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Razza, etnia, movimenti migratori
Prof. Stefano Nobile Corso di Sociologia generale
L’articolo 3 della
Costituzione italiana
• Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.
Razza, etnia, movimenti migratori 2 Prof. Stefano Nobile
Il concetto di razza
• La parola “razza” viene probabilmente dall’arabo ras, che sta
per “capo, testa”. È qui che troviamo in nuce l’idea di
superiorità della stirpe.
• Prima del XIX secolo il concetto di razza veniva utilizzato per
indicare i discendenti di antenati comuni. Il suo significato era
simile a quello assegnato oggi al termine etnia
• Per razza si intende un insieme di esseri viventi che
condividono alcune caratteristiche somatiche → mondo
animale
• Le differenze somatiche sono il prodotto dell’adattamento dei
gruppi umani all’ambiente in cui vivono.
• Le differenze tra singoli individui sono più importanti e
maggiori di quelle che si vedono tra gruppi razziali.
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Il concetto di razza
• In tal senso il concetto di razza è: – dal punto di vista biologico, un concetto
irrilevante
– dal punto di vista sociologico, uno strumento
per significare altre differenze di ordine
morale, intellettuale e comportamentale,
quindi per giustificare forme di disuguaglianza
e di dominio
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Il mito della razza
• In corrispondenza con il testo biblico, secondo il
quale da Noè sarebbero discesi Jafet, Sem e
Cam, si usa distinguere le razze in base ai
colori: – Bianca
– Gialla
– Nera
• pur sapendo che virtualmente ne esiste una
gamma quasi infinita, moltiplicata dal meticciato
e dall’aumento della mobilità.
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Il razzismo
• Le dottrine della razza si fondano su un forte determinismo biologico in base al quale il comportamento di individui, gruppi e intere civiltà risulta determinato dall’appartenenza razziale.
• In realtà i fattori ambientali sono decisivi per determinare l’esito di qualsiasi processo biologico. Se prendiamo due fratelli gemelli monozigoti e li alleviamo in circostanze e in culture molto diverse, potremmo scommettere che cresceranno due persone molto diverse.
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Il razzismo
• Taguieff distingue tra: – Auto-razzizzazione → purezza
• il concetto di razza è applicato al proprio gruppo, per affermarne la superiorità e garantirne la purezza
• coloro che non appartengono alla ‘razza’ vengono percepiti come un pericolo alla sicurezza, integrità e purezza del gruppo stesso
• nei loro confronti viene scatenata una reazione di rigetto che, nei casi limite, arriva fino al genocidio
– etero-razzizzazione → pericolo • la razza è intesa come sinonimo di civiltà inferiore e arretrata • le razze considerate inferiori diventano oggetto di
sfruttamento e di segregazione e, in alcuni casi, di tentativi di assimilazione alla cultura dominante
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Le origini del razzismo
moderno
• Le credenze razziste cominciano a circolare verso l’inizio del XIX secolo in concomitanza con l’espansione coloniale → De Gobineau (1816-1882) viene comunemente indicato come il “padre del razzismo moderno”. Fu lui a propagandare l’idea dell’arianesimo e della purezza della razza, sforzandosi di confutare la tesi monogenetica contenuta nella Bibbia.
• Queste dottrine si fondano su una serie di credenze: – che vi sia corrispondenza tra caratteristiche somatiche e tratti mentali e
morali, che quindi questi ultimi siano trasmessi per via ereditaria e siano sostanzialmente immodificabili
– che l’organizzazione sociale rifletta la divisione dell’umanità in razze – che vi sia una gerarchia naturale tra le razze – che sia lecito il dominio e lo sfruttamento da parte delle razze che si
autodefiniscono superiori sulle razze definite come inferiori
• Nonostante Darwin (1859) fosse ritornato sulla tesi monogenetica, il suo lavoro offrì il fianco alle tesi a favore delle differenze di razza, che furono poi traslate sul piano sociologico da Spencer.
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Filosofia e razzismo
• «I negri dell’Africa non hanno dalla natura
alcun sentimento che li elevi al di sopra di
uno sprovveduto candore» (Kant)
• «la mancanza di controllo di sé
contraddistingue il carattere dei negri»
(Hegel)
• «l’unico rapporto possibile fra i negri e gli
europei è la schiavitù» (Hegel)
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Gli episodi più aberranti di
razzismo
• Antisemitismo e Olocausto
• Genocidio armeno
• Apartheid (Stati Uniti, Repubblica
sudafricana)
• Hutu e Tutsi (Ruanda e Burundi)
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Etnia
• Etnia: particolarità di gruppo basate su un territorio, una
storia e una tradizione comuni
• L’etnia si riferisce dunque ai tratti culturali che
contraddistinguono una determinata comunità di
persone; le differenze etniche sono completamente
apprese.
