Rappresentanze sindacali e Forze dell'ordine-Abstract

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FILOSA ANDREA RAPPRESENTANZE SINDACALI E FORZE DELL’ORDINE Cinque Forze di polizia a rilevanza nazionale, due modelli di riferimento per la rappresentanza sindacale, un solo ordinamento giuridico. Su tali premesse è stata fondata l’attività di ricerca, mediante la quale si è tentato di raggiungere un obiettivo specifico: raggruppare, in un’unica trattazione, l’eterogenea disciplina concernente la rappresentanza sindacale, nell’ambito delle Istituzioni deputate dalla legge n.121/1981, in via esclusiva o di mero concorso, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblici. Nel nostro Paese sono presenti Forze di polizia con medesimi compiti, ma dotate di meccanismi di rappresentanza differenziati in base allo status delle Amministrazioni di riferimento. Infatti, da un lato ritroviamo le Forze di polizia ad ordinamento civile, i cui appartenenti usufruiscono delle libertà sindacali, anche se non sempre in maniera completa; dall’altro lato, siamo in presenza di Forze di polizia ad ordinamento militare i cui membri, a causa della particolare condizione giuridica rivestita, quella militare, non godono delle citate libertà. Nello specifico, per gli uni sussiste la possibilità di costituire o affiliarsi in sindacati per la tutela dei propri interessi. Per gli altri, invece, rimane la sola possibilità di essere rappresentati da uno strumento derivato dal contesto militare, denominato “Rappresentanza Militare”, oramai inadeguato ai tempi. L’origine diversificata dei due modelli rappresentativi si riflette, inevitabilmente, anche sulle materie di competenza e sulle capacità di trattativa degli stessi. In particolare, i sindacati delle Forze di polizia civili riescono ad attuare una vera e propria contrattazione, nelle numerose materie ricadenti all’interno del proprio contesto operativo. La Rappresentanza Militare, invece, a causa del delicato ambiente di riferimento, è costretta a procedere entro gli esigui spazi fissati dalla legge e ad attuare una mera concertazione con le parti pubbliche. Insomma, nell’ambito esaminato sussiste una non indifferente disparità di trattamento, dal punto di vista sindacale, tra soggetti che svolgono le medesime funzioni, seppur nei rispettivi spazi dettati dalla legge. Inoltre, nonostante le significative innovazioni alla disciplina del rapporto di pubblico impiego per il personale delle Forze di polizia, introdotte a partire dal d.lgs. n.195/1995, si è notato come permangano differenze di rilievo tra i due modelli citati, soprattutto con riferimento alla struttura degli stessi, la quale poi si riverbera sulle effettive capacità rappresentative. Se il primo modello, infine, si è rivelato abbastanza efficace nella tutela dei lavoratori inseriti nelle Forze di polizia ad ordinamento civile, il secondo ha dimostrato, invece, tutti i suoi limiti e le sue manchevolezze, essendo stato concepito non solo per le Forze di polizia ad ordinamento militare, ma soprattutto con riferimento alle Forze Armate. In merito, nonostante siano state elaborate nel corso degli anni varie proposte di riforma dell’istituto della Rappresentanza Militare, purtroppo nessuna di esse si è stata centrata sul problema concernente le Forze di polizia militarizzate. Per quest’ultime, sulla scorta di quanto avvenutol’unica prospettiva al fine di ottenere (almeno) alcune libertà sindacali pare consistere nella smilitarizzazione. Nel presente elaborato, dopo aver analizzato nello specifico i singoli modelli di rappresentanza sindacale per le Forze di polizia, presenti in Italia, si è osservato in che modo la tematica in oggetto viene disciplinata negli ordinamenti inglese e francese, rispettivamente per quanto riguarda il primo ed il secondo modello analizzati. In ultima istanza, si è cercato di fornire alcune possibili soluzioni che, senza alcuna presunzione, si ritiene possano contribuire alla risoluzione dell’ingiustificata disparità di trattamento, sussistente a livello rappresentativo, per gli appartenenti alle Forze di polizia.

