Quindicinale di informazione, cultura, politica, sport e ... · sul clima urbano fornendo ombra...

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Quindicinale di informazione, cultura, politica, sport e spettacolo. Anno VII, n° 12, 24 giugno 2011 Rubriche cosa succede in città, università, sconfinando, filatelia e gastronomia Sport intervista a Pino Corvo, bandiera del basket battipagliese Attualità - Legambiente denuncia: amianto nella ex Peroni - conosciamo meglio l’associazione Aut Aut Politica - ospedali: carenze strutturali e di personale - Etica e PD, confronto a tutto campo www.nerosubianco.eu www.nerosubianco.eu www.nerosubianco.eu www.nerosubianco.eu www.nerosubianco.eu www.nerosubianco.eu www.nerosubianco.eu Stessa spiaggia, altro mare Battipaglia, Lido Lago (1962)

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Qu ind i c i na l e d i i n f o rmaz i one, cu l t u ra , po l i t i c a , s po r t e s pe t t a co l o. Anno V I I , n ° 12 , 24 g i ugno 2011

Rubrichecosa succede in città, università, sconfinando,filatelia e gastronomia

Sportintervista a Pino Corvo,bandiera del basket battipagliese

Attualità- Legambiente denuncia:

amianto nella ex Peroni- conosciamo meglio

l’associazione Aut Aut

Politica- ospedali: carenze

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Stessa spiaggia, altro mare

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foto che ritraggono dall’alto la nostracittadina rilevano un rapporto decisa-mente sfavorevole tra spazi verdi equelli “cementati” e/o asfaltati.Non che la cosa sorprenda, ma è piutto-sto l’indifferenza verso ineludibili pro-blematiche ambientali che preoccupa;tali problematiche, infatti, hanno a chefare col vivere quotidiano di ogni utentedegli spazi cittadini, tra i quali soprat-tutto anziani e bambini.Il “verde”, decisamente latitante sulnostro territorio, è indispensabile peruna migliore qualità dell’aria che respi-riamo, soprattutto in costanza di rile-vanti flussi di traffico che determinanouna imponente immissione nell’atmo-sfera di polveri ed agenti inquinanti(gas di scarico, abrasione di pneumaticie pastiglie dei freni), per non parlaredell’inquinamento acustico ed elettro-magnetico, ma questa è un’altra storia.Gli alberi – soprattutto quelli adulti – e lavegetazione in generale hanno una fonda-mentale importanza sull’aria che respi-

riamo, in quanto consumano anidride car-bonica e producono ossigeno, apportandoeffetti positivi non solo sull’aria ma anchesul clima urbano fornendo ombra aglispazi aperti, abbassando la temperatura,immagazzinando acqua e controllandonel’evaporazione nelle zone impermeabiliz-zate, con l’aumento della sensazione difrescura e di benessere.Le aree verdi cittadine, quindi, influi-scono positivamente sia sulla salutefisica che psichica dell’uomo e contri-buiscono in modo non marginale all’eco-nomia locale rendendo più attraente ilcontesto urbano non solo per i cittadinima anche per visitatori ed investitori.Siffatte problematiche sembrano estraneenon solo all’ambito politico del nostropaese, ma anche agli operatori interessati.L’ottusità di qualche commerciante el’acquiescenza degli amministratori nonha finora consentito una stabile e duraturachiusura al traffico delle strade del centrodi maggiore frequentazione pedonale. Siaggiunga che se è stato scongiurato l’ab-

battimento dei cedri di Piazza del Popolo,ora “Aldo Moro”, uguale sorte non hannosubito i platani di via Mazzini–via PaoloBaratta, né, invero, sulle condizioni del-l’aria e del clima nel centro del paesepossono incidere le due ville comunali –peraltro maltenute – l’una incompiutalungo il Tusciano e l’altra decisamentedecentrata.Mentre guardavo le foto che ritraggonola sconfitta delle classi dirigenti – di ognitempo – mi sono tornate alla mente le

“feste dell’albero”, allorquando laScuola, fedele ai suoi compiti, avvici-nava i piccoli allievi delle primarie alleproblematiche ambientali promovendol’amore ed il rispetto della natura attra-verso semplici gesti quali quello di pian-tare un albero. E mentre una superficie“verde” di circa 50.000 km quadratiscompare dal nostro pianeta ogni anno,ricominciamo a piantare alberi prima chesia troppo tardi.

Daiberto Petrone

Quest’anno la Giornata mondiale del-l’Ambiente, promossa dalle NazioniUnite è dedicata alle foreste. Un temafondamentale per il futuro ed una occa-sione da non perdere per imparare aconoscere meglio ed a rispettare la fore-sta non solo per la sua capacità di assor-bire il nostro inquinamento ma qualebaluardo per la salvaguardia del Pianeta.Quindi una celebrazione attraverso cuil’ONU intende sensibilizzare l’opinionepubblica al fine di determinare da partedei singoli Paesi l’adozione di leggi chericonoscano a Madre Natura i suoi diritti.Questo scrive Vandana Shiva su “laRepubblica” di venerdì 3 giugno nell’ar-ticolo “La democrazia della foresta”.Questo interessante tema riguardaognuno di noi e ciascuno può e deve farela sua parte per la salvaguardia dell’am-biente. La tutela deve riguardare foreste,boschi, selve, ma anche, giardini, parchie, in genere, il verde urbano. La situazione di casa nostra sotto taleprofilo non è certo delle migliori; le

Titoli di coda Senza verde non c’è progresso

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[2] commenti 12/2011

Nuovo svincolo, vecchi problemi

Nero su BiancoQuindicinale di informazione, cultura,politica, sport e spettacolo.Registrazione del Tribunale di Salerno n° 9 del 4 maggio 2005

Direttore Editoriale Francesco BonitoDirettore Responsabile Pino BoviEditore Sfide, BattipagliaRedazione via Plava 32, Battipaglia - tel. 0828 344828Impaginazione Sfide

Stampa Litos, BattipagliaFoto Sfide; SG PressPubblicità Sfide (tel. 0828 344848)[email protected]

Hanno amichevolmente collaboratoValerio Bonito, Patrizia Cirianni, Valerio Calabrese,Renata Crudele, Marco Di Bello, Alessia Ingala,Giovanni A. Landi, Laura Landi, Anna Linda Palladino,Mimmo Polito, Elisa Sarluca.

Il mercato del giovedì per questa setti-mana si è tenuto di mercoledì, pur se inmisura in qualche modo ridotta, attesoche gli ambulanti dell’appuntamentosettimanale intorno al Pastena di mer-coledì hanno in genere, chi più e chimeno, altri appuntamenti fissati. Gio-vedì a Battipaglia è servito per lanciarefinalmente lo svincolo sopraelevato conle nuove rampe. Almeno è scongiuratoil rischio che i vacanzieri intasasserodefinitivamente le nostre giornate equelle degli abitanti residenti traPagliarone ed Eboli. Ora abbiamo unosvincolo nuovo e immaginiamo funzio-nale e anche una bella muraglia.

In giunta invece abbiamo nuovi asses-sori. Come previsto e prevedibile, le que-stioni “di principio” di UDC e IDVhanno trovato una brillante soluzione.

Convinti dalla non indispensabilità delloro contributo per garantire i numeriall’amministrazione, oltre che dallemotivazioni espresse a più riprese dalSindaco, anche gli altri quattro consi-glieri del partito di Casini e Di Benedetto(IDV) sono rientrati al loro posto in mag-gioranza effettiva dopo aver minacciatodi limitarsi all’appoggio esterno, autoriz-zando i loro rispettivi assessori di riferi-mento ad accettare le deleghe. Nascecosì il terzo esecutivo Santomauro,secondo alcuni il quarto, ma almeno ilterzo e mezzo. Visti i motivi e modalitàdella contesa, viene da chiedere al Sin-daco perché accanirsi a tenere in mag-gioranza tante entità. Solo per evitare chein due o tre consiglieri possano diventareindispensabili nella conta? Del restol’opposizione non ha (quasi) mai datol’impressione di poter impensierire, non

essendo (quasi) mai riuscita ad esserecompatta e numericamente incidente.