• I principali fattori che distinguono un gruppo etnico sono: – la lingua;
– la storia;
– la stirpe (reale o immaginata);
– la religione;
– le usanze;
– l’alimentazione;
– l’abbigliamento;
– gli ornamenti
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Le cause delle frizioni
etniche
• Nel tentativo di spiegare i conflitti etnici, i sociologi hanno
ragionato su tre dimensioni: – i caratteri individuali,
• Alcuni ricercatori (Adorno et al., 1950) riconducono il razzismo al
carattere individuale. Secondo questa ipotesi, i soggetti, nel cui
carattere campeggiano forte remissività nei confronti dell’autorità e
contestuale tendenza al pregiudizio e all’ostilità, sarebbero più
predisposti di altri al razzismo.
– le relazioni sociali tra gruppi, • Altri studiosi riconducono il razzismo allo stato di segregazione delle
minoranze. La mancanza di relazioni sociali crea una distanza
psicologica tra componenti della maggioranza e della minoranza,
alimentando i pregiudizi dei primi nei confronti dei secondi.
– i contesti economici delle relazioni.
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Una classificazione dei
migranti
• immigrati per lavoro, che non sono privi di istruzione o di formazione professionale; essi trovano occupazione nei settori
meno ambìti del mercato del lavoro dei Paesi riceventi, sono spesso soggetti alla precarietà, con rapporti di lavoro irregolari,
usufruiscono di una scarsa tutela giuridica; nonostante siano necessari a ricoprire determinati posti di lavoro, hanno difficoltà
a ottenere il riconoscimento dei propri titoli di studio e vedono diminuire la concessione di ingressi regolari
• immigrati stagionali o lavoratori a contratto, che sono sottoposti a una regolamentazione specifica, la quale prevede un
ingresso per periodi limitati e per esigenze temporanee e ben definite di manodopera
• immigrati qualificati ed imprenditori, che rappresentano una minoranza all’interno della minoranza
• familiari al seguito, che sono in notevole aumento con il riconoscimento del ricongiungimento familiare, ma che
rappresentano una quota di popolazione immigrata raramente inserita nel mercato del lavoro
• rifugiati e richiedenti asilo, che sono, nel primo caso, persone residenti fuori del loro Paese di origine, perché non possono o
non vogliono ritornarvi, in quanto temono persecuzioni per motivi politici, religiosi, razziali, di nazionalità o di appartenenza
ad un particolare gruppo sociale; nel secondo caso, persone che emigrano in cerca di protezione, ma che in genere non
sono in grado di fornire prove di un’esplicita persecuzione ai loro danni
• immigrati irregolari, che sono persone entrate regolarmente nel Paese d’accoglienza e poi rimastevi nonostante la scadenza
del titolo che aveva autorizzato l’ingresso (permesso di soggiorno, visto turistico); clandestini, che sono quanti attraversano
la frontiera senza documenti o con documenti falsi, eludendo i controlli di polizia; vittime del traffico di esseri umani, persone
che sono state fatte entrare con la forza o con l’inganno da apposite organizzazioni clandestine per essere sottoposte a
forme di sfruttamento (lavoro coatto, prostituzione forzata, accattonaggio ecc.)
• migranti di seconda generazione, cioè i figli di immigrati, nati nel Paese ricevente o minori arrivati per ricongiungimento
familiare, che possono frequentare le scuole pubbliche e, in diversi Paesi, possono richiedere la cittadinanza, una volta
raggiunta la maggiore età
• migranti di ritorno, cioè coloro che rientrano nel Paese di origine dopo un periodo trascorso in un altro Paese.
Prof. Stefano Nobile Razza, etnia, movimenti migratori 16
Le teorie delle migrazioni
• Sin dalla fine dell’Ottocento è stata sviluppata negli Stati Uniti
un’ipotesi interpretativa relativa agli effetti esercitati
dall’immigrazione sull’evoluzione della popolazione locale.
Secondo tale ipotesi, risalente a Benjamin Franklin e nota
come ‘teoria americana’ (in quanto adottata successivamente,
sia pure con diverse argomentazioni, da autori statunitensi a
seguito delle grandi migrazioni dall’Europa verso gli Stati
Uniti), l’emigrazione, allentando la pressione demografica del
luogo d’origine e favorendone così lo sviluppo, vi
provocherebbe una riduzione della mortalità e un incremento
della natalità. Per converso, nella popolazione ospite l’afflusso
dei migranti abbasserebbe il tenore di vita, e ne risulterebbero
un’aumentata mortalità e una ridotta natalità.
Razza, etnia, movimenti migratori 17 Prof. Stefano Nobile
Le teorie delle migrazioni
• Thomas e Znaniecki (1912): il situazionismo.
