Rassegna Stampa di Venerdì 30 maggio 2014Il Giornale d'Italia 30/05/2014 DISPERSIONE SCOLASTICA,...
Transcript of Rassegna Stampa di Venerdì 30 maggio 2014Il Giornale d'Italia 30/05/2014 DISPERSIONE SCOLASTICA,...
Rassegna Stampa di Venerdì 30 maggio 2014
SNALS / CONFSAL Il Piccolo 30/05/2014 "GARE PER IL TPL, NESSUN TAGLIO AL PERSONALE"
Roma 30/05/2014 "NO AL CONCORDATO CHE CI AFFAMA" (Rafcav)
Torino Sette (la Stampa) 30/05/2014 FALCONE-BORSELLINO, LA FINALE (M.bo.)
Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 30/05/2014 LE TASSE SI IMPARANO A SCUOLA (F.Milano)
Corriere della Sera 30/05/2014 LEZIONI DI INFORMATICA SIN DALLE ELEMENTARI (M.Gaggi)
la Repubblica 30/05/2014 BASTA UN TEST A VALUTARE SCUOLA E PROF? (C.Augias)
Libero Quotidiano 30/05/2014 "LA SCUOLA NON CONTA". E I FIGLI (DI NAPOLI) NON CI VANNO
Avvenire 30/05/2014 UN NUOVO SLANCIO
Internazionale 05/06/2014 FATTI IL RANKING TUO
il Gazzettino 30/05/2014 SE LO STRANIERO E' NATO QUI
Il Giornale d'Italia 30/05/2014 DISPERSIONE SCOLASTICA, OLTRE OTTANTA DENUNCE
il Mattino 30/05/2014 "SCUOLA INUTILE", DENUNCIATI 82 GENITORI (M.Chiapparino)
il Venerdi' (la Repubblica) 30/05/2014 SALVIAMO LA SCUOLA: 15 MAESTRE PER UN MUSICAL
La Notizia (Giornale.it) 30/05/2014 IL SUD NON FA SCUOLA SOLO SPICCIOLI PER LE AULE (C.Gazzanni)
Secolo d'Italia 30/05/2014 SCUOLA, LA STORIA DELL'ARTE MAI PIU' "CENERENTOLA" TRA LE MATERIE
il Sole 24 Ore 30/05/2014 NEL 2013 LAUREATI PIU' PUNTUALI E INTERNAZIONALI (G.Trovati)
il Sole 24 Ore 30/05/2014 NICOLETTI ELETTO ALLA PRESIDENZA
MF - Milano Finanza 30/05/2014 SPEZIA, 430 MLN DI INVESTIMENTI (N.Capuzzo)
Giorno/Resto/Nazione 30/05/2014 Int. a L.Senn: "OGGI SONO PREPARATISSIMI: UN CAPITALE UMANO DA VALORIZZARE" (P.Degli antoni)
Il Secolo XIX 30/05/2014 "UN'ASSICURAZIONE PER I DIPENDENTI DELL'UNIVERSITA'"
Sette (Corriere della Sera) 30/05/2014 LA GRANDEZZA DEI CERVELLI NASCE DA REGOLE ETERNE
Italia Oggi 30/05/2014 I MINISTRI PROMUOVONO L'EXPO NELLE AMBASCIATE
Libero Quotidiano 30/05/2014 ABILITAZIONE DEI DOCENTI, GIA' 800 I RICORSI AL TAR (P.Maurizio)
la Repubblica - ed. Bari 30/05/2014 TEST DI MEDICINA L'ORA DEI RIPESCATI C'E' L'AMMISSIONE PER 13 STUDENTI (F.Russi)
Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 30/05/2014 IL TEST DI RIFORMISMO E LA SFIDA AI SINDACATI (A.Orioli)
il Sole 24 Ore 30/05/2014 UN CODICE DI CONDOTTA A MIBACT (F.Prisco)
Corriere della Sera 30/05/2014 "ITALIA NUOVA CON LE RIFORME, NON DELUDETECI" (E.Marro)
Corriere della Sera 30/05/2014 "SUL LAVORO E' MEGLIO FARE COMING OUT"
Corriere della Sera 30/05/2014 COSA CHIEDONO I DIPENDENTI ALL'UFFICIO DEL PERSONALE
Corriere della Sera 30/05/2014 OVER 50, ALL'ESTERO PIACCIONO DI PIU' (E.Riboni)
la Repubblica 30/05/2014 SCONTI FISCALI, INCENTIVI E RISPARMI SULL'ENERGIA ECCO GLI AIUTI ALLE AZIENDE (V.Conte)
MF - Milano Finanza 30/05/2014 IL PREMIER SUONA LA CARICA SU UE, COMPETITIVITA' E LAVORO
Italia Oggi 30/05/2014 CHI TACE ACCONSENTE INFATTI CAMUSSO TACE (M.Magno)
il Messaggero 30/05/2014 SQUINZI: "LEGARE I SALARI AI RISULTATI ORA LE RIFORME, NON DELUDETECI" (G.Franzese)
il Messaggero 30/05/2014 IL BONUS IRPEF SPETTA PER MATERNITA' E MALATTIA
L'Unita' 30/05/2014 NAPOLITANO: IL TEMA DELLA SICUREZZA NON E' SUPERATO
il Tempo 30/05/2014 RETRIBUZIONI IN AUMENTO NELLE GRANDI IMPRESE
il Mattino 30/05/2014 A RISCHIO UN "TESORO" DA TRECENTO MILIONI (L.Roano)
Corriere della Sera 30/05/2014 L'ESAME A SE STESSA CHE LA CONSOB NON FA (D.Manca)
Corriere della Sera 30/05/2014 ELIA ALLE FS, QUATTRO DONNE NEL BOARD (A.Baccaro)
Corriere della Sera 30/05/2014 PIU' TASSE SUI FONDI PENSIONE (A.Ducci)
la Stampa 30/05/2014 ALITALIA, OGGI LA LETTERA PER CHIUDERE (A.Barbera)
il Messaggero 30/05/2014 VISCO CONVOCA LE 15 BANCHE SULLE CRITICITA' DEGLI STRESS TEST
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 6
n Sole9]{l mmrn
Commercialisti di Milano nelle quarte e quinte elementari
Le tasse si imparano a scuola Francesca Milano MILANO
La legalità fiscale si impara a scuola. È questo l'obiettivo dell'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano e dell'Associazione italiana dottori commercialisti di Milano, che hanno ideato il progetto «Ti spiego le tasse» che partirà dal prossimo anno scolastico.
Protagonisti saranno gli studenti delle classi quarte e quinte elementari di Milano, che riceveranno la visita di commercialisti volontari ai quali è affidato il compito di spiegare loro cosa sono le tasse e a cosa servono. Per farlo, utilizzeranno il
«decalogo per il piccolo contribuente» e un cartone animato.
Il progetto vede la partecipazione dei commercialisti milanesi: i volontari saranno formati e poi, a coppie, saranno mandati nelle varie scuole elementari. L'iniziativa parte dal capoluogo lombardo ma «immaginiamo -spiega il presidente dell'Odcec di Milano, Alessandro Solidoro - che possa essere esteso alla Lombardia e a tutto il territorio nazionale, con il supporto dell'ufficio scolastico regionale che patrocina l'evento».
Attraverso informazioni semplici, i commercialisti spiegheranno ai bambini il concetto di solidarietà sociale, i servizi pub-
blici di cui i cittadini possono fruire grazie alle tasse, le imposte su casa, consumi e redditi, e il concetto di evasione fiscale.
«È necessario - afferma Lodovi co Gaslini, presidente dell'Aidc di Milano - stimolare nei bambini la riflessione sulla legalità fiscale per aiutarli a prendere coscienza dell'importanza sociale delle tasse».
I commercialisti che daranno la propria disponibilità per partecipare come volontari al progetto dovranno prima frequentare un corso di formazione che sarà organizzato ad hoc proprio per imparare come relazionarsi Iconi bambini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Data 30-05-2014 Pagina 42 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 7
COBBIEBE DELLA SEBA
Visti da lontano
di Massimo Gaggi
Lezioni di informatica sin dalle elementari
utti pazzi per il linguaggio dei programmatori. L'anno . scolastico che si sta chiudendo in America verrà ricordato
come quello del coding craze: migliaia di insegnanti e genitori che si sono all'improvviso convinti della necessità di integrare (spesso fin dalle elementari) gli studi dei loro
figli con i primi rudimenti di computer science: la scrittura dei codici informatici. La materia non è certo nuova, ma fino a un paio d'anni fa il coding era considerata una materia da doposcuola per qualche appassionato, o una specialità da istituti tecnici, come la lavorazione dellegno. Con la moltiplicazione degli smartphone, ormai nelle tasche di quasi tutti i ragazzi di ogni età, l'esplosione dell'universo delle applicazioni e le storie di successo degli ingegneri informatici che fanno fortuna nelle aziende della Silicon Valley e che sono ormai ricercati ovunque, il clima è improvvisamente cambiato. Oltre a genitori e professori, si sono mossi i capi dei distretti scolastici, sollecitati anche da organizzazioni filantropiche come Code.org che promuovono la diffusione della cultUra informatica. Una filantropia del tutto particolare, visto che dietro ci sono i soldi di Bill Gates e Mark Zuckerberg, i fondatori di Microsoft e Facebook.
Così, dallo scorso dicembre ad oggi ben 20 mila insegnanti in America hanno iniziato a inserire nei loro programmi anche lezioni di programmazione: dai primi rudimenti nelle classi elementari, po
Ora nelle scuole americane si impara anche il linguaggio dei computer
co più di piccole varianti dei videogiochi, a qualcosa di più strutturato nei licei. Non stupisce che le lezioni di coding siano ormai diffuse a San Francisco, in tutto il bacino scolastico della Silicon Valley e a Seattle, la città di Microsoft, ma il fenomeno è ormai nazionale: il distretto educativo di Chicago punta a inserire, entro cinque anni, l'insegnamento di computer science come materia obbligatoria per il diploma di maturità in tutti i suoi 187 licei pubblici. E a
New York, dove giorni fa Carmen Farina, la nuova sovrintendente scolastica scelta dal sindaco de Blasio, ha appreso r primi rudimenti di coding da bambini di sette anni che Ibanno pazientemente istruita durante la sua visita a una scuola elementare, quest'anno è partito un programma-pilota: 40 licei nei quali si studiano elementi di scienza dei computer in preparazione delle scelte universitarie. E de Blasio è pronto a investire 670 milioni di dollari in tecnologia per le scuole. In un Paese all'avanguardia nel digitale ma con studenti mediamente scarsi proprio in matematica e scienze, l'enfasi sul coding come chiave di accesso ai lavori della Internet economy è comprensibile: un problema che cominciamo a porci anche nell'Italia dei programmi miIÌisteriaii piuttosto arretrati. Ma ci sono anche esperti che dubitano dell'efficacia di corsi di poche ore che possono dare solo una vaga infarinatura, e, nel caso dei più piccoli, si risolvono in varianti appena più sofisticate dei videogame. L'industria rischia, poi, di pesare troppo sulla definizione dei nuovi programmi scolastici. Ma per molti genitori la suggestione del nuovo è molto forte. Vedere i figli che passano il loro tempo libero giocando con lo smartphone è frustrante. Ma se c'è l'alibi del coding, la coscienza è a posto.
