Raul gabriel topos tomie a cura di paolo bolpagni , interno opt

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RAUL GABRIEL TOPOS-TOMIE IL CORPO DELLA CITTÀ A CURA DI PAOLO BOLPAGNI FONDAZIONE UMBRA PER L'ARCHITETTURA PALAZZO CONESTABILE DELLA STAFFA PIAZZA DANTI, 28 – 06123 PERUGIA CON IL PATROCINIO DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI E DELL'ORDINE DEGLI INGEGNERI DI PERUGIA 6 GIUGNO 2012 / 15 LUGLIO 2012 topos-tomie inside def.indd 1 03/06/12 23:47

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interno catalogo mostra TOPOS TOMIE di Raul Gabriel , a cura di Paolo Bolpagni, all rights reserved.

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RAUL GABRIEL

TOPOS-TOMIE IL CORPO DELLA CITTÀ

A CURA DI PAOLO BOLPAGNI

FONDAZIONE UMBRA PER L'ARCHITETTURA

PALAZZO CONESTABILE DELLA STAFFA

PIAZZA DANTI, 28 – 06123 PERUGIA

CON IL PATROCINIO DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI E DELL'ORDINE DEGLI INGEGNERI DI PERUGIA

6 GIUGNO 2012 / 15 LUGLIO 2012

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Atlanti di anatomia del segno

di Paolo Bolpagni

Raul Gabriel è un artista singolare: come, prima di conoscer-lo, credevo ne esistessero ormai pochi, o non ce ne fossero più. A uno sguardo superficiale potrebbe persino sembrare eclettico, se non dispersivo. Ovvio, non è così, anzi; ma la sua apertura di interessi e la complessità di realizzazioni, a fronte tuttavia di un’assoluta unitarietà dipensiero, fanno sì che il gallerista frettoloso, il modaiolo frequentatore di fiere, l’appassionato nutrito di riviste patinate e fintamente d’avanguardia stentino magari a cogliere subito il cuore della sua essenza creativa. Raul Gabriel possiede una strutturatissima impostazione scientifico-razionale, ma insieme è un fascio ipersensibile di intuito e di esplosività dionisiaca; è un mistico, ma un mistico della corporeità; è nato come musicista nell’ambito della sperimentazione jazz, ma poi ha trovato la propria “casa” nella pittura; e contemporaneamente, in maniera tutt’altro che collaterale, si misura con il video (lo straordinario Xfiction, per esempio), con la performance, con il disegno, con il libro d’artista, con l’architettura, con la progettazione di oggetti liturgici. La sua produzione è un’apoteosi del pensiero umanistico. In quest’epoca di iper-specialismo, di parcellizzazione del sapere e dell’operare, Raul Gabriel è un elemento di contraddizione, una pietra dello scandalo: ci indica che un’altra strada è ancora possibile, anzi, che è necessaria per riprendere la via dell’autenticità.

Raul Gabriel, FIGURE, 2012, resine, grafite e bitume su tela, 150 x 100

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Tempo fa definii “neomedievale” il suo atteggiamento, non certo sulla base di considerazioni stilistiche o tipologiche, né tanto meno con lo scopo di ascriverlo ad anacronistici revival, ma in ragione della costante attenzione dimostrata per la materia, il gesto, il simbolo, che rivestono per lui una precisa significazione, un rimando profondo; mentre oggi mi piace richiamare l’immagine dell’artista-pensatore-scienziato rinascimentale, cui nulla è estraneo. Per Raul Gabriel vale il bellissimo detto “homo sum, humani nihil a me alienum puto” di Terenzio, tanto caro agli umanisti di ieri e di oggi.

L’ispirazione della mostra “TOPOS-TOMIE” è venuta proprio dalla volontà di riacquistare uno sguardo d’insieme, di cogliere la realtà in quanto luogo di reciproche rispondenze e di manifestazione di un senso unitario. Il filo conduttore e il nocciolo del discorso stanno nel segno: segno come fattore generativo del visibile, che costruisce il mondo, gli dà forma, articolazione, consistenza; e segno come facoltà tangibile dell’operare artistico, carisma e vocazione per eccellenza del suo esserci. Raul Gabriel ha cercato di appropriarsene, di assumerne in sé le varie e sfaccettate valenze, quasi di personificare tale concetto, e di palesarlo con la forza di un’intuizione basata sulla lettura comune – attraverso il segno, appunto – di due identità: quella della città e quella dell’organismo umano.

