Questo Ottocento dalle molte sorprese Mettetevi comodi: il ... · come incisore, dimostrando...
Transcript of Questo Ottocento dalle molte sorprese Mettetevi comodi: il ... · come incisore, dimostrando...
Oxford Library Oxford Library - Silvana Cincotti e Livio Secco – venerdì 05giugno 2020 – N.11
[email protected] * [email protected]
Salvo diversamente indicato, le immagini sono tratte dal web
05 06 2020 Questo Ottocento dalle molte sorprese Hypnos Mettetevi comodi: il Costituto Senese Una triade torinese
11
Frederick Childe Hassam, The Avenue in the Rain,
Sulle pareti dell’Ufficio Ovale nella Casa Bianca con il
Presidente Obama nel 2009.
Questo Ottocento
dalle molte sorprese
In un mondo che oggi definiamo
connesso, l’Ottocento rappresenta per
lo studioso di storia d’arte un
interessante banco di prova;
impressionismo da una parte all’altra
dell’Atlantico, con diverse sfumature
di un medesimo fare artistico.
Una delle figure più interessanti, in
suolo americano, è Frederick Childe
Hassam nato a Boston nel 1859, da
Rosa Delia Hawthorne, originaria del
Maine e Frederick Fitch Hassam,
uomo d'affari, proprietario di una
discreta collezione d’arte e
d'antiquariato.
La famiglia affermava di discendere
da un immigrato inglese del XVII
secolo il cui cognome Horsham,
venne nel tempo corrotto in Hassam,
che tuttavia ha connotazioni arabe,
sulle quali Childe, carnagione e occhi
scuri, giocherà spesso.
Hassam dimostrò presto un interesse
per l'arte con le sue prime lezioni di
disegno e acquerello mentre
frequentava la Mather School, ma i
suoi genitori non si accorsero mai del
suo talento.
Un disastroso incendio nel novembre
del 1872 spazzò via gran parte del
distretto commerciale di Boston,
compresi gli affari del padre di
Hassam.
Costretto ad abbondare gli studi
all'età di 17 anni, iniziò a lavorare
come incisore, dimostrando abilità
nel disegno, impiegato subito per
incisioni commerciali su carta
intestata e giornali.
Da qui all’uso dell’acquarello il
passaggio fu breve e importante,
dedicandosi dapprima a studi
all'aperto e intorno al 1879 a creare i
suoi primi oli.
Oxford Library N.11
11-2
Childe Hassam
Summer Sunlight (Isle of Shoals)
1892, olio su tela,, dono di Rebecca
Shulman, New York, American Friends
of the Israel Museum..
Oxford Library
N.11
11-3
Avendo ricevuto una ben scarsa
formazione artistica, se non da
autodidatta, l'amico e collega
Edmund H. Garrett del Boston Art
Club gli propose di unirsi a lui in un
viaggio di studio, di due mesi in
Europa, durante l'estate del 1883:
avrebbero visitato il Regno Unito, i
Paesi Bassi, la Francia, l’Italia, la
Svizzera e infine la Spagna, studiando
insieme gli antichi maestri e creando
acquerelli della campagna europea.
Hassam, durante questo
pellegrinaggio formativo, rimase
particolarmente colpito dagli
acquerelli di J. M. W. Turner e
assimilò la lezione della tradizione di
Barbizon, cioè di lavorare
direttamente nella natura, assorbendo
ciò che doveva dipingere attraverso
l'atmosfera e la luce.
L’anno successivo si sposò con
Kathleen Maude Doane, amica di
famiglia. Poco dopo Hassam iniziò a
dipingere paesaggi urbani; Boston
Common at Twilight del 1885 fu il
suo primo quadro in questa direzione.
The Avenue in the Rain, olio su tela.
The White House Collection.
The White House, Washington, D. C.
1917
Oxford Library N.11
11-4
Si unì ad alcuni altri artisti
progressisti americani che stavano
prendendo a cuore i consigli del
maestro accademico francese Jean-
Léon Gérôme, che abbandonò la sua
materia tradizionale e disse ai suoi
colleghi americani: "Guardatevi
intorno e dipingete ciò che vedete.
Dimenticate il Beaux-Art e i modelli
e osservate l'intensa vita che vi
circonda; vi assicuro che il Ponte di
Brooklyn vale il Colosseo di Roma e
che l'America moderna è bella come
il bric-a-brac dell'antichità!"
Frase certamente d’impatto che divise
la critica e gli artisti.
La vendita delle sue opere gli
permetteva una certa agiatezza e
decise, nonostante quanto sostenuto
dal celebre pittore francese, di tornare
con sua moglie a Parigi dove nel
1886 aprì uno studio, vicino a Place
Pigalle, il centro della comunità
artistica parigina.