""@massimogaggi © RIPRODUZiONE fIlSEfNf>.TA
Data 30-05-2014 Pagina 59 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 8
la Repubblica Data 30-05-2014 Pagina 32 Foglio 1
Bastauntestavalutarescuolaeprof? Gentile Augias, giorni fa avete pubblicato la lettera di un docente di Cagliari, che si qualifica appartenente al
sindacato Cobas, che ha definito le prove Invalsi una valutazione fatta «conquiz e indovinelli» e «con crocette». L'idea era che queste prove equivalgano ai quiz televisivi. Non è così. Ad esempio, la capacità di lettura viene
valutata su quelle che sono ritenute le competenze di base per capire ciò che si legge. In un Paese in cui più del 50% degli adulti non capisce un testo leggermente più complesso delle comunicazioni quotidiane, mi pare doveroso che la scuola lavori su questo. Non credo che alcuni docenti lo abbiano capito, tantomeno che lo abbiano fatto capire ad alunni e famiglie. Certamente tutto è perfettibile, ma se non accettiamo che i nostri alunni siano valutati anche da componenti esterne alla propria scuola, di fatto ammettiamo di non aver saputo offrire loro quello per cui siamo stati assunti.
a mia opinione di cittadino che rasenta il mondo della scuola grazie ai ragazzi della famiglia, ècheuna prova" og-
ettiva" come quella dei test Invalsi serva, quanto meno, a dare un quadro generale dello stato di salute dell'istruzione. Potrebbe anche servire a valutare singole scuole o docenti, un discorso delicato che forse spiega i timori del prof cagliaritano. Il quale comunque sbaglia a definire «crocette» quelle prove. Mi scrive Roberto Falciani, anch' egli insegnante (Pian di Scò;AR):«ltestvannosicuramentemegliocalibrati-edes., quelli per la 2° elementare sono in genere troppo difficili, soprattuttoper illinguaggio-ma sono assolutamente damantenere! Credo che i sostenitori dell'abolizione abbiano motivi reconditi (e non edificanti) dietro le loro polemiche». Anche il professore Tito Boeri, in un intervento su questo giornale ( 15 maggio scorso) ha espresso l'opinione che i test siano da
;6;f,iibi~ii.1!~lijii;"iF:!!;;J!1.;;!~~iill~ ·r!§!~~[F.;i'!r·~"~:;;~!J!irr~d!J~jj!::-j~~
Simonetta Rossi -Insegnante, Roma
mantenere anche se vanno migliorati: «Una valutazione fatta seriamente ha inevitabilmente dei costi, ma anche grandi benefici per le famiglie e per chi deve gestire risorse limitate nel tentativo di ridurre le criticità del nostro sistema formativo». Aggiungeva Boeri: «Il nostro sistema scolastico permette alle famiglie, soprattutto nelle grandi città, di scegliere la scuola a cui iscrivere i propri figli. Ci sono vincoli in questa scelta, ma molto meno che in altri Paesi, dove l'iscrizione è dettata unicamente dalla residenza. Questa maggiore possibilità di scelta dovrebbe fondarsi su informazioni adeguate sul valore aggiunto offerto dai diversi istituti alla formazione di chi si prepara per il mondo del lavoro. Per questo i test Invalsi dovrebbero essere condotti anche per l'ultimo anno delle scuole superiori,>. Il che potrebbe anche portare a rimediare dove c' è chi fa male questo delicatissimo lavoro.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 9
Data 30-05-2014 Pagina 20 Foglio 1
lo speriamo che me la cavo «La scuola non conta». E i figli (di Napoli) non ci vanno
111111 «Che fa se mio figlio non va a scuola? Andarci non serve a niente». A Napoli 82 genitori di circa 50 ragazzi sono stati denunciati per inosservanza degli obblighi d'istruzione. Quando questa schiera di mamme e papà si sono trovati i carabinieri alla porta, non hanno scapito il motivo della visita dei militari. La risposta di alcuni di loro (<<la scuola non conta») ha tante implicazioni: vuoI dire «non serve a formarsi e a trovare un lavoro», quindi «non è più utile del fare un mestiere qualsiasi, o del non fare niente». Soprattutto, per questi genitori la superfluità della scuola è così ovvia che non si spiegano perché ora sono nei guai con la giustizia.
L'operazione è stata condotta dai carabinieri della compagnia del Vomero e della stazione di Marianella, cioè in un'area tra un ricco quartiere collinare e la periferia nord famosa per "Gomorra" (libro, film e fiction).
Ma la situazione non è diversa in altre zone della città, al centro storico come nei quartieri novecenteschi. Secondo il Censis (2012), a Napoli l'evasione scolastica si attesta a135 per cento' contro la media nazionale del 19.
lo speriamo che me la cavo [web]
«Su cento ragazzi che si iscrivono alla nostra scuola, solo la metà arriva al diploma». Sandra Fogliano insegna matematica all'istituto tecnico industriale Ferraris di Scampia dal 1988. «Molti lasciano perché preferiscono lavorare - continua -, altri inseguono sogni di successo nello sport, c'è chi si sposa. Qualcuno finisce nelle maglie della criminalità». Dina Serino insegna Diritto nello stesso istituto da 18 anni. «Le quattro prime di quest'anno probabilmente saranno accorpate in due seconde l'anno prossimo»' racconta. Il problema dei ragazzi, spesso, sono i genitori. «Li mettiamo al corrente dei problemi - continua Serino - ma non collaborano. Qualche anno fa notai che una stu-dentessa di 14 anni, anziché entrare a scuola, rimaneva fuori. Convocai sua madre. Quando senù cosa avevo da dirle, sbottò: "Solo questo? Chissà cosa mi aspettavo!"».
Perché la scuola è percepita così lontana? «Non ha più potere contrattuale - risponde Massimiliano Virgilio, romanziere napoletano a lungo impegnato nell'associazionismo -. Non offre nulla: ci si passa del tempo, ma non si impara. Se certi genitori di-
cono "meglio lavorare", quasi li capisco». Sembra di rivedere Paolo Villaggio in "lo speriamo che me la cavo" (1992) che va a prendere i suoi studenti nelle botteghe dove lavorano. «Oggi la situazione è peggiorata - ribatte Virgilio -: i tagli alla spesa ci hanno consegnato scuole più deboli rispetto a venti anni fa. Quelle delle periferie sono al collasso».
Il problema non è solo quantitativo, ma qualitativo. «Chi dice che chi va a scuola impara?» chiede GiovanniZoppoli, responsabile di Mammut, centro territoriale di Scampia che si occupa di pedagogia e infanzia. «La dispersione scolastica napoletana ha sue specificità - argomenta - come il rapporto con la popolazione carceraria. Il problema, però, è anche quello che si fa nelle scuole». Cioè? «Il fenomeno N eet (chi non studia e non lavora, ndr) dimostra che la questione non è solo economica. C'è anche disinteresse verso l'istituzione». Mammut promuove forme innovative di didattica: «Quando i ragazzi sono coinvolti dawero, l'apprendimento cresce. Per questo lascerei perdere i soli numeri».
ROBERTO PROCACCINI
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 10
Segreteria Nazionale Agesc Via Aurelia 796 - 00165 Roma
Tel.06/83085331 - Fax 06/83085333 [email protected]; www.agesc.it
Data 30-05-2014 Pagina 23 Foglio 1 /3
Un nuovo slancio Anche l'Agesc era presente con una Secondo l'Agesc quella giornata folta delegazione all'incontro delle in pi'!2za .sar: Pi~tro è un .. scuole paritarie e statali che si è te- forml~a~tI.e mVlt? alla pohuca nuto il 10 maggio in piazza San Pie- perche SI nedushl alla ~cuol~. Per tro con papa Francesco. Abbiamo troppo tempo l educaziOne e tracciato un bilancio dell'iniziativa stata la cenerentola delle con il presidente nazionale Agesc, politiche ital.iane, invece è Roberto Contera. centrale pe~ tI futuro del Paese.
Adesso abbIamo un governo che residente siete rimasti sod- con il presidente Renzi e il disfatti di quella giornata? ministro Giannini sembra voler Certo, siamo rimasti ridare questa centralità. Speriamo
contenti. Era da tempo che si prosegua coerentemente su aspettavamo questo questa strada, affrontando tutti i appuntamento e finalmente è nodi che devono essere risolti e arrivato. C'è stata grande pensiamo che !'incontro con partecipazione, in piazza almeno papa Francesco sia servito a i due terzi delle persone questo scopo. provenivano dalla scuola Papa Francesco ha parlato anche cattolica. E questo è un dato di scuola come luogo di cammi-significativo al quale noi genitori no e di incontro fra le diverse abbiamo contribuito. Siamo componenti. inoltre soddisfatti perché papa Anche in questo caso ha toccato Francesco ha parlato della scuola un tema che noi ri~en.iam~ come luogo di apertura alla fondamentale per tI r~lanCi~ della realtà. Questa è una visione che è sc~ola come fattore .dl cresCita e profondamente in sintonia con la svtIuPI?o de,l Paese: tI patto nostra sensibilità. E il papa lo educa~lvo, l all.ea~za ~h~ d~ve . diceva non alla scuola cattolica esserCi fra famlgha e lsUtuziOm ma a tutta la scuola italiana! H~ scolastiche. Il San~o ?adre ha aggiunto che se la scuola non osservato «La f~mlgha e la scuola apre la mente e il cuore alla non vanno mal cont~apposte! , realtà, allora bisogna cambiare ?ono complementan, e ~unque e impostazione. Una bella sfida per l~portante. che collabonno, nel tutti. nspetto reCiproco». La nostra Qual è il messaggio che viene da presen.za nella scuola cattoli~a quell'incontro? cammma lungo questo tracCiato.
Secondo il Papa la missione della scuola deve essere l'educazione al vero, al bello e al buono. Anche queste sono parole rivolte a tutta la scuola, non solo a quella cattolica. C'è da augurarsi che se ne tenga conto quando si vuole usare la scuola per diffondere impostazioni antropologiche che contraddicono la natura della persona umana. Non siete rimasti delusi dal fatto che il Papa non abbia fatto cenno alla libertà di educazione? Sarebbe ipocrita negare che ci avrebbe fatto piacere un richiamo in tal senso. Il tema però non è stato assente in piazza San Pietro. Il cardinale Bagnasco ha ricordato che «la libertà dei genitori verso i propri figli, rappresenta infatti un diritto sancito dal nostro Paese, ma anche un dovere da garantire e da promuovere da parte dello Stato e dei singoli cittadini». Lo stesso ministro Giannini ha sostenuto che «è un diritto di ciascuno e un dovere per lo Stato» e pertanto «garantirlo a tutti, alle medesime condizioni e senza distinzi oni, è il segno più convincente della libertà di educazione». Il Papa ha fatto un discorso che guarda al futuro, agire nei tempi immediati è compito dei politici.
