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Rassegna Stampa di giovedì 12 dicembre 2013 SNALS / CONFSAL Corriere della Sera.it 09/12/13 Istituti tecnici, il no del Tar al taglio dell’orario Italia Oggi 12/12/2013 IL MERITO PRIMA DI TUTTO Il Mattino - Ed. Avellino 12/12/2013 ARIANO, IL PIANO PER SALVARE L'AMU Il Mattino - Napoli Sud Costiera 12/12/2013 TERME, I SINDACATI SCRIVONO A CALDORO A MARTUSCIELLO Roma 12/12/2013 TERME, SOS AL PRESIDENTE CALDORO TRENTINO 12/12/2013 FIRME PER L'AGENZIA ENTRATE Il Mattino - Ed. Avellino 11/12/2013 VERTENZA AMU, IL SINDACATO RIAPRE IL DIALOGO Scuola, Formazione, Università, Ricerca Corriere della Sera 12/12/2013 DAL MAGGIORITARIO ALLE PRIVATIZZAZIONI IL 2NUOVO INIZIO" DEL GOVERNO IN 6 MOSSE Corriere della Sera 12/12/2013 SCUOLA, LA FORMULA MAGICA NON ESISTE FUNZIONA LA MOLLA DEL RISCATTO SOCIALE la Repubblica 12/12/2013 PRIMI DELLA CLASSE SI NASCE I VOTI GIA' SCRITTI NEL DNA la Stampa 12/12/2013 LE RELAZIONI CHE SALVANO LA SCUOLA il Gazzettino 12/12/2013 OPERAZIONE SICUREZZA il Gazzettino 12/12/2013 SCUOLE, SCATTA I OCCUPAZIONE il Mattino 12/12/2013 SCUOLE OCCUPATE DAGLI LSU "A RISCHIO 1500 ADDETTI" il Sole 24 Ore 12/12/2013 PROMOSSE LE "ACCADEMIE D'AZIENDA" la Repubblica 12/12/2013 DALLA GREEN ECONOMY ALL'HI-TECH I BREVETTI ITALIANI BATTONO LA CRISI Italia Oggi 12/12/2013 IL SALONE DELLO STUDENTE AL VIA OGGI A CATANIA Italia Oggi 12/12/2013 UNIVERSITA', SALVI I TEST D'INGRESSO il Giornale 12/12/2013 TAGLI AI FONDI, PURE GLI SPECIALIZZANDI IN PIAZZA Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 12/12/2013 PACCHETTO SVILUPPO, TORNA IL DECRETO il Sole 24 Ore 12/12/2013 POSTE, DIPENDENTI AZIONISTI NEL 2014 SUL MERCATO 30-40% il Sole 24 Ore 12/12/2013 SALVATAGGIO NEL 2014 PER ALTRI 20MILA "ESODATI" il Sole 24 Ore 12/12/2013 L'ACCORDO EVITA IL CONTRIBUTO il Sole 24 Ore 12/12/2013 LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO PER IL DIPENDENTE DISTACCATO Corriere della Sera 12/12/2013 LA DANNOSA OSSESSIONE DI RITOCCARE LE PENSIONI MF - Milano Finanza 12/12/2013 LA LISTA DEI DESIDERI DEL PREMIER DIVENTERA' MAI AZIONE DI GOVERNO? MF - Milano Finanza 12/12/2013 MODELLO TEDESCO PER POSTE ITALIANE MF - Milano Finanza 12/12/2013 CONTRATTO BANCARI, CONFERMATO IL DISGELO il Messaggero 12/12/2013 LETTA, SI' ALLA FIDUCIA SCONTRO CON M5S "FORCONI

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Rassegna Stampa di giovedì 12 dicembre 2013

SNALS / CONFSAL Corriere della Sera.it 09/12/13 Istituti tecnici, il no del Tar al taglio dell’orario Italia Oggi 12/12/2013 IL MERITO PRIMA DI TUTTO Il Mattino - Ed. Avellino 12/12/2013 ARIANO, IL PIANO PER SALVARE L'AMU Il Mattino - Napoli Sud Costiera

12/12/2013 TERME, I SINDACATI SCRIVONO A CALDORO A MARTUSCIELLO

Roma 12/12/2013 TERME, SOS AL PRESIDENTE CALDORO TRENTINO 12/12/2013 FIRME PER L'AGENZIA ENTRATE Il Mattino - Ed. Avellino 11/12/2013 VERTENZA AMU, IL SINDACATO RIAPRE IL DIALOGO Scuola, Formazione, Università, Ricerca Corriere della Sera 12/12/2013 DAL MAGGIORITARIO ALLE PRIVATIZZAZIONI IL 2NUOVO INIZIO"

DEL GOVERNO IN 6 MOSSE Corriere della Sera 12/12/2013 SCUOLA, LA FORMULA MAGICA NON ESISTE FUNZIONA LA MOLLA

DEL RISCATTO SOCIALE la Repubblica 12/12/2013 PRIMI DELLA CLASSE SI NASCE I VOTI GIA' SCRITTI NEL DNA la Stampa 12/12/2013 LE RELAZIONI CHE SALVANO LA SCUOLA il Gazzettino 12/12/2013 OPERAZIONE SICUREZZA il Gazzettino 12/12/2013 SCUOLE, SCATTA I OCCUPAZIONE il Mattino 12/12/2013 SCUOLE OCCUPATE DAGLI LSU "A RISCHIO 1500 ADDETTI" il Sole 24 Ore 12/12/2013 PROMOSSE LE "ACCADEMIE D'AZIENDA" la Repubblica 12/12/2013 DALLA GREEN ECONOMY ALL'HI-TECH I BREVETTI ITALIANI

BATTONO LA CRISI Italia Oggi 12/12/2013 IL SALONE DELLO STUDENTE AL VIA OGGI A CATANIA Italia Oggi 12/12/2013 UNIVERSITA', SALVI I TEST D'INGRESSO il Giornale 12/12/2013 TAGLI AI FONDI, PURE GLI SPECIALIZZANDI IN PIAZZA Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 12/12/2013 PACCHETTO SVILUPPO, TORNA IL DECRETO il Sole 24 Ore 12/12/2013 POSTE, DIPENDENTI AZIONISTI NEL 2014 SUL MERCATO 30-40% il Sole 24 Ore 12/12/2013 SALVATAGGIO NEL 2014 PER ALTRI 20MILA "ESODATI" il Sole 24 Ore 12/12/2013 L'ACCORDO EVITA IL CONTRIBUTO il Sole 24 Ore 12/12/2013 LICENZIAMENTO ILLEGITTIMO PER IL DIPENDENTE DISTACCATO Corriere della Sera 12/12/2013 LA DANNOSA OSSESSIONE DI RITOCCARE LE PENSIONI MF - Milano Finanza 12/12/2013 LA LISTA DEI DESIDERI DEL PREMIER DIVENTERA' MAI AZIONE DI

GOVERNO? MF - Milano Finanza 12/12/2013 MODELLO TEDESCO PER POSTE ITALIANE MF - Milano Finanza 12/12/2013 CONTRATTO BANCARI, CONFERMATO IL DISGELO il Messaggero 12/12/2013 LETTA, SI' ALLA FIDUCIA SCONTRO CON M5S "FORCONI

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MINORANZA NON SONO IL PAESE" il Messaggero 12/12/2013 ESODATI, IL GOVERNO TROVA LE RISORSE PER SALVARNE ALTRI

20.000 NEL 2014 il Giornale 12/12/2013 ADESSO LA CONSULTA RIVALUTA LE PENSIONI "ILLEGITTIMO

BLOCCARLE" L'Unita' 12/12/2013 ARRIVANO RISORSE PER ALTRI 20MILA ESODATI il Mattino 12/12/2013 VECCHIE CREPE, GUERRE E VELENI NEL PORTO DOMINATO DALLE

LOBBY Il Secolo XIX 12/12/2013 SCIOPERO, LUNEDI' SI FERMANO DI NUOVO I BUS Corriere della Sera 12/12/2013 ECCO COME PAGARE (SENZA ERRORI) IL CONTO IMU Corriere della Sera 12/12/2013 AUMENTO MPS, PROFUMO CHIEDE IL VERDETTO DEI SOCI la Repubblica 12/12/2013 MANOVRA, SALVI ALTRI 20 MILA ESODATI FONDI DA EVASIONE E

CAPITALI IN SVIZZERA

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Istituti tecnici, il no del Tar al taglio dell’orario Il tribunale amministrativo del Lazio contro la riforma Gelmini-Tremonti. «Danneggia l’offerta formativa» No alla riduzione dell’orario scolastico degli istituti tecnici e professionali. Il Tar del Lazio (tribunale amministrativo regionale) ha accolto il ricorso del sindacato SNALS-Confsal e annullato i provvedimenti che riducevano l’orario complessivo annuale delle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e professionali. Il taglio era avvenuto nel 2010, quando, per effetto della riforma Gelmini-Tremonti, l’orario scolastico degli istituti tecnici e professionali era passato dalle 36-44 ore in media a 32, con una riduzione del 20% delle materie insegnate. Una decisione che rientrava in un «piano programmatico di interventi volti ad una maggiore razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse disponibili e che conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico», come si leggeva nel decreto interministeriale. «Una scelta che elimina ore professionalizzanti solo per fare cassa», ritenne invece lo Snals-Confals, portando la questione in tribunale. Una bocciatura arrivò anche dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione, che diede parere contrario ai decreti interministeriali che attuavano il taglio delle ore, paventando «il rischio di una frammentazione dell’offerta formativa e di una gestione approssimativa dei percorsi di studio, a tutto danno degli alunni traditi nel loro diritto alla continuità educativa e costretti a patire la provvisorietà e la precarietà di provvedimenti che appaiono estranei alla funzione istituzionale della scuola ed alle attese della società civile e del mercato del lavoro». LA SENTENZA DEL TAR - A tre anni di distanza, quelle prese di posizione trovano riscontro nelle decisioni dei giudici amministrativi: la sentenza del Tar 3527/2013, passata in giudicato, annulla i provvedimenti presi dagli ex ministri dell’Istruzione e dell’Economia e prevede il ripristino delle ore di insegnamento e delle cattedre. Le motivazioni addotte dai giudici amministrativi ricalcano le obiezioni del sindacato e del Cnpi: la riduzione del 20% è stata assunta «senza che siano chiari i criteri in base a cui tale riduzione debba essere effettuata se non il mero dato numerico percentuale, con conseguenti gravi ricadute in termini di organico e di continuità formativa». Anzi, «né il Miur né il Mef contestano che la riduzione dell’orario di lezioni è stata operata in difetto di una previa definizione di criteri ed anzi del tutto illegittimamente esse sostengono che trattandosi di atti generali non vi sarebbe bisogno di una specifica motivazione». Una vittoria per il segretario generale Snals-Confsal: «L’impegno del sindacato, costretto a ricorrere allo strumento giuridico per la tutela degli interessi degli insegnanti e la serietà degli studi, è stato premiato- commenta Marco Paolo Nigi - E questo è avvenuto in un momento in cui la tenuta dell’occupazione è il nostro obiettivo primario».

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n governo n programma ___ o ____ • ___ • ____ _

DAL MAGGIORITARIO ALLE PRIV ATIZZAZIONI IL «NUOVO INIZIO» DEL GOVERNO IN 6 MOSSE Sviluppo economico, tagli, riforme: ecco i punti chiave del programma

ROMA - L'agenda del «nuovo inizio» ha come parole d'ordine privatizzazioni, sburocratizzazione, spending review, istruzione, conciliazione tra lavo­ro e famiglia ... Magari nessun coniglio dal cilindro, ma riforme a portata di mano, per rimettere in moto la crescita e blindare le istituzioni. A cominciare da una legge elettOrale maggioritaria da approvare a tempo di record: «L'obiettivo è avere una democra­zia più forte entro il quadro temporale dei 18 mesb). Il quadro politico ha indotto il premier a mutare, con «realismo», il percorso delle riforme per evitare dilazioni: «Un allungamento che sarebbe un errore capitale». Ma per cambiare il volto del Paese agli oc­chi del mondo bisogna anche battere la mafia e la corruzione. Entro gennaio il governo varerà un pac­chetto di norme sulla legalità, frutto del lavoro della commissione istituita da Palazzo Chigi.

Ridare agli italiani la scelta degli eletti e abolire le Province

romette che non sarà una legge elettorale «punitivID). Ma per Letta

bisognerà andare verso un meccanismo maggioritario: <<Governo, maggioranza, il Parlamento, tutti lavorino per dare attuazione alla sentenza della Consulta e restituire la scelta ai cittadioo). n braccio di ferro tra Camera e Senato si sta sbloccando a favore di Montecitorio ed è una vittoria di Renzi. n capogruppo del Pd Zanda ha infatti comunicato al presidente del Senato Grasso che l'esame può passare alla Camera Per Letta la cosa essenziale è fare presto. «Chi prova a far saltare il banco sulle riforme ne dovrà rispondere ai cittadinb), che saranno chiamati a esprimersi per referendum. Si parte da una discussione nella maggioranza, aperta poi a tutte le fone politiche. Si tiene conto del lavoro dei «sa~) e si lavora <<sulla procedura dell'articolo 138 della Costituzione». Quattro gli obiettivi: riduzione del numero dei parlamentari, abolizione delle Province, fine del bicameralismo perfetto e riforma del titolo V della Costituzione, «per chiarirela responsabilità di ciascun livello di goverpO».

M.Gu. © RIPRODUZIONE RISERVAlA

Meno soldi ai partiti e spending review (anche per decreto)

on credo che si riuscirà ad approvare la legge sul

finanziamento ai partiti entro l'anno», ha ammesso Anna Finocchiaro. Parole che confermano come un decreto per sbloccare !'impasse sia ormai inevitabile. Letta ha deciso che il governo batterà un altro colpo entro i prossimi due consigli dei ministri: «L'opinione pubblica è giustamente infuriata, dobbiamo mettere la parola fine». Palazzo Chigi ha avviato una spending review interna. Dopo gli «aerei blu» le forbici presidenziali hanno tagliato, ad esempio, le mazzette dei quotidiani: l'edicolante di piazza ,Colonna dovrà rinunciare a 30 mila euro l'anno, perché dal 2014 i giornali a Palazzo Chigi si leggeranÌlo onIine. Ieri il premier ha firmato le «Linee guida della presidenzID) per rivoluzionare la dirigenza pubblica: i premi non saranno più automatici e anticipati. Nel 2014 entrerà in funzione il Contatore della semplificazione per valutare le performance della Pa e partirà il sito unico del governo per rendere trasparenti le politiche pubbliche.

