RASSEGNA STAMPA - Vitarelax...2016-17 il fatturato e l’EBITDA margin hanno toccato nuovi massimi...

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RASSEGNA STAMPA 14/01/2017 www.cosedicasa.com http://www.cosedicasa.com/divani-quanto-misurano-il-due-o-tre-posti-21683/

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RASSEGNA STAMPA

14/01/2017 www.cosedicasa.com http://www.cosedicasa.com/divani-quanto-misurano-il-due-o-tre-posti-21683/

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Dal sito punto-tessile.net http://punto-tessile.net/divani-letto-vitarelax.html

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Dal sito 4live.it del 17/01/2017 http://www.4live.it/2017/01/presentato-extroverso-il-divano-letto-innovativo- dellazienda-vitarelax/

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Dal sito Adcgroup.it del 17/01/2017 http://www.adcgroup.it/adv-express/news/industry/marketing/publione- partner-di-comunicazione-di.html

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Dal sito Mediakey.tv del 17/01/2017 http://www.mediakey.tv/index.php?id=leggi- news&tx_ttnews%5Btt_news%5D=68635&cHash=2132e3507f971fbf32ed67fc 8217c5a7

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Dal sito materassivallecrosia.com del 17/01/2017 http://www.materassivallecrosia.com/divani-letto-e-poltrone-relax.html

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Dal quotidiano Il Resto del Carlino – ed. Forlì – del 28/01/2017

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Dal quotidiano Romagna Corriere di Forlì e Cesena– del 14/02/2017

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Dal quotidiano Romagna Corriere di Forlì e Cesena del 2/02/2017

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Dal quotidiano Romagna Corriere di Forlì e Cesena del 8/02/2017

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Dal quotidiano Romagna Corriere di Forlì e Cesena del 14/02/2017

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Dal quotidiano La Voce di Romagna del 23/02/2017

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Dalla rivista Cose di Casa di luglio 2017

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Bimestrale Data 12-2017

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Mensile

Data 04-2018 Pagina 244 Foglio 1

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Tiratura: 346.545 Diffusione: 190.593 Pag. 54

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Bimestrale

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MARZO APRILE - 15

COMODITÀ, LUCE, SENSAZIONE DI “CASA”: NELL’ARREDO DEL SALOTTO NON CI SI PUÒ PERMETTERE DI TRASCURARE NULLA, PERCHÉ SONO I DETTAGLI A FARE LA DIFFERENZA

Non è detto che lo sdoppiamento della personalità sia una brutta cosa. Anzi, avere un “bipolare” in salotto in certi casi può risolvere un sacco di problemi, specie se il soggetto in questione è un divano-letto. In fondo, per trasformare una qualsiasi stanza in camera da letto possono bastare un paio di mosse, il tempo necessario per ribaltare il comodo divano su cui la famiglia si gode le serie tv preferite in un giaciglio per la notte destinato all’ospite di turno. Certo, non tutti i divani-letto sono uguali ed è importante scegliere il proprio con attenzione: si punta sul design? Sulla comodità delle imbottiture? O sulla praticità di utilizzo? A seconda della risposta, ci si può orientare su un modello o sull’altro, consapevoli che il divano perfetto forse non esiste, ma coniugare questi pregi è il modo migliore per avvicinarsi alla perfezione. Alcuni possono addirittura essere chiusi con le lenzuola e quindi prestarsi a un utilizzo giornaliero. Insomma, non ci sono dubbi: è lui il “pezzo” più versatile della casa.

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19.8 C sassuolo martedì, 24 aprile 2018 COMUNICA CON NOI *

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Home > Bologna > Itesa Sanpaolo, distretti industriali ancora un modello vincente in Emilia Romagna

Itesa Sanpaolo, distretti industriali ancora un modello vincente in Emilia Romagna 24 aprile 2018

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Il 2017 si chiude in crescita per l’export dei distretti dell’Emilia Romagna con un

+2,7% rispetto all’anno precedente, anche grazie ad un’accelerazione nell’ultimo

trimestre dell’anno (+4,1%). L’incremento annuale è inferiore rispetto al complesso

dei distretti italiani (+5,3%) ed al dato del sistema manifatturiero regionale

(+6,8%).