Sanità e spazzatura, gli argomenti chehanno spazzato via Bassolino tornano adagitare la nostra realtà campana. E ora,più che ai tempi del governatore, sonoben palpabili anche sul nostro territorio.Se tre anni fa Bertolaso e Berlusconidovettero correre a far rimuovere in tuttafretta cumuli di spazzatura che noi vede-vamo solo in TV o in corso di trasfertepartenopee, oggi invece i rifiuti accumu-lati cominciano a comparire (e fortunata-mente per ora anche a scomparire) purenelle nostre strade. Lo STIR (l’ex CDR)è pieno e viene svuotato a fatica, altriimpianti boccheggiano, ogni giorno leg-giamo di crisi pronte a scoppiare nelle oreimmediatamente successive, di rifiuti cheda Salerno verrebbero trasferiti nel piaz-

zale di una ditta privata di Battipaglia chesi occupa di riciclaggio materiali. Dovesarebbero a stazionare, con le immagina-bili ricadute sul nostro ambiente. Il ciclodei rifiuti, dalle nostre parti, non si com-pleta mai. Periodicamente andiamo incrisi e poi borbottiamo perché altreregioni rifiutano di accogliere la nostraspazzatura. Non siamo pronti al federali-smo, men che meno al federalismo dellaraccolta dei rifiuti. Pretendiamo, o spe-riamo, che altri ci risolvano problemi chetoccherebbe a noi risolvere.

Se non siamo pronti al federalismo dellaraccolta rifiuti, possiamo essere in condi-zioni di passare al federalismo in ambitosanitario? Domanda retorica. Le criticitàche la stessa ASL dichiara a propositodei suoi ospedali turba fin troppo poconoi tutti. Ci sono poche cose a norma

nelle nostre strutture e servono interventieconomici importanti, in un settore inperenne difficoltà economica e che deveprepararsi appunto all’autonomia insenso federale. Leggiamo i quotidiani:siamo ancora al punto delle comunitàarroccate ognuna a difesa del proprioospedale, piccolo, minimo, non sempreben funzionante per i motivi più svariati.Non abbiamo ancora visto o ascoltato unpiano di ampio respiro che possa far ipo-tizzare un vero rilancio della nostrasanità. La minima proposta trova subitoresistenze assolute. Ci vorrebbe un cam-bio di registro, lanciato da chi ammini-stra, da condividere, pur con sacrifici, daparte di chi è amministrato, da parte del-l’utente. Ancora non ci siamo. Possiamosperare. Possiamo solo sperare.

Pino Bovi

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politica [3]12/2011

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Qualche mese fa e per lungo tempo, lacrisi cronica della sanità campana e inparticolare gli aspetti legati al nostroterritorio erano stati a lungo sullepagine dei giornali. E dunque anche leproposte di cambiamento che si discu-tevano e le esigenze di risanamentoche le dettavano. Poi tutto è passato insecondo piano. Non perché qualcosafosse stato risolto: semplicemente,soprattutto dopo il cambio della guar-dia tra commissari dell’ASL Salerno(da De Simone a Bartoletti), non se neè letto e parlato più. Poi, improvvise oquasi, notizie inquietanti: ad Ebolichiudono le sale operatorie perché nonsono a norma, a Battipaglia serve unamezza montagna di soldi per adeguarela struttura… il tutto quando anche lepietre sanno che la sanità ha gravi pro-blemi economici e che c’è (ci sarebbe)urgenza di tagliare i costi. Situazioneemergenziale che data da lustri e cheapparentemente non si riesce a modifi-care in maniera sostanziale.È successo che un gruppo di studiodell’ASL ha svolto una verifica nellevarie strutture per capire se e quantoqueste rispettassero la legge che regolala concessione dell’autorizzazionesanitaria (n° 7301 del 2001). Inutiledire che nessuna struttura è risultata inregola. L’ospedale di Battipagliaavrebbe bisogno di interventi per2.360.000 euro (lavori su solai e fac-ciata, messa in sicurezza di reparti…),molti dei quali già noti e formalmentein agenda su indicazione della stessaamministrazione del nosocomio, dispo-nibilità economiche permettendo. Il

nodo, naturalmente, è proprio questo:dove prendere i soldi? La legge pre-vede che, ricevuti i finanziamenti per ilavori necessari in base alla leggestessa, l’ospedale ha due anni di tempoper realizzare i lavori, ma i finanzia-menti, a nove anni e mezzo dalla pub-blicazione sul BURC, non sono arri-vati. La spinta emotiva, derivante dallanota vicenda dell’ospedale di Scafati,ha accelerato azioni e reazioni, colrisultato che paradossalmente oggibisognerebbe chiudere un sacco distrutture. E se a Battipaglia ci sono damettere in sicurezza reparti e servizi,con particolare riguardo per esempioall’ostetricia e al blocco operatorio, invista dell’accorpamento nel presidio direparti oggi operanti altrove, a Rocca-daspide si dovrebbe intervenire su bar-riere architettoniche, centrale termica,antincendio, facciate; ad Eboli nonrisulterebbero a norma – tra le tantestrutture segnalate – le sale operatorie.Per questo motivo, appreso delleosservazioni dell’ASL, il responsabiledel blocco, il dott. Colasante, primariodell’anestesiologia aveva disposto diridurre l’attività operatoria alle soleemergenze, per evitare di privare il ter-ritorio di un presidio assistenzialeessenziale, quale appunto l’emergenzachirurgica, ribaltando giustamente leresponsabilità sul come e se prose-guire l’attività ordinaria sulle autoritàsuperiori. Che infatti hanno inviato ladocumentazione per poter normaliz-zare l’attività operatoria.Naturalmente non sono mancate lepolemiche, tra amministratori locali,

Quando la newsletters del Comune miha inviato i numeri dei referendum, hopensato immediatamente di avere unoscoop: Battipaglia è viva! Nei giornisuccessivi, non nego di essermi cro-giolato all’idea di una Battipagliademocratica, che crede nell’acquapubblica, nelle energie pulite e nellalegge uguale per tutti.Ma poi, calato l’entusiasmo, mi sonodovuto rendere conto che la rispostapolitica rispetto a quanto emerso è stata

del tutto insufficiente, sia a livello nazio-nale – ma questo ormai non fa nemmenopiù notizia – che a livello locale.È evidente che il concetto di politica equello di democrazia siano cambiati.Stop al leader carismatico che guida lemasse, alla democrazia che mascheral’oligarchia che maschera la dittaturamorbida. Via libera ai cittadini cheprendono parte alla vita politica delpaese, della città, della nazione. Certa-mente c’è chi storce il naso a questanuova figura che pare muoversi inmaniera anarchica, ma tant’è.In tutto questo, chi sta dando il mag-giore contributo ad una trasformazionesenza precedenti, è la rete. Le rivolteafricane sono uno degli esempi piùeclatanti del mutamento. Non più unleader capace di sobillare le masse, male masse stesse che si coordinano tra-mite la rete e danno vita alla rivolta. Ireferendum italiani sono stati la dimo-strazione che anche in Italia ha spiratoquesto vento. Forse non un uragano,ma comunque un vento capace dismuovere lo stato delle cose.

E a Battipaglia? Qui ha spirato unabrezza marina, un venticello piace-vole, che potrebbe essere qualcosa inpiù, se solo ci si rendesse conto dellapotenza degli strumenti che abbiamodavanti agli occhi. Certo non soquanto la rete abbia contribuito affin-ché i 21.695 votanti battipagliesiandassero alle urne, ma se sono statoinformato tramite internet di questinumeri è perché evidentemente, anchequi, qualcosa sta cambiando.

Già, qualcosa sta cambiando, ma inostri amministratori si muovono controppa lentezza, forse anche con unpizzico di cecità nei confronti di que-sta nuova realtà. E allora che fare?Non spetta a me dirlo, ma è palese chela politica dovrà fare i conti con questanovità. Da qui si dipana la mia rifles-sione: perché aspettare domani e scon-trarsi con la dura e fredda realtà e nonincontrarcisi amichevolmente oggi?Perché disperdere questo seme didemocrazia e insistere su una stradaormai ridotta a vicolo cieco?Onan – il personaggio biblico dalquale deriva il termine onanismo – allafine morì per la sua ostinazione adisperdere il seme. Mi chiedo se inostri amministratori si renderannoconto che la loro caparbietà potrà con-durli solo verso la morte politica.