M.Gu. il) R1PRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Pronti 1,5 miliardi per dare ai giovani un' opportunità I) al primo gennaio, ha ricordato il

premier in tema di occupazione, parte il programma europeo <<Garanzia per i giovani» che mette a disposizione dell'Italia 1,5 miliardi tra il 2014 e il 2015 per assicurare ai giovani fra 15 e 24 anni un'offerta di lavoro, apprendistato o tirocinio entro 4 :plesi dalla fine del percorso scolastico o dalla perdita di una precedente occupazione. Il piano di attuazione è ancora in lavorazione da parte di una commissione. Letta è tornato sulla riduzione del costo del lavoro, promettendo che il vincolo di destinare a essa i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero sarà inserito nell'ultimo passaggio della legge di Stabilità, dopo averlo discusso con le parti sociali. Di lavoro del resto si parlerà nel prossimo vertice intergovernativo che si terrà a Roma a primavera. Sulle tasse Letta non è entrato nel merito delle misure,limitandosi a impegnare il governo a «continuare a far scendere contemporaneamente il debito, il deficit, le spese di parte corrente, le tasse su famiglie e su imprese piccole e grandi».

A.Bac. @RIPRODUZIONERISERVATA

Famiglie e imprese, gli obiettivi concreti del semestre europeo

I· l semestre di presidenza italiana dell'Europa che si apre il primo luglio

è cruciale per Letta: <<Niente di più pericoloso che considerarlo un appuntamento rituale e burocratico». Quattro gli obiettivi concreti. Una vera unione bancaria, per abbassare il costo del credito a imprese e famiglie. Trasformare i temuti «contractual arrangements» in« contratti per la crescita», volontari e collegati a incentivi finanziari. Spingere per politiche più convincenti contro la disoccupazione. Interpretare la presidenza italiana come una svolta: dall'austerity alla crescita. E venerdì, altro passaggio per rafforzare l'immagine del Paese all' estero, il Consiglio dei ministri approverà il piano <<Destinazione Italia» per attrarre investimenti e rilanciare la competitività: credito di imposta per la ricerca e fondi per incentivare la digitalizzazione delle piccole e medie imprese. «Vogliamo dare certezze agli investitori », è la promessa di Letta. Sempre venerdì il governo interverrà sull'energia con una riduzione di altri 600 milioni sulle bollette.

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Data 12-12-2013 Pagina 5 Foglio 2/3

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I Rilancio del turismo , e a gennaio il bando " «Cultura Capitale»

untare sulle persone, sul capitale umano, sull'idea dell'Italia come

I «comunità». E sulla bellezza «come risorsa economica». A gennaio il Consiglio dei ministri varerà un decreto per rilanciare il turismo e un bando per il progetto annuale «Cultura Capitale». Poi un piano da attuare entro marzo di «interventi incisivi» per rilanciare

, università e ricerca, con nuove regole sul I finanziamento degli atenei. Entro giugno

una Costituente della scuola per far sÌ che i ragazzi si diplomino prima e che il ciclo di istruzione inizi <<per tutti» con la scuola dell'infanzia, «come strumento per favorire la conciliazione famiglia­lavoro». Lotta agli sprechi e sostenibilità

I in campo paesaggistico e ambientale. In I cima alla lista l'aumento degli

investimenti contro il dissesto idrogeologico.

M.Gu. © RIPRODUZIONE RISERVATA

, La partecipazione dei lavoratori all' azionariato oro l governo ha già lanciato un primo . blocco del piano delle privatizzazioni che vale tra i 10 e i 12 miliardi di euro, che andranno in gran parte a riduzione del debito. «Nessuno di noi si sogna di svendere per fare cassa» ha assicurato il premier. Nell'ambito del secondo tempo del piano di dismissioni (di quote e non di controllo) nel 2014 sarà studiata l'apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all'azionariato, permettendo loro rappre~entanza negli organi societari. «E un'esperienza unica, . un tentativo - quello di sperimentare in Italia la Mitbestimmung tedesca -destinato a influenzare in meglio le relazioni industriali e il modello di impresa nel nostro Paese», ha auspicato. Letta ha anche annunciato che il 2014 dovrà essere l'anno del Piano nazionale dei porti e degli aeroporti, «che individui le priorità del Paese». Anche questo capitolo incrocia quello delle privatizzazioni perché è possibile che molti scali, che oggi agiscono in concorrenza tra loro, essendo in mano pubblica, vengano dismessi.

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EUROPA f ITALIA

Scuola, la formula magica non esiste Funziona la molla del riscatto sociale

. di ROGER ABRA V ANEL

n questi giorni i media stanno commentando il piccolo ma positivo miglioramento degli studenti italiani ai test PISA 2012, i programmi di valutazione internazionale degli

studenti. Pèr capirne meglio le implicazioni è però necessaria una lettura più ampia del rapporto OCSE che rivela tendenze interessanti a livello internazionale. Ogni tre anni studenti di molti Paesi hanno risposto a test standard su matematica,comprensione dei testi e scienze, permettendo all'OCSE di pubblicare dei paragoni sulla qualità delle loro scuole e sulle tendenze. Così è stato nel 2012 per 500.000 studenti di 65 Paesi (ovviamente a campione). I risultati sono stati pubblicati il 3 dicembre e contengono molte conferme e alcune novità rispetto alle edizioni passate. Innanzi tutto perde terreno la Finlandia,di gran lunga un modello da quando è partito il PISA: colpisce molto perché crolla un po' un mito ma alla fine le scuole finlandesi restano le migliori d'Europa. Poi, come ormai noto, lltalia migliora un po', ma resta relativamente agli altri Paesi nella stessa mediocre posizione, più o meno al trentesimo posto, sia in matematica sia in lettura dei testi che in scienze. Ma la cosa più eclatante è che un nutrito gruppo di Paesi, fa un ulteriore balzo in avanti e da buoni diventano super: sono le «tigri asiatiche» (Shangai, Hong Kong,Corea del Sud, Singapore e il sorprendente Vietnam) e la Polonia, «tigre europea».Tutti questi Paesi avevano già avuto ottimi risultati, che spesso diventavano eccezionali in relazione alloro livello di reddito, eppure sono migliorati ancora. Come hanno fatto? Non sembra esistere una formula magica nell'organizzazione scolastica, c'è poco in comune tra scuole polacche e coreane. Né sembra dipendere da Un fattore di spesa. Le scuole vietnamite spendono molto meno di quelle americane ma sono andate decisamente molto meglio. Si potrebbe pensare a un fattore culturale, ma dal punto di vista etnico e culturale le differenze sono enormi. Cosa hanno in comune un malese di Singapore, un polacco e un coreano? Eppure tutti questi Paesi hanno qualcosa in comune: una convinzione diffusa da parte di alunni, famiglie e insegnanti che l'impegno, l'etica dello studio e del lavoro fin dai banchi di scuola sia il passaporto per una vita migliore. In questi Paesi la scuola viene presa seriamente perché è effettivamente

,

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una cosa seria. La società ha deciso che la scuola era importante per lo sviluppo sociale ed economico e così è stato. L'esame di

I

maturità è un appuntamento importantissimo non per la scuola ma per la vita e per il lavoro. La scuola è diventata .

, veramente un elemento essenziale delle pari

I

opportunità perché anche i figli di famiglie . poverissime riescono ad ottenere ottimi

risultati é questo significa che non vi è

l, grande differenza tra le scuole.

In queste scuole si insegna un'etica del lavoro diversa dallo sgobbare sui libri per

I

imparare tutto a memoria cui eravamo abituati noi nelle scuole nozioniste di 30 anni fa. Un'etica ben diversa dall'immagine

I

stereotipata e un po' razzista dei ragazzi asiatici irregimentati in uno studio

I

1llllemonico e ripetitivo. I ragazzi di Shangai

per una buona metà hanno una <<profonda preparazione concettuale della matematica». Per fare questo la didattica durissima a cui si sottopongono richiede insegnanti che non leggono un testo e poi interrogano gli studenti, ma sono capaci di interessarli, farli ragionare e convincerli di poter migliorare. Sono scelti tra i migliori laureati del Paese, ma non guadagnano somme enormi, perché si sentono molto importanti per la società. La crescita economica di questi Paesi dà loro ragione, perché l'economia del mondo di oggi richiede ai giovani delle competenze diverse da quelle che servivano venti o trent'anni fa. In primo luogo, una nuova etica del lavoro. Si richiede l'impegno intelligente, non quindi solo il basso assenteismo e la precisione nell'applicare le procedure e le istruzioni dei capi, ma la

capacità di risolvere problemi in piena autonomia, di prendere iniziative innovative assieme ad altri e di comunicare con grande efficacia con clienti e colleghi. Le super scuole di questi Paesi con il loro misto di insegnamento intelligente e disciplina rigorosa hanno un duplice ruolo: insegnare l'etica del lavoro del ventunesimo secolo, un misto di disciplina, problem solving e

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creatività, e garantire ai datori di lavoro che chi esce da certe scuole, con certi voti, ha il proillo giusto.

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E qui veniamo allltalia. Si è fatto qualche passo avanti e lo testimoniano i Pisa degli ultimi 6 anni e il miglioramento di regioni

I

come la Puglia, dove si è decis.o di prendere la scuola più seriamente. Ma moltissimo resta ancora da fare, dato che continuiamo a

l navigare nella totale mediocrità. Se la prima funzione della scuola, quella di insegnare a studiare e a pensare, ancora resiste, si è quasi del tutto persa la seconda, quella di certificare le qualità degli studenti presso i datori di lavoro. Dice il responsabile delle risorse umane di una importante azienda del nord: «Non crediamo più ai voti delle scuole, sono completamente soggettivi, soprattutto in quelle che sappiamo non essere le migliori scuole».

Eppure le possibilità ci sono. L'analisi Ocse Pisa del 2012 dimostra che l'Italia è il Paese dove la maggior differenza dipunteggio nei test degli alunni è legata alla scuola da essi frequentata. Le buone scuole producono quindi alunni preparati anche da noi. In questi anni l'Invalsi ha costruito una grande opportunità di restituire valore di mercato ai voti delle nostre scuole, garantendone la qualità. Ma oggi, come paventato nel recente editoriale di Andrea Ichino su questo quotidiano, il governo Letta sembra voler buttare a mare questa possibilità, continuando a ribadire i vecchi stereotipi delle «risorse da restituire alla scuola», ignorando così che il (lieve) miglioramento della scuola italiana di questi anni è avvenuto proprio in corrispondenza dei famigerati <<tagli».

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la Repubblica Pagina 1 Foglio 1 /3

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Studio inglese privilegia la genetica all' insegnamento

Primi della classe si nasce i voti già scritti nel Dna

ELENA DUSI

I VOTI a scuola sono scritti nel Dna. Il peso dei geni nel successo

sui banchi è doppio ri­spetto a ciò che viene da

'sempre valutato come es-

"I voti a scuola sono scritti nel Dna" ecco perché primi della classe si nasce

senziale per l'educazione dei ragazzi: famiglia, scuola, ambiente socioe-

Unancerca inglese: i geni contano più degli insegnanti e dell 'ambiente familiare

conomico. SEGUE A PAGINA 23

(segue dalla prima pagina)

EL,ENADUSI

LEDIFFERENZEneiri-

« sultati scolastici.son? altamente ereditabl­

li» scrivono gli psicologi del King's College di Londra sullari­vistaPlos One. «La variabilità dei voti può essere in larga parte at­tribuita alla genetica, che conta

Pft'g6pdeologi dei~sCoDege ~~ edUcatin ~ODaHzzati

molto più di scuola e ambiente familiare». Un buon insegnante determina il 29 per cento delle differenze nel successo scolasti­co dei sedicenniinglesi giunti al­la fme della scuola dell' obbligo. I geni ereditati da padre e madre pesano invece per il 58 per cento.

Sono anni ormai che si cerca di stringere il cerchio attorno a un

tema tanto sfuggente quanto controverso: quanta parte 'del nostro destino è scritta nel Dna prima ancora della nascita? Non si rischia così di cadere nel deter­minismo o nell' eugenetica? «Ciò che vogliamo dimostrare -spiega lo psicologo del King's College Robert Plomin, pioniere nella ricerca delle cause geneti­che del comportamento umano - è che i sistemi educativi do­vrebbero essere più attenti ad abilità e bisogni individuali degli alunni». I ricercatori stanno ben attenti a non identificare i voti a scuola con l'intelligenza (per la quale il ruolo del Dna è inferiore: 40 per cento). «Anche attitudini, fame di imparare, motivazione e impegno sono tratti influenzati dalla genetica» scrivono nel loro studio.

Se nel2000 il sequenziamento del Dna ha promesso nuove cure con la "medicina personalizza­ta", oggi le ricerche che incrocia­no genetica e psicologia promet­tono dunque anche l''' educazio­ne personalizzata": curriculum diversi ritagliati su forze e debo­lezze di ciascun alurmo. E trova così finalmente risposta il rovel-

lo di un genetista-vincitore del Nobel-I'inglese Paul Nurse­che si era chiesto in modo sim­patico «Ma in che cosa sono di­verso?», visto che i suoi tre fratel­li avevano abbandonato la scuo­la a 15 anni. Nurse scopò molti anni più tardi, al momento di chiedere la Green Card dopo es­sere stato nominato presidente della Rockefeller University di New York, di essere figlio di un padre sconosciuto.

L'educazione personalizzata chePlominhatral'altroteorizza­to in un libro uscito l'estate scor­sa ("Gforgenes:theimpactofge­netics on education and achie­vement") si scontra però con una difficoltà pratica. Mentre sono ortnaimolti gli studi che legano il successo scolastico o l'entità del­lo stipendio all' eredità genetica, nessuno è mai riuscito a capire

quale specifico frammento del Dna influenzi la capacità di ap­prendere in classe. Studi come quello odierno si limitano a prendere in considerazione. du~ classi di gemelli: gli omozlgoti che condividono il 100 per cento del Dna e gli eterozigoti in cui le differenze fra i geni sono la metà rispetto alle persone senza pa­rentele. Poiché entrambi i grup­pi di gemelli condividono scuola e famiglia, significative differen­ze nei risultati scolastici possono essere facilmente ricondotte al ruolo dei geni.

I dati del King' s College sono stati ricavati dall' esame finale della scuola dell' obbligo in Gran Bretagna: il General Certificate ofSecundary Education, chehail vantaggio di essere standard in tutto il paese. Lo studio ha dimo­strato anche che l'ereditarietà dei voti scolastici è più alta per le materie scientifiche rispetto a quelle umanistiche, decresce leggermente con l'età e si fa sen­tire in modo più incisivo fraima­schi rispetto alle femmine.

