Rapporto Ambientale del PUG di Adelfia bozza del 12-05-2009

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del PIANO URBANISTICO GENERALE di ADELFIA (BA) RAPPORTO AMBIENTALE (VERSIONE DEL 12/05/2009) REGIONE PUGLIA COMUNE DI ADELFIA (Provincia di BARI) Responsabile dell’Ufficio di Piano: geom. Antonio Lorusso ProgettistI del P.U.G.: Studio Associato Fuzio Redazione studio idrogeomorfologico: dott. geol. Antonio De Napoli e ing. Vito Macchia Valutazione Ambientale Strategica: prof. ing. Carmelo M. Torre (Coordinatore), arch. Gianluca Andreassi, dott. Pasquale Balena, dott. Alessandro Bonifazi, ing. Sefania Casalino, dott. Rinaldo Grittani.

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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del  PIANO URBANISTICO GENERALE di ADELFIA (BA) 

RAPPORTO AMBIENTALE  (VERSIONE DEL 12/05/2009) 

REGIONE PUGLIA 

COMUNE DI ADELFIA (Provincia di BARI) 

Responsabile dell’Ufficio di Piano: geom. Antonio Lorusso 

ProgettistI del P.U.G.: Studio Associato Fuzio 

Redazione studio idro‐geomorfologico: dott. geol. Antonio De Napoli e ing. Vito Macchia 

Valutazione  Ambientale  Strategica:  prof.  ing.  Carmelo M.  Torre  (Coordinatore),  arch. Gianluca Andreassi, dott. Pasquale Balena, dott. Alessandro Bonifazi,  ing. Sefania Casalino, dott. Rinaldo Grittani. 

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RAPPORTO AMBIENTALE SUL PIANO URBANISTICO GENERALE DI ADELFIA

PREMESSA PARTE I: LA VAS NEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE 1 MANDATO VALUTATIVO 1.1 Il contesto normativo 1.2 Incarico 2 IL PUG E LA VAS DI ADELFIA FRA PROCEDURE E PROCESSI 2.1 Cooperazione istituzionale 2.2 Partecipazione dei cittadini 2.3 Quadro normativo e programmatico PARTE II: STATO DELL’AMBIENTE AD ADELFIA 3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 3.1 Popolazione 3.2 Territorio e Paesaggio 3.3 Assetto idrogeomorfologico 3.4 Patrimonio culturale 3.5 Economia 3.6 Politiche sociali 4 TEMI AMBIENTALI 4.1 Clima 4.2 Qualità dell’Aria 4.3 Ciclo delle Acque 4.4 Caratteri Idrografici 4.5 Sistema Geomorfologico 4.6 Habitat e Reti Ecologiche 4.7 Sistema dei Beni culturali 4.8 Gestione dei rifiuti 4.9 Sistema produttivo 4.10 Ambiente rurale e risorse agricole 4.11 Viablità e trasporti 4.12 Energia

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Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre 

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5 CRITICITÀ AMBIENTALI 5.1 Consumo di suolo 5.2 Vulnerabilità della falda 5.3 Rischio idraulico 5.4 Uso sostenibile delle risorse 5.5 Rete ecologica urbana e territoriale PARTE III: IL PUG E IL GOVERNO DEL TERRITORIO 6 IL PUG DI ADELFIA 6.1 Obiettivi 6.2 Previsioni strutturali e programmatiche 6.3 Scelte strategiche 7 VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE 7.1 Premessa metodologica 7.2 Costruzione della valutazione 7.3 Esiti della valutazione 7.4 Bibliografia PARTE IV: CONCLUSIONI 8 RACCOMANDAZIONI ALL’UFFICIO DI PIANO 9 PIANO DI MONITORAGGIO ALLEGATI GRUPPO DI LAVORO

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Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre 

Il  presente  documento  rappresenta  l’esito  delle  fasi  preliminari  della  Valutazione Ambientale Strategica del nuovo Piano Urbanistico Generale del Comune di  Adelfia. In particolare,  la  presente  versione  costituisce  il  documento  di  piano  da  sottoporre all’Assemblea  Consiliare  contestualmente  all’adozione  del  PUG,  come  previsto  dal Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG,  Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei Piani Urbanistici Generali, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale  Pugliese  n.  1328/2007).  Esso  rappresenta  inoltre  il  Rapporto  Ambientale prefigurato  nella Direttiva  2001/42/CE  (art.  5  e Allegato  1)  e  disciplinato  dal D.Lgs. 152/2006 così come modificato dal D.Lgs. 4/2008 (Parte II, Titolo II, art. 13 e Allegato VI).  Entrambi  i  riferimenti  direttamente  applicabili  (le  norme  nazionali  e  regionali) concordano  nel  definire  il  Rapporto  Ambientale  un  “documento  di  piano”  che  ne accompagna  l’intero processo di elaborazione e approvazione. Pur nel pieno rispetto di queste indicazioni, appare opportuno segnalare il probabile sfasamento fra il piano e il Rapporto Ambientale, dato che potrebbe essere necessario adeguare il secondo a seguito delle modifiche che dovessero essere apportate al primo in fase di adozione. 

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PREMESSA

Il percorso del nuovo Piano urbanistico generale di Adelfia segue e aggiorna la strumentazione urbanistica vigente, riferita al Piano Regolatore Generale, redatto dallo studio associato Cirillo, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 31 del 31.05.1999, e approvato definitivamente (con prescrizioni) dalla Giunta Regionale con Delibera n.183 dell’ 11.03.2003. La consegna del Documento Programmatico Preliminare (DPP) risale al giugno del 2005, a seguito dell’incarico conferito allo studio associato Fuzio. Il DPP risulta aggiornato e integrato con i dati ufficiali ISTAT relativi al censimento 2001. In parallelo con gli sviluppi relativi all’ambito amministrativo locale, si verificavano importanti cambiamenti nel quadro normativo regionale, con l’entrata in vigore del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), e quella dei nuovi indirizzi per la pianificazione comunale previsti dal Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG). Nelle more della redazione dello strumento urbanistico generale di Adelfia, la Regione Puglia introduceva dunque gli indirizzi per la formazione dei PUG. Anche se lo stato avanzato dei lavori non ha consentito di seguire esattamente il processo tracciato dal DRAG, il PUG di Adelfia tiene conto delle sue principali indicazioni, con riferimento sia ai quadri interpretativi, che all’articolazione del territorio in invarianti strutturali e contesti territoriali. Con il DRAG veniva anche introdotta la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dei piani urbanistici, in linea con il tardivo recepimento della norma comunitaria (Direttiva 42/2001/CE) a livello nazionale. Infatti, solo il 13 febbraio 2008 entrava in vigore il testo definitivo (con il D.Lgs. 4/2008) della Parte II del cosiddetto “Testo Unico dell’ambiente” (D.Lgs. 152/2006) che, pure vigente dal 1° agosto 2007, aveva subito revisioni profonde in ragione di numerose lacune, fra cui un fraseggio ambiguo proprio a riguardo della necessità o meno di eseguire la VAS di piani o programmi a livello comunale. Ancora una volta, si è resa necessaria una riorganizzazione del processo, alla quale ha fornito riferimento e supporto la serie di circolari esplicative pubblicate dagli assessorati regionali all’ecologia e all’urbanistica, in materia di Vas, e di rapporto tra procedure di approvazione dei Piani Comunali e procedure di redazione del Rapporto ambientale relativo alla Valutazione Ambientale Strategica. Pur nei limiti di un’esperienza inevitabilmente sperimentale, la Valutazione Ambientale Strategica del PUG di sta svolgendo coerentemente con tutti gli strumenti normativi e amministrativi richiamati in premessa, e si è ispirata tanto alla letteratura scientifica internazionale quanto alle esperienze in corso nelle altre Regioni Italiane.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  1

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PARTE I: LA VAS NEL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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1 MANDATO VALUTATIVO 

La definizione del mandato valutativo è un passaggio molto spesso ignorato, eppure la sua importanza nel determinare l’efficacia complessiva è fortemente sottolineata sia dai professionisti sia dagli studiosi di valutazione ambientale. Per mandato valutativo si intende la definizione delle domande cui la valutazione è chiamata a rispondere, attraverso la definizione dei termini contrattuali, procedurali, metodologici e sostanziali in cui si deve svolgere. Pur partendo inevitabilmente dalle prescrizioni normative, si è ritenuto necessario enfatizzare le indicazioni specifiche espresse dall’ente procedente (l’amministrazione comunale di Adelfia, in questo caso), e coinvolgere la società civile dalle prime fasi della valutazione. Inoltre, nell’ambito di quella co-pianificazione delineata nel Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG), gli enti con competenze ambientali dovrebbero poter contribuire ad indirizzare la valutazione, essendo anche auspicabile che essi mettano a disposizione il proprio patrimonio conoscitivo e si impegnino a collaborare alla fase di monitoraggio. Infine, in base al dettato nazionale in materia di VAS (Parte II del D.Lgs. 152/2006, così come modificato dal D.Lgs. 4/2008, e d’ora in avanti indicato come “Decreto”), anche l’autorità competente per la VAS dovrebbe intervenire sin dalla fase d’impostazione (scoping). Nonostante lo scollamento temporale con cui prima la pianificazione poi la valutazione si sono adeguate alle numerose innovazioni richiamate in premessa, il processo di VAS tende ad una sempre maggiore coerenza con i requisiti normativi e amministrativi recentemente introdotti negli ordinamenti nazionale e regionale.

Attualmente la domanda di valutazione espressa dal committente, (ovvero dall’amministrazione comunale di Adelfia) si inscrive in una visione della VAS come supporto alla pianificazione in senso tecnico-processuale, per cui gli aspetti che appare opportuno trattare per esteso in riferimento al mandato valutativo sono la definizione del contesto normativo e le modalità di assegnazione e svolgimento dell’incarico. L’approccio scelto dal gruppo di lavoro incaricato dell’esecuzione di questa VAS pone particolare cura nella considerazione delle relazioni ambientali, sociali ed economiche che il territorio di Adelfia intrattiene con un contesto più ampio, che in questa fase appare opportuno individuare nell’area vasta così come definita dal Piano Strategico Metropoli Terra di Bari.  

1.1 Il contesto normativo

La normativa sulla VAS è stata delineata a livello nazionale poco più di un anno fa (nel febbraio del 2008) quando la stagione di rinnovamento dell’urbanistica pugliese aveva già portato a contemplare una procedura di VAS da integrare nel percorso di formazione del PUG 

Oggi, i termini di riferimento per lo svolgimento della VAS del PUG di Adelfia sono i seguenti:

il D.Lgs. 152/2006, così come modificato dal D.Lgs. 4/2008, che in particolare ha interamente sostituito la Parte II riguardante, fra l’altro, la Valutazione Ambientale Strategica, completando l’iter di attuazione della Direttiva 2001/42/CE; il Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) “Indirizzi,

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criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali”, approvato con D.G.R. 1328/2007 ai sensi della L. R. 20/2001 “Norme generali di governo e uso del territorio", ed in particolare dell’art. 4, comma 3, lett. b e dell’art. 5, comma 10 bis.

In prima approssimazione, la norma nazionale circoscrive gli adempimenti imprescindibili di un generico processo di VAS, articolando le prerogative dei principali protagonisti e tracciandone a grandi linee le relazioni. Di particolare rilievo l’indicazione delle attività collaborative che devono intercorrere fra l’ente procedente (nel caso in parola, il Comune di Adelfia) e l’autorità competente (che in Puglia è stata identificata, a seguito dell’emanazione della D.G.R. 981/2008, nell’Ufficio VAS incardinato nel Settore Ecologia dell’omonimo Assessorato Regionale), al fine di consentire a quest’ultima la formulazione del parere motivato sulla proposta di piano, e al primo le eventuali modifiche che si rendessero necessarie prima della definitiva approvazione del piano. Il DRAG, invece, assolve al compito essenziale di mostrare i percorsi possibili per l’integrazione fra lo specifico processo di pianificazione urbanistica generale, ivi dettagliato sia sul piano procedurale sia su quello sostanziale, e la relativa VAS. Vengono così scandite alcune tappe essenziali della valutazione, dall’avvio del procedimento alle modalità di Copianificazione che ruotano intorno all’istituto delle Conferenze di Servizi istituite ai sensi della L. 241/1990, dall’impostazione della VAS, attraverso la redazione del Documento Programmatico Preliminare, fino alla adozione del piano e alla definitiva approvazione, subordinata alla verifica di compatibilità effettuata dagli enti territoriali di rango provinciale e regionale, rispetto agli strumenti di governo del territorio di propria pertinenza.

Quest’ultima circostanza è di particolare rilievo poiché potrebbe comportare un potenziamento dello status giuridico-amministrativo del parere motivato emesso dall’autorità competente per la VAS, il quale confluirà naturalmente nella gamma di argomenti che l’Assessorato all’Assetto del Territorio prenderà in considerazione ai fini della (vincolante) pronuncia di compatibilità. Tuttavia, ci sono almeno altri due aspetti del governo del territorio che non possono essere ignorati e che dovrebbero guidare la VAS sin dalla fase d’Impostazione:

la partecipazione, la cui obbligatorietà è ribadita, seppure in forme diverse, sia nelle norme di governo del territorio (LR 20/2001, art. 11 commi 2, 3, 4 e 5; DRAG) sia in quelle sulla valutazione ambientale (D.Lgs. 152/2006, art. 5 comma 1, lettere a, t, u, v, artt. 11 e 14) in un quadro generale tracciato dalla L. 241/90 (“Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”) e ss.mm.ii, e dalla L. 108/2001 che ratifica ed esegue la “Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale”, fatta ad Aarhus (Danimarca) il 25 giugno 1998. la promozione della qualità e della sostenibilità in edilizia ed urbanistica, che ha vissuto una accelerazione dell’attenzione legislativa anche a livello regionale (LR 13, 14 e 21/2008, LR 3/2009), può essere ricondotta all’obiettivo di ricercare la rispondenza e l’armonia tra piano e progetto, tra politiche ambientali e regolamento edilizio, tra salvaguardia del territorio e gestione razionale delle risorse ai fini di generare qualità insediativa intervenendo in modo coordinato

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e coerente nelle diverse scale progettuali, quali quella territoriale, urbana, insediativa ed edilizia.

1.2 Incarico

Nonostante le comprensibili difficoltà nell’esecuzione di una procedura che appare largamente innovativa per il sistema di pianificazione territoriale pugliese, alcune circostanze ne stanno favorendo gli esiti in modo significativo. Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente prodotto dall’Agenda21 locale che nel 2003 ha interessato un consorzio di nove comuni comprendente (con Adelfia capofila) ha offerto spunti e, almeno in alcuni casi, dati primari altrimenti non reperibili. Inoltre, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli strumenti di governo del

territorio, in particolare alla scala regionale, che oltre a rappresentare un quadro di riferimento normativo contribuiscono a colmare quelle lacune informative e interpretative che hanno a lungo minato la capacità delle amministrazioni locali nelle regioni meridionali di affrontare in modo efficace le questioni ambientali. Infine, il prof. ing. Carmelo M. Torre, professionista incaricato della VAS con Determinazione Gestionale della Ripartizione Tecnica del Comune di Adelfia n. 258 del 2 marzo 2009, ha avuto modo di sperimentare metodi e approcci in altri quattro processi analoghi avviati precedentemente o in contemporanea nell’ambito regionale. Le competenze ed esperienze dei componenti degli esperti di tematiche ambientali e territoriali coinvolti sono brevemente descritte all’Allegato I.

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2 IL PUG E LA VAS DI ADELFIA FRA PROCEDURE E PROCESSI

Indipendentemente dalle configurazioni largamente imprevedibili che i processi reali assumono, ci sono alcune tappe cruciali previste dalle procedure vigenti che finiscono per imporre un’omogeneizzazione delle pratiche di valutazione. In questo senso, il riferimento principale è senz’altro il DRAG, che ha calato le indicazioni essenziali della Direttiva 2001/42/CE in uno schema procedurale coerente con le previsioni della Legge Regionale sul Governo del Territorio (L.R. 20/2001), prevedendo inoltre alcune innovazioni (come l’istituto delle conferenze di servizi ai sensi della L. 241/90 per promuovere la copianificazione, o lo status di documento di piano previsto per il Rapporto Ambientale) che si sono

rivelate perfettamente compatibili con la definitiva formalizzazione della VAS operata a livello nazionale dal D.Lgs. 4/2008. Giova ricordare che, come chiarito nella Circolare 1/2008 del Settore Assetto del Territorio della Regione Puglia (approvata con Delibera n. 214 del 26/02/2008), per i Comuni che al momento dell’entrata in vigore del DRAG avevano già adottato il Documento Programmatico Preliminare è prevista un’unica Conferenza di Copianificazione in occasione della quale presentare una versione preliminare del Rapporto Ambientale che deve contribuire alla costruzione del sistema di conoscenze e dei quadri interpretativi (vedi Fig 2.1).

Figura 2.1: procedura di formazione del PUG fino all’adozione nel caso in cui il DPP risultasse già adottato all’entrata in gore del DRAG (fonte: Circolare 1/2008, Regione Puglia-Assessorato all’Assetto del Territorio).

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2.1 Cooperazione istituzionale

Coerentemente con lo schema procedurale illustrato in Fig. 2.1, l’unica Conferenza di Copianificazione per il PUG di Adelfia, che si è svolta il 24 febbraio 2009 presso l’Assessorato all’Assetto del Territorio della Regione Puglia ha rappresentato il momento cruciale, ma non esclusivo, di raccordo fra i soggetti con competenze ambientali rilevanti. L’interazione sin qui più significativa, anche perché relativa ad un nodo cruciale del piano dal punto vista ambientale, si è avuta fra l’ente procedente e l’Autorità di Bacino della Puglia (AdB). Il 21 febbraio del 2008, il Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino approvava la modifica alle perimetrazioni del Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI) proposte dall’amministrazione comunale di Adelfia sulla scorta dello studio idrologico ed idraulico di dettaglio, commissionato al geologo dott. Antonio De Napoli e all’ing. Vito Macchia, trasmesso con nota prot. 14424 del 25/10/2007. Con la Delibera del Comitato Istituzionale n. 12 del 18/03/2008, l’AdB ha approvato le modifiche riguardanti le lame Baronale, Montrone-Valenzano, Cimitero Montrone, San Leo, l’impluvio Dannetta, e l’impluvio Canneto, inserendo nuove aree ad Alta, Media e Bassa Pericolosità Idraulica, e lasciando inalterate quelle già presenti nel PAI. Oltre all’Autorità di Bacino, numerosi altri enti con competenze ambientali (fra cui la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Bari e Foggia, l’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, le Ferrovie del Sud-Est ed altri) si erano espressi a partire dal 2005 in merito a due interventi programmati dall’amministrazione, e successivamente inseriti nel PUG:

l’interramento della ferrovia (linea Adelfia-Putignano delle Ferrovie

del Sud-Est) per consentire l’eliminazione del passaggio a livello su Via Vittorio Veneto; la realizzazione di aree mercatali.

Il confronto con i soggetti presenti alla Conferenza di Co-pianificazione era ritenuto necessario affinché tutte le autorità con competenze ambientali le cui attività possono interferire con la pianificazione territoriale nel Comune di Adelfia fossero consultate in merito alle basi conoscitive, ai quadri interpretativi e alle proposte progettuali contenuti nel PUG. Nell’elenco seguente le organizzazioni effettivamente intervenute alla Conferenza di Copianificazione fra tutte quelle invitate, sono evidenziate in grassetto:

Sindaci/o Assessorati all’Ambiente dei Comuni confinanti (Acquaviva delle Fonti, Bari, Bitritto, Casamassima, Cassano delle Murge, Sannicandro di Bari, Valenzano)

Distretto Socio Sanitario 10 Provincia di Bari (Assessorato

all’Ambiente e Assessorato all’Assetto del Territorio, Servizio Viabilità, Servizio Trasporti e Mobilità)

Struttura Tecnica Provinciale del Genio Civile

Istituto Autonomo Case Popolari Bari

Regione Puglia, Assessorato Assetto del Territorio (Settore Urbanistica; Settore Assetto del Territorio)

Regione Puglia, Assessorato all’Ecologia (Settore Ecologia, Settore Gestione Rifiuti e Bonifica, Settore Attività Estrattive, Ufficio Parchi, Ufficio VAS)

Regione Puglia, Assessorato Opere Pubbliche (Settore Risorse Naturali e Settore Tutela delle Acque, Settore Lavori Pubblici)

Regione Puglia, Assessorato Politiche della Salute (Settore

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Assistenza Territoriale e prevenzione)

Regione Puglia, Assessorato Risorse Agro-alimentari (Settore Foreste)

Regione Puglia, Assessorato ai Trasporti e vie di Comunicazione (Settore Programmazione Vie di Comunicazione, Settore Sistema Integrato dei Trasporti)

Regione Puglia, Settore Protezione civile

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia

Soprintendenza per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico

Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia

Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia (A.Re.S. - Puglia)

Agenzia Regionale per l’Ambiente Puglia

Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale della Puglia (A.A.T.O. – Puglia, servizio idrico integrato)

Autorità di Bacino della Regione Puglia

Ministero dell’Economia e delle Finanze (Agenzia del Demanio, Agenzia del Territorio)

Acquedotto Pugliese ANAS S.p.A. Compartimento di

viabilità regionale della Puglia Direzione Compartimentale

Ferrovie delle Stato-Rete Ferroviaria Italiana

Ferrovie del Sud-Est Istituto Autonomo Case Popolari

Bari Ital Gas SNAM Rete Gas Italcogim Reti SpA Terna – Rete Elettrica Nazionale

S.p.A Ufficio Struttura Tecnica

Provinciale (Genio Civile) di Bari ENEL Distribuzione S.p.A Università degli Studi di Bari “Aldo

Moro” Politecnico di Bari

Agenzia del Demanio e del Territorio

In sintesi, la maggior parte degli enti si è riservata di esprimere in seguito ad un’analisi più approfondita i pareri del caso. L’AdB ha proposto di approfondire le tematiche di proprio pertinenza attraverso un tavolo tecnico. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha espresso rammarico per non essere stata coinvolta precedentemente, e ha segnalato il macato riconoscimento della valenza archeologica del centro abitato e della contrada S. Leo, riservandosi di fornire informazioni di maggiore dettaglio. Infine, l’Assessorato all’Assetto del Territorio della Regione Puglia ha richiesto maggiori approfondimenti in ordine al regime giuridico gravante su eventuali corsi d’acqua pubblici che sarebbero soggetti a tutela paesaggistica ai sensi del DLgs 42/2004, a prescindere dalla loro classificazione operata nel PUTT/P. Il Presidente della Conferenza di Copianificazione, il Sindaco di Adelfia Francesco Nicassio, l’ha dichiarata conclusa senza ravvedere la necessità di ulteriori sedute

2.2 Partecipazione dei cittadini

Le attività partecipative nell’ambito del percorso di elaborazione del nuovo PUG di Adelfia sono state incentrate su una serie di incontri pubblici, svolti secondo il seguente calendario: 23/01/2006, Conferenza Cittadina presso l’Aula Consiliare Comunale 28/01/2006, Conferenza Cittadina presso l’Aula Consiliare Comunale 17/01/2008, Conferenza Cittadina presso l’Aula Consiliare Comunale 17/11/2008, Conferenza Cittadina presso l’Aula Consiliare Comunale 04/12/2008, Conferenza Cittadina presso l’Aula Consiliare Comunale

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Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre 

14/01/2009 Incontro con studenti e insegnanti presso la Scuola Media Statale 15/01/2009 Incontro con le associazioni locali presso l’Aula Consiliare Comunale 26/01/2009 Incontro con le associazioni locali presso l’Aula Consiliare Comunale Nel corso degli ultimi tre incontri si è proceduto anche alla sperimentazione di uno strumento di partecipazione digitale (www.altripiani.it/adelfia), comprendente un geoforum che consentirà di pubblicare messaggi georeferenziati.

Ciò consentirà di legare le osservazioni dei cittadini ai luoghi cui si riferiscono, ed una sezione documentazione per favorire la disseminazione delle informazioni ambientali 1 raccolte ed elaborate durante il processo di VAS.

Le figure 2.2 e 2.3 mostrano alcune schermate del forum geografico, da cui si evince il collegamento dei commenti inseriti dai cittadini ai luoghi (punti, linee, o aree), mentre nella figura 2.4 compare la modalità di visualizzazione “solo testo” di una discussione (thread).

1 ai sensi della LEGGE 16 marzo 2001, n. 108 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, con due allegati, fatta ad Aarhus il 25 giugno 1998.

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

Figura 2.2: schermata tratta dal geoforum dedicato alla partecipazione elettronica per la VAS del PUG di Adelfia. Fonte: www.altripiani.it/adelfia.

Figura 2.3: schermata tratta dal geoforum dedicato alla partecipazione elettronica per la VAS del PUG di Adelfia. Fonte: www.altripiani.it/adelfia.

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Figura 2.4: strumenti testuali per la discussione online, si notano le parole chiave con cui effettuare la ricerca di messaggi pertinenti (tags), e le icone che segnalano il carattere di critica, segnalazione o apprezzamento. Fonte: www.altripiani.it/adelfia.

I temi critici emersi dal geoblog e dagli incontri sono i seguenti:

la relazione tra Canneto e Montrone e le difficoltà di integrazione, con il “raddoppio” di alcune tipologie di servizio; il degrado di alcuni spazi pubblici (in particolare aree verdi); la scarsità di contenitori sociali; il tema dell’interramento della linea ferroviaria; la necessità di maggiore diversificazione degli spazi pubblici e privati della socialità; (dalle attività commerciali agli spazi per eventi);

2.3 Quadro normativo e programmatico

► Piano Strategico Metropoli Terra di Bari (www.ba2015.org)

► Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Bari: Documento Direttore (approvato con D.G.P. 248 del 31/07/2003) e Rapporto Finale della Prima Fase del lavoro di stesura del PTCP di cui alla Delibera del Commissario Prefettizio 103 del 04/06/2004.

► Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti

► Piano Faunistico Provinciale 2007-2011 (approvato il 22/05/2008).

► Documento Regionale di Assetto

Generale (DRAG): indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali (PUG), approvato con Deliberazione della

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Giunta Regionale n. 1328 del 3 agosto 2007, in attuazione della Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20 (art. 4, comma 3, lett. b e art. 5, comma 10 bis).

► Piano Urbanistico Territoriale Tematico Paesaggio (PUTT/P), disponibile all’indirizzo web www.regione.puglia.it/drag/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=42

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.

www.regione.puglia.it/index.

► Documento Programmatico del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), approvato con D.G.R. 1842 del 13 novembre 2007.

► Piano Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.) della Puglia, adottato con Delibera di G.R. n.827 del 08-06-07, disponibile all’indirizzo web php?page=progetti&id=9.

► Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio

dirizzi e linee di

a.it/drag/index.ph

Idrogeologico (PAI) del Piano di Bacino previsto dalla legge 18 maggio 1989, n. 183, “Norme per, il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” e successive modifiche e integrazioni, approvato il 30 novembre 2005 e pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia, n. 15 del 2 febbraio 2006.

► DDL “Principi, inintervento in materia di Piano Regionale dei Trasporti della Regione Puglia”

(www.regione.puglip?page=documenti&opz=getdoc&id=43). ► Piano Regionale di Qualità dell’Aria

no di Tutela delle

tEmergenza Rifiuti 6 marzo 2001, n.

marzo

D.G.R. n.

lizzate

r l'abitare

e a sostegno della

il

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r la tutela

municazioni e

azione del

ulla valutazione

(PRQA), redatto in conformità al D.M. 261/02 “Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351”.

► Progetto di PiaAcque della Regione Puglia (PTA)

► Piano Regionale della Salute (PRS) ► Decreto Del Commissario Delega o dell'impatto ambientale", testo

consolidato.

41 e ss.mm.ii.: “Piano di gestione di rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate”, Regione Puglia.

► Decreto Commissario Delegato Emergenza Ambientale 262004, n.56: “Piano di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili in Puglia ex art.5 D.lgs n. 36/2003. Integrazione pianificazione regionale”.

► Piano Regionale Attività Estrattive (P.R.A.E.), approvato con 580 del 15/05/07, in applicazione della L.R. n. 37/85 e ss.mm.ii.

► Legge Regionale 21 maggio 2008, n. 12: “Norme urbanistiche finaad aumentare l’offerta di edilizia residenziale sociale”.

► Legge Regionale 10 giugno 2008, n.13: “Norme pesostenibile”.

► Legge Regionale 10 giugno 2008, n.14: “Misurqualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio”.

► Legge Regionale 12 febbraio 2002, n. 3: "Norme di indirizzo percontenimento e la riduzione dell'inquinamento acustico".

► Legge Regionale 23 novembre 2005, n. 15: “Misure urgenti pcontenimento dell’inquinamento luminoso e per il risparmio energetico” e relativo regolamento attuativo (Regolamento Regionale 22 agosto 2006, n. 13).

► Legge Regionale 8 marzo 2002, n.5 "Norme transitorie pedell'inquinamento elettromagnetico prodotto da sistemi di telecoradiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza fra Ohz e 300 GHz” e relativo regolamento attuativo (Regolamento Regionale 19 giugno 2006, n. 7).

► Legge Regionale 4 giugno 2007, n. 14: “Tutela e valorizzpaesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”.

► Legge Regionale 12 aprile 2001, n. 11: "Norme s

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o per l'attuazione

. 113 - Obbligo per il comune di residenza

cuzione della Convenzione

esecuzione del

e ss.mm.ii.

ll

Convenzione Europea del Paesaggio,

CEE del 2

Europeo sui

► D.G.R. 20/03/2007, n. 316: “Regolamentdella Rete Escursionistica Pugliese”;

► D.G.R. 19 settembre 2006, n. 1388: Decreto legislativo 18 febbraio 2005, “

n. 59. Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. Individuazione della “Autorità competente”. Attivazione delle procedure tecnico-amministrative connesse.

► Legge Regionale N. 23 DEL 01-08-2006: “Norme regionali per lapromozione degli acquisti pubblici ecologici e per l’introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche.

LEGGE 29 gennaio 1992, n►

di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica. (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale italiana n. 40 del 18 febbraio 1992).

► Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.Lgs n. 42 del 22-01-2004.

► LEGGE 16 marzo 2001, n. 108 - Ratifica ed esesull'accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale, con due allegati, fatta ad Aarhus il 25 giugno 1998.

► LEGGE n. 120 del 1° giugno 2002 “Ratifica ed protocollo di Kyoto”

► D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”

► D.Lgs. 152 dell’11 maggio 1999 “Disposizioni sulla tutela de e acque dall’inquinamento e recepimento della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque

dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”.

► LEGGE n. 183 del 18 maggio 1989 Norme per il riassetto organizzativo

e funzionale della difesa del suolo”. ►

adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000.

► Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, sottoscritta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, e ratificata dall’Italia il 14 febbraio 1994 con Legge n.124.

► Direttiva Uccelli 79/409/aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

► Direttiva Habitat 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatica;

► Secondo Programma Cambiamenti Climatici (ECCP II), con particolare riferimento alle attività del gruppo di lavoro “Impatti e adattamento”, che ha prodotto i due report seguenti (reperibili all’URL: http://ec.europa.eu/environment/climat/eccp_impacts.htm)

► Regional planning, built

planning and

► Conven i

environment, public and energy infrastructure, Structural funds: Final report;

► Urban construction: Final report.

zione quadro delle NazionUnite sui cambiamenti climatici e Protocollo di Kyoto (http://unfccc.int/2860.php).

► Direttiva 2008/50/CE “Qualità dell'aria

e Comunità Europee

“Libro bianco: La politica europea

ambiente e per un'aria più pulita in Europa”.

► Commissione dell“Libro verde sull’efficienza energetica: fare di più con meno” COM(2005) 265 del 22 giugno 2005.

► Commissione delle Comunità Europee

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o una nuova

te la

li effetti di

dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte”, COM(2001) 370, settembre 2001

► Commissione delle Comunità Europee “Libro verde – Verscultura della mobilità urbana”, COM(2007) 551 del 25/9/2007.

► Direttiva 97/11/CE che modifica la Direttiva 85/33/CEE concernenvalutazione d’impatto ambientale, e i relativi allegati;

► Direttiva 2001/42/CE “concernente la valutazione degdeterminati piani e programmi sull’ambiente”.

► D.M. 8 maggio 2003, n. 203 “Norme affinchè gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo”

► “Piano d’azione per la sostenibilita’ ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (ovvero piano nazionale d’azione sul green public procurement - PAN GPP)”, approvato con Decreto Interministeriale (Ambiente/Economia e Finanze/Sviluppo economico) 135/2008.

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PARTE II: STATO DELL’AMBIENTE AD ADELFIA

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3 INQUADRAMENTO TERRITORIALE DI ADELFIAi

3.1 Popolazione 3.2 Territorio e paesaggio

Il Comune di Adelfia si estende su una superficie territoriale di 29,73 Kmq, confina con i comuni di Acquaviva delle Fonti, Bari, Bitritto, Casamassima, Cassano delle Murge, Sannicandro di Bari, e Valenzano – comuni pertinenti all’Area Metropoli Terra di Bari –, dista 13km da Bari città ed ha una densità abitativa di 572 abitanti/Kmq.

La superficie del territorio di Adelfa si presenta principalmente pianeggiante, con quote che tendono ad innalzarsi leggermente man mano che si procede da nord verso sud, variando tra i 109 e i 231 m. s.l.m. Il suolo è coperto prevalentemente da coltivazioni a vigneti di uva da tavola. La posizione ed il ruolo di Adelfia nel territorio provinciale di Bari sono rappresentati in Fig. 3.1 secondo la rappresentazione/interpretazione operata per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bari (PTCP).

La popolazione residente al 1 gennaio 2006 è di 17.020 abitanti (di cui il 51,9% donne) cioè l’1,8% di tutta la popolazione dell’Area “Metropoli Terra di Bari”. Dal 1993 al 2006, si è registrato un incremento di popolazione pari all’11,6%.

Figura 3.1: assetto territoriale e relazioni fra i centri urbani nella Provincia di Bari. Adelfia è racchiusa in una circonferenza tratteggiata in nero. Fonte: Conclusioni Propositive per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bari, capitolo 2 “Sistema insediativo e del territorio aperto” (http://s2ew.provincia.ba.it/provinciaba/s2magazine/index1.jsp?idPagina=1154).

La maggior parte del centro abitato del comune di Adelfia poggia su terreni affioranti formati da depositi calcarenitici conosciuti come "Tufi delle Murge".

Il territorio di Adelfia è solcato da quattro lame principali, a sviluppo più o meno rettilineo in direzione nord-sud: la lama “Baronale”, la lama “Montrone-Valenzano”, la lama “Cimitero Montrone”, la lama “S. Leo”.

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

3.3 Assetto idrogeologico

I due centri di Montrone e Canneto sono separati tra loro dal Torrente Montrone, affluente di monte del Torrente Valenzano, che ad oggi si presenta come area degradata e di marginalità del tessuto urbano della città. L’Amministrazione, nell’intento di riqualificare l’area e superare il doppio effetto di cesura del tessuto urbano operato da un lato dalla lama stessa, dall’altro dall’attraversamento della linea ferroviaria Adelfia-Putignano (attualmente basato su un’intersezione a raso servita da un passaggio a livello), ha promosso la redazione di progetti per l’interramento della linea ferroviaria e realizzazione di un centro mercatale con aree a verde attrezzate (piste ciclabili, parco giochi per bambini, aree sportive e attrezzature per piccolo ristoro) e aree da adibire a parcheggio, in posizione intermedia tra i due centri storici di Canneto e Montrone. I progetti prevedono un attraversamento del Torrente, la cui area è esclusivamente di proprietà comunale. Si renderebbe necessaria la rimodellazione di golena e savanella del torrente per evitare che l’area attrezzata subisca inondazioni, a seguito di eventi meteorici anche non particolarmente intensi. L’iter progettuale risulta attualmente fermo a causa della mancata espressione di tutti i pareri e autorizzazioni necessari, e si registra anche il sequestro di uno dei lotti ad opera della magistratura.

