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Home Attualità Fatti e Persone Da ab Medica per lo Smart Health Day
Robot da Vinci
Attualità Fatti e Persone
Da ab Medica per lo Smart HealthDay
In occasione dello Smart Health Day, ab Medica questa mattina ci ha accolto nella sua
di Cerro Maggiore (MI) per conoscere da vicino i suoi sistemi avanzati per la chirurgia
e per l’assistenza ospedaliera.
Sistemi robotici come da Vinci (l’affermata piattaforma per la chirurgia mininvasiva) e
Cyberknife (“coltello cibernetico” per la radiochirurgia) sono ampiamente affermati in
Italia e nel mondo.
Altri sistemi, invece, si stanno facendo conoscere…
Cyberknife
Partiamo da Discogel, un dispositivo medico a base di etanolo gelificato, un derivato
di cellulosa e tungsteno per il trattamento mininvasivo e in day hospital delle ernie
discali con radicolopatia, con tecnica percutanea e in anestesia locale: Discogel viene
iniettato direttamente nella sede da trattare e, assorbendo l’acqua presente nel
nucleo polposo, si trasforma in una protesi parziale molle.
Redazione 19 giugno 2018
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Discogel
Ne traggono vantaggio sia i chirurghi (mininvasività, risultati rapidi, mantenimento
dello spazio discale) sia i pazienti (nessuna recidiva, guarigione in tre settimane circa,
niente cicatrici). Sono circa mille l’anno in Italia gli interventi sulle ernie discali eseguiti
con questo sistema.
Due elementi che rendono poco pratico l’elettroencefalogramma tradizionale sono la
necessità di inumidire gli elettrodi (che allungano i tempi dell’esame) e la presenza di
cavi.
ab Medica propone Helm-eight, un caschetto per l’esecuzione dell’EEG e dell’holter
24 h wireless che permette di eseguire l’esame in tempi ridotti (impiega elettrodi a
secco) e anche in situazioni di emergenza (es. in ambulanza) e sul territorio.
Helm-eight
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Un nuovo robot per la chirurgia ad accessoristretto
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Il caschetto rileva l’attività cerebrale del cervello ed è utile anche in pazienti epilettici e
in pazienti in riabilitazione neuromotoria post-ictus. I dati raccolti vengono subito
trasmessi, per un’immediata lettura da parte del medico.
In Italia circa il 6,3% dei pazienti ricoverati in ospedale contrae una ICA (infezione
corretalata all’assistenza).
Light Strike
Light Strike è un robot pensato per abbattere la carica batterica all’interno di sale
operatorie e camere di degenza attraverso l’emissione di raggi uvc: una lampada allo
xeno emette una luce pulsata che distrugge la catena DNA del germe patogeno. Per
sanificare le superfici (in assenza di persone) in sala operatoria sono necessari 2 cicli
da 10 minuti, mentre per le camere di degenza bastano due cicli da 5 minuti. Light
Strike vanta ben 22 pubblicazioni scientifiche.
Passiamo alla chirurgia ortopedica, che diventa robotica con Mako, una piattaforma
per la chirurgia protesica di ginocchio (monocompartimentale e totale) e di anca che
permette l’esecuzione con una tecnica più accurata.
Il sistema Mako
Si parte da immagini Tac, sulle quali viene pianificato
l’intervento; una telecamera a infrarossi, poi, guida il
chirurgo nell’esecuzione del gesto, alla cui precisione concorrono i 6 motori che
mantengono la fresa entro l’area di taglio.
Presente in Italia dal 2011, questo sistema oggi è utilizzato in 13 centri.
L’ultima tappa della nostra visita è stato il Laboratorio di Medicina Rigenerativa di ab
Medica per scoprire DegraPol, un polimero della famiglia dei poliuretani biocompatibile
e biodegradabile che dall’iniziale forma di polvere assume l’aspetto e la struttura di un
Intuitive Surgical ha ottenutol’autorizzazione da parte della
Food and Drug Administration statunit[...]
Pharma, il Crm si integra con le banche dati
Cerved e Trueblue provano acambiare l’offerta di Crmdedicata al mercato del pharma
con un sistema [...]
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tessuto. Queste caratteristiche lo rendono ideale per la realizzazione di impalcature
tridimensionali sulle quali le cellule possono depositarsi e riprodursi, favorendo così la
rigenerazione tissutale.
Grazie alla stampa 3D con i fogli di DegraPol si può riprodurre, per esempio, una
valvola polmonare.
