RASSEGNA STAMPA · nell’isola per il corso ECM rivolto a medici, psicologi, infermieri e...

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SKY TG 24

17 dicembre 2016

Migranti, Lampedusa esempio di sanità di frontiera

Lampedusa da anni ormai è simbolo di salvataggi in mare e accoglienza di migranti, dietro ogni

operazione di soccorso c'è una macchina organizzativa e umana collaudata che funziona alla

perfezione permettendo di salvare e assistere migliaia di persone. per questo proprio l'isola siciliana

è stata scelta per il primo corso di formazione per medici di frontiera organizzato dall'osservatorio

internazionale della salute

http://video.sky.it/news/cronaca/migranti-lampedusa-esempio-di-sanita-di-

frontiera/v316415.vid

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TG5

15 dicembre 2016

https://www.youtube.com/watch?v=4cI5S_ECFNw&feature=youtu.be

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Radio 24 – La Zanzara

12 dicembre 2016

https://www.youtube.com/watch?v=_6rS8stZOUQ&feature=youtu.be

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Quotidiano di Sicilia

20 dicembre 2016

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Quotidiano Sanità

19 dicembre 2016

Salute e Migrazione. “Curare le persone oltre i

confini”. Medici ed esperti a confronto a

Lampedusa

Pietro Bartolo, OMS, Medici Senza Frontiere, ISS, Emergency, ASP6 di Palermo, Regione Sicilia, UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP, Save the Children e tutti gli esponenti delle principali realtà impegnate sul tema delle migrazioni riunite nell’isola per il corso ECM rivolto a medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali provenienti da tutta Italia

19 DIC - È il confronto il dato più importante che emerge sui temi della salute e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto “Sanità di Frontiera”, il primo corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini”, accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della Salute (OIS) grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso, appena conclusosi, si è svolto a Lampedusa dal 12 al 16 dicembre dopo essere stato avviato con un caloroso saluto di benvenuto del sindaco Giusi Nicolini. Un confronto tra i massimi rappresentati di tutte le realtà impegnate sui temi

della migrazione e un confronto, ricco e stimolante, tra gli oltre 30 professionisti sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da più parti d’Italia. Pediatri di Roma, infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province siciliane e molte altre figure già impegnate tutti i giorni nell’assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a questo settore con un bagaglio di conoscenze adeguato.

A tenere i corsi, docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo della medicina, della

psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da Pietro Bartolo, Dirigente Medico

Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e

OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere,

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Emergency, ASP6 di Palermo, Francesco Bongiorno (Consulente Assessorato Salute Regione Sicilia),

Mario Palermo (Direttore Servizio Igiene Pubblica e Rischi Ambientali - Dipartimento per le Attività

Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico - Regione Sicilia), UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM

(Società Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP e Save the Children. Responsabile Scientifico del

corso è il Dottor Maurizio Lopalco, direttore sanitario del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo

(C.A.R.A.) di Castelnuovo di Porto.

"Medici, docenti e discenti, - si legge in una nota - si sono confrontati scambiandosi esperienze,

competenze e best practice sul tema dell’immigrazione. A corredare il corso, della durata di 5 giorni,

anche visite alle strutture di accoglienza dell’isola, al poliambulatorio di Lampedusa diretto dal dottor

Bartolo, al Centro di Primo Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina Militare e della

Capitaneria di Porto, assistendo anche faccia a faccia all’ennesimo sbarco dopo una traversata nel

Mediterraneo che, seppur in pieno dicembre, non smette mai di mettere a rischio la vita e l’incolumità di

migliaia di uomini, donne e bambini. In alcune delle giornate di corso, docenti e discenti si confrontano

con casi clinici e con role playing sulle tematiche trattate nella giornata".

Ma all’apertura del corso a Lampedusa è stato annunciato che il progetto “Sanità di Frontiera” non si

esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno replicati durante il 2017, si articolerà in altre tre fasi:

- L’istituzione di un’alta scuola di formazione per medici, dipendenti ASL e organizzazioni del settore,

anche grazie al supporto del medico simbolo di Lampedusa Pietro Bartolo, protagonista del film

documentario “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi, Orso d’oro al festival di Berlino e recentissimo

vincitore dell’EFA (European Film Award) come miglior documentario.

- La realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari relativi ai

migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici

siano sempre informati sul loro stato di salute e sulle vaccinazioni già fatte;

- La creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a misura di

bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere serenamente la loro infanzia, oltre che

assistenza sanitaria e psicologica sul campo e mediazione culturale.

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In Salute News

19 dicembre 2016

Curare le persone oltre i confini. Medici ed esperti a confronto a Lampedusa Pietro Bartolo, OMS, Medici Senza Frontiere, ISS, Emergency, ASP6 di

Palermo, Regione Sicilia, UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana

Medicina delle Migrazioni), INMP, Save the Children e tutti gli esponenti delle

principali realtà impegnate sul tema delle migrazioni riunite nell’isola per il corso

ECM rivolto a medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali provenienti da tutta

Italia

Roma, 19 dicembre 2016 – È il confronto il dato più importante che emerge sui temi della salute e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto “Sanità di Frontiera”, il primo corso di Educazione Continua in Medicina “Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini”, accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-

Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della Salute (OIS) grazie al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso, appena conclusosi, si è svolto a Lampedusa dal 12 al 16 dicembre dopo essere stato avviato con un caloroso saluto di benvenuto del sindaco Giusi Nicolini.

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Un confronto tra i massimi rappresentati di tutte le realtà impegnate sui temi della migrazione e un confronto, ricco e stimolante, tra gli oltre 30 professionisti sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da più parti d’Italia. Pediatri di Roma, infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province siciliane e molte altre figure già impegnate tutti i giorni nell’assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a questo settore con un bagaglio di conoscenze adeguato.