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la Repubblica Quanto variano i risultati scolastici al variare del Dna?

LO STUDIO Il campione

I gemelli ETEROZIGOTI hanno la metà delle variazioni genetiche che esistono in media fra due individui diversi

L:'O$ln~rvazione è stata fatta sul (Generaf certificate of secondary edIUcéltion),

58-% delledifferen:ze .

. '.neivotidipeiide' ..... " '. vcja causege'neticli'e "

.1'3%, ,'dà éaùse '

" .',"" '. ,"" ", individuali ·,29%' ' " 'dall'ambiente'

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i ii. 1 ' ~ 42%

Arte-Ietteratur

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la Repubblica Nei risultati scolastici dei bambini il ruolo dei geni è maggiore

68 ry[, delle differenze nei voti a 12 anni dipende dal Dna

42% delle differenze nel QI dipende dal Dna

Il Dna in numeri

3 miliardi le lettere che compongono il Dna di un uomo

l PRECEDENTI

99,8% le lettere in comune fra tutti gli uomini

~L'istituto di genetica di Pechino sta analizzando il Dna di 1.600 individui con il quoziente intellettivo superiore alla media

Vuole individuare eventuali geni legati Il un'intelligenza molto sviluppata

011 progetto Einstein negli Stati Uniti si propone di sequenziare il Dna di 400 geni matematici

I geni sono scelti fra matematici e 'fisici teorici delle migliori università Usa

20m ila i geni contenuti nel Dna

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LA STAMPA Data 12-12-2013 Pagina 1 Foglio 1 /2

Le relazioni che salvano

la scuola ALESSANDRO D'AVENIA

I l mio articolo su docenti, in-docenti, in-decenti ha suscitato un acceso dibat­

tito, che voglio proseguire, cercando di sollevare non inu­tili «sensi di colpa» ma fecondi «amorosi sensi».

LE RELAZIONI CHE SALVANO

LA SCUOLA CONTINUAAPAGINA29

ALESSA~Dl{() D'AvE~IA SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

pesso i docenti perdono l'amore originario per il loro mestiere a causa delle condizio­ni del sistema. Burocrazia. Famiglie as­senti o aggressive. Ragazzi più o meno sdraiati. Stipendio. Questi sono i demoni

che infestano la nostra professione e sembrano trasformare un docente in un in-doc'ente (neologi­smo, ci tengo a ribadirlo, da prendere alla lettera: colui che non riesce più a trasmettere).

L'in-docente, pur rimanendo competente nella materia, perde gradualmente le sue «abilità rela­zionali». Capita a tutti (anche solo a tratti) in que­sto mestiere, ma siamo sicuri che le cause ultime siano quelle segnalate? O quelle segnalate sono so­lo conseguenze di cui si traveste la vera causa?

La risposta è nella lettera di una docente di isti­tuiti professionali che mi ha scritto a proposito del primo articolo:

In un professionale mi sono trovata benissimo, perché lì c'era un nucleo stabile di insegnanti e un vice-preside che avevano a cuore la scuola e quei ragazzi. Mi sono sempre confrontata con i colleghi di scienze e di fisica sui contenuti e su come pro­porli, su come gestire alcune situazioni in classe; questo è stato molto importante e mi ha dato la possibilità di raccogliere qualche frutto. Il collega di scienze mi ripeteva sempre che per quei ragazzi era importante avere di fronte degli adulti che cre~ dono in quello che fanno; lì, pure in modi diversi, ci credevano (quasi) tutti. Di conseguenza i ragazzi avevano comunque il senso della scuola, di come fosse giusto comportarsi. Spesso si comportavano male lo stesso, ma c'era la consapevolezza di que­sto «male». Ho avuto sì delle sconfitte (insegnare a un professionale è come per un medico lavorare in oncologia: sai in partenza che il più delle volte non vinci tu), ma anche delle soddisfazioni. Ben diver­sa è stata l'esperienza in un altro professionale. Il problema maggiore è stata la mancanza di coesio­ne fra gli insegnanti: la maggior parte dei miei col­leghi aveva letteralmente alzato «bandiera bian­ca», si era arresa e puntava alla sopravvivenza personale. I pochi che provavano ad affrontare i problemi si trovavano perciò di fronte a un muro. È stato un anno duro, perché non mi sono mai sentita appoggiata. Docenti e dirigente si perdevano in una burocrazia puntigliosa, mentre alcuni proble­mi enormi venivano ignorati perché «la scuola non ha gli strumenti». Venivano approvati progetti che prevedevano gli interventi (purtroppo inutili) di

alcuni pedagogisti ed educatori. Sicuramente, in condizioni diverse (con insegnanti che vogliono in­segnare e mantenere vivo il «senso della scuola»), molti problemi sarebbero rimasti irrisolti, perché enormi, ma almeno la scuola si sarebbe offerta per quello che è, una scuola appunto, e non un conteni­tore, in cui i ragazzi bivaccano allo scopo di conse­guire (immeritatamente) un titolo di qualifica pro­fessionale, senza la minima intenzione di alzarsi dalla sedia a sdraio.

Che cosa è ciò che la docente chiama il senso della scuola»? Mettendo a confronto le due situa­zioni risulta chiaro: le relazioni tra docenti. Posso essere il più esperto della materia, ma se non amo più comunicarla, non amo più le persone a cui devo comunicarla, non amo più le persone con cui devo comunicarla, non passa niente di quello che cono­sco. Il sistema scuola è costituito da relazioni: con

gli altri docenti, con i ragazzi, con i genitori. In un mondo ormai basato sulla rete di persone e di sape­ri, la scuola è ancora fondata sul «broadcasting»: la «cattedra» emette messaggi indifferenziati ad un pubblico passivo. Per un cervello del 2013-14, che ha un modo di ascoltare e apprendere reticolare e par­tecipativo, e sempre meno analogico e frontale, è co­me essere sintonizzati su frequenze diverse. La scuola deve passare dall'età della radio-tv a quella della rete.

La rete costringe a tornare all'elemento umano della macchina. La lettera evidenzia che la differen­za tra le due scuole non sono le mura, ma le relazioni tra docenti. Una scuola è a immagine delle relazioni dei docenti fra loro: funziona se funzionano queste relazioni.

E quando funziona una relazione? Quando è reale. E quando è tale? Quando produce effetti, perché re­ale, insegna la scienza, è ciò che produce un effetto.

La relazione docente-studente che effetti produ­ce se reale? La curiosità, il metodo, l'amore per la materia e quindi la conoscenza, la crescita recipro­ca. Se non ci sono questi effetti è perché non c'è la relazione. Perché non carichiamo le lezioni su you­tube dove i ragazzi potrebbero comodamente guar­darle quando vogliono e noi evitare ogni fatica? Per­ché prepariamo «quella» lezione per «quella» classe per «quel» giorno? Perché è nella relazione curata in modo unico che sr comunica.

La relazione docente-docente che effetti produce se reale? Il sostegno reciproco, l'approfondimento di passioni comuni, l'arricchimento di porzioni di sa-

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LA STAMPA

pere che ci sfuggono, in alcuni casi l'amicizia. I do­centi però spesso si fanno la guerra per invidia, per paura, per stupidità, o semplicemente si lasciano succhiare la vita da quei demoni di cui parlavo al­l'inizio. Il docente si spegne per solitudine precedu­ta dal velenoso «silenzio degli in-docenti».

Solo l'umano rinnova i sistemi, non la tecnologia, e l'umano nella scuola è un intreccio di relazioni, cia­scuna con beni specifici in gioco. Sparita la relazio­ne sparisce il senso della scuola, statale o non, vec­chia o nuova, di periferia o di centro che sia. Senza relazione emergono solo mura e funzionari (la fase terminale dell'in-docente è il funzionario). C'è scuo­la dove c'è relazione e costruzione di beni rei azionali che senza quella relazione sarebbero irraggiungibi­li, come pretendere dall'acqua di fare a meno del­l'idrogeno o dell'ossigeno: il senso della scuola è que­sto, il bene relazionale che solo la reciprocità educa­tiva può produrre.

Non sono un donchisciotte a caccia di docenti ide­ali, ma di docenti nascosti dentro il loro silenzio, che possano ritrovare luce attraverso pratiche virtuose, come accade in tante scuole che ho visitato (profes­sionali, tecnici, alberghieri, licei...) e che sarebbero

Data 12-12-2013 Pagina 1 Foglio 2/2

da imitare: docenti che lavorano in équipe con atten­zione rivolta non solo alla loro materia, ma ai colle­ghi e agli alunni come persone. Docenti che conti­nueranno a fallire come ci capita tutti i giorni nono­stante gli sforzi, perché fallire è proprio dell'umano e delle relazioni. Ma docenti che, singolarmente e insieme, oltre a fallire, porteranno i ragazzi a sce­gliere: stare al gioco relazionale e creare insieme qualcosa di buono o lasciarsi andare? La responsa­bilità dei ragazzi è una risposta non un presupposto.

Propongo per l'ultimo giorno di scuola di dicem­bre un'occupazione fatta dagli insegnanti. Tutti i do­centi di una classe la occuperanno e terranno una lezione di mezz'ora sull'argomento che amano di più. Dovranno solo raccontarlo a studenti e colleghi seduti nella stessa classe, insieme. Si magnificherà il sapere e la propria passione di comunicarlo a col­leghi e alunni, riuniti per quel che sono: una comuni­tà di ricerca di ciò che ha valore. Assisteremo all'as­senza degli in-decenti, al fiorire degli in-docenti, alla gioia dei docenti. Sognare una scuola per tutti in cui sarà possibile scegliere chi è capace di dare senso alla scuola è forse prematuro, ma sognare un giorno di scuola veramente libera nella scuola dell'obbligo è solo questione di scelte.

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Data 12-12-2013 Pagina XXI Foglio 1 IL GAZZETTINO

SPINEA Sotto controllo scuole, parchi e anche luoghi periferici

Operazione sicurezza Il Comune investe, a regime saranno operative 47 telecamere

Damiano Corò vi diventeranno ben 47, per un investimento com­

SPINEA plessivo di circa 170 mila

Cresce l'allarme sicurezza nel Miranese e Spinea pun­ta sulla videosorveglianza. Mentre a Martellago i citta­dini protestano in assem­blea (ieri sera l'attesa sedu­ta del Consiglio comunale) e a Mirano e Santa Maria di Sala rispunta il progetto di attivare la Tenenza dei carabinieri, il sindaco di Spinea Silvano Checchin ha annunciato la volontà di implementare il sistema di telecamere già presente nel Comune, per ulteriori novemila euro di spesa. In totale i dispositivi operati-

SINDACI

euro. Il progetto di videosorve­

glianza esisteva già dal 2010, elaborato dalla poli­zia locale in collaborazione con la stazione dei carabi­nieri di Spinea e la Polizia di Stato. Finalità la sicurez­za, l'integrazione nelle atti­vità istituzionali COn stru­menti informatici e la tra­sparenza nelle operazioni a tutela dei cittadini Con tec­nologie evolute. Il piano per la videosorveglianza del Comune di Spinea pre­vede due fasi. Nella prima si privilegia il controllo delle entrate ed uscite dal-

SICUREZZA "Boom" dì telecamere a Spinea

la città, nella seconda inve­ce si pone maggiore atten­zione ai luoghi più sensibi­li: scuole, parchi e località periferiche.

La decisione del sindaco è giunta in seguito all'in­contro, tenutosi nei giorni scorsi, fra il prefetto di Venezia e i sindaci del Miranese per fare il punto della situazione sull'escala­tion dei furti, il cui trend non accenna ad arrestarsi. La presenza delle telecame­re dovrebbe fungere da deterrente per i malitenzio­nati e offrire allo stesso tempo uno strumento di controllo per le forze dell'ordine.

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Data 12-12-2013 n Sole9]{l mmrn Pagina 52

Foglio 1

formazione. Corporate university: 50mila gli addetti ritornati tra i banchi

Promosse le «accademie d'azienda» Creano manager e quadri

direttivi in casa, formano ogni anno quasi 50 mila dipendenti, fanno' in alcuni casi anche re­cruitment e in tempi di crisi co­me questi sono un prezioso va­lore aggiunto per restare com­petitivi.

Sono le 39 "università d'im­presa" italiane, un prezioso gia­cimento di conoscenze che bat­te nel cuore delle aziende, censi­te dal secondo rapporto annua­le sulle corporate universities di Assoknowledge Confindu­stria Sit, realizzato dalla Fonda­zione Campus di Lucca e pre-

l'INDAGINE Sono 39le esperienze italiane: tra queste la scuola dell'Eni, creata da Mattei,nel1957, o quelle più recenti ad opera di Unipol, Pìrelli, Hera

sentato oggi al Senato insieme al Copit (i parlamentari per l'in­novazione). , Qy.este accademie d'azienda

- nate soprattutto negli ultimi dieci anni, sul modello di quan­to fatto oltreoceano:'" oggi difen­dono il know how accumulato negli anni soprattutto in me dio­grandi imprese: il 71 % fattura al­meno 500 milioni e oltre la metà ha 65mila lavoratori in media. Tra queste ci sono esperienze decennali, come la scuola crea­ta da Mattei all'Eni nel 1957, o più recenti come quelle del gruppo Hera, di Pirelli e Unipol che saranno raccontate oggi a

Roma. «Oggi ci preoccupiamo

del costo del lavoro, ma anche la capacità di valorizzare le risor­se umane è cruciale per essere competitivi», avverte Laura Deitinger, presidente di Assok­nowledge.

Secondo l'indagine le corpo­rate university sono sviluppate soprattutto nel settore assicura­tivo e e dei servizi fmanziari (23%) e oltre la metà (il 65%) si occupa non solo di garantire l'acquisizione di competenze tecniche, ma anche di formare competenze manageriali, in par­ticolare tra il middle manage­ment e gli impiegatL coinvolgen-

do nell'attività di formazione -lo fa il6wo - anche clienti, forni­tori e partner commerciali. I do­centi sono interni (soprattutto quadri) ed esterni (agenzie' di formazione e professori univer­sitari) e affiancano lezioniin au­la all'e-learning. Qy.este corpo­rate university oltre a fare for­mazione nel 29% dei casi si occu­pano anche di ricerca e nel 16% di recruitment. «Con occasioni c,ome queste - spiega Paola Par­dini, direttore di Fondazione Campus - vogliamo costruire un dialogo e diffondere i miglio­ri modelli e le best practice».

