Raggiungere gli obiettivi Con la giusta motivazione tutto diventa … · 2020-05-23 · Infatti,...

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Marzo 2011 Numero 1 La rivista per i clienti Sanitas Raggiungere gli obiettivi Con la giusta motivazione tutto diventa più facile Monitor Maggiore concorrenza nella sanità Assicurazione di classe Le informazioni più importanti per i nuovi clienti

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Marzo 2011Numero 1La rivista per i clienti Sanitas

Raggiungere gli obiettivi

Con la giusta motivazione tutto diventa più facileMonitor Maggiore concorrenza nella sanità

Assicurazione di classeLe informazioni più importanti per i nuovi clienti

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4 Novità6 Riflettori puntati su motivazione11 Cifre impressionanti12 Monitor: maggiore concorrenza14 Sulla strada con il prof. dr. Felix Gutzwiller17 Assicurazione di classe18 Premio Challenge Sanitas20 Ritratto di cliente: Peter Schweizer22 La vostra opinione23 Fitzi lo sa: botta e risposta

17 Ben assicurati: le prin-cipali informazioni per i nuovi clienti

12 Monitor: maggiore con-correnza per un setto-re sanitario sostenibile

6Raggiungere gli obiettivi: tutto diventa più facile con la motiva-zione giusta

Contenuto

Immagine di copertina di Markus Frietsch, scattata nel centro di arrampicata Gaswerk a Schlieren (ZH)

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Bitterli

L’utilità a lungo termine conta

Nel 2011 verranno poste importanti basi. Quest’anno prepariamo infatti l’introduzione del nuovo finanziamento ospedaliero. Sembra astratto, ma cosa cambia concretamente?

Dal 2012 le prestazioni ospedaliere non verranno più conteggiate come forfait giornalieri, ma come forfait ad hoc DRG. «DRG» sta per Diagnosis Related Groups. Con esso si classificano le diagnosi e le degenze ospedaliere in gruppi che causano costi simili. In futuro, in tutta la Svizzera varrà la stessa sistematica; oggi invece nei cantoni ci sono sistemi molto diversi tra loro. In questo modo sarà più facile confrontare il prezzo delle stesse cure ospedaliere in Svizzera. E ritengo che sia una buona cosa.

Prima però che entri in vigore questa sistematica unitaria, occorre chiarire parecchie questioni amministrative e organizzative. In particolare, nel 2011 trattiamo con gli ospedali i prezzi per i forfait ad hoc DRG. In tutta la Sviz-zera ci sono 318 ospedali!

Per poter condurre trattative con tutti questi ospedali, Sanitas ha deciso di cooperare con Helsana e CPT (vedasi articolo pagina 13). Avremmo anche potuto semplicemente a!dare a terzi il mandato per le trattative esponen-doci così di meno. Tuttavia siamo convinti che valga la pena impegnarsi e che, grazie a questa comunità d’acquisto, possiamo contrattare condizioni migliori presso gli ospedali.

Tali risparmi saranno a favore dei nostri assicurati. Ed è proprio questo che ci motiva a provare nuove strade, anche se ciò comporta uno sforzo notevole. Infatti, l'utilità a lungo termine per i nostri clienti, sicuramente mi darete ragione, è il nostro compito principale.

Nella vita di tutti i giorni ci sono situazioni dove ci risulta di!cile motivarci. La motivazione non è però importante solo per noi, ma anche per voi, in particolare quando si tratta della vostra salute. Maggiori informazioni a questo proposito alla pagina 6. Buona lettura!

Otto Bitterli

«Tali risparmi sa-ranno a favore dei nostri assicurati. È proprio questo che ci motiva a pro-vare nuove strade.»

Otto Bitterli, CEO Sanitas

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Novità

Sanitas si impegna per l’ambienteSanitas è dal 2010 un partner della Fondazione sviz-zera per il clima e offre così un contributo concreto alla protezione del clima. La legge del CO2 richiede una tassa sui combustibili non solo dalle singole per-sone, ma anche dalle imprese. Visto che si tratta di una tassa d’incentivazione, una parte dei contributi viene reintrodotta nell’economia. Una volta dedotti gli effettivi costi energetici, Sanitas devolve questo importo che le viene restituito alla Fondazione svizzera per il clima.

Questa fondazione di utilità pubblica e indipendente è sotto sorveglianza federale e utilizza il denaro per promuovere l’effi cienza energetica delle PMI.

Rientro a casa lo stesso giornoGrazie alla tecnologia moderna le cure stazionarie lasciano sempre più il posto alla chirurgia ospeda-liera ambulatoriale, ottenendo no-tevoli risparmi sui costi.

Moltissimi interventi semplici che alcuni anni fa richiedevano ancora la degenza stazionaria, pos-sono oggi essere e! ettuati ambulatorialmente. Ciò è possibile nella maggior parte dei casi grazie ad una tecnica chirurgica moderna e non comporta rischi per i pazienti. Molti pazienti apprezzano il fatto di poter rientrare a casa lo stesso giorno.

In tendenza: interventi ambulatorialiLe statistiche mostrano che le prestazioni ambu-latoriali rimpiazzano sempre più le degenze ospe-daliere: negli anni 2006 fi no al 2009 il numero di cure ambulatoriali per ospedale è aumentato in media del 13,4 percento. Da ciò risulta una crescita media annua del 4,3 percento. È ciò che mostra il rilevamento di H+, l’organizzazione mantello de-gli ospedali svizzeri (maggiori informazioni al sito www.hplus.ch).

Gli interventi che vengono eseguiti perlopiù am-bulatorialmente sono– le artroscopie del ginocchio– le operazioni della cataratta– la maggior parte degli interventi di chirurgia della mano.

Ambulante invece di stazionario.

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Saltata l’unione di Sanitas e CPT Lo scorso anno Sanitas e CPT avevano annunciato che avrebbero valutato un’unione. A dicembre 2010 i membri dei Consigli d’amministrazione di Sanitas e CPT hanno tuttavia deciso di rinunciarci. A questo proposito un’a! ermazione di Jens Alder, presidente del Consiglio d’amministrazione Sanitas: «La fusione di Sanitas e CPT sarebbe stata una mossa strategica molto sen-sata, di questo sono ancora certo. Purtroppo, però, non è pos-sibile realizzarla entro tempi utili. Non potevamo prolungare all’infi nito questa situazione d’incertezza, poiché vogliamo costruire in modo attivo il futuro di Sanitas.»

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Niente più contributi per gli occhialiDa gennaio 2011 i contributi per gli occhiali sono eliminati dall'assicura-zione base e quelli per i mezzi ausi-liari per l'incontinenza decurtati.

L'UFSP vuole così risparmiare circa CHF 40 milioni l'anno nell'assicurazione base. Ecco le principali modifiche.

Non vengono più pagati contributi per gli occhiali e le lenti a contatto. Finora venivano corrisposti per bambini e gio-vani fino ai 18 anni al massimo CHF 180.– l’anno dall’as-sicurazione base. Gli adulti avevano diritto allo stesso importo al massimo ogni cinque anni.(Osservazione: i clienti con un'assicurazione complemen-tare continuano a ricevere gli stessi contributi come fin'ora).

Da gennaio 2011 agli apparecchi per misurare la glicemia e le rispettive strisce di prova e ai prodotti per l’inconti-nenza viene contribuito in misura ridotta.