A tenere i corsi, docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo della medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da Pietro Bartolo, Dirigente Medico Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere, Emergency, ASP6 di Palermo, Francesco Bongiorno (Consulente Assessorato Salute Regione Sicilia), Mario Palermo (Direttore Servizio Igiene Pubblica e Rischi Ambientali – Dipartimento per le Attività

Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico – Regione Sicilia), UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), INMP e Save the Children (in allegato il programma completo). Responsabile Scientifico del corso è il Dottor Maurizio Lopalco, direttore sanitario del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo

(C.A.R.A.) di Castelnuovo di Porto.

Medici, docenti e discenti, si sono confrontati scambiandosi esperienze, competenze e best practice sul tema dell’immigrazione. A corredare il corso, della durata di 5 giorni, anche visite alle strutture di accoglienza dell’isola, al poliambulatorio di Lampedusa diretto dal dott. Bartolo, al Centro di Primo Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina Militare e della Capitaneria di Porto, assistendo anche faccia a faccia all’ennesimo sbarco dopo una traversata nel Mediterraneo che, seppur in pieno dicembre, non smette mai di mettere a rischio la vita e l’incolumità di migliaia di uomini, donne e bambini. In alcune delle giornate di corso, docenti e discenti si confrontano con casi clinici e con role playing sulle tematiche trattate nella giornata.

Il corso, gratuito per tutti i discenti e aperto a medici di tutte le discipline, infermieri e psicologi, è accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e permette ai partecipanti di conseguire un totale di 50,5 ECM per il

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personale sanitario suddiviso in due eventi formativi: il primo (n. 177266), della durata totale di 14 ore (svoltosi dal 12 al 13 dicembre) valeva 19 crediti ECM; il secondo evento (n. 177278), della durata di 21 ore totali (dal 14 al 16 dicembre) valeva 31,5 crediti.

Ma all’apertura del corso a Lampedusa è stato annunciato che il progetto “Sanità di Frontiera” non si esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno replicati durante il 2017, si articolerà in altre tre fasi:

L’istituzione di un’alta scuola di formazione per medici, dipendenti ASL e

organizzazioni del settore, anche grazie al supporto del medico simbolo di

Lampedusa Pietro Bartolo, protagonista del film documentario “Fuocoammare” di

Gianfranco Rosi, Orso d’oro al festival di Berlino e recentissimo vincitore dell’EFA

(European Film Award) come miglior documentario.

La realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati

sanitari relativi ai migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto,

in modo tale che anche altri medici siano sempre informati sul loro stato di salute e

sulle vaccinazioni già fatte.

La creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a

misura di bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere

serenamente la loro infanzia, oltre che assistenza sanitaria e psicologica sul campo e

mediazione culturale.

Le varie fasi del corso sono state documentate da un’equipe video per realizzare un docufilm e un video-corso ECM FAD a disposizione di tutti i medici sensibili al tema delle migrazioni e interessati a compiere un percorso di formazione e informazione.

Nel caso di medici disposti a dare un contributo direttamente sul campo, è possibile scrivere a [email protected] oppure compilare la scheda per diventare volontari da inviare allo stesso indirizzo. A partire dall’anno 2017, verranno organizzati altri corsi di cui sarà data comunicazione sul sito www.sanitadifrontiera.it

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Agi

19 dicembre 2016

Migranti: sanita' di frontiera a Lampedusa, "Cura senza confini" =

Migranti: sanita' di frontiera a Lampedusa, "Cura senza confini" = (AGI) - Palermo, 19 dic. - Medici ed esperti a

confronto a Lampedusa. L'imperativo: "Curare le persone oltre i confini". E' il confronto il dato piu' importante

che emerge sui temi della salute e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto "Sanita' di

Frontiera", il primo corso di Educazione continua in medicina "Salute e migrazione: curare le persone oltre i

confini", promosso dall'Osservatorio internazionale della salute. Il corso si e' svolto a Lampedusa. Un confronto

tra i massimi rappresentati di tutte le realta' impegnate sui temi della migrazione e un confronto, ricco e

stimolante, tra gli oltre 30 professionisti sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da

piu' parti d'Italia. Pediatri di Roma, infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province

siciliane e molte altre figure gia' impegnate tutti i giorni nell'assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a

questo settore con un bagaglio di conoscenze adeguato. A tenere i corsi, docenti provenienti dalle piu' rilevanti

realta' connesse al mondo della medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da

Pietro Bartolo, dirigente medico responsabile del Presidio sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto superiore

di sanita', Oms Organizzazione internazionale per le migrazioni), Marina militare, Medici senza frontiere,

Emergency. Pereviste tre fasi: l'istituzione di un'alta scuola di formazione per medici, dipendenti Asl e

organizzazioni del settore; la realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari

relativi ai migranti con una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici

siano sempre informati sul loro stato di salute e sulle vaccinazioni gia' fatte;la creazione di Child Friendly Spaces

a Lampedusa e a Roma per ricreare spazi a misura di bambino, prevedendo assistenza sanitaria e psicologica sul

campo e mediazione culturale. (AGI)

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Askanews

19 dicembre 2016

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e migrazione'

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e migrazione' Promosso da Ois grazie a

Consulcesi. Bartolo fra i docenti Roma, 19 dic. (askanews) - È il confronto il dato più importante che emerge sui

temi della salute e delle migrazioni e che ha dato grande valore e risalto al progetto "Sanità di Frontiera", il primo

corso di Educazione Continua in Medicina "Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini", accreditato dal

Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e promosso dall'Osservatorio Internazionale della Salute (OIS) grazie

al sostegno di Consulcesi Onlus. Il corso, appena conclusosi, si è svolto a Lampedusa dal 12 al 16 dicembre dopo

essere stato avviato con un caloroso saluto di benvenuto del sindaco Giusi Nicolini. Un confronto tra i massimi

rappresentati di tutte le realtà impegnate sui temi della migrazione e un confronto tra gli oltre 30 professionisti

sanitari (medici, psicologi, infermieri e assistenti sociali) provenienti da più parti d'Italia. Pediatri di Roma,

infettivologi di Varese, internisti di Como, infermieri delle altre province siciliane e molte altre figure già

impegnate tutti i giorni nell'assistenza ai migranti o desiderose di avvicinarsi a questo settore con un bagaglio di

conoscenze adeguato. A tenere i corsi, docenti provenienti dalle più rilevanti realtà connesse al mondo della

medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni: da Pietro Bartolo, Dirigente Medico

