Quattrozampe in città

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Questo piccolo manuale è nato con lo scopo di dare alcune informazioni semplici e utili a tutti iproprietari di cani e suscitare in loro la curiosità di approfondire la conoscenza verso questo splendido compagno di vita.

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Quaderni del volontariato

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Edizione 2010

Laura Cibeca

Associazione A.T.E.N.AAttività e terapie educative naturali con l’ausilio di animali

QuattroZampein città

Scegliere, crescere, vivere bene con il proprio cane in casa e tra la gente

CesvolCentro Servizi Volontariato

della Provicia di PerugiaVia Sandro Penna 104/106Sant’Andrea delle Fratte

06132 Perugiatel. 075.5271976fax. 075.5287998

Sito Internet: www.pgcesvol.netVisita anche la nostra pagina su

Info e [email protected]

Con il Patrocinio della Regione Umbria

Edizione: Novembre 2010Progetto grafico e videoimpaginazione: Chiara Gagliano

Tutti i diritti sono riservatiOgni riproduzione, anche parziale è vietata

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I QUADERNI DEL VOLONTARIATO, UN VIAGGIO ATTRAVERSO UN LIBRO NEL MONDO DEL SOCIALE

Il CESVOL, centro servizi volontariato per la Provincia di Perugia,nell’ambito delle proprie attività istituzionali, ha definito un piano spe-cifico nell’area della pubblicistica del volontariato.

L’obiettivo è quello di fornire proposte ed idee coerenti rispetto aitemi di interesse e di competenza del settore, di valorizzare il patri-monio di esperienze e di contenuti già esistenti nell’ambito del vo-lontariato organizzato ed inoltre di favorire e promuovere lacircolazione e diffusione di argomenti e questioni che possono rite-nersi coerenti rispetto a quelli presenti al centro della riflessione re-gionale o nazionale sulle tematiche sociali.

La collana I quaderni del volontariato presenta una serie di pro-duzioni pubblicistiche selezionate attraverso un invito periodico ri-volto alle associazioni, al fine di realizzare con il tempo una vera epropria collana editoriale dedicata alle tematiche sociali, ma anche aicontenuti ed alle azioni portate avanti dall’associazionismo provin-ciale.

I Quaderni del volontariato, inoltre, rappresentano un utile supportoper chiunque volesse approfondire i temi inerenti il sociale per motividi studio ed approfondimento.

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Indice

Introduzione 9

Capitolo I UOMINI E CANI: CAPIRSI PER RISPETTARSI

1.1 Linguaggio canino 13

1.2 Vocalizzazioni 14

1.3 Espressioni del corpo 17

1.4 Comunicare con gli odori 21

1.5 Segnali di calma 23

1.6 L’aggressività 25

1.7 Parlare lo stesso linguaggio 28

Capitolo II SCEGLIERE IL CANE GIUSTO 31

2.1 Perchè accogliere un cane 32

2.2 Quale razza fa per me? 35

2.3 Adottare un meticcio 42

2.4 Sesso ed età 43

Capitolo III UN CUCCIOLO IN CASA

3.1 In casa con giardino 47

3.2 In appartamento 48

Capitolo IV CANI E BAMBINI

4.1 In gravidanza 57

4.2 Arriva il neonato 59

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4.3 Il Bambino cresce 59

4.4 Educare i bambini al rapporto con i cani 60

Capitolo V EDUCAZIONE E ADDESTRAMENTO: CONSIGLI PRATICI

5.1 Condotta al guinzaglio 72

5.2 Vieni! 75

5.3 Seduto! 77

5.4 Resta! 77

5.5 Lascia! 78

5.6 Il Gioco 79

Capitolo VI IL CANE OGGI: COMPAGNIA E UTILITÀ

6.1 I cani nelle forze dell’ordine e nell’esercito 85

6.2 I cani nella protezione civile e nelle unità da soccorso 86

6.3 I cani nelle attività e terapie assistite con l’ausilio di animali (Pet Therapy) 88

6.4 Il cane in città: diritti e doveri per una pacifica convivenza 90

6.5 Il cane in città: legislazione generale 92Contatti utili 94Bibliografia 95Ringraziamenti 97Biografia 99

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Introduzione

In Italia nel 2008 sono stati censiti ben 59 milioni di animali dome-stici tra cani, gatti, roditori, uccellini, di cui 7 milioni sono cani.Questi numeri rivelano quanto gli animali siano diventati importantie quanto ci aiutino a vivere meglio. Il loro aumento nelle città, dovela densità di popolazione è sempre più alta, con conseguente dimi-nuzione di spazi aperti, e con una convivenza sempre più stretta,porta con sé problemi e disagi.Ci sono anche moltissime difficoltà per i cani che si trovano a doveradeguarsi ad una vita con persone che non sempre li amano e devonoaffrontare situazioni che sono a volte in contrasto con il loro “istinto”,come per esempio dividere la casa con il gatto o il coniglietto, che in na-tura sarebbero considerati delle prede.Ai cani si chiede sempre di più: abbaiare poco o nulla, sopportare iltraffico e i rumori della città, vivere in appartamenti da soli per molteore al giorno e così via... . I problemi sorgono anche per i proprietari che devono avere un caneeducato e che non disturbi il vicinato.Una certa attenzione va posta anche alle persone che non solo nonhanno cani ma che spesso li vedono solo come un fastidio o peggiocome dei nemici da combattere, perché sono rumorosi, perché spor-cano o perché li reputano pericolosi.È davvero difficile riuscire a mediare così tante esigenze cercando dirispettare la “natura” e la vita di tutti i soggetti coinvolti, ma proprioin nome della forte amicizia che esiste tra cane e uomo da tempi im-memorabili è opportuno impegnarsi per fa sì che questa convivenzanon sia mai un problema ma una ricchezza, anche in città.I cani oggi hanno acquisito nuovi ruoli e nuovi compiti. Aiutano asopportare la solitudine degli ambienti urbani, aiutano ad affrontaredifficoltà fisiche e mentali, aiutano a sentirci al sicuro e a relazionarsimeglio e in modo positivo con chi ci circonda.Per raggiungere un equilibrio è importantissimo che chi decide diprendere accanto a sé un amico a quattro zampe valuti bene la scelta,si impegni nella sua educazione, segua le regole e le leggi che ci sonoe rispetti sempre gli altri.

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Introduzione

Solo in questo modo diminuiranno gli incidenti e gli episodi di in-tolleranza che hanno come protagonisti i cani. Questo piccolo ma-nuale è nato con lo scopo di dare alcune informazioni semplici e utilia tutti i proprietari di cani e suscitare in loro la curiosità di approfon-dire la conoscenza verso questo splendido compagno di vita. Oggi ci sono moltissime pubblicazioni, di facile consultazione, sulmondo canino, che possono aiutare in tal senso.Abbiamo dedicato un capitolo ai cani socialmente utili, quelli impe-gnati in attività di pet therapy (Attività e Terapie Assistite con l’ausiliodi Animali), nel soccorso e in altri compiti, perché il cane è un’ani-male che da sempre ci fa compagnia ma ci aiuta nelle situazioni piùdiverse e spesso ci salva la vita.Infine abbiamo dedicato uno spazio anche alle persone che nonhanno cani e/o ne hanno paura. Pensiamo che sia importantissimorispettarsi a vicenda e che il seguire alcune piccole regole possanoaiutare tutti a vivere fianco a fianco senza danneggiarsi.

Capitolo I

Uomini e cani:

Capirsi per rispettarsi

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

1.1 LINGUAGGIO CANINO

Uomini e cani comunicano in maniera differente e questo, come èfacile immaginare, è spesso causa di piccole e grandi incomprensioniche possono sfociare in episodi anche gravi.È fondamentale che le persone si impegnino a conoscere le basi dellacomunicazione canina proprio per evitare che accadano incidenti. È un po’ come imparare una lingua straniera che si basa pochissimosulla voce e tantissimo sulla comunicazione corporea.Uno degli aspetti da tenere sempre ben in mente è che il cane è piùportato ad osservare il nostro corpo e le posizioni che assumiamopiuttosto che ascoltare la nostra voce; a riguardo il cane è più sensbile al tono che alle parole pronunciate.Il cane per comunicare con i suoi simili e con noi utilizza:• Vocalizzazioni che comprendono l’abbaio, il ringhio, l’ululato, il la-

trato, gli uggiolii e altri suoni.• Posture del corpo, che includono le posizioni delle labbra, l’espres-

sione degli occhi (pupille dilatate e direzione dello sguardo)• Posizioni delle orecchie, della coda e del corpo• L’olfatto e ormoni• Il gioco

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

1.2 VOCALIZZAZIONI

Abbaio

L’abbaio è fondamentale per la comunicazione del cane, sia rivoltaai suoi simili che a noi. L’abbaio può essere un segnale di allerta, ov-vero ha lo scopo di avvertire il proprio branco o famiglia che c’è qual-cuno o qualcosa che si sta avvicinando al proprio territorio. Puòessere un segnale per richiamare vicino a sé gli altri componenti delbranco. Può anche servire per intimidire un intruso o per correggere,nel caso di una madre con i propri cuccioli, un comportamento nondesiderato da parte di giovani. Nel caso di abbaio ripetuto può essereun segnale di solitudine, il cane chiama il resto del branco da cui sisente isolato. In alcuni cani può essere anche un saluto o un invito algioco.

Ringhio

Il ringhio ha diverse sfumature, può essere accompagnato dall’abbaiooppure no. Può essere basso o molto forte. È comunque un segnaledi disagio che può essere di aggressività verso una minaccia immi-nente oppure un segnale di paura (il cane si sente minacciato, hapaura e non può fuggire e reagisce ringhiando).

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

Ululati, latrati

Gli ululati e i latrati vengono utilizzati per manifestare diversi staticome l’essere soli e quindi esprimere un disagio, rispondere all’ululatodi altri cani, far sapere agli altri di essere presente in un certo territo-rio. Il latrato è tipico dei cani da caccia che una volta trovata una pistada seguire lo comunicano agli altri della muta in questo modo. È unsegnale che indica eccitazione.Nei cani ci sono anche altre vocalizzazioni come i guaiti e i piagnu-colii, tipici dei cuccioli o dei cani che hanno dolore o che cercano dirichiamare l’attenzione.

Ansimare

L’ansimare è una necessità fisiologica del cane. Quando si alza la tem-peratura corporea, il cane, che non suda (solo dai cuscinetti), comeinvece fa l’uomo, a causa o dell’alta temperatura esterna (come accadein estate) oppure per stress dovuto ad ansia o a causa di uno sforzofisico, inizia ad ansimare (bocca aperta e lingua fuori) per disperderecalore. L’ansimare quindi, a seconda del contesto in cui si trova ilcane, può essere indice di stress positivo, se il cane sta giocando o faun’attività piacevole, o stress negativo in caso di paura o di nervosi-smo.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

Ribadiamo che per interpretare in maniera corretta ciò che cerca didirci il cane non basta ascoltare ma serve soprattutto osservare la po-sizione delle varie parti del corpo dell’animale. Il cane è un maestrodella comunicazione non verbale ed è un abile osservatore delle no-stre mosse anche inconsce.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

1.3 ESPRESSIONI DEL CORPO

Posizione delle labbra

La posizione delle labbra ci da delle informazioni su rabbia, domi-nanza, aggressività, paura, attenzione, rilassatezza.

• Labbra arricciate denti scoperti: segnale di pre-attacco. Il cane sisente minacciato ed è pronto a reagire.

• Labbra arricciate denti e gengive scoperte: il cane si prepara all’at-tacco

• Bocca rilassata e leggermente aperta: il cane è tranquillo• Bocca chiusa, denti e lingua non visibili: il cane è in attenzione

Sbadiglio

Lo sbadiglio è un segnale che l’uomo interpreta spesso in manieraerrata. Si crede che esso sia un atteggiamento, come per l’uomo, dinoia o stanchezza, ma spesso nel cane è segno di stress (per esempioin un cane che viene sgridato duramente dal proprietario che a questosegnale dovrebbe smettere immediatamente) o è un segnale che vieneutilizzato per calmare un altro cane o il proprio padrone. Può essereutilizzato anche dall’uomo per comunicare calma e conciliazione adun cane.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

Leccare

I cuccioli leccano le labbra della madre per dire che hanno fame op-pure come segno di pacificazione nel caso di leccate ad altri adultidel branco.Il cane che tenta di leccare il viso del proprio padrone sta esprimendopacificazione e sottomissione e chiede attenzioni.Il cane che lecca le proprie labbra o l’aria è segnale di stress che puòessere dovuto ad un ambiente nuovo o persone che lo mettono a di-sagio.Non è mai un segnale pericoloso.

Occhi e direzione dello sguardo

• SGUARDO DIRETTO NEGLI OCCHI. Uno sguardo direttocon occhi e pupille dilatate è segno di minaccia e di dominanza.Un cane superiore che si avvicina ad un altro sta comunicando l’in-tenzione di attaccare. Fissare un cane negli occhi è sempre segnodi sfida e minaccia e si può scatenare nel cane una reazione vio-lenta.• SGUARDO SFUGGENTE, EVITA IL CONTATTO DIRETTO.

