Quel dolce profumo di devozione

13
Q uel dolce profumo di devozione GIANNI BIANCHI Storia e tradizioni sui riti della Settimana Santa tarantina vissuti e raccontati da un Confratello Scorpione Editrice

description

Storia e tradizioni sui riti della Settimana Santa tarantina vissuti e raccontati da un Confratello, Gianni Bianchi

Transcript of Quel dolce profumo di devozione

Page 1: Quel dolce profumo di devozione

Quel dolce profumo di devozione

GIANNI BIANCHI

Storia e tradizioni sui ritidella Settimana Santa tarantina

vissuti e raccontati da un Confratello

Scorpione Editrice

Page 2: Quel dolce profumo di devozione

50

Addolurate

Le porte s’aprenee cù a nazzecate jesse Addolurate.Tutte jè oscure e nescijune ffiate,

se sende qualche chiandeso le donn’ d’Addolurate.

Jè triste vedè a Sande ca chiange pù Ffighie perse.U’ vise e dosce e tutte pare accese.

Jè belle vedè Addolurate ca sende e no ffiate.

Gianni Bianchi

Page 3: Quel dolce profumo di devozione

Le ultime poste del pellegrinaggio ai Sepolcri stannofacendo il loro rientro nella Chiesa del Carmine e i tantifedeli, che hanno seguito quel cammino di Sepolcro inSepolcro come vuole la tradizione, si affrettano ad attraver-sare il ponte girevole e tutta la città vecchia per dirigersialla Chiesa di San Domenico dove, tra circa un’ora, uscirà laprocessione dell’Addolorata.

I confratelli, che prenderanno parte al Solenne pellegri-naggio già da alcune ore, sono entrati all’interno dell’oratorioper vestire l’abito di Rito.

In quella solenne atmosfera ha inizio la secolare vestizio-ne: escono dalle custodie i lunghi camici bianchi e le mozzet-te nere; dalle borse i cappucci, i guanti e le calze bianche, lecinte ed i rosari in ultimo, le scarpe di colore nero e le coccar-de. Infilano le calze bianche e calzano le scarpe corredatedalla vistosa coccarda di colore bianco con bottone nero.Prendono i lunghi camici che con maestria vengono indossatie sistemati in modo uniforme sul davanti e con alcune arric-ciature sul di dietro, infilando nella cintura, con degli apposi-ti passanti, le due fasce di colore nero ed i rosari.

Il rosario penderà lungo il camice dal lato destro, mentrele due fasce nere scenderanno lungo il lato sinistro.

Prendono le mozzette che sono di colore nero con bottonied asole di colore bianco che hanno a sinistra un medaglionecromato di forma ovale, con impresso il volto dell’Addoloratae con la scritta “Mater Dolorosa”, mantenuto alle sue estre-mità da due fiocchetti di raso di colore bianco.

Le mozzette, della processione dell’Addolorata, sono diproprietà della Congrega e, a differenza delle mozzette dei

51

Quel dolce profumo di devozione

La processione dell’Addolorata

Page 4: Quel dolce profumo di devozione

confratelli del Carmine che sono acquistate dagli stessi, ven-gono consegnate a tutti gli aggiudicatari il lunedì Santo.

Bisogna sapere che le mozzette sono diverse secondo isimboli aggiudicatisi: la mozzetta del troccolante presentaalla fine due fasce argentate, una più spessa e un’altra piùsottile con all’estremità, per tutta la sua circonferenza, un’or-latura dorata. La mozzetta del portatore della Croce deiMisteri, dei due mazzieri e dei quattro sdanghieri è uguale:presenta alla fine una sola striscia argentata per tutta lasua circonferenza.

La mozzetta del portatore del Bastoncino presenta inve-ce tre strisce, sempre alla fine, argentate con orlatura dorataper tutta la sua circonferenza; le mozzette della prima postache affiancano il Bastoncino e compongono il cosiddetto“Trono” presentano due fasce alla loro estremità argentate,mentre le mozzette delle poste sono uguali: non presentanostrisce e/o orlature ma solo una sottile fascia argentata allasua estremità. Dopo averle indossate sulle spalle i bottonisono allocati nelle rispettive asole.

È il momento dei cappelli. Anche questi sono di proprietà

52

Gianni Bianchi

I due confratellisi sistemano a

vicenda il lungocamice.

Page 5: Quel dolce profumo di devozione

della Congrega.Il cappello è di colore nero, lungo la visiera e sulla circon-

ferenza cranica esterna bordato da nastro di raso di colorebianco con un unico e lungo nastro che fuoriesce, anch’esso dicolore bianco, cucito alle due estremità interne. Dopo averloindossato si prende il lungo nastro bianco, che è stato divisoin due parti uguali, e si fa passare attraverso l’asola dellamozzetta bloccandolo con un nodo alla cintura. Poi è la voltadel cappuccio che viene infilato e fatto scivolare sul viso inmodo tale che i due piccoli forellini siano allineati con gliocchi. Mancano solo i guanti e la vestizione dei confratelli ècompletata.

I tre Crociferi che, a differenza degli altri partecipanti,non calzeranno calze e scarpe hanno subito cercato il freddocontatto col pavimento marmoreo dell’oratorio. La loro vesti-zione è più semplice: bloccato l’indumento fino alle ginocchiainfilano il lungo camice bianco, allacciano in vita la cinta, ilrosario e le due fasce nere; infilano i guanti, il cappuccio edinfine su quest’ultimo una corona di rami secchi intrecciata.La corona sarà portata da tutti i confratelli.

I due bambini, portatori delle simboliche “Pesare”, scher-zano fra loro, mentre vengono vestiti dai rispettivi genitoriche curano ogni minimo particolare per renderli perfetti agliocchi dei tanti turisti che hanno raggiunto il capoluogo perassistere e seguire la secolare processione dell’Addoloratalungo il suo lento cammino.

Le Pesare sono vestite allo stesso modo dei tre Crocifericon una sola differenza: esse indossano calze bianche e scar-pe nere con coccarda bianca. Terminata la vestizione gli èdato un ultimo consiglio su come procedere nella loro nazzi-cata.

Il troccolante ha impugnato nella sua mano la Troccola esuonandola, con una continua rotazione di polso e di braccio,avvisa tutti i confratelli che a breve usciranno in processio-ne.

Si incolonnano uno dietro l’altro e giunti dinanzi allaVergine, con un inchino, porgono il loro saluto. Tutto è pron-to.

Il troccolante sempre suonando il “suo” strumento, segui-to dalle Pesare e dalla Croce dei Misteri, ha attraversatotutta la navata giungendo al portone, ancora chiuso.

Da lontano alcuni rintocchi avvisano che è scoccata lamezzanotte quando la folla, guardando in alto, vede il porto-ne della Chiesa di San Domenico che si apre e la Troccola,con quel crepitio, scende la lunga e ripida scalinata.

Ha così inizio la processione dell’Addolorata.

53

Quel dolce profumo di devozione

Page 6: Quel dolce profumo di devozione

Sulle note di una struggente marcia funebre tutti i sim-boli e le poste escono dalla Chiesa e scendono, passo dopopasso, l’antica scalinata sistemandosi sul pendio.

La statua dell’Addolorata è ancora all’interno dellaChiesa, quando il Trono è sceso in strada.

La Vergine è stata posta sulle spalle degli sdanghieri edelle forcelle che, dolcemente nazzicando, attraversano tuttala navata, varcano il portone e si posizionano a ridosso delparapetto.

La sua uscita è accompagnata dalle note della marciafunebre Giovedì Santo.

La statua dell’Addolorata viene mostrata al popolo, daalcune ore assiepato sul pendio e nel vicolo San Domenico;poi, con maestria, impugnate le sdanghe viene fatta scendereper gli angusti e stretti scalini: in strada viene issata sullespalle; mentre ai suoi lati si sono posizionati Carabinieri eVigile Urbani in Alta Uniforme, ed i boy scouts che seguiran-no la processione fino al rientro.

La processione dell’Addolorata ha tutto un suo fascinosia storico che culturale.

Trae la sua bellezza, se così si può dire, dalla lenta nazzi-cata con cui i confratelli si lasciano andare lungo il Pendio,

54

Gianni Bianchi

Il “Trono” èin strada e

dolcemente sinazzica.

Page 7: Quel dolce profumo di devozione

dove quel vecchio tratto di strada e quei palazzi secolarifanno da cornice ad uno splendido spettacolo di luci, di suonie di colori. La folla assiepata ai lati della stradella suggellaquella triste atmosfera che, accompagnata dalle struggentimarce funebri, richiama l’interesse e la curiosità dei tantifedeli e non solo di questi.

Il troccolante fa quasi fatica a farsi largo ed il serviziod’ordine a stento riesce a mantenere la folla accalcatasi ailati della strada. Mentre i due mazzieri in un continuo viavai, battendo ripetutamente la mazza ferrea sull’asfalto, cer-cano di allontanare i curiosi spettatori da vicino i simboli e leposte.

Giù in piazza Fontana è presente una moltitudine digente, accorsa per essere testimone del Solenne pellegrinag-gio, che aspetta da ore in trepida attesa il suo passaggio.

55

Quel dolce profumo di devozione

La Crocedei Misteri sifa largo sulpendio.

Page 8: Quel dolce profumo di devozione

Lontane giungono le note di una marcia funebre e s’intra-vede, nella sua singolare oscillazione, la lunga croce nera deiMisteri: è il segnale che la processione è sempre più vicina.

Sono da poco passate le tre di notte, quando la Troccolagiunge all’altezza dell’antica torre dell’Orologio e a seguiretutti gli altri simboli, poco più distante nella sua nazzicata lastatua dell’Addolorata.

Ormai il pendio è stato attraversato ed il popolo si pone alseguito del lungo corteo per le vie e i vicoli della città vecchia.

Dai balconi sventolano bianche lenzuola e coperte colorate,mentre le luci dei lampioni, appesi ai vecchi palazzi, e dellepiccole lanterne illuminano la stretta via al passaggio dellaprocessione.

Si giunge così alla Marina dove i pescatori, di ritorno dauna notte trascorsa in mare, si fermano e danno il loro perso-nale saluto all’Addolorata.

Solo un particolare storpia il passaggio della funzione reli-giosa e sono quei chioschetti di fortuna che vendono panini,birre, bevande di ogni genere in piazza Fontana e nei vicoli chenon sono per nulla in sintonia con la sacralità del momento

Da oriente l’alba si leva e, in un contrasto di luce, la pro-cessione giunge sul ponte girevole dove un tempo era il popoloche, statua in spalla, lo attraversava.

Oggi quest’antica tradizione è andata persa e l’Addolorata,sempre portata in spalla dagli sdanghieri, attraversa con la

56

Gianni Bianchi

Torcianti cheseguono la

statuadell’Addolorata.

Page 9: Quel dolce profumo di devozione

57

Quel dolce profumo di devozione

nazzicata il ponte diretta alle vie del borgo nuovo e al conventoMaria Immacolata, sito nell’omonima piazza, per la sosta.

Sono da poco passate le ore 06.00 ed il cielo incomincia aschiarirsi.

Ecco che il portone della Chiesa del Carmine si apre edescono le poste del pellegrinaggio (del cosiddetto incontro allaMadonna) che nazzicandosi guadagnano il freddo asfalto dellapiazza e, dopo essersi incolonnate, svoltano per via d’Aquinodirette alla Chiesa di San Pasquale; nel contempo, dal portonedella sagrestia escono le poste dirette alla Chiesa di SanFrancesco da Paola.

In fondo alla via si scorge la lunga Croce dei Misteri che hada poco svoltato da via Margherita immettendosi su viad’Aquino.

Le prime poste rallentano l’andatura, sperando, di poterincrociare la processione per renderle il loro saluto.

Per la via si ascolta una marcia funebre e le coppie di per-dune si lasciano andare spalla a spalla in una dolce, quantosentita, nazzicata.

Sono trascorse alcune ore dalla loro uscita in pellegrinag-gio e la statua dell’Addolorata è sempre più vicina.

I perdune entrano in processione prima, però, si tolgono ilcappello facendolo scivolare sulle spalle e offrono il loro salutocon genuflessione ed abbraccio alla Croce dei Misteri; poi, sem-pre mantenendo la destra, giungono di fronte alla statua dellaVergine. Sono pronti…

Il confratello anziano impugna la mazza e bussa per bendue volte sull’asfalto: genuflessione ed abbraccio. Dopo il salutosi spostano.

Questo movimento è accompagnato dal caratteristico tin-tinnio delle medaglie dei rosari e dalle mazze che battono ripe-tutamente per terra. Escono dalla processione, indossano ilcappello, passano di là della folla e si dirigono verso la Chiesadi San Pasquale per il saluto al Sepolcro.

Le poste dirette alla Chiesa di San Francesco, nel frattem-po, hanno alzato il passo sicuro di incontrare la processioneprima che entri per la sosta nell’Istituto dell’Immacolata.

Esse entrano una dietro l’altra in Chiesa: omaggiano con illoro saluto il Sepolcro, escono e si incolonnano su via di Palma.

Quando la prima posta è al centro della strada giunge dicorsa un ragazzino che, fermandosi vicino, sussurra qualcosaai due confratelli: li ha informati che la statua dell’Addolorataha svoltato per via Berardi.

Le poste alzano il passo accompagnandosi con le mazze efacendo tintinnare continuamente le medaglie dei loro rosari,che tengono stretti nelle mani.

Page 10: Quel dolce profumo di devozione

58

Gianni Bianchi

Coppia di Perdune genuflessi davanti all’Addolorata.

Page 11: Quel dolce profumo di devozione

59

Quel dolce profumo di devozione

Un pargoletto in braccio al papà allunga il braccino.

Un confratello porge il saluto alla statua della Vergine.

Page 12: Quel dolce profumo di devozione

La loro nazzicata è composta, ma celere. Arrivano in piazzaMaria Immacolata dove il suono della Troccola le avvisa che ilcorteo è vicino: entrano in processione, levano il cappello e,sempre mantenendo la destra, giungono davanti alla Croce deiMisteri la salutano con genuflessione ed abbraccio.

Mentre la processione sfila davanti ecco arrivare, con lasua perpetua nazzicata, la statua dell’Addolorata. Due secchitocchi di mazza sull’asfalto si odono: genuflessione ed abbrac-cio.

Sono le ore 10.30 e il pellegrinaggio del Venerdì mattinasta per terminare.

Il portone della Chiesa del Carmine è aperto ed ilGonfalone della Congrega, in un sordo sventolare, è stato espo-sto fuori dal Tempio.

Le poste del pellegrinaggio giungono in piazza, ancoraun’ultima nazzicata ed entreranno in Chiesa.

A quell’ora l’asfalto è caldo, ma al momento del rientrofanno quasi fatica a salire il freddo gradino marmoreo che lidivide dall’ingresso del luogo Sacro: sanno in cuor loro chequella è l’ultima nazzicata; poi, si tolgono il cappello facendoloscivolare sulle spalle e, con l’aiuto delle mazze, si danno un leg-gero slancio che permette loro di varcare l’ingresso dellaChiesa.

Il Sepolcro giganteggia in fondo all’Altare e con una dolcenazzicata, si fanno largo per il centro della navata.

Si ascolta qualche timido singhiozzo, mentre gli occhi ches’intravedono da quei minuscoli forellini si rigonfiano di lacri-me che scendono lungo i bianchi cappucci. I Perdune, con il lorosaluto, rendono omaggio al Sepolcro; poi, entrano in sagrestia,su per le scale e per i saloni dove si spogliano degli abiti diRito.

Al termine della svestizione tutti a casa ad aspettareimpazienti le ore 17.00 quando la Troccola, con il suo caratteri-stico crepitio, echeggerà in piazza Giovanni XXIII, segno che laprocessione dei Misteri ha avuto inizio.

Le strade si ripopolano di fedeli, mentre il troccolante suo-nando il suo strumento esce dall’Istituto Maria Immacolata e aseguire tutta la processione che, lentamente nazzicando, si alli-nea lungo la via.

Il sole splende alto, quando tutto il corteo attraversa viad’Aquino diretto per il ponte girevole. Ancora qualche ora el’Addolorata e tutti i confratelli saranno di rientro nella Chiesadi San Domenico.

La folla lascia il passo alla processione che quasi speditaha raggiunto Taranto vecchia e si appresta ad imboccare viaDuomo, dove l’atmosfera è uguale, immutata nel tempo, con

60

Gianni Bianchi

Page 13: Quel dolce profumo di devozione

quelle antiche mura dei palazzi e quel suo pavimento fatto dibianche chianche.

I due gruppi musicali, il primo dietro la Troccala e il secon-do dietro la Vergine, intonano a distanza delle marce funebri equelle nazzicate così sentite ed armoniche danno tutta l’inten-sità di quella splendida atmosfera che si vive e si respira nelcuore della città vecchia.

La processione, intanto, si è allungata non tenendo più legiuste distanze fra le poste, ed i mazzieri fanno quasi fatica aricompattarla.

Le ore sono trascorse in fretta e si giunge al Pendio SanDomenico, ormai quasi deserto, dove si consumerà l’ultimo attodi questa secolare processione.

Il troccolante rallenta la sua andatura e, suonando mesta-mente la sua tabella, sale i ripidi scalini: è ora di rientrare…

Dall’alto, voltandosi a guardare, vede tutta la processione: ipiccoli portatori delle Pesare che sono esausti; il portatore dellaCroce dei Misteri che l’abbraccia tenendola stretta a sé; leposte che si sistemano spalla a spalla per l’ultima nazzicata,mentre i tre Crociferi nel loro dolce e lungo dondolio si lascianoandare ad una coreografica nazzicata; la statuadell’Addolorata, sempre nazzicando, gira il pendio accompa-

61

Quel dolce profumo di devozione

Confratelliinginocchiatiin preghieradavanti alSepolcro.