Responsabile del Presidio Sanitario di Lampedusa ad esperti di Istituto Superiore di Sanità, OMS e OIM

(Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), Marina Militare, MSF-Medici Senza Frontiere, Emergency,

ASP6 di Palermo, Francesco Bongiorno (Consulente Assessorato Salute Regione Sicilia), Mario Palermo

(Direttore Servizio Igiene Pubblica e Rischi Ambientali - Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio

Epidemiologico - Regione Sicilia), UNHCR, Croce Rossa Italiana, SIMM (Società Italiana Medicina delle

Migrazioni), INMP e Save the Children (in allegato il programma completo). Responsabile Scientifico del corso è

il Dottor Maurizio Lopalco, direttore sanitario del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (C.A.R.A.) di

Castelnuovo di Porto. (segue) Cro/Mpd 20161219T145519Z

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Askanews

19 dicembre 2016

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e... -2-

A Lampedusa corso Ecm 'Sanità di frontiera: salute e... -2- Roma, 19 dic. (askanews) - Medici, docenti e discenti,

si sono confrontati scambiandosi esperienze, competenze e best practice sul tema dell'immigrazione. A corredare

il corso, della durata di 5 giorni, anche visite alle strutture di accoglienza dell'isola, al poliambulatorio di

Lampedusa diretto dal dottor Bartolo, al Centro di Primo Soccorso Accoglienza CPSA e alle navi della Marina

Militare e della Capitaneria di Porto, assistendo anche faccia a faccia all'ennesimo sbarco dopo una traversata nel

Mediterraneo che, seppur in pieno dicembre, non smette mai di mettere a rischio la vita e l'incolumità di migliaia

di uomini, donne e bambini. In alcune delle giornate di corso, docenti e discenti si confrontano con casi clinici e

con role playing sulle tematiche trattate nella giornata. Il corso, gratuito per tutti i discenti e aperto a medici di

tutte le discipline, infermieri e psicologi, è accreditato dal Provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e permette ai

partecipanti di conseguire un totale di 50,5 ECM per il personale sanitario suddiviso in due eventi formativi: il

primo (n. 177266), della durata totale di 14 ore (svoltosi dal 12 al 13 dicembre) valeva 19 crediti ECM; il secondo

evento (n. 177278), della durata di 21 ore totali (dal 14 al 16 dicembre) valeva 31,5 crediti. Cro/Mpd

20161219T145532Z

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La Presse

19 dicembre 2016

Migranti, al via corso per il personale sanitario a Lampedusa

Migranti, al via corso per il personale sanitario a Lampedusa Lampedusa, 19 dic. (LaPresse) - Pietro Bartolo, il

medico di Lampedusa protagonista di Fuocoammare, ha dato il via al progetto 'Sanità di frontiera', il primo corso

di Educazione Continua in Medicina 'Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini', accreditato dal

Provider Ecm 2506 Sanità in-Formazione e promosso dall’Osservatorio Internazionale della Salute grazie al

sostegno di Consulcesi Onlus. Insieme a Oms, Medici Senza Frontiere, Iss, Emergency, Asp6 di Palermo,

Regione Sicilia, Unhcr, Croce Rossa Italiana, Simm (Società Italiana Medicina delle Migrazioni), Inmp, Save the

Children, Marina Militare, Guardia Costiera e tanti altri esponenti delle maggiori realtà impegnate per i migranti

riuniti a Lampedusa fino a venerdì scorso (16 dicembre 2016) con oltre 30 medici, psicologi, infermieri, mediatori

culturali e assistenti sociali per il progetto di formazione e scambio di best practice.

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Italpress

19 dicembre 2016

IMMIGRAZIONE: LAMPEDUSA, BARTOLO AVVIA PROGETTO "SANITÀ DI FRONTIERA"

IMMIGRAZIONE: LAMPEDUSA, BARTOLO AVVIA PROGETTO "SANITÀ DI FRONTIERA"

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) (ITALPRESS) - Pietro BARTOLO, il medico di Lampedusa protagonista di

Fuocoammare, ha dato il via al progetto "Sanita' di frontiera". Per cinque giorni

medici, docenti e allievi si sono confrontati scambiandosi esperienze, competenze e

best practice sul tema dell'immigrazione. Si tratta di un corso di Educazione Continua

in Medicina "Salute e migrazione: curare le persone oltre i confini". Ne seguiranno

altri. A corredare il corso anche visite alle strutture di accoglienza dell'isola, al

poliambulatorio di Lampedusa diretto proprio da BARTOLO, al Centro di Primo

Soccorso Accoglienza Cpsa e alle navi della Marina Militare e della Capitaneria di

Porto, assistendo anche ad uno sbarco dopo una traversata nel Mediterraneo. A tenere

gli incontri docenti provenienti dalle piu' rilevanti realta' connesse al mondo della

medicina, della psicologia e della mediazione culturale delle migrazioni, insieme a

Oms, Medici Senza Frontiere, Iss, Emergency, Asp6 di Palermo, Regione Sicilia,

UNHCR, Croce Rossa Italiana, Simm - Societa' Italiana Medicina delle Migrazioni,

Inmp, Save the Children, Marina Militare, Guardia Costiera e tanti altri esponenti

delle maggiori realta' impegnate per i migranti riuniti a Lampedusa, con oltre 30

medici, psicologi, infermieri, mediatori culturali e assistenti sociali per il progetto di

formazione e scambio di best practice. Il progetto "Sanita' di Frontiera" non si

esaurisce qui. Oltre agli altri corsi che saranno replicati durante il 2017, si articolera'

in altre tre fasi: l'istituzione di un'alta scuola di formazione per medici, dipendenti