Mai farsi rubare l'amore per la scuola Anticipiamo l'introduzione del pre- gioo In quello straordinario posidente nazionale Agesc, Roberto meriggio di festa abbiamo aContero, allibro Quando il giorno scoltato le parole di papa Franera una freccia, dedicato all' espe- cesco e la sua testimonianza di rienza ed attività scolastico-edu- profondo amore per la scuola e cativa di Jorge Mario Bergoglio. l'educazione. ComeAssodazione
di genitori, saranno per noi indiuesta pubblicazione ve- menticabili le parole con cui il de la luce mentre tutti Santo Padre ha voluto sottolineare n,?i abbi.amo ancora ne- il ruolo della famiglia (<<il primo
. .gl.l OCchI e r:el ~u?re le nucleo di relazioni») nella scuola ~m~agml e le e~ozl,?m Vissute (<<laprimasodetàcheintegralafam PIazza San PIetro il lO mag- miglia») e i reciprod e indissolu-
bili compiti affidati al rapporto genitori- mondo scolastico. E bene ha fatto l'Agesc a ideare e a progettare la presente pubblicazione, che ricostruisce gli anni trascorsi tra le aule scolastiche dal futuro Papa Bergoglio e la sua testimonianza educativa, ieri in Argentina e oggi come Vescovo di Roma. Quando il giorno era una freccia - titolo ispirato da un'espressione di Jorge Mario Bergoglio in relazione alle sue e-
sperienze studentesche - è un coinvolgente documento che, nella sua prima parte, d porta lungo il percorso scolastico vissuto da papa Francesco e poi, nella seconda, dentro il suo impegno in campo educativo e formativo. Attingendo anche a materiale inedito, l'autore Roberto Alborghetti indaga non solo il rapporto costruito con il mondo della scuola, ma anche e soprattutto le tematiche care al futuro
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 11
papa Francesco, le singolari attività pastorali avviate nell'arcidiocesi di Buenos Aires, la «lezione di vita» di un vescovo che, come successore di Pietro, non smette mai di essere maestro ed educatore. Ci auguriamo che in queste pa-
gine possiamo trovare stimoli, motivazioni e suggestioni per rinnovare il nostro legame con il bene-scuola e per non «lasciarci rubare 1'amore per la scuola». Un impegno, questo, che si fon-
da soprattutto sull' esempio di vita, «una delle dimensioni più belle e profonde dell' educatore», come diceva 1'allora arcivescovo di Buenos Aires. Perché è la testimonianza a consacrare «maestro» un insegnante, un genitore e ogni educatore, e a renderli
Data 30-05-2014 Pagina 23 Foglio 2/3
«compagni di viaggio alla ricerca della verità». Perché è appunto «il testimone che col suo esempio ci sfida, ci incoraggia, ci accompagna, ci lascia camminare, sbagliare e ripetere ancora i nostri errori, perché possiamo crescere».
Roberto Gontero
Nei numeri la realtà della crisi
Negli ultimi anni 25mila alunni in meno. Troppi genitori non ce la fanno più a sostenere i costi
DI SERGIO CICATELLI *
I l sistema nazionale di istruzione comprende attualmente quasi 9 milioni
di alunni, che ogni mattina invadono le aule delle scuole statali e paritarie. Di questi, oltre un milione, cioè quasi il 12%, frequenta scuole paritarie. I dati forniti dal ministero dell'Istruzione per le scuole paritarie sono fermi al 2012-13 e parlano di 13.847 scuole di 0-gni ordine e grado e 1.036.312 alunni. Le scuole paritarie, inoltre, danno lavoro a circa 90.000 docenti. Se per completezza vogliamo considerare l'intero sistema educativo di istruzione e formazione, che comprende anche i percorsi di istruzione e formazione professionale, in cui gli allievi assolvono l' ob-
bligo di istruzione al pari di chi frequenta le scuole secondarie di secondo grado, dobbiamo aggiungere più di 130.000 giovani e almeno 10.000 docenti. Nell'universo delle scuole paritarie i due terzi sono costituiti da scuole cattoliche (9.120 nel 2012-13, secondo le rilevazioni condotte dal Centro Studi per la scuola cattolica), con una distribuzione piuttosto disuguale, che vede di gran lunga prevalere numericamente le scuole dell'infanzia (6.748) sulle primarie (1.126), le secondarie di primo grado (585) e quelle di secondo grado (661). In termini percentuali si deve osservare la diversificata distribuzione delle scuole cattoliche tra quelle paritarie, in quanto sono cattoliche due terzi delle scuole dell'infanzia paritarie, tre quarti delle primarie, 01tre1'85% delle secondarie di primo grado, ma meno del 40% delle secondarie di secondo grado ( dove prevalgono i cosiddetti diplomifici, che non appartengono al mondo delle scuole cattoliche) . Nell'istruzione e formazione professionale la maggioranza assoluta è costituita da enti di
Papa Francesco il10 maggio ha incontrato a Roma il mondo della scuola italiana Anche l'Agesc era presente in Piazza San Pietro con una folta delegazione di studenti e genitori
ispirazione cristiana, che costituiscono circa 1'80% del sistema, ma sono distribuiti in maniera molto disuguale sul territorio nazionale perché il settore è di competenza regionale e alcune amministrazioni regionali hanno deciso di non attivare questi percorsi di studio, nonostante la loro efficacia per un inserimento rapido nel mondo del lavoro. La maggior parte delle scuole cattoliche si trova al nord: il 60% del totale, fatta eccezione per le scuole primarie, che sono quasi il 60% al centrosud. È comunque il nord Italia 1'area in cui le scuole cattoliche godono di migliore salute, pur nel quadro di una situazione critica a livello nazionale. Negli ultimi anni si è dovuto registrare infatti un lento ma costante calo nel numero delle scuole e soprattutto degli alunni, scesi tra il 2009 e il 2013 di circa 25.000 unità: una diminuzione che non è certo attribuibile a motivi demografici. Un ulteriore segnale delle dinamiche in atto nelle scuole cattoliche è la trasformazione delle formule gestionali. Una ricerca condotta lo scorso anno dal Centro Studi per la
scuola cattolica ha mostrato come tra le scuole dell'infanzia le diverse forme di impresa sociale (associazioni, cooperative e fondazioni) siano passate da poco meno del 9% nel 1997-98 a quasi il33%nel 2012-13. Tra le scuole primarie e secondarie la tendenza è analoga ma in proporzioni minori: nello stesso periodo i gestori diversi dalle congregazioni religiose passano dal 17,6% a poco meno del 25%. La situazione della scuola cattolica in Italia può quindi essere descritta sotto il segno della crisi: crisi delle vocazioni, che induce tante congregazioni religiose ad abbandonare il settore; crisi economica, elle sottrae alle scuole cattolid1e tanti alunni le cui famiglie non possono più sostenerne i costi. Purtroppo, i dati che si stanno raccogliendo in queste settimane sull' anno scolastico in corso, e che saranno oggetto del prossimo Rapporto nella seconda metà dell'anno, mostrano un andamento ancora in dedino: chiudono altre scuole e diminuisce ulteriormente il numero degli alunni. * direttore del Centro Studi
per la scuola cattolica
stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 12
Data 30-05-2014 Pagina 23 Foglio 3/3
Europa, Paese che vai «parità» che incontri S
ono passati trent'anni da quando il Parlamento europeo (che domenica ab
biamo rinnovato) votò una risoluzione che impegnava gli Stati membri a sostenere la libertà di scelta delle famiglie in campo educativo. In Europa, a parte che in Grecia e in Scozia, è previsto, secondo forme e criteri diversi da Paese a Paese, il fmanziamento pubblico della scuola non statale. In Italia siamo ancora fermi a una legge che ha sancito nel 2000 la parità giuridica senza dar corso alla parità economica. Vediamo cosa succede negli altri Paesi. In Germania c'è un sistema complesso che comunque ha un atteggiamento paritario nei confronti dell'istruzione. Senza entrare nel merito delle diverse soluzioni, si può dire che le scuole
private hanno le stesse regole di quelle statali e sono in qualche modo sovvenzionate dal governo. Nell'altro paese di lingua tedesca, la vicina Austria, gli stipendi dei docenti delle scuole non statali sono coperti interamente dallo Stato, mentre le spese di funzionamento, costruzione degli edifici e ristrutturazione sono a carico degli enti gestori. Libertà di educazione riconosciuta anche in Francia, paese che ama distinguersi per il culto della laicità. Il riconoscimento del diritto d'insegnamento privato è un «principio fondamentale». Gli insegnanti sono pagati dallo Stato, mentre gli enti locali coprono una parte degli altri costi, permettendo cosÌ ai singoli istituti, perlopiù cattolici, di proporre rette accessibili per i genitori.
In Spagna esistono le scuole concertadas, cioè rette da un accordo fra governo e istituzioni scolastiche. Le concertadas sono gratuite, a esclusione del «bachillerato» (le superiori dai 16 ai 18 anni), che sono a pagamento in quasi tutte le regioni (uniche eccezioni esenti: Baleari, Paese Basco, Navarra). Nel paese iberico ci sono cosÌ 7.537 scuole cattoliche con circa 1.400.000 alunni. Ma il «concerto», ovvero l'accordo economico fra il sistema pubblico e queste strutture, che non è però sufficiente per tutte le spese, serve comunque a pagare i professori e i costi di funzionamento, come il personale non docente, l'acqua o la luce. E non è poca cosa. Isole felici della libertà di educazione in Europa sono da
sempre il Belgio e l'Olanda. Nel primo Paese, notoriamente molto secolarizzato, vige il modello di una scuola privata cattolica ampiamente finanziata dallo Stato. L'Olanda, da parte sua, ha stabilito in leggi e regolamenti le norme e le condizioni cui le scuole devono attenersi perricevere il sussidio statale che le fmanzia al 100%, poiché la scuola deve essere gratuita fino ai 16 anni. Anche nei Paesi dell' ex Europa comunista vige la libertà di educazione. Nella Repubblica Ceca, per esempio, le scuole private possono ricevere sovvenzioni dalle Regioni, mentre quelle fondate dalle Chiese sono finanziate dallo Stato, che ne riconosce il contributo educativo di valore pubblico. Ma forme di finanziamento esistono anche in Slovacchia, Lituania e Polonia.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Settimanale
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 13
Data 05-06-2014
I mlè; ;ti~ [.] ,tj rn Pagina 97 Foglio 1
Scuole Tullio De Mauro -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Fatti il ranldng tuo
1113 maggio l'Unione europea ha presentato Multirank, una nuova classifica mondiale delle università: circa ottocentocinquanta, soprattutto europee (diciassette le italiane), ma anche latino americane e africane. Altre, se vorranno, potranno aggregarsi. Per ora le aree considerate sono fisica, ingegneria meccanica ed elettrica, economia e commercio. Seguiranno dal 2015 informatica, psicologia e medicina. Poi arte e letteratura e scienze umane. La classifica è opera dell'Observatory on academic
ranking and excellence, un consorzio europeo. Le scelte di base furono spiegate l'anno scorso, come qui riferimmo, da Jan Sedlak, presidente del consorzio, e discusse poi in un incontro a Varsavia.
Rispetto ad altri ranking internazionali (Arwu di Shanghai dal 2003, poi le spagnole Webometrics e Scimago, Quacquarelli Symonds e, dal 2009, Thomson Reuters) le maggiori novità sono tre: il grande aumento del numero di università censite; la moltiplicazione dei criteri, estesi dal succes-
so accademico e scientifico dei docenti alle capacità di formazione degli studenti e al rapporto col territorio; la possibilità per l'utente di personalizzare la classifica sulla base di uno o l'altro dei molti criteri utilizzati. In piccola parte Multirank pare avere accolto l'impostazione delle classifiche del Washington Monthly college ranking e del Community college survey of student engagement (Ccsse), che guardano soprattutto alla reale vita di studio e formazione degli studenti .•
"i'l"'P~="'fF i~
~i! - - -- - - -""'" --~ -"'"'"" -- --~ - ~~-~
- - -_ -I- "''''=-- - ~ -- ,=-- "i' ~~~~,.,:;;:;;~.", -=-= - -- = -, ,- =----='''' -- __ '" _ ---=-_.,-, cc
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 14
IL GAZZETTINO Data 30-05-2014 Pagina X Foglio 1 /3
SOCIETÀ Nelle scuole sono sempre di più i figli di extracomunitari vissuti sempre in Italia
Se lo "straniero" è nato qui AlIA media Don MilAni sono il 14% del totale. «La lingua? Non e piu un problema»
IMMI6RAZIUNI:
Irene Bergamin, Andrea Bin, Giacomo Blason Stefano Bullo, Dujgu Jasar, Vici0ria.lannino. classe 3A media Don Milani - Mestre
«Dobbiamo ripensare il concetto di "straniero"».
