Rasoio di Ockham...Italia 2013 under 19, al fine di promuo Àere anche in Italia la robotica...

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Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora Organo ufficiale studentesco del Liceo “Levi” di Montebelluna Rasoio di Ockham Anno XI - numero 62 (4) - 19 marzo 2013 Giornata della donna… Non solo l’8 marzo! "Il Rasoio di Ockham: una tradizione, una certezza, una voce di libertà e di impegno critico. La più autorevole bocca da fuoco studentesca del Triveneto." 19 marzo 2013Anno XI- Liceo “Levi” - Montebelluna

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Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora Organo ufficiale studentesco del Liceo “Levi” di Montebelluna

Rasoio di Ockham

Anno XI - numero 62 (4) - 19 marzo 2013

Giornata della donna…

Non solo l’8 marzo!

"Il Rasoio di Ockham: una tradizione, una certezza, una voce di libertà e di impegno critico.

La più autorevole bocca da fuoco studentesca del Triveneto."

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Sommario

3 Editoriale

4 In Consiglio d’Istituto si dice che...

5 Sonderkommando

6 Il “Levi” propone...

7 Quale futuro per l’Italia

8 UDS Montebelluna: noi c’entriamo

9 La bacheca dell’arte e della cultura

10-11 Rita Levi-Montalcini

12-13 Donne: quello che non cambia da secoli cambierà?

14-15 Malala, candidata al premio Nobel 2013

16 Donne: corpi, oggetti, esseri inferiori

17 L’educazione delle fanciulle

18 Playlist femminile

19 La tecnologia manderà a casa gli insegnanti?

20 Il grafene

21 Si può essere liberi solo insieme agli altri

22 Petizione contro l’aggressione alla Repubblica Democratica del Congo

23 Dicono di noi...

24 De André e… Prinçesa

25-26-27 L’altRa riflessione

28 Molto più che un libro

29 Ridiamo per non piangere

30 L’appetito vien… cucinando!

31 Deutschland

32-33 Recensioni

34-35 La rubrica di Joe l’Eretico

36 Uno sguardo su…

37 ...e chi se ne frega!

38 I consigli di zia Anna

39 Tra amiche…

40-41 Oroscopo

42 Raccontami una storia!

43 Ipse Dixit

44-45 L’enigmistica del “Levi”

46 La redazione del Giornalino

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Care lettrici e cari lettori, Ecco a voi il nostro nuovo numero del giornalino, dedi-cato in particolare alle donne, per celebrare l’8 marzo appena trascorso. Anche se non è uscito esattamente in quella data, il suo significato non cambia, in quanto crediamo che il rispet-to e il valore delle donne deb-bano essere coltivati di giorno in giorno: infatti gli articoli che troverete trattano situazioni che purtroppo si ripetono e con le quali siamo costretti a scontrarci di continuo. Con questo numero vorrem-mo quindi rendere omaggio sia a quelle donne che hanno subito e continuano a subire violenze e soprusi ingiustifica-ti, sia a quelle donne che an-che grazie ai loro meriti cultu-rali e sociali si sono battute per i diritti e per l’emancipazione femminile. Un augurio quindi a tutte le donne, grandi e piccole, famo-se e non famose, perché, co-me diceva Oriana Fallace, “essere donna è così affasci-nante. È un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida, che non finisce mai. “Chiusa” questa parentesi sulle donne, siamo felici, anzi felicissimi, di informarvi che il nostro giornalino è stato selezionato tra i primi 100 giornali scolastici d’Italia al concorso “Giornalista per un giorno” di Chianciano Ter-me, per il secondo anno consecutivo! Purtroppo non riusciremo a partecipare alla cerimonia di premiazione, che sarà i primi giorni di maggio, ma speriamo comun-

que di ottenere almeno un piccolo riconoscimento. L’ultima notizia che vi dobbiamo dare, ma non per que-sto meno importante, è che la squadra delle Olimpiadi della Cultura e del Talento, composta da membri del Giornalino (Alessandra, Cristina, Ermes, Giacomo, Mad-

dalena e Giampaolo), dopo aver superato le eliminatorie ed aver partecipato alle semifi-nali tenutesi a Civitavecchia, è riuscita a qualificarsi per le finali che si terranno il 15 e 16 aprile a Tolfa! Ci aspetta ora un mese di intensa preparazio-ne per riuscire a salire nel po-dio dei vincitori!! Che la fortu-na ci assista… Vorremmo anche rivolgere un ringraziamento speciale alla professoressa Rossella Zanni, che continua a invogliare i suoi alunni a scrivere qualche arti-colo in tedesco da pubblicare nel nostro Giornalino; speria-mo che il suo spirito d’iniziativa venga seguito an-che da altri colleghi insegnan-ti! Merita una menzione anche la classe V C, che ci ha dato un

aiuto indispensabile nella fascicolazione dello scorso numero del giornalino e senza la quale avremmo dovuto ritardare di molto l’uscita dell’edizione di Natale! Dulcis in fundo, un grazie va alle signore delle pulizie, Ivana, Elena e Nancy, che ci sostengono nei lunghi po-meriggi che passiamo a preparare e stampare i giornali-ni; tra sorrisi e risate, le nostre giornate a scuola risulta-no sicuramente più leggere e divertenti!

Per qualsiasi critica (positiva o negativa) o per eventuali chiarimenti o dubbi, non esitate a contattarci:

[email protected]

Sperando che questo numero sia di vostro gradimento, vi auguriamo una buona lettura!

Alessandra, Cristina, Ermes e Giacomo

Rasoio di Ockham

Editoriale

Se non ora, quando?

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Lunedì 4 Febbraio, alle ore 17.00, si è tenuta presso la sala docenti della sede centrale del Liceo Levi la riunione del Consiglio di Istituto. Nell’o.d.g. figuravano svariati punti, discussi nel tempo complessivo di tre ore, tenendo occupati tutti i consiglieri fino a sera. Elenchiamo tutti gli argomenti analizzati con un breve sunto della discussione.

1. Lettura ed approvazione verbale seduta precedente Come di consuetudine, è stato letto dal presidente del C.D.I. il verbale della precedente seduta del 26

Novembre. Il verbale è stato approvato all’unanimità. 2. Modifica Programma Annuale 2012 Sono state discusse e approvate all’unanimità alcune modifiche apportate al Programma Economico

Annuale dell’anno 2012. 3. Modifica Programma Annuale 2013 È stato presentato il programma annuale per l’anno in corso. La nostra scuola ha subito un taglio di

46.000 euro del fondo d’Istituto: questo implica che a partire dall’anno prossimo i progetti pomeridiani e i corsi di recupero andranno razionalizzati, ottimizzati e ridotti. A fronte di queste difficoltà, si è di-scusso sull’opportunità della ricerca da parte della scuola di sponsor o finanziamenti privati esterni che vadano a sostegno dei progetti pomeridiani più importanti; la discussione si è prolungata per più di un’ora e, visti i pareri piuttosto discordi, si è conclusa con la scelta di sospendere il voto per permette-re a insegnanti e studenti di discutere e raccogliere il parere dei rispettivi colleghi e compagni.

4. Convenzioni Noleggio Fotocopiatrici Sono state discusse ed approvate all’unanimità nuove convenzioni per il noleggio della fotocopiatrice. 5. Concerto “Errando si Impara” Si è discusso e approvato lo svolgimento del concerto “Errando si Impara” organizzato da un membro

della rappresentanza studentesca e tenutosi lo scorso 8 Febbraio per gli studenti nella sala del Cinema di Montebelluna. Il sig. Polin, consigliere d’Istituto, nonché proprietario del Cinema, annuncia che la sala sarà concessa alla scuola gratuitamente.

6. Liceo a Indirizzo Sportivo. Determinazioni È stata approvata all’unanimità e in via ufficiale e definitiva la creazione del nuovo indirizzo sportivo del

liceo, che sarà attivato a partire dall’anno scolastico 2014/2015. Per determinazioni più precise si è de-ciso di rimandare al prossimo consiglio.

7. Criteri per l’accettazione delle iscrizioni all’indirizzo Sportivo Prima dell’attivazione dell’indirizzo sportivo (che prevede una sola sezione), sarà necessario definire dei

criteri per la selezione degli eventuali iscritti, da applicare qualora il loro numero dovesse superare il limite per la formazione di una classe. Si sono avanzate diverse proposte per la valutazione sia dell’ambito didattico che dell’ambito strettamente sportivo, ma la decisione definitiva è stata rimanda-ta al prossimo consiglio.

Per qualsiasi dubbio sentitevi liberi di contattare i Vostri Rappresentanti di Istituto nel gruppo “Studenti Liceo Levi” presente su facebook o all’indirizzo email:

[email protected].

Andrea Ottolino IV B, Michele Spagnolo V B, Denny Roncolato V A Tecnologico & Marta Poloni V D

Rasoio di Ockham

In Consiglio d’Istituto si dice che... Liceo “Levi” inside

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Anche quest’anno, come ormai da tradizione, il Liceo “Levi” ha portato in scena lo Spettacolo della Memo-ria, in ricordo dei terrificanti genocidi che hanno fla-gellato l’umanità e che tutt’oggi in varie parti del mondo continuano silenziosamente ad avvenire tra l’ignoranza e l’indifferenza di molti. Il tema della rappresentazione è stato scelto in o-maggio alla figura di Shlomo Venezia, un ebreo di Sa-lonicco deportato ad Auschwitz e morto il 1° Ottobre 2012. Durante la prigionia, fu costretto a lavorare come Sonderkommando: il suo compito era quello di sgomberare e pulire le camere a gas subito dopo la gasazione dei deportati, trasportando fuori i loro cor-pi, per poi inviarli nei crematori. Lo spettacolo presenta una visione dualistica del la-ger, presentando da una parte la commovente testi-monianza di Shlomo Venezia e dall’altra il cinico e gelido racconto di Rudolf Hoess, comandante del campo di Auschwitz. In una cornice di toccanti azioni sceniche, accompagnate da musiche e canti, due ragazzi hanno interpretato alcune letture tratte dai libri Sonderkommando Auschwitz (di Shlomo Vene-zia), Le non persone (di Roberto Olla) e Comandante ad Auschwitz (di Rudolf Hoess). Ciò che più ha impressionato il pubblico è sicuramente stata la rappresentazione della lenta e agonizzante morte nelle camere a gas. Molto emblematico e commovente anche il momento in cui i Sonderkomman-do, durante il trasporto dei corpi, hanno trovato quello di un bambino riuscito a salvarsi in mezzo al cumu-lo di persone ma, ancor di più devastante, il colpo di arma da fuoco dopo il loro vano tentativo di portare in salvo l’innocente creatura. Lo spettacolo è stato offerto al biennio e alle classi terze del nostro liceo nelle mattine del 25 e 26 Genna-io; mentre nella serata del 25 è stato aperto a tutta la cittadinanza. Considerato il successo di pubblico allo spettacolo serale e l’apprezzamento per il messaggio della rappresentazione, il Vice Sindaco Elzo Se-verin, a nome dell’Amministrazione comunale di Montebelluna e con il patrocinio del Rotary Club, ha in-coraggiato la replica, messa in scena il 23 Febbraio scorso, alla quale erano presenti il Sindaco Marzio Fa-vero e numerosi membri del club.

Greta Bressan, Angelica Tonello, Merita Velji III D

Sonderkommando

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XXVI CONCORSO “ICARO” - Nell’ambito delle iniziative volte alla diffusione e al potenziamento della cultura della sicurezza stradale tra i giovani, il Ministero dell’Istruzione, con la collaborazione della Polizia di Stato, della Fondazione ANIA, dell’Università “Sapienza” di Roma e del MOIGE, promuove il concorso “Icaro”; il concorso propone la progettazione e l’attuazione di un lavoro che abbia come argomento “...certamente non volare...ma viaggiare - gusta il viaggio in attesa dell’arrivo” e può consistere in uno spot (60 secondi), brano musicale (60 secondi), videoclip (60 secondi) o un tweet (140 caratteri). SCADENZA: 19 aprile 2013 V ROBOCUP JUNIOR ITALIA 2013 - Dal 17 al 20 aprile 2013 a Pescara si terrà la quinta edizione della Gara nazionale “Robocup junior Italia 2013 under 19”, al fine di promuovere anche in Italia la robotica educativa e l’uso didattico della robotica. È possibile iscriversi a quattro diverse gare: “Dance e Theatre” (preparare uno o più robot in grado di svolgere una coreografia su base musicale), “Rescue A” (i robot che devono raggiungere una vittima dispersa in uno scenario di catastrofe ricostruito in miniatura), “Rescue B” ( i robot devono esplorare un labirinto in cui le “vittime” sono rappresentate da sorgenti di calore disposte lungo il percorso) e “Soccer A e B” (squadre di due robot si affrontano in un mini campo di calcio impiegando una palla speciale). SCADENZA: 5 aprile 2013 BORSA DI STUDIO “PREMIO GIUSEPPE PECORELLA, GIURISTA” - L’Associazione Culturale “Camera Europea di Giustizia” di Napoli indice un concorso a una borsa di studio per incoraggiare gli studi e le ricerche nel settore delle scienze giuridico-sociologiche. I candi-dati dovranno svolgere una tesi sul tema “L’indipendenza, autonomia, competenza, consapevolezza e responsabilità del giudice “popolare” a fronte della preparazione tecnica dei due giudici togati che può diventare assorbente”. SCADENZA: 15 aprile 2013 II EDIZIONE “BUON COMPLEANNO ITALIA” - L’Associazione “Color your life”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, con il Liceo Scientifico “Newton” di Roma e l’Istituto “Pirelli” di Roma, intende rendere omaggio all’Italia attraverso un’iniziativa volta al festeggiamento del suo compleanno (17 marzo). Gli studenti dovranno presentare un progetto che sviluppi il tema della storia e delle opere del genio del nostro Paese, anche con riferimenti alla regione di residenza. SCADENZA: 15 aprile 2013 XIX FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA DI GENOVA - Il Festival indice PER I DOCENTI il concorso “InsegnaPoesia”, per dare un im-pulso allo studio e all’insegnamento della poesia, attraverso la sua tradizione e le sue tendenze e sperimentazioni più attuali. Gli inse-gnanti partecipanti dovranno inviare un progetto didattico inerente l’insegnamento della poesia (sia monografico, su un autore, epo-ca, tema o movimento, sia di carattere generale). SCADENZA: 30 maggio 2013 III CONCORSO REGIONALE “A SCUOLA… CON SAN GIUSEPPE DA COPERTINO” - L’Associazione Culturale “Amici della Grottella” e il Comune di Copertino indicono questo concorso finalizzato unicamente ad una migliore conoscenza di San Giuseppe da Copertino. I partecipanti devono esprimere la loro riflessione riguardo questa figura, attraverso un progetto grafico, fumetto, foto, video, rappre-sentazione teatrale, pittura, manufatto artistico, presentazione multimediale o ricerca. SCADENZA: 31 marzo 2013 XXI CONCORSO NAZIONALE “IMMAGINI PER LA TERRA” - L’onlus - ong “Green Cross Italia”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, bandisce il concorso per promuovere la sensibilizzazione dei giova-ni alle tematiche ambientali. Il tema quest’anno è “Inizia da te: l’acqua”, e l’elaborato potrà essere realizzato con i mezzi ritenuti più opportuni (scrittura, disegno, fotografia, video, strumenti multimediali di vario tipo). SCADENZA: 5 aprile 2013 CONCORSO DI IDEE “GIOVANI: UN FUTURO DA CONQUISTARE! SVILUPPO, IMPRESA E TERRITORIO” - Il Comitato per l’imprenditoria femminile della CCIAA di Treviso si propone di stimolare gli studenti a pensare concretamente al futuro professionale che li aspetta. I partecipanti dovranno elaborare in forma originale il tema del concorsoSCADENZA: 20 aprile 2013 CONCORSO NAZIONALE “GO TO WEB” - La società nazionale “Dia Italia” indice un concorso gratuito, che prevede la realizzazione di un elaborato web (sito internet, blog, portale, ecc.) esprimendo idee, punti di vista, argomenti di proprio interesse ma soprattutto creatività. SCADENZA: 31 marzo 2013 XII CONCORSO SCOLASTICO “RACHELINA E I GIOVANI” - La Fondazione “Rachelina Ambrosini”, che si propone di sviluppare i senti-menti di rispetto ed amore verso il prossimo, indice un concorso, i cui partecipanti dovranno presentare un elaborato sul tema “Camminando per le vie del Signore - 2013 - Anno della Fede”. SCADENZA: 30 giugno 2013

Per avere maggiori informazioni e i bandi dei concorsi:

[email protected]

Rasoio di Ockham

Il “Levi” propone...