Asl e organizzazioni del settore, anche grazie al supporto del medico simbolo di

Lampedusa Pietro BARTOLO, protagonista del film documentario "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi, Orso

d'oro al festival di Berlino e recentissimo vincitore dell'Efa - European Film Award come miglior documentario;

la realizzazione di una piattaforma digitale finalizzata alla condivisione dei dati sanitari relativi ai migranti con

una cartella clinica condivisa, accessibile da remoto, in modo tale che anche altri medici siano sempre informati

sul loro stato di salute e sulle vaccinazioni gia' fatte; la creazione di Child Friendly Spaces a Lampedusa e a Roma

per ricreare spazi a misura di bambino, dove i piccoli migranti possano sentirsi a casa e vivere serenamente la loro

infanzia, oltre che assistenza sanitaria e psicologica sul campo e mediazione culturale. (ITALPRESS). vbo/com

19-Dic-16 16:26 NNNN

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Piazzapulita

14 ottobre 2016

http://www.la7.it/piazzapulita/rivedila7/piazzapulita-puntata-13102016-14-

10-2016-195504

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Tgr Regioni

8 ottobre 2016

http://www.raiplay.it/video/2016/10/TGR-Regioni-e-Ragioni-del-Giubileo-8f425614-a917-42df-96b1-

eb8312c43c4c.html

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Agorà

1 ottobre 2016

http://www.raiplay.it/video/2016/09/Agor224-4a397647-a256-4629-ba7a-

7ce9c96df5c0.html

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La Sicilia

5 ottobre 2016

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Il Fatto Nisseno

4 ottobre 2016

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La Sicilia

4 ottobre 2016

Dramma immigrazione, medico di

Lampedusa incontra eritrea che aveva

salvato

Kibreth era stata creduta morta nella fase del recupero dei corpi. Pietro Bartolo

aveva intuito che era ancora viva. L'incontro a Lampedusa tra lacrime di

commozione

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LAMPEDUSA (Agrigento) - A tre anni di distanza dal naufragio del 3 ottobre 2013 in cui morirono 368 migranti

davanti alle coste di Lampedusa, Pietro Bartolo, il medico del Poliambulatorio dell’isola tra i protagonisti del film

candidato italiano alla selezione per l’Oscar straniero Fuocoammare, ha rivisto Kibreth, una giovane eritrea

creduta morta durante le fasi del recupero dei corpi. Fu proprio Bartolo ad accorgersi che la donna respirava

ancora e a prestarle le prime cure.

Il colloquio si è svolto nell’aeroporto di Lampedusa, dopo il rientro di Bartolo da Milano dove è stato ospite del

programma televisivo di Fabio Fazio «Che tempo che fa». Un lungo abbraccio, accompagnato da lacrime e baci,

ha suggellato il commovente incontro tra la giovane eritrea che adesso aspetta un bambino e il medico che le ha

salvato la vita. «Appena sono atterrato a Lampedusa - ha spiegato - ho saputo della presenza di Kibreth e mi sono

precipitato per poterla incontrare subito. Lei era un numero che le avevano già dato quando la credevano morta,

chiusa dentro un telo di plastica. Oggi invece è una persona viva e vegeta che presto diventerà mamma. Cercherò

di poterle stare vicino ogni volta che potrò».

Insieme a Kibreth in aeroporto c'erano anche alcune persone che stanno portando avanti con Pietro

Bartolo un progetto sanitario di frontiera denominato Ios. La creazione di un Osservatorio internazionale della

salute che metterà i medici che assisteranno gli immigrati nelle condizioni di essere tutti connessi ad un unico

sistema operativo globale per attingere informazioni ma anche per inserirne. Ad accompagnare Kibreth in

aeroporto c'era anche Clementina Montezemolo, psicologa del gruppo Ios e figlia dell’ex presidente della Ferrari,

che seguirà i minori coinvolti nel progetto.

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La Sicilia

1 ottobre 2016

Lampedusa tra dolore e speranza a tre

anni dalla strage

L'abbraccio di sopravvissuti e soccorritori per l’integrazione

Gli abbracci sono di gioia e di dolore. La gioia di rivedere quei volti miracolosamente riaffiorati dal mare, il dolore

del ricordo della tragedia che non li abbandonerà mai. Si confondono le emozioni di sopravvissuti e salvatori, di

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nuovo insieme a Lampedusa per il terzo anniversario del naufragio che si è portato via più di 360 migranti. Una

ventina di loro sono tornati, come per ogni anniversario, sull'isola, per onorare le vittime di quella maledetta

notte e spendere la loro voce a sostegno dell’integrazione. Si sono dati appuntamento davanti al museo

cittadino per commemorare i parenti, gli amici, i compagni di viaggio perduti, in silenzio.

Quasi tutti hanno lasciato l’Italia, hanno trovato una nuova strada. Come Kebrat, che ora vive in Svezia e quella

notte era sul peschereccio di Domenico, a poppa, il lato dei cadaveri. "Sembrava morta - racconta Pietro Bartolo,

il medico che l’ha soccorsa -. Però le ho toccato il polso e mi è sembrato di sentire un battito, poi un altro flebile.

Ho gridato a Domenico che era viva. Lui, con una forza incredibile, l’ha catapultata sulla banchina. Poi la corsa in

ambulatorio, aveva i polmoni pieni di acqua, l’abbiamo rianimata».

Piangono e sorridono i sopravvissuti quando rivedono chi quella notte e nei giorni successivi ha dato loro

conforto. Poi si siedono tra gli studenti, nel cortile del Liceo scientifico Ettore Majorana, per un incontro

organizzato dal Ministero dell’Istruzione. Hanno poca voglia di parlare, spiegano gentilmente di essere provati.