• Gini (1954): migrazioni adattative (gli individui che si spostano
presentano caratteristiche più simili a quelle proprie degli
abitanti dei paesi di destinazione che non a quelle più diffuse
nei paesi d’origine).
• Alberoni e Baglioni (1965): socializzazione anticipatoria
• Everett Lee (1966) ha focalizzato la sua attenzione sulla
selettività delle migrazioni: la selezione sarebbe positiva (il
livello socioculturale dei migranti è superiore a quello medio
della popolazione d’origine) nel caso di spostamenti non
determinati da assolute necessità economiche, mentre si
avrebbe una selezione negativa nel caso in cui la spinta a
migrare fosse determinata da tali necessità.
Razza, etnia, movimenti migratori 18 Prof. Stefano Nobile
Le teorie delle migrazioni
• La teoria neoclassica • La nuova economia delle migrazioni
(aumento delle migrazioni anche in corrispondenza con l’aumento del benessere → deprivazione relativa)
• Teoria del mercato duale del lavoro (Piore) secondo cui le migrazioni internazionali sono causate dal fabbisogno di lavoro immigrato espresso dalle economie delle nazioni sviluppate
Prof. Stefano Nobile Razza, etnia, movimenti migratori 19
Le migrazioni nel XX secolo
• Quando i migranti eravamo noi • La nemesi storica del colonialismo (Lanternari, 1991):
nord e sud del mondo si invertono le parti • Le migrazioni del XX secolo hanno trasformato il volto di
molti paesi europei e si possono distinguere alcune fasi: – primi due decenni del secondo dopoguerra: i paesi mediterranei
prestavano a quelli nord-occidentali manodopera a buon mercato;
– esaurimento del boom economico: rallentamento dell’immigrazione di lavoratori verso l’Europa occidentale;
– caduta del muro di Berlino (1989): nuove migrazioni a seguito dell’apertura delle frontiere fra est e ovest;
– guerra nella ex Jugoslavia: esodo di 5 milioni di rifugiati verso altri paesi europei.
Razza, etnia, movimenti migratori 21 Prof. Stefano Nobile
Le migrazioni oggi
• Le migrazioni dai paesi extracomunitari – L’immigrazione da paesi extra-Ue è oggi una delle questioni più
pressanti dell’agenda politica di molti Stati dell’Unione europea.
– I paesi che hanno aderito agli accordi di Schengen (1985)
consentono il libero ingresso dagli altri paesi firmatari → gli
immigrati irregolari che riescono a entrare in uno qualsiasi dei
paesi aderenti possono poi muoversi senza impedimenti in tutto
lo spazio di Schengen.
– Oggi la maggior parte dei paesi dell’Ue limita fortemente
l’immigrazione legale → gli episodi di immigrazione irregolare
tendono a moltiplicarsi.
• Le migrazioni stagionali: agricoltura e migrazioni del
terziario (turismo)
Razza, etnia, movimenti migratori 22 Prof. Stefano Nobile
Le migrazioni domani
• Le principali tendenze che probabilmente
caratterizzeranno i modelli migratori dei prossimi
anni sono: – accelerazione: aumenta il numero di migranti da un paese
all’altro;
– diversificazione: molti paesi sono destinatari di
un’immigrazione più diversificata che in passato;
– globalizzazione: le migrazioni assumono un carattere
sempre più globale;
– femminilizzazione: aumento dell’emigrazione femminile
legata ai cambiamenti del mercato del lavoro globale.
– Gli eco-profughi o profughi ambientali
Razza, etnia, movimenti migratori 23 Prof. Stefano Nobile
Il recente quadro normativo
italiano sull’immigrazione
• Nel 1990 venne emanata la legge Martelli, che cercava per la prima volta di introdurre una programmazione dei flussi d'ingresso, oltre a costituire una sanatoria per quelli che si trovavano già nel territorio italiano.
• Nel 1991 l'Italia dovette anche confrontarsi con la prima “immigrazione di massa”, dall'Albania, risolta con accordi bilaterali.
• È del 1998 la legge Turco-Napolitano, che cercava di regolamentare ulteriormente i flussi in ingresso, tentando tra l'altro di scoraggiare l'immigrazione clandestina e istituendo, per la prima volta in Italia, i centri di permanenza temporanea per quegli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione".
• La materia fu tuttavia regolamentata nuovamente nel 2002, con la cosiddetta legge Bossi-Fini, che prevede, tra l'altro, anche la possibilità dell'espulsione immediata dei clandestini da parte della forza pubblica.
Razza, etnia, movimenti migratori 25 Prof. Stefano Nobile
Immigrazione ed
emigrazione italiana
• Inizialmente l’immigrazione proveniva da Capo Verde, Filippine, America Latina ed Eritrea, ed era fortemente connotata al femminile
• Nel 2018 gli immigrati regolarmente presenti in Italia sono poco più del’8% della popolazione.