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Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia

Romagna aggiornato al quarto trimestre 2017 curato dalla Direzione Studi e Ricerche

di Intesa Sanpaolo e presentato oggi a Bologna in un incontro a cui hanno partecipato

Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giovanni Baroni, presidente

Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna Giovanni Foresti e Carla Saruis, della

Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Buono l’andamento dell’export sui mercati maturi (+3,5%) che rappresenta circa i

due terzi del totale distrettuale, con una forte crescita delle vendite in Spagna,

Canada, Francia, Stati Uniti e Giappone. Più lieve la crescita nei nuovi mercati

(+1,2%), trainati da Russia e Cina ma frenati da Polonia e Indonesia. Da sottolineare

la forte riaffermazione del mercato russo dove nel 2017 le esportazioni sono

aumentate del 20,3%, grazie in particolar modo ai distretti delle macchine per

l’imballaggio di Bologna e dell’abbigliamento di Rimini.

Dall’analisi per singolo distretto emerge un quadro positivo: hanno chiuso l’anno in

crescita 14 distretti su 19.

Positivo l’andamento delle piastrelle di Sassuolo che fanno registrare un aumento

delle vendite del 3% grazie alla ripresa del mercato francese e al buon andamento

negli Stati Uniti e in Germania. Complessivamente ottima la situazione del settore

della meccanica. Hanno registrato una crescita quasi tutti i distretti, con performance

brillanti soprattutto delle macchine utensili di Piacenza (+22,3%), delle macchine

agricole di Modena e Reggio Emilia (+10,3%) e una forte ripresa delle macchine per il

legno di Rimini (+15,3%). Bene anche le macchine per l’imballaggio di Bologna

(+3,4%), le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+5%

secondo i dati ACIMAC) e la food machinery di Parma (+1,1%). In leggera flessione i

ciclomotori di Bologna (-1,2%), anche se nel quarto trimestre hanno mostrato una

performance molto positiva.

Luci e ombre nel settore alimentare. Alla crescita di alcuni distretti come il lattiero

caseario di Reggio Emilia (+13,8%) e parmense (+7,8%), i salumi di Parma (+9%) e

l’ortofrutta romagnola (+3,8%), si contrappone il rallentamento dell’alimentare di

Parma (-2,4%) e dei salumi del modenese (-2,1%). È proseguita inoltre la tendenza

negativa per i salumi di Reggio Emilia.

Nel sistema moda si osserva una contrazione nell’export complessivo dei distretti, a

causa dell’andamento della maglieria e abbigliamento di Carpi (-16,4%), mentre

crescono l’abbigliamento di Rimini (+8,9%) e le calzature di San Mauro Pascoli

(+2,5%). Si è poi assistito a un consolidamento della ripresa per l’export dei mobili

imbottiti di Forlì che chiudono il 2017 con un +6,3%.

2017 in crescita per le esportazioni dei poli tecnologici regionali, anche se con

risultati inferiori rispetto alla dinamica nazionale (+7,1% versus +13,6%). Ancora

trainante il polo ICT di Bologna e Modena (+8,8%), che evidenzia un trend di sviluppo

sostenuto sui mercati statunitense e cinese. Brillante il polo Biomedicale di Bologna

(+17,3%) che registra un ottimo andamento su alcuni importanti mercati, in primis

Germania, Francia e Cina, primi tre mercati di riferimento, ma anche Russia e Messico,

e un balzo delle vendite in Ucraina. Nonostante i segnali positivi emersi nell’ultimo

trimestre del 2017 (+8,4%), il polo Biomedicale di Mirandola rimane in territorio

lievemente negativo in chiusura d’anno (-1,6%), con spinte positive da Belgio, Stati

Uniti, Cina, più che compensate da Regno Unito, Olanda e Svezia.

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Nell’ambito di una più generale analisi sui bilanci 2008-16 di 1.400 aziende

appartenenti ai 19 distretti industriali dell’Emilia Romagna (con fatturato complessivo

di 25,3 miliardi di euro), a confronto con quelli delle imprese “non distrettuali”, emerge

l’alta competitività delle aree distrettuali.

I distretti sono i protagonisti della ripresa in corso in Emilia Romagna: nel biennio

2016-17 il fatturato e l’EBITDA margin hanno toccato nuovi massimi storici. Tra il

2008 e il 2017 il fatturato è aumentato del 17,3%, oltre 4 punti percentuali in più

rispetto al totale dei distretti italiani.