Marco Di Bello

Sanità coi cerottiinterfaccia coi cittadini-elettori, e gliamministratori sanitari. Un po’ dovun-que le notizie sulle carenze delle strut-ture, venute fuori ora, sono state lettecome un modo per annunciare tagli dra-stici, imposti per adeguarsi a normetirate fuori al momento. Soprattutto adEboli il Sindaco Melchionda e diversipolitici hanno protestato con vigorecontro il comportamento dei verticiASL. Melchionda ha contestato che larelazione, resa pubblica, doveva primaessere consegnata al sindaco e al diret-tore sanitario dell’ospedale, per evitareallarmismo. Il commissario Bartolettiha tagliato corto: nessuno vuole chiu-dere l’ospedale di Eboli, sindaco edirettore sanitario sapevano della situa-zione da un precedente incontro. Oraavvieremo lavori di ristrutturazione,abbiamo già fondi in cassa e in dueanni e mezzo avremo completato. E laCaropreso, direttore sanitario azien-dale, nonché project manager cui è affi-dato il progetto di ospedale unico Eboli-Battipaglia-Oliveto-Roccadaspide, haaggiunto: abbiamo criticità che vannosuperate e questo lavoro dei nostri tec-nici crea i presupposti per avviare unprocesso virtuoso, non vogliamo pena-lizzare nessuno, ma avviare soluzioni,sempre senza mettere da parte il grandeprogetto di ospedale unico.Parallelamente ai problemi strutturalie anzi con valenza addirittura mag-giore per criticità e urgenza, va segna-lato il problema delle risorse umane.Per l’antica crisi economica del settorele assunzioni sono bloccate da anni(salvo brevi e parziali eccezioni). Que-sto ha di fatto reso il personale degliospedali assolutamente insufficiente.Alle gravi carenze, senza risolvere ilproblema, ma solo tamponando, siovvia con straordinari spesso ineccesso, che alla lunga non fanno benea nessuno e che limitano i tentativi diridurre i costi e non evitano di far sca-dere l’offerta sanitaria (esempioemblematico: nell’ospedale di Ebolidal 2008 sono stati persi almeno 50posti letto, per grave carenza di perso-nale e nel tentativo di ridurre l’inci-denza di straordinari).

Laura Landi

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[4] politica 12/2011

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a quanto pare, dovrebbe estrarre dairifiuti indifferenziati tutto il materialericiclabile e avviarlo al riciclo, ilrestante dovrebbe essere portato indiscarica (ma dove, se nemmeno lasocietà provinciale riesce a farlo?).Ciò genera non poca preoccupazioneper i cittadini battipagliesi, giàcostretti da alcune settimane a convi-vere a giorni alterni con la spazzaturaper strada. Rimossi i cumuli maggiori,stenta però a riprendere la raccoltaquotidiana e differenziata. MalgradoBattipaglia abbia la precedenza nelconferimento presso lo Stir, la situa-zione è ancora lontana dall’essererisolta. Per ciò che riguarda, invece, irifiuti degli altri Comuni, stipati neicamion in coda allo Stir, le proceduredi conferimento, pur essendo ripresenella scorsa settimana, procedono aritmi lentissimi e nei prossimi giorni,come negli scorsi, l’impianto subiràaltre chiusure. Tant’è che anche ilcomune di Battipaglia sta acquisendopreventivi da parte di ditte private perlo stoccaggio straordinario di rifiutisolidi urbani della città. L’altra ipotesiin piedi, nel caso di fallimento di tuttele altre, è rappresentata invece dall’a-pertura sulle colline che circondano lacittà di una nuova discarica comunale,l’ennesimo buco dove inumare laresponsabilità e l’incapacità della poli-tica ad affrontare i problemi.

Valerio Calabrese

Etica vs PD: confronto civile

Tempo fa, nel mondo di Facebook,uno scambio di battute tra CeciliaFrancese, consigliere comunale diEtica per il buon governo, e LucaLascaleia, segretario cittadino delPD, virò verso toni ruvidi. Della serie“chi-sei-tu-e-chi-sono-io”. La miasede è più bella e la mia sede è sem-pre aperta. Io sono un partito e tu no.Intervenne allora, sempre su Face-book, Di Cunzolo, Brunello, l’archi-tetto, che di Etica è segretario, e pro-pose: “chiudiamo questa polemicache non serve a nulla e organizziamoun confronto tra segretari”.L’idea, sempre di grande portata eancor più interessante in una città incui la parola confronto non risulta nelvocabolario di tanti, fu raccolta solocome enunciato, perché in sostanza,non se ne parlò più. È passato oltre unmese, e quando l’opportunità sem-brava sfumata, ecco l’annuncio. L’in-contro è fissato per giovedì 16 giugnopresso la sede di Etica. Ancora unavolta Di Cunzolo aveva sparigliato,rilanciando la proposta: vieni da meoppure fammi sapere quando e doveci incontriamo per confrontarci. Ecosì, con l’estate che cominciava amanifestarsi, la sede di Etica si èriempita di giornalisti e di simpatiz-zanti delle parti, oltre che di diversiosservatori. Con Oreste Vassalluzzo afare da moderatore, lo schema delconfronto-dibattito tra i due segretari,come prevedibile, visto il ruolo che ledue parti hanno in consiglio comu-

nale, è stato quello che ha visto DiCunzolo contestare a Lascaleia unaserie di scelte e posizioni e quest’ul-timo replicare un po’ con afferma-zioni di principio e un po’ cercandodi evidenziare posizioni e atteggia-menti a suo vedere sbagliati, da partedel movimento della Francese.Il segretario di Etica ha snocciolato lesue critiche all’amministrazione econtestato al PD di non svolgere ilsuo ruolo di grande partito che lodovrebbe portare a suggerire scelte didiverso respiro all’amministrazione.Dalla gestione delle politiche sociali(notevoli i tagli al settore e poi lascelta caratterizzante di cedere casedi proprietà dell’ente e destinate a farfronte alle emergenze abitative) alladecisione di dividere Alba Nuova(Etica aveva già anticipato cheavrebbe comportato aumento deicosti e non il risparmio che si dicevadi voler ottenere), dagli indirizzi sul-l’utilizzo dei fondi del PIU Europaalle modalità di formazione dellamaggioranza (annullamento del ruolodei partiti e trattative personali coiconsiglieri che progressivamentesono passati dall’opposizione allamaggioranza), ai favori piccoli egrandi per amici e amici di amici.Il segretario PD talvolta ha dovutoevitare di rispondere, arroccandosidietro posizioni di principio del tipo:con Alba e Nuova abbiamo avviatouna scelta coraggiosa perché c’erauna situazione vecchia che non si

poteva altrimenti sanare (i conti defi-nitivi però non sono ancora disponi-bili per discutere su dati certi, seb-bene le previsioni non sembrino inco-raggianti), questo Sindaco ha vinto, èstato scelto dalla gente e deve gover-nare, noi siamo il partito caratteriz-zante dell’amministrazione… Altroargomento più volte tirato in ballo dalgiovane segretario PD è la “eccessivavicinanza” della Francese alle posi-zioni del PDL.

Come raccontano a posteriori l’e-vento i protagonisti? “Si è tenuto unconfronto tra un partito invitato damovimento. Magari alla fine ognunoè restato sulle sue posizioni, ma nonc’è stato lo scontro che qualcuno havoluto vedere: per me è stato un pia-cevole confronto, positivo e democra-tico cui noi come partito siamo apertiper definizione, ce l’abbiamo nelDNA”. “L’aspetto positivo è che si ècominciato a parlare di confronto, didialettica politica. Purtroppo però leoggettive difficoltà del PD nella coa-lizione non hanno reso giustizia alconfronto. Più che le divergenze tra leposizioni, prevedibili, devo sottoli-neare i troppi silenzi da parte diLascaleia e del PD sulle contestazioniche noi muoviamo alle scelte di que-sta amministrazione”. Al lettore abbi-nare dichiarante e dichiarazione.