Testa bronzea di Hypnos, 350 a.C. - 200 d.C., Luogo di ritrovamento Civitella d'Arno, Perugia.
20,32 cm, Copia romana di un originale ellenistico 325-275 a.C.
Oxford Library
N.11
11-5
Nella mitologia greca Hypnos era la
personificazione del sonno, figlio di
Nyx (la Notte, dea terribile e potente,
persino Zeus temeva di entrare nel
suo regno) ed Erebus (il Buio).
Suo fratello è Thanatos, cioè la
Morte.
Entrambi i fratelli vivono negli inferi,
nell’Ade
Secondo la mitologia, o meglio,
secondo una delle correnti
mitologiche classiche, Hypnos viveva
in una grande grotta, da cui proviene
il fiume Lethe, cioè il fiume della
Dimenticanza, il luogo in cui si
incontrano notte e giorno.
Hypnos
Testa marmorea di Hypnos, Villa di Adriano, Tivoli.
Oxford Library N.11
11-6
Il suo letto era fatto d’ebano e
all'ingresso della grotta crescevano
rigogliosi numerosi papaveri e altre
piante ipnotiche. Nessuna luce e
nessun suono avrebbe mai potuto
varcare la soglia della grotta.
Viene descritto come un dio calmo e
gentile poiché aiuta gli umani
bisognosi e, a causa del loro sonno,
possiede metà della loro vita.
Hypnos appare in numerose opere
d'arte, la maggior parte delle quali
sono vasi ma due rappresentazioni
scultoree sono particolarmente
interessanti, entrambe qui presentate.
La testa bronzea, conservata al British
Museum di Londra, della pagina
precedente, e questo meraviglioso
esempio marmoreo proveniente dalla
Villa di Adriano a Tivoli.
L'Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti.
È una serie di affreschi in Palazzo Pubblico a Siena databili al 1338 – 1339. In tutto sono quattro scene
dipinte sulla parte superiore di tre pareti di una sala nella quale si riuniva il Governo dei Nove che reggeva
la città di Siena. La sala è detta appunto del Consiglio dei Nove o della Pace.
L’intento era quello di visualizzare quali erano gli effetti sulla vita cittadina che causava un buono oppure
un cattivo governo in modo che fosse di ispirazione per gli amministratori.
Oxford Library
N.11
11-7
Nel 1309 il Comune di Siena decise
di tradurre in volgare l’insieme di
norme e leggi che regolavano la vita
pubblica così da renderle
comprensibili anche a chi non
conosceva il latino.
Il Comune si riprometteva di “fare
scrivere, a l’expese del Comune di
Siena, uno statuto del Comune, di
nuovo in volgare di lettera grossa,
bene leggibile et bene formata, in
buone carte pecorine [...] el quale
statuto sia et stare debia legato ne la
Biccherna, acciocché le povare
persone et altre persone che non
sanno grammatica, et li altri, e’ quali
vorranno, possano esso vedere et
copia inde trarre et avere a loro
volontà.” (D. I, rub. 134)
Cosa si riprometteva dunque il
Costituto?
Mettetevi comodi:
il Costituto Senese
Piazza del Campo a Siena.
In posizione centrale la Torre del Mangia che si erge alla sinistra di Palazzo Pubblico sede del
governo della città.
Oxford Library N.11
11-8
Innanzitutto la copia doveva esser
esposta al pubblico e doveva quindi
essere scritta in chiare e leggibili
lettere, e doveva essere “legata”, cioè
fissato ad una catena di ferro che ne
impedisse il furto e la manomissione.
Nasceva così una sorta di
“Costituzione” ante litteram che per
la prima volta veniva scritta in una
lingua accessibile ad un pubblico
ampio, nell'intento che ogni cittadino
sentisse ancor più sua la “cosa
pubblica”.
La Biccherna, attiva dal secolo XII
fino al 1786, fu una delle principali
magistrature finanziarie della
Repubblica di Siena; con il nome di
Biccherne, per estensione si
chiamarono a Siena le tavolette
dipinte con scene religiose, civili,
ritratti, con le quali si rilegavano i
libri dei conti delle amministrazioni
finanziarie della Biccherna e della
Gabella.
Tali magistrature si rinnovavano ogni
sei mesi.
La prima delle 124 tavolette è questa,
raffigurante frate Ugo, il monaco di San
Galgano, ed è stata realizzata da Gilio di
Pietro intorno al 1258.
Oxford Library
N.11
11-9
Ogni tavoletta è datata e spazia dal
1258 al 1682.
Si tratta di una serie di eccezionale
valore documentario sulla storia e
l'urbanistica cittadina, oltre al pregio
artistico delle coperte dipinte, opera
di pittori senesi, talvolta tra i
maggiori.