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Giovedì 20 dicembre 2012, presso l’auditorium della Sede Centrale di Veneto Banca, si è tenuta la conferenza del Professor Luigi Zinga-les dal titolo: “Quale futuro per l’Italia?”. Il Professor Luigi Zingales è nato a Padova, si è laureato all’Università Bocconi e attualmente insegna Impresa e Finanza alla Booth School of Business dell’Università di Chicago. È membro di importanti istituzioni negli USA e in Europa, nonché editorialista del Sole 24 Ore e di altre testate. E’ autore di numerose pubblicazioni nell’ultima delle quali, il libro “Manifesto Capitalista”, che consiglio viva-mente, pone in particolare evidenza il tema dell’etica nell’economia di mercato. Ha inoltre fondato il movimento assieme ad Oscar Giannino “Fare per fermare il declino”, da cui si è di recente dimesso. Durante la conferenza il Professor Zingales ha esposto alcuni degli errori che hanno determinato e aggravato questa crisi economica e politica, ma soprattutto ha evidenziato le possibilità per uscirne, attraverso un confronto fra la nostra Nazione e gli USA. Per ovvi moti-vi non riporterò tutta la conferenza, né ne farò un tedioso riassunto, che difficilmente farebbe passare il messaggio, ma tratterò solo la parte che mi ha più colpito e credo possa maggiormente interessare anche a voi. La conoscenza, non le conoscenze. Secondo un’indagine di Confindustria i giovani imprenditori italiani pensano che le qualità più importanti per fare carriera siano le conoscenze, non la conoscenza. Ciò è abbastanza per distruggere tutti gli incentivi a studiare, essendo più remunerativo sviluppare diffuse relazioni che serviranno in futuro. Questo sistema radicato sul clientelismo non può far altro che condurre una nazione verso la “peggiocrazia”, verso una grave inefficienza del sistema. Questa è la situazione che ora sta vivendo l’Italia: l’amministrazione è affidata ai peggiori e i peggiori si circondano solo di coloro di cui si fidano, parenti, amici, o, in alternativa, di qualcuno che sia peggiore di loro e che non possa quindi superarli. Ne consegue che la nostra posizione in Europa è a rischio e che il nostro tenore di vita non potrà essere mantenuto nel tempo, condannando il Paese al declino. Tre categorie da cui ripartire. In Italia, la situazione attuale ha tolto ogni prospettiva principalmente a tre categorie: i giovani, le donne e gli immigrati. I giovani devo-no protestare non tanto per la loro istruzione, ma per il lavoro. Nel momento in cui entrano nella forza lavoro, la maggior parte di loro è pagata poco, ha poche prospettive, è tassata molto e deve anche risparmiare poiché, una volta vecchia, non avrà una pensione de-cente. La situazione delle donne in Italia invece è a dir poco imbarazzante. Uno studio effettuato da una grossa banca italiana ha rivelato che, al suo interno, le donne sono più produttive e tuttavia sono pagate meno, uno spirito capitalista non ci penserebbe due volte prima di assumere solo donne, invece lo studio non fu rilasciato al pubblico. In un mercato competitivo non esistono le discriminazioni, poiché esse sono un lusso solamente di chi ha il monopolio, nella competi-zione l’importante è essere migliori, a prescindere da sesso, etnia o preferenze sessuali. Ne è un esempio il mondo dello sport. In Italia gli immigrati sono spesso molto criticati. Se invece allargassimo le nostre vedute, capiremmo che, nella nostra situazione, gli immigrati sono per noi una forza ed una necessità. Infatti, con il debito pubblico che abbiamo, senza una forte immigrazione non possiamo so-pravvivere. Queste tre categorie sono le uniche che, non avendo nulla da perdere, possono cambiare la situazione. Diritto e dovere: “Stand up!” Nelle scuole statunitensi viene insegnato lo “stand up”, ovvero diritto e dovere di alzarsi in piedi e di affermare la propria opinione. Fin dalle cose più semplici, come il copiare in classe, per non rendersi complici, o per garantire un’equa giustizia. Invece in Italia la compli-cità contro l’autorità, in questo caso l’insegnante, è vista come una cosa giusta, questo perché l’autorità è considerata qualcuno che non si merita ciò che ha. Attraverso un sistema meritocratico si avrà invece la certezza che l’autorità è competente e che si merita il proprio incarico. Ma l’autorità deve essere ammonita quando sbaglia perché, venendo criticata, può migliorare. Protestare contro le ingiustizie è dunque il primo dovere di ogni cittadino poiché il silenzio danneggia lui, gli altri ed il sistema. La funzione sociale di questo gesto infatti supera di gran lunga i rischi che, specialmente in Italia, si corrono nel farlo. All’indomani della conferenza con il Prof. Zingales non ho solo ripensato alle tematiche economico-politiche che ci sono state presen-tate. Ho pensato piuttosto che noi giovani, che tanto facciamo vanto della nostra attività in campo politico, perché non sfruttiamo appieno le opportunità che ci vengono concesse? Uno dei cento pensatori più influenti del mondo viene da Chicago gratuitamente per noi studenti e i presenti superano di poco i cento?! Mah, ognuno tragga le proprie conclusioni, a mio parere però la conclusione mi-gliore l’ha tratta per noi Ralph Parlette, dicendo: “Se dovessi distribuire inviti gratuiti per una conferenza alla gente che passa per stra-da potrei benissimo annunziare “vaiolo” piuttosto che “conferenza”. La gente non sa che farsene delle conferenze, non vuole pensare. Vuole soltanto andare appresso al suo naso nella vita: e di solito c’è qualcuno che la mena per il naso. La minaccia per una democrazia è l’uomo che non vuole pensare e imparare a pensare rettamente come impara a camminare diritto. Il mondo può essere reso sicuro con la democrazia, ma la democrazia non sarà mai sicura per il mondo finché il mentalmente pigro non sarà salvato da se stesso.”

Giacomo Marcolin III D

Quale futuro per l’Italia?

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Dopo un breve periodo di vacanza e spensieratezza la scuola torna e con essa le tante nuove proposte dell’Unione degli Studenti. L’ormai consolidato gruppo di ragazzi continua il suo percorso con i più svariati impegni. L’Uds si lancia nel 2013 con entusiasmo dopo una stagione invernale densa di grandi soddisfazioni ottenute con il progetto “La carovana della conoscenza” messo in atto attraverso l’organizzazione di manifestazioni e autogestioni che hanno sensibilizzato moltissimi studenti alle problematiche e alle difficoltà che sta vivendo tuttora la scuola pubblica italiana, sempre meno finanziata e tutelata.

CAMPAGNA NOI C’ENTRIAMO

Per inaugurare l’anno nuovo, l’Uds Montebelluna ha proposto per il giorno 31 gennaio la campagna “NOI C’ENTRIAMO”. In tale data in ogni scuola di Montebelluna, in vista delle elezioni politiche, gli studenti hanno deciso di portare i loro bisogni sotto i riflettori della politica e al centro della società, facendosi fotografare con svariati cartelli riportanti appunto i loro desideri e le loro necessità in ambi-to scolastico, ambientale e sociale. La stessa piazza di Montebelluna è stata letteralmente “tappezzata” (con il consenso del Comune) da questi cartelloni, per dimostrare che dopo l’impegno dimostrato soprattutto tra Ottobre e Dicembre, siamo ancora pronti a met-terci in gioco, a dar voce alle nostre necessità e a rivendicare i nostri diritti di studenti e studentesse!

DIBATTITO POLITICO SULLA SCUOLA

In vista delle elezioni del 24/25 febbraio l’Uds si è dato da fare organizzando un incontro singolare, interessante e forse anche un po’ provocatorio sul tema della scuola e dell’università, sempre in linea con la campagna “Noi c’entriamo”. Lo scopo di tale evento è sta-to quello di inserire direttamente gli studenti nel dibattito politico per poter dar voce chiaramente ai loro disagi di fronte alla politica. Come? La sera di venerdì 8 febbraio l’Uds ha invitato per ognuno dei principali partiti politici un esponente che ha tenuto un dibattito di circa due ore e mezza rispondendo alle domande di studenti, dirigenti scolastici, professori e genitori. Il dibattito è stato organizza-to al centro civico di S. Gaetano di Montebelluna ed era rivolto a tutta la cittadinanza. I rappresentanti dei partiti erano Barbara De Nardi per il PD, Giulio Marcon per il SEL, Alessandro De Mitri per il MIR, Arthur Carponi Schittar per l’Udc, Dante Bedin per Rivoluzione Civile. Sono stati invitati i rappresentanti di tutti i partiti, ma alcuni o hanno riscontra-to difficoltà nel presentarsi o non hanno dato la disponibilità. Il dibattito è stato strutturato in tre parti: nella prima parte gli studenti dell’Uds hanno posto delle domande ai candidati, nella secon-da parte si è dato spazio alle domande dei presidi delle scuole di Montebelluna (tra cui anche il nostro dirigente), mentre l’ultima parte è stata dedicata alle domande della cittadinanza. Il tutto si è concluso con un rinfresco.

AULE STUDIO

Dalla primavera dello scorso anno l’Uds si è battuto per poter ottenere a Montebelluna maggiori spazi dedicati agli studenti, pratica-mente assenti se si escludono quelli della frequentatissima biblioteca comunale. Molto spesso infatti i posti per studiare in biblioteca scarseggiano, in quanto questa è punto di riferimento per tantissimi studenti, universitari e non. Per questo motivo l’Uds aveva con-cordato con il Comune di poter avere delle aule studio presso l’Urban Center (ex centro giovani, l’edificio di fronte alla biblioteca) ma per carenze organizzative il tutto non si era potuto attivare. Recentemente gli studenti si sono ripresentati di fronte al sindaco e all’assessore delle politiche giovanili Tappari, i quali si sono dimostrati disponibili a riproporci con qualche correzione il progetto della scorsa primavera. Dal 1 marzo infatti saranno aperte le aule studio al piano terra dell’Urban center, dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 18.30, gestite principalmente proprio da noi studenti. Presto daremo ulteriori informazioni e ci impegneremo per rendere nota questa possibilità offerta dal Comune.

MANIFESTAZIONE CONTRO LA MAFIA

Il 21 marzo l’Uds, in collaborazione con il presidio di Libera (associazione nazionale contro la mafia) che sta nascendo a Montebelluna, sta organiz-zando una manifestazione in memoria delle vittime della mafia, portando nel piccolo l’eco della manifestazione che si terrà a Firenze sabato 16 mar-zo. Invitiamo tutti a parteciparvi! STAY TUNED…

Marta Poloni V D e Denny Roncolato V A Tecnologico

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Rasoio di Ockham

UDS MONTEBELLUNA: NOI C’ENTRIAMO

Scuola

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Territorio

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Rasoio di Ockham

Rita Levi-Montalcini

Questo numero, come avete notato, è dedi-cato alle donne e al loro mondo, alle discrimi-nazioni e alle violenze che molto spesso sono ancora costrette a subire, ma anche alle con-quiste sociali e politiche che hanno raggiunto grazie al loro coraggio e alla loro determina-zione. Ebbene, il 30 dicembre 2012 moriva, all’età di 103 anni, una di quelle donne che hanno speso la loro vita per i diritti e per l’emancipazione femminile, nonché per la cultura e per l’umanità: si tratta di Rita Levi-Montalcini. Nata a Torino il 22 aprile 1909 da una fami-glia ebrea, dimostrò sin dall’infanzia quelle che poi saranno le caratteristiche distintive della sua persona: un amore incondizionato per la cultura e per la ricerca ed un carattere forte e deciso che tuttavia non le faceva mai perdere il suo famoso “dolce sorriso”; è la stessa Montalcini a descrivere con poche, splendide pennellate il suo carattere: “L’assenza di complessi psicologici, la tenacia nel seguire la strada che ritenevo giusta, l’abitudine a sottovalutare gli ostacoli [...] mi hanno aiutata enormemente ad affrontare le difficoltà della vita. Ai miei genitori devo anche la tendenza a guardare gli altri con simpatia e senza diffidenza”. Fu così che, quando l’austero capofamiglia le negò l’università in quanto donna, lei lo affrontò a viso aperto e a vent’anni ottenne di iscriversi alla facoltà di Medicina. Tuttavia la vita uni-versitaria, fortemente condizionata dall’ideologia fascista allora imperante in Italia, non fu facile e il suo carattere le fu pertanto di enorme aiuto. Nel 1938, quando vennero pubblicati il Manifesto per la difesa della razza (firmato da dieci scienziati italiani) e le leggi razziali, la Montalcini fu quindi co-stretta a emigrare in Belgio, dove continuò gli studi di neurologia che aveva iniziato in Italia. Nel 1940, a causa dell’invasione tedesca del Belgio, decise di rientrare in Italia e si stabilì prima a Torino, dove allestì un laboratorio domestico nella sua camera da letto per pro-seguire le ricerche, poi nel 1943 nell’Astigiano (nonostante i bombardamenti degli Alleati), infine a Firenze, dove nel 1944 fu medico nel campo dei rifugiati di guerra. Terminato il conflitto, dopo un breve periodo trascorso in Piemonte, emigrò negli Stati Uniti (sulla stessa nave in cui viaggiava anche il futuro fisico Renato Dulbecco). In America è stata “improvvisamente cambiata dall’ambiente” (come dichiara nell’intervista

pubblicata nel libro “Incontri con menti stra-ordinarie” di Pier Giorgio Odifreddi): così, quella che doveva essere una permanenza provvisoria divenne un soggiorno di t r e n t ’ a n n i . Proprio negli Stati Uniti nel 1953, lo stesso anno in cui fu scoperta la doppia elica del DNA, la s c i e n z i a t a italiana scoprì l’NGF (“Nerve Growth Fac-tor”, ossia “Fattore di Crescita Ner-vosa”), ovvero una molecola che regola e favorisce la crescita delle cellule del sistema nervoso, e che svolge un ruolo di coordinamento fra i tre grandi siste-mi (nervoso, endocrino e immunitario) che mantengono lo stato id salute di un organi-smo. Per questa scoperta fondamentale, che aprì moltissimi nuovi campi di studi (relativi, per esempio, alla guarigione dell’Alzheimer e al blocco della distruzione della cornea), fu insignita nel 1986 del Premio Nobel per la Medicina, insieme al collega Stanley Cohen, con la seguente motivazione: “La scoperta dell’NGF è l’esempio di come un osservatore acuto riesca a elaborare un concetto a parti-re da un apparente caos”. Questa “osservatrice acuta”, comunque, nel 1977 fece rientro in Italia, dove si impegnò sia nel campo sc ie nt i f ico - pres ie det te dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, diresse il Centro di Ricerche di Neurobiologia del CNR, fu membro dell’Accademia Naziona-le dei Lincei, è stata la prima donna ad essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze e fondò l’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello EBRI - sia nel campo sociale - si attivò per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società, conferì borse di stu-dio universitarie a giovani studentesse africa-ne, cofondò la sezione italiana di Green Cross International e partecipò all’attività del Movi-mento di Liberazione Femminile per la rego-lamentazione dell’aborto -, devolvendo sem-

pre molti dei suoi compensi in beneficienza. Proprio “per aver illustrato la Patria con altis-simi meriti nel campo scientifico e sociale”, nel 2001 Rita Levi-Montalcini è stata nomina-

ta senatrice a vita, incarico che svolse con grande senso civico e responsa-bilità, come dimo-stra per esempio la sua decisione di non partecipare, per conflitto d’interessi, alla votazione di un e m e n d a m e n t o che prevedeva il taglio di fondi all’EBRI: “Signor Presidente” - disse in quell’occasione - “io non voterò, ma ringrazio mol-to quanti si rendo-

no conto dell’attività svolta dall’Istituto EBRI per la scienza italiana. Sono veramente molto grata a tutti coloro che si rendono conto di quanto stiamo facendo per la scienza, che mai è stata così utilmente portata avanti. Grazie infinite”. Da questa breve biografia è possibile com-prendere come la passione per la scienza e la bontà d’animo siano stati i tratti distintivi della scienziata dal dolce sorriso. In occasio-ne del compimento dei suoi cento anni, infatti, ebbe a dire: “A cento anno ho perso un po’ l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”. Accanto a questa inecce-pibile fiducia nella mente umana, tuttavia, la Montalcini ricordava sempre che l’uomo ha anche un cuore: “Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano; da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore: ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragiona-menti del cervello c’è logica, nei ragiona-menti del cuore ci sono le emozioni.” Da queste considerazioni intorno alla mente e al cuore deriva anche la sua originale e affascinante visione del mondo - dichiarata-mente ispirata al “Deus sive Natura” del

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Omaggio a una donna, una scienziata e una cittadina

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filosofo Spinoza, di cui da piccola credeva e si vantava persino di essere parente -, della vita umana e della SUA vita. Proprio di sé diceva “La mia intelligenza? Più che mediocre. I miei unici meriti sono stati impegno e ottimismo”. Si tratta di quell’impegno e quell’ottimismo per cui da giovane avrebbe voluto fare la musicista o la matematica; ma, come si legge nell’intervista già citata, “purtroppo quelle sono cose per cui bisogna essere portati. Musicisti o matematici si nasce, non si diven-ta: o hai quei circuiti, o è inutile provarci [...] io [invece] ero affascinata dalla straordinaria bellezza del sistema nervoso e dei suoi circui-ti”. Da qui deriva la sua concezione, bellissi-ma, di arte e scienza: “L’arte è idealista: si crea dal nulla un mondo fantastico. La scien-za invece è empirista: cerca di ricreare il mondo com’è, copiando la natura.”. Si tratta anche di quell’impegno e di quell’ottimismo che ha sempre cercato di trasmettere ai giovani, affrontando spesso con loro il tema del loro futuro e dello svilup-po tecnologico: “Oggi, rispetto a ieri, i giovani usufruiscono di una straordinaria ampiezza di informazioni; il prezzo è l’effetto ipnotico esercitato dagli schermi televisivi che li disa-bituano a ragionare (oltre a derubarli del tempo da dedicare allo studio, allo sport e ai giochi che stimolano la loro capacità creativa. Creano per loro una realtà definita che inibi-sce la loro capacità di “inventare il mondo” e distrugge il fascino dell’ignoto”. Nei numerosi incontri con i giovani, sempre costante è stato l’invito, da parte della Montalcini, a

partecipare ai problemi sociali ed a migliora-re il mondo, come ha cercato di fare lei stes-sa, per esempio nella sua lunga battaglia affinché le donne africane, in passato umilia-te fisicamente e psichicamente, a lungo battute, potessero finalmente rialzarsi. Emerge a questo punto il suo singolare spiri-to femminista: “Sono femminista nel senso di voler dare alle donne la dignità umana, e la capacità di utilizzare il cervello. Ma non nel senso del motto “l’utero è mio e lo gesti-sco io”: quella è una stupida frase, che non ha senso. Io credo che l’utero sia della don-na, ma che il suo frutto sia anche dell’uomo che sta con lei.”. Era fermamente convinta che “l’umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi. [...] le nostre capacità mentali - uomo e donna - son le stesse: abbiamo uguali pos-sibilità e differente approccio”. Conseguen-za di queste parole è la sua piena libertà che si prese rispetto all’amore e alla possibilità di una famiglia: “Quando avevo tre anni [e ciò rappresenta un’ulteriore prova della sua forte personalità] decisi che non mi sarei mai sposata”. Se le si chiede, infatti, se si fosse mai innamorata, “da quel lato son donna al cento per cento” risponde lei “e mi sento molto femminile. Ma non era necessario sposarsi”. La motivazione? Anche nel matri-monio fra due persone brillanti “una finisce col soffrire perché l’altra ha più successo”. Relativamente alla sua religiosità e alla sua incantevole filosofia di vita, ha più volte dichiarato “Sono atea: non so cosa si intende

per credere in Dio”, ma “credo profondamente nei valori. E i valori sono un fatto religioso, senza bisogno di andare alla sinagoga o in chiesa.” L’uomo e la vita, per lei, non sono perfetti, e “bisogna essere contenti di non esserlo. Se si è perfetti, non c’è più niente da fare, ed è la fine”. Nonostante ciò, ha sempre sostenuto che l’imperfezione per l ’ u o m o p o r t a all’infelicità: “Io sono serena. Felice no: di fronte all’enorme soffe-renza nella quale naviga il mondo, chi può essere felice? Non avrebbe senso. È proprio la paro-

la stessa che io abolirei: di felicità non si può parlare. No, mai. [...] La serenità è il massi-mo che noi possiamo desiderare e sperare”. Concludendo, è doveroso ricordare Rita Levi-Montalcini come una donna che ha lottato perché sempre più uomini e, soprattutto, sempre più donne potessero raggiungere, se non la felicità, almeno la serenità; come una donna che ha aiutato altre donne meno for-tunate “a conquistare una leadership sociale, scientifica e tecnologica”; come una donna che ha rinunciato per scelta a un marito e a una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza, la sua unica grande passione. Ha lottato fino all’ultimo perché la scienza e la cultura in Italia non venissero trascurate o, peggio, ignorate, esortando i vari governi italiani a favorire la libera ricerca e i giovani scienziati: “Non cancellate il futuro di tanti giovani ricercatori che coltivano la speranza di lavorare in Italia”. Le donne e i giovani, dunque, sono stati i punti fissi di tutta la sua vita, le persone alle quali ha dedicato il suo assiduo impegno e il suo fermo ottimismo. È quindi necessario terminare questo omaggio a una “piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa” (come amava definirla Primo Levi) con il suo accorato ap-pello e il suo messaggio maggiormente carico di significato: “Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona”

Ermes Pozzobon IV D

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Donne:

quello che non cambia da secoli cambierà?