3.4 Patrimonio culturale

Il comune di Adelfia è nato nel corso del XX secolo dall’unione di due comuni contigui, Canneto e Montrone, che per volontà "popolare" e giusto Regio Decreto del 29.09.1927 si costituirono come unico comune. Il patrimonio architettonico e artistico-culturale dell'attuale Adelfia può vantare una singolare "duplicità"; a

cominciare dall'esistenza di due diversi centri storici, sorti vicini e svilupparsi nel medesimo periodo (attorno all'anno Mille), ma rimasti, fino agli inizi del nostro secolo, entità separate, ciascuno con propri palazzi nobiliari, con propria sede amministrativa, con proprie tradizioni religiose, con proprie chiese e Santi protettori. Le principali testimonianze storico/architettoniche sono: il Castello Marchesale, la Torre Normanna E la Chiesa Matrice. Il territorio comunale è anche interessato dal tracciato storico del Tratturo Cassano delle Murge-Canneto, parte dell’imponente sistema delle vie della transumanza.

3.5 Economia

La comunità locale, nel 2004, ha prodotto un valore aggiunto totale pari a poco meno di 100 milioni di euro, dovuti per circa i tre quarti al terziario, mentre il restante quarto proviene principalmente dal settore industriale (20%) ed in piccola percentuale dal comparto agricolo (6,4%). Gli occupati presenti nel comune di Adelfia nel 2005 rappresentano il 23,4% della popolazione totale residente. Dei circa 4.000 occupati in totale, quasi 3.000 risultano occupati nel settore terziario mentre i restanti si dividono fra settore industriale (circa 600) e terziario (circa 400). Esiste una forte presenza di Imprese Artigiane a conduzione familiare nel settore delle costruzioni e manifatturiero, ma l’economia di Adelfia è principalmente incentrata sullo sfruttamento agricolo del territorio. In particolare la produzione di “uva regina” assume un ruolo primario; ne consegue un fiorente sviluppo delle attività commerciali e di quelle industriali per l'imballaggio. Un ruolo di rilevo ha anche la produzione di vino primitivo di alta gradazione (secco-dolce) che non viene imbottigliato ma venduto sfuso (in bottiglie da 1 litro e in damigiane da litri 5) da produttori privati.

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Non è presente la grande distribuzione, né una vocazione turistica, e le attività commerciali sono prevalentemente a conduzione familiare.

3.6 Politiche sociali

Adelfia ha attivato il Piano Sociale di Zona insieme a Capurso, Cellamare, Valenzano e Triggiano che è Comune Capofila dell’ambito territoriale n° 5. Le aree di intervento sono state così individuate: 1) Responsabilita’ familiari; 2) Minori; 3) Anziani; 4) Disabili; 5) Dipendenze; 6) Salute Mentale; 7) Contrasto alla poverta’. L'attivazione del processo di definizione del Piano di Zona del distretto n.5 A.U.S.L. BA/4, ha fatto emergere necessità di interventi strutturali nel "Welfare" locale, anche se le politiche sociali del territorio hanno già subito una certa evoluzione. Infatti, seppur con forti disomogeneità e differenze, i Comuni del distretto hanno cercato di dare risposta ai servizi di sostegno alle famiglie e ai cittadini in difficoltà, attraverso programmi su aree di disagio acuto e per segmenti di popolazione, e collaborazioni con le Istituzioni e le organizzazioni del privato sociale.

La popolazione minorile è maggiormente presente nel Comune di Cellamare, mentre quella anziana è più consistente nei Comuni di Adelfia e Triggiano. Si riscontra un problema irrisolto di co-gestione dei servizi con il Comune di Bari data la vicinanza geografica tra Comuni e capoluogo. L’ambito paga infatti lo scotto di un rapporto asimmetrico tra la città e la sua area metropolitana che genera attrazione verso il centro di risorse e mano d’opera dal territorio, sul quale risultano però diffuse tutte le problematiche sociali citate in precedenza.

i Il testo di questa sezione è tratto in larga parte da una sintesi elaborata dallo staff del Piano Strategico “Metropoli Terra di Bari” e pubblicata all’indirizzo: http://www.ba2015.org/portal/page/portal/pianostrategico/04%20-%20Comuni/Adelfia.

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

4 TEMI AMBIENTALI

4.1 Clima

I fattori climatici il cui approfondimento appare più utile sono l’andamento termometrico, i venti (anche in riferimento a fenomeni di inquinamento atmosferico), le precipitazioni (importanti ai fini della gestione del ciclo delle acque e del rischio idrogeologico), e la radiazione solare (per il benessere degli ambienti indoor e la diffusione di impianti fotovoltaici). La climatologia dell’area di Bari, nel cui ambito ricade il territorio comunale di Adelfia, risulta ampiamente conosciuta a seguito della presenza in zona, ormai da alcuni decenni, di stazioni meteorologiche fra le quali assume particolare importanza, per vicinanza al sito in esame, quella sita presso l’aeroporto di Bari-Palese Macchie. I dati raccolti presso la Stazione Meteorologica dell’Aeronautica Militare n. 270 Bari Palese-Macchie (Lat. 41°08’ N – 16°47’ E) – Alt. 49 m s.l.m. si riferiscono a serie storiche del periodo 1951-1991.

4.1.1 Ventosità

Nella Fig. 4.1 vengono riportate sotto forma di anemogrammi le distribuzioni in millesimi delle frequenze su base annuale relative alla direzione ed alla velocità del vento misurate ed elaborate dalla Stazione Meteorologica di Bari Palese e relative al periodo 1951-1991. Mediamente, nel corso dell’anno, i venti provenienti da W (ponente) e da SW (libeccio) siano quelli che

presentano sia la maggior frequenza che le maggiori classi di velocità risultando in definitiva i venti dominanti. Inoltre si può considerare come anche il vento di NW (maestrale) risulti discretamente rappresentato con classi di velocità medio-alte (8-12 e 13-23 nodi). In generale, i venti provenienti dal III e IV quadrante dominano il regime anemologico del sito con oltre il 525‰ delle rilevazioni. In debita considerazione vanno inoltre tenuti rispettivamente il vento proveniente da N (tramontana) per il quale si osserva una frequenza annuale media pari al 94‰ delle rilevazioni con velocità comprese più frequentemente nelle classi medie (5-7 e 8-12 nodi), nonché il vento proveniente da S (ostro) per il quale si osserva una frequenza annuale media pari al 95‰ delle rilevazioni con velocità comprese comunque nelle stesse classi medie. La frequenza delle giornate di calma di vento risulta poco elevata per questo sito e si aggira mediamente intorno al 195‰ delle rilevazioni annuali, evidenziando un regime anemologico generalmente sostenuto e pertanto idoneo alla dispersione ed allontanamento degli inquinanti immessi nell’atmosfera. Inoltre, il regime anemologico medio annuo, evidenziando come dominanti, in termini di frequenza, i venti di ponente (W) e di libeccio (SW), indica uno spostamento delle masse d’aria, e di conseguenza l’allontanamento degli inquinanti aeriformi, verso E e NE.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 07/05/2009 

Figura 4.1: Anemogramma annuale relativo alla Stazione meteorologica di Bari Palese (49 m s.l.m.), basato sulla distribuzione delle frequenze (‰) annuali nelle varie classi di velocità (in nodi) dei venti a Bari Palese (49 m s.l.m.). N. tot. Osserv. = 117332 (1951-1991)..

4.1.2 Piovosità

L’andamento della piovosità nell’area è stato analizzato mediante l’analisi di serie storiche statisticamente significative, al fine di “quantificare” l’incidenza delle precipitazioni. L’analisi dei dati pluviometrici ha riguardato tanto la quantità di pioggia (in mm) che la durata degli eventi (giorni di pioggia rilevati dalla stazione meteorologica di Bari Osservatorio - 12 m s.l.m.), a partire dal 1951, sino al 2000, per un periodo complessivo di 50 anni consecutivi. Tali dati sono stati raccolti consultando gli Annali Idrologici, parte I, dell’Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari. Per lo stesso periodo, inoltre, sono stati esaminati i dati relativi alle precipitazioni di massima intensità oraria

(1-3-6-12-24 ore) e quelli relativi a più giorni (1÷5) di pioggia consecutivi. L’analisi dei dati e delle relative elaborazioni statistiche, evidenziano quanto segue: 1. il mese che in media durante l’anno

presenta il maggior quantitativo di pioggia nel territorio è il mese di novembre (66,6 mm), seguito dai mesi di ottobre (60,8 mm) e dicembre (57,9 mm);

2. il mese che mediamente nell’anno presenta il maggior numero di giorni piovosi è dicembre (7,9 gg.), seguito da novembre e gennaio (7,8 gg.) ed infine dal mese di marzo (7 gg.);

3. il mese che in media presenta il minimo di piovosità nell’anno, espresso come millimetri di pioggia, è il mese di luglio (21,2 mm in 2,7 gg.), seguito da giugno (25,8 mm in 3,4

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gg.) ed infine agosto (28,4 mm in 2,5 gg.);

4. su mezzo secolo di osservazioni, si rileva che il livello medio annuo delle precipitazioni è pari a 529,2 mm con circa 66 giorni di pioggia per anno.

I valori medi di pioggia caduta in un anno vanno da un minimo di 262 mm ad un massimo di 753 mm di pioggia e variano tra un minimo di 49 e ed un massimo di 83 giorni di precipitazioni all’anno. Nella Fig. 4.2 sono stati raffigurati i valori medi mensili di piovosità

rispettivamente espressi come millimetri di pioggia e come numero di giorni piovosi, evidenziandone graficamente l’andamento medio nel corso dell’anno.

Figura 4.2: Andamento medio annuale (1951-1991) della piovosità nella stazione meteorologica di Bari.

Prendendo in considerazione i dati relativi alle precipitazioni di massima intensità e alle precipitazioni intense registrate nella stazione meteorologica di Adelfia per intervalli di 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive, si ha così modo di rilevare come, per il periodo considerato (1960-1996), le precipitazioni di massima intensità registrate in più ore consecutive abbiano fatto rilevare valori massimi pari a 64 mm nella prima ora (1966), a 91,2 mm nelle prime 3 ore consecutive (1987), a 91,6 mm per le prime 6 ore (sempre nel

1987), ed infine a 201,0 mm per le prime 24 ore consecutive (sempre nel 1987). Elaborando i dati pluviometrici forniti dalla stazione meteorologica di Bari nel periodo 1960-1996, è possibile determinare le diverse curve di possibilità pluviometrica per tempi di ritorno pari a 5, 10, 20, 30, 50, 100, 200 e 500 anni, così come riportati nel grafico di Fig. 4.3 (fonte dati Indagine morfologica, geologica, idrogeologica e sismica del territorio comunale di supporto al PUG di Adelfia).

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Figura 4.3: Curve di probabilità relative alla stazione pluviometrica di Bari estrapolate per tempi di ritorno di 5, 10, 20, 30, 50, 100, 200 e 500 anni.

4.1.3 Temperatura

I dati di temperatura sono stati rilevati consultando gli Annali Idrologici, parte I, dell’Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari e relativi alla stazione meteorologica di Bari Osservatorio (12 m s.l.m.) per il periodo 1926-2000. I valori medi mensili di temperatura (espressi in °C), le temperature medie massime e minime registrate, le temperature massime e minime assolute registrate per lo stesso periodo dalla stessa stazione

meteorologica sono stati inclusi nel grafico mostrato in Fig. 4.4 per evidenziarne l’andamento nel corso dell’anno. Esaminando i suddetti elaborati, si osserva come il valore medio della temperatura annua si aggiri intorno ai 16,7°C, con valori medi minimi compresi fra 6-8°C registrabili nel periodo da dicembre a marzo e valori medi massimi di poco superori ai 28°C rilevabili in pieno periodo estivo (luglio e agosto).

Figura 4.4: Andamenti annuali (1926-2000) delle temperature medie e valori assoluti registrati nella stazione meteorologica di Bari Osservatorio (12 m s.l.m.).

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Un’analisi più approfondita permette di individuare, inoltre, come le temperature minime assolute possano eccezionalmente scendere al di sotto degli 0°C sia in pieno inverno sia all’inizio della primavera (periodo dicembre-

aprile) con un valore minimo assoluto di -5°C registrato a febbraio del 1929. Anche all’inizio della primavera (marzo, aprile) sono comunque rilevabili episodi di abbassamento della temperatura al di sotto o molto prossimi a 0°C.

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In piena estate (giugno, luglio e agosto) sono state registrate temperature massime assolute superiori ai 40°C. La temperatura massima assoluta è stata registrata a luglio del 1998 (44,3°C), mentre ad agosto del 1994 la massima temperatura registrata per il periodo considerato è stata di 43,2°C.

4.1.4 Radiazione solare

La radiazione solare, risulta in media abbastanza intensa su tutta la regione con valori che oscillano tra i 5648 MJ/m2 nella stazione di Lecce ai 5468 MJ/ m2 nella stazione di Foggia con un profilo medio giornaliero annuo mostrato in Fig. 4.5 da dove si vede che in media i mesi a radiazione più intensa sono giugno e luglio.

Figura 4.5: profilo della radiazione solare giornaliera media mensile (adattato a partire dal Piano Regionale di Qualità dell’Aria).

I dati reperibili on-line sull’Archivio Climatico sviluppato dall’ENEA nell’ambito del progetto di Atlante Italiano della Radiazione Solare, posizionano la stima per Adelfia (5600 MJ/m2) in una condizione intermedia fra i suddetti dati sperimentali.

4.1.5 Indici Climatici

I dati di temperatura (T) e di piovosità (P) relativi alla stazione meteorologica esaminata sono stati correlati per il periodo 1951-2000 tramite l’elaborazione dell’indice di aridità di De Martonne (I) espresso dalla seguente formula: I= P/T+10. Un incremento di tale indice evidenzia periodi di maggiore piovosità e/o minore temperatura mentre l’opposto si ottiene in caso di diminuzione della piovosità e/o

incremento della temperatura. I risultati di tali analisi, illustrati in Fig. 4.6, evidenziano, per la stazione di Bari (1951÷2000), come l’indice di aridità sia caratterizzato da oscillazioni, nell’arco del cinquantennio considerato, comprese fra 10 e 29 con un valore medio intorno a 20. Tale stima indica un regime di aridità, quindi, a cavallo tra il semiarido ed il subumido. In generale, comunque, l’andamento in lieve discesa della retta di regressione calcolata graficamente rispetto all’asse cronologico (asse delle ascisse), indica una certa tendenza dell’indice di aridità ad assumere valori sempre più bassi con il passare del tempo. In conclusione, quindi, l’analisi dell’indice di De Martonne ha evidenziato una graduale ma significativa tendenza all’aridità del territorio in esame. Maggiormente significative risultano essere, inoltre, le variazioni fra i periodi

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annuali, evidenziando una «infedeltà» termopluviometrica caratteristica nel

breve periodo e tipica delle aree meridionali del bacino Mediterraneo.

Figura 4.6: Andamento dell'indice di aridità di De Martonne e relativa retta di tendenza nel tempo

Nella valutazione del bilancio idrico

sintetizzata

borato permette i

Nella Fig. 4.7 è stato realizzato il

ramma in

nto concerne i periodi i

(1951-2000), calcolati per la stazione meteorologica di Bari Osservatorio (12m s.l.m.). Legenda tipi climatici secondo De Martonne: arido estremo (0-5); arido (5-15); semiarido (15-20); subumido (20-30); umido (30-60); perumido (>60).

che interessa un’area è importante mettere in relazione la quantità di precipitazioni con l’andamento della temperatura atmosferica. Tale analisi può esseregraficamente mediante il diagramma termopluviometrico di Bagnouls-Gaussen che riporta in ascissa i vari mesi e sulle ordinate, a sinistra la scala delle temperature e a destra le precipitazioni in scala doppia secondo la relazione: 1°C = 2 mm di pioggia. Il diagramma così elad visualizzare immediatamente il cosiddetto periodo di siccità dell’anno che ha inizio quando la curva delle precipitazioni scende al di sotto della curva delle temperature e termina quando l’andamento si inverte individuando così il “periodo di surplus idrico”.

diagramma termopluviometrico relativo alla stazione di Bari Osservatorio elaborato mediante i valori medi mensili di temperatura e piovosità ricavati dall’analisi statistica delle serie storiche esaminate in precedenza. Esaminando il diagquestione, si può rilevare come il periodo di “deficit” idrico per l’area in esame abbia inizio tra aprile e maggio per terminare quasi a settembre, con un momento di massima siccità attribuibile al mese di luglio. Infine, per quad “surplus” idrico, si può osservare come questi siano particolarmente evidenti nei mesi autunnali e invernali, confermando in tal modo quanto già esposto in precedenza a proposito dei periodi legati ai fenomeni di maggiore piovosità.

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Figura 4.7: Grafico termopluviometrico di Bagnouls-Gaussen calcolato per le stazione meteorologica di Bari Osservatorio (12 m s.l.m.).

4.1.5 Quadro normativo e di programmazione per il clima

L’apparato normativo e programmatico che si va consolidando ai diversi livelli amministrativi e legislativi, offre numerosi spunti per inquadrare le molteplici interazioni tra pianificazione territoriale e aspetti climatici: ► Legge Regionale 10 giugno 2008,

n.13: “Norme per l'abitare sostenibile”.

► Legge Regionale 23 novembre 2005, n. 15: “Misure urgenti per il contenimento dell’inquinamento luminoso e per il risparmio energetico” e relativo regolamento attuativo (Regolamento Regionale 22 agosto 2006, n. 13).

► LEGGE n. 120 del 1° giugno 2002 “Ratifica ed esecuzione del protocollo di Kyoto”

► Secondo Programma Europeo sui Cambiamenti Climatici (ECCP II), con particolare riferimento alle attività del gruppo di lavoro “Impatti e adattamento”, che ha prodotto i due report seguenti (reperibili all’URL: http://ec.europa.eu/environment/climat/eccp_impacts.

► Regional planning, built environment, public and energy infrastructure, Structural funds: Final report;

► Urban planning and construction: Final report.

► Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e Protocollo di Kyoto (http://unfccc.int/2860.php).

4.1.6 Interazioni fra la scala locale e globale

L’attenzione per gli aspetti climatologici all’interno dell’attività di pianificazione urbana costituisce un classico esempio di quella interazione fra dinamiche globali e fenomeni locali che caratterizza i sistemi socio-ecologici. Da un lato, l’integrazione delle politiche di prevenzione e mitigazione del contributo derivante dalle attività antropiche ai cambiamenti climatici appare necessaria in un settore che genera impatti sia direttamente (attraverso la domanda di materiali ed energia nell’intero ciclo di vita dell’ambiente costruito, nonché il consumo di suolo che interferisce con i htm)

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processi omeostatici naturali all’interfaccia fra geosfera ed atmosfera) sia indirettamente, influenzando la maggior parte delle attività socio-economiche (ed in particolare la mobilità e i trasporti). D’altro canto, il probabile ritardo fra l’efficacia (presunta) delle suddette risposte sociali e i potenziali effetti dei cambiamenti in atto, impone un rapido adattamento per garantire condizioni di sicurezza e benessere agli insediamenti umani e al territorio nel suo complesso.

4.1.7 Fonti

Questa sezione è basata su un testo analogo sviluppato per il Rapporto Ambientale al PUG di Valenzano, a sua volta adattato a partire dallo “Studio di Impatto Ambientale di supporto al PUG

di Valenzano”, redatto ad Aprile del 2006 ai sensi della L.R. 11/2001. Altre fonti includono le seguenti: Indagine morfologica, geologica,

idrogeologica e sismica del territorio comunale di supporto al PUG di Adelfia (marzo 2007)

Annali Idrologici, parte I, dell’Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari.

Ente per le Nuove Tecnologie l’Energia e l’Ambiente (ENEA): Archivio Climatico (http://clisun.casaccia.enea.it/Pagine/Index.htm).

Ente per le Nuove Tecnologie l’Energia e l’Ambiente (ENEA): Atlante Italiano della Radiazione Solare (http://www.solaritaly.enea.it/index.php).

ARPA Puglia – “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2007”.

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4.2 Qualità dell’Aria

La qualità dell’aria rappresenta oramai da alcuni decenni uno dei temi ambientali più dibattuti sia sul piano scientifico che su quello sociale, a causa della sua stretta e ampiamente dimostrata correlazione con la salute umana. In effetti, già con il D.P.R. n. 203 del 24/05/88 si prevedeva un controllo ed un monitoraggio continuo della qualità dell’aria dei centri urbani, ed è ormai prassi consolidata l’adozione di misure mitigative e restrittive (in particolar modo del traffico veicolare) finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria. Combustioni da riscaldamento, emissioni industriali e traffico urbano si rivelano in generale i fattori di pressione più significativi. La Puglia è la regione italiana in cui il singolo abitante è sottoposto alla maggiore emissione in atmosfera di CO2 con un valore pari a circa 14,3 tonnellate l’anno per abitante (fonte dati ARPA Puglia – RSA 2007), mentre il dato dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfera risulta addirittura superiore, pari a 17,2 tonnellate/anno per abitante. Dal confronto con le altre realtà regionali italiane emerge, per di più, che le emissioni di CO2 prodotte in Puglia, e originate prevalentemente dalle attività economiche e produttive, producono meno ricchezza rispetto a tutte le altre regioni d’Italia. La valutazione della qualità dell’aria per mettere in atto opportune politiche di protezione ambientale deve necessariamente poggiarsi sulla conoscenza della specifica situazione locale. Purtroppo, nel caso di Adelfia non sono disponibili dati derivanti da una rete di monitoraggio ad attività continuativa, ma si può fare riferimento al Piano Regionale di Qualità dell’Aria (PRQA) che “contiene tutte le informazioni inerenti lo stato della componente ambientale Aria nella Regione Puglia che oggi è possibile

ottenere con i diversi strumenti d’indagine (reti di qualità dell’aria, inventari delle emissioni, simulazioni modellistiche)” e che promette di garantire “un livello di conoscenza dei fenomeni di inquinamento atmosferico del territorio mai raggiunto finora”. In sintesi, il PRQA si pone come obiettivo principale l’abbattimento delle concentrazioni di quegli inquinanti (PM10, NO2, ozono) per i quali nel periodo di riferimento sono stati registrati superamenti, mettendo in atto misure di risanamento fino a conseguire il rispetto dei limiti di legge. Le risorse economiche disponibili sono state concentrate su quattro linee di intervento generali: 1. miglioramento della mobilità nelle

aree urbane; 2. riduzione delle emissioni da impianti

industriali; 3. sviluppo delle politiche di educazione

e comunicazione ambientale; 4. interventi per l’edilizia 5. prescrizioni per la mobilità urbana e

l’educazione ambientale. Parallelamente, il territorio regionale è stato suddiviso in 4 zone in funzione della tipologia di emissione a cui sono soggetti i comuni e delle conseguenti diverse misure di risanamento da applicare: ZONA A: comprendente i comuni in cui la principale sorgente di inquinanti in atmosfera è rappresentata dal traffico veicolare; ZONA B: comprendente i comuni sul cui territorio ricadono impianti industriali soggetti alla normativa IPPC; ZONA C: comprendente i comuni con superamenti dei valore limite a causa di emissioni da traffico veicolare e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla normativa IPPC. ZONA D: comprendente tutti i comuni che non mostrano situazioni di criticità. Poiché si è ritenuto che non presentasse alcuna criticità di rilievo, il

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comune di Adelfia è stato inserito nella Zona D, per la quale sono previste unicamente gli interventi per l’edilizia, solo in una seconda fase e compatibilmente con le risorse disponibili. Va tuttavia rilevato che, dato il carattere puntuale e territorialmente disomogeneo delle rilevazioni con stazioni fisse, tale classificazione è basata su simulazioni modellistiche dei livelli di concentrazione in atmosfera, effettuate a partire da una stima delle emissioni inquinanti (attraverso la metodologia CORINAIR) e dai dati di qualità dell’aria rilevati dalle reti di monitoraggio. Un primo tentativo di caratterizzazione della componente aria nel territorio di Adelfia è stato realizzato grazie ad una campagna di monitoraggio svolta nel 2003 nell’ambito di un processo di Agenda 21 locale intercomunale che ha

interessato Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. I siti di campionamento ed i relativi flussi di traffico registrati sono riportati in Tab. 4.1. Dall’esame dei risultati della campagna risulta che in alcune postazioni i valori superano i livelli ammessi dalle normative (vedi Tab. 4.2). Nel centro urbano di Adelfia, le situazioni più critiche sono state riscontrate in piazza Roma e via Valenzano, anche se alcuni valori risultano superiori ai livelli di attenzione anche per via Risorgimento, in particolare per quanto riguarda la concentrazione atmosferica degli Idrocarburi Aromatici (Benzene, Toluene e Xilene), delle Polveri e degli Ossidi di Azoto.

Siti di campionamento Periodi di campionamento

1: Piazza Trieste 2: Via Risorgimento

3: Piazza Roma 4: Via Valenzano

1° periodo: dal 07.02.03 al 17.02.03 2° periodo: dal 18.02.03

al 13.03.03 3° periodo: dal 14.03.03 al 10.04.03

Post. Periodo

monitorato Tot.

Veic. Autovett.

N°/h Ciclomot

N°/h Motocicli

N°/h M.Pesanti

N°/h M.legg.

N°/h Autobus

N°/h 1 (1°) 183 161 9 3 4 6 0 (2°) 198 164 12 5 4 13 0 (3°) 192 172 7 3 4 6 0 2 (1°) 381 312 22 31 8 5 3 (2°) 678 570 60 13 5 27 3 (3°) 785 676 52 18 5 30 4 3 (1°) 876 768 18 33 18 31 8 (2°) 962 838 30 38 22 27 7 (3°) 976 868 18 33 18 31 8 4 (1°) 531 423 69 11 11 5 12 (2°) 685 572 62 15 10 18 8 (3°) 681 573 69 11 11 5 12

Tabella 4.1: siti di campionamento e flussi di traffico registrati durante la campagna di monitoraggio per Agenda21 locale nel 2003.

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N° Post

Periodo CO mg/m3

CO2 mg/m3

BTX μg/m3

Benzene μg/m3

Toluene μg/m3

Xilene μg/m3

Polveri μg/m3

Piombo μg/m3

NOx μg/m3

Tot. Veic

.

1 (1°) 0.95 1.19 4,6 0.3 2,1 2,2 85 0,2 95 183 (2°) 1.10 1.38 5.2 1.1 2.2 1.9 88 0.1 98 198 (3°) 1 1.26 4.8 1.1 1.8 1.9 99 0.1 95 192 2 (1°) 1.95 2.44 8,7 1,2 4,2 3,3 160 0,4 185 381 (2°) 2.58 3.24 11.3 2.7 4.8 3.8 175 0.3 205 678 (3°) 2.05 2.57 9.1 1.8 4.1 3.2 170 0.3 195 785 3 (1°) 2.70 3.39 11,8 2,5 4,8 4,5 190 0,65 225 876 (2°) 2.95 3.70 12.8 3.8 4.6 4.4 198 0.5 225 962 (3°) 2.66 3.26 11.6 2.3 4.8 4.5 197 0.4 228 976 4 (1°) 2.36 2.96 10,4 1.8 4,9 3,7 165 0,5 210 531 (2°) 2.71 3.41 11.8 3.2 4.9 3.7 175 0.4 215 685 (3°) 2.29 2.8 10.1 1.5 3.7 3.9 165 0.3 210 681

Livelli di attenzione: Polveri: 150 μg/m3

Piombo: 2 μg/m3

B.T.X.: 10 μg/m3

NOx : 200 μg/m3

Monossido di carbonio: 15 mg/m3/h Diossido di carbonio 32 mg/m3/h

Tabella 4.2: Tabella dati della campagna 2003 di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico ad Adelfia (evidenziati in giallo i dati superiori alla soglia dei livelli di attenzione).

4.2.2 Quadro normativo e di programmazione per la qualità dell’’aria

Il principale strumento di pianificazione di livello sovraordinato è il Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) della Regione Puglia, finalizzato al monitoraggio della qualità dell’aria nel territorio regionale e alla pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con livelli di concentrazione degli inquinanti superiori al valore limite. In tale Piano sono altresì riportati una serie di dati ed indirizzi di indubbio interesse al fine di rendere la pianificazione territoriale più attenta al miglioramento della qualità dell’aria.

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Si riportano di seguito i principali riferimenti normativi a livello europeo, nazionale e regionale: ► Piano Regionale della Qualità

dell’Aria, redatto ai sensi del D. M. 261/02 “Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9

del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351”..

► D. Lgs. 59/05, che ha abrogato e sostituito il D. Lgs. 372/99 di primo parziale recepimento, per dare completa attuazione alla Direttiva Europea 96/61/CE così come modificata dalle direttive 2003/35/CE e 2003/87/CE.

► D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale - Stralcio - Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”, testo consolidato disponibile presso il sito ReteAmbiente/Normativa/Aria/Normativa vigente: http://www.reteambiente.it/ra/normativa/aria/2097_Dlgs152_06_vige.htm

► Direttiva 2008/50/CE “Qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa”.

4.2.3 La qualità dell’aria nei meccanismi attuativi

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Pur assegnando loro un ruolo marginale, il PRQA prevede delle misure che interessano l’edilizia e che pertanto potrebbero essere integrate nei meccanismi che regolano le fasi attuative del PUG (Norme Tecniche di Attuazione e Regolamento Edilizio). Il PRQA promuove i sistemi capaci di degradare gli inquinanti atmosferici al fine di aumentare le capacità auto-depurative dell’ambiente urbano (richiamati nel Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 1 aprile 2004 - Linee guida per l’utilizzo dei sistemi innovativi nelle Valutazioni di Impatto Ambientale. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2004). A titolo di esempio, una misura di risanamento programmabile consisterebbe nell’introduzione di percentuali di riferimento per l’uso di determinati materiali (malte, pavimentazioni, pitture, intonaci e rivestimenti), contenenti sostanze fotocatalitiche con Biossido di Titanio (TiO2) per la riduzione di ossidi di azoto NOX, VOC e altri inquinanti atmosferici.

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=416)

Altri accorgimenti che il PUG potrebbe riproporsi di promuovere nella pratica edilizia sono: l’isolamento termico dei solai, dei pavimenti e delle pareti che confinano con zone esterne non riscaldate; l’utilizzo di serramenti adeguati come finestre con doppi o tripli vetri per non dissipare il gradiente di energia termica interno/esterno ottenuto attraverso il riscaldamento o il condizionamento; la coibentazione delle tubazioni degli impianti di riscaldamento o di condizionamento; un corretto orientamento degli edifici rispetto al sole, e lo sfruttamento dell’energia solare passiva tramite vetrate rivolte a Sud e schermabili in estate.

4.2.4 Interazioni della qualità dell’aria con altri temi ambientali

Notevoli le interazioni con il clima: la radiazione solare, ad esempio, è un fattore essenziale nella formazione dell’ozono troposferico e dello smog fotochimico. Per quanto riguarda gli altri temi trattati in questo rapporto ambientale, di sicuro interesse le relazioni con il sistema della mobilità e quello produttivo, nonché con la naturalità e le attività agricole.

4.2.5 Monitoraggio degli effetti del PUG sulla qualità dell’aria

La Rete Regionale di Qualità dell’Aria non prevede neanche a seguito delle ricollocazioni proposte dal PRQA una stazione nel territorio di Adelfia. Sarebbe comunque auspicabile la realizzazione di campagne locali, anche attraverso l’impiego dei laboratori mobili in dotazione all’ARPA Puglia, per garantire un controllo diretto dei principali inquinanti atmosferici (Ossidi di Azoto-NOx; Idrocarburi Aromatici-Benzene, Toluene, Xilene; Monossido di Carbonio-CO; Anidride Solforosa-SO2; Piombo-Pb; Particolato atmosferico di diametro uguale o inferiore a 10 µm-PM10; Ozono troposferico-O3).

4.2.6 Fonti

Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2003 di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. (Agenda 21 locale – POR PUGLIA 2000-2006 – MISURA 5.2 – AZIONE 1).

Regione Puglia: Piano Regionale di Qualità dell’Aria, (reperibile attraverso il Portale Ambientale della Regione Puglia: http://151.2.170.110/ecologia/default.asp?Id

ARPA Puglia – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2007.

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4.3 Ciclo delle Acque

4.3.1 Stato del ciclo delle acque ad Adelfia

I dati a disposizione, tratti in particolare dallo studio “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” prodotto dalla Regione Puglia e dalla RSA 2003, permettono di avere un quadro conoscitivo abbastanza completo. Dai dati a disposizione è possibile evidenziare gli aspetti seguenti:

Sufficiente qualità e quantità degli acquiferi sotterranei (fonte dati POP 1994 – 1999 Banca Dati Tossicologica) rientranti nell’acquifero della Murgia, ovvero media vulnerabilità degli acquiferi alla possibilità che fluidi inquinanti idroportati raggiungano dalla superficie di campagna gli acquiferi saturi, riflettendo una situazione tra le migliori rispetto a quelle del Comuni contermini.

Sufficiente dotazione idrica pro-capite (compresa tra 150 e 300 l/ab*g) e perdite totali abbastanza elevate (comprese nella classe tra il 21 e il 40%), minori di quelle della maggior parte dei comuni dell’area metropolitana di Bari (fonte dati AQP); dati più specifici (fonte dati Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2003) indicano come, ad Adelfia, rispetto ad una dotazione pro-capite erogata pari a 180 litri/abitante giorno, la dotazione pro-capite effettivamente fatturata sia pari a 155 litri/abitante giorno, con una perdita pari a circa il 14% tra acqua erogata e consumo finale, valore comunque di gran lunga inferiore alla media dei Comuni limitrofi.

Buona distribuzione idrica sul territorio, con una popolazione servita rispetto al totale compresa nella fascia tra 0.98 e 1(fonte dati AQP).

Nessun dato disponibile circa gli scarichi e la depurazione delle acque reflue (considerata come portata effluente rispetto agli abitanti serviti) e circa l’abbattimento del carico inquinante (abbattimento del COD) (fonte dati AQP); Adelfia è servita dall’impianto di depurazione di Bari Est che scarica tramite una condotta sottomarina nel Mare Adriatico; l'impianto è dimensionato per un carico di 389.000 abitanti equivalenti, ma lavori in atto finalizzati al suo miglioramento funzionale dovrebbero portare il suo dimensionamento a 500.000 abitanti equivalenti (fonte dati Piano di Tutela delle Acque – Regione Puglia).

Mancanza di dati relativi al sistema di raccolta, trattamento e smaltimento delle acque meteoriche.

Mediocre qualità igienico – sanitaria della risorsa acqua, con alto tasso di incidenza (> 5/100000 abitanti) delle malattie del circuito fecale – orale (fonte dati Osservatorio Epidemiologico Regionale – dati riferiti all’anno 2003), in peggioramento rispetto ai dati degli anni precedenti (2000, 2001e 2002), in miglioramento rispetto ai dati 1999.

Alto livello di consumi idrici in agricoltura in virtù di un rapporto tra superficie irrigata e superficie agricola utilizzata (SAU), compreso nel range tra 40 e 100%, e di un alto numero di aziende con irrigazione ad aspersione sul totale, compreso nella classe tra 50 e 100%, (fonte dati ISTAT – V Censimento generale

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dell’Agricoltura), con un livello dei consumi tra i più alti nel contesto territoriale di riferimento.

Sensibile riduzione della superficie irrigata tra il 1991 e il 2000 (da 1.732 a 1.059 ettari, equivalente ad una riduzione di circa il 39%) (fonte dati Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia), pari a poco più del 35% della superficie territoriale complessiva.

Bassi consumi idrici industriali, coerenti con il numero di addetti nell’industria (fonte dati ISTAT – 8° Censimento dell’industria e dei servizi)

Sensibile incremento del prelievo idrico dalla falda ad uso potabile: pur in mancanza di dati disaggregati, il prelievo dalla falda

dell’unità idrogeologica della Murgia, in cui ricade il territorio di Adelfia, è passato dai 545 l/s del 1986 ai 1050 l/s del 2002 (con un picco di 1600 l/s nel 1990; successivamente al 2002 è stato deciso una ulteriore riduzione del prelievo dalla falda) (fonte dati Piano di Tutela delle Acque – Regione Puglia). Dagli studi del Piano di Tutela delle Acque – Regione Puglia emerge, inoltre, come l’area di Adelfia sia al limite dell’area in cui la risorsa acqua è sottoposta a stress ideologico (si veda la figura 4.8).

Molto bassa densità di pozzi, compreso nella classe tra 0,009 e 0,019 pozzi /ettaro (fonte dati Valutazione ex ante Ambientale – POR Puglia 2000 – 2006).

Figura 4.8: Aree in cui la risorsa acqua è sottoposta a stress ideologico (Fonte Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia).