I compagni stranieri sono una sessantina nella nostra scuola e rappresentano circa il 14% delle iscrizioni totali. C'è ancora il problema della lingua? Come si organizza il loro inseri-mento? Per ca-pirlo abbiamo chiesto aiuto alla professoressa Antonia Patti, che si occupa di tutti gli alunni stranieri che ar-rivano nel no-stro istituto, la media "Don Milani", ed organizza la loro accoglienza, l'iscrizione, i primi contatti. Nel totale delle
presenze c'è un dato da non sottovalutare: dieci sono "stranieri" nati in Italia da genitori di altri Paesi, quindi conoscono benissimo l'italiano. Un fenomeno in aumento. Tanto che all'elementare "Filzi", sempre del nostro Istituto comprensivo, ben 17 bambini su 37 piccoli stranieri sono nati qui. Così come tutti i 15 bambini stranieri iscritti alla scuola dell'infanzia "Mary Poppins". Questi dati, così in crescita man mano che l'età degli alunni scende, ci fanno pensare che c'è da rivedere il concetto stesso di "straniero".
Ma cosa viene fatto per insegnare l'italiano a questi ragazzi? «Ovviamente i bambini nati in Italia da genitori
stranieri non hanno particolari problemi - spiega la professoressa Patti -. Quindi la nostra scuola si impegna ad aiutare in modo particolare i nuovi arrivati, collaborando con il Comune di Venezia. Le fasi sono due: appena arriva un nuovo alunno, la scuola chiede all'Ufficio Immigrazione del Comune l'intervento di un mediatore culturale che conosca la lingua d'origine del nuovo arrivato e lo aiuti a integrarsi e a favorire le comunicazioni scuola-famiglia. Poi ci sono i corsi di italiano organizzati dai "facilitatori linguistici" dei Servizi Educativi del Comune. Tutto si svolge a scuola, preferibilmente nell'orario scolastico, per facilitare la presenza di
ACCOGLIENZA tutti - prosegue la docente -. A parte queste ore, i nuovi stu-
-N-e-c-e-s-s-a-r-I'o-I'-I-d-I'a-I-o-g-o denti frequentano le lezioni normali e i loro compagni di
con le faml'gll'e classe: parlare e giocare con i coetanei è il modo migliore per imparare una lingua».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 15
IL GAZZETTINO
TUTTI I VENERDì
L'appuntamento settimanale con la pagina dei ragazzi Penultimo appuntamento settimanale con la pagina pensata e scritta dai ragazzi delle scuole medie mestrine. "Gazzettino lunior" uscirà ancora venerdi prossimo, in coincidenza con la fine dell'anno scolastico 2013-2014. Ogni pagina presenta una selezione dei tanti articoli scritti nel corso di questi ultimi mesi dagli oltre cento alunni delle quattro scuole medie di Mestre che hanno scelto di partecipare al progetto.
Data 30-05-2014 Pagina X Foglio 2/3
LA TESTIMONIANZA Bogdan è a Mestre da otto anni. Studierà da odontotecnico
« Vogliamo un futuro migliore» Irene Bergamin, Andrea Bin, Giacomo Blason Stefano Bullo, Dujgu lasar,.Victoria. Lannino. classe 3.A. media Don Milani - Mestre
È a Mestre da otto anni, e frequenta la terza media alla "Don Milani". Bogdan (nome di fantasia) è in Italia dal 2006 e da grande vorrebbe fare l'astronauta, ma intanto ha deciso che il prossimo anno studierà per diventare odontotecnico.
«Sono arrivato con la mia famiglia dal Kosovo a 6 anni. Il mio papà era un insegnante e la mia mamma non lavorava -racconta -. È arrivato per primo papà. Solo poi, dopo aver trovato un lavoro e una casa, ha trasferito qui tutta la famiglia.
Ho avuto la fortuna di essere venuto in nave senza problemi. Non come la maggior parte degli immigrati, costretti a viaggiare in piccole barche e in pessime condizioni».
Perchè avete lasciato il vostropaese?
«Per poter avere una vita migliore. Soprattutto per noi tre figli e per il nostro futuro».
Al tuo arrivo avevi delle aspettative particolari?
«Speravo di trovarmi bene e, soprattutto, di conoscere nuove persone e fare amicizie, mentre i miei genitori cercavano un lavoro per vivere meglio».
Come ti trovi adesso in Italia?
«Molto bene. Mi sono orienta-
SPERANZA «Qui in Italia ci troviamo bene -racconta Bogdan -. Ma mi piace tornare a casa»
to subito ed ho tanti amici. Imparare la lingua italiana è stato un po' difficile e anche capire le vostre tradizioni, visto che l'unica usanza in comune è il Natale; ma adesso va bene. A casa però, con i miei, parliamo la nostra lingua».
Hai mantenuto i rapporti con gli amici e i parenti del Kosovo?
«Sì, durante le vacanze estive vado a trovare le mie vecchie compagnie».
Preferiresti fermarti qua o ritornare in Kosovo?
«I miei genitori mi dicono che è meglio stare qui, ma io preferirei tornare perché lì ho tutto: la casa, gli amici, i parenti».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 16
IL GAZZETTINO
Il COMUNE Laboratori e incontri ~azie al Servizio Intercultura"
Sofia Favaro classe 1.F. media Don Milani - Mestre
Il Servizio Immigrazione e Promozione per i Diritti della cittadinanza del Comune di Venezia organizza per gli immigrati varie attività, tra cui il servizio di mediazione - che facilita la comunicazione, la comprensione e la convivenza degli stranieri nel territorio - e i laboratori linguistici fuori dall'orario scolastico che sono aperti a tutti: uomini, donne e ragazzi. E poi c'è l'attività nelle scuole.
Spiega Alessandra Bastasin, del Servizio Immigrazione: «Collaboriamo da sempre con tutte le scuole, non solo con la mediazione e i laboratori, ma anche con interventi per spiegare come funziona il nostro lavoro. Con il "Progetto Intercultura" delle Politiche Educative, promuoviamo, tra il resto, laboratori per aiutare in orario scolastico i ragazzi stranieri a conoscere il territorio e imparare l'italiano. Un lavoro svolto da persone qualificate, i facilitatori linguistici che, per diventar-
lo, frequentano dei corsi specifici». Di cosa altro si occupa il vostro Servizio? «Abbiamo due sportelli aperti al pubblico, uno a Mestre e uno a Venezia, dove informiamo sulle leggi e sulla vita
in Italia e, in particolare, nella nostra città».
© riproduzione riservata
Data 30-05-2014 Pagina X Foglio 3/3
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 17
IL GIORNALE D'ITALIA
Molti genitori hanno precedenti penali
a tolto il coperchio ad un fenomeno diffuso, l'indagine contro la dispersio-
ne scolastica condotta dai Carabinieri della Compagnia Napoli-Vomero e della Stazione di Marianella. I genitori raggiunti dalla denuncia per inosservanza degli obblighi d'iscrizione a scuola dei figli, infatti, sono 82. Il lavoro dei Carabinieri non si è fermato alla denuncia o alla segnalazione del singolo caso di abbandono scolastico, ma di volta in volta le varie situazioni accertate sono state approfondite e vagliate grazie alla preziosa attività dei Comandanti di Stazione, che hanno verificato tutti gli aspetti e i segnali che potevano far presumere stato di abbandono, situazione di degrado o di violenza, facendo scattare l'intervento delle istituzioni preposte per l'adozione di idonee misure
a tutela dei giovani. Secondo quanto emerso dalle indagini dell'Arma, i genitori denunciati hanno un' età media tra i 30 e i 40 anni, e provengono dalle condizioni più variegate e difficili. Addirittura molti di loro, circa la metà, hanno precedenti penali. Sono operai, ambulanti, muratori, disoccupati, casalinghe, collaboratrici domestiche, operaie, in possesso della licenza media. Hanno riferito di avere assecondato la volontà dei figli o ritenuto non utile o importante mandare i figli a studiare per ricevere almeno una cultura di base. La condotta omissiva, prevista dal Codice Penale, è punita con un'ammenda dalla quale deriva anche l'impossibilità di conseguire licenze di pubblica sicurezza (dalla detenzione di armi all' apertura di un esercizio pubblico).
Giorgio Musumeci
Data 30-05-2014 Pagina 10 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 18
Data 30-05-2014
IL~MA.TTINO Pagina 37 Foglio 1
l'evasione scolastica Monitoraggio effettuato dai carabinieri su segnalazione dei presidi in sei istituti della periferia nord
«Scuola inutile», denunciati 82 genitori La metà sono pregiudicati situazioni di forte disagio rilevate durante i controlli
Melina Chiapparino
«Andare a scuola non serve a nulla tanto illavoro non si trova». Le parole di uno degli 82 genitori denunciati dai carabinieri per inosservanza degli obblighi di istruzione per i figli, tracciano i contorni di un fenomeno ancora molto diffuso a Napoli: la dispersione scolastica. Soprattutto, quelle parole rilanciano la necessità di sensibilizzare la popola-zione' specie dei quartieri più disagiati, sull'impor-tanza della scuola e dell' azione preventiva dell' istruzione contro le il-lusioni e ifalsi sogni che of-frono criminalità e vita di strada.
Sono allarmanti i dati raccolti sui minorenni napoletani che invece di seguire le lezioni, rimangono in strada trascorrendo intere mattinate giocando a pallone o girovagando allamercè della manovalanza criminale. Servizi per contrastare la dispersione scolastica realizzati dai carabinieri della Compa-
gniaN apoli -Vomero e dalla Stazione Marianella, il monitor aggio effettuato nell' area compresa tra Scampia, Chiaiano, Piscinola e Marianella ha consentito di individuare 50 minori che avevano abbandonato gli studi. Per la maggior parte, ragazzi tra i 13 e i 16 anni, di entrambi i sessi, iscritti alle scuole medie inferiori i cui presidi, in collaborazione con i servizi sociali, hanno portato avanti sin dall'inizio dell' anno una stretta sinergia con i militari, segnalando costantemente i casi di assenze prolungate o sospette, fino agli episodi più eclatanti.