Con dei versi del sommo poeta vorrei cominciare questo articolo che esce in concomitanza con la festa delle donne. Sarà che Dante mi perseguita? Non proprio, ma perché nelle ultime terzine del V canto del Purgatorio ci viene pre-sentato un personaggio femminile che chiede di essere ricordato, quando Dante tornerà tra i vivi. Ovvio che se si limitasse a dirci questo, la figura perde-rebbe tutto il suo fascino che, invece, con poche parole, riesce a produrre. La donna si chiama Pia de’ Tolomei, gen-tildonna senese che si trova insieme a coloro morti di morte violenta e che ci dice chiaramente di essere stata uccisa dal marito in Maremma; non lo incolpa, non ci dice perché e non ci dice come.

Dopo ulteriori approfondimenti, però, si può facilmente scoprire che lui, Nello di Inghiramo Pannocchieschi, la uccise per gelosia; o perché lei avesse degli amanti, o perché lui volesse sposarsi con l’amante Margherita Aldobrande-schi. La strangolò o la avvelenò ed infi-ne la fece buttare giù dalla torre del castello della Pietra, poco distante da Massa Marittima. Diverse teorie, ma su un unico fatto: l’uxoricidio. Diciamo che nel Medioevo questa storia girava come una leggenda metropolitana, perché altro non poteva essere, sapen-do come venissero affrontati e puniti gli assassinii, quantomeno se a morire era una donna!

Che c’entra tutto questo, mi direte, con l’8 marzo? Dovete sapere che la figura di Pia de’ Tolomei viene utilizzata spes-sissimo come simbolo di manifestazio-ni, giornate e spettacoli dedicati alla violenza sulle donne; ma come posso-

no due misere terzine della Divina Commedia dare un impatto così forte a un personaggio assolutamente non principale? Perché l’atteggiamento di Pia accomuna moltissime donne che ancora nel 2013 sono perseguitate dai loro uomini: poche parole, una appa-rente quiete, il perseverare nel non accusare chi ti ha fatto violenza, ma soprattutto, la libertà e la vita violate.

Quest’anno, così come negli ultimi passati, siamo obbligati a scontrarci con delle cifre sconcertanti riguardo gli uxoricidi compiuti in Italia; nel 2012 le donne uccise sono state 100, praticamente una ogni due giorni. Cito l’Italia non perché non mi accor-ga di cosa accade fuori dal mio orticel-lo, ma perché a differenza dei 125 Paesi i quali, secondo l’Onu, penaliz-zano davvero la violenza domestica e garantiscono l’uguaglianza, il nostro Bel Paese sembrerebbe proprio far parte degli altri 139!! Qualcuno pen-serà magari che in fondo non siamo messi malissimo, considerato che in altri Paesi del mondo lapidano ancora le donne e fanno sposare le bambine di dieci anni; ma se abbiamo raggiun-to dei traguardi importanti per la pari-tà sociale, soprattutto nello scorso secolo, partire da un gradino più alto non ci deve far credere di essere arri-vati alla fine della scala.

Mentre scrivo quest’articolo sicura-mente milioni di donne staranno lavo-rando, o facendo i lavori di casa, o scarrozzando i bambini e i nonni a destra e a manca, preparando la cena per tutta la famiglia; ma quante di loro, in aggiunta a tutto ciò, avranno

paura di tornare o uscire di casa?

È’ facile giudicare, finchè non ci si è dentro o un tuo conoscente non lo è, perché questa situazione non ci ap-partiene e le soluzioni ci sembrano tutte prèt a porter: basta denunciare, basta fare così, basta fare colà.

Quando sentiamo la frase “gli uomini reagiscono e attaccano quando la loro donna vuole troppa libertà e autono-mia”, pensiamo davvero che l’unico ad ostruire la loro libertà sia il loro uomo? Certo, lui sarà il più diretto, ma che ruolo diamo alla società, for-mata quindi da uomini e donne, che limita da secoli la volontà della donna di libertà? Perché perdonare un uomo si può fare, mentre una donna dev’essere marchiata a vita quando abbandona, quando ha tanti uomini, quando abortisce e altri innumerevoli luoghi comuni che non sto qua a elen-care? Quando penso a questa situa-zione mi viene in mente il film Malèna di Giuseppe Tornatore, ambientato nel tipico paesetto siciliano dove una donna emancipata viene isolata dal resto delle donne di paese bigotte e invidiose della sua bellezza, ed è co-stretta ad andarsene. Non me ne vo-gliano i siciliani o gli italiani, anche perché se andiamo a vedere negli USA nelle High Schools il bullismo è fortis-simo e ci sono state delle ragazze che si sono suicidate per la vergogna di essersi scattate una foto nude e delle conseguenze senza fine. Non com-prendere la fragilità di un essere uma-no e, anzi, sfruttarla per generare male, penso sia la cosa più codarda e bestiale che si possa fare. Cos’hanno

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“Ricordati di me che son la Pia: Siena mi fe', disfecemi Maremma

Salsi colui che inanellata pria disposando m'avea con la sua gemma! “

(Purgatorio V, 133-136)

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in comune le donne stuprate, le ex uccise, le adolescenti vitti-me di bullismo, le donne allontanate dalla società per la loro condotta non ordinariamente accettata? Male fisico, dignità e libertà negate, l’inganno nell’aver scoperto che il loro carnefi-ce non era quello di cui si erano innamorate, ma una bestia, e allo stesso tempo un affetto che non muore verso quella per-sona, perché lo conoscevano e non era così, forse cambierà e ritornerà com’era, buono.

Forse nei loro panni mi troverei confusa e frustrata; avrei bisogno di un’amica e di una famiglia forti perché la mia forza non ci sarebbe più, l’avrei persa, e tutto ciò di cui mi sono sempre riempita la bocca, i principi che ho sempre avuto per la mia vita, si affievolirebbero in un attimo; da quel momento io non sarei più me stessa, non sarei più libera e, poiché la libertà è la cosa più preziosa che abbiamo, non sarei più nulla.

Perché non posso avere il diritto di lasciare un uomo, senza paura di subire ripercussioni? Perché per un uomo fa così male sapere che tiene sempre le redini della situazione in mano e invece quando lui se ne va con un’altra, magari più giovane di vent’anni, lei deve pensare che è normale?

E dopo chiamate, pedinamenti, violenze di ogni tipo e dopo quelle pochissime persone a cui avrei avuto il coraggio di rac-contarlo che mi spingono a denunciare il tutto, ecco che lo farei.

E se poi non cambia nulla? Ho la coscienza a posto per un po’, poi mi pento perché magari ho esagerato con la denuncia, poi l’incubo ricomincia e stavolta potrebbe essere fatale, come nella stragrande maggioranza dei casi.

Quante volte i servizi su questi femminicidi si aprono con la frase “l’aveva denunciato già più volte?” e quanto schifo pro-viamo per quelli che non hanno tutelato quella povera don-na? E chi ci dice che non potrebbe succedere anche a noi un giorno? La fine del TG per me non significa la fine della storia di un altro omicidio, ma continua nella mia testa se penso che queste cose succedono regolarmente perché in Italia non c’è niente e nessuno che vuole realmente fermare questa carne-ficina.

E soprattutto, specialmente nei casi di stupro, non posso con-cepire che ci sia gente che ancora crede che sia colpa della donna se viene aggredita! Non solo ce la dobbiamo prendere con i preti o con i personaggi noti che fanno queste afferma-zioni, perché, purtroppo, io sono dell’idea che i politici siano solo lo specchio di un pensiero radicato nella popolazione. Se accettiamo che la si pensi così e se insegniamo ai nostri figli che una donna che porta la minigonna alle sette di sera è una prostituta (con tutto il rispetto per queste ultime) o che è colpa sua se attira gli sguardi di coloro che, poverini, ragiona-no con qualcosa che sta più in basso del cervello, saremo vit-time anche noi di una mentalità di preconcetti malati, che mette paletti dove non ci dovrebbero essere e non dove ci

dovrebbero essere muraglie cinesi. Insegniamo ai nostri figli ad ascoltare e ascoltarsi, a comprendere, a non giudicare su-bito una ragazza che ha il diritto di uscire per strada a tutte le ore, sia che debba andare in palestra in tuta, al supermercato in jeans o a ballare in tacchi a spillo, senza dover aver paura di essere chiamata come un animale dai clacson delle macchi-ne o aver paura di essere toccata da chi non conosce. Questo non perché quella ragazza, se la conosci, è buona e non se lo merita, ma semplicemente perché quella ragazza è una per-sona e ha tutto il diritto di decidere e non subire.

Insegniamo, poi, alle nostre figlie a leggere i giornali, ad abbi-nare sempre il cervello a qualsiasi linguaggio del corpo tra-smesso di proposito, fidandosi dell’istinto che molto più spes-so di quanto crediamo ha ragione quando sente un pericolo, a non lasciarsi incantare dal fumo, se sotto non c’è l’arrosto, ed infine a scegliersi bene le amicizie, perché se non sono sincere ma basate sull’utile, tutto si rivolterà contro quando meno lo si aspetta.

Una nuova Utopia dopo quella di Thomas More? Sì, se seguia-mo la corrente come dei pesci morti; no, se proviamo a co-struire un mondo basato sul reciproco rispetto, partendo dai più piccoli, che saranno i grandi di domani e che, forse, non avranno bisogno di rovinare la vita di una persona per risolve-

re i loro problemi.

Alessandra Gonnella IV A Classico

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Malala, nata il 12 luglio 1997 e candidata al premio Nobel 2013

C’era una volta una ragazza che viveva a Mingora, in Pakistan, insieme ai suoi fratellini, i suoi genitori e due piccoli polli. Le avevano dato il nome Malala, in onore di una poetessa e guerriera di etnia Pashtun, come lei.

Fu educata in gran parte da suo padre, un poeta, attivista per l’istruzione e gestore di una catena di scuole chiama-ta “Khusal Public School”; quando i suoi fratelli minori andavano a dormire, lei restava sveglia per parlare di politica e all’età di 11 anni suo padre la portò a Peshawar per parlare al club di stampa locale e lì esordì dicendo: “Come si permettono i talebani di portarmi via il mio diritto basilare allo studio?”, mentre il suo discorso veniva trasmesso da canali televisivi per tutta la regione.

All’inizio del 2009, Mala-la ebbe la possibilità di scrivere per la BBC, quando fu chiesto a suo padre, da parte di un reporter della BBC in Pakistan, se ci fosse stata una donna disposta a scri-vere qualcosa sui giorni vissuti sotto il controllo dei Talebani. Al tempo, i mili-tanti talebani guidati da Maulana Fa-zhullah stavano prendendo il controllo della Swat Valley, bandendo televisioni, musica, istruzione femminile e impe-dendo alle donne di uscire a comprare qualsiasi cosa; corpi di poliziotti decapi-tati furono appesi nelle piazze.

In un primo momento, una ragazza di nome Aisha, frequentante la scuola del padre di Malala, accettò di scrivere un diario, ma poi i genitori della ragazza la fermarono per paura delle rappresaglie talebane; l’unica alternativa fu Malala,

quattro anni più piccola di Aisha.

Gli editori della BBC accettarono una-nimi e, poiché erano preoccupati ri-guardo l’incolumità di Malala, insistet-tero affinché usasse uno pseudonimo; così i suoi scritti furono pubblicati sot-to il nome di Gul Makai, preso da una favola Pashtun, che in Urdu significa “fiordaliso”.

Malala scriveva a mano e poi passava i

fogli ad un reporter che li scannerizza-va e li mandava via mail al blog della BBC. I suoi scritti raccontavano il suo stato d’animo turbato durante la pri-ma battaglia dello Swat; più le opera-zioni militari andavano avanti, meno ragazze si presentavano a scuola, ed infine la sua scuola chiuse.

Nei giorni che seguirono l’ordine im-partito dai Talebani, che prevedeva cioè che nessuna ragazza potesse an-dare a scuola, il suo preside la avvertì di non indossare più la divisa scolasti-ca, ma qualcosa che non attirasse l’attenzione. Malala, invece, scrisse sul suo blog: “Ho deciso di indossare il mio vestito rosa preferito, altre ragazze

della scuola erano vestite colorate e la scuola sembrava un ambiente fami-gliare.”

Pensate che un giorno alcuni estratti del suo blog furono pubblicati su un giornale locale e, quando un amico di famiglia si avvicinò al padre di Malala per dirgli quanto era bello l’articolo, lui non poté far altro che sorridere, do-vendo tacere sul fatto che in realtà era

stato scritto proprio da sua figlia.

Le scuole intanto continuavano ad essere rase al suolo dai Talebani e que-sto provocava un gran dispiacere a Malala, tanto da chiedersi lei stessa perché le distrug-gessero se già era-no in disuso.

C’era la guerra e il sentore di morte era chiaro a tutti, anche ai fratellini di Malala, che rispon-dendo al loro padre su che cosa stesse-

ro costruendo in giardino mentre gio-cavano, dissero: “una tomba”.

Sempre in quel periodo, dopo che la famiglia si assentò da casa per un po’, al ritorno, trovò la casa devastata e il televisore rubato.

Finalmente dopo vari tentativi di pace, i Talebani ritirarono l’ordine di divieto di scolarizzazione per le ragazze, ma solo a condizione che indossassero il burqa. Il sogno di Malala poté dirsi parzialmente realizzato. Una rondine non fa la primavera, però; infatti que-sta pace non durò a lungo e i bambini ebbero di nuovo paura di tornare a scuola per paura di essere rapiti.

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nemmeno più recarsi al lavoro o a fare delle spese; l’armata pakistana entrò nella regione e Mingora fu evacuata, com-presa la famiglia di Malala che si separò.

Quell’estate, per la prima volta, Malala annunciò di voler diventare una politica da grande, non un medico, come ave-va sempre dichiarato in precedenza. Dopo tre mesi che geni-tori e figli non si vedevano, la famiglia poté finalmente riunir-si e tornare in sicurezza al loro paese.

Alla fine di quell’anno iniziò la sua carriera politica, comin-ciando ad aprire assemblee dell’UNICEF, a rilasciare intervi-ste a reti locali e internazionali e la sua fama crebbe notevol-mente quando fu premiata con il premio nazionale giovanile per la pace; ma questo non le portò solo gioia, infatti con l’aumentare del successo, aumentarono anche i pericoli.

I Talebani cominciarono a minacciarla di morte tramite mes-saggi lasciati sotto la porta di casa, sui giornali o su Facebook, ma proprio in quel momento dichiarò che mai avrebbe smes-so di lavorare per l’istruzione femminile.

Avendo visto che le loro intimidazioni non funzionarono, i Talebani si riunirono in un incontro a fine estate 2012 e lì decisero unanimi di ucciderla.

Così il 9 ottobre 2012, un Talebano armato e coperto in volto salì sull’autobus con cui Malala stava tornando a casa e urlò “Chi di voi è Malala? Parli chiaro, altrimenti sparerò a tutti voi”; dopo aver confermato la propria identità, Malala fu colpita da un proiettile che le oltrepassò la testa, il collo e finì nella spalla. Venne subito trasportata all’ospedale militare di Peshawar, dove, dopo tre ore di operazione, i medici riusci-rono a rimuovere il proiettile dalla spalla, vicino alla spina dorsale.

Ehsanullah Ehsan, portavoce dei Talebani pakistani, rivendicò l’attentato dicendo che Malala è “il simbolo degli infedeli e dell’oscenità” e che se fosse sopravvissuta, l’avrebbero attac-cata ancora; in aggiunta, dissero che è giusto per la legge del Corano uccidere le persone che fanno propaganda contro l’Islam e che questi vengano uccisi, anche se si tratta di un bambino.

Malala fu prima spostata nell’ospedale di Rawalpindi, ma poi in Germania per migliori trattamenti; in quel momento tan-tissime offerte per curare Malala arrivarono da tutto il mon-do, soprattutto dagli USA, e alla fine si recò a Birmingham in UK. Oggi, marzo 2013, si trova ancora lì e si sta piano piano rimettendo in sesto, mentre personaggi pubblici come Ma-donna, Angelina Jolie, Hillary Clinton e Barack Obama stan-ziano soldi per l’istruzione in Pakistan e viene nominata al premio Nobel per la pace, la candidata più giovane della sto-ria.

Questa fiaba, come tutte, è cominciata con un “c’era una volta”, ma senza principi, castelli o filtri magici, semplice-

mente con una protagonista che lotta per la libertà di studia-re. Ma sebbene sia andato tutto a buon fine, non possiamo negare che quanto accaduto a Malala rappresenta chiara-mente il clima di disagio che persone innocenti vivono in parti del mondo colpite dalla guerra, dall’integralismo religio-so e dalla misoginia.

E dopo aver versato alcune lacrime per la storia di Malala, il mio consiglio è questo: non scambiate per eroine donne che parlano dall’alto della loro posizione facendo passare le loro parole per protesta, ma preferite le umili persone che fanno le rivoluzioni con le mani, con la testa e senza paura di versa-re sangue per tentare di migliorare la loro situazione e quella di chi come loro non ha nulla. Essere nata femmina per Mala-la non è una sfortuna, anzi, per noi tutti è una immensa fortu-na che donne come lei esistano per davvero, perché ragazze di 15 anni con il coraggio di lottare per tutte le proprie coeta-nee in un posto dove non si ha paura di usare bombe e fucili, è raro vederle in giro o sentirne parlare, se non nelle fiabe.