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FILOSA ANDREA

RAPPRESENTANZE SINDACALI E FORZE DELL’ORDINE

Cinque Forze di polizia a rilevanza nazionale, due modelli di riferimento per la

rappresentanza sindacale, un solo ordinamento giuridico.

Su tali premesse è stata fondata l’attività di ricerca, mediante la quale si è tentato di

raggiungere un obiettivo specifico: raggruppare, in un’unica trattazione, l’eterogenea disciplina

concernente la rappresentanza sindacale, nell’ambito delle Istituzioni deputate dalla legge

n.121/1981, in via esclusiva o di mero concorso, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza

pubblici. Nel nostro Paese sono presenti Forze di polizia con medesimi compiti, ma dotate di

meccanismi di rappresentanza differenziati in base allo status delle Amministrazioni di riferimento.

Infatti, da un lato ritroviamo le Forze di polizia ad ordinamento civile, i cui appartenenti

usufruiscono delle libertà sindacali, anche se non sempre in maniera completa; dall’altro lato, siamo

in presenza di Forze di polizia ad ordinamento militare i cui membri, a causa della particolare

condizione giuridica rivestita, quella militare, non godono delle citate libertà.

Nello specifico, per gli uni sussiste la possibilità di costituire o affiliarsi in sindacati per la

tutela dei propri interessi. Per gli altri, invece, rimane la sola possibilità di essere rappresentati da

uno strumento derivato dal contesto militare, denominato “Rappresentanza Militare”, oramai

inadeguato ai tempi.

L’origine diversificata dei due modelli rappresentativi si riflette, inevitabilmente, anche sulle

materie di competenza e sulle capacità di trattativa degli stessi. In particolare, i sindacati delle Forze

di polizia civili riescono ad attuare una vera e propria contrattazione, nelle numerose materie

ricadenti all’interno del proprio contesto operativo. La Rappresentanza Militare, invece, a causa del

delicato ambiente di riferimento, è costretta a procedere entro gli esigui spazi fissati dalla legge e ad

attuare una mera concertazione con le parti pubbliche. Insomma, nell’ambito esaminato sussiste una

non indifferente disparità di trattamento, dal punto di vista sindacale, tra soggetti che svolgono le

medesime funzioni, seppur nei rispettivi spazi dettati dalla legge.

Inoltre, nonostante le significative innovazioni alla disciplina del rapporto di pubblico

impiego per il personale delle Forze di polizia, introdotte a partire dal d.lgs. n.195/1995, si è notato

come permangano differenze di rilievo tra i due modelli citati, soprattutto con riferimento alla

struttura degli stessi, la quale poi si riverbera sulle effettive capacità rappresentative.

Se il primo modello, infine, si è rivelato abbastanza efficace nella tutela dei lavoratori inseriti

nelle Forze di polizia ad ordinamento civile, il secondo ha dimostrato, invece, tutti i suoi limiti e le

sue manchevolezze, essendo stato concepito non solo per le Forze di polizia ad ordinamento

militare, ma soprattutto con riferimento alle Forze Armate. In merito, nonostante siano state

elaborate nel corso degli anni varie proposte di riforma dell’istituto della Rappresentanza Militare,

purtroppo nessuna di esse si è stata centrata sul problema concernente le Forze di polizia

militarizzate. Per quest’ultime, sulla scorta di quanto avvenutol’unica prospettiva al fine di ottenere

(almeno) alcune libertà sindacali pare consistere nella smilitarizzazione.

Nel presente elaborato, dopo aver analizzato nello specifico i singoli modelli di

rappresentanza sindacale per le Forze di polizia, presenti in Italia, si è osservato in che modo la

tematica in oggetto viene disciplinata negli ordinamenti inglese e francese, rispettivamente per

quanto riguarda il primo ed il secondo modello analizzati. In ultima istanza, si è cercato di fornire

alcune possibili soluzioni che, senza alcuna presunzione, si ritiene possano contribuire alla

risoluzione dell’ingiustificata disparità di trattamento, sussistente a livello rappresentativo, per gli

appartenenti alle Forze di polizia.

FILOSA ANDREA

PAROLE CHIAVE:

Forze di polizia

Smilitarizzazione

Libertà sindacale

D.Lgs. n.195/1995

Contrattazione