Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

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2011 Nell’anno 2011, la Fondazione Mediterraneo svolge un’intensa serie di attività in 30 Paesi: più di 300 eventi caratterizzano un’azione iniziata nel 1994 e che assegna alla Fondazione Medi- terraneo un ruolo significativo. Tra le attività si citano l’inaugurazione della “Mai- son des Alliances”, la realizzazione dell’opera monumentale “Totem della Pace” in varie città del mondo (Napoli, Torino, ecc.), il “Concerto Euromediterraneo per il Dialogo tra le Culture” a Napoli, il “Forum di Fès” sui giovani, la Conferen- za mondiale sull’intelligenza territoriale. In questo anno la Fondazione ha un ruolo di pri- mo piano nel sostenere i giovani protagonisti della “Primavera Araba”. Tra gli assegnatari del Premio Mediterraneo si citano: il Cardinale Crescenzio Sepe, il giorna- lista Paolo Mieli, l’ambasciatore Leila Shahid, il Consigliere Driss Guerraoui, Mario Condorelli e Guido Grimaldi (alla memoria), SAR la Princi- pessa Lalla Meryem, Bichara Khader, Senen Florensa, Telethon, Alberta Levi Temin, Benita Ferrero-Waldner. In 2011 the Fondazione Mediterraneo carried out an intensive program of activities in 30 Countries. More than 300 events were organ- ized characterizing the actions that had began in 1994, in relation to which the Fondazione Mediterraneo plays an important role. Activities included the inauguration of the “Maison des Al- lainces”, the creation of the monumental sculp- ture, the “Peace Totem” in different cities of the Mediterranean (Naples, Turin, etc.), the “Euro- Mediterranean Concert for Dialogue among Cultures” in Naples, the “Fez Forum” of youth and the “World Conference of Territorial Intelli- gence”. Winners of the Mediterranean Award included the Cardinale Crescenzio Sepe, Paolo Mieli, Leila Shahid, Driss Guerraoui, Mario Con- dorelli e Guido Grimaldi , HRH Lalla Meryem, Bichara Khader, Senen Florensa, Telethon, Al- berta Levi Temin, Benita Ferrero-Waldner.

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Articoli pubblicati su giornali di tutto il mondo relativi alla Fondazione Mediterraneo per l'anno 2011

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2011

Nell’anno 2011, la Fondazione Mediterraneo svolge un’intensa serie di attività in 30 Paesi: più di 300 eventi caratterizzano un’azione iniziata nel 1994 e che assegna alla Fondazione Medi-terraneo un ruolo significativo.Tra le attività si citano l’inaugurazione della “Mai-son des Alliances”, la realizzazione dell’opera monumentale “Totem della Pace” in varie città del mondo (Napoli, Torino, ecc.), il “Concerto Euromediterraneo per il Dialogo tra le Culture” a Napoli, il “Forum di Fès” sui giovani, la Conferen-za mondiale sull’intelligenza territoriale.In questo anno la Fondazione ha un ruolo di pri-mo piano nel sostenere i giovani protagonisti della “Primavera Araba”.Tra gli assegnatari del Premio Mediterraneo si citano: il Cardinale Crescenzio Sepe, il giorna-lista Paolo Mieli, l’ambasciatore Leila Shahid, il Consigliere Driss Guerraoui, Mario Condorelli e Guido Grimaldi (alla memoria), SAR la Princi-pessa Lalla Meryem, Bichara Khader, Senen Florensa, Telethon, Alberta Levi Temin, Benita Ferrero-Waldner.

In 2011 the Fondazione Mediterraneo carried out an intensive program of activities in 30 Countries. More than 300 events were organ-ized characterizing the actions that had began in 1994, in relation to which the Fondazione Mediterraneo plays an important role. Activities included the inauguration of the “Maison des Al-lainces”, the creation of the monumental sculp-ture, the “Peace Totem” in different cities of the Mediterranean (Naples, Turin, etc.), the “Euro-Mediterranean Concert for Dialogue among Cultures” in Naples, the “Fez Forum” of youth and the “World Conference of Territorial Intelli-gence”. Winners of the Mediterranean Award included the Cardinale Crescenzio Sepe, Paolo Mieli, Leila Shahid, Driss Guerraoui, Mario Con-dorelli e Guido Grimaldi , HRH Lalla Meryem, Bichara Khader, Senen Florensa, Telethon, Al-berta Levi Temin, Benita Ferrero-Waldner.

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“Ansa” 2 gennaio 2011

“ADN Kronos” 2 gennaio 2011

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“La Repubblica” 3 gennaio 2011

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“Il Mattino” 3 gennaio 2011

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“Fuoritutto” 6 gennaio 2011

“Il Mattino” 4 gennaio 2011

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“Il Denaro” 6 gennaio 2011

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“Il Denaro” 12 gennaio 2011

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“Il Denaro” 12 gennaio 2011

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“L’Ora Vesuviana” 21 gennaio 2011

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“Il Denaro” 22 gennaio 2011

“Il Mattino” 23 gennaio 2011

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“Cronache di Napoli” 23 gennaio 2011

“Ansa” 24 gennaio 2011

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“La Repubblica” 25 gennaio 2011

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“La Repubblica” 25 gennaio 2011

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Xxxxxxx“La Repubblica” 25 gennaio 2011

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“Ansa” 26 gennaio 2011

“Trieste Oggi” 26 gennaio 2011

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“vesuvius.it” 27 gennaio 2011

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“Il Denaro” 1 febbraio 2011

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ANGELO VACCARIELLO

Campania ponte con ilMediterraneo;piattaforma logistica per il Bacino; pun-to d'incontro tra l'Europa e i Paesi del-la sponda Sud. Sono solo alcuni dei ti-toli che, di sovente, tratteggiano il rap-porto tra la regione e l'area. Area che,in questi giorni, è scossa da forti cam-biamenti politici, da proteste e rivolteche stanno mettendo a nudo sistemi po-litici deboli e fondati sulla dittatura, no-nostante gli enormi passi compiuti nel-lo sviluppo nell’ultimo decennio.