Un contributo importante alla crescita è venuto dai mercati esteri, dove le imprese

emiliano romagnole hanno toccato nuovi record storici: nel 2017 le esportazioni

hanno raggiunto quota 13,2 miliardi di euro (poco più del 50% del fatturato totale).

Stati Uniti, Germania, Francia e Cina sono i mercati in cui la crescita dell’export in

valore è stata più elevata. E’ poi alta la capacità di questi territori di creare valore

aggiunto: il surplus commerciale generato dai distretti regionali è salito a 9,3 miliardi di

euro, un terzo circa dell’intero avanzo dell’Emilia Romagna.

“Alla base di questo successo- commenta Giovanni Foresti, della Direzione Studi e

Ricerche di Intesa Sanpaolo – ci sono più fattori: la buona capacità di reazione alla

crisi degli ultimi anni, che ha restituito un tessuto produttivo più forte e competitivo;

una maggiore proiezione internazionale (mercati di sbocco mediamente più lontani di

448 km) accompagnata dalla crescente presenza all’estero con filiali produttive e

commerciali; la diffusione di DOP e IGP nei distretti agro-alimentari; l’elevata intensità

tecnologica dei distretti della meccanica, grazie anche ai forti legami con la filiera ICT di

Bologna e Modena.”

In Emilia Romagna sono molte le aree di eccellenza distrettuale. Ordinando i distretti

industriali oggetto dell’analisi per performance di crescita e reddituale, è possibile

ricavare una classifica dei distretti migliori. I salumi di Parma si collocano al 4° posto in

Italia, mentre 8 distretti dell’Emilia Romagna sono tra i primi 60, su un totale di 153

distretti industriali. Tutte le principali filiere produttive sono rappresentate, anche se

emerge una prevalenza dei distretti dell’agro-alimentare e della metalmeccanica.

Secondo Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo “Più elementi portano a

pensare che i distretti industriali dell’Emilia Romagna possano continuare a essere un

punto di forza dell’economia della regione e dell’Italia. Su tutti lo sviluppo di nuove

imprese “champion” (costituiscono il 15% del totale tra le imprese medio-grandi),

imprese campioni di crescita e redditività che si stanno affermando grazie ad un buon

posizionamento strategico, altamente dinamiche e in grado di garantire un ricambio

generazionale. In evidenza anche le imprese amministrate da giovani (il 7% del

totale) che sono però ancora poche. Altrettanto importante è la nascita e lo sviluppo

di nuove specializzazioni “distrettuali”, come ad esempio la filiera della cosmesi nelle

province di Parma e Bologna, in forte crescita sui mercati esteri”.

Sono 96 le imprese champion distrettuali dell’Emilia Romagna: tra queste spiccano,

GGR (calzaturiero di San Mauro Pascoli), LAMINAM (piastrelle di Sassuolo), Raytec

Vision (food machinery di Parma), Giuseppe Zanotti (calzaturiero di San Mauro

Pascoli), Montrade (macchine per l’imballaggio di Bologna), Marchesini Group

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(macchine per l’imballaggio di Bologna), Prosciutti DOC & G (salumi di Parma),

Ecocap’s (macchine per l’imballaggio di Bologna), MBS (food machinery di Parma),

SYSTEM Group (macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia),

Rondine (piastrelle di Sassuolo), M.T. (macchine per il legno di Rimini), Bardi (food

machinery di Parma), Intec (piastrelle di Sassuolo), Teddy (abbigliamento di Rimini),

Midà (mobili imbottiti di Forlì). Tra le 92 imprese giovanili spiccano All Food (lattiero-

caseario parmense), Cri-Man (macchine agricole di Reggio Emilia e Modena), Grey

Mer (calzature di San Mauro Pascoli), Borelli Cesare (salumi di Parma), Vitarelax

(mobili imbottiti di Forlì), ortofrutta Caligari e Babbi (ortofrutta romagnola),

Covermax (piastrelle di Sassuolo), Lyo Italia (alimentare di Parma).