Lanciano, però, con la loro presenza un messaggio di pace. «Qualcuno ha detto che il Mediterraneo è diventato

un campo di sterminio, perché manca un accesso all’Europa via terra - dice Fernando Vasco Chironda del

Comitato 3 Ottobre -. Per questo abbiamo lanciato la campagna per un corridoio umanitario, affinché non si

muoia più in mare».

Qui sono arrivati duecento alunni delle scuole superiori di tutta Italia e Europa. Tra gli insegnanti parla

Piergiorgio Mori, dell’istituto Giorgio Ambrosoli di Roma. «Spesso in un quartiere come Centocelle, dove sorge la

nostra scuola, il migrante viene percepito come minaccia, mentre venendo qui lo studente si accorge che dietro

alla presunta minaccia c'è un essere inerme che rischia la vita per venire in Italia». «Queste persone, quando

affrontano il terribile viaggio per arrivare in Europa - aggiunge Lorenzo Moriconi, maturando dell’Istituto

Commerciale di Terni - sanno a cosa vanno incontro, ma scelgono di farlo perché il gioco vale la candela rispetto

alla vita che hanno nei loro paesi».

A Lampedusa le celebrazioni per la Giornata della Memoria e dell’accoglienza, il 3 ottobre, si intrecciano con il

Prix Italia, che domani accoglierà il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il governatore Rosario Crocetta e i

vertici Rai. Tante le iniziative e i progetti lanciati. Tra questi 'Sanità di frontierà, dell’Osservatorio internazionale

della salute, al quale ha aderito anche Bartolo: medici da tutta Italia arriveranno a dicembre sull'isola per dei

corsi di preparazione alle emergenze in mare

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Sanità Informazione

11 ottobre 2016

Sanità di Frontiera entra nella sua fase operativa. Tre anni dopo la prima grande

strage di migranti a Lampedusa, prende corpo l’iniziativa umanitaria dell’Osservatorio

Internazionale della Salute (OIS) che punta a rafforzare e omologare verso un livello

d’eccellenza la formazione degli operatori sanitari sul tema della salute dei migranti.

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Pilastro del progetto, il Dottor Pietro Bartolo, uno dei medici più operativi negli sviluppi

migratori, divenuto oramai un vero e proprio simbolo per Lampedusa.

«Sanità di Frontiera – spiega il dottor Francesco Paolo Aureli, direttore del progetto –

va a colmare un vuoto esistente nel sistema sanitario italiano che ad oggi è quello

della formazione dei medici, paramedici e degli operatori sanitari che si occupano di

immigrazione. L’idea è nata con il sostengo di Consulcesi Onlus che partirà con un

primo corso di formazione a dicembre 2016. Sanità di Frontiera – prosegue Aureli –

oltre alla componente formativa, andrà a svolgere anche attività per cercare di mettere

in rete i vari operatori del settore, i vari stakeholder che si occupano d’immigrazione sul

territorio nazionale, con l’intento poi di espandere anche a livello europeo. Una

piattaforma tecnologica che possa mettere in collegamento digitale i vari operatori

attraverso una App per smartphone e tablet attraverso una piattaforma online che

possa essere consultata e che metta in collegamento da un lato gli immigrati e,

dall’altro, tutti gli operatori sanitari e gli enti che si occupano di sanità in Italia. Sanità di

Frontiera – conclude – nasce anche per contribuire a migliorare lo stato di salute

psicofisico dei migranti, quindi oltre al loro benessere fisico anche il loro benessere

mentale».

Tutte le fasi del progetto Sanità di Frontiera saranno documentate e disponibili su un

sito web. Il materiale servirà per realizzare un docufilm e un video-corso ECM FAD

destinato a medici interessati ad approfondire il tema dell’immigrazione da un punto di

vista medico e sanitario.

La formazione dei medici rispetto al fenomeno migratorio è un tema caro anche alle

istituzioni, come sottolinea ai microfoni di Sanità di Frontiera il Ministro dell’Interno

Angelino Alfano: «Abbiamo delle eccellenze straordinarie in campo, sia a Lampedusa,

come il dottor Bartolo, ma anche a Agrigento e Palermo e in tutte quelle zone sanitarie

che rappresentano una prima frontiera in queste emergenze». Insomma, per Alfano

finora «i medici italiani hanno risposto alla grande all’emergenza», ma «se c’è da fare

di più si farà di più».

http://www.sanitainformazione.it/salute/immigrazione-sanita-frontiera-piu-formazione-medici-

operatori-sanitari-affrontano-emergenza-alfano-bartolo-aureli/

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Quotidiano Sanità

12 ottobre 2016

Parte da Napoli Sanità di frontiera, progetto

umanitario di Consulcesi per salute dei migranti

Presentato a Napoli il progetto di formazione per i medici che si occupano di assistenza ai migranti. Promosso da Consulcesi onlus coinvolge anche Pietro Bartolo, il medico simbolo di Lampedusa. Direttore scientifico il chirurgo Giuseppe Petrella. Intanto va avanti il recupero di Consulcesi delle borse di studio non pagate ai medici