In Algeria la battaglia del pane; inTunisia l'esilio forzato del dittatoreBenAlì; in Egitto ieri lo sciopero generaleche ha portato in piazza oltre un milio-ne di persone che reclamano democra-zia e la deposizione diMubarak.

Senza contare l'instabilità politicadell'Albania con continui scontri dipiazza tra la maggioranza e l’opposi-zione che chiede il ritorno alle elezionipolitiche.

La regione è legata a doppio filo coni Paesi del Mediterraneo: per tradizionestorica e per ragioni economici. Rap-porti che, da un punto di vista dell'eco-nomia, è possibile quantificare intornoa un miliardo di euro di interscambio.

Per intenderci: nel 2010 l'export del-le imprese campane verso i Paesi delMediterrano è pari a 397 milioni di eu-ro. Le importazioni, invece, ammonta-no a 554 milioni di euro.

Tra i settori che tirano di più, la pri-

ma voce dell'export campano verso iPaesi del Bacino sono i prodotti tessilidell'abbigliamento, delle pelli e degli

accessori (nel 2010 l'export supera i 57milioni di euro).

Bene anche il comparto dell'indu-

stria del legno con circa 40milioni di eu-ro di prodotti made in Campania vendutinell'Area.

Infine, bene anche i macchinari e gliapparecchi elettronici rappresentano unavoce importante (38 milioni di euro).L'import, invece, riguarda soprattuttomateriale di natura petrolifera (quasi150 milioni di euro).

Anche l'industria tessile campanaimporta molto dall'Area del Mediterra-neo (intorno ai 100milioni di euro). Madove si indirizza l'export campano?

Quasi la metà delle vendite campa-ne si concentrano in Tunisia, con un va-lore dell'export pari a 134milioni di eu-ro. Negli ultimi tre anni è raddoppiata lavendita delle aziende locali a Tunisi,passando da 71 milioni del 2008 al va-lore quasi doppio del 2010.

Le fiamme che stanno bruciandol'Egitto preoccupano le imprese cam-pane, il cui export verso il Cairo è paria 36milioni di euro (nel 2009 era 33mi-lioni e 23 milioni di euro nel 2008).

Verso l'Algeria, invece, le venditecampane ammontano a 38milioni di eu-ro, in crescita di 2 milioni rispetto l'an-no precedente (molto lontano rispettoal 2008 quando l'export era pari a 72mi-lioni di euro).

Le importazioni vivono un momen-to di recupero: nel 2010 l'import è di554 milioni di euro (nel 2009 era cadu-to a 471milioni e il record di import daiPaesi del Mediterraneo si è registratonel 2008 con 690 milioni di euro).

Bacino in fiamme,a rischioaffaridaunmiliardo�Mediterraneo�

IL DENARO INPRIMOPIANO MARTEDÌ 1° FEBBRAIO 2011 7

L’instabilità politica mette in serie difficoltàl’interscambio commerciale tra le Pmi campane e quelle

dei Paesi dell’Area e ostacola molti progetti in itinere

MICHELE CAPASSO

presidente della Fondazione Mediterraneo

Dopo una settimana, la situazione po-litica in Egitto è sempre più tesa. La rivo-luzione tunisina ha senzadubbio creato unprecedente nelmondomusulmanodei re-gimi laici autoritari. Il caso del Presiden-te tunisino Ben Ali, arrivato al potere do-po una rivoluzione di palazzo nel 1987 eche è fuggito come un ladro in ArabiaSaudita dopo 23 anni può legittimamen-te dare speranza ad altri popoli. Il Cairo,Alessandria e Suez sono le città più toc-cate dalle sommosse e dalla repressioneviolenta.

Indipendentemente dalla crisi tunisi-na, il 2011 doveva essere in Egitto un an-no molto delicato per il potere. Dopo lecontestatissime elezioni legislative, il Pre-sidente Hosni Mubarak, 82 anni, indebo-lito dalla malattia e probabilmente in findi vita, doveva festeggiare il 14 ottobreprossimo i trenta anni di potere assoluto.Le elezioni presidenziali dovrebbero te-nersi a settembre e tutto lascia pensare cheMubarak non abbia intenzione di ricandi-darsi, ma secondo molte congetture, re-

golarmente smentite, suo figlio Gamalsembrerebbe indicato alla successione, ciòche creerebbe uno scenario “siriano” po-co soddisfacente dal punto di vista demo-cratico. Nonostante ciò Gamal Mubaraksarebbe già fuggito dal Paese per recarsia Londra.

Per quanto le crisi in Tunisia ed Egit-topossano sembrare simili, accomunatedauno stesso “destino mediterraneo”, la si-tuazione dei due Paesi èmolto differente.Da un lato, l’Egitto ha sempre lasciato unpo’ di spazio alla libertà di espressione edi stampa, con giornali di opposizione,ciò che hapermessodi attenuare certi ran-cori. Tuttavia oggi le violenze contro igiornalisti e il divieto ad Al Jazeera nonfanno che avvelenare la situazione. L’au-mento dei prezzi dei prodotti di base de-finiti dal governo sono stati fermati mol-to rapidamente per evitare una esplosio-ne popolare. D’altra parte, al contrariodella Tunisia che è un paese piccolo,l’Egitto con i suoi 84 milioni di abitanti,è un paese di un’importanza geostrategi-ca cruciale in unMedioOrientemolto in-stabile. La sua vicinanza ad Israele ed ilsuo riconoscimento di Israele ne fa un

paese chiave per qualsiasi soluzione delconflitto israelo-palestinese, come già ri-conosciuto dagli accordi di Camp Daviddel 1978.

Ma traEgitto eTunisi ci sonomolte al-tre differenze.L’esercito egizianoè ancorafedele a Mubarak, così come la polizia,mentre l’esercito tunisino aveva sin dal-l’inizio rifiutato di opporsi violentementeaimanifestanti. Infine, il livello socio-cul-turale della popolazione resta globalmen-te molto basso in Egitto. Mentre in Tuni-sia, il livello universitario è molto eleva-to, l’analfabetismo è ancora “moneta cor-rente” in Egitto. E un popolomeno istrui-to è sicuramente più manovrabile.