Molto altro abbiamo potuto conoscere da vicino a Cerro Maggiore, come
Win@Hospital, la piattaforma dedicata al monitoraggio continuo in tempo reale dei
pazienti ricoverati in reparti a intensità di cura media e bassa, o Vivostat, un sistema
che consente la produzione in 30 minuti di colla di fibrina (fibrina ricca di piastrine, PRF
– utilizzato per la rigenerazione dei tessuti a seguito di lesioni all’interno o all’esterno
del corpo), utilizzata per bloccare il sanguinamento e sigillare cavità o siti di
anastomosi.
Ultimi ma non ultimi, InTouch, il robot per la telepresenza, il teleconsulto, la
teleformazione, ideale per la comunicazione tra strutture hub e strutture spoke, e
MicroLap (strumenti per laparoscopia) e AirSeal (insufflatore che riduce l’impatto di
CO2): questi due, combinati, danno origine alla low impact laparoscopy (LIL), tecnicalaparoscopica multimodale che permette di ridurre lo stress perioperatorio a carico del
paziente.
Cristina Suzzani
Il quotidiano dell'hi-tech
#OLED #TV #IPHONE 8 #IPHONE X #GOOGLE PIXEL 2 XL
Smart Health, ovvero come diventarechirurghi per un giorno grazie ai robot
di Emanuele Villa - 20/06/2018 16:24 1
L'evento Smart Health di ab medica è stata l'occasione per approfondire il discorsodella tecnologia e della robotica nel delicatissimo settore della sanità. Il livello èaltissimo e le prospettive (tecnologiche, quanto meno) sono rosee
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Tecnologia e salute non sono mai stati così vicini. Nonostante i dispositivi di monitoraggio domestico e
outdoor aumentino di giorno in giorno, esiste un certo tipo di tecnologia ancor più importante per la
nostra salute: quella dedicata ai medici, ai chirurghi, agli ospedali e alle sale operatorie. Una
tecnologia estremamente diversa da quella di cui siamo soliti raccontare: qui non c'è solo un'app che
segue i movimenti del paziente o un braccialetto che conta la pulsazioni, ma veri e propri robot che
assistono il chirurgo durante gli interventi più delicati, assicurandone la buona riuscita. Non si può
sbagliare: c'è il gioco la salute e la vita di una persona, non il suo stato di forma più o meno perfetto per
la prova costume.
Ecco perché l'evento smart health organizzato da ab medica, una delle più grandi realtà italiane che
operano nel campo delle tecnologie medicali, è stata un'ottima occasione per conoscere tecnologie
fondamentali in ambito medicale e “fare il punto” sullo stato dell'hi-tech nel mondo della salute.
Ovviamente non siamo chirurghi: quello che diremo sarà scontato e superficiale per alcuni, ma siamo
altrettanto certi di suscitare la curiosità di molti che, anche un po' per timore, si tengono abbastanza
alla larga da questo settore sperando di non entrarci mai in contatto.
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Tecnologia per curare e interveniretempestivamente
Durante l'evento ci siamo improvvisati chirurghi per provare alcune delle soluzioni tecnologiche più
avanzate a disposizione della medicina moderna. Prima cosa il Da Vinci, un'istituzione nel settore e unriferimento assoluto quando si parla di chirurgia robotica mininvasiva. Non essendoci un paziente in
carne ed ossa (grazie al cielo) ma solo delle graffette da spostare, ci è parso tutto facile: nella realtà non
sarà di sicuro così, ma il fatto che la tecnologia robotica possa influenzare in positivo l'esito degli
interventi è chiaro anche ai profani.
Seduti in console osserviamo il tavolo operatorio tramite un visore e muoviamo i bracci robotici chereplicano i nostri movimenti: in realtà li migliorano grazie a un sistema di stabilizzazione avanzata che
ci permette di fare tutto senza fatica e, soprattutto, di non trasmettere al paziente il fisiologico tremore
delle mani e delle dita.
Il sistema robotico Da Vinci in azione
Mentre operiamo (virtualmente, per fortuna) ci passa a fianco un robot In Touch, che ricorda un po'
quelli della fantascienza anni '80.
