’Italia, non può lavo-rare*, non può accedere al sistema d’istruzione e formazio-ne superiore (ad eccezione della scuola dell’obbligo)…

Chi ha ottenuto il riconoscimento dello STATUS DI RIFUGIA-TO avrà diritto a:

RICHIEDERE LA CITTADINANZA ITALIANA (la “carta di sog-giorno” con durata indefi nita può essere richiesta dopo 6 anni dal riconoscimento e di residenza stabile in Italia).

Svolgere un lavoro e partecipare ai concorsi pubblici.

Accedere al sistema nazionale d’istruzione (compresa l’Università) e formazione.

Avviare le procedure per il ricongiungimento famigliare. Sposarsi o divorziare.

Usufruire delle stesse prerogative sociali (es. assegno ma-ternità, assegno sociale, invalidità civile, prestazioni as-sistenziali, ecc.) e previdenziali dei cittadini italiani, oltre

alla tutela giurisdizionale (cioè al diritto di accedere ai Tri-bunali) dei diritti e degli interessi legittimi.

Partecipare all’assegnazione degli alloggi pubblici. Fare domanda alla Prefettura per il “contributo di prima assi-stenza” od altro tipo di sostegno.

Richiedere il documento di viaggio per recarsi nei paesi ri-conosciuti dal Governo italiano.

Assumere doveri e rispettare la legge nazionale.

I fi gli dei rifugiati riconosciuti - nati in Italia - diventano cittadini italiani se, fra i 18 e i 19 anni, dichiarano di voler acquistare la cittadinanza e dimostrano di aver risieduto continuativamente in Italia.

* L’art. 11 (“Lavoro e formazione professionale”) del Decreto legislativo 30 maggio 2005, N° 140 (contenente l’attuazione della Direttiva 2003/9/CE sulle “Norme minime relative all’accoglienza dei richiedenti d’asilo ne-gli Stati membri”) ha stabilito che il permesso di soggiorno per richiesta d’asilo può essere rinnovato dopo sei mesi e consentendo di svolgere at-tività lavorativa fi no alla conclusione della procedura di riconoscimento. Di conseguenza, a partire dal 6° mese, viene garantito anche l’accesso a tutti i corsi di formazione professionale presenti sul territorio!

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“NESSUNO STATO CONTRAENTE POTRÀ ESPELLERE O RESPIN-GERE (REFOULER) - IN NESSUN MODO - UN RIFUGIATO VERSO LE FRONTIERE DEI LUOGHI OVE LA SUA VITA O LA SUA LIBERTÀ SAREBBERO MINACCIATE A CAUSA DELLA SUA RAZZA, DELLA SUA RELIGIONE, DELLA SUA NAZIONALITÀ, DELLA SUA APPAR-TENENZA AD UNA DETERMINATA CATEGORIA SOCIALE O DELLE SUE OPINIONI POLITICHE…”.

Convenzione relativa allo status di rifugiato del 1951, art. 33: divieto di espulsione e di respingimento (refoulement).

Chi è ha ottenuto il PERMESSO DI SOGGIORNO PER MOTI-VI UMANITARI ha diritto all’iscrizione anagrafica presso il Comune di residenza (può quindi ottenere la carta di identità ed iscriversi al Sistema Sanitario Nazionale ed ottenere gli interventi di assistenza sociale offerti a li-vello locale).

La cittadinanza italiana può essere concessa dopo 10 anni di permesso di soggiorno e di residenza legale.

Può esercitare qualsiasi attività di lavoro subordinato o autonomo, può accedere al sistema scolastico pubblico (per i minori di anno 18) ed al sistema di formazione pro-fessionale.

Gli interventi di natura previdenziale (assegni familiari, assicurazione obbligatoria contro gli infortuni, indennità di disoccupazione ecc.) sono legati all’aver instaurato un regolare rapporto di lavoro (alcuni benefi ci presuppongono però l’ottenimento della carta di soggiorno e non del sem-plice permesso di soggiorno).

è garantito il diritto al ricongiungimento familiare se-condo le modalità ed i requisiti previsti per tutti gli al-tri immigrati. A differenza dei rifugiati riconosciuti però, deve essere garantito il requisito del reddito e dell’allog-gio idoneo.

QUALI STRUMENTI?

METODOLOGIA Scopo di questo materiale non è fornire strumenti, quanto piut-tosto suggerire spunti ed informazioni utili per attivare percorsi di sensibilizzazione e di crescita, approcciando in modo attivo alla tematica del diritto d’asilo e dei diritti umani in generale, nel discutere su queste tematiche si consiglia in particolare di:

privilegiare tecniche attive, in grado di facilitare la par-tecipazione individuale e di gruppo, attraverso la condi-visione di problemi e la ricerca di risposte comuni;

proporre materiali per la discussione, partendo dall’espe-rienza acquisita nell’ambito della propria esperienza;

defi nire strategie per aiutare ad analizzare, giudicare ed acquisire valori e capacità quali:

EMPATIACapacità di immedesimarsi con i punti di vista ed i senti-menti degli altri, intuire cosa si agiti in loro, come si senta-no e cosa provano, al di là di quanto espresso verbalmente. Ciò vale specialmente per coloro che appartengono a grup-pi, culture e nazioni diverse dalle proprie.

RISPETTO DEGLI ALTRIAvere un senso di rispetto del valore degli altri, special-mente di quelli con una provenienza sociale, culturale e fa-migliare differente dalla propria. Rifi utare i comportamen-ti xenofobi, gli stereotipi sessuali, razziali ed etnici.

INCLUSION REFUGEES NETWORK 4. qualche suggerimento

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RISPETTO PER SE STESSIAvere un senso di rispetto del proprio valore ed orgoglio della propria condizione sociale, culturale e famigliare.

PROSPETTIVA GLOBALERiconoscere l’interdipendenza essenziale degli individui che popolano l’intero pianeta.

RISPETTO PER L’AMBIENTEAvere un senso di rispetto per l’ambiente naturale e consa-pevolezza del proprio essere nel mondo. Sviluppare un senso della responsabilità sia per l’ambiente locale che globale (la maggioranza dei rifugiati si trova nei campi profughi nelle regioni più povere e limitrofe dei paesi in via di sviluppo).

APERTURA MENTALEEssere disposti a avvicinarsi alle differenti fonti d’infor-mazione, alla gente ed agli eventi, con una mente critica ma aperta.

VISIONE DEL FUTUROEssere aperti a immaginare e valutare le diverse prospet-tive di quale potrebbe essere un mondo migliore, sia nella comunità di appartenenza che in altre comunità, che nel mondo nel suo insieme.