Tra cani indica sottomissione, paura o comunque si cerca di evitarelo scontro. Nei cani verso le persone può essere indice di noia o diperdita di attenzione nei confronti del conduttore.• SBATTERE LE PALPEBRE. È un segnale di amicizia.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

Posizione delle orecchie e del corpo

Le posizioni delle orecchie e della coda in un cane ci danno moltis-sime informazioni sulle sue intenzioni, ma dovrebbero essere sem-pre interpretate tenendo conto di tutto il contesto.•ORECCHIE DRITTE E LEGGERMENTE IN AVANTI: il cane

è in attenzione per qualcosa o qualcuno.•ORECCHIE SCHIACCIATE INDIETRO SULLA TESTA: se il

cane ha la bocca scoperta e mostra i denti allora è una minacciache può essere provocata dalla paura. Se la bocca è rilassata allorail cane sta dimostrando amicizia e socievolezza.• POSIZIONE RIGIDA SULLE ZAMPE, MOVIMENTI LENTI

IN AVANTI: tipico atteggiamento di un cane dominante che puòessere anche indice di sfida verso un potenziale rivale.• PELO RIZZATO SULLE SPALLE E SUL DORSO: il cane è

preoccupato per qualcosa e si trova in una situazione di disagio enon sa come comportarsi. Può essere segno di imminente attaccoo solo di nervosismo. Un cane dominante generalmente sollevasolo il pelo sul collo, un soggetto più insicuro su tutto il corpo.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

Posizione della coda

• CODA ORIZZONTALE NON RIGIDA: È un segnale di atten-zione. Non c’è minaccia.• CODA ORIZZONTALE RIGIDA: segnale di sfida se si incontra

un intruso o un estraneo• CODA ALZATA IN POSIZIONE ORIZZONTALE: è un se-

gnale di dominanza. • CODA ALTA INCURVATA VERSO IL DORSO: è un cane si-

curo di sé, che si sente il più forte.• CODA BASSA RILASSATA: il cane si sente tranquillo• CODA BASSA VICINA ALLE ZAMPE POSTERIORI, RI-

GIDA: può essere un segnale di paura o spesso di malessere, è tipicoin un cane che sta male.• CODA INFILATA TRA LE ZAMPE: più la coda è bassa più l’ani-

male è a disagio ed ha paura. Segnale anche di sottomissione e in-sicurezza.

Movimenti della coda• SCODINZOLIO VELOCE: può essere segno di eccitazione o di

tensione.• SCODINZOLIO LEGGERO CON OSCILLAZIONI PIC-

COLE: segnale di saluto sia verso il padrone che verso un cane co-nosciuto.• SCODINZOLIO AMPIO: segnale amichevole, che viene utiliz-

zato anche nel gioco.• SCODINZOLIO AMPIO DOVE LA CODA VA A TOCCARE

I FIANCHI DELL’ANIMALE: è un saluto speciale spesso rivoltoal proprietario dopo un’assenza. Segno di allegria e felicità da partedel cane.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

• SCODINZOLIO LENTO CON CODA A MEZZ’ASTA: se-gnale di perplessità da parte dell’animale che sta cercando di capirela situazione in cui si trova.

1.4 COMUNICARE CON GLI ODORI

Una parte fondamentale della comunicazione canina è sicuramenteoccupata dall’utilizzo dell’olfatto. Il cane possiede circa duecentoventimilioni di recettori nel naso, mentre l’uomo ne ha in media cinquemilioni, questo dimostra come i cani ci superino di gran lunga neldiscriminare e percepire gli odori che ci circondano e proprio a causadi ciò molto del “mondo olfattivo” dei cani resterà per noi un grandemistero. Il cane quando annusa fa entrare aria che resta per un po’all’interno della canna nasale e ciò permette all’animale di distingueregli odori.Proprio per questa loro capacità i cani vengono impiegati dalle ForzeArmate per cercare mine oppure per trovare esplosivi, droga e altroancora. Così come la Protezione Civile utilizza i cani per cercare per-sone disperse o che si trovano sotto le macerie di un terremoto.È fondamentale quindi per rispettare il benessere dell’animale, la-sciare che possa annusare l’ambiente che lo circonda durante le pas-seggiate quotidiane, oppure lasciare che possa annusare i cani cheincontra, proprio perché è necessario per una comunicazione cor-retta.Spesso si tende a tirar via il cane quando è troppo tempo che stafermo ad annusare ed è un grave errore perché non si permette al-l’animale di “leggere” tutto il messaggio e si rende il cane nervoso.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

I cani, soprattutto i maschi, tendono a marcare con l’urina posti ver-ticali come pali, alberi, ruote delle macchine, mura ecc...perché la su-perficie verticale permette una migliore diffusione dell’odore nell’aria.I cani dominanti marcano con la pipì superfici molto alte, perché èpiù difficile per un altro cane coprirla con la propria. Anche le fem-mine possono urinare per marcare territorio ma anche nel momentodel calore per far sapere ai maschi il loro stato.Gli odori sono così importanti per i cani che annusando i segni la-sciati da altri animali riescono a capire il sesso, l’età e lo stato ormo-nale di questo.I cani quando si incontrano si annusano nella regione anale proprioper catturare tutte le informazioni possibili e utili per il proseguodella “relazione”.Questo modo di relazionarsi lo utilizzano anche con i proprietari oaltre persone estranee. I cani percepiscono la differenza tra uomo edonna, eventuali gravidanze o altri stati ormonali della persona. Al-cune medicine hanno la capacità di cambiare l’odore di una personae il cane riesce a percepirlo.

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1.5 SEGNALI DI CALMA

Sono dei segnali che il cane utilizza verso un suo simile e/o verso ilproprio compagno umano per tranquillizzare una certa situazioneche gli crea nervosismo e stress. Ne sono stati identificati e studiatiuna trentina da un’etologa norvegese di nome Turid Rugaas. Qui ne riportiamo alcuni.

• Immobilizzazione. Due cani sconosciuti si incontrano e uno deidue si immobilizza, ciò serve a trasmettere calma all’altro animale.Gli uomini fraintendono questo atteggiamento pensando che il caneabbia paura e spesso intervengono causando anche risse.

• Avvicinamento laterale.

Due cani sconosciuti liberi dal guinzaglio che si incontrano lo fannosempre lateralmente, di fianco e mai frontalmente. Purtroppo i caniche si incontrano al guinzaglio sono costretti a fronteggiarsi muso amuso e questo scatena risse.

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• Sedersi/sdraiarsi.

Indica che il cane vuole tranquillizzare la situazione e comunica al-l’altro di non avere intenzioni bellicose.

• Voltare la testa e distogliere lo sguardo...

Il cane lo fa anche con il proprietario quando per esempio viene sgri-dato in maniera violenta, cerca di calmarlo voltando la testa e disto-gliendo lo sguardo. Il proprietario dovrebbe interrompere l’azionedopo questo segnale. Significa che il cane ha compreso.

• Scrollarsi. I cani lo fanno dopo un gioco piuttosto violento odopo che un uomo magari sconosciuto gli ha fatto un po’ troppe“coccole” senza le dovute accortezze.• Fare pipì. Anche questo è un modo per allentare tensione, so-prattutto dopo l’incontro tra due cani che non si conoscono.• Sbadigliare vistosamente per più volte• Leccarsi velocemente le labbra• Grattarsi spesso

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

1.6 L’AGGRESSIVITÀ

L’aggressività è un elemento naturale nel cane come nelle personeche serve per aiutare il soggetto a sopravvivere. L’aggressività è im-portante per procurarsi il cibo, per difendere il proprio branco-fami-glia o i propri cuccioli e non meno importante per difendere ilterritorio.Fin qui quindi possiamo considerare l’aggressività un qualcosa dinormale e allora perché un cane arriva a mordere una persona? Esi-stono vari tipi di aggressività che in determinate circostanze possonoportare un animale a mordere, anche il proprio padrone.

Vari tipi di aggressività

• Aggressività difensivaÈ la causa più frequente per cui un cane arriva a mordere una per-sona. Egli si sente così minacciato e magari impossibilitato a fuggireo evitare quella certa situazione per cui l’unica soluzione è mordereper difendersi. In questo tipo di aggressività rientra anche quella do-vuta ad una ferita, quindi c’è dolore (come può accadere dal veteri-nario) o anche quando una persona punisce violentemente un canefino a fargli male. Per evitare che un cane morda per questo motivoè fondamentale far socializzare il cucciolo appena lo accogliamo incasa con persone, animali e situazioni sempre nuove.Non avvicinarsi mai ad un cane sconosciuto senza seguire le regoledella “buona” comunicazione.Non mettere mai il cane “alle strette”,senza che abbia una via di fuga.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

• Aggressività predatoriaUn cane per mangiare in passato aveva bisogno di cacciare le predee ucciderle e per fare ciò una volta scovata la preda veniva inseguitaper abbatterla. Questo comportamento lo si ritrova anche nei giochiche i cuccioli fanno fra loro o con la madre. È quindi naturale perun cane rincorrere ciò che si muove.Qualcosa che “scappa strillando” fa sempre scattare nel cane l’istintodi rincorrerlo e questo può avvenire anche nel caso di un bambino.Per evitare che questo tipo di aggressività provochi incidenti, è fon-damentale crescere un cucciolo in maniera equilibrata, ben socializ-zato e ben educato. Solo così il cane da adulto imparerà a controllarequesti impulsi e a rispettare il proprietario e la sua famiglia.

• Aggressività territorialeIl cane è un animale territoriale, quindi è fondamentale per lui difen-derlo contro gli estranei.Per questo motivo molti cani sono ottimi per la guardia. Si può fare in modo che il cane non esageri nella difesa anche quandoè fuori dalla sua proprietà, non permettendogli per esempio di farela pipì per marcare durante la passeggiata sempre e ovunque. Marcarela stessa strada ogni volta vuol dire ammettere che anche quella è ter-ritorio del nostro cane e questo potrebbe aumentare le probabilitàdi una rissa tra cani soprattutto maschi È buona norma non entrare mai in una casa di amici o soprattuttodi sconosciuti da soli in presenza dell’animale, perché potrebbe co-munque impedirci di entrare. Il proprietario deve essere sempre pre-sente.• Aggressività da possessività Questa è la causa principale di incidenti che coinvolgono i bambini.Il cane può mostrarsi possessivo nei confronti della sua ciotola, deisuoi giochi, del posto dove dorme. Ribadiamo che la ossessività versoil cibo è assolutamente normale. Il cibo è una risorsa di vitale impor-tanza e il cane lo sa, quindi è pronto a difenderla a qualunque costo.Per prevenire reazioni esagerate da parte del cane, occorre abituareil cucciolo che quando per esempio ci avviciniamo alla sua ciotola

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

mentre mangia non è per toglierla, ma per AGGIUNGERE qualcosadi molto meglio. Lasciamo che il nostro cucciolo mangi in pace unpo’ del suo cibo e poi ci avviciniamo aggiungendo un altro boccon-cino alla ciotola. Ben presto imparerà che ogni volta che ci avvici-niamo a lui quando mangia è per un bellissimo motivo e non percompetere, così da adulto non avrà problemi quando qualcuno ancheaccidentalmente toccherà la sua ciotola.Per gli oggetti è importantissimo insegnargli a giocare con noi, a con-dividere e lasciarci quello che ha quando glielo chiediamo. Quelloche dobbiamo fare è scambiare con lui gli oggetti, ovvero “io do unacosa a te e tu ne dai una a me”.

• Aggressività da dominanzaIl cane essendo un animale sociale ha bisogno di avere nella famigliaun punto di riferimento, una guida. Se non la trova il cane tenderà afare le cose “di testa propria”. E questo potrebbe portare a morsiper motivi di dominanza.È fondamentale porre delle regole chiare e che siano sempre le stessefin da subito con il cucciolo occorre essere coerenti con i nostri in-segnamenti, premiare il cane quando fa la cosa giusta. Una personacoerente, sicura di sé, non violenta e calma sarà per il cane una guidasicura e l’animale non avrà bisogno di prendere iniziative proprie.

• Aggressività indotta dall’uomoPurtroppo esistono dei casi in cui il cane morde a sproposito perchéè stato addestrato in maniera violenta a farlo.Spesso le persone tendono a riversare sull’animale le proprie insicu-rezze e crescono cani senza regole e aggressivi proprio per far pauraagli altri.Un cane cresciuto con violenza e nel caso di criminali anche drogatoper renderlo ancora più “feroce”, sarà sicuramente pericoloso maquesto non è certo colpa dell’animale.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

1.7 PARLARE LO STESSO LINGUAGGIO

Da quanto scritto in precedenza si nota come il linguaggio caninosia molto diverso dal nostro e questo può creare incomprensioni.Per poter quindi comunicare in maniera corretta con il nostro amicoè fondamentale tenere presente alcuni aspetti molto importanti:• Avvicinarsi frontalmente ad un cane che non conosciamo per ac-

carezzarlo è pericoloso. I cani non si relazionano mai la prima voltache si incontrano muso a muso, ma fanno dei giri circolari, in mododa potersi osservare con calma e comprendere lo stato d’animol’uno dell’altro. Fissarsi dritto negli occhi è un segnale di minacciae di sfida.

• Un cane sconosciuto va sempre avvicinato lateralmente e senza fis-sarlo direttamente negli occhi.

• Non imporre al cane la “nostra amicizia” ovvero se incontriamoun cane pauroso o timido non insistiamo affinchè accetti le nostrecarezze, ma aspettiamo, ad una certa distanza, che sia il cane ad av-vicinarsi a noi, magari per annusarci.

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

• Un altro errore è quello di abbracciare il cane al collo per loro è unsegno di dominanza e se il cane non è abituato a questa dimostra-zione d’affetto, potrebbe reagire aggredendoci.

• Se abbiamo di fronte un cane timido o pauroso non avviciniamolomai di fronte, ma mettiamoci in modo che il cane abbia davanti alui il nostro fianco. Non fissiamolo, ma distogliamo lo sguardo.E’molto utile piegarsi sulle ginocchia in modo da essere alla sua stessaaltezza.

• I cani che non si conoscono o che comunque non vivono con noinon dovrebbero mai essere accarezzati sulla testa ma si dovrebbetoccare prima il petto tenendo la mano bassa. Alzare la mano sopra la testa di un cane è un segnale di minacciaper l’animale.

• Importante è anche il tono della voce. Un cane pauroso può esseretranquillizzato parlando con toni bassi amichevoli. Se si ha la ne-cessità di fermare un cane a causa di un pericolo imminente occorreimpartire l’ordine con voce decisa, dura, un tono non troppo bassoma nemmeno urlando. Teniamo sempre in mente che il nostro ur-lare è l’equivalente dell’abbaio eccitato di un cane.

Nel caso in cui un cane sconosciuto ci stia minacciando (mostrandochiari segnali di aggressività) è importante tenere ben in mente le se-guenti regole: • non voltarsi e correre via, perché l’animale sarebbe stimolato a in-

seguirci

• abbassare lo sguardo e simulare uno sbadiglio (nel linguaggio ca-nino è un segnale di pacificazione)

• Fare qualche passo indietro senza fissare mai il cane direttamentenegli occhi. Se si riesce ad arrivare ad una certa distanza mettersidi fianco rispetto all’animale. Se l’animale non si avvicina allora po-

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Uomini e cani: capirsi per rispettarsi

tete allontanarvi lentamente sempre mostrando il fianco; se inveceil cane fa dei passi verso di voi, allora si torna alla posizione fron-tale, senza mai guardare il cane negli occhi e si prova a simulareun nuovo sbadiglio.

