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MARZOCCA RIPE MONTEMARCIANO MONTE S. VITO OSTRA VETERE MONSANO BELVEDERE OSTRENSE SERRA DE’ CONTI ARCEVIA GENGA SERRA SAN QUIRICO CASTELBELLINO MONTE ROBERTO MAIOLATI SPONTINI CUPRAMONTANA STAFFOLO S. MARIA NUOVA AGUGLIANO FILOTRANO LORETO SASSOFERRATO FALCONARA MARITTIMA BARBARA POLVERIGI IESI SENIGALLIA MONTERADO CASTELLONE DI SUASA POGGIO S. MARCELLO MONTECAROTTO S. PAOLO DI JESI ROSORA CASTELPLANIO MERGO FABRIANO CERRETO D’ ESI MORRO D’ALBA S. MARCELLO CORINALDO OSTRA CASTEL COLONNA O O CHIARAVALLE CAMERATA PICENA CARTOGUIDA DELLA RIVIERA DEL CONERO Provincia di Ancona Navigando Navigando lungo la costa del Conero Assessorato al Turismo SIROLO PORTONOVO CASTELFIDARDO CAMERANO a a a ANCONA OFFAGNA C C C OSIMO NUMANA Questa cartoguida della riviera del Conero è il frutto di un lavoro minuzioso di ricerca e di catalogazione dei luoghi più suggestivi e dei toponimi attribuiti dagli uomini del mare nel corso dei secoli; ci illustra un patrimonio nascosto tra i più affascinanti dell’Adriatico: spiagge, baie, coste rocciose, grotte e montagne. Luoghi che vanno ammirati e conosciuti “in punta di remi”, navigando nel mare placido, in uno spettacolo di colori, odori e silenzi suggestivi, immersi in una natura primordiale solo in parte segnata dalla mano dell’uomo, che nel tempo ha trovato qui fonte di sussistenza. Rivolgiamo questa proposta ai nostri ospiti e ai residenti, convinti di stimolare la curiosità ed il piacere di un turismo emozionante e assolutamente rispettoso dell’ambiente. In attesa della istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero che ne suggelli il suo straordinario valore. Avvertenza Molti tra i siti indicati sono raggiungibili solo via mare, tra questi alcuni non sono accessibili per espresse ordinanze dei comuni costieri, causa rischio frane e smottamenti. La navigazione a motore è consentita solo a distanza di sicurezza dai bagnanti e dalla costa. Ai più esperti consigliamo la visita in canoa. Raccomandiamo a tutti la massima prudenza e di informarsi sulle regole qui accennate. Per i percorsi via terra, quando sono possibili, seguire scrupolosamente i tracciati realizzati e segnalati dal Consorzio Parco del Conero. L’Assessore al Turismo Parchi ed Aree Protette Luciano Montesi Il Presidente Enzo Giancarli Navigando dal porto di Ancona fino al porto di Numana Il Passetto(4) è una parte importante del Parco Naturale del Conero, perciò, provenendo dal porto di Ancona, inizieremo da questa baia la nostra navigazione, costeggiando tutta la riviera del Conero fino al porto di Numana, e cercando di descrivere tutto quello che riusciremo a vedere. Superato il Cantiere navale, noterete un numeroso insediamento di caratteristiche grotte, sottostanti le Rupi di Gallina e il neo Parco del Cardeto e, subito dopo lo sperone di roccia, vedrete una piccola cavità naturale profonda pochi metri, comunemente chiamata la "Grotta Azzurra"(1); di seguito poi vedrete una scogliera naturale e tutta la costa del Passetto come era un tempo, prima degli insediamenti umani. Lungo la scogliera noterete anche un riquadro sugli scogli, chiamato il Quadrato, un luogo dove oggi gli appassionati del mare si esibiscono in tuffi, ma dove un tempo nelle sue vicinanze vi era situata una grande Pesca con palafitte annesse. Subito dopo il Quadrato vi troverete di fronte a quello scoglio dalla strana forma chiamato la "Seggiola del Papa"(2), che è senz'altro lo scoglio più amato dagli anconetani. Nei pressi si trovano una vasca naturale chiamata la "Vaschetta" e il "Canalaccio"(3), un piccolo canale che porta in mare aperto. Sono questi i luoghi dove gran parte degli anconetani ha imparato a nuotare: i primi approcci con il nuoto avvenivano, e tutt'ora avvengono, nella Vaschetta, raggiunto poi un livello accettabile, si passava al Canalaccio, dove l'acqua è più alta, per arrivare poi a nuoto fino al "Paletto". Proseguendo la nostra navigazione, osserviamo una scogliera semi- sommersa sottostante le rupi di Pietralacroce e, subito dopo la Baia, la "Valletta" dove vi sono insediate una serie di grotte utilizzate dai pesca- tori come ricovero per le barche: le origini di alcuni di questi insediamen- ti artificiali risalgono ben al lontano 1850. Tutt'attorno alla Baia sono visibili una serie di scogli chiamati nell'ordi- ne: Scoglio dei Gamberi e Scoglio Lungo, posti di fronte alla scogliera semisommersa; mentre sulla sinistra della Baia scorgiamo lo Scoglio Sirolo, le Tre Pozze, lo Scoglio Grande, i Quattro Sassetti, il Quadro e lo sperone della Scalaccia, da dove un sentiero porta fino al cimitero di Pietralacroce. Sotto allo sperone della Scalaccia(5), sono visibili un insidioso cunico- lo, creato dall'erosione marina, che ha termine dopo quindici metri di pericoloso percorso, e sulla sua sinistra lo scoglio del Fico, mentre la baia che segue viene comunemente chiamata Baia del Campo del mare(6), alla cui sinistra si trova lo Scoglio del Cavallo(7), denominazione che comprende anche una secca. Superato lo scoglio, troviamo una serie di bianchi scogli, chiamati la Scogliera e proseguendo ancora, la Baia della Vecchia, con degli insediamenti di grotte ed un sentiero che