RESPONSABILITA’SOCIALEComprendere i principi democratici ed essere pronti a la-vorare per un mondo più giusto, più sicuro e pacifico a livello locale, nazionale ed internazionale. Sviluppare un impegno sociale non soltanto per difendere i propri dirit-ti, ma per accettare ed adempiere al meglio alle proprie responsabilità.

COESIONE/INTEGRAZIONEL’espressione “coesione sociale” può essere riferita al fe-nomeno della solidarietà sociale (ovvero il senso di unità di gruppo) ma può essere utilizzata anche per indicare il fenomeno dell’”integrazione sociale”, ovvero del modo in cui le istituzioni di una società funzionano come un insie-me coordinato. Esistono degli ostacoli all’integrazione più o meno importanti, che possono essere sanzionati giuri-dicamente (esclusione da certi diritti, politici o sociali) o istituzionalmente (discriminazione nell’occupazione, nel-l’alloggio, nei servizi sociali; ostacoli nella riuscita sco-lastica e nella formazione professionale) o nelle pratiche sociali quotidiane (razzismo, rifi uto, trattamento sprez-zante).

DIRITTI UMANI FONDAMENTALITra i diritti fondamentali dell’essere umano si possono ri-cordare, oltre al diritto alla vita, all’autodeterminazione, ad un’esistenza dignitosa:

:: diritto alla libertà individuale, che tutela aree quali la libertà di pensiero e religiosa, la libertà di associa-zione, di riunione e di costituirsi in movimenti;

:: diritti politici, che tutelano la libertà di partecipare alla vita politica attraverso libertà di espressione, di protesta, di voto e di assunzione delle cariche pub-bliche;

:: diritti di habeas corpus, che proteggono contro abusi da parte del sistema giudiziario quali incarcerazione senza processo o con c.d. processo segreto od ecces-so di punizione;

INCLUSION REFUGEES NETWORK parliamo di...

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:: diritto alla sicurezza, che protegge le persone contro cri-mini (come assassini, massacri, torture e rapimenti);

:: diritti di uguaglianza sociale, che garantiscono ugua-le accesso alla cittadinanza, uguaglianza di fronte alla legge e abolizione delle discriminazioni;

:: diritto al benessere (tra i c.d. diritti economico-so-ciali), che prevede l’accesso ad un adeguato sistema educativo e la tutela in caso di situazioni di grave di-sagio o povertà;

:: diritti collettivi, che assicurano la tutela contro ge-nocidi e saccheggio delle risorse naturali.

DIRITTI SOCIALIDiritti soggettivi della persona e sociali - ovvero ricono-sciuti dagli altri.

CITTADINANZADiritto fondamentale di essere presente e visibile nel luogo in cui si vive stabilmente, di fare domande ed avere rispo-ste, di assumersi responsabilità.

DISCRIMINAZIONEIn contesto multiculturale, si intende la negazione a deter-minati soggetti o comunità - per motivi di carattere etnico, linguistico, religioso o culturale - del godimento di diritti o dell’accesso a risorse. Pur essendo meno forte, il concetto di discriminazione si avvicina a quello di xenofobia.

XENOFOBIALa fobia - una delle nevrosi individuate dalla psicoanali-si classica che spesso paralizza od ostacola fortemente il contatto - si riferisce alla paura eccessiva ed immotiva-ta nei confronti di un elemento neutro (es. animale, luoghi chiusi) che, a livello inconscio, richiama delle problemati-che o dei traumi rimossi. La xenofobia, pertanto, può esse-re tradotta come “la fobia dello straniero”.

ETNOCENTRISMOTendenza a giudicare le altre culture interpretandole in base ai criteri della propria ed a proiettare su di esse - in modo più o meno consapevole - il proprio concetto di evo-luzione, di progresso, di sviluppo, di benessere.

PREGIUDIZIO Atteggiamento od opinione negativa circa una persona, un gruppo, che non necessariamente è basato sulla conoscen-za di quella persona o di quel gruppo; preconcetto o giudi-zio preesistente alla considerazione oggettiva di persone o situazioni.

RAZZISMOAtteggiamenti, azioni, o pratiche istituzionali basate sul presupposto che alcune persone hanno il diritto ad avere potere su altre solo a causa del colore della pelle od alle origini etniche.

STEREOTIPOInsieme coerente ed abbastanza rigido di credenze che un certo gruppo condivide rispetto a un altro gruppo o categoria sociale. Percezione generalizzata, semplifi-cata e distorta di un aspetto della realtà, che favorisce il sorgere ed il mantenimento di pregiudizi; si può par-lare di “stereotipo sociale” se tale visione è condivisa da un gruppo.

INTEGRAZIONE (integrazione nella pluralità)Processo graduale con il quale i nuovi residenti diven-tano dei partecipanti attivi alla vita economica, socia-le, civica, culturale e spirituale del paese ospitante. Nel caso di culture minoritarie e di cultura dominante, il concetto d’“integrazione” si oppone alla nozione di “assimilazione” ed indica la capacità di confrontare e di scambiare - in una posizione di parità e di parte-cipazione - valori, norme, modelli di comportamento, sia da parte del rifugiato che da parte della società ospitante.

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Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire que-sto è mio e trovò delle persone abbastanza stupide da cre-dergli fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i pioli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: “Guardatevi dal dare ascolto a questo imposto-re! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!”

Jean-Jacques Rousseau

400 IN MEZZO AL MARE MA NESSUNO LI VUOLEda Il Manifesto del 07/02/2007

Da tre giorni sono in mezzo al mare, al largo delle coste del-la Mauritania, senza acqua né cibo se non quelli che ieri è riuscita a far recapitare la Croce rossa. Si tratta di circa 400 uomini, perlopiù pachistani, a quanto pare provenienti dal Kashmir. Migranti fermati nel loro viaggio, che sarebbe par-tito dalla Guinea Conakry, da un’avaria dell’imbarcazione: ora non li vogliono né la Mauritania, né il vicino Senegal, né tanto meno la Spagna, verso cui erano diretti. “Sono nau-fraghi, dunque tocca alla Mauritania farsene carico, sia per farli attraccare che per il rimpatrio”, ha riferito a un’agen-zia di stampa un portavoce del ministero degli esteri spa-gnolo…

