RANCIA DEL SUD OVEST PIRENEI AQUITANIA DORDOGNA · Pirenei, ma il tempo era ... Campeggio comunque...

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FRANCIA DEL SUD-OVEST: PIRENEI, AQUITANIA, DORDOGNA 15 Luglio – 3 agosto 2009 4000 km circa, 414 litri di gasolio Motrice: Peugeot 307 SW 2000 hdi 137 cv (06) Caravan Hobby 440 SB (05) Vince (60), Dona (59), Edo (90), Ric (93) 1. Gallargues-Le-Monteux 15/7/09 Dopo una lunga attesa, finalmente si apre oggi una nuova avventura estiva, che ci porterà dalle calde coste del Mediterraneo al lontano Atlantico. Stamattina sveglia molto presto, ore 4:30 e partenza inaspettatamente con solo un’ora di ritardo: poteva andare peggio, conoscendoci. Roulotte agganciata, e via! Si inaugura con questa vacanza la nuova Peugeout, che (giocando in casa) promette grande velocità in salita (un grande problema col buon vecchio Galaxy a benzina), a tutto vantaggio del tempo (sempre prezioso, anche in vacanza!). Effettivamente i saliscendi, una volta terrificanti, si sono dimostrati un debole avversario per il 2 litri diesel. Il traguardo previsto è stato superato da un bel pezzo, quando, stanchi e accaldati (35 gradi si sentono) ci siamo fermati al campeggio Les Amandiers, nella cittadina di Gallargues-Le-Monteux, alle 17.

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FRANCIA DEL SUD-OVEST: PIRENEI, AQUITANIA, DORDOGNA

15 Luglio – 3 agosto 2009

4000 km circa, 414 litri di gasolio

Motrice: Peugeot 307 SW 2000 hdi 137 cv (06)

Caravan Hobby 440 SB (05)

Vince (60), Dona (59), Edo (90), Ric (93)

1. Gallargues-Le-Monteux 15/7/09

Dopo una lunga attesa, finalmente si apre oggi una nuova avventura estiva, che ci porterà dalle

calde coste del Mediterraneo al lontano Atlantico.

Stamattina sveglia molto presto, ore 4:30 e partenza inaspettatamente con solo un’ora di ritardo:

poteva andare peggio, conoscendoci. Roulotte agganciata, e via! Si inaugura con questa vacanza la

nuova Peugeout, che (giocando in casa) promette

grande velocità in salita (un grande problema col buon

vecchio Galaxy a benzina), a tutto vantaggio del tempo

(sempre prezioso, anche in vacanza!).

Effettivamente i saliscendi, una volta terrificanti, si

sono dimostrati un debole avversario per il 2 litri

diesel. Il traguardo previsto è stato superato da un bel

pezzo, quando, stanchi e accaldati (35 gradi si sentono)

ci siamo fermati al campeggio Les Amandiers, nella

cittadina di Gallargues-Le-Monteux, alle 17.

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Il campeggio, vicino alle rotaie del TGV (comunque non fastidioso) era tranquillo, pulito…

insomma, francese. Ma regna un chiasso di sottofondo insopportabile: no, niente urla e casino

all’italiana, il problema sono le cicale. Assordanti e continue, non puoi sfuggirne.

2. Carcassonne 16/7/09

Sveglia improvvisa alle 9:00; non credevamo ai nostri orologi, e un Edoardo impaziente ci fece

riportare alla realtà. Com’èra bello il mondo dei sogni!

Dopo un veloce pane e nutella lasciammo il campeggio in direzione Carcassonne, città medioevale

consigliata dal vicino (!). Dopo 150km (2 ore) arrivammo a destinazione, nel campeggio di

Campeole De la Citè.

Vinti dal caldo asfissiante decidemmo di rimandare la visita di Carcassonne alla sera e senza

pensarci due volte ci buttammo nel fresco di un supermercato. Cena presto e poi via a Carcassonne!

Il campeggio non era distante dal centro fortificato più di un chilometro, e si poteva raggiungere

facilmente a piedi grazie ad un sentiero di 15 minuti, che costeggiava un fiumiciattolo ed entrava in

città: molto comodo!

