RECUPERO DI UNA CELLULA EDILIZIA DEL NUCLEO STORICO … I… · L’edificio principale prospetta...
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Intero edificio
XXX – ESEMPI DI RECUPERO XX.111 – DESCRIZIONE NNNNN
4 – RECUPERO DI UNA CELLULA EDILIZIA DEL NUCLEO STORICO
CON CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO
Elementi connotanti l’intervento.
L’intervento riguarda la ristrutturazione di due edifici molto antichi ed in
stato di precarie condizioni statiche. L’edificio attuale è il risultato del
successivo accorparsi di diverse parti, rispondenti alle esigenze delle
famiglie rurali nel corso dei secoli, e funzionalmente collegate secondo l’uso
delle epoche passate. L’edificio principale prospetta su via Adorna (Fig.2),
conteneva l’abitazione e ha una facciata armonica e ben proporzionata, si
distingue per le particolari sagome in pietra delle cornici delle aperture, che
anticamente segnavano la residenza delle famiglie di una certa importanza.
Direttamente dal retro dell’edificio si giunge all’edificio posto quasi
interamente sotto il livello del terreno e contenente la stalla, molto malmesso e
con la copertura parzialmente crollata, e da qui, tramite una scala, si sale ai
piani superiori e si esce sul retro verso i campi. Per proteggere questo ingresso
secondario fu edificata in epoca successiva una parte a ridosso del prospetto sud
dell’edificio principale estendendone la copertura, che ha in parte compromesso
la stabilità della copertura e della muratura perimetrale dell’edificio principale.
Gli edifici, ex rurali, risultavano attualmente utilizzati come magazzini
rurali e sono classificati dalle NTA come C (edifici privi di caratteristica
ambientale, ma si ritiene questa classificazione evidentemente scorretta).
L’intervento di ristrutturazione intende recuperare gli edifici per la
conversione d’uso ad abitazione, in un ottica di conservazione delle
strutture originarie storiche e della loro caratteristica architettonica,
compatibilmente con le esigenze di consolidamento strutturale dato lo stato
di avanzato dissesto.
RISTRUTTURAZIONE
2013
Identificazione Catastale
Comune di
(Borgata/Frazione)
Classificazione dell’ interventoAnno
Livello di progettazione
Parte dell’edificio
Zona di PRGCPresenza Vincolo
ZonaEdificio X
Progetto Definitivo
Progetto finanziato
Regione Piemonte PSR 2007-201360%
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F.30 part. n. 579-580
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03/
2014
Contenuti esemplari
Tecniche per il miglioramento sismico;
Compatibilità (materiali, immagine)
Progetto e D.L.: Arch. Bonardi Elena
Ditte:
Impresa edile F.lli Cottini snc – Toceno (Vb)
Falegnameria F.lli Bonardi – Druogno (Vb)
(fuori scala)
Stato di fatto (fuori scala)
XXX – ESEMPI DI RECUPERO XX.111 – DESCRIZIONE NNNNN
Ristrutturazione con parziale ricostruzione – L’ Adeguamento normativo
L’intervento prevede la realizzazione di scavo di risanamento con formazione di vespaio areato su tutto il piano terra, la
realizzazione di nuove pareti portanti in pietra all’interno del sedime di quelle antiche, che consolidate costituiranno la
funzione di contenimento del terrapieno, e opportunamente impermeabilizzate, preserveranno la nuova struttura dall’invasione
di infiltrazioni d’acqua. Il progetto prevede di mantenere l’impronta e le dimensioni dell’edificio originario a piano terra,
ma di riedificarlo solo parzialmente nella sua parte fuori terra. La parte ricostruita e la sopraelevazione saranno realizzate
con muratura portante con la pietra a vista con un nucleo in cemento armato come previsto dalla normativa antisismica.
La nuova copertura sarà realizzata secondo la tipologia architettonica tradizionale, con struttura lignea a capriate in legname
massiccio di larice con la posa del nuovo manto di copertura in beole tradizionali, previa costruzione di correa di
irrigidimento in c.a. e realizzazione di pacchetto di coibentazione secondo le normative vigenti in materia di risparmio
energetico. L’iter di approvazione del progetto ha richiesto l’approvazione di Piano di Recupero da parte della Commissione
tutela e Valorizzazione del paesaggio della Regione Piemonte e l’ottenimento di Autorizzazione paesaggistica ai sensi Dlgs
42/04 da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per la provincia di Novara e Vco.