• Sono circa 4 milioni gli italiani emigrati all’estero
Razza, etnia, movimenti migratori 26 Prof. Stefano Nobile
Percentuale di stranieri
residenti in Italia
Prof. Stefano Nobile Razza, etnia, movimenti migratori 27
I comuni italiani con più immigrati:
valori percentuali (Istat, 2018)
Comune Stranieri % Prato 38.199 19,76 Milano 262.521 19,22 Piacenza 19.148 18,58 Brescia 36.354 18,48 Cinisello Balsamo 13.766 18,18 Sesto San Giovanni 14.263 17,44 Parma 32.306 16,51 Bergamo 19.960 16,51 Reggio Emilia 28.242 16,43 Padova 33.555 15,95
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I comuni italiani con più immigrati:
valori assoluti (Istat, 2018)
Comune Stranieri % Roma 385.559 13,42 Milano 262.521 19,22 Torino 133.546 15,13 Firenze 59.992 15,75 Bologna 59.698 15,34 Napoli 58.203 6,02 Genova 55.947 9,64 Prato 38.199 19,76 Brescia 36.354 18,48 Venezia 36.051 13,80
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Top 15 dei paesi con il maggior
numero di immigrati
Posizione Stato Totale % sulla popolazione 1 Stati Uniti 45.785.090 14,3 2 Russia 11.048.000 7,7 3 Germania 9.845.244 11,9 4 Arabia Saudita 9,060,433 25,25 5 Emirati Arabi Uniti 7.826.000 18,76 6 Regno Unito 7.824.000 10,18 7 Francia 7.439.000 8,982 8 Canada 7.284.069 10,79 9 Australia 6.468.640 27,7 10 Spagna 6.466.605 13,87 11 Ucraina 5.258.000 8,2 12 Italia 5.026.153 8,3 13 Pakistan 4.234.000 1,984 14 Kazakistan 3.079.000 16,88 15 Hong Kong 2.999.000 42,59
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Stock migratori 1990-2015
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Saldo migratorio 1962-2012
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Stranieri residenti in Italia ai censimenti 1981,
1991, 2001, 2011 e al 31 dicembre 2012, 2013 e
2014
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210937 356159
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2000000
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1981 1991 2001 2011 2012 2013 2014
Stranieri residenti in Italia secondo le principali
cittadinanze al 31 dicembre 2014
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Espatriati per destinazione e provenienza
europea o extraeuropea - Anni 1869-2014
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20
09
20
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Totale Europa Paesi extraeuropei
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Per approfondire
Allievi, S. (2018). 5 cose che tutti dovremmo sapere sull'immigrazione. Bari-Roma: Laterza.
Allievi, S. (2018). Immigrazione. Cambiare tutto. Bari-Roma: Laterza.
Allievi, S., & Dalla Zuanna, G. (2016). Tutto quello che non vi hanno mai detto sull'immigrazione. Bari-Roma: Laterza.
Barbagli, M. (1998). Immigrazione e reati in Italia. Bologna: Il Mulino.
Barbujani, G. (2006). L'invenzione delle razze. Capire la biodiversità umana. Milano: Bompiani.
Bauman, Z. (2016). Stranieri alle porte. Bari-Roma: Laterza.
Colombo, A., & Sciortino, G. (2004). Gli immigrati in Italia. Bologna: Il Mulino.
Cotesta, V. (1999). Sociologia dei conflitti etnici. Razzismo, immigrazione e società multiculturale. Bari-Roma: Laterza.
Di Cesare, D. (2017). Stranieri residenti. Una filosofia della migrazione. Torino: Bollati Boringhieri.
Eco, U. (2019). Migrazioni e intolleranza. Milano: La Nave di Teseo.
Levi-Strauss, C. (1967). Razza e storia e altri studi antropologia. Torino: Einaudi.
Manconi, L., & Resta, F. (2017). Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della
paura. Milano: Feltrinelli.
Mosse, G. L. (2007). Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto. Bari-Roma: Laterza.
Napoleoni, L. (2017). Mercanti di uomini. Il traffico di ostaggi e migranti che finanzia il jihadismo. Milano: Rizzoli.
Pitrone, M. C., Martire, F., & Fazzi, G. (A cura di). (2012). Come ci vedono e ci raccontano. Rappresentazioni degli
immigrati cinesi a Roma. Milano: Franco Angeli.
Pugliese, E. (2006). L'Italia tra migrazioni internazionali e migrazioni interne. Bologna: Il Mulino.
Rampini, F. (2016). Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite. Mondadori: Milano.
Tomasi, L. (A cura di). (1997). Milano: Franco Angeli.
Zanfrini, L. (2016). Introduzione alla sociologia delle migrazioni. Bari-Roma: Laterza.
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