“Il tessuto produttivo italiano e distrettuale – aggiunge Nocentini – ha però davanti a

sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di «impresa 4.0», che non

vuol dire soltanto acquisti di macchinari, software e formazione, ma anche un diverso

modo di operare in azienda. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere

uno strumento per imparare prima che altrove come si diventa concretamente

«4.0», con un processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle

soluzioni già presenti sul mercato.”

“Questa analisi dimostra come i distretti industriali della nostra regione – sottolinea

Giovanni Baroni, Presidente Piccola industria di Confindustria Emilia-Romagna – siano

portatori del valore del made in Italy nel mondo, grazie a caratteristiche distintive di

qualità e creatività, capacità di adattamento e legame ai territori e ai saperi locali.

Deve certamente crescere in tutte le filiere produttive la consapevolezza

dell’importanza del digitale e della necessità di una crescita dimensionale delle imprese.

Come conferma la nostra recente indagine previsionale, c’è un clima di fiducia positivo

tra le imprese manifatturiere dell’Emilia-Romagna. Le nostre aziende, grazie agli

investimenti realizzati in questi anni per ristrutturare e innovare, hanno l’opportunità di

agganciare la crescita globale. È necessario però che il contesto esterno accompagni

questo sforzo creando le condizioni favorevoli al fare impresa.”

***

foto della presentazione: da sx. Carla Saruis e Giovanni Foresti, Direzione Studi e

Ricerche di Intesa Sanpaolo, Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo,

Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna

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Itesa Sanpaolo, distretti industriali ancora un modello vincente in Emilia Romagna

24 Apr 2018 Scegli Tu! Rimini Piastrelle Divani

Il 2017 si chiude in crescita per l’export dei distretti dell’Emilia Romagna con un +2,7% rispetto all’anno precedente, anche grazie ad un’accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno (+4,1%). L’incremento annuale è inferiore rispetto al complesso dei distretti italiani (+5,3%) ed al dato del sistema manifatturiero regionale (+6,8%).

Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna aggiornato al quarto trimestre 2017 curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e presentato oggi a Bologna in un incontro a cui hanno partecipato Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna Giovanni Foresti e Carla Saruis, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Buono l’andamento dell’export sui mercati maturi (+3,5%) che rappresenta circa i due terzi del totale distrettuale, con una forte crescita delle vendite in Spagna, Canada, Francia, Stati Uniti e Giappone. Più lieve la crescita nei nuovi mercati (+1,2%), trainati da Russia e Cina ma frenati da Polonia e Indonesia. Da sottolineare la forte riaffermazione del mercato russo dove nel 2017 le esportazioni sono aumentate del 20,3%, grazie in particolar

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Foglio 2 / 3 modo ai distretti delle macchine per l’imballaggio di Bologna e dell’abbigliamento di Rimini.

Dall’analisi per singolo distretto emerge un quadro positivo: hanno chiuso l’anno in crescita 14 distretti su 19.

Positivo l’andamento delle piastrelle di Sassuolo che fanno registrare un aumento delle vendite del 3% grazie alla ripresa del mercato francese e al buon andamento negli Stati Uniti e in Germania. Complessivamente ottima la situazione del settore della meccanica. Hanno registrato una crescita quasi tutti i distretti, con performance brillanti soprattutto delle macchine utensili di Piacenza (+22,3%), delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+10,3%) e una forte ripresa delle macchine per il legno di Rimini (+15,3%). Bene anche le macchine per l’imballaggio di Bologna (+3,4%), le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+5% secondo i dati ACIMAC) e la food machinery di Parma (+1,1%). In leggera flessione i ciclomotori di Bologna ( -1,2%), anche se nel quarto trimestre hanno mostrato una performance molto positiva.

Luci e ombre nel settore alimentare. Alla crescita di alcuni distretti come il lattiero caseario di Reggio Emilia (+13,8%) e parmense (+7,8%), i salumi di Parma (+9%) e l’ortofrutta romagnola (+3,8%), si contrappone il rallentamento dell’alimentare di Parma (-2,4%) e dei salumi del modenese (-2,1%). È proseguita inoltre la tendenza negativa per i salumi di Reggio Emilia.