Pino Bovi

Chi fa da sé fa per tre, avranno pensatonei piani alti del Comune di Salerno,quando l’ipotesi di trovarsi di fronte aicumuli di rifiuti per strada si è fatta con-creta e vicina. Così, senza pensarci duevolte, l’assessore salernitano all’am-biente, Gerardo Calabrese, ha alzato iltelefono e contattato la Nappi Sud diBattipaglia per cercare di risolvere ilproblema, al di sopra e al di là dei laccie laccioli della società provinciale e delcommissariato di governo. Da martedì,dunque, il Comune di Salerno conferi-sce i suoi rifiuti (la parte secca e indif-ferenziata) alla ditta Nappi Sud, da anniimpegnata nel settore del trattamentodella frazione riciclabile dei rifiutisolidi urbani, con stabilimento sullazona industriale di Battipaglia, a due-cento metri in linea d’aria dallo Stir (eximpianto Cdr). Consentita dalla legge e– dicono – imposta dalle circostanze, ladecisione ha mandato su tutte le furie lasocietà provinciale EcoAmbiente, chein provincia dovrebbe gestire l’interociclo integrato dei rifiuti, che ha diffi-dato formalmente il Comune diSalerno dal proseguire in tale dire-zione. Il blocco dello Stir di Battipagliaè un problema per l’intera provincia eciascun Comune deve fare la propriaparte, senza cercare soluzioni solitarie,questo in soldoni la posizione diEcoAmbiente, che per inciso gestisceanche lo Stir. C’è chi teme, però, che a Battipaglia,si vada formando nei fatti un nuovoimpianto di stoccaggio. La Nappi Sud,

Il prossimonumero di

uscirà venerdì8 luglio

Emergenza rifiuti: Salernoporta i suoi a Battipaglia

Luca Lascaleia e Brunello Di Cunzolo, protagonisti del confronto

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Cinquemila metri quadrati di ondu-line in cemento-amianto a pochi passidal centro. Questo è quanto riportatonell’esposto presentato all’ufficioambiente del Comune, all’Asl e alNucleo ecologico dei Carabinieri dallocale circolo Legambiente “Vento infaccia”. “A seguito di un’azione dimonitoraggio ambientale – si leggenell’esposto – effettuata dai nostrivolontari sul territorio di Battipaglia,si è scoperta la presenza di un ingentequantitativo di eternit-amianto acopertura del capannone industrialeex-Peroni.” Lo stabilimento Peroni è, peraltro,abbandonato da oltre dieci anni el’incuria e il degrado sono ormai gliunici abitanti dell’area. Anche le con-dizioni materiali dell’amianto pre-sente nella zona destano preoccupa-zione, tale da rendere, secondoLegambiente, necessario ed urgentel’intervento di messa in sicurezza ebonifica dell’area, che insiste a pochedecine di metri dal centro abitato e aridosso di locali pubblici e caseggiati.Lo scorso autunno l’assessoratoall’ambiente, guidato da Massimo

Casillo, aveva avviato un censimentoobbligatorio dell’amianto presente incittà, al fine di avviare un’opera dibonifica sul territorio cittadino.Ebbene, non risulta agli uffici delComune alcuna autodenuncia deititolari dello stabile ex Peroni, tantoda non essere riportata neancheall’interno del dossier comunale pub-blicato lo scorso febbraio.Dopo l’esposto dovrebbero partire leverifiche dei vigili urbani e l’areapotrebbe addirittura finire sottosequestro. Di sicuro c’è che i proprie-tari dovranno pagare una sanzioneamministrativa da 2.582,20 a5.164,57 euro per l’inosservanza del-l’ordinanza sindacale sul censimento.Quanto alla bonifica, i tecnicidovranno stabilire il grado di danneg-giamento del cemento amianto checopre il fabbricato. Nel caso l’a-mianto risulti seriamente danneg-giato, la procedura di bonifica,mediante rimozione, incapsulamentoo confinamento, andrà attuata, previaapprovazione da parte dell’Asl, adhoras.

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Amianto nella ex Peroni,esposto di LegambienteValentina Del Pizzo, presidente dell’associazione, parla delle attività di Aut Aut e di Equilibri 2011

Che cos’è Aut Aut?Aut Aut è un’associazione culturale,nata nel novembre 2006, che si pone tragli obiettivi principali la sollecitazioneculturale finalizzata a portare presso unampio pubblico dei temi di interessesociale, tentando al contempo di supe-rare un po’ il rigido binomio artista-fruitore, intellettuale-pubblico. Come mai la scelta di una locuzionedisgiuntiva latina come nome per lavostra associazione? Qual è la sceltadavanti alla quale vi ponete?Al momento della scelta del nome del-l’associazione che stavamo per fondare,capimmo che stavamo operando unascelta: quella di rimboccarci le manicheper vivere meglio in questa città, dare ilnostro contributo ad un paese che altri-menti, presto o tardi, avremmo dovutolasciare. Di qui Aut Aut, che per noisignificava un po’ restare per cambiare,a partire da noi stessi: senza velleitàrivoluzionarie, volevamo creare un’areadi rispetto in cui nessuna auctoritas,neppure quella della sempiterna elemo-sina dei fondi pubblici o della man-canza di rispetto per le competenzeacquisite, che la mia generazione inparticolare conosce molto bene,avrebbe potuto impedirci di metterci ingioco in prima persona e realizzare deiprogetti di vita sociale, realizzare unaalternativa non per forza migliore dialtre, ma nostra. Il 25 e 26 giugno si svolgerà Equilibri,manifestazione promossa dalla vostraassociazione. Vuoi parlarcene?Equilibri, rassegna d’arte, letteratura,teatro e musica, quest’anno alla sua Vedizione, ha sempre costituito la sintesidello spirito di Aut Aut. Quest’anno laesprime al meglio: organizzata in colla-borazione con Legambiente “Vento infaccia” Battipaglia, è iniziata con unpercorso di lezioni presso l’IstitutoComprensivo “A. Gatto” e l’Istitutotecnico per Geometri “G. Gloriosi”,incentrate sui temi della partecipazioneattiva, della tutela del patrimonio cultu-rale e ambientale, dei diritti e deidoveri, della libertà dell’individuo fon-data sul lavoro e sul libero accesso allacultura ed alle fonti di informazione,sulla cooperazione e la solidarietà.

Questi incontri hanno costituito unvolano per la organizzazione dell’e-vento, previsto il 25 e 26 giugno, inpiazza Aldo Moro, e che vede nel Corodelle lamentele “Lamenti da Sud” unanuova formula di opera d’arte pubblica,che è un’occasione per “metterci la fac-cia”, addirittura per cantare, con ironiae leggerezza, quanto è ritenuto comefonte di disagio per la comunità intera:a cantare sono i cittadini stessi, lamen-tatori e co-autori del testo.Accanto alla musica, le presentazionidi libri, con Sergio Rizzo (26 giugno),che presenta Vandali (Rizzoli, 2011),un’illuminante disamina dello scem-pio perpetrato negli ultimi venti anni al

patrimonio culturale degli italiani, mabene prezioso di tutta l’umanità, eGianluigi Nuzzi (25 giugno), che inMetastasi (Chiarelettere, 2010) denun-cia le modalità di penetrazione della’ndrangheta negli affari del centronord italiano. La denuncia diventa arte, il 25 e 26giugno con piazza Aldo Moro costel-lata dei lavori grafici del CollettivoLatrones, casertani, ispirati dall’a-more per la propria regione devastatadalla spazzatura, dalla camorra, dal-l’omertà, dai luoghi comuni, dallefrasi fatte. La mostra è a cura di Luisae Lucia Barba.Quali sono le vostre attività ordinarie?Abbiamo costituito una biblioteca “par-

tecipata” e di pubblica lettura, la Pic-cola Biblioteca Aut Aut (2000 volumi),ubicata presso la nostra sede in via Ole-vano, n. 154, a Battipaglia, e solita-mente ce ne prendiamo cura, madurante l’anno organizziamo ancheLunedìCinema, rassegna cinematogra-fica promossa da Aut Aut Cinema, que-st’anno sul tema dei diritti. Ma di voltain volta siamo impegnati su più fronti,non ultima la sensibilizzazione alle dif-ferenze di orientamento sessuale e diidentità di genere.È ancora possibile fare e promuoverecultura sul nostro territorio? Comerisponde la cittadinanza battipagliesealle vostre iniziative?Il punto è avere in primis rispetto del-l’intelligenza del nostro pubblico ed insecondo luogo, ma non per importanza,renderci conto che è l’offerta che deter-mina la domanda, e non viceversa,come generalmente si ritiene essere ilmetodo giusto per programmare e/oimplementare qualunque forma diintrattenimento/sollecitazione cultu-rale. Il pubblico percepisce perfetta-mente la cura dell’offerta. Noi abbiamoun discreto seguito, ma abbiamo ancoratanto da imparare. Per fortuna.Chi è il socio tipo di Aut Aut?Aut Aut non ha soci tipici. Anche dalpunto di vista anagrafico è molto diver-sificata, così come è diversificata percompetenze. Forse l’unica conditio èsaper guardare un po’ oltre i localismi,il proprio metro quadro, e tentare di nonperdere di vista il fine sociale delle ini-ziative. Aver il coraggio di osare un po’,anche se i mezzi sembrano apparente-mente insufficienti. Non sempre biso-gna investire grandi capitali per realiz-zare buoni prodotti.Come è possibile entrare a far partedell’associazione?Basta cominciare a frequentare le riu-nioni. Conoscerci, poi la scelta di tesse-rarsi è libera e la tessera dura un anno.