Alessandra Gonnella IV A Classico

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DONNE: CORPI, OGGETTI, ESSERI INFERIORI

"Donne, lavorate, emancipatevi, ma ricordatevi che il vostro ruolo è stare in casa e accudire i figli. In ciò sta la vo-stra felicità." Queste sono le parole che traspaiono dalle pagine dell' "Enciclopedia della Donna", opera in venti vo-lumi che cinquant'anni fa dava nozioni e consigli su ogni ambito dello scibile umano alle donne della media borghe-sia. All'epoca la condizione della donna in Italia non era delle migliori, ma ora, a distanza di mezzo secolo, cos'è cambia-to? Beh, ora non è più così strano vedere una donna che lavora (nonostante, comunque, lo stipendio di una donna sia minore di quello di un uomo che svolge la stessa professione); la donna può divorziare, può persino decidere di interrompere la vita del figlio che porta in grembo, ma troppo spesso è ancora vista soltanto come madre, o moglie. Inoltre, in un numero maggiore di casi, la donna perde ogni specificazione per diventare nient'altro che un corpo, un oggetto da usare e poi rimettere a posto quando non serve più. Nell'immaginario comune, una donna può lavorare, ma rimanendo nell'ombra: non può essere potente. Ci si sor-prende nel vedere una donna ricoprire una posizione di prestigio e molto raramente nelle aziende sono presenti agevolazioni per le madri. Fortunatamente, la conoscenza del problema si sta diffondendo e si sta tentando di risol-verlo, ma non è ancora abbastanza. L'ex sindaco di Montebelluna, Laura Puppato, nella conferenza tenuta durante i giorni dell'autogestione qui al liceo, lodava le leggi elettorali di Campania e Veneto, le quali non danno la possibilità di presentare liste solamente ma-schili (Veneto) e che consentono di votare due candidati, purché di sesso diverso (Campania). Certo, questi sono passi in più verso le pari opportunità, qualcosa che regala qualche punto in più all'Italia, attual-mente al 74° posto nella classifica dei paesi che meno discriminano le donne, ma, a pensarci bene, non sono anche delle forzature? Una donna che fa politica, una donna che svolge un qualsiasi lavoro ottenendo prestigio e autorità dovrebbe essere ordinaria amministrazione, non un motivo di vanto. Inoltre, se, essendo in qualche maniera "imposta", una donna si emancipa e il suo valore professionale viene rico-nosciuto, nel frattempo fa trasparire nei confronti dell'uomo un'inferiorità che, pur non esistendo realmente, è psi-cologica: "Ho raggiunto questa posizione per i miei meriti o perché è stato impedito a un uomo di farlo?". E così, se la donna si sente inferiore, l'uomo si sente potente, pensando di poter dominare, di poter possedere qualsiasi don-na, di poterla fare schiava, di doverla punire quando non "sta al suo posto". E così sono state più di cento le donne uccise nel 2012, circa 6743000 donne hanno subito o subiscono violenza fisica o sessuale. Molte sono minorenni, la maggior parte è vittima del proprio partner. L'uomo è una bestia feroce, la donna è indifesa: il marito, il padre, l'insegnante, tutte le figure che dovrebbero pro-teggerla sono quelle che più spesso abusano di lei. Sembra che per le donne non ci siano luoghi dove sentirsi sicura: non la casa, non la scuola, non la strada. In ogni luogo può nascondersi un bruto, un violentatore, un assassino, un essere disumano che le identifica soltanto con i loro attributi sessuali e le rende vittime. E fa indignare che ci sia ancora chi sostiene che qualche responsabilità, per quanto riguarda le violenze, non sia da imputare al carnefice, ma alla donna che lo tenta con una camminata sensu-ale o con l'abbigliamento provocante! Sicuramente una donna fasciata in un vestito lungo e scollato stimola mag-giormente il desiderio rispetto a una in pigiama di flanella, ma crediamo davvero che per scongiurare gli attacchi di uomini depravati basti vestirsi male e camminare come scaricatrici di porto? Forse servirebbe un po' di educazione in più, e più rispetto! Per esempio, non dovrebbero esistere le professioni o i giochi cosiddetti "da maschio" o "da femmina", bisognerebbe imparare a riconoscere le differenze tra uomini e donne e valorizzarle. Dovremmo verificare pregi e difetti di entrambi i sessi e far finalmente vedere che, nonostante quanto vogliano farci credere, le donne non sono esseri inferiori!

Anna De Stefani V D

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Società e Cultura

"In Italia in media ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna, una compagna, una figlia, un'amante, una sorella, una ex.

Magari in famiglia, perchè non è che la famiglia sia sempre e per forza quel luogo magico in cui tutto è amore...

La uccide perchè la considera una sua proprietà, perchè non concepisce che una donna appartenga a se stessa e sia libera di vivere come vuole lei e persino di innamorarsi di un altro. E noi che siamo ingenue

spesso scambiamo tutto per amore... Ma l'amore con la violenza e le botte non c'entra un tubo... L'amore con gli schiaffi e i pugni c'entra come la libertà con la prigione.

Noi a Torino, che risentiamo delle nobiltà reale, diciamo che è come passare del risotto alla m***a. Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa, salviamolo nell'hard-disk. Vogliamo credere che

ci ami? Bene. Allora ci ama male, non è questo l'amore. Un uomo che ci picchia è uno s*****o, sempre, e dobbiamo capirlo subito, al primo schiaffo! Perchè tan-

to arriverà anche un secondo e un terzo e un quarto! L'amore rende felici e riempie il cuore, non rompe le costole, non lascia lividi sulla faccia... Pensiamo mica

di avere sette vite come i gatti? No, ne abbiamo una sola. Non buttiamola via."

Serve davvero aggiungere altro a questo monologo di Luciana Littizzetto? Forse sì; forse bisogna dire che, nel giorno del flashmob contro la violenza sulle donne (una coreografia creata dall'autrice dei Monologhi della Vagina), lo stesso giorno in cui Lucianina recitava questo monolo-go a Sanremo si scopriva il brutale omicidio commesso da Oscar Pistorius nei confronti della sua fidanza-ta, ma personalmente l''unica cosa che aggiungerei è che è ridicolo ricordarsi di certi problemi solo quan-do la tragedia è in TV o sui giornali, e troppo facile ricordarsi delle donne solo l'otto marzo... Bisognerebbe fare come il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie, che invece di festeggiare il suo compleanno una sola volta l'anno festeggiava il non-compleanno tutti gli altri giorni... Invece di rega-lare fiori di mimosa una volta l'anno oppure cioccolatini a San Valentino alle nostre fidanzate, madri, so-relle e amiche, perchè non ci preoccupiamo di loro sempre e comunque? Non dovrebbe esserci una Gior-nata della Donna, la donna andrebbe trattata con rispetto tutti i giorni, senza un giorno stabilito! Se ci ricordassimo che sono persone e non oggetti magari le cose potrebbero cambiare... Ma prima che cambino loro, dobbiamo cambiare noi. Buona Festa della Donna a tutte!

Tommaso Biancuzzi I A Classico

L'educazione delle fanciulle

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Società e Cultura

CANZONI:

Una donna per amico (Lucio Battisti) Donne (Zucchero) Una canzone per te (di Vasco Rossi) Le donne lo sanno (Ligabue) Secondo me la donna (Giorgio Gaber) La canzone del sole (Lucio Battisti) Donna ti voglio cantare (Angelo Branduardi) Sei bellissima (Mia Martini) Piccola Storia Ignobile (Francesco Guccini) Donna Selvaggia Donna (Lucio Battisti) Quello che le donne non dicono (Fiorella

Mannoia) Resta in ascolto (Laura Pausini) Anche per te (Lucio Battisti) Sally (Vasco Rossi) La canzone di Marinella (Fabrizio De André) Puttane e spose (Luca Carboni e Jovanotti) Teorema (Marco Ferradini) Alice (Francesco De Gregori) Albachiara (Vasco Rossi) Donna d’Onna (Gianna Nannini) Non ho l’età (Gigliola Cinguetti) Piccola stella senza cielo (Ligabue) Sei fantastica (Max Pezzali) Vuoto a perdere (Noemi) You ain’t woman enough (Loretta Lynn) Stupid girl (Pink) Man! I feel like a woman! (Shania Twain) My best friend’s girl (The Cars) Girl talk (The Donnas) She will be loved (Maroon 5) Nobody’s daughter (Hole) Celebrity skin (Hole) Women is Losers (Janis Joplin) Diamonds are a girl’s best friend (Marylin

Monroe) Woman on a mission (Gabriella Cilmi) The lady is a tramp (Frank Sinatra, ma da

ascoltare anche quella di Tony Bennet ft. Lady Gaga)

Girls just want to have fun (Cindy Lauper) I’m every woman (Chaka Khan) Respect (Aretha Franklin) Single Ladies (Beyoncè) I wanna be where the boys are (The Runa-

ways) Layla (Eric Clapton) Suzanne (Leonard Cohen) Nobody’s wife (Anouk)

Big girls don’t cry (Fergie) She (Elvis Costello) The first cut is the deepest (Sheryl Crow) She’s Always a Woman (Billy Joel) Woman is the Nigger of The World (John

Lennon) Just Like A Woman (Bob Dylan, ma ascolta-

te anche la cover di Charlotte Gainsbourg) Honky Tonk Woman (Rolling Stones) Femme Fatale (Velvet Underground)

FILM:

Nemiche Amiche (con Julia Roberts e Susan Sarandon)

The Hours (con N. Kidman, M. Streep, J. Moore)

Il papà di Giovanna (di Pupi Avati) Million Dollar Baby (Clint Eastwood) Il diario di Bridjet Jones e Che pasticcio

Bridjet Jones! (con Renèe Zellweger); Quelle Due (con Audrey Hepburn) Memorie di una geisha (di Rob Marshall) Il tempo delle mele (di Claude Pinoteau) We want sex (di Nigel Cole) Donne sull’orlo di una crisi di nervi (di Pe-

dro Almodovar) Tutto su mia madre (Pedro Almodovar) La verità è che non gli piaci abbastanza (di

Ken Kwapis) Il giardino delle vergini suicide (di Sofia

Coppola) Sex and the city (con Sarah J. Parker) Thirteen (con Evan Rachel Wood) Il cerchio (di Jafar Panahi) The Iron Lady (con Meryl Streep) The Queen (di Stephen Frears) Marie Antoinette (di Sofia Coppola) L’altra donna del re (con S. Johansson e N.

Portman) L’altra metà dell’amore (con Mischa Bar-

ton) Mean Girls (con Lindsay Lohan) Quattro amiche e un paio di jeans (con

Blake Lively, Alexis Bledel, America Ferre-ra)

Speriamo che sia femmina (di Mario Moni-celli)

Erin Brockovich - Forte come la verità (con Julia Roberts)

La duchessa (con Keira Knightley)

Orgoglio e pregiudizio (con Keira Knightley) Becoming Jane (con Anne Hathaway) A letto con il nemico (con Julia Roberts) La papessa (con Johanna Wokalek) Agorà (con Rachel Weisz, di Alejandro Ame-

nabar) Gli uomini preferiscono le bionde (con Mar-

ylin Monroe) The Help (con Emma Stone) Elizabeth 1 e 2 (con Cate Blanchett) Millennium: Uomini che odiano le donne

(di David Fincher) Vicky Cristina e Barcelona (Woody Allen) The Runaways (con Kristen Stewart e Dako-

ta Fanning) Zero Dark Thirty (di Kathrine Bigelow)

LIBRI:

Ipazia, la vera storia (Silvia Ronchey) Considera le sue abitudini (John Windham) Il salto di Saffo (Erica Jong) Ave Mary (Michela Murgia) Veronika decide di morire (Paulo Cohelo) L’ambiguo malanno (Eva Cantarella) Una stanza tutta per sé (Virginia Woolf) Anna Karenina (Lev Tolstoji) Ci vogliono le palle per essere una donna!

(Caitlin Moran) Piccole donne (Louisa May Alcott) La gladiatrice (Russel Whitfield) Mille splendidi soli (Khaled Hosseini) La parrucchiera di Kabul (Deborah Rodri-

guez) Colazione da Starbucks (Laura Fitzgerald) Se sei single l’hai scampata bella (di Wendy

Markham) Le mie antenate (di Rita Levi Montalcini) Le medichesse. La vocazione femminile alla

cura (di Erika Maderna) La signora Dalloway (di Virginia Woolf) La chimera (di Sebastiano Vassalli) Medea (di Euripide) Sto con la band (di Pamela Des Barres) Piccoli racconti di misoginia (di Patricia

Highsmith)

A cura di Alessandra Gonnella IV A Classico

Playlist femminile Benvenuti nelle rubriche di musica, cinema e libri, dove solo per questo numero vi presentiamo in esclusiva una pla-ylist (che non è classifica, perché sono tutti bellissimi titoli) dedicata alle donne! Maltrattate, decise, ferite, amma-liatrici, traditrici, semplicemente donne!

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Società e Cultura

Se c’è qualcosa su cui possiamo tutti essere d’accordo è il fatto evidente e inequivocabile che la nuova tecnologia, figlia dell’era digitale, ha prodotto cambiamenti abissali nella vita delle persone e dunque, a maggior ragione, nell’educazione, nella formazione e nello sviluppo di chi tra la tecnologia è nato. Il lusso che non ci possiamo conce-dere, tuttavia, è quello di credere che il sapere tecnologico e la valanga informativa di Internet possano sostituire la figura dell’insegnante e, in ultima analisi, la sana fatica della penna e del banco di scuola. Sarà pur vero che grazie alla rete la conoscenza è divenuta un “patrimonio aperto, accessibile ovunque 24 ore su 24” e che “non è più un patrimonio esclusivo ma condiviso da tutti” 1, ma “accedere” alla conoscenza o “fruirne” 1 è cosa ben diversa dall’“apprendere”. Mi permetto di chiarirlo citando (in via del tutto decontestualizzata) Pierluigi Bersani, il quale in una recente intervista televisiva spiega con un’efficace metafora: << La cultura non è possedere molti libri, ma saperli ordinare con precisione su di uno scaffale; e l’unico falegname che sappia costruire scaffali è l’insegnante >>. E aggiungo: più libri si possiedono, più diventa difficile saperli ordinare e più c’è bisogno di scaffali imponenti; per questo, in un’epoca in cui la cara, vecchia biblioteca è finita “diluita in un mare vertiginoso di offer-te” 2 rappresentato da Internet, che offre milioni di libri ma nessuno scaffale, la figura del falegname (cioè dell’insegnante), non ha perso di importanza ma ne ha acquistata. Riassume bene questo concetto Umberto Eco: “…le informazioni che Internet mette a disposizione sono immensa-mente più ampie di quelle di cui dispone il professore” ma “internet dice quasi tutto salvo come cercare, filtrare, selezionare, accettare o rifiutare quelle informazioni. A immagazzinare nuove informazioni sono capaci tutti, ma decidere quali ricordare e quali no è arte sottile” 3. Questa è, in buona sostanza, la differenza tra erudizione e sag-gezza, e già Platone aveva ben capito l’importanza di questa distinzione, con l’unica differenza che mentre noi ra-gioniamo del passaggio dal sapere scritto al sapere digitale, egli nel “Fedro” ragionava della nascita della scrittura, dunque del passaggio dal sapere orale al sapere scritto: “ … Né tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo l’apparenza perché essi, potendo avere notizie di molte cose senza insegnamento, si crederanno d’essere dottissimi mentre per la maggior parte non sapranno nulla; [saranno] imbottiti di opinioni anziché sapienti” 4. Avranno vita breve, dunque, i facili ottimismi di chi crede che tra qualche anno non servirà più affidare i figli agli insegnanti perché le informazioni saranno più ampiamente reperibili altrove, anche perché (cosa che ho trascurato più per ovvietà che per scarsa importanza), non c’è pagina web che sappia insegnare il vivere in società, la demo-crazia, il rigore, la disciplina e l’educazione al lavoro quanto il buon vecchio banco di scuola; non v’è dubbio, tuttavi-a, che “la scuola si trova di fronte a importanti questioni che mettono in discussione alcuni capisaldi fondamentali” 5 e che in un futuro non di certo lontano ci sarà bisogno di falegnami che sappiano costruire scaffali più alti, più soli-di e più settorializzati, che possano custodire volumi di un diverso spessore.

Michele Spagnolo V B

1. N. Bottani, Come cambiano le modalità d’apprendimento, in “L’Espresso”, 17 aprile 2007 2. A. Moro, Figli dello sviluppo High-Tech? No, dell’infinito, in www.ilsussidiario.net 3. U. Eco, A che serve il professore? in “L’espresso”, 17 aprile 2007 4. Platone, Opere, vol.1, Laterza, Bari, 1967, pagg. 790-792 5. A. Poggi, La nuova alleanza tra nativi digitali e prof può cambiare la scuola, in www.ilsussidiario.net

La tecnologia manderà a casa gli insegnanti?

Continuiamo in questo numero la sezione dedicata a tutti quei lavori (saggi, temi, ricerche, ecc.) svolti in classe e ritenuti, dagli insegnanti, “degni” e meritevoli di essere pubblicati nel nostro Giornalino.

Per questo numero presentiamo un saggio breve di argomento scientifico (tipologia B), avente come argomento “Le relazioni tra la tecnologia digitale e l’istruzione”, assegnato nella classe V B.

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Un titolo semplice, quasi banale. Il nome di quel che mi appresto a descrivere. Un insieme di atomi di carbonio, disposti ad esagoni re-golari che vanno a formare strati dalle dimensioni potenzialmente infinite. E il tutto possedendo una resistenza eccellente. Di fatto, però, stare a spiegare come dalla grafite si riesca a sintetizzare il grafene sarebbe complesso, oltre che senz'altro inutile. Se siete in-teressati a questi dettagli, Wikipedia credo l'abbiano inventata an-che per questo. Più interessante è invece pensare alle applicazioni. Al fatto che, per esempio, grazie ai nuovi transistor creati con tale materiale, si potrà in pochi anni creare apparecchi molto più celeri. E anche durevoli, dato che alcuni lo definiscono "il materiale più resistente di sem-pre". E il fatto che la Nokia stia puntando su questo aspetto e allo stesso modo anche la Samsung e altre multinazionali, può solo signi-ficare che le speranze siano davvero notevoli. Ma gli usi ipotizzati e testati sono davvero innumerevoli, dato che alcuni hanno pensato di usare il materiale come desalinizzatore, per creare pannelli solari e persino per distillare benzina o alcool. Un uso che potrebbe davvero farci avvicinare, in po-chi anni, ad un futuro che immaginavamo senza dubbio molto più distante. Investono nel grafene anche alcune nazioni. Si può citare in particolare la Polonia, che tramite il progetto "Innowacyjna Gospodarka", ossia Economia innovativa, intende porre molti brevetti sul grafene, e numerosi già ne possiede. Persino l'unione europea sta formando un’ equipe di ricercatori che disporrà della bellezza di un miliardo di Euro, denaro col quale senza dubbio gli sarà possibile fare molto. Una nota dolente? L'Italia, di fatto, non ha svolto particolari studi e ricerche e anzi è in questo campo decisamente arretrata. Una mancanza non da poco, dato che probabilmente nei prossimi anni il grafene sarà ovunque e impara-re presto a produrlo potrebbe essere decisamente vantaggioso. In particolare, ad esempio, per allontanarsi dalla crisi che ci opprime. Per quanto, forse, potrebbe essere solo una delle tante occasioni che, purtroppo, finiremo per perdere, dato che la politica sembra pensare a ben altro.

Gianluca Pasi II D

Il Grafene

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“L’istruzione taglia l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”

Questa citazione appartiene ad un magistrato italiano, Anto-nino Caponnetto, che guidò il pool antimafia nel 1983. Accan-to a lui lavoravano anche Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. Grazie alle loro inda-gini ben 400 delinquenti legati alla criminalità organizzata furono condannati nel maxi processo di Palermo, iniziato il 10 febbraio 1986.

Riprendendo questa citazione, don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, nella trasmissione “Vieni via con me” di Fabio Fazio e Roberto Saviano, ha esortato all’unione co-mune per la legalità. Legalità infatti, oltre ad aspetto e pratica delle leggi, è anche dare un’opportunità alle fasce più deboli. Purtroppo la società ci acceca, e non ci permette di vedere le cose con chiarezza, per questo molte volte perdiamo numerose occasioni.

Una di queste sta nascendo proprio ora, qui a Montebelluna: Libera è un’associazione forte e ampia che, “se colta al volo”, può portare nuove prospettive, nuove idee, più sensibilizzazione.

Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, territorialmente impegnate per costruire si-nergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Essa è riconosciuta come asso-ciazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale grazie ai propri progetti che spaziano dall’uso dei beni confiscati alle mafie alle attività antiusura, solo per citare alcune iniziative. Nel 2008 è stata inserita tra le eccellenze italiane dall’Eurispes (istituto totalmente privato di studi politici, economici e sociali che opera nel cam-po della ricerca economica, politica, sociale e della formazione). Nel 2012 è stata posta dalla rivista del Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo. La bellezza di Libera, che l’ha reso nota anche a livello mondiale come si può riscontrare dalle forti riconoscenze ottenute, sta nell’essere un punto di incontro di tante diverse generazioni, che insieme condividono la voglia di risanare un sistema corrotto. Il lato più subdolo della cor-ruzione odierna è il suo agire in silenzio, senza farsi vedere né sentire. Penetra nelle grandi e piccole imprese con la minaccia, apparentemente non si riscontra la sua presenza, ma basta scavare più a fondo per venirne a contatto.

Questa minaccia non va fuggita ma combattuta. Il modo migliore è contribuire anche in piccola parte alla stabilizza-zione di un presidio, come quello che sta nascendo a Montebelluna.

Con quella citazione don Luigi Ciotti vuole esortare all’informazione e all’educazione dell’individuo. La passività dell’individuo favorisce la crescita della criminalità e con essa la rovina di un sistema sociale in precario equilibrio che non ha né il tempo né la voglia di curare la persona, la quale invece può trovare ampio respiro in attività come queste.

Il presidio è ancora in via di formazione ma la possibilità di una sua futura stabilizzazione è più che certa. Parteci-parvi e diventare membro effettivo dà la possibilità di prendere parte a tutte le iniziative di Libera, entrando a con-tatto con realtà differenti che arricchiscono la nostra persona e la nostra visione del mondo.

Per tutti coloro che hanno piacere e desiderio anche solo di vedere e poi decidere, gli incontri sono il sabato pome-riggio alle 14.00 nella casa del volontario di fronte alla biblioteca, in via Augusto Serena.

Sperando che questa esperienza possa portare un soffio di novità e nuove idee per la nostra stessa città vi aspettia-mo.

I ragazzi del presidio

SI PUÒ ESSERE LIBERI SOLO INSIEME AGLI ALTRI

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In Belgio, le associazioni AMUKA, Medici per il Terzo Mondo, UJAMAA, “Piscine d'activité” e Intal hanno lanciato una petizione contro l'aggressione alla Repubblica Democratica del Congo, già Zaire e Congo Bel-ga, e per chiedere l'embargo contro Ruanda e Uganda affinché il Paese possa finalmente conoscere il pro-gresso. Tra il 1998 e il 2003, buona parte dei territori orientali della Repubblica Democratica del Congo sono stati occupati dagli eserciti di Ruanda e Uganda, così per cinque anni il Paese è rimasto privo di un governo centrale, lacerato dalle divisioni interne. Dopo la ritirata dal suolo congolese, gli eserciti ugandesi e ruan-desi hanno continuato a rendere instabile la zona posta a est del Paese lasciando alcune truppe nel terri-torio congolese e favorendo situazioni di guerra come a Bukavu e a Goma, rispettivamente nel 2004 e nel 2008. Dopo il mese di marzo dello scorso anno, soprattutto a luglio e a novembre, l'esercito del Ruanda ha partecipato nuovamente a scontri contro l'esercito congolese. Infine una rivolta del gruppo ribelle mili-tare M23 (Mouvementdu 23-Marte) è stata sfruttata dall'esercito ruandese per ricominciare le aggressio-ni. Questa situazione di guerra ha provocato milioni di vittime e, solamente nel 2012, ha creato una massa di rifugiati stimata oltre 800.000 persone. Il conflitto impedisce lo sviluppo economico della Repubblica De-mocratica del Congo, che ha il PIL pro capite più basso al mondo (328 $). Le condizioni attuali hanno cau-sato una perdita di entrate superiore ai 430 milioni di dollari per il 2012, oltre alle spese supplementari di 400 milioni di dollari, vale a dire il 10% del magro bilancio governativo. Il Paese è molto ricco, sono presenti numerose risorse, come per esempio le miniere di diamanti, sfruttate però dalle compagnie straniere, quindi la popolazione vive nella miseria più totale. I governi dei Paesi occidentali non si schierano contro Ruanda e Uganda perché sono i migliori alleati degli Stati Uniti nel continente africano. Alcuni Stati hanno diminuito il sostegno alla collaborazione con la capi-tale Kigali ma l'aiuto ritirato viene parzialmente compensato dai saccheggi nel territorio congolese mentre il resto è pagato dagli stessi cittadini ruandesi. I promotori della petizione sostengono che sia necessario un embargo militare contro il Ruanda e l'Ugan-da. Inoltre sostengono che sia inaccettabile che gli eserciti dei due Paesi ricevano l'addestramento, le armi e il denaro dalla Comunità Internazionale, di cui anche il Belgio fa parte, e che i loro ufficiali ricevano una formazione all'accademia Reale militare di Bruxelles. Per di più gli eserciti ruandese e ugandese ricevono decine di milioni di dollari in compenso per la loro adesione alle missioni di pace dell'ONU nel Darfur e in Somalia. La petizione può essere firmata nell'indirizzo web

http://www.intal.be/fr/node/11376

È inoltre possibile salvare il modulo della petizione per stamparlo e farlo firmare all'indirizzo web http://www.intal.be/files/PETITION_version_breve_RD_Congo_Goma_20121128.pdf

e inviarlo all’ indirizzo

Intal, Chaussée de Haecht 53, 1210 Bruxelles

Andrea Dossi III C

Petizione contro l'aggressione alla Repubblica Democratica del Congo

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Interventi esterni

Come avete avuto modo di leggere nell’articolo “Sonderkommando”, quest’anno lo spettacolo della Giornata della Memoria organizzato da noi studenti del Liceo, coordinati dalle professoresse Ereno, Galli, Padovan e Puccinelli, ha riscosso un successo maggiore rispetto agli anni scorsi e, per certi versi, inaspettato, viste le numerose difficoltà che si sono trovate nel percorso di preparazione. Visto questo grande apprezzamento, dunque, è stata allestita addirittura una replica. I discorsi di congratulazioni e i messaggi di complimenti per quanto è stato fatto non sono mancati, anzi due personalità esterne al nostro istituto si sono resi gentilmente disponibili a scrivere due righe per il nostro Giornalino al fine di encomiare il lavoro degli studenti e delle inse-gnanti: si tratta dell’ex preside del Liceo, prof. Lamberto Pillonetto, e del vicesindaco di Montebelluna, dott. Elzo Severin. Ecco i messaggi: Prof. PILLONETTO

Dott. SEVERIN

Noi ragazzi siamo pertanto onorati di essere riusciti a trasmettere il messaggio di Shlomo Venezia e di tanti altri deportati, in-ternati e sterminati, siamo contenti che le loro testimonianze, attraverso le nostre voci, le nostre azioni e le nostre musiche, siano arrivate al pubblico e siamo soddisfatti di ricevere messaggi di elogio ed incoraggiamento. Poiché crediamo nel valore della memoria e siamo fermamente convinti che il ricordo renda liberi, speriamo quindi di poter continuare questo percorso sulla memoria anche il prossimo anno, con un altro spettacolo all’insegna della testimonianza e del ricordo.

Dicono di noi...

Carissimi, Mi scorrono ancora davanti agli occhi le immagini dello splendido spettacolo che mi avete donato venerdì sera, e risuona in me l'eco delle parole, degli effetti sonori e delle musiche. Soprattutto nella mente e nel cuore è viva la struggente intensità con cui avete rivissuto l'esperienza di Shlomo Venezia, paradigma di un' esperienza ripetutasi per milioni di esseri umani, senza che per la stragrande maggioranza di loro sia stato possibile darne testimonianza. Purtroppo il negazionismo continua in forma incalzante e probabilmente mai cesserà. Ciò che voi avete fatto e fate ha un valore assoluto e indelebile. Bravi, bravi e grazie infinite a voi tutti e alle vostre professoresse! Guai se non mi fosse stato possibile venire (sono giunto in ritardo e me ne scuso, ma fortunatamente ho "vissuto" pressoché tut-to)! Un abbraccio a voi, da estendere a tutti gli amici. Pillo

Vi ringrazio per concedermi uno spazio nel vostro giornale. La vostra rappresentazione sulla Giornata della memoria è stata per me un momento di grande soddisfazione nel realizzare che ci sono giovani veramente in gamba, pieni di iniziativa e soprattutto di interessi che vanno oltre l'ambito scolastico: mi riferisco alla passione per la musica, per la composizione, per il canto e per lo spettacolo in generale. Mi avete fatto un po' rivivere i tempi del mio liceo, che allora era solo a Treviso. Come ho già detto, a quei tempi non sarem-mo mai stati in grado non solo di fare ma nemmeno di pensare uno spettacolo come quello che Voi avete realizzato. Eppure anche noi eravamo capaci....ma la nostra unica preoccupazione era lo studio e cercare di avere voti più alti rispetto al proprio compagno di banco o all'amico che era in un'altra sezione. In questa situazione di grande incertezza politica, economica e sociale è sicuramente un grande conforto sapere che alle nostre spalle c'è una generazione di giovani colti,intelligenti e volenterosi e che sicuramente sono uno stimolo anche per l'Amministrazione Comunale a perseguire le iniziative che stiamo portando avanti: mi riferisco ad una nuova concezione urbanistica della città, ad una grande attenzione per il settore dell' Ecologia, del risparmio energetico, della riduzione dell' inquinamento , del miglioramento della viabilità e della vivibilità della nostra area. E su questi punti sono sicuramente graditi anche i vostri suggerimenti visto che anche Voi qui vivete e forse un domani saranno alcuni di Voi ad amministrare Montebelluna. Vi auguro un buon proseguimento del vostro iter scolastico e ricordate che l'Amministrazione Comunale è sempre disponibi-le a vostre iniziative o necessità. Elzo Severin

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Rubriche

De André e...

L'otto di marzo non per tutti passa inosservato. Di certo, non per coloro che sanno che in tale da-ta cade la festa della don-na. L'occasione perfetta per festeggiare non solo chi è nata donna, ma an-che gli individui che tali si sentono. E di "Prinçese" ve ne so-no in effetti numerose nelle canzoni di De Andrè, a partire dalla "graziosa" che ispirò Via del Campo fino ad arrivare al giovane protagonista della canzone che dà il titolo a questo articolo. Persone da molti di-sprezzate, costrette a vivere nei quartieri malfamati (come ad esempio la famosa Via del Campo di Genova) e considerate persi-no, da alcuni, abominevoli. Ma che rapporto aveva De Andrè con tra-vestiti e transessuali? A dire di Morena "La graziosa", egli era attratto dal loro mondo, non per perversione, ma più che altro per curiosità. A lui piaceva sentir parlare delle loro storie di vita e dei clienti più strani. Non è un caso che più volte si ispirò a que-ste persone, simbolo dei cosiddetti ultimi di cui egli spesso parlava. In fondo, la cita-zione "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior" è una sintesi perfet-ta del suo modo di pensare. Una parentesi particolarmente ampia si potrebbe aprire su Fernando- o Fernanda- il/la protagonista di "Prinçesa", appunto. Sin da ragazzo egli si rende conto di essere una donna intrappolata nel corpo di un uomo, mentre i genitori pensano che a

ricordargli di esser nato uomo sarà l'istinto. Un i-stinto che invece sempre più lo allontana dal ruolo preimposto dal suo sesso, facendogli attraversare ormoni e operazioni, affin-ché "il suo corpo gli rasso-migli". E dunque diviene prostituta, come tante, dopo una moltitudine di

vicissitudini, finendo per donare il suo cuore ad un avvocato di Milano. Ma la cosa importante è un'altra e De An-drè ce lo ricorda. Meglio concludere come la canzone, ricordando una parola sempli-ce, ma troppo spesso dimenticata. Sempli-cemente, vivèr.

Gianluca Pasi II D

De André e... Prinçesa

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Rasoio di Ockham

[parlato]: Un mastino. Un mastino nero, lucido, metallico. Un cane mastino con un occhio solo, vitreo, in mezzo alla fronte. Una mano che schiaccia un bottone. Dall’occhio del mastino parte un fascio di luce intensa, verdastra, elettrica… Psss… psss… psss…

Avvolti in lucidi mantelli Guanti di pelle, sciarpa nera Hanno le facce mascherate Le scarpe a punta lucidate Sono nascosti nella sera.

Non fanno niente, stanno fermi

Sono alle porte di Milano Con dei grossissimi mastini Che stan seduti ai loro piedi E loro tengono per mano.

Han circondato la città

La stan guardando da lontano Sono imponenti e silenziosi.

Chi sono? Chi sono? I laureati e gli studiosi.

E l’Italia giocava alle carte E parlava di calcio nei bar E l’Italia rideva e cantava.

Psss… psss…

Ora si muovono sicuri Coi loro volti mascherati

Gli sguardi fissi, minacciosi Vengono avanti silenziosi

I passi lenti, cadenzati.

Portano strane borse nere Piene di oggetti misteriosi E senza l’ombra di paura

Stanno occupando i punti chiave Tengono in pugno la Questura.

Dagli occhi chiari dei mastini

Parte una luce molto intensa Che lascia tutti ipnotizzati.

Chi sono? Chi sono? L’intellighenzia e gli scienziati.

E l’Italia giocava alle carte E parlava di calcio nei bar E l’Italia rideva e cantava.

Psss… psss…

Ora lavorano più in fretta Hanno moltissimi alleati

Hanno occupato anche la RAI Le grandi industrie, gli operai Anche le scuole e i sindacati.

Ora si tolgono i mantelli

Son già sicuri di aver vinto Anche le maschere van giù

Ormai non ne han bisogno più Son già seduti in Parlamento.

Ora si possono vedere

Sono una razza superiore Sono bellissimi e hitleriani.

Chi sono? Chi sono? Sono i tecnocrati italiani.

[parlato]: Eins zwei, eins zwei, alles kaputt!

E l’Italia giocava alle carte

E parlava di calcio nei bar...

Anonimo

Rubriche

L’altRa riflessione

LA PRESA DEL POTERE

In occasione del decennale della scomparsa del famoso cantautore Giorgio Gaber, Anonimo segnala… Giorgio Gaber aveva già previsto tutto quasi quaranta anni fa! Pochi ricordano questo pezzo tratto dal recital “Me, fuori di me” trasmesso dalla tv svizzera nel 1973. Si tratta de “La presa del potere”. Naturalmente dovrete ascoltar-lo, ma vogliamo anche consentirvi di leggere il testo. Buon ascolto, buona lettura, buona riflessione…

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1. canta sotto la doccia (magari i Queen)

2. almeno una volta ogni giorno ringrazia

3. almeno 3 volte ogni giorno sorridi

4. ridi più che puoi

5. almeno una volta alla settimana ascolta buona musica

6. fai l'amore

7. bevi the alla menta con una persona a cui vuoi bene una volta al mese

8. corri libero in un prato fremente di vita almeno sedici volte in tutto

9. goditi il tepore di ogni raggio di sole sulla pelle

10. gioca a monopoli facendo la candela e rassegnati ai doppi sensi

11. guarda le gocce di pioggia fuori dalla finestra in un pomeriggio umido

12. cammina nella nebbia aspirandone l'odore

13. siediti sull'erba fregandotene dei vestiti eleganti

14. partecipa ad almeno quarantasei feste in cui la birra scorra a fiumi

15. canta a squarciagola in dialetto

16. esulta per almeno sette cose veramente importanti

17. esulta per almeno ventitrè cose di poco conto

18. esulta per cavolate ogni volta che puoi

19. sogna

20. respira il suo odore sulla tua pelle dopo un pomerig-gio passato insieme

21. litiga costantemente con i tuoi capelli

22. cammina a piedi nudi

23. cammina in equilibrio su qualcosa almeno due volte all'anno

24. credici

25. ascolta il suono del vento e lascia che ti soffi contro

26. prendi in giro qualcuno almeno tre volte al mese

27. fatti prendere in giro da qualcuno almeno quattro volte al mese

28. fa’ almeno due gol spettacolari all'anno

29. prova tutto ciò che ti sembra valga la pena provare

30. non usare le persone

31. di’ sempre ciò che vuoi dire

32. ascolta

33. non sprecare il tempo

34. non lasciare cose in sospeso

35. porta occhiali ridicoli, soprattutto di colore rosa o verde chiaro

36. tieni almeno un segreto solo e soltanto per te

37. parla da solo almeno una volta all'anno

38. fatti filmoni mentali

39. non esagerare con i filmoni mentali

40. ricorda sempre tutte le persone che sono veramente importanti per te

41. diventa la persona più importante nella vita di alme-no altre quattro persone

42. pensa prima di parlare

43. non pensare prima di dire qualcosa di veramente importante

44. spera, sempre

45. disegna qualcosa almeno tre volte al mese

46. prenditi cura di almeno un animale

47. non dimenticare quanto è bello imparare

48. concediti la tua dose di stupidità

49. goditi gli amici sempre e comunque

50. non giudicare (a meno che tu non lavori come giudi-ce)

51. sii gentile con chiunque, almeno la prima volta

52. azzuffati con qualcuno, ma non picchiare nessuno

53. ricordati che non sei meglio di nessuno, ma anche che non sei peggio di nessuno

54. lotta per ciò in cui credi

55. lasciati condurre in un volo pindarico da qualcuno a cui vuoi bene

56. concediti almeno una giornata all'anno di figure di merda a raffica

Rasoio di Ockham

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Rubriche

L’altRa riflessione

Because life is… life!

