Quando non avevamo le chiavi di casa

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.9 o i= g- ()R a- o- 0rohache bre Rlvlsta Dl Pol.t?lca = cultuFÀ l92l.l99t II P.C.I. SETTANTA AN]'II DOPO, QUALI LE PBOSPEITIVE IN UMBRIA? Intèrventi di! Francesco Ghìrelli Francesco Man.rarîni Wla.rímìrc Boccalì Walter Ceccdrìní Commenti dit Clau.lio Spìnelli eìovanni Paciullo Ficerche di; Alberto Stranaccioni SèrEìo Capobianco UN IMPEGNO DISIiITERESSAÎO Eenato Locchì ricor.ta RECENSION I INSERIO MODA Gìutîana Bonanni

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Intervista a Cronache Umbre (dicembre 1990)

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Gìutîana Bonanni

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Intervista ad Edda Orsi

Quando non avevamole chiavi di casa

ll morimento femminíle comunista nei ricotdí di quarantacínque anni dí militanza potitica.

di cuido Maraspir

poÌitiche? Come ridefinirc la pre-senza delledonne nelleistituzioni?E' realistíco Ìavorare per una pro-spcttiva nella quale, aitraverso tadifferenza di genere, si possa co-strurre un nuovo e positivo intrec-cio rra indi vidue, individrli, bisogni,cultura politica?'

Abbinmo cercaro di sponderead una parte àln1cno di qùesre do-mande non soltanio inteNisiand oùna donna comrnisra che èda moltiànni protagonista delle barraglìepoliiicheesocialidi questa regione,ùa àbbiamo voluto ancheripercorrere le tappe e i rnomentidifficili del cammino de1le donnedal dopoguena ad oggi, anche reltarìostfa provincia- E'per questo chesiamoconEdda Orsi, per motrì annidirigen te del movimento fernminilecomunista a I'eilrgia, a cordare

quelle che sono state 1e vicende dettedonne all'intelno del Partito Comunista, e nelÌe organizzazionidele d onne stesse, dal 1 943 ad oggi.

Io cotú cerei col chiederti dí icor.larc que\a che t'u |'atti?ità de edanne dunnte Ia Resìste m fino a ariconquista della libertà e alln ipresnC,elL' ntti'oità palìticli dell' Uníane don-ne itttline (Udi).

l1 contdbuto detle donne altaResistenza è stato ùn fano di note-vole importanza, di adesione pro-fonda ad urr ideale di liberazionesociaÌe. Le dome hanno parteciparoalla Resisienza atiraverso l'attìviiàmilitare e politjca combattendo afianco agli uomini nelleje forma-zionj pàrLigiane. NeÌle città le donne

operavano nette Squadre diazione pafiigiana (Sap) enei Gruppi dìfesa delladonna (Cdd). Il loro con-tributo ftÌ molto prezioso;svolgevano compiti dì cot-legamento e rjfomimentodelle formazioni partigiane/ come statette/ comeinformatrici e ricognitricigarantendó i l sùpporrologistico ai partigiani chescendevàno nelle ciità e neivillaggi per compiere Ìe lorcazioni. Per la p ma voltaneÌ nostro Paese, con la lotiadella Ììesistenza c'è staroùn coinvolgímento dimassa de1le donne- Non siconosconoi datiprecisi male donìe che hanno daro

Nei giond 29 e 30 novembre1990 si è tenuto a Perugia il semi-nado nazionale "Donne€ polirica/politica deÌle donne", organizzatodal Centro per te pad opporfunitàtra .lorìna e uono della Regionedell'Umbria, al quale hanno paúe-cipato fra le altre le onorevoli TìnaAnselnìi e Alna Asata Cappiello.È' stata questa l'occasione pèr unariflessione circa il non soddisfaceniedsùl tato ottenuto da1Ìe donre nell€ultilneelezioniamnìinistrative,chele ha vjste penaÌizzate ,,come sog-getb polìtico, conìe presenza cul-turale, come espressione di nuovivalori". Se le donne sono statesclìiacciate da una logica peffelsadi dcerca del consenso, come sileggeva neÌ'invito at convegno,ancor píù dschi.ì di esserlo iÌ ressu rodemocrat ico de1 nostropaese. 'La presenza delledonne nei partiti si è dve-lata "impotente" ad impri-mere impulsi posirivi allavistosa crisi delle stesseo€aniz zazioni - si leggevaancora -il Ìoro insediamen-to neÌe Amministrazioni èsta to se$ato da precariaràe marginaliià. Esse restanoluori dei luoghi e deimec-canismi "che contano", e ilpensiero e le praticlÌe ditanh aùri di storià feÌllmi-nile sembrano negati ecoÌìgelati in aitesa d i rempimigt iod. Con. ludendoi'Come rípensare il mppor-to delÌe donne con la poli-tica e con Ie orga nizzazioni