STORIA DI CHARLES da “Attraverso il centro” ed. GenesiDesign.com

“Quando sono arrivato qua non ero molto contento, perché venivo da una zona di guerra e la avevo corso molto nella

boscaglia per arrivare alla città, per scappare fi no a qua. Ogni volta avevo gli stessi incubi, non dormivo. (…) Per-ché quando sono venuto qui, il carico di tutto quello che ho passato, in Africa in generale e nel mio paese, ritornava, me lo ricordavo. Cioè, se ero solo rivedevo il fi lm della mia memoria, e questo mi rendeva sempre triste, era molto for-te e piangevo in ogni momento, ogni notte. è molto diffi cile, perché è da quando sono arrivato qui che ricomincia la mia vita da zero, “da zero”. Un tempo, quan-do eravamo in famiglia, con i genitori e tutti insieme, era una buona famiglia, molto buona, i vecchi erano morti ma io avevo ancora le loro cose, c’era l’amore di mio padre e di mia madre, ero in armonia con la mia famiglia e tutto andava molto bene. Mio padre era uno molto bravo che ha fatto tante cose per il suo paese, ha molto combattuto, era un grande colonnello, non era un signore qualsiasi; è mor-to così, che siamo suoi fi gli, potessimo neppure vedere la tomba dove è stato sepolto. Tutto questo… vorrei almeno ritornare un giorno, per poter fare delle cerimonie, mettere delle corone di fi ori sulle tombe dei vecchi che non ci sono più. Questo, quando penso tanto a questo genere di cose, mi fa molto male.”

TESTIMONIANZETratto da MSF Informa: “Repubblica Centrafricana: fuga per la vita, in Ciad o nei boschi”.

… una donna rifugiata nella boscaglia racconta: “Ero a casa mia, nel villaggio, quando sono arrivati: tutto il vil-laggio temeva che ci sarebbero stati degli assalti perché sapevamo che qualche giorno prima c’era stato un attac-co dei ribelli. Perciò, quando ho sentito arrivare il veicolo, sono scappata con i miei tre fi gli. Ci siamo portati dietro solo i vestiti che avevamo indosso. Tutto il resto dei nostri averi è stato bruciato”

... racconta u uomo: “Sono arrivati nel mio villaggio, hanno sparato a tutti. Ci sono stati molti feriti. Io sono fuggito, con mia moglie. È stato durante la fuga che mi hanno spa-

INCLUSION REFUGEES NETWORK storie di tutti i giorni

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rato tre volte: alla coscia, al braccio e al viso. Sono stato fortunato, mia moglie mi ha portato al confi ne su un car-retto ma qualcun altro è morto. E tutti hanno abbandona-to il villaggio, ora là non c’è più niente. Molti sono qui al campo. Io non tornerò: non posso correre, se tornassero di nuovo mi ucciderebbero”.

La storia di Q.

Q. (25 anni) non ha mai svolto attività politica in Liberia, suo paese d’origine, ma ciò non le ha risparmiato il dolore di vi-vere in una terra dilaniata da una decennale guerra civile. La guerra le ha portato via i genitori. Era il 1989 e aveva 4 anni. Rimasta orfana è cresciuta in un campo militare, fi nché ha raggiunto l’età per poter gestire una piccola fattoria appar-tenuta ai suoi genitori, coltivando il necessario per vivere e mantenersi. In seguito si è sposata e insieme al marito ha continuato a lavorare la sua terra, vendendo i prodotti al mercato. Viveva tranquilla insieme al marito e in attesa di un bambino, quando nel giugno del 2003, un gruppo di ribelli del LURD (l’Unione Liberiana per la Riconciliazione e la De-mocrazia) ha attaccato il suo villaggio, sparando, brucian-do case, seminando terrore. Nel tentativo di fuggire è stata catturata dai ribelli e caricata con la forza su un camion e portata, insieme al marito, in un campo. Durante la deten-zione ha subito ogni sorta di abusi. Violentata ripetutamen-te dai ribelli ha perso il suo bambino. Stessa sorte è toccata al marito che ha subito percosse e maltrattamenti atroci. Fino a che una notte, approfi ttando dello stato di ebbrez-za del gruppo dei ribelli di guardia, Q. è riuscita a scappa-re con il marito e una volta raggiunto il mare si è imbarcata e stipata su una nave, insieme ad altre persone che come lei e il marito fuggivano dalla guerra, ha intrapreso un lungo viaggio in nave,. Dopo quattro giorni di viaggio, rischiando continuamente la vita, è approdata sulle coste Italiane, a Lampedusa. Era il 13 giugno 2003. Lasciata Lampedusa è ar-rivata ad Agrigento prima di giungere a Roma, città dove ha presentato la richiesta d’asilo. La sig.ra Q. è stata ricono-sciuta rifugiata nell’aprile del 2005.

“DALLE LACRIME DEL RIFUGIATO”del poeta egiziano Mahmud Hasan Ismai’l

“ Fratello, il vento del buio ha strappato la mia casa e miei giorni. Mi ha condotto in questa terra con questo corpo insanguinato. Questo spettro espulso con la sua tristezza grida: Dov’è la terra di Dio,dove posso sostare dov’è la terra che mi ospita e allevia i miei dolori ? Qui nella tenda della diffamazione della crudeltà e della falsità trovo il mio rifugio come sepolcro dimenticato. Bevo il mio sbigottimento, le mie lacrime dalle mani del ciclone. Le mie lacrime corrono mute nel silenzio delle tenebre.”

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ISABEL ALLENDE Fu esiliata dopo che lo zio, il presidente cileno Salvador Allen-de, fu deposto nel settembre 1973. Isabel cominciò infatti a ricevere minacce di morte e il suo nome era sulla lista nera dei militari. Si trasferì in Venezuela con la famiglia. Nel 1985 si è trasferita negli Stati Uniti e nel 1990, quando è stata ristabi-lita la democrazia in Cile, è ritornata, dopo 15 anni di assenza, per ricevere il premio “Gabriela Mistral”. Le sue novelle e i suoi romanzi spesso raccontano della sua esperienza di esilio.

ALBERT EINSTEIN Tutti quanti abbiamo sentito qualcosa su Einstein e le sue teorie scientifi che. Pochi, però, conoscono la sua esperienza di rifugia-to: nel 1933 i suoi libri furono bruciati e, in quanto ebreo, fu vitti-ma dell’antisemitismo e accusato di alto tradimento dal regime nazista. Il suo primo rifugio fu il Belgio, poi si sposò in Inghilterra e infi ne si rifugiò permanentemente negli Stati Uniti. Insieme a sua moglie, lavorò intensamente per aiutare altri rifugiati.