In sintesi è quindi possibile affermare come, pur considerando che alcuni dati non sono attualmente disponibili, il

Comune di Adelfia, come altri 37 comuni pugliesi, possa considerarsi, sulla scorta dell’analisi parametrica di dati

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, un Comune a alta sensibilità ambientale relativamente alla

4.3.2 Quadro normativo e di

otterranei, nonché della

tamente vincolante per le

i “tutela

acque

elle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”.

sp?Id=319).

qualitativi e quantitativi e dalla loro sovrapposizione

risorsa acqua.

programmazione

Il principale strumento di pianificazione relativo alla risorsa “Acqua” è il Piano di Tutela delle Acque (adottato con Delibera di Giunta Regionale n. 883 del 19 giugno 2007), strumento prioritario per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi superficiali e stutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Il PTA si configura come strumento di pianificazione regionale e rappresenta un piano stralcio di settore del Piano di Bacino. Si tratta quindi come strumento sovraordinato di carattere regionale, le cui disposizioni hanno carattere immediaamministrazioni e gli enti, pubblici e privati. Il PTA introduce, il concetto dintegrata” degli aspetti qualitativi e quantitativi delle risorse idriche. Con Delibera di Giunta Regionale n.19 del 23 gennaio 2007 è stato inoltre approvato il Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati, in attuazione della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole. Il principali riferimento normativo è il DECRETO LEGISLATIVO 152 dell’11 maggio 1999 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della Direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione d

4.3.3 Il ciclo delle acque nei meccanismi attuativi

Si suggerisce di valutare un incentivo premiale, anche in termini di cubatura, per gli interventi di trasformazione del territorio che comprendano opere finalizzate al recupero delle acque meteoriche. Inoltre, si potrebbe fissare un indice minimo di permeabilità, variabile in funzione del differente contesto e dei diversi obiettivi di Piano, per i nuovi interventi di trasformazione.

4.3.4 Monitoraggio degli effetti del PUG sul ciclo delle acque

N° pozzi esistenti (autorizzati e non)

Dotazione idrica pro capite

Consumi idrici per settore

Scarichi esistenti

Riuso delle acque

Superficie aree impermeabili

4.3.5 Fonti

Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2003 di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. (Agenda 21 locale).

Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” - Report Gruppo di Lavoro Acqua (scaricabile sul portale ambientale della Regione Puglia all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/Default.a

Regione Puglia - Piano di Tutela delle Acque (http://www.regione.puglia.it/index.php?page=documenti&opz=getdoc&id=29).

ARPA Puglia, Relazione sullo Stato dell’Ambiente (versioni 2004, 2006 e 2007 (www.arpa.puglia.it).

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4.4 Caratteri Idrografici

4.4.1 Stato dei caratteri idrografici a Adelfia

Acque sotterranee Dal punto di vista idrogeologico, l’area in esame è caratterizzata dalla presenza, nel sottosuolo, di una imponente falda acquifera contenuta nei calcari cretacei permeabili per fratturazione. Tale falda, alimentata dalle acque di precipitazione ricadenti in un vasto territorio comprendente l’entroterra murgiano, circola al di sotto del livello del mare, generalmente in modesta pressione, e presenta un livello statico che si attesta su 122 metri slm. Dal punto di vista chimico le acque di falda in parola si possono considerare generalmente buone con valori medi di salinità pari a 0,5 g/l, ma con una progressiva tendenza alla salinizzazione. Per quanto riguarda, infine, la vulnerabilità dell’acquifero, il territorio di Adelfia risulta essere caratterizzato da un grado di vulnerabilità compreso tra “MEDIO” ed “ELEVATO” (fonte dati “Carta della vulnerabilità dell’aquifero murgiano - Area campione a sud-est di Bari” CNR, sede di BARI), con al necessità di evitare in assoluto scarichi sul suolo e nel sottosuolo. Acque superficiali Il territorio comunale di Adelfia è interessato da un reticolo idrografico rappresentato da quattro lame e due principali linee di impluvio, di seguito elencate, che, solcando la campagna e l’abitato da Sud verso Nord, ne caratterizzano la morfologia.

Lama Baronale

Impluvio Dannetta

Impluvio Canneto

Lama Montrone – Valenzano

Lama “Cimitero” di Montrone

Lama S.Leo.

La lama Baronale corre lungo il confine occidentale con il territorio di Sannicandro di Bari; la lama Montrone nasce a Sud del centro abitato, lo attraversa (dividendo l’abitato di Canneto da quello di Montrone) e prosegue verso Nord in territorio di Valenzano; la lama "Cimitero di Montrone" nasce ad Est dell'abitato, nel territorio di Casamassima, attraversa la contrada "Pezza Ferrigine", passa poco distante dal cimitero di Montrone, prosegue in località "S. Leo" per congiungersi, a Nord di Adelfìa, con la lama Montrone - Valenzano; infine, la lama "S. Leo” nasce in territorio di Casamassima, attraversa le contrade "La Piantata" e "S. Leo" e prosegue nel territorio di Valenzano, in loc. "Le Macchie". I due impluvi “Dannetta” e “Canneto” sono compresi tra la lama Baronale e l’abitato di Adelfia. Le dimensioni e le "forme” delle Lame sono estremamente variabili sia per profondità che per ampiezza. Nel caso della lama Baronale si ha una profondità massima di circa 10 metri e una larghezza massima, in corrispondenza delle grandi anse, che supera i 300 metri; tali segni evidenziano una “portata formativa”, sia liquida che solida, molto significativa. Lama Baronale ha un bacino idrografico di oltre 123,5 kmq ed una lunghezza complessiva di circa 32,5 km. La lama “S. Leo” presenta delle dimensioni confrontabili ma inferiori. Le altre due lame sono di dimensioni significativamente inferiori con profondità dell’ordine dei metri e con larghezze di circa 50 metri. Le due linee di impluvio non presentano il carattere delle lame, in quanto manca lungo il loro sviluppo la presenza delle sponde; gli impluvi sono caratterizzati morfologicamente da una piccola valle ad “U”.

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I bacini idrografici si presentano stretti e allungati e ricadono tutti nella pre-Murgia, con la sola eccezione della Lama Baronale che nasce nella Murgia. Si riporta di seguito una breve sintesi dei risultati dello studio ideologico-idraulico delle lame del territorio di Adelfia redatto dall’Ing. Macchia nell’ambito della redazione dello stesso PUG. 1 - Lama Baronale La Lama Baronale rappresenta il corso d’acqua principale che interessa il territorio del Comune di Adelfia. Praticamente tale corso d’acqua borda totalmente da est a nord il confine est del territorio comunale. L’alveo risulta ben delineato da scarpate molto incise, che assumono in alcuni tratti la caratteristica di veri e propri piccoli canyon. Esso ha origine dalla Murgia Barese ed il bacino idrografico ha un’estensione nel tratto considerato di circa 55 kmq per una lunghezza del ramo principale di circa 18 km. Si osserva che:

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

la definizione delle aree a pericolosità idraulica è praticamente sempre contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologica.

2 - Impluvio “Dannetta” Il corso d’acqua “Dannetta” è in realtà una linea d’impluvio, non essendo presenti sponde fisse e incise a delimitare il corso d’acqua stesso. L’ambito del bacino idrografico rappresenta quindi una piccola valle non incisa in cui prevale il ruscellamento diffuso di versante. Tale impluvio è un affluente di destra della lama Baronale e nasce subito a monte dell’abitato di Adelfia. L’asta principale ha una lunghezza di 6 km e il bacino idrografico si estende per 2,8 kmq. In questo caso:

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

la definizione delle aree a pericolosità idraulica non è sempre contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologia, a causa della presenza di ostacoli antropici, prevalentemente rilevati stradali e muri a secco, che condizionano la dinamica idraulica della corrente di piena;

le criticità infrastrutturali sono rappresentate dai rilevati della provinciale Adelfia-Sannicandro e Adelfia-Bari che vengono interessati dalla corrente di piena.

3 - Impluvio Canneto Il corso d’acqua “Canneto” è anch’esso una linea d’impluvio, non essendo presenti sponde fisse e incise. L’ambito del bacino idrografico rappresenta quindi una piccola valle non incisa in cui prevale il ruscellamento diffuso di versante. Tale impluvio è un affluente di sinistra della lama “Montrone–Valenzano” e nasce subito a monte dell’abitato di Adelfia rione Canneto. Nell’impluvio Canneto:

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

la definizione delle aree a pericolosità idraulica non è sempre contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologica a causa della presenza di ostacoli antropici, prevalentemente rilevati stradali e muri a secco e zone urbanizzate, che condizionano la dinamica idraulica della corrente di piena ipotizzata;

le criticità infrastrutturali sono rappresentate dai rilevati della provinciale Adelfia-Cassano e della circonvallazione di Adelfia, dalla viabilità comunale di via Fieno e via

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Labianca e dalla provinciale Adelfia-Ceglie; ulteriori criticità sono rappresentate dall’edificato esistente su via Labianca, dal piazzale del cimitero di Canneto e dalla zona PIP esistente a valle dell’abitato in corrispondenza del tratto finale dell’impluvio “Canneto”.

4 - Lama Montrone – Valenzano (tratto a monte dell’abitato di Adelfia) La Lama “Montrone-Valenzano” rappresenta il corso d’acqua principale che interessa il territorio urbanizzato del Comune di Adelfia. Tale corso d’acqua infatti attraversa interamente da sud a nord il centro abitato di Adelfia, delimitando fisicamente i due rioni Montrone e Canneto. L’alveo risulta delineato nel territorio comunale di Adelfia da scarpate non molto incise, ma ben visibili. Esso ha origine dalla pre Murgia Barese ed il bacino idrografico ha un’estensione nel tratto considerato di circa 13 kmq per una lunghezza del ramo principale di circa 8 km. Si nota che:

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

la definizione delle aree a pericolosità idraulica è praticamente sempre contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologica;

non vi sono criticità infrastrutturali e/o antropiche.

5 - Lama Montrone – Valenzano (tratto a valle dell’abitato di Adelfia) Il bacino idrografico ha un’estensione, nel tratto considerato, di circa 16 kmq per una lunghezza del ramo principale di circa 11,5 km. In questa lama.

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

la definizione delle aree a pericolosità idraulica è praticamente sempre

contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologica; unico scostamento è da rilevare in corrispondenza dell’ostacolo infrastrutturale rappresentato dal rilevato con ponte della ferrovia Sud-Est;

unica criticità infrastrutturale in questo tratto è rappresentata dal rilevato e ponte della ferrovia sud-est, a monte del quale si forma una zona di invaso.

6 - Lama Cimitero Montrone La Lama “Cimitero Montrone” rappresenta il corso d’acqua secondario che interessa il territorio urbanizzato del Comune di Adelfia. Tale corso d’acqua, affluente di destra della Lama “Montrone-Valenzano”, attraversa interamente da sud-est a nord il territorio del Comune di Adelfia. L’alveo risulta delineato, per la gran parte del tratto inerente il territorio comunale di Adelfia, da scarpate non molto incise, ma ben visibili. Esso ha origine dalla pre Murgia Barese ed il bacino idrografico ha un’estensione nel tratto considerato di circa 6 kmq per una lunghezza del ramo principale di circa 7,5 km.

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

la definizione delle aree a pericolosità idraulica è praticamente sempre contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologica;

le criticità infrastrutturali presenti in questo tratto sono rappresentate dai rilevati e relativi attraversamenti idraulici insufficienti sulla Via Rutigliano e sulla via Valenzano; è presente inoltre la criticità del rilevato del lavaggio auto sulla strada comunale di Via Pastani e la recinzione in alveo lama sulla strada comunale subito a valle di Via Pastani.

7 - Lama San Leo

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La lama S. Leo nasce nel territorio di Casamassima e scorre a est dell’abitato, per una lunghezza complessiva di circa 18 km derivando da un bacino di circa 55 kmq.

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica a differenti tempi di ritorno sono molto vicine planimetricamente, tanto da definire una unica fascia;

la definizione delle aree a pericolosità idraulica è praticamente sempre contenuta nella fascia di pertinenza geomorfologica; unico scostamento tra le due perimetrazioni è presente in corrispondenza degli attraversamenti critici della strada provinciale Adelfia-Rutigliano;

le criticità infrastrutturali sono rappresentate dagli attraversamenti-ponti della provinciale Adelfia-Rutigliano, che vengono sormontati dalla corrente di piena; in corrispondenza di tali criticità si formano inoltre zone di invaso.

In conclusione si può riassumere che:

le tre fasce a diversa pericolosità idraulica, a differenti tempi di ritorno, sono quasi sempre molto vicine planimetricamente, tanto da definire spesso una unica fascia;

le criticità idrauliche infrastrutturali più rilevanti sono sempre rappresentate dagli attraversamenti-ponti delle diverse strade provinciali, che vengono sormontati dalla corrente di piena; in corrispondenza di tali criticità si formano inoltre zone di invaso che possono essere idonee per realizzare zone di laminazione controllata delle piene;

il reticolo idrografico presenta in alcuni tratti zone di discontinuità, anche dovute all’interramento da lavorazioni antropiche dell’alveo; in corrispondenza di tali zone sono state

individuate anche potenziali zone di criticità da invaso effimero;

i requisiti di alveo attivo, come definito dalle norme del PAI, è rinvenibile essenzialmente nelle lame Baronale e San Leo;

l’alveo delle lame restanti e degli impluvi in condizioni ordinarie assumono il carattere di deflusso diffuso.

4.4.2 Quadro normativo e di programmazione

Il principale strumento di pianificazione sovraordinata è attualmente il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico), approvato dall’Autorità di Bacino della Puglia con delibera n. 39 del 30.11.2005. La Regione Puglia, nelle more che venisse istituita l’Autorità di bacino, ha provveduto, con DGR 1492/99, a redigere il “Piano straordinario regionale per l’assetto idrogeologico”, sulla scorta del quale ben 197 siti regionali sono classificati a rischio idrogeologico molto elevato (R4), di cui 110 per frana e 87 per rischio idraulico. Nel Comune di Adelfia il Piano non segnala siti a rischio. Il territorio di Adelfia, come riportato nelle tavole di PUG, è interessato dalla presenza di aree ad alta pericolosità idraulica in corrispondenza di tutte le lame e dei principali impluvi presenti nel territorio comunale. L’impluvio Canneto è stato oggetto, nell’ambito della stessa redazione del PUG, di uno studio specifico finalizzato al completamento degli interventi di regimazione idraulica dello stesso impluvio. Il principale riferimento normativo è la LEGGE n. 183 del 18 maggio 1989 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”.

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Figura 4.9: Le aree a pericolosità idraulica (Nostra elaborazione da tavola PUG).

4.4.3 I caratteri idrografici e le invarianti strutturali

I caratteri idrografici, ed in particolare le aree ad Alta pericolosità, dovranno costituire riferimento per le scelte strategiche del nuovo Piano, in particolare per quanto riguarda la prevista caratterizzazione del sistema insediativo residenziale e produttivo.

4.4.4 I caratteri idrografici nei meccanismi attuativi

Definire una specifica normativa per le aree suscettibili di allagamento, differenziata in funzione della differente suscettibilità.

Definire una specifica normativa per la salvaguardia, il recupero e la gestione del sistema idrografico delle lame, eventualmente integrata rispetto ad interventi di recupero e rinaturalizzazione delle aree più prossime all’alveo.

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4.4.5 Interazioni con altri temi ambientali

Sarebbe auspicabile che la gestione del reticolo idrografico fosse integrata con previsioni di recupero e rinaturalizzazione delle aree più prossime all’alveo, anche con funzione di riqualificazione formale e di riequilibrio ecologico degli insediamenti residenziali edificati nelle vicinanze.

4.4.6 Monitoraggio degli effetti del PUG sui caratteri idrografici

I possibili indicatori per monitorare lo stato delle acque in riferimento all’attuazione del PUG includono:

Superficie oggetto di specifica normativa per la tutela del rischio idraulico;

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.puglia.it).

Numero di progetti di recupero delle lame e superficie interessata;

Lunghezza degli alvei cementificati e di quelli naturali;

Trend degli eventi alluvionali

4.4.7 Sistemi territoriali per i caratteri idrografici

L’analisi e la gestione delle problematiche connesse alla pericolosità idraulica dei corsi d’acqua superficiali andrà realizzata a scala di bacino idrografico.

4.4.8 Fonti

Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2003 di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. (Agenda 21 locale – POR PUGLIA 2000-2006 – MISURA 5.2 – AZIONE 1).

Regione Puglia - Piano di Tutela delle Acque (PTA) (2002) (scaricabile sul sito web della Regione Puglia all’indirizzo www.regione

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4.5 Sistema Geomorfologico

4.5.1 Stato del sistema geomorfologico ad Adelfia

Il territorio comunale di Adelfia, esteso per 2.973 ettari, definibile come “pianura non litoranea a bassa sismicità”, è sostanzialmente pianeggiante, con lievi ondulazioni e con quote che tendono ad innalzarsi leggermente man mano che si procede da Nord verso Sud (quote che vanno da 109 metri in località Pezza di Canneto a 231 metri del Monte Purgano). Il centro abitato è alla quota media di 154 metri. Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza di bassi gradoni, con pendenze, nelle zone di rialzo, comprese tra l' 1% ed il 2%, alle quali fanno seguito le fasce pianeggianti con pendenza inferiore all' 1%. Aree a pendenze maggiori superiori al 2% sono identificabili esclusivamente lungo le scarpate delle "lame o ripe fluviali", nella parte meridionale del territorio comunale ed in piccole superfici sparse nel territorio. L'aspetto lievemente ondulato del territorio viene rotto quindi esclusivamente dai solchi di incisione o "lame", unici aspetti morfologici che modificano il paesaggio. Tali incisioni sono dovute allo scorrimento superficiale delle acque meteoriche lungo vie preferenziali impiantatesi in coincidenza di depressioni, in corrispondenza delle maggiori discontinuità tettoniche. Le evidenze morfologiche dell’agro di Adelfia, come evidenziato anche nel PUTT/Paesaggio, sono rappresentate dalle scarpate dei terrazzi, dalle linee di ruscellamento e dalle ripe fluviali. Le scarpate dei terrazzi mostrano in generale, come detto, una pendenza poco accentuata e una scarsa elevazione. I terrazzi, presenti in particolare nella parte meridionale del territorio, presentano due andamenti distinti: quelli in prossimità del confine comunale con Acquaviva hanno un

andamento molto irregolare, mentre quelli più orientali al confine con il territorio del comune di Casamassima presentano un andamento ad arco. Le scarpate dei terrazzi non incidono nel contesto paesaggistico. Peraltro, la residua copertura vegetale naturale e, più diffusamente, le coltivazioni tendono a rendere abbastanza uniforme il paesaggio, che in alcuni punti risente pesantemente delle alterazioni provocate dalla pressione antropica sul territorio. Nel territorio di Adelfia non è comunque rilevabile alcuna emergenza geomorfologica, nessun salto di quota significativo e di conseguenza nessun “versante” e nessun “ciglio di scarpata”. Le ripe fluviali sono morfologicamente collegate alla presenza dei “corsi d’acqua”. Alcuni tratti della Lama Baronale, del Torrente Montrone, della Lama “Cimitero” e della Lama S. Leo mostrano, in alcuni punti, ripe fluviali evidenti ma che comunque non costituiscono emergenza geomorfologica. I tratti delle lame “Montrone” e “Cimitero” che attraversano il centro abitato presentano ripe fluviali completamente antropizzate. In particolare, il tratto urbano della Lama “Montrone” è stato trasformato in canale artificiale con sponde in terra ed il tratto alla sinistra orografica della Lama “Cimitero”, ad est dell’abitato, è rappresentato, da sud verso nord, dal margine della s.p. 207, da muri in c.a. di pertinenze di abitazioni, da terrazzi artificiali in pietrame e cemento, di pertinenza di attività artigianali, da ripe modellate artificialmente. I tratti extraurbani, a sud ed a nord dell’abitato, sono in parte naturali ed in parte “sistemati” da interventi umani quali strade comunali ed interpoderali, muretti perimetrali e terrazzi artificiali. In generale, molti alvei sono interessati da coltivazioni agrarie ed in particolare da

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 07/05/2009 

impianti viticoli a tendone. Tali impianti sono stati preceduti da preventivi lavori di livellamento (scavi e ricolmi) che hanno mimetizzato l’originario tracciato idraulico formando vaste aree di potenziale accumulo. Geologicamente, come evidente nella tavola di PUG riportata in Fig. 4.10, il territorio di Adelfia risulta essere interessato prevalentemente da strati di rocce calcarenitiche (tufi), da strati di ciottoli di piccole dimensioni e da strati sabbioso-limosi di limitato spessore e dal Calcare di Bari. Il Calcare di Bari, che insieme al Calcare di Altamura e al Calcare di Mola (non affioranti ad Adelfia) forma l'ossatura della Murgia, si rinviene principalmente nella parte settentrionale e meridionale del territorio. La maggior parte dell'abitato poggia invece su terreni affioranti formati da depositi calcarenitici, di colore bianco, bianco-grigiastro e giallastro, a grana variabile da fine a grossolana, con cementazione variabile, appartenenti ai Tufi delle Murge o, più in generale, alle Calcareniti di Gravina, e da limitate placche rappresentate dai Depositi marini terrazzati e dai Depositi continentali recenti e attuali. Lo spessore complessivo dei Tufi delle Murge raramente supera la ventina di metri, al di sotto del quale si ritrova il Calcare di Bari. Solo nella zona centrale del rione “Canneto” affiorano litotipi sabbioso-limosi, riferibili alla Formazione dei Depositi marini terrazzati, alternanza di sabbie calcareo-quarzose, a grana fine e colore grigiastro, limi sabbiosi, debolmente argillosi, di colore rossastro e limi argillosi grigio-verdastri, per uno spessore massimo che supera di poco i 3 metri. Nel territorio di Adelfia, data la natura delle rocce affioranti, le forma carsiche predominanti sono quelle sotterranee. Ad Adelfia non sono state comunque identificate cavità carsiche degne di nota. In base al Piano Regionale Attività Estrattive (P.R.A.E.), nel territorio del

Comune di Adelfia non sono presenti cave attive. Sulla scorta delle elaborazioni dell’ARPA Puglia (su dati del Settore regionale Gestione e Bonifica, gennaio 2008), nel territorio comunale di Adelfia non sono presenti siti potenzialmente contaminati.

4.5.2 Quadro normativo e di programmazione

I principali strumenti di pianificazione sovraordinati sono:

il PRAE (Piano Regionale delle Attività estrattive), approvato con DELIBERAZIONE della Giunta Regionale 15 maggio 2007, n. 580; il P.U.T.T./P. (Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio) della Regione Puglia, approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 1748 del 15 dicembre 2000.

4.5.3 Il sistema geomorfologico e le invarianti strutturali

Le caratteristiche del sistema geomorfologico nel territorio di Adelfia non sono tali da condizionare le scelte strategiche del nuovo PUG. Le singole emergenze geomorfologiche, in coerenza con il PUTT/Paesaggio ed in seguito ad eventuali approfondimenti, saranno oggetto di specifica tutela in quanto invarianti strutturali.

4.5.4 Fonti

Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2003 di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. (Agenda 21 locale – POR PUGLIA 2000-2006 – MISURA 5.2 – AZIONE 1).

Indagine morfologica, geologica, idrogeologica e sismica del territorio comunale di supporto al PUG di Adelfia (marzo 2007).

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Figura 4.10: Il sistema geomorfologico nel territorio di Adelfia (nostra elaborazione da tavola PUG).

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4.6 Habitat e reti ecologiche

4.6.1 Stato degli habitat e delle reti ecologiche a Valenzano

Il territorio di Adelfia è, come si evince anche dalla lettura del Corine Land Cover (vedi Fig. 4.11), in parte urbanizzato ed in massima parte antropizzato, dove gli spazi non ancora utilizzati dalle colture agricole risultano veramente esigui. Nel territorio comunale non risultano presenti né aree tutelate da vincoli nazionali (Codice dei Beni Culturali e del

Paesaggio - D.lgs. 42/22.01.2004), né vincoli idrogeologici (DPR 24.07.1977) , né aree tutelate da direttive comunitarie (ZPS - Zone a protezione speciale, SIC- Siti di interesse comunitario). Il PUTT/Paesaggio non ha individuato emergenze nel sottosistema botanico vegetazionale (boschi, macchie, parchi).

Figura 4.11: L’uso del suolo nel territorio di Adelfia (nostra elaborazione da tavola PUG).

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 07/05/2009 

Le aree seminaturali nel territorio comunale sono pari a poco più dello 0.2% della superficie territoriale comunale, ossia circa 8 ettari contro 2.973 ettari di superficie territoriale complessiva (fonte PUG). Ulteriori piccole e frammentate aree seminaturali, di difficile quantificazione e comprese nella voce più generale di incolti, sono costituite da lembi di

territorio in abbandono, ancora oggi utilizzati occasionalmente come pascolo (pascoli arborati), con presenza sporadica di elementi arborei e arbustivi spontanei. In tabella 4.3 si riporta la quantificazione delle differenti tipologie di uso del suolo presenti nel territorio di Adelfia, evidenziando le aree naturali e seminaturali presenti.

Uso del suolo Area (ha) Area (%) Aree a bosco 7,23 0,24

Rimboschimento 0,89 0,03 Incolto 390,27 13,13

Arborato 201,96 6,79 Seminativo-orto 486,56 16,37

Uliveto 505,43 17,00 Vigneto 1.080,30 36,34

Tessuto urbano-insediamento rurale-industriale 300,37 10,10

Totale Superficie comunale 2.973,00 100

Tabella 4.3: Differenti tipologie di uso del suolo nel territorio di Adelfia (fonte PUG). Risultano evidenziate quelle a più elevata naturalità.

La diffusa presenza di incolti, estesi per 390 ettari complessivi pari a circa il 13% della superficie comunale, concentrati in particolare nelle aree ai margini del centro urbano (si veda la Figura 4.12), testimoniano l’esistenza di una forte ed evidente attesa edificatoria per queste aree, da tempo non più utilizzate a fini agricoli ma ancora non interessate da fenomeni spontanei di rinaturalizzazione. Numerose altre aree ad incolto sono localizzate in prossimità dell’esteso reticolo idrografico. La componente faunistica rilevabile nel territorio del Comune di Adelfia si presenta

fortemente influenzata dall'attività antropica che ha trasformato radicalmente l'originario ambiente naturale. I popolamenti faunistici ancora presenti sono quindi poco diversificati, condizionati dalle tipologie colturali prevalenti (legnose ed erbacee) che caratterizzano le aree agricole e adattatisi alle modificazioni indotte dall’antropizzazione e dall’urbanizzazione del territorio. Le specie presenti sono quindi per lo più specie ubiquitarie, senza presenze di particolare interesse.

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Figura 4.12: La diffusione degli incolti nel territorio di Adelfia (nostra elaborazione da tavola PUG).

4.6.2 Quadro normativo e di programmazione

I principali riferimenti normativi sono i seguenti:

DIRETTIVA 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche

LEGGE REGIONALE n. 19 del 24 luglio 1997 "Norme per l'istituzione e la gestione di aree naturali protette nella Regione Puglia"

LEGGE REGIONALE n. 14 del 4 giugno 2007 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”

LEGGE REGIONALE n. 17 del 14 giugno 2007 “Disposizioni in campo ambientale, anche in relazione al decentramento delle funzioni

amministrative in materia ambientale”

REGOLAMENTO REGIONALE n. 22 del 4 settembre 2007 “Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 79/409 e 92/43 e del DPR 357/97 e successive modifiche ed integrazioni”

REGOLAMENTO REGIONALE n. 15 del 18 luglio 2008, “Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 74/409 e 92/43 e del DPT 357/97 e successive modifiche e integrazioni”

REGOLAMENTO REGIONALE n. 28 del 22 dicembre 2008 “Modifiche e integrazioni al Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15, in recepimento dei “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone

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Speciali di Conservazione (ZCS) e Zone di Protezione Speciale (ZPS)” introdotti con D.M. 17 ottobre 2007.

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE del 3 agosto 2007, n. 1366 “Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione in Puglia della Legge Regionale n. 19/1997 e delle Leggi istitutive delle aree naturali protette regionali”

4.6.3 Gli habitat e le reti ecologiche e le invarianti strutturali

Le caratteristiche del sistema naturalistico nel territorio di Adelfia non sono tali da condizionare le scelte strategiche del nuovo PUG. Le singole emergenze, in quanto invarianti di piano, saranno comunque oggetto di specifica tutela.

4.6.4 Gli habitat e le reti ecologiche e le previsioni programmatiche

La scarsa valenza del sistema naturalistico nel territorio di Adelfia potrà costituire, paradossalmente, un’opportunità per qualificare le scelte programmatiche del nuovo strumento urbanistico ed arricchire il mosaico ambientale che caratterizza tale territorio. L’implementazione del sistema naturalistico potrà quindi diventare riferimento per molte delle scelte relative ai settori residenziale, produttivo e infrastrutturale. In particolare dovrà essere riservata un’attenzione specifica al tema nell’elaborazione della normativa e dei progetti previsti dal piano inerenti il recupero delle lame, ed in particolare delle lame prossime o interne al centro urbano.

4.6.5 Gli habitat e le reti ecologiche nei meccanismi attuativi

Il PUG prevede, come direttiva generale, che le trasformazioni ammissibili nei

contesti territoriali siano comunque finalizzate, tra l’altro, all’aumento della permeabilità dei suoli urbani e del verde urbano anche mediante la previsione di specifici indici di densità vegetazionale e di reti ecologiche quali fattori di rigenerazione ambientale degli insediamenti urbani. Sarebbe auspicabile un approfondimento di tale direttiva generale per ciascun ambito di trasformazione. Si suggerisce quindi di:

fissare un indice minimo di permeabilità, variabile in funzione del differente contesto e dei diversi obiettivi di Piano, per i nuovi interventi di trasformazione.

fissare un indice di piantumazione, distinto eventualmente per le specie arboree e quelle arbustive, variabile in funzione del differente contesto e dei diversi obiettivi di Piano, per i nuovi interventi di trasformazione.

fissare una superficie libera minima, variabile in funzione del differente contesto e dei diversi obiettivi di Piano, per i nuovi interventi di trasformazione.

Approfondire l’analisi della categoria di uso del suolo “incolti” al fine di comprendere quanti di questi incolti presentino fenomeni di rinaturalizzazione in atto, tali da costituire nuove invarianti di piano.

4.6.6 Interazioni con altri temi ambientali

Nel territorio di Adelfia il tema delle reti ecologiche potrà e dovrà integrarsi, in particolare, con quello della gestione del reticolo idrografico.

4.6.7 Monitoraggio degli effetti del PUG sugli habitat e le reti ecologiche

I possibili indicatori per monitorare lo stato degli habitat e delle reti ecologiche in riferimento all’attuazione del PUG includono:

Superficie aree seminaturali; Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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Superficie interessata da interventi di recupero e rinaturalizzazione.

4.6.8 Sistemi territoriali per gli habitat e le reti ecologiche

Attualmente, gli unici due sistemi di aree a più elevata naturalità, pur in un quadro generale di spiccata antropizzazione, hanno rispettivamente nel reticolo idrografico e nella fascia periurbana i propri elementi di organizzazione. Una futura ipotesi di rete ecologica potrà basarsi sul recupero del reticolo idrografico, anche a livello sovra

comunale, e su indicazioni per la pianificazione urbanistica esecutiva che consentano di progettare la aree verdi in ambito urbano coerentemente con l’obiettivo di connetterle alla rete ecologica extraurbana.

4.6.9 Fonti

Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2003 di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. (Agenda 21 locale – POR PUGLIA 2000-2006 – MISURA 5.2 – AZIONE 1).

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4.7 Sistema dei beni culturali

4.7.1 Stato del sistema dei beni culturali a Adelfia

Il sistema dei beni culturali nel territorio di Adelfia è caratterizzato dalla presenza di un sito di elevato valore archeologico quale l’area di contrada Tesoro, ai margini del centro urbano e oggetto di parziali indagini archeologiche a cura della competente Soprintendenza, da cui sono emersi i resti di una villa romana

con annesso stabilimento termale e le tracce di una precedente necropoli. Accanto a tale emergenza vanno ricordati inoltre altri siti di valore storico culturale quali le aree archeologiche in località Don Cataldo, in contrada D’Annetta e in contrada Palmientello e il tratturo Canneto-Cassano Murge. Tra i principali edifici rurali va infine segnalata Villa Don Cataldo, oggetto di vincolo architettonico.

Figura 4.13: Il sistema dei beni culturali nel territorio di Adelfia (nostra elaborazione da tavola PUG).

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Allo stato attuale manca un’ipotesi di valorizzazione e fruizione delle aree archeologiche segnalate, ad eccezione di uno studio di fattibilità, curato dagli attuali proprietari, relativo all’area in contrada Tesoro.

4.7.2 Quadro normativo e di programmazione

Il principale strumento di pianificazione sovraordinato è il P.U.T.T./P. (Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio) della Regione Puglia, approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n. 1748 del 15 dicembre 2000. Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico “Paesaggio” disciplina i processi di trasformazione fisica del territorio perseguendo lo scopo di tutelarne l’identità storica e culturale e promuovendo la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse territoriali. La normativa statale e internazionale di riferimento è:

► DECRETO LEGISLATIVO n. 42 del 22 gennaio 2004 "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio" - Titolo II.

► Convenzione Europea del Paesaggio adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000 (liberamente scaricabile dal sito: http://conventions.coe.int/Treaty/ita/Treaties/Html/176.htm

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).

4.7.3 Il sistema dei beni culturali e le invarianti strutturali

Le caratteristiche del sistema dei beni culturali nel territorio di Adelfia non sono tali da condizionare le scelte strategiche del nuovo PUG, ad eccezione dell’area archeologica in contrada Tesoro, anche in virtù della sua localizzazione all’interno di una delle aree di espansione del nuovo PUG e già oggetto di una proposta di recupero e valorizzazione da parte degli attuali proprietari. Le singole emergenze, in coerenza con il PUTT/Paesaggio ed in seguito ad eventuali approfondimenti, saranno

oggetto di specifica tutela in quanto invarianti di piano.

4.7.4 Il sistema dei beni culturali nei meccanismi attuativi

La normativa del PUG di Adelfia prevede per le “invarianti storico-culturali” soggette a tutela diretta i modi di conservazione e riqualificazione, riprendendo sostanzialmente la normativa prevista dal Piano Paesistico Territoriale Tematico/Paesaggio (PUTT/P). Il PUG esercita la tutela e perimetra sia per la superficie del loro sedime (“area di pertinenza”), sia per la superficie individuata come necessaria per la loro salvaguardia (“area annessa”). La articolazione tra le due aree e la loro esatta definizione catastale è rimessa al progetto dell'intervento che impegna le aree dell’invariante. Alla luce di quanto attualmente previsto dalle NTA del PUG, si suggerisce pertanto di:

Procedere ad un ulteriore aggiornamento, integrazione e specificazione degli elenchi degli immobili tutelati compresi nel PUTT/Paesaggio, in particolare per quanto riguarda la perimetrazione dell’area di pertinenza e dell’area annessa.

Integrare la proposta di valorizzazione per l’area archeologica in contrada Tesoro all’interno dei meccanismi di attuazione del PUG.

Elaborare una specifica normativa di Piano al fine della tutela, del recupero, della valorizzazione e della fruizione dei beni culturali diffusi.

Creare un sistema di beni culturali, ricercando sinergie anche con quelli localizzati nel territorio dei Comuni contermini.

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4.7.5 Monitoraggio degli effetti del PUG sul sistema dei beni culturali

I possibili indicatori includono:

Numero di beni oggetto di vincolo e numero di beni tutelati dal piano;

Numero di beni oggetto di interventi di restauro.

Numero di beni vincolati accessibili al pubblico.

4.7.6 Sistemi territoriali per il sistema dei beni culturali

L’area archeologica in contrada Tesoro, una volta valorizzata e resa fruibile, potrà rientrare in un sistema a scala più ampia, di livello metropolitano, finalizzato alla valorizzazione ed alla fruizione del patrimonio storico culturale del territorio barese.

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4.8 Gestione dei rifiuti

4.8.1 La gestione dei rifiuti ad Adelfia

La fonte più distante nel tempo fra quelle su cui è largamente basata questa analisi, il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente nei nove comuni dell’ex bacino BA3 (2003), restituisce una

situazione alquanto problematica della gestione dei rifiuti ad Adelfia, come si evince rispettivamente dall’elevata produzione pro-capite (Fig. 4.12) e dalla minima performance nella raccolta differenziata (Tab. 4.4).