sale fino a monte Venanzio. Dalla baia, procedendo sempre via mare in direzione dello Scoglio del Trave, subito dopo aver superato l'ultima grotta, troviamo uno scoglio chiamato l'Emerso(8), il cui nome deriva da un'antica e suggestiva leggenda la quale narra che una notte, improvvisamente, la formazione rocciosa emerse dall'acqua, senza che si fosse verificato alcun evento sismi- co: da questa tradizione orale deriva appunto l'appellativo di Emerso. Un'altra leggenda narra che in un tempo molto lontano lo scoglio avreb- be collegato le due sponde dell'Adriatico, poi il susseguirsi di fenomeni naturali avrebbe interrotto tale collegamento, lasciando di conseguenza lo scoglio come un lungo ponte crollato sul mare. Sulla sinistra del Trave noterete un muro di terra grigia franosa chiama- ta i Colombacci(12) (aula geologica) e, subito dopo, una serie di scogli e di rocce color marrone contenenti bitume e cristalli di gesso. Di fron- te, in mare, emerge uno scoglio chiamato di Caldarola. Navigando in direzione di Portonovo troviamo la bellissima spiaggia di Mezzavalle(13), dove due sentieri salgono fino alla SP 1 del Conero, e, ancora più avanti una serie di scogli, proprio sotto il Monte della Croce(14), dove un tempo transitava la vecchia strada che portava a Portonovo; tra quegli scogli, fino a non molti anni or sono, veniva effettuata la pesca dei Balleri, datteri di mare che riesco- no a perforare la marna morbida grazie al loro guscio zigrinato e alle secrezioni acide che sciolgono la componente calcarea delle rocce. Oggi, la pesca di questi molluschi è tassativamente proibita. Lo scoglio viene così chiamato per la sua curiosa forma. Alcuni però lo chiamano " Trovelò ", termine che viene spiegato in due modi: il primo, perché somiglierebbe ad una "Trivella"; il secondo, perché alcuni pescatori avrebbero " trovato " uno scoglio in mare franato dal monte. Altri lo chiamano "Oronzo vergine", termine quest'ultimo di oscura derivazione. Il nome "scoglio della Vela" è comunque molto più appropriato e poi "sa più di mare". Oltre la Vela, superato il Puntone che interrompe il tratto costiero, tro- viamo la Spiaggiola(21) che è un approdo protetto, una delle tante pic- cole e spettacolari insenature conquistabili solo dal mare, territorio indi- scusso dei naturisti. A sud della Spiaggiola troviamo il tratto di costa chiamato il Lavatoio o l'Ospedale(22), per il candore delle sue bianche e maestose rocce e, proseguendo, vediamo il tratto di costa chiamato dei Sassi Bianchi(23) e, poco più avanti, l'omonima spiaggia che un tempo veniva chiamata anche Valle Ombrosa(24), perché illuminata dal sole per poche ore al giorno. Da questa spiaggia, superato lo sperone di roccia, giungiamo alla Spiaggia dei Forni(26), che appare come una breve mezzaluna incastonata tra rocce imponenti, tra innumerevoli cavità che si sono formate a causa dell'erosione marina, chiamate appunto i Forni(25). Superato il Puntone Maggiore, a ridosso del Passo del Lupo troviamo la Spiaggia delle Vellare(32), un nome che deriva dalla caratteristica gra- minacea chiamata comunemente Tagliamani, pianta presente in moltis- simi esemplari in questo versante. Superata la spiaggia, troviamo la cosìdetta Punta del monte(33), cioè la punta estrema del massiccio del Conero più avanzata verso mare e un conseguente tratto di costa con fenditure aperte sul mare scavate dalla continua erosione marina e, inoltre subito dopo in un'ampia zona situata tra il monte e il mare, notiamo le vestigia di vecchie costruzioni del "Moletto" o "Pontile"(34), un vecchio punto di attracco di barconi dei cavatori. Subito dopo troviamo un gruppo di placche lisce che scendono verso il mare, con una serie di fenditure che ne interrompono la quasi regolarità e, proseguendo, un tipico paesaggio litoraneo con una spiaggia che sembra fatta di confet- ti, dove, sottostante ad una serie di rocce rosate, un tempo vi erano inse- diate alcune fornacI per la calce. Proseguendo ancora, poco più avanti tro- viamo un piccolo gruppo di scogli affioranti, comunemente chiamati gli Orsetti(35), per la loro forma particolare. Arriviamo così alla spiaggia dei Sassi neri(36), meta prediletta dai praticanti del naturismo e a quella di San Michele(37), famosa spiaggia del Conero e vanto della cittadina di Sirolo; subito dopo vediamo la Punta di Ferri o Punta di Giacchetta che prende il nome dall'omonimo scoglio situato oltre la scogliera frangiflutti. Navigando, noterete le caratteristiche grotte, uniche nel loro genere in tutta la costa adriatica. Le prime furono scavate nel lontano 1889 dai pescatori con la funzione di ricovero delle attrezzature da pesca e delle barche e, ancora oggi, con la pesca praticamente molto ridimensionata, i figli e i nipoti di quei "pionieri" non riescono a fare a meno di trascorrere dei periodi di tempo nella baia, facendo manutenzioni e conversando con il vicino di grotta, ricordando le belle storie del passato e i tanti problemi del pre- sente. Poco più avanti troviamo l'imponente struttura del- l'ascensore, da poco completamente ristrutturata, e la grande scalinata(4), (i cui lavori furono completati probabilmente nell'anno 1948) che sale fino al tempio a 8 colonne doriche in