Ultimo dato, l’industria turistica, cheproduceunquinto della ricchezzadel pae-se e favivere i tre quinti delle città farodel-l’antichità egiziana, comeLuxor ad esem-pio: una crisi politica che durasse troppoa lungocomporterebbeunacatastrofe eco-nomica maggiore in Egitto.

In reazione a queste manifestazioni, ilPresidente Mubarak ha reagito in manie-ra totalmente inadeguata: nominando ilGenerale Ahmed Chafic Primo Ministroe soprattutto nominando ilGeneraleOmar

Souleimane Vice Presidente.Queste misure che accrescono la mili-

tarizzazione del regime non sono eviden-temente sufficienti e mostrano una realemancanza di lucidità da parte del potere.

Come inTunisia, più di duecentomor-ti costituiscono un punto di non ritorno eil popolo reclama ora la partenza imme-diata di Mubarak.

Al contrario della Tunisia, l’opposi-zione laica può farsi forte di un leader chesarebbe “benvoluto” dalla comunità in-ternazionale. Mohamed El-Baradeï, Pre-ternazionale. Mohamed El-Baradeï, Pre-ternazionale. Mohamed El-Bamio Nobel per la Pace 2005, è candidatoda vari mesi alla presidenza, ma la suacandidatura non sarebbe valida in base al-le regole costituzionali attuali.

Arrivato inEgitto il 27 gennaio, ha vo-luto prendere parte allemanifestazionimaè stato sottoposto agli arresti domiciliari.Nonostante ciò, ha sfidato il coprifuoco il30gennaio raggiungendo imanifestanti inPiazza Tahrir al Cairo.

El-Baradeï rappresenterebbe senzadubbio la migliore uscita dalla crisi perl’Egitto se Mubarak accettasse rapida-mente le elezioni presidenziali autoriz-zando la sua candidatura.

Tunisia edEgitto,Paesidiversi legatidauncomunedestino[ intervento ]

Nel 2010 export a 397 milioni di euroNel 2010 export a 397 milioni di euroNel 2010 export a 397 milioni di euroNel 2010 export a 397 milioni di euroNel 2010 export a 397 milioni di euro

L’export della Campania verso i Paesi delMediterraneo ammonta, nel 2010, a 397milioni di euro.L’import, invece, è di oltre 550milioni di euro

Valori inmilioni di euro

2008 2009 2010

397

272

319

Nel Bacino delMediterraneo la Tunisia è il primomercato per le aziende campane

Tunisia primo mercato di riferimento per le Pmi campanePaese 2008 2009 2010

• AlgeriaAlgeria 72 30 38• Egitto 23 33 36• LibiaLibia 76,7 61,7 130• Tunisia 71 69 134

Valori in milioni i euro

“Il Denaro” 1 febbraio 2011

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“Il Denaro” 2 febbraio 2011

IL DENARO OPINIONI�COMMENTI MERCOLEDÌ 2 FEBBRAIO 2011 3

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oroscopo economico

“Il Mediterraneo èun viaggio unico at-traverso la geografia,la storia, la politica,le religioni, le culture,le tradizioni, l’econo-mia, i paradossi, le

speranze, le dittature, il destino….”.Questo il commento del mio amico

Naguib Mahfouz, premio Nobel e rife-rimento per i giovani egiziani, quandogli consegnai il “Premio Mediterraneo”alcuni anni fa.

Queste parole mi ritornano alla men-te spesso in questi giorni, specialmen-te dopo i recenti viaggi in Tunisia edEgitto: paesi in cui le rivolte in attonon sono “quelle del pane” perché, su-bito, si sono trasformate in rivolte po-litiche contro regimi oppressi-vi e corrotti ma, prima di tutto,contro l’estrema arroganza deileader al potere, e contro l'ac-caparramento e lo sperpero dirisorse nazionali da par-te dei loro clan familia-ri. Una situazione simi-le a quella di Tunisia edEgitto si riscontra, permotivi diversi, in Libiae Algeria, dove l’arro-ganza e l'accentramen-to del potere non sonomeno opprimenti. Di-verso il caso di Giorda-nia, Marocco e ArabiaSaudita, dove i regimial potere godono dimaggiore legittimità epossono contare su unabase di consenso moltoampia.

Anche se la rivolta in Tuni-sia ed Egitto avrà un impattoconsiderevole a livello regio-nale, non è detto che si trasmetta, al-

meno nell’immediato, anche adaltri paesi. Molto dipende daquello che accadrà in Egittonelle prossime ore.

La Francia e l’Italia hannoavuto scarsa lungimi-ranza sulla crisi, in unmomento in cui avreb-bero potuto contribuirea cambiare, in meglio, ildestino del Nostro Ma-re. Il New York Timesha riportato, per esem-pio, una dichiarazionedel portavoce del mini-stero degli Esteri fran-cese, che dopo aver ri-petuto che il principiofondamentale cui laFrancia si rifà è quellodella non ingerenza, ag-giunge: “La nostra prio-

rità in Tunisia era di fermare ilbagno di sangue. Ora, avvenu-to il cambiamento, li aiuteremoa costruire la loro democrazia e

li aiuteremo ancora sulla strada dello

sviluppo economico, che èquello che ha dato esca al pro-blema”.

L’Italia ha dato un appog-gio a Ben Ali non meno soli-do di quello francese,anche se meno enfati-co.

Tuttavia, il ministrodegli Esteri Frattini inun’intervista al Corrie-re della Sera è statomeno diplomatico diquello francese: “Cre-do si debbano sostene-re con forza i governidi quei Paesi, dal Ma-ghreb all’Egitto, neiquali ci sono re o capidi Stato che hanno co-struito regimi laici te-nendo alla larga il fon-damentalismo. La priorità nu-mero uno è la prevenzione delfondamentalismo e degli em-brioni di terrorismo”. In un al-tro punto dell’intervista, il ministro sot-

tolinea l’immediato sostegno che il go-verno italiano ha dato a Ghannouci, nelmomento in cui questi ha cercato dicolmare il vuoto lasciato dalla fuga diBen Ali”.