L’intervento prevede la sostituzione
della copertura mediante il rifacimento
della struttura a capriate in legno di
larice con posa di nuovo manto di
copertura in beole tradizionali, previo
consolidamento delle murature perime-
trali per il miglioramento antisismico
della vecchia struttura e la realizzazione
di pacchetto di coibentazione secondo le
normative vigenti in materia di
risparmio energetico. La caratteristica
facciata su via Adorna viene conservata
intatta, limitandosi a ripristinare l’antica
simmetria delle aperture. Viene mantenu-
ta e restaurata la finitura ad intonaco
rustico in malta di calce di valore
documentario in quanto eseguito con
calce di estrazione locale. Al fine di
preservare l’assetto della facciata, la
modifica di destinazione d’uso si avvale
della L.R. 9 del 29 Aprile 2003 “Norme
per il recupero funzionale dei rustici” e
del D.M. 9/6/1999, come recepito dalla
Regione Piemonte con D.G.R. 20-10187,
per il mantenimento delle altezze
interne esistenti, in deroga ai minimi
previsti dal D.M. 5/7/1975 in quanto
l’edificio in oggetto presenta
caratteristiche tipologiche ed estetiche
specifiche del luogo e meritevoli di
conservazione.
Sul prospetto sud l’intervento prevede
l’eliminazione della parte aggiunta, che
ha creato il dissesto statico presentando
una pendenza di falda eccessivamente
ridotta per il carico della neve. L’edificio
rurale vero e proprio (part. 580) è
staticamente pressoché irrecuperabile: la
copertura è crollata per il peso della neve,
le restanti parti di murature perimetrali
sono poste controterra e parzialmente
costituite dalle rocce stesse presenti nel
terreno, scavate e mantenute in loco con
funzione portante.
Stato di fatto (fuori scala)
Stato di progetto
(fuori scala)
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L’adeguamento normativo non consente la
conservazione dell’orditura originaria e comporta la
demolizione totale dell’elemento, con grave perdita del
documento di cultura materiale: in occasione degli
smontaggi si osservano spesso strategie strutturali originali
e sapienti, che hanno garantito la resistenza e la stabilità
dell’elemento per secoli. Se sottoposto ai calcoli di verifica
strutturale il sistema tradizionale risulta «impossibile»:
l’analisi dei carichi comporta un dimensionamento della
nuova struttura in legno notevolmente superiore .
Fig.1 – Rinforzo solai lignei della parte storica con sistema a traliccio LPR Peter Cox; Fig.2,3 – demolizione della copertura originaria con scelta delle
piode recuperabili e accatasta-mento a piè d’opera per il successivo reimpiego. Purtroppo il legname dovrà essere interamente sostituito Figg. 4,5 Posa
della nuova struttura in legname di Larice certificato. Le capriate pretagliate in falegnameria vengono poi assemblate sul posto.
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La rispondenza alla normativa antisismica richiede un
intervento di «miglioramento» per la parte storica
dell’edificio che viene conservata. I solai lignei della parte
storica vengono pertanto mantenuti in opera e coadiuvati
da un getto collaborante in c.a. armato con il sistema
Traliccio LPR® PETER COX. Il traliccio LPR viene
applicato direttamente sulle tavole, in corrispondenza
delle travi da rinforzare e fissato a pressione con viti
mordenti, secondo uno schema che dipende dalle sezioni
delle travi, dalle luci del solaio e dai carichi di esercizio,
consentendo di ottenere “a secco” e in modo reversibile la
perfetta connessione tra legno e calcestruzzo.
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Fig. 5,6 – Costruzione delle murature in pietra a vista con nucleo in cemento armato con rete metallica; Fig. 7 – Vista della correa di coronamento superiore
delle murature perimetrali; Fig. 8 – Vista del punto di appoggio delle catene delle capriate, che in questa parte dell’edificio (sopra i voltini delle aperture) le
catene vengono forate e passate dai ferri d’armatura disposti nelle staffe lunghe predisposte nella correa, a cui verranno saldamente legate con un getto
secondario di calcestruzzo; Fig.9 – Posa completata dell’orditura principale a capriate
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Per la parte ricostruita, prevista con copertura in piode a posa
tradizionale e muratura in pietra a vista per l’inserimento ambientale,
l’adeguamento alla normativa richiede la costruzione di murature
perimetrali con nucleo in cemento armato con sovrastanti corree che
cerchiano la struttura, a cui verranno fissate le capriate in legno mediante
squadrette con barre filettate e bulloni passanti attraverso la catena.