Figura 4.14: Produzione pro-capite di rifiuti urbani nel 2001 nei comuni dell’ex bacino BA3 (fonte Agenda21).

Comuni %RD 1998 %RD 1999 %RD 2000 %RD2001

Acquaviva delle Fonti 3,3% 4,2% 5,6% 3,8% Adelfia 2,3% 2,2% 2,4% 2,1% Binetto 1,2% 3,1% 3,8% 4,6% Bitetto 1,4% 3,3% 4,4% 4,3%

Grumo Appula 2,3% 3,3% 3,3% 3,1% Palo del Colle 3,0% 9,5% 7,8% 8,8%

Sannicandro di Bari 1,1% 2,3% 2,7% 2,5% Toritto 0,0% 1,8% 2,1% 7,1%

Valenzano 2,4% 2,8% 2,8% 2,3% Totale Area 2,3% 4,2% 4,3% 4,3%

Provincia di Bari n.d. n.d. 4,8% n.d. 2,7% n.d. 3,7% n.d.

Tabella 4.4: evoluzione delle quote di raccolta differenziata nei comuni dell’ex bacino BA3 (fonte Agenda21).

Tuttavia, secondo i dati aggiornati al primo semestre 2008 dalla Regione Puglia (e diffusi tramite il sito http://www.rifiutiebonifica.puglia.it), se da un lato il primo parametro è

ulteriormente aumentato (con una proiezione di circa 440 kg/ab/anno), comunque inferiore alla media provinciale pari a 489 Kg/anno ab. registrata nel 2005 (fonte dati APAT

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Rapporto Rifiuti 2006), il secondo è sensibilmente migliorato e la raccolta differenziata sembra essersi attestata intorno al 9%.

Il recentissimo Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (marzo 2009) riporta i dati relativi alla produzione di rifiuti

urbani per gli anni 2004-2005-2006-2007 disaggregati per tutti i Comuni della Provincia. La tabella 4.6 riporta i quantitativi relativi al Comune di Adelfia.

2004 2005 2006 2007 t/a t/a t/a t/a

934,3 5.404,5 7.524,64 7.313,43

Tabella 4.5: Produzione di rifiuti urbani ad Adelfia (fonte dati Piano provinciale di gestione dei rifiuti)

Dati interessanti forniti dal Piano Provinciale sono relativi alla quantità di RSU pro capite: tale quantità in media è pari a circa 500 Kg/anno per abitante (stima relativa all’anno 2007 basata sulla popolazione censita dall’ISTAT nel 2007). Analizzando i dati relativi alla produzione pro-capite dei rifiuti urbani per i singoli comuni nell’ultimo anno di rilevazione (2007) emergono significative differenze tra i vari comuni: il range di valori è compreso tra 230 - 780 kg/anno per abitante.

Quasi tutti i comuni presentano dei valori molto lontani dall’obiettivo dichiarato nel 2002 dal V Programma comunitario d'Azione Ambientale di 300 kg /anno per abitante. Ad Adelfia tale valore si attesta intorno ai 450 kg /anno per abitante.

Lo studio della Regione Puglia “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” mette a disposizione ulteriori dati disaggregati per Comune che forniscono elementi di valutazione di immediata comprensione. In particolare tale studio rivela che il Comune di Adelfia si caratterizza per:

Una bassa produzione di rifiuti speciali (fonte dati MUD 2002).

Un’alta produzione di rifiuti agricoli, concentrati in particolare nel

settore vitivinicolo (2001; fonte dati stima Facoltà di Agraria Università di Bari), con un valore molto alto se rapportato alla superficie.

Un dato evidente, per quanto non facilmente quantificabile, è la presenza di abbandoni incontrollati di rifiuti, in particolare inerti e beni ingombranti dismessi, nelle aree periferiche del centro abitato (come per esempio nei pressi dell’area archeologica di contrada Tesoro) e lungo le strade rurali.

Nel territorio comunale non sono presenti impianti di trasformazione oppure discariche.

4.8.2 Quadro normativo e di programmazione

Numerosissime le norme, vincolanti o d’indirizzo, relative al tema dei “Rifiuti”, anche se il D.Lgs. 152/06 “Norme in Materia Ambientale” è diventato il testo di riferimento in materia di gestione rifiuti e bonifiche. Si citano comunque:

DECISIONE QUADRO CEE del 2003/01/27, relativa alla protezione ambientale attraverso il diritto penale. In base a tale decisione quadro i danni provocati all'ambiente vengono considerati da tutti gli Stati Membri reati e pertanto devono essere affrontati dal diritto penale.

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DECRETO LEGISLATIVO (Decreto Ronchi) n. 22 del 5 febbraio 1997 “Attuazione della direttiva 91/156/CEE sui rifiuti, della direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio” abrogato e sostituito dal DECRETO LEGISLATIVO n. 152 del 3 aprile 2006 “Testo Unico Ambientale”

DECRETO MINISTERIALE n. 471 del 25 ottobre 1999 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni”

DECRETO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 1° giugno 2006 “Proroga dello stato d'emergenza nel territorio della Regione Puglia, in ordine alla situazione di crisi socio-economico-ambientale nel settore dei rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi ed in quello delle bonifiche …“ (proroga fino al 31.01.07).

A livello regionale si citano:

LEGGE REGIONALE n. 17 del 14/06/2007 “Disposizioni in campo ambientale, anche in relazione al decentramento delle funzioni amministrative in materia ambientale”

DELIBERAZIONE di Giunta Regionale n. 862 del 27 maggio 2008 “Linee guida per la redazione dei piani d’ambito per la gestione dei rifiuti solidi urbani. Approvazione”.

Uno dei settori di maggiore rilevanza per la quantità annua di rifiuti prodotto è quello dell’edilizia, con particolare riferimento all’attività di costruzione e demolizione edile. In Italia, infatti, si producono mediamente, ogni anno, oltre 40 milioni di tonnellate di rifiuti inerti, i quali rappresentano circa il 30% del volume complessivo dei rifiuti urbani e

speciali sull’intero territorio nazionale. Di questi, circa l’80% proviene dall’attività dei cantieri edili, il restante 20% dall’attività estrattiva.

In risposta a tale problematica la Regione Puglia ha adottato il REGOLAMENTO REGIONALE 12 giugno 2006, n. 6 “Regolamento regionale per la gestione dei materiali edili” (pubblicato sul BU. Regione Puglia n. 74 del 2006).

Il PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DI BONIFICA DELLE AREE CONTAMINATE rappresenta uno strumento di pianificazione regionale che concorre al raggiungimento di obiettivi di tutela ambientale più generali. In particolare disciplina la gestione di rifiuti urbani, la gestione dei rifiuti speciali e la bonifica dei siti inquinati. In base alla suddetta pianificazione l’organizzazione territoriale per la gestione dei rifiuti urbani in Provincia di Bari si articola in quattro ambiti territoriali ottimali (Adelfia ricade nell’ATO BA/5 Sud-est barese e Valle d’Itria).

Il PIANO PROVINCIALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI, approvato a marzo del 2009, riporta l’analisi della situazione attuale della produzione di rifiuti nel territorio della Provincia di Bari, nonché la previsione di produzione nel prossimo futuro, e sintetizza le proposte che la Amministrazione Provinciale intende avanzare alla discussione in sede regionale dove, l’Autorità prevista dalla legge, ovvero la Amministrazione Regionale, provvederà alla “predisposizione, l’adozione e l’aggiornamento, sentiti le province, i comuni e le Autorità d’ambito, dei piani regionali di gestione dei rifiuti”.

Pertanto l’attuale stesura del Piano, rispetto alla prima versione consegnata all’Amministrazione Provinciale, tiene conto della sopravvenuta cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella Regione Puglia alla data del 31.01.2007, del successivo passaggio di funzioni in campo ambientale alle province disposto dalla Regione Puglia e di quanto disposto con Deliberazione di

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http://www.apat.gov.it/site

sp?Id=319).

Id=291).

Giunta n. 96 del 24.07.2007, in relazione alle linee di indirizzo politico-amministrative per la redazione del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti.

Si ricordano anche le LINEE GUIDA per l’organizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (2002).

4.8.3 La gestione dei rifiuti e le invarianti strutturali

Non si registrano specifiche interferenze con le invarianti strutturali riconosciute dal PUG.

4.8.4 La gestione dei rifiuti nei meccanismi attuativi

Occorrerà prestare attenzione alla localizzazione delle isole ecologiche e definizione delle loro principali caratteristiche morfologiche e prestazionali tali da rendere tali attrezzature funzionali, oltre che all’implementazione delle attività di raccolta dei rifiuti, anche al miglioramento complessivo della qualità urbana.

4.8.5 Monitoraggio degli effetti del PUG sulla gestione dei rifiuti

I possibili indicatori da includere nel Piano di monitoraggio sono:

Produzione di rifiuti solidi urbani (valore annuo totale e procapite)

Produzione di rifiuti speciali (valore annuo totale e procapite)

Smaltimento di rifiuti in discarica (t/anno);

Quantità di raccolta differenziata (t/anno), differenziata per materiale, totale e procapite

Percentuale di raccolta differenziata/RSU totali

4.8.6 Fonti

APAT – “Rapporto rifiuti 2006” (scaricabile all’indirizzo /it-IT/APAT/Pubblicazioni/Rapporto_Rifiuti).

Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” - Report Gruppo di Lavoro Rifiuti (scaricabile sul portale ambientale della Regione Puglia all’indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/Default.a

Portale ambientale della Regione Puglia - Dati sulla produzione dei rifiuti (indirizzo http://138.66.77.10/ecologia/default.asp?

Rapporto sullo stato dell’Ambiente 2003 di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano. (Agenda 21 locale).

ARPA Puglia – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2007

Provincia di Bari – “Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti” (marzo 2009).

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4.9 Sistema produttivo

4.9.1 Il sistema produttivo ad Adelfia

Il sistema produttivo di Adelfia è oggi caratterizzato dalla presenza di due differenti zone PIP.

Il PIP (vigente) della zona produttiva situata a cavallo della SP n.70 Adelfia-Ceglie, non ha prodotto alcun effetto, rimanendo quasi del tutto inattuato: la zona produttiva ad ovest della SP risulta occupata per il 15% circa della superficie territoriale, mentre le realtà produttive esistenti ad est della SP non rientrano comunque nel perimetro dell’area PIP. I motivi della mancata attuazione di tale Piano vanno ricercati innanzi tutto nella non idonea infrastrutturazione dell’area.

Il PIP della zona situata ad est della SP n.207 Adelfia-Valenzano risulta invece quasi totalmente attuato.

Va inoltre registrata la presenza di piccole imprese o di artigiano di produzione nelle zone omogenee “A” e “B”, attività comunque non compatibili con la residenza.

La relazione al nuovo PUG del Comune di Adelfia contiene numerose informazioni utili ad evidenziare quelle che sono le principali dinamiche relative al sistema produttivo ad Adelfia.

Il primo dato significativo è relativo al confronto tra la popolazione di Adelfia, pari all’1,04% di quella residente nella Provincia di Bari, il numero delle imprese, pari allo 0,72% di quelle attive nei comuni della Provincia, e il numero degli occupati nel comune, pari allo 0,47% di quello complessivo degli occupati nella provincia.

Nelle tabelle da 4.6 a 4.9 (tratte dalla relazione del PUG) si riportano alcune dinamiche del sistema produttivo di Adelfia, per quanto riferite al periodo 1991–2001. In rosso sono evidenziate le dinamiche con saldo negativo nel periodo di riferimento.

Adelfia Provincia di Bari Censimento 1991 Censimento 2001 Differenza

Imprese 655 742 (+13,28%) numero occupati 1.675 1.552 ( -6,34%) n.ro add./impresa 2,56 2,84 (+0,28) 3,19

di cui artigiane 245 229 ( -6,53%) n.ro occupati 520 338 ( -0,35%)

n.ro occ./impr.artig. 2,12 1,48 (-0,64) 2,51 Istituzioni 26 54 (+107,7%)

n.ro occupati 303 385 (+27,06%) n.ro occup./istituzione 11,65 7,13 (-4,52) 14,75

Totale 681 796 (+16,89%) n.ro occupati 1.978 1.937 ( -2,07%)

n.ro occup./unità loc. 2,90 2,43 ( -0,47) 3,86 Occupati ogni 100

abitanti 13,4 11,9 ( -1,5) 26,90

Tabella 4.6: Numero delle imprese, delle istituzioni, degli occupati, escluso il settore agricolo (elaborazione dati Istat). In rosso i saldi negativi.

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Adelfia Provincia di Bari 1991 2001 Diff. 1991 2001 Diff.

Agricoltura, silvicol. (*) 26 (1,60) 10 (0,65) (-16) 584 (0,20) 710 (0,22) (+126)

Pesca e servizi connessi ----- ----- ----- 1.419 (0,49) 2.153 (0,63) (+ 634)

Estrazione minerali ----- ----- ----- 544 (0,19) 522 (0,15) (-22)

Ind. alimentari 35 (2,15) 33 (2,13) (-2) 12.078 (4,17) 11.531 (3,52) (-547)

Ind. tessili, abbigliamento 56 (3,45) 21 (1,36) (-35) 20.827 (7,19) 18.721 (0,20) (-2.106)

Ind. prodotti in cuoio, pelle ----- ----- ----- 8.159

(2,82) 6.255 (1,91) (-1.904)

Ind. legno, prodotti in legno

240 (14,78)

133 (8,60)

(-107)

4.261 (1,47) 4.206 (1,28) (-55)

Ind. carta, stampa, editoria 7 (0,43) 1 (0,06) (-6) 3.480

(1,20) 3.485 (1,06) (+5)

Ind. carbone, petrolio ----- ----- ----- 507 (0,17) 324 (0,10) (-183)

Prod. chimici, fibre sintet. 12 (0,74) 15 (0,97) (+ 3) 1.127 (0,39) 1.341 (0,41) (+214)

Gomma, mat. plastiche 8 (0,49) 10 (0,65) (+ 2) 2.071 (0,72) 2.615 (0,80) (+ 544)

Ind. lavorazione minerali ----- ----- ----- 5.770 (1,99) 5.004 (1,53) (- 766)

Ind. lavorazione prod. metallo 66 (4,06) 92 (5,95) (+

26) 8.404 (2,90) 9.701 (2,97) (+1.297)

Ind. macchinari, manut., mezzi trasporto, appar.

meccaniche, elettriche, ottiche

27 (1,66) 46 (2,97) (+ 19)

16.598 (4,11) 16.043 (3,30) (-555)

Altre ind. manifatturiere 9 (0,55) 6 (0,39) (-3) 5.044 (1,74) 11.833 (3,62) (+6.789)

Distribuz. elettr., gas, acqua 39 (2,40) 17 (1,10) (-22) 3.883

(1,34) 3.417 (1,04) (-466)

Costruzioni 236 (14,53)

189 (12,23) (-47) 27.732

(9,58) 39.673 (12,13) (+11.941)

Commercio ingr. e dett. 483 (29,74)

408 (26,39) (-75) 81.965

(28,32) 75.691 (23,14) (-6.274)

Alberghi, ristoranti 43 (2,65) 42 (2,72) (-1) 9.442 (3,26) 12.588 (3,85) (+3.146)

Trasporti, dep., comu.zioni 56 (3,45) 85 (5,50) (+

29) 22.471 (7,76) 24.557 (7,51) (+2.086)

Intermediazione finanziaria 31 (1,91) 46 (2,97) (+

15) 10.103 (3,49) 9.912 (3,03) (-191)

Imprenditori, professionisti 150 (9,24)

299 (19,34)

(+149)

23.035 (7,96)

45.649 (13,96) (+22.614)

Istruzione 2 (0,12) 1 (0,06) (-1) 1.194 (4,12) 1.354 (0,41) (+ 160)

Sanità e servizi sociali 40 (2,46) 40 (2,59) ( 0 ) 8.750 (3,02) 8.469 (2,59) (-281)

Altri servizi pubb., sociali 58 (3,57) 52 (3,36) (-6) 9.979 (3,45) 11.339 (3,47) (+1.360)

Totali 1.624 (100)

1.546 (100) (-78) 289.427

(100) 327.093

(100) +37.660

Tabella 4.7: Numero degli occupati nelle imprese locali per settore di attività economica (elaborazione dati Istat). In rosso i saldi negativi.

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Uno dei principali punti di debolezza del sistema produttivo ad Adelfia è rappresentato dalla dimensione delle imprese. Come si evince dalla tabella 4.8, infatti, il 73,09% delle imprese ha un unico addetto (contro il 61,67% della

Provincia di Bari), il 22,95% ha da due a cinque addetti, il 5,23% ha da sei a quindici addetti, e soltanto il 0,84% delle imprese ha più di 16 addetti (contro il 2,39% della Provincia di Bari).

Adelfia Provincia di Bari Valore assoluto % %

Numero delle imprese con 1 occupati 516 (73,09%) (61,67%) 2 occupati 103 (14,59%) (15,38%)

3-5 occupati 59 ( 8,36%) (13,32%) 6-9 occupati 17 ( 2,41%) ( 4,81%)

10-15 occupati 5 ( 0,71%) ( 2,44%) 16-19 occupati 0 0 ( 0,67%) 20-49 occupati 3 ( 0,42%) ( 1,30%) 50-99 occupati 2 ( 0,28%) ( 0,26%)

100-249 occupati 1 ( 0,14%) ( 0,11%) 250 e più occupati 0 0 ( 0,05%)

Totale 706 ( 100,00%) 95.894 ( 100,00%)

Tabella 4.8: Numero delle imprese in relazione al numero degli occupati (elaborazione dati Istat 2001) (esclusa agricoltura).

La distribuzione del numero degli occupati tra i diversi settori di attività, come emerge dalla tabella allegata, pone al primo posto, con 792 unità (16,09%), gli occupati nelle attività manifatturiere, al secondo posto i 718 (14,59%) occupati nel commercio, al terzo posto i 637 (12,94%) occupati nella pubblica amministrazione, al quarto posto i 621 (12,62%) occupati in agricoltura, quindi i 436 (8,86%) occupati nella sanità e servizi sociali, i 418 (8,37%) occupati nella ristorazione e negli alberghi, i 328 (7,92%) occupati nelle costruzioni, i 362 (7,35%) occupati nell’istruzione, i 328 (6,66%) nelle costruzioni, i 255 nell’imprenditoria e professioni e poi a decrescere negli altri settori.

La struttura di servizio alle attività economiche presente ad Adelfia è

costituita da 4 sportelli bancari che nel 2003 (fonte dati Ipres) hanno complessivamente registrato 49.757 migliaia di euro di depositi, dei quali 18.525 sono stati impiegati, con una incidenza impieghi/depositi del 37,20% (il che è indice di risparmio). Nella Provincia di Bari, al contrario, gli impieghi hanno superato i depositi con l’incidenza del 110,1 (il che è indice di indebitamento). Nel territorio comunale di Adelfia (fonte dati Ipres 2003) è presente una sola struttura turistica ricettiva con 13 camere e 25 posti letto.

Relativamente al settore agricolo, importante comparto produttivo nel territorio di Adelfia, si rimanda al capitolo 4.10 “Ambiente rurale e risorse agricole” di questo stesso rapporto.

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 12/05/2009 

Comune di Adelfia Provincia di Bari

Valore assoluto Percentuale Percentuale

Agricoltura, silvicoltura 621 (12,62) ( 8,82) Pesca e servizi annessi 8 ( 0,16) ( 0,47)

Estrazione minerali 9 ( 0,18) ( 0,34) Attività manifatturiere 792 (16,09) ( 3,34)

Distribuz. acqua, elettricità, gas 32 ( 0,65) ( 0,81) Costruzioni 328 ( 6,66) ( 9,44)

Commercio, riparazioni 718 (14,59) (14,68) Alberghi e ristoranti 126 ( 2,56) ( 3,58)

Trasporti, comunicazioni 225 ( 4,57) ( 4,40) Attività monetaria, finanziaria 131 ( 2,66) ( 2,72)

Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, professioni, imprenditori 255 ( 5,18) ( 5,38)

Pubblica amm., difesa, assicur. 637 (12,94) ( 8,58) Istruzione 362 ( 7,35) ( 8,72)

Sanità e servizi sociali 436 ( 8,86) ( 7,51) Altri servizi pubblici 174 ( 3,53) ( 3,29) Servizi domestici 67 ( 1,36) ( 1,02)

Organizzazioni extraterritoriali 1 ( 0,02) ( 0,03)

Totale 4.922 (100) (100)

Tabella 4.9: Gli occupati nelle imprese per settore di attività (elaborazione dati Istat 2001).

4.9.2 Quadro normativo e di programmazione

La Legge Regionale 2/2007 “Ordinamento dei Consorzi per lo Sviluppo Industriale”, attribuisce al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale l’individuazione, d’intesa con i Comuni interessati, delle aree di sviluppo industriale la cui gestione può essere affidata a un Consorzio.

Nelle “Conclusioni propositive e priorità d’intervento” del PTCP di Bari, discusse nel corso della Conferenza di Servizi svoltasi presso l’ente provinciale il 18 novembre del 2008, si sostiene che risulta approvata una nuova area produttiva in area Bitonto-Giovinazzo, mentre sarebbero allo studio tre nuovi insediamenti, due dei quali ancora nell’area barese (Adelfia-Sannicandro-Bitritto-Bitetto e Triggiano-Noicattaro), con il terzo previsto a Monopoli.

Per quanto riguarda Adelfia, l’Ente Gestore che ha avanzato la proposta è

il Consorzio per lo sviluppo industriale e dei servizi reali alle imprese di Bari, destinato però ad essere riformato a seguito della succitata normativa regionale.

Il Piano Regolatore per l’Area Industriale risulta ancora allo studio, e inoltre l’orientamento del PTCP di Bari (che pure non ha ancora acquisito alcuna valenza politico-istituzionale) è sfavorevole alle proposte di nuove aree produttive nell’area barese, nella quale si dovrebbe invece tendere al decongestionamento e al riequilibrio funzionale.

Ai fini della definizione del più ampio quadro normativo che interessa il sistema produttivo, ricordiamo che la L.R. 2/2007 è stata promulgata in conformità dei principi del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) e successive modificazioni e a norma dell’articolo 36 della legge 5 ottobre 1991, n. 317 (Interventi per l’innovazione

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e lo sviluppo delle piccole imprese) e dell’articolo 26 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59).

4.9.3 Le previsioni del PUG per il sistema produttivo

Il PUG, in risposta alla notevole richiesta di aree per insediamenti produttivi (attestata da istanze presentate da imprese locali e non presso gli uffici comunali), conferma la vocazione produttiva del settore territoriale posto a nord est dell’abitato e individua una unica area destinata ad attività produttive (con una superficie di circa 12 ettari e da sottoporre a Pue), situata a cavallo tra la SP Adelfia -

Valenzano e la SP Adelfia – Rutigliano, in stretta connessione con la SS n. 100 e servita da viabilità specifica, utile ad escludere il traffico veicolare pesante dal contesto urbano.

Il PUG del Comune di Adelfia recepisce inoltre le previsioni dei PIP definitivamente approvati (quello a cavallo della SP n.70 Adelfia-Ceglie e quello ad est della SP n.207 Adelfia-Valenzano, comprendendo tali aree nei Contesti Produttivi Esistenti (CPV). Per tale contesto non esistono nelle NTA riferimenti a parametri ecologici ambientali finalizzati a mitigare e compensare l’impatto delle attività produttive insediate.

Il complesso delle previsioni insediative per i sistemi produttivi è desumibile dalla tavola riportata in Fig. 4.15.

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Figura 4.15: Le previsioni del nuovo PUG (nostra elaborazione da tavola PUG).

Come emerge dalla figura 4.16, uno dei Contesti Produttivi Esistenti (CPE) è attraversato dalla invariante strutturale

di piano costituita dall’impluvio Canneto e lambito da un’altra invariante di piano (area archeologica in contrada Tesoro).

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  60

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Figura 4.16: I Contesti Produttivi e il sistema delle invarianti strutturali nel territorio di Adelfia (nostra elaborazione da tavola PUG).

4.9.4 Il sistema produttivo nei meccanismi attuativi

Il PUG prevede un incremento della superficie territoriale destinata ad attività produttive (settore industriale, commerciale e direzionale) e relative urbanizzazioni pari a circa 18 ettari. Escluse le attività che producano emissioni (aeriformi, liquide, solide) che possano essere considerate pericolose, il PUG non prevede preclusioni per l’insediamento, in ogni maglia della zona destinata al settore produttivo, di alcun settore merceologico.

Le NTA del PUG prevedono per il Contesto Produttivo di Espansione (CPE) una superficie permeabile del comparto

pari almeno al 60% della superficie territoriale totale. È inoltre previsto che le aree cedute al Comune dovranno essere localizzate a confine con il contesto rurale protetto e in fregio alla viabilità di piano a confine con i Contesti Urbani di espansione; in assenza della loro utilizzazione da parte del Comune, sono destinate a verde pubblico attrezzato e gestite dal/i proponente/i.

Si suggerisce pertanto di introdurre parametri urbanistici e morfotipologici (oltre a quelli già previsti) che incrementino le possibilità di riduzione e di compensazione degli impatti.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  61

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4.9.5 Monitoraggio degli effetti del PUG sul sistema produttivo

Si propone di includere i seguenti indicatori nel Piano di monitoraggio del PUG:

Imprese, unità locali e addetti per Ha di superficie destinata ad attività industriali e artigianali

Imprese certificate Emas e ISO 14001.

4.9.6 Fonti

Sistema Informativo Fattori Localizzazione Imprese (SIFLI) dell’Istituto per la Promozione Industriale (IPI): http://www.sifli.info/2008/Default.aspx

Regione Puglia - “La valutazione ambientale strategica per lo sviluppo sostenibile della Puglia: un primo contributo conoscitivo e metodologico” (http://138.66.77.10/ecologia/Default.asp?Id=319).

Provincia di Bari – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, http://s2ew.provincia.ba.it/pls/provinciaba/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1196

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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4.10 Ambiente rurale e risorse agricole

4.10.1 Stato dell’agricoltura ad Adelfia

Una preliminare analisi dei dati contenuti nei Censimenti ISTAT dell’agricoltura permette di verificare quale sia la situazione del settore agricolo nel comune di Adelfia e di evidenziarne l’evoluzione nel tempo (Tab. 4.10). Al 2000, il comune di Adelfia contava quasi 1.400 aziende che si estendevano su poco più di 2.200 ha di superficie totale. Dalla tabella 4.10 emerge l’evoluzione registrata nell’arco degli ultimi tre decenni: sebbene si assista alla riduzione sia del numero delle aziende (1.455 nel 1970) che della superficie totale interessata dalle stesse (circa

2.500 ha nel 1970), tali dinamiche non appaiono particolarmente intense. In effetti, nell'arco del periodo 1970-2000 a livello provinciale si assiste ad una riduzione percentuale sia del numero di aziende che della superficie totale, rispettivamente pari a -9,09% e a -25,94%, ben maggiore di quella relativa ad Adelfia (rispettivamente -4,19% e -10,53%)". Ad Adelfia, quasi tutte le aziende sono a conduzione diretta del coltivatore, essendo praticamente scomparse le altre forme di conduzione, eccezion fatta per la conduzione con salariati, regime che caratterizza ancora 39 aziende.

Conduzione diretta del

coltivatore Conduzione con

salariati Altra forma di conduzione Totale generale

aziende superficie aziende superficie aziende superficie aziende superficie 1970 1.009 1.590,37 241 644,46 205 262,09 1.455 2.496,92

1982 1.564 2.338,63 21 57,73 21

30,81 1.606 2.427,17 1991 1.446 2.653,78 19 29,46 - - 1.465 2.683,24 2000 1.355 1.895,8 39 338,13 - - 1.394 2.233,93

Tabella 4.10: Aziende e relativa superficie totale per forma di conduzione nel comune di Adelfia. Dinamica 1970 - 2000 (superficie in ettari). Fonte: Censimenti Generali dell'Agricoltura.

La superficie agricola utilizzata (SAU1) occupa 2.145 ettari l’84% dei quali è interessato da coltivazioni legnose agrarie. Sono assenti del tutto i pascoli,

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

1 L’ISTAT definisce la Superficie agricola utilizzata (SAU) l’insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. E’ esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici.

mentre i seminativi interessano circa 350 ettari. Si osservi che nel corso dei decenni non vi sono state rilevanti modificazioni nell’utilizzo del suolo. Nell’arco degli ultimi decenni, ma in particolar modo con riferimento al decennio 1990-2000, si assiste alla diminuzione della SAU, dinamica che si registra fondamentalmente ai danni delle coltivazioni legnose agrarie (tab. 4.11). I seminativi, infatti, conoscono una dinamica opposta, incrementando la loro superficie.

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  63

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Superficie agraria utilizzata

Arboricoltura da legno Boschi Altra

superficie Totale

Seminativi

Coltivazioni legnose agrarie

Prati permanenti

e pascoli Totale

1970

196,34

2.206,86 30,54

2.433,74 - 1,08 62,10

2.496,92

1981 253,05 2.116,94 -

2.369,99 - - 57,18 2.427,17

1991 202,71 2.439,16 -

2.641,87 12,85 3,20 25,32 2.683,24

2000 349,52 1.796,01 -

2.145,53 - 7,50 80,9 * 2.233,93 * Agli 8,92 ha classificati come "altra superficie", sono stati accorpati 71,98 ha classificati come "Superficie Agricola non Utilizzata", voce introdotta solo nel censimento del 2000.

Tabella 4.11: Comune di Adelfia: superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni (superficie in ettari). Fonte: Censimenti Generali dell'Agricoltura.

Per quanto riguarda la dimensione aziendale c’è da evidenziare che la dimensione media delle aziende ad Adelfia è piuttosto piccola rispetto a quella provinciale: 1,5 ha rispetto a quasi 3 ha. La tabella 4.12 mostra la dinamica 1980-2000 delle aziende e della relativa superficie agricola utilizzata per classe di superficie agricola utilizzata. Si assiste alla riduzione sia del numero delle aziende totali che della loro SAU. Si osserva inoltre che le aziende si

ripartiscono solo nelle classi di SAU più ridotte. Mancano del tutto aziende con “50 e oltre” ettari. Soffermandosi sul decennio 1990-2000 si osserva, sia per il numero delle aziende che per la relativa SAU, una dinamica negativa relativamente alle classi dimensionali intermedie (1-2, 2-5 e 5-10 ha) ed una dinamica positiva per le classi “estreme” (meno di 1 ha, 10-20 e 20-50 ha). Nel 2000 nella classe “meno di 1 ettaro”, si concentrano il 63% delle aziende che occupano il 17% della SAU.

Meno di 1 1-2 2-5 5-10 10 - 20 20 - 50 e 50 e oltre totale

az. sup. az. sup. az. sup. az. sup. az. sup. az. sup. az. sup. az. sup. 1982 969 433,6 311 424,4 250 738,6 50 341,4 22 266,8 3 80,2 1 85,0 1.606 2.370,0 1991 763 357,0 337 446,9 292 863,7 72 481,0 24 308,1 2 44,0 2 141,3 1.465 2.641,9 2000 877 370,2 248 352 180 567,5 59 390,0 26 322,3 4 144 - - 1.394 2.145,5

Tabella 4.12: Comune di Adelfia. Aziende e relativa superficie agricola utilizzata (SAU), espressa in ettari, per classe di SAU. Fonte: Censimenti Generali dell'Agricoltura.

La figura 4.17 mostra chiaramente che la “distanza” dalla situazione nella Provincia di Bari deriva dalla concentrazione della SAU nelle classi dimensionali più piccole (meno di

1, 1-2, 2-5 ha) ad Adelfia, mentre dai dati alla scala provinciale emergono con grande peso anche le classi di maggiore estensione (20-50, 50-100, “100 e oltre” ha).

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0

5

10

15

20

25

30

Meno di1

1-2 2-5 5-10 10 - 20 20 - 50 50 - 100 100 eoltre

valo

ri %

Adelfia Provincia di Bari

Figura 4.17: Superficie Agricola Utilizzata (SAU) per classe di SAU. Anno 2000. Fonte: ISTAT, Censimento Generale dell’Agricoltura del 2000.

La vite e l’olivo sono le due coltivazioni più diffuse nel territorio di Adelfia, che ne risulta chiaramente caratterizzato (vedi Tab. 4.18). La vite occupa circa 1.000 ettari mentre l’olivo circa 600. Tra le coltivazioni legnose agrarie sono da ricordare anche i fruttiferi che occupano circa 180 ettari. Da notare che, diversamente dai decenni precedenti, nel corso del periodo 1990-2000 è diminuita la dimensione media delle superfici aziendali destinate alle due coltivazioni principali: nel caso della vite essa è passata da 1,35 a 1,18 ha, mentre nel caso dell’olivo da 0,97 a 0,64 ha. La gran parte della superficie a vite è coltivata ad uva da tavola2. Si coltivano l’uva Regina e Primus, ma anche l’uva Italia ed Inzolia.

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2 I dati censuari relativi al 1990 riportano una superficie di quasi 1.200 ha coltivati ad uva da tavola, a fronte di 135 ha coltivati ad uva da vino.

L’uva da vino è ormai meno diffusa. Una certa rilevanza gioca ancora il Primitivo, dal quale si ricava un prodotto di alta gradazione alcolica e secco-dolce. Il vino, che non viene imbottigliato, ma venduto sfuso dai produttori privati, segue modalità di trasformazione e vendita che certamente non valorizzano il prodotto. I seminativi occupano superfici meno importanti rispetto alle coltivazioni legnose. Nella tabella 4.19 sono riportate, per le principali coltivazioni praticate, le aziende con seminativi e la relativa superficie. Del tutto trascurabile è il peso delle produzioni animali. Nel territorio del comune di Adelfia sono rimaste una sola azienda con bovini ed una con ovi-caprini.

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Vite Olivo Agrumi Fruttiferi aziende superficie aziende superficie aziende superficie aziende superficie 1970 1.130 1.081,00 1.091 976,04 - - 260 149,75 1982 1.312 1.163,47 1.058 679,55 3 0,56 547 272,77 1991 991 1.333,15 997 963,16 - - 217 142,52 2000 850 1.004,53 938 603,23 4 0,21 377 181,74

Tabella 4.18: Aziende con coltivazioni legnose agrarie e relativa superficie nel Comune di Adelfia (superficie in ettari). Fonte: ISTAT, Censimenti Generali dell’Agricoltura.

Cereali

Coltivazioni ortive Coltivazioni foraggere

avvicendate Totale frumento

aziende superficie aziende superficie aziende Superficie aziende superficie 1970 21 23,56 18 20,02 18 3,62 5 1,05 1982 48 107,49 44 100,09 38 100 - - 1990 29 32,79 28 30,59 - - - - 2000 12 26,27 10 18,11 32 8,46 - -

Tabella 4.19: Aziende con seminativi e relativa superficie per le principali coltivazioni praticate Comune di Adelfia. Dinamica 1970 - 2000 (superficie in ettari). Fonte: ISTAT, Censimenti Generali dell’Agricoltura.

Dall’analisi della tabelle 4.20 e 4.21 si desume il rilevante peso che ancora gioca il settore primario nell’ambito comunale: gli occupati in agricoltura sono più di 500, ovvero circa il 17% degli occupati totali, mentre gli oltre 100 milioni di euro di valore aggiunto prodotti dall’agricoltura a livello comunale fanno sì che il settore primario generi circa il 6,3% del valore aggiunto complessivo. Questi dati appaiono ancor più significativi se vengono confrontati con quelli relativi alla provincia di Bari e alla Regione Puglia, operazione dalla quale emerge chiaramente il forte legame che tutt’oggi Adelfia ha con la sua agricoltura.

Ciò nonostante, alcuni elementi (la scarsa dimensione media delle aziende, la forte prevalenza delle aziende condotte “con solo manodopera familiare”, ecc.) e dinamiche (la riduzione delle superfici a vite e a olivo, ecc.) mostrano segni di crisi e di indebolimento del settore primario. Da sottolineare inoltre che il quadro tracciato grazie all’analisi dei dati censuari (fermi all’anno 2000), non permette di catturare le dinamiche innescate dalla recente riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC) del 2003, che in qualche modo ha interessato anche l’agricoltura di Adelfia. A tale problematica si accennerà nel paragrafo che segue.

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Popolazione totale

residente (migliaia)

Occupati presenti (migliaia) Agricoltura Industria Altre attività Totale

Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. Ass.