Si trattava della volgarizzazione del
precedente Statuto senese, redatto in
latino nel 1296, con successive
aggiunte ed emendamenti. Tra questi,
ad esempio, la delibera relativa alla
corsa del Palio da effettuare per la
festa di Santa Maria d’agosto (D.I,
rub. 586), a testimonianza delle
antichissime origini del Palio.
Costituzione, Diritto pubblico, Diritto
penale e civile, norme di
amministrazione urbana, norme
transitorie, norme a tutela del senso
civico, rubriche sulla viabilità, sulla
gestione degli spazi pubblici, su
aspetti di igiene e decoro urbano.
Chi governa, si legge nel Costituto,
deve avere a cuore “massimamente la
bellezza della città, per cagione di
diletto e allegrezza ai forestieri, per
onore, prosperità e accrescimento
della città e dei cittadini”.
Il bene della collettività si credeva
dunque passasse attraverso la bellezza
della città, una città in cui l’arte
forma il senso civico e morale dei
cittadini. Non a caso alcuni anni dopo
il governo senese incaricherà
Ambrogio Lorenzetti di dipingere in
una sala di Palazzo Pubblico le ormai
celeberrime allegorie con “gli effetti
del buono e del cattivo governo”.
Oxford Library N.11
11-10
La statua di cui ci vogliamo occupare
è identificata come Triade tebana
perché rappresenta la coppia divina
Amon-Ra con la sua sposa Mut.
Queste due divinità avevano un
importantissimo tempio a Karnak,
sulla riva occidentale del Nilo.
In prossimità di esso sorgeva l’antica
capitale della XVIII dinastia, Tebe.
Queste due divinità erano anche una
coppia di sposi.
Assiso in mezzo ad essi, come se
fosse il loro figlio Khonsu, c’è il
faraone Ramesse II.
Le tre figure si stringono tutte
insieme in un abbraccio che trascende
il gesto familiare per indicare
l’accordo esistente tra il potere
terreno del faraone e quelle
soprannaturale delle divinità.
Il gruppo ha un suo equilibrio di
forme che è dato dal ritmo delle
gestualità e dai tratti sorridenti e
composti delle tre figure.
È uno dei pezzi più famosi del Museo
Egizio di Torino.
Sicuramente uno dei più fotografati
dai visitatori.
Una triade torinese
in verde la pronuncia
in blu la traslitterazione
Oxford Library
N.11
11-11
Il gruppo statuario è stato scolpito in
un’unica soluzione usando un blocco
di granito rosa. Le figure sono
ricavate con la tecnica dell’altorilievo
ed emergono quasi in tutto tondo
dallo sfondo a cui sono appoggiate
che ha anche il compito di riportare le
scritte didascaliche che identificano il
tema presentato.
Ovviamente raffigurando Ramesse II
il gruppo è stato datato al Nuovo
Regno, essendo il terzo faraone della
XIX dinastia il cui regno dovrebbe
essere durato dal 1275 e il 1213 a.C.
Il monolite fu rinvenuto all’interno
della cinta di Karnak da Jean Jacques
Rifaud che, al soldo dell’allora
console di Francia in Egitto
Bernardino Drovetti, percorreva gli
antichi siti egizi asportando manufatti
e statue che il console raccoglieva.
Drovetti compose alcune collezioni
non perché fu un’amante delle
antichità egizie, ma perché si
rivendevano benissimo ai
collezionisti o ai musei europei.
Il gruppo statuario fu perciò
incorporato nella collezione Drovetti
che venne ceduta in seguito ai Savoia
I sovrani piemontesi ne faranno il
punto di partenza di una raccolta
egittologica che darà origine
all’attuale e celeberrimo Museo
Egizio di Torino. Museo che fu
visitato da Champollion prima della
sua spedizione in Egitto con
Rosellini. Champollion a Torino
catalogò le opere che erano pervenute ma soprattutto testò la sua
freschissima grammatica egizia
accertandosi definitivamente della
sua solidità e correttezza.
Resta sempre attuale e celebre la sua
frase secondo la quale la strada per
Tebe passa da Torino.
Nella documentazione museale il
gruppo statuario porta il numero di
catalogo 767 ed è ubicato nella II sala
della Galleria dei Re.
Le sue misure sono sicuramente
importanti essendo alto 174
centimetri e largo 112.