Il paese è davvero molto bello; unica pecca è l’altissima concentrazione di negozi di souvenir. Il

buio sopraggiunse prima del previsto, e dopo qualche

foto al castello illuminato (incantevole) tornammo

sui nostri passi. Il cielo da bello che era si fece

coperto e in men che non si dica cominciò a

lampeggiare: non siamo a Milano, si vede!

Ma parliamo del campeggio: bello, migliore del

precedente; piazzole spaziose, bei bagni… ma

soprattutto niente cicale. E fin qui tutto bene; ma con

le sera abbiamo avuto una brutta sorpresa: karaoke a

tutto volume, e per di più con voce comicamente

stonata! Aaaahrg!

17/7/09

Il giorno dopo visitammo la grandiosa abbazia a cielo aperto di Villelongue (molto fotogenica), a

cui è annesso un giardino ricco di stranezze: alberi blu (colorati, ma chissà perché), campi dove

fioriscono insieme alle zucchine sedie rotte (blu anche queste), montagne di gusci di zucche, voliere

vuote…

Sulla strada, poco a nord, si trova il castello di Saissac, diroccato.

Si raggiunge a piedi scendendo dal paesino soprastante 50m, dove

si può parcheggiare. Il castello (di cui in realtà ne rimane ben

poco) non era particolarmente entusiasmante; più interessante la

visita al museo al suo interno (nell’unica sala rimasta in piedi). Da

questa postazione si dice che la visuale spazi sulla catena dei

Pirenei, ma il tempo era piovigginoso e non vedemmo un bel

niente. Tornammo sotto la pioggia sempre più insistente, un po’

delusi.

Il pomeriggio il tempo era maledettamente brutto e per la gioia

della mamma facemmo un giro al supermercato. Sul tardi,

seconda visita a Carcassonne, ma nonostante la pioggia di gente

ce n’era più di ieri…

Questa sera per fortuna niente karaoke: a letto!

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3. Agos-Vidalos - Lourdes 18/7/09

Partenza da Carcassonne e dopo 270 km ci fermammo a qualche chilometro da Lourdes, nel

campeggio “La ferme du Plantier” in località Ouzous, presso Agos-Vidalos, ai piedi dei Pirenei.

Ispirati dal nome (e dai prezzi) l’abbiamo scelto tra i molti concorrenti; in realtà, però, di “ferme” ce

n’era ben poca. Campeggio comunque bellissimo, piccolo e molto isolato (come piace a noi), forse

fin troppo tranquillo. Per raggiungerlo è necessario inerpicarsi per una via molto stretta e ripida, una

di quelle strade che, quando non abbiamo la roulotte dietro, ci viene da dire: “pensa a passarci con

la roulotte!” Ma alla fine, dopo manovre azzardate e peli stratosferici, le preoccupazioni furono

premiate da un caloroso sosia di Tom Hanks, che ci ha fatto scegliere la piazzola ed aiutato perfino

nelle difficili operazioni di parcheggio: il prato era tutto un saliscendi e la livella impazziva.

Nel pomeriggio un salto agli info turistici della zona e poi

tutti a Lourdes! La città è tappezzata di negozi che vendono

statuette, ampolle, quadri di tutti i tipi raffiguranti la

Madonna. Attraversammo quindi un grande cancello e ci

portammo alla Caverna dell’Apparizione. La folla era

davvero tanta, ma l’atmosfera mistica. Per entrare nella

caverna c’era un po’ di coda, molto ordinata: la devozione

delle persone era tangibile.

Sopra la Caverna sono state costruite 3 chiese, una sopra

l’altra: il loro interno era tutto tappezzato da lastre di marmo

con parole di ringraziamento dei miracolati.

Alle 18:30 concludemmo la visita con la messa (c’era anche quella italiana in una piccola cappella,

ma preferimmo seguire quella francese nella chiesa principale, quella più in basso), e ce ne

tornammo in roulotte. Ma che fresco oggi! Maglione e jeans!

20/7/09

Oggi giornata interamente dedicata alla montagna.

Se questa gita si è svolta con successo (e lo è stato),

lo dobbiamo in gran parte ad una rivista comprata

anni fa in Francia, ritrovata miracolosamente. Dopo

aver letto fra le più belle passeggiate che si possono

fare in queste montagne abbiamo scelto quella che

più prometteva in termini paesaggistici: una bella

scarpinata ai piedi del grande ghiacciaio del

Vignemale.