Nel sistema moda si osserva una contrazione nell’export complessivo dei distretti, a causa dell’andamento della maglieria e abbigliamento di Carpi (-16,4%), mentre crescono l’abbigliamento di Rimini (+8,9%) e le calzature di San Mauro Pascoli (+2,5%). Si è poi assistito a un consolidamento della ripresa per l’export dei mobili imbottiti di Forlì che chiudono il 2017 con un +6,3%.

2017 in crescita per le esportazioni dei poli tecnologici regionali, anche se con risultati inferiori rispetto alla dinamica nazionale (+7,1% versus +13,6%). Ancora trainante il polo ICT di Bologna e Modena (+8,8%), che evidenzia un trend di sviluppo sostenuto sui mercati statunitense e cinese. Brillante il polo Biomedicale di Bologna (+17,3%) che registra un ottimo andamento su alcuni importanti mercati, in primis Germania, Francia e Cina, primi tre mercati di riferimento, ma anche Russia e Messico, e un balzo delle vendite in Ucraina. Nonostante i segnali positivi emersi nell’ultimo trimestre del 2017 (+8,4%), il polo Biomedicale di Mirandola rimane in territorio lievemente negativo in chiusura d’anno (-1,6%), con spinte positive da Belgio, Stati Uniti, Cina, più che compensate da Regno Unito, Olanda e Svezia.

***

Nell’ambito di una più generale analisi sui bilanci 2008-16 di 1.400 aziende appartenenti ai 19 distretti industriali dell’Emilia Romagna (con fatturato complessivo di 25,3 miliardi di euro), a confronto con quelli delle imprese “non distrettuali”, emerge l’alta competitività delle aree distrettuali.

I distretti sono i protagonisti della ripresa in corso in Emilia Romagna: nel biennio 2016-17 il fatturato e l’EBITDA margin hanno toccato nuovi massimi storici. Tra il 2008 e il 2017 il fatturato è aumentato del 17,3%, oltre 4 punti percentuali in più rispetto al totale dei distretti italiani.

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“Alla base di questo successo- commenta Giovanni Foresti, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – ci sono più fattori: la buona capacità di reazione alla crisi degli ultimi anni, che ha restituito un tessuto produttivo più forte e competitivo; una maggiore proiezione internazionale (mercati di sbocco mediamente più lontani di 448 km) accompagnata dalla crescente presenza all’estero con filiali produttive e commerciali; la diffusione di DOP e IGP nei distretti agro-alimentari; l’elevata intensità tecnologica dei distretti della meccanica, grazie anche ai forti legami con la filiera ICT di Bologna e Modena.”

In Emilia Romagna sono molte le aree di eccellenza distrettuale. Ordinando i distretti industriali oggetto dell’analisi per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica dei distretti migliori. I salumi di Parma si collocano al 4° posto in Italia, mentre 8 distretti dell’Emilia Romagna sono tra i primi 60, su un totale di 153 distretti industriali. Tutte le principali filiere produttive sono rappresentate, anche se emerge una prevalenza dei distretti dell’agro-alimentare e della metalmeccanica.

Secondo Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo “Più elementi portano a pensare che i distretti industriali dell’Emilia Romagna possano continuare a essere un punto di forza dell’economia della regione e dell’Italia. Su tutti lo sviluppo di nuove imprese “champion” (costituiscono il 15% del totale tra le imprese medio- grandi), imprese campioni di crescita e redditività che si stanno affermando grazie ad un buon posizionamento strategico, altamente dinamiche e in grado di garantire un ricambio generazionale. In evidenza anche le imprese amministrate da giovani (il 7% del totale) che sono però ancora poche. Altrettanto importante è la nascita e lo sviluppo di nuove specializzazioni “distrettuali”, come ad esempio la filiera della cosmesi nelle province di Parma e Bologna, in forte crescita sui mercati esteri”.