Mar.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica

Negli ultimi cinque anni cresciute le registrazioni in Europa

Dalla greeneconomy all 'hi-tech i brevetti italiani battono la crisi

ROSARIAAMATO

ROMA - La crisi riduce il Pil, ab­batte la produzione industriale, ma non spegne la creatività. Negli ultimi cinque anni i brevettiitalia­ni a tecnologia "green" registrati in Europa sono cresciuti del 5,4%, e quelli nelle KET (tecnologie abi­litanti) dell'l,l %. Una percentua­le che potrebbe sembrare mode­sta, se non fosse che le "Key ena­bling technologies" possono in­nescare processi di innovazione accelerata contemporaneamen­te in diversi settori produttivi. Si può anzi riconoscere una spet:ia­lizzazione italiana nel settore: tra il 1999 e il 2012 l'Ufficio Europeo dei Brevetti ha pubblicato più di 14.000 domande italiane ricon­ducibili alle Ket, il 27,9% di tutta

l'attività brevettuale italiana ri­volta al mercato europeo. Il69,5% dei brevetti Ket si concentra nella manifattura avanzata; seguono i materiali avanzati (10,2%), la fo­tonica (7,4%), le biotecnologie (6,8%), lamicro e nano elettronica (5,7%) elenanotecnologie (0,4%).

Certo, una contrazione delle domande italiane registrate negli uffici Ue c'è stata: sono passate dalle 4.423 del 2008 alle 3.891 del 2012, con una riduzione media annua del 3,6% nell'ultimo quin­quennio. Però gli "inventori" ita­liani hanno dawero fatto di ne-

cessità virtù, concentrandosi sui settori applicativi che la Commis­sione Europea reputa a forte va­lenza strategica, con ricadute po­sitive sia sulla competitività delle nostre imprese sia sulla capacità di attrarre capitali. A cominciare

dalla green economy, alla quale è da ricondurre il 5.5% delle do­mande. I brevetti italiani arrivano soprattutto dalle imprese, che co­prono 1'85,8% delle domande presentate tra il 1999 e il 2011. E quindi non sorprende che in testa ci sia la Lombardia, con 18.352 domande, il 35,2% del totale. Se­guono l'Emilia Romagna, con una quota del 15,6%, il Veneto (11,9%), il Piemonte (11,4%), la Toscana (5,7%) e il Lazio (4,6%).A inventori e "persone fisiche" sono da ricondurre il 14,2% delle do­mande. Agli enti rimane il 2,5%; ultimi gli stranieri cointestatari, conl'l,4% del totale.

La quota degli enti appare mar­ginale' però se si guarda ai dati in successione emerge un migliora­mento. Infatti Enti e Università sono passate dall'l % del 1999 al

Dis"'ibuzione delle tecnologie b .. evettate dall'Italia p_sso l'Ufficio B .. evetti Eu .. opeo

Manifattura avanzata

o % Nanotecnologie

57%

O~1'8S%.e • • ~e~ daI:1e~se"poi ~,e

·eDti.~

10 % Materiali avanzati

7 % Fotonica

68% Biotecnologie

Data 12-12-2013 Pagina 26 Foglio 1

3,2% del 2012, con un picco del 3,6% nel 2011. Imprese e univer­sitàhanno specializzazioni molto diverse. Se infattile prime svolgo­no la loro attività brevettuale so­prattuttosul packaging (8,5% del­le domande), trasporti (7,2%), in­gegneria civile (6,4%) e altre mac­chine speciali (6,1 %), gli enti diri­cerca lavorano invece sulle bio­tecnologie (19,3%), sui prodotti farmaceutici (11,9%), strumenti e tecnologie di misura (9,8%), chi­mica organica fine (7,7%) etecno­logie medicali (7,2%). Nel tentati­vo di avvicinare i due mondi, e in­tegrare i vari campi di ricerca, U nioncamere ha appena stipula­to una convenzione con il Cnr e con la Fondazione per l'innova­zione tecnologica Cotec: l'obiet­tivo principale è quello di rendere accessibili alle imprese i contenu­ti dei brevetti della ricerca pubbli­ca.

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ItaliaOggi Data

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12-12-2013 20 1

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ItaliaOggi

~ Sentenz"a della Corte costituzionale

Università, salvi i test d'ingresso

U Corte costituziona­le, con la sentenza

02/2013, salva la egge del 1999 che per

l'accesso alle facoltà a numero chiuso (e cioè medicina, odon­toiatria, veterinaria, architet­tura, professioni sanitarie) prevede test d'ingresso a livello nazionale.

I giudici. costituzionali ~an-no infatti bocciato " come «inammissibi­le» la q'uestione sol­levata dal Consiglio di stato, con riferi­mento all'articolo. 4 della normativa. Uorgano supremo della giustizia am­ministrativa aveva sostenuto l'incosti­tuzionalità della legge perché a fronte di una prova uguale per tutte le università della penisola, e che peraltro si tie­ne nello stesso giorno in tutta Italia, non prevedrebbe la for­mazione di una graduatoria unica nazionale, ma di più graduatorie per singoli atenei. Una scelta in contrasto con i principi di uguaglianza e con il diritto allo studio e che di fatto determinerebbe una disparità di trattamento. La ragione? Uammissione al corso di laurea non dipenderebbe dal merito del candidato, ma da fattori ca-

suali, visto che.un concorrente che riporta un punteggio più alto di quello conseguito da altri in un diverso ateneo, alla fine rischia di essere scartàto solo in virtù ~el dato casuale del numero dì posti edi can­didati in ciascuna università. Ma per la Consulta in realtà la legge «nulla stabilisce con riguardo al tipo di .graduato­

ria da adottare, se per singoli atenei oppure a livello na­zionale». Tant'è che lo stesso ministero dell'istruzione «ha in passato fatto ri­

"corso a entrambe le soluzioni».

Sbaglia dunque il Consiglio di sta­

to a ritenere che «l'ammini­strazione non avrebbe altra scelta che quella di utilizzare graduatorie locali per singoli atenei», senza peraltro .<fornire un'adeguata motivazione circa l'impossibilità di seguire altre interpretazioni dell'articolo 4». In sostanza, hanno stabilito i giudici costituzionali, laque­stione sollevata è inammissi­bile perché .<Viziata da una non compiuta sperimentazione» da parte del Consiglio di stato del ·«tentativo di dare una lettura costituzionalmente conforme» della disposizione censtp"ata.

Data 12-12-2013 Pagina 27 Foglio 1

Re-visori e cOllllnercialisti~ forse

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il Giornale I

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12-12-2013 4 1

La protesta Oggi davanti a Montecitorio FI ===============

Tagli ai fondi, pure gli specializzandi in piazza La battaglia dei giovani medici: servono 8mila borse di studio, il governo ne offre 2mila

Stefano Filippi

• OggiaprotestaredavantiaMonte­citorio nonci saranno iforconimai bi­sturi degli specializzandi in camice bianco. Sono le migliaia di neo laurea­ti in medicina che, dopo sei anni di stu­di, devono iscriversi a una scuola di specialità. La specializzazione è ne­cessaria per svolgere la professione medica, anchequelladimedico gene­rico. Senza diploma nell' area sanita­ria un semplice laureato può lavorare soltanto nelle guardie mediche, da precario. Alle scuole si accede con una borsa di studio pubblica che con­sente di frequentare i corsi e fare prati­canegliospedali. Mailgoverno sta fal­cidiando questi fondi. Ciò significa che in Italia i camici bianchi non han­no futuro.

Pochi giorni fa, rispondendo a un'interrogazione durante il que­stion time a Montecitorio, il ministro dell'Istruzione e dell'Università, Ma­ria Chiara Carrozza, ha fornito cifre imbarazzanti. Le Regioni, cui spetta il compito di determinare il numero di giovani medici daformare, ha chiesto 8.000 borse di studio. Il ministero in­vece sta accentuando la politica dei ta­gli. I contratti di specializzazione so-

8.000 È il numero degli specializzandi in medicina di cui avrebbero bisogno gli ospedali italiani secondo le Regio­ni nel 2014

no in calo costante: erano 5.000 nel­i' anno accademico 20 11/ 12, sono sta­ti ridotti a 4500 nel 2012/13 e ora ver­rannopiùchedimezzati. «Almomen­to -ha annunciato ilministro -la previ­sione è di 2.000 contratti, salvo nuovi stanziamenti».

L'assurdo è che, negli anni scorsi, i vari ministri (sollecitati dalle Regio­ni) hanno chiesto ai corsi di laurea in medicina e chirurgia di allargare le maglie del numero chiuso perché oc­corrono piùmedici. Cinque annifagli universitari iscritti erano 7.500, que­st' anno sono llmila. Significa che, se non verranno trovate risorse aggiunti­ve nelle pieghe della legge di stabilità, 1'80percento degli studenti di medici -nanon potrà continuare il percorso di formazione. Non faranno il mestiere per cui hanno studiato, con uno spre­co vergognoso di sacrifici e risorse. E c'è un secondo, gravissimo rischio: il collasso del sistema sanitario nazio­nale. Senzaspecializzandi, gliospeda­li dovrebbero ridurre drasticamente i' attività, come ben sanno migliaia di malati e i loro parenti.

«Nel contesto di crisi in cui lo Stato versa, in cui si è già assistito a tagli in­genti agli investimenti per i giovani, sembra folle creare una nuova catego-

4.500 Il numero di contratti di specializza­zione attivati per l'anno accademico 2012-2013già ridotto di 500 unità ri­spetto all'anno accademico 2011-12

riadi precari, ulteriore segno di sfidu­cia nel ruolo che il capitale umano può avere nel rilancio del Paese», dice AndreaOggioni, laureando alla Stata­le di Milano e presidente del Coordi­namento liste peril diritto allo studio. Il Coordinamento parteciperà oggi al­la manifestazione romana indetta dal Segretariato italiano giovani medici (Sigm )conlo slogan «CambiamoilPa­ese per non cambiare Paese».

La mobilitazione era partita già in novembre con un primo corteo ac­compagnato dalla raccolta di miglia­ia di firme a sostegno della formazio­ne medica post lauream. Accanto alla protestai giovani medici stanno lavo­rando a una serie di emendamenti al­la legge di stabilità per tagliare spre­chi e investire nei servizi sanitari. «È un problema di interesse nazionale­dicono gli studenti del Clds - perché viene a galla la direzione che il gover­no vuole intraprendere nel servizio delPaese. L'alternativa ènetta: attua­re nuovamente la politica, già drasti­camente praticata, dei tagli agli inve­stimenti per la formazione dei giova­ni' oppure iniziare effettivamente a cambiare rotta considerando il capi­tale umano e scientifico una risorsa fondamentale per il futuro dell'Ita­lia».

2.000 Il numero di contratti di specializza­zione post lau rea che, secondo q ua n­do detto dal ministro Carrozza, sono disponibili perii prossimo anno

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Lavoro e previdenza

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Quotidiano

Pag. 29

n Sole9]{l mmrn Gli impegni per il 2014

Credito di imposta per investimenti in ricerca e voucher per digitalizzare le Pmi

EFFICACIA ... ALTA

Ridisegnare gll ammortizzatori sociali

. con l'estensione delle misure

EFFICACIA MEDIA

Fondo taglia-cuneo alimentato con i risparmi di spesa e i proventi del rientro dei capitali'

EFFICACIA· _ ALTA

Fine del bicameralismo ' perfetto e riscrittura del Titolo V della Costituzione

EFFICACIA ALTA

Il 2014 sarà l'anno della fase,due: il primo blocco già presentato va~e tra i 10 e i 12 miliardi

EFFICACIA _ ALTA

l'AGENDA Confermata la riforma degli ammortizzatori, in arrivo un piano su lavoro-famiglia, legge per la concorrenza, un decreto per il turismo

Data 12-12-2013 Pagina 2 Foglio 1 /3

T ariffe più basse con le misure antifrode e le riparazioni nei centri convenzionati

EFFICACIA MEDIA

Pacchetto sviluppo, torna il decreto Confermato l'automatismo per la dote del cuneo, a breve consulto con le parti sociali

Carmine Fotina no per attuare la parte più robusta perché rischia di impattare sul de- strari una reale discontinuità in ROMA del pi~o per tagliar~ le boll~~e fici~.Sarannoinveces~~itoappro: questa "fasez". il cuneo fiscalerap-

. Leiniziativeperlacrescitari- energetiche',Nelmen~figuralm- V~tl p~r decreto altrI.mterVenti presentaun test decisivo, da af­partono dal pacchetto in prepara- tervento sull Rc auto (SI vedail S~- mmon, ~on ~ benefic.I~ c~e Le~- frontare fusieme alle parti.sociali. zione già da fme estate. Domani, le z4.ore delz9. novembre) con il ta qu~tIfica m 600 Jlllhoru. il n- «Il Parlamento - spiega Letta - ci dopo una lunga sequenza di rinvii d~plicescopo di ~ontr.astar~ le fro- sparI?Io, che dovrebbe.and~e es~ ha impegnato a impiegare, nell'ul­e un esame prelinIinare svolto a dI alle compagrue assIcurative, ad senzialmente alle PJlll, denvera teriore riduzione del costo del la­metà novembre, il consiglio dei mi- es.empi.o ~ttraverso il ricorso a te- da un ~e~e opzio~~e per i pro- voro, i proventi della revisione nistri varerà il piano "Destinazio- s~oru di comodo, ~ abb?Ssare le dutton ~ r~ovab~, dall~ man- della spesa e del ritorno dei capita­ne Italia". Contemporaneamente polizze, anche.me~ante il ~affor- cata ~e~zzazIOne di ~cum stoc- li dall'estero: inseriremo questo il premier Enrico Letta promette zamento.del ns~cun~nto ~ for- ca~gI dI?as e. da modific~e della automatismo nell'ultimo passag­di portare al traguardo ilmeccani- ma specifica (~IparazIOne m un t~i!fa bIO~aria e del. cosIddetto gio, nei prossimi giorni, della leg­smo automatico per rafforzare il centr.o convenzIOl!atoconlacom- ":It~O dedic~to" relativo all'ener- ge di stabilità, proprio qui alla Ca­taglio del cuneo fiscale, conferma pagrua, pagato drrettamente da gIa rmmessa m rete. i mera, dopo averne discusso con 'l'impegno per la riforma degli am- questa). Dallo gennaio z014lecom- Nel discorso sulla fiducia Letta le parti sociali». mortizzatori sociali e mette in can- pagnie potranno "adottare" que- ha posto l'accento anche su altre Portate al traguardo queste tiere le mosse ulteriori: un piano sto sistema (e non solo "offrire") due misure del pacchetto, il credi- priorità, si riannoderà il mo della per la conciliazione lavoro-fami- in alternativa a quello per equiva- to di imposta per favorire gli inve- nuova legge sulla concorrenza, di glia, la nuova legge per la concor- lente, forne.ndo gar~i~ di alme- st~e~ti!nric~rca e il vouch~r per cui si sono perse le tracce. A gen­renza, un decreto per il turismo e no due anru. In cambIO VIene defi- la digitalizzazIOne delle pJlll (lfll- naio sarà la volta di un decreto sul un'operazione trasparenza sulla nito uno sconto minimo sul pre- portomassimodiIOmilaperazien- turismo epoiverràlanciato ilban­Pubblica amministrazione. mio.- .5% - che in al~e zone, da da). Trovano conferme, nella boz- do per il progetto annuale Capita-