Patrizia Cirianni

Aut Aut vuol dire fare cultura

Il capannone abbandonato dell’ex stabilimento Peroni

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[6] attualità 12/2011

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LUCIO IACCARINOMASSIMO CERULO

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Venerdì 1 luglio ore 19Centro sportivo Balnæa

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13 giugnoGrande successo delle consultazionireferendarie anche a Battipaglia: conla sua percentuale totale del 54 % circadi votanti la nostra città si è inseritapienamente nel trend positivo nazio-nale, sancendo la elevatissima parteci-pazione dei cittadini all’importanteistituto di democrazia diretta. Precisa-mente nella nostra città ha votato il54,25% degli aventi diritto per i primi2 referendum (acqua). Per i quesiti 3 e4 (nucleare e legittimo impedimento)ha votato il 54,24%.– Carenza di infermieri all’Ospedale S.Maria della Speranza: gli infermieri inservizio a Battipaglia sono in numeroinsufficiente, (il rapporto è di 1 ogni 20pazienti) e sono arrivati, in 6 mesi, almassimo del tetto di lavoro straordina-rio annuale di 250 ore con turni dilavoro spesso massacranti. La solu-zione potrebbe essere l’autorizzazioneda parte della Regione all’assunzione dipersonale anche a tempo determinato, oil trasferimento di infermieri da altriospedali. Si aspettano risposte dal com-missario Maurizio Bortoletti e dalgovernatore della Campania StefanoCaldoro.

14 giugnoUna boccata d’ossigeno per l’emer-genza rifiuti in città: il governatore Cal-doro ha decretato la riapertura tempora-nea del sito di trasferenza di Sardone,con decorrenza da ieri e fino al 18 giu-gno. Questo ha permesso allo Stir diBattipaglia di cominciare a smaltire gliaccumuli che lo avevano costretto alblocco, e quindi di riaprire i battentipermettendo alle lunghissime file dicamion provenienti dall’intera provin-cia di riprendere a depositare i rifiuti.Soluzione temporanea, in attesa che ilMinistero dell’Ambiente decida se ria-prire o meno la discarica di MacchiaSoprana, nel territorio comunale diSerre dopo aver esaminato i rilievieffettuati dall’Arpac. Il Presidente diEcoambiente Roberto Celano fa sapereche l’intenzione potrebbe essere quelladi utilizzare tale discarica fino al rag-giungimento delle 100.000 tonnellate,per poi chiuderla e bonificarla.

– Protesta a Battipaglia e nei comunidell’alto Sele per la soppressione di unaimportante corsa mattutina della Sita daPalomonte a Napoli. La sede di Batti-pali del Codacons raccoglie le protestedi molti pendolari battipagliesi, lavora-tori e studenti, che si sono visti tagliarela più importante comunicazione perraggiungere il capoluogo in orario lavo-rativo. La corsa, infatti, partiva alle 5 daPalomonte, toccando anche OlivetoCitra, Campagna e Battipaglia, e arri-vando a Napoli alle 7.40.

15 giugnoRicomincia il ritiro dei rifiuti in città,organizzato “a scacchiera” nei variquartieri, grazie allo sblocco dell’Im-pianto STIR dovuto alla temporaneariapertura del sito di trasferenza di Sar-done, nel territorio comunale di GiffoniValle Piana. La società Alba S.r.l. rac-comanda ai cittadini di rispettare conparticolare attenzione il calendario pre-scritto per i conferimenti di immondi-zia, al fine di superare insieme almeglio il momento di emergenza. Inattesa di una decisione a livello delGoverno centrale che possa dare uninput positivo al superamento dell’en-nesima emergenza rifiuti in Campania,favorendo il trasferimento di parte deirifiuti in altre regioni italiane.– E intanto, sempre a proposito dirifiuti, è polemica sulla decisione delComune di Salerno di affidare ad un’a-zienda privata, la Nappi Sud di Batti-paglia, lo smaltimento dei rifiuti indif-ferenziati raccolti nel corso dell’emer-genza causata dal blocco dello Stir. Lasocietà provinciale Eco Ambiente cheper legge gestisce lo Stir, contesta talecomportamento in quanto la normativadispone che lo smaltimento dell’indif-ferenziato è assegnato alle società pro-vinciali, e nessun privato può gestireautonomamente questo tipo di rifiuto.

16 giugnoIl Capogruppo Consiliare dell’MPAdr. Adolfo Rocco si fa portavoce deldisagio dei cittadini del quartiere Bel-vedere che dispongono di un UfficioPostale assolutamente inadeguato. Lemutate esigenze del popoloso quar-tiere, che ormai conta quasi 10.000

abitanti, rendono necessario miglio-rare la situazione degli angusti localiin cui sono ubicati i soli 2 sportellidisponibili, che hanno sempre lunghefile che arrivano ai marciapiedi fin dalmattino. In tal senso la richiesta pre-sentata all’Amministrazione dal mem-bro dell’opposizione.– Tre ore di confronto nella mattinatatra i segretari di Etica Brunello DiCunzolo e del PD Luca Lascaleia nellasede del movimento civico, in piazzaAldo Moro. Oggetto del vivace facciaa faccia ovviamente la situazione poli-tica attuale.

17 giugnoAddio al progetto del “poliziotto diquartiere”, attivato a Battipaglia dacirca 2 anni con soddisfazione dei citta-dini e del Commissariato. Alla basedella decisione da parte della Questuradi Salerno c’è senz’altro la cronicacarenza di personale che interessaormai quasi tutte le Questure d’Italia.Tale figura è stata infatti in passato sop-pressa anche in città come Torino eLodi. I poliziotti addestrati ed utilizzatiin questo delicato ed importante servi-zio di prossimità ai cittadini, che hannoottenuto eccellenti risultati nella lottaalla microcriminalità e alla droga, ver-ranno probabilmente utilizzati sullevolanti. A Battipaglia il Commissariatoè sotto organico di almeno una ventinadi unità, ma pare che in comuni vicinicome Salerno si è scelto di manteneretale figura, questo denuncia il sindacatoLo Scudo, nella persona del segretarionazionale generale Pietro Taccagna cheha scritto al Capo della Polizia AntonioManganelli.

18 giugnoAttesa la chiusura programmata diSardone e la ripresa dei disagi per l’e-ventuale saturazione dello Stir e con-seguente raccolta dei rifiuti in città.

F. B.

Cosa succede in città

NERO SU BIANCO Battipaglia

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attualità [7]12/2011

Via Ricasoli, 35 - Battipaglia Via Ricasoli, 35 - Battipaglia

Immigrati e integrazioneduo. Se la cultura da un lato può difen-dere e proteggere l’individuo, dall’al-tro proprio la perdita della culturastessa (come avviene per gli immi-grati) può diventare traumatica persoggetti che sono profondamentelegati ad essa.L’esperienza migratoria ha in sé unvalore traumatico, non soltantoquando si realizza nelle sue forme piùdrammatiche, come nel caso deglisfollati o degli esiliati politici. L’immigrazione è un fenomenosociale ed individuale complesso,capace di produrre disagi e sofferenze,in qualsiasi forma il processo migrato-rio si realizzi: esso, infatti, implica ildistacco dal proprio ambiente, l’im-patto con la diversità, con le reazionidi ostilità e di esclusione messe in attodalla società di arrivo, ect.In individui poco integrati, lo stressrisulta avere un impatto negativo sullasalute fisica e mentale. Una culturapuò essere considerata, anche comeun sistema di protezione e manteni-mento dei valori la cui disintegra-zione ha effetti deleteri sui membri.Una cultura, con ottime capacità direazione di fronte a stress ambientalie poco incline al cambiamento, pro-