• A volte anche dire qualche frase con tono tranquillo o chiamare ilcane con un nome da noi inventato con atteggiamento amichevolepuò servire a tranquillizzare l’animale.

Capitolo II

Scegliere il cane giusto

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Scegliere il cane giusto

2.1 PERCHÈ ACCOGLIERE UN CANE

Perché abbiamo deciso di prendere un cane? Cosa ci spinge ad ac-cogliere in famiglia un animale?Queste sono le prime cose che ognuno dovrebbe chiedersi PRIMAdi cercare un cane da adottare.Un cane può essere preso in famiglia per tantissime ragioni e molte,spesso, sono sbagliate e possono portare dopo un primo momentodi entusiasmo a considerare il cane come un problema.

Allora perchè accogliere un cane?

• Prendiamo un cane se vogliamo un amico sincero accanto che citenga compagnia e ci accompagni in tutte le nostre attività. Un mem-bro a tutti gli effetti della famiglia.

• Prendiamo un cane se siamo degli sportivi e vogliamo un amicofidato che condivida con noi questa passione.

• Prendiamo un cane se abbiamo tempo e spazio (ma soprattuttotempo) per occuparci di un altro essere vivente, dedicandogli le curee l’affetto di cui necessita.

• Prendiamo un cane se siamo convinti che nostro figlio beneficeràdel contatto e dell’affetto di un altro essere vivente e saremo dispostia seguire attentamente e responsabilmente questo percorso. Ricor-dandoci sempre che un bambino si comporterà da bambino e il caneda cane e che quindi sarà nostra responsabilità vegliare su di loro.

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Cosa dovrebbe spingerci a non prendere un cane?

• Non prendiamo un cane solo perché abbiamo tanto spazio maa casa non ci siamo mai e lavoriamo 10 ore al giorno. Il cane è unanimale sociale che ha bisogno del contatto umano. Crescere un canesenza la costante e attenta presenza del proprietario non farà altroche formare un adulto pieno di problemi, con poco attaccamentoverso il padrone e troppo per la casa. Meglio un cane che vive in unminiappartamento sempre con il suo padrone che un altro libero inuna villa senza vedere quasi mai nessuno, anche se i cani sono due.

•Non prendiamo un cane solo perché abbiamo visto un cuccioloin una vetrina di un negozio e ci fa tenerezza o pena. Quel cucciolocrescerà e comunque avrà bisogno di attenzioni e cure sempre. Nonfacciamoci guidare dall’emozione del momento.

•Non prendiamo un cane come regalo di Natale o altro se non ciabbiamo ragionato bene prima. Regalarlo ai propri figli va bene sesiamo consapevoli che ci comporterà comunque molte responsabi-lità, che i figli potrebbero stancarsi dell’animale e non essendo unoggetto che si può mettere da una parte una volta passata la novità,toccherà poi ai genitori occuparsi di lui.

• Non prendiamo un cane se abbiamo visto un film al cinema (ofoto su qualche rivista) e il cane protagonista, ci ha così colpiti e com-mossi che ne vogliamo uno come quello. Ricordiamoci sempre chei cani attori sono sempre più di uno e che nei film vengono dovuta-mente addestrati per fare quella parte. Non scegliamo mai un canesolo per l’aspetto fisico.

Non prendiamo un cane infine se non siamo più che convinti(e lo deve essere tutta la famiglia) di quello che comporteràavere accanto a sé un cane per 10-15 anni e dei sacrifici che oc-correrà fare per crescerlo bene e occuparsi di lui.

Scegliere il cane giusto

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Scegliere il cane giusto

Ci sono sicuramente tante altre motivazioni per prendere o non pren-dere un cane, ma teniamo sempre in mente che il cane ama il propriopadrone più di se stesso, che per lui morirebbe (nel vero senso dellaparola), quindi merita il nostro rispetto fin da subito.Se alla fine siamo arrivati alla conclusione che vogliamo davvero uncane allora avremo accanto un amico sincero che ci amerà senza ri-serve e con tutta l’anima fino alla morte.

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Scegliere il cane giusto

2.2 QUALE RAZZA FA PER ME?

Per comprendere le varie razze canine esistenti oggi e le loro carat-teristiche dobbiamo parlare un po’ della loro storia.Le teorie più recenti dicono che il progenitore del cane domesticosia il lupo e che da lui abbia ereditato la sua socievolezza, il suo viverein branco. Il cane riconosce un capo e altri superiori gerarchici. Il vi-vere in branco comporta inoltre il seguire delle regole e il rispettaredei ruoli precisi al suo interno.Nel corso del tempo è chiaro che il cane si è evoluto e certe abitudinio aspetti del suo vivere si sono modificati. Il contatto stretto conl’uomo, lo ha sicuramente influenzato, come anche il cane ha aiutatol’uomo nella sua evoluzione.Se il lupo è rimasto nei secoli costante nelle sue abitudini e aspettofisico, ben diverso è stato per il cane che si è differenziato dal lupoentrando in contatto con l’uomo che nei secoli ne ha modificatol’aspetto fisico, le funzioni e anche la comunicazione.L’uomo inizia così a “selezionare” i cani in modo che possano aiu-tarlo nei vari compiti, come: andare a caccia per procurarsi il cibo;

fare la guardia alla casa, alla famiglia, alle proprietà in generale; perfare semplicemente compagnia; per custodire e guidare il gregge ole mandrie di bovini; per tirare le slitte nel grande nord o per cacciarei leoni molto più a sud...e così via. Diciamo quindi che la funzione èstata una delle “cause” della nascita di così tante razze canine.Da quanto detto sopra quindi è fondamentale per scegliere e poi cre-scere bene un cucciolo leggere prima qualche testo che parli del canein generale e successivamente dei libri che trattino della razza che cipiace di più.Molto utile è sicuramente frequentare esposizioni canine, manifesta-zioni sportive o simili per poter parlare con allevatori o privati chepossiedono la razza che ci interessa, in modo che possano dirci pregie difetti del cane che vorremmo. Tutti i cani hanno delle necessitàcomuni e tutti usano un determinato linguaggio, ma ogni razza hadelle caratteristiche ben precise.Per esempio un fanatico del footing non prenderà mai un Pechinese,un amante del trekking in montagna non prenderà un bassotto comeuna persona sedentaria che ama la tv e la passeggiata al parco citta-dino non prenderà un levriero...di esempi se ne possono fare molti,alcuni sembrano banali ma purtroppo spesso non lo sono affatto.Uno dei problemi più ricorrenti nel gestire un animale in città è do-vuto, spesso, ad una scelta sbagliata dell’animale.Se viviamo in un appartamento in centro città al 5° piano di un af-follatissimo condominio è impensabile prendere un San Bernardo oun meno ingombrante Siberian Husky, ma sarà più adeguato un canedi taglia media e/o piccola che abbia meno bisogno di attività fisica.Insomma la scelta deve essere consapevole e dovrebbe tener contodella nostra personalità, del nostro stile di vita (con chi viviamo,quanto tempo libero abbiamo, in che tipo di casa viviamo...ecc...).Ragionare prima eviterà quasi sicuramente problemi in futuro. Ricordate che un cane che debba separarsi dal proprio padrone perqualunque motivo, sarà un cane triste, proprio perché lui ci ama sem-pre e comunque. Le razze canine riconosciute dalla FCI (FédérationCynologique Internationale) sono 339 e la FCI comprende 84 paesimembri di tutto il mondo.

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In Italia l’ente di controllo delle razze è l’ENCI (Ente Nazionale dellaCinofilia Italiana) e raggruppa le 339 razze in 10 gruppi che sono:

Gruppo 1 Cani da Pastori e Bovari (esclusi bovari svizzeri): ne fannoparte il Pastore Tedesco, il Pastore Belga ecc...

Gruppo Cani di tipo Pinscher e Schnauzer – Molossoidi e Cani Bo-vari Svizzeri: ne fanno parte Rottweiler, Dobermann, Pinscher ecc...

Gruppo 3 Terrier: ne fanno parte Fox terrier, Yorkshire terrier ecc...

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Gruppo 4 Bassotti

Gruppo 5 cani di tipo Spitz e tipo primitivo: ne fanno parte i SiberianHusky, i Samoiedo ecc...

Gruppo 6 segugi e cani per pista di sangue

Gruppi 7 cani da ferma

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Gruppo 8 cani da riporto cani da cerca cani da acqua: ne fanno parteil Labrador Retriever, il Golden Retriever, il Cocker Spaniel Ingles

Gruppo 9 cani da compagnia: ne fanno parte Pechinese, Bolognese,Chihuahua...

Gruppo 10 Levrieri

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I raggruppamenti delle razze servono innanzitutto per darci un’ideadella funzione originaria dei vari cani e quindi comprendere un po’meglio le caratteristiche di quella particolare razza.Ad esempio se siamo delle persone sportive che adorano le lunghecamminate e magari frequenti gite al mare o in montagna, un Labra-dor Retriever sarà sicuramente un ottimo compagno di avventura.Se invece, all’opposto, ci piace la vita comoda con qualche passeggiata alparco o in centro città, un bolognese o un maltese potrà fare sicuramenteal caso nostro.È verissimo che all’interno di una razza si possono trovare soggetti concaratteri assai diversi fra loro e che magari si “scostano” un po’ dallepeculiarità della loro razza, ma in linea generale è utile tenere sempreben in mente le origini di quel determinato cane al momento dellascelta.

Una volta che abbiamo deciso di adottare un cucciolo di razza è benesapere alcune cose importantissime:

• un cucciolo di razza va SEMPRE acquistato da un allevatore serio.Egli si riconosce dal fatto che alleva da anni quella determinatarazza e ne conosce tutte le caratteristiche. Un allevatore serio sadire pregi e difetti dei suoi cani e spesso fa tantissime domande alpossibile acquirente per essere sicuro che il cucciolo andrà alla per-sona giusta. Un allevatore serio farà vedere non solo i cuccioli maanche i genitori (può non essere presente il padre, ma la madre si-curamente sì). L’allevatore serio vi darà il cucciolo vaccinato, conla garanzia scritta che i genitori sono esenti da certe patologie ere-ditarie e accompagnato da pedigree (che arriva generalmente a casadel nuovo proprietario dopo alcuni mesi di tempo).

Un cucciolo acquistato da un allevatore serio si paga un determinatoprezzo (che può sembrare anche alto) ma non perché il cucciolo hail pedigree (che ha un costo economico irrisorio per averlo dal-l’ENCI), ma perché è frutto di una selezione attenta della sua salutee della sua crescita e perché i genitori sono stati debitamente con-

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trollati sia fisicamente che caratterialmente e questo comporta uncosto.

• un cucciolo di razza lo si può trovare anche da un privato, maspesso il costo è simile a quello di un allevatore. Se invece il prezzoè più basso spesso è perché non c’è nessuna selezione dietro maviene da una cucciolata fatta da due cani qualunque.Il pedigree di un cucciolo ha un costo bassissimo quindi diffidatesempre da chi vi dice che per avere questo certificato dovete pa-gare somme molto più alte per averlo. Il cucciolo o possiede ilpedigree perché il proprietario lo ha richiesto (e costa pochissimieuro) oppure semplicemente non ce l’ha. Il pedigree non è un pezzodi carta inutile ma è la carta di identità del cucciolo. E’ il documentoche attesta non solo il nome, la razza e la data di nascita del cucciolo,ma anche che i suoi genitori, nonni, bisnonni e così via, erano esentida malattie, che sono stati controllati e magari sono stati anche im-piegati in attività tipiche per quella razza.

Un cucciolo di razza dovrebbe sempre essere acquistato con ilpedigree.

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2.3 ADOTTARE UN METICCIO

Quando decidiamo di adottare un cane la nostra scelta potrebbe ri-cadere su un cane fantasia o un meticcio.Il discorso è complesso perché in questo caso le valutazioni da faresono molte.Adottare un cane dal canile è sicuramente un’azione bellissima, mail fatto di decidere di togliere un cane dal canile non ci da il diritto dinon ragionare sempre e comunque su quello che comporta avere uncane.Un cane già adulto è sicuramente più facile da gestire per quanto ri-guarda la questione dei bisognini in casa e magari ci creerà meno pro-blemi nel lasciarlo solo. Occorre però scegliere il cane in base per esempio alla taglia o inbase al sesso (considerato che i cani del canile sono sterilizzati le fem-mine generalmente sono più pacifiche dei maschi) o in base alla lun-ghezza del pelo e così via... .Spesso si sente dire che i cani meticci sono più sani e robusti ma sipossono ammalare come quelli di razza. È sicuramente vero, che al-cune razze hanno delle malattie ereditarie dovute alla selezione che imeticci possono non avere, ma questo non esclude che meticci digrossa mole possano soffrire, per esempio, di displasia dell’anca comeun pastore tedesco o un Labrador. Come accade per gli uomini ilmale non ha riguardo per nessuno.

Scegliere il cane giusto

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Quindi sia che decidiamo di adottare un cane di razza che un metic-cio dobbiamo sempre tener conto che:• il cane va educato e cresciuto nella maniera migliore possibile• il cane è un impegno e un membro della famiglia per tutta la sua

vitaIl proprietario deve sempre aver rispetto delle persone che lo circon-dano, raccogliendo le deiezioni del proprio cane e tenere sempre ilcane al guinzaglio.

2.4 SESSO ED ETÀ

Una delle domande più frequenti è questa: prendo un maschio o unafemmina? Cucciolo o adulto? Diciamo che entrambi i sessi hannovantaggi e svantaggi.Il maschio spesso viene preferito perché più imponente e più facileall’apparenza da gestire perché “non va in calore” come la femmina.Vero che il maschio non ha i periodi di calore ma è vero che è recet-tivo alle femmine per tutto l’anno. Quindi se sente una cagnetta incalore anche a chilometri di distanza da casa propria, tenterà di scap-pare per poterla raggiungere. Un maschio inoltre nel momento dellamaturazione diventa competitivo, se non addirittura “rissoso”, congli altri cani del suo stesso sesso e questo è un problema nella ge-stione di tutti i giorni, soprattutto se viviamo in città e ci sono tan-tissimi cani.Il maschio inoltre è molto territoriale, quindi marca con l’urina, moltofrequentemente, il suo territorio.