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Rasoio di Ockham

L’altRa riflessione

Rubriche

57. guarda attentamente negli occhi le persone a cui vuoi bene, scoprirai cose interessanti

58. porcona amorevolmente almeno settantasette volte al mese (vedi Germano)

59. arrossisci almeno duecentocinquantaquattro volte in tutto

60. usa giri di parole inutili per dichiararti e poi fatti ba-ciare impreparato/a

61. bacialo/a senza parlare nè pensare

62. aspetta con impazienza qualcosa almeno due volte al mese

63. sii euforico/a (con moderazione)

64. interrogati angosciato/a sul cosa indossare per al-meno trentatre serate importanti

65. prendi almeno diciassette volte il treno e altrettante la corriera

67. goditi l'odore del caffè appena fatto la mattina

68. ricorda sempre il sapore del tuo piatto preferito

69. assaggia tutto e solo dopo escludi (questo non vale con i funghi)

70. prova tutto e solo dopo scegli

71. sfinisci almeno una commessa di negozi all'anno

72. fidati

73. fa scivolare le dita sui tasti di un pianoforte almeno una volta

74. gioca alla play con qualcuno per un tempo sproposi-tato almeno ventiquattro volte all'anno

75. aiuta qualcuno a piegare le lenzuola almeno trenta-sette volte all'anno

76. soffia bolle di sapone almeno tre volte ogni estate

77. insegna ad almeno una persona a fare bolle di sapo-ne in una giornata soleggiata

78. cresci

79. invecchia

80. scrivi almeno due lettere a mano ogni anno

81. corri in bicicletta su di una strada deserta almeno nove volte al mese

82. canticchia ogni volta che puoi

83. fischietta se ne hai voglia

84. aspetta l'arrivo della tua stagione preferita facendo attenzione ad ogni piccolo indizio

85. indaga sempre sul perché delle cose

86. gioca con i numeri e con le parole

87. scherza con chiunque

88. impara ad apprezzare le sottigliezze

89. fa in modo che i tuoi pollici opponibili non esistano invano

90. porta rispetto

91. sii ironico

92. sii diverso

93. osserva

94. fa in modo che almeno tre persone siano orgogliose di te

95. sii orgoglioso delle persone e di te stesso, a ragione però

96. ricorda sempre il brivido assoluto del tuo miglior orgasmo

97. sii consapevole

98. tieni dentro di te almeno un ricordo completamente felice

99. ricorda che gli eroi esistono

100. ricorda che tutto finisce, ma che c'è sempre qual-cosa di nuovo che inizia

101. pensa a cose felici prima di dormire e appena sve-glio il mattino

102. guarda almeno cento aurore e altrettanti tramonti

103. leggi, non importa cosa

104. ricorda che niente è impossibile

105. cambia e migliora, ma rimani te stesso

106. ama

107. vivi

George Sand

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Rasoio di Ockham

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Molto più che un libro

Cari lettori, per questo articolo dovrei cambiare il nome della mia rubrica in “molto più che due libri…”, proprio perché ho deci-so di presentarvi due opere a voi ben note. L’autore di questi testi? Ebbene è il famoso William Shakespeare, uomo di teatro, poeta e profondo conoscitore delle passioni, considerato un genio universale tra i più alti , in possesso non solo di una grande perizia tecnica ma anche di un’intuitiva capacità di penetrare e capire la psicologia umana e adattarla ai suoi personaggi. Scrisse molte opere, soprattutto teatrali, che sono giunte fino ai giorni nostri, preservando la sua grande fama di abile scrittore. Le due opere di cui voglio parlarvi sono la misteriosa e intrecciata storia di “Sogno di una notte di mezza estate” e la storia più celebre di tutte, “Romeo e Giulietta”. Di quest’ultima non è necessario che vi racconti la trama, perché vi sarà già nota “dall’età della vostra giovinezza”, in quanto è la storia più pas-sionale e anche triste che sia mai stata scritta in tutti i tempi; però voglio rivelarvi come altri grandi artisti si siano ispirati a questa famosa opera. Inizio con quello che riguarda la mia passione, cioè la danza, perché il mitico e unico Rudolf Nureyev ha ideato una strabiliante coreografia sul-le musiche del maestro Sergei Prokofiev, la cui fama non è minore. An-che nel balletto la “scena del balcone” è una delle più famose, in quanto viene rappresentata con un gioioso pas de deux che fa trasparire il gran-de amore dei due giovani. Ma non è tutto, anche la storia del pluripremiato musical West Side Story è un rifacimento della tragedia di Shakespeare. Fu ideato da Jerome Rob-bins (regia e coreografia), Arthur Laurents (libretto), Leonard Bernstein (musiche) e Stephen Sondheim (testi) che debuttò il 18 ottobre 1957, riscuotendo un enorme successo! Infine, il regista Gary Winick nel 2010 diresse il film Letters to Juilet con Amanda Seyfried e Vanessa Redgrave, ambientato tra New York e la nostra Verona, città simbolo dell’opera in cui è presente il celebre balcone di Giulietta. “Sogno di una notte di mezza estate”, invece, può esservi meno noto, ma la sua trama seppur articolata è molto divertente. Shakespeare ambienta la storia in un bosco, considerato luogo di smarrimento e incanti, e i suoi perso-naggi sono fate, folletti e spiritelli, che con i loro filtri magici creano disguidi e passioni. Se, con Romeo e Giulietta l’autore riprende i canoni dell’amor cortese, con quest’opera ricalca i modelli della commedia plautina e terenzia-na. Anche in questo caso un grande genio della danza ha arricchito il repertorio della danza classica con un balletto spettacolare; chi se non George Balanchine poteva farlo? In quest’opera si uniscono le abilità di un altro talento che è Felix Mendelssohn, che ha scritto le musiche e proprio ispirandosi a quest’opera ha composto la marcia nuziale. L’opera è stata inoltre ripresa per il film diretto da Michael Offman nel 1999. Certo, ci sarebbero molte altre cose da dire riguardo a questi due grandi capolavori, ma non posso dilungarmi trop-po e … vi assicuro, è un piacere leggerli!!

Cristina Vendramin IV D

Da un celebre scrittore… a celebri opere!

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Ridiamo per non piangere Rieccoci anche noi! Anche noi siamo rimasti, in qualche modo pure noi abbiamo ottenuto il tanto cercato 4%.

Ma è stata dura eh! Come potrete notare dagli esiti delle elezioni, sono altri i comici che il popolo ha preferito! Ad ogni mo-do, alcuni fra i nostri onorevoli ci hanno lasciati, mentre ne abbiamo acquisiti altri, ma sono stati tutti così gentili che nella campagna elettorale ci hanno donato dell’ottimo materiale per questa rubrica. Tuttavia come sempre ribadia-mo, non serviva, davvero, no.

Procediamo…

CRONACA NAZIONALE:

"Dopo il cambio di partito ho ricevuto centinaia di posta elettronica che mi hanno complimentato, noi abbiamo dato il voto a te e di quelli che mi dicevano: hai fatto bene a lasciare quel partito"

(Antonio Razzi, Deputato, Pdl)

<<Certo. Anch’io mi sarei complimentato, se fossi stato di quel partito, dell’Italia dei Valori!>>

Alla domanda su come si chiamasse la sede del Senato: “Ma chi se ne frega! Lo troveremo, lo troveremo. Non è un problema, andiamo su google e lo troviamo.” (Bartolomeo Pepe, Sena-tore, M5S)

<<Sì dai, chi se ne frega?! Tanto poi mica ci vanno alle sedute del Parlamento!>>

“L’opposizione ha la forfora, le puzza l’alito e non si lava. A me invece piace cantare e scherzare. Rispetto le donne e faccio complimenti veri.” (Silvio Berlusconi, Senatore e candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Pdl)

<<Ecco! Lo dica che è l’uveite per cui non ha potuto essere presente al suo processo l’ha contratta a Palazzo Madama, contagiato dall’antigienica opposizione!>>

“La Merkel non vuole il Pd. Me l’ha detto lei” (Mario Monti, Senatore e candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Scelta Civica)

<<Ma stiamo parlando dello stesso Cancelliere che il giorno seguente ha smentito dicendo:“Spetta agli italiani scegliere il proprio gover-no”?>>

“Grillo è un fascista del web. Populista e antipolitico come Berlusconi. Un pericolo per la democrazia.” Successivamente ha dichiarato: “Quindi è un interlocutore prezioso, in Parlamento faremo scouting dei grillini.” (Pier Luigi Bersani, Deputato e candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Pd)

<<Siamo d’accordo sul cambiare per uscire da questa situazione di crisi, ma calma! Cambiare sì, ma non condanniamo la coerenza!>>

Come avrete certamente notato, la nostra classe politica anche questa volta è stata così attenta che per riempire l’articolo abbiamo dovuto accingere alle dichiarazioni di molti politici esteri o regnanti del passato.

Seriamente, ma com’è possibile?! Abbiamo, o meglio, avete avuto la possibilità di cambiare, di migliorare la situazione e questa è la gente che ancora una volta ci rappresenta e, forse, governerà?!

A vostra discolpa si può dire che in effetti non c’erano grandi prospettive con dei candidati così. Di certo un cambiamento c’è stato, si parla di fine della Seconda Repubblica, e non che cambiare sia sbagliato, anzi, ma, chiediamoci, in che verso?

Concludendo, forse i nostri commenti sembreranno di parte. È sbagliato, lo sono e lo vogliono essere!

Perciò, se leggendo, vi venisse voglia di controbattere oppure di concordare, non tenetevelo per voi!

[email protected]

è la mail del Giornalino e ogni tipo di parere a riguardo è sempre benaccetto.

Tuttavia ci auguriamo che la nostra rubrica vi abbia, almeno in parte, rallegrato, ma speriamo anche che abbiate compreso abbastanza bene la nostra situazione attuale da auspicare che nel prossimo numero del “Rasoio” questa rubrica non riappaia.

Giacomo Marcolin & Carlo Facchin III D

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L’appetito vien… cucinando!

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In questo numero dedicato alla “Festa della donna” non poteva mancare una ricetta in omaggio a tutte le donne! TORTA MIMOSA

La torta mimosa è il dolce classico per la festa della donna. Il nome di questa torta deriva dal pan di spagna che viene sbriciolato e ada-giato sulla superficie per riprodurre la forma della mimosa.

INGREDIENTI:

per il pan di spagna: 165 grammi di farina, 330 grammi di zucchero, 8 uova a temperatura ambiente, 165 grammi di fecola di patate, 1 bustina di lievito (facoltativo), 1 pizzico di sale. Oppure, se non si ha tempo per prepararlo, basta comprare del pan di spagna già pronto.

per la crema pasticcera: 75 grammi di farina, 750 grammi di latte, 2 uova, 150 grammi di zucchero, 1 bustina di vanillina o la scorza di un limone

servono anche:panna montata fresca, 1 barattolo di ananas (contenente anche del succo di ananas, ma, se non sufficiente, è meglio acquistare anche del succo di ananas a parte)

PREPARAZIONE:

Per prima cosa si prepara il pan di spagna. Montare le uova con lo zucchero ed un pizzico di sale per almeno 10 minuti in modo da otte-nere un composto chiaro e ben fermo. Unire poi la farina e la fecola di patate (è preferibile setacciarle mentre si aggiungono) e per ultimo il lievito, mescolando bene ad ogni aggiunta. Versare poi il composto in una tortiera tonda dopo averla imburrata ed infarinata e infornare a 180° per circa 40 minuti. Una volta cotto, sfornare il pan di spagna e lasciarlo raffreddare completamente. Dopodiché bisogna capovolgere il pan di spagna e tagliare dalla base un disco di circa 1 cm di spessore che farà poi da “coperchio” della torta. Con l'aiuto di un coltel-lo appuntito incidete un cerchio nel pan di spagna rimasto lasciando un bordo di circa 2 cm a lato e 2 cm sul fondo. Con un cucchiaio togliete la parte di pan di spagna che avete appena delimitato in modo da creare una cavità. Il pan di spagna tolto servirà poi tagliato a piccoli quadratini oppure sbriciolato con le mani per ricoprire la torta e creare l'”effetto mimosa” sulla superficie.

A questo punto preparare la crema pasticciera. Versare in una terrina i tuorli e lo zucchero e sbatterli fino ad ottenere un composto spumoso. Unire poi la farina setacciata e la scorza di un limone oppure la vanillina e mescolare bene. Versare poi il latte in un pentolino e portarlo lentamente ad ebollizione, toglierlo dal fuoco e versarci sopra il composto appena preparato mescolando continuamente con una frusta. Rimettere il pentolino sul fuoco e riportare il tutto a bollire continuando sempre a mescolare. Continuare a cuocere il tutto per circa 5 minuti, poi togliere il pentolino dal fuoco e lasciare raffreddare. Una volta raffreddata, unite la crema ottenuta alla panna montata.

Successivamente bagnare il fondo del pan di spagna con lo sciroppo di ananas e poi riempirlo alternando la crema a pezzetti di ananas (lasciare un po' di crema per la copertura). Coprire poi il tutto con il disco di pan di spagna precedentemente tagliato, mettendo la parte più scura verso il basso. Bagnare anche questo disco di pan di spagna con lo sciroppo d'ananas e ricoprirlo con la crema lasciata da par-te. Infine ricoprite la torta con i pezzetti di pan di spagna facendoli aderire bene. Se volete potete decorare la torta con dei piccoli ramo-scelli di mimosa.

A questo punto non mi rimane che augurarvi buon appetito e buona festa della donna!

Arianna Zanatta I A

Buon 8 marzo, a tutte le donne A quelle che non hanno il dono di un sorriso

A quelle che non hanno una carezza sulla pelle A quelle che non conoscono la dolcezza

A quelle che in silenzio subiscono la violenza. A quelle che non possono sciogliersi i capelli al vento

Buon 8 marzo, a tutte le donne A quelle che abbracciano con amore

A quelle che illuminano l’anima A quelle che parlano dentro oltre lo sguardo

A quelle che sorridono con i colori dell’arcobaleno

A tutte quelle che danno energia alla libertà della vita

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Rasoio di Ockham

Rubriche

Deutschland

È da poco passato Valentinstag, das Fest der Verliebten (San Valentino, la festa degli innamorati), per alcuni è stato ein glücklicherTag (un giorno felice), per al-tri un po' meno...

ma non disperate, troverete la persona giusta, basta saper aspettare. E allora eccovi qui le più belle frasi, natürlich auf Deutsch ☺ (naturalmente in tedesco ☺), da pronunciare quando la persona perfetta per voi arriverà...

♥ ich habe dich gern ♥ con te sto bene

♥ ich habe dich lieb (hdl) ♥ ti voglio bene (tvb)

♥ ich mag dich ♥ mi piaci

♥ ich denke an dich ♥ ti penso

♥ ich vermisse dich ♥ mi manchi

♥ ich warte auf dich ♥ ti apetto

♥ ich träume von dir ♥ ti sogno

♥ ich erinnere mich an dich ♥ mi ricordo di te

♥ ich bin in dich verliebt ♥ sono innamorato di te

♥ ich liebe dich ♥ ti amo

♥ ich brauche dich ♥ ho bisogno di te

E, per finire, non mi resta che augurarvi di trovare al più presto

l'amore...

mit Liebe

Chiara Vettorazzo IA

Valentinstag in Deutschland

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Recensioni

Rubriche

“L ‘ AMICO RITROVATO” UN’ AMICIZIA CHE BATTE IL POTERE E IL CORSO DELLA STORIA.

“L’amico ritrovato” è il romanzo dell’avvocato, pittore, nonché scrittore Fred Uhlman. Nato a Stoccarda da una famiglia ebrea, studiò nelle università di Monaco, Friburgo e Tubinga, dove nel 1923 conseguì la laurea in legge.

Dopo il giuramento di Hitler come cancelliere, si trasferì a Parigi e per soste-nersi iniziò a dipingere, però, visto lo scarso rendimento economico, si dedi-cò ad altre attività.

Nell’aprile 1936 si trasferì in Spagna , da dove fu costretto a scappare a causa della guerra civile. Tornato in Francia, ripartì immediatamente alla volta dell’Inghilterra.

Nel giugno 1940, Uhlman venne deportato sull’ isola di Man, insieme ad altri sospettati di essere pericolosi per la patria inglese. Vi rimarrà per altri sei me-si, per poi ritornare dalla sua famiglia.

“L’amico ritrovato” è il primo capitolo di una trilogia letteraria, che precede altre due opere: “Un‘anima non vile” e “Niente resurrezioni, per favore”. Ol-tre a questi tre capolavori letterari Uhlman scrisse altri testi come: “Marrocco”, “Sotto i lampi della vita”, “Viaggio in medio oriente”.

Questo romanzo è ambientato agli inizi degli anni ‘30 a Stoccarda. Narra la storia di un ragazzo ebreo, Hans Schwarz e del suo compagno di classe Konradin Von Hohenfels.

I due diventano subito amici, però, a causa dei genitori di Konradin, sostenitori di Hitler, i rapporti fra i due si raf-freddano. Con l’aumentare delle discriminazioni razziali nei confronti degli ebrei, Hans si allontana definitivamente da Konradin.

Dopo poco tempo, i genitori costringono Hans a partire per gli Stati Uniti, salvandolo dalla brutta situazione crea-tasi in Germania. Prima di partire, Hans riceve una lettera da Konradin nella quale l’ amico afferma il dispiacere per la partenza del compagno, ma aggiunge anche di aver incontrato Hitler in uno dei comizi del Fuhrer e di rite-nerlo un grande uomo.

Nel finale Hans, laureato e padre di famiglia, riceve una lettera dal liceo frequentato in Germania. Questa lettera altro non è che la lista di tutti i suoi vecchi compagni di scuola decaduti. Il romanzo si chiude con Hans che legge il nome di Konradin, giustiziato per il tentato omicidio di Adolf Hitler.

L’ autore vuole raccontare la storia di una grande amicizia, capace di fiorire e svilupparsi in un ambiente dominato da potere e discriminazione. Lo stesso Uhlman ha avuto modo di conoscere questa realtà, ce ne ha data una visione dettagliata , riuscendo, però , a presentare il tema dell’amicizia, in una visione completamente nuova e ricca di col-pi di scena.

I problemi che un adolescente vive, vengono rivisitati , come in un “romanzo di formazione”, alla luce di un conte-sto storico particolare, per mostrare come i giochi di potere, la famiglia, il corso della storia influenzino le persone. Ma il messaggio che più conta è che possiamo imporci sulla storia.

Enrico Pozzobon I D

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Recensioni Rubriche

Semplicemente bello, semplicemente intelligente.

Asus Nexus 7, primo tablet made in Google, sarà l’esponente di Android Jelly Bean su tablet.

La confezione non presenta particolari sorprese: alimentatore a muro, cavo USB-micro USB per rica-rica e scambio dati e qualche piccolo manuale.

Un tablet da 7 pollici è e rimane la soluzione miglio-re per portarsi appresso il proprio mondo multime-diale in ogni luogo e in ogni momento. Asus Nexus 7, inoltre, contiene il proprio hardware all’ interno di dimensione e peso accettabili. La cover posterio-re è di una plastica molto rigida resa ruvida da mi-cro-fori che rendono molto piacevole tenere il tablet in mano. Nel lato destro troviamo i tasti che possono essere raggiunti e premuti con estrema semplicità.

È chiaro che l’intento di Google e di Asus è di creare un tablet potente ma allo stesso tempo convenien-te. Nexus 7 è supportato da un processore quad-core Tegra 3 da ben 1.3 Ghz , 1 GB di RAM, 16/32 GB di memoria esterna e un modulo 3G(opzionale). E’ presente inoltre NFC, Wi-fi e GPS. Le mancanze più gravi di questo tablet sono l’assenza di slot mi-cro-SD e di fotocamera posteriore giustificate però dal prezzo concorrenziale di questo tablet.

Grazie al suo eccellente display IPS da 7 pollici ad alta definizione con risoluzione 1280 x 800, Nexus 7 dà ancora più vita a videogiochi, app, libri e film. La luminosità automatica si comporta egregiamente e una volta impostata al massimo permette di sorpassare egregiamente il test riguardante la visibilità sotto luce diretta del sole. Ottima an-che la resistenza sello schermo, che difatti è Gorilla Glass.

Asus Nexus 7 è il primo tablet in assoluto a montare l’ultima versione di Android: 4.1 Jelly Bean. Le novità rispetto ad ICS sono: la nuova barra di notifica per tablet e Google Now. Il broswer stock è stato accantonato a favore di Chrome. E’ aggiornabile ad Android 4.2.2.

La batteria da 4325 mAh garantisce una discreta autonomia che supera la giornata di uso intenso finop ad arrivare ai 4 giorni con uso parsimonioso.

Il prezzo lancio per il modello da 16 GB era di 249 € ma ora è reperibile per 199 €. Il modello da 32 GB è in vendita a 249 € mentre quello da 32 GB+3G a 299 €.