Adelfia 16,83 0,54 17,4 0,6 19,4 1,97 63,5 3,1 Provincia Bari 1.576,51 42,5 7,6 138,4 24,7 378,3 67,7 559,2 Regione Puglia

4.046,44 137,2 10,2 321,1 23,8 893,3 66,1 1.351,60

Tabella 4.20: Popolazione residente e occupazione nel comune di Adelfia, in Provincia di Bari e in Puglia per ramo di attività economica. Anno 2004. Fonte: Osservatorio Regionale Banche - Imprese. 2004.

Ambito territoriale

per Totale Composizione % Abitante

(milioni di Euro) Agricoltura Industria Altre attività (Euro) Comune di Adelfia 103,8 6,3 17,7 76,0 6.169 Provincia Bari 24343,8 3,7 21,1 75,2 15.442 Regione Puglia 58610,1 4,9 20,3 74,8 14.484

Tabella 4.21: Valore aggiunto prodotto. Anno 2004. Fonte: elaborazione su dati Osservatorio Regionale Banche – Imprese, 2004.

In definitiva va ribadito che la coltivazione dell’uva da tavola gioca un ruolo fondamentale per l’agricoltura di Adelfia, non solo perché è la più diffusa sul territorio comunale, ma anche per quanto concerne gli aspetti economici, ambientali e socio-culturali. Le distese di vigneti "a tendone", segnano il paesaggio di Adelfia. Si tratta di una zona molto vocata a questa produzione, esportata verso molteplici destinazioni e responsabile di un considerevole indotto, attraverso lo sviluppo di attività commerciali e industriali (per l'imballaggio). L’uva da tavola è certamente il prodotto agricolo più tipico, che più caratterizza il territorio comunale, tanto che si può affermare che l’uva Regina costituisce uno dei simboli di Adelfia. A tale coltivazione sono però strettamente legate anche le principali problematiche ambientali dell’agricoltura praticata ad Adelfia:

l’utilizzo di sostanze che possono risultare nocive (come diserbanti, antiparassitari, fertilizzanti, ecc.); le importanti esigenze d'acqua, peraltro concentrate nei mesi (estivi)

durante i quali si registrano le emergenze di deficit idrico; lo smaltimento delle coperture utilizzate (reti in polietilene, film prodotti con speciali resine polimeriche, ecc.); l’impoverimento di sostanze chimiche nel terreno.

Tentativi di ridurre gli impatti ambientali della viticoltura da tavola vanno certamente effettuati, anche se si tratta di un aspetto molto delicato alla luce della valenza economica della coltivazione.

4.10.2 Quadro normativo e di programmazione

Lo studio dei territori rurali che fanno parte dell’Unione Europea impone un’attenta analisi delle politiche agricole comunitarie, perché queste influenzano profondamente le scelte degli imprenditori agricoli, e di conseguenza il paesaggio e il territorio rurale. Di seguito, pur schematizzando e semplificando questioni che sono estremamente articolate, si cerca di offrire un’idea di alcuni dei recenti cambiamenti introdotti nelle politiche

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agricole europee, che maggiormente interessano il territorio di Adelfia.

Negli anni ‘80 la Commissione Europea ha elaborato importanti documenti di riflessione3 nei quali è stata segnalata l'opportunità di avviare un processo di ripensamento della Politica Agricola Comune (PAC), in modo da rispondere con maggiore coerenza alle mutate condizioni del settore primario. Il conseguente processo di revisione è stato avviato con la riforma Mac Sharry del maggio 1992 ed è proseguito con Agenda 2000 e con la sua revisione di medio termine (giugno 2003), anche detta "riforma Fischler", che rappresentano ulteriori passi verso un “nuovo modello di agricoltura” caratterizzato da una sempre maggiore integrazione degli obiettivi ambientali sia nelle politiche di mercato che in quelle di sviluppo rurale, dalla preferenza verso l'agricoltura di qualità e multifunzionale. (De Filippis, 2004; De Filippis e Fugaro, 2004; Henke, 2004). Con la revisione di medio termine non solo si è approfondito il solco tracciato da Agenda 2000, ma sono state ridefinite le finalità stesse del sostegno, le condizioni per poterne disporre e gli strumenti attraverso cui garantirlo. In modo molto schematico si presentano di seguito gli aspetti salienti della riforma: − Disaccoppiamento del sostegno: consiste nello svincolare il sostegno dall’attività produttiva e nell'associarlo al possesso della terra. Il disaccoppiamento si attua facendo confluire la maggior parte dei premi previsti dalle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM) in un "regime di pagamento unico", che non dipende dalla produzione. In questo modo gli agricoltori saranno liberi di scegliere se e cosa produrre, seguendo le vocazioni del territorio e l'andamento del mercato.

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3 In particolare ci si riferisce al "Libro verde" (Commissione Europea, 1985) e “Il futuro del mondo rurale” (Commissione Europea, 1988).

− Condizionalità: si fonda sull'idea di vincolare l'erogazione del pagamento al rispetto di standard minimi ambientali, di qualità e di salubrità dei prodotti agricoli e di gestione dei terreni. In particolare viene richiesto il rispetto dei “criteri di gestione obbligatoria” (Cgo) e delle “buone condizioni agronomiche e ambientali” (Bcaa). − Modulazione degli aiuti diretti e rafforzamento della politica di sviluppo rurale: la modulazione è lo strumento che riduce i pagamenti diretti per stornarne una loro parte a sostegno dello sviluppo rurale. Le novità introdotte dalla riforma Fischler sono molto rilevanti perché rimuovono l’azione di indirizzo verso talune colture della PAC: se in passato colture come il grano duro nel sud Italia o il girasole e il mais nel centro-nord Italia erano molto diffuse per gli aiuti comunitari ad esse associati, la riforma modifica i criteri sulla cui base ciascun agricoltore compie le proprie scelte colturali. D’ora in poi i fattori fondamentali divengono l'andamento del mercato, la vocazionalità territoriale e l'efficienza tecnica ed economica (Frascarelli, 2004). Nel territorio rurale di Adelfia, anche se l’uva da tavola non è direttamente coinvolta dalla riforma delle politiche di mercato della UE, vengono interessate le restanti principali coltivazioni, come l’olivo e i seminativi. Uno dei problemi maggiori connessi al disaccoppiamento degli aiuti previsto dal regime di pagamento unico, potrebbe indubbiamente essere l’abbandono della coltivazione, anche se la presenza delle Bcaa dovrebbe permettere di evitare situazioni di degrado ambientale e/o fenomeni di completa “disattivazione produttiva”. L’altra importante area delle politiche agricole europee riguarda gli aspetti dello sviluppo rurale. In proposito c’è da ricordare che sulla base degli Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) e di indicazioni fornite a livello nazionale, la Regione Puglia ha redatto il proprio Programma di Sviluppo Rurale

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(PSR) della Puglia 2007-2013, che è il principale strumento di intervento nell’ambito del mondo rurale. Nel PSR, il territorio regionale è stato suddiviso in 4 macro aree omogenee (come illustrato in figura 4.18):

i Poli urbani; le Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata; le Aree rurali intermedie; le Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.

Il comune di Adelfia è compreso tra le “aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata”, macroarea nella quale “rientrano territori nei quali si realizza una intensa attività agricola e che si caratterizzano per gli accentuati fenomeni di specializzazione produttiva e con diversificate tipologie di rapporti con i mercati, nelle quali, comunque, il modello di sviluppo osservabile vede

una limitata integrazione tanto all’interno dei settori che tra i diversi settori” (PSR Regione Puglia 2007-2013). Questa scelta, peraltro priva di contraddizioni, influenza le possibilità che gli agricoltori di Adelfia e la stessa amministrazione comunale hanno di accedere alle risorse finanziarie allocate sulle misure del PSR, dato che alcune sono finanziabili solo in specifiche aree di intervento, ovvero è individuata priorità tra differenti contesti territoriali. Infatti, la strategia del PSR della Puglia riprende i 3 macro-obiettivi (competitività, ambiente e qualità della vita/diversificazione) del Regolamento (CE) 1698/05, declinati in 4 assi di intervento. I macro-obiettivi sono poi articolati in obiettivi prioritari, da conseguire attraverso l’implementazione di specifiche misure (Tab. 4.22).

Figura 4.18: La classificazione delle aree rurali pugliesi. Fonte: PSR Regione Puglia 2007-2013.

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 12/05/2009 

ASSE MISURA

Asse 1 Miglioramento della

competitività del settore agricolo e

forestale

111 Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione 112 Insediamento di giovani agricoltori 113 Prepensionamento 114 Utilizzo di servizi di consulenza 121 Ammodernamento delle aziende agricole 122 Accrescimento del valore economico delle foreste 123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali 124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale. 125 Miglioramento e sviluppo delle infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura 132 Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare 133 Attività di informazione e promozione

Asse 2 Miglioramento

dell’ambiente e dello spazio rurale

211 Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle zone montane 212 Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle aree svantaggiate, diverse dalle zone montane 214 Pagamenti agroambientali 216 Sostegno agli investimenti non produttivi 221 Imboschimento di terreni agricoli 223 Imboschimento di superfici non agricole 226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi 227 Sostegno agli investimenti non produttivi - foreste

Asse 3

Qualità della vita nelle zone rurali e

diversificazione dell’economia

311 Diversificazione in attività non agricole 313 Incentivazione di attività turistiche 321 Servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale 323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 331 Formazione e Informazione

Asse 4 Attuazione

dell’impostazione Leader

410 Strategie di sviluppo locale 413 Qualità della vita/diversificazione 421 Sviluppo di progetti di cooperazione interterritoriale e transnazionale coerenti con gli obiettivi previsti dalle strategie di sviluppo locale 431 Gestione, animazione e acquisizione delle competenze dei Gruppi di Azione Locale

Tabella 4.22: gli assi e le misure del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Puglia.

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Forti limitazioni possono per esempio presentarsi nell’accesso alle Misure agricole dell’Asse 2. Adelfia, inoltre, non può accedere alla misura “Strategie di sviluppo locale” 4 promossa attraverso l’approccio Leader5. Tali aspetti vanno tenuti in grande considerazione. Essi sono degli indicatori di quanto complicato possa essere trasformare l’agricoltura di Adelfia, attualmente fortemente legata agli aspetti produttivi e molto poco a quelli ambientali. Creare un’agricoltura fortemente volta alla creazione di paesaggio e alla salvaguardia del territorio potrebbe rivelarsi una sfida ben più grande di quel che possa sembrare. In conclusione, si sottolinea che vi sono altri piani e politiche che hanno forti interazioni con l’agricoltura. In tal sede si accenna solo ad alcune questioni ritenute più rilevanti. Tra queste vi è per esempio il problema legato alla contaminazione salina della falda, affrontato dal Piano di Tutela delle Acque, adottato dalla Regione Puglia il 19 giugno 2007 con D.G.R. n. 883. Dagli studi propedeutici alla redazione del piano è emerso che il comune di Adelfia rientra nella fascia

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4 La misura ha l’obiettivo di promuovere e consolidare modalità di approccio partecipativo su scala locale per la definizione e l’implementazione di strategie di sviluppo endogeno, specifiche, sostenibili e durature, elaborate dai Gruppi di Azione Locale, nelle aree caratterizzate da una più o meno marcata situazione di marginalità socioeconomica attraverso il sostegno a nuove forme di governance locali. 5 Secondo la classificazione utilizzata dal Piano Strategico Nazionale, le aree interessate dall’approccio Leader nella Regione Puglia saranno concentrate nelle zone C “aree intermedie” e aree D “aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”; come deroga, la Regione ha disposto che potranno essere costituiti GAL anche nelle zone B “aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata”, laddove si tratti di zone già coinvolte dai precedenti programmi Leader II e Leader+. Non è però il caso del comune di Adelfia.

adiacente a quella interessata da contaminazione salina ed è classificato tra le aree sottoposte a stress idrologico per eccesso di prelievo dalla falda, nonché a rischio di contaminazione salina. Sono perciò previste misure di tutela quali-quantitativa dei corpi idrici sotterranei. Inoltre sia le nuove concessioni che il rinnovo di quelle in corso sono subordinate alla verifica della situazione della falda. Per quanto riguarda invece la vulnerabilità da nitrati, un altro parametro di estrema sensibilità, il territorio di Adelfia non rientra nell’ambito delle aree classificate “zone vulnerabili da nitrati di origine agricola” (che in Puglia si estendono all’interno di una superficie territoriale di 89.359 ettari, pari al 4,6% della superficie regionale e si concentrano prevalentemente all’interno del territorio della provincia di Foggia). E’ comunque opportuno ricordare che, con la delibera di Giunta regionale n. 19 del 23 gennaio 2007, la Regione Puglia ha approvato il Programma d'azione per le "zone vulnerabili da nitrati", così come previsto dal D.Lgs. 152/99 e relativi decreti attuativi.

4.10.3 Il territorio rurale nelle previsioni strutturali del PUG

In questa sezione si imposta una lettura delle previsioni strutturali del PUG che interessano il territorio rurale di Adelfia, come quest’ultimo sia stato classificato e come si intenda valorizzarlo. In via preliminare si vuole ricordare che tale analisi è stata condotta tenendo in considerazione quanto previsto dal Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG), che detta “Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali (PUG)”. In proposito si vuole ricordare l’attenzione che questo documento di indirizzo dedica al nuovo ruolo assegnato al territorio rurale e alla

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individuazione, salvaguardia e valorizzazione di differenti contesti rurali. In proposito il DRAG specifica che “per ciascuno dei Contesti rurali, caratterizzati da differenti rapporti tra le componenti agricole/produttive, ambientali, paesaggistiche, insediative, il PUG – parte strutturale definisce il perimetro e stabilisce dispositivi atti a promuovere specifiche azioni di tutela, recupero e valorizzazione di dette componenti e rapporti e ad assicurare la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti sul territorio.” Le prescrizioni del DRAG costituiscono quindi l’indispensabile cornice entro cui andare ad esaminare le proposte del PUG di Adelfia in materia di territorio rurale. Relativamente ai contesti rurali, nella parte III delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PUG di Adelfia si evidenzia una particolare attenzione, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile ed in ragione dei diversi ruoli oggi assegnati al territorio rurale, all’assolvimento di funzioni ambientali e alla produzione di paesaggi, più che alla valorizzazione del classico ruolo produttivo dell’agricoltura. I Contesti Rurali individuati e disciplinati nel PUG/S (NTA, art. 3.2) di Adelfia sono i seguenti (come da Fig. 4.19): C.R.A - Contesto Rurale a prevalente funzione Agricola da tutelare e rafforzare In questi contesti, il PUG/Strutturale mira all’incentivazione dell’attività agricola esistente, anche nelle forme part-time o di autoconsumo, in connessione con gli obiettivi di recupero e il mantenimento degli assetti agrari, delle sistemazioni agrarie e del quadro ambientale e paesaggistico d’insieme. Sono comunque consentiti modesti incrementi volumetrici sugli edifici esistenti (contenuti entro minime percentuali e da consentirsi una tantum) per il mantenimento del presidio umano nelle sue diverse forme e funzioni, ma

non sono consentiti nuovi volumi, a meno che non si tratti di edifici di servizio agricolo di aziende singole o associate. CR.P - Contesto Rurale a prevalente Valore Ambientale e Paesaggistico In questi contesti, coincidenti con gli ambiti paesaggisticamente e/o ambientalmente rilevanti, il PUG/parte strutturale incentiva le attività di tutela e valorizzazione delle aree di valore naturale e ambientale e delle relative fasce di tutela, del recupero del patrimonio edilizio esistente nel rispetto delle caratteristiche funzionali, tipologiche e costruttive originarie, dell’armonizzazione degli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio con finalità di tutela dell'ambiente naturale e delle sue risorse. In questi contesti, è necessario: - assicurare la conservazione o la ricostituzione del paesaggio rurale e del relativo patrimonio di biodiversità; - la salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici; - la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici; - la salvaguardia degli elementi identitari del territorio. Sono comunque consentite (compatibilmente con la presenza dei singoli beni paesaggistici costitutivi) le attività integrative del reddito agricolo, quali la silvicoltura, l’offerta di servizi ambientali, ricreativi, per il tempo libero e per l’agriturismo, mediante il recupero del patrimonio edilizio esistente. In questa ampia categoria rientrano in realtà tre tipi diversi di contesti, identificati attraverso le caratteristiche delle Invarianti Strutturali presenti con la terminologia del PUTT:

C.R.P. I.S. ATE “B”(art. 3.3.1), Valore Paesaggistico Rilevante; C.R.P. I.S. ATE “C” (art. 3.3.2), Valore Paesaggistico Distinguibile; C.R.P. I.S. ATE “D” (art. 3.3.3), Valore Paesaggistico Relativo.

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Figura 4.19: Carta dei contesti rurali. Fonte: Relazione del Piano Urbanistico Generale di Adelfia, Studio Associato Fuzio, p. 84.

La prima impressione che si ha da tale classificazione è che venga

eccessivamente trascurata la funzione tradizionale dell’agricoltura, quella

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produttiva, principale se non unica funzione che l’agricoltura attualmente gioca nel territorio rurale di Adelfia. Si tratta di un territorio caratterizzato da distese di tendoni ricoperti di plastica, intervallate da oliveti, seminativi, incolti. È un’agricoltura che non attrae i cittadini, che non si collega a sensazioni di distensione, di natura, di riposo, tutt’altro.

In realtà però, scendendo un po’ più nel dettaglio del PUG si vede come le attività consentite e le prescrizioni edificatorie varino profondamente anche nell’ambito dei tre contesti “a valore ambientale e paesaggistico”. La tabella 4.23 schematizza e mette in evidenza proprio questo aspetto.

C.R.A. C.R.P. I.S. ATE B C.R.P. I.S. ATE C C.R.P. I.S. ATE D

Recupero e riuso di

edifici esistenti

SI Mancano le

specifiche nelle NTA.

SI Purché presenti alla

data di approvazione del PRG (11.03.2003).

SI SI

Ampliamento degli

edifici residen-

ziali

SI Sono comunque

consentiti modesti incrementi

volumetrici sugli edifici esistenti

(contenuti entro minime percentuali e

da consentirsi una tantum).

Mancano le specifiche nelle NTA.

SI Ampliamento una

tantum della superficie utile (Su)

nella misura massima del 20% di quella

preesistente

SI Ampliamento una

tantum della superficie utile (Su)

nella misura massima del 20% di quella preesistente.

SI Ampliamento una

tantum della superficie utile (Su)

nella misura massima del 20% di quella

preesistente. Ulteriore

ampliamento, nel limite max del 20%,

nel caso di utilizzazione degli

immobili esistenti per attività di agriturismo

in aderenza al manufatto originario.

Nuove edificazio

ni di servizio all’agri-coltura/ agrituris-

mo / zootecnia

SI Purché di servizio

agricolo di aziende singole o associate. Mancano gli indici

urbanistici.

NO

SI Esclusa ogni forma di accorpamento

tra fondi non contigui;

Sempre all’esterno delle IS/beni

presenti; Sf minima: mq

20.000; Iff produzione= 0,03 mc/mq H: 5,00 ml

SI E’ consentito

l’accorpamento. Sempre all’esterno

delle IS/beni Sf minima: mq 10.000; Iff = 0,08 mc/mq di cui 0,03 per la residenza H: residenza 3,50 ml; produzione 6,00 ml (salvo impianti speciali)

Installazione di serre

Manca qualsiasi riferimento normativo NO

Manca qualsiasi riferimento normativo

SI Secondo le

prescrizioni e con l’osservanza dei limiti

imposti dall’art. 5 della L.R. 11.9.1986,

n.19

Tabella 4.23: Modalità attraverso cui il PUG disciplina le attività urbanistiche nei contesti rurali del comune di Adelfia. Elaborazione a partire dalle previsioni del PUG di Adelfia.

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Innanzitutto c’è da osservare che nel caso del C.R.A. – “Contesto Rurale a prevalente funzione Agricola da tutelare e rafforzare” – il PUG non specifica gli indici urbanistici sulla cui base regolamentare le nuove edificazioni, né offre le necessarie specifiche tecniche per disciplinare le modalità d’uso degli edifici esistenti e gli interventi ammessi sui medesimi. Per questo motivo diventa impossibile operare su tale contesto qualsivoglia considerazione. Per quanto riguarda le tre aree a valenza paesaggistica, invece, si nota come il livello di tutela sia molto alto per le “ATE “B” e vada riducendosi nelle altre zone. Nelle ATE “B” sono leciti solo interventi tesi al recupero-riuso di edifici esistenti e ampliamenti una tantum degli edifici di abitazione esistenti, per il miglioramento delle condizioni igieniche ed abitative. Nelle altre due zone è invece possibile anche realizzare nuove edificazioni, purché di servizio all’agricoltura /agriturismo/zootecnia. Nelle zone classificate ATE “D” gli indici urbanistici consentono edificazioni più importanti che nelle zone ATE “C” che, così come gli ATE “B”, sono stati tracciati seguendo l’andamento di lame. Tutto sommato, quindi, tranne che nelle due zone classificate ATE “B”, nelle altre zone “a valenza paesaggistica” si regolamentano le attività edilizie in modo nient’affatto restrittivo. Di certo non si corre il rischio di creare detrimento all’esercizio dell’attività agricola. Per quanto riguarda invece gli aspetti paesaggistici del territorio rurale di Adelfia si osserva l’inserimento, tra gli elementi strutturanti del territorio, al pari delle emergenze geomorfologiche (scarpata fluviale, ripa fluviale, scarpata) e storico-architettoniche (segnalazioni archeologiche, ville e masserie storiche, centri storici, ecc.), anche di emergenze colturali (vigneti e uliveti) e botanico – vegetazionali (boschi). Il rilievo dato a tali aspetti impone alcune riflessioni, quantomeno sulle invarianti che hanno più stretta

connessione con gli aspetti dell’agricoltura. Oltre alle IS Valore ambientale e paesaggistico (ATE “A”, ATE “”B e ATE “C”), che riguardano la quasi totalità del territorio rurale di Adelfia (tranne il contesto urbano e gli ambiti classificati C.R.A. - “contesti a prevalente funzione agricola da tutelare e rafforzare”) vi sono anche le seguenti invarianti strutturali (IS): - IS Assetto botanico-vegetazionale: colture strutturanti il paesaggio (ulivo, vigneto); - IS Assetto botanico-vegetazionale: area boscata; - IS Assetto della stratificazione storica: Tracciato tratturale; - IS Assetto della stratificazione storica: Beni diffusi del paesaggio agrario; - IS Assetto della stratificazione storica: Masserie. Tra le più importanti vi è senza dubbio l’IS Assetto botanico-vegetazionale: colture strutturanti il paesaggio (ulivo, vigneto), che si basa sulla rilevanza paesistico ambientale assegnata alle colture di ulivo e di vigneto, per la cui salvaguardia e valorizzazione il PUG individua una direttiva di tutela finalizzata alla conservazione. In realtà però si rimanda ad uno studio successivo l’esatta quantificazione (e localizzazione) delle colture da preservare in quanto si specifica che saranno considerati invarianti strutturali: - gli uliveti come definiti dall’art. 2 della L.R. 14/2007 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”; - le vigne a ceppo o a schiera finalizzate alla produzione del vino. Stessa cosa può dirsi per l’IS “beni diffusi”, per la cui individuazione di dettaglio “si prescrive che per tutti gli interventi di trasformazione dell’attuale assetto paesaggistico, ricadenti in aree sottoposte a tutela paesaggistica diretta dal PUG (IS.ATE di tipo B”-“C”-“D”), dovrà essere prodotta, obbligatoriamente, oltre agli elaborati tecnici di cui all’allegato “A1” delle NTA

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del PUTT/P regionale, anche una dettagliata relazione paesaggistica, sulle peculiarità paesaggistico-ambientali dei siti interessati, che possa consentire l’esatta individuazione e la conseguente tutela dei predetti “ beni diffusi nel paesaggio agrario” come definiti dalle presenti norme” (NTA – PUG di Adelfia, pp. 23). L’IS “area boscata” riguarda superfici molto limitate, dato che nel territorio comunale vi sono solo pochi ettari di boschi. Nel caso dell’ IS “tracciato tratturale” si ha l’intenzione di valorizzare il tratturo n.91 “Cassano Murge-Canneto”, così come richiesto dalla L.R. n. 29/2003. Si tenderà anche al recupero ed alla riqualificazione delle masserie collocate lungo il percorso del tratturo, secondo l'antico assetto della transumanza, così come verranno tutelate tutte le altre strutture che rientrano tra le IS “Masserie”. In realtà nonostante si intenda preservare una lunga serie di beni (IS), il fatto che la loro precisa individuazione venga rimandata a studi e adempimenti successivi, non consente di apprezzare fino in fondo quanti e quali beni verranno effettivamente sottoposti a tutela. Risulta quindi difficile immaginare l’efficacia complessiva che ne possa derivare ai fini della salvaguardia della naturalità e del paesaggio agrario. In definitiva si considera che la perimetrazione dei contesti rurali e la disciplina delle attività al loro interno sia ben impostata e coerente con le caratteristiche fisico-ambientali del comune.

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Si condivide appieno la scelta di pianificare il territorio rurale sulla base delle lame, da leggere non solo come elementi di funzionalità idraulica, ma anche come luoghi di rilevante valore naturalistico che permettono la connessione tra ecosistemi diversi. Da interpretare come luoghi da sottoporre a regimi di salvaguardia nei tratti che presentano essenze e specie vegetali a sviluppo spontaneo, da recuperare e rinaturalizzare oltreché tutelare nei tratti compromessi da attività antropiche

improprie (agricoltura intensiva, discariche abusive, ecc.).

Probabilmente il PUG potrebbe tutelare in modo ancor più deciso i C.R.P. - ATE “C”, perché anch’essi, come i C.R.P. - ATE “B”, coincidono per la maggior parte con territori solcati da lame. Si tratta infatti di ambiti che dovrebbero cercare di costituire un assetto botanico-vegetazionale ricco di naturalità e di agricoltura estensiva, ben diverso rispetto a quello che potrebbe caratterizzare gli ATE “D” 6.

Assumendo quali elementi di base le lame, nell’ambito del territorio di Adelfia si potrebbe strutturare una vera e propria rete ecologica urbana e territoriale, che consentisse di collegare il centro urbano al territorio rurale, di valorizzare gli aspetti ambientali della città e di accrescere la qualità di vita dei cittadini, attivando percorsi perdonali e ciclabili che colleghino tra loro punti nodali individuati nell’ambito del territorio comunale. Perché una tale prospettiva possa concretizzarsi c’è bisogno non solo delle competenze di chi pianifica e progetta, ma anche del coinvolgimento e delle energie dell’intera cittadinanza.

In questa prospettiva le aree che rientrano nel C.R.A. - Contesto Rurale a prevalente funzione Agricola da tutelare e rafforzare, potrebbero configurarsi come una sorta di “green belt”, da organizzare e fruire come meglio credono i cittadini.

6 In questo senso perché non definire come CR.P - Contesto Rurale a prevalente valore ambientale e paesaggistico solo gli ambiti solcati da lame, separandoli ancor più nettamente dai CR.P - ATE “D” , che vengono disciplinati offrendo molto spazio ad eventuali esigenze produttive?

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4.8.6 Fonti

De Filippis F. (a cura di), 2004, Verso la Nuova PAC. La riforma del giugno 2003 e la sua applicazione in Italia, Quaderno n. 4 del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, Roma.

De Filippis F. e Fugaro A. , (a cura di), 2004, La Politica di sviluppo rurale tra presente e futuro, Quaderno n. 5 del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, Roma.

Frascarelli A., “Le colture da scegliere con la nuova PAC”, in Informatore Zootecnico, n. 19, 2004.

ISTAT, Censimenti Generali dell’Agricoltura. Annate varie.

Osservatorio Regionale di Banche – Imprese di economia e finanza, 2005, Il Prodotto Interno Lordo della Regione Puglia 1995 – 2004, Bari.

Henke R. (a cura di), (2004),Verso il riconoscimento di una agricoltura multifunzionale. Teorie, politiche, strumenti, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli.

Regione Puglia, 2008, Programma di Sviluppo Rurale della Regione Puglia 2007-2013, Bari.

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4.11 Viabilità e trasporti

Relativamente alla mobilità su gomma, la rete autostradale nazionale, A14 Taranto-Bologna, lambisce il territorio comunale a Ovest dell’abitato ed è accessibile dalla stazione di Bari Sud, posta a pochi km a Nord-Ovest; la viabilità extraurbana principale è costituita dalla SS n.100 con accesso a 3,2 km a Est dal centro abitato, mentre la viabilità secondaria è costituita dalle strade provinciali per Valenzano e quindi Bari, per Rutigliano, Casamassima, Acquaviva, Sannicandro e Bitritto.

La mobilità su ferro utilizza la rete ferroviaria delle Ferrovie del Sud Est e connette l’abitato con Valenzano, Ceglie del Campo, Carbonara, Bari Sud-Est, Bari Centrale.

Il servizio di trasporto pubblico di soli passeggeri è effettuato anche su strada sulle linee Bari, Valenzano, Adelfia, Putignano, Alberobello, Martina Franca con 12 corse.

Il trasporto veicolare individuale pone Adelfia in una condizione di relativa criticità, come si evince dalla Fig. 4.20.

Figura 4.20: Criticità sulle reti stradali extraurbane della Provincia di Bari nella fascia oraria 7.30-9.30. Fonte: PTCP di Bari, Conclusioni Propositive, capitolo 3 “Mobilità e Trasporti.

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4.11.1 Quadro normativo e di programmazione

Il Comune di Bari ha avviato (in qualità di capofila) la stesura del Piano per la Mobilità (PUM) dell’Area Metropolitana di Bari. Si tratta di un’attività prevista all’interno della pianificazione di area vasta nell’area metropolitana di Bari, e la cui redazione è stata finanziata per l’importo di 308.000 euro. Il PUM mira a sviluppare l’intermodalità e il coordinamento dei flussi di merci e persone, ma dovrà fare i conti con una serie di interventi già attuati o in corso di attuazione, fra cui appare opportuno ricordare quelli più rilevanti per Adelfia:

CY.RO.N.MED. - Cycle Route Network of the Mediterranean, progetto di cooperazione transnazionale promosso dalla regione Puglia in attuazione delle direttive europee in materia di mobilità sostenibile finalizzate al contenimento dei consumi energetici e alla lotta ai cambiamenti climatici. Nello studio di fattibilità sulla parte pugliese della rete ciclabile è compreso l’itinerario Bicitalia n. 10 “Via dei Borboni”, che si sviluppa essenzialmente nella Provincia di Bari per una lunghezza complessiva di oltre 200 km, 10 dei quali ricadono in territorio di Adelfia. In particolare, la Variante 2 si innesta sul tracciato principale alla periferia di Bari e, giunti nella frazione di Carbonara, muovendosi sulla S.P. 70 Adelfia-Ceglie del Campo, nei pressi di Adelfia, in corrispondenza della S.P. 42, giunge a Casamassima. Piano Strategico per la Mobilità Sostenibile nell’Area Metropolitana di Bari – promosso dai Comuni di Adelfia, Capurso (capofila), Cellamare, Sannicandro, Triggiano e Valenzano grazie ai finanziamenti comunitari erogati con il POR 2000-2006 – prevede una rete di percorsi ciclopedonali, all’interno di una “via del mare” dal castello federiciano di

Sannicandro fino alla zona di Bari-San Giorgio. Biglietto unico integrato "Ferbus", per viaggiare - andata e ritorno - sui treni di Trenitalia, e Ferrovie del Sud Est e sugli autobus urbani di Bari con un risparmio dal 15% al 32% sui costi di trasporto ordinari.

Gli obiettivi che il Programma Mobilità del Piano Strategico MTB assume sono invece i seguenti: 1. incrementare l’uso del trasporto

pubblico; 2. garantire la mobilità dolce; 3. ridurre le emissioni inquinanti; 4. incrementare la qualità e la sicurezza

dei trasporti con l’auto. I progetti inclusi nel programma mobilità da realizzarsi nel territorio di Adelfia, fatte salve le deliberazioni ancora in corso sull’ammissibilità ai finanziamenti, sono: 1. mobilità sostenibile (180.000 euro); 2. intervento sulla stazione per

incrementarne la multi modalità (996.000 euro);

3. percorso ciclopedonale “Via del Mare” (oltre 7 milioni di euro nei 6 comuni interessati);

4. itinerari ciclabili Cyronmed (44 milioni di euro nei 17 comuni interessati);

5. redazione del Piano Generale del Traffico Urbano (200.000 euro);

6. collegamento della SP 133 (Valenzano-Adelfia) alla SP 70 (Ceglie del Campo-Adelfia) in agro di Adelfia (4 milioni di euro), contribuendo alla chiusura di un anello tangente l’abitato di Adelfia.

In realtà, in seguito all’evoluzione dell’autorità di programmazione della spesa (regionale), i due progetti evidenziati in grassetto sono stati inseriti nell’elenco dei progetti di rapido avvio, poiché risultano immediatamente cantierabili, e pertanto saranno immediatamente finanziati con un termine dei lavori previsto entro il dicembre 2009.

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Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Bari, non ancora adottato ma già discusso in una formulazione articolata e ricca di analisi e ponderazioni, nel corso di una Conferenza di Servizi svoltasi il 18 novembre del 2008 7 , prospetta alcuni interventi infrastrutturali di rilevo, fra cui:

il potenziamento e ammodernamento dell’asse costituito dalla comunale di Bari via Giulio Petroni, dalla SP 70 Ceglie del Campo–Adelfia e dalla SP 83 Adelfia–Acquaviva delle Fonti, cui viene assegnato un grado di priorità medio, sottolineando però l’alta autonomia decisionale della Provincia, trattandosi quasi esclusivamente di strade provinciali. la realizzazione di una nuova tangenziale esterna al Comune di Bari, che colleghi Giovinazzo con Mola, passando in prossimità degli abitati di Bitonto, Modugno, Bitetto, Sannicandro, Adelfia, Casamassima e Rutigliano. A questo intervento, che sarebbe quello con i maggiori impatti nel territorio di Adelfia, l’ente provinciale riconosce grado di priorità massimo (“è uno degli interventi indispensabili per il decongestionamento dell’area del capoluogo”), il che ne suggerisce un’elevata d probabilità di realizzazione anche in virtù della totale autonomia decisionale.

Sul fronte della pianificazione regionale, Il “Piano Attuativo infrastrutturale del trasporto stradale, ferroviario, marittimo ed aereo 2009-2013” rappresenta un ulteriore passo del processo avviato con l’approvazione della L.R. 16 del 23 giugno 2008 riguardante “Principi, indirizzi, linee di intervento in materia di Piano Regionale dei Trasporti”. Il Piano Attuativo classifica i possibili interventi in base all’orizzonte temporale di presumibile entrata in esercizio sulla base della maturità tecnico-progettuale, della complessità dell’opera e del riconosciuto grado di

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7 Ai sensi della L.R. 20/2001, art. 7, comma 1.

priorità risultante dalle valutazioni effettuate. Le categorie previste sono:

riferimento – interventi con copertura finanziaria al 100%, già avviati o di prossima realizzazione; 2013 – interventi che, per grado di maturità tecnico-progettuale, caratteristiche delle opere e/o grado di priorità, sono previsti entro il 2013; 2020 – interventi che, per grado di maturità tecnico-progettuale, caratteristiche delle opere e/o grado di priorità, sono previsti tra il 2013 e il 2020.

In tabella 4.24 si riportano gli interventi più importanti che ricadono nel territorio di Adelfia, con l’indicazione dell’orizzonte temporale di realizzazione stimato. Altri riferimenti normativi di ordine generale sono i seguenti:

D.M. Infrastrutture e Trasporti del 5 novembre 2001 (Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade).

DECRETO LEGISLATIVO n. 285 del 30 aprile 1992 “Nuovo Codice della strada”

LEGGE REGIONALE n. 18 del 31 ottobre 2002 “Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale”

LEGGE REGIONALE n. 18 del 25 ottobre 2004 "Sicurezza nei trasporti stradali e nelle infrastrutture trasportistiche".

4.11.3 La viabilità, i trasporti e le invarianti strutturali

Gli importanti interventi infrastrutturali a scala sovracomunale descritti nella sezione precedente, ed in particolare l’ipotesi che la Provincia realizzi una nuova tangenziale esterna intorno al Comune di Bari, inciderebbero sulle previsioni strutturali del PUG.