Purtroppo sveglia tardissima e colazione veloce per

recuperare il tempo perso, poi tutti in macchina. Ad

ostacolarci ci si mise pure un deviazione sbagliata,

ma alla fine (dopo una lunga ora di viaggio) arrivammo a destinazione: Pont D’Espagne (punto di

partenza per diverse passeggiate), poco a sud di Cauterets. Ci attendeva un parcheggio immenso (a

pagamento).

La camminata fu lunga e faticosa, ma adeguatamente premiata da panorami meravigliosi, come il

Lac du Gaube o lo spettacolare Vignemale (3282m) con il suo ghiacciaio, visibile solo dal rifugio

(che è proprio sotto). Eravamo davvero esausti: partiti alle 10:40 tornammo alle 18:15; proprio

lunga!

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20/7/09

Il programma di oggi prevedeva gita a Pau e visita al castello della città di Montaner.

Il viaggio per Pau durò più del previsto e arrivammo a destinazione dopo un’interminabile ora. Alle

11 eravamo all’info turistico del paese: qui oltre a rifornirci di depliant relativi alle prossime

probabili tappe, abbiamo pescato un prezioso

depliant che illustrava tappa per tappa dei possibili

percorsi per la scoperta della città. Scegliemmo

quello che passava per il centro storico e il castello e

partimmo. Pau non è una città particolarmente

interessante: senza le informazioni storiche del

depliant probabilmente sarei passato indifferente su

molti punti di interesse. Il castello, napoleonico, è

ricco di bassorilievi e non è male: peccato che le

zone aperte al pubblico sono davvero poche.

Svegliati da strani e nuovi brontolii nello stomaco ce

ne andammo a mangiare (self service Flunch).

Nel pomeriggio fu la volta del castello di Montaner, che dalle foto dei depliant sembrava molto

attraente e immerso nel verde. Arrivati alla città di Morlaas, tappa in un info e nella cattedrale del

paese, il cui portale è riccamente scolpito. La chiesa in sé non è un granchè, moderna anche se

camuffata da un vecchio stile. La strada per raggiungere il castello fu difficile e faticosa, solo dopo

mezz’ora di stradine di campagna arrivammo al castello. Per entrare si pagava il biglietto, e in verità

dentro non c’era che un grande prato delimitato da mura diroccate circolari: il resto era crollato.

Delusi facemmo dietrofront e dedicammo il pomeriggio rimanente ad un supermercato, con spesa in

previsione di una grigliata. Al momento dell’accensione, però, ecco cadere alcune gocce: tutti in

roulotte a mangiare paella surgelata!

4. Peyrehorade 21/7/09

Questa mattina abbiamo lasciato il campeggio di Ouzous. Abbiamo ricevuto con piacere in omaggio

un vasetto di miele della fattoria del campeggio.

La meta prevista era Peyrehorade, città che sembrava interessante interessante dal punto di vista

canoistico (qui si uniscono due grandi fiumi) e culturale (punto di partenza per i paesini baschi della

zona). La previsione così allettante non si rivelò esatta come credevamo. Arrivati alla città

trovammo subito il campeggio:scendeva direttamente sul fiume, ma era anche molto vicino alla

strada; non ci piacque, e seguimmo un’indicazione che portava ad un altro campeggio. A quanto

pareva la sfortuna ci accompagnava, perché cercammo in lungo e in largo, e del campeggio nessuna

traccia. Ma la nostra buona stella si ricordò di noi, quando, accaldati, stavamo tornando indietro: un

cartello che prima non c’era (o almeno di questo eravamo convinti) segnava la strada per il camping

“La Galoupe” alla nostra destra. Ma appena

usciti dalla macchina precipitammo in un

forno: davvero, perché il caldo, davvero

pazzesco, 35°, unito alla soffocante umidità

del luogo, formava una bomba di afa. Ci

rendemmo conto di aver fatto uno sbaglio a

fermarci qui: come si stava bene su da Tom

Hanks! Il campeggio è piccolo e un po’

infognato, in riva ad un fiume molto

nascosto, all’interno di un bosco fitto che,

ahinoi, non lasciava passare un filo d’aria.