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In alcune razze il maschio è sicuramente più imponente di una fem-mina, ma non dovrebbe essere questo il motivo per preferirlo.La femmina è generalmente più docile e socievole, rispetta la gerar-chia in famiglia e si attacca moltissimo a tutti i membri. Va in caloredue volte l’anno con una durata di circa 15-20 giorni a ciclo, ma pas-sati questi periodi lei non pensa più ad accoppiarsi e non scappa dicerto per cercare il maschio. In alcune razze da guardia e difesa si possono trovare delle femminedal carattere molto forte e magari molto competitive con altre fem-mine, ma se amiamo lasciare libero il cane ai giardinetti insieme adaltri 10 cani sconosciuti non prenderemo certo un rottweiler o undobermann, ma sicuramente andremo su razze che presentano menoaggressività intra-specifica (cioè verso altri cani) come le razze dacaccia o da compagnia.Il discorso dell’età può essere riassunto così:se prendiamo un cucciolo dovremmo crescerlo con tante attenzioni,i primi tempi ci farà “impazzire” e richiederà da noi tanto tempo eattenzioni. Si adeguerà alle nostre abitudini con il tempo.Un cane già adulto ci faciliterà la gestione dei bisogni e delle uscitema potrebbe avere dei comportamenti già fissati difficili magari dacorreggere. La scelta di prendere un cucciolo o un adulto dipendemolto dal nostro stile di vita e dalla nostra esperienza.

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Capitolo III

Un cucciolo in casa

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Un cucciolo in casa

La prima cosa da tenere ben in mente con un cucciolo è che ha bi-sogno di tempo per adattarsi alla nuova vita, alla nuova famiglia e allanuova casa.Il cucciolo non dovrebbe mai essere tolto alla madre prima dei 50giorni di età.Prima di andare a prendere il cane cerchiamo di rendere la casa “aprova” di cucciolo.Qui di seguito riportiamo alcuni suggerimenti.

3.1 IN CASA CON GIARDINO

Se il cucciolo vivrà in una casa con ampio giardino, o addirittura ter-reno, e quindi starà per lo più all’esterno è importante:

• Fornire fin da subito il cucciolo di una cuccia accogliente e calda.L’ideale se lo vogliamo far dormire fuori da subito, prendere il cuc-ciolo in primavera-estate.

•Non consolarlo quando piange, ma fargli vedere che siamo presentie che non ha nulla da temere nella nuova casa.

• Togliere dalla portata del cucciolo diserbanti, veleno per topi, piantetossiche, detersivi...chiuderli in un armadietto.

• Se abbiamo un cancello automatico, stiamo attenti che il cucciolonon scappi quando si apre. Il piccolo non può capire fin da subitoil pericolo che corre.

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•Mettiamo “in sicurezza” tutto quello che non vogliamo che il cuc-ciolo distrugga, soprattutto in nostra assenza, come piante parti-colarmente pregiate, arredi o altro.

• Controlliamo che la recinzione sia a prova di cucciolo per evitarefughe o incidenti.

3.2 IN APPARTAMENTO

Se la nuova casa del cucciolo sarà un appartamento senza giardino èfondamentale creare fin da subito degli spazi sicuri e che siano soloper il cane.

• Togliamo dalle stanze, che frequenterà il cucciolo, tappeti, sopram-mobili, piante tossiche, detersivi, fili della corrente ecc...

• Il cucciolo all’inizio farà pipì un po’ ovunque quindi meglio toglieredal pavimento le cose che si potrebbero sporcare.

• Creiamo un angolo tutto per lui con una cuccia (che può essereuna cesta, un cuscino o un semplice scatolone di cartone con unamaglia dentro ecc...) e due ciotole una per l’acqua e una per il cibo.

• Teniamo sempre a portata di mano degli stracci per pulire eventualipipì e magari qualche gioco che il cucciolo possa rosicchiare.

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I primi giorni serviranno per adattarsi l’uno all’altro e iniziare ad im-postare le prime regole. Ricordiamo che il cane è un animale socialee abitudinario, quindi fin da subito, il cucciolo dovrebbe mangiare euscire ad orari regolari. È chiaro che un cane così piccolo semineràpipì un po’ ovunque, il fisico non gli permette certo di trattenere lapipì per troppo tempo. Quindi evitiamo di sgridare il cucciolo, maportiamo pazienza e cerchiamo di portarlo fuori a sporcare il piùspesso possibile.Il segreto per insegnare a sporcare fuori il più velocemente possibileil cucciolo è elogiarlo tantissimo quando si libererà fuori. Il cuccioloall’inizio potrebbe preferire sporcare in casa piuttosto che fuori, que-sto perché l’ambiente nuovo con odori di altri cani adulti generapaura nel cucciolo che pur di non lasciare suoi odori in giro, tratterrài bisogni fino al ritorno a casa. Portiamo pazienza e nel momento incui si libererà fuori facciamogli tanti elogi.Evitiamo di rimproverare e addirittura picchiare il cucciolo quandosporca in casa: è il sistema migliore per rendere il cucciolo paurosonei nostri confronti e indurlo a non fare più i bisogni davanti a noi equindi farli di nascosto.L’alimentazione per i primi giorni dovrebbe essere, dove possibile,quella che il cucciolo aveva al momento dello svezzamento.Oggi ci sono in commercio ottimi mangimi secchi per cuccioli, an-dranno benissimo per crescerlo in maniera equilibrata. Le prime set-timane insieme sono le più importanti perché si gettano le basi perla futura vita insieme.Un buon proprietario dovrebbe puntare sempre a instaurare un rap-porto stretto con il proprio cucciolo, dandogli regole e punti fermi,affetto, protezione e comprensione.I cuccioli a due mesi sono esseri indifesi che devono ancora com-prendere come “stare al mondo”. E per esplorare ciò che li circon-dano essi utilizzano la bocca e tendono a mordere qualunque cosagli capiti a portata di muso. La prima cosa da fare è insegnargli a mo-derare il morso, che comunque già la madre gli avrà fatto capire, nonpermettendogli di giocare con le nostre mani o altre parti del corpoma solo con i suoi giocattoli.

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Non imponiamoci fisicamente ma quando esagera diamogli sempreun’alternativa più divertente (un altro gioco) o smettiamo di giocarecon lui. Spesso i problemi legati a morsi forti e ripetitivi dei cucciolisui proprietari deriva dall’aver preso il cucciolo troppo presto e quindinon aver dato il tempo alla madre di insegnare al piccolo a moderarela forza.NON PRENDIAMO MAI I CUCCIOLI SOTTO I 50 GIORNIDI ETÀ.Fondamentale sono le uscite al guinzaglio per fargli conoscere ilmondo che lo circonda. Il cucciolo dovrebbe fin da subito accom-pagnare il proprietario nelle uscite (brevi all’inizio, il cucciolo si stancafacilmente ed ha bisogno di dormire molto). TUTTI I CUCCIOLI DEVONO ESSERE SOCIALIZZATI EPORTATI IN POSTI DIVERSI PER CONOSCERE PER-SONE, ANIMALI E TUTTE LE SITUAZIONI CHE COM-PONGONO IL NOSTRO MONDO.Anche se abbiamo una villa con terreno e il cane vivrà per lo più inquesto contesto di libertà dovrebbe essere comunque portato fuorial guinzaglio, essere accarezzato da persone diverse e giocare con altricani. Un cucciolo che cresce conoscendo ciò che lo circonda sarà unadulto equilibrato che non ci creerà problemi in futuro.Quindi le uscite dovranno essere regolari e con percorsi i più diversipossibili.Già dalle prime uscite potremmo impostare i primi rudimenti di edu-cazione come insegnargli che passeggiare è divertente perché oltreche esplorare ciò che lo circonda può giocare con noi.Con gli altri cani è importante che impari a conoscerli e magari gio-carci insieme, ma ricordiamoci sempre che quello che conta davveroè il rapporto che lui avrà con noi e il rispetto che nutrirà sempre ecomunque per le nostre decisioni. Un cane adulto soprattutto se ap-partenente a certe razze con un’aggressività intra-specifica molto altae maschio (come i cani da pastore, molossoidi e altri) non andrà mailasciato libero in un gruppo di cani sconosciuti se ci sono ancheesemplari dello stesso sesso.

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Quindi va benissimo socializzare il cucciolo con i suoi simili e farlogiocare insieme a loro, ma la cosa fondamentale è stringere un rap-porto leale e di fiducia con noi.Parlando delle razze abbiamo visto come alcune, per la loro storia,abbiano un istinto predatorio molto alto (per esempio le razze dacaccia, da pastore, i terriers e alcuni molossoidi), quindi è importanteche fin da cuccioli, insegniamo loro, a non inseguire piccoli animalicome piccioni, gatti e altro.Questo comportamento che può sembrare divertente con il cucciolosi trasformerà in un problema assai serio con l’adulto, che se di molenotevole, potrebbe procurarci guai. Tra l’altro incoraggiare un canea inseguire animali o oggetti in movimento potrebbe portare il canea inseguire e “catturare” con spiacevoli conseguenze anche bambinipiccoli o in bicicletta.TENIAMO SEMPRE BENE IN MENTE CHE QUELLO CHEIL CUCCIOLO IMPARA E FA DA PICCOLO LO RIPETERÀANCHE DA GRANDE. TUTTO QUELLO CHE NON VO-GLIAMO CHE FACCIA DA ADULTO NON LO DOVRÀ FARENEMMENO DA PICCOLO.Riassumendo per avere un cane adulto equilibrato è importante ini-ziare bene. Quindi:• Riflettiamo bene se in base al nostro stile di vita, sia il caso o no, di

adottare un cane. (di razza o maticcio che sia).• Scegliamo la razza giusta riflettendo, non sull’aspetto fisico del

cane, ma sulle sue attitudini ed esigenze. Stesso discorso vale per imeticci presi in canile. Scegliamo attentamente.• Se prendiamo un cane di razza, il cucciolo deve avere sempre il pe-

digree e acquistiamolo solo in un allevamento serio, altrimenti nonspendiamo soldi ma andiamo ad adottare un cane in canile. Lì visono anche cani di razza.• Non adottiamo mai un cucciolo prima dei due mesi di età.• Stabiliamo fin da subito regole chiare, siamo affettuosi e rassicu-

ranti con il cucciolo e non sgridiamolo picchiandolo o altro, mausiamo coerenza e pazienza. Tutto quello che non vogliamo chefaccia da adulto non lo dovrà fare nemmeno da cucciolo.

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• Socializziamo il cucciolo fin da subito, portandolo a spasso, facen-dolo accarezzare e portandolo a giocare con altri cani. Facciamoin modo che viva il mondo e impari a conoscerlo in tutto e pertutto. Non isoliamo il cucciolo solo perché abbiamo tanto spazioo magari altri cani di casa. Il cucciolo DEVE socializzare. Altri-menti avremo un adulto problematico.

Capitolo IV

Cani e bambini

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Sicuramente una delle amicizie più belle che esistono sono proprioquelle tra cani e bambini. Per natura i cani rispettano e proteggonoi bambini che fanno parte della famiglia e tollerano quelli estranei.Purtroppo sempre più spesso si sente parlare nella cronaca nera diincidenti anche mortali che hanno come protagonisti i cani e i bam-bini.Perché un cane arriva a mordere seriamente un bambino? Che cosa scatena nel cane una simile reazione?Chiariamo subito che i cani non impazziscono. Non attaccano al-l’improvviso, ma prima di arrivare al morso, il cane ci ha sicuramentecomunicato il suo stato di disagio in diversi modi.Abbiamo parlato nel capitolo 1 dei segnali di calma. Segnali che ilcane lancia quando una determinata situazione gli procura stress. Eil sottovalutare questi segnali spesso è una delle cause per cui il cane,alla fine, non ha altra scelta che attaccare la causa del suo malessere.I bambini si comportano come tali e spesso, quando sono ancorapiccoli, vedono nel cane un oggetto, un giocattolo da toccare, dausare anche in maniera brusca, causando nel cane anche dolore.In natura i cuccioli del branco vanno sempre curati e difesi, perchésono la garanzia della sopravvivenza del branco stesso. Detto questosi deduce come sia naturale per i cani accettare i bambini di casa edifenderli a tutti i costi.Per quelli che non fanno parte della famiglia, invece, il discorso è di-verso. Dipende molto dal carattere e dalle esperienze fatte dal cane.Se i bambini in questione sono giocherelloni e rispettosi dell’animale,sicuramente verranno accettati senza problemi; ma in caso di“sgarbi” e dispetti, il cane potrebbe reagire. Quello che il cane sopporta nei bambini di casa non è assolutamentedetto che lo sopporti anche da altri bambini.In questo caso è importante far notare che ci sono differenze so-stanziali tra soggetti di razze diverse: per esempio i molossoidi e iterrier sono spesso temuti ed invece sono razze molto pacifiche etranquille con i bambini. I cani da pastore possono essere molto ner-vosi, così come le razze piccole.

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Da ciò si deduce come sia fondamentale e assolutamente ne-cessario il controllo dei genitori. La prima regola aurea per igenitori è quella di NON LASCIARE MAI SOLI BAMBINIE CANE.