Asus Nexus 7 è un ottimo tablet senza difetti di sorta. È un tablet piccolo, molto potente, performante e con l’ultima versione del miglior sistema operativo per smartphone e tablet. L’acquisto è consigliato a chiunque per le sue prestazioni, la sua portabilità ed il suo prezzo.

Alberto Gardin I D

Asus Nexus 7

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Curiosità

Rubriche

“Strane coincidenze”

Buongiorno popolo... come credo tutti sappiano, il nostro amico Benny, oramai già un mesetto fa, ha deciso di abdicare per lasciare spazio ad un altro papa che abbia le forze per contrastare le difficoltà che la Chiesa sta vi-vendo... dietro tutto questo sembrano però esserci alcuni conti che non tornano e una serie di coincidenze davve-ro strane (forse troppe)... diciamo che le dimissioni potrebbero non sembrare così impreviste... Iniziamo... -L'11 febbraio 2013 Papa Benedetto XVI annuncia l'intenzione di voler abdicare.

^^Tarocchi Rider Waite: “n°XVI” -Il tarocco Rider Waite n°16 ( numero che appare anche nel nome del ormai ex papa) è possibile osservare una torre colpita da un fulmine e una corona ( simbolo di sovranità) che viene sradicata dalla sua sommità. -Un fulmine ha colpito la cupola di S. Pietro l'11 Febbraio 2013. -Poche ore prima il cardinale Sodano definisce le dimissioni del papa “un fulmine a ciel sereno”.

^^1978 - viene pubblicato il breve racconto fantascientifico”Il dilemma di Benedetto XVI” -Nel racconto il protagonista papa “Benedetto XVI” alla fine sarà costretto ad abdicare a causa di poteri che non riesce a controllare. -Il “Benedetto XVI” del racconto comunica messaggi ai fedeli tramite un computer (J. Ratzinger è stato il primo papa a scrivere messaggi di fede tramite un mezzo informati-co)

^^Film “Habemus Papam” (2011) -Il regista Nanni Moretti immagina il rarissimo evento di un pontefice che abdica perché ( come Benedetto XVI) non si sente in grado di sostenere il ruolo affidatogli. ^^Il 10 febbraio 2012 ... -...Un giornale ha dichiarato l'esistenza di una lettera scritta da un cardinale colombiano secondo cui il papa sarebbe venuto a mancare entro 12 mesi poiché vittima di un complot-to. -Il Vaticano immediatamente ha negato. -Tre giorni dopo, 13 febbraio 2012, l'ex vescovo di Ivrea L. Bettazzi dichiarava alla radio che nessuno avrebbe mai attentato alla vita di questo Papa perché troppo mite e religioso ma che invece il Papa stesso avrebbe potuto dare presto le dimissioni ( del resto proprio Ra-

tzinger prima di diventare Papa aveva dichiarato ad un settimanale diocesiano che un pontefice aveva il diritto se non l'obbligo di abdicare qualora fossero venute meno le condizioni psicologiche spirituali o fisiche per proseguire), quindi per preparare la gente allo shock sarebbe stata introdotta l'idea di un complotto. Così termina il suo discorso alla radio:“Il Vaticano... l'ha smentito... ma un vecchio cardinale mi disse:<<Guarda che quando il Vaticano smenti-sce vuol dire che è vero>>”.

☼☾ La Rubrica di Joe L'Eretico ☾☼

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Curiosità

Rubriche

^^L'addio del Papa è avvenuto il 28 febbraio -Questa data nasconde un'altra interessante coincidenza, esiste infatti un presunto testo profetico ( probabilmente falso storico del '500. La profezia venne infatti pubbli-cata per la prima volta nel 1595 dallo storico benedettino Arnoldo Wion nel suo libro “Lignum Vitæ”. Wion attribuì la lista a San Malachia, vescovo benedettino di Armagh, vissuto nel XII secolo, senza però indicare dove si trovasse il manoscritto originale ), secondo cui San Malachia avrebbe riportato con estrema esattezza sotto forma di allegorie tutti i nomi dei papi che si succederanno nel corso della storia. -Ne conta 112. Dopodiché la chiesa cattolica verrebbe distrutta. Dopo il motto “Gloria olivae” ( attribuito a Benedetto XVI), l'elenco si conclude con il testo:

...sebbene tali profezie siano considerate un falso storico risalente a vari secoli fa non cambia il fatto che anche vo-lendo contare solo gli ultimi tre Papi le allegorie in esse contenute li hanno inquadrati in modo troppo preciso e potrebbero non essere frutto del semplice caso. -Benedetto XVI è il 111° papa, il penultimo secondo la profezia. ^^Pietro il Romano (San Romano) è inoltre il nome del santo celebrato il 28 febbraio, giorno in cui il papa ha salutato per l'ultima volta i fedeli da pazza san Pietro. ^^Quando un Papa muore o abdica viene nominato un sostituto provvisorio, il cardinale camerlengo, nel caso di Ratzinger è il cardinale Bertone (nato a Romano Canavese, presidente della commissione cardinalizia di vigilanza). ...Sarà una coincidenza ma mai come dai primi mesi del 2012 la chiesa è vicina ad essere distrutta a causa di notizie che sono trapelate dal maggiordomo di Benedetto XVI, parlano infatti di lotte di potere all'interno dello Ior ( Istituto per le Opere di Religione o Banca Vaticana, istituto privato dotato di un consiglio di amministrazione di soli cardinali che nel 2008 contava già di un patrimonio della somma di oltre 5 miliardi di euro ) e irregolarità nell'applicazione delle norme antiriciclaggio. …Questa è la storia insom- ma... Tante tante coincidenze che ci tenevo a farvi sapere... Non mi resta che porgervi i miei saluti e lasciarvi con una frase che ho sentito qualche giorno fa… “Tutto ciò cui la nostra generazione sta assistendo è pianificato da persone tanto potenti e ambiziose quanto do-tate di mezzi per far verificare non per volontà divina ma tramite tecnologie e intelligence deviate al loro servizio qualsiasi profezia ritengano opportuna”.

Alla prossima...

(LATINO)

« In persecutione extrema Sanctae Romanae

Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet

oves in multis tribulationibus; quibus transactis,

civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus

iudicabit populum suum. Finis. »

(ITALIANO)

« Durante l'ultima persecuzione della Santa Roma-

na Chiesa siederà Pietro Romano, che pascerà il

gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la

città dai sette colli sarà distrutta ed il tremendo

Giudice giudicherà il suo popolo. Fine. »

Computer - collegamento.lnk

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Uno sguardo su...

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Orgoglio e pregiudizio Orgoglio e Pregiudizio non è certo il capola-voro di Jane Austen, ma è senz’altro il ro-manzo che le ha dato la fama: a renderlo così apprezzato non è certo la trama, che si po-trebbe definire lineare e per alcuni aspetti abbastanza scontata, è piuttosto il superbo ritratto che la Austen ci fornisce della società di allora: fa di ogni personaggio un esponen-te della borghesia del tempo e, descrivendo ogni protagonista del libro dettagliatamente, con grande maestria, con ironia e con un alto senso dell’humor, mostra quanto fossero ridicoli alcuni aspetti del mondo borghese del tempo.

C’è così il signor Carlo Bingley, l’immagine dell’uomo ideale, il partito perfetto per ogni ragazza: appena ventenne, ricco, estrema-mente bello, gioviale, simpatico ed educato; nel momento in cui affitta una villa nella contea di Hetfordshire e vi si trasferisce, attira l’attenzione di ogni ragazza del posto, che sogna di averlo come marito. La signora Bennet in particolare, una signora bisbetica e pettegola, meschina, ignorante e volgare, di umore instabile, che si metteva in testa di essere nervosa quando non si sentiva soddi-sfatta, decise che quello sarebbe stato il futuro marito di una delle sue cinque figliuo-le: le sarebbe piaciuto in particolare che Giovanna, la maggiore, la più bella, dolce, sincera, candida ragazza che potesse mai essere esistita, lo sposasse. In un dei tanti balli che si usavano fare al tempo, i due si conobbero e, per grande gioia dell’intera famiglia Bennet, lui la riempì di attenzioni, mostrandosi chiaramente interessato, e facendo innamorare lei. Particolarmente felice del fatto era Elisabetta, la secondoge-nita dei Bennet e la preferita del padre, un uomo dal carattere complesso, pieno di sarcasmo e prontezza di spirito; egli giudica-va le sue figlie delle sciocchine, interessate unicamente a rendersi ridicole di fronte agli altri, ma riconosceva in Giovanna ed Elisa-betta una maggiore assennatezza e respon-sabilità. Elisabetta, che è la protagonista del romanzo, era però la sua prediletta in asso-luto, perché, oltre che all’intelligenza, ella dimostrava anche un grande senso critico: era molto obbiettiva nel giudicare se stessa e chi le stava attorno, ridendo dei suoi difetti e ancor più di quelli degli altri; le piaceva analizzare il comportamento delle persone,

provava a coglierne il carattere e a compren-derlo fino in fondo. Spesso le idee che si era fatta di ciascun individuo corrispondevano a realtà e adorava vedere che tutti si compor-tavano esattamente come lei si era immagi-nata. Elisabetta è colei che incarna il Pregiu-dizio, che senza dubbio si dimostra troppo avventato nei confronti del migliore amico di Carlo Bingley, il signor Darcy: non appena egli fece ingresso al ballo, attirò l’attenzione della componente femminile della sala … si seppe infatti che era addirittura ricco il dop-pio dell’amico. Diventò lui la mira di ogni donna, ma presto tutti gli invitati decretaro-no che egli non era meritevole di tante at-

tenzioni: lo giudicarono infatti troppo super-bo ed arrogante. Odiava i balli in generale e questo era considerato, per gli abitanti della contea, uno dei maggiori difetti che potesse-ro esistere: iniziarono a parlar male di lui, dicendo che “si considerava troppo ricco per potersi divertire”, “troppo un grand’uomo per voler ballare”. I commenti su di lui furo-no spietati al massimo, tutti si auguravano di non vederlo più e, com’è ovvio, iniziarono a paragonare i suoi difetti all’amabile caratte-re del signor Bingley, che tornò ad essere il preferito delle signorine della contea. Una delle maggiori oppositrici di Darcy era pro-

prio la signora Bennet, perché egli non aveva avuto riguardi nei confronti di Elisabetta: quando gli fu chiesto se voleva ballare con lei, egli rispose che non era abbastanza pas-sibile. Ella era nella vicinanze e lo sentì, ma non fu capace di non ridere con le amiche di tal fatto. Meno contenta della cosa era la madre, che giurò, in quell’istante, di odiarlo in eterno. Anche Elisabetta non lo sopporta-va, ma non perché lui le avesse mancato di rispetto: il signor Darcy presentava piuttosto una caratteristica assolutamente detestabi-le, l’orgoglio. Ed è proprio il suo orgoglio grande protagonista del romanzo! Egli, non certo contento della cosa, si innamorò di Elisabetta, della sua capacità di tenergli testa e di quei begli occhi. Represse tuttavia i suoi sentimenti perché appunto troppo fiero: lei, nonostante le sue amabili qualità, gli era socialmente inferiore e la famiglia Bennet, inoltre, non gli piaceva proprio: la madre e le tre sorelle minori di Elisabetta si mettevano di continuo in ridicolo, facendo uscire di bocca solo stupidaggini e adottando un com-portamento assolutamente troppo frivolo in ogni circostanza. Furono queste le ragioni che spinsero Darcy, una volta accortosi dell’affetto che Bingley provava per Giovan-na, ad allontanarlo da lei trasferendosi in città … Darcy era convinto di aver salvato l’amico da un matrimonio sconveniente ed era estremamente felice di essersi allontana-to da Elisabetta. Nel giro di un anno, però, una serie sfortunata di eventi li fece incon-trare molto spesso ed egli, non riuscendo più a frenare i suoi sentimenti, le chiese addirittura di sposarla ……

Orgoglio e Pregiudizio è uno dei romanzi più belli della letteratura inglese, mostra quanto le persone possano cambiare per amore, quanto per amore tutti i problemi che sem-brano insormontabili possano diventare facil-mente risolvibili e suggerisce a tutti che, nella maggioranza dei casi, le scelte più convenien-ti raramente rendono felici.

Chiara Fedato III A

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…e chi se ne frega!

Mondo Rubriche

Questa volta il “Chi se ne frega” farà un omaggio alle donne, ricordando alcune figure femminili che hanno segnato il corso della storia, ma che in alcuni casi non hanno ricevuto le onorificenze dovute. Di riflesso vedremo qualche esempio di donne vanamente glorificate per le loro “eroiche gesta”.

Non mi dilungo oltre e auguro a tutti buona lettura e buona festa della donna.

Giulia Zilio V B

CIÒ CHE SI DICE Nina Moric ha sparato a zero sull'ex Fabrizio Corona a Verissimo sabato scorso. Ora ha trovato la forza di voltare definitivamente pagina, grazie anche alla love story che vive da circa due mesi con il pilota milanese Matteo Bobbi, che tra poco tornerà in Gran Bretagna per correre nel campionato inglese GT seduto su una Ferrari 458. Spesso paparazzati insieme tra baci e abbracci, i due danno il massi-mo sui social network. Belen è più allegra e spensierata che mai a meno di due mesi al grande momento. Partorirà intorno al 22 aprile, il pancione sempre più grosso, alla show girl non sembra pesare affatto. Belen è disin-volta e ride e scherza con le sue due amiche, ammiccando ai fotogra-fi. Bella, solare e luminosa. Sta vivendo un magico momento la bella argentina, che sta realizzando tutti i suoi sogni, come donna e come protagonista dello showbiz. Italia's Got Talent funziona e la sua vita sentimentale anche. Con Stefano De Martino va tutto a gonfie vele e il piccolo Santiago è in arrivo. Una nuova vita sta per cominciare.

CIÒ CHE SI TACE A chi dobbiamo la scelta del simbolo della mimosa per la ricorrenza dell'8 marzo - Giornata Internazionale della Donna? A Teresa Mattei, la più giovane dei Costituenti. Fece parte del Comi-tato dei 18 che, il 27 dicembre 1947, consegnò nelle mani del Capo dello Stato (Enrico De Nicola) il testo della Carta Costituzionale. Lau-reata in filosofia, insegnante, è stata eletta nel XV Collegio, quello di Firenze. Dopo varie azioni da staffetta al fianco di noti antifascisti, la troviamo tra i fondatori dei Gruppi di Difesa della Donna e del Fronte della Gioventù, nonché tra le prime iscritte all’U.D.I. (Unione Donne Italiane). Florence Nightingale è senza ombra di dubbio il pioniere per eccel-lenza della scienza infermieristica moderna, anzi, ha contribuito a fondarla. Diligenza e impegno nella cura del paziente, pazienza ed empatia verso chi è malato, corretta gestione di un ospedale: ecco cosa ci ha lasciato Florence. La Giornata Internazionale degli Infermie-ri si tiene ogni anno nel giorno del suo compleanno. Il contributo più importante della Nightingale è arrivato durante la guerra in Crimea, quando si rese conto che si poteva diminuire parecchio la mortalità fra i pazienti curandone l’igiene e l’alimentazione. Emmeline Pankhurst nel 1889 fondò la Lega per il diritto di voto alle donne. Per attirare l’attenzione sulla sua causa volta ad ottenere il suffragio per le donne, si fece arrestare in parecchie occasioni e appli-cò la tattica dello sciopero della fame. Suo il merito è di aver trovato lavoro a molte donne durante la Prima Guerra Mondiale, collocando-le nei posti lasciati vuoti dagli uomini al fronte. I suoi sforzi ebbero successo solo nel marzo 1918, quando le donne di età superiore ai 30 ottennero il diritto di voto. Più tardi, quello stesso anno, le donne di età superiore ai 21 anni poterono diventare membri del Parlamento, nonostante il fatto che non fossero ancora in grado di votare. È solo nel 1928 che le donne inglesi ottennero gli stessi diritti al voto degli uomini. Marie Curie è considerata la prima grande scienziata della storia. Ha dedicato la sua vita all'isolamento ed alla concentrazione del radio e del polonio. Si è laureata alla Sorbona di Parigi in fisica e matematica (aveva lasciato la Polonia perché le donne non erano ammesse agli studi superiori). Nel 1897 ha iniziato a studiare le sostanze radioatti-ve. Il Premio Nobel per la fisica fu inizialmente consegnato solo al marito Pierre, il quale condivise il merito delle scoperte con la moglie. Nel 1911 il Premio Nobel per la chimica. Negli ultimi anni della sua vita è stata colpita da una grave forma di anemia aplastica, probabil-mente causata dalle lunghe esposizioni alle sostanze radioattive che studiava.

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I consigli di zia Anna

I consigli di zia Anna

Carissimi nipotini, Vorrei che quelle che sto per dirvi fossero delle banalità, ma temo che il mio volere non sarà esaudito, per questa volta. Dico ciò perché, a giudicare dai comportamenti che i miei aguzzi occhi di zia notano quotidianamente nelle strade, per le vie dei paesi e persino nel cortile del "Levi", una delle regole fondamentali del galateo (e della convivenza civile), ossia il rispetto per gli altri e per l'ambiente che ci circonda, sembra essere sconosciuta ai più. Magari molti di voi non si sentono chiamati in causa, ma pensateci bene: quante volte avete gettato a terra la carta della merenda? Quante volte avete lasciato il mozzicone di sigaretta sull'asfalto e non nel posacenere? Questi sono solo un paio di esempi, forse i più comuni e che ormai passano inosservati... credo sia proprio per questo che li ho citati: trovo amareggiante, infatti, sentire in continuazione critiche sulla spazzatura di Napoli e vedere nei nostri paesi i cigli delle strade ricoperti di ogni genere di immondizia, bottiglie, carte varie... Anche il giardino del nostro liceo a fine ricreazione sembra una discarica a cielo aperto! Suvvia, quindi, miei amati nipoti: non fate sì che gli inventori dei cestini abbiano lavorato per niente! Fate la raccol-ta differenziata! Ne trarrà giovamento la Terra e, non meno importante, anche voi eviterete di fare la figura degli imbecilli! Per quanto riguarda le sigarette, il discorso è sempre lo stesso: i posacenere sono presenti fuori da ogni esercizio pubblico, nelle stazioni, nei parchi... praticamente ovunque! E laddove non ci fossero, probabilmente ci saranno dei cestini, perciò potrete sempre spegnere accuratamente la "cicca" sotto il piede, raccogliere il mozzicone e gettarlo nella spazzatura! Inoltre, esistono in commercio dei piccoli posacenere portatili "da macchina"... Non avete più al-cuna scusa per inquinare il pianeta con i rimasugli del vostro vizio! Un altro punto che mi sento di toccare, sebbene sia meno importante dei precedenti, riguarda lo sputo: chi sputa magari non danneggerà la natura, ma sicuramente dimostra una buona dose di volgarità. Capisco che a volte occorra sputare, specie quando si fa fatica, quindi non vi posso obbligare ad evitare totalmente lo sputo, ma vi chiedo perlomeno di farlo quando e dove nessuno vi vede, non in mezzo al marciapiede! Le pozze di saliva sono davvero orribili! Ovunque voi siate, è severamente vietato sputare, se non dentro un cestino, quando masticate una chewing-gum. Questo perché, se la gomma va a finire sulla strada, non solo sarete volgari voi, ma renderete estremamente volga-re anche chi, con la sua delicata scarpina pesterà il vostro grumo di BigBabol, lasciandosi andare al turpiloquio. Ci sarebbe ancora molto altro da dire, ma dovrete aspettare il prossimo numero... per ora non posso fare altro che salutarvi e ricordarvi che un piccolo nostro gesto educato rende il mondo un posto un pochino migliore! Vi bacio sulla fronte, la vostra zia Anna

Zia Anna

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Tra amiche...