"Destinazione Italia", origina- stabilire con succeSSIVO decreto, za del deueto, le norme per sem- le italiana della cultura con desi­riamente ideato come decreto del passaall'8 per cento. plificare il ricorso ai mini-bond e gnazioneprevistailz7maggio, an­"Fare z" e poi come Dd! collegato Si sdoppia il piano per ridurre i per rilanciare i siti industriali da niversario della strage dei Geor­allaleggedistabilità,dovràmette- costi energetici, fmo a 3 miliardi bonificare. Possibile, in extremis, gofIli Cantiere ancora aperto,infi­re in pratica le prime misure che il nelle idee iniziali. Ci sarà solo una anche uno stanziamento di 50 mi- ne, sulla Pubblica amministrazio­governo aveva presentato a set- ?elega.al g~)Ven~o, da esercitare lionipe~~c~editod'impostaafa- ne. Nelzo14, preannuncia il pre­tembre per attrarre investitori mI80gIorIll,perndurrelacompo- voredellibrm. mier,«entreràinfunzioneuncon­stranieri e per ridare smalto alle nente A3 della bolletta legata alle A Destinazione Italia, un prov- tatore della Pa per valutare l'azio­aziende nazionali. Alla fme, si sa- energie rinnovabili: al momento vedimento già ampiamente an- ne delle amministrazioni e stia­rebbe scelto di tornare al decreto l'idea di ricorrere a un bond del nunciato, dovranno comunque es- mo costruendo un sito unico con l'aggiunta di undisegnodileg- Gse per coprire la diluzione degli sere affiancati altri interventi per sull'attività del governo, delle ge che conterrà la delega al gover- oneri .negli anni è accantonata rendere davvero solidal'intenzio- agenzie e degli enti per una mag-

ne di puntare sulla crescita e mo- gioretrasparenza». ~ RIPRODUZIONE RISERVATA

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n Sole9]{l mmrn Data 12-12-2013 Pagina 2 Foglio 2/3

RATING24 Dalle riforme alle misure per l'economia eillavoro gli impegni del premier per la crescita

L'agenda 2014 accelera su Province e bonus ricerca

Ammortizzatori: nel 2014 riforma al traguardo Tra gli impegni del Governo perii 2014 c'è il completamento della riforma degli ammortizzatori sociali, che «vanno disegnati meglio» ed estesLAndando verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al solo posto di lavoro. Inoltre l'obiettivo di una crescita strutturale (1% nel 2014 e del2% nel 2015) dovrà accompagnarsi a una «aggressione efficace alla disoccupazione)) a partire da quella giovanile. Ci saranno misure sulla conciliazione lavoro- famiglia e sa rà attuato il piano «Garanzia giovani»

EFFICACIA MEDIA

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REALIZZABILrT À II1II BASSA

Province: accelerazione per abolirle dalla Costituzione Riduzione del numero dei parlamentari e abolizione della Province dalla Costituzione. Sono i primi due obiettivi di ca m bia mento istituziona le fissati ieri da Letta. Se il taglio dei "seggi" è una priorità largamente condivisa, Letta accelera sul secondo tema. «Il disegno di legge in materia è stato depositato da tempo dal governo. Si aspettava l'approvazione definitiva del Ddlcheistituiva procedure ad hoc per le riforme costituzionalLA questo punto è bene procedere subito».

EFFICACIA MEDIA

REALIZZABILIT À MEDIA

Regole certI;! e semplificazione per attrarre investimenti

, «Destinazione Italia», il piano per l'attrazione degli investimenti e il rilancio della com petitività, sa rà varato domani dal Consiglio dei ministri. Con l'obiettivo di dareagliinvestitori eaUe imprese certezza delle procedure, dei tempi (anche della giustizia), del fisco. Semplificando le procedure inutili e modernizzando la Pa. Il piano agisce anche su un altro dei fattori chefrenanola competitività: l'alto costo dell'energia. Con un taglio di 600 milioni sulle bollette

EFFICACIA _III ALTA

REALIZZABILIT À MEDIA

Bicameralismo perfetto addio e "riscrittura" del Titolo V Le riforme istituzionali passano per la fine del bicamerlismo perfetto e la riscrittura del Titolo V della Costituizioe. Un'unica Camera che dia la fiducia e faccia le leggi e l'altra, che esprima più il disegno di raccordo con le autonomie già presente nella Carta. Riordinareil rapporto centro-perifieria, migliorare il ruolo deUa specialità, e chiarire le responsabilità di ciascun livello di governo, limitando al massimo quelle concorrenti, in favore della competenza esclusiva dello Stato o delle Regloni

EFFICACIA t_ ALTA

REALIZZABILIT À ALTA

Bonus ricerca e voucher per la digitalizzazione «Aggiornare le nostre politiche di competitività industriale a sostegno di imprese, in particolare piccole e medie, affinché siano sempre più innovative, digitalizzate e internazionalizzate». È uno dei cinque obiettivi peril2014 fissati ieri da Letta nel suo discorso alla Camera. Per questo nel piano Destinazione Italia ci saranno il credito di imposta per favorire gli investimenti in ricerca e il voucher per la digitalizzazione delle Pmi (importo massimo di

, lOmila per azienda)

EFFICACIA ~ ALTA

REALIZZABILIT À MEDIA

PRIVATIZZAZIONI

Dismissioni. secondo atto: apertura del capitale di Poste 112014 sarà l'an no della fase due del piano di privatizzazioni. Il primo blocco già presentato vale tra i 10 e i 12 milia rdi che andrannoin gran parte a riduzione del debito.«Un tema sensibile - ricorda Letta-perché troppi sono stati gli errori del passato». Il prossimo anno, nella seconda fase del piano di dismissioni «(stiamo parlando di quote non di controllo»), il governo studierà con l'azienda e i sindacati l'apertura del capitale di Poste e di altre aziende e la partecipazione dei lavoratori all'azionariato

EFFICACIA ALTA

REALIZZABILITÀ MEDIA

CUNEO FISCALE

Automatismo per rafforzare il taglio al costo del lavoro II taglio del costo del lavoro al centro dell'azione economica del governo come fattore di competitività perle imprese. È uno dei passaggi fondamentali del discorso di Letta che andrà avanti sulla strada della riduzione del cuneo fiscale.«II Parlamento -ha sottolineato-ci ha impegnato a impiegare nella ulteriore riduzione del costo del lavoro i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall'estero». Automatismo che sarà inserito «nell'ultimo passaggio della Legge di Stabilità»

EFFICACIA ALTA

REALIZZABILIT À _ ALTA

Poste: lavoratori-azionisti e rappresentanza nel board Partecipazione: arriva il modello tedesco (la Mitbestimmung). È quello che si appresta a fare il governo con la fase due delle privatizzaziont Poste e altre aziende oggetto di dismissioni potranno fare da apripista fare nella sperimentazione diforme di partecipazione dei lavoratori all'azionariato e all'ingresso di una loro rappresentanza negli organi societari. Dopo un confronto tra aziende e sindacato. Su questo c'è un consenso bipartisan in Parlamento

EFFICACIA ALTA

REALIZZABILIT À MEDIA

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INFRASTRUTTURE

Nel2014 il piano nazionale dei porti e degli aeroporti Fa parte dei cinque obiettivi per il 2014: rilanciaregli investimenti pubblici, spendendo le risorse stanziate e eliminando i colli di bottiglia nell'attuazione delle decisioni prese su infrastrutture e opere. Quindi finanziamento di opere e progetti subito ca ntiera bili oin corso di ultimazione, rimodulazione della spesa per «~vere miglioramenti, in tempi

. brevi, a servizio ditutto il sistema produttivo». Nel2014 il piano nazionale dei porti e degli aeroporti, «che individui le priorità del Paese»

EFFICACIA ALTA

REALIZZABILITÀ MEDIA

Riportare istruZione e ricerca in cima alle priorità ' Dopo aver, varato il decreto scuola il Governo punta su tre impegni: nuove regole perii finanziamento degli atenei con l'adozione del costo standard, una costituente della scuola entro giugno con obiettivi precisi (tra questi un orientamento più chiaro vérso' illavoro) e un intervento peri giovani ricercatori. Su questo fronte il Governo dovrebbe intervenire durante ti semestre europeo per eliminare la burocrazia che ingabbia l'autonomia dei ricercatori e la loro vocazione internazionale

EFFICACIA lIlII ALTA

REALIZZABILIT À MEDIA

Concorrenza,le polizze saranno meno care Sul tema di tutela della concorrenza e apertura dei

, mercati il primo settore "aggredito" dal Governo sarà quello delle assicurazioni. Con un intervento «in grado di far scendere, e sensibilmente, le tariffe dell'Rc Auto». La norma, che dovrebbe a rriva re doma ni, punta ad abbassare le polizze, anche mediante il rafforzamento del risarcimento informa , specifica (riparazione in un centro convenzionato con la compagnia, pagato direttamente da questa)

EFFICACIA MEDIA

REALIZZABILITÀ MEDIA

Italia «all'attacco •• nel semestre di presidenza Ue Quattro gli obiettivi del Governo: il primo è spingere

, sulla realizzazione dell'unione bancaria già dal Consiglio Ue del 19-20 dicembre; il secòndo è dare all'Ue capacità finanziaria contro gli shock economici, incentivando le riforme strutturali attraverso i «contratti per la crescita». Il terzo punta alle politiche contro la disoccupazione. Infine, l'ultimo obiettivo, è che la presidenza italiana diventi quella che chiude la fase della crisi e della austerity e apre quella della stabilità e della crescita

EFFICACIA ALTA

REALIZZABILIT À MEDIA

Data 12-12-2013 Pagina 2 Foglio 3/3

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-~=" SARMI:U ------------

I Poste, azioni ai dipendenti I Nel 2014 sul mercato il 30-40% : Celestina Dominelli • S I

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Le vie della ripresa Il PIANO DI DISMISSIONI

Il progetto Letta ne ha discusso con azienda e sindacati No alla cessione di Bancoposta e ramo assicurativo I

Poste, dipendenti azionisti Nel 2014 sul mercato 30-40%

Data 12-12-2013 Pagina 5 Foglio 1

Dismissioni Dalle privatizzazioni U miliardi, il via con la quotazione di Sace e Fincantieri

Intervento allo studio anche per altre imprese L'apertura del capitale ai privati già battuta anche

Sarmi: un riconoscimento per i lavoratori. il mercato ci apprezza dalle omologhe europee Celestina Dominelli metà del 2014: con una prIma vestitori istituzionali con una zione per l'iter britannico, in ROMA ipotesi, all() studio, di mettere domandaseivolteinp{ùdell'am- cuileazionisonostatedistribui-

La strada maestra l'ha indi- sul mercato, entro 6"8 mesi, il montare, confermando l'appeal te gratuitamente, con una for­cata ieri il premier, Emico Let- 30 -40 % del capitale di Poste, fa- di Poste anche oltreconfine. mula di pagamento a sconto: si ta, prima di chiedere la fiducia vorendo l'ingresso di investito- «Abbiamo chiuso l'operazione va dal 6% della Germania -alla Camera dei deputati. «Il r~i~tituzionali,retai1e,comean- senza difficoltà alcuna - prose- l'esempio a cui ieri ha fatto prossimo anno nell'ambito del hCIpato dal premier, dipenden- gue l'ad - a riprova che la nostra esplicito riferimento Letta - al secondo tempo di questo piano ti. Con un probabile ruolo di strategia è stata molto apprezza- 10% dell'inglese Royal Mail, di dismissioni studieremo con questi ultimi anche nella gover- ta dagli investitori ma anche dal passando per il 5.4% dell' Au-l'azienda e i sindacati l'apertura nance della società. mondo fmanziario che ha sem- stria e il 5% del Portogallo. del capitale di Poste e di altre Le tecnicalità dell'operazione pre mostrato di considerare po- Lo schema, quindi, appare ro­aziende e la partecipazione dei saranno al centro di ulteriori ap- sitivamente la nostra organizza- dato, ma l'apertura del capitale lavoratori all'azionariato, per- profondimenti, ma lo schema è zione. Senza dimenticare che si affiancherà, con molta proba­mettendo loro la rappresentan- stato oggetto, da tempo, di un possiamo contare su un' ottima bilità, anche a una partecipazio­za negli organi societari. È confronto tra Palazzo Chigi e il capacità di vendita al retail an- ne dei lavoratori alla governan­un' esperienza unica, un tentati- numero uno della società che ha che grazie alla capillarità delle at - ce del gruppo. Sul come le rifles­vo _ quello di sperimentare in saputo destreggiarsi in un mer- tività sul territorio». sioni sono ancora a uno stadio Italia la Mitbestimmung te de- cato, come quello dellapostafisi- La macchina, dunque, sem- molto precoce, ma l'obiettivo, sca _ destinato a influenzare in ca, non certo favorevole. «È un bra ormai in marcia ma molti pare chiaro, è fare in modo che i meglio le relazioni industriali e importante riconoscimento per ta~se~li andranno affinati, a co- dipendenti possano essere coin­il modello di impresa nel nostro illavoro svolto da tutte le perso- ~mClare proprio dal possibile volti nei momenti decisionali. paese». Sulle privatizzazioni, ne del gruppo - spiega al Sole 24 mgresso dei lavoratori nel capi- Una modalità peraltro giàabboz­dunque,l'esecutivotieneilpun- Ore l'ad Massimo Sarmi - che tale del gruppo. Una scelta che, zata all'interno del gruppo se è to. E ad aprire la nuova tornata premia la nostra capacità di aver V? detto, è stata già percorsa da vero che alcuni dei passaggi cru­dovrebbero essero Sace e Fin- saputo affiancare alle attività tra- qIver~e omologhe europee. La cialidellasocietàdeirecapiti,co­cantieri, per le quali sarebbe dizionali anche nuovi business, maggIOranza degli operatori - me il piano strategico, sono sta­prevalsa la via della quotazione dalle assicurazioni al commer- dall~ Germania all'Olanda, dal ti, sotto la guida di Sarmi, ogget­in Borsa. cio elettronico, fmo al cloud BelgIO al Regno Unito, uno dei to di un confronto preventivo

Percorsi segnati, quindi, co- computing. Siamo il quarto ope- per.corsi più recenti -è stata pri- con i sindacati, prima di finire me per il gruppo guidato da ratoredellalogisticanellaclassi- vat~zataattraversolaquotazio- all'attenzione del consiglio di Massimo Sarmi. Accantonati fica mondiale stilata da Fortune ne m Borsa e, nella quasi totali- amministrazione. Si tratterà definitivamente i progetti di va- fianco a fianco con i colossi stra~ tà dei casi (a esclusione della quindi di partire da questa base lorizzazione di singoli rami nieri del settore». "colleg~" olandese, con il 100% e di mettere a punto, non senza (Bancoposta piuttosto che Po- Insomma, la società è pronta del capItale sul mercato), lo Sta- una fase di discussione con le si­ste Vita), che pure erano circola- a sbarcare sul mercato. Certa to ha mantenuto una partecipa- gle sindacali, una forma che assi­ti nelle scorse settimane, la so- che l'rnteresse non mancherà, zione tale da garantire il con- curi, come spiegato ieri anche cietà dei recapiti si prepara alla come peraltro ha dimostrato il tr,~llo delle società. Se~~a t.rala- daLetta,rappresentanzaallafor­privatizzazione che potrebbe buon test, a metà giugno, del s~Iare,appu?to:m?d~htadIces~ za lavoro anche a livello di bo­arrivare, se anche le altre tesse- bondda 750 milioni di europiaz- Slone dI aZIOlll aI dIpendendI ard.Maquesto è comunque il se­re tratteggiate dall'esecutivo an- zato dal gruppo che ha raccolto con soglie diverse e acquisti av- co~~o tempo ~i un~ partita or­dranno a traguardo, già entro la richieste di ordini da circa 350 in- venuti, quasi sempre, fatta ecce- maI m rampa dI lancIO.