Distrutti dall’umidità soffocante, dopo un

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pasto leggero e silenzioso decidemmo di muoverci verso il mare; ma il caldo aumentava: il

termometro dell’auto arrivò a segnare 40°. Spaventati, trasformammo il mare in un supermercato e

ci rifugiammo al suo interno: erano le 3 del pomeriggio, impossibile girare a quell’ora.

Alle 18 ci spostammo al mare, anzi, che errore, l’oceano! Oceano o mare, rimane il fatto che sul

bagnasciuga, nonostante il termometro segnasse temperature spaventevoli, si stava benone: merito

della brezza che soffiava verso est.

Domani, è deciso all’unanimità, scapperemo da questo caldo!

5. Arcachonne 22/7/09

Nella notte la temperatura scese e si fece sopportabile, ma la decisione era presa e alle 9:40

lasciammo il camping: la meta doveva essere nelle vicinanze di Arcachonne (Gujan Mestras).

Dopo aver scartato un possibile campeggio (che ci ricordava troppo la brutta esperienza del

precedente) trovammo quello che faceva per noi: tranquillo, molto aperto e assolato, collegato al

mare tramite un stradina sabbiosa lunga qualche centinaio di metri. Dopo una lunga discussione

sulla scelta della piazzola parcheggiammo la roulotte e fummo accolti da Mary Jane (sosia della

fidanzata di Spider Man), che ci registrò alla reception.

Qui il caldo fortunatamente non era asfissiane; certo, 30° non ce li toglieva nessuno, ma in verità

non si sentivano tanto (forse anche perché eravamo reduci dei 40° del giorno prima).

Il pomeriggio fu dedicato all’esplorazione della zona: da qui si possono raggiungere tre destinazioni

interessanti: la duna di Pyla, il parco ornitologico di Le Teich e la grande Bordeaux; infine non

sarebbe stato male fare un giro in canoa, vista tutta la fatica fatta a portarcele dietro. Prendemmo

qualche informazione al parco ornitologico e stabilimmo un possibile percorso da fare in canoa, che

ci dava la possibilità di solcare i fiumiciattoli proprio di fianco alla riserva ornitologica. Come

d’abitudine verso sera supermercato e per concludere una bella passeggiata sul bagnasciuga: la

marea qua si fa davvero vedere!

23/7/09

Oggi il tempo doveva essere brutto: di comune accordo tutti i meteo francesi avevano deciso che

nella zona di Arcachonne sarebbero infuriati i temporali mattina e pomeriggio, Di conseguenza,

decidemmo di passare la giornata facendo un giro in macchina del bacino di Arcachonne.

A Cap Ferret c’è un grande faro, di un bel rosso vivo. Purtroppo è coperto dagli alberi e le foto che

avevamo in mente non si sono potute fare… pazienza. Tornammo in roulotte e visto il bel vento

tirammo fuori gli aquiloni…: se solo riuscissimo a farli volare come si deve!

24/7/09

Giornata interamente dedicata al parco ornitologico di le Teich. Sveglia

tardi, visto l’orario di apertura del parco, le 10. Alle 10:05 acquistammo

i biglietti: non volevamo perdere tempo (anche se la signorina che li

vendeva, una simpatica chiacchierona, non ci lasciava andare). Il parco

chiudeva alle 20 e utilizzammo tutti i minuti a disposizione a percorrere

gli innumerevoli sentieri del parco: i capanni erano ben 20 e gli uccelli

non mancavano!

Serata con grigliata ed a letto presto: l’indomani sveglia presto per

fotografare l’alba.

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25/7/09

Dopo 2150 km e diversi campeggi abbiamo finalmente messo in acqua le canoe. Questa mattina

siamo andati a La Teich, e mentre mamma e papà giravano il mercato del paese (molto scarso), mio

fratello ed io abbiamo navigato il fiumiciattolo che costeggia il parco ornitologico. Limicoli e luì a

dozzine, ma prima di poterne osservarli col binocolo la corrente girava immancabilmente la canoa

nel senso sbagliato e ci portava via… che disdetta. Ma dopotutto la corrente aveva la nostra

simpatia… che bello poter volare sull’acqua con poche pagaiate! Dopo aver fatto un giro ciascuno

ce ne tornammo in roulotte e ci godemmo una bella

grigliata. Dopo mangiato, visita alla leggendaria

duna di Pyla. Larga 500m e lunga diversi

chilometri è la più grande d’Europa, e promette

paesaggi straordinari. Partimmo sul tardi (erano le

16) e in breve ci trovammo davanti ad un grande

parcheggio: a pagamento, ovviamente. La strada

che portava alla duna è disseminata di ristoranti e

negozi di souvenir e in breve ci trovammo davanti

ad una scalinata ripida che sale sulla duna. Ma ne

valse veramente la pena: lassù l’atmosfera è

magnifica, diversa. Ci si sente piccoli davanti a

quel mare di sabbia. Per la cena decidemmo di fermarci in una brasserie ai piedi della duna, a

gustare le specialità del luogo: cozze e patatine (anche se è molto più elegante dire moules frites):

davvero buone.