Quello che Francia e Italia, e pro-babilmente anche altri paesi dell’Ue,desiderano è dunque una transizionedolce verso un regime che, rimuoven-do le aberrazioni di Ben Ali, rassicurituttavia gli europei sul fronte della si-curezza. Dopo tutto, anche le dichiara-zioni a livello Ue riflettono questo ap-proccio, che mette in secondo pianol’affermazione di una democrazia au-tentica e giusta.

Questo è un approccio poco lungi-mirante perché, a parte altre conside-razioni, trascura l’occasione che le cri-

si in Tunisia e in Egitto forni-scono per recuperare credibilitàpresso gli arabi. Le reticenze eu-ropee gettano una cruda luce sulcambiamento che si è verifica-

to nella strategia euro-pea: dall’obiettivo dicontribuire alla creazio-ne, nel vicinato, di uncerchio di paesi ben go-vernati e democraticiche, in quanto tali, sianoanche fattori di stabili-tà, a quello di sostenerei regimi al potere affi-dando la nostra sicurez-za alla loro stabilità.

Le crisi in Tunisia ein Egitto dimostrano chequesta è la strategia pre-valente e che il governoitaliano è tra quelli che

la propugnano e perseguono conmaggiore coerenza, benché pro-prio il caso tunisino abbia resoevidenti i non pochi rischi che

essa comporta.

Mediterraneo:l’Europa latita

I Paesi del vecchio continente stanno avendo un approccio poco lungimirante

rispetto alle proteste in Egitto, Algeria e Tunisia

Michele Capassopresidente Fondazione Mediterraneo

nale, non è detto che si trasmetta, al-

rità in Tunisia erabagno di sangue. Ora, avvenu-to il cambiamento, li aiuteremoa costruire la loro democrazia e

li aiuteremo ancora sulla strada dello

bagno di sangue. Ora, avvenu-

a costruire la loro democrazia enale, non è detto che si trasmetta, al-

rità in Tunisia erabagno di sangue. Ora, avvenu-to il cambiamento, li aiuteremoto il cambiamento, li aiuteremoa costruire la loro democrazia e

li aiuteremo ancora sulla strada dello

altri paesi. Molto dipende daquello che accadrà in Egittonelle prossime ore.

altri paesi. Molto dipende daquello che accadrà in Egittoaltri paesi. Molto dipende daquello che accadrà in Egittoquello che accadrà in Egittonelle prossime ore.nelle prossime ore.

Francia e Italiadesiderano unatransizione dolceverso un regime che,rimuovendo leaberrazioni, rassicuritutti sul fronte dellasicurezza

la propugnano e perseguono conmaggiore coerenza, benché pro-prio il caso tunisino abbia resoevidenti i non pochi rischi che

la propugnano e perseguono conla propugnano e perseguono con

Piuttostoche promuovere la democrazianei Paesi del Bacino,l’Europa preferiscesostenere i regimial potere in funzioneanti-islamica

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Xxxxxxx“Roma” 6 febbraio 2011

TESTATA IL ROMA DATA 06/02/2011 N.

Page 22: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

Xxxxxxx“Il Denaro” 6 febbraio 2011

Page 23: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Metropolisweb” 7 febbraio 2011

Page 24: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Comunità Ebraica di Roma” 7 febbraio 2011

“Il Denaro” 7 febbraio 2011

Page 25: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

Xxxxxxx“Julie News” 7 febbraio 2011

“Agi” 7 febbraio 2011

Page 26: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Ansa” 7 febbraio 2011

“Il Mattino” 8 febbraio 2011

Page 27: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Roma” 8 febbraio 2011