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Gli emendamenti in arrivo

Altr:llOmila salvaguardati Il viceministro Stefano Fassina ha annunciato cheèin arrivo un emendamento perfar salire a 20 mila la platea dei lavoratori da salvaguardare nel 2014. Il costo dell'operazione dovrebbe essere di 300 milioni l'anno per sei anni (in tutto circa 1,8 miliardi). Tra i nuovi salvaguardati anche i lavoratori di banche e Poste

Risorse da spending e evasione Il premier Letta ha confermato che arriverà l'emendamentosuUa nascita di un Fondo unico taglia-cuneo. Che sarà alimentato da due "rubinetti": le risorse recuperate da Ila lotta all'evasione, a cominciare da quelle una tantum collegate al rientro dei capitalì all'estero, e i risparmi della spending review ta rgata Cottarelli

Fi. Ncd e M5S in pressing Anche sul nodo spiagge è atteso un emendamento del Governo. Intanto Fi e Ncd intensificano il pressing per giungere a una cessione delle concessioni. Il M5S propone di concedere ai titolari delle concessioni la possibilità di non pagare il canone per un anno, includendo anche una sanatoria delle cartelle esattoriali

Fassina: ritocco alla stabilità -Il costo 300 milioni l'anno fino al2019

Salvataggio nel 2014 per altri 20mila «esodati» Marco Mobili Marco Rogari ROMA

Salirà a quota 20mila l'asti­cella dei lavoratori da salvaguar­dare nel20I4. Ad affermarlo è il viceministro all'Economia, Ste­fano Fassina, nell'annunciare un emendamento del governo alla legge di stabilità all'esame della Camera. La nuova opera­zione di salvataggio degli esoda­ti dovrebbe costare circa 300 mi­lioni l'anno per sei anni (in tutto 1,8 miliardi) e riguarderà i lavo­ratori che, senza l'avvento della riforma Fornero, il prossimo an­no avrebbero maturato i requisi­ti per andare in pensione, a parti­re da quelli in mobilità, dai pro­secutori volontari e dai cosid­detti cessati individuali. La pla­tea, che nell'attuale testo della "stabilità" è limitata a 6mila sog­getti da salvaguadare, verrebbe estesa allargando i requisiti di accesso. E ad essere interessati da questo intervento sarebbero moltilavoratori del settore ban­cario e delle poste. Il bacino dei salvaguardati salvati con le mi­sure adottate nell'ultimo bien­nio salirebbe così a oltre ls6mi­la lavoratori.

Il Governo sta ancora lavo-

rando alle coperture per defini­re l'emendamento che potreb~ be vedere la luce entro la fme della settimana in commissione Bilancio dove da oggi si comin­cerà a votare. Le modifiche alle quali stanno lavorando 1'esecuti­vo e il relatore Maino Marchi (Pd), partendo dai 470 emenda­menti dei gruppi parlamentari sopravvissuti alla scrematura, saranno concentrate, come sot-

GLI ALTRI CORRETTIVI T ra i salvaguardati lavoratori di banche e poste. In arrivo ritocchi su precari Pa e forze dell'ordine. Ok definitivo del Senato alla manovrina

un correttivo sui precari della Pa (che potrebbe interessare an­che gli Lsu della Campania) mentre si sta ancora valutando un' eventuale intervento per de­trarre dalla Tasi la mini-Imu da pagare a gennaio. Sicuramente arriveranno ritocchi in favore del settore della sicurezza (as­sunzioni per le forze dell'ordi­ne) e correttivi del Governo sul­le questioni calde delle spiagge e degli stadi.

Sul versante previdenziale si stanno valutando alcuni emen­damenti sul ripristino del divie­to di cumulo tra pensioni e sti­pendio nel settore pubblico e so­prattutto sull'allentamento del blocco dell'indicizzazione. Che verrebbe estesa, nella misura del 95%, alle pensioni fino a 4 volte il minimo, anche sotto la

tolinea il presidente della Com- spinta del Pd che con Cesare Da­missione, Francesco Boccia miano mostra «soddisfazione» (Pd), su quattro versanti: oltre per l'emendamento-esodati in agli esodati, il Fondo unico ta- arrivo. Nella "stabilità" potreb­glia cuneo da alimentare con le be confluire anche il D l sugli en­risorse della spending review e ti locali ("salva Roma"), attual­della lotta all'evasione, a partire mente all' esame del Senato, do­da quelle provenienti dall'ope- ve ieri è arrivato il via liberadefi­razione di rientro dei capitali nitivo alla manovrina corretti­all'estero (v. altro articolo a pago va da 1,6 miliardi per rimanere 4),ilricorsoallawebtaxelarevi- ' sotto il tetto del 3% di deficit. sione della Tobin tax. Probabile © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SOGNI D'ORO

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Ristrutturazione del debito. Per la mobilità

L'accordo evita il contributo sfociando in una proposta di ri­partizione del debito che coin­volge direttamente i creditori.

Aifmi dell'esenzione dal ver­samento del contributo d'ingres­so dovuto per ciascun lavoratore collocato in mobilità, l'accordo di ristrutturazione del debito appare con caratteristiche assi­milabili a quelle proprie del con­cordato preventivo.

È tale l'interpretazione che il ministero del Lavoro dà, con l'in­terpello n. 34 di ieri, agli articoli 3,

comma 3 e 5, comma 4. della leg­ge n. 223/1991. L'interpello ri­sponde a un quesito fmalizzato a conoscere se l'accordo diristrut­turazione del debito stipulato in base all'articolo 182-bis della leg­ge fallimentare da imprese che nel corso del trattamento di cas­sa integrazione guadagni straor­dinaria abbiano necessità di atti­vare la procedura dimobilità(ar-

ticolo 4 legge n. 223/1991) possa essere assimilata alle fattispecie previste dall'articolo 3, comma 3, ai fmi dell'esenzione dal versa­mento del contributo previsto dall'articolo 5, comma 4. . Nel merito, il ministero espri­me tale parere in considerazione del fatto che entrambe le proce­dure trovano fondamento in una situazione di crisi dell'impresa

Peraltro, lo stesso articolo 182-bis prevede 1'acquisto di effi­cacia di tal,e atto alla data di pub­blicazione nel registro delle im­prese e che «da tale data e per 60 giorni i creditori per titolo e cau­sa anteriore a tale data non posso­no iniziare o proseguire azioni cautelari o esecutive sul patrimo­nio del debitore».

L.Cai. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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n Sole9]{l mmrn

lavoro. La Cassazione precisa gli obblighi del datoré

Licenziamento illegittimo per il dipendente distaccato

li datore di lavoro che ha distaccato un lavoratore pres­so un'altra azienda non può li­cenziarlo per il solo fatto che essil chiude. La decisione può essere legittima soltanto se si dimostra che il lavoratore non era reintegrabile nell'azienda di provenienza. Lo ha stabilito la Sezione lavoro della Corte di cassazione, con la sentenza n. 276sI/2013, depositata ieri.

La causa verteva sulla confi­gurabilità di un licenziamen­to oggettivamente giustifica­to quando viene meno il posto di lavoro non nell' azienda del­la quale il lavoratore è dipen­dente, ma solo in un'altra pres­so la quale egli era stato distac­cato. li datore di lavoro si era limitato a giustificare illicen­ziamento con la situazione di

questa seconda azienda, sen­za aver dimostrato che, all'in­terno della sua organizzazio­ne d'impresa non esistesse al­cuna possibilità di reimpiega­re il lavoratore che rientrava forzataménte dal distacco.

Nel caso su cui ha deciso ie­ri la Cassazione, in primo gra­do aveva avuto ragione il dato­re, in secondo il lavoratore, che si era visto riconoscere il diritto a ricevere la differenza tra le retribuzioni maturate

SE l'ALTRA AZIENDA CHIUDE Deve essere prima verificata la possibilità di reintegrare il dipendente nell'organizzazione della società distaccante

dalla data del licenziamento fi­no a quella dell'effettivareinte­gra e quelle «corrisposte per effetto di lavoro prestato a fa­vore di altri soggetti».

Uno dei due motivi con cui il datore ha poi resistito in giu­dizio al ricorso del lavoratore è che il licenziamento era sta­to deciso dop0 aver verificato che non esisteva più alcun in­teresse a mantenere quel po­sto di lavoro, in quanto l'appor­to del dipendente era richie­sto esclusivamente per gesti­re le ultime attività commer­ciali dell' azienda (in chiusura) presso la quale era stato deci­so il distacco.

Su questo punto, la Cassa­zioneora "ribatte" che «lasem­plice cessazione dell'interes­s.e al distacco o la soppressio-

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ne del posto di lavoro» presso l'azienda distaccata non sono sufficienti a giustificare il li­cenziamento, perché vanno «verificati gli elementi costitu­tivi del giustificato motivo og­gettivo con riferimento all' am­bito aziendale del datore di la­voro (nella specie, la società distaccante), sul quale ricade anche l'onere probatorio cir­ca l'impossibilità di repecha­ge». Il lavoratore va considera­to a tutti gli effetti dipendente dall' azienda distaccante.

L'altro motivo portato in giudizio dal datore era il fatto che il lavoratore ha modifica­to (al ribasso, nel caso specifi­cQ) la richiesta di denaro co­me risarcimento per i danni patiti.

Sotto questo profùo, la Cas­sazione ha affermato che in ca­si del genere non si tratta di una domanda nuova (e quindi inammissibile) ma solo di una diversa formulazione di quel­la precedente,

N.T. (CI RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 1 Foglio 1

I LA DANNOSA OSSESSIONE DI RITOCCARE LE PENSIONI

di MASSIMO FRACARO e mCOLA SALDUTII

C i risiamo. Se c'è da intervenire in tema di finanza pubblica, le pensioni e i pensionati

diventano (forzatamente) protagonisti. Al centro questa volta ci sono due emendamenti alla legge di Stabilità appena presentati. L'obiettivo? Introdurre un limite di reddito -150 mila euro lordi - entro il quale è possibile cumulare la pensione e un eventuale reddito da lavoro dipendente o autonomo. Sembra una norma tecnica, in realtà romperebbe ancora una volta il patto tra cittadini e Stato. Come? Molti dei pensionati presi di mira hanno, probabilmente, lasciato il lavoro anche con !'idea di proseguire l'attività professionale, magari con un impegno meno gravoso. Mettendo così a servizio del mondo produttivo, e della società, la competenza e l'esperienza acquisita.

CONTINUA A PAGINA 47

L'OSSESSIONE DEL RITOCCO ALLE PENSIONI COSÌ SI TRADISCE IL PATTO CON LO STATO

___ SEGUE DALLA PRIMA

La logica apparente dietro queste misu­re è quella di creare maggiori opportunità per i giovani, ma i divieti a una categoria difficilmente hanno effetti positivi per le altre. I pensionati che svolgono attività di consulenza difficilmente verrebbero sosti­tuiti nella loro attività solo per ragioni ana­grafiche. Se sul mercato c'è una domanda per quel tipo di competenze, evidente­mente servono. '

Il rischio, semmai, potrebbe essere quello di una nuova crescita del lavoro sommerso. Il divieto di cumulo è stato abolito proprio per far emergere attività la­vorative che altrimenti sarebbero rimaste nascoste. Risultato: alla fine una misura si­mile potrebbe persino trasformarsi in un autogol con una riduzione delle entrate tri­butarie e contributive. Sulle attività extra, infatti, i pensionati pagano già il 43% di Ir­pef e il 21% di Iva e i contributi all'Inps. Sen­za contare che, oltre i go mila euro, dal 2014 ci sarà anche il contributo di solidarietà. E secondo !'ipotesi estrema, con il divieto di cumulo, in caso di reddito aggiuntivo di 150 mila euro la pensione verrebbe addirit­tura azzerata. Decisamente troppo. Certo

questa soglia, in una fase di crisi e di potere d'acquisto calante, appare elevata. Eppure va considerata per quello che è: il risultato di un lungo periodo lavorativo e dei contri­buti versati per assicurarsi l'assegno previ­denziale. Non un privilegio.

Perché invece si continua a voler cam­biare le regole del gioco sul terreno delle pensioni? Forse non è la strada maestra: il punto è trovare modalità di tutela previ­denziale dei giovani, non la stretta su chi ha maturato diritti in base alle regole. Il ri­schio, serio, è di confondere continua­mente i piani creando finte illusioni egua­litarie.

La norma, inoltre, si applicherebbe con effetto retro attivo a tutti coloro che sono andati in pensione, consapevoli di poter proseguire un'attività lavorativa. Mentre, se proprio si volesse introdurre un simile divieto, dovrebbe riguardare solo i futuri

. pensionati. Un vizio, quello della retroatti­vità, molto diffuso che andrebbe evitato in un Paese civile: le difficoltà di bilancio non possono essere un lasciapassare per viola­ree di continuo) le regole.