Parte da Napoli il progetto umanitario “Sanità di Frontiera” per la formazione degli operatori sanitari sul tema della salute dei migranti. L’iniziativa consiste in un percorso di formazione a Lampedusa degli operatori sanitari di tutta Europa centrati sull’assistenza ai migranti e per promuovere lo sviluppo, la diffusione e lo scambio di modelli e strumenti d’intervento innovativi per garantire la salute dei migranti. Il progetto messo in campo da Consulcesi coinvolge anche Pietro Bartolo, il medico simbolo di Lampedusa che avrà il ruolo di docente. Nell’occasione Consulcesi ha consegnato 18 milioni di euro a decine di medici ex specializzandi di Napoli e delle altre province della Campania (anche di Salerno, Caserta, Benevento ed Avellino) per le borse di studio negate dallo Stato tra il 1978 e il 2006. Medici che ora recuperano gli stipendi che lo Stato aveva negato loro durante la scuola di specializzazione. Alla giornata dedicata ai camici bianchi sono intervenuti Silvestro Scotti, Presidente OMCeO di Napoli,Giuseppe Petrella, ordinario Chirurgia generale e Oncologica all’Università “Tor Vergata” e responsabile scientifico del progetto “Sanità di Frontiera” e Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi group. A moderare l’incontro il giornalista David Parenzo. Ed è proprio Scotti ad annunciare anche l’Ordine di Napoli è in prima linea per migliorare l’assistenza ai migranti con la realizzazione di vademecum, con servizi, indirizzi e numeri di telefono dei presidi e dei medici che si occupano della salute di immigrati privi di permesso di soggiorno. Una guida a tutti i servizi sociosanitari della città. “Siamo felici che questa iniziativa sia stata presentata a Napoli – ha dichiarato Scotti - nella nostra città c’è una grande tradizione dell’accoglienza: abbiamo un Ospedale Dei Pellegrini attivo dal 1200 e mi fa piacere annunciare oggi che, nel prossimo bollettino dell’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri, stiamo lanciando un vademecum che contiene una mappatura completa per garantire tutti i servizi sanitari del nostro territorio ai migranti. Il medico ha come vocazione la presa in carico socio-psico-sanitaria di tutti i pazienti, senza distinzioni. Sanità di Frontiera

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è importante per mettere a sistema tutte le iniziative meritorie che ci sono ma che, finora, erano scollegate tra loro”. “Il progetto ‘Sanità di frontiera’ sostenuto da Consulcesi Onlus è stato annunciato lo scorso 3 ottobre a Lampedusa e coinvolge, oltre al medico simbolo dell’isola, Pietro Bartolo, le istituzioni e le principali organizzazioni umanitarie nazionali ed internazionali”, ha spiegato il Petrella. Un tema, quello dell’accoglienza e della tutela della salute dei migranti, centrale anche per l’OMCeO di Napoli. Tra le recenti iniziative del presidente Scotti, infatti, figura già un corso Ecm organizzato coinvolgendo esperti del settore e finalizzato a creare un vero e proprio sportello per raccogliere e coordinare istanze ed iniziative sanitarie per il migrante e favorire attività volte ad incrementare studi e ricerche nel campo della medicina delle migrazioni. “La medicina e la salute degli immigrati – ha aggiunto Petrella - è una sfida che non spaventa i medici italiani, già abituati a tenere in piedi il Ssn per garantire il diritto alla Salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, per tutti gli italiani. A fronte di medici che combattono quotidianamente contro denunce di malpractice (spesso infondate), mancato rispetto degli orari di lavoro imposti della legge, carenze di personale, strutture e apparecchiature inadeguate, la caparbietà di chi non si lascia sopraffare da questa situazione viene, però, sempre premiata”. Emblematico il caso dei medici specialisti a cui l’Italia, in violazione delle regole imposte dall’Ue (direttive comunitarie 75/362 CEE e 82/76/CEE), ha negato il corretto trattamento economico durante la scuola di specializzazione tra il 1978 ed il 2006. Un’ ingiustizia, sanata dall’intervento dei Tribunali che stanno ripristinando quei diritti negati accogliendo i ricorsi presentati attraverso numerose azioni legali. Intanto Consulcesi ha consegnato rimborsi per un valore superiore a 18 milioni di euro a 449 professionisti campani che vanno ad aggiungersi alle migliaia di colleghi di tutta Italia che hanno già visto riconoscere quel diritto negato, riavendo indietro dallo Stato le somme indebitamente negate. Si tratta di cifre imponenti: solo ai medici tutelati da Consulcesi sono stati, ad oggi, riconosciuti oltre 450 milioni di euro con il rischio di un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro che incombe sulle casse dello Stato. Per questo, come anticipato ai microfoni di La7 dal Viceministro all’Economia Enrico Zanetti, “il Governo è intenzionato a trovare una rapida soluzione alla vicenda”. Anche su questo tema è intervenuto il presidente Omceo Scotti: “L’azione istituzionale di Consulcesi in questi anni è stata eccellente anche per fare chiarezza tra le normative europee e la mancata applicazione in Italia. La giornata di oggi è il riconoscimento di un diritto per tanti colleghi che erano stati penalizzati negli anni della scuola di specializzazione”. E verso l’ipotesi di una transazione si sta lavorando anche in Parlamento, dove è iniziato l’esame finale del Ddl 2400, presentato da 21 senatori di schieramenti trasversali: il testo prevede un accordo forfettario transattivo, valido solo per chi avrà fatto ricorso. “Ora che c’è una chiara volontà politica di chiudere la vicenda, invitiamo i medici penalizzati dalla mancata applicazione delle direttive Ue in questione a non perdere questa occasione, scongiurando il rischio di rimanere fuori dai rimborsi”. Così il presidente di Consulcesi Group, Massimo Tortorella: “È dunque fondamentale, per i medici che ancora non l’avessero fatto, presentare ricorso per ottenere il rimborso forfettario previsto dal Ddl. Proprio per questo – conclude il presidente Tortorella – stanno partendo le nostre ultime azioni collettive. La prossima è prevista per il 15 dicembre, con numerosi OMCeO, Enti, Associazioni, Sindacati e Società Scientifiche che hanno convenzionato i loro iscritti”. Ettore Mautone

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Road Tv Italia

11 ottobre 2016

Oggi, 11 ottobre 2016, alle ore 11.30 presso lo Starhotels Terminus di Napoli è stato presentato il progetto umanitario “Sanità di Frontiera”, dedicato alla formazione degli operatori sanitari sul tema della salute dei migranti che coinvolge anche il medico simbolo di Lampedusa, il Dottor Pietro Bartolo

La presentazione del progetto è stata anche un’occasione preziosa per discutere sui diritti dei medici, Consulcesi, infatti, ha consegnato 18 milioni di euro a 449 medici campani ex specializzandi di Napoli e delle altre province della Campania per le borse di studio negate dallo Stato tra il 1978 e il 2006, un diritto che i colleghi del resto d’Italia hanno già ottenuto riavendo indietro le somme che gli erano state negate ingiustamente.