Alto, indipendente, con un operatore in carne
ed ossa che ci osserva dal monitor: In Touch è
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un dispositivo fondamentale per la telemedicina
e ce ne sono 15 in giro per l'Italia. Sono dotati
di un sistema di ripresa Full HD e di movimento
remoto, al loro interno hanno diversi strumentiper la rilevazione dei parametri del paziente,
parametri che vengono inviati allo
specialista dall'altra parte per una diagnosi
tempestiva e immediato accesso alle cure. Lo
scopo è uno: assicurare a chi abita in aree
disagiate la medesima qualità di cura di chi può
avvalersi di strutture all'avanguardia.
La diffusione in Italia non è capillare, ma
almeno i primi passi sono stati fatti: la prima rete
di “telepresenza” è stata inaugurata tra gli
ospedali di Legnano-Abbiategrasso-Magenta
nel milanese: la centrale di controllo a Legnano
comunica con i robot presenti ad Abbiategrasso
e Magenta e offre un servizio di diagnosi e cura
estremamente tempestiva in caso di ictus
ischemico.
Idem in Abruzzo, dove gli specialisti degli
ospedali di Chieti, Lanciano e Pescara
supportano “in remoto” i colleghi di Casoli,
Guardiagrele, Popoli e Penne. Data la sua utilità e il suo ruolo centrale nell'offrire assistenza medica di
qualità in qualsiasi luogo e in ogni momento, la speranza è che sistemi come questo si diffondano in
fretta a macchia d'olio.
Con Mako gli errori tendono a zero
Basta passare due minuti con Da Vinci per rendersi conto dell'importanza della tecnologia nel mondo
della cura. Ma la presenza di un chirurgo abile ed esperto resta fondamentale: magari un giorno i
sistemi di assistenza, l'intelligenza artificiale e altre belle tecnologie gli permetteranno minori
responsabilità, ma oggi il chirurgo è assolutamente al centro di tutto.
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Strumento per la fresatura dell'articolazione
L'articolazione del ginocchio sulla quale siamo intervenuti con Mako
Eppure ci sono casi in cui la tecnologia tenta di ottenere il ruolo da protagonista. Un caso è Mako, un
altro sistema robotico ultrasofisticato per la chirurgia protesica in ortopedia: anche qui parliamo di
una quindicina di esemplari presenti in Italia (13 per l'esattezza), ideali per la protesizzazione di anca e
ginocchio. L'obiettivo di Mako è ambizioso: togliere l'errore umano dall'equazione. Non ridurlo,
eliminarlo proprio.
Ci siamo dunque avventurati in una delicata
operazione di protesi (parziale, ci pare) di
ginocchio. Al di là della delicatezza
dell'intervento, delicatezza che non c'è quando
si ha a che fare con un femore di gesso,
l'impressione è che la fase di pianificazioneconti almeno quanto l'esecuzione. È tutto
computerizzato, tutto.
Prima si fa una TAC, sulla base della quale il
chirurgo definisce in modo preciso le modalità
di intervento e “istruisce” il software di Makoin tal senso. Poi, una camera 3D consente al
chirurgo di visualizzare in tempo reale
l'avanzamento dell'intervento: la fresatura
dell'osso avviene tramite braccio robotico che è
programmato e “guida” la mano del chirurgo,
impedendo errori umani importanti. Ci abbiamo
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provato e confermiamo, pur nella totale e
assoluta inesperienza, che qui l'assistenza
robotica va ben oltre l'eliminazione del tremore umano. Qui è tutto fissato precedentemente, il che
offre anche un'elevata riproducibilità del gesto umano.
Camera 3D e monitor di controllo dell'intervento
Tra caschetti e onde alfa
Dopo una rapida sessione in compagnia di dischi intervertebrali sintetici e sistemi di sterilizzazione
basati su raggi UV-C, passiamo a un altro dispositivo su cui la ricerca di ab medica punta molto: ilcaschetto Helm-eight.
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Si tratta di un caschetto leggerissimo (apparentemente anche molto delicato) dotato di elettrodi a secco capaci di registrare l'attività cerebrale del paziente. Alcune applicazioni sono evidenti: elettroencefalogramma wireless per chi ne avesse bisogno (soprattutto pazienti epilettici, poiché è prevista la possibilità di prevenzione delle crisi) e come alleato per i percorsi di riabilitazione motoria. Vista la sua rapidità di accensione e registrazione dei dati, trova una collocazione perfetta sulle ambulanze.