MILAN KUNDERA Nato nel 1929 nell’attuale repubblica Ceca, fu espulso nel ‘48 a causa delle sue idee che non seguivano le linee uffi ciali del partito. La sua partecipazione al movimento di riforma della “Primavera di Praga” gli costò la cittadinanza cecoslovacca e il licenziamento. Trasferitosi in Francia, dove ha insegnato al-l’Università di Rennes ed a Parigi, dove tuttora vive e lavora.

LUIS SEPULVEDANato in Cile nel 1949. Ha dovuto abbandonare il suo paese all’avvento della dittatura militare di Pinochet. Ha viag-giato e lavorato in Brasile, Uruguay, Paraguay e Perù. Ha vissuto in Ecuador tra gli indios Shuar. Attualmente vive tra Amburgo e Parigi ed i suoi libri sono moti ovunque.

I giochi rappresentano sistemi aperti di interazione che con-sentono molteplici esperienze con se stessi e con gli altri. I partecipanti possono portare nel gioco i propri bisogni ed i propri sentimenti, agire in maniera auto determinata e spe-rimentare - senza timori - le conseguenze del proprio agire.

e se un giornoObiettivi:Stimolare la rifl essione e la discussione sul tema del diritto d’asilo e sulle procedure di ottenimento; stimolare le ca-pacità empatiche.

Svolgimento: Ad ogni partecipante viene consegnata la scheda “un viag-gio con la fantasia”, con 30 minuti a disposizione per riem-pirlo. In seguito vengono formati gruppi di 4/5 persone per discutere e confrontare le risposte di ciascuno. Al termine della discussione ogni gruppo riferisce i propri risultati. Se-gue il dibattito in plenaria sulla veridicità e il grado di real-tà delle risposte date.

Scheda: “E se un giorno”Immagina che nel tuo Paese, a causa di un golpe milita-re, sia andato al potere un regime dittatoriale. Puoi essere sicuro che nei prossimi anni nel tuo Paese ci sarà una dit-tatura. Il nuovo governo ha vietato ogni tipo di riunione o esternazione politica. Sai che sarai arrestato, se non lasci il Paese entro 12 ore. Attraverso un amico è stato organizzato l’espatrio. Non sai niente di preciso a proposito, solo che devi farti trovare alle 22.15 al parcheggio vicino al cemen-tifi cio. Hai ancora tante cose da sbrigare. Il tuo telefono è

INCLUSION REFUGEES NETWORK il giocoINCLUSION REFUGEES NETWORK storie famose...

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sotto controllo e devi prendere in considerazione la possibi-lità che la polizia segreta potrà arrivare in ogni momento.

:: Cosa cerchi di portare con te? (potrai portarti solo una piccola valigia)

:: Un conoscente è disposto a fare una telefonata per te; a chi fai telefonare e per quale motivo?

:: Prima della partenza ti devi decidere per un Paese non appartenente all’Unione Europea e devi essere in grado di motivare con argomentazioni valide perché conti di essere accolto in quel Paese (indica il Paese e le motivazioni)

:: Il tuo migliore amico ti dà 3.000 ¤ in contanti. Per cosa utilizzi questi soldi?

a) per pagare una multa alla quale sei stato condannato dalla pretura. Così non avrai problemi a lasciare il Paese;

b) per il gruppo che ha organizzato la tua fuga. Così tutto sarà più sicuro;

c) per l’arrivo nell’altro Paese; d) per fare alcuni acquisti; e) per procurarti un secondo passaporto contraffatto.

:: Sai che al tuo arrivo nel Paese da te prescelto dovrai fare una dichiarazione sui motivi della fuga per di-mostrare che sei perseguitato. Pensa a un episodio che renda evidente questa persecuzione (descrivilo brevemente).

escluso dal gruppoObiettivo: “Sperimentare di persona” i sentimenti legati all’esclusio-ne. Attività utile ad incoraggiare il gruppo a relazionarsi con chi si sente tagliato fuori dalla vita della comunità ed esplorare le relazioni interpersonali.

Svolgimento: Dividere i partecipanti in gruppi di 8-10 persone e chiedere a ciascun gruppo di abbracciarsi in modo da formare un cerchio chiuso. Ciascun gruppo lascia fuori a turno un partecipante che dovrà fare ogni sforzo per riuscire ad entrare nel gruppo, all’interno del cerchio formato dagli altri compagni. Se ci riesce diviene un membro del gruppo.

Discussione:Una volta che la fase attiva del gioco è terminata, in-vitate i gruppi a discutere comportamenti e sentimenti emersi durante il gioco. Potete incoraggiare la riflessio-ne con domande del tipo: “come vi siete sentiti quan-do non riuscivate ad entrare nel gruppo? Quali strategie sono state usate per riuscire ad entrare? Quali si sono dimostrate efficaci e quali inefficaci e per-ché?” Eventualmente la discussione può continuare cer-cando di richiamare alla memoria situazioni realmente accadute in cui alcuni dei partecipanti si sono sentiti esclusi o hanno escluso qualcuno da un gruppo.

è accaduto anche da noiTema:Persecuzioni politiche, religiose ed etniche in Italia nel ven-tennio fascista.

Obiettivo:Sviluppare la consapevolezza che situazioni criti-che che rendono necessarie di lasciare il proprio Paese si possono verificare in qualsiasi luogo e in qualsiasi epoca.

Attività possibili:Analisi di testimonianze e di provvedimenti legislativi per-secutori (es. leggi raziali); confronto con le situazioni at-tuali in alcuni Paesi.

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italiani: cosa dicono di noiObiettivo: Introdurre i concetti di stereotipo, pregiudizio e razzismo per sviluppare un atteggiamento maggiormente critico nei confronti dei più diffusi luoghi comuni sull’immigrazione straniera.

Svolgimento: Lettura della SCHEDA“Italiani: cosa dicono di noi” e raccol-ta di altri contributi da parte dei partecipanti (anedotti e modi di dire).Segue il dibattito: lo scopo è di fare emergere la figura stereotipata dell’italiano, così come viene visto in al-cuni paesi stranieri. Es.: Quali caratteristiche degli ita-liani emergono da queste barzellette? Vi è mai capita-to di andare all’estero? Quali sono le immagini che più spesso vengono associate agli italiani? Vi riconoscete in questo ritratto? Da dove pensate traggano origine que-ste immagini?

Scheda: “Italiani: cosa dicono di noi”

:: “Come si fa a zittire un italiano? Gli si legano le braccia dietro la schiena!”

:: “Perché gli italiani sono tutti bassi? Perché da bam-bini la mamma gli ha detto: quando sarai grande an-drai a lavorare!”