Ora esaminiamo alcune situazioni pratiche.Uno dei casi più comuni è quello in cui si adotta un cane e poi arrivail bambino. Gli elementi da tenere in considerazione per far sì che il cane accettiil bambino e ne diventi un compagno di vita affettuoso e fidato, sonodavvero molti.• Carattere del cane. Un cane socievole, equilibrato, abituato a in-teragire con persone, animali e situazioni sempre nuove, sarà un caneaperto e accetterà facilmente la presenza del neonato. Un cane adultoschivo e timido andrà gestito in maniera più attenta soprattuttoquando il bambino inizierà a gattonare e camminare. I movimenti “ascatti” dei bambini possono creare disagio e stress nei cani e se messinella stessa stanza con loro senza possibilità di andarsene, può sca-tenare una reazione violenta da parte dell’animale. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, per avere un cane il piùpossibile socievole ed equilibrato, dovremmo scegliere con accura-tezza il cucciolo da portarci a casa (razza o nel caso del meticcio tagliae livello di vivacità-socievolezza verso le persone...), crescerlo socia-lizzandolo con persone e animali nuovi, fargli conoscere il mondoche lo circonda. Non tenerlo isolato, anche se abbiamo un terreno oun giardino grande. Imparare a comunicare correttamente con lui,osservandolo e giocando insieme. Educarlo fin dall’inizio.• Rapporto con il proprietario. Se il cane presente in casa al mo-mento dell’arrivo del bambino ha un equilibrato e stretto rapportocon il proprietario e sa perfettamente qual è il suo posto nella gerar-chia familiare, accetterà di buon grado e senza problemi l’arrivo delneonato. All’inizio lo considererà come proprietà del padrone maman mano che crescerà lo accetterà sempre più come membro dellafamiglia.

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• Abitudini e regole in casa. Un cane abituato ad avere un suo spa-zio in casa, a non invadere come e quando vuole, quelli del proprie-tario, non avrà alcun problema ad accettare la presenza di un altrocomponente della famiglia.

Ora vediamo praticamente cosa si può fare per preparare il cane al-l’arrivo del neonato.

4.1 IN GRAVIDANZA

Modificare alcune abitudini. Occorre esaminare con obiettività la vita che conduciamo con il no-stro cane e renderci conto se ci sono delle abitudini che il nostrocane ha e che non potremmo mantenere una volta nato il bambino.Se è così, occorre modificare subito queste abitudini.

Per esempio: il cane è abituato a dormire sul divano o sul letto e ab-biamo deciso che non potrà più farlo quando ci sarà il bambino,quindi iniziamo con l’allestire un angolo per il cane (cosa cheavremmo dovuto fare già con il cucciolo) dove ci sia una cuccia ouna cesta dove possa dormire e le sue ciotole e siamo determinati anon permettere più al cane di salire sul divano o sul letto, premian-dolo tantissimo quando sta nel suo posto e facendolo scenderequando cerca di salire ( i primi tempi sono i più difficili perché il caneinsisterà molto per non cambiare questa abitudine). Troviamo unposto della casa tranquillo e che, al momento dell’arrivo del bebè equindi dei numerosi ospiti che potrebbero venire a trovarci, non di-sturbino troppo l’animale. Il cane non deve essere escluso dalla vita familiare, ma non dovrebbenemmeno essere costretto a subire troppo stress, soprattutto i primigiorni dall’arrivo del bambino a casa.Un’altra abitudine che si può cambiare potrebbe essere quella di vie-tare alcune stanze della casa al cane. Alcuni animali crescono avendolibero accesso in tutta la casa e questo può diventare un problema

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nel momento in cui arriva il bambino. Quindi fin da subito si puòfar capire al cane che in certe stanze non si può più entrare.

Cambiare le abitudini non vuol dire stravolgere la vita del cane.Uno degli errori più comuni è quello di isolare letteralmente il canenon appena arriva il bebè. Alcuni cani che dormivano tranquilla-mente nel letto con il padrone si ritrovano da un giorno all’altrochiusi in giardino o peggio nel terrazzo lontano da tutti. Il cane è un membro della famiglia e ne deve far parte per tutta lasua vita.

Abituare il cane ai suoni e oggetti del bambino.Un’altra cosa che la neo-mamma può fare è abituare il cane al via vaidel passeggino iniziando ad usarlo prima della nascita del bambino. Una cosa molto utile che si può fare nel caso di cani che non hannomai frequentato bambini è quello di registrare, in un cd, il pianto diun bambino e farlo ascoltare al cane in momenti diversi della giornataad un volume basso. Se il cane dovesse mostrare paura o nervosismo,non consoliamolo e non interveniamo, ma cerchiamo di essere il piùtranquilli possibili. Più noi siamo rilassati più lo sarà il cane.Se abbiamo conoscenti o amici che hanno bambini piccoli potrebbeessere utile fare una passeggiata con loro insieme al cane.E ricordiamo di essere sempre positivi e allegri quando il cane è inpresenza di bambini. Aiutiamolo a fare un’associazione positiva:bambini = qualcosa di molto bello e divertente.

Cani e bambini

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4.2 ARRIVA IL NEONATO

I primi giorni saranno sicuramente i più difficili per tutti. Per i geni-tori che devono abituarsi ai ritmi del bambino e per il cane che, perforza di cose, avrà meno attenzioni del solito.In questo potrebbero esserci di aiuto amici e parenti che potrebberocomunque far uscire il cane per passeggiate più o meno lunghe, aiu-tando i proprietari a farlo giocare e far fare i bisogni.Se ciò non è possibile servirà che il papà del bambino si impegni co-munque ad occuparsi del cane, per i pasti e per le uscite.In questa fase è importantissimo far annusare copertine e oggetti chehanno l’odore del neonato, possono essere utili anche i pannolini.Non escludiamo il cane dalla vita casalinga.

4.3 IL BAMBINO CRESCE

I momenti più delicati sono sicuramente quelli in cui il bambino iniziaa gattonare e relazionarsi con il mondo. I genitori devono semprevegliare i giochi del bambino quando sta insieme al cane, per evitareche i due si possano far male a vicenda.Occorre prestare molta attenzione se ci sono a terra giochi del bam-bino che il cane potrebbe prendere e contendere al bambino. Atten-zione anche ad eventuali pezzetti di cibo a terra che potrebberoprovocare reazioni aggressive da parte dell’animale.Ribadiamo comunque che un cane educato, ben socializzato e conun rapporto stretto con il proprietario non avrà alcun problema adaccettare il bambino e i suoi giochi.

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4.4 EDUCARE I BAMBINI AL RAPPORTO CON I CANI

I bambini dovrebbero essere educati dai genitori ad avere un correttorapporto con i cani, sia quelli di casa che quelli estranei.Man mano che il bambino cresce è fondamentale che i genitori gliinsegnino il rispetto e i comportamenti corretti da tenere con il pro-prio cane.Alcune regole che tutti i bambini dovrebbero conoscere e rispettaresono:

• Non disturbare il cane mentre dorme, mangia o sta rosicchiandoun osso.

• Non tirare orecchie, coda o i peli del cane. Fanno male al cane enon sono affatto simpatici, meglio una carezza o giocare insieme.

•Non togliere oggetti o peggio, cibo, con le mani dalla bocca delcane.

Queste regole valgono con il cane di casa, ma a maggior ragione concani che non fanno parte della famiglia.Occorre fare molta attenzione ai giochi tra bambini e cani di personeche conosciamo (parenti e amici) che però non vivono insieme albambino.Ci sono cani che vivono in un ambiente privo di stimoli e che nonhanno mai visto un bambino. Per esempio cani che vivono dentro

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giardini di ville, case isolate ecc...questi cani non conoscendo i bam-bini potrebbero averne paura oppure considerarli solo degli intrusidel proprio territorio. Quindi stiamo molto attenti in questi casi, so-prattutto se i cani sono più di uno. Spieghiamo sempre ai bambiniche:

• non si tocca il cibo di un cane nemmeno se si trova abbandonatoa terra (tipo biscotti o ossa).

• Non si toccano giochi o palloni a meno che non ci sia il proprieta-rio presente e non sia lui ad intervenire.

• Non si entra in un giardino dove vi è un cane adulto (o peggio due)senza il permesso e la presenza del proprietario.

• Non cercare mai di accarezzare un cane che non si conosce.

• Non fissare mai un cane che ci sta abbaiando contro.

• Non correre se c’è un cane che si avvicina.

I genitori che non hanno animali e che magari non amano i cani, nondovrebbero crescere bambini che hanno paura dei cani per una seriedi motivi molto importanti.Il primo è che viviamo in città sempre più affollate e sempre più po-polate da cani (per fortuna!), un bambino che cresce con la paura deicani vivrà sicuramente molto male e il solo camminare per le vie delcentro potrebbe diventare un incubo.Un altro motivo molto serio è che un bambino che ha paura dei canili eviterà sempre e comunque non imparando mai ad affrontare si-tuazioni che potrebbero capitare, per esempio l’incontro con un canelibero, senza proprietario. Un bambino che ha paura urla, scappa,mentre un bambino che conosce i cani magari lo affronta o lo ignoracon tranquillità, e questo può fare la differenza tra l’essere attaccatio l’essere lasciati in pace.

Cani e bambini

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Quindi i genitori che non solo non hanno alcuna intenzione di pren-dersi un cane ma magari ne hanno anche timore dovrebbero comun-que insegnare ai propri bambini alcuni concetti fondamentali:

• Il cane non morde se non ne ha motivo.

• Il cane non trasmette malattie ai bambini

•Il cane non è un animale cattivo e sporco: perché un giorno po-trebbe salvarvi la vita.

• Il cane è un essere vivente che va sempre rispettato.

Vale la pena affrontare anche il caso in cui un bambino abbia pauradei cani, nonostante i genitori non ne abbiano. I genitori potrebbero aiutare il bambino accarezzando i cani socievolied amichevoli che si incontrano passeggiando, non però costrin-gendo lui a farlo. Far vedere film o video in cui ci siano cani prota-gonisti in maniera positiva.Se il bambino inizierà a mostrare interesse per i cani si potrebbe por-tarlo in qualche centro cinofilo serio dove possa interagire, senza es-sere forzato, con cani socievoli ed educati.Gli episodi di cronaca spesso sono incidenti che si sarebbero potutievitare. Un cane non attacca all’improvviso. Un cane non decide di mordere o uccidere perché ha la giornatastorta, i cani non impazziscono (a meno che non siano malati, maquesta è un’altra storia).Detto ciò i bambini dovrebbero imparare a rispettare il proprio ani-male. Non disturbandolo quando il cane riposa o sta mangiando, nonsottoporlo a dispetti inutili e così via...È sempre compito dei genitori vigilare che queste regole vengano ri-spettate.

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Cani e bambini

I bambini che crescono in compagnia di un cane hanno sicuramente“una marcia in più” rispetto ai loro coetanei che non ne hanno, maciò avviene solo se imparano che i cani sono membri effettivi dellafamiglia, che hanno delle esigenze che vanno sempre rispettate.

• Insieme al cane il bambino impara a convivere e rispettare la di-versità.

• Impara a condividere i propri giochi e il proprio cibo.

• Impara cosa vuol dire prendersi cura di qualcuno: curarlo portan-dolo dal veterinario, dandogli da mangiare e portarlo a spasso.

• Imparano ad affrontare i piccoli dolori della vita come la perditadel proprio animale o la malattia.

Tutto questo avviene solo se i genitori sono bravi ad insegnare aipropri bambini il valore di un animale, a guidarli e se sono stati bravia crescere ed educare il cane in maniera equilibrata.Ultima cosa, ma non meno importante, è quella di insegnare al bam-bino che il cane non è un oggetto ma una responsabilità. Quindi il cane non può essere un semplice regalo di Natale odi compleanno. I genitori non dovrebbero mai cedere a richieste del genere se nonsono pienamente consapevoli che il cucciolo crescerà e che avrà bi-sogno di cure e amore per almeno 13-15 anni e che il loro bambinopotrebbe stancarsi presto del cane.Un cane, e non finiremo mai di ripeterlo, va adottato solo se tutta lafamiglia è d’accordo sia nella scelta che nel condividersi le responsa-bilità. Solo se saremo disposti a prenderci sempre cura di lui. E se ilnostro tipo di vita ci consente di avere un cane. Non tutti possonoavere un cane.

Capitolo V

Educazione e addestramento:consigli pratici

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Prima di affrontare questi argomenti è importante chiarire alcuniaspetti. Educare e addestrare un cane non vuol dire semplicementetrattare l’animale come un essere che subisce passivamente le lezionie che deve imparare tutto. Educare un cane vuol dire innanzituttoconoscerlo, vuol dire instaurare con lui un rapporto così forte che cipermetterà di insegnargli delle cose ma anche di imparare noi qual-cosa da lui.Per educare un cane occorre conoscere il suo modo di comunicare(come abbiamo visto nel cap.1) in modo che non ci siano incom-prensioni e serve pazienza.Ogni proprietario dovrebbe conoscere bene il proprio animale e sa-pere quali sono i suoi pregi e i suoi difetti, cosa gli piace e cosa nongli piace e così via.Il rapporto che si è creato tra il cane e la persona è un punto di par-tenza fondamentale per lavorare bene insieme e si basa sulla comu-nicazione, sul legame affettivo e sulle gerarchie che si creano infamiglia.La comunicazione dovrebbe essere il più chiara possibile. Tutti i caniimparano con il tempo a interpretare i segnali che utilizzano i pro-prietari spesso però i proprietari non riescono a fare la stessa cosacon i loro cani.Il legame affettivo è ciò che unisce i componenti di un gruppo, cheaiuta a risolvere eventuali conflitti e che aiuta la sopravvivenza delbranco stesso. L’affetto si manifesta con il contatto fisico e un cuc-ciolo che non ha mai provato le coccole di una persona nei primi tremesi di vita avrà delle difficoltà da adulto a legarsi all’uomo.La gerarchia in un gruppo è fondamentale per determinare ruoli ecompiti e per il buon “funzionamento” di tutto il branco. In una fa-miglia composta da persone e cani è importante che ci sia un leader,una guida. Essere un leader per il proprio cane, non significa esseredei dominatori duri, severi e tantomeno dei violenti. Un buon leader deve fare da guida per la crescita, l’educazione delproprio animale. Il cane deve maturare rispetto e motivazione perfare ciò che la guida gli chiede.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Un buon leader deve essere responsabile delle necessità e delle esi-genze del cane. Capire quando una situazione lo sta mettendo a di-sagio o provoca stress e quindi toglierlo da lì o aiutarlo ad affrontarela cosa. Un buon leader protegge il suo branco e non lascia che lo faccia qual-cun altro. Sa evitare o affrontare i pericoli quando si presentano enon mette mai in pericolo il proprio cane.In casa il proprietario dovrebbe mettere in pratica dei comportamenti(fin da subito con il cucciolo) che aiutino l’animale a comprenderela propria posizione all’interno della famiglia.Alcuni di questi possono essere:

• Saper ignorare il cane. Concedere attenzioni e coccole al canequando lo decidiamo noi, non assecondare le sue richieste.