IL TOTEM DELLA PACE ALLE SORELLE BUCCI, REDUCI DAL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ

“Memoriae”, per non dimenticare la ShoaLA CERIMONIA

di Rosaria Limatola

econda edizione di “Memoriæ”,kermesse promossa dall’“Asso-

ciazione Libera Italiana”, dalla “Fon-dazione Mediterraneo” e “dalla Fon-dazione Valenzi”, col patrocinio del-la Regione Campania. L’evento haavuto inizio con l’interpretazione inchiave lirica del capolavoro di Guc-cini “Auschwitz” da parte della so-prano Maria Abbagnato. Serena Al-bano e Fabrizio Gatta, in veste dipresentatori, hanno mano a mano in-trodotto gli interventi dei rappre-sentanti dei vari enti ed istituzioni;di questi – davvero tanti, e tutti as-sai importanti ed interessanti – è do-veroso ricordarequello del conso-le di Germania inItalia Martin Lö-cher il quale hadefinito l’olocau-sto come «il mo-mento più vergo-gnoso della no-stra storia». Mase la memoria èda una parte «ungrosso peso indi-viduale prove-niente dal passa-to» dall’altra «fun-ge da insegna-mento per il futuro». Vengono citatiSciascia, Primo Levi, Guicciardini. Si afferma il valore della memorianon soltanto come commemorazio-ne o ricordo, ma soprattutto comefonte di tolleranza, anzi, meglio, disolidarietà, di democrazia, di liber-tà, perché, come dice don ToninoPalmese, delegato arcivescovile diGiustizia e Pace, «ci sono vivi chepuzzano di morte, e morti che pro-fumano di vita». E torna in menteTheodor Adorno, il quale vede in Au-schwitz la fine di un mondo: dopo diesso nulla più sarebbe stato comeprima. Il primo riconoscimento, per le vitti-me sopravvissute alla Shoah, va al-le sorelle Tatiana ed Andra Bucci, ri-spettivamente 6 e 4 anni all’indo-mani della deportazione, avvenutanel Marzo del 1944. Le due donne,due per un solo racconto, con unavoce dolce ed emozionata, esordi-scono con l’invitare gli spettatori achiudere gli occhi e vedere in loronon le nonne di oggi, ma le bambi-ne di ieri. Il racconto si basa su ri-cordi, che hanno trovato una siste-mazione organica solo molto dopo,che sono stati riordinati nel corso de-gli anni; erano prima infatti, solo deiflash di una vita ormai finita. Eranoin otto in casa quando furono arre-stati: la madre, la nonna, lo zio e lazia venuti a far loro visita da Napoli,il cuginetto Sergio De Simone, e na-turalmente le due sorelline; il padreera partito per la guerra, e fatto pre-sto prigioniero degli inglesi. Da Fiume – città natale – furono por-tate a Trieste, e lì caricate su un car-ro-bestiame alla volta di Birkenau.Nessuno sapeva dove fossero diret-ti: una volta giunti avvenne una pri-ma selezione e degli adulti, rimasecoi tre bambini, solo la madre. I gior-ni corrono senza data, e i volti re-stano sfocati; solo i cumuli di cada-veri intorno ai quali era possibile gio-care restano nitidi ed indelebili. Lo-ro, adesso, sono soltanto un nume-ro da memorizzare in tedesco per es-sere identificate, i nomi divengonotracce sbiadite di momenti troppolontani: solo la mamma, quando, ra-ramente, può andare a fargli visita lichiama per nome. Ma la donna pre-sto scomparirà dalla loro vita, comepure il cuginetto, che verrà speditoda un medico tedesco interessato inesperimenti strazianti. Viene il 27Gennaio 1945, ma per Tatiana e An-dra cambia solo la divisa dei solda-ti, il loro modo di fare. Lasciano ilcampo per essere spedite prima inun centro di raccolta per i bambinisopravvissuti a Praga e poi in uncentro in Inghilterra coordinato daAnna Freud. Fortunatamente il lie-to fine, talvolta, è possibile anchenella vita reale e le sorelle Bucci ven-gono rintracciate dai genitori – en-trambi ancora in vita, come gli ziiche però avevano perso il figlioletto

S

Sergio – e riportate in Italia. «Da al-lora abbiamo avuto esistenze nor-malissime, ma questo non significache i ricordi ci abbiano abbandona-te, anzi: basta un rumore, un odore,e la mente vola lì, lì dove parenti anoi cari hanno trovato la morte. Iltempo non cancella nulla, per fortu-na, allevia solo un po’ il dolore». Allafine dell’intervento viene conferito aloro il primo dei tre riconoscimenti,il primo “Totem della Pace”, realiz-

zato dallo scultore Mario Molinari. C’è dunque un primo intermezzomusicale, per le vittime zigane del-la follia nazista, ad opera del violini-sta Ferdi Bajrami, e del fisarmonici-sta Constantin Delea, seguito dal-l’intervento dell’avvocato Cappuc-cio, secondogenita di quell’avvoca-to Cappuccio ucciso ad Ottavianoper volere di Cutolo il 13 Settembredel 1978, freddato in un agguato concinque colpi alla fronte. A lui, e alla

memoria del suo coraggio, è andatoil riconoscimento “altre memorie” eil secondo “Totem”. L’ultimo, per la “post memoria”, èstato attribuito a Shmuel Hadas am-basciatore d’Israele presso la SantaSede e ponte per il dialogo tra il Cri-stianesimo e l’Ebraismo; era previ-sto il collegamento telefonico con lavedova direttamente da Israele, manon è stato possibile e per lui ha pre-so la parola il presidente della “Fon-dazione Mediterraneo”. La giornata s’è conclusa con unapiece teatrale curata da Elena Ma-tacena – autrice e regista de “Il ma-noscritto di Jakob Kreuzberg” da cuiè tratta la scena – ed interpretata da

Fulvio Pastore,nei panni di unrabbino, CarloVerre, guardianazista, e Giu-seppe Ariano, loscrittore JakobKreuzberg. Il tut-to magistralmen-te accompagna-to dal violino diBajrami, dalla fi-sarmonica di De-lea e dalle per-cussioni di Anto-nino Talamo. Il messaggio lan-

ciato viene accolto dalle giovani ge-nerazioni presenti, rappresentatedalle scolaresche di alcune scuolesuperiori napoletane, fra cui lìA-dolfo Pansini, l’Elsa Morante, l’Au-gusto Righi, l’Armando Diaz, il Ma-ria Curie, il Torrente e il Ferdinan-do Galiani, i cui alunni hanno rice-vuto un attestato di merito a finegiornata per aver svolto un lavoroin memoria del piccolo Sergio DeSimone.

di Francesca Parlato

i tolgo gli occhiali,guardo l’infinito” in

questa sola frase si puòriassumere il senso degli occhiali– normalmente utilizzati peravere una visione più chiaradella realtà – dell’ultimospettacolo di Emma Dante: “Latrilogia degli occhiali”. Una piècein tre atti indipendenti tra diloro, autonomi, che è diventataanche un libro, edito da Rizzoli,nella Collana 24/7. Tre capitoli,tre storie, ognuna diversa, macon un filo conduttore preciso:gli occhiali. Che non danno unavisione più precisa e delineatadella realtà: attraverso le lenti ipersonaggi di questa trilogiavedono un mondo magico,vivono un presente che puressendo irreale li fa stare meglio.Emma Dante è tornata a Napolial San Ferdinando con un nuovospettacolo ed un testo in cuiindaga tre temi: la povertà, lamalattia e la vecchiaia. Nel primoatto, “Acquasanta”, è raccontatala storia di un mendicante-marinaio ‘O Spicchiato,innamorato follemente del mare,e per questo ritenuto folle ebistrattato dai suoi colleghi chelo abbandonano sulla terraferma. Nel secondo atto, “Ilcastello della Zisa”, Nicola, unragazzo down, assistitocostantemente da due suore,vive in uno stato catatonico.