:: “Da cosa si riconosce un italiano ad un combatti-mento di galli? è il solo che scommette sull’anatra. Da cosa si riconosce la mafi a in un combattimento di galli? Vince l’anatra…”

:: “Quanti italiani servono per cambiare una lampadi-na? Mio cugino conosce un tipo che ha un fratello: il padre della sua ragazza ha fatto il militare con un

certo Riccardo il cui cognato era stato a scuola con uno, la cui madre aveva un laboratorio di calzature. Uno degli operai usciva con una ragazza. Il padre di lei andava sempre a messa la domenica con un certo Guido che conosceva un tipo che aveva una sorella che era sposata con un elettricista che ha detto che lo farebbe gratis”

:: “Il paradiso europeo: i poliziotti sono inglesi, i mec-canici tedeschi, i cuochi francesi, gli amanti italiani e tutto è organizzato dagli svizzeri. L’Inferno euro-peo: i poliziotti sono tedeschi, i meccanici francesi, i cuochi inglesi, gli amanti svizzeri e tutto è organizza-to dagli italiani”

:: “Gli italiani cantano: canzoni come “’O sole mio” e arie tratte dai melodrammi romantici e veristi sono tra le melodie più famose del mondo. Il clichè, nato da una conoscenza superficiale della vita e della cultura popolare del meridione d’Italia, ha messo radici così profonde nell’immaginazione degli stra-nieri che ha creato nelle città turistiche delle si-tuazioni irreali ed assurde, al limite del grottesco. A Venezia, ad esempio, vengono offerte agli stra-nieri gite in gondola con accompagnamento mu-sicale con un repertorio composto unicamente da canzoni napoletane!”

:: “Gli extracomunitari rubano il lavoro ai nostri fi gli”. “Io non sono razzista però restassero a casa loro!”. “Gli italiani sono tuttu mammoni”. “I siciliani sono tutti mafi osi”. “I genovesi sono tutti tirchi”. “I mi-lanesi sono freddi!”. “I Francesi si sentono superio-ri”. “Gli Inglesi sono degli zozzoni”. “Gli Spagnoli non hanno voglia di lavorare”.

:: “ITALIA: MAFIA, PIZZA E MANDOLINO!”.

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“L’ITALIANO”(Toto Cutugno, 1983)

Lasciatemi cantarecon la chitarra in mano

lasciatemi cantaresono un italiano

Buongiorno Italia gli spaghetti al dentee un partigiano come Presidente

con l’autoradio sempre nella mano destrae un canarino sopra la fi nestra

Buongiorno Italia con i tuoi artisticon troppa America sui manifesti

con le canzoni con amorecon il cuore

con più donne sempre meno suoreBuongiorno Italiabuongiorno Maria

con gli occhi pieni di malinconiabuongiorno Dio

lo sai che ci sono anch’io

Lasciatemi cantarecon la chitarra in mano

lasciatemi cantareuna canzone piano piano

Lasciatemi cantareperch è ne sono fi ero

sono un italianoun italiano vero

Buongiorno Italia che non si spaventae con la crema da barba alla menta

con un vestito gessato sul blu

e la moviola la domenica in TVBuongiorno Italia col caff è ristretto

le calze nuove nel primo cassettocon la bandiera in tintoriae una 600 giù di carrozzeria

Buongiorno Italiabuongiorno Maria

con gli occhi pieni di malinconiabuongiorno Dio

lo sai che ci sono anch’io

Lasciatemi cantarecon la chitarra in mano

lasciatemi cantareuna canzone piano piano

Lasciatemi cantareperch è ne sono fi ero

sono un italianoun italiano vero.

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Il cinema, linguaggio evocativo e trasversale per parlare e discutere di diversità. Immagini esplicite e personalizza-te incarnate da protagonisti di tanti fi lm ed immagini più nascoste, latenti, che ugualmente lavorano nella fantasia e nell’emozione di ciascuno. Utilizzare i fi lm all’interno del lavoro di gruppo può essere un ponte di comunicazione ed uno strumento per aiutare a mettersi in gioco rispetto a quello che le immagini e le storie propongono…

QUANDO SEI NATO NON PUOI PIÙ NASCONDERTI Regia di Marco Tullio Giordana, Italia (2005)Sandro ha dodici anni e una vita spensie-rata in una piccola cittadina di provincia. Durante un viaggio in barca nel Mediter-raneo con il padre, cade in acqua e non riescono a raggiungerlo prima che spa-risca tra le onde. Viene ripescato da uno scafo su cui sono imbarcati dei clande-

stini che fanno rotta verso l’Italia. Tra gli emigranti ci sono due fratelli rumeni della stessa età di Sandro e tra i tre ragazzi si stringe un rapporto che somiglia sempre più ad un’amicizia…

DREAMING LHASA Regia di Ritu Sarin e Tenzing Sonam, India / UK, 2005Karma, regista di New York, si reca a Dha-ramsala (India), sede d’esilio del Dalai Lama, per realizzare un documentario su-gli ex prigionieri politici fuggiti dal Tibet. Qui intervista un ex monaco tibetano, che le confi da la vera ragione per cui si tro-va in India: soddisfare l’ultimo desiderio

della madre di consegnare un “gahu” (amuleto tibetano) ad un uomo di nome Loga. Karma

EXILS Regia di Tony Gatlif, Francia (2004)Zano e Naima si amano. Un giorno lui propone a lei un viaggio ad Algeri, sua terra d’origine, passando per l’An-dalusia e il Marocco, per conoscere il luogo che i loro antenati hanno dovuto abbandonare. Un viaggio di musica e libertà che servirà ai due ragazzi a tro-vare il coraggio di attraversare il Me-

diterraneo e rifare in senso contrario quello che i loro ante-nati hanno fatto partendo dall’Algeria…

MOOLAADÉRegia di Ousmane Sembane, Senegal / Francia (2004)Collé è l’unica donna del villaggio a non aver permesso l’escissione della fi glia (la mutilazione genitale), che secon-do una vecchia tradizione è una prati-ca simbolo di purifi cazione. La donna offre rifugio a sei bambine che chie-dono la sua protezione (moolaadé):

il suo comportamento produce all’interno del villaggio un confl itto tra sostenitori e oppositori dell’antica pratica.