Tornammo alla duna a goderci il bellissimo tramonto; la cima era ancora piena di turisti, alcuni dei

quali erano preparati a passare la notte lì: che esperienza! L’atmosfera era quasi magica; quando il

sole scese sotto il mare la folla applaudì. Stanchi, tornammo al campeggio: nonostante le docce che

ne sono seguite credo che la sabbia accumulata nelle tasche dei pantaloni rotolando giù per la duna

(esperienza consigliata ma solo una volta, poi sopraggiunge la nausea) ce la terremo per molto

tempo.

26/7/09

Giornata dedicata interamente alla canoa. Questa mattina abbiamo fatto un salto alla casa del parco:

una vera miniera di informazioni sul luogo, e una dispensa di cartine dettagliate della zona (e

gratis). Per finire sotto consiglio del gestore della casa adocchiammo un bel percorso da fare in

kayak, che partiva proprio dal fiume che scorreva pochi passi dalla casa del parco (c’è un bel

parcheggio nascosto dall’altra parte del fiume) fino a le Teich. In questo modo si godeva per un

lungo tratto della corrente: finito il giro la nostra gentile mamma ci avrebbe aspettato con la

macchina all’arrivo dove avremmo caricato le canoe sul tetto. Bello, vero?

27/7/09

Bordeaux è sicuramente la grande città del vino. E’ bastato fare la spesa in

uno dei supermercati nella periferia e contare gli scaffali dedicati ai vini

per rendersene conto.

Il camping non è molto lontano, 60km circa, e fummo fortunati a trovare

il parcheggio quasi subito (a pagamento, chiaro). Ci stupimmo, appena

entrati nel centro, dei grandi spazi di cui disponeva. E’ completamente

diverso dalle nostre città, qui le strade sono larghe, con marciapiedi

spaziosi. Anche gli edifici sono distanti fra di loro: in questa città non si

soffoca.

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Girammo tutta la mattina il centro. Da vedere in particolare la fontana, dalla travagliata storia, con

la piazza antistante, davvero infinita. Il pranzo l’abbiamo passato in un self-service, seguito da un

immancabile sosta per lo shopping, tappa importante per rifornirsi di regali per conoscenti e parenti.

Il pomeriggio tardo il traffico pazzesco per poco non ci fece tornare rinunciare; ma ancora una volta

il buon navigatore seppe tirarci fuori dai guai e ci permise la visita alla cattedrale di Sant’Andrea.

Una città da vedere, sicuramente, peccato il traffico, dovunque davvero estenuante; ma come

scoprimmo solo al ritorno, questo era dovuto a diversi lavori in città.

28/7/09

La lista dei punti di interesse raggiungibili dal nostro campeggio si era ormai esaurita, così, vista la

bella giornata, oggi ci siamo messi in canoa. Diversamente dalla volta precedente il precorso di oggi

è stato lungo più del doppio, ma sempre in favore di corrente: la partenza però era spostata a Mios,

a fianco di un campeggio. Fino a pochi giorni fa (quando eravamo venuti qua in avanscoperta) era

occupato dagli zingari; oggi il campo era sgombro e qualche auto della polizia era ferma nei

paraggi. Il girò durò più di due ore, ma andavamo piano e fermandoci continuamente a fotografare

le libellule, che abbondavano sulle rive.

Spesa veloce al Leader-Price, con prezzi stracciati e qualità sorprendente!