Massimo Fracaro Nicola Saldutti

~) R:PRODLJIIONE RISERVATA

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MF Data 12-12-2013 Pagina 3 Foglio 1

L'ANNUNCIO DI LETTA ALLA CAMERA: PRONTI AD APRIRE IL CAPITALE AI LAVORATORI

r liane Per alcune aziende, tra cui il gruppo di Sarmi, il governo vuole aprire l'azionariato ai privati e punta a far entrare i dipendenti nel board. Avanti con le privatizzazioni da 12 miliardi di euro

DI ROBERTA CASTELLARIN

E GIANLUCA ZAPPONINI

prire ai lavoratori il capi­tale di Poste Italiane e di altre aziende. L'annuneio , arrivato dal premier En­

rico Letta nel corso del discorso pronunciato ieri alla Camera per la richiesta della fiducia. Letta ha dichiarato l'intenzione di consen­tire l'ingresso in Poste di capitali privati, nonché la partecipazio­ne dei lavoratori ali' azionariato «permettendo loro una rappre­sentanza negli organi societari», come succede in Germania e non solo in Deutsche Posl. Si tratta, ha spiegato il premier, di «un' espe­rienza uniea, un tentativo, quello

di sperimentare in Italia la Mit­bestùnmung tedesca, destinato a int1uenzare in meglio le relazioni industriali e il modello di impre­sa nel nostro Paese». Un modello, quello di Berlino, grazie al quale i lavoratOli (iscritti o no al sinda­cato) eleggono le proprie rappre·· sentanze in azienda ed eleggono anche rappresentanti nel consiglio di sorveglianza (o vigilanza) delle imprese, senza però avere alcuna partecipazione diretta al capitale e all' utile dell' impresa stessa. Ma l'argomento privatizzazioni non si è esaurito con il diseorso su Poste. TI premier è infatti tornato sul primo blocco dì cessioni da 10-12 miliardi annunciato a no­vembre (e che coinvolge gruppi come Eni, Sace e Fincantieri) i cu i

proventI verranno ImpIegatI per la riduzioni del debito pubblico. Nessuna intenzione di «svendere e fare cassa», ha ribadito il pre­mier ricordando gli eO'ori com­messi in passato su questo fronte. «Credo anche che lo Stato per essere credibile e funzionante non possa fare di tutto. L'aJTivo di capitali privati può essere il momento di svolta per iniettare risorse fresche, rilanciare la pro­duz.ione e garantire lo sviluppo delle aziende coinvolte, come nel ca50 di FincantierÌ c di Sacc». Oltre che nel capitale delle sue aziende il governo punterà ad aprire varchi in quei mercati rimasti fin qui troppo rigidi, come i trasporti, quello ferro­viario su tutti. In questo scnso

dal prossimo 19 dicembre di­venterà operativa]' Autorità dei Trasporti, «settore chiavc per la nostra economia». Ancora, è in cantiere il rilancio delle infra­slrulture con la presentazione nel 2014 del piano nazìonaledei porti e degli aeroporti: «Oggi», ha spiegato Letta, «queste strut­ture agiscono in conconenza tra loro senza programmazione né sinergia. Ma è una grande ope­razione che dobbiamo fare». Intanto, sempre ieri Cdp ha av­viato il processo di apertura del capitale di Cdp Reti (inserita nel pacchetto di eessioni); dalla seconda metà di dicembre verrà inviata una lettera ai potenziali investitori «con la richiesta di un'offerta non vincolante entro il successivo mese di gennaio». (riproduzione riservata)

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Data 12-12-2013

il Giornale Pagina 10 Foglio 1 /2

La Consulta rivaluta le pensioni: «Bloccarle è incostituzionale» Anna Maria Greco

• L'ideona del governo Monti di far cassa bloc­cando l'adeguamento Istat delle pensioni supe­rioriai 3mila euro lordi (1.800netti) è stata boccia­tadalla Consulta. Èinfattiincostituzionale il bloc­co dei vitalizi stabilito dallariformaFornero. E ora per i conti dello Stato sono guai.

Adesso la Consulta rivaluta le pensioni «Illegittimo bloccarle»

a pagina 10

di Anna Maria Greco

La Corte si prepara a dichiarare incostituzionale lo stop dell'adeguamento al costo della vita. E per Letta sono guai

ha considerato illegittimo il il provvedimentoelohatrasmes­

so al Palazzo sul Colle con una incostituzionale blocco delle pensio­ni? Ancora una volta, sarà la Corte costitu­

zionale ad intervenire sulle scelte della politica.

Il governo Letta si prepara, con la legge di Stabilità, a can­cellare per il periodo 2014-2016 l'adeguamento au­tomatico al costo della vita del­le pensioni, seguendo la strada già indicata dalla riforma For­nero. Ma proprio quest'ultima finiscenelmirino della Consul­ta. In questo caso, non si parla solo di pensioni d' oro, madi tut­te quelle superiori ai 3mila euro lordi, cioè di circa 1800 euronet­tialmese.

Sullo stop, deciso nel 2011 dal governo Monti con il decre­to «Salva Italia», alla perequa­zione delle pensioni superiori a 3volteilminimo Inps peril bien­ni02012-2013, sidovràpronun­ciare l'Alta Corte, dopo il ricor­so del tribunale di Palermo che

la rivalutazione Già nel 2010 la Consulta si espresse in modo critico sul blocco della rivalutazione del­le pensioni decisa da Prodi

ordinanza emessa a novembre dalla sezione Lavoro.

Sulla prossima decisione di conformità costituzionale, pe­sa una precedente sentenza del­la Consulta, cheriguardail bloc­co dell'adeguamento all'infla­zione deciso dal governo Pro di: è la numero 316 del 2010.

I giudici costituzionali salva­rono alloralanormacheriguar­dava solo un anno, ma avverti­rono che la frequente reitera­zione di misure intese a «para­lizzareilmeccanismoperequa­tivo» esporrebbe il sistema ad «evidenti tensioni con gli invali -cabili principi di ragionevolez­za e proporzionalità». Insom­ma, si cadrebbe nell'incostitu­zionalità. Proprio quello che sta succedendo.

In nome dell' emergenza e del rigore causa crisi economi­ca, l'esecutivo dei Professori ignorò il monito dell'Alta Cor-

Gli assegni d'oro Con la sentenza 116 del 2013 la Corte ha annullato il contri­buto imposto alle pensioni ol­tre i 90.000 euro

te. Einquestigiornil'attualego­verno si prepara a fare il bis, an­che se il provvedimento an­drebbe incontro ad un' annun­ciata bocciatura.

Secondo i giudici palermita­ni, impedire la rivalutazione delle pensioni come ha fatto la riforma Fornero è contrario al­le basi fondanti della nostra Carta. Perchè, scrivono nel ri­corso alla Consulta, «pure con­siderando la discrezionalità le­gislativain materia, lanormain questione viola il principio del­la parità di prelievo a parità di presupposto d'imposta econo­micamenterilevante, datal'im­posizione di misure (non più considerabili transitorie ed ec­cezionali) incidenti in modo drastico sul trattamento pen­sionistico solo di alcuni sogget­ti».

Gli articoli con i quali la nor­ma entrerebbe in contrasto so­nounasfilza:il38(lamancatari­valutazione impedisce la con­servazione nel tempo del valo-

I prof settantenni Bocciata anche la norma che imponeva di andare in pensio­ne ai docenti universitari che avevano compiuto;zo anni

re della pensione ), il36 (propor­zionalità tra pensione eretribu­zione), il combinato disposto dei questi due con l'articolo 3 (altera il principio di eguaglian­za e ragionevolezza, causando una irrazionale discriminazio­ne in danno della categoria dei pensionati), il 53 di universali­tà dell'imposizione e insieme i 3,23 e 53 sulla non discrimina­zione ai fini dell'imposizione, la ragionevolezza nell'eserci­zio del potere di imposizione e la parità di prelievo a parità di imposte. Nell' ordinanza del tri­bunale di Palermo si cita anche una sentenza del 2012, in cui l'Alta Corte afferma che «l' ecce­zionalità della situazione eco­nomica» consente allegislato­re anche il ricorso a strumenti eccezionali, ma gli impone sempre di «garantire, anche in queste condizioni, il rispetto dei principi fondamentali».

Cen' è abbastanza permette­re sull'avviso governo e Parla­mento. Salvo, che non si voglia vedere e sentire.

Già Monti aveva ignorato l'Alta Corte. E il governo ora rischia la bocciatura

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il Giornale Data 12-12-2013 Pagina 10 Foglio 2/2

LA CORTE PROTAGONISTA Il Palazzo della Consulta, l'edificio in cui la Corte costituziona le ha sede dal 1955. Dalla bocciatu ra de I Porcellum alla sentenza su Ile pensioni, la Corte è sempre più protagonista politica

• il Giornale 1(11: IlI!llllmli'.~,~. ì!Ill~-w,".,

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Fassina: in arrivo risorse per altri ventimila esodati

e Emendamento annunciato dal viceministro Fassina e Si lavora anche per aumentare

FRANCHI A PAG.10

la rivalutazione delle pensioni tra i 1500 e 2000 euro e Damiano: abbiamo aperto una breccia

Arrivano risorse per altri 20mila esodati MASSIMO FRANCHI ROMA

Altri 20mila esodati saranno salvaguar­dati. L>impegno è stato preso dal vicemi­nistro dell>Economia Stefano Fassina. Si lavora a un emendamento alla legge di stabilità per salvaguardare altri 20mi­la, rispetto ai 6mila già previsti dal testo del disegno di legge approvato al Sena­to. Il totale quindi dei salvaguardati sali­rebbe oltre quota 150mila.

L'intervento, ha spiegato Fassina, «sarà fatto per salvaguardare coloro che dovevano andare in pensione nel 2014 per i paletti troppo stretti dell>ulti­ma salvaguardia. Si tratta di un prowe­dimento importante che chiarisce come per il governo l'argomento esodati sia centrale come tutte le questioni socia­li».

Tra i paletti più importanti che sono stati modificati c>è sicuramente quello che impediva di salvaguardare i prose­cutori volontari (coloro che hanno fatto un accordo con la propria azienda per dimettersi in attesa della pensione, poi posticipata anche di sette anni) che nell>ultimo anno hanno guadagnato ol­tre 7.500 euro. Ora, quelli che potevano andare in pensione nel 2014, ci andran­no senza problemi. L'altro paletto ri­guarda i lavoratori ora in mobilità. Quel­li che ci potevano andare in pensione nel 2014 potranno fare domanda anche al termine del periodo di mobilità.

Un altro tema cruciale per il Pd è quello della rivalutazione delle pensio­ni. La questione, già affrontata ma ac­cantonata al Senato, riguarda la possibi-

lità che la cosiddetta quarta fascia, quel­la che va dai 1.500 ai 2.000 euro lordi, possa essere rivalutata più dell'attuale 90 per cento. Difficile che si arrivi al 100 per cento, ma un segnale verrà da­to: probabilmente verrà alzata a quota 95%.

«Con questi due emendamenti abbia­mo aperto una breccia», attacca il presi­dente della commissione Lavoro Cesa­re Damiano. «Allargare la salvaguardia degli esodati a coloro che erano stati esclusi e aumentare la rivalutazione del­le pensioni più basse sono una battaglia che il Pd sta portando avanti da settima­ne in Parlamento. Ora raccogliamo i pri­mi frutti, ma non festeggiamo prima di averli portati a casa».

La copertura per i due emendamenti sarebbe dell>ordine di alcune centinaia di milioni, anche si è ancora al lavoro per stabilire come verranno trovate le risorse.

Il tutto arriva alla vigilia di una lunga giornata di mobilitazione nel mondo del lavoro. Sono infatti in programma tre scioperi generali. Il primo, unitario, riguarda gli edili con modalità diverse a livello regionale e quattro manifestazio­ni a Milano, Roma, Napoli e Palermo. Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil prote­stano per la rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale dell>edilizia con Ance e Coop.

Sciopero anche nelle cooperative del­la logistica. Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltra­sporti chiamano i 20mila addetti all>astensione per l'intera prestazione lavorativa «a seguito della interruzione della trattativa con Confcooperative, Le­gacoop e Agci per l'adesione al contrat-

Giornata di mobilitazione con tre scioperi generali: edili, logistica e Jct Assemblea della Filctem

Sabato manifestazioni contro la manovra: Camusso, Bonanni e Angeletti a Roma

to nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni rinnovato il l agosto scorso. Ad oltre tre mesi dalla firma è giunto il momento di sottoscriverlo anche da par­te delle associazioni delle cooperative che si rifiutano di pagare l'aumento di 108 euro e di riconoscere il 100% degli istituti contrattuali, garantendo piena dignità a tutti gli addetti. Il settore della logistica - spiegano Filt, Fit e Uilt - è ca­ratterizzato ormai da tempo da una con­dizione intollerabile di precari età e di sfruttamento». L>ultimo sciopero ri­guarda le !tc telecomunicazioni ed è sta­to indetto dalla Fiom.

Sempre questa mattina si terrà la as­semblea dei quadri e delegati della Fi­lctem Cgil (chimica e tessile) a cui parte­ciperà Susanna Camusso. Il segretario generale della Cgil, dopo le dichiarazio­ni di martedì sul fatto che «lo sciopero generale non sia più l'unica modalità in cui si determina il conflitto sul tema del lavoro», si prepara poi alla manifestazio­ne unitaria di sabato contro la manovra del governo. Assieme a Raffaele Bonan­ni (che ieri ha commentato le dichiara­zioni di Camusso con un eloquente «è caduto un muro») e Luigi Angeletti sarà a Roma dalle 10,00 davanti a Montecito­rio per la manifestazione del Lazio. Se ne terranno in tutte le Regioni dal titolo «Per il lavoro, la legge di stabilità deve cambiare» in cui si chiederà «meno tas­se per i lavoratori ed i pensionati; au­mento delle detrazioni nel 2014; defini­zione di una norma che destini automa­ticamente le risorse provenienti dall>evasione fiscale, dalla spending re­viewe dalle rendite finanziari e attraver­so un sistematico aumento delle detra­zioni per lavoratori e pensionati».

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Vecchie crepe, guerre e veleni nel porto dominato dalle lobby Fatturati a sei zeri ma le concessioni sono in mano a poche imprese

Gigi Di Fiore

Il risveglio è stato più brusco del previ­sto. Sul porto dei veleni, l'inchiesta giu­diziaria riapre vecchie crepe, accentua risentimenti, evidenzia fratture. Dalmo­lo San Vincenzo fino a San Giovanni a Teduccio, è di scena una città parallela. Impermeabile ad ogni scossa, chiusa nelle sue rendite di potere. Si passa al molo Carmine, che dovrebbe essere ri­strutturato. C'è il progetto, ci sono i sol­di, non si sa quando si metterà mano. Eppure, si dovrebbero completare par­te delle banchine e dei piazzali. Poi, si attraversa anche il molo Immacolatella e il molo Flavio Gioia. Ancora progetti pronti, ancora soldi disponibili. Ancora ritardi.