pietra d'Istria, che, maestoso nel suo bianco candore, simboleggia i caduti di tutte le guerre. Il Monumento ai Caduti(4), progettato dall'Architetto anconetano Guido Cirilli, fu inaugurato il 3 Novembre dell'anno 1932. A sinistra della scalinata troviamo due stabilimenti su palafitte e, subito dopo un breve tratto di costa senza insediamenti, un altro agglomerato di grotte (Passetto sud) e sulla sinistra notere- mo un grande smottamento di terreno causato da una grande frana nel novembre del 1998. Troviamo poi altre grotte, tra le quali un sentiero sale fino all'abita- to della Vedova, e una serie di scogli chiamati i Draghetti, costole sottili di roccia perfettamente parallele, così chiamati per le curiose e strane sembianze che hanno osservandoli. Andando ancora avanti, arriviamo di fronte al Monte dei Corvi(9- 10) dove il sentiero della Sardella sale fino alla SP 1 del Conero e, subito dopo, proprio di fronte a quel piccolo gruppo di capanne dei pescatori, troviamo i Campani(10), cioè un piccolo gruppo di scogli affioranti sopra ad una conformazione rocciosa sommersa chiama- ta le Mesole, in linea con lo Scoglio del Trave(11). Subito dopo c'è lo Scoglio del Trave che scende a 45° dal Monte dei Corvi e si riversa in mare prolungandosi per un chilometro: la carat- teristica formazione rocciosa è visibile a fior d'acqua, per circa 450 metri, perciò occorre stare molto attenti men- tre ci si accinge a superare lo scoglio con un' imbarcazione. Molte sono le leggende sullo scoglio del Trave: una relativa alla traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto, narra che la costruzione, sorretta dagli angeli, si fermò proprio su questo scoglio, per un'ultima sosta prima di giungere a destinazione. Arriviamo così a Portonovo(15), esclusiva meta balneare, dove la prima cosa che certo noterete è che la baia si è formata in seguito ad una gran- de frana, mai documentata dalla cronaca storica, avvenuta in epoca remota ed espansa dall'attività estrattiva presente fino agli anni 50 in tutta la zona costiera.Ma questa è storia del passato. Oggi Portonovo è una prestigiosa località balneare conosciuta in tutto il Mondo, con alberghi esclusivi e rinomati ristoranti con una serie di servi- zi balneari efficientissimi. Sulla baia fanno bella mostra di se, il Fortino napoleonico(16), la Torre di Guardia(17) e la chiesa romanica di Santa Maria di Portonovo(19). Oltre la chiesetta notiamo il tratto di costa fino allo Scoglio della Vela(20). Dopo la spiaggia dei Forni, chiamata da alcuni anche spiaggia dei Gabbiani, proseguendo notiamo le vestigia del Molo Davanzali(27) e, sulla sua destra, un tempo non troppo lontano, vi era posizionata la famosa Grotta degli Schiavi, una grotta il cui toponimo è scritto in tutte le carte, ma che oggi non esiste più. Poco più avanti sono ancora molto evidenti le vestigia degli insedia- menti dei cavatori. Proseguiamo ancora fino ad arrivare di fron- te agli splendidi scogli delle Due Sorelle(29), posti tra il Puntone minore e la Baia delle Due Sorelle(30). Oggi, nella baia approdano barconi carichi di turisti attratti da un luogo selvaggio ed unico, tra i più belli dell'Adriatico; con la sua acqua limpida e cristallina, la baia è tra le più conosciute mete balneari di tutto il terri- torio nazionale e non solo. Dalla baia è possibile risalire un sentiero fino alla vetta del monte, o fino a Sirolo attraverso il Passo del Lupo: questo percorso nel passato fu ricavato dai cavatori del Conero. Sulla sinistra della baia troviamo il Puntone Maggiore(31), chiamato anche Front'alto, dove, nel punto di contatto con il mare, è ben visibile la particolare conformazione rocciosa chiamata i Libri(31). Si arriva così di fronte alla Spiaggia Urbani(38) dove potrete osserva- re la cavità conosciuta come Grotta Urbani(39), scavata naturalmente nella marna e la prestigiosa spiaggia Urbani. Il molo artificiale della spiaggia è collegato ad uno scoglio chiamato Sasso Grosso e ad un altro denominato Sasso delle Donne, quest’ulti- mo viene così chiamato perché nei primi anni del 900 le donne vi si recavano in gruppo per bagnarsi. Subito adiacente alla Grotta Urbani ci sono i Lavi(40), un’altra par- ticolare conformazione rocciosa composta da lunghe placche lisce che dolcemente scendono verso il mare, interrotte da fenditure sca- vate dall’erosione marina e da una profonda cavità chiamata la Grotta della Secca dei frati(41). Troviamo poi Vetta marina(42), sperone a picco sul mare, dove sulla cui sommità sorgeva un convento di frati minori del XIII seco- lo e subito dopo la spiaggia chiamata Gigli o Sotto Santa(43) con lo Scoglio del Bo(44), detto anche Sasso della Balena e, di segui- to, la frequentatissima ed apprezzata Spiaggiola di Numana alta(45) e il suo porto, punto di arrivo della nostra navigazione. Grotta Azzurra Passetto: Monumento ai Caduti e scalinata Baia di Pietralacroce Scoglio l’Emerso Scoglio del Trave Monte della Croce Spiaggia di Mezzavalle Torre di guardia Fortino napoleonico Chiesa Santa Maria di Portonovo Baia di Portonovo I Forni Scoglio della Vela Baia delle Due Sorelle Scogli delle Due Sorelle Spiaggia di San Michele Spiaggia dei Sassi neri Grotta Urbani Grotta della Secca dei frati