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Sono intervenuti alla presentazione Silvestro Scotti, Presidente OMCeO di Napoli, il professorGiuseppe Petrella, Ordinario Chirurgia Generale e Oncologica Università “Tor Vergata” e responsabile scientifico progetto “Sanità di Frontiera” e Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Group.

Ai nostri microfoni, Massimo Tortella, Presidente del gruppo europeo Consulcesi, e Silvestro Scotti, Presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli. Ecco, nel video, cosa ci hanno detto.

Sanità di frontiera: il progetto di Consulcesi

Ma cosa fa esattamente Consulcesi? Consulcesi lotta al fianco della categoria dei camici bianchida oltre 20 anni, li tutela legalmente soprattutto per quanto riguarda il riconoscimento di diritti e rimborsi agli specialisti ’78/2006. Inoltre, lotta con i medici, anche francesi e inglesi, per il giusto rimborso delle ore di lavoro in più e contro irregolarità bancarie e le accuse di malpractice infondate.

Durante l’evento “Sanità di frontiera”, Consulcesi ha materialmente consegnato assegni di rimborso ai medici a cui sono stati negati i rimborsi durante la loro specializzazione e alcuni di loro hanno deciso di testimoniare la propria storia ai colleghi più giovani.

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Road Tv Italia

11 ottobre 2016

Napoli - Migranti, i medici impegnati

nella "Sanità di Frontiera"

https://www.youtube.com/watch?v=YYk6Oc5hvWY

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Video Informazioni

11 ottobre 2016

“Sanità di frontiera”, il progetto per la salute dei migranti

S’intitola Sanità di frontiera il progetto di formazione degli operatori sanitari di tutta

europa in servizio al centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa presentato

questa mattina a Napoli. 449 i medici di Napoli e delle altre province della campania che

prenderanno parte al progetto, finanziato con 18milioni di euro. All’impegno dei camici

bianchi è stata dedicata questa giornata dedicata allo scambio di modelli e strumenti di

intervento innovativi per garantire la salute dei profughi che arrivano in Italia dopo aver

attraversato il mare con imbarcazioni di fortuna. Intervenuto il medico simbolo dell’isola di

Lampedusa, Pietro Bartolo.

http://www.videoinformazioni.it/?p=11179

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Il Fatto Quotidiano

5 maggio 2016

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Il Mattino

5 maggio 2016

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Vita

5 maggio 2016

Abbattere i muri tra i popoli? Possono farlo i medici

Presentato al ministero della Salute il nuovo progetto di ricerca-

azione dell’Osservatorio Internazionale della Salute (Ois): da

ottobre medici e ricercatori saranno sui luoghi degli sbarchi per

assistere i migranti e mappare in tempo reale le emergenze

sanitarie.

Studiare una metodologia sanitaria globale fornendo un’informazione

corretta sulle patologie della popolazione migrante per

prevenire e mappare potenziali pandemie e ridimensionare le

strumentalizzazioni improprie su ogni allarme socio-sanitario. È quanto si

propone il progetto “Sanità di Frontiera” presentato il 4 maggio al ministero

della Salute. Si tratta di una ricerca-azione che prende spunto dal forte

profilo di impegno sociale emerso dal sondaggio di Ois (Osservatorio

internazionale della salute) sui giovani medici italiani e si sposta sul campo per

stabilire una presenza costante di medici e operatori sanitari in quelle terre

dove i fenomeni migratori sono più importanti.

In un comunicato i rappresentanti di Ois sottolinea come ora «sostenuti dalle

istituzioni italiane e internazionali, dai rappresentanti di categoria e con il

fondamentale contributo di preminenti realtà del terzo settore, la nostra

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attività di ricerca si unisce al servizio sanitario messo a disposizione di chi è

appena giunto ai nostri confini, soprattutto degli “ultimi tra gli ultimi” e cioè

donne e bambini con diagnosi, terapie e servizi vaccinali».

Il progetto, è stato presentato da Ois

alla presenza di Omceo (Ordine Medici

Chirurghi e

Odontoiatri), Fimmg (Federazione

italiana medici di medicina generale)

e Cimo (Sindacato dei medici

ospedalieri). L’esperienza garantirà a

tutti i medici coinvolti, italiani e

stranieri, sotto la guida di esperti e mediatori culturali, un periodo di

formazione Ecm all’altezza delle sfide sociali e demografiche della nostra

società in così rapida trasformazione.

«Dai numeri statistici raccolti dal nostro Osservatorio deve scaturire un’azione

che possa accompagnare l’impegno sociale dei nostri camici bianchi: è

necessario coordinare i medici sul territorio nelle zone di frontiera»,

spiega Giuseppe Petrella, presidente del Comitato Scientifico di Ois. «Ois,

insieme a Consulcesi onlus, sostiene il progetto “Sanità di Frontiera”, che

partirà operativamente a ottobre e che ha già trovato la collaborazione di

diversi Omceo e l’interesse del ministro della Salute Lorenzin e del ministro

dell’Interno Alfano. C’è un dato allarmante: solo quest’anno, 80mila

minorenni sono arrivati in Italia senza genitori. Con i nostri professionisti

andremo a lavorare sul campo e offriremo un primo soccorso e,

successivamente, verranno attivati dei centri specializzati con una rete di

disponibilità in tempo reale».

Inoltre, al progetto arriva da subito il pieno appoggio dell’Amsi,

l’Associazione Medici Stranieri in Italia, come ha detto il presidente Foad

Aodi: «L’Italia, in questo senso, sta dando lezioni di altruismo senza confini a

quell’Europa che invece nel frattempo alza barriere. Noi medici stranieri in

Italia sosteniamo il progetto “Sanità di Frontiera” e siamo pronti a supportarlo

nella fase operativa. I medici per vocazione professionale, da sempre e in

tutto il mondo, sono aperti al dialogo, all’ascolto e alla cura di ogni essere

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umano. Loro più e meglio di altri possono abbattere i muri della diffidenza e

della paura».