Gli uomini guidati dal capitano Giovanni Ruggiu hanno monitorato sei scuole in quartieri popolari densamente abitati e con un' alta percentuale di minori, completando le operazioni partite a settembre solo qualche giorno fa. Sottoposte alla specia-le azione preventiva e di controllo: l'istituto comprensivo GiovanniXXI-II Aliotta a Chiaiano, il 43 o circolo didattico San Gaetano di Piscinola, il 71 0 circolo Aganoor- Marconi a Marianella, il 790 circolo didattico N azareth - Musto a Chiaiano, il 420 circo-lo didattico Salve mini a Marianella e l'istituto Virgilio 4 di Scampia. N el-le fasi successive alla segnalazione da parte dei dirigenti scolastici, i comandanti di stazione dei carabinie-ri hanno approfondito ogni singolo caso, verificando le condizioni sociali
e familiari, rilevando spesso situazioni di disagio di vario genere. Solo pochi sono stati i casi di forte degrado, violenza o vero e proprio ab bandono riscontratii nella maggior parte degli episodi di abbandono i militari hanno rilevato condizioni familiari di difficoltà sia economiche che sociali con una percentuale molto alta di genitori pregiudicati (la metà sul totale). Le mamme e i papà denunciati hanno un' età media tra 30 e 40 anni. Le professioni? Operai, ambulanti, muratori, collaboratrici domestiche, il titolo di studio in loro possesso è la licenza media. Quello che però più accumuna i genitori denunciati è il ritenere «inutile mandare i figli a scuola e dunque assecondarne la volontà di non frequentarla». Per questo motivo le operazioni dei carabinieri continueranno' in collaborazione con i presidi di altre scuole e quartieri, affinché l' opera di sensibilizzazione, oltre che di controllo e prevenzione' possa produrre una "svolta" culturale. Non a caso alcune scuole come laBovio-Colletta del quartiere San Lorenzo, dove si eraraggiunto il record del 12 per cento di abbandono delle lezioninell' ultimo anno, hanno attivato progetti personalizzati e uno sportello contro la dispersione.
l' ..... ' ...... "'· Individuati cinquanta adolescenti che hanno abbandonato le lezioni dell'obbligo
ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Settimanale
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 19
SUPPLEMENTO DE
la Repubblica
Tutti i martedì per mesi hanno fatto le prove. Ma per il corpo di ballo,
la recitazione, i costumi e le scenografie hanno usato ore buche, ore libere, si sono ritrovate a casa dell'una o dell'altra, anche nei weekend. 15 maestre della scuola primaria statale Pisa cane di Milano (frequentata da quasi 800 bambini) hanno cominciato a pensarci per scherzo, poi, visto l'entusiasmo della preside, hanno fatto
allegramente sul serio: hanno messo in piedi un musical per finanziare la loro scuola. E hanno scelto Mamma Mia, il musical inglese con le canzoni degli Abba, da cui nel 2008 è stato tratto il film con Meryl Streep, Pierce 8rosnan e Colin Firth, «perché era quello con più personaggi
femminili, visto che nella scuola i maestri maschi sono pochi e quei pochi hanno detto di no». Morale della favola - e di questo sforzo realmente esemplaregiovedì 5 giugno (alle 20,30 al Teatro Redi di via Redi 21 a Milano) Le maestre ma/destre presentano Mamma mia: «L'ingresso sarebbe lO euro intero, 8 ridotto. Ma non possiamo dirlo e così diciamo offerta libera». L'obbiettivo è fissato a mille euro.
Data 30-05-2014 Pagina 81 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 20
LANOTiZiA _________ GlDRNALE.IT_
n premier visita tutte le scuole Ma i soldi dà a quelle di Firenze di CARMINE GAZZANNl
iniziato il suo mandato a palazzo ChigÌ visitando le scuole giro per la penisola. Poi alla fine i 36 milioni stanziati per
l'edilizia scolastica sono finiti a Firenze e al Nord. Il Mezzogiorno è stato completamente ignorato da questo giro di soldi. Eppure le scuole al Sud non sono certo senza problemi. -----~_ ..... _----- ._-----
A PAGINA 9
Data 30-05-2014 Pagina 9 Foglio 1 /2
· al Nord gli ultimi 3 milioni a i plessi pericolanti sono Mezzogiorno
'annuncio è stato dato in pompa magna poco prima delle elezioni europee: "via li-
era all'assegnazione di oltre ..... .....!IIl1l36 milioni per l'edilizia scolastica", si legge nel comunicato della Presidenza del Consiglio del 22 maggio scorso. Non c'è che dire: quello del governo Renzi sembrerebbe un primo importante passo verso la ristrutturazione di "strutture obsolete" e la costruzione di "nuovi edifici dotati degli standard di sicurezza più recenti e di nuovi modelli di spazi di apprendimento".
n contributo alto a Firenze Eppure bisogna entrare nel merito del finanziamento per capire di eosa stiamo parlando. Dal documento formulato dal Miur, infatti, emerge che ì 36 milioni di euro (per la precisione 36.788.058) - prima tranche di uno stanziamento complessivo che dovreb·· be arrivare a 186 milioni ~ finanzieranno un totale di 27 progetti presentati ovviamente da altrettanti enti locali. Ed ecco il punto: quasi la metà dei fondi sono destinati a sole due regioni, Emilia Romagna e Toscana, che riceveranno a testa oltre 8 milioni di euro, a discapito invece dì tante altre realtà che non beccheranno un soldo bucato. E così, ad esempio, spicca un piccolo particolare: il contributo più alto ~ da 5 milioni di euro andrà proprio alla città gigliata dì Matteo Renzi, per "interventi di costnrzione" di ben sei nuovi edifici scolastici più riqualificazione di altri quattro.
Il Sud martoriato e dimenticato Però si sa: a pensar male si fa peccato. Continuando tuttavia ad esaminare nel
dettaglio ì beneficiari del finanziamento, non può che emergere nn dato: il Mezzogiorno godrà della fetta più esigua del fondo. Nonostante sia proprio questa la zona più disastrata. Lo dice chiaramente "Ecosistema Scuola", il rapporto di Legambiente sulla qmilità dell'edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi. Sec.ondo I\ùtimo rapporto, pubblicato a metà gennaio 2014, "se prendiamo in considerazione le 4 aree del nostro paese (nord, centro, sud, i80-
le) possiamo osservare come nel nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria risulti quasi tre volte quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità di interventi nelle regioni del sud". L'occasione buona per riparare allo squilibrio NordSud, dunque, si era concretizzata proprio con il fondo messo a disposizione dal Miur. E invece niente: vuoi per la noncuranza dell'amministrazione cen-
traI e, vuoi per la negligenza degli enti locali, a fronte di ben 17,6 milioni di euro che arriveranno al Nord e di 17,1 dcstinati invece alle regioni centrali, al Sud arriveranno esattamente 2 milìoni eli euro. A beneficiare deI finanziamento saranno il comune di Isola Capo Rizzuto (Crotone) per 1,125 milioni di euro e quello di Casal Velino (Salerno) per 875 mila euro. Soltanto due comuni, dunque, riusciranno a strappare una fetta del fondo
MiuI'. Eppure i numeri snocciolati da Legambiente parlano di una situazione ben più drammatica. Basti questo: la percentuale nazionale di edifici che avrebbero bisogno di manutenzione urgente è pari al 37,6%, una percentuale che si abbassa per quanto riguarda il Nord al 34,9% e, addirittura, al 16,5% al Centro, e che invece tocca quota 40% al Sud e 43,2 sulle Isole. Prendiamo, ancora, i dati sulla manutenzione negli ultimi 5 anni: se al Nord il 66,:>% delle strutture ha goduto di interventi, al Sud è toc-cato soltanto al 45,2 (56,2% la media nazionale). Una situazione d'emergenza, dunque, che tocca punte incredibili in Sicilia, dove si re
gistra una necessità dì intervento per manutenzione urgente pari al 57,7%, in Calabria (51,8%) e Campania (40,8). Non potrebbe essere altrimenti, d'altronde, se negli ultimi 5 anni per la manutenzione al Sud si è speso solo 2.937 euro mediamente per edificio, a fronte degli 11 mila nazionali. Dati sconcertanti dunque. Che si spera vengano presi in considerazione al prossimo giro di finanziamento.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Scuola: testate nazionali
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 22
30-05-2014 5 1
Scuola, la storia dell'arte mai più "Cenerentola" tra le materie
Redazione Dopo l'entrata gratis nei musei per gli insegnanti, un protocollo d'intesa per creare forme di collaborazione tra scuole e pinacoteche e una promessa: la reintroduzione, dove è stata tolta, e la valorizzazione, dove è stata ridotta, della storia dell'arte nelle scuole. I ministri Dario Franceschini e Stefania Giannini hanno preso un impegno che tanti sollecitavano da tempo. Vedremo se sapranno mantnerlo. «Non si può non pensare - ha affermato il ministro dei Beni Culturali - di non far amare e studiare l'arte nelle
scuole. L'insegnamento della storia dell'arte è un tratto genetico della nostra cultura ed è stato abbastanza trascurato». «È inaccettabile - ha aggiunto il ministro dell'Istruzione - che sia stato messo tra le Cenerentole a rischio di taglio, che poi si è verificato». Il potenziamento dell'insegnamento della storia dell'arte, per Giannini, è un obiettivo e per raggiungerlo «occorre rivisitare gli ordinamenti didattici: è un punto all'ordine del giorno e il governo sarà sollecitato a riguardo. Con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini assu-
miamo un impegno formale per rafforzare la storia dell'arte». Anche il Parlamento sta facendo la sua parte: in Senato è stato approvato un ordine del giorno che va in tale direzione, finalizzato a ottenere una rapida copertura che consenta una revisione degli ordinamenti didattici. Nei mesi scorsi si sono moltiplicate le iniziative e le petizioni, le raccolte di firme raccolte tra cittadini, docenti" associazioni, realtà di impegno civile e sociale per chiedere al governo di «salvare gli insegnamenti della Geografia e della Storia dell'Arte». Molte scuole, nel frattempo hanno attuato forme di collaborazione con i musei per promuovere la lettura e la valorizzazione del patrimonio musicale. E, ancora, invitare gli studenti ad "adottare" monumenti, realizzare iniziative ad hoc per il circuito archeologico vesuviano (tra cui il sito di Pompei), elaborare un progetto nazionale di alternanza scuola-lavoro all'interno dei luoghi della cultura e rilanciare le biblioteche scolastiche. Progetti e iniziative che conferiscono agli studenti i crediti per le valutazioni finali e gli esami di maturità.
Scuola, la storia dell'arte mai più "Cenerentola" tra le materie
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Universita'
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 23
n Sole9]{l mmrn
Formazione. Il XVI rapporto AlmaLaurea
Ne120131aureati più puntuali e internazionali
Gianni Trovati MILANO.
Cominciamo dalle buone notizie: i laureati 2013 sono i più "puntuali" della storia recente, i più attivi in stage e tirocini nelle aziende e hanno anche ripreso a guardare all' estero per una parte della propria esperienza di studio. Certo, dopo la discussione della tesi affrontano un mondo del lavoro caratterizzato da una disoccupazione volata oltre il 12%, ma nel medio periodo una laurea in tasca continua a offrire più opportunità e più tutele rispetto a un diploma.
A dirlo è il XVI rapporto di
AlmaLaurea sul «profilo occupazionale dei laureati», che è stato presentato ieri all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Un'indagine, quella targata AlmaLaurea, a raggio sempre più ampio, che nell'ultima edizione ha analizzato carriera e prospettive di 230mila laureati sparsi nei 64 atenei aderenti al consorzio.