“Damoce ‘na mossa” Le cose, in loro stesse, sono così semplici che sfiorano il limite della banalità. Eppure l’essere umano le rende complicate, quasi impossibili. Giusto per rendere la vita difficile. Giusto per renderla frizzante. Ma a volte subentra l’esagerazione e le cose ci inghiottiscono, e l’unica domanda che passa per la testa è: “Come posso fare?”. La risposta è banale, come le cose in principio: “Essere se stessi, aprirsi”. Eh, sembra la solita frase da film strappalacrime, vero? Eppure è vero, ragassi miei. Non complichiamo troppo, non rendiamo la frizzantezza esagerata e soffocante. Si devono complicare le cose al punto giusto, fino al sor-riso. Fino a un rischioso equilibrio, un rischio equilibrato. Essendo se stessi, le cose appaiono per come sono realmente: semplici, ma frizzanti grazie a noi. Allora - scusate tanto - perché a volte su una decisione semplice indugiamo mesi e mesi? Rimandiamo quello che potrebbe accadere ora, che potrebbe renderci migliori ora, che potrebbe farci sorridere di più. Uso una piccola metafora: lo studente quando ha un com-pito che fa? Prima reazione: naaaah, oggi non studio, ho ancora una settimana, pf posso dormire un po-chino. Seconda reazione: oggi meglio che ripassi per il compit…….oooh una notifica di facebook. Addio pomeriggio. Terza reazione, il giorno prima del compito: non c’è perché lo studente è troppo impegnato ad ammazzarsi di studio e non ha neanche il tempo di andare in bagno. Ecco, anche nella vita siamo così tordi. Eppure la soluzione è lì, davanti ai nostri occhi: bisogna agire, fare, risolvere. Ma stiamo troppo be-ne nella nostra quiete illusoria, nella convinzione idiota che è meglio aspettare troppo tempo e come scu-sa diciamo “così evito di fare errori”. Per carità, è giusto riflettere il giusto, ma non rimandare al domani quello che possiamo fare oggi riparandoci dentro grotte di scuse inutili che ci crolleranno addosso con tut-ti i nostri rimorsi. Gli errori ci fanno imparare a vivere. Senza errori ci sarebbe la perfezione; ma la perfe-zione è noiosa, è triste. Non ci permette di scoprire qualcosa di nuovo, non ci permette di rischiare. Gli ostacoli sono le prove, gli errori i metodi alternativi per giungere alla nostra conclusione in modo maturo. E non è detto che agendo facciamo errori. Magari va tutto bene. Magari troviamo quello che ci manca. Magari, magari, magari. Inutile stare a pensare…aaah bbelli! Damoce ‘na mossa!

L’amica del cuore

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Oroscopo ARIES (21/03 – 21/04) Per i miei cari arieti è in arrivo una primavera all’insegna del divertimento ‘’pazzo e scatenato’’. Sarete invitati ad ogni festa, da quella per i diciotto anni del vostro migliore ami-co all’inaugurazione della casa di riposo dei vostri bisnonni, e ballerete, salterete, canterete, urlerete, riderete, delirerete, rotolerete… e soprattutto incontrerete qualcuno di speciale ;) (no, non un vecchietto della casa di riposo!). TAURUS (21/04 – 20/05) Non avete ancora deciso di dichiararvi alla/al vostra/o attraente compagna/o di banco? Allo-ra è giunta l’ora di tagliare la testa al toro. Ahahahah ops scusate! GEMINI (21/05 – 21/06) Cari gemelli, tenete duro! Piangere disperatamente, imprecare come degli scaricatori di por-to contro Platone, Manzoni e Foscolo o sfondare l’armadio a testate non vi aiuterà di certo a studiare… forza e coraggio ragazzi, manca poco e arrivano le vacanze! CANCER (22/06 – 22/07) Cari cancro, se spesso vi ritrovate a russare e sognare con tanto di bavetta durante l’ora di storia, probabilmente è perché trascorrete la notte a studiare per il compito di chimica inve-ce di dormire. Un consiglio? Sì, lo accetto volentieri, grazie! LEO (23/07 – 23/08) Leoni e leonesse, voi siete i re e le regine dei corridoi del “Levi”: attratte dal vostro passo felino e dalla vostra criniera così lucida e folta, le prede si gettano spontaneamente ai vostri piedi sperando che Voi li degnate almeno di uno sguardo. Va bene, adesso basta però: am-mettete che avete una caviglia slogata, i capelli arruffati per l’umidità e che l’unico ragazzo che è caduto ai vostri piedi è inciampato facendo le scale. VIRGO (24/08 – 22/09) Verginelle e verginelli, tanto casti e tanto belli, è ora di uscire da conventi e monasteri per sperimentare nuove esperienze e godersi la vita. Basterebbe anche solo qualche party con gli amici per trasformarvi in festaioli scatenati e allargare i vostri orizzonti. La monaca di Monza insegna!

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Oroscopo LIBRA (23/09 – 22/10) Bilancette mie, se avete trascorso il giorno di San Valentino allagando la casa di lacrime, scroccando i Baci (Perugina) ai vostri amici fidanzati o guardando le coppiette innamorate come se foste assatanati, non perdete la speranza: sono in arrivo dolci consolazioni ;) SCORPIUS (23/10 – 22/11) Scorpioni, siete piccanti come un cucchiaio di peperoncino nel deserto, pungenti come una scheggia del parquet conficcata nell’alluce, spietati come una professoressa che interroga lo stesso alunno tre volte consecutive, coccolosi come un cricetino che azzanna le natiche … insomma siete proprio amati da tutti! SAGITTARIUS (23/11 – 21/12) Arriva la primavera e voi, come tutti sanno, amate la natura: trascorrete i pomeriggi ad os-servare con dolcezza i primi boccioli sui rami degli alberi, anche sotto un diluvio universale, a sorridere affettuosamente ai ciclamini, anche se uno sciame di api vi sta pungendo ovunque, o a correre spensieratamente in giardino con il vostro alano nonostante siate caduti e vi stia-no sanguinando le ginocchia. Poi, quando vi porteranno in ospedale tutto fradicio e doloran-te, capirete che la vostra strada non è quella del naturalista! CAPRICORNUS (22/12 – 20/01) Marzo inizia in un tripudio di pianeti favorevoli. Venere, Marte, Sole e Mercurio sono vostri alleati. Mercurio rimarrà in Pesci per tutto il mese, mettendo a vostra disposizione comuni-cativa, voglia di socializzare, senso dell’umorismo e vivacità. Da aprile però prima Marte, poi il Sole e infine Venere passeranno in Ariete, creando tensioni e piccoli nervosismi. Insomma, tranquilli, va tutto bene ;) AQUARIUS (21/01 – 19/02) Se avete cominciato a parlare latino anche al telefono con il vostro migliore amico (che vor-rebbe farvi ricoverare in una clinica psichiatrica), siete arrivati davvero ad un punto di non ritorno: urge un esorcismo! VADE RETRO… ma non troppo altrimenti rischiate di cadere. PISCES (20/02 – 20/03) In gita siete i migliori a trasformare la corriera in una discoteca con luci stereoscopiche, or-ganizzare una festa con 100 invitati nella vostra camera, svaligiare l’autogrill, socializzare con l’autista e incitare cori in dialetto veneto mentre la professoressa vi prega in ginocchio di avere pietà. Stima profonda! :D

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Raccontami una storia

La storia della mia vita

La necessaria cronaca del ragazzo che voleva fare qualcosa della sua esistenza

In un bel mattino di (m)aggio decisi che era tempo di nascere. Con magno gaudio et tepore fui accolto dalla mia famiglia che per l’occasione aveva fatto una festa dove era invitata tutta la gente del mio villaggio: Ponte di St. Agostino, in provincia unita. Sin da bambino i miei genitori capirono che ero speciale: riuscivo a creare relazioni fra la demografia polacca e le sculture di colla. Da allora capii quale fosse il mio ruolo nella società: il consigliere provinciale dell’Amministrazione Lavoratori di Pelliccia Bovina. Decisi di frequentare scuole adatte al mio progetto di vita, ma non so perché ora mi ritrovo al “Levi”… Sarà perché la maggior parte della gente che ritrovo attorno assomiglia più a una mandria di bovini che a degli stu-denti. Certamente devo tenere gli occhi puntati sul traguardo (la mia professione futura, s’intende), ma questo non vuol dire che il pomeriggio non possa dedicarmi all’ozio culturale: onesto e puro, privo di ogni tipo di peccagio-ne. I miei hobby prediletti spaziano fra la musica, l’attività fisica e la collezione. Da pochi mesi ho iniziato a suonare la cornamusa, che mi fa sentire come un vero scozzese. Eh sì, questo è il mio sogno nel cassetto! Quando finalmente sarò in pensione non ci penserò due volte a inva-dere la Scozia con un esercito di scimmie-arcobaleno a bordo di un motoscafo a energia solare; ovviamente con il mio kilt di stoffa austriaca. Ho bisogno di una preparazione atletica consistente per riuscire nel mio intento, quindi mi diletto nell’arte del-le bocce da sala (è come giocare a bocce, ma si è in una sala da ballo - non si sa mai, potrebbe scapparci il mor-to). Infine l’unica cosa che veramente riesca a calmare il mio animo conquistatore è la mia collezione di girini del Guatemala. Sono così carini e coccolosi: vorrei che anche i miei amici fossero dei girini. Scusate, non riesco ad andare avanti, sono troppo commosso… Penso che andrò a piangere sulle mie pecore.

Una storia raccontata da… Il mangiatore di lama (o corpi)

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Ipse dixit

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Rasoio di Ockham L

e rub

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MARIUZ

A: “Prof., disegna qualcosa alla lavagna?” Prof.: “Eh, penso, sennò perché mi sono alzato? Per fare la danza del gesso?!”

ZORZI

“Chi di voi ha parlato del conte Volpi nella sua ricerca? (Nessuno risponde) Non ero io… Se lo ricordi almeno chi ne ha parlato, se non se lo ricorda chi ha udito! Per esempio, chi ha parlato dei ponti? Chi sta sbadigliando adesso! (Dopo che l’alunno in questione si è accorto di essere stato chiamato in

causa…) Bene, ora puoi tornare a dormire sonni tranquilli!”

(Dato che il proiettore proiettava sul muro un riquadro a forma di trapezio invece che di quadrato) “Ma non va perché viene un trapezio? Eh va beh, ci faremo una visione trapezoidale della vita!”

(Mentre spiegava l’operato di Napoleone a Venezia) “E poi intervenne nel 1806 il Gran Cancelliere Napoleone, che ha cancellato tutto a Venezia”

ORTENZIO

“Suonavano la lira… perché non c’era l’euro!”

“Voi siete muniti di sci, nel senso che siete sci-muniti!”

FURLANETTO

(Rivolgendosi ad un alunno che aveva visto nell’intento di lanciare un aeroplano di carta) “Dai, il collaudo lo fai nella prossima ora. L’hai costruito in questa, ma almeno il collaudo lo fai un’altra volta!”

FLORA

“Quindi dovete calcolare se nel punto B il corpo è fermo o resta fermo”

“Sì, il concetto era chiaro nelle parole, ma non nei termini… Ecco, ho detto una bella frase da giornalino!”

(Spiegano la differenza tra lavoro fatto dal gas e lavoro fatto sul gas) “È come se vai in banca: lì ti dicono che hai guadagnato - 70 euro. Quindi, se il lavoro è fatto sul gas, allora il lavoro guadagnato è - 200 euro (anziché

joule)… Ahia, ci sono riuscito anche oggi!! C’è un innominato (teacher seeker) anche qui in questa classe! Perché poi scrive anche che ho detto “Ci sono riuscito anche oggi!”

(Spiegando come risolvere un esercizio) “Per calcolarci il lavoro, dobbiamo trovarci… il lavoro! (Dopo un po’) Va beh, un’altra bella gaffe!”

(Spiegando il terremoto) “Se viene il terremoto e siete all’epicentro, voi che vi trovate al piano terra fate con calma: avete minimo 30 secondi sicuri per uscire… Se siete al

secondo piano, dite una preghiera, ché è meglio!”

SEVERIN

(Spiegando la concezione soggettiva della probabilità) “Se io so che un giocatore di basket che di solito segna tanti punti la sera prima si è rotto l’unghia del piede e che quindi la scarpa gli farà male, lo so

io (è soggettivo), perché… perché gli ho dato un pestone io!”

(Dopo aver chiesto una cosa spiegata due mesi prima e aver visto che la classe non sapeva rispondere) “Qui vediamo le vostre conoscenze… Fatto e dimenticato! Invece che cotto e mangiato!”

(Dopo aver disegnato una circonferenza che assomigliava più a un uovo) “Mamma mia, per fortuna è Pasqua!”

CANNONIERI

“Quando iniziai a insegnare, insegnavo letteratura e contrabbandavo filosofia nelle lezioni di italiano. Mi riusciva da Dio - devo dire -: nessuno se n’è mai accorto!”

ERENO

Prof.ssa: “Venerdì vi vedo? Sì che vi vedo! Perché io spiego il terrore giacobino venerdì: che non pensiate di saltare quella lezione!” A: “Ma è il giorno dopo la gita!”

Prof.ssa: “Sarete in uno spirito dormiente… Ma io parlo anche ai dormienti!”

RIZZOTTO

(Dopo aver chiamato gli interrogati) “Il resto della classe dev’essere assente! (Accorgendosi che la classe era stupita di fronte alla sua affermazione, scoppia a ridere) Eh, scusate, la classe

dev’essere silenziosa, non assente! Ho proprio bisogno di una vacanza di riposo! Non mettetela nel Giornalino!”

CELOTTO

“Bene, ragazzi, iniziamo Leibniz! Allora, per cominciare, lui viene da Lipsia… no dall’Ipsia, per nostra fortuna!”

(Dopo aver sorpreso, il 20 dicembre 2012, un alunno mentre usava il cellulare durante la lezione” “La fine del mondo la faccio io oggi, non i Maya domani! Fine del mondo secondo Amalia, non secondo i Maya!”

(la prof.ssa si chiama Amalia, ndr) P AGINA 43

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Rubriche

Enigmistica dEl “lEvi”

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ORIZZONTALI

1 Il fiume della val Moriana; 5 Un… piattino irresistibile; 15 Un popolo orientale di abilissimi cavalieri; 18 È necessario quanto mangiare; 19 Il colle che sovrasta Gerusalemme; 20 Il Georges che dipinse una celebre serie di “Clowns”; 21 La Lagorio di “Tosca dei gatti”; 22 Decreto Penale; 23 Ini-ziali di Nixon; 24 La negligenza del trasandato; 25 Un’imbarcazione con sedili scorrevoli; 26 L’incetta dello speculatore; 31 In mezzo agli imprevisti; 32 Il profeta che sterminò i sacerdoti di Baal; 33 Una donna che dilapida il patrimonio; 34 L’incubo d’un attore esordiente; 36 Molti la suonano ad orecchio; 37 Nel lavoro e nello sport; 38 Il La-ver fra i tennisti; 39 La sua conquista da parte degli Irache-ni è stata una causa della guerra del Golfo; 40 La coppiera degli dèi; 42 Si dividono gli appartamenti d’un palazzo; 43 La nota di mezzo; 44 Sono comuni… ma senza coni; 45 Il Papa che fece processare Galileo; 47 Elegante quartiere di Londra; 50 Un pronome poetico 51 Alberi reggi-viti; 53 Garantire la continuità della stirpe; 54 L’incarico di Parini in casa Serbelloni

VERTICALI

1 Antiche misure terriere; 2 I mercati… itineranti; 3 Affligge-re, addolorare; 4 Possono sentirla anche i sordi; 5 Frequen-tata località sciistica svizzera; 6 Lo… ripete chi ridacchia; 7 La cintura del kimono; 8 Il grado di Pinkerton (abbreviazione); 9 Si dice… quando si fissa una scadenza; 10 Due compagni a bridge; 11 Il “mandato” di chi tenta di risolvere una crisi di governo; 12 In fondo ai mari; 13 L’istituto bancario del Vaticano (sigla); 14 Si festeggia quando cade; 16 Gruppo montagnoso euro-asiatico; 17 Il… pezzo unico del “topless”; 21 Compose la “Rapsodia in blu”; 22 La insegna il catechismo; 25 Piegati a semicerchio; 27 Non accettare… un invito; 28 Il capoluogo dei Sette Co-muni; 29 Altro nome della cozza; 30 Infiammazione del fegato; 31 Di lei restò solo la voce; 32 Il Santo siriaco detto “Dottore mariano”; 35 Quattrocento… in lettere; 39 Il Bedi che ha impersonato Sandokan alla tivù; 41 Si dice a chi le spara grosse; 42 Lo schianto della rottura; 45 La sigla dei… Marziani; 46 Un grido che fa voltare; 48 Poco… appetibile; 49 Le dispari di York; 52 Viene dopo il re

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Rubriche

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La redazione del Giornalino

Rasoio di Ockham

· Direttori: Ermes Pozzobon IV D, Cristina Vendramin IV D, Giacomo Marcolin III D,

……………….Alessandra Gonnella IV A Classico

· Responsabile sede di Guarda Alta: Monica Teresa Bordignon I E

· Caporedattrici centrali: Chiara Fedato III A & Greta Bressan III D

· Settore Tecnico: Maddalena Vescovo IV A, Giacomo Marcolin III D, Ermes Pozzobon IV D

· Settore Grafico: Miriam De Martin V B, Irene Perin II A, Margherita Savaris II A, Arianna Zanatta I A, Gianluca Pasi II D, Monica Gallina IV B, Lucia Pastro III B Classico

· Redattori:

Area 1: Andrea Ottolino IV B, Michele Spagnolo V B, Denny Roncolato V A Tecnologico, Marta Po-loni V D, Greta Bressan III D, Angelica Tonello III D, Merita Velji III D, Giacomo Marcolin III D

Area 2: Marta Poloni V D

Area 3: Cristina Vendramin IV D, Ermes Pozzobon IV D

Area 4: Ermes Pozzobon IV D, Alessandra Gonnella IV A Classico, Anna De Stefani V D, Tommaso Biancuzzi I A Classico, Michele Spagnolo V B, Gianluca Pasi II D, Libera Campitelli IV A Classico, An-drea Dossi III C

Area 7: Gianluca Pasi II D, Anonimo, George Sand, Cristina Vendramin IV D, Giacomo Marcolin III D, Carlo Facchin III D, Arianna Zanatta I A, Chiara Vettorazzo I A, Enrico Pozzobon I D, Alberto Gar-din I D, Joe L’Eretico, Chiara Fedato III A, Zia Anna, L’amica del cuore, Teresa Barbarisi II A, Il man-giatore di lama (o corpi)

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