Sono 96 le imprese champion distrettuali dell’Emilia Romagna: tra queste spiccano, GGR (calzaturiero di San Mauro Pascoli), LAMINAM (piastrelle di Sassuolo), Raytec Vision (food machinery di Parma), Giuseppe Zanotti (calzaturiero di San Mauro Pascoli), Montrade (macchine per l’imballaggio di Bologna), Marchesini Group (macchine per l’imballaggio di Bologna), Prosciutti DOC & G (salumi di Parma), Ecocap’s (macchine per l’imballaggio di Bologna), MBS (food machinery di Parma), SYSTEM Group (macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia), Rondine (piastrelle di Sassuolo), M.T. (macchine per il legno di Rimini), Bardi (food machinery di Parma), Intec (piastrelle di Sassuolo), Teddy (abbigliamento di Rimini), Midà (mobili imbottiti di Forlì). Tra le 92 imprese giovanili spiccano All Food (lattiero-caseario parmense), Cri-Man (macchine agricole di Reggio Emilia e Modena), Grey Mer (calzature di San Mauro Pascoli), Borelli Cesare (salumi di Parma), Vitarelax (mobili imbottiti di Forlì), ortofrutta Caligari e Babbi (ortofrutta romagnola), Covermax (piastrelle di Sassuolo), Lyo Italia (alimentare di Parma).

“Il tessuto produttivo italiano e distrettuale – aggiunge Nocentini – ha però davanti a sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di «impresa 4.0», che non vuol dire soltanto acquisti di macchinari, software e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere uno strumento per imparare prima che altrove come si diventa concretamente «4.0», con un processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle soluzioni già presenti sul mercato.”

“Questa analisi dimostra come i distretti industriali della nostra regione – sottolinea Giovanni Baroni, Presidente Piccola industria di Confindustria Emilia-Romagna – siano portatori del valore del made in Italy nel mondo, grazie a caratteristiche distintive di qualità e creatività, capacità di adattamento e legame ai territori e ai saperi locali. Deve certamente crescere in tutte le filiere produttive la consapevolezza dell’importanza del digitale e della necessità di una crescita dimensionale delle imprese. Come conferma la nostra recente indagine previsionale,

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c’è un clima di fiducia positivo tra le imprese manifatturiere dell’Emilia-Romagna. Le nostre aziende, grazie agli investimenti realizzati in questi anni per ristrutturare e innovare, hanno l’opportunità di agganciare la crescita globale. È necessario però che il contesto esterno accompagni questo sforzo creando le condizioni favorevoli al fare impresa.”

***

foto della presentazione: da sx. Carla Saruis e Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna

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INTESA SANPAOLO: DISTRETTI INDUSTRIALI ANCORA UN MODELLO VINCENTE IN EMILIA ROMAGNA – La nota stampa

· Prosegue la crescita (+4,1% nel trimestre, +2,7% nel 2017) dei 19 distretti industriali dell’Emilia Romagna

· Sta nascendo un nuovo distretto della cosmesi a Parma e Bologna

· In Emilia Romagna i distretti sono protagonisti della ripresa grazie soprattutto all’export e alla spinta di imprese “champion” vincenti e a guida giovane

· 13,2 miliardi le esportazioni nel 2017 (più del 50% del fatturato complessivo). Stati Uniti, Germania, Francia e Cina i mercati con maggiore crescita dell’export

Bologna, 24 aprile 2018 – Il 2017 si chiude in crescita per l’export dei distretti dell’Emilia Romagna con un +2,7% rispetto all’anno precedente, anche grazie ad un’accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno (+4,1%). L’incremento annuale è inferiore rispetto al complesso dei distretti italiani (+5,3%) ed al dato del sistema manifatturiero regionale (+6,8%).

Sono questi i principali dati che emergono dal Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna aggiornato al quarto trimestre 2017 curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e presentato oggi a

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Bologna in un incontro a cui hanno partecipato Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria Emilia Romagna Giovanni Foresti e Carla Saruis, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Buono l’andamento dell’export sui mercati maturi (+3,5%) che rappresenta circa i due terzi del totale distrettuale, con una forte crescita delle vendite in Spagna, Canada, Francia, Stati Uniti e Giappone. Più lieve la crescita nei nuovi mercati (+1,2%), trainati da Russia e Cina ma frenati da Polonia e Indonesia.

Da sottolineare la forte riaffermazione del mercato russo dove nel 2017 le esportazioni sono aumentate del 20,3%, grazie in particolar modo ai distretti delle macchine per l’imballaggio di Bologna e dell’abbigliamento di Rimini.

Dall’analisi per singolo distretto emerge un quadro positivo: hanno chiuso l’anno in crescita 14 distretti su 19. Positivo l’andamento delle piastrelle di Sassuolo che fanno registrare un aumento delle vendite del 3% grazie alla ripresa del mercato francese e al buon andamento negli Stati Uniti e in Germania.