HOTEL RWANDARegia di Terry Gorge, Canada / UK / Ita-lia / Sud Africa (2004)Il fi lm è ambientato in Randa, durante la terribile guerra civile che coinvolse le diverse etnie Hutu e Tutsi. È la storia di Paul Rusesabagina (Don Cheadle), il gestore di un albergo che ha avuto l’animo e l’immenso coraggio di na-scondere nella sua struttura numerosi

INCLUSION REFUGEES NETWORK i fi lm

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rifugiati durante la terribile guerra civile che spezzato tan-tissime vite innocenti negli Anni ‘90…

BEYOND BORDERS (Amore senza confi ni) Regia di Martin Campbell, USA (2003)Un fi lm che, esplorando un rapporto d’amore, affronta anche tematiche legate alla sofferenza di milioni di ri-fugiati costretti a fuggire per mettersi in salvo. Ambasciatrice di Buona Vo-lontà dell’UNHCR dal 2001, Angelina Jolie – la protagonista - ha dato il suo

sostegno a favore di una grande iniziativa umanitaria a fa-vore dei bambini rifugiati in Africa.

COSE DI QUESTO MONDORegia di Michael Winterbottom, Gran Bretagna (2002)Il lungo viaggio della speranza del pic-colo Jamal e del giovane Enayat dalla disperazione afghana alla terra pro-messa, il ricco e indifferente conti-nente europeo. L’avventura (girata con una piccola video camera digita-le) dei due cugini pakistani che da Pe-shwar decidono di raggiungere Londra, viene raccontata in tutte le tappe del loro doloroso viaggio: in autobus fi no a Quetta e poi su di un camion sino in Iran, attraverso le montagne del Kur-distan, la Turchia, l’Italia, la Francia e fi nalmente la tanto sospirata meta!

NOWHERE IN AFRICARegia di Caroline Link, Germania (2001)Il film si ispira a un romanzo auto-biografico di Stefanie Zweig il cui padre nel 1938 dovette lasciare la

Germania per sfuggire alla persecuzione degli ebrei tro- otazrof oilise otseuq id airots aL .ayneK ni oigufir odnav

è vista attraverso gli occhi di Regina, 9 anni. La bambi-na entra nel mondo africano con grande partecipazione anche se non tutti gli adulti che ha intorno condividono questo suo sentire…

BARANRegia di Majid Majidi , Iran (2001)In un cantiere di Tehran, alcuni rifu-giati afghani forniscono la manodo-pera a buon mercato. Latif,17 anni, perde il suo posto di assistente di cantiere per essere adibito a lavo-ri più pesanti. Le sue mansioni sono affi date a Rahmat, l’esile fi glio di un profugo afghano, immobilizzato dopo un incidente di lavoro. Inizialmente

ostile nei confronti del giovane, Latif scopre presto che Rahmat è in realtà una ragazza…

VIAGGIO A KANDAHARRegia di Mohsen Makhmalbaf, Fran-cia/Iran (2001)Nafas è una giovane donna afgana, fuggita dal suo Paese durante la guerra civile dei Talibani e rifugiatasi in Cana-da, dove lavora come giornalista, impe-gnata nell’ambito sociale e nella riven-dicazione dei diritti delle donne, riceve una lettera disperata di sua sorellina, priva di gambe e rimasta a casa in Af-ghanistan, in cui le comunica di volersi

togliere la vita. Nafas, decide così, di far ritorno in Afghani-stan per salvare la sorella. Il fi lm di Makhmalbaf è una sup-plica, un desiderio fortissimo di mostrare per far capire e per spronare la ricerca di una soluzione. Un vibrante desiderio di opporsi per evitare che in nome di Allah la memoria di questo popolo e di questo paese venga cancellata per sempre.

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INATTESORegia di Domenico Distilo , Italia (2006)A partire da Roma dove una vasta comunità ha occupato gli ex ma-gazzini delle Ferrovie dello Stato nei pressi della stazione Tiburtina, il

film documentario traccia le tappe del viaggio di una popolazione nomade di profughi richiedenti asilo che attraversando la penisola italiana, raggiunge i luoghi delle raccolte stagionali per poter così sopravvivere. Un viaggio nella geografia dell’esilio di eroi, disertori e profughi delle guerre post-coloniali dell’Africa, nuovi migranti d’Europa.

VERUSCHKARegia di Paul Morrissey e Bernd Böhm, Germania (2005)Film documentario che ripercor-re la vita della modella Vera Von Lehndorff (in arte “Veruschka”) sin dall’infanzia in Polonia. Il padre, sostenitore della resistenza anti-nazista, partecipa al fallito atten-tato a Hitler e viene arrestato e ucciso. Vera e la sua famiglia sono lasciati al destino di molti rifugia-ti. Vera è testimone di prima mano di molti dei più significativi eventi culturali e storici degli ultimi anni.

Ma, in ogni caso, è la sua particolare esperienza di vita a rappresentare il baricentro emotivo di questo appas-sionante documentario biografico.

PABERAHNEH TA HARAT Regia di Majid Majidi, Italia (2003)Film documentario. Dalle paro-le del regista: “Nel marzo 2002, sono andato nelle città di Herat e Maslakh, i primi e più importanti campi per rifugiati in Afghanistan. Abbiamo seguito numerose fami-glie e bambini nelle varie fase di ambientamento presso tali cam-pi. Non ci sono voci, tutti gli eventi

e le situazioni sono puramente visive e sono espres-se dagli afgani stessi attraverso delle conversazioni avute con me…”

LEI NON SA CHI SONO IORegia di Barbara Iacampo e Federico Cattai, Italia (2006)“Lei non sa chi sono io” era una delle espressione che Toto’ si divertiva a citare per ridicolizzare la classe abbiente dell’Italia degli anni ‘60. Oggi è la frase utilizzata da alcuni richiedenti asilo o rifugiati quando vogliono contrastare l’idea che gli stranieri in italia sono tutti

migranti economici. “Lei non sa chi sono io” è anche un documentario prodotto dalla Cooperativa Sociale Co.ge.s di Venezia in collaborazione con il Comune di Venezia Ufficio Interventi per Richiedenti Asilo e Rifugiati ed è finanziato grazie al progetto Equal - Inclusion Refugees Network, iniziativa che punta a migliorare e proporre buone prassi di integrazione dei richiedenti asilo, rifugiati e persone con protezione umanitaria.

INCLUSION REFUGEES NETWORK i documentari

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LIBERA L’ODISSEA DI UNA DONNA ERITREA IN FUGA DALLA GUERRAAbreha Tekle Fevene Masto Raffaele, 2007 ed. Sperling & KupferEritrea di Asmara, Feven è fuggita dal suo paese per sfuggire alla guerra, dopo essere stata forzatamente in-quadrata nell’esercito subito dopo la scuola. La sua odissea è durata due anni, tra le angherie dei militari in una caserma di Assab, la drammatica fuga

nel deserto, le persecuzioni della legge islamica in Sudan, la schiavitù in Libia e infi ne gli stenti patiti sulla vecchia barca, alla deriva per cinque giorni nel Mediterraneo. Que-sto volume è il racconto della sua storia.