L'accorciamento dei tempi medi di laurea, avviato negli anni dagli ordinamenti articolati sul «3+2», è continuato, e offre ai neo-dottori 2013 le performance migliori: 18,2% laureati su 100 arrivano al titolo prima di compiere 23 anni, e l'età media alla laurea è scesa di un
paio d'anni rispetto al 2004: il laureato medio di primo livello ha 25 anni e mezzo, il dottore "magistrale" chiude il percorso accademico a 27,8 anni mentre nel ciclo unico, che riguarda oggi giurisprudenza oltre a ingegneria, architettura, medicina, l'età media si attesta a 26,8 anni. Ogni cento laureati, arrivano alla discussione della tesi senza ritardi in 41 nei corsi triennali, in 34 nel ciclo unico e in 52 nel biennio magistrale: ad accumulare quattro o più anni di ritardo sulla durata legale è il 13%, ed è il dato più basso di sempre.
Naturalmente questi numeri non cancellano gli affanni strutturali dell'università ita-
Data 30-05-2014 Pagina 16 Foglio 1
liana, nel Paese che ha il numero di laureati più basso d'Europa nella fascia di età fra 30 e 34 anni (si veda Il Sole 24 Ore del 19 maggio) e che fatica a invertire la rotta di investimenti nella formazione in continua discesa. «I miglioramenti ci sono - riassume Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea -, ma lo scenaio presente e futuro rimane estremamente incerto», al punto che, dopo una lunga teoria di tabelle e grafici, l'indagine chiude chiarendo che «se l'Italia non investe di più in istruzione superiore e ricerca rischia concretamente di non avere futuro».
gianni.trovati@i/so/e24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Universita'
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 26
MILANO
lANfRANtO Senn è Ordinario di Economia Regionale aUa Bocconi,
che vCillum:zione dà dello sfudio di Alm€:lHOIUW'eCll f
«Mi sembrano dati molto ragionevoli. Di sicuro si sta ringiovanendo la formazione dei laureati e quindi si anticipa l'uscita dall'Università. Dall'altro lato, però, occorre che la domanda da parte delle imprese e delle istituzioni sia più dinamica. Oggi c'è un capitale umano più preparato e dalla base vasta, ma ora la domande deve espri-
· I: mersi altrimenti tutto questo si tradurrà solo in uno spreco di risorse».
Resm comunque il faHo che i laure<l1ti ~roval'lo 1.11'1 lavoro più facilmente dei non IClul"e<l1ti •••
«Di sicuro l'innalzamento della qualifica,· zione risponde a un'esigenza di aumentare il livello di competitività, Ora bisogna vedere come le politiche di rilancio delle crescita creerano nuove disponibilità»,
Dallo studio emerge un altro dato 5i· "'1I1,;f;,r ... ~I;v,l''' le donne sono bmve
uomini. "Non mi stupisce, è sempre stato così. Ma il
Data 30-05-2014 Pagina 33 Foglio 1
problema resta lo stesso; le donne sono più pronte ma il mercato del lavoro fa fatica a convertire l'occupazione femminile in tempo pieno».
Gli smge e le esperienze all'estero 50' no un valore aggiunto nella ricerca di un'occupazione?
"Non c'è dubbio. Sono molto utili per la sprovincializzazione del mercato del lavoro, Chi fa un'esperienza all'estero per poi tornare ha tendenzialmente un vantaggio netto, ha maggiore facilità a trovare un impiego»,
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Universita'
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 27
Data 30-05-2014
IL SECOLO XIX Pagina 17 Foglio 1
E SUL TRAS ENTO A ERZELlIlL PRESIDE DELLA SCUOLA POLITECNICA
« Un'assicurazione per i dipendenti dell'Università»
La promessa di Massardo, candidato rettore
VINCENZO GAllANO
«UN'ASSICURAZIONE SALUTE per tutti i 2.750 dipendenti dell' Ateneo e i loro familiari».
Nel ponderoso programma - oltre 90 pagine - di Aristide Massardo, preside della Scuola Politecnica Oe ex facoltà di Ingegneria e Architettura) e candidato rettore dell'Università di Genova, c'è anche un passaggio degno del più puro marketingelettorale. Non saranno gli 80 euro promessi da Renzi, ma un minimo di operazione-simpatia è comprensibile anche da parte dell'austero professore che punta alla poltrona di Giacomo De Ferrari, in scadenza di mandato. E infatti Massardo promette la «valorizzazione delle risorse umane come strumento decisivo per svolgere con successo la missione dell'Università».
La «valorizzazione», cioè, dei 2.750 dipendenti dell'Università di Genova, una delle più grandi "aziende" della città con un bilancio di 350 milioni di euro. Persone «delle quali circa la metà sono docenti e ricercatori». E quindi elettori nella contesa, in atto da qualche settimana, che oppone Massardo - distintosi subito per le accese critiche al progetto del trasferimento di Ingegneria agli Erzelli - ad altri tre aspiranti alla più al-
Da sinistra: gli aspiranti rettori Massardo, Martelli, Comanducci e Verri
ta carica dell'Ateneo: il pro-rettore vicario Maurizio Martelli, il preside della scuola di scienze sociali Paolo Comanducci e il vicedirettore del Dibris Alessandro Verri. «Per tutti i di-
SVOLTA BUROCRATICA
«Serve un bilancio chiaro, leggibile
anche per chi non è esperto di contabilità»
pendenti dell'Ateneo e iloro familiari»' il benefit di una polizza salute. Ma pure una «carta dei servizi» da usufruire direttamente sul telefonino grazie ad apposita sim «che possono tranquillamente mettere a punto i nostri bravissimi infonnatici». Una carta sulla quale, oltre ai buoni pasto in fonnato elettronico, può trovare posto «una lista di negozi, locali e palestre convenzionate con relativi sconti».
Naturalmente, nel programma c'è molto di più. Massardo ha illustrato i capisaldi della sua proposta ieri nella Sala dei Capitani a Palazzo San Giorgio. La filosofia di fondo (rivelata dal titolo sul frontespizio del program-
ma: "Possa darti del tu, Rettore?") è quella di una gestione il più possibile trasparente e aperta ai «contributi dal basso». «Vale a dire -ha specificato Massardo - alle istanze provenienti dai dipartimenti, che sono i luoghi dove si esplica l'attività di base». E ancora: «Un bilancio chiaro, leggibile anche da chi non è esperto di contabilità pubblica». Il candidato alla successione di De Ferrari ha voluto sottolineare il peso anche economico rivestito dall'Università sul territorio genovese: «Bisogna sfatare l'idea, diffusa tra la gente, che l'Ateneo viva esclusivamente sui contributi pubblici. In realtà solo la metà dei fondi, circa 175 milioni di euro su un totale di350,provienedalloStato: il resto sono risorse legate alle funzioni dirette svolte dall'Università».
A margine della presentazione del suo disegno di Ateneo, Massardo è tornato a criticare il progetto Erzelli: «Le perplessità che riguardano l'ipotesi di trasferimento sulla collina di Sestri della Scuola poli tecnica non sono mie personali, ma condivise da 350 docenti e 50 studenti: i membri del consiglio di dipartimento che, a parte tre astenuti, hanno tutti votato il do cumento che solleva una serie di rilievi sul progetto». Quali? «Principalmente ci lasciano perplessi l'aspetto logistico e la mancanza di un serio piano industriale». Primo punto: «Si parla di una funivia per raggiungere gli Erzelli, ma non c'è ancora alcuna certezza sui necessari finanziamenti». Seconda questione: «All'inizio si parlava di cento aziende pronte a trasferirsi lassù. Adesso mi pare che la lista si sia notevolmente ridotta. Basti pensare che anche Toshiba sta pensando di insediarsi a Multedo. Ma senza aziende come si fa a parIare di polo tecnologico?». Senza contare la partita, giuridicamente ed economicamente complessa, dell'acquisto delle aree dove realizzare sede della facoltà e laboratori. Conclusione: «Il progetto non è defunto, ma per portarlo avanti servono garanzie precise». galiano@ilsecoloxix,it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Universita'
068391
Settimanale
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 28
COBBIEBE DELLA SEBA Data 30-05-2014
SEllE Pagina 57 Foglio 1
Saranno quattro i volumi dedicati alla storia dell'ateneo lombardo
Fondata nel 1361 dai Visconti, l'Università di Pavia ha formato ---- ---~---- -'~--"""'--""'-----.. _- ----_._-- ------.... _ ... -_._~-_._- - -- - -- ... -
molti~aLgenl clella~~~c~~j~~sci_eQze._l:9rtengg .. d~gli_. __ . d i Paolo DI Stefano
avia, anno di grazia 13(Jl. t: l'anno della fondazione dell'ateneo lombardo, voluto dall'imperatore Carlo IV come Stuclium
Generale, scuola di impronta gimidica, scientifica e letteraria, che ebbe grande rinomanza in Europa. E alla Stona dell'Università di Pavia sono dedicati due ponderosi tomi, editi da Cisalpino Istituto Editoriale Universitario e curati da Dalio Mantovcilli, direttore del Centro omonimo. Uno sguardo al versante istìtuzionale (in cui hamìO grande parte gli "statuti"), uno sguardo alle personalità che le hanno vivifìcate, un altro alle iùee che sono state prodotte. Grande opera nata per celebrare i 650 anni, proseguirà con altri volwni, già in lavorazione, che si spingeranno fino ai tempi più recentì. Per il momento partendo dalle origini viscontee e sforzesche dell'Almum Studiwn Papiense ci si fenna all'età spagnola, con un totale di quasi
1.400 pagine, eel è già un'impresa colossale, che accoglie approfondimenti cii studiosi vari con appendici ricchissime di docwnenti inediti (e relative immagini), da cui è difficilissimo trascegliere, figurarsi dame un quadro esaustivo. Semmai, un po' capricciosamente (a capdccio cioè del gusto personale di chi scrive questa nota), si potrebbero segnalare alcune rappresentazioni goliardiche quat1TOcentesche, vere farse di gran diveltimento e non prive di ammiccamenti sessuali, come il dialogo Anclrieta, o quelle che attaccano comicamente le auctoritates accademiche. Ciò che conta qui è però osselvare come ]\il~'t~i:~i}~:"J""2'i'..É,' i:iU,'d.t; ii'it'l secoli non solo
l;D::';;"';;'g;;',:r,;;n:::"tg::, ,T,:iI ii:i!i",,:::,rito le scoperte ,';t:k:f,tUiche e i pro
,:! della conoscen. verso il conbi-. personaggi di ccelso nelle più
_ discipline. Ba-
stino Ì nomi elel filosofo-scienziato-notaio Gerolamo Cardano, del naturalista Lazzaro SpallanzanÌ, del fisico Alessandro Volta,
del medico Antonio Scarpa, del matematico Lorenzo Mascheroni, fino ai premi Nobel Camillo Golgi, Giulio Natta e Carlo Rubbia. Per non dire dei letterati Due nomi su tutti sono quelli di Vincenzo Monti e Ugo Foscolo, che vi telme la prolusione nel 1809. E si potrebbe, ovviamente, continuare pensando a Maria Corti, Dante lsella e Cesare Segre, per non citare che l'ultima fOImidabile triade di filologi e critici.