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MARZOCCARIPE

MONTEMARCIANO

MONTE S. VITO

OSTRA VETERE

MONSANOBELVEDEREOSTRENSE

SERRA DE’ CONTI

ARCEVIA

GENGA

SERRA SAN QUIRICO

CASTELBELLINOMONTE ROBERTO

MAIOLATI SPONTINI

CUPRAMONTANASTAFFOLO

S. MARIANUOVA

AGUGLIANO

FILOTRANOLORETO

SASSOFERRATO

FALCONARA MARITTIMA

BARBARA

POLVERIGIIESI

SENIGALLIA

MONTERADO

CASTELLONEDI SUASA

POGGIO S. MARCELLO

MONTECAROTTO

S. PAOLO DI JESI

ROSORA

CASTELPLANIO

MERGO

FABRIANO CERRETO D’ ESI

MORRO D’ALBA

S. MARCELLO

CORINALDO

OSTRA

CASTEL COLONNA

OO

CHIARAVALLE

CAMERATA PICENA

CARTOGUIDA DELLA RIVIERA DEL CONERO

Provincia di AnconaNavigandoNavigandolungo la costa del Conero

Assessorato al Turismo

SIROLO

PORTONOVO

CASTELFIDARDO

CAMERANO

aaaANCONA

OFFAGNA

CCCOSIMO

NUMANA

Questa cartoguida della riviera del Conero è il frutto di un lavoro minuzioso di ricerca e di