Tuttavia, l’impossibilità di appurare la probabilità che tali interventi abbiano

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luogo, e in tal caso di definirne tempi e modalità, impone una loro presa in considerazione sotto forma di coerenza

con politiche di indirizzo, o piuttosto di trattarli in chiave di elementi di scenari alternativi.

intervento maturità tecnico-

progettuale

costo totale (103 €)

risorse disponibili (103 €)

soggetto attuatore

orizzonte temporale

Adeguamento e completamento

funzionale dell'itinerario Giovinazzo-

Bitonto-Bitetto-Adelfia- Rutigliano-Mola

(Poligonale esterna di Bari)

Progetto definitivo 14.970 14.970 Regione

Puglia

già avviato o di prossima

realizzazione

Strada di collegamento tra aree PIP in agro di

Adelfia (Da integrare con s291)

Studio di Fattibilità 4.000 4.000 Regione

Puglia

già avviato o di prossima

realizzazione

Linea Bari-Mungivacca-Casamassima-

Putignano FSE (Interramento e) raddoppio

linea ferroviaria tratta Mungivacca-

Carbonara-Valenzano-Adelfia

Progetto definitivo 21.000 0 FSE 2013

Linea Bari-Mungivacca-Casamassima-

Putignano FSE Interramento linea ferroviaria

Sud-Est in agro di Adelfia

Studio di Fattibilità 14.000 14.000 FSE 2013

Tabella 4.24: interventi inclusi nella bozza di Piano Attuativo 2009-2013 del Piano Regionale dei Trasporti.

4.11.4 La viabilità e i trasporti nei meccanismi attuativi

Il PUG prevede, come direttiva generale, che le trasformazioni ammissibili nei contesti territoriali siano comunque finalizzate, tra l’altro, allo sviluppo della mobilità pedonale e ciclabile. Sarebbe auspicabile un approfondimento di tale direttiva generale per ciascun ambito di trasformazione, anche in considerazione dei due importanti progetti di infrastrutture per la rete ciclabile intercomunale già in parte finanziati o in corso di valutazione, citati nella sezione 4.11.1.

4.11.5 Monitoraggio degli effetti del PUG su viabilità e trasporti

Lunghezza delle infrastrutture per la mobilità lenta

Lunghezza delle nuove infrastrutture di trasporto

Parco veicoli circolante

Indice di incidentalità

4.11.6 Interazioni con altri temi ambientali

Il tema della viabilità e del traffico è strettamente connesso con altri temi ambientali, ed in primo luogo con il tema “Aria” e con il tema “Rumore”,

81

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 12/05/2009 

riguardo al quale si registra la redazione (grazie a finanziamenti comunitari erogati con il POR 2000-2006) di un Piano di Risanamento Acustico Ambientale, in collaborazione fra il i comuni di Adelfia, Valenzano (capofila ) e Sannicandro. Non secondarie, in considerazione delle nuovo infrastrutture previste, le relazioni con il tema “Suolo” e con la problematica del suo consumo.

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.pdf) È opportuno infine valutare le possibili interrelazioni tra le infrastrutture, esistenti e di progetto, e il corretto deflusso delle acque superficiali.

4.11.7 Sistemi territoriali per la viabilità e i trasporti

Il Comune di Adelfia si colloca nello stretto hinterland del Comune di Bari ricevendone benefici e criticità. Relativamente alle principali scelte infrastrutturali risulta quindi necessario ragionare alla scala di città metropolitana. Attualmente, i due sistemi territoriali direttamente oggetto di programmazione degli interventi per la viabilità e i trasporti che interessano il comune di Adelfia sono la Provincia di Bari (con le scelte in via di definizione attraverso il PTCP) e l’area delle Metropoli Terra di Bari (con il relativo

Piano Strategico ed in particolare con il Piano Urbano della Mobilità).

4.11.8 Fonti

Commissione delle Comunità Europee “Libro verde – Verso una nuova cultura della mobilità urbana” – COM(2007) 551 del 25/9/2007 (liberamente scaricabile all’indirizzo web http://www.casaportale.com/public/uploads/Libro%20verde%20sulla%20mobilit%C3%A0%20urbana

Libro bianco: La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte COM(2001) 370, settembre 2001

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento “Libro verde sull'ambiente urbano” COM(90) 218, giugno 1990

Regione Puglia - Piano Regionale dei Trasporti.

Progetto CY.RO.N.MED. “Cycle Route Network of the Mediterranean”, http://cyronmed.basilicatanet.it/page.asp

Piano Strategico “Metropoli Terra di Bari”, http://www.ba2015.org

Provincia di Bari – Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, http://s2ew.provincia.ba.it/pls/provinciaba/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1196

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 12/05/2009 

4.12 Energia

I dati disaggregati disponibili, per quanto risalenti al 2003, sono riportati in tabella 4.25. Dalla tabella emerge chiaramente come ad Adelfia, rispetto alle medie provinciale e regionale, i consumi per energia elettrica si concentrino tra quelli per usi domestici e per usi agricoli, entrambi ben al di sopra delle medie citate, rimanendo al di sotto della media per quanto riguarda quelli per usi terziari e di gran lunga al di sotto per i consumi per usi industriali. Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) della Regione Puglia fornisce però una serie di dati utili ad

evidenziare quelle che sono oggi le tendenze relativamente, in particolare, ai consumi finali di energia nei differenti settori. I consumi energetici finali complessivi in Puglia sono stati stimati, al 2004, pari a 8.937 ktep espressi in energia finale (nel 1990 erano pari a 7.491 ktep), evidenziando un trend di crescita sostanzialmente costante. L’incremento registrato nel periodo è stato quindi del 19% (1,3% medio annuo), mentre a livello nazionale, nello stesso periodo, l’incremento è stato superiore, attestandosi al 22%.

Energia elettrica venduta dall’ENEL nel 2003 (energia attiva in kilowattora) Adelfia Provincia di Bari Puglia v.a. % v.a. % v.a. % Per usi domestici 15.063.574 55.2 1.472.036.000 33.6 3.934.809.000 33.5

Per usi produttivi:

agricoltura 3.695.526 13.6 202.292.946 4.6 504.844.000 4.3 industria 2.250.643 8.2 1.409.030.554 32.2 4.100.192.000 34.8 terziario 6.263.048 23.0 1.297.339.715 29.6 3.242.374.000 27.4

totale 27.272.791 100 4.380.894.251 100 11.782.220.000 100

in percentuale consumi medi per abitante Per usi domestici 2.255 2.179 2.076

Per usi industriali 134 897 1.015

per numero di clienti

domestico 6.680 86.6 675.519 83.1 1.895.561 83.6 agricolo 122 1.5 22.699 2.8 73.480 3.2

industriale 139 1.7 18.559 2.3 47.247 2.1 terziario 877 11.2 95.542 11.8 251.338 11.1

totale 7.818 100 812.319 100 2.267.626 100

Tabella 4.25: consumi di energia elettrica ad Adelfia, in Provincia di Bari e in Puglia. Fonte: elaborazione dati Ipres (2003).

I consumi per abitante passano da 1,87 tep nel 1990 a 2,21 tep nel 2004, contro un valore nazionale di 1,92 nel

1990 e di 2,29 nel 2004. I maggiori incrementi sono stati registrati nel settore civile (residenziale e terziario), con +38%

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contro +26% a livello nazionale e nel settore dell’agricoltura e pesca, con +38% contro +9% a livello nazionale. Nel 2004 i consumi energetici nel solo settore residenziale sono stati pari a 1.149 ktep con un aumento del 29 % rispetto al 1990. Il consumo pro capite ha raggiunto un valore di 1.015 kWh/abitante contro un valore di 860 kWh/abitante del 1990; a livello nazionale vi è stato un incremento del consumo del 26%, con un consumo pro capite che è passato da 930 kWh/abitante a 1.150 kWh/abitante. La ripartizione percentuale dei consumi mostra variazioni rilevanti nell’arco di tempo considerato, con una forte riduzione del gasolio (tre volte meno dal 1990 al 2004) e il forte incremento del gas naturale (+100 %); sensibile anche la crescita dei consumi di energia elettrica (+19%). Il PEAR della Regione Puglia si pone, tra i suoi obiettivi qualificanti, da un lato il rispetto degli impegni di Kyoto e, dall’altro, la necessità di disporre di una elevata differenziazione di risorse energetiche. Relativamente allo specifico ambito edilizio il PEAR enfatizza l’importanza della variabile energetica, oggi troppo spesso sottovalutata. Il settore degli usi civili, sia perché obiettivamente interessante sotto l’aspetto dell’entità del fabbisogno energetico, sia per la varietà e la capillarità dei possibili interventi che presuppongono un coinvolgimento ed un adeguato approccio culturale da parte dell’operatore e dell’utente, rappresenta un campo di applicazioni in cui sarà possibile favorire una svolta nell’uso appropriato delle tecnologie energetiche. Le tendenze indicate dall’analisi della situazione attuale, considerando il livello regionale, registrano un forte incremento dei consumi, che a breve termine non lasciano ipotizzare una naturale inversione di tendenza. In Puglia tra il 1991 e il 2001 il numero di abitazioni occupate è aumentato del

9,5%, e la loro superficie del 14% a fronte di un essenziale stallo nella crescita della popolazione. Anche l’analisi sulla dinamica del mercato residenziale di nuova costruzione o di ampliamento, comportante quindi un aumento di volumetria con potenziale climatizzazione degli ambienti, registra un trend costante negli ultimi anni, segnando dati di incremento annuo tra 1,4 e 1,5%, calcolati sulla superficie esistente. Insieme all’aumento della superficie si osserva inoltre un incremento costante anche nei consumi. Le linee di tendenza in costante aumento sono quindi due: aumento delle volumetrie rese disponibili e aumento del comfort, sia nelle abitazioni già esistenti che in quelle di nuova offerta sul mercato. La maggiore esigenza di comfort deve essere adeguatamente supportata da un miglioramento degli standard costruttivi, anche nella prospettiva di rispettare i nuovi valori di consumo limite definiti dalla nuova normativa, cioè il D. Lgs. 192/05. Anche il settore non residenziale registra un costante aumento, di ordine superiore in quantità volumetriche assolute. Di particolare interesse, nel 2002 si segnala un raddoppio delle volumetrie costruite con destinazione commercio e attività turistiche e un forte aumento, sempre in valori assoluti, degli edifici per industria e artigianato. Nonostante che attualmente i criteri costruttivi consentano di raggiungere una maggiore efficienza energetica, si è ancora molto lontani dai livelli che la tecnologia attuale potrebbe consentire, senza neppure un extra costo eccessivo. Oltre che consumarla e cercare di risparmiarla, ad Adelfia l’energia comincia anche ad essere prodotta, in particolare sfruttando le fonti rinnovabili. Ad aprile del 2009, l’Atlante degli impianti fotovoltaici con incentivo in conto energia promosso dal Gestore dei Servizi Elettrici (http://atlasole.gse.it/viewer.htm) riporta

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la presenza di 6 impianti in esercizio per una potenza totale 19.7 kW, ma ne è già stato ammesso a finanziamento un altro da 36,7 kW.

4.12.2 Quadro normativo e di programmazione

Lo strumento di pianificazione sovraordinata di riferimento è il PEAR – Piano Energetico Ambientale Regionale della Regione Puglia, adottato con delibera di G.R. n. 827 del 08/06/07. Il PEAR prevede che gli strumenti urbanistici guidino l’adozione di criteri costruttivi tali da raggiungere discreti standard di efficienza energetica. Tali criteri devono fare riferimento sia alla progettazione di intere aree in trasformazione e/o riqualificazione, sia alla progettazione dei singoli edifici. I principali riferimenti normativi sono i seguenti:

DIRETTIVA 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell’edilizia.

DECRETO LEGISLATIVO n. 192 del 19 agosto 2005 "Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia".

Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 "Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità".

LEGGE REGIONALE n. 15 del 23-11-2005 "Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico".

REGOLAMENTO REGIONALE 16/2006 ”Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia”.

LEGGE REGIONALE n. 13 del 10 giugno 2008 “Norme per l’abitare sostenibile”.

LEGGE REGIONALE n. 21 del 29 luglio 2008 “Norme per la rigenerazione urbana”.

4.12.3 Il tema “Energia” e le invarianti strutturali

Il PEAR prevede che gli strumenti urbanistici guidino l’adozione di criteri costruttivi tali da raggiungere discreti standard di efficienza energetica. Tali criteri devono fare riferimento sia alla progettazione di intere aree in trasformazione e/o riqualificazione, sia alla progettazione dei singoli edifici. Tra le azioni di maggiore efficacia per il risparmio energetico si pone l’introduzione nell’apparato normativo, e in particolare in tutta la parte più attuativa (regolamenti edilizi, norme tecniche di attuazione), di norme specifiche relative al contenimento del fabbisogno energetico negli edifici. Naturalmente agire sugli edifici nuovi risulta più facile, ma il maggior vantaggio in termini ambientali è ottenibile agendo su edifici esistenti. Per questo motivo i requisiti possono essere richiesti anche ad edifici sottoposti ad interventi di ristrutturazione, eventualmente nel caso in cui essi investano una quota rilevante dell’edificio. A fronte di nuove volumetrie contemplate nel piano, siano esse di nuova costruzione o di ampliamento, si dovrebbero evidenziare alcune possibili azioni per ipotizzare una strategia di contenimento dei consumi e di incentivazione alla razionalizzazione energetica che permetta di limitare il consumo globale per residenza e terziario. Il PEAR identifica come obiettivo minimo quello di non incrementare i consumi energetici totali collegati alle strutture edilizie, nonostante eventuali previsioni di ampliamento volumetrico. La Regione indirizza i Comuni affinché introducano, nei propri strumenti urbanistici e di regolamentazione, valori di riferimento per quanto riguarda i

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 12/05/2009 

consumi specifici degli edifici. Tali valori potranno opportunamente riferirsi ad un sistema di fasce o “profili di qualità edilizia” che individuano un livello minimo a carattere obbligatorio e dei livelli più restrittivi a carattere volontario, possibilmente incentivati mediante opportuni vantaggi economici e/o fiscali. I profili di qualità edilizia dovranno essere soddisfatti sia dagli edifici di nuova costruzione che da quelli soggetti ad interventi di ristrutturazione importante. A supporto delle azioni di risparmio in edilizia, la Regione sosterrà i comuni nella definizione e nella gestione della certificazione energetica degli edifici. Oltre agli interventi sulle strutture edilizie, dei requisiti minimi saranno adottati anche per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento. In relazione agli impianti di riscaldamento, particolare attenzione sarà prestata alla possibilità di integrazione di impianti solari termici. I criteri di efficienza energetica trovano la possibilità di standardizzazione se rivolti ad una edilizia ben definita, quale può essere quella riconducibile al residenziale, mentre nel caso di edifici particolari (strutture turistiche ricettive, centri commerciali, ospedali, ecc.) sarà necessario individuare delle prescrizioni specifiche, in base alle loro caratteristiche di impiego. Il PEAR suggerisce inoltre azioni a carico degli utenti pubblici, ed in particolare l’applicazione, oggi generalmente disattesa, del DPR 412/93 di attuazione della Legge 10/91, che impone, per gli edifici di proprietà pubblica o di uso pubblico, di soddisfare il fabbisogno energetico favorendo il ricorso alle fonti rinnovabili, salvo impedimenti di natura tecnica o economica. Negli ultimi anni si è assistito, a seguito dei diversi bandi di finanziamento, all’installazione di diversi impianti solari termici e fotovoltaici, ma raramente tali interventi sono stati svolti con un

approccio integrato rivolto, dapprima, ad una riduzione dei fabbisogni energetici. È possibile inoltre conseguire un notevole risparmio energetico ed un ridotto impatto ambientale nel settore dell’illuminazione esterna, pubblica e privata. L’adozione, combinata e sinergica, delle suddette azioni, recepite integralmente della L.R. 15/05, può consentire risparmi energetici dell’ordine del 40%. Viene infine sottolineata l’importanza di favorire l’integrazione dei moduli fotovoltaici nelle strutture edilizie anche a supporto della riconosciuta maggiore incentivazione, per tale modalità di installazione, riconosciuta dal DM 6.2.2006. Le suddette opportunità dovranno essere ricercate sia nelle modalità autorizzative, sia nelle modalità di indirizzo a livello locale ad esempio attraverso opportuni regolamenti edilizi, sia in modalità di incentivo finanziario diretto. La Regione darà indicazioni ai Comuni affinché inseriscano, nei propri regolamenti edilizi, opportune norme finalizzate all’installazione di impianti fotovoltaici. A tal fine si considera condizione minima quella già delineata nel D. Lgs. 192/05, secondo cui deve essere disponibile, per le nuove costruzioni, una superficie della copertura dell’edificio con le seguenti caratteristiche:

orizzontale o esposta verso il quadrante Sud-Est Sud-Ovest per le pareti inclinate;

dimensioni pari almeno al 25 % della superficie in pianta dell’edificio.

Il ricorso a fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica, introdotto nell’ordinamento comunitario con la Direttiva 2001/77/CE, ha però conseguenze anche a scala urbanistica e territoriale, e non solo a quella edilizia.

La spinta travolgente che ha portato la Puglia nell’anno in corso a superare tutte le altre regioni italiane per potenza

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Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA): Rapporto Ambientale, versione 12/05/2009 

installata in impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sta comportando anche alcuni squilibri.

Dopo il boom degli impianti eolici degli anni scorsi, che indusse il governo regionale a varare dapprima una moratoria e poi un regolamento ad hoc (16/2006), è ora la volta del dilagare dei parchi fotovoltaici, in particolare su terreni agricoli.

Il fenomeno, basato su condizioni geografiche e climatiche oggettivamente favorevoli, è stato favorito attraverso una deregulation autorizzativa dall’amministra-zione regionale per connotare la Puglia come orientata alle fonti rinnovabili e richiamare investimenti anche esteri, ma al tempo stesso ha richiesto un reiterato intervento legislativo e amministrativo in riposta alle distorsioni più evidenti.

Attualmente, il riferimento essenziale è costituito dalla L.R. 31/2008, con il quale si vieta la realizzazione di impianti fotovoltaici8 nelle zone agricole che gli strumenti urbanistici vigenti qualificano come di particolare pregio ovvero nelle quali sono espressamente inibiti interventi di trasformazione non direttamente connessi all’esercizio dell’attività agricola.

Il testo specifica che sono considerati di particolare pregio i terreni ricadenti negli ambiti territoriali estesi (ATE) A e B del piano urbanistico tematico territoriale ”Paesaggio” (PUTT/P), mentre per i terreni ricadenti negli ambiti territoriali estesi C e D e per le aree di pertinenza e le aree annesse degli ambiti territoriali distinti (ATD) del PUTT/P si applicano le norme di piano. I comuni, con motivata deliberazione approvata dal consiglio comunale, possono individuare parti di territorio di particolare pregio.

Per quanto riguarda gli impianti alimentati da biomasse, ne è vietata la realizzazione in zona agricola, salvo che

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8 Si riportano di seguito solo le prescrizioni pertinenti al territorio comunale di Adelfia.

le biomasse non provengano stabilmente, per almeno il quaranta per cento del fabbisogno, da “filiera corta”, essendo cioè reperite in un raggio di 70 chilometri dall’impianto.

Infine, non è consentito localizzare aerogeneratori non finalizzati all’autoconsumo negli ATE A e B del PUTT/P.

4.12.4 L’energia nei meccanismi attuativi

In coerenza con quanto previsto dal PEAR andrebbe inserita nel PUG una normativa esplicitamente finalizzata a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, sia in caso di nuove costruzioni che nei casi di ristrutturazione edilizia. Tale normativa, oltre ad una parte con natura prescrittiva, potrebbe prevedere interventi volontari anche di tipo premiale. Il PUG prevede, come direttiva generale, che le trasformazioni ammissibili nei contesti territoriali siano comunque finalizzate, tra l’altro al risparmio energetico e all’uso di tecnologie ecocompatibili e sostenibili. Tale indicazione, insieme al rispetto dei contenuti della legge regionale 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile” richiamato nel Regolamento edilizio, potrebbe essere più puntualmente tradotta nei differenti ambiti di trasformazione individuati.

4.12.5 Monitoraggio degli effetti del PUG sul tema “Energia”

Nuova volumetria realizzata con caratteristiche di efficienza energetica superiore a quanto previsto dal D.Lgs. 192/05

Volumetrie esistenti oggetto di interventi di ristrutturazione tali da migliorarne le caratteristiche di efficienza energetica

4.12.6 Fonti

P.E.A.R. Piano energetico ambientale regionale – Bilancio energetico

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regionale e documento preliminare di discussione – Regione Puglia febbraio 2006 (www.regione.puglia.it).

Commissione delle Comunità Europee “Libro verde sull’efficienza energetica: fare di più con meno” COM(2005) 265 del 22 giugno 2005 (liberamente scaricabile all’indirizzo xUriServ/site/it/com/2005/com2005_0265it01.pdf

http://eurlex.europa.eu/Le

rinnovabili - Libro bianco per una

). Comunicazione della Commissione “Energia

per il futuro: le fonti energetiche

strategia e un piano di azione della Comunità” COM(97) 599 del novembre 1997 (scaricabile all’indirizzo http://europa.eu/documents/comm/white_papers/pdf/com97_599_it.pdf).

Commissione delle Comunità Europee “Libro bianco - Una politica energetica per l'Unione europea” COM(95) 682 del dicembre 1995.

ENEA “Rapporto energia e ambiente” – Anno 2007.

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

5 CRITICITÀ AMBIENTALI

A seguito della ricognizione delle conoscenze ambientali disponibili, svolta nella sezione 4, sono stati individuati alcuni aspetti salienti che si ritengono cruciali e intorno ai quali si propone di concentrare le attività di valutazione ambientale del PUG. La scelta, inevitabilmente riduttiva rispetto al numero più elevato di questioni ambientali potenzialmente rilevanti, è stata dettata dalla necessità di stabilire delle priorità, anche alla luce della consapevolezza che il PUG può incidere in modo diversificato su ciascuna questione.

5.1 Consumo di suolo

Il suolo, inteso come lo strato superiore della crosta terrestre, è un mezzo estremamente complesso e dalle caratteristiche variabili, soggetto a numerosi processi di degrado (l’erosione, la diminuzione di materia organica, la contaminazione locale o diffusa, l’impermeabilizzazione, la compattazione, la perdita di biodiversità, la contaminazione salina, le alluvioni e gli smottamenti). L’interazione fra i diversi fenomeni che lo interessano può portare a trasformazioni potenzialmente irreversibili, come la desertificazione. Inoltre, il suolo svolge funzioni che influenzano profondamente lo stato dell’ambiente, come nel caso dei cambiamenti climatici in ragione della eccezionale capacità di immagazzinare carbonio. La centralità della protezione del suolo nelle politiche ambientali ha spinto la Commissione Europea a proporre nel 2006 una strategia tematica ad hoc, da cui dovrebbe scaturire una profonda riforma degli strumenti di governo del territorio alle diverse scale1.

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1 Commissione delle Comunità Europee, Strategia tematica per la protezione del suolo, COM(2006)231.

Secondo le analisi effettuate dall’ Agenzia Europea per l’Ambiente, fra il 1990 e il 2000 in Europa sono stati urbanizzati più di 800.000 ettari di suolo2, un’area tre volte più grande del Lussemburgo; se questa tendenza proseguirà inalterata, si assisterà a un raddoppio del suolo urbanizzato nei prossimi cent’anni, con un impatto drammatico sui consumi di energia e di risorse territoriali e, soprattutto, sulle emissioni di gas serra ed i cambiamenti climatici. L’attuale tendenza verso aree urbane caratterizzate da minore densità sta infatti determinando un sensibile aumento dei consumi di suolo. Lo spazio consumato per persona nelle città europee è più che raddoppiato negli ultimi 50 anni; negli ultimi 20 anni, l’estensione delle aree edificate in molti paesi dell’Europa occidentale ed orientale è aumentata del 20%, mentre la popolazione è cresciuta soltanto del 6 %. Se, storicamente, la crescita delle città in Europa è stata determinata dall’aumento della popolazione urbana, oggi anche nei casi frequenti in cui la pressione demografica risulta irrilevante o addirittura inesistente, il tasso di trasformazione del suolo per usi urbani supera di gran lunga il tasso di crescita della popolazione. Inscindibili dal tema del consumo di suolo connesso all’espansione urbana ed alla dispersione insediativa sono le dinamiche connesse alla mobilità di passeggeri e merci. Espansione urbana e dispersione insediativa necessitano infatti di nuove infrastrutture di trasporto o della trasformazione di quelle esistenti, interventi che comunque segnano profondamente il paesaggio (basti

2 European Environment Agency “Urban sprawl in Europe. The ignored challenge”, Report 10/2006.

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pensare, ad esempio, all’impermeabilizzazione del suolo, che aumenta gli effetti delle alluvioni, o alla frammentazione delle aree naturali). Allo stesso tempo la costruzione di nuove infrastrutture di trasporto e il potenziamento di quelle esistenti, in risposta alla domanda di espansione e di dispersione, determinerà le condizioni per favorire ulteriormente, nel tempo, le stesse dinamiche di espansione urbana e dispersione insediativa. Il consumo di suolo, connesso all’espansione urbana ed alla dispersione insediativa, spesso indifferenti rispetto alle caratteristiche proprie dei suoli, comporta una serie di problematiche, complesse e spesso interagenti: ► l’allungamento crescente dei costi e

dei tempi di percorrenza della mobilità, o la necessità di potenziare il sistema di infrastrutture di trasporto;

► la ridotta funzionalità di tutte le reti e i servizi urbani, e la necessità di ricorrere a modi individuali per soddisfare esigenze di massa;

► la sottrazione al ciclo biologico di risorse insostituibili per l’equilibrio tra uomo e natura;

► la distruzione di testimonianze preziose della storia e della cultura della nostra civiltà e di quelle che l’hanno preceduta;

► il danno estetico alla bellezza dei paesaggi, spesso pesantemente guastati dai modi che assume la dequalificata edilizia della “città diffusa”, e più in generale una riduzione della qualità della città e del territorio;

► l’indebolirsi dei legami cui è affidata la coesione sociale.

Nel territorio di Adelfia, secondo i dati riportati in tabella 5.1 tratta dai documenti di piano, si registra un’elevata percentuale di aree antropizzate, pari ad oltre il 10% del totale, molto maggiore rispetto alla media regionale, ma inferiore a quella provinciale (di seguito citate). All’elevata percentuale di aree antropizzate si accompagna poi l’assenza pressoché totale di aree semi-naturali (solo lo 0,27 % della superficie comunale).

Uso del suolo Area (ha) Area (%) Aree a bosco 7,23 0,24

Rimboschimento 0,89 0,03 Incolto 390,27 13,13

Arborato 201,96 6,79 Seminativo-orto 486,56 16,37

Uliveto 505,43 17,00 Vigneto 1.080,30 36,34

Tessuto urbano, insediamenti rurali e industriali 300,37 10,10 Totale Superficie comunale 2.973,00 100

Tabella 5.1: Uso del suolo nel territorio di Adelfia (fonte PUG)

Le superfici artificiali in Puglia (comprendenti le zone urbanizzate residenziali, le zone industriali, commerciali ed infrastrutturali, le zone estrattive, le discariche e i terreni abbandonati, le zone verdi artificiali non agricole) raggiungono nel 2000 il 4.39% della superficie regionale (dati ARPA Puglia - RSA 2004 su dati Corine2000), in aumento sensibile rispetto al 3.80%

registrato nel 1990 (dati ARPA Puglia - RSA 2004 su dati Corine1990). Il dato per quanto non immediatamente confrontabile con il dato locale relativo alla specifica situazione di Adelfia evidenzia comunque l’elevato valore di quest’ultimo. La relazione sul Sistema Insediativo allegata alla bozza del Piano Territoriale Di Coordinamento della Provincia di Bari

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(PTCP) si dilunga sulla problematica del consumo di suolo, fornendo dati molto interessanti sulla sua evoluzione nel tempo. La scansione temporale parte dalla cartografia IGM 1:25000 risalente al 1949, prosegue con le foto aeree IGM del 1973 e l’orfofoto AIMAdel 1999, per arrestarsi all’ortofoto digitale CGR 2005. Una prima analisi macroscopica denota come il fenomeno urbano, che, all’inizio degli anni ’50, copriva nella provincia di Bari una superficie di circa 4600 ha, nell’arco di 55 anni sia giunto a quintuplicarsi. In questo arco di tempo l’incremento non è stato costante: nell’intervallo 1949-73 l’incremento medio nella provincia è stato del 67,89%, mentre nel secondo, tra il 1974 e il ’99 sale al 181%, giungendo, rispettivamente, a circa 7800 e 21500 ha di suolo urbanizzato; infine nell’ultimo periodo, il quinquennio 2000-2005, l’incremento è di un ulteriore 3.80%, portando il suolo urbanizzato a complessivi 22.406 ha.

Dai dati disponibili emerge, senza dubbi, che la crescita urbana più rilevante sia avvenuta negli ultimi 25 anni: essa comporta, tranne poche eccezioni, almeno il raddoppio del territorio urbanizzato; in 16 casi (tra i quali Altamura, Barletta, Risceglie, Casamassima, Giaia del Colle, Grumo Appula, Locorotondo, Modugno, Monopoli, Noicattaro, Palo del Colle, Ruvo e Valenzano) della provincia di Bari supera il 200% e in 4 supera il 300% (Cassano, Noci, dove supera di poco il 400%, Polignano e Santeramo). Dai dati del PTCP (riportati in Tab. 5.2) risulta che lo sviluppo delle aree edificate ad Adelfia, pur rispettando il trend comune a quasi tutti i comuni della provincia, con una crescita nel periodo 1949 -1973, un aumento significativo nel periodo 1974 – 1999 e una crescita ridotta nell’ultimo periodo 2000 - 2005, presenta valori percentuali inferiori alla media provinciale in tutti e tre i periodi.

Ettari

1949 Ettari 1973

Ettari 1999

Ettari 2005

Ettari 1949-

73

Ettari 1974-

99

Ettari 2000-

05

% 1949-

73

% 1974-99

% 2000-

05

Adelfia 58,23 82,96 168,71 172,90 24,73 85,75 4,19 42,47 103,36 2,49

Provincia di Bari 4572 7676 21585 22406 3104 13908 820 67,89 181,19 3,80

Tabella 5.2: Dati sulle superfici urbanizzate ad Adelfia (fonte dati PTCP).

Dallo studio degli elaborati del PUG di Adelfia è stato possibile inoltre ricavare la tabella 5.3, finalizzata ad articolare l’attuale consumo di suolo nelle sue

principali componenti, e a prefigurare lo scenario relativo all’attuazione delle previsioni del PUG.

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Area (ha)

% sul totale

esistente e sul totale delle

nuove previsioni

% sulla

superficie comunale

Zona omogenea A Canneto 1,7787 0,7 Zona omogenea A Montrone 2,0307 0,8 Zona omogenea B Canneto 52,1166 21,1 Zona omogenea B Montrone 37,9051 15,3

Zona omogenea C Canneto (attuata o in itinere) 48,1769 19,5

Zona omogenea C Montrone (attuata o in itinere) 25,8737 10,6

Aree a standard esistenti 31,2478 12,6 Aree per attrezzature di interesse generale

esistenti 0,8400 0,3

CPU (contesto produttivo urbanizzato) 47,1122 19,1 TOTALE ESISTENTE AMBITO URBANO 247,0817 100 8,31

TOTALE ESISTENTE AMBITO RURALE 53,2883 1,79

TOTALE TESSUTO URBANO - INSEDIAMENTO

RURALE - INDUSTRIALE 300,37 10,10

CUUS (Contesto urbano da consolidare per

insediamenti misti: U.S./residenza sociale) 2,7706 1,1

CUE 1 (Contesto Urbano Espansione) 6,6106 2,5 CUE 2 (Contesto Urbano Espansione) 100,9892 38,9

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici) 31,7452 12,2

CPE (Contesto produttivo espansione) 15,6273 6,0 Aree a standard 16,7500 6,5

Aree per attrezzature di interesse generale 85,0000 32,8 TOTALE NUOVE PREVISIONI 259,4929 100 8,73

TOTALE ESISTENTE E NUOVE PREVISIONI 559,8629 18,83

Totale Superficie comunale 2.973,00 100

Tabella 5.3: superfici urbanizzate ed urbanizzabili (nostra elaborazione su dati PUG).

I dati estrapolati dagli elaborati di piano sono suscettibili di modesti errori di lettura, ma si evincono tendenze significative che inducono a considerare il tema “consumo di suolo” come una delle criticità da prendere in considerazione al fine della valutazione ambientale dello strumento urbanistico. Il dato relativo al consumo di suolo previsto dal PUG sconta, come evidenziato nelle tavole di Figura 5.1, la

notevole estensione delle aree per attrezzature di interesse generale derivante dall’applicazione al PUG dei metodi perequativi, e dall’individuazione degli Ambiti Perequativi di Tutela Ambientale. L’espansione dell’edificato si concentra in una corona intorno agli attuali tessuti consolidati sia di Canneto che di Montrone (con l’eccezione dell’ambito a sud di Canneto),

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mantenendo una morfologia sostanzialmente compatta.

1 2

3 4

Figura 5.1: Il centro urbano di Adelfia (da sinistra in alto): 1 - il contesto urbano consolidato; 2 – i contesti urbani già sottoposti a PUE (in marrone) e i contesti produttivi esistenti (in viola chiaro); 3 – i contesti urbani di espansione CUE1 e CUE2 (in rosso) e i contesti destinati a servizi (in azzurro); 4 – le aree sottoposte a Piani Esecutivi Tematici (in rosso chiaro), il contesto produttivo di espansione (in viola scuro) e gli ambiti perequativi di tutela ambientale (in verde) (nostra elaborazione da tavole PUG).

Spostando l’attenzione dalle diverse funzioni insediative agli scenari di pianificazione, rileviamo il notevole peso dovuto al recepimento nel PUG dei diritti acquisiti derivanti dal PRG 2003, con particolare riferimento ai contesti urbani già sottoposti a PUE e ai contesti urbani di espansione CUE1 e CUE2 già previsti

dal piano vigente. Il dato generale (vedi Fig. 5.2) sembra essere un aumento significativo del consumo di suolo rispetto allo stato di fatto (la situazione come appare oggi), ma non a quello di diritto (quanto già previsto dal PRG vigente). Un giudizio più circostanziato non può però prescindere da una

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verifica più approfondita delle modifiche qualitative degli usi del suolo, in termini ad esempio

impermeabilizzazione, diminuzione della connettività ecologica, ecc.).

Figura 5.2: un raffronto fra del PRG del 2003 vigente (in alto) e del nuovo PUG (in basso) evidenzia una sostanziale conferma del perimetro interessato dalle previsioni complessive.

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5.2 Vulnerabilità della falda

Nell’identificare le diverse tipologie di “zone di protezione speciale idrogeologica”, il Piano di Tutela delle Acque (PTA), adottato con D.G.R. n. 833 del 19 giugno 20073, ha individuato delle zone B1 che interessano parte del territorio comunale di Adelfia 4 , come risulta dalla figura 5.2. Le zone B1 presentano condizioni di bilancio idrogeologico prevalentemente positivo, e sono pertanto deputate alla ricarica dell’acquifero, pur in presenza di una certa pressione antropica derivante da attività agricole e produttive o dalla presenza di infrastrutture. Proprio in virtù di questa situazione, in tali aree è necessario attivare misure di salvaguardia e di mitigazione del rischio di contaminazione, anche perché lo stesso assetto geolitologico fragile che favorisce la ricarica implica una maggiore facilità di idroveicolazione di sostanze inquinanti.

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3 pubblicata sul BURP n. 102 del 18/07/2007. 4 Nella Deliberazione di Giunta Regionale con cui si è proceduto all’adozione del PTA, le aree interessate sono state ulteriormente dettagliate facendo riferimento ai fogli catastali che nel caso di Adelfia sono i seguenti: 6, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 17, 19, 20, 22, 23.

Nel Piano di Tutela della Acque sono pertanto proposte le seguenti misure per le zone di protezione speciale idrogeologica B1:

indirizzi di tutela-assicurare la difesa e la ricostruzione degli equilibri idraulici e idrogeologici, di deflusso e di ricarica;

divieti generali- realizzazione di opere che

modificano i regimi naturali di infiltrazione e deflusso delle acque, ad eccezione di quelle necessarie alla difesa del suolo e alla sicurezza delle popolazioni;

spandimento di acque di vegetazione, fanghi e compost;

cambiamenti di uso del suolo, ad eccezione di quelli verso metodi di coltivazione biologica;

divieto della trasformazione dei terreni coperti da vegetazione spontanea, in particolare mediante interventi di dissodamento e scarificatura del suolo e frantumazione delle rocce calcaree.