Il Fenomeno dell’immigrazione è unarealtà in continua crescita soprattuttonella nostra regione. Ogni giorno,infatti, i mass media ci informano dinuovi sbarchi o nuovi avvistamentipresso le coste di Lampedusa. Gliimmigrati sono persone sospese tra“due mondi”!Questo stato di sospensione alimentauna condizione di fragilità identitariache può sfociare in una forma psico-patologica. L’eliminazione delle origi-narie caratteristiche culturali dell’im-migrato potrebbe fare aumentare il suomalessere. Emigrare significa perderel’involucro identitario costituito daluoghi, odori, colori, suoni e contattioriginari; proprio l’insieme di questielementi forma l’humus che permetteal funzionamento psichico di nonderagliare. L’apparato psichico siorganizza solo a patto di rimanereimmerso nell’ambiente d’origine chegarantisce il senso d’identità psichicae culturale dell’individuo. La cultura, èla struttura, l’involucro “sociale” checontiene e rende possibile il funziona-mento dell’apparato psichico. Lamigrazione è un’esperienza incisivache contribuisce a modificare l’omeo-stasi dell’ecologia mentale dell’indivi-

tegge i soggetti che vi appartengonodall’impatto potenzialmente profondodelle esperienze traumatiche, fornendoloro: sostegno sociale, identità (sottoforma di norme e valori) e unavisione condivisa del futuro. Quantoinfluiamo con i nostri pregiudizi sullapossibilità che “gli altri”, nel sensoetimologico del termine, diventinoindividui emarginati dalla società?Quanto accettiamo che “qualcuno”venga da un altro paese per lavorare inluoghi dove la disoccupazione è unapiaga che segna profondamente lanostra vita? Lo Stato tutela il cittadinostraniero?Quanto è giusto, nell’ottica dell’inte-grazione tra etnie e popoli, snaturare lepersone che non fanno parte dellanostra cultura delle proprie tradizioni,abitudini, connotazione culturale equanto, invece, sia importante tutelarela sicurezza delle persone, preten-dendo che esse possano essere identi-ficate, non celandosi dietro maschere,veli ed abbigliamenti vari?Integrazione significa essere tuttiuguali davanti alla legge, conforman-dosi sicuramente alle leggi dello Statodel quale si diventa cittadini e acqui-sendone diritti e doveri, ma anche

necessariamente perdere la propriaidentità sociale ed etnica?Occorre interrogarsi dal punto divista sociologico e giuridico, ten-tando di giungere ad una mediazioneche salvaguardi la sicurezza pubblica,in una società che sarà sempre piùmultietnica, in qualunque parte del

mondo ci si trovi a vivere, salvaguar-dando l’Identità delle persone e deigruppi sociali

Dr.ssa Anna Linda PalladinoPsicologa, mediatrice culturale

Cerco la vita e Un nobile a Buccoli: l’eredità di Lorenzo NapoliL’otto giugno 2010 scompariva LorenzoNapoli. Amico di tanti in città, amico diquesto giornale per il quale più volteaveva scritto, su temi di urbanistica,ambiente, proponendo talvolta rifles-sioni politiche o su temi sociali. A distanza di un anno, in una cerimoniatenutasi dopo la messa di commemora-zione, la moglie, Anna Maria Ferraioli,e le figlie Matilde e Ilaria, hanno pre-sentato al pubblico due libri (editi dalcentro culturale studi storici Il Saggio)che portano la firma dello scomparsoLorenzo, di cui hanno curato la pubbli-cazione postuma. Si tratta di una rac-colta di poesie che prende il titolo diCerco la Vita, da una delle più signifi-cative liriche che è possibile apprezzarescorrendo le pagine.

L’altro testo, Un Nobile a Buccoli,curato oltre che dalla moglie diLorenzo, anche dalla professoressaSantina Gervasi, è un esempio dellavoro di ricerca storica che appassio-nava Lorenzo Napoli. Ricostruisce l’e-pisodio della morte del generale Fer-rante Gonzaga, a giusta ragione indivi-duato come primo martire della resi-stenza. Il generale Gonzaga, infatti,era il capo della 22a divisione costiera,schierata a Salerno, e che aveva la sededel comando insediata presso villaConforti in località Buccoli, al confinein pratica tra Eboli e Battipaglia. Nellastessa zona operava anche una divi-sione dell’esercito tedesco. La sera del7 settembre 1943, invitato dal coman-dante del 16° divisione Panzer, Gon-

zaga aveva cenato presso il comandotedesco. Diffusasi la notizia dell’armi-stizio, il generale Gonzaga fece spo-stare la sua divisione nelle grotte diBuccoli. Qui arrivarono i tedeschi,quegli stessi che avevano cordialmentecenato insieme poche ore prima, inti-mando agli italiani di consegnare learmi e arrendersi, visto che, con l’ar-mistizio tra Italia e Stati Uniti, tede-schi e italiani erano di fatto diventatinemici. Al rifiuto della resa, il mag-giore Von Alvensleben colpiva mortal-mente il generale. Due successivebombe lanciate nella grotta costrinseroalla resa gli altri militari italiani chefurono così fatti prigionieri.Il lavoro di Lorenzo Napoli ricostrui-sce l’episodio e una serie di eventi pre-

cedenti e successivi significativi percogliere i particolari. E riporta anchequanto e come il gesto eroico sia statosignificativo nel contesto storico. Nonmancano documenti e testimonianze. Il Generale Don Ferrante Gonzaga,figlio del generale Maurizio, nobiledei marchesi del Vodice, nobiluomopatrizio veneto, nacque a Torino il 6marzo 1889. Laureato in ingegnerianel 1921. Il 20 ottobre 1937 sposava lacontessa Luisa Anguissola-Scotti dacui ebbe tre figli. Tra le numeroseimmagini del libro, una immortalal’incontro tra la vedova Gonzaga e lavedova Napoli.

L. L.

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[8] rubriche 12/2011

Dentelli, che passione!a cura di Giovanni Aurelio Landi

Le vignette sono opera di TizianaTrinca e celebrano, in senso orariodall’alto a sinistra:

– 150° anniversario dell’Istituzionedella Marina Militare con la ripro-duzione dello Stemma nobiliaredella famiglia Savoia, sormontatodalla Corona Reale; l’emblemaaraldico della Marina Militare,costituito dagli stemmi delleRepubbliche marinare, sormontatoda una corona turrita e rostrata; laFiamma Navale con lo stemmaaraldico della Marina Militare;

– 130° anniversario dell’Accade-mia Navale di Livorno una pro-spettiva della facciata principaledel palazzo, sede dell’Accademia;

– 100° anniversario dell’Associa-zione Nazionale Marinai d’Italiagli stemmi dell’Unione MarinaraItaliana e Associazione NazionaleMarinai d’Italia.

– 80° anniversario del varo dellaNave Scuola della Marina Mili-tare Amerigo Vespucci, costruitanei cantieri navali di Castellam-mare di Stabia;

Quattro anniversari da ricordare

Nel 2011 ricorre il 150° anniversa-rio dell’Unità d’Italia e contestual-mente alla proclamazione delRegno d’Italia nasce anche la RegiaMarina.Dopo il compimento della Spedi-zione dei Mille e dei referendumche portarono all’annessione deivari Stati italiani al Regno di Sarde-gna, il 17 novembre 1860 furonounificate le Marine sarda, borbonicae toscana.Il 17 marzo 1861, con la proclama-zione del Regno d’Italia da parte delParlamento di Torino, nasce la RegiaMarina. E, all’indomani dell’istitu-zione del nuovo Ministero dellaMarina, il conte Camillo Benso diCavour, allora Presidente del Consi-glio e Ministro della Marina, mani-festando il proposito di darle il mas-simo impulso, dichiarò: “…Vogliodelle navi tali da servire in tutto ilMediterraneo, capaci di portare lepiù potenti artiglierie, di possederela massima velocità, di contenereuna grande quantità di combustibile.Consacrerò tutte le mie forze affin-ché l’organizzazione della MarinaMilitare risponda alle esigenze delPaese.”

Il 17 marzo 2006 fu ricordato il145° della Marina militare con

questo francobollo dedicato alla Portaerei Cavour

Per celebrare l’avvenimento il 10 giu-gno sono stati emessi quattro franco-bolli, tutti con valore di 0.60 euro,distribuiti attraverso un graziosofoglietto, con una tiratura di duemilioni e cinquecentomila esemplari.

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Siamo nel pieno dell’ennesima crisirifiuti in Campania (chissà perché poile emergenze rifiuti scattano tutte agiugno, come attivate da un misteriosocongegno orario!) e la situazione nonpuò che peggiorare se non troveremoal più presto nuovi “buchi” nella terradove nascondere per qualche anno itroppi scarti della nostra società con-sumistica… ma consoliamoci: pareincredibile, ma c’è chi sta peggio dinoi! In Cina, nella città di Taizhou,400 km a sud di Shanghai, si smantel-lano ogni anno oltre 2 milioni di ton-nellate di rifiuti elettronici provenientidal mondo intero. Un’attività che dàda vivere a 60.000 persone e ne faammalare una buona percentuale acausa dell’emissione di sostanzeinquinanti quali metalli pesanti(piombo, arsenico) che contaminanoaria, acqua e terreno.