Analizziamo ora i testi riportati
suddividendoli in undici righe delle
quali diamo qui di seguito i
riferimenti:
Oxford Library N.11
11-12
Ramesse
1
Amon-Ra
9 – 10 – 11
Ramesse
5 – 6
Ramesse
2 – 3 – 4
Mut
7 – 8
Oxford Library
N.11 1)
wsr-mAat-ra stp-n-ra user-maat-ra setep-en-ra User-Maat-Ra Setep-en-Ra Quarto Protocollo Reale del faraone Ramesse II, il nome di intronizzazione. User-Maat-Ra significa “Ra è ricco di Maat (concetto di giustizia, ordine cosmico, verità)”. Setep-en-Ra significa “L’eletto di Ra”. Le due parti del nome presentano una metatesi onorifica: il disco solare di Ra anticipa gli altri segni.
2)
Dd mdw in imn-ra (ny-)swt nTrw ged medu in imen-ra ni-sut neceru Parole dette da parte di Amon-Ra, re degli dèi: Metatesi grafica del triplice segno di plurale che invece di stare dietro alla bandiera va in quadratura con la pagnotta e si stabilisce davanti.
3)
rdi.n(.i) n.k anx Dd wAs nb redi.en.i en.ec anec ged uas neb Ho dato io a te ogni vita, stabilità, autorità
4)
n nb tAwy wsr-mAat-ra stp-n-ra en neb taui user-maat-ra setep-en-ra al Signore delle Due Terre, User-Maat-Ra Setep-en-Ra.
11-13
5)
anx nTr nfr nb tAwy wsr-mAat-ra stp-n-ra anec necer nefer neb taui user-maat-ra setep-en-ra Che possa vivere il dio perfetto, il Signore delle Due Terre, User-Maat-Ra Setep-en-Ra
6)
sA ra nb xaw mr(y)-imn ra-ms-sw sa ra neb cau meri-imen ra-mes-su Il figlio di Ra, il Signore delle Corone, Mery-Amon, Ra-mes-su È il Quinto Protocollo Reale, il nome che gli ha dato la famiglia quando il principe è nato. Mery-Amon significa “Colui che è amato da Amon”. Ra-mes-su significa “Ra ha generato lui”.
Il titolo sA ra presenta una metatesi grafica con il disco solare
spostato sul dorso del codone. Nel cartiglio la composizione dei geroglifici non rispetta più la composizione grammaticale. La metatesi grafica ridistribuisce i segni. Le due divinità, Ra a sinistra e Amon a destra, siedono affrontate invece di essere al loro posto semantico.
Nella verticalizzazione del cartiglio il canale (mr) è posto in mezzo
come a dividere il cartiglio in due parti: in quella superiore ci sono le divinità, in quella inferiore c’è il nome del faraone.
11-14
Oxford Library N.11
Oxford Library
N.11
7)
mwt wrt nbt iSrw mut uret nebet isceru Mut la Grande, la Signora di Isheru, Isheru è una parte di Karnak dove c’è il tempio di Mut con il lago a crescente lunare.
8)
nbt pt Hnwt tAwy nebet pet henut taui Signora del Cielo, la Dama delle Due Terre.
9)
mry imn-ra nb nswt tAwy meri imen-ra neb nesut taui Colui che è amato da Amon-Ra, Signore dei Troni delle Due Terre La voce verbale mry “Colui che è amato” è in fondo alla colonna.
Per metatesi onorifica tutta la grafia eulogica lo precede.
10)
xnty ipt-swt cheneti ipet-sut Colui che presiede Ipet-Sut La denominazione Ipet-Sut è il nome del tempio di Karnak e significa “Quella che conta le sedi”.
11)
nTr aA nb pt necer aa neb pet dio grande, Signore del Cielo. Gli ultimi tre geroglifici compongono la voce verbale mry che
abbiamo già messo all’inizio della frase.
11-15
05062011
Oxford Library "Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire."
Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano, 1951.
QUESTO OTTOCENTO DALLE MOLTE SORPRESE In un mondo che oggi definiamo connesso, l’Ottocento rappresenta per lo studioso di storia d’arte un interessante banco di prova; impressionismo da una parte all’altra dell’Atlantico con diverse sfumature di un medesimo fare artistico. HYPNOS Nella mitologia greca, Hypnos era la personificazione del sonno, figlio di Nyx (la Notte, dea terribile e potente, persino Zeus temeva di entrare nel suo regno) ed Erebus (il Buio). Suo fratello è Thanatos, cioè la Morte. METTETEVI COMODI: IL COSTITUTO SENESE Nel 1309 il Comune di Siena decise di tradurre in volgare l’insieme di norme e leggi che regolavano la vita pubblica, così da renderle comprensibili anche a chi non conosceva il latino. UNA TRIADE TORINESE La statua di cui ci vogliamo occupare è identificata come Triade tebana perché rappresenta la coppia divina Amon-Ra con la sua sposa Mut. Queste due divinità avevano un importantissimo tempio a Karnak, sulla riva occidentale del Nilo.