M“Trascorre legiornatedavanti unafinestra aguardare ilcastello della Zisa che gli ricordal’infanzia e la zia alla quale èstato strappato da bambino, esogna di diventare il guardianodel maniero. Il terzo atto:“Ballarini – Lunga didascaliadell’articolo il”, una coppia dianziani percorre la sua storiad’amore a ritroso nel tempoballando e scavando in unvecchio baule di ricordi. Un terzoatto che scritto e nonrappresentato, è una specie dilunga didascalia, vista l’assolutaprevalenza dell’azione deiprotagonisti, sul dialogo. «È statodifficile – ha spiegato la regista –restituire in chiave letterariaquello che accade sul palco. Luci,oggetti, costumi sono difficili daspiegare, da far immaginare».Emma Dante ha voluto indagarecon questo testo la condizionedei suoi protagonisti, più che laloro storia, il loro vissuto, cheinfatti è appena accennato:«L’emarginazione è sicuramenteuno dei temi prevalenti del testo– racconta la regista palermitanadurante la presentazione del suolibro alla libreria Fnac – maquesto non è rivolto agliemarginati. Non c’è pietà nel miolavoro, non compiango le lorovite, anzi il dolore che i mieipersonaggi provano non li haresi patetici. Mi rivolgo a chi nonsa come comportarsi nei loroconfronti». La genesi del testo èstata particolare: «Ho finito discrivere i tre atti prima ancorache riuscissi a capire che chiaveinterpretativa dare allospettacolo. A differenza dei librio di un testo pubblicato, unospettacolo è una creaturavivente, in continua evoluzione,che cambia sempre. Lo spettacolooggi è forse anche più avanti dime, del libro». Anche in questolavoro, come nei suoi precedenti,vi è un grande uso del dialettopalermitano e in generale deidialetti meridionali("Acquasanta" è interamente innapoletano). «Da sempre utilizzodialetti del sud, che spessohanno poca visibilità nel luogodove sono stati generati. Ma èaltrettanto importante – hacontinuato la regista – noncadere nel provincialismo,bisogna evitare di chiudersi».Alla fine del libro, per chi proprionon riesce a decifrare il dialettopalermitano, vi è anche un utileglossario. Emma Dante siconferma tra le più intenseindagatrici dell’animo umano delteatro contemporaneo.

“VORREI CHE IL FUTURO FOSSE OGGI” DI VALERIO LUCARELLI

Nap, gli anni di piombo al SudIL SAGGIO

di Nicola Clemente

i sono storie che per la loro cru-dezza, vengono celate, dimen-

ticate e sepolte nell’oblio di un im-maginario collettivo morente, per poiemergere improvvisamente graziealla forza vitale di un flusso narrativoefficace.È questo il caso dell’ultima fatica let-teraria di Valerio Lucarelli (nella fo-teraria di Valerio Lucarelli (nella fo-teraria di Valerio Lucarelli (to), “Vorrei che il futuro fosse oggi.Nap ribellione, rivolta e lotta arma-ta”(l'Ancora del mediterraneo) pre-sentato al “Perditempo” di piazzaDante.Il saggio ripercorre con dovizia diparticolari la storia dei Nap, NucleiArmati Proletari, che tra il 1974 e il1978 si resero protagonisti, soprat-tutto nell’Italia meridionale, di azio-ni di lotta armata, culminate con dueomicidi, quattro sequestri di perso-na, decine di attentati e un numeroindefinito di evasioni. «Mi sono in-

C

teressato anni fa alla vicenda deiNap, perché ritenevo che quella sto-ria celasse qualcosa di più profondo.Nella sfilza di libri dedicati alla lottaarmata nessuno ha mai avvertito lanecessità di raccontare le loro vicis-situdini, sono scivolati via, come perinerzia, da ogni ricostruzione di que-

gli anni», fa notare Lucarelli.La scelta narrativa del saggista, au-tore nel 2008 di “Buio Rivoluzione”,si basa sulla volontà di lasciare spa-zio ai protagonisti della vicenda, inappisti, le vittime degli attentati, ipoliziotti che li braccarono, i magi-strati che li perseguirono, i giudiciche li condannarono e i dirigenti diLotta continua (da Erri De Luca aGuido Viale), attraverso una serie diinterviste volte a ricostruire fedel-mente il loro percorso. «In tanti mihanno chiesto perché volessi riesu-mare i Nap, a cominciare dagli exnappisti - prosegue Lucarelli - Per lo-ro non è stato semplice riprendere ilfilo della memoria. I ricordi trascina-no con sé un carico di dolore indici-bile». I Nuclei Armati Proletari, privi di unaforte componente teorico intellet-tuale e sprovvisti di una struttura ge-rarchica rigida, a differenza delle Bri-gate Rosse, in quanto organizzati in

nuclei autonomi, pagarono il limitedi una libera organizzazione internae di una suddivisione in cellule trop-po deboli e ristrette per poter dura-re a lungo. I Nuclei Armati Proletari, a differen-za di altri gruppi di sinistra extra-parlamentare di quegli anni, non po-nevano al centro della loro azione laclasse operaia, ma il proletariato ex-tralegale, l’emarginato, denuncian-do con vigore la situazione disuma-na in cui erano costretti a vivere co-loro che si trovavano rinchiusi nellecarceri e nei manicomi. Il dibattito si è chiuso con un ricor-do di Franca Salerno, storica attivi-sta dei Nap, deceduta pochi giornifa, dopo una lunga malattia e salitaalla ribalta delle cronache dell’epocaper la foto che la ritraeva in carcerecon il pancione. Aspettava suo figlio,Antonio, che morirà poco dopo la suascarcerazione, per un incidente stra-dale, a soli 28 anni.