A proposito della Cina, nella provin-cia meridionale di Guangdong Zheng,un ragazzo di soli 17 anni, ossessio-nato dall’hi-tech, ha risposto ad unannuncio on-line per realizzare il suosogno: duemila euro in cambio di unrene. In altro modo, non se lo sarebbepotuto permettere, il suo sogno. E cosìnon ha esitato a farsi operare. Quandoè tornato, aveva un computer portatilee un nuovo telefono Apple. “Volevosapere come avesse avuto così tantisoldi e ha infine confessato di avervenduto uno dei suoi reni” ha dichia-rato la madre. Immediata la denunciaalla polizia.

Meglio di noi riesce a fare pure l’In-dia in fatto di grandi lavori pubblici! Ilnuovo colosso dell’economia asiaticaha infatti stanziato ben 12 miliardi didollari per un programma di rifaci-mento delle autostrade con un targetgarantito per i lavori di 20 km algiorno… potremmo farci dare unamano per la Salerno-Reggio Cala-bria?!

Grazie al successo del Referendumabrogativo del 12 e 13 giugno scorsi,che ha raggiunto uno “straquorum”,

SconfinandoNotizie dal mondo

a cura di Alessia Ingalal’Italia ha, fra le altre cose, detto noall’opzione nucleare. Ma ora è ilmomento di darsi da fare prima ditutto con il risparmio energetico, argo-mento sul quale, in realtà, non siamoaffatto ferrati! Nelle nostre case ognianno sprechiamo in media la stessaenergia prodotta da 7 centrali nuclearida 730 megawatt, per un costo di oltre16 miliardi di euro, una cifra impres-sionante confermata da un’indaginerealizzata per Adiconsum. In sostanzameno della metà (il 49%) dell’energiache consumiamo per riscaldare o raf-freddare, illuminare e far funzionare lecase serve davvero. Il resto è solospreco. Tantissimi gli accorgimentiper risparmiare energia. Un soloesempio: usare la pentola a pressionefa risparmiare il 70% di energia per lacottura dei cibi. Per iscriversi alla“coppa europea del clima”, iniziativavolta a gareggiare per un consapevolerisparmio energetico, basta collegarsial sito it.theclimatecup.eu.

L’Italia non è un Paese per giovani: unvero plebiscito l’indagine condotta daStudenti.it, secondo cui il 98% degli880 utenti che hanno partecipato alsondaggio on line ha risposto che inItalia i giovani non vivono bene. Solo2 su 100, dunque, ritengono che ci sistia bene e che ci siano opportunità peri giovani. Per fortuna, però, pochi gio-vani poi lasciano veramente l’Italia:solo il 4,5% dei laureati specialisticibiennali, e, statisticamente, per ognicervello e mezzo italiano che esce,solo uno straniero ne entra.

A proposito dei giovani… il 70% deiragazzi che si sono laureati nell’ultimoanno sono i primi nella storia delleloro famiglie. E il 60% dei neodottoriè fatto di donne. Sono questi i dati cheemergono dal XIII rapporto di Alma-Laurea sui 190.000 laureati del 2010.E le donne risultano sempre più discri-minate: si laureano meglio e di più deimaschi, ma il tasso di occupazionefemminile in Italia è inferiore a quellomaschile di ben 20 punti.

Fuori dal riquadro è riprodotto unparticolare di una incisione di artistasconosciuto risalente al XIX secoloraffigurante una rosa dei venti.

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[10] inchiostro simpatico 12/2011

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Universitàa cura di Marco Di Bello

• È stato pubblicato l’elenco dei corsiattivi per l’anno accademico 2011-2012. Dal sito dell’Università diSalerno è possibile fin da ora scari-care il documento contenente l’of-ferta formativa. Nei prossimi giorni,invece, saranno pubblicati i terminidelle immatricolazione e le relativemodalità d’accesso.

• Intanto, sabato 18 giugno il dottorRaffaele D’Ambrosio, borsistapresso la Facoltà di Matematica del-l’Università di Salerno, ha ricevuto ilpremio Galileo Galilei. Il riconosci-mento, assegnato a giovani conmeno di trent’anni distintisi nellematerie scientifiche, è dovuto allaricerca svolta dal matematico perindividuare metodi di risoluzionenumerici per le equazioni differen-ziali, utili per la comprensione e ladescrizione dei processi evolutivi dinumerosi campi, come la sismolo-gia, la biologia e l’astronomia.

• Continua il legame iniziato neimesi passati fra l’Università diSalerno e il Comune di Napoli.

Infatti, dopo la candidatura a Sin-daco della città da parte del Magni-fico Rettore Raimondo Pasquino,il neo sindaco Luigi De Magistrisha deciso di nominare l’esponentedel Terzo Polo quale Presidente delConsiglio Comunale. “Un fortesegnale di rottura con il passato –ha detto l’ex pm – con la maggio-ranza, che pur avendo i numeri, hadeciso di rivolgersi all’opposizionealla ricerca di una persona capacedi quell’equilibrio di cui la cittànecessita”.

• Non è da meno il Comune diSalerno. Lunedì 20 giugno, dopo lapresentazione della seconda edizionedel Master universitario di I livello inRelazioni pubbliche delle Organizza-zioni. Management delle Relazioni, èstato approvato un protocollo diintesa per la Mobilità Internazionalevolto a rafforzare la posizione del-l’Ateneo salernitano nel circuito diricerca internazionale. Il protocollo,oltre che dal sindaco di Salerno, Vin-cenzo De Luca, è stato sottoscrittodal Magnifico Rettore, Raimondo

Pasquino e dal sindaco di Avellino,Giuseppe Galasso.

• Lunedì 20 giugno è venuto a man-care il professor Alfonso Catania.Professionista apprezzato per le suequalità, Catania era docente in Filo-sofia del Diritto, materia che avevatrattato in una vasta bibliografia.

• Martedì 21 giugno è stata presen-tata la Guida ai servizi per gli stu-denti disabili. Il documento, redattodall’Ufficio Diritto allo Studio,contiene la descrizione di servizi,organismi, servizi e ausili informa-tici messi a disposizione dall’Uni-versità di Salerno per gli studentiaffetti da disabilità. A margine, saràinaugurata la postazione tecnologicaper non vedenti e illustrati i percorsistudiati appositamente per gli stu-denti disabili.

Sarà il Castello di Agropoli ad ospi-tare, il 30 giugno alle ore 20.30, laprima nazionale dello spettacolo“Donne” interpretato dalla raffinatae bravissima attrice Pia Lanciotti.Vissuta fino alla maggiore età a Bat-tipaglia, Pia Lanciotti si è formata al“Piccolo” di Milano sotto la guidasapiente di Giorgio Strehler, che l’haportata ad avere successi a livellointernazionale e a vincere numerosipremi. Tra i più prestigiosi: il Pre-mio Eleonora Duse come miglioreattrice emergente, ed il premio alFestival internazionale del cinemaindipendente di Parigi (comemigliore attrice protagonista). L’at-trice, nota al pubblico televisivo perl’intensa interpretazione ne “La lunadi carta”, episodio della fiction Rai“Il Commissario Montalbano”, darà

voce ai monologhi della poe-tessa battipagliese RosariaZizzo, autrice della raccoltaAnima in parole pubblicatanel 2010. Il testo è unamiscellanea di monologhiriguardanti il mondo femmi-nile. Lo spettacolo si caratte-rizza per il suo contenutovero ed attuale, intriso digrande profondità. Unevento straordinario che,grazie all’interpretazionedella grande Pia Lanciotti,regalerà emozioni indimenti-cabili. Uno spettacolo danon perdere nella splendidacornice del Castello medioe-vale di Agropoli, dove dueautentici talenti darannolustro alla nostra Battipaglia.

Prima nazionale di “Donne”di Rosaria Zizzo con Pia Lanciotti

Pia Lanciotti con Rosaria Zizzo

45 min.

Preparazione:Pulire le alici togliendo testa, lische e interiora, lavarle e far sgocciolarebene. Disporre in teglia larga e bassa a strati aggiungendo: pomodorini,mozzarella, parmigiano,origano, basilico, aglio,sale, pepe; versaresopra l’olio uniforme-mente. Continuare astrati, fino a terminarele alici. Infornare a 180°per quindici minuti.