ABBRACCIANDO L’INFEDELE. STORIE DI MUSULMANI MIGRANTI VERSO OCCIDENTE Behzad Yaghmaian, 2007 ed. EinaudiRitratti di donne e uomini partiti da Iraq, Sudan, Afghanistan e altri Paesi ancora, in viaggio verso una terra promessa. Mariti separati dalle mogli, bambini lontani dai genitori, famiglie di-slocate per sempre. È un esodo silenzioso e inarrestabile quel-lo dei migranti musulmani in viaggio da Medio Oriente e Asia centrale verso Occidente. Sopravvissuti quasi tutti a guerre e violenze, a persecuzioni politiche o sociali, hanno un solo desi-derio, quello di vivere in pace, e nessun interesse per fanatismi di sorta. In anni di viaggi e soggiorni sul campo, Yaghmaian ne ha raccolto e fotografato le storie. Un dramma umano che si ripete sulle strade che da Istanbul, Kandahar, Baghdad, lsla-mabad, portano a Parigi, Londra, New York, passando per ten-dopoli, centri di accoglienza, container, varchi nelle frontiere.

NIENTE ASILO POLITICODIPLOMAZIA, DIRITTI UMANI E DESAPARECIDOS Enrico Calamai, 2006 ed. FeltrinelliNel 1972 il giovane diplomatico Enrico Calamai viene invia-to dal Ministero degli Affari Esteri in Argentina con la carica di viceconsole. La comunità italoargentina è forte, varie-gata e ben integrata. Nel 1974, poco dopo il golpe cileno, Calamai viene spedito a Santiago del Cile: l’ambasciata si è riempita di rifugiati di origine italiana (450 persone) che chiedono un asilo politico che il governo italiano non vuole concedere per non pestare i piedi all’esercito cileno e agli americani. Calamai, invece, aiuta i rifugiati: mette a punto una strategia che consente loro di scappare in Italia.

ATTRAVERSO IL CENTROIvan Carlot e Federico Longo, 2006 ed. GenesiDesign.comLe parole e le immagini raccolte in questo libro rimandano a impressioni, emozioni, esperienze, che disegnano un centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati a Venezia, il centro Boa. Il libro, oltre a de-

scrivere i vissuti di chi ha attraversato e si è lasciato attraversare dal centro, suggerisce di sperimentare altri possibili percorsi.

IL RAZZISMO SPIEGATO A MIA FIGLIA IL MONTARE DELL’ODIOBen Jelloun Tahar, 2005 ed. BompianiUn grande scrittore spiegava alla sua bambina di dieci anni che cos’è il raz-zismo, come nasce, perché è un feno-meno così tristemente diffuso, dando vita a un dialogo capace di trascen-dere i confi ni dell’occasione intima e famigliare e porsi come lezione di vita per tutti i lettori. Il suo sommesso e pacato dialogo con la fi glia si arric-

chisce oggi di nuovi elementi: la ricostruzione della storia dell’Intifada, la spiegazione della differenza tra Islam e

INCLUSION REFUGEES NETWORK i libri

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islamismo, l’analisi dei diversi fondamenti storico-ideolo-gici degli usi e costumi di ebrei e palestinesi. La sua parola d’ordine è: tolleranza.

LA NOTTE DELLA FUGASTORIE DI RIFUGIATI IN ITALIAAssociazione Centro Astalli, 2005 ed. AvaglianoUn rifugiato può rappresentare un numero per le statistiche di guerra, un incartamento per la burocrazia, una fi gura ano-nima tra le molte in una grande città. Ma ognuno porta con sé una personale storia di fuga e sradicamento, con un carico di dolori diffi cile da raccontare. Questo volume presenta un-dici storie di persone giunte in Italia fuggendo da dittature, guerre, violazioni dei più fondamentali diritti: testimonianze in cui emergono speranze forti di cominciare una nuova vita e segni di ferite profonde che non possono scomparire.

INDIRIZZI SCONOSCIUTIIvan Carlot e Giorgio Bombieri, 2005 ed. GenesiDesign.comIl libro è il risultato di una ricerca sul-la migrazione svolta in vari contesti del territorio nazionale, una sintesi di alcuni motivi della presenza di richie-denti asilo e rifugiati.

L’EMIGRAZIONE ITALIANA. IL PIÙ GRANDE ESODO DI UN POPOLO NELLA STORIA MODERNADeliso Villa, 2005 ed. BSTUn libro destinato al grande pubblico che documenta, in ter-mini rigorosamente storici, per quali motivi e in quali condi-zioni milioni di italiani hanno lasciato la Penisola. Per aiutare i lettori (insegnanti, studenti, famiglie…) abbiamo prepa-rato una “Guida” che renderà più facile utilizzare il libro.

QUANDO SEI NATO NON PUOI PIÙ NASCONDERTI Maria Pace Ottieri, 2003 ed. NottetempoAttraverso gli occhi di un ragazzo si attraversano tutti i luo-ghi che intercettano “il popolo sommerso” (centri di acco-

glienza, questure, mense…) e si incontra un mondo fatto di preti, fi nanzieri, volontari, operatori. Ma al centro del libro ci sono loro, i migranti, e i motivi che li spingono a partire, il rapporto con l’Italia e le sue istituzioni, la ricerca di un lavo-ro e di un permesso di soggiorno.

RIFUGIATIVOCI DALLA DIASPORA SOMALAFarah Nuruddin, 2003 ed. MeltemiAbbandonare la propria terra d’origi-ne e ricominciare in un altro paese: cosa significa fuggire, confrontarsi con culture e lingue straniere, adat-tarsi a nuove realtà. Dalle parole degli esuli somali, una testimonian-za sulla condizione esistenziale dei profughi nel mondo.

IL RITORNO. DIARIO DI UNA MISSIONE IN AFGHANISTANEdoardo Albinati, 2002 ed. MondadoriMarzo 2002: ha inizio l’operazione di rimpatrio dei profughi afghani. Un esodo immenso. Ma stavolta la gente non fug-ge, torna. È un ritorno diffi cile e amaro: le case sono distrutte, i campi minati, non c’è acqua… L’autore ha trascorso quattro mesi in Afghanistan come vo-lontario dell’UNHCR; una testimonianza inedita e appassionata del lavoro uma-

nitario, sempre in bilico tra frustrazione ed entusiasmo.