Raul Gabriel, TOPOS, 2012, particolare

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Analizzate, sezionate, anatomizzate, e restituite in una sorta di mappa, di atlante di un’inedita geografia del luogo e del corpo, che vengono così a coincidere: ecco dunque che, nei lavori plastici come nei disegni e nei dipinti (ma anche nei video), le vene e i nervi diventano strade e percorsi, i flussi urbani e le scansioni viarie elementi di un sistema circolato-rio e linfatico, i semafori – presenza ordinaria e inosservata quant’altre mai – gli snodi di una diastole e sistole continue.Una simile prospettiva schiude numerose interpretazioni possibili sulla dimensione fisiologica, quasi ormonale, della città, e al tempo stesso sulla natura architettonica della complessione biologica. Siamo lontanissimi dal Post-Human; al contrario, riconosciamo la tensione d’apertura verso una riunificazione, o fosse pure soltanto un riavvicinamento dei saperi. Raul Gabriel riesce a creare un parallelismo estremamente rivelatore tra anatomia e topografia, tradissezioni e assonometrie, tra edifici e organi del corpo, alla luce del comun denominatore del segno, fattore passepartout e connettore di tutte le arti visive, anzi delle “scienze umane” nella loro totalità. Un segno, lo sottolineo, che non è preso di per sé, quale entità autonoma e incondizionata, bensì nelle sue facoltà costruttive ed espressive insieme.

Raul Gabriel, TOPOGRAPH, 2012, particolare

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Le sintassi dei ritmi, degli addensamenti, delle espansioni, dei frazionamenti, delle linee-forza del tessuto urbano e dell’organismo biologico finiscono quindi per rivelarsi omogenee, ma tale somiglianza non è semplicemente “concettuale”, né limitata al rango di metafora simbolica. È un’attinenza molto più innervata, che interessa la strutturazione delle due dimensioni: una vera questione linguistica trasversale e a tratti intercambiabile, che apre a una visione unitaria dei processi mentali e progettuali.Nell’istante in cui città e corpo si traducono in “scrittura” (gestuale e segnica), automaticamente generano un codice, che si propone alla decodifica. E il meccanismo medesimo di decodifica produce un altro codice, in una concatenazione che, in teoria e in potenza, è infinita.L’identità del reale, nelle TOPOS-TOMIE di Raul Gabriel, si esplica come un costante nascondimento nel momento stesso del palesarsi. Da ciò scaturisce la vitalità dell’inestinguibile ricerca, dell’interrogazione sul senso del nostro vedere, delnostro pensare, del nostro esistere. Paolo Bolpagni

Raul Gabriel, TOPOGRAPH, 2012, particolare

Raul Gabriel, LIMB, 2012, resine, grafite e bitume su carta, 80 x 60

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Raul Gabriel, FIGURE, 2011, resine, grafite e bitume su tela, 150 x 100 Raul Gabriel, TOPOGRAPH, 2012, particolare

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Raul Gabriel, TOPOS 4, 2012, stampa e resine su dbond, 200 x 100

Raul Gabriel, WRITING BLUE, 2012,resine, bitume e grafite su tela, 100 x 100

Le sintassi dei ritmi, degli addensamenti, delle espansioni, dei frazionamenti, delle linee-forza del tessuto urbano e dell’organismo biologico finiscono quindi per rivelarsi omogenee, ma tale somiglianza non è semplicemente “concettuale”, né limitata al rango di metafora simbolica. È un’attinenza molto più innervata, che interessa la strutturazione delle due dimensioni: una vera questione linguistica trasversale e a tratti intercambiabile, che apre a unavisione unitaria dei processi mentali e progettuali.

Paolo Bolpagni

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Raul Gabriel, LIMB, 2012, resine, grafite e bitume su carta, 80 x 60Ra

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Il topos è la somma dei segni possibili che generano un sistema organico, e che ne rappresentano l’anatomia, la struttura, la sua stessa identità. Questa anatomia a sua volta diviene fisiologia del luogo, e la forma si tramuta così in funzione. O viceversa?

Raul Gabriel

Raul Gabriel, TOPOS, 2012

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