Il vaccino contro il virus del papilloma umano (HPV) viene preso a carico dall’assicurazione base per ragazze e donne fino all’età di 26 anni. Dopo l'età scolastica il vaccino HPV viene tuttavia pagato per ora solo fino alla fine del 2012. In caso di degenza ospedaliera gli adulti a partire dai 19 anni corrispondono un contributo ai costi per vitto ora pari a CHF 15 (finora CHF 10). I giovani tra i 19 e i 25 anni ancora in formazione, come le donne in caso di maternità, sono esentati dal pagamento di tale contributo.

Interventi di bendaggio e bypass gastrico vengono presi a carico dall’assicurazione base, se i pazienti hanno un Body-Mass-Index (BMI) di oltre 35. Finora venivano pagati solo in caso di un BMI di oltre 40.

Spegnersi a casa propriaLa maggior parte delle persone con malattie incurabili desidera poter trascorrere gli ultimi giorni di vita a casa. Tuttavia la realtà è spesso diversa: molte persone muoiono in ospedali per casi acuti o in case di cura, anche se un'assistenza medica e di cura sarebbe possibile anche a casa. È ciò che dimostra il pro-getto pilota «Palliative Care» che il Case Management di Sanitas ha svolto per un anno nel Canton Zurigo.

L'obiettivo era quello di fare in modo che i pazienti con malat-tie gravi e incurabili potessero essere assistiti in un ambiente familiare oppure in un’istituzione palliativa specializzata e di o!rire loro la massima qualità di vita possibile nella fase ter-minale. Al progetto pilota hanno partecipato 33 pazienti.

Eliminare timoriI pazienti e i loro familiari sono rimasti molto soddisfatti della consulenza e del sostegno o!erto dal Case Management di Sanitas. Ciò emerge dalla valutazione del progetto pilota. La case manager Myriam Eichenberger spiega: «Siamo in grado di ridurre i timori delle persone colpite. Per la maggior parte dei pazienti siamo riusciti a trovare soluzioni a casa o in istituzioni palliative.» Grazie all'assistenza specializzata e competente hanno potuto essere evitate inutili riospedalizzazioni. Date le reazioni positive Sanitas valuta ora in quali altri Cantoni o!rire questo tipo di sostegno per assicurati con un’assicura-zione complementare semiprivata o privata.

Atmosfera tranquilla per i malati terminali.

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Assicurazione base: niente più contributi per i mezzi ausiliari per la vista.

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L’obiettivo sembra irrag-giungibile, alto tanto quanto una difficile parete da arrampicata. È richiesta tenacia. E motivazione.

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Tutti lo hanno già vissuto: si sa che ci farebbe bene fare più movimento, mangiare in modo più sano, fumare di meno. Ma alle persone piace percorrere la strada più facile. Alcuni rinunciano già dopo pochi passi, poiché l’obiettivo sembra irraggiun-gibile, alto tanto quanto una di!cile parete da arrampicata.

Eppure tutti lo sanno che dopo una prestazione ci si sente sempre meglio. L’attrice Sabine Schneebeli lo spiega così: «Dopo la lezione di yoga mi sento equilibrata e rilassata. Questo stato d’animo è per me il principale motore della mia motivazione». La psicologia della motivazione la chiama autoef-ficacia, ovvero la fiducia di realizzare qualcosa con

le proprie forze. La buona notizia è che si può ac-quisire questa competenza.

Niente è gratuitoLa cattiva notizia è che ci vuole sempre buona volontà, ma col passare del tempo ne serve sempre un po' di meno. Ciò ha i suoi motivi: la neurobio-logia ci insegna che spesso gli adulti devono ri-petere nuovi comportamenti centinaia di volte fino a che diventano routine. Quanto appreso ri-mane poi fissato nel tempo: già pensando alla sfida il cervello trasmette il sentimento di ricompensa e soddisfazione. Questo per quanto riguarda la teoria, ma cos’è decisivo nella pratica?

«Dopo la lezione di yoga mi sento equilibrata e ri-lassata. Questo stato d’animo è per me il mag-gior motore della mia motivazione».Sabina Schneebeli – attrice

«Bisogna semplicemente trovare ciò che ci diverte. Poi la motivazione non rappresenta più alcun problema. Mi piace mol-tissimo fare pilates».Monika Schärer – presentatrice televisiva

Come tutto diventa più facile con la motivazione giustaFino a poco fa c’era ed improvvisamente sparisce: la motivazione. L’obiettivo sembra irraggiungibile. Ma ci sono anche altre soluzioni! Testo: Gregor Herbst Foto: Markus Frietsch

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Maggiori informazioni a pagina 10

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muscolo vigoroso e infaticabile lo sport è un elisir di lunga vita. Un tipo del genere pianificherà il suo lavoro di conse-guenza, diventando guida alpina o maestro di sport. Altre persone invece, tra le quali mi metto anch'io, devono motivarsi in modo mirato per praticare sport. Viceversa le guide alpine devono magari motivarsi per scrivere, attività che invece per me è fonte di gioia.

Per entrambi una questione di forza di volontà? Per niente! Dalla psicologia della motivazione e dalla neuro-scienza oggi sappiamo che se vogliamo motivarci a lungo ter-mine, dobbiamo portare con noi anche il nostro inconscio: il cuore deve essere d’accordo con quello che vuole la testa.

Perché il cuore è così importante?Se andate a passeggiare con un cucciolo che non ha voglia e che si ferma dappertutto, potete tirarlo con il guinzaglio, ma in questo modo non andrete lontani. Tutt’altra cosa è quando il cane è contento e salta scodinzolando.

Che cosa significa questo per le persone con un proposito?Esistono due sistemi di valutazione per gli obiettivi: la ragione e l’inconscio. La ragione valuta se qualcosa è logico o ragione-vole. L’inconscio invece chiede se qualcosa è divertente e quanto ci piace un’intenzione. L’inconscio si manifesta con sensazioni corporee e di solito è la forza più potente che ci porta ad agire. Mettiamo il caso che aveste l’artrosi e doveste e"ettuare ogni giorno esercizi per mantenere mobili le articolazioni: se siete contenti di fare questi esercizi, non vi risulterà di!cile eser-citarvi. Se invece è il contrario, è necessario che vi motiviate in modo mirato.

Come svegliare la tigre che è dentro di noi

A molte persone risulta difficile attuare i buoni propositi. La dott.ssa Maja Storch, psicologa della motivazione, sa come si può aver successo nel motivarsi da soli. Intervista: Ruth Jahn

Capita a chiunque, si inizia l’anno pieni di energia e con buoni propositi: andare regolarmente a nuotare o a camminare, smet-tere di fumare o assumere solo le calorie di cui si ha bisogno. Ma poi già dopo alcune settimane l’attuazione dei piani diventa di!cile.

Perché così spesso non riusciamo a realizzare quei proposti che ci fissiamo per avere uno stile di vita salutare? Maja Storch: L’ostacolo più ostico si manifesta già quando sta-biliamo i buoni propositi: riconosciamo che finora abbiamo tralasciato o sbagliato questo e quello. Poiché pensiamo alla nostra salute futura, ci prefissiamo di modificare il nostro comportamento attuale. Tuttavia risulta di!cile cambiare le abitudini.

Perché è così difficile ad esempio praticare regolarmente sport o seguire una dieta?Di solito si tratta di un motivo molto semplice: spesso ciò che dobbiamo prefiggerci non è subito piacevole. Ad esempio pra-ticare sport è faticoso e richiede tempo. E l’utilità per la mia salute si vedrà solo in futuro.

E tuttavia a molte persone sembra risultare più facile seguire uno stile di vita sportivo. Altre invece non vorrebbero mai alzarsi dal divano. Come lo spiega?Qui entra in gioco la personalità del singolo: per le persone con un maggiore senso del dovere è più facile convincersi di qual-cosa e attuarlo con coerenza. Ma non tutte le persone hanno questa caratteristica. E per rimanere nell’esempio dello sport: non tutti hanno una spiccata voglia di muoversi. Per un mister

«Se andate a passeggiare con un cucciolo che non ha voglia, non andrete lontani.»

Qual è il miglior modo per motivarsi? Se ci prefissiamo qualcosa, facciamo spesso l’errore di fissarci come primo un obiettivo di comportamento. Ad esempio, da ora in poi voglio andare quattro volte alla settimana in palestra o in due settimane voglio dimagrire di due chili. Innanzitutto si tratta di obiettivi troppo alti. In secondo luogo per l’automo-tivazione non abbiamo bisogno di obiettivi di comportamento ma di obiettivi di atteggiamento.

Di cosa si tratta? Nel nostro modello zurighese delle risorse riguardante l’auto-

Riflettori puntati su

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motivazione consigliamo, come primo passo, di pensare a un motto. Difatti, i motti danno una sensazione più positiva agli obiettivi. La ricerca di questa massima è qualcosa di molto personale. Alcuni pensano a un animale, a una persona esem-plare o a una pianta con determinate caratteristiche. Una per-sona colpita da artrosi, che vuole motivarsi a fare degli esercizi per le ginocchia, durante un corso ha pensato ad esempio il motto «Sveglio la tigre che è in me», poiché ama l’eleganza e la destrezza di questo animale. Un buon motto non tramonta mai, rimane interessante nel tempo, a volte anche per tutta una vita.

«Il cuore deve essere d’accordo con quello che vuole la testa.»

Dati personali

La dott.ssa Maja Storch è psicologa della motivazione e autrice di libri. Dirige l’Institut für Selbstmanagement und Motivation Zürich ISMZ (istituto per l’autogestione e la motivazione di Zurigo), uno spin off dell’Università di Zurigo. Nel 2010 è apparso il suo ultimo libro «Die Mañana-Kom-petenz. Entspannung als Schlüssel zum Erfolg» dell’editore Piper.

Altri libri di Maja Storch

«Machen Sie doch, was Sie wollen!», Hans Huber Verlag 2009«Mein Ich-Gewicht», Goldmann Verlag 2009«Rauchpause», Hans Huber Verlag 2008

Download gratuito del programma di automotivazione: www.ismz.ch

Maja Storch: sviluppare piani se-allora.

È tutto? A volte basta un buon motto. Altrimenti, basandosi sul motto, si sviluppa un cosiddetto piano «se-allora» per inglobare nella quotidianità gli obiettivi prefissati. In questo modo, con il tempo il cervello svolge automaticamente il piano. Concreta-mente significa: quando vado a prendere mia nipote e l’aspetto davanti al muro dell’asilo, faccio i miei esercizi per le ginoc-chia.

Effettuando quanto prefissato la gioia di fare qualcosa di salutare viene da sola? Si parla spesso degli ormoni della felicità che inva-dono il corpo dopo l’attività sportiva.Non è lo stesso per tutte le persone. Altrimenti molte più per-sone sarebbero sportive! Chi sperimenta un «Runner’s high» ha fortuna. Chi invece no deve cercare altre strade. A questo scopo ci sono infatti le nostre tecniche di automotivazione.

Funzionano anche gli incentivi negativi? Qualcuno che ha paura di essere colpito da un infarto come suo padre può servirsene per cambiare comportamento. Tut-tavia ciò non lo spingerà ad e"ettuare un percorso vita con gioia e a lungo termine. Sono le immagini costruttive, e non la paura, a motivarci nel tempo. #

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Coaching della salute

Sanitas motiva i gruppi di rischio

Fatto! Una bellissima sensazione.

Non ci sono soluzioni brevettate per il quotidiano, perché i problemi di motivazione sono molto in-dividuali. Tanto individuali quanto le preferenze per le diverse discipline sportive. La presentatrice televisiva Monika Schärer ha già provato tante cose: «Yoga, bici, costosi abbonamenti in palestra. Bisogna semplicemente trovare ciò che ci diverte. Poi la motivazione non rappresenta più alcun pro-blema. Mi piace moltissimo fare pilates». Ciò con-ferma la condizione base a cui fa riferimento an-che la psicologa della motivazione Maja Storch nell’intervista (pagina 8): «Il cuore deve essere d’accordo con quello che vuole la testa». Dipende se la motivazione serve ad influire sui cambia-menti del comportamento, sia sul lavoro, nello sport che nella vita quotidiana.

Chi si pone obiettivi troppo ambiziosi fallisce ine-vitabilmente. Se si vuole cambiare con successo il proprio comportamento, bisogna quindi iniziare con piccoli passi. E improvvisamente si supera la parete da arrampicata e si sta in cima. #

Con il progetto coaching della salute Sanitas motiva pazienti con il diabete mellito, ovvero tipo 2 (diabete dell’età), a cambiare le pro-prie abitudini. I pazienti imparano a gestire meglio la malattia e come fare a raggiungere gli obiettivi in ambito della salute.

Da quasi due anni è in corso il progetto coaching della salute che conta nel frattempo oltre 570 partecipanti. E i risultati si vedono: il valore glicemico si è abbassato notevolmente per i partecipanti del primo gruppo già analizzato. Inoltre hanno perso in media tre chili. «In questo modo il rischio di malattie cardiocircolatorie viene sensibilmente ridotto», conferma il professore Giatgen Spinas, rap-presentante del progetto, diabetologo e primario all’Ospedale uni-versitario di Zurigo.

Obiettivi realisticiPer sei mesi i partecipanti vengono accompagnati telefonicamente da coach della salute Sanitas. Qual è il segreto del successo del programma elaborato da Sanitas? «È importante che i partecipanti si pongano da soli gli obiettivi», spiega il coach della salute René Wandfluh. Questi obiettivi dovrebbero essere realistici e concreti: «Raggiungere un obiettivo dà motivazione».

L'esperienza insegna che la maggior parte dei partecipanti si pone obiettivi troppo alti. Per esempio si impegnano a pedalare sulla cyclette 3 volte a settimana per 30 minuti. Sarebbe molto meglio, secondo Wandfluh, all’inizio allenarsi ogni lunedì per 10 minuti. «In questo modo si evita la trappola della frustrazione». Inoltre i parte-cipanti si pongono anche un obiettivo a lungo termine, qualcosa che gli dia una sensazione positiva e che si vuole raggiungere assoluta-mente. Per una donna può essere per esempio indossare nuovamente un bel vestito.

I partecipanti apprezzano il sostegno e la consulenza individuale dei coach della salute Sanitas. Grazie alle reazioni positive e ai ri-sultati soddisfacenti Sanitas continuerà il progetto anche nel 2011 con i pazienti affetti da diabete che hanno un'assicurazione com-plementare. (N.b. il programma al momento si svolge solo in lingua tedesca.)

Riflettori puntati su

« continua da pagina 7

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10 000 passi 10 000 passi al giorno farebbero bene al cuore e alla circola-zione. Da 8000 a 10 000 passi al giorno sono indice di uno stile di vita attivo. Tuttavia la maggior parte delle persone non fa più di 5000 passi. In media una persona che è seduta tutto il giorno fa appena 2000 passi. Fate più movimento nella vita quotidiana! 3000 passi in più con una lunghezza del passo di 80 centimetri corrispondono a 2,4 chilometri. Questo basta per una breve passeggiata rin-frescante.

In palio un contapassiOgni passo conta: Sanitas sorteggia 30 contapassi Omron. Per partecipare basta inviare entro il 31 marzo 2011 un’e-mail con il vostro indirizzo e l’oggetto «contapassi» a [email protected] oppure scrivere a Sanitas, redazione rivista per i clienti, casella postale, 8021 Zurigo.

I vincitori saranno informati per iscritto. Non si tiene corrispondenza in merito all’estrazione.

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Otto Bitterli, CEO Sanitas: possibilità di scelta per i clienti.

Lei è a favore di maggiore concorrenza nella sanità svizzera, perché?Otto Bitterli: Sono convinto che una sana concorrenza porti maggiore e!cienza e qualità, sviluppo e in-novazione. Detto in breve la concor-renza crea un valore aggiunto e con-tribuisce ad arginare i costi. Tutto a favore degli assicurati. Maggiore concorrenza tutela gli interessi degli assicurati a!nché possano imporsi di più.

Una maggiore concorrenza potrebbe portare ad una riduzione dei premi?No, non direttamente. Tuttavia aiuta a tenere sotto controllo l’aumento dei costi e quindi lo sviluppo dei premi. L’aspetto più importante è che i clienti hanno una vasta pos-sibilità di scelta. Nell’assicurazione base possono scegliere liberamente l’assicuratore malattia e tra le nu-merose soluzioni assicurative pos-sono scegliere quella più ade-guata.

«Maggiore concorrenza nel settore sanitario tutela gli interessi degli assicurati affinché possano imporsi di più.»

Otto Bitterli, CEO Sanitas, ci spiega perché serve mag-giore concorrenza nella sanità e come ne traggono vantag-gio gli assicurati Sanitas.Intervista: Gregor Herbst Foto: Vera Hartmann

«Serve maggiore concorrenza»

Sistema sanitario sostenibile

Monitor

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Le cooperazioni sono importantiSanitas da un lato è favorevole a una maggiore concorrenza nella sanità, dall'altro si dedica anche a cooperazioni con diversi concorrenti. In futuro per esempio Sanitas acquisterà prestazioni sanitarie ambulatoriali e stazionarie insieme a Helsana e CPT. Helsana, Sanitas e CPT, in quanto comunità d’ac-quisto separata, sono certe di poter organizzare l’acquisto di prestazioni in modo decisamente più conveniente. Inoltre, così facendo, le tre imprese sti-molano la concorrenza, grazie alla quale efficienza e qualità nella fornitura di prestazioni guadagneranno d’impor-tanza.

Di questo approfittano assicurati e pa-zienti, perché si potrà andare maggior-mente incontro alle diverse necessità. A parte la cooperazione nell’acquisto di prestazioni, le imprese restano con-correnti sul mercato delle assicura-zioni.

Agenda politica

Concorrenza versus cassa malati unica

Da alcuni anni i media trattano l’argo-mento cassa malati unica che viene discusso anche spesso in ambito poli-tico. Alla fine di gennaio 2011, il PS, i Verdi, i sindacati, le organizzazioni dei consumatori e dei pazienti hanno lan-ciato una nuova iniziativa per una cassa malati unica.

Sanitas è chiaramente orientata alla concorrenza. Il CEO Sanitas Otto Bitterli quindi non approva l’idea di una cassa malati unica. «Una cassa malati unica significherebbe monopolio. Senza con-correnza verrebbe a mancare lo stimolo di ridurre i costi delle prestazioni e di amministrazione e di lanciare prodotti innovativi». Gli assicurati non potreb-bero più cambiare assicuratore se fos-sero insoddisfatti delle prestazioni. E i costi comunque non verrebbero ridotti. «I clienti sarebbero i perdenti», afferma Otto Bitterli.

Nella sanità c’è già concorrenza, gli assicuratori lottano per acquisire clienti. Quindi non basta?In e"etti gli assicuratori si fanno concorrenza, al contrario di quanto accade tra i fornitori di prestazioni, quindi medici e ospedali. Ma è pro-prio qui che insorge il 95 percento dei costi nell’assicurazione malattia obbligatoria. Per questo si deve fare leva sui fornitori di prestazioni, ma ovunque si incontrano resistenze.

Cosa intende concretamente?Per citare un esempio fra tanti: è da anni che la libertà contrattuale tra assicuratori malattia e fornitori di prestazioni è oggetto di discussione. Gli assicuratori sono costretti a sti-pulare contratti con tutti i medici e gli ospedali. Molti medici, che si ve-

Dove sono questi spazi?Un esempio attuale: in futuro Sanitas acquisterà prestazioni sanitarie am-bulatoriali e stazionarie insieme a Helsana e CPT senza fare più ricorso ai servizi di tarifsuisse, l’a!liata di santésuisse. Con contratti di"eren-ziati possiamo rispondere in maniera e!ciente alle esigenze dei fornitori di prestazioni e degli assicurati. Que-sto porterà agli assicurati un valore aggiunto (vedasi riquadro «Le coo-perazioni sono importanti»). #

dono come libere imprese, richie-dono un reddito garantito. Qui l’idea di concorrenza non vale a"atto.

Cosa chiede alla politica per tenere sotto controllo lo sviluppo dei costi nella sanità? Condizioni quadro stabili, continu-ità e maggiore concorrenza sono es-senziali per un’attività assicurativa lungimirante. Le modifiche frequenti e a breve termine delle condizioni quadro da parte della politica hanno un e"etto destabilizzante. A ciò si aggiunge che i compromessi politici spesso sono legati a numerose rego-lamentazioni dettagliate, con il ri-sultato che timidi sforzi per maggiore concorrenza vengono subito stron-cati. Penso per esempio alle condi-zioni quadro per il Managed Care o al nuovo finanziamento ospeda-liero.

Non voglio tuttavia passare la patata bollente ad altri, anche noi assicura-tori siamo chiamati a sfruttare mag-giormente i nostri spazi d’azione.

«Anche noi assicuratori siamo chiamati a sfruttare maggiormente i nostri spazi d’azione.»

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La prevenzione è il tema della sua vita

5 km con Felix Gutzwiller

Chi desidera recarsi dal direttore, Felix Gutzwiller, deve salire al se-condo piano. All’istituto di medicina sociale e preventiva è una questione di principio salire le scale e non pren-dere l’ascensore. Anche perché il pa-drone di casa è un 63enne asciutto e perfettamente in forma che accoglie i visitatori a passo svelto.

La prevenzione o forse la questione su come l’individuo possa mantenersi in salute è il motivo conduttore di Gutzwiller. Se da giovane studente di medicina sognava un futuro più «eroico» nella chirurgia cerebrale, un soggiorno di diversi mesi a Sumatra

in Indonesia gli ha aperto gli occhi sul nesso fra la salute e lo stile di vita, fra le risorse e l’approvvigionamento me-dico di un paese. Gutzwiller ha stu-diato Public Health negli USA, perché trenta anni fa ancora non c’era una formazione analoga in Svizzera.

Un programma di movimento da se-guire sempreDue o tre volte a settimana migliora il grado di resistenza correndo sull'home trainer, potenzia la forza con le macchine e mantiene l’agilità con un gruppo di yoga. «Rispetto sempre questi appuntamenti», ci spiega, «li considero tanto vincolanti quanto un incontro con un impor-tante partner d’a!ari». Se per un mo-tivo qualsiasi non può recarvisi, lo recupera in seguito. Inoltre si ali-menta in modo sano e leggero, ini-ziando la giornata con un müsli fre-sco, continuando per esempio con il sushi a pranzo e un bel piatto di spa-ghetti la sera. Due o tre bicchieri di vino rosso completano i pasti, una quantità che secondo il medico «il corpo sopporta senza subire dei danni». Contrariamente a quanto accade con la nicotina che anche a dosi minime lascia tracce sui pol-moni.

Ed eccoci giunti ai temi che da sem-pre occupano la mente dello specia-lista in medicina sociale e preventiva. Nessuno meglio di lui conosce i rischi che conducono alle malattie cardio-circolatorie e al cancro, delle quali sono vittime le persone nel nostro

Sanitas e SvizzeraMobile

Sanitas è il partner ufficiale di SvizzeraMobile. Essa comprende un totale di 20’000 chilometri di sentieri e piste per escursioni a piedi, con i pattini inline, la bici-cletta, il rampichino e la canoa.

Con il prof. dr. Gutzwiller abbiamo percorso il sentiero dello Zürichberg con una fitta rete di sentieri perfettamente battuti che invita a passeggiate brevi o anche lunghe.

Scoprite la Svizzera con SvizzeraMobile. Altre escursioni si trovano al sito:www.svizzeramobile.ch

Cosa farebbe Felix Gutzwiller, lo specialista in medicina pre-ventiva, se potesse spendere un miliardo di franchi per la prevenzione sanitaria? Ecco la sua sorprendente risposta: «Investirei l’intera somma nella formazione.»Testo: Barbara Lukesch Foto: Markus Frietsch

Sulla strada

Due, tre volte alla settimana va in palestra.

Tutto questo ci racconta lo specialista di medicina preventiva noto in Sviz-zera anche per l’impegno politico. Gentilmente ha accettato di accom-pagnarci in una lunga passeggiata invernale che inizia allo zoo di Zu-rigo, passa dalla sede principale della Fifa, la federazione internazionale di calcio, e, attraverso il bosco innevato lungo il percorso vita, ci porta sullo Zürichberg. Gutzwiller è in forma, non c’è dubbio. Il movimento, af-ferma, per lui è una necessità basi-lare. Se non può praticarne ne sente subito la mancanza. Non ha esitato, dunque, a farsi intervistare lungo uno dei percorsi regionali di SvizzeraMo-bile (vedasi il riquadro «Sanitas e SvizzeraMobile» accanto).

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Unterwegs

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di una grande impresa, invece, ha cambiato radicalmente la propria cultura: non fuma più, beve poco, pratica sport ed attribuisce grande importanza al work-life-balance.

Piacevoli esperienzeGutzwiller ha una presenza impres-sionante. Col tempo il suo passo si a!retta, l’occhio va ripetutamente all’orologio che tiene al polso. Felix Gutzwiller è un uomo molto impe-gnato che non solo dirige l’istituto di medicina sociale e preventiva ma è anche consigliere agli Stati del PLR per il canton Zurigo e membro di

ritiene che in un prossimo futuro su-pererà il tumore al seno, il tipo di cancro ancora numero uno nella donna.

È interessante seguire anche lo spo-stamento a livello sociale dell'infarto. Se negli anni novanta del secolo scorso era la malattia tipica dei ma-nager, oggi colpisce maggiormente uomini nelle posizioni intermedie, come i capireparto di un commercio al dettaglio che devono far fronte al forte stress causato dall’esorbitante rendimento richiesto e dalla man-canza di libertà d’azione. Il manager

paese. Il suo istituto rileva una specie di diagnosi della popolazione, appura tendenze patologiche e pianifica stra-tegie, grazie alle quali è possibile evitare che uomini e donne muoiano prima del tempo.

Gutzwiller si infervora. Tanto spedito è il passo con il quale a!ronta il ter-reno pesante e fangoso del bosco e tanta energia mette in ciò che espone. Negli ultimi decenni la salute pub-blica è cambiata radicalmente. Ad esempio il cancro ai polmoni che è sempre il tipo di cancro più ricor-

Felix Gutzwiller è in forma, non c’è dubbio.

Nessuno meglio di lui conosce i rischi che portano alle malattie cardiovascolari e al cancro.

rente negli uomini, si è notevolmente ridotto. Questo accade perché sono cambiate le abitudini rispetto al fumo. Contemporaneamente, però, aumenta in modo preoccupante l’in-cidenza di questa malattia nelle donne, che nel frattempo consumano tanto tabacco quanto gli uomini. Si

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innumerevoli commissioni, fonda-zioni e associazioni, fra le altre anche del Consiglio d’amministrazione Sa-nitas. Alla domanda se è o meno un workaholic, si ferma un attimo e dice poi che no, non è dipendente dal la-voro, ma è grato del privilegio di po-ter svolgere tante attività appassio-nanti che gli lasciano tutta la libertà di cui ha bisogno e l'opportunità di assumersi le sue responsabilità; pa-role di un liberale incallito.

A suo dire, la volontà di prendere in mano il proprio destino è la base per-ché si possa riuscire nella preven-zione sanitaria. In un paese indu-strializzato ricco come la Svizzera, nel quale nessuno so!re la fame o è vittima delle grandi catastrofi clima-tiche, la questione principale è quanto capitale investe il singolo nella propria salute per poter vivere la generosa media di 90 anni nel modo più soddisfacente. «Punizioni e minacce», a!erma Gutzwiller, «non servono. Piuttosto, sono decisivi sti-moli quali la prospettiva di avere un corpo e"ciente in grado di soppor-tare le avversità e la promessa di po-ter fare piacevoli esperienze.»

La scuola deve darsi una mossaA suo avviso, la scuola è molto im-portante e deve diventare una «scuola in movimento»: l’impostazione delle pause, la qualità delle ore di ginna-stica, ma anche il tempo dedicato al movimento durante le altre lezioni devono assolutamente essere miglio-rati. «Per ogni altra materia esistono piani di insegnamento a tutto campo», si accalora, «la promozione della salute, però, si è arenata e di-pende interamente dall’iniziativa di ogni singolo insegnante».

Cosa fare? «Se avessi un miliardo di franchi a disposizione», riflette, «in-vestirei il denaro interamente nella

Sovrappeso, abuso d’alcol e di tabacco si trovano tre volte di più nella fascia sociale più bassa. Il circa 30, 40 per-cento di donne che ogni anno si sot-topone alla visita ginecologica pre-ventiva proviene nella stragrande maggioranza dai ceti medio-alti sviz-zeri. Nonostante l’inequivocabilità dei numeri, finora però non si è riusciti a interrompere questo circolo vi-zioso: «È come se fosse tabù», dice Gutzwiller, «a!rontare seriamente questo tema gravido di conseguenze.» Nel frattempo, fortunatamente, l'or-ganizzazione mondiale della sanità OMS ne ha riconosciuto l’importanza e punta maggiormente a programmi scolastici, ma anche aziendali, di pro-mozione sanitaria.

La nostra passeggiata volge al ter-mine. Sulla via del ritorno allo zoo Gutzwiller incontra un conoscente in tuta da ginnastica che si sta re-cando al percorso vita. Gutzwiller gli dà l’ok con un cenno della mano.

Dati personali

Il prof. dr. Felix Gutzwiller (1948) ha studiato me-dicina all’università di Basilea e dopo l’esame di stato ha svolto il Master of Public Health alla Harvard University di Boston e successivamente il dottorato di Public Health alla Johns Hopkins University di Baltimora. Nel 1981 si è abilitato presso la facoltà di medicina dell’università di Basilea nella medicina sociale e preventiva. Dopodiché ha ricevuto la no-mina per l’università di Losanna per passare, dopo sette anni, alla direzione dell’istituto di medicina sociale e preventiva dell’università di Zurigo. Da circa quarant’anni è membro del PLR. Dal 1999 ha ricoperto la carica di consigliere nazionale e dal 2007 siede al Consiglio degli Stati. È sposato e vive a Zurigo.

www.felix-gutzwiller.ch

«La promozione della salute nelle scuole si è arenata!»

Sulla strada

formazione. Nessun centesimo an-drebbe alla sanità.» Un’a!ermazione alquanto sorprendente per uno spe-cialista in medicina preventiva, ma che si basa sul fatto che in Svizzera la salute è abbinata alle classi sociali e culturali: «Le persone colte, spesso anche abbienti, vivono in media da cinque a sei anni in più rispetto ai ceti meno istruiti».

Felix Gutzwiller è a favore di una maggiore coscienza delle proprie responsabilità.

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MUSTER

CLAUDIA 15.8.1967

93.12001-2 01509 - SANITAS

8075601509X931200128 30.6.2016

Schweizerische Krankenversicherungskarte KVGCarte suisse d’assurance-maladie LAMalTessera svizzera d’assicurazione malattie LAMalSwiss Health Insurance Card

Name, Vorname/Nom, prénom/Cognome, nome/Last, first name

Karten-Nr./N° carte/N. carta/Card no. BAG-Nr./N° OFSP AHV-Nr./N°AVS/N.AVS/AHV no.

Geburtsdatum, Geschlecht/Date de naissance, sexe Ablaufdatum/Date d’expiration

Muster, Claudia

Data di nascita, sesso/Date of birth, Sex

N.UFSP/BAG no.

Data di scadenza/Expiry date

8075601509X931200128 1509 756.0987.6543.21

30.6.201615.08.1967, F

6010585 000 12345678 12

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Servizio 24 ore su 24: la hotline medica Sanitas vi o!re in qualsiasi momento accesso alla consu-lenza telefonica medica gratuita. In caso di questioni o pro-blemi di ordine medico contattate la hotline medica al nu-mero 0844 124 365 (tari!a locale).In tal modo evitate visite mediche inutili e risparmiate tempo e denaro. Un servizio valido a vostra disposizione 24 ore su 24.Nota bene: i clienti con il modello telemedico CallMed sono tenuti a contattare la hotline medica prima di ogni visita medica.

Consigli per risparmiare: come salvaguardare il proprio portafoglio– Riduzione individuale dei premi: in alcuni casi avete diritto

a una riduzione del premio; il vostro reddito è determi-nante. Informatevi presso il vostro comune di domicilio. Trovate il vostro ente cantonale di contatto alla pagina www.sanitas.com > Risparmiare > Riduzione dei premi > Enti cantonali, dove potete scaricare un PDF.

– Generici: richiedete sempre i generici al medico o al far-macista. Si tratta di copie di medicinali che contengono lo stesso principio attivo di quello originale; spesso però sono molto più convenienti. Sulla nostra website trovate il motore di ricerca dei generici: www.sanitas.com > Ri-sparmiare > Medicinali > Ricerca Generici. #

Benvenuti e grazie!Buono a sapersi

La vostra tessera d’assicurazioneRiceverete la vostra tessera d’assicurazione Sanitas entro inizio marzo (vale solo per i nuovi clienti). Sul lato anteriore trovate, oltre ai vostri dati personali, il numero di telefono del vostro Service Center (2) nonché quello della hotline medica e di Assistance (1). A tergo si trova invece la tessera europea di assicurazione malattia. Portate sempre con voi la tessera d’assicurazione durante i viaggi all’estero, in modo da poterla presentare in caso di una visita medica o in ospedale.1. Hotline medica: chiamando questo numero potete ottenere

un consiglio medico 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Con-temporaneamente potete chiamare questo numero 24 ore su 24 in caso di urgenze all’estero (Assistance). Questa prestazione Assistance premette una relativa protezione assicurativa.

2. Service Center: l’interlocutore per informazioni ammini-strative e di carattere generale.

Conteggi di prestazioniInviate le fatture al vostro Service Center. Per fare ciò ricevete etichette adesive con l’indirizzo stampato. In seguito, le eti-chette potranno essere ordinate per telefono e per e-mail. Consiglio: inviateci le vostre fatture ad intervalli regolari. In questo modo riceverete più velocemente il vostro denaro.

Come raggiungerci

Avete domande sulla vostra assicurazione? Desiderate una consulenza o un’offerta? Il vostro Service Center è volentieri a disposizione (trovate i dati di contatto sulla vostra polizza e sulle lettere). Potete contattarci anche per:

telefono: 0844 150 150e-mail: [email protected]: www.sanitas.com > Contatto

Nel 2010 sono state circa 35 000 le persone che hanno deciso di stipulare un’ assicura-zione base presso il Gruppo Sanitas. Diamo il nostro cordiale benvenuto ai nuovi clienti e ringraziamo tutti i vecchi e nuovi clienti per la fiducia accordataci. Su questa pagina ab-biamo riassunto alcune informazioni, utili in particolare ai nuovi clienti.

Assicurazione di classe

Sempre con voi: la vostra tessera d'assicurazione Sanitas.

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Premio Challenge Sanitas

Rugby – un gioco bestiale per gentiluomini

I vincitori

Il progetto Rugby@School del Rugby Club Berna ha vinto il premio nazio-nale Challenge Sanitas 2010. Durante un sopralluogo scopriamo perché il progetto di questa disciplina sportiva poco praticata riscuote successo. Testo: Gregor Herbst Foto: Markus Frietsch

Un breve comando echeggia attraverso la palestra del quartiere della Lorraine nella città di Berna. Samuel, anni dieci, prende la palla ovale al volo, sfreccia attorno quattro paletti verso il campo con i tappeti, dove lo raggiunge Joshua, 12, che lo mette a terra con un placcaggio da manuale. «Ottima mossa», esclama l’allenatore Réto Gasser. Un momento – placcaggio? Palla ovale? Rugby?

Conta il collettivoPer il Rugby Club Berna non è facile formare una squadra com-pleta di juniores nel quartiere della Lorraine di Berna. Il calcio è una forte concorrenza, come conferma anche Samuel: «Nella mia classe tre quarti dei ragazzi giocano a calcio.» Per formare le squadre di juniores del Rugby Club Berna vengono perciò coinvolti i giocatori di diversi club regionali.

Non sono certo le migliori premesse per a!rontare squadre a"atate come quelle di Losanna e Ginevra, poiché nel rugby conta il collettivo. A questa situazione vogliono porre rimedio Réto Gasser e il suo team con il programma di promozione delle giovani leve Rugby@School che si è aggiudicato il premio nazionale Challenge Sanitas 2010.

Promozione innovativa delle giovani leveRugby@School permette agli allievi dalla quinta all’ottava classe delle scuole della città di Berna di conoscere questa disciplina sportiva durante le normali lezioni di educazione fisica, sotto la direzione degli istruttori del Rugby Club Berna.

Il progetto Rugby@School è aperto ai ragazzi dagli 11 ai 14 anni, visto che per questa fascia d'età le o!erte per il tempo libero sono poche, mentre i ragazzi dai 13 ai 15 anni hanno l’imbarazzo della scelta. Nonostante la forte concorrenza gli allenatori Réto Gasser, Christoph Fuhrimann e Fréderic Rosolen

riescono ad entusiasmare i ragazzini e a conquistare giovani leve per il Rugby Club Berna. Questo è ciò che ha convinto la giuria del premio Sanitas Challenge che ne loda l’impegno e l’attività di volontariato. Inoltre apprezza il fatto che possono o!rire il loro contributo all'interno della squadra i bambini con le capacità più diverse.

Sano controllo delle aggressioni«In fondo anche nel calcio non sono solo i veloci ad avere suc-cesso. Nel rugby ogni ragazzino con il suo talento particolare può dare un contributo alla squadra, sia i magri che quelli con qualche chilo in più, sia gli agili che i veloci. Ciò rende il rugby lo sport perfetto per le scuole», spiega Réto Gasser. È vero, il rugby è uno sport duro e per praticarlo ci vuole un po’ di co-raggio. Ma insegna spirito di squadra, capacità di coordina-zione, competenza sociale e un sano controllo dell’aggressività. Roman lo spiega così: «Qui imparo a concentrarmi sulla palla e a non lasciarmi distrarre da altro.»

Sport per teppistelli?

«Il rugby è un gioco bestiale giocato da gentiluomini, il calcio è uno sport da gentiluomini giocato da bestie…». Così ha detto lo scrittore Oscar Wilde. Chi pensa che il rugby equivalga ad una barbara azzuffata e ad un gioco senza regole, si sbaglia di grosso. «Certo, il rugby non è proprio un gioco delicato. Ma sono altrettanto importanti la di-sciplina, il fairplay e lo spirito di squadra. Il rugby contribuisce a preve-nire la violenza», mette in chiaro l’allenatore Réto Gasser. Contrariamente al calcio, nel rugby nessuno osa discutere le decisioni dell’arbitro e i falli gravi sono rari. Rugby Seven, la variante di gioco con sette giocatori che viene praticata nell’ambito del progetto Rugby@School, diventerà nel 2016 disciplina olimpica.

www.rugby-at-school.ch

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Con il premio Challenge, Sanitas si impegna già dal 1994 a favore dello sport giovanile. Ogni anno vengono insignite le associazioni che si adoperano nella promozione dello sport giovanile con progetti e idee innovativi. In otto regioni della Svizzera le associazioni vincitrici ricevono un assegno di 5000 fran-chi e la nomina al premio nazionale Chal-lenge. Una giuria composta da personalità, fra le quali troviamo Köbi Kuhn, Vreni Schnei-der e Urs Meier, elegge il vincitore nazionale che si aggiudica 10 000 franchi.

www.sanitas-challenge.ch

Premio Chal-lenge Sanitas

Nel rugby conta il collettivo.

Rugby, una scuola di vita: disciplina, combattività, fairplay.

«Il rugby è una scuola di vita. I giovani apprendono valori come per esempio la correttezza e il rispetto della decisione dell'ar-bitro», continua Réto Gasser. Chi è stato placcato in modo duro sa che può far male e ne tiene conto quando a!ronta il giocatore avversario. Per gli allenatori la sicurezza è di importanza pri-maria, perciò intervengono in modo deciso quando si infran-gono le regole. È quindi raro che i giocatori si feriscano.

Gli insegnanti di educazione fisica sono invece più di"cili da conquistare. Temono che il rugby possa portare ad un’escala-tion delle aggressioni già esistenti. Invece uno studio condotto in Germania conferma che accade proprio il contrario.

Réto Gasser spera in un e!etto valanga, a"nché il Rugby Club Berna possa presto formare due squadre di juniores. #

Joshua mette a terra Samuel con un placcaggio da manuale.

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Nel 1990 avevo già 45 anni quando intrapresi il mio primo viag-gio all’estero. Scelsi lo Yemen per puro caso. Come architetto ero a!ascinato dalle costruzioni in argilla e mi interessava ve-derle da vicino e fotografarle. Tuttavia le costruzioni passarono presto in secondo piano, lasciando spazio alla gente, che mi a!ascinava molto di più. Questo fu il primo di 13 viaggi nello Yemen. Oggi di questo paese si parla solo degli aspetti negativi, dato che gli estremisti di Al Qaida si sono insediati al nord. Io invece con gli abitanti di questo paese povero ho vissuto solo incontri toccanti e li ho immortalati nelle mie fotografie. Questo è stato lo spunto per un libro. Ma trovare una casa editrice fu impossibile. Così nel 1994 decisi di pubbli-care il libro indipendentemente. L’u"cio federale della cultura lo designò in seguito il «più bel libro svizzero». Il libro ebbe un sorprendente successo! Fui il primo straniero che ebbe la possibilità di realizzare una mostra fotografica nel palazzo di un sultano yemenita. Questi successi mi hanno incoraggiato a continuare a fotografare e a viaggiare. Il centro del mio interesse

erano sempre le persone. Quando un fotografo cerca la vicinanza delle persone, non rimane indi!erente di fronte al loro destino. Nel 2004 ho istituito una fondazione con lo scopo di aiutare i bambini di strada in Tanzania. Ogni anno pubblico un calenda-rio fotografico, rispettivamente un'agenda, il cui ricavato va alla fondazione. Questa continua a crescere e ad oggi fa parte del consiglio di fondazione anche il portiere Pascal Zuberbühler.

Quando creai la fondazione, pro-blemi di salute mi costrinsero a chiudere il mio studio di archi-tetto. Dovetti a!rontare forti crisi esistenziali. Alla fine giunsi alla conclusione che il mio soggiorno

sulla terra non era ancora concluso. Da qui scaturì il mio impe-gno ad aiutare le persone, fotografarle e avvicinarle al mondo.

Da cinque anni vivo a Rehentobel, un luogo spirituale nell’Ap-penzello. Quando mi trasferii in questo paese, andai in un locale ed entrò una persona del posto che però fece subito dietrofront. «Non mi siedo vicino ad un arabo», disse con rabbia. Nel frat-tempo quest’uomo ha perso ogni pregiudizio. Da anni faccio crescere la barba e il copricapo mujaheddin ovviamente non passa inosservato, tanto che nel paese alcuni mi chiamano «ta-lebano». Tuttavia chi mi conosce non ha pregiudizi.

Davanti alla mia fattoria sono esposte enormi foto, indipenden-temente dal tempo e dalla stagione. Così i passanti possono ammirare liberamente l’arte all’aperto. La mediazione mi è sempre stata molto a cuore. Vent’anni fa ho introdotto i primi happening legali di gra"ti nella regione di Basilea. Non facevo parte della scena hip hop. Tuttavia capivo i giovani e mi impe-gnavo per la loro arte.

Le ideologie mi sono estranee. In Africa ho assistito alla morte di persone per AIDS. Anche in Svizzera non tutti sono adegua-tamente informati. Per questo poco tempo fa ho sviluppato un progetto ludico di prevenzione. Le idee per aiutare gli altri non finiscono mai! #

«Le costruzioni di argilla lascia-rono il posto alla gente, che mi affascinava molto più».

Per saperne di più

Schweizer Foundationwww.schweizer-foundation.ch

Lavori fotografici di Peter Schweizerwww.ch-er.ch

Cercasi clienti

con passione

Esercitate una professione poco comune o un passatempo insolito? Allora scrivete a [email protected]

Ritratto di cliente

Abbattere le frontierePassione

Peter Schweizer (65 anni) si recò 20 anni fa per la prima volta nello Yemen per curiosità professionale. Da allora si impegna con passione affinché le persone abbattano le frontiere mentali.Testo: Marc Krebs Foto: Markus Frietsch

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1.11 Sanitas Magazin | 21«La mediazione mi è sempre stata molto a cuore»: Peter Schweizer, architetto e fotografo.

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Mio fi glio «era schiavo» del giocoSono sorpresa che il dr. Daniel Süss, un professore di psicologia dei media, minimizzi i videogiochi. Anche se non esiste ancora alcuna diagnosi clinica u! ciale, la dipendenza da vi-deogiochi inizia quando i sintomi d’astinenza quali nervosismo, agita-zione, insonnia, disorientamento e gioco forzato diventano evidenti. Da madre l’ho vissuto anch’io. A circa 13-14 anni mio fi glio «era schiavo» del gioco «World of Warcra" ». Già dopo una, due ore di gioco subentra-vano i sintomi citati di cui mio fi glio so# riva. Ho optato per un metodo non convenzionale: giocare fi nché non ce la faceva più. Abbiamo fermato il tempo e dopo circa tre ore ci siamo seduti per analizzare il suo stato. La ragione è tornata in fretta e ci siamo messi d’accordo che avrebbe giocato solo trenta minuti al giorno. Per fer-mare il tempo ha preso un timer da cucina. Oggi mio fi glio è maggiorenne e utilizza ancora l’orologio! A.S.

Crea un super ambienteQuando nascono nuove tecnologie, si può decidere di vietarle o di utiliz-

zarle. La Wii ne è un esempio.I miei nipoti (6 e 8 anni) sono molto attivi e giocano spesso in giardino e nel bosco. Ma in una domenica di piog-gia la Wii può essere una stupenda possibilità per divertirsi e stare in-sieme. Chi con la Wii ha già tirato di boxe contro un bambino di sei anni sa che si può anche sudare. E per tutti quelli che preferiscono non fare fatica, posso consigliare anche di guardare, è quasi più divertente. M.H.

Mantenere i contattiHo 22 anni e a volte gioco ai video-giochi con amici. Secondo me si esa-gera con questo argomento. Nella mia cerchia di amici nessuno ha problemi con la dipendenza da videogiochi. Quando si gioca, io e i miei amici gio-chiamo insieme e ci divertiamo un mondo. Si tratta quindi piuttosto di uno strumento che mi permette di mantenere i contatti sociali. K. H.

Si può copiare lo sportNell’articolo sui videogiochi interat-tivi la giornalista giunge alla conclu-sione che non si può copiare il vero sport. Ma proprio di questo «copiare» tratta la nostra ricerca. Abbiamo svi-

Creano dipendenza o divertimento?Nell’ultimo numero vi abbiamo chiesto la vostra opinione sul tema «Videogiochi movi-mentati» e «Dipendenza da computer». Qui alcuni estratti dalle lettere dei lettori.

La vostra opinione

ColofoneEditore: Sanitas, Sede principale, Jägerstrasse 3, 8021 Zurigo, www.sanitas.com Contatto: [email protected], tel. 0844 150 150 Caporedattrice: Tanja Funk Redazione: Denise Fitzi, Valentin Hüsser, Michael Muffl er, Andreas Roos, Isabelle Vautravers Traduzioni: Servizio traduzioni Sanitas Concetto e realizzazione: schneiter meier külling AG, Zurigo, www.smek.ch Stampa: Swissprinters Zürich AG, Schlieren Tiratura complessiva: ca. 515 000; 4° anno; la rivista Sanitas viene stampata su carta ecologica FSC Pubblicazione: 4 ! l'anno in I, D, F

Anteprima: il prossimo numero appare a giugno 2011.

luppato il simulatore di canottaggio più completo al mondo. Ci si siede in una barca reale, ma si è circondati da schermi e altoparlanti. Il remo vero non si immerge, ma è collegato a un robot di corde. Grazie a questo robot si sente la resistenza dell’acqua men-tre si rema, grazie all’ambiente vir-tuale si sente se il remo viene im-merso in modo sbagliato e si vede lo spostamento come se si fosse in ac-qua, come ci hanno confermato degli sportivi d’élite internazionali.

A noi interessa come riconoscere au-tomaticamente errori di canottaggio. Naturalmente questa ricerca di base è molto lontana da un prodotto di massa. Info: www.rowing.ethz.ch.Peter Wolf, PhD,

Sensory-Motor Systems Lab, ETH Zurigo

Lettere dei lettori

La vostra opinione conta La vostra opinione ci interessa. Scriveteci a: [email protected] oppure a: Sanitas, redazione rivista per i clienti, Casella postale, 8021 Zurigo

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Come raggiungerci

Avete domande sulla vostra assicurazione? Desiderate una consulenza o un’offerta? Il Supporto Clienti è volentieri a vostra dispo-sizione.

Rivolgetevi direttamente al vostro Service Center o al numero 0844 150 150 (max. 7 cent./min.) oppure mandate un’e-mail a: [email protected]

Dove ho lacune nella protezione assicurativa?

Fitzi lo sa

Y.H. di G.: Nella scorsa edizione nell’articolo «Lacune informative eclatanti» (pag. 4) ha scritto che molti non sanno che la seguente affermazione è sbagliata: «Con l’assicurazione base sono coperte tutte le presta-zioni mediche in tutta la Svizzera». Da voi ho solo l’assicurazione base e vorrei sapere concretamente cosa non è coperto e cosa mi consiglia.

Denise Fitzi: Le prestazioni dell’assi-curazione base sono regolate detta-gliatamente. Molti assicurati non sono consapevoli che senza assicura-zione complementare in alcuni casi dovranno assumersi personalmente i costi. Come dimostrano i seguenti esempi, ciò può essere costoso.

In caso di degenza ospedaliera l'assicu-razione base si assume solo i costi per il reparto comune nel Cantone di do-micilio. Se ci si vuole far curare in un ospedale al di fuori del Cantone di domicilio, occorrerà pagare la di#e-renza di tasca propria, tranne che in casi speciali.

Trasporto: se si viene trasportati in ospedale in ambulanza, per esempio a causa di un collasso cardiocircola-torio, l'assicurazione base si fa carico solo del 50 percento, al massimo di 500 franchi. Indipendentemente

dall’importo quindi si dovrà pagare la metà o addirittura di più di tasca propria.

Medicinali non obbligatori: l’assicura-zione base copre i medicinali pre-scritti dal medico, tuttavia solo se si tratta di medicinali obbligatori. A volte i medici prescrivono anche me-dicinali non obbligatori che si do-vranno pagare personalmente.

Apparecchi, correzioni ai denti: oggi la maggior parte dei bambini ha biso-gno di cure di ortognatodonzia. Tale cura può costare oltre 10’000 franchi. Una cifra alta, che si dovrà assumere da soli.

Esami preventivi: praticamente tutte le donne hanno un controllo preven-tivo annuale. Tuttavia l'assicurazione base si assume i costi per questo esame solo ogni 3 anni.

Copertura all’estero: anche all’estero in caso di cure mediche a volte insor-gono costi elevati. Per le urgenze all’estero è coperto al massimo il dop-pio dei costi secondo la tari#a sviz-zera. Sembra tanto, ma si deve anche tener conto che all'estero non c'è una protezione delle tari#e. Questo com-porta che ai turisti vengono fatturate cifre eclatanti.

Il nostro consiglio: può coprire queste lacune scegliendo una rispettiva as-sicurazione complementare. Sanitas o#re assicurazioni complementari ambulatoriali e assicurazioni ospe-daliere su misura a prezzi interes-santi. I collaboratori dei nostri Service Center sono a disposizione. #

Denise Fitzi, responsabile Supporto Clienti Sanitas, Winterthur.

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