Ma c'è qualcosa di più che proietta Helm-eight direttamente nel futuro: il sistema è in grado di captare e registrare le cd. onde alfa , frequenze che il nostro cervello emette solo in determinate circostanze
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o lassi di tempo. L'ipotesi formulata dai ricercatori è usare le onde cerebrali “replicabili” (queste alfa)
per controllare dispositivi esterni, il che rappresenterebbe un passo avanti meraviglioso per soggetti
con disabilità motorie. Potranno non solo comunicare ma anche eseguire operazioni ad oggi
impensabili. Dal canto nostro, la speranza che ciò avvenga nel minor tempo possibile: a giudicare dalle
premesse, vien voglia di essere ottimisti.
Home > Scienze > Robotica
Medicina e tecnologia, l'Italia con abmedica primeggiadi Elena Re Garbagnati @ettorins 20 Giugno 2018, 17:30 13 min Commenti
1 / 6 La medicina all'avanguardia
A tutti purtroppo capita di ricorrere a cure mediche, e spesso solo inqueste occasioni ci si rende conto di quanto i progressi tecnologiciabbiano fatto passi avanti e di quali cure mediche innovative sianodisponibili. Spesso vediamo macchinari e soluzioni all'avanguardia intelevisione, molte volte collocati negli Stati Uniti. Anche in Italiaesistono!
Ieri abbiamo avuto occasione di visitare la sede di ab medica, aziendafondata nel 1984 che nel corso degli anni ha commercializzatosoluzioni medicali all'avanguardia, come il primo sistema robotico daVinci per gli interventi chirurgici in laparoscopia, il primo sistemarobotico Mako per la chirurgia protesica in ortopedia e molto altro.Nelle prossime pagine vi mostriamo una sintesi di quello che abbiamovisto.
INDICE
La medicina all'avanguardia
Discogel, la soluzione per le ernie discali
Helm-eight, un caschetto molto speciale
Mako, il robot per interventi sempre perfetti
Da Vinci, un robot che opera ad arte
Medico a distanza
Se vi interessano altre tecniche rivoluzionari in ambito medicoleggete: Le nuove tecnologie nella Medicina del Terzo Millennio eINRiM, la Scienza delle misure a sostegno della medicina
Problemi di pressione? Tenetela sotto controllo con il misuratoredi Pressione da braccio OMRON M7.
TOM'S CONSIGLIA
Hardware Videogiochi Android Apple Windows Portatili Business Cultura Scienze Forum Altro
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Robot da Vinci, “scatole magiche” ed “elmetti” wireless:la tecnologia in Sanità fa passi da gigante
insanitas.it/robot-da-vinci-scatole-magiche-ed-elmetti-wireless-la-tecnologia-in-sanita-fa-passi-da-gigante/
Un robot che opera comandato da una consolle (da Vinci), una macchina capace di
sanificare, con la sola luce, gli ambienti ospedalieri (Like strike), una “scatola magica” la
WinPack che consente di monitorare a distanza quattro parametri vitali del paziente
ospedalizzato cosi come un “elmetto” l’Helm eight, indossabile e wireless capace di
eseguire un elettroencefalogramma.
È questo il futuro della Sanità presentato, attraverso una serie di device, da “ab medica”
azienda italiana nella distribuzione di tecnologie medicale, nel suo centro di Cerro
Maggiore per lo “Smart health day”.
La sede è già sinonimo di innovazione. Realizzata, o meglio, inaugurata nel 2015 lungo
l’autostrada Milano Varese, su progetto dell’architetto Giuseppe Tortato, si presenta come
una nave dai tagli futuristici “capace – come spiega lo stesso architetto – di volare sull’onda
dell’innovazione.
E di innovazione tratta ab medica fondata nel 1984 da Aldo Cerruti tuttora presidente e
oggi affiancato dalla figlia Francesca, responsabile marketing e comunicazione.
Nel quartier generale di Cerro Maggiore, a venti minuti da Milano, lavorano in circa 160 dei
250 dipendenti della società. L’interno riserva diversi spazi dedicati al benessere di chi vi
lavora: sale bar, salottini, aree verdi. Le sale riunioni in cui ci si imbatte, lungo i corridoi ,
sono dedicati ai grandi “visionari” del cinema: Luciano Visconti, Stanley Kubrick, George
Lucas e così via.
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Ne va fiero il presidente Cerruti che vorrebbe realizzare, all’interno della “nave”, ancora un
auditorium con tanti schermi dove presentare le novità della sua azienda.
Imbattersi nel futuro in ab medica non è difficile. L’azienda oltre ad aver acquisito, negli
ultimi anni, diverse società orientate all’innovazione come Telbios, per le telemedicina o
Officine Ortopediche Rizzoli per la produzione di protesi, è anche attenta alle nuove start
up che nascono nel campo medico.