L’immagine tradizionale è mantenuta, ma a grave discapito della salubrità
dell’ abitazione e del sistema costruttivo originario.
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Al fine di mascherare all’esterno il pacchetto
di coibentazione e mantenere la linea di gronda a
livello con gli edifici contigui, la catena viene
pretagliata in falegnameria con uno spessore
della testa maggiore rispetto all’anima che,
unitamente allo spessore della tavola conica di
gronda, compensa l’altezza del pacchetto di
coibentazione (12 cm fibra di legno). La fibra di
legno è da preferirsi ad altri materiai isolanti per
le elevate proprietà traspiranti e di inerzia
termica, e la maggiore compatibilità ambientale .
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Dettagli reali zzativi della nuova copertura in piode con posa tradizionale
Fig.10 – Al termine dell’orditura principale
vengono assemblate le strutture degli abbaini;
Fig.11– Posa del primo assito in larice 19mm;
Fig.12– Posa della prima guaina di barriera
all’aria e freno a vapore a diffusione igro-
variabile; Fig.13– Posa di listonatura di compen-
sazione in larice 12cm e posa di pannelli in fibra
di legno 6+6cm a giunti sfalsati, posa del secondo
assito in larice inchiodato alla listonatura e posa
della seconda guaina impermeabile accuratamente
nastrata nelle giunzioni; Figg.14,15 – Posa del
listello di ventilazione, dei ferri di sostegno dei
canali di gronda e partenza con la posa delle piode
di gronda, progressivamente vengono posate le
tampiare in larice 60x80mm; Fig.16– dettaglio
posa dei fermaneve in acciaio avvitati alle
tampiare ogni 200 cm circa; Fig.17,18,19,20–
dettaglio della costruzione delle converse curve ;
Fig.22– dettaglio del colmo; Figg.21,23 –
copertura terminata
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Interventi di ristrutturazione con perdita di caratteri tradizionali
La cattiva interpretazione dei vincoli normativi in assenza di una approfondita lettura del
contesto storico, unitamente ad una frequente esaltazione del concetto di «rusticità», porta alla
creazione di caratteri estranei, con grave perdita del valore paesaggistico del nucleo storico. Ad
esempio la ristrutturazione dell’edificio 1 (originariamente identico a quello attiguo) , pur
riproponendo la copertura in pietra (inchiodata), ha cambiato il sistema strutturale del tetto
introducendo colmo e terzere, ha stravolto la facciata con aperture sproporzionate , presenta un
intonaco cementizio «a punte» intendendolo «rustico» che nulla ha a che fare con l’intonaco a
calce originario presente nella borgata, ed una zoccolatura a lastre bocciardate e sottili. Le norme
di piano regolatore si limitano infatti spesso a prescrivere l’uso di pietra e legno e finiture
«rustiche», in questo caso rispettate, ma assolutamente incongruenti con il contesto storico.
La ristrutturazione dell’edificio 3 ha invece ignorato le caratteristiche aperture, i cui stipiti realizzati in muratura di pietra
intonacata presentavano particolari svasature rivolte verso l’imbocco della via, come braccia protese a raccogliere la luce e
convogliarla negli ambienti interni. Un elemento di cultura materiale che valeva da solo un’attenzione, documentato dalla
datazione 1618 presente sul collarino della finestra più grande, dotando la facciata di un carattere originale e irripetibile .
La ristrutturazione dell’edificio 2 ha privilegiato il colore, in questa zona originariamente appannaggio solo degli edifici
residenziali più pregiati che venivano intonacati. Il corpo aggiunto presenta la copertura a piode sottili a taglio sega a posa
inchiodata che conferisce un aspetto molto più rigido rispetto alla copertura tradizionale conservata sull’edificio principale.
Il cantonale lasciato con la pietra a vista , le pietre tonde e sporgenti dall’intonaco qua e là, e le grondine sulle aperture
ripropongono un po’ di ricercata «rusticità». Nulla a che vedere con l’eleganza e l’armonia con il paesaggio circostante
dell’edificio attiguo, a cui il presente originariamente assomigliava, che probabilmente ha indotto proprietari a ristrutturare
il loro fabbricato con le migliori intenzioni ma «a briglia sciolta», in assenza di specifiche direttive e spiccata sensibilità.
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