Complessivamente ottima la situazione del settore della meccanica. Hanno registrato una crescita quasi tutti i distretti, con performance brillanti soprattutto delle macchine utensili di Piacenza (+22,3%), delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+10,3%) e una forte ripresa delle macchine per il legno di Rimini (+15,3%). Bene anche le macchine per l’imballaggio di Bologna (+3,4%), le macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia (+5% secondo i dati ACIMAC) e la food machinery di Parma (+1,1%). In leggera flessione i ciclomotori di Bologna (-1,2%), anche se nel quarto trimestre hanno mostrato una performance molto positiva.

Luci e ombre nel settore alimentare. Alla crescita di alcuni distretti come il lattiero caseario di Reggio Emilia (+13,8%) e parmense (+7,8%), i salumi di Parma (+9%) e l’ortofrutta romagnola (+3,8%), si contrappone il rallentamento dell’alimentare di Parma (-2,4%) e dei salumi del modenese (- 2,1%). È proseguita inoltre la tendenza negativa per i salumi di Reggio Emilia.

Nel sistema moda si osserva una contrazione nell’export complessivo dei distretti, a causa dell’andamento della maglieria e abbigliamento di Carpi (- 16,4%), mentre crescono l’abbigliamento di Rimini (+8,9%) e le calzature di San Mauro Pascoli (+2,5%). Si è poi assistito a un consolidamento della ripresa per l’export dei mobili imbottiti di Forlì che chiudono il 2017 con un +6,3%.

2017 in crescita per le esportazioni dei poli tecnologici regionali, anche se con risultati inferiori rispetto alla dinamica nazionale (+7,1% versus +13,6%). Ancora trainante il polo ICT di Bologna e Modena (+8,8%), che evidenzia un trend di sviluppo sostenuto sui mercati statunitense e cinese.

Brillante il polo Biomedicale di Bologna (+17,3%) che registra un ottimo andamento su alcuni importanti mercati, in primis Germania, Francia e Cina, primi tre mercati di riferimento, ma anche Russia e Messico, e un

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balzo delle vendite in Ucraina. Nonostante i segnali positivi emersi nell’ultimo trimestre del 2017 (+8,4%), il polo Biomedicale di Mirandola rimane in territorio lievemente negativo in chiusura d’anno (-1,6%), con spinte positive da Belgio, Stati Uniti, Cina, più che compensate da Regno Unito, Olanda e Svezia.

– – – – – – – –

Nell’ambito di una più generale analisi sui bilanci 2008-16 di 1.400 aziende appartenenti ai 19 distretti industriali dell’Emilia Romagna (con fatturato complessivo di 25,3 miliardi di euro), a confronto con quelli delle imprese “non distrettuali”, emerge l’alta competitività delle aree distrettuali.

I distretti sono i protagonisti della ripresa in corso in Emilia Romagna: nel biennio 2016-17 il fatturato e l’EBITDA margin hanno toccato nuovi massimi storici. Tra il 2008 e il 2017 il fatturato è aumentato del 17,3%, oltre 4 punti percentuali in più rispetto al totale dei distretti italiani.

Un contributo importante alla crescita è venuto dai mercati esteri, dove le imprese emiliano romagnole hanno toccato nuovi record storici: nel 2017 le esportazioni hanno raggiunto quota 13,2 miliardi di euro (poco più del 50% del fatturato totale). Stati Uniti, Germania, Francia e Cina sono i mercati in cui la crescita dell’export in valore è stata più elevata. E’ poi alta la capacità di questi territori di creare valore aggiunto: il surplus commerciale generato dai distretti regionali è salito a 9,3 miliardi di euro, un terzo circa dell’intero avanzo dell’Emilia Romagna.

“Alla base di questo successo- commenta Giovanni Foresti, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – ci sono più fattori: la buona capacità di reazione alla crisi degli ultimi anni, che ha restituito un tessuto produttivo più forte e competitivo; una maggiore proiezione internazionale (mercati di sbocco mediamente più lontani di 448 km) accompagnata dalla crescente presenza all’estero con filiali produttive e commerciali; la diffusione di DOP e IGP nei distretti agro-alimentari; l’elevata intensità tecnologica dei distretti della meccanica, grazie anche ai forti legami con la filiera ICT di Bologna e Modena.”