Callege in stilI! british, Opporttn1an1ente, Mantovani indivielua il filo più resistente nella «coscienza elegli stessi protagonisti di essere inseliti in una linea di continuità, di fare parte di W1a stOIia inintelTotta»: Ima «coscienza istituzionale» perpetuata dagli statuti, cioè dalle regole che assegnano a docenti,
studenti e funzionari eli vario grado ruoli fissi e ripetibìli nel tempo. È W1a coscienza che si fonda su alcuni elementi identitari, come la plwidisciplinarità, l'antica vocazione europea e intemazionaie, la residenzi,ùità di insegnanti e allievi come valore fondante del processo formativo. A IWlgo rimasta il solo ateneo elellaLombardia, l'Università di Pavia si configma come cittaelella di studi o «college» (al modo anglosassone), favorita appunto dalla presenza di collegi universitari come il BOlTomeo e il Ghislieri che, come osserva il rettore Angiolino Stella, sono «parte integ11lllte» della sua stoda e del suo prestigio. Un'avventura straordinaria che meritava eli essere analizzata e raccontata a futum (e perché no, presente) memoria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SETTE 121.--30.05.2014
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Stefania Giannini
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 30
Data 30-05-2014
__ ebero Pagina 18 Foglio 1
La politica intervenga subito
Abilitazione dei docenti, già 800 i ricorsi al Tar con fare vagamente riecheggiante
::: PIERANGELOMAURIZIO il Ventennio ha cominciato il suo mandato con un bagno di folla tra
I11IIII11IIII11III La beffa del merito, numero famiglie e studenti nelle scuole, due. Sulle abilitazioni dei docenti sembra del tutto indifferente a universitari ordinari e associati, in quanto sta succedendo nelle unicui i nuovi criteri per scalzare le ba- versità. A questo punto è da speraronie sono stati ampiamente e dif- re che se ne occupi il Parlamento. fusamente aggirati, c'era da atten- Dopo la prima denuncia su Libedersi un' ondata di indignazione e, ro ho ricevuto altre mail. Diverse sosoprattutto, interventi concreti. In- no anonime, il che la dice lunga sulvece, tutto prosegue come nulla fos- l'atmosfera che si respira nel monse. I criteri posti dalla riforma Gel- do accademico. Qualcuno segnala mini erano semplici: le commissio- che «in più di una commissione soni nazionali avrebbero dovuto esse- no stati selezionati commissari non re scelte per ogni singola disciplina in regola con i criteri delle mediane con parametri oggettivi fissati dal- (anche qui fioccano i ricorsi)>>. Cioè l'Anvur, l'Agenzia nazionale per la i commissari sarebbero stati boccia~ valutazione del sistema universita- ti alla luce dei criteri da loro stessI rio e della ricerca, e avrebbero dovu - adottati. In diversi casi «i candidati to selezionare in modo altrettanto che non avevano soddisfatto i criteoggettivo i docenti. Non è avvenu- ri previsti per l'abilitazione ma soto. Sui pasticci delle commissioni no passati hanno scritto (pubblicapendono, a quanto pare, 800 ricor - zioni) con professo~i in com~issiosi al Tar del Lazio. Bene. ne». Un docente dI Ferrara mvece
Le stesse commissioni stanno si firma -ma per par condicio ometesaminando, ed anzi hanno quasi terò il nome - e scrive papale papafinito i lavori, le domande per il le: «La commissione è stata scelta 2013. Può essere definito serio un ad hoc; chi conosce i colleghi può Paese che basa la scelta del corpo ricostruire la cordata, in alcuni casi insegnante universitario su fonda- politica, in altri di amicizia (spesso i menta tanto fragili e con metodi co- due aspetti coincidono). Se poi si sì opinabili? andasse nei singoli atenei per inda-
La ministra all'Universit.à, Stefa.- gare su quei candidati che non idonia Giannini, che di mestiere fa il nei sono stati ritenuti tali, allora si Rettore, ha ammesso che così non co~prenderebbero tante cose ... ». va e che bisognava intervenire subi - Delle figuracce internazionali, coto. Solo che si è distratta nella cam - me la lettera indignata scritta da 12 pagna elettorale delle Europe~. An - premi N obel dell' economia per l'eche il premier, Matteo RenzI, che sclusione dall'abilitazione di orofes-
sori italiani che insegnano n~lle più prestigiose università del mondo, Libero ha già scritto. Si potrebbe aggiungere il caso del commissario spagnolo nella Commissione diDiritto costituzionale che si è dimesso per ciò che ha visto e sentito e ha denunciato la cosa al ministero dell'Istruzione e alla magistratura. Oppure il caso del docente ritenuto -tanto per cambiare - «non idoneo» ad insegnare Diritto del lavoro ma che è stato nominato nel frattempo
«per meriti speciali» consigliere di Cassazione.
Ora si aspetta che la matassa che venga sbrogliata dal Tar. N on è neppure immaginabile che il governo faccia pressione, né che ovviamente i magistrati possano dimostrarsi sensibili alle pressioni. Pare che l'orientamento sia di non concedere più sospensive ma di esaminare nel merito alcuni casi particolarmente significativi, per fissare qualche paletto in questo bailamme. Da qualche parte bisogna pur cominciare. Ma il rischio è che i singoli non possano far valere appieno i propri diritti: dopo la beffa, il danno. E soprattutto non è pensabile che ancora una volta sia lasciato alla magistratura il compito di risolvere le cose. Di fronte a uno scandalo di queste proporzioni la politica dovrebbe trovare gli strumenti per reagire, a cominciare dall'indignazio-ne.
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Stefania Giannini
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 31
la Repubblica
TestdiMedicina l' ora dei ripescati c'è}' ammissione per 13 studenti Meno immatricolati del previsto Esclusi dalle prove per pochi punti possono iscriversi fino al4 giugno
FRANCESCA RUSSI
NON avevano superato il test di ingresso a Medicina e si erano piazzatiin coda al
la graduatoria degli idonei. Staccati di appena 0.2-0.3 punti dall'ultimo degli ammessi. Ma ora, per loro, c'è un'altra chance: ilripescaggio. Sono 13 i fortunati che hanno guadagnato un banco inatteso alla scuola di Medicina dell'Università di Bari. Sono stati pubblicati ieri, infatti, gli elenchi con i posti vacanti destinati a essere riempiti dai candidati arrivati nella classifica barese subito dopo la posizione 251, tanti sono i posti tra Medicina e Odontoriatria. Per immatricolarsi, dopo il test dell'8 aprile e la pubblicazione delle assegnazioni di sede, c'era tempo fino al 26 maggio. A lunedi, sui tavoli delle segreterie dell'Università di Bari, sono arrivate però solo 224 im-
E il rettore teme l'abolizione del numero chiuso: "Atenei in difficoltà per gli spazi"
matricolazioni per Medicina su 236 posti a disposizione e 13 per Odontoiatria su un totale di 14. Poco più di una decina di aspiranti medici, dunque, ha rinunciato a vestire il camice bianco.
Così la graduatoria dei candidati che hanno sostenuto l'esame di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso ha cominciato a scorrere. Sono 12 gli studenti che hanno conquistato un posto per Medicina e Chirurgia e 1 ilfortunatoperOdontoiatria.A seguire ci sono 3 candidati prenotati: ragazzi che hanno svolto la prova in un altro ateneo indicatocomeprimasceltamasenza posti liberi e che, per punteggio, possono comunque studiare nelle aule del Policlinico di Bari: i 3 possono scegliere se immatricolarsi subito rinunciando definitivamenteadognialtragraduatoria futura, oppure se attendere
gli scorrimenti futuri nella speranza di risultare assegnati o prenotati in un ateneo da loro considerato migliore.
I fortunati non hanno molto tempo per pensarci: il termine per !'immatricolazione dei ripescati scade il4 giugno. Poi lagraduatoria scorrerà ulteriormente. Se qualcuno dei 13 dovesse rinunciare, si scenderà ancora negli elenchi e così via fino al6 agosto.
SulfuturodiMedicinac'èperò molta incertezza. L'annuncio fatto dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini di abolire i test di ingresso a partire dal 2015 ha spiazzato la comunità accademica. "Ci sono vantaggi e svantaggi nell' abolizione dei test - ragiona il rettore dell'Università Aldo Moro di Bari, Antonio Uricchio - i test per come so-
no stati costruiti hanno creato
Data 30-05-2014 Pagina 13 Foglio 1 /2
contenzioso e polemiche, il tenore delle domande è stato oggetto di critiche e di certo vanno cambiati. Ma abolirli vuoi dire mettere a dura prova gli atenei per far fronte, dal punto di vista
organizzativo con aule e spazi, all'elevato numero di studenti: solo quest'anno ai quiz se ne sono presentati 3mila. E poi !'imbuto del primo anno (si dovrebbe passare al secondo superando esoneri ed esami che andreb-
bero peraltro sottoposti a rigide verifiche per evitare che passino i raccomandati) lascerebbe fuori ragazzi che dovrebbero ripensare il proprio percorso formativo. Chi non entra dopo un anno cosa fa? Sono nodi irrisolti. Im-
magino a sbarramenti legati agli esi ti della scuola superiore o comunque a percorsi seri di preorientamento a scuola che con test ed esoneri facciano arrivare gli studenti a Medicina».
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 34
Data 30-05-2014 n Sole9]{l mmrn Pagina 16
Foglio 1
Al via la trattativa tra ministero e sindacati per il testo che riguarda i 18mila lavoratori
Un codice di condotta al Mibact Pene severe per chi infrange le regole: dalla sospensione al licenziamento Francesco Prisco
Niente più mance a meno che non siano di lieve entità, obbligo di comunicare all'amministrazione eventuali circostanze di conflitto d'interesse, rapporti con il pubblico all'insegna di decoro e cortesia, correttezza con i colleghi. Non di solo art bonus è fatto il nuovo corso del ministero dei Beni culturali e del turismo, ma anche di una particolarissima riqualificazione degli oltre 18mila propri lavoratori: il Collegio Romano accelera sul codice di comportamento dei dipendenti, testo cui per la prima volta si dovrà uniformare la condotta - in servizio e fuori - del personale, dirigenti compresi.
Una prima bozza del testo martedì scorso è stata trasmessa a sindacati e associazioni di categoria offrendo a tutti la possibilità di integrare e apportare modifiche (qualsiasi proposta in questo senso dovrà pervenire entro il prossimo 17 giugno). Il documento prende le mosse dal Codice di comportamento gene-
rale dei dipendenti della pa, approvato con il Decreto del presidente della Repubblica 62 del 2013 e lo attualizza alla realtà del Mibact. Con tutte le specificità di chi opera nell'ambito dei Beni culturali.
Si parte da «regali, compensi e altre utilità» che il dipendente non «chiede, né sollecita per sé o per altri». Vietato accettarli, «salvo quelli d'uso di modico valore effettuati occasionalmente» che comunque non abbiano un valore superiore alla cifra orientativa di 150 euro. Regali e altre utilità ricevuti fuori dai casi consentiti «sono immediatamente messi a disposizione dell'amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a fini istituzionali». Occhio alla partecipazione ad associazioni e organizzazioni, fatti salvi partiti politici e sindacati: il dipendente dovrà comunicare entro lO giorni l'adesione a gruppi «i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell'ufficio». L'im-
perativo categorico è evitare situazioni di conflitto d'interesse: massima trasparenza su «tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni». Comunicazione obbligatoria anche nel caso in cui l'incarico abbia riguardato parenti o affini entro il secondo grado. Obbligo di astensione di fronte a decisioni che possano riguardare interessi propri o di congiunti. Lealtà all' amministrazione nei rapporti con i privati, massima cortesia ed efficienza (senza preferitismi di sorta) in quelli con il pubblico. Capitolo specifico per prevenire situazioni di mobbing.
Chi infrange le regole può andare incontro a sospensione del servizio da tre giorni a sei mesi, licenziamento per giusta causa o addirittura - nel caso dei dirigenti - sanzioni pecuniarie da 200mila a 500mila euro.