Eccolo il porto, una grande città nel­la città, estesa a terra su un milione e 426mila quadri. A mare, invece, abbrac­cia due milioni e 660mila metri quadri. La grande risorsa di Napoli, sfruttata so­lo in minima parte rispetto alle sue potenzialità. La mazzata sul commissa­rio Luciano Dassatti è un risveglio, che fa dire a Franco Tavella, segretarioregio­nale della Cgil: «È un altro colpo allo sca­lo partenopeo. Si aggiunge al vuoto pro­vocato da tentativi di spartizione politi­ca sulla nomina del presidente».

Attese e veti politici. Da settimane, il commissario Dassatti era riuscito amet­tersi contro dipendenti, dirigenti e sin­dacati. «Siamo in pochi a tirare la carret­ta»' aveva dichiarato. E, dopo un' accesa assemblea, i 96 dipendenti del porto gli avevano risposto: «Deve dimettersi, si è compromesso il rapporto di fiducia e di rispetto tra noi e chi dovrebbe dirigere la struttura».

Una frattura che ha preceduto di po­chi giorni la bufera giudiziaria. E che fa ora dire a qualcuno di quei dipendenti: «Civoleva la magistratura, per costringe­re il commissario, già presidente dell' au-

torità portuale, ad andarsene. Ora spe­riamo che le cose cambino». Una svolta possibile, che molti legano ad un nuovo presidente. Come Enzo Femiano, segre­tario regionale dell'Ugl, che dice: «Il por­to non può che avere una guida stabile».

Una struttura che muove nove milio­ni di passeggeri, dando lavoro a migliaia di persone tra movimento merci, crocie­ristica, cantieristica. Fatturati a sei zeri, che ruotano attorno alla palude delle concessioni in mano ad un gruppo di imprese, che nel porto sono i veri mano­vratori di poteri e interessi. In tutto, 133 concessioni per sette milioni e 439mila euro. La parte del leone, la fanno le 31 concessioni nel settore riparazioni e offi­cine meccaniche, poi le 4 dei terminaI merci, le sei dei cantieri navali. Conces­sioni, di 20-30 anni, che assegnano alle aziende ampie aree del porto per la loro attività. La denuncia di Lina Lucci, segre­tario regionale della Cisl, partì in tempi non sospetti: «La stragrande maggioran­z degli operatori portuali non ha mai ottenuto una concessione attraverso una gara pubblica. Significa che nel por­to hanno dominato le raccomandazio­ni della politica e delle lobby del setto­re», disse. E ora la stessa Lucci commen­ta: «Non siamo sorpresi, da tempo ab­biamo lanciato l'allarme. Ancora una volta la magistratura deve surrogare la politica per affrontare alcune criticità».

Si beccano tra loro gli imprenditori, in concorrenza sulle concessioni. Ora che c'è di mezzo la magistratura nessu-no vuole commentare. Eppure, non molto tempo fa, Raffaele Aiello, rappre­sentante degli armatori, se l'era presa con la società Cantieri del Mediterra­neo difendendo il gruppo Aponte: «Lo attaccano per aver chiesto di rateizzare i canoni delle concessioni, per arginare la crisi. Loro però sono concessionari di vaste aree e licenziano».

Gli aveva replicato Luigi Salvatori, amministratore delegato dei Cantieri

del Mediterraneo: «Ben vengano le veri­fiche sulle licenze, noi abbiamo sempre rispettato i piani commerciali annuncia­ti». Guerre e veleni, con la Cisl che ripro­pone ora !'immagine del «porto delle nebbie». Anna Rea e Vincenzo Esposito della Uil, come altri, si rivolgono al mini­stro Lupi: «Bisogna __ finirla con i diritti di veto. Ci vuole un sussulto di respon­sabilità per far arri­vare subito il nuovo presidente al porto diNapoli».

Tra 3 strade in­terne, 75 ormeggi, 2 binari, qualcosa co­me 11145 metri qua­

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vanno avanti anche nel giorno della bufera «È tempo di verifiche»

dri di banchine, le __ attività proseguono anche nel giorno della bufera. Ma le po­lemiche restano. Troppi annunci passa­ti, richiami dalla Regione sui grandi pro­getti, per valorizzare darsene, assicura­re maggiore sicurezza (come con la fa­mosa boa per l'attracco allargo delle na­vi petrolifere), garantire più lavoro. C'è chi negli uffici mostra una delibera del 12 settembre scorso finnata dal commis­sario Dassatti. È la numero 378, assegna al dirigente Antonio Del Mese l'incarico di «responsabile della prevenzione del­la corruzione e della trasparenza». Spie­ga, con spirito polemico, il dipendente che la segnala: «Non ha fatto in tempo a preparare la sua relazione con l'indica­zione delle misure da adottare. È arriva­ta prima la Procura della Repubblica».

E il nodo principale, lo sussurrano in tanti, anche dopo l'iniziativa giudiziaria restano le 20 grandi concessioni asse­gnate a350 operatori. «Prima o poi qual­cuno deve metterci mano, con le verifi­che e la ridiscussione», dice un fimzio­nario amministrativo. Una giungla che vale oro, in questa città nella città che stenta a uscire dalla nebbia.

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Lavoro e previdenza

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IL~MA.TTINO

I numeri Una città estesa a terra su un milione e 426mila quadrati A mare ne abbraccia due milioni e 660mila

La denuncia Anna Rea della Uil «Basta con i veti Bisogna ora far arrivare subito il nuovo presidente»

Data 12-12-2013 Pagina 37 Foglio 2/2

Il Porto La struttura muove nove milioni di passeggeri rappresenta una città nellacittà

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COBBIEBE DELLA SEBA

Immobili di lusso e seconde case Che cosa fare sui box

evono passare alla cassa tutti i proprie­tari di immobili diversi dall'abitazione

principale; è considerato tale !'immobile in cui il contribuente ha la residenza fiscale e il domicilio abituale; se due coniugi hanno residenza in immobili diversi dello stesso Comune solo uno può essere considerato abitazione principale. Gli immobili delle categorie catastali considerate «di lusso», e cioè A/1 (signorile), A/8 (villa) e A/9 (di­more storiche) anche abitazioni principali devono pagare l1mu, con un'aliquota che non può superare lo 0,6% e fruendo di una I detrazione di 200 euro. Se un'abitazione principale .ha due box il primo (ovviamente I quello di maggior valore catastale) lo si può assimilare all'immobile a cui è legato e

quindi è esente, ma sul secondo si paga l'aliquota ordinaria Tutto l'importo dell1mu va versato al Comune, il contri­buto statale, nella misura dello 0,76% è dovuto solo dai

proprietari di immobili classi­ficati nella categoria catastale D a

cui appartengono ad esempio i capannoni. Se quindi il Comune indica come aliquota 1'1,06% gli sarà versato lo 0,3%. I proprieta­ri di questi immobili inoltre dovranno ricalcolare l'imposta perché, per effetto della rivalutazione dei coefficienti di calco­lo, l'imponibile quest'anno è più alto del-1'8,33% rispetto al 2012.

©RIPRODU710NERlsmVATA I

La rata di gennaio tra detrazioni e bollettllii in arrivo

Data 12-12-2013 Pagina 15 Foglio 2/3

a soluzione per evitare il congua­glio dell'Imu sull'abitazione princi­

pale nei Comuni che hanno aliquota superiore allo 0,4% sarebbe facile: ba­sta trovare la copertura e abolirlo. Nel­la pratica i soldi non ci sono. Una solu­zione ventilata sarebbe quella di far pagare i contribuenti e rendere conte­stualmente il conguaglio detraibile dallo Iuc, il nuovo tributo immobiliare in vigore dal 2014; la data per il versa­mento prevista è il 16 gennaio, stesso giorno in cui bisognerà pagare la pri­ma rata Iuc. In questo modo lo Stato non dovrebbe stanziare per il 2013 i soldi necessari per coprire integral­mente il mancato introito dei Comuni.

Resta il fatto che o le ammini­....... strazioni sono davvero in

grado nel giro di poche settimane di inviare bol­lettini precompilati con il conguaglio e lo storno

dalla Iuc o si costringeran­no i contribuenti non in gra­

do di far da soli a fare code e spendere soldi spesso per pagare poche decine di euro. Poi si aprirebbe il capitolo di come coprire i costi della detrazione. Si parla di un inasprimento fiscale sulla case a disposizione oltre la se­conda, ma l'operazione non appare semplice.

iD mrRODlWONE RISFRVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

La Tasi sui servizi e gli sgravi attesi Così la Tari (rifiuti)

ei prossimi giorni, con n-passaggio alla Camera della legge di Stabilità,

sapremo in maniera definitiva come fun­zionerà lo Iuc. Sull'impianto di massima non dovrebbero esserci più stravolgi­menti: si tratta di un tributo che si artico­la in due parti; la prima, detta Tari, è la tassa sui rifiuti e dovrebbe discostarsi di poco o nulla dalla Tares. I problemi na­scono dalla seconda parte dell'imposta, la Tasi, una tassa sui servizi indivisibili che assorbirà n contributo di 30 centesimi al metro quadrato pagato quest'anno con la

. Tares. La Tasi avrà come base imponibile la stessa delllmu e potrà avere aliquota massima dello 0,25%. I Comuni potranno abbassare le aliquote o anche annullarle

ma solo a spese loro perché i trasferimenti statali per fi­nanziare le agevolazioni saranno limitati (mezzo miliardo di euro). n proble­ma è che senza detrazioni la

Tasi è di fatto un'Imu ma­scherata, che farà pagare di più

a chi prima spendeva meno e viceversa Ipotizziamo una casa con rendita cat~sta­le 400 euro e un'altra che ne vale 1.500. In un Comune che applicava llmu allo 0,4% la casa di minor valore avrebbe pagato 69 euro mentre con la Tasi ne costerà 168; l'abitazione di pregio invece pagava 808 euro, con la Tasi scenderebbe a 630.

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Data 12-12-2013 Pagina 15 Foglio 3/3

L'lmu sulla seconda casa nelle 20 principali città italiane li calcolo è basato su tre ipotesi: un immobile medio signorile di 120 mq, di categoria A12, e contribuente con prelievo Irpef comprensivo di addizionali al 45%; una casa medio signorile di 90 mq, di categoria A/2, e contribuente con pr~lievo Irpef comprensivo di addizionali al 40%; . una casa loeata di 70 mq, in categoria A/3

LEGENDA III Aliquota III Casa medio signorile 120mq l!PJCasa media 90 mq III Casa media 70mq -Ioeata

Roma

Milano* 1.247. 196 l1li 878

Napoli 810 . 127 !II 630

Torino 1.276' 201 III 993

Palermo 1,06 784 139. 454 ; 71 i!Ii 353

Genova 1,06 2.243 397_ 1.174; 185 111 913

Bologna 2191\11 1.085

Firenze 181. 897

Bari 185. 913

Catania 113 Il 561

Venezia 143 Il 709

. 279_ 608 ' 1331!l 473 Verona** 0,76 1.131

Messina 1,06 640 11311 602 ; 95 I 468

Padova 1,02 1.824 335_ 996 .163. 774

Trieste 1,06 1.730 306_ 1.018; 160. 791

Taranto 1.06 1.187. 210_ 806 . 127 I!l 627

Brescia 1.06 1.319. 233_ 615 ; 97 I 478

Prato 0,96 1.164 ' 227_ 699 • 121 iii 544

ReggloCa1. 1,06 ;ì 899 .159. 534 .84 I 416

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Data 12-12-2013

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 35 Foglio 1

Il riassetto La Fondazione insiste sul rinvio al secondo semestre 2014

Aumento Mps, Profumo chiede il verdetto dei soci Oggi il consiglio. Dalle banche no a proroga garanzia

La richiesta di slittamento dell'aumento di capitale arriva sul tavolo del consiglio Monte­paschi. Oggi il board esaminerà !'istanza presentata dalla Fon­dazione con cui ha chiesto di spostare a non prima di metà maggio la ricapitalizzazione da 3 miliardi euro necessaria a pa­gare 2,5 miliardi di Monti bond e gli interessi maturati, rispetto a gennaio come proposto dal consiglio, che ha già convocato l'assemblea per il 27 dicembre. Metà maggio coincide con la se­conda finestra temporale che l'amministratore delegato Fa­brizio Viola aveva indicato per l'operazione. Al momento tut-

In Borsa 0,25

tavia la garanzia sull'aumento scade il 31 gennaio e, per ora, le banche non hanno dato una di­. sponibilità ad estendere !'impe­gno. Ieri ci sono stati nuovi con­tatti in cui sarebbe stata ribadita la garanzia fino a gennaio. D'al­tra parte dalla relazione deposi­tata in vista dell'assemblea è emerso che la scelta di stringere i tempi sarebbe dettata anche dalle condizioni poste dal con­sorzio, tra cui la richiesta che le cedole al Tesoro non vengano pagate con nuove azioni.

Oggi il board dovrebbe deci­dere di integrare l'ordine del giorno con la richiesta della

Ieri 0,176 euro

-1,16° h

Fondazione, senza però ritirare la propria proposta Quindi sa­ranno i soci a discutere su quale soluzione adottare. TI presiden­te di Palazzo Sansedoni, Anto­nella Mansi, ha già detto che vo­terà contro l'aumento a gennaio e ieri, in una nota emessa su ri­chiesta della Consob, la Fonda­zione ha spiegato che la sua proposta è volta «a evitare un voto contrario a salvaguardia della propria integrità patrimo­niale e, contemporaneamente, a consentire la buona riuscita dell'aumento di capitale». Lo slittamento al secondo trime­stre 2014, consentirebbe inoltre «alla banca di avere comunque

D'ARCO

il tempo necessario per il paga­mento della cedola» sui Monti bond, che scade il primo luglio, utilizzando i capitali freschi.

L'ente sta cercando di fare cassa con la quota di Mps e ha dato mandato alla Lazard con l'auspicio, non solo della Fon­dazione ma anche dei vertici della banca, di trovare un com­pratore entro la data dell'as­semblea I tempi sono piuttosto stretti ma se l'operazione do­vesse andare in porto la Fonda­zione potrebbe anche rideter­minarsi in assemblea spianan­do la strada alla proposta di Vio­la.

Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA

Economia

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