In Emilia Romagna sono molte le aree di eccellenza distrettuale. Ordinando i distretti industriali oggetto dell’analisi per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica dei distretti migliori. I salumi di Parma si collocano al 4° posto in Italia, mentre 8 distretti dell’Emilia Romagna sono tra i primi 60, su un totale di 153 distretti industriali. Tutte le principali filiere produttive sono rappresentate, anche se emerge una prevalenza dei distretti dell’agro- alimentare e della metalmeccanica.

Secondo Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo “Più elementi portano a pensare che i distretti industriali dell’Emilia Romagna possano continuare a essere un punto di forza dell’economia della regione e dell’Italia. Su tutti lo sviluppo di nuove imprese “champion” (costituiscono il 15% del totale tra le imprese medio-grandi), imprese campioni di crescita e redditività che si stanno affermando grazie ad un buon posizionamento strategico, altamente dinamiche e in grado di garantire un ricambio generazionale. In evidenza anche le imprese amministrate da giovani (il 7% del totale) che sono però ancora poche. Altrettanto importante è la nascita e lo sviluppo di nuove specializzazioni “distrettuali”, come ad esempio la filiera della cosmesi nelle province di Parma e Bologna, in forte crescita sui mercati esteri”.

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Sono 96 le imprese champion distrettuali dell’Emilia Romagna: tra queste

spiccano, GGR (calzaturiero di San Mauro Pascoli), LAMINAM (piastrelle di

Sassuolo), Raytec Vision (food machinery di Parma), Giuseppe Zanotti

(calzaturiero di San Mauro Pascoli), Montrade (macchine per l’imballaggio di Bologna), Marchesini Group (macchine per l’imballaggio di Bologna),

Prosciutti DOC & G (salumi di Parma), Ecocap’s (macchine per l’imballaggio di Bologna), MBS (food machinery di Parma), SYSTEM Group (macchine

per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia), Rondine (piastrelle di

Sassuolo), M.T. (macchine per il legno di Rimini), Bardi (food machinery di

Parma), Intec (piastrelle di Sassuolo), Teddy (abbigliamento di Rimini),

Midà (mobili imbottiti di Forlì). Tra le 92 imprese giovanili spiccano All

Food (lattiero-caseario parmense), Cri-Man (macchine agricole di Reggio

Emilia e Modena), Grey Mer (calzature di San Mauro Pascoli), Borelli Cesare

(salumi di Parma), Vitarelax (mobili imbottiti di Forlì), ortofrutta Caligari e

Babbi (ortofrutta romagnola), Covermax (piastrelle di Sassuolo), Lyo Italia

(alimentare di Parma).

“Il tessuto produttivo italiano e distrettuale – aggiunge Nocentini – ha

però davanti a sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di

«impresa 4.0», che non vuol dire soltanto acquisti di macchinari, software

e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La

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soluzioni già presenti sul mercato.”

“Questa analisi dimostra come i distretti industriali della nostra regione – sottolinea Giovanni Baroni, Presidente Piccola industria di Confindustria

Emilia-Romagna – siano portatori del valore del made in Italy nel mondo,

grazie a caratteristiche distintive di qualità e creatività, capacità di

adattamento e legame ai territori e ai saperi locali. Deve certamente

crescere in tutte le filiere produttive la consapevolezza dell’importanza del

digitale e della necessità di una crescita dimensionale delle imprese. Come

conferma la nostra recente indagine previsionale, c’è un clima di fiducia

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Parma), Intec (piastrelle di Sassuolo), Teddy (abbigliamento di Rimini),

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e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La

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processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle

soluzioni già presenti sul mercato.”

“Questa analisi dimostra come i distretti industriali della nostra regione – sottolinea Giovanni Baroni, Presidente Piccola industria di Confindustria

Emilia-Romagna – siano portatori del valore del made in Italy nel mondo,

grazie a caratteristiche distintive di qualità e creatività, capacità di

adattamento e legame ai territori e ai saperi locali. Deve certamente

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digitale e della necessità di una crescita dimensionale delle imprese. Come

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positivo tra le imprese manifatturiere dell’Emilia-Romagna. Le nostre

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