6. Perigaux 29/7/09

Stamattina abbiamo salutato il bel campeggio De

Verdalle e il mare, con l’intenzione di viaggiare

verso l’interno, così da avvicinarci un po’ a casa. Si

era molto discusso per la destinazione: inizialmente

si pensava ai castelli della Loira, ma come papà ci

ricordava in continuazione in termini di chilometri la

deviazione sarebbe stata troppo grande. Così, cartina

e guida alla mano, adocchiammo la città di Perigaux,

nell’Auvergne. Alle 9:15 avevamo agganciato e

stavamo salutando a malincuore i simpatici gestori:

Mary non c’era, che peccato!

Di nuovo in viaggio, finalmente. Ma un attimo dopo

era già finito: 200 km non sono poi tanti. Faticammo un po’ a trovare il camping, mal segnalato, ma

alla fine dopo diverse deviazioni arrivammo: Camping De Barnabè. Carino, piccolo, con una grande

concentrazione di bagni: 3 a pochi passi uno dall’altro. Le piazzole sono un po’ piccole ma il fiume

(la Dordogna) è affascinante!

Dopo mangiato conoscemmo una signora e il figlio che iniziavano da lì il pellegrinaggio a piedi per

Santiago de Compostela. Come scoprimmo in realtà ne facevano solo un pezzo; finita la vacanza, se

ne sarebbero tornati a casa, senza preoccuparsi di non aver raggiunto il Santuario. Stavamo par

uscire dal camping, che due persone si avvicinarono: ci chiesero se volevamo essere intervistati per

la rivista “South-ouest”: caspita sì!

Nel pomeriggio quindi visitammo Perigaux. Ha un bel centro storico, davvero “storico”, con case a

graticcio e edifici antichi. Da vedere la chiesa di Sant’Andrea, molto particolare per le sue cupole.

Utile l’ufficio informazioni, che fornisce una bella cartina con i punti di interesse, da non seguire

scrupolosamente però, poiché tralascia parecchie viuzze interessanti.

Cena tanto buona quanto economica del leader-price, buona notte!

7. Castelnaud e la valle dei castelli 30/7/09

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Stamattina sveglia più tardi possibile e di nuovo in partenza: questa volta erano solo 60km, ma

impiegammo lo stesso tempo di ieri, quando i chilometri erano 200. La nuova meta era la valle della

Dordogna, sito (a quanto pare) ricco di castelli, poco conosciuti dal turismo italiani. Ce ne

accorgemmo quando ancora eravamo in macchina, alla ricerca del camping: guardandoci attorno ci

rendemmo conto degli innumerevoli castelli che sorgevano sulle alture a ridosso del fiume: questo

ci fece ben sperare. Uno di essi, forse il più pubblicizzato, si trovava nel paese di Castelnaud-la-

Chapelle, proprio dove c’era il campeggio scelto (Maisoneuve).

La mattina fu occupata dal viaggio; il pomeriggio mio fratello ed io con la canoa seguimmo per un

buon pezzo il percorso della Dordogna: da questo punto di vista le cose erano davvero spettacolari, i

castelli, visti così dal basso, erano maestosi. Il fiume era davvero affollato di canoisti, che come noi

discendevano il fiume; le loro caone,

però, erano noleggiate nei numerosi

siti della zona.

Il tardo pomeriggio lo occupammo

con la visita a Beynac, un paesino

molto pittoresco e antico: imperdibile!

Peccato il prezzo salatissimo del

biglietto per entrare nel castello della

città, il resto è davvero fantastico.

La Dordogna e i suoi castelli sono

davvero magnifici: perchè nessuno

parla di una così bella zona? Per

quanto ci riguarda, ne siamo solo

contenti: che bello poter visitare i

paesini medievali nella loro

semplicità, senza che i negozi di souvenirs ne distruggano l’atmosfera.

La cena fu interrotta da un fatto insolito: una mongolfiera atterrò a pochi passi dal nostro

campeggio; subito siamo corsi a vedere: probabilmente qualche guasto l’aveva costretta ad

atterrare.

Stasera concerto rock in campeggio e gli occhi non si vogliono chiudere.