Wl @MrPriscus
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un codl:e dI ,-"ondotl..'l ;11\.11ba~t ~ ~ ,~","d,,,~, , "
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 35
COBBIEBE DELLA SEBA Data 30-05-2014 Pagina 5 Foglio 1 /2
«Italia nuova con le riforme, non deludeteci» Squinzi: crescita con la stabilità Salari legati ai risultati. «Via i corrotti da Confindustria» Guidi: subito un pacchetto per la competitività, piano straordinario per il «made in Italy»
ROMA - Ora lo dice anche la Confindustria. <<Le politiChe di austerità non hanno prodotto alcun risultato per la ripresa dell'economia e per il lavoro», l'Europa «deve avviare un cicIo macroeconomico espansivo, abbandonando il rigore fine a se stesso» e in Italia «bisogna avere il coraggio di fare politiche di bilancio diverse rispetto al passato». Tanto più alla luce del <<risultato straordinario» ottenuto dal governo Renzi nelle elezioni europee. CosÌ il presidente Giorgio Squinzi ieri nella relazione all' assemblea dell'associazione imprenditoriale, davanti a una platea che vedeva in prima fila molti ministri ma non iI presidente del Consiglio. Squinzi ha lanciato, tra gli applausi, un appello al governo: «Sulla scheda uscita dall'urna c'è scritto: fate le riforme. Non deludeteci».
Le prime risposte arrivate attraverso !'intervento del ministro dello Svi· luppo non sembrano aver deluso gli imprenditori riuniti nell' Auditorium di Renzo Piano, almeno a giudicare dai molti applausi riscossi da Federica Guidi, che del resto parlava a una platea amica, essendo lei stessa im-
Il piano competitività
prenditrlce e con un passato da presidente dei giovani di Confindustria. Guidi ha annunciato un pacchetto di provvedimenti per la competitività, in particolare delle piccole e medie imprese, molti dei quali verranno adottati dal governo «entro il 20 giugno». Il pacchetto ruoterà intorno a sei punti. 1) Una «significativa agevolazione fiscale sugli investimenti aggiuntivi in beni strumentali e asset intangibilb>. 2) La prosecuzione del taglio delle imposte su famiglie e imprese cominciato con l'operazione 80 euro in busta paga (qui l'orizzonte è la legge di Stabilità 2015). 3) Un decreto con misure a favore del rafforzamento patrimoniale delle imprese. <<Stiamo immaginando un potenziamento dell' ACe», l'agevolazione fiscale sugli utili reinvestiti. 4) Un piano di riduzione della bolletta energetica del 10% per le piccole e medie imprese. 5) Un <<piano straordinario per il made in Italy» per aumentare le aziende esportatrici di almeno 20 mila unità entro il 2015 e <<potenziare le strutture che si occupano di internazionalizzazione»; 6) Semplificazione burocratica. Anche qui ci vorrà più tempo,
Il pacchetto di misure per le aziende
Bisogna avviare
1 Entro il 20 giugno il governo adotterà un pacchetto di misure per la competitività delle imprese
Sgravi sugli investimenti
2 Ci sarà una significativa agevolazione fiscale sugli investimenti aggiuntivi in beni .strumentali
Spinta all'export e taglio della bolletta
3 Piano per aumentare di 20mila le aziende che esportano. Taglio del 10% della bolletta elettrica per le imprese
ciclo macroeconomico espansivo, abbandonando il rigore fine a se stesso
ha precisato Guidi, ma «entro fine anno presenteremo una proposta di semplificazione complessiva di tutte le procedure che impattano sulle imprese». TI tutto, ha premesso il ministro, all'insegna di una «battaglia culturale» riassumibile in un due slogan: «Basta con la dilagante cultura anti imprenditoriale. Basta con la criminaIizzazione del profitto».
Squinzi ha dato atto al governo che le prime decisioni, dal decreto lavoro ai minibond, <<VlII1Ilo nella giusta direzione», ma ha aggiunto che <<anche quest'anno la crescita non ci sarà e non ci sarà il lavoro». Ha quindi chiesto una radicale riforma della giustizia e della burocrazia perché <<in Italia il sabotaggio della crescita appare sistematico». Ha però chiesto anche alle imprese di fare di più, investendo in ricerca e innovazione, e assumendo una linea intransigente contro la corruzione. «Chi corrompe fa male alla propria comunità e al mercato, produce un gravo danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria», ha detto nel passaggio più applaudito della relazione.
Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 37
COBBIEBE DELLA SEBA
Il libro di Browne
«Sul lavoro è meglio fare coming out» LONDRA - <<Non esiste il momento perfetto per fare coming out, meglio essere chiari sin dall'inizio nell'ambiente di lavoro»: è il consiglio che l'ex direttore esecutivo di Bp Lord Browne offre a impiegati gay, lesbiche, bisex e transgender (di qualunque azienda,) nel suo libro «Thè Glass Closet» (Il nascondigllQ di vetro) appena uscito nel Regno Unito. Browne nasco~ per anni la propria sessualità, sentendosi obbligato a unirsi ai colleghi quando andavano negli strip club. Rivelare le proprie preferenze sessuali diventò ancora più difficile man mano che fece carriera e infine mentì per evitare che un giornale pubblicasse una storia banale basata su rivelazioni di un suo ex fidanzato. Quando inevitabilmente la bugia venne a galla, presentò le dimissioni dal colosso energetico. n libro, basato anche su altre esperienze sul lavoro, include suggerimenti per le aziende su come render chiaro agli impiegati che non verranno penalizzati se sono onesti sulla propria sessualità.
Data 30-05-2014 Pagina 15 Foglio 1
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 38
COBBIEBE DELLA SEBA
Cosa chiedono i dipendenti all'ufficio del personale
Le previsioni di crescita economica per il 201412015 - nella regione di riferimento - sono leggermente migliori rispetto all'anno scorso (+0,7%) nonostante la crisi non sia finita. Questo il dato statistico dal quale parte nel suo barometro annuale (nona edizione) Edenred, società leader nella distribuzione dei buoni pasto, in collaborazione con Ipsos.
Una ricerca realizzata in otto Paesi(Francia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Spagna, Italia, Svezia, Portogallo), intervistando 8.800 impiegati per valutare il loro benessere e la loro motivazione.
Secondo quanto rilevato dalla multinazionale francese, i dipendenti europei sono più fiduciosi sul proprio e sul futuro dell'azienda dell'anno passato e meno preoccupati. Anche se bisogna evidenziare che i lavoratori del Sud Europa risultano più pessimisti. In particolare, per quanto riguarda l'Italia, il 56% degli intervistati è ottimista sulle prospettive deUa propria realtà, mentre il 49% (-2% sul 2013) vede in modo positivo il suo avvenire all'interno della società. Da notare però che nella nostra Penisola è in aumento la percentuale di pessimisti sull'opportunità di trovare un altro lavoro simile a quello attuale (75% dal 70%); in crescita inoltre il numero di coloro che sono preoccupati riguardo allo stipendio (40% dal 34%) e in diminuzione il livello di motivazione (33% dal 35%), an-
Data 30-05-2014 Pagina 51 Foglio 1
che se sono in calo gli impiegati preoccupati dal «restare lavorativamente attivb> ..
«La percezione è che la crisi stia diminuendo» riferisce Jacques Stern, amministratore delegato a livello. mondiale, convinto che le preoccupazioni per disoccupazione' stipendio e carriera potrebbero diminuire con il ritorno alla crescita. A livello europeo invece va detto che i top manager (90%) lavorano spesso al di fuori del loro orario e in Italia ancora il 46%, tra cui il 30% dei top manager, considera insufficienti le iniziative della propria azienda per la gestione del lavoro. Scenario in cui le soluzioni dedicate al welfare diventano importanti. <dn Italia ci sono ancora aziende che non utilizzano questo tipo di "remunerazione" perché non a conoscenza dei vantaggi fiscaJ.i», conclude Andrea Keller, amministratore delegato per l'Italia.
Irene Consigliere '!II IreConsigliere
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.
Lavoro e previdenza
068391
Quotidiano
Codic
e a
bbonam
ento
:
Pag. 39
Data 30-05-2014
COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 53 Foglio 1
Il sondaggio Il rapporto degli esperti di Towers Watson e le politiche di «age management»
Over 50, all' estero piacciono di più TI confronto tra generazioni nei luoghi di lavoro in Europa
n progressivo aumento della percentuale di lavoratori più anziani (dai cinquanta in su) preoccupa le aziende. Molte sono infatti ancora poco preparate nell'inventare nuove strategie organizzative e metodi di gestione del personale ad. hoc per ogni fascia d'età. In Europa, però, le più spaventate dalle possibili conseguenze sono proprio le imprese italiane. Lo dimostrano alcune risposte ai quesiti posti da una ricerca dell'Economist in collaborazione con la società di consulenza Towers Watson.
Alla domanda, «I dipendenti over 50 sono meno motivati di quelli più giovani?», in Italia hanno risposto sÌ il 36% delle aziende, mentre nel resto d'Europa la percentuale è scesa al 21%.
Anche la salute (o la serietà?) dei lavoratori nostrani sarebbe più debole, visto che il
40% delle imprese sostiene che <<Ì dipendenti con oltre 50 anni si assentano di più per motivi di salute rispetto a quelli più giovani». Nel resto d'Europa, invece, il tasso si ferma al 33%. In realtà questi umori appartengono prevalentemente alle grandi aziende, poiché il cam-
pione di 480 imprese di tutta Europa è, nell'88% dei casi, composto da organizzazioni con più di 2 mila dipendenti.
Tuttavia, secondo il Managing director di Towers Watson Fabio Carniol, !'impreparazione italiana sta diminuendo. <<Le aziende più avanzate -sostiene - stanno estendendo alla gestione delle risorse umane alcune tecniche tipiche del marketing, analizzando e segmentando in modo articolato i propri dipendenti. In questo modo possono offrire soluzioni flessibili usando piani di welfare ad hoc, am-
bienti di lavoro diversificati, formazione e sistemi premianti pensati per ogni fascia d'età. L'obiettivo è di migliorare le performance anche dei più anziani».
Queste imprese "più avanzate", quelle che hanno in corso strategie di "age management", tuttavia, secondo l'ente pubblico di ricerca sul lavoro e la formazione Isfol, risultano tutte localizzate nel Nord Italia e sono prevalentemente del settore bancario e assicurativo.
In agguato c'è però sempre il rischio che qualche azienda
preferisca la scorciatoia dell'emarginazione e dell'esclusione da ulteriori avanzamenti di carriera degli over 50, quanto meno per risparmiare sulle retribuzioni. Anche se poi sono coscienti dei pericoli che possono correre: il 38% del
campione italiano di Towers Watson teme i «maggiori rischi di rivendicazìonì per discriminazioni legate all'età» (nel resto d'Europa la percentuale è solo del 22%).
L'aumento del peso dei più anziani in azienda apre comunque problematiche sanitarie e previdenziali finora trascurate. «I datori di lavoro -conclude Carniol - capiscono di dover svolgere un ruolo sociale crescente, soprattutto nel campo dell'assistenza sanitaria integrativa, ma non possono da soli sopportare l'esplosione dei costi dei benefit legati alla salute». Mentre infatti oggi solo il 16% del campione ritiene che per i dipendenti la tematica più importante sia quella dell'assistenza sanitaria, entro il 2020 si prevede che quella percentuale salirà al 24%·
Enzo Riboni © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.