Vino consigliato:Melodia (Fiano), collinedi Salerno IGP dell’a-zienda Casula Vinaria.

Chef Gerardo Anzalone

Ristorante Braceria

Via Napoli, 55 - Battipagliatel. 0828 346192

www.ristoranteconvivio.itCucina Tipica Mediterranea

Lo chef consigliaa cura del Ristorante Convivio

ritaglia e conserva

Ingredienti:per 6 persone1,200 kg di alici grandi200 g di mozzarella50 g di parmigiano grattugiato200 ml di olio extravergine di oliva2 spicchi d’aglio7/8 pomodorini del piennulo5 foglie di basilicoOrigano e sale q.b.

Parmigiana di alici

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sport [11]12/2011

Quali sono i tuoi ricordi sportivi piùbelli e quali le delusioni?“I primi naturalmente sono legati allevittorie dei campionati; in modo parti-colare ricordo piacevolmente la promo-zione con Battipaglia in B1, quella conScafati in A1 ed anche quella con lasquadra di Trieste, ancora in B1”.Proprio sull’esperienza di Trieste,Corvo si sofferma volentieri, raccon-tando di essersi trovato bene sia nel-l’ambito sportivo ma anche e soprat-tutto in quello personale nel rapportocon la città e con l’ambiente, in cui halasciato molti amici con cui si tieneanche ora in contatto. Quanto alledelusioni, per fortuna, sono statepoche quelle veramente cocenti e traqueste una bruciò davvero tanto e ful’eliminazione di Battipaglia allasemifinale dei playoff per la promo-zione in A1, avvenuta ad opera diCantù, alla quinta partita.Tra i moltissimi compagni ed allenatoriche hai avuto quali ti hanno lasciatoqualcosa in più?“Tra i coaches senza dubbio il com-pianto Massimo Mangano, con cui hodisputato diversi campionati in A2,prima a Battipaglia e poi a Scafati, cheaveva una capacità particolare nel moti-vare gli atleti. Tra i tanti compagni disquadra, ho appreso la mentalità dellavoro in palestra e dell’impegno duro ecostante da due americani, Jent e Glass,e dall’italianissimo e campano MimmoMorena. Ritengo che tale mentalità siastata poi determinante nel prosieguodella mia carriera e nel raggiungimentodei traguardi sportivi”.Com’è cambiato il basket in questianni?“A mio parere c’è stata una fortissimaevoluzione nell’aspetto fisico/atleticoche oggi ha quasi preso il sopravventosu quello tecnico e mentale e quindi,ovviamente, penso che, purtroppo, nonsi siano fatti altrettanti passi in avantiper migliorare questi altri due elementifondamentali del gioco”. Condividi le scelte della FIP per farcrescere il movimento e quali altre ini-ziative suggeriresti?“Il nuovo campionato cosiddetto di “svi-luppo” è certamente un esperimentointeressante ma in generale io non condi-

Non sono molti i battipagliesi che sisono affermati nello sport a livellonazionale dando così indirettamentelustro anche a Battipaglia, dimo-strando con i fatti ed i risultati cheanche questa città può e sa produrre isuoi campioni. Oggi incontro e vi rac-conto di uno di questi pochi testimo-nials di Battipaglia: Pino Corvo, ban-diera della Polisportiva Battipagliesenella prima metà degli anni novanta,periodo d’oro del basket locale cheraggiunse la A2 e sfiorò la promo-zione in A1, successivamente ban-diera e punto di riferimento dello Sca-fati con il quale ha disputato numerosicampionati di A2 e di A1, ed oggi,superati i quaranta, ancora a farsi“rispettare” sui campi di serie B, veroesempio di longevità sportiva e diserietà professionale. Il “capitano” ècon la prima figlia Carlotta, deliziosabambina di 9 anni che ascolta pazientela nostra chiacchierata sul basket,anche se il suo cuore batte per il ten-nis che già pratica con discreto suc-cesso, mentre io ne approfitto per sod-disfare alcune curiosità. All’inizio della tua carriera c’era ungiocatore italiano che prendevi amodello?“Era Riccardo Pittis, quasi mio coeta-neo ma che giocava già in serie Aquando io muovevo i primi passi sulparquet, dal momento che ho iniziato agiocare tardi (17 anni, n.d.r.)”.

vido troppo il principio delle “quote”riservate nelle squadre ai giovani poichépenso che i talenti veri non hanno biso-gno di spazi garantiti, dal momento chefiniscono per emergere in ogni caso.Diversamente ritengo che dovrebbeessere favorita in modo più deciso lacura dei vivai, con incentivi e premi sen-sibili per quelle società che dedicano leproprie energie e risorse ai settori giova-nili. In altre parole occorre ritornare a“far crescere” i giocatori italiani”. Mi permetto a questo punto una piccolaprovocazione – convinto come sono chePino Corvo sia stato, nel suo periodomigliore, un giocatore che per caratte-ristiche e peculiarità avrebbe potutotrovare tranquillamente un posto fisso edi primo piano nel massimo campio-nato di basket – e allora gli domando sele scelte fatte nella sua carriera nonsiano state poco “ambiziose”“Il mio rammarico vero sta nel fattoche, purtroppo, per la normativavigente all’epoca, io non ho potuto inrealtà fare scelte ma le ho per lo piùsubite. Infatti, il cartellino dei gioca-tori di basket era di proprietà dellesocietà che finivano inevitabilmenteper deciderne la destinazione. Quindi,ritengo che probabilmente in circo-stanze diverse, che sfuggivano però almio controllo, avrei potuto anche fareun percorso sportivo più “ambizioso”,tuttavia certamente quello che hoseguito fino ad oggi mi ha comunquepienamente soddisfatto”. L’ultima mia curiosità forte riguarda isuoi programmi per il futuro.“Credo – risponde Corvo – che consi-derata la mia sostanziale integritàfisica, per qualche anno ancora midivertirò sui parquet non troppo lon-tani da casa, come nell’anno appenaterminato a Giugliano in serie B,anche se al momento non ho ancorascelto la prossima destinazione. Laprossima tappa sono i campionati ita-liani di categoria over 40 che si dispu-teranno a Pesaro ed a cui sarò presentecon la squadra di Napoli, mentre dafine giugno sarò in Brasile con lanazionale italiana over 40 per i mon-diali. Inoltre, mi sto dedicando semprecon maggiore impegno all’agenzia diprocuratore sportivo che gestisco in

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Pino Corvo

Un campione di ieri, oggi, domani

Battipaglia - Via Venezia, 2/4 Battipaglia - 0828 672492

società con due cari amici, Vivis eContino, attraverso la quale penso dimantenere il contatto con il pianetabasket anche quando avrò appeso lescarpe al chiodo. Infine sto coltivandoinsieme all’amico Giuseppe Poeta unprogetto che mi sta molto a cuore e chepunta a creare una “scuola di basket” aBattipaglia, per avviare a questo splen-dido sport i giovanissimi battipagliesigià dal minibasket. Spero veramente diriuscire a realizzare questa idea anchese molto dipenderà dalla possibilità ditrovare le strutture adatte”.

Continuerei a parlare ancora a lungo dipallacanestro con il “capitano” matemo veramente di inimicarmi per sem-pre la piccola Carlotta, per cui preferi-sco rimanerle simpatico e termino lamia chiacchierata con il papà. Nel salu-tarlo sono veramente soddisfatto di averpotuto cogliere in un breve incontro lecaratteristiche che hanno fatto di Pino

Corvo un vero campione del basket: lasua filosofia del lavoro in palestra edella dedizione assoluta alla ricercacostante del miglioramento (detto perinciso mi ha confessato che in questoperiodo della sua carriera sta lavorandodi più sul fondamentale dell’arresto etiro perché pensa sia ancora da miglio-rare!) oltre alla sua semplicità e lealtànei rapporti umani unite ad una fortepersonalità, cosa questa che spiegaanche come mai è quasi sempre stato ilcapitano delle squadre in cui ha gio-cato, addirittura nei primi anni a Batti-paglia, giovane con ancora poca espe-rienza tra vecchi marpioni ed ameri-cani! E da ultimo, il vero segreto delsuo successo, a mio parere, sta nella suagrandissima passione per il basket chegli avrà certamente reso meno pesantile moltissime ore passate a correre e asudare sui parquet di tutta Italia.

Valerio Bonito

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