RIFUGIATIPaola Boncompagni, 2002 ed. Luca SassellaVentiquattro testimonianze dai campi profughi del mon-do: una raccolta di testimonianze di donne, uomini e bam-bini che vivono nei campi profughi del mondo. Dal Ruan-da alla Birmania, dalla Striscia di Gaza all’Afghanistan, ci raccontano senza fi ltri la loro vita di tutti i giorni.

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“RI/CONOSCERSI LEGGENDO” A cura di Rosa Caizzi, 2006 ed Emi

Un viaggio attraverso le letterature araba, nigeriana, suda-fricana, indiana, afroamericana, cinese e la recente lette-ratura della migrazione può aiutare a stimolare la curiosi-tà nei confronti della diversità, a combattere gli stereotipi sulle altre culture, a indagare la contemporaneità di altri paesi, a guardare con occhi nuovi la loro realtà, a relativiz-zare il proprio punto di vista per vivere in prima persona la ricchezza della diversità.

UNO, NESSUNO, CENTOMILA (IR)RESPONSABILIMichele Crudo, 2006 ed CRES - Lavoro

Itinerari didattici di educazione alla cittadinanza.

LESSICO INTERCULTURALEGiuliana Gennai, 2005 ed. EMI

Quando si educa all’intercultura è impiegare correttamen-te le parole. Assimilazione, bilinguismo, globalizzazione, ethos civile, meta razzismo, sincretismo: sono alcune delle voci contenute in questo “lessico interculturale” destinato al mondo della scuola ma rivolto anche agli operatori im-pegnati nella cultura dell’integrazione e della convivenza democratica. Di ogni parola di offre in modo essenziale e tecnico il signifi cato per l’uso corretto in un contesto di educazione interculturale.

LA PROTEZIONE NEGATA PRIMO RAPPORTO SUL DIRITTO D’ASILO IN ITALIAConsorzio Italiano Solidarietà, 2005 ed. Feltrinelli

Il libro rappresenta il primo rapporto sulla condizione dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia. Il rapporto non for-nisce solo dati quantitativi sulla presenza di rifugiati ma entra nella quotidianità dei tanti aspetti della condizione di migranti “forzati”, denunciando le problematiche e le violazioni dei diritti che subiscono da quando arrivano in Italia fi no al termine della procedura di asilo.

NEI PANNI DEI RIFUGIATIFondazione Centro Astalli, 2003 Schede didattiche e guida per i docenti per comprendere il dramma dei rifugiati.

UNCHR FOR TEACHERSAlto Commissariato delle N.U.

Materiali didattici sui rifugiati (in inglese).

PICCOLI RIFUGIATI BAMBINI COME NOIA.c.n.u.r., 2001

Il gioco nella didattica interculturalePasquale D’Andretta, Quaderni dell’interculturalità, 1999 ed. EMI

INSEGNARE I DIRITTI UMANIA cura di F. Lotti e N. Giandomenico, 1988 ed. Gruppo Abele

Versione italiana di “ABC - Teaching Human Rights” realiz-zato dal Centro per i Diritti Umani dell’Onu per promuovere l’educazione ai diritti umani.

INCLUSION REFUGEES NETWORK i supporti alla didattica

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Inclusion Refugees Network(Sito correlato all’omonimo progetto Equal)http://www.elifi ct.altervista.org

Uffi cio multietnico (Uil di Roma e del Lazio)http://www.uil.it/uilromalazio/multietnico.htm

UNHCR Italia (Alto Commissariato delle N.U. per i Rifugiati)http://www.unhcr.it

CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati)http://www.cir-onlus.org

Centro AstalliServizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia.http://www.centroastalli.it

Melting Pot Europa Sito per la promozione dei diritti di cittadinanza.http://www.meltingpot.org

Stranieri in ItaliaInformazioni per gli stranieri in Italia, opportunità di stu-dio, lavoro, legislazione.http://www.stranieriinitalia.it

“Notes from My Travels” Estratto e traduzione non uffi ciale del libro di “Appunti di viaggio” di Angelina Jolie.http://www.elros.altervista.org

CestimSito di documentazione sui fenomeni migratorihttp://www.cestim.it/index.htm

CIR(Consiglio Italiano per i rifugiati)http://www.cir-onlus.org

IntegRARsi (Progetto Equal Reti locali per l’integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati)http://www.integrarsi.anci.it

Migra (Agenzia Informazione Immigrati Associati)http://www.migranews.it

Metropoli(Giornale dell’Italia multietnica)http://metropoli.repubblica.it

Warnews (Informazioni sui “confl itti dimenticati”)http://www.warnews.it

Medici senza frontiere(Osservatorio sulle crisi umanitarie nel mondo)http://www.msf.it/crisi_dimenticate

Servizio Centrale del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiatihttp://www.serviziocentrale.it

INCLUSION REFUGEES NETWORK i link

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Componenti della partnership di Equal Inclusion Refugees Network

FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche) di RomaTel 06.66166668 :: progetti@fi ct.it

Cooperativa Sociale Co.ge.s. (Venezia)Tel 041.5316403 :: [email protected]

Centro di Solidarietà L’Orizzonte (Parma)Tel. 0521.786235 :: Fax [email protected]

Amministrazione Comunale di Parma (Servizio Front Offi ce)Tel 0521.031611 :: [email protected]

Centro di Solidarietà L’Ancora (Sanremo)Tel. 0184.505256 :: Fax 0184.505300 :: [email protected]

Associazione La Famiglia (Gravina, Bari)Tel 080.3254251 :: [email protected]

Associazione Centro le Ali (Caserta)Tel 0823.356363 :: [email protected]

Consorzio Nova (Network Regionale)Tel. 0883.582384 :: [email protected]

Associazione Artway of Thinking (Venezia)[email protected]

Unione Italiana del Lavoro (UIL) di Roma e del LazioTel. 06.481661 :: Fax 06.4827250 :: [email protected]

Questo materiale è stato realizzato nell’ambito delProgetto Equal Inclusion Refugees Network

Capofi la del progettoFICT - Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (Roma)

Benefi ciari fi naliRifugiati, richiedenti asilo ed umanitari (R.A.R.U.)

Materiali ed eventuali aggiornamenti saranno disponibili sul sito internet:www.erfaplazio.org/progetti/progetto_equal_refugees.htm

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indice

03 20,8 milioni di persone nel mondo05 chi è chi09 come si diventa11 quali diritti15 qualche suggerimento17 parliamo di...20 storie di tutti i giorni24 storie famose...25 il gioco30 “l’italiano”32 i fi lm36 i documentari38 i libri42 i supporti alla didattica44 i link