“IL FILO DI LANA” DI PAOLO IORIO RACCONTA IL PERCORSO DELLA SPERANZA

Un viaggio tra i sentimenti degli emigranti napoletaniIL ROMANZO

di Mario Mosca

rovate ad immaginare ildramma della partenza, l’ad-

dio dettato dalla fame, dalla po-vertà e dalla paura del futuro. Im-maginate il viaggio, l’incognito elo spaesamento all’arrivo. La no-stalgia per la terra natia, ultimavera radice col passato. Tuttoquesto è “Il filo di lana”, ultimo la-voro di Paolo Jorio, giornalista eregista napoletano. Il dramma de-gli approdi e degli sbarchi rac-conta alla perfezione la storia delnostro paese, di una Napoli cittàaperta. Immaginatevi le razze chesi mischiano. I napoletani chefanno gli americani. E infine,quando cade il pregiudizio, c’èl’arrivo, l’approdo, l’America è

Pdavvero, finalmente l’America. Ein quel momento le persone si in-contrano, si conoscono e nascequalcosa di nuovo, di italo-ame-ricano. Il filo di lana nel farsi tes-sere è questo ponte intangibile,l’insondabile tratto d’unione traluoghi e persone lontane. Il rac-conto non è una storia di dina-stie, di persone che hanno in-contrato grandi fortune, ma “del-la gente senza storia, della gentecomune come me, come la miafamiglia” recita il protagonista.Quella stessa gente che cantavaE. A. Mario nelle sue canzoni. Du-rante la presentazione del libro,Monsignor Vincenzo de Gregoriorievoca il paroliere napoletano eil tempo che questi trascorreva almolo dell’Immacolatella Vecchia

rarsi del pae-se», dice Fede-rico Vacalebre,giornalista de“Il Mattino”.«Se ci ricordas-simo di esserestati noi stessiemigrantiguarderemmochi oggi cercal’America inItalia in altramaniera». «Il fi-lo di lana è unviaggio versola speranza -conclude Jorio - L’emigrazione èun biglietto di sola andata pre-sente nella vita di ognuno di noi.Un viaggio verso l’ignoto, verso

a guardare le scene degli emi-granti con le loro valigie di carto-ne, suggendone l’essenza e la so-stanza. Paolo Jorio sviluppa il suoromanzo osservando, curiosando,descrivendo i volti della gente eportando alla luce una pagina del-la nostra storia. Giovanni, il pro-tagonista, alla fine trova la suaAmerica. Trova un maestro, unlavoro, un’arte e soprattutto unanuova lingua, la sua nuova ma-niera di esprimersi diventerannogli occhi, la fotografia. L’essenzadel libro è nella fotografia cheGiovanni fa al padre in procintodi partire, in quel gesto è rac-chiusa tutta la disperazione delmondo. «Il libro di Paolo Jorio ser-ve come antidoto a quello cheSciascia chiamava “lo smemo-

“LA TRILOGIA DEGLI OCCHIALI

Il teatro di Emma Dantetra le pagine di un libro

Tatiana e Andra Bucci ricevono il Totem della Pace. In basso, momenti dello spettacolo

se stessi, le proprie emozioni e leproprie sensazioni. È questo ilsenso del viaggio che ho volutoraccontare».

COSTUME & SOCIETA’12 martedì 8 febbraio 2011

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“Il Mattino” 19 febbraio 2011

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“La Repubblica” 20 febbraio 2011

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“Il Mattino” 20 febbraio 2011

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“Il Mattino” 5 marzo 2011

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“Comunicato Stampa” 10 marzo 2011

“Il Denaro” 15 marzo 2011

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“Comunicato Stampa” 15 marzo 2011

“Comunicato Stampa” 15 marzo 2011

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“Comune Torino” 29 aprile 2011

“Pro Loco Coazze” 25 aprile 2011

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“Sun Salvario Views” 2 maggio 2011

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“Ansamed” 3 maggio 2011

“Provincia di Torino” 3 maggio 2011

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“La Stampa” 3 maggio 2011

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“Cronaca Qui” 3 maggio 2011

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“Ansa” 4 maggio 2011

“Comunicato Stampa” 4 maggio 2011

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“Comunicato Stampa” 4 maggio 2011

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“Comunicato Stampa” 4 maggio 2011

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Xxxxxxx“Comunicato Stampa” 4 maggio 2011

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“Comune di Torino” 4 maggio 2011

“Comune di Torino” 4 maggio 2011

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“Italnews” 4 maggio 2011

“Italnews” 4 maggio 2011

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“Cronaca Qui” 5 maggio 2011

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“Vita Pastorale” 5 maggio 2011

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“Vita Pastorale” 5 maggio 2011

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Xxxxxxx“Vita Pastorale” 5 maggio 2011

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“Ufficio Nazionale Servizio Civile 16 maggio 2011

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“Comunicato Stampa 18 maggio 2011

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“Comunicato Stampa maggio 2011

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“Comunicato Stampa maggio 2011

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“larepubblica.it” 19 maggio 2011

“julienews.it” 20 maggio 2011

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“chiesadinapoli.it” 20 maggio 2011

“denaro.it” 20 maggio 2011

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“italnews.info” 20 maggio 2011

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“Il Mattino” 20 maggio 2011

“Corriere del Mezzogiorno” 20 maggio 2011

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“Il Roma” 20 maggio 2011

“Il Roma” 20 maggio 2011

“Il Mattino” 21 maggio 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 21 maggio 2011

“Corriere del Mezzogiorno” 21 maggio 2011

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“videocomunicazioni.it” 21 maggio 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 10 giugno 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 10 giugno 2011

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“Il Mattino” 10 giugno 2011

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“Il Mattino” 10 giugno 2011

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“Il Mattino” 10 giugno 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 15 giugno 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 15 giugno 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 15 giugno 2011

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“Il Mattino” 17 giugno 2011

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“Il Mattino” 17 giugno 2011

“Il Mattino” 19 giugno 2011

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“La Stampa” 19 giugno 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 21 giugno 2011 “Il Mattino” 23 giugno 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 23 giugno 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 23 giugno 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 23 giugno 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 24 giugno 2011

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Xxxxxxx“Il Gazzettino di Venezia” 4 luglio 2011

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Xxxxxxx“granviale.it” 4 luglio 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 10 luglio 2011

“Il Mattino” 13 luglio 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 17 luglio 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 17 luglio 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 17 luglio 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 19 luglio 2011

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Xxxxxxx“Il Mattino” 19 luglio 2011

Page 84: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

Xxxxxxx“Corriere della Sera” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“La Stampa” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“La Stampa” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“La Stampa” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Libero” 21 luglio 2011

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“Libero” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Libero” 21 luglio 2011

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Xxxxxxx“Corriere della Sera” 22 luglio 2011

“Le Monde” 23 luglio 2011

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Xxxxxxx“Le Monde” 23 luglio 2011

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“Le Monde” 23 luglio 2011

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“Le Monde” 23 luglio 2011

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“La Repubblica” 23 luglio 2011

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“La Repubblica” 23 luglio 2011

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“Il Mattino” 28 luglio 2011

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“La Stampa” 30 luglio 2011

Page 103: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Mattino” 4 agosto 2011

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“Il Mattino” 4 agosto 2011

“Il Mattino” 22 agosto 2011

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“Il Mattino” 22 agosto 2011

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“Il Mattino” 22 agosto 2011

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“Il Mattino” 22 agosto 2011

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“Corriere della Sera” 23 agosto 2011

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“L’Espresso” 25 agosto 2011

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“Il Mattino” 7 settembre 2011

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“Il Mattino” 10 settembre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 10 settembre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 10 settembre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 10 settembre 2011

“Corriere della Sera” 10 settembre 2011

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“Il Mattino” 10 settembre 2011

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“Il Mattino” 10 settembre 2011

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“Il Mattino” 10 settembre 2011

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“Il Mattino” 10 settembre 2011

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“Il Mattino” 11 settembre 2011

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“Il Mattino” 11 settembre 2011 “Il Mattino” 12 settembre 2011

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“Il Mattino” 12 settembre 2011

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“Il Mattino” 12 settembre 2011

“Il Mattino” 14 settembre 2011

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“Il Mattino” 14 settembre 2011

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“Il Mattino” 15 settembre 2011

“Il Mattino” 15 settembre 2011

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“Il Mattino” 15 settembre 2011

“Il Mattino” 15 settembre 2011

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“Il Mattino” 15 settembre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 17 settembre 2011

“Corriere della Sera”17 settembre 2011

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“Il Mattino” 17 settembre 2011

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“Il Mattino” 17 settembre 2011

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“Il Mattino” 18 settembre 2011

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“Il Mattino” 18 settembre 2011

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“Il Mattino” 18 settembre 2011

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“Il Mattino” 18 settembre 2011

“Il Mattino” 20 settembre 2011

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“Il Mattino” 20 settembre 2011

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“Il Mattino” 20 settembre 2011

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“Il Mattino” 20 settembre 2011

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“Corriere della Sera” 22 settembre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 23 settembre 2011

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“Corriere della Sera” 23 settembre 2011

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“Corriere della Sera” 23 settembre 2011

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“Corriere della Sera” 23 settembre 2011

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“Il Denaro” 23 settembre 2011

“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Roma” 23 settembre 2011

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“Il Mattino” 23 settembre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 24 settembre 2011

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“La Repubblica” 24 settembre 2011

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“Il Sud” ottobre 2011

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“Il Sud” ottobre 2011

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“Il Sud” ottobre 2011

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“Il Mattino” 1 ottobre 2011

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“Il Mattino” 1 ottobre 2011

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“Il Mattino” 1 ottobre 2011

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“Il Mattino” 1 ottobre 2011

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“Il Mattino” 2 ottobre 2011

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“La Stampa” 5 ottobre 2011

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“El Pais” 6 ottobre 2011

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“La Vanguardia” 7 ottobre 2011

“Le Monde” 8 ottobre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 20 ottobre 2011

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“Corriere del Mezzogiorno” 20 ottobre 2011

Page 167: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 20 ottobre 2011

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“La Repubblica” 20 ottobre 2011

Page 169: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere del Mezzogiorno” 25 ottobre 2011

“Corriere della Sera” 25 ottobre 2011

Page 170: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Mattino” 30 ottobre 2011

“Il Mattino” 30 ottobre 2011

Page 171: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 31 ottobre 2011

Page 172: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Stampa” 5 novembre 2011

Page 173: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 5 novembre 2011

“Corriere del Mezzogiorno” 9 novembre 2011

Page 174: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere della Sera” 9 novembre 2011

Page 175: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere della Sera” 9 novembre 2011

Page 176: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Mattino” 9 novembre 2011

Page 177: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Mattino” 9 novembre 2011

Page 178: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Mattino” 9 novembre 2011

Page 179: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere della Sera” 16 novembre 2011

Page 180: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 16 novembre 2011

Page 181: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere del Mezzogiorno” 18 novembre 2011

Page 182: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere del Mezzogiorno” 18 novembre 2011

Page 183: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere del Mezzogiorno” 18 novembre 2011

Page 184: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere del Mezzogiorno” 18 novembre 2011

Page 185: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Stampa” 24 novembre 2011

Page 186: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Giornalista” 27 novembre 2011

Page 187: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Giornalista” 27 novembre 2011

Page 188: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 27 novembre 2011

Page 189: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 27 novembre 2011

Page 190: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 27 novembre 2011

Page 191: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 27 novembre 2011

Page 192: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Avvenire” 3 dicembre 2011

Page 193: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“L’Economiste” 7 dicembre 2011

“Le Matin” 7 dicembre 2011

Page 194: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Le Matin” 7 dicembre 2011

Page 195: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Le Matin” 7 dicembre 2011

Page 196: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Le Monde” 7 dicembre 2011

“Le Matin” 9 dicembre 2011

Page 197: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

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Page 203: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere della Sera” 12 dicembre 2011

Page 204: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Corriere della Sera” 12 dicembre 2011

Page 205: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Stampa” 21 dicembre 2011

Page 206: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Stampa” 21 dicembre 2011

Page 207: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“Il Mattino” 21 dicembre 2011

Page 208: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 21 dicembre 2011

Page 209: Rassegna stampa anno 2011 della Fondazione Mediterraneo

“La Repubblica” 21 dicembre 2011