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Figura 5.2: le zone di protezione speciale idrogeologica di tipo B1 individuate dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia. Fonte: D.G.R. n. 833 del 19 giugno 2007, pubblicata sul BURP n. 102 del 18/07/2007.

Un dato che non è possibile ignorare consiste nella parziale sovrapposizione della zona B1, a livello della parte settentrionale del territorio di Adelfia, con un’area di vincolo d’uso degli acquiferi (l’altra tipologia di zonizzazione introdotta dal PTA).

Si tratta delle aree della fascia costiera Adriatica dell’acquifero carsico della Murgia vulnerabili alla contaminazione salina (vedi Fig. 5.3), soggette a misure di tutela quali-quantitativa dei corpi idrici sotterranei essenzialmente riferite alla regolamentazione delle concessioni per il prelievo di acque dolci di falda5.

5 Anche in questo caso, all’atto dell’adozione del PTA, le aree interessate sono state ulteriormente dettagliate facendo riferimento ai fogli catastali, consentendo un migliore apprezzamento della sovrapposizione fra le due forme di tutela: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 23, 26.

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Figura 5.3: alcune aree di vincolo d’uso dell’acquifero carsico della murgia nella fascia costiera adriatica, soggette a tutela quali-quantitativa dal PTA.

L’apparente contraddizione fra il riconoscimento a queste aree da parte dello stesso strumento di governo del territorio di una funzione di ricarica dell’acquifero e di una condizione di stress idrologico legato all’eccessivo emungimento (vedi Fig. 5.3) è in realtà puntualmente ricondotta nel PTA ai criteri utilizzati per le definizione delle diverse zonizzazioni, ed induce semmai ad una maggiore attenzione nei confronti delle misure proposte. Il quadro che emerge dall’analisi del PTA è senza dubbio significativo, tanto più che, nelle more dell’approvazione definitiva del Piano, le Amministrazioni pubbliche sono tenute a considerarne le prescrizioni in merito:

all’autorizzazione di interventi di trasformazione del territorio che

siano in contrasto con le previsioni del Piano adottato o tali da comprometterne o renderne più gravosa l’attuazione; all’approvazione di strumenti sottordinati di pianificazione territoriale ed urbanistica che siano in contrasto con le previsioni del Piano adottato.

Tra i due regimi di tutela introdotti dalle prime misure di salvaguardia del PTA, è evidente che le zone di protezione speciale idrogeologica acquistano una maggiore rilevanza nei confronti del PUG, e si è ritenuto pertanto necessario procedere ad una verifica preliminare delle eventuali interferenze, con l’esito illustrato in Fig. 5.4.

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Figura 5.4: le Zone di Protezione Speciale Idrogeologica individuate dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia circondano, senza sovrapposizioni, l’ambito definito dai contesti urbani esistenti e da quelli di nuovo impianto.

Le perimetrazioni contenute nel PTA sono attualmente oggetto di valutazioni che potrebbero portare alla loro modifica in occasione della definitiva approvazione del piano. Tuttavia, la rilevanza di questo tema ambientale e l’attenzione che sarà necessario riservargli in ogni futuro atto di pianificazione territoriale appare del tutto evidente.

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Nel contempo, si è scelto in questa sede di non sottolineare le relazioni fra l’altra forma di tutela introdotta dal PTA, ovvero le aree di tutela quali-

quantitative soggette a vincoli d’uso degli acquiferi, poiché le prescrizioni che ne derivano non riguardano direttamente l’ambito della pianificazione urbanistica.

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5.3 Rischio idraulico

I rischi naturali (ovvero connessi ad eventi quali terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni, maremoti, ecc.) sono generalmente espressi come il prodotto della pericolosità P (probabilità di occorrenza di un evento in una determinata area e in dato periodo di tempo), della vulnerabilità V (propensione del sistema impattato a subire danni) e della esposizione E (quantità di beni esposti al rischio), quindi R = P x V x E. Il rischio idraulico, di conseguenza, può essere definito come “una grandezza che mette in relazione la pericolosità, intesa come caratteristica di un territorio che lo rende vulnerabile a fenomeni di dissesto (frane, alluvioni, etc.) e la presenza sul territorio di beni in termini di vite umane e di insediamenti urbani, industriali, infrastrutture, beni storici, artistici, ambientali, ecc.”6. Aspetti quale la permeabilità dei suoli, la copertura vegetale, l’uso del suolo, la modificazione del naturale assetto morfologico, hanno particolare influenza sui fenomeni di dissesto idrogeologico. Questo fa sì che il rischio idrogeologico si configuri, nelle aree urbane ed extraurbane, come un rischio di tipo na-tech, alla cui determinazione cioè concorrono le interazioni fra fattori naturali e attività umane. Nel territorio del Comune di Adelfia, l’interferenza antropica con il reticolo idrografico superficiale si configura prevalentemente con sbarramenti delle lame, impermeabilizzazione diffusa, modificazione delle pendenze del terreno, utilizzo a fine agricolo degli alvei. Le principali criticità idrauliche infrastrutturali sono sempre rappresentate dagli attraversamenti-ponti delle diverse strade provinciali, che vengono sormontati dalla corrente di piena; in corrispondenza di tali criticità si

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6 Autorità di Bacino della Puglia, Piano di Assetto Idrogeologico - Relazione di Piano, p. 53, 2004.

formano inoltre zone di invaso. In taluni tratti il reticolo idrografico presenta zone di discontinuità, anche dovute all’interramento da lavorazioni antropiche dell’alveo. Particolare attenzione va riservata alla riqualificazione del reticolo idrografico che interessa la città esistente (si pensi alla Lama Montrone – Valenzano che divide l’abitato di Canneto da quello di Montrone o all’impluvio Canneto) o le zone in cui sono previste nuove aree di espansione o completamento. La specificità dell’interrelazione ad Adelfia tra sistema delle lame e centro urbano è infatti evidente dalla Figura 5.5, in cui sono riportate le previsioni del PUG per il centro urbano e il sistema delle invarianti strutturali, da cui emerge come tre lame attraversino la città consolidata o le previste aree di espansione ed altre due lambiscano aree interessate da nuove previsioni edificatorie. La presenza di tale sistema di lame dovrà quindi diventare opportunità di riqualificazione e di caratterizzazione per l’intero sistema urbano. Il Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino della Puglia ha approvato (il 21/02/2008) le riperimetrazioni delle Aree a Pericolosità Idraulica individuate dal PAI a seguito della proposta dell’Amministrazione Comunale di Adelfia basata su studi idrologici e idraulici di dettaglio. Il PUG inoltre, a monte della discussione in Consiglio Comunale che dovrà deliberare la sua adozione, è stato inviato all’Autorità di Bacino della Puglia per un parere preventivo di compatibilità con il PAI.

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Figura 5.5: Il centro urbano di Adelfia: le previsioni di Piano e le invarianti strutturali (nostra elaborazione da tavola PUG).

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Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre 

5.4 Uso sostenibile delle risorse

L'attività edilizia, per il suo enorme peso produttivo, è inevitabilmente uno dei settori industriali a più alto impatto ambientale, sia per gli effetti del consumo energetico e per le emissioni in atmosfera di ossido di carbonio a esso connesse, sia per il sempre più diffuso utilizzo di materiali di origine petrolchimica che determinano gravi problemi di inquinamento ambientale durante tutto il loro ciclo di vita. L'impiego di nuove tecnologie e know-how nel campo dell'edilizia potrebbe rappresentare una delle possibili strade da percorrere per contribuire ad attenuare l'attuale sfruttamento intensivo di energia e materiali. In tal senso l'architettura può essere letta come lo strumento principe per rapportarsi in maniera equilibrata con l'ambiente, in grado di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni senza limitare, con il consumo indiscriminato di risorse e con l'inquinamento, quelli delle generazioni future. L'introduzione di accorgimenti in fase progettuale che limitano l'uso e la dispersione dell'energia (quali l'isolamento, il recupero del calore in uscita, l'esposizione ideale delle superfici vetrate, il rapporto volume superficie dell'edificio, il recupero dell'acqua piovana, l'impiantistica efficiente e quindi compatibile con le forme di energia rinnovabile) così come l'uso di materiali naturali e/o riciclabili comportano indubbiamente dei vantaggi ambientali ed economici e rappresentano delle linee guida indispensabili per costruire ecologicamente, ovvero per programmare, progettare, realizzare, utilizzare, demolire, riciclare e smaltire opere edilizie in modo sostenibile. In questo senso, oltre ai riferimenti legislativi e normativi esistenti, si auspica anche una più attenta lettura e

riproposizione dei modelli storici, ricchissimi di spunti da recuperare in quanto a tipologie e tecniche costruttive e a modalità di risparmio delle risorse. Relativamente alla qualità del costruire, e dell’abitare in particolare, si registrano, ad Adelfia come nella maggior parte dei Comuni, alcune dinamiche significative quali:

l’atopicità dell’edilizia recente realizzata in ambito urbano, priva di qualsiasi riferimento con la storia, la cultura e l’ambiente dei luoghi; l’attenzione riservata allo spazio costruito rispetto a quello non costruito e agli spazi privati rispetto a quelli pubblici, sempre più spesso questi ultimi luoghi casuali, non qualificati e assolutamente poco caratterizzati da un punto di vista formale, funzionale ed ambientale.

Risposte del Piano Il piano, in applicazione dell’art.10 e dell’art.12 della legge regionale 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile”, all’art. 3.6.2 delle NTA introduce meccanismi premiali per chi adotta interventi di edilizia sostenibile, quali:

la riduzioni dell’ICI, di altre imposte comunali, degli oneri di urbanizzazione secondaria o del costo di costruzione in misura crescente a seconda dei livelli di risparmio energetico, di qualità ecocompatibile dei materiali e delle tecnologie costruttive utilizzate, di risparmio idrico e di altri requisiti di sostenibilità energetico-ambientale di cui ai contenuti della stessa legge 13/2008; incrementi fino al 10 per cento del volume consentito nei CUCC “Contesti urbani consolidati compatti”, nei CUC “Contesti

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

urbani consolidati”, nei CUDC, “Contesto urbano da consolidare” e nei “Contesti di nuovo impianto”.

Lo stesso articolo delle NTA prevede che i PUE debbano contenere norme, parametri, indicazioni progettuali e tipologiche che garantiscano il migliore utilizzo delle risorse naturali e dei fattori climatici, nonché la prevenzione dei rischi ambientali. Gli incentivi previsti possono essere graduati dal Comune, attraverso una delibera di Consiglio Comunale, in modo tale da favorire la sostituzione di edifici e la riqualificazione di quartieri caratterizzati da elevati livelli di inefficienza energetica e incompatibilità ambientale opportunamente diagnosticati. Le NTA del PUG di Adelfia prevedono che, per garantire migliori condizioni microclimatiche degli ambienti insediativi, i PUE relativi ai Contesti Urbani Consolidati Compatti (CUCC), ai Contesti Urbani Consolidati (CUC), agli Ambiti di Riqualificazione Urbana (ARU), ai Contesti Urbani da Consolidare (CUDC), ai Contesti Urbani da Consolidare per insediamenti misti (CUUS), ai Contesti Urbani Residenziali (CUE 1), ai Contesti Urbani di Espansione (CUE 2) e ai Contesti Urbani Settoriali o Tematici (PUE.S) devono contenere norme, parametri, indicazioni progettuali e tipologiche che garantiscano il migliore utilizzo delle risorse naturali e dei fattori climatici, nonché la prevenzione dei rischi ambientali, in particolare attraverso:

le sistemazioni esterne agli interventi con copertura naturale in grado di mitigare l’effetto noto come “isola di calore”, nonché di conservare quanto possibile la naturalità e la permeabilità del sito;

le sistemazioni esterne delle aree a destinazione monofunzionale o mista, con piantumazione di

masse boschive lineari (barriere) lungo le sorgenti inquinanti lineari (specie strade), per assorbire le emissioni inquinanti in atmosfera e il rumore;

la permeabilità dei suoli, limitando la presenza di manufatti interrati e favorendo la previsione di pavimentazioni realizzate con materiali drenanti e autobloccanti cavi;

il “minimo deflusso vitale” per il bilancio idrico del territorio oggetto di intervento;

indicazione della densità arborea e arbustiva, indicando specie autoctone e coerenti con le caratteristiche dei contesti;

indicazioni progettuali e tipologiche che:

tengano conto dei coefficienti di albedo medio del paesaggio, ossia che considerino la riflessione della radiazione solare verso l’edificio;

usino materiali da costruzione con coefficienti di riflessione finalizzati al miglioramento del microclima in esterno;

considerino la geometria degli ostacoli fisici (altri edifici, elementi del paesaggio) che influiscono sui guadagni solari per effetto di ombreggiamento o riflessione della radiazione;

privilegino forme compatte e condizioni di esposizione e orientamento degli edifici tali da migliorarne l’efficienza energetica.

Le stesse NTA non specificano la cogenza di tale previsione, assumendo quindi più un carattere di indicazione che di norma prescrittiva.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

5.5 Rete ecologica urbana e territoriale

Il territorio di Adelfia è in parte urbanizzato ed in massima parte antropizzato, dove gli spazi non ancora utilizzati dalle colture agricole risultano veramente esigui e solo in pochi ettari si rileva la presenza di vegetazione spontanea. Un’importante categoria di uso del suolo nel territorio di Adelfia, evidenziata

in figura 5.6, è rappresentata dagli incolti, che raggiungono quasi i 400 ettari (pari al 13% della superficie territoriale). Per quanto una larga parte di tali incolti sia concentrata nelle aree immediatamente esterne al centro urbano, circostanza sintomatica di un’aspettativa di edificazione, numerose altre aree sono localizzate in prossimità dell’esteso reticolo idrografico e potrebbero contribuire alla qualificazione della rete ecologica connessa al sistema delle lame, sia in ambito urbano che a scala territoriale.

Figura 5.6: Il sistema delle lame, le aree boscate e gli incolti nel territorio di Adelfia (nostra elaborazione da tavola PUG).

Il paesaggio rurale è segnato, inoltre, dalla presenza diffusa dei “tendoni” di

uva da tavola. A tale coltivazione sono strettamente legate anche le principali

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  103

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

problematiche ambientali dell’agricoltura praticata ad Adelfia. Tra queste sono da ricordare l’utilizzo di sostanze tossiche e nocive come pesticidi ed antiparassitari, le importanti esigenze d'acqua, peraltro concentrate nei mesi (estivi) durante i quali si registrano le emergenze di deficit idrico, le problematiche connesse allo smaltimento delle coperture utilizzate (reti in polietilene, films prodotti con speciali resine polimeriche, ecc.), l’impoverimento di sostanze chimiche nel terreno. Risposte del Piano Il PUG individua due contesti rurali, il CR.A - Contesto Rurale a prevalente funzione Agricola da tutelare e rafforzare e il CR.P - Contesto Rurale a prevalente Valore Ambientale e Paesaggistico, che, articolato in tre ambiti, comprende la maggior parte del territorio comunale Tra gli elementi strutturanti del territorio, al pari delle emergenze geomorfologiche (scarpata fluviale, ripa fluviale, scarpata) e storico-architettoniche (segnalazioni archeologiche, ville e masserie storiche, centri storici, ecc.), il PUG individua quali Invarianti Strutturali IS anche le emergenze colturali (vigneti e uliveti) e botanico – vegetazionali (boschi). L’individuazione della Invariante Strutturale (IS) “Assetto botanico-vegetazionale: colture strutturanti il

paesaggio (uliveto, vigneto)”, si basa sulla rilevanza paesistico ambientale assegnata alle colture di ulivo e di vite, per la cui tutela e valorizzazione il PUG individua una direttiva di tutela finalizzata alla conservazione. In realtà però negli elaborati grafici del PUG si individuano indistintamente tutte le aree interessate da vigneti o uliveti, per cui si rimanda ad uno studio successivo l’individuazione delle colture da preservare (ossia gli uliveti come definiti dall’art.2 della lr 14/2007 “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia” e le vigne a ceppo o a schiera finalizzate alla produzione del vino), la cui estensione attuale sarà senz’altro molto inferiore a quanto attualmente individuato dal Piano. In effetti, pur in mancanza di dati recenti, già nel 1990 a fronte di 1.200 ha coltivati ad uva da tavola, se ne riscontravano solo 135 ha coltivati ad uva da vino. Il rischio di tale previsione normativa appare quello di “spalmare” praticamente sull’intero territorio comunale la valenza di “contesto rurale a prevalente Valore Ambientale e Paesaggistico” e di ottenere l’effetto di diluire e rendere inefficaci eventuali tentativi di salvaguardia e valorizzazione ambientale del territorio rurale di Adelfia, peraltro al momento non specificati, in particolare connessi al recupero del sistema delle lame.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  104

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PARTE III: IL PUG E IL GOVERNO DEL TERRITORIO

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6 IL PUG DI ADELFIA

6.1 Obiettivi

Il PUG di Adelfia stabilisce tra i suoi obiettivi principali il perseguimento dello “sviluppo sostenibile” come modello di trasformazione territoriale atto a “garantire i bisogni del presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future” A tale proposito il Piano Urbanistico Generale, fa riferimento alle disposizioni regionali (l.r. 13/2008 “Norme per l’abitare sostenibile”), agli obiettivi generali del “Quadro d’azione per uno sviluppo urbano sostenibile nell’UE” (COM 1998/605), vale a dire a:

► riequilibrio territoriale, ► migliore qualità dell’ambiente

urbano, ► uso sostenibile delle risorse

ambientali, valorizzazione delle risorse socioeconomiche locali e loro equa distribuzione.

6.2 Previsioni strutturali e programmatiche

A scala urbana, il Piano si attua attraverso:

► l’applicazione del principio della perequazione e dell’istituto del comparto urbanistico per gestire (attraverso il trasferimento dei diritti di costruire) la tutela e la valorizzazione dei siti con specificità ecologiche, documentarie e paesaggistiche;

► la qualità dell’abitare attraverso la attenta delimitazione delle aree da sottrarre al traffico veicolare di transito,

► la promozione dell’ecoefficienza basata: sulla integrazione degli aspetti globali (clima, strato di ozono, biodiversità), con quelli connessi alla conservazione delle risorse naturali (minerarie, energetiche fossili, idriche, suolo, ecc.) e con quelli locali (inquinamenti, rifiuti, qualità urbana, ecc.) valutata ex ante per i piani e gli interventi di settore.

Strumenti della sostenibilità a scala edilizia-architettonica sono:

► la formulazione di un Regolamento Edilizio e di Igiene che deve rispondere anche alle esigenze di nuove forme di progettazione orientate alla sostenibilità;

► la progettazione di interventi che salvaguardino gli equilibri ecologici ambientali (insolazione, ventilazione, ombreggiamento, verde, ecc.);

► la adozione nelle attività edilizie di procedure di produzione e di gestione che

► pongano in primo piano le questioni energetiche;

► l’attenzione al perseguimento della qualità estetica sia nella definizione degli spazi urbani sia delle architetture che li definiscono;

► la differenziazione dei rifiuti fin dal luogo della produzione (per esempio, nelle abitazioni) onde rendere automatica la successiva raccolta differenziata e, quindi, il successivo riciclaggio, riuso, recupero energetico;

► l’applicazione delle azioni e degli incentivi derivanti dalle normative regionali.

In dettaglio il Piano si articola per contesti a livello strutturale, riportati a seguire:

► Contesti urbani: ► Contesto urbano storico; ► Contesto urbano consolidato;

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Page 111: Rapporto Ambientale del PUG di Adelfia bozza del 12-05-2009

► Contesto urbano in via di consolidamento;

► Contesto urbano periferico o marginale;

► Contesto produttivo esistente. Contesti rurali:

► Contesto rurale perturbano; ► Contesto rurale multifunzionale; ► Contesto rurale a prevalente

valore ambientale e paesaggistico;

► Contesto rurale a prevalente funzione agricola.

6.3 Scelte strategiche del PUG

Le scelte strategiche del PUG sono orientate ► al mantenimento della previsione del

PRG (al 2007) riportata all’orizzonte temporale del 2020, a “correggere” le scelte del vigente PRG, attraverso una riduzione degli indici insediativi (e quindi del carico urbanistico complessivo);

► a dotare il territorio urbano di servizi “congiunti” per i due nuclei di Montrone e Canneto;

► a superare l’effetto di cesura del tessuto urbano operato da un lato dalla lama Montrone, dall’altro dall’attraversamento della linea ferroviaria Adelfia-Putignano (attualmente basato su un’intersezione a raso servita da un passaggio a livello),

► a ridimensionare il carico urbanistico generato dalle infrastrutture di progetto del PRG.

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Page 112: Rapporto Ambientale del PUG di Adelfia bozza del 12-05-2009

7. VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE

7.1. Premessa metodologica

La valutazione delle alternative attinge al rapporto sullo stato dell’ambiente, evidenziando lo snodo tra azioni di piano e criticità emergenti, per determinare il quadro dei “valori complessi” attribuiti all’ambito sul quale si cala la trasformazione. La metodologia adottata per la fase cruciale di valutazione delle alternative di piano si rifà alla tradizione consolidata delle analisi multicriteriali, incrociata alle tecniche di definizione d’impatto. La valutazione presuppone una necessaria scomposizione del piano in azioni/politiche e un’articolazione dei temi generali di carattere ambientale, attraverso una chiave di lettura. La chiave di lettura generalmente adottata nella scomposizione degli aspetti ambientali deriva dalla tradizione delle procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale, a sua volta radicata nelle logiche consolidata delle normative di settore. Ciò spiega il ricorso quasi universale alle classiche categorie di analisi (aria, acqua, suolo, fauna, flora ecc.). Nel caso della VAS del Piano Urbanistico Generale di Adelfia , si ritiene utile ricorrere invece che ai singoli temi (che continuano nella tradizione suddetta) alle criticità emergenti, per poi incrociarle con le azioni di piano rappresentate dalle indicazioni normative relative ai diversi contesti. Un primo momento di valutazione, ad opera di parte dello stesso staff responsabile della VAS, può essere

sviluppato nell’ambito della fase di partecipazione. In tale fase, anche con l’ausilio di Focus Group e di Forum, possono essere individuate criticità e istanze di progettazione territoriale. La valutazione del livello di priorità delle istanze così rilevate sarà invece condotta con l’ausilio di metodi multicriterio utilizzate a supporto di approcci alla valutazione degli impatti comunitari e già presenti in letteratura. Di tale fase in questo documento per brevità si omette la descrizione. Per quanto riguarda la metodologia di valutazione vera e propria, invece, attraverso una procedura di valutazione multidimensionale si stima il “grado di impattività” della trasformazione insediativa. Il “grado di impattività” misura la trasformazione attribuibile ai “contesti territoriali”; laddove questi ultimi rappresentano le forme e la dimensione della trasformazione o della tutela, entrambe definite dalle Linee di indirizzo programmatiche regionali. La parte strutturale del Piano urbanistico Generale individua la delimitazione dei contesti. Nell’ambito della parte strutturale del Piano i contesti territoriali sono caratterizzati dalla differente tipologia di azione prevalente (tutela, conservazione, recupero, trasformazione), e distinti in urbani e rurali. La parte programmatica del Piano urbanistico Generale invece “conforma” i contesti individuando quale incidenza in ciascun contesto potrà avere la trasformazione insediativa, e con quali parametri urbanistici. Le modalità di trasformazione definite dal piano possono avere una dimensione qualitativa o quantitativa. Sono dimensioni quantitative ad esempio le densità

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volumetriche ammissibili, i coefficienti di deflusso, gli indici di piantumazione. Sono invece dimensioni qualitative la ammissibilità di demolizioni, ricostruzioni, ampliamenti dell’esistente, riferibili al patrimonio architettonico edilizio, o a quello infrastrutturale. L’ incrocio evidenzierà da un lato gli impatti possibili, e tenterà di spiegare l’intensità degli stessi attraverso uno scaling multidimensionale; dall’altro lato le criticità verranno pesate secondo una procedura analitica gerarchica. Scenari di valutazione Gli impatti sono stati riferiti a due possibili scenari di riferimento: lo stato di fatto e il PRG completamente attuato. Il primo scenario indaga l’attuazione del PUG in termini di variazioni rispetto alla situazione ambientale che si osserva oggi. Il secondo, assume come termine di riferimento lo stato di diritto, rappresentato dalle previsioni del Piano Regolatore Generale vigente. La valutazione multidimensionale misura le variazioni negative/positive secondo i differenti aspetti considerati. La logica di questa scelta è legata principalmente a quanto emerge dall’analisi del consumo di suolo, che vede, come illustrato nell’analisi delle criticità un notevole incremento di consumo rispetto allo stato di fatto, e un modesto incremento di consumo rispetto allo stato di diritto generato dal vigente PRG. Questa discrepanza suggerisce di affrontare la questione dell’opportunità di realizzare un nuovo strumento urbanistico in sostituzione di un PRG non ancora esaurito, e viene struttarata quindi nella valutazione di scenari alternativi.

I metodi di valutazione multicriteriali permettono di ordinare alternative secondo una priorità che tiene conto della concorrenza di giudizi di valore molteplici e disomogenei attraverso l’uso di confronti a coppie. La messa a punto di nuovi sistemi di valutazione multicriteriali ha tenuto in considerazione il passaggio da metodologie quantitative estremamente rigide (Roy, 1985), fino ad approcci qualiquantitativi del metodo AHP (Saaty, 1980). In un approccio interdisciplinare finalizzato alla evidenziazione al confronto dei valori derivanti da tutte le risorse dell’ambiente naturale e antropizzato, la valutazione si rivolge a possibili forme di rappresentazione di una qualità fondata sulle differenze e sulle relazioni strutturali nell’ambito dei processi ambientali. L’AHP è stato applicato utilizzando una valutazione su due livelli gerarchici: il livello più alto definisce le criticità, già elencate, i cui caratteri sono specificati ad un livello di dettaglio superiore nel secondo livello. In particolare sono stati considerati i criteri di definizione delle criticità descritti a seguire. Consumo di Suolo: Reale copertura del suolo, corrispondente alla percentuale massima di copertura delle superfici, determinata rispetto ai paramentri urbanistici dei differenti contesti Urbanizzazione delle superfici, corrispondente alla superficie impegnata da ciascun contesto Vulnerabilità della falda: Zone di protezione della ricarica della falda di tipo B1, corrispondente alla interferenza tra contesi e ambiti vincolati, determinata per semplice sovrapposizione di aree Tutela qualiquantitativa, corrispondente alla interferenza tra contesi e ambiti da tutelare dall’invasione salina della falda, determinata per semplice sovrapposizione di aree Contaminazione salina, corrispondente alla interferenza tra ambiti già interessati da contaminazione e Contesti del PUG,

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Page 114: Rapporto Ambientale del PUG di Adelfia bozza del 12-05-2009

Energia, corrispondente alla capacità di consumo energetico generata dagli usi di ciascun contesto

determinata per semplice sovrapposizione di aree.

Rischio idraulico: Rete ecologica urbana e territoriale: Pericolosità, corrispondente alla

capacità di alcune aree di generare allagamenti a valle, in ambiti vulnerabili

Variazione sulle aree seminaturali, corrispondente alla possibile variazione di naturalità indotta dall’insediamento

Esposto, corrispondente al patrimonio esposto ad allagamenti in aree vulnerabili Vulnerabilità, corrispondente all’incidenza di aree vulnerabili in un contesto

Variazione della connettività, corrispondente alla possibile variazione di connettività tra ambiti indotta dall’insediamento Interferenza della pressione insediativa, corrispondente alla possibile intersezione tra rete ecologica e insediamento. Uso sostenibile delle risorse: Sulla base di questi aspetti sono state costruite delle valutazioni la cui dimensione qualitativa è riassunta nelle tabelle a seguire.

Materiali da costruzione, corrispondente alla sostenibilità d’uso dell’edificato rispetto ai suoi caratteri costruttivi

Consumo di suolo rispetto allo Sdf Consumo di suolo rispetto al PRG

Copertura reale del suolo (misurata sulla base del rapporto di copertura)

Urbanizzazione del suolo (sulla dimensione dei contesti)

Copertura reale del suolo (misurata sulla base del rapporto di copertura)

Urbanizzazione del suolo (misurata sulla dimensione dei contesti)

CUUS (Contesto urbano consolidato)

La copertura e l’urbanizzazione del suolo rimangono invariate, a meno di interventi di abbattimento e recupero di spazi pubblici

La copertura e l’urbanizzazione del suolo rimangono invariate, a meno di interventi di abbattimento e recupero di spazi pubblici

CUUS (Contesto urbano da consolidare per insediamenti misti: U.S./residenza sociale)

Aumenta di una superficie limitata

Aumenta di una superficie limitata

Aumenta di una superficie limitata

Aumenta di una superficie limitata

CUE (Contesto Urbano Espansione) Aumenta rilevantemente

Aumenta rilevantemente

Gli indici più bassi del PUG possono comportare una riduzione

Rimane sostanzialmente invariata rispetto al PRG

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici)

Aumenta rilevantemente

Aumenta rilevantemente

Gli indici più bassi del PUG possono comportare una riduzione

Rimane sostanzialmente invariata rispetto al PRG

CPdC(Contesto produttivo da consolidare)

Aumenta limitatamente

Aumenta limitatamente

Invariato rispetto al PRG

Invariato rispetto al PRG

CPE (Contesto produttivo espansione)

Aumenta rilevantemente

Aumenta rilevantemente

Aumenta rilevantemente

Aumenta rilevantemente

Aree per attrezzature di interesse generale

Aumenta limitatamente

Aumenta limitatamente

Aumenta limitatamente

Aumenta limitatamente

Infrastrutture di mobilità e trasporti Aumenta limitatamente

Aumenta limitatamente

Si riduce rispetto alla griglia infrastrutturale di PRG

Si riduce rispetto alla griglia infrastrutturale di PRG

Contesti Rurali Invariato Invariato Invariato Invariato

Tabella 7.1: Sintesi degli impatti generati dal PUG sulla criticità “Consumo di suolo”.

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Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre 

Vulnerabilità della falda (per SdF e PRG)

Zone di protezione della ricarica della falda

Tutela qualiquantitativa

Contaminazione salina

CUUS (Contesto urbano consolidato) Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

CUUS (Contesto urbano da consolidare per insediamenti misti: U.S./residenza sociale)

Non interferisce Interferisce indirettamente Non interferisce

CUE (Contesto Urbano Espansione) Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici) Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

CPdC(Contesto produttivo da consolidare) Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

CPE (Contesto produttivo espansione) Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

Aree per attrezzature di interesse generale Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

Infrastrutture di mobilità e trasporti Non interferisce Interferisce

indirettamente Non interferisce

Contesti rurali Interferisce direttamente Non interferisce Non interferisce

Tabella 7.2: Sintesi degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sulla criticità “Vulnerabilità della falda”

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Rischio Idraulico (rispetto a SdF) Rischio Idraulico (rispetto a PRG)

Pericolosità Esposto Vulnerabilità Pericolosità Esposto Vulnerabilità

CUUS (Contesto urbano consolidato)

Incrementa Incrementa Non interferisce Incrementa Incrementa Non

Interferisce

CUUS (Contesto urbano da consolidare per insediamenti misti: U.S./residenza sociale)

Incrementa Incrementa Non interferisce Incrementa Incrementa Non

interferisce

CUE (Contesto Urbano Espansione)

Incrementa Incrementa Non interferisce

Si riduce per i nuovi indici Incrementa Non

interferisce

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici)

Incrementa Incrementa Non interferisce

Si riduce per i nuovi indici Incrementa Non

interferisce

CPdC(Contesto produttivo da consolidare)

Incrementa Incrementa Non interferisce Incrementa Incrementa Non

interferisce

CPE (Contesto produttivo espansione)

Incrementa rilevantemente

Incrementa rilevantemente Interferisce Incrementa

rilevantemente Incrementa rilevantemente Interferisce

Aree per attrezzature di interesse generale

Incrementa per la realizzazione di opere in prossimità di aree di scorrimento

Incrementa per la realizzazione di opere in prossimità di aree di scorrimento

Interferisce

Incrementa per la realizzazione di opere in prossimità di aree di scorrimento

Incrementa per la realizzazione di opere in prossimità di aree di scorrimento

Interferisce

Infrastrutture di mobilità e trasporti

Incrementa a causa della realizzazione di opere per la mobilità

Incrementa a causa della realizzazione di opere per la mobilità

Interferisce

Incrementa a causa della realizzazione di opere per la mobilità

Incrementa a causa della realizzazione di opere per la mobilità

Interferisce

Contesti rurali Non varia Non varia Non interferisce Non varia Non varia Non

interferisce

Tabella 7.3: Sintesi degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sulla criticità “Rischio idraulico”.

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Uso sostenibile delle risorse

Materiali Energia

CUUS (Contesto urbano consolidato)

Misurato in funzione dei volumi edilizi

Misurato sulla base dei limiti di consumo delle normative sull’edilizia sostenibile

CUUS (Contesto urbano da consolidare per insediamenti misti: U.S./residenza sociale)

CUE (Contesto Urbano Espansione)

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici)

CPdC(Contesto produttivo da consolidare)

CPE (Contesto produttivo espansione)

Aree per attrezzature di interesse generale

Infrastrutture di mobilità e trasporti

Contesti rurali

Tabella 7.4: Sintesi degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sulla criticità “Uso sostenibile delle risorse”.

Ciascun aspetto (sottocriterio) della criticità (criterio) è stato misurato. Ogni contesto è stato valutato rispetto all’impatto su ciascun sottocriterio. Le misure sono standardizzate: un parametro per ogni sotto criterio una scala da 0 a 1 per l’intensità di impatto. Le unità di misura degli impatti utilizzate prima della standardizzazione, sono le seguenti: Consumo di Suolo: Reale copertura del suolo, % di superficie coperta-Regola di coerenza: all’aumentare della copertura incrementa l’impatto Urbanizzazione delle superfici, mq di superficie aventi data tipizzazione d’uso- Regola di coerenza: all’aumentare della superficie incrementa l’impatto

Vulnerabilità della falda: Tutela qualiquantitativa, Punteggi Zone di protezione della ricarica della falda, Punteggi Contaminazione salina, Punteggi Rischio idraulico: Pericolosità, Punteggi Esposto, Punteggi Vulnerabilità, Punteggi Uso sostenibile delle risorse: Materiali da costruzione, Volumi in mc Energia Parametro adimensionale, proporzionale alla soglia consentita di consumo energetico per tipologia di edificio

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Rete ecologica urbana e territoriale: Variazione sulle aree seminaturali, Punteggi Variazione della connettività, Punteggi

Interferenza della pressione insediativa, Punteggi. I risultati delle valutazioni sono riportati nella matrici a seguire.

Rete ecologica urbana e territoriale (Rispetto SdF) Rete ecologica urbana e territoriale (rispetto PRG)

Variazione spaziale di aree seminaturali

Variazione della connettività ecologica

Interferenze da pressione insediativa

Variazione spaziale di aree seminaturali

Variazione della connettività ecologica

Interferenze da pressione insediativa

CUUS (Contesto urbano consolidato) Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia

CUUS (Contesto urbano da consolidare per insediamenti misti: U.S./residenza sociale)

Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia

CUE (Contesto Urbano Espansione) varia Non varia varia Non varia Non varia Non varia

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici)

Non varia Non varia varia Non varia Non varia Non varia

CPdC(Contesto produttivo da consolidare)

Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia

CPE (Contesto produttivo espansione)

Non varia Varia rilevantemente Varia Non varia Non varia

Aree per attrezzature di interesse generale

Varia rilevantemente varia Varia

rilevantemente Varia Varia Varia rilevantemente

Infrastrutture di mobilità e trasporti

Varia rilevantemente Varia varia Varia Varia Varia

rilevantemente

Contesti rurali Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia Non varia

Tabella 7.5: Sintesi degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sulla criticità “Rete ecologica urbana e territoriale”.

114

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Figura 7.1: Matrice di sintesi degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sullo stato giuridico espresso dal vigente PRG.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

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Figura 7.2: Matrice di sintesi degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sullo stato di fatto espresso dall’attuazione reale del vigente PRG.