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anche piccoli contributi sono statemoltissime, e si sono scntite pafiecipi di questa battaglia ìn modo

Hai accennato prilnlt ai Gruppíài.t'eslt àetk Llot1tn, auoi spíetarci meglio q1.nLe erc ta taro funzio e?

I Gruppi difesa de[a donna facevano pate dei Comìtatí di liberazjone nazionale (Cln). Vi aderivano donne comuniste,antif asciste,apparienerìii ad altd partiti ed indipendenti. 1l mío impegno potitj.co cominciò propdo dopo l'8 settembre 1943, sulta spinta di ungrandedesidedodilibertà,dipace,e con ìa viva esigenza di con+listarecondjzioni di vita miglioli per tuttigLi italiani.

E'niiidoe vivoildcordo di .ìúeigiorni. La casa della nonna cheft equentavo quoLidiananente eradìventato luogo di ritugio per ipartigiani che scendevano in cittàpei operazionì militad e anch'io,seppur giovanissima, venni coinvolta via \.ia con compiti senìprepiù importanii: ritiro de1la stampaclandestina e altro maiedale dipropaganda nei punii convenuii,raccolta c1i \.iveri e indÙmenii dainwiarc alle fonnazioni nì monia-

gna, imspofto di armì, mi rìcordo lebombe anano "ba1ilÌa". Avevo unnome di batlaBlia: Addana, e lasera del23 apdle 1945 dcevetti unblacciaìe che avreì dovuto indossare recandomi alla sede deÌ C.L.N.non appena sì fosse dato il via al

Colne arvenne lfl ricostt uzíonedell'Udi7

Alla fine della guella ì Gdddettero vita all'Unione donnc ita-tiane. Una organizzazione di màs-sa il cui ruo1o tu deteminante perl'emancipazione delte donne detnostro Paese. Dùrante il fascismo lagran palie delle donne era completamente assente dall'inpegnopoÌitico. Fu proprio la lotta di Ìibe-razione a spjngere le donnc a par-tecipare in massa agli avvennrentidrarìmatici di quegli anni, e a co-minciare a propoùe le tematichedella condizione femminile.

E conÍenparaneanente nel hirtitocommisls si atldaoa fornanllo liCotrLmissio ne femmini Le.

Termhata la gueÍa il Paltiio,che si stava dorganizzando con lesezìoni dí quaniere, con le celluledi strada e di fabb ca, iniziò il rc-

clutamento anche tra1e donne. A livelloorganizzaiivo si co-stiiuirono le Com-missioni femminiÌi. Illoro compi io eraquelo di curare tuttal'attività, non soloorganizzaiiva ma an-che politica riferitaalle tenìatiche fem-minili, di mantenere icontaiii con Ì'Udi econ le commissioniiemminiti sindacalidette Camere deÌ la-voro per iniziativecomùni. All'internodetle sezioni e neiluoghi di lavoro sicosdruirono leCelhÈ

te femminili. Quesia scelta orga-nizzativa tu ùna intuizione poliiicadi Togliatti, accettata non senzatlaumì fra le dollll€ del Pa ito, mache in quela situazione si d imostròpoi una scelia jlnporiante. Pdma ditutto perché favorì l'accesso delledonne alla vita del Partito, alla vitapolitica e pelmise ad essediparlareliberamenie sottraendosi alla sog-gezione maschile. In secondo luo-go Togliatti ebbe il medto dj porrela questione ferìminile come unadelle gmndi questioni nazionali, d adsoÌvere in quanto battaglia fon-dam€ntaÌe per la realizzazione dallavia italiara aL socialismo.

Q_LLali em a í fipparti che itrteFcarrcra o fu quel mo)nentL) tm Ucli eda e arg!:nlizzate all'inler o del Par-

Naturalmente i lapporti eranodi solìdale confronto e basati sucomuni obