RADIOTERAPIA CAMPO DI APPLICAZIONE Circa il 60 % dei pazienti, ai quali viene diagnosticata una...
-
Upload
ambrogio-gasparini -
Category
Documents
-
view
219 -
download
2
Transcript of RADIOTERAPIA CAMPO DI APPLICAZIONE Circa il 60 % dei pazienti, ai quali viene diagnosticata una...
RADIOTERAPIACAMPO DI APPLICAZIONE
Esclusivo Associata a Chirurgiae/o Chem ioterapia
Associata aentram be le m odalità
Oncologia clinica ( Principale )Radicale, Adiuvante- Neoadiuvante,
Palliativa
Circa il 60 % dei pazienti, ai quali viene diagnosticata una neoplasia maligna, necessita di radioterapia, o per il trattamento primario, o durante il decorso della malattia.
RADIOTERAPIACAMPO DI APPLICAZIONE
- Cheloidi- Speroni ossei- M orbo di Dupuytren- Degenerazioni articolari
- Degenarazione m aculare- Oftalm otapia di G raves- Neoplasie benigne cerebrali- M alform azioni arterovenose
- Calcificazioni eterotopiche in protesi ortopediche- Ristenosi vascolari dopo angioplastica
Patologie benigne
Le indicazioni, per ovvi motivi protezionistici e per la non provata efficacia in molte indicazioni del passato, sono attualmente in significativa diminuzione.
Radiazioni impiegate in RADIOTERAPIA
Radiazioni ionizzanti: In grado di creare cariche elettriche all’interno della
materia Capaci di attraversare la materia e di cedere ad essa
parte o tutta la loro energia
1) Radiazioni elettromagnetiche o fotoniche Costitutite da quanti di energia che si propagano nello spazio con
movimento ondulatorio alla velocità della luce con trasporto di energia senza trasporto di materia o di carica elettrica
2) Radiazioni corpuscolari Trasporto di energia con trasporto di materia e di carica elettrica
Radiazioni impiegate in RADIOTERAPIA
1) Radiazioni elettromagnetiche o fotoniche - fotoni X : originano dal frenamento di elettroni accelerati
contro un target e sono prodotti o da tubi radiogeni tipo Coolidge o da acceleratori lineari.
- fotoni : sono emessi a seguito di disintegrazione nucleare di isotopi radioattivi che possono essere naturali tipo uranio 238 o artificiali tipo cobalto 60
Isotopi: atomi dello stesso elemento che hanno lo stesso numero atomico e differente
numero di massa
Radioattività: emissione spontanea di energia causata da uno stato di “squilibrio” all’interno del nucleo atomico ( decadimento
Radiazioni impiegate in RADIOTERAPIA
2) Radiazioni corpuscolari- Elettroni : particelle elementari dotate di carica elettrica
negativa e prodotti da decadimento o da acceleratori lineari.
- Protoni, neutroni, nuclei di elio …. prodotti da decadimentoo da acceleratori.
Vantaggio balistico: protoni, nuclei di elio, carbonio, neon etc. Con essi è possibile realizzare irradiazioni di alta precisione
utilizzando il picco di Bragg opportunamente ampliato e posto a profondità tissutali varie.
Vantaggio biologico: neutroni minore o assente effetto ossigeno, minore dipendenza dalla fase di ciclo cellulare, riduzione dei processi riparativi del danno subletale o potenzialmente letale.
Principali modalità di impiego della RADIOTERAPIA
Radioterapia con fasci esterni
- Unità di Roentgenterapia ( ortovoltaggio ): a) plesioroentgenterapia b) roentgenterapia ( 180-350 KeV)
- Unità di Megavoltaggio a) Telecobaltoterapia: - fotoni 1,25 MV b) Acceleratore lineare: - fotoni X da 4-25 MV - elettroni da 6-13,5 MV
Principali modalità di impiego della RADIOTERAPIA
Brachiterapia
Interstiziale (Ir192) Endocavitaria (Cs 137, Ir192) Di contatto (Stronzio 90) Metabolica (I131) Delle grandi cavità (P32)
LDR basso rateo di dose 0,4-2 Gy/ora continua
MDR medio rateo di dose 2-12 Gy/ora frazionata
HDR alto rateo di dose >12 Gy/ora frazionata
PDR HRD pulsato iperfrazionata
Fisica delle radiazioni
Produzione di raggi XI raggi x vengono prodotti quando un fascio di elettroni veloci colpisce un bersaglio di alto numero atomico.
L’alto numero atomico è necessario per produrre una quantità sufficiente di radiazione di frenamento (il potere di arresto aumenta con l’aumentare dell’energia) ** il Target è in genere costituito da Tungsteno (Z=74).
La maggior parte dell’energia viene convertita in calore (necessità quindi di sistemi di raffreddamento).
Rendimento
Energia Elettroni Efficienza Produzione Raggi X
60 KeV 0,5%
200 KeV 1 %
20 MeV 70%
Fisica delle radiazioni
Principi di base per la produzione di raggi X
Sorgente di elettroni Filamento portato ad
elevata temperatura
Sistema per accelerazione Campo elettrico presente
in un tubo a vuoto
Bersaglio Materiale di interazione
Fisica delle radiazioni
Fisica delle radiazioni
Distribuzione della dose in
profondità per fasci di
fotoni (X e
Effetti delle radiazioni ionizzanti
Quando le radiazioni ionizzanti colpiscono i tessuti biologici provocano una serie di fenomeni concatenati fra loro in successione temporale e, soprattutto, causale
Fase fisica (10 - 10 sec.) Fase fisico-chimica (10 - 10 sec.) Fase biochimica-biologica (sec ore giorni anni)
-18 -14
-12 -1
Fase Fisica
a) Eccitazione - si verifica quando la radiazione incidente possiede
energia inferiore a quella del legame elettronico. L’elettrone assorbendo energia si porta ad un livello energetico più alto all’interno dello stesso atomo o molecola ( passaggio ad una orbita più esterna). Il fenomeno risulta reversibile con conseguente emissione di una radiazione secondaria.
b) Ionizzazione - si verifica quando la radiazione incidente possiede
energia superiore a quella del legame elettronico. L’elettrone viene espulso dal suo atomo e può avere energia sufficiente per produrre a sua volta processi di ionizzazione su altri atomi ( processo a cascata)
Fase Fisica
b) Ionizzazione il processo a cascata sta alla base del fenomeno del
build-up (incremento di dose), la quantità di energia assorbita dal tessuto aumenta dalla superficie fino alla profondità corrispondente al range di traiettoria degli elettroni; il numero degli elettroni che si mettono in movimento risulta uguale al numero di elettroni che si fermano.
La unità di misura della dose assorbita è il Gy (gray) 1 Gy = 1 joule per Kg 1 Gy = 100 rad 1cGy = 1 rad
Fase Fisica
Interazione fotoni-materia• 1) Attenuazione: riduzione dei fotoni primari incidenti
nell’attraversamento della materia dipendente dal numero atomico e dalla densità del materiale (tessuto) e dal numero dei fotoni di determinata energia. Coefficiente lineare di attenuazione.
• La capacità di penetrazione di un fascio di fotoni può essere espressa anche dallo spessore emivalente ( spessore che riduce a metà l’intensità della radiazione)
Fase Fisica
2) Creazione di fotoni diffusi
Energia assorbita + fotoni primari trasmessi + diffusi
Le interazioni che si verificano nel mezzo (attenuazione - diffusione - assorbimento) sono sostanzialmente di 5 diversi tipi (di cui i primi tre interessano la clinica):
Effetto fotoelettrico, effetto Compton, formazione di coppie, diffusione elastica, reazione foto-nucleare.
La importanza relativa dei primi tre processi varia con la energia dei fotoni e con il N° atomico del materiale assorbitore
Fase Fisica
1) EFFETTO FOTOELETTRICO
• Interazione del fotone con un elettrone appartenente a un’orbita interna.
Nell’atomo ionizzato per una lacuna di un’orbita interna inizia il processo a cascata di riassestamento elettronico e vengono emessi fotoni di fluorescenza o elettroni di Auger (energia inferiore all’energia di legame)
** Dipende dall’energia del fotone e dal materiale energia del fotone > 10 KeV, la energia assorbita risulta
proporzionale al N° atomico ( Z ) alla terza
Fisica delle radiazioni
Fase Fisica
2) EFFETTO COMPTON
• Interazione del fotone con gli elettroni più esterni che possiedono un’energia di legame molto minore
dell’energia del fotone incidente. Si realizza deviazione della traiettoria dell’elettrone e viene prodotto un fotone diffuso. L’energia quindi si ripartisce fra l’elettrone Compton e il fotone emesso.
** Dipende dall’energia incidente e dalla densità elettronica del materiale (indipendente dal numero atomico). Energia del fotone > 100 KeV, la energia assorbita risulta indipendente da Z
Fisica delle radiazioni
Fase Fisica
3) CREAZIONE DI COPPIE
• interazione fra un fotone incidente di energia superiore a 1 MeV che avviene vicino al nucleo con scomparsa del fotone e creazione di una coppia elettrone + elettrone - (positrone)
Quando l’elettrone + (instabile) ha esaurito tutta la sua energia cinetica si combina con un elettrone negativo del materiale ed entrambe le particelle si annichilano producendo due fotoni di energia dimezzata che si propagano in direzione opposta.
E’ proporzionale alla densità del materiale e al suo numero atomico.
Fisica delle radiazioni
Fase Fisica
Diffusione elastica
deviazione della direzione del fotone senza assorbimento di energia
(effetto trascurabile in clinica)
Fotodisintegrazione
interazione di un fotone con energia superiore alla energia di legame dei protoni e neutroni contenuti nel nucleo con possibile fuoriuscita di un neutrone (al di sopra dell’interesse clinico-radioterapico)
Fase Fisica
Fase Fisico-chimica
L’interazione delle radiazioni ionizzanti con la materia è considerata:
diretta quando la energia è rilasciata direttamente sulle molecole biologiche (DNA, proteine) con conseguente rottura dei legami chimici,
indiretta, e costituisce il meccanismo più importante, quando la cessione di energia avviene sulla molecola dell’acqua con formazione di radicali* liberi, instabili e reattivi in grado di attaccare molecole biologicamente importanti. Tali radicali si distribuiscono poi in modo assai eterogeneo intorno alla traiettoria della particella ionizzante
* radicale = atomo, o gruppo di atomi, che presenta un elettrone non appaiato, il che ne conferisce una alta reattività. Può essere a) neutro, b) carico (o ione radicale)
Fase Fisico-chimica
Gli effetti biologici risultanti dalla interazione delle radiazioni ionizzanti sulla molecola di acqua ( modalità indiretta) costituiscono l’80% del peso totale.
Fase Fisico-chimica
Fenomeno iniziale = ionizzazione della molecola di acqua
H O H O + e
si formano ioni radicali estremamente instabili ( vita media 10 sec.) che daranno origine a radicali neutri molto reattivi ( vita media 10 sec.)
2 2
+ -
-10-5
H O H + HO
Il radicale idrossile HO. é un agente ossidante dotato di gran-de reattività chimica. A partire da questi radicali si produco-no un certo numero di reazioni che tendono raramente alla ri-costruzione della molecola di acqua ma più spesso alla forma-zione di nuove molecole e di altri radicali ( fase di decomposi-zione della molecola di acqua )
2
+ +. .
.
Modificatori chimici radiosensibilità
Sostanze chimiche in grado di modificare la radiosensibilità dei sistemi biologici, alcune di esse agiscono a livello delle reazioni iniziali
RADIOSENSIBILIZZANTI1) OSSIGENO (O )L’ossigeno è un potente radiosensibilizzante; se presente al
momento della irradiazione, ne aumenta l’effetto biologico. In condizioni di anossia per ottenere lo stesso effetto biologico è necessario moltiplicare la dose per un fattore pari a 2,5-3. Ciò costituisce l’Oxigen Enhancement Ratio
O.E.R. = Dose in condizioni di ipossia / Dose in presenza di ossigeno
2
Modificatori chimici radiosensibilità
L’ossigeno è un potente ossidante e il suo effetto radiosensibilizzante è verosimilmente dovuto alla sua affinità per gli elettroni
a) si lega agli elettroni prodotti dalla ionizzazione e ne impedisce la ricombinazione con lo ione positivo
b) Molte reazioni a cui vanno incontro i radicali prodotti dalla radiolisi dell’acqua si verificano solo in presenza di ossigeno
esempio: formazione di perossidi ( H O )
I perossidi , tramite perossidazione dei lipidi insaturi, sono causa di danno alla membrana cellulare il che costituisce per la cellula una sommazione di tossicità che si va ad aggiungere al danno da radiazioni sul nucleo.
2 2
Modificatori chimici radiosensibilità
2) SOSTANZE AD ELEVATO POTERE OSSIDANTE es. Derivati dell’imidazolo ( metronidazolo, misonidazolo).
Il loro impiego in clinica risulta limitato dalla tossicità neurologica dimostrata.
RADIOSENSIBILIZZANTI NON OSSIGENO DIPENDENTI
Analoghi alogenati delle pirimidine quali ad esempio: S-bromodeossiuridina (SBURD) e S-iododeossiuridina (SJURD) , che entrano a far parte del DNA sostituendo la timidina.
Modificatori chimici radiosensibilità
Cooperazione spaziale
Tossicità indipendente e/o potenziata
La cito-riduzione operata dalla prima modalità permette una maggiore efficacia della seconda mediante incremento della ossigenazione
Impiego di volumi irradiati più limitati
Prevenzione dell’emergenza di cloni resistenti
CHEMIO RADIOTERAPIA: razionale teoricoCHEMIO RADIOTERAPIA: razionale teorico
Modificatori chimici radiosensibilità
Modificazione della pendenza nelle curve dose-risposta
Sincronizzazione delle cellule in fasi del ciclo cellulare più sensibili
Aumento sensibilità di cellule ipossiche
Inibizione del recupero del danno letale e subletale
Inibizione del ripopolamento
CHEMIO RADIOTERAPIA:CHEMIO RADIOTERAPIA: interazioni dirette biochimiche e molecolariinterazioni dirette biochimiche e molecolari
Modificatori chimici radiosensibilità
Resistenza crociata
Induzione dei comuni meccanismi di resistenza durante la terapia
Incremento di tossicità tissutale interruzioni del trattamento con conseguente impatto sui risultati le complicanze acute e tardive possono azzerare il vantaggio sulla
sopravvivenza La fibrosi vascolare indotta da Radioterapia inficia la diffusione dei
farmaci
CHEMIO RADIOTERAPIA:CHEMIO RADIOTERAPIA: meccanismi potenziali di fallimentomeccanismi potenziali di fallimento
Modificatori chimici radiosensibilità
RADIOPROTETTORIProteine e peptidi che posseggono gruppi tioloci (R-SH)
riducono la efficacia biologica della irradiazione in quanto, donando H., possono riparare il danno causato dai radicali:
R-SH + HO R-S + H OR-SH + H R-S + H dove R-S è un radicale poco attivoFarmaco disponibile in clinica: Amifostina utilizzato per la
protezione delle mucose
2
2.
...
.
Fase Biochimica-biologica
I fenomeni fisici di ionizzazione si traducono quindi in modificazioni chimiche e biochimiche della sostanza vivente con conseguenti alterazioni funzionali e morfologiche che conducono ad un danno biologico.
Gli effetti biologici sono conseguenza soprattutto di un danno a livello del nucleo (molto più sensibile del citoplasma) a seguito di alterazione della struttura chimica degli acidi nucleici. Il DNA rappresenta il bersaglio più sensibile in quanto struttura complessa con maggiore difficoltà a riparare il danno
DNAIl DNA è costituito da una serie di nucleotidi ( base purinica
o pirimidinica, desossiribosio, acido fosforico) uniti fra di loro da legami fosfodiesterici. La molecola di DNA è costitutita da 2 catene complementari unite da legami idrogeno fra le basi.
Fase Biochimica-biologica
LESIONI INDOTTE SUL DNA
semplici1) Rottura di catene doppie
2) Alterazioni delle basi Idrossilazione HO. in presenza di O2
3) Distruzione degli zuccheri Ossidazione o idrolisi
4) Formazione di legami incrociati Creazione di ponti fra : parti della stessa catena, tra le due catene, tra DNA e proteine
Rottura legame:zucchero-basezucchero - acido fosforico
Fase Biochimica-biologica
Il danno sul DNA comporta una serie di aberrazioni cromosomiche complesse che rappresentano un buon indice delle lesioni riportate da una popolazione cellulare irradiata.
prima della fase S Aberrazioni cromosomiche
irradiazione durante la fase S Aberrazioni cromosomiche + Aberrazioni cromatidiche dopo la fase S Aberrazioni cromatidiche
Aberrazioni Cromosomiche: delezioni terminali, scambi intra e intercromosomici (translocazioni)
Aberrazioni Cromatidiche: lacune e frammenti
Fase Biochimica-biologicaAberrazioni cromosomichedicentrici ring
Fase Biochimica-biologicaAberrazioni cromatidicheponte anafasico
Fase Biochimica-biologica
La delezione e lo scambio si concretizzano, sul piano pratico, in alterazioni che possono essere compendiate in due gruppi:
1) Alterazioni stabili: quando il risultato del danno prodotto dalla radiazione è un cromosoma, anomalo si, ma sempre con un solo centromero in modo che non viene impedita od ostacolata la migrazione del cromosoma al polo cellulare durante la ana-telofase.
2) Alterazioni instabili: sono i minutes, frammenti, dicentrici, anelli, acentrici: la anomalia fondamentale consiste nel fatto che il centromero o non c’è o ce ne sono due o più. La mancata progessione verso il polo comporta la perdita della aberrazione cromosomica nel giro di qualche mitosi.
Fase Biochimica-biologica
I cromosomi dicentrici sono le alterazioni cromosomiche più tipiche della esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Fase Biochimica-biologica
La loro percentuale nei linfociti del sangue periferico è proporzionale alla dose per basse dosi, e al quadrato della dose per dosaggi più elevati. A parità di dose, la incidenza di tali aberrazioni è più marcata per esposizioni brevi che per esposizioni diluite nel tempo.
Fase Biochimica-biologica
RADIOSENSIBILITA’ E CICLO CELLULARELa radiosensibilità di una linea cellulare può essere
espressa dalla correlazione fra la dose e il numero di anomalie cromosomiche osservabili così come la radioresistenza risulta espressa dal grado di ploidia osservato.
In una stessa linea cellulare la radiosensibilità può variare in funzione delle diverse fasi del ciclo proliferativo e della attività metabolica.
Fasi del ciclo più radiosensibili M, G2Fasi del ciclo più radioresistenti G1, S, G0
Fase Biochimica-biologica
DANNI RADIOINDOTTI
I danni radioindotti possono essere:
morte immediata morte intermitotica
a) Letali morte differita perdita irreversibile della capacità di proliferazione
b) Subletali reversibili o suscettibili di riparazione
Fase Biochimica-biologicaDANNI RADIOINDOTTI
I danni da esposizione a radiazioni si suddividono in :
Stocastici : mutazioni, cancerogenesi. Per questo tipo di danni non esiste dose soglia, all’aumentare della dose aumenta la probabilità che l’evento si verifichi, ma non la sua gravità
Le mutazioni possono interessare: 1)Cellule somatiche con conseguenti modificazioni fenotipiche
solo a carico dei cloni cellulari derivanti da esse2)Cellule germinali che si rendono evidenti nei discendenti
dell’individuo esposto
Fase Biochimica-biologicaDANNI RADIOINDOTTI
Non stocastici : somatici. Per questo tipo di danni esiste dose soglia con stretta relazione di dose /effetto
Possiamo avere:• Morte immediata transitorio• Blocco della funzione proliferante definitivo• Perdita di funzioni specifiche (es secretoria, motoria)
Effetti delle radiazioni sui tessuti
Maggiore radiosensibilità a carico delle popolazioni cellulari in attività riproduttiva (*) rispetto a quelle che giungono occasionalmente o mai alla riproduzione (**)
(*) midollo emopoietico
(**) cellule nervose
Queste ultime possono essere danneggiate indirettamente attraverso il danno sulle cellule interstiziali e vascolari
EARLY REACTING TISSUE responsabili degli effetti acuti (modello lineare)
LATE REACTING TISSUE responsabili degli effetti tardivi (modello quadratico)
Effetti delle radiazioni sui tessuti
Curve di sopravvivenza di linee cellulari di tessuti sani
Radiosensibilità
Effetti delle radiazioni sui tessuti
Curve di sopravvivenza di linee cellulari di tessuti tumorali
Radiosensibilità
Effetti delle radiazioni sui tessuti
• 1) La morte cellulare può risultare causata da un singolo evento letale
• 2) La morte cellulare può risultare causata da una somma di eventi subletali indipendenti secondo 2 modelli:
I) balistico somma di eventi non letali singolarmente
II) riparativo somma di eventi riparabili singolarmente
e non riparati per saturazione dei meccanismi di ripara-
zione
Modalità di somministrazione della dose• Il frazionamento della dose in Radioterapia viene impiegato
per aumentare la probabilità di sterilizzare il tumore e al tempo stesso aumentare la tolleranza dei tessuti sani.
• Si sfrutta pertanto, potenziandola, la differente capacità di recupero del danno sub-letale e potenzialmente letale esistente fra tessuti sani e tessuti tumorali.
• Si definisce frazionamento convenzionale una dose giornaliera di 180 - 200 cGy / die
• - La dose può essere erogata in piccole frazioni ad intervalli di tempo regolari modalità più frequente (radioterapia transcutanea)
• - La dose inoltre può essere somministrata a bassa intensità in maniera continua (Brachiterapia - TBI per trapianto di midollo)
Effetti delle radiazioni sui tessuti
Effetto del frazionamento sulle curve di sopravvivenza
fotoni
Variazione della radiosensibilità in funzione della
distribuzione della dose nel tempo L’effetto utile che si ottiene con il frazionamento riconosce
fondamentalmente i seguenti meccanismi:RIPARAZIONE DEL DANNO SUBLETALE O
POTENZIALMENTE LETALE : le cellule tumorali possiedono una minore e più lenta capacità di riparazione del danno subletale rispetto alle cellule dei tessuti sani, di conseguenza dopo ogni singola frazione una certa quota di cellule tumorali muore a causa dell’accumulo di danni non riparati.
RIPOPOLAMENTO: nell’intervallo di tempo fra due frazioni le cellule dei tessuti sani reintegrano le perdite cellulari incrementando il ritmo proliferativo, analogamente nella componente tumorale si ha il reclutamento dal compartimento non proliferante di una quota di cellule che passano così ad una condizione di maggiore radiosensibilità.
REDISTRIBUZIONE DEL CICLO CELLULARE : le cellule che sopravvivono ad una irradiazione vanno incontro ad una variazione del posizionamento nel ciclo cellulare, il fenomeno porta a variazioni nella radiosensibilità mediante sincronizzazione.
RIOSSIGENAZIONE : la % di cellule anossiche è solitamente maggiore nelle masse tumorali di maggiori dimensioni, i processi di riossigenazione tendono ad aumentare la radiosensibilità della neoplasia attraverso meccanismi di :
riduzione di volume con avvicinamento di cellule anossiche ai vasi diminuzione del consumo di ossigeno da parte di cellule che vanno
incontro a fenomeni regressivi e conseguente maggiore disponibilità di ossigeno per le cellule sopravviventi
angiogenesi .
Variazione della radiosensibilità in funzione della distribuzione della dose nel tempo
Modalità di somministrazione della dose
Frazionamenti non convenzionali• Iperfrazionamento: stessa dose totale erogata nello
stesso tempo con un numero di frazioni maggiori e minor dose per frazione.
• Ipofrazionamento: dose erogata in tempi più brevi con minor numero di frazioni e dose per frazione più elevata. La dose totale erogata è più bassa per pari efficacia biologica.
• Frazionamento accelerato: stesse dosi totali, stesso numero di frazioni, stessa dose per frazione, tempo totale di trattamento più breve.
Qualità delle radiazioni(quantità di energia rilasciata)
Basso LET Radiazioni elettromagnetiche (fotoni x e ) e
elettroni accelerati
Alto LET Particelle , neutroni, protoni, ioni pesanti
A parità di dose assorbita l’effetto biologico è diverso
Qualità delle radiazioni(quantità di energia rilasciata)
• Il rilascio di energia da parte di radiazioni ad Alto Let è molto più elevato e comporta di per se una maggiore lesività. In pratica non esistono lesioni riparabili o, se presenti, sono trascurabili.
• Le radiazioni ad alto LET non risentono quindi di variazioni con il frazionamento e con la bassa intensità/tempo.
• Efficacia biologica relativa (EBR) : E’ il rapporto fra la dose assorbita somministrata con fascio di radiazioni di riferimento e la dose assorbita con radiazioni diverse per ottenere, a parità di altre condizioni, un eguale effetto biologico.
Effetti delle radiazioni sui tessuti Curve di sopravvivenza cellulare dopo esposizione a fotoni e neutroni
Effetti delle radiazioni sui tessuti
Dose Gy
Effetto del frazionamento sulle curve di sopravvivenzafotoni e neutroni
Qualità delle radiazioni(quantità di energia rilasciata)
• Se per Fotoni la EBR è = 1 ( radiazione di riferimento )
per:
Neutroni, protoni, particelle …… la EBR può arrivare a 10
Il rapporto di uguale effetto è dato da un numero puro che rappresenta la maggiore lesività delle radiazioni in esame rispetto a quella standard.
Fattori che modificano la rispostasintesi
Fisicidose intensità di dose dell’unità di tempo (dose rate)modalità di somministrazione ( acuta, frazionata, continuata)qualità della radiazione : alto e basso LET
Chimici ossigeno radiosensibilizzanti radioprotettori
Biologici attività proliferativa grado di differenzazione fase del ciclo cellulare efficacia dei meccanismi di riparazione
Sindrome da panirradiazione
La successione dei sintomi in rapporto alla dose
Nessun sintomo
Linfopenia, talvolta nausea, vomito ed astenia in alcuni soggetti
Vomito, nausea, astenia, leucopenia in tutti i soggetti ( cosidetto “mal da raggi )
Mortalità nel 5% dei soggetti, nei sopravvissuti pancitopenia e riduzione della vitalità
Mortalità nel 50% dei soggetti entro 40 gg
Mortalità nel 100% dei soggetti entro 14 gg
25 cGy
25-100 cGy
150 cGy
200-250 cGy
400 cGy
600 cGy
Sindrome da panirradiazione Esposizione accidentale ad alte dosi di radiazioni su tutto il corpo
Fase iniziale aspecifica con nausea vomito, nausea, astenia, malessere generale , poi a seconda della dose:
Sindrome cerebrale Dose > 30 GyApatia, atassia, letargia, convulsioni, morte entro 48 ore per alterata permeabilità della barriera ematoencefalica.
Sindrome intestinale Dose 10- 30 Gy Nausea, vomito, diarrea sanguinolenta , febbre, morte entro 3-4 gg per shock ipovolemico-infezioni.
Sindrome midollare Dose <10 GySi riducono nell’ordine : linfociti (ore), granulociti ( giorni), piastrine ed eritriciti (settimane). La gravità è proporzionale alla dose. Terapia : Trapianto di midollo
La tolleranza dei tessuti sani
Il miglior piano di trattamento è quello che consente il massimo controllo locale della malattia i il minor danno possibile ai tessuti sano circostanti
INDICE TERAPEUTICO:
La malattia sarà tanto più radiocurabile quanto più l’indice terapeutico sarà maggiore di 1
dose di tolleranzatessuti sani
dose letaletumore
La tolleranza dei tessuti sani
In funzione delle caratteristiche biologiche e radiobiologiche
i danni da radiazioni ai tessuti sani vengono cosi’ classificati:
Danni acutiNei tessuti a rapido turnover cellulare ( epidermide, midollo osseo, epitelio intestinale ….)
Latenza: giorni, settimane
Reversibili
Danni tardiviNei tessuti a lenta proliferazione cellulare e/o non proliferanti ( tessuti ad alta specializzazione)
Latenza: mesi, anni
Permanenti
La tolleranza dei tessuti sani
In funzione della loro organizzazione funzionale i tessuti vengono cosi’ suddivisi:
Organi serialiCiascuna subunità funzionale (FSUs) è deputata a svolgere una funzione specifica, correlata ma diversa da quella delle altre FSUs
Non esiste un volume soglia: la probabilità di complicanze aumenta in maniera direttamente proporzionale all’aumentare del volume irradiato
Organi paralleliTutte le FSUs sono deputate a svolgere la stessa funzione
Esiste una riserva funzionale e “un volume soglia” al di sotto del quale la probabilità di complicanze è nulla
La tolleranza dei tessuti sani
In funzione della dose erogata e del volume irradiato sono state stilate su base empirica tabelle di riferimento relative al danno ai tessuti ( Emami et al. “ Tollerance of normal tissue to terapeutic irradiation “ Int J Radiat Oncol Biol Phys 21:109-122, 1991)
La tolleranza dei tessuti sani
In funzione della dose erogata e del volume irradiato sono state stilate su base empirica tabelle di riferimento relative al danno ai tessuti ( Emami et al. “ Tollerance of normal tissue to terapeutic irradiation “ Int J Radiat Oncol Biol Phys 21:109-122, 1991)
La tolleranza dei tessuti saniCon lo sviluppo di sistemi per elaborazione di piani di trattamento 3D abbiamo a disposizione un efficace strumento in grado di valutare, in maniera accurata e specifica la distribuzione di dose e al volume bersaglio e agli organi critici limitrofi mediante elaborazione di Istogrammi dose volume
La tolleranza dei tessuti saniCon lo sviluppo di sistemi per elaborazione di piani di trattamento 3D abbiamo a disposizione un efficace strumento in grado di valutare, in maniera accurata e specifica la distribuzione di dose e al volume bersaglio e agli organi critici limitrofi mediante elaborazione di Istogrammi dose volume
Fisica delle radiazioni
Distribuzione della dose in profondità per fasci di fotoni (X e
Fisica delle radiazioni
60 Co
Fisica delle radiazioni
Linac
Fisica delle radiazioni
Distribuzione della dose in profondità per fasci di fotoni (X e e
neutroni
Fisica delle radiazioni
Fisica delle radiazioni
Fisica delle radiazioni
Modalità di somministrazione della dose L’effetto utile che si ottiene con il frazionamento riconosce
fondamentalmente i seguenti meccanismi:RIPARAZIONE DEL DANNO SUBLETALE O
POTENZIALMENTE LETALE : le cellule tumorali possiedono una minore e più lenta capacità di riparazione del danno subletale rispetto alle cellule dei tessuti sani, di conseguenza dopo ogni singola frazione una certa quota di cellule tumorali muore a causa dell’accumulo di danni non riparati.
RIPOPOLAMENTO: nell’intervallo di tempo fra due frazioni le cellule dei tessuti sani reintegrano le perdite cellulari incrementando il ritmo proliferativo, analogamente nella componente tumorale si ha il reclutamento dal compartimento non proliferante di una quota di cellule che passano così ad una condizione di maggiore radiosensibilità.
Modalità di somministrazione della dose REDISTRIBUZIONE DEL CICLO CELLULARE : le cellule che
sopravvivono ad una irradiazione vanno incontro ad una variazione del posizionamento nel ciclo cellulare, il fenomeno porta a variazioni nella radiosensibilità mediante sincronizzazione.
RIOSSIGENAZIONE : la % di cellule anossiche è solitamente maggiore nelle masse tumorali di maggiori dimensioni, i processi di riossigenazione tendono ad aumentare la radiosensibilità della neoplasia attraverso meccanismi di :
riduzione di volume con avvicinamento di cellule anossiche ai vasi diminuzione del consumo di ossigeno da parte di cellule che vanno
incontro a fenomeni regressivi e conseguente maggiore disponibilità di ossigeno per le cellule sopravviventi
angiogenesi .
Fisica delle radiazioni
Picco Bragg
Distribuzione della dose in profondità per particelle pesanti