La piattaforma “Win@Hospital” è una di queste. La WinPack di “Win@hospital” o “scatola
magica” come la chiamano gli uomini di ab medica consente dal pc del medico e
dell’infermiere di monitorare in tempo reale i pazienti ospedalizzati in reparti a bassa e
media intensità di cura.
Quali parametri? Ecg con 7 derivazioni, la saturometria, pressione arteriosa e la
temperatura. Il device è già in uso in 70 ospedali italiani. Il costo per 4 dispositivi e
software è circa 30 mila euro.
Incuriosisce nell’Health day di ab medica anche un gel o meglio una fiala di etanolo
gelificato utilizzato per la cura delle ernie discali. Questo “gel” viene iniettato con una
tecnica percutanea sotto controllo radioscopico al centro del nucleo polposo: dapprima si
ha una disidratazione parziale, successivamente il derivato di cellulosa genera una protesi
parziale molle che permane all’interno del disco.
Adatto, tengono a precisare, non per le ernie espulse ma per quella discale sia lombare
che cervicale che godono di un buon collegamento con il nucleo polposo. Tutto questo sarà
presto illustrato in un sito web che la società sta realizzando.
Non passa inosservata anche una colonna bianca con un piccolo incavo dove viene
inserito un prelievo di 120 ml di sangue e in 30 minuti viene trasformato in colla di fibrina
ricca di piastrine da utilizzare per bloccare sanguinamenti o sigillare cavità.
Certo il principe dell’innovazione nel “salotto tecnologico” di ab medica resta sempre il “da
Vinci” con le sue 4 braccia nell’evoluzione “XI” con possibilità di rotarsi sul corpo del
paziente per la chirurgia multiquadrante e con una telecamera, oggi, capace di acquisire
immagini in fluorescenza.
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Ben presto dovrà competere con il Vinci SP per le procedure chirurgiche urologiche
indicate per un singolo accesso. Bisturi, pinse e telecamera, usciranno tutti da un’unica
porta. Il “da Vinci SP” ha ottenuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration
statunitense. A produrlo è sempre la Intuitive Surgical Inc.
Aldo e Francesca Cerruti
L’INTERVISTA
Francesca Cerruti (direttore comunicazione di ab medica spa), come vede il futuro della
sanità?
«Sarà una combinazione di eventi. La tecnologia diventa sempre più alla portata di tutti. Sta
facendo dei passi in avanti molto velocemente e in modo incredibile. Vedi le
connessioni, la sicurezza e la stabilità delle stesse; vedi i device sempre più piccoli. In
ambito sanitario vedo il medico connesso ad altri medici, vedo il territorio connesso tramite
apparecchiature e tecnologie. Vedo il cittadino sempre più consapevole. Abbiamo, oggi, la
fortuna di poterci informare, abbiamo la fortuna di poter scegliere qual è la struttura
ospedaliera e la tecnologia più adatta al nostro trattamento. E, il medico ha alla sua
portata molte tecnologie e diverse tecniche operatorie. Per cui vedo un cittadino che
può fare delle scelte sapendo cosa sta scegliendo. Vedo un mondo in cui la giusta
tecnologia assiste un medico esperto e formato. Il tutto porta alla personalizzazione della
cura. Il cittadino è più esperto e consapevole delle opportunità».
Ma non tutti gli ospedali possono permettersi l’alta tecnologia?
«Potenzialmente sì. Tutti gli ospedali possono acquistare tecnologia programmando
l’investimento e accedendo a finanziamenti e agevolazioni ma soprattutto programmando
la gestione e l’ottimizzazione. Bisogna dare un senso all’acquisizione fatta».
Come sarà a suo avviso il medico 4.0?
«Credo che prima di tutto debba mantenere il contatto con il paziente che la tecnologia
rischia di far perdere. Di contro il buon utilizzo della tecnologia può aiutare il medico a
diagnosticare più in fretta e meglio. Avrà possibilità di connettersi con il paziente al
domicilio e con altri colleghi magari più esperiti, e avrà disposizione una serie di device che
potrà utilizzare. Quindi con l’ottimizzazione della tecnologia la macchina e la valigetta
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del medico possono essere sostituiti dai device. Oggi, siamo già abituati a vederci allo
schermo, culturalmente potremmo essere già pronti a guardare anche il medico dall’altra
parte dello schermo». (vl)
La sede di Ab Medica
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