catalogazione dei luoghi più suggestivi e dei toponimi attribuiti dagli uomini del mare nel corso dei

secoli; ci illustra un patrimonio nascosto tra i più affascinanti dell’Adriatico: spiagge, baie, coste

rocciose, grotte e montagne.

Luoghi che vanno ammirati e conosciuti “in punta di remi”, navigando nel mare placido, in uno

spettacolo di colori, odori e silenzi suggestivi, immersi in una natura primordiale solo in parte segnata

dalla mano dell’uomo, che nel tempo ha trovato qui fonte di sussistenza.

Rivolgiamo questa proposta ai nostri ospiti e ai residenti, convinti di stimolare la curiosità ed il piacere

di un turismo emozionante e assolutamente rispettoso dell’ambiente.

In attesa della istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero che ne suggelli il suo straordinario

valore.

Avvertenza

Molti tra i siti indicati sono raggiungibili solo via mare, tra questi alcuni non sono accessibili per espresse ordinanze dei

comuni costieri, causa rischio frane e smottamenti. La navigazione a motore è consentita solo a distanza di sicurezza dai

bagnanti e dalla costa. Ai più esperti consigliamo la visita in canoa. Raccomandiamo a tutti la massima prudenza e di

informarsi sulle regole qui accennate. Per i percorsi via terra, quando sono possibili, seguire scrupolosamente i tracciati

realizzati e segnalati dal Consorzio Parco del Conero.

L’Assessore al Turismo

Parchi ed Aree Protette

Luciano Montesi

Il Presidente

Enzo Giancarli

Navigando dal porto di Ancona fino al porto di NumanaIl Passetto(4) è una parte importante del Parco Naturale del Conero,perciò, provenendo dal porto di Ancona, inizieremo da questa baia lanostra navigazione, costeggiando tutta la riviera del Conero fino alporto di Numana, e cercando di descrivere tutto quello che riusciremoa vedere.Superato il Cantiere navale, noterete un numeroso insediamento dicaratteristiche grotte, sottostanti le Rupi di Gallina e il neo Parco delCardeto e, subito dopo lo sperone di roccia, vedrete una piccola cavitànaturale profonda pochi metri, comunemente chiamata la "GrottaAzzurra"(1); di seguito poi vedrete una scogliera naturale e tutta lacosta del Passetto come era un tempo, prima degli insediamenti umani.Lungo la scogliera noterete anche un riquadro sugli scogli, chiamato il Quadrato, un luogo dove oggi gli appassionatidel mare si esibiscono in tuffi, ma dove un tempo nelle sue vicinanze vi era situata una grande Pesca con palafitteannesse.Subito dopo il Quadrato vi troverete di fronte a quello scoglio dalla strana forma chiamato la "Seggiola del Papa"(2),che è senz'altro lo scoglio più amato dagli anconetani. Nei pressi si trovano una vasca naturale chiamata la"Vaschetta" e il "Canalaccio"(3), un piccolo canale che porta in mare aperto. Sono questi i luoghi dove gran partedegli anconetani ha imparato a nuotare: i primi approcci con il nuoto avvenivano, e tutt'ora avvengono, nella Vaschetta,raggiunto poi un livello accettabile, si passava al Canalaccio, dove l'acqua è più alta, per arrivare poi a nuoto fino al"Paletto".

Proseguendo la nostra navigazione, osserviamo una scogliera semi-sommersa sottostante le rupi di Pietralacroce e, subito dopo la Baia, la"Valletta" dove vi sono insediate una serie di grotte utilizzate dai pesca-tori come ricovero per le barche: le origini di alcuni di questi insediamen-ti artificiali risalgono ben al lontano 1850.Tutt'attorno alla Baia sono visibili una serie di scogli chiamati nell'ordi-ne: Scoglio dei Gamberi e Scoglio Lungo, posti di fronte alla scoglierasemisommersa; mentre sulla sinistra della Baia scorgiamo lo ScoglioSirolo, le Tre Pozze, lo Scoglio Grande, i Quattro Sassetti, il Quadro e losperone della Scalaccia, da dove un sentiero porta fino al cimitero diPietralacroce.Sotto allo sperone della Scalaccia(5), sono visibili un insidioso cunico-

lo, creato dall'erosione marina, che ha termine dopo quindici metri di pericoloso percorso, e sulla sua sinistra lo scogliodel Fico, mentre la baia che segue viene comunemente chiamata Baia del Campo del mare(6), alla cui sinistra si trovalo Scoglio del Cavallo(7), denominazione che comprende anche una secca.Superato lo scoglio, troviamo una serie di bianchi scogli, chiamati la Scogliera e proseguendo ancora, la Baia dellaVecchia, con degli insediamenti di grotte ed un sentiero che sale fino a monte Venanzio.Dalla baia, procedendo sempre via mare in direzione dello Scoglio del Trave, subito dopo aver superato l'ultima grotta,troviamo uno scoglio chiamato l'Emerso(8), il cui nome deriva da un'antica e suggestiva leggenda la quale narra cheuna notte, improvvisamente, la formazione rocciosa emerse dall'acqua, senza che si fosse verificato alcun evento sismi-co: da questa tradizione orale deriva appunto l'appellativo di Emerso.

Un'altra leggenda narra che in un tempo molto lontano lo scoglio avreb-be collegato le due sponde dell'Adriatico, poi il susseguirsi di fenomeninaturali avrebbe interrotto tale collegamento, lasciando di conseguenzalo scoglio come un lungo ponte crollato sul mare.Sulla sinistra del Trave noterete un muro di terra grigia franosa chiama-ta i Colombacci(12) (aula geologica) e, subito dopo, una serie di scoglie di rocce color marrone contenenti bitume e cristalli di gesso. Di fron-te, in mare, emerge uno scoglio chiamato di Caldarola.Navigando in direzione di Portonovo troviamo la bellissima spiaggia diMezzavalle(13), dove due sentieri salgono fino alla SP 1 del Conero, e,

ancora più avanti unaserie di scogli, propriosotto il Monte della Croce(14), dove un tempo transitava la vecchiastrada che portava a Portonovo; tra quegli scogli, fino a non molti annior sono, veniva effettuata la pesca dei Balleri, datteri di mare che riesco-no a perforare la marna morbida grazie al loro guscio zigrinato e allesecrezioni acide che sciolgono la componente calcarea delle rocce.Oggi, la pesca di questi molluschi è tassativamente proibita.

Lo scoglio viene così chiamato per la sua curiosa forma. Alcuni peròlo chiamano " Trovelò ", termine che viene spiegato in due modi: ilprimo, perché somiglierebbe ad una "Trivella"; il secondo, perchéalcuni pescatori avrebbero " trovato " uno scoglio in mare franato dalmonte. Altri lo chiamano "Oronzo vergine", termine quest'ultimo dioscura derivazione. Il nome "scoglio della Vela" è comunque moltopiù appropriato e poi "sa più di mare".Oltre la Vela, superato il Puntone che interrompe il tratto costiero, tro-viamo la Spiaggiola(21) che è un approdo protetto, una delle tante pic-cole e spettacolari insenature conquistabili solo dal mare, territorio indi-

scusso dei naturisti. Asud della Spiaggiolatroviamo il tratto di costa chiamato il Lavatoio o l'Ospedale(22),per il candore delle sue bianche e maestose rocce e, proseguendo,vediamo il tratto di costa chiamato dei Sassi Bianchi(23) e, pocopiù avanti, l'omonima spiaggia che un tempo veniva chiamata ancheValle Ombrosa(24), perché illuminata dal sole per poche ore algiorno.Da questa spiaggia, superato lo sperone di roccia, giungiamo allaSpiaggia dei Forni(26), che appare come una breve mezzalunaincastonata tra rocce imponenti, tra innumerevoli cavità che si sonoformate a causa dell'erosione marina, chiamate appunto i Forni(25).

Superato il Puntone Maggiore, a ridosso del Passo del Lupo troviamo laSpiaggia delle Vellare(32), un nome che deriva dalla caratteristica gra-minacea chiamata comunemente Tagliamani, pianta presente in moltis-simi esemplari in questo versante.Superata la spiaggia, troviamo la cosìdetta Punta del monte(33), cioè lapunta estrema del massiccio del Conero più avanzata verso mare e unconseguente tratto di costa con fenditure aperte sul mare scavate dallacontinua erosione marina e, inoltre subito dopo in un'ampia zona situatatra il monte e il mare, notiamo le vestigia di vecchie costruzioni del"Moletto" o "Pontile"(34), un vecchio punto di attracco di barconi deicavatori. Subito dopo troviamo un gruppo di placche lisce che scendonoverso il mare, con una

serie di fenditure che ne interrompono la quasi regolarità e, proseguendo,un tipico paesaggio litoraneo con una spiaggia che sembra fatta di confet-ti, dove, sottostante ad una serie di rocce rosate, un tempo vi erano inse-diate alcune fornacI per la calce. Proseguendo ancora, poco più avanti tro-viamo un piccolo gruppo di scogli affioranti, comunemente chiamati gliOrsetti(35), per la loro forma particolare. Arriviamo così alla spiaggia deiSassi neri(36), meta prediletta dai praticanti del naturismo e a quella diSan Michele(37), famosa spiaggia del Conero e vanto della cittadina diSirolo; subito dopo vediamo la Punta di Ferri o Punta di Giacchetta cheprende il nome dall'omonimo scoglio situato oltre la scogliera frangiflutti.

Navigando, noterete le caratteristiche grotte, uniche nel loro genere intutta la costa adriatica.Le prime furono scavate nel lontano 1889 dai pescatori con la funzione diricovero delle attrezzature da pesca e delle barche e, ancora oggi, con lapesca praticamente molto ridimensionata, i figli e i nipoti di quei "pionieri"non riescono a fare a meno di trascorrere dei periodi di tempo nella baia,facendo manutenzioni e conversando con il vicino di grotta, ricordando le

belle storie del passato ei tanti problemi del pre-sente.Poco più avanti troviamol'imponente struttura del-l'ascensore, da poco completamente ristrutturata, e la grande scalinata(4),(i cui lavori furono completati probabilmente nell'anno 1948) che salefino al tempio a 8 colonne doriche in pietra d'Istria, che, maestoso nelsuo bianco candore, simboleggia i caduti di tutte le guerre.Il Monumento ai Caduti(4), progettato dall'Architetto anconetanoGuido Cirilli, fu inaugurato il 3 Novembre dell'anno 1932.A sinistra della scalinata troviamo due stabilimenti su palafitte e, subito

dopo un breve tratto di costa senza insediamenti, un altro agglomerato di grotte (Passetto sud) e sulla sinistra notere-mo un grande smottamento di terreno causato da una grande frana nel novembre del 1998.

Troviamo poi altre grotte, tra le quali un sentiero sale fino all'abita-to della Vedova, e una serie di scogli chiamati i Draghetti, costolesottili di roccia perfettamente parallele, così chiamati per le curiosee strane sembianze che hanno osservandoli.Andando ancora avanti, arriviamo di fronte al Monte dei Corvi(9-10) dove il sentiero della Sardella sale fino alla SP 1 del Conero e,subito dopo, proprio di fronte a quel piccolo gruppo di capanne deipescatori, troviamo i Campani(10), cioè un piccolo gruppo di scogliaffioranti sopra ad una conformazione rocciosa sommersa chiama-ta le Mesole, in linea con lo Scoglio del Trave(11).Subito dopo c'è lo Scoglio del Trave che scende a 45° dal Monte deiCorvi e si riversa in mare prolungandosi per un chilometro: la carat-

teristica formazione rocciosa è visibile a fior d'acqua, per circa 450 metri, perciò occorre stare molto attenti men-tre ci si accinge a superare lo scoglio con un' imbarcazione.Molte sono le leggende sullo scoglio del Trave: una relativa alla traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto,narra che la costruzione, sorretta dagli angeli, si fermò proprio su questo scoglio, per un'ultima sosta prima digiungere a destinazione.

Arriviamo così a Portonovo(15), esclusiva meta balneare, dove la primacosa che certo noterete è che la baia si è formata in seguito ad una gran-de frana, mai documentata dalla cronaca storica, avvenuta in epocaremota ed espansa dall'attività estrattiva presente fino agli anni 50 in tuttala zona costiera. Ma questa è storia del passato.Oggi Portonovo è una prestigiosa località balneare conosciuta in tutto ilMondo, con alberghi esclusivi e rinomati ristoranti con una serie di servi-zi balneari efficientissimi.Sulla baia fanno bella mostra di se, il Fortino napoleonico(16), la Torredi Guardia(17) e la chiesa romanica di Santa Maria di Portonovo(19).Oltre la chiesetta notiamo il tratto di costa fino allo Scoglio della Vela(20).

Dopo la spiaggia dei Forni, chiamata da alcuni anche spiaggia deiGabbiani, proseguendo notiamo le vestigia del Molo Davanzali(27) e,sulla sua destra, un tempo non troppo lontano, vi era posizionata lafamosa Grotta degli Schiavi, una grotta il cui toponimo è scritto in tuttele carte, ma che oggi non esiste più.Poco più avanti sono ancora molto evidenti le vestigia degli insedia-menti dei cavatori.Proseguiamo ancorafino ad arrivare di fron-te agli splendidi scoglidelle Due Sorelle(29),posti tra il Puntone

minore e la Baia delle Due Sorelle(30).Oggi, nella baia approdano barconi carichi di turisti attratti da un luogoselvaggio ed unico, tra i più belli dell'Adriatico; con la sua acqua limpidae cristallina, la baia è tra le più conosciute mete balneari di tutto il terri-torio nazionale e non solo.Dalla baia è possibile risalire un sentiero fino alla vetta del monte, o finoa Sirolo attraverso il Passo del Lupo: questo percorso nel passato furicavato dai cavatori del Conero.Sulla sinistra della baia troviamo il Puntone Maggiore(31), chiamato anche Front'alto, dove, nel punto di contatto con ilmare, è ben visibile la particolare conformazione rocciosa chiamata i Libri(31).

Si arriva così di fronte alla Spiaggia Urbani(38) dove potrete osserva-re la cavità conosciuta come Grotta Urbani(39), scavata naturalmentenella marna e la prestigiosa spiaggia Urbani.Il molo artificiale della spiaggia è collegato ad uno scoglio chiamatoSasso Grosso e ad un altro denominato Sasso delle Donne, quest’ulti-mo viene così chiamato perché nei primi anni del 900 le donne vi sirecavano in gruppo per bagnarsi.Subito adiacente alla Grotta Urbani ci sono i Lavi(40), un’altra par-ticolare conformazione rocciosa composta da lunghe placche lisceche dolcemente scendono verso il mare, interrotte da fenditure sca-vate dall’erosione marina e da una profonda cavità chiamata la

Grotta della Secca dei frati(41).Troviamo poi Vetta marina(42), sperone a picco sul mare, dovesulla cui sommità sorgeva un convento di frati minori del XIII seco-lo e subito dopo la spiaggia chiamata Gigli o Sotto Santa(43) conlo Scoglio del Bo(44), detto anche Sasso della Balena e, di segui-to, la frequentatissima ed apprezzata Spiaggiola di Numanaalta(45) e il suo porto, punto di arrivo della nostra navigazione.

Grotta Azzurra

Passetto: Monumento ai Caduti e scalinata

Baia di Pietralacroce

Scoglio l’Emerso Scoglio del Trave

Monte della Croce

Spiaggia di Mezzavalle Torre di guardia Fortino napoleonico Chiesa Santa Maria di Portonovo

Baia di Portonovo

I Forni

Scoglio della Vela Baia delle Due Sorelle

Scogli delle Due Sorelle

Spiaggia di San Michele

Spiaggia dei Sassi neri

Grotta Urbani

Grotta della Secca dei frati

PORTONOVO

Mole

POGGIO

ANCONA

MASSIGNANO

CAMERANO

SIROLO

Porto Turistico di Numana

Litorale Marcelli di Numana

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Molo

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Il Puntone Maggiore e i

Libri

Spiaggia dei Sassi neri

Spiaggia di San Michele

Punta di Giacchetta o Ferri

Grotta Urbani

Grotta della Secca dei Frati

Porta Pia

14 Monte d

ella Croce

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Geologica

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Spiaggia Urbani

I Lavi

Vetta Marina

Spiaggia Sotto Santa o Gigli

Spiaggiola Numana Alta

Sasso del Bo o della Balena

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L’Emerso

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Monumento ai Caduti

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Baia delle Vellare La Punta del monte

15 Portonovo

Porto Turistico di Ancona

1

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30 Baia delle Due Sorelle

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Arco di Traiano

Teatro delle Muse

VARANO

OSIMO

BOLOGNA

PESCARA

FANO

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Cattedrale S. Ciriaco

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Puntone Minore

FONTE D ’ OLIO

53

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50Incisioni Rupestri

San Pietro al Conero

Chiesa di S. Lucia

Grotte di Camerano

Ancona Sud - Osimo

A 14

Foce del Musone

MARCELLI

NUMANA54

COPPO

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Elaborazione grafica: Claudio Boriani - Foto e testi: Aldo Forlani - Stampa: Grafiche Scarponi - Osimo Tutti i diritti riservati agli autori. Vietata la riproduzione anche parziale.