28/7/09

Stamattina sveglia presto e visita al castello di Castelnaud. 10

minuti dopo l’apertura, eravamo alla biglietteria: erano le 9, e il

castello era deserto. Sparsi per i prati esterni figuravano molti

trabucchi, le temibili macchine d’assedio. Iniziammo la visita dal

museo interno. I visitatori pian piano diventarono sempre più

numerosi fino ad ostruire gli stretti passaggi che mettono in

comunicazione le stanze del castello. Alle prese con la coda, ci

accorgemmo di essere in ritardo per la dimostrazione del lancio col

trabucco, da non perdere! Come scoprimmo più tardi, però, non c’era da correre: la dimostrazione

si ripeteva ogni 10 minuti. Ciò ci permise di osservare più volte la complessa procedura di lancio (in

francese, ricordiamocelo!). La folla e il caldo si erano fatti soffocanti, e fra duelli e trabucchi

lasciammo il castello.

Un esperienza davvero da non perdere per chi ama questo genere di cose!

Il pomeriggio eravamo tutti accaldati e stanchi e restammo in campeggio a leggere e dormicchiare;

alle 5, un po’ riscossi, visitammo il paesino di La Roque-Gageac. Sorgeva su una delle

innumerevoli alture sul fiume e addirittura è descritto come uno dei migliori sobborghi di Francia.

In effetti è molto pittoresco e antico, da vedere sicuramente: dal il mio punto di vista, però, non è

all’altezza di Beynac.

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Al campeggio facemmo un tuffo in piscina per toglierci la calura della giornata e poi finalmente

gustammo l’immancabile minestra liofilizzata.

Stasera il campeggio è silenzioso e molto freddo! Buona notte!

8. Auvergne 1/8/09

Questa mattina abbiamo lasciato il campeggio a Castelnaud: meta Auvergne. Il nostro obiettivo

erano i vulcani, per la precisazione, il Puy de Dome: avevamo letto che da questo vulcano si poteva

ammirare tutto il panorama “vulcanico” circostante… e allora perché non farci un salto? Poi proprio

in questi vulcani sorge la Volvic (la nostra acqua minerale francese preferita).

Dunque sveglia presto (si fa per dire) e partenza alle 9:30. Il viaggio durò infinitamente più del

previsto, complice una clamorosa deviazione errata. Ma purtroppo non era finita, poiché il

campeggio previsto ( “à la ferme”) era pressochè introvabile e, una volta trovato, giudicato piuttosto

scarso. Ripiegammo quindi in un camping municipale, il “Pregiuda”. Dopo diverse manovre

riuscimmo a parcheggiare e, finalmente, alle 14:30 eravamo a tavola. Il campeggio non era

malaccio, un po’ insipido (complice forse il tempo scuro e grigio), i bagni però erano ottimi. Il

pomeriggio demmo un’occhiata alla città di Clermont Ferrant, poi decidemmo di riempire il nostro

frigo in un Giant. Grandiosa grandinata al ritorno, senza danni, fortunatamente.

2/8/09

E’ a malincuore che mi accingo a scrivere le ultime righe di questa nostra vacanza.

Stamattina, come preannunciato dalla loquace gestrice del campeggio, il tempo era piovoso;

rimandammo quindi la gita al Puy de Dome per il pomeriggio.

Per raggiungere la sua cima si può fare il percorso a piedi (300m di dislivello, tre quarti d’ora) o

prendere la navetta (4€ adulto). Dalle 18 diventa possibile andare in macchina, ma la tariffa c’è

anche qua. Scegliemmo la via a piedi: economica quanto interessante. Come previsto, in 45 minuti

raggiungemmo la vetta; ma il traguardo vale bene la fatica: sebbene il tempo fosse ancora coperto e

ventoso (brr che freddo) il vulcani facevano la loro bella figura. Da quell’altezza (1495m) si domina

su tutti gli altri vulcani e sui loro crateri ormai spenti. Puy de Dome non ha un cratere come i

classici vulcani, o almeno, non più. Oggi infatti si presenta come una semplice montagna, anche se

si può facilmente intuire la sua origine dal colore nerastro delle sue rocce. Non c’era il tempo, ma

una bella esperienza sarebbe stata quella di

visitare i crateri dei vulcani circostanti,

facilmente raggiungibili a piedi da Puy de

Dome.

Sulla cima del vulcano, inoltre, sorgono i

resti di un antico tempio dedicato a

Mercurio; ora non sono che sassi, ma è

interessante vedere come i gallo-romani

abbiano scelto un punto che può essere

visto da decine di chilometri di distanza: la

visibilità scarsa purtroppo non ci ha

concesso un panorama così vasto!

Domani 692 km, passo del Frejus e infine casa...

Alla prossima...

Riccardo