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7.2 Costruzione della valutazione

Nell’ambito della VAS, attraverso l’uso del metodo comparativo e di surclassamento si è costruita una classificazione del grado di pressione antropica esercitata dalle trasformazioni di piano sulle criticità. Le differenti criticità sono state “pesate”, in funzione della loro rilevanza, e Il peso è stato costruito con tecniche derivate dall’applicazione dell’Analytic Hierarchy Process (AHP).

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Definizione dell’importanza delle criticità Tutti gli elementi subordinati allo stesso elemento della gerarchia vengono confrontati a coppie tra loro. Se la gerarchia è composta da due livelli di criteri (contesti e trasformazioni) si avranno dei confronti a coppie tra trasformazioni alternative (tipologie di intervento ammissibili nei singoli contesti) per determinare l’impattività di ciascuna di esse (cioè il peso) rispetto al contesto (la tipologia generale di contesto è consolidato, trasformazione rurale) Per determinare i valori dei pesi delle criticità occorre utilizzare la scala semantica di Saaty, che mette in relazione i primi nove numeri interi con altrettanti giudizi che esprimono, in termini qualitativi, i possibili risultati del confronto (Saaty 1980): Nella matrice di Saaty, costruita ad esempio sulle cinque criticità, i pesi corrispondenti sono pari agli autovalori della matrice, che, per la forma emisimmetrica nella quale la matrice è costruita, hanno somma unitaria. Le criticità del caso in esame sono cinque, e precisamente:

A) Consumo di suolo B)Vulnerabilità della falda C) Rischio idraulico D) Sostenibilità d’uso delle risorse

E) Rete ecologica urbana e territoriale

Se la matrice è quindi la seguente:

A B C D E

A 1 mAB/nAB mAC/nAC mAD/nAD mAE/nAE

B nAB/mAB 1 mBC/nBC mBD/nBD mBE/nBE

C nAC/mAC nBC/mBC 1 mCD/nCD mCE/nCE

D nAD/mAD nBD/mBD nBD/mBD 1 mDE/nDE

E nAE/mAE nBE/mBE nCE/mCE nDE/mDE 1

Tabella 7.6: Rapporti di importanza tra criticità nella scala di Saaty.

al giudizio verbale del tipo “la criticità a è più rilevante della criticità b” verrà fatto corrispondere un rapporto m/n, con m>n nella misura in cui il giudizio di importanza verrà accompagnato da attributi quali “moderatamente”, “molto”, “estremamente”, ecc. Nella scala fondamentale di Saaty esiste una regola di coerenza che lega rapporti numerici e livelli di giudizio semantici

m/n = 1/9 =0,111 Criticità m estremamente irrilevante rispetto alla criticità n

m/n = 1/7 = 0,143

Criticità m abbastanza irrilevante rispetto alla criticità n

m/n = 1/5 = 0,2 Criticità m irrilevante rispetto alla criticità n

m/n = 1/3 = 0,333

Criticità m moderatamente irrilevante rispetto alla criticità n

m/n = 1/1 Criticità m di stessa rilevanza rispetto alla criticità n

m/n = 3/1 Criticità m moderatamente rilevante rispetto alla criticità n

m/n = 5/1 Criticità m rilevante rispetto alla criticità n

m/n = 7/1 Criticità m abbastanza rilevante rispetto alla criticità n

m/n = 9/1 Criticità m estremamente rilevante rispetto alla criticità n

Tabella 7.7: Relazioni quantitative – semantiche della scala di Saaty.

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A B C D E

A wA=0,222

B wB=0,27

C wC=0,226

D wD=0,114

E wE=0,168

Tabella 7.8: Pesi come autovalori della matrice di Saaty.

L’attribuzione dei pesi w(A, B, C, D, E) ai criteri generati dalle criticità è la seguente,

► Consumo di Suolo (A) Wa= 0,222

► Vulnerabilità della falda (B) Wb= 0,270

► Rischio idraulico (C) Wc= 0,226 ► Uso sostenibile delle risorse (D) Wd=

0,114 ► Rete ecologica urbana e

territoriale (E) We= 0,168 Così come riportato nella terzultima colonna della tabella a seguire. La penultima colonna invece riporta i pesi “locali” e l’ultima i pesi “globali” dei sottocriteri, vale a dire le incidenze di ciascun sottocriterio sulla determinazione del valore del criterio generale (peso locale) e le incidenze dei sottocriteri sulla valutazione complessiva (peso globale).

Tabella 7.9: Pesi delle criticità, peso locali e globali dei sottocriteri caratterizzanti le criticità.

Le attribuzioni di peso così ottenute, permettono di costruire una combinazione lineare pari alla sommatoria delle dimensioni dell’impatto della trasformazione di ciascun contesto rispetto a ciascuna sotto - criticità individuata. Il valore dell’impatto del j-mo contesto sulle n sotto-criticità sarà dato dalla sommatoria

∑=

=n

iijij iwI

1

dove iij è pari al valore della funzione di impatto standardizzata per l’elemento j-mo, rispetto all’iesima criticità di peso globale wi. Essendo la somma massima dei pesi pari a 1 e l’impattantità anche essa variabile tra 0 e 1, il grado di impatto complessivo del contesto j sarà

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quindi espresso da un indice variabile tra 0 e 1:

10 << jI

A puro titolo esemplificativo, si riportano i valori delle funzioni standard

dei valori dell’intensità di impatto del sottocriterio: “Consumo di suolo – Urbanizzazione delle superfici”:

Consumo di suolo del PUG rispetto al PRG

Urbanizzazione del suolo (sulla dimensione dei contesti)

Contesto j Descrizione variazione PRG->PUG Parametro di impatto

Impatto standardizzato Ij (the lowest value, the worst impact)

CUUS (Contesto urbano consolidato)

La copertura e l’urbanizzazione del suolo rimangono invariate, a meno di interventi di abbattimento e recupero di spazi pubblici

0 mq 0

CUUS (Contesto urbano da consolidare per U.S./residenza sociale)

Aumenta di una superficie limitata 0 mq 1

CUE (Contesto Urbano Espansione)

Rimane sostanzialmente invariata rispetto al PRG 0 mq 1

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o Tematici)

Rimane sostanzialmente invariata rispetto al PRG +32000 mq 0,8

CPdC(Contesto produttivo da consolidare)

Invariato rispetto al PRG 0 mq 0

CPE (Contesto produttivo espansione) Aumenta rilevantemente +160000 mq 0

Aree per attrezzature di interesse generale Aumenta limitatamente +85000 mq 0,47

Infrastrutture di mobilità e trasporti

Si riduce rispetto alla griglia infrastrutturale di PRG -5000 mq 1

Contesti Rurali Invariato 0 mq 1

Tabella 7.10: Esempio di passaggio dal parametro alla standardizzazione.

La tabella mostra il meccanismo con il quale si fa corrispondere al parametro quantitativo “superficie urbanizzata” il valore della funzione standard, in base alla quale, il valore più altro corrisponde al minore impatto misurato in scala 1-0.

Tale operazione di standardizzazione viene effettuata per ogni contesto, e per ogni sottocriterio, e si perviene alle matrice degli effetti, relative alle variazioni rispetto a PRG (PRG-PUG) e Stato di fatto (SDF-PUG).

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Figura 7.3: Graduatoria degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sullo stato giuridico espresso dal vigente PRG, dal contesto meno impattante al più impattante.

I valori degli indici

rappresentano la graduatoria dal contesto meno impattante al contesto più impattante, nella variazione dal PRG al PUG.

∑=

=n

iijij iwI

1

Il primo istogramma in alto nell’immagine è relativo alla distribuzione dei pesi corrispondente all’importanza attribuita a ciascuna criticità e precedentemente richiamata.

Gli altri istogrammi invece rappresentano la cosidetta analisi di sensitività, attribuiscono cioè i valori facendo pesare volta per volta ciascuna criticità (consumo di suolo, vulnerabilità falda, rischio idraulico, uso sostenibile risorse e rete ecologica) il 50% del tutto. Allo stesso modo si perviene alla graduatoria dal contesto meno impattante al più impattante nella variazione dallo stato di fatto al PUG

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Figura 7.4: Graduatoria degli impatti generati dalle Variazioni Indotte dal PUG sullo stato di fatto espresso dall’attuazione reale del vigente PRG, dal contesto meno impattante al più impattante.

7.3 Esiti della valutazione

La valutazione così effettuata ha una dimensione relativa e non assoluta, in quanto si basa su un confronto locale e interno tra i contesti. L’impatto di ciascun contesto rispetto a ciascuna criticità non è, evidentemente espresso rispetto ad un valore di soglia o di capacità di carico.

La valutazione evidenzia quindi quali sono i “nodi problematici” esistenti tra contesti e criticità, rispetto ai quali verranno fornite poi le raccomandazioni. Dopo questa necessaria precisazione l’esito della valutazione è descritto a seguire. Nodi emergenti tra criticità e contesti I nodi problematici nel rapporto tra stato di fatto e attuazione del PUG sono i seguenti:

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Contesti produttivi di espansione - Uso sostenibile delle risorse: La criticità è rilevante, dal punto di vista del consumo energetico e delle emissioni. Contesti produttivi di espansione – Rischio Idraulico: L’area di nuova edificazione lambisce aree a rischio idraulico. Sono necessarie delle verifiche Contesti urbani di espansione – uso sostenibile delle risorse: Va verificato il consumo di energia. Esso sicuramente aumenterà, ma le norme del PUG prevedono l’attuazione di interventi secondo quanto previsto dalla legge sull’abitare sostenibile Mobilità e trasporto – rete ecologica urbana e territoriale: L’area di nuova edificazione lambisce aree a rischio idraulico. Sono necessarie delle verifiche in fase di attuazione di progetti, così come il Piano in qualche modo già prevede. Di contro, i nodi problematici nel rapporto tra stato giuridico del PRG e

attuazione del PUG sono sempre legati a: Contesti produttivi di espansione, seguiti da mobilità e trasporti, e aree per infrastrutture generali, - tutte le criticità, Gli aspetti legati all’espansione residenziale, invece perdono la loro dimensione problematica rispetto alle criticità, fondamentalmente per la riduzione apportata agli indici di edificabilità L’operazione di “rarefazione” degli indici residenziali appare quindi positiva, ma è vincolata all’attuazione di pratiche perequative chiare e certe La problematicità delle aree produttive di espansione è legata fondamentalmente all’interferenza indiretta con il reticolo idraulico territoriale e alla elevata dimensione del consumo di suolo. Inoltre, la rete di mobilità, e le aree per infrastrutture urbane, convergono in termini di problematicità nell’alveo della lama centrale in abitato.

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  Consumo di suolo  

 

Vulnerabilità della falda 

Rischio idraulico  Uso sostenibile delle risorse 

Rete ecologica urbana e territoriale 

CUUC (Contesto Urbano Consolidato e da consolidare) 

= Contesti esistenti nei quali il piano 

suggerisce generali misure di attenzione 

Contesti esistenti nei quali il piano richiama le norme PAI 

Contesti nei quali il piano suggerisce generali e specifiche  

misure di attenzione. = 

CUE 1 (Contesto Urbano Espansione) 

Contesto derivante dall’attuazione di PRG, con riduzione indici e applicazione trasferimenti 

volumetrici 

L’area di nuova edificazione lambisce aree a rischio idraulico. Sono necessarie delle verifiche  L’area di nuova edificaizone 

lambisce aree a rischio idraulico. Sono necessarie delle verifiche 

L’area di nuova edificaizone lambisce aree a rischio idraulico. Sono necessarie delle verifiche 

L’area di nuova edificaizone lambisce aree a rischio idraulico. Sono necessarie delle verifiche 

CUE 2 (Contesto Urbano Espansione) 

PUE.S (Piani Urbanistici Esecutivi Settoriali o 

Tematici) 

CPE (Contesto produttivo espansione) 

Contesto in parte derivante dall’attuazione di PRG, in parte dovuto ad ampliamento aree 

Verificare Interferenza con norme Piano di Tutela delle Acque 

Aree per attrezzature di interesse generale  = =

Interferenza da verificare, attraverso la realizzazione dei 

progetti richiamati all’Art. 3.3.11 NTA, su Assetto Idrogeologico: aree a pericolosità idraulica

Interferenza da verificare, attraverso la realizzazione dei 

progetti richiamati all’Art. 3.3.11 NTA, su Assetto Idrogeologico: aree a pericolosità idraulica 

Contesti Rurali =

Verificare Interferenza con norme Piano di Tutela delle Acque 

Interferenza da verificare, attraverso la realizzazione dei 

progetti richiamati all’Art. 3.3.11 NTA, su Assetto Idrogeologico: aree a pericolosità idraulica 

Individuazione di invarianti strutturali ambientali, le cui 

indicazioni normative rimandano a studi successivi al PUG 

Tabella 7.11: Sintesi degli incroci tra Criticità e Contesti emersi come problematici dalla valutazione.

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7.4 Bibliografia

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De Marchi B., Funtowicz S., Lo Cascio S. e Munda G. (1998) “The Troina Water Valuation Case Study”, ISIS, European Commission Joint Research Centre, Ispra, Italy.

Fusco Girard L. (2006) “Towards sustainable planning, Agenda 21, Habitat”, in E.R. Alexander (ed.) Evaluation in Planning. Evolution and Prospects Ashgate, London.

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PARTE IV: CONCLUSIONI

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8 Raccomandazioni all’Ufficio di Piano

Le raccomandazioni vengono indicate per singola criticità, in funzione della verifica di coerenza interna rappresentata dalla valutazione precedentemente illustrata, e da una verifica di coerenza esterna effettuata associando a ciascuna criticità l’indicazione delle politiche territoriali rilevanti.

Consumo di suolo Verificare il dimensionamento delle aree produttive di espansione, verificare la necessità della loro introduzione. Verifica di coerenza esterna Procedura RIE di riduzione dell’impatto edilizio (da Regolamento Edilizio Comune di Bolzano) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bari (Conclusioni Propositive) Vulnerabilità della falda Il territorio urbanizzato e da urbanizzare ricade in area di tutela qualiquantitava secondo il PTA. I contesti rurali interessano sia le zone di protezione speciale idrogeologica B1, sia le aree di tutela quali-quantitativa. Si raccomanda l’inserimento delle prime misure di salvaguardia del PTA nel PUG, laddove pertinenti, e l’elaborazione di meccanismi premiali o vincolistici per contribuire a perseguire gli obiettivi obbiettivi generali di qualità dei corpi idrici sotterranei. Verifica di coerenza esterna Piano di Tutela delle Acque Regionale Programma di Sviluppo Rurale Inoltre, gli importanti interventi di realizzazione di infrastrutture di trasporto previsti dal Piano Regionale dei Trasporti e dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e dal Piano strategico Metropoli - Terra di Bari

sembrerebbero destinati ad esacerbare questa criticità Rischio Idraulico L’interramento della linea ferroviaria crea un beneficio dovuto all’annullamento degli effetti negativi dell’attraversamento ferroviario, e favorisce l’avvicinamento dei due centro di Montrone e Canneto. La copertura di alcuni costoni con opere di ingegneria civile può intaccare alcuni ambiti di nicchia da tutelare. Verificare opportunità di intervento in alveo di lama, intermini di costi-efficacia. I contesti urbani di espansione ad ovest dell’abitato insistono su aree ad Alta Pericolosità Idraulica, si potrebbe applicare il meccanismo di trasferimento dei diritti edificatori in alternativa ad interventi preventivi di prevenzione del rischio idraulico. Verifica di coerenza esterna Piano di Bacino-Stralcio per l’Assetto Idrogeologico Gli importanti interventi di realizzazione di infrastrutture di trasporto previsti dal Piano Regionale dei Trasporti e dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e dal Piano strategico Metropoli - Terra di Bari potrebbero interferire in modo significativo con le lame che scorrono in direzione sud-nord, come si può immaginare ad esempio considerando il possibile tracciato per la nuova tangenziale esterna di Bari illustrato in Fig. 8.1.

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Figura 8.1: un possibile tracciato per la nuova tangenziale esterna di Bari, basato interamente su infrastrutture di nuova realizzazione. Fonte, PTCP di Bari, Conclusioni Propositive.

Uso sostenibile delle risorse. Verificare la sufficienza delle norme del PUG in termini di controllo di emissioni, efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili, di uso materiali e di tecnologie coerenti con le norme sull’edilizia sostenibile. Sarebbe auspicabile prevedere norme ed iniziative programmatiche volte alla chiusura del ciclo dei materiali edili, promuovendone il riuso, il recupero, il riciclo ed il corretto smaltimento. Verifica di coerenza esterna Legge regionale 13/2008 Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Legge Regionale 31/2008: “Norme in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili e per la riduzione di immissioni inquinanti e in materia ambientale” Sono in corso di elaborazione le linee guida per la redazione dei Piani Urbanistici Esecutivi da parte

dell’Assessorato Regionale all’Assetto del Territorio. Rete ecologica urbana e territoriale La rete ecologica urbana di Adelfia è particolarmente esigua in termini di naturalità, e fragile per assenza di adeguata connettività fra le aree marginali seminaturali residue. Verificare l’efficacia delle norme di PUG in merito ai trasferimenti di diritti edificatori per la “liberazione” di suoli dalle realizzazioni insediative nelle aree per attrezzature generali. Verifica di coerenza esterna Documento Programmatico del Piano Paesistico territoriale Regionale Direttiva Habitat Piano di azione locale per lo sviluppo sostenibile-Agenda21(capofila Adelfia) Linee Guida APAT/INU per la progettazione delle Reti Ecologiche.

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

9 Piano di monitoraggio

L’importanza del monitoraggio nel garantire l’efficacia della valutazione ambientale dei piani è stata affermata con decisione nella normativa quadro europea (cfr. l’art. 10 della direttiva 2001/42/ CE, le linee guida sulla sua attuazione e il report speciale della rete IMPEL per la Commissione Europea-tutti disponibili online alla pagina http://ec.europa.eu/environment/eia/home.

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htm).

In particolare, il monitoraggio assume un ruolo essenziale nel perseguire la chiusura del ciclo di valutazione, consentendo una verifica delle ipotesi formulate nella fase preventiva e offrendo concrete opportunità di modifica in fase di attuazione di quegli aspetti del piano che dovessero rivelarsi correlati ad effetti ambientali significativi. La scelta degli indicatori dovrebbe quindi essere orientata a cogliere le variazioni nello stato dell’ambiente, riprendendo le categorie scelte nella parte conoscitiva del RA (temi e criticità ambientali). Poi, il sistema di monitoraggio dovrebbe consentire di tracciare i percorsi attuativi del piano, perché si abbia contezza di quanto effettivamente realizzato lungo una scansione cronologica. Infine, un buon sistema di monitoraggio dovrebbe permettere delle congetture sulla correlazione fra gli interventi eseguiti e le modificazioni delle condizioni ambientali osservate1. Il soddisfacimento di queste tre premesse acquista un significato operativo se la struttura del piano

1 Senza dimenticare che, nella maggior parte dei casi tali osservazioni non vanno al di là delle speculazioni, si sottolinea che anche un così alto grado di incertezza può risultare utile a orientare le scelte di pianificazione se si accetta di operare in condizioni di precauzione.

prevede una certa flessibilità nell’attuazione, il che è certamente il caso dei Piani Urbanistici Generali secondo le previsioni della Legge Regionale 20/2001 che li ha definiti. In queste condizioni, esiste un margine di attenuazione degli eventuali impatti legati alle previsioni programmatiche che si può perseguire grazie a strategie preventive, mitigative o compensative. Il monitoraggio, dunque, può allertare i soggetti attivi della pianificazione e della gestione urbana sottolineando il nesso fra una tipologia di attività e una determinata criticità ambientale, lasciando aperte ipotesi di risposta che variano dall’astensione (l’intervento viene annullato o rimandato), alla rielaborazione (l’intervento viene considerato realizzabile solo a determinate condizioni che evitino o attenuino gli effetti ambientali), e infine alla compensazione (la realizzazione viene reputata irrinunciabile nonostante la consapevolezza delle ricadute ambientali negative, ma qualora per esse valga il principio di sostituibilità, si procede ad un secondo intervento che mira a ristabilire un equilibrio). Tuttavia, un nodo cruciale resta quello della reale popolabilità dei migliori indicatori possibili, e allora si prospetta piuttosto un tentativo di interpretazione significativa dei pochi dati disponibili con relativa certezza nel periodo di tempo preso in considerazione. Ovviamente, la situazione ideale è quella in cui il comune stesso o un altro ente siano già impegnati nella raccolta di un certo tipo di dati con modalità e cadenza ben definite, ma qualora ciò non avvenisse si può ricorrere a due tipi di approssimazione ancora in grado di fornire informazioni significative (se vagliate criticamente):

1) la derivazione di dati riferiti al territorio comunale di Adelfia da

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

basi aggregate ad altri livelli (distretti, province, bacini);

2) l’espressione di giudizi esperti sintetici a partire da indicazioni disomogenee e/o incomplete.

Queste riflessioni si applicano in particolare agli indicatori di stato, mentre non dovrebbe essere difficile organizzare le attività del Settore Urbanistica dell’ente comunale per l’impostazione, l’aggiornamento e l’interpretazione dei dati sull’attuazione del piano. La costruzione di un Sistema Informativo Territoriale inteso come strumento di supporto alla pianificazione e alla gestione urbana appare un supporto promettente all’attività di monitoraggio, e potrà avvalersi dell’evoluzione cui sta andando incontro il suo analogo alla scala regionale. Tuttavia, è inevitabile che l’esito di questa operazione sia legato al rafforzarsi delle conoscenze e delle capacità endogene dell’amministrazione comunale, nonché all’intensificarsi della rete di relazioni che intercorrono fra la stessa e tutti gli altri enti e soggetti con competenze ambientali che riguardano il territorio di Adelfia. In questa fase di elaborazione della VAS non possiamo che limitarci a tracciare percorsi metodologici per il monitoraggio, nella consapevolezza che sarà compito e responsabilità dell’ente

attuatore e degli altri soggetti coinvolti concordarne le modalità operative. Di conseguenza, proponiamo di seguito solo degli spunti indicativi di come si potrebbe impostare il monitoraggio ambientale del Piano Urbanistico Generale di Adelfia, soffermandoci in particolare su tre aspetti cruciali:

1. Indicatori di stato, già popolati e popolabili con frequenza accettabile (o altrimenti approssimati);

2. Indicatori di attuazione, legati all’effettiva realizzazione delle previsioni del PUG;

3. Congetture sulle interferenze fra i primi e i secondi per attivare meccanismi di allerta, e possibilmente per influenzare le misure flessibili.

Per quanto riguarda gli indicatori di stato, il cui monitoraggio comporta maggiore impegno finanziario e gestionale all’amministrazione comunale, si auspica la massima sinergia con il Piano Strategico “Metropoli Terra di Bari”, ritenendo che almeno per tutta la sua durata di attuazione si possa fare riferimento ai rapporti periodici che in quella sede verranno prodotti. Al fine di perseguire la suddetta sinergia, gli indicatori di stato riportati in Tab. 9.1 coincidono dunque con alcuni di quelli proposti nell’ambito della VAS del Piano Strategico.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  129

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

INDICATORE UNITÀ DI MISURA/METODO FREQUENZA SCALA FONTE consumo di suolo

superficie urbanizzata

percentuale, rapporto fra superficie urbanizzata e sup. totale; foto- interpretazione di cartografia

variabile comunale Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

permeabilità del suolo

indice di riduzione dell’impatto edilizio; foto- interpretazione di cartografia e calcolo attraverso coefficienti di deflusso e algoritmo (vedi Regolamento Edilizio del Comune di Bolzano)

variabile comunale/ comparto

Sistema Informativo Territoriale della Puglia (www.sit.puglia.it)

rischio idraulico estensione delle Aree ad Alta, Media e Bassa Pericolosità Idraulica

mq/analisi GIS triennale/in occasione dell’approvazione dei Piani Urbanistici Esecutivi

comunale/ comparto

Autorità di Bacino della Regione Puglia (webGIS all’indirizzo http://138.66.77.10/gis/map.phtml)

estensione delle aree con classi di rischio (da R1 a R4)

mq/analisi GIS triennale/in occasione dell’approvazione dei Piani Urbanistici Esecutivi

comunale/ comparto

Autorità di Bacino della Regione Puglia (webGIS all’indirizzo http://138.66.77.10/gis/map.phtml)

vulnerabilità della falda salinità dei corpi idrici sotterranei

g/l triennale comunale/regionale

Ente attuatore del Piano di Tutela Acque

compatibilità usi del suolo nelle zone di protezione speciale idrogeologica (ZPSI)

percentuale, rapporto fra la superficie occupata da usi del suolo compatibili (secondo il PTA) e superficie totale ZPSI; fotointerpretazione

triennale infracomunale

Piano di Tutela delle Acque; Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

Uso sostenibile delle risorse consumo annuo di energia elettrica / per settore / pro capite

kWh annuale comunale IPRES / ISTAT / ENEA / TERNA

produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

GWh annuale comunale Gestore dei Servizi Elettrici (http://www.gse.it)

Rete ecologica urbana e territoriale Superficie interessata da interventi di recupero e rinaturalizzazione

ha; analisi GIS triennale comunale Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

Coesione spaziale (indice di contagion)

0<CONTAGION≤100 (misura della tendenza delle patch all’aggregazione spaziale; analisi GIS)

variabile comunale Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

Tabella 9.1: Esempi di indicatori di stato dell’ambiente, verosimilmente popolabili e in parte coincidenti con quelli previsti per il monitoraggio del Piano Strategico “Metropoli Terra di Bari”.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  130

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Rapporto Ambientale sul Piano Urbanistico Generale di Adelfia (BA), versione 12/05/2009 

INDICATORE UNITÀ DI MISURA/METODO FREQUENZA SCALA FONTE

superficie urbanizzata

percentuale, rapporto fra superficie urbanizzata e sup. totale; foto- interpretazione di cartografia

variabile comunale Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

permeabilità del suolo

indice di riduzione dell’impatto edilizio; foto- interpretazione di cartografia e calcolo attraverso coefficienti di deflusso e algoritmo (vedi Regolamento Edilizio del Comune di Bolzano)

variabile comunale/ comparto

Sistema Informativo Territoriale della Puglia (www.sit.puglia.it)

Volumetrie edificate

mc/analisi GIS mc/analisi permessi di costruire

annuale comunale/ comparto

UTC Adelfia Sistema Informativo Territoriale della Puglia (www.sit.puglia.it)

Riduzione delle Aree ad Alta, Media e Bassa Pericolosità Idraulica

Euro per interventi mq/analisi GIS

triennale/in occasione dell’approvazione dei Programmi triennali OO.PP

comunale/ comparto

UTC Adelfia Autorità di Bacino della Regione Puglia (webGIS all’indirizzo http://138.66.77.10/gis/map.phtml)

Incremento uso di energia elettrica da fonti rinnovabili

GWh annuale comunale Gestore dei Servizi Elettrici (http://www.gse.it)

Superficie interessata da interventi di recupero e rinaturalizzazione

ha; analisi GIS triennale comunale Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

Interventi di ristrutturazione e recupero edilizio

mc; analisi GIS triennale comunale

UTC Adelfia Sistema Informativo Territoriale della Puglia (sit.puglia.it)

Tabella 9.2: Esempi di indicatori di realizzazione del piano.

Responsabile Ufficio del PUG di Adelfia: geom. Vito Lorusso 

Progettista incaricato: Studio Associato Fuzio (Bari) ‐  Coordinatore della VAS: prof. ing. Carmelo M. Torre  131

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ALLEGATO 1: GRUPPO DI LAVORO  

Carmelo M. Torre si è laureato in Ingegneria Civile Edile nel 1992 presso il Politencico di Bari; ha conseguito un Master of Science nel 1996 in European Construction Engineering patrocinato dall`Unione Europea (Programma Erasmus) svolgendo la sua attività da studente nelle Università di Conventry, Loughborough (Regno unito)e Santander (Spagna). Nel 2000 ha completato un Dottorato di ricerca in Metodi di Valutazione per la conservazione integrata del patrimonio architettonico, urbano e ambientale all`Università Federico II di Napoli. Ricercatore confermato e professore aggregato presso il Politecnico di Bari, è incaricato di Gestione Urbana, di Estimo, di Valutazione economica dei Piani e Progetti presso lo stesso ateneo, e professore supplente di Valutazione Economica dei Progetti presso la Università Federico II di Napoli. E` membro dell`Associazione Europea di Economia e dell`Associazione Americana di Economia, tesoriere della Sezione Pugliese dell`Istituto Nazionale di Urbanistica, socio della Società Italiana di Estimo e Valutazione e membro del Centro di Studi di Estimo ed Economia Territoriale. E` stato consulente della Regione Puglia, per le pre-istruttorie dei Piani Regolatori Generali, dell`Università della Basilicata, per la redazione dello studio preliminare al PTCP, collaboratore dapprima come esterno e poi come docente strutturato del Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari coinvolto in numerose attività di consulenza per Enti Locali (Prusst, piani attuativi, piani urbanistici, studi di fattibilità sui temi della perequazione, delle società di trasformazione urbana, delle valutazioni ambientali e socioeconomiche). È autore di diverse pubblicazioni nazionali e internazionali sui temi delle valutazioni economiche, ambientali e integrate di piani e progetti, della pianificazione urbanistica, dell`economia urbana, e della

valutazione dei progetti di recupero e conservazione architettonica e urbana.

Gianluca Andreassi ha conseguito sia la laurea in Architettura sia la specializzazione in Pianificazione urbanistica presso l`Università di Roma "La Sapienza" (rispettivamente nel 1998 e nel 2000). Svolge attualmente attività di libera professione. Ha lavorato al Piano Urbanistico Generale del Comune di Ostuni come assistente del prof. Bruno Gabrielli (bozza 1999; PUG 2006) ed è stato coordinatore di un progetto LIFE Natura per il recupero dell`habitat prioritario dei percorsi substeppici nell`area delle Gravine dell`arco ionico (2003-2006). Si è occupato di numerosi progetti, per conto di soggetti pubblici e privati, finalizzati al recupero, alla valorizzazione ed alla fruizione di beni culturali e naturalistici, spesso in qualità di coordinatore di gruppi di lavoro interdisciplinari.

Pasquale Balena si è laureato in Sistemi Informativi Territoriali presso l'Università IUAV di Venezia. Negli ultimi anni ha maturato numerose esperienze nel settore dell'Information Technology in particolare nella progettazione e nella realizzazione di Sistemi Informativi GIS-oriented. Con la società Archilab ha lavorato al Sistema Informativo Territoriale per il Piano di Zona 167 della città di Barletta e per il recupero del centro storico della Città di Bitonto). Con la società Prodest si è occupato del SIT per la gestione dei servizi per l'igiene urbana nel Comune di Bisceglie), mentre con la società Netsiel ha seguito il SIT per la gestione delle aree demaniali degli aeroporti italiani. Nell'ambito delle attività di consulenza ad enti pubblici svolte dal Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari ha lavorato al SIT per il Censimento e l'analisi delle aree per insediamenti produttivi dei comuni pugliesi, e agli Studi per il Piano di Area dell'Alta

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Murgia). Attualmente è responsabile del Laboratorio di Pianificazione Urbana e Territoriale del Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari, ed in tale veste componente di diverse unità di ricerca, fra cui:

Ricerca MIUR-Approcci Comunicativi e Tecnologie Innovative per la Costruzione di Conoscenza di Supporto ai Processi decisionali nella Pianificazione Urbana e ambientale.

Progetto Strategico-Regione Puglia. "Valutazione del rischio da frana per la pianificazione di centri urbani minori in zone di catena: il caso della Daunia".

CNR-Agenzia2000 "Sistemi di supporto alle valutazioni integrate per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette.

Progetto Esplorativo "Parchiaperti: Contenuti Aperti Per L'E-Governance Dei Parchi Naturali"-Prospettive di E-Governance nella Pianificazione dei Parchi Naturali: tra decisione e deliberazione.

Alessandro Bonifazi è un dottorando di ricerca in Pianificazione territoriale e urbanistica al Politecnico di Bari. Dopo la laurea in Scienze Biologiche (nel 2000 presso l`Università di Bari), ha conseguito un Master of Science biennale in Ecologia Umana alla Vrije Universiteit Brussel in Belgio. È membro della Società Europea di Valutazione, della Società Europea per l`Economia Ecologica, e dell`Associazione Analisti Ambientali. Ha già collaborato con il Dipartimento di Geografia della Vrije Universiteit Brussel (ad una ricerca sulla partecipazione pubblica nella rigenerazione urbana in Europa), con il Centro Studi sullo Sviluppo Sostenibile dell`Université Libre de Bruxelles (ad una metodologia per la valutazione integrata delle politiche federali in Belgio), con il Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari (al supporto alla redazione del Piano Urbanistico Generale di Mola di Bari, e all`assistenza all`Autorità Ambientale Regionale della Puglia nella

valutazione degli aspetti ambientali e di sostenibilità del POR 2000-2006), con l`Università di Bari (ai progetti INTERREG "INNOVA" e "INTEGRA", sulla gestione sostenibile delle aree protette nel Mediterraneo), nonché con il Comune di Monopoli al progetto di democrazia digitale "partecipaPUG". È autore di diverse pubblicazioni internazionali e nazionali sui temi delle valutazioni ambientali e integrate di piani, programmi e politiche, con particolare riferimento alla governance urbana, allo sviluppo sostenibile e alla democrazia ambientale. Ha partecipato alle Valutazioni Ambientali Strategiche dei Piani Urbanistici Generali dei comuni di Monopoli, Mola di Bari, e Campi Salentina.

Rinaldo Grittani, si è laureato in Scienze Agrarie, presso l`Università degli Studi di Bari, nel luglio 1994, ed ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in "Economia agraria comparata nell`Europa orientale" presso l`Università Cà Foscari di Venezia, nel febbraio 1999. Dall`aprile del 2000 lavora presso il Dipartimento di "Progettazione e Gestione dei Sistemi Agro-Zootecnici-Forestali" (PRO.GE.S.A.), Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Bari, in qualità di collaboratore tecnico, partecipando a numerosi progetti di ricerca riguardanti vari temi tra i quali la degradazione del suolo, la tutela e il riassetto del territorio, la gestione delle risorse idriche, la pianificazione e valorizzazione del territorio rurale. Ha anche partecipato ai progetti INCO-MED "MEDCOASTLAND" sulla lotta alla degradazione territoriale e agli INTERREG "INNOVA" e "INTEGRA", sulla gestione sostenibile delle aree protette nel Mediterraneo. Ha inoltre collaborato alle attività di ricerca di altri enti, tra i quali il CeFAS (Centro di Formazione e Assistenza allo Sviluppo - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Viterbo) nell`ambito del progetto POM 1994-99 denominato "Strumenti conoscitivi e di analisi a sostegno di una politica per la zootecnia da latte in regime di quote", il Politecnico di Bari, Dipartimento di

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Architettura e Urbanistica, nell`ambito degli "Studi Preliminari per il Piano di Area dell`Alta Murgia", l`Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (IAMB-CIHEAM), nell`ambito dello "Studio dell`area costiera del Comune di Monte Sant`Angelo finalizzato al governo del territorio". Ha all`attivo numerose pubblicazioni

Stefania Casalino si è laureata in Ingegneria Edile nel 2001, ha svolto numerosi incarichi professionali, tra i quali la collaborazione alla “Relazione sullo stato dell’ambiente relativa ai comuni ricadenti nell’ ATO BA-3”, a numerosi Progetti di recupero e valorizzazione di elementi del Patrimonio Architettonico e Paesaggistico, quali il Parco Rupestre di Lama D’Antico, S. Giovanni, e S. Lorenzo”, l’area in contrada Tesoro” la grotta e l’insediamento rupestre di Curto-

martino”, nel comune di Acquaviva delle Fonti (Ba), il Santuario di Belvedere- nel comune di Carovigno (Br), il sistema delle vie dell’acqua nel territorio del comune di Acquaviva delle Fonti”, il recupero, la valorizzazione e la fruizione del Parco Archeologico ed ambientale di Azetium comune di Rutigliano”, progetto definitivo con incarico del Comune di Rutigliano (Ba);

Ha compiuto per la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Puglia “Ricerche storiche e individuazione delle fasi costruttive e progetto di utilizzazione e sistemazione delle aree a verde circostanti, nell’ambito dell’intervento di restauro, riuso e recupero funzionale del Casale Rufoli di Giovinazzo (Ba)”

Ha collaborato alla redazione del Piano Strategico di Area Vasta di Brindisi.

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