Ogni fase del progetto, sin dall’attività preparatoria di questi primi mesi,

sarà documentata da un’equipe video, sarà messa a disposizione su un

apposito sito web e costituirà la documentazione per realizzare un docufilm e

un video-corso Ecm Fad da mettere a disposizione di tutti i medici del

mondo sensibili al tema delle migrazioni e interessati a compiere un

percorso di formazione e di informazione.

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Ansa

4 maggio 2016

MIGRANTI: Al via progetto per formazione medici

(ANSA) - ROMA, 4 MAG - Per aiutare sia i migranti che arrivano nel nostro paese sia i sistemi sanitari dei paesi da cui

provengono, spesso sottodimensionati, arriva il progetto 'Sanità di Frontierà dell'Ois, l'Osservatorio Internazionale sulla

Salute. L'iniziativa è stata presentata oggi a Roma. Il progetto prevede di fare formazione ai medici italiani e stranieri

sulle problematiche sanitarie legate all'immigrazione. «Vogliamo anche, insieme ai ministeri competenti, coordinare la

presenza di personale sanitario presso i centri di accoglienza - ha spiegato Giuseppe Petrella, presidente del comitato

scientifico dell'Ois -, con priorità alle necessità di donne e bambini». L'iniziativa, ha spiegato Petrella, prende spunto da

una ricerca fatta sui medici italiani under 40, da cui è emerso che il 37,7% fa volontariato e l'89% chiede più formazione

su etica e deontologia. «Servono più ponti con i paesi euromediterranei - ha affermato Foad Aodi, presidente

dell'Associazione Medici Strieri in Italia -, serve più aggiornamento per i nostri medici che stanno facendo la lotta contro il

tempo nei paesi come la Libia, lo Yemen o la Siria, servono più delegazioni di medici che vadano nei nostri paesi

d'origine. L'Italia sta facendo un ottimo lavoro, è un esempio per l'Europa, ma può fare ancora di più».

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Dire

4 maggio 2016

Al via il progetto ‘Sanità di frontiera’ per

curare i migranti ROMA – Prende il via il progetto ‘Sanità di frontiera’ che coinvolgerà medici e ricercatori per offrire sostegno sui luoghi di arrivo dei migranti. L’iniziativa, presentata oggi a Roma dall’Ois (Osservatorio internazionale della Salute), si propone nello specifico di studiare una metodologia sanitaria globale “fornendo un’informazione corretta sulle patologie della popolazione migrante per prevenire e mappare potenziali pandemie e ridimensionare le strumentalizzazioni improprie su ogni allarme socio-sanitario”.

L’esperienza, inoltre, garantirà a tutti i medici coinvolti, italiani e stranieri, sotto la guida di esperti e mediatori culturali, un periodo di formazione Ecm all’altezza delle sfide sociali e demografiche della nostra società. “La ricerca-azione, metodologia distintiva di Ois- ha fatto sapere l’Osservatorio- si sposta sul campo per stabilire una presenza costante di medici e operatori sanitari in quelle terre dove i fenomeni migratori sono più importanti. Sostenuti dalle istituzioni italiane e internazionali, dai rappresentanti di categoria e con il fondamentale contributo di preminenti realtà del terzo settore, la nostra attività di ricerca si unisce al servizio sanitario messo a disposizione di chi è appena giunto ai nostri confini, soprattutto degli ‘ultimi tra gli ultimi’ e cioè donne e bambini con diagnosi, terapie e servizi vaccinali”. Ogni fase del progetto, sin dall’attività preparatoria di questi primi mesi, sarà documentata da un’equipe video, sarà messa a disposizione su un apposito sito web e costituirà la documentazione per realizzare un docufilm e un video-corso Ecm Fad da mettere a disposizione di tutti i medici del mondo sensibili al tema delle migrazioni.

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Aboutpharma

4 maggio 2016

Persone e Professioni

Assistenza ai migranti, al via progetto per la formazione dei medici

L'Osservatorio internazionale della salute (Ois) lancia il progetto “Sanità di Frontiera:

altruismo senza confini”. L'obiettivo è un percorso di formazione Ecm sulle patologie più

frequenti nella popolazione migrante “per prevenire e mappare potenziali pandemie”,

ma anche “per ridimensionare le strumentalizzazioni improprie”

Formare e informare sulle patologie della popolazione migrante per prevenire e

mappare potenziali pandemie e

ridimensionare le strumentalizzazioni

improprie su ogni allarme socio-sanitario. È

questo l’obiettivo del progetto “Sanità in

Frontiera: altruismo senza confini”

annunciato oggi a Roma

dall’Osservatorio internazionale della

salute (Ois) nel corso della presentazione

dell’indagine “Chi ci curerà nel 2020?”.

Il progetto – che dovrebbe entrare nel

vivo in autunno – prevede un percorso di formazione Ecm per medici italiani e

stranieri in collaborazione con esperti e mediatori culturali. Ogni fase del progetto,

sin dall’attività preparatoria di questi primi mesi, sarà documentata da un’equipe

video, sarà messa a disposizione online e costituirà la documentazione per

realizzare un docufilm e un video-corso Ecm Fad da mettere a disposizione di tutti i

medici del mondo sensibili al tema delle migrazioni.

Oltre a un’assistenza adeguata per chi arriva in Italia (donne e bambini in

particolare), secondo Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici stranieri in

Italia (Amsi), servono “più ponti con i Paesi del Mediterraneo, ma anche più

aggiornamento per i medici che lottano contro il tempo in Libia, Yemen o Siria, e

servono anche più delegazioni di camici bianchi che vadano nei Paesi di origine

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dei migranti”. L’Italia, commenta Foad Aodi, “sta facendo un ottimo lavoro, è un

esempio per l’Europa, ma può fare ancora di più”.