• Regola del Niente per Niente. Se vogliamo dare un premio al canechiediamogli sempre prima di fare qualcosa per noi. Per esempio:Seduto e poi ti premio.

• Abituare il cucciolo ad essere manipolato fisicamente. Controllareregolarmente le orecchie, la bocca e spazzolarlo è un buon modoper insegnargli ad accettare queste attenzioni.

• Iniziare e finire il gioco di nostra iniziativa. Utilizzare per questoun gioco che non dovrà mai essere lasciato a disposizione del cane.Quel determinato oggetto lo si usa insieme e poi lo si toglie.

• Dare da mangiare al cane sempre agli stessi orari, farlo dormirepossibilmente in posti suoi. Limitare la sua attività in casa. Alcunispazi devono essere solo del proprietario e dei membri della fami-glia.

• Cerchiamo di ragionare da “capo”. Noi decidiamo per esempiodove andare in passeggiata, quanto giocare ecc... . Non permet-

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Educazione e addestramento: consigli pratici

tiamo al cane di prendere iniziative come l’aggredire un altro canesolo perché sta passando dall’altro lato del marciapiede. Decidiamonoi cosa è pericoloso e cosa no.

• Non sottovalutiamo i problemi. Non aspettiamo che il cane crescatroppo per intervenire su comportamenti che non ci piacciono eche non riusciamo a correggere. I problemi non si risolvono dasoli, ma generalmente si aggravano con il tempo.

Alla luce di questo l’educazione non è altro che l’insegnare al cane leregole del buon vivere basandoci sulla relazione che abbiamo instau-rato con lui.L’educazione del cane dovrebbe sempre tener conto di alcuni con-cetti fondamentali come lo stimolo, la motivazione, il premio epunizione.

Lo stimolo è tutto ciò che è esterno al cane e che è capace di pro-vocare delle reazioni. Perché questo sia efficace deve avere una certaintensità che viene chiamata stimolo-soglia.Il livello dello stimolo (alto o basso) necessario per provocare unareazione dell’animale dipende dalla reattività individuale del soggetto.Uno stimolo può essere sufficiente per far agire un cane e non unaltro. La risposta è soggettiva.Gli stimoli possono essere:• Neutri: non provocano nessuna reazione oppure provocano una

reazione iniziale ma poi si estingue rapidamente. (per esempio unoggetto che all’inizio spaventa il cane o lo incuriosisce ma dopoaverlo annusato perde subito interesse)

• Positivi e Negativi: provocano una reazione del cane che a secondadell’esperienza o del carattere del cane può essere positiva o nega-tiva.

La motivazione è l’impulso interno (fisico, fisiologico o emotivo)di un animale ad esibire un certo comportamento, come il bere è mo-tivato dalla sete.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

La motivazione viene anche indicata come pulsione. La motivazionedipende anche dal carattere (se il cane è un giocherellone oppure no,per esempio), dalle esperienze, dalle condizioni fisiche ed emotive,dal rapporto con il conduttore, dall’ambiente esterno.Un bravo educatore dovrebbe saper intervenire in maniera correttasu questi elementi per poter insegnare al cane i vari comandi.A questo punto parliamo anche del ruolo che svolgono i premi e lepunizioni nell’educare un cane. È luogo comune pensare che per ge-stire un cucciolo occorra premiarlo e punirlo in maniera alternativaa seconda delle situazioni, questo porta spesso i proprietari a puniresempre il cane quando (secondo loro) sbaglia qualcosa.Chiariamo innanzitutto che quello che per il conduttore è una puni-zione potrebbe non esserlo per il cane.Facciamo l’esempio del cucciolo che viene sgridato quando raccogliequalcosa da terra mentre è in passeggiata. Il cucciolo probabilmentecontinuerà, nonostante la sgridata, a raccogliere le cose da terra per-ché la sgridata potrebbe essere interpretata come un’attenzione daparte del padrone e ripetendo quel comportamento il cucciolo ot-tiene sempre quell’attenzione.Alla luce di ciò è sempre meglio, per educare il cane, sfruttare il rap-porto che abbiamo con il cane e i premi, anziché le punizioni.Nel contesto urbano in cui viviamo il concetto di cane educato è si-curamente diverso da quello inteso qualche tempo fa in campagna.Un cane doveva fare la guardia alla proprietà, alla famiglia e agli ani-mali domestici. Non era richiesto che andasse al guinzaglio senza ti-rare per le strade cittadine e non era nemmeno indispensabile cheandasse d’accordo con i bambini di casa, doveva semplicemente la-sciarli stare.Oggi tutto è cambiato. Viviamo in spazi sempre più stretti, abbiamouna vita sempre più veloce e piena di cose da fare e stiamo in un am-biente sempre più oberato di regole e doveri.Un cane oggi più che mai deve essere educato per poter sopravviverea questi contesti.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Un cane in città dovrebbe:

• Passeggiare al guinzaglio senza tirare e senza aggredire o infastidiretutto ciò che incontra (persone, animali, altri cani, biciclette, auto-mobili ecc...)

• Eseguire i comandi di base come VIENI, SEDUTO, RESTA intutti i contesti.

• Rispettare gli oggetti del proprietario e anche gli altri animali do-mestici.

• Rispettare gli ospiti e amici.

• Rispettare i bambini di casa.

Un cane non dovrebbe:

• Tirare al guinzaglio e aggredire gli altri animali o persone. Un canenon dovrebbe mai essere un pericolo per chi ci sta intorno.

• Non saltare addosso a tutti quelli che incontra, compresi amici eparenti.

• Non abbaiare senza motivo in maniera ossessiva

• Non occupare posti privilegiati in casa, come divani o letti, tantoda magari “ringhiare” se qualcuno prova a spostarlo.

• Non inseguire piccoli animali o oggetti in movimento.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Questi sono solo alcuni aspetti della vita di tutti i giorni. Ricordiamociche molti cani acquisiscono cattive abitudini perché gli vengono con-cessi da piccoli e quando ci si rende conto che sono diventati un pro-blema diventa complicato intervenire per correggerli.Prima di passare ad alcuni suggerimenti pratici di educazione, ricor-diamo che educare un cane non significa solo fare delle lezioni maapplicare delle regole tutti i giorni.• Cerchiamo di essere sempre coerenti, costanti e pazienti con il no-stro animale

• Stabiliamo fin da subito un rapporto fatto di fiducia e rispetto. Pre-miamo tantissimo il cane quando si comporta bene. Evitiamo di pu-nirlo sempre quando sbaglia.

• Garantiamogli un’adeguata attività fisica. Non possiamo pretendereuna condotta al guinzaglio impeccabile se il cane resta solo per 10ore al giorno chiuso in un appartamento ( o lasciato fuori in giar-dino o in un terreno) tutti i giorni.

• Quando gli insegniamo cose nuove iniziamo sempre in ambienticon poche distrazioni e premiamolo molto.

• Siamo sempre allegri e di buon umore quando decidiamo di lavo-rare con lui. Apprendere deve essere sempre divertente.

• Facciamo pochi esercizi per poco tempo al giorno. Non esageriamocon il lavoro.

• Rispettiamo l’indole, il carattere e l’attitudine del nostro cane, siacome individuo sia come appartenente ad una certa razza.

• Quando sorgono problemi che non riusciamo a correggere sin dacucciolo, non aspettiamo che cresca per intervenire perché pen-siamo che passerà da solo, ma rivolgiamoci ad un esperto che ciaiuti.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Ed ecco alcuni suggerimenti pratici per insegnare alcuni comandi dibase.

5.1 CONDOTTA AL GUINZAGLIO

La passeggiata al guinzaglio lunga o breve che sia dovrebbe essere,non solo un momento per far fare i bisogni al cane, ma un modopiacevole e proficuo per passare del tempo insieme. Quando cam-miniamo ricordiamoci sempre che siamo in due (cane più padrone)e non un cane ed un essere umano (da una parte il cane che tiracome un treno per portarci a litigare con il cane del vicino e dall’altrail suo padrone che ha fretta di andare al lavoro e quindi trascina ilcane in modo che si sbrighi).Per insegnare ad un cane a non tirare è necessario:

• Garantire almeno tre uscite al giorno, regolari. Due lunghe e unaun po’ più breve.

• Il cucciolo non deve giocare con il guinzaglio o con il collare. Sonooggetti del padrone e deve imparare a rispettarli.

• Insegniamo al cane a farsi mettere collare e guinzaglio con calma,senza saltare o abbaiare.

• Una volta all’aperto prendiamo il comando della situazione e deci-diamo noi che percorso fare. Lasciamo che il cane faccia i suoi bi-sogni e annusi, ma quando è necessario attiriamo la sua attenzionein modo che ci ascolti, anche quando è distratto.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

I motivi per cui un cane inizia a tirare al guinzaglio sono molti, i piùcomuni sono:

• Il cane esce poco al guinzaglio e le passeggiate durano troppo poco.Quindi quando l’animale esce è così eccitato che non ci ascolta. Al-cuni tipi di cani hanno bisogno di molta attività fisica per scaricarele loro enormi energie, se non fanno ciò diventano ingestibili ognivolta che escono.

• Il cane è abituato a saltare, abbaiare o altro per attirare l’attenzionedel proprietario ( che gli concede queste attenzioni) e quindiquando è al guinzaglio cerca di fare quello che vuole diventandoingestibile.

• Il cane non ha un rapporto equilibrato e di fiducia con il propriopadrone. Alcuni cani che si sentono “i capi” di casa si sentono indiritto di aggredire e cacciare gli altri cani che incontrano lungo laloro strada, trascinando letteralmente il padrone. Se il cane ha fi-ducia nel proprio compagno umano e sa che può contare su di luinon avrà motivo di litigare con tutti e tutto.

• Il cane non è stato ben socializzato e quindi tutto quello che in-contra gli risulta nuovo e fonte di stress. In questo caso occorrelavorare sul controllo.

• Il cane è stato abituato a rincorrere uccelli e gatti e oggetti in mo-vimento, così quando è al guinzaglio e vede uno di questi animali,trascina via il proprietario, “sordo” a qualunque protesta o ordine.

• Portiamo fuori il cane con un collare e un guinzaglio non adatto. Ilcollare non dovrebbe mai essere di tipo “a strangolo” e il guinzaglionon dovrebbe essere né troppo lungo e né troppo corto.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Se il cane tira al guinzaglio. Cosa fare:

• Il cane deve indossare un collare fisso di pelle o nylon o similari.Utilizziamo un guinzaglio di media lunghezza di corda o pelle cheabbia un’ impugnatura comoda e che in caso di “strattone” da partedel cane non ci faccia male alle mani.

• Teniamo il guinzaglio il più morbidamente possibile, non tiriamoloe non strattoniamo il cane ogni volta che si allontana da noi.

• Quando il cane ci tira da un lato o in avanti, prendiamo l’abitudinedi bloccarci come delle statue e non andiamo né in avanti né indie-tro. Restiamo fermi. Il cane tenterà di tirarci ma appena capirà chenon ci muoveremo si fermerà e si volterà a guardarci, in quel mo-mento parliamo gentilmente al cane e avanziamo. Se il cane ripeteil tiraggio, fermiamoci di nuovo e aspettiamo che il cane smetta ditirarci e si calmi. Qualunque cane ben socializzato e con un buonrapporto con il padrone alla fine comprenderà che tirando otterràsolo il blocco della passeggiata. Siamo sempre pronti a premiarecon carezze ed elogi il cane quando cammina in maniera corretta.

• Un altro sistema per insegnare al cane a smettere di tirare è quellodi cambiare bruscamente direzione trascinando il cane con noi(non strattonandolo ma semplicemente tirandocelo dietro). I canisi disorientano e tornano spontaneamente vicino a noi. In quel mo-mento va premiato.

• Ricordiamoci: il cane continua a fare un certo comportamento finquando porta un beneficio. Nel momento in cui non serve più anulla, il comportamento scompare. Se siamo costanti nelle nostredecisioni e regole il cane si adeguerà facilmente.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

5.2 VIENI!

Premesso che in città i cani hanno l’obbligo di essere condotti sempreal guinzaglio, ci possono essere dei posti in campagna o nelle aree li-bere per cani, dove lo si può lasciare libero.Il cane ha necessità di annusare ed esplorare per conoscere il mondoche lo circonda ma allo stesso tempo deve imparare a restare vicinoa noi e tornare quando lo chiamiamo.Ma come riuscire in un’impresa del genere?Il cane è un animale sociale e una delle paure più grandi che esso haè quella di restare solo. Quindi iniziamo fin da piccolo ad abituarlo astare vicino a noi, premiandolo ogni volta che si avvicina soprattuttoquando siamo a spasso.Cerchiamo di essere sempre positivi e allegri e insegniamo al cuccioloche venire da noi vuol dire sempre avere qualcosa di bello in cambio,che può essere una parola dolce, una carezza, un gioco.Esercitiamoci prima in casa o in ambienti con poche distrazioni epiano piano attiriamo l’attenzione del nostro cane anche in posti piùcomplessi.Ricordiamoci che:

• Il cucciolo non deve venire da noi semplicemente perché glielochiediamo, ma dobbiamo fornirgli un’ottima ragione per farlo. Laragione può essere una nostra carezza, le nostre attenzioni, il nostroaffetto. E’ fondamentale per questo aver creato un rapporto serenoe di fiducia con il nostro cucciolo.

• Siamo ragionevoli ed evitiamo di “sprecare” la voce per chiamareil cucciolo quando, per esempio, sta giocando con altri cani e noi

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Educazione e addestramento: consigli pratici

abbiamo deciso di andarcene. I primi tempi andiamo noi a pren-derlo e portiamolo via coccolandolo e con allegria. Cerchiamo diessere sempre più interessanti degli altri. Una volta adulto il nostrocane tornerà sempre e comunque quando lo chiameremo. Stessodiscorso vale quando il cane annusa con molto interesse qualcosa.Evitiamo di urlare per richiamare la sua attenzione ma aspettiamoche alzi un po’ la testa per guardarci e allora approfittiamo per chia-marlo.

• Se siamo in ambiente aperto, per esempio, in un campo e il cane sista allontanando troppo, chiamiamolo con calma e voce decisa. Senon torna non corriamogli dietro, ma proviamo ad andare dalla parteopposta correndo e chiamandolo. Il cane per paura di restare soloci raggiungerà. Premiamolo tantissimo quando arriva.

• Chiamiamo il cane piegandoci sulle ginocchia e battendo le mani inmaniera allegra. Attiriamo sempre la sua attenzione.

• Perdere la pazienza è umano e normale in certe situazioni, ma punireun cane perché è tornato da noi anche dopo un pò che lo stavamochiamando, vuol dire perdere la sua fiducia e insegnargli che venireda noi vuol dire prendere una punizione. Siamo coerenti e il più tran-quilli possibili.

• Se siamo nervosi o abbiamo poco tempo non liberiamo il cane, malimitiamoci ad una semplice passeggiata. Non mettiamo mai il canein condizione di disobbedirci.

• Essere calmi, tranquilli e allegri quando chiamiamo il cane non vuolcerto dire essere remissivi o accettare passivamente che il cane nonci ascolti. Ci sono delle situazioni di pericolo in cui non possiamoaspettare che il cane ci obbedisca oppure conoscendo il nostro ani-male, sappiamo che in quella occasione non ci darà mai ascolto, al-lora interveniamo fisicamente, prendendolo o non lasciandolo liberofin dall’inizio.Il buon senso dovrebbe guidare sempre le nostre azionie decisioni.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

5.3 SEDUTO!

Sedersi per il cane è naturale quindi insegnargli a farlo a comando èsemplice. Il metodo migliore è premiare il cane quando lo fa spon-taneamente, per esempio mentre ci aspetta quando parliamo conqualcuno oppure in casa quando si riposa. Per un periodo di tempopremiamolo sempre e nel momento in cui lo lodiamo inseriamo laparola “Seduto!” così ben presto assocerà l’azione alla parola. Con ilpassare del tempo lo premieremo sempre un po’ meno fino a quandodiventerà per lui normale sedersi quando glielo chiediamo.

5.4 RESTA!

Il resta! Dovrebbe essere utilizzato per insegnare al cane ad aspettareil proprietario, per esempio quando va in una stanza della casa doveil cane non può entrare. Oppure si può usare per far capire al cane che deve aspettarci se en-triamo in un negozio e lui non può entrare e lo lasciamo insieme adaltri o ancora per far sì che ci aspetti se ci stiamo vestendo per uscire.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

Una volta che il cane ha imparato il seduto si può aggiungere questocomando. La parola Resta dovrebbe essere accompagnata da ungesto della mano (per esempio palmo della mano aperto verso ilcane). Il cane una volta seduto davanti a noi gli viene dato il comandoe ci si allontana solo di un passo all’indietro, senza voltare le spalle alcane, se il cane non si muove ci riavviciniamo subito a lui e lo pre-miamo. Facciamo questo esercizio diverse volte allontanandoci dalui sempre un po’ di più, ma senza voltargli mai le spalle. Dopo qual-che tempo il cane avrà imparato a restare nella posizione iniziale easpettare che noi torniamo da lui.Fondamentale è premiare sempre quando è bravo e fare gli eserciziprima in posti senza distrazioni, magari in casa.Più l’ambiente è pieno di stimoli, più dovremmo premiare il canequando riesce ad aspettarci.

5.5 LASCIA!

Un altro comando utile da insegnare al cane è il “Lascia!” che servesia quando il cane ci ruba qualcosa che è nostro sia quando prendein bocca qualcosa di pericoloso.Quando il cane afferra qualcosa e capisce che noi vogliamo ripren-dere l’oggetto può scappare, sputarlo o difenderlo.Per insegnare questo comando al cane è importante fargli capire chenon siamo in alcun modo in competizione con lui e che se lasceràl’oggetto noi continueremo a giocare con lui o comunque lo premie-remo.Impostiamo tutto sul concetto dello scambio: tu dai una cosa a mee io ne do una a te. Quindi praticamente gli lanciamo un gioco equando il cane lo ha preso, lo chiamiamo a noi e con un bocconcinoin mano aspettiamo che il cane lo lasci. Appena l’oggetto viene la-sciato, lo raccoglieremo e premieremo il cane con il bocconcino op-pure possiamo lanciargli, come premio, un altro gioco. La cosa daricordare sempre è di non inseguire il cane quando ci ruba qualcosa,di non infilare le mani nella sua bocca per strappargli l’oggetto (è il

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Educazione e addestramento: consigli pratici

sistema migliore per insegnargli a ingoiare tutto ciò che trova pur dinon darcelo) e non facciamo prove inutili come quella di togliergli laciotola mentre mangia. Se proprio vogliamo abituarlo a non reagirese qualcuno si avvicina al suo cibo, prendiamo l’abitudine di aggiun-gere mentre il cane sta mangiando altro cibo alla sua razione, magariqualcosa di molto appetitoso. Questo gli farà capire che se qualcunosi avvicina alla sua ciotola non sarà per rubargli il cibo, ma per ag-giungere cose buone.

5.6 IL GIOCO

Un sistema positivo e rapido per insegnare al cane nuovi comporta-menti e regole sociali è quello di giocare spesso con lui.Tutti i cani giocano, sia da cuccioli che da adulti e persino nella vec-chiaia. Il gioco è uno strumento fondamentale per sviluppare com-petenze e abilità, per conoscere gli altri animali e per interagire conle persone.È fondamentale che un buon proprietario, non solo giochi con ilcane, ma che lo gestisca lui. Il proprietario dovrebbe iniziare e finire il gioco quando lo decidelui e non quando il cane si è stancato e se ne è andato via da noi. Do-vrebbe esserci sempre un qualcosa di bello e di molto accattivanteper il cane, tipo una pallina o un pupazzo, con cui si gioca soloquando si è insieme e che non andrebbe mai lasciato a disposizionedel cane.Il proprietario dovrebbe anche sapere quale gioco preferisce il suocane. Ci sono animali che preferiscono la lotta invece che il riportare

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Educazione e addestramento: consigli pratici

la pallina, altri che preferiscono la ricerca di oggetti invece che giocarecon il pallone e così via...ogni cane avrà un suo particolare gioco.Gestire in maniera corretta questa attività ci permetterà di insegnareal cane dei comportamenti positivi come: il lasciare un oggetto cheha in bocca, il moderare la forza quando si lotta insieme, il controllodella propria esuberanza, il non essere prepotente per ottenere qual-cosa.Molti dei problemi di possessività che hanno i cani sono anche fruttodi un errato gioco con l’animale. Spesso si tende a giocarci, per esem-pio nel lancio della pallina, così tanto che si finisce per ossessionareil cane o per stancarlo così tanto che impara ad afferrare la pallina ea non lasciarcela più.Il gioco deve essere un’attività sempre positiva che deve servire siaper far divertire e scaricare il cane, ma soprattutto per divertirsi e im-parare insieme.

Alcuni giochi che si possono fare con il proprio cane sono:

• Gioco con la pallina. Tutti i cani generalmente amano le palline eamano afferrarle dopo averle rincorse. Tiriamo la pallina, il cane laprende e torna verso di noi per portarcela. Non ci avviciniamo a luie non allunghiamo la mano per prendergliela dalla bocca, ma aspet-tiamo che la lasci cadere a terra. Se tentiamo di prenderla il cane scap-perà. Appena lui la lascia, noi la raccoglieremo e la lanceremo subito.Deve essere un gioco di collaborazione e non di competizione.

• Tira e Molla.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

È un gioco bellissimo per molti cani soprattutto quelli che amanousare la bocca per afferrare cose e rosicchiare. Giocare in manieracorretta aiuterà il cane ad imparare a rispettare l’altro, a non esagerarecon la competizione, a controllarsi. Prendete una treccia e agitateladavanti al cane, quando il cane la prende con la bocca tenetela benstretta e iniziate a tirare. Alternate momenti di tira e molla con dellecorse in modo da non esagerare. Non è una competizione su chi è ilpiù forte, il dominatore, ma deve essere un gioco di complicità. Unavolta vinco io una volta vinci tu. La treccia deve essere un mezzo co-mune per giocare insieme. Quando il cane è molto eccitato e si staimpegnando, lasciategli il gioco e vedrete che se lo porterà via cor-rendo, magari aspettando che voi lo inseguite per riprenderla. Anchequesto è divertente. Se il cane si eccita troppo, diventa troppo ir-ruento o esagera nei suoi modi, smettete di giocare e riprendete que-sto gioco più tardi.

• Ricerca olfattiva. Per il cane usare il naso per cercare qualcosa oqualcuno è molto divertente. Quindi nascondere anche in casa inqualche angolo un biscotto o una pallina o altro e incitare il cane acercarlo può essere molto divertente e gratificante per voi e per ilcane. All’inizio occorre fare cose molto semplici e man mano chel’animale diventa più esperto e bravo si può aumentare la difficoltà.

• Percorso a ostacoli. Se abbiamo un giardino anche piccolo po-trebbe essere divertente insegnare al cane a saltare ostacoli piccoli esemplici, come un’asta messa in orizzontale fra due sedie o insegnar-gli uno slalom fra più oggetti. Essere fantasiosi in questo caso puòaiutare a trovare nuovi modi per divertirsi insieme.

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Educazione e addestramento: consigli pratici

• Riporto di oggetti.

Un’altra attività che si può far fare al cane è insegnargli a prenderedegli oggetti come palline, pupazzi, o altro e riporli in posti precisi,per esempio in una cesta. Sono livelli di educazione avanzata ma uncane se viene adeguatamente stimolato può davvero imparare tan-tissime cose.

Capitolo VI

Il cane oggi: compagnia e utilità

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Il cane oggi: compagnia e utilità

Il cane oggi ha sensibilmente cambiato la sua “funzione” e se intempi passati avere un cane significava possedere un aiuto costantein diverse attività (caccia, guardia, difesa ecc...) oggi il cane è diven-tato, per moltissime persone, semplicemente un animale da compa-gnia e in alcuni casi uno status symbol. Ma per fortuna non si è ancora perso del tutto il concetto di ausiliarioe di utilità.Il cane è divenuto compagno insostituibile in diversi campi comenell’ambito della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, dell’Eser-cito, come ausiliario nella lotta alla criminalità, alla droga, al contrab-bando di materiale di vario genere e per la ricerca di esplosivi.Ritroviamo il cane anche come guida per i non vedenti, aiuto perpersone disabili e addirittura per persone che hanno perso l’udito.Il cane è anche un ausiliario di attività e terapie rivolte a disabili men-tali e fisici, anziani, bambini e adulti con varie problematiche (la cosìdetta Pet Therapy).Non dimentichiamo poi i cani impiegati nella Protezione Civile, nelleUnità di Salvataggio in mare o nei laghi ecc...Possiamo quindi dire che non è propriamente vero che oggi il caneè solo un animale da compagnia ma è ancora protagonista di diverseattività insieme all’uomo.

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Il cane oggi: compagnia e utilità

6.1 I CANI NELLE FORZE DELL’ORDINE E NEL-L’ESERCITO

Il cane è da sempre accanto all’uomo, nel bene e nel male. Nel corsodella storia è divenuto un ausiliario indispensabile in vari settori delleforze dell’ordine.Sicuramente ha avuto un ruolo fondamentale e ce l’ha tutt’ora nellezone di guerra: i cani addestrati a vari compiti come la ricerca diesplosivi, di droga, di mine, di prigionieri in fuga ecc...affiancano isoldati di eserciti di tutte le nazioni del mondo e quasi sempre i sol-dati devono la loro vita proprio a questi compagni a quattro zampe.Per onorare la memoria degli atti eroici di questi animali in tutto ilmondo sono stati eretti monumenti e statue.In America, per esempio, vi sono migliaia di monumenti del generein ricordo dei cani impiegati sulle linee del fronte, i K9, questi canivenivano impiegati come messaggeri o come sentinelle.. Stati comel’Arizona, il Texas, Canada, Florida, Georgia ecc..hanno tantissimedi queste statue.In ambiente urbano il cane viene addestrato: a fiutare droga e/o stu-pefacenti in generale, esplosivi. Viene addestrato come cane anti-sommossa e viene impiegato anche all’interno degli stadi di calcio onelle grandi manifestazioni.

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Tali addestramenti iniziano con cuccioli selezionati fin dalla nascitae proseguono per tutta la vita lavorativa del cane. Gli addestramentisono tutti basati sul gioco incoraggiando, a seconda del compito chepoi dovrà svolgere il cane, certe attitudini naturali di quel singolosoggetto.

6.2 I CANI NELLA PROTEZIONE CIVILE E NELLE UNI-TÀDA SOCCORSO

Un altro settore in cui il cane da sempre ha aiutato l’uomo è proprioquello del salvataggio delle persone. Che questo avvenga in acqua(nel caso dei cani-bagnino) o sotto la neve o sotto le macerie dopoun terremoto o in un bosco non conta, il cane si è dimostrato uncompagno e un socio indispensabile per salvare vite in condizioniproibitive per qualunque essere umano.I cani bagnino si stanno diffondendo sempre più nelle nostre spiagge.La loro preparazione inizia dai sei mesi d’età (ma si può iniziare anchecon cani già adulti) e devono essere abituati ad operare in mezzo allafolla dei bagnanti senza mai distrarsi, a nuotare anche a lungo, a tra-scinare persone e anche piccole imbarcazioni e sono gli unici ad es-sere addestrati in modo continuativo dagli elicotteri SAR (Search andRescue) dell’Aeronautica.

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Le razze impiegate sono tutte quelle che per genetica e storia hannouna naturale predisposizione alle attività in acqua e hanno un fisicorobusto, come i Labrador e i Golden Retriever, Terranova, Leonber-ger, Bovari del Bernese ecc... . Un binomio cane-conduttore per essere operativo deve ottenere ilBrevetto di Salvataggio che viene riconosciuto dal Comando Gene-rale delle Capitanerie di Porto.I cani impiegati dalla Protezione Civile in situazioni di catastrofi na-turali, incendi, smarrimenti di persone in boschi o foreste ecc...ven-gono addestrati con metodi assolutamente non-coercitivi ad operarenelle situazioni più varie e spesso molto disagevoli. Essi assolvono a compiti come ricerca di persone vive o morte sottole macerie, la neve o in superficie nel caso di persone che si sonoperse nei boschi o nelle foreste. I cani iniziano l’addestramento da giovani e gli si insegna a seguireuna pista e a discriminare un certo odore rispetto ad altri (per esem-pio quello di una persona che si è persa). Le razze impiegate in questi compiti sono varie si va dai pastori te-deschi, al labrador, al golden, ai terrier ai meticci...l’importante è cheabbiano un fisico robusto, un ottimo fiuto, siano molto affiatati conil loro conduttore e siano molto socievoli.Anche in questo caso i binomi cane-conduttore per diventare unitàoperative devono superare un esame abilitativo riconosciuto che liporterà ad ottenere il Brevetto per poter poi operare.Le unità cinofile operative devono essere sempre pronte a partire incaso di necessità ed attivarsi in tre ore circa.

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6.3 CANI NELLE ATTIVITÀ E TERAPIE ASSISTITE CONL’AUSILIO DI ANIMALI (PET THERAPY)

Negli ultimi anni si stanno sempre più diffondendo progetti rivolti apersone con disabilità fisiche e psichiche che hanno come collabo-ratori animali domestici (cani, cavalli, gatti ecc...) e sicuramente i canihanno un ruolo di primo piano.La naturale socialità dei cani nei confronti dell’uomo lo rende un par-tner ideale di medici, psicologi, psichiatri, fisioterapisti ma anche dieducatori, nel mettere in atto azioni terapeutiche verso pazienti convarie patologie.Il cane partecipa alla terapia per quella determinata persona trasmet-tendo fiducia e affetto incondizionati, stimola all’azione e al prendersicura di sé.I binomi cani-conduttore possono recarsi in strutture dove vengonorealizzati tali progetti che possono essere residenze protette per an-ziani, centri diurni per anziani o disabili, case famiglie, ospedali ecc.... Inoltre il cane è un ottimo stimolo per i bambini ad imparare il ri-spetto per la vita, per gli altri e per la diversità.Le caratteristiche che deve avere un cane per operare in tali progettisono: la socievolezza, la fiducia nell’uomo, un’ottima tempra che glipermetta di sopportare situazioni anche stressanti, educazione e unostretto rapporto con il proprio conduttore. Non deve avere paureper rumori forti e improvvisi.

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I cani vengono anche addestrati come guide per i non-vedenti e comeausiliari di persone disabili. Inoltre si sta studiando la capacità chehanno alcuni soggetti di prevedere grazie al loro straordinario fiutol’arrivo di attacchi epilettici in persone affette da questo disturbo,questo porterebbe a rendere la vita di queste persone molto più si-cura.In ultima analisi occorre ribadire che qualunque sia il compito svoltodal nostro amico a quattro zampe con noi e per noi, deve essere sem-pre rispettato e amato, sia nella sua educazione e addestramento chenella sua vita quotidiana.Il cane è un socio-compagno e non deve mai essere considerato unostrumento per ottenere qualcosa.Non esistono cani che nascono come cani da pet therapy o comecani per disabili e non esistono razze per fare questo o quello sempree comunque. Ci sono razze più o meno portate per certi compiti esoprattutto ci sono soggetti più propensi di altri per svolgere certeattività.

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6.4 IL CANE IN CITTÀ: DIRITTI E DOVERI PER UNAPACIFICA CONVIVENZA

La presenza in ambienti urbani di sempre più animali domestici e inparticolare di cani, rende assolutamente necessario istruire adulti(proprietari e non di cani), bambini e anziani su come relazionarsicon i cani e come gestirli in maniera adeguata.In questi ultimi anni a seguito di incidenti ma anche di ricorrenti la-mentele e liti condominiali causate dalla presenza di cani, le varie isti-tuzioni nazionali e locali hanno emanato a più riprese leggi eregolamenti per limitare tali intolleranze.Prima di fare una panoramica sulle leggi vigenti sul territorio nazio-nale, ci sembra utile riepilogare le cose che un buon padrone do-vrebbe sempre fare nei confronti del proprio cane e delle personeche lo circondano.

Un buon proprietario dovrebbe:

• Scegliere con accuratezza e senso di responsabilità il cucciolo daadottare non basandosi solo su canoni estetici ma soprattutto sultipo di vita che potremmo dare al cucciolo prima e all’adulto poi

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• informarsi prima di prendere il cucciolo sulle caratteristiche pecu-liari della razza di appartenenza o nel caso di meticci, su come co-municano e quali esigenze hanno i cani in generale

• essere, insieme alla propria famiglia, sempre il punto di riferimentodel cane in ogni circostanza e dovrebbero gestire in maniera ade-guata tutte le risorse vitali: cibo, uscite, gioco

• socializzare il cucciolo appena arriva a casa, portandolo in ambientinuovi e fargli conoscere tutte le situazioni che possono capitarenell’ambiente in cui vive

• incoraggiare, premiandolo, il cucciolo e successivamente l’adulto,ogni volta che mette in atto un comportamento da noi voluto

• evitare lunghi discorsi con il cane, ma utilizzare sempre parole brevie precise

• abituare il cane a restare solo in casa e a rispondere al richiamo inogni circostanza

• Abituare il cane ad essere manipolato (controllo delle orecchie,degli occhi, spazzolatura ecc...)

• Essere sempre coerenti. Quello che non vogliamo che faccia daadulto non lo deve fare nemmeno da cucciolo

• Frequentare dove è possibile un corso di educazione di base con ilproprio cucciolo e chiedere aiuto ad un esperto nel momento incui non si riesce a gestire una determinata situazione, non aspettareche il cane cresca, pensando, a torto, che il comportamento scom-parirà con il tempo.

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Ricordiamo sempre che il cane è un essere vivente diverso da noi,con esigenze e caratteristiche che vanno sempre tenute in conside-razione.

6.5 IL CANE IN CITTÀ: LEGISLAZIONE GENERALE

• GUINZAGLIO E MUSERUOLA. TUTTI I CANI DEVONOESSERE CONDOTTI SEMPRE AL GUINZAGLIO. Il guinza-glio deve avere una lunghezza non superiore a mt. 1,50. La muse-ruola è obbligatoria in tutti i mezzi pubblici, negozi e altri localipubblici. Il proprietario che conduce il proprio cane libero da guin-zaglio in aree pubbliche può essere multato. Il proprietario è sem-pre tenuto ad avere con sé una museruola da mettere in caso diemergenza.

• ANAGRAFE CANINA. Il cucciolo appena entra a far parte dellanuova famiglia deve essere registrato all’anagrafe canina, nel se-condo mese di vita, del Comune di residenza o alla ASL di com-petenza tramite l’inserimento di un microchip identificativo. Dallalettura di tale microchip si potrà risalire ai dati anagrafici del pro-prietario (G.u. n. 194-2008)

• ASSICURAZIONE. È necessario stipulare un’assicurazione checopra eventuali danni a terzi causati dal cane stesso. È obbligatoriaper i soggetti iscritti al registro dei cani ritenuti a rischio, consiglia-bile per gli altri.

• IN AUTO. il cane, se è uno solo, deve viaggiare in modo che noncostituisca pericolo per il conducente. Se sono più soggetti devonoviaggiare all’interno di apposite gabbie o nel retro dell’auto, separatidal conducente con una rete o delle sbarre.

• CONDOMINIO. Il divieto di tenere animali deve essere stabilito

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dall’intero condominio e va comunicato prima che un nuovo in-quilino entri nello stabile. Sarà comunque premura del proprietariofare in modo che l’animale non disturbi nelle ore notturne il vici-nato e non sporchi le aree comuni.

• CANI PERICOLOSI. Non esiste più la lista delle razze ritenutepericolose, ma la nuova normativa impone ai veterinari di segnalarei cani che sono stati protagonisti di incidenti o aggressioni al ser-vizio veterinario della ASL di competenza, che provvederà a farfare un corso obbligatorio al proprietario di tale cane. I cani ritenutipericolosi verranno iscritti in un apposito registro e devono esserecondotti sempre con guinzaglio e museruola.

• DEIEZIONI. I proprietari sono obbligati a raccogliere le deiezionidei propri animali.

• MALTRATTAMENTO. I cani devono essere tenuti in spazi ade-guati puliti e devono avere sempre a disposizione acqua e cibo. Ilmaltrattamento è punito severamente ed è diventato reato penale.

• TAGLIO DI CODA E ORECCHIE. Dal 2009 vi è il divieto as-soluto del taglio di orecchie e coda per tutte le razze. Dove è ne-cessario tagliare (coda o orecchie) deve essere documentato da uncertificato veterinario che ne confermi la necessità.

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Contatti Utili

Contatti Utili

Ministero della Salute. Qui si possono trovare tutte le informazionie la legislazione aggiornata sui nostri animalihttp://www.salute.gov.it/caniGatti/caniGatti.jsp

ASL2 Umbria. http://www.ausl2.umbria.it/MEDIACENTER/FE/media/sanita-animale.html

Provincia di Perugia, Sportello a 4zampe. www.provincia.perugia.it/sportelloonline/sportellodelcit-tadino/sportelloa4zampe

Comune di Perugia. http://www.comune.perugia.it

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Bibliografia

Bibliografia

Meneghetti V. Manuale della moderna Psicologia canina applicata...il lupo

cattivo non esiste! Ed. Cinque 1998Peyrani V., Rossi V. Guarda cosa ti dico Editrice Del Cigno 2008Abrantes R. Il linguaggio del cane Ed. OlimpiaCoren S. Capire il linguaggio dei cani Franco Muzzio EditoreFogle B. La mente del cane Gruppo Editoriale ArmoniaPageat P. Patologia comportamentale del cane Point Veterinarie ItalieRossi V. Come scegliere il tuo primo cane DeVecchi EditoreCapra A., Robotti D. Educare il cane con gentilezza Calderini Editore2007Capra A., Robotti D. Compagni di Viaggio Calderini Editore 2009W. E. Campbell, Psicologia canina, C. G. Edizioni Medico Scientifiche,1981P. Pageat, Patologia comportamentale del cane, Edizioni PVI, 1999 L. Polverini, Dalla psicologia canina alla Pet Therapy, Edizioni Effepi S. Coren, L’intelligenza dei cani, Oscar Saggi Mondadori, Milano, 1995 S. Budiansky, L’indole del cane, Raffaello Cortina Editore, Milano 2004 Turid Rugaas, L’intesa con il cane: i segnali calmanti, Ed. Haqihana, Mi-lano, 2005Turid Rugaas, Aiuto, il mio cane tira!, Ed. Haqihana, Milano, 2004L. Tellington-Jones, Il Ttouch per il cane, Ed. Haqihana, Milano, 2004 M. Nagel e C. V. Reinhardt, Lo stress nel cane, Ed. Haqihana, Milano,2003 V. Rossi, Come educare il cucciolo, De Vecchi Editore, Milano 2001Patricia McConnell, All’altro capo del guinzaglio, Edizioni TEAElisabeth M. Thomas, La vita segreta dei Cani,Edizioni TEA Elisabeth M. Thomas, La vita sociale dei Cani, Edizioni TEARoberto Marchesini, A lezione dal mondo animale, AP Editore Roberto Marchesini, L’identità del Cane Apèiron Ed/alberto perdisiaeditore, Bologna 2004Bekoff M., Dalla parte degli animali, etologia della mente e del cuore, Muz-zio,Roma 2003

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Bibliografia

Karen Pryor, L’arte di addestrare il Cane, Edizioni Era Ora, 2005Karen Pryor, Addestramento con il clicker, Edizioni Era Ora, 2006

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Ringraziamenti

Un sincero ringraziamento al Cesvol di PerugiaRingrazio mio marito Andrea per il supporto e i consigli pratici sem-pre puntuali e utili.Un grazie di cuore va alle persone che amano e allevano i loro canie che nel corso degli anni mi hanno dato consigli, mi hanno insegnatotantissime cose sui loro quattro zampe e mi hanno permesso di uti-lizzare foto dei loro soggetti come il Sig. Paco Zanoia (AllevamentoDe Paco X-Z Kennels www.depaco.com); il Sig. Luca Landi (Alleva-mento Moon Rock Kennel www.moonrockkennel.it); la Sig.ra MarulaFurlan (Allevamento Walla Wanda, www.wallawanda.com); la Sig.raSerena Reggiani (http://serenareggiani.altervista.org); Michele e isuoi Labrador Kim, Pepita e Luna; Roberta e la sua Schnauzer Fridae mio marito Andrea.Un grazie caloroso va anche alla mia amica Maria Grazia e a tutti isuoi splendidi American Staffordshire Terrier, a Daniela e a Valeria.

Questo libro non sarebbe mai nato senza di loro: i cani. Un grazie sincero va a loro, a quelli che ci sono stati, a quelli che cisono oggi e che ci saranno.

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Biografia

Laura Cibeca, laureata in Scienze dell’Educazione, ha frequentato ilMaster per Coordinatore e Conduttore di Attività e Terapie Assistitecon l’Ausilio di Animali alla Facoltà di Medicina Veterinaria-Univer-sità di Perugia. Dal 2008 è Istruttore Cinofilo APNEC (AssociazioneProfessionale Nazionale Educatori Cinofili); Educatore Cinofilo eTecnico di Pet Therapy Libertas-CONI. Dal 2004 è presidente dell’Associazione di volontariato A.T.E.N.A.(Attività e Terapie Educative Naturali con l’ausilio di Animali.Sito internet www.associazioneatena.it che elabora e realizza progettidi pet therapy (in residenze protette per anziani, centri diurni, scuoleecc...), convegni e corsi per l’educazione del cane in città a Perugia eProvincia e in altre Regioni d’Italia. Collabora attivamente con la Pro-vincia di Perugia, ASL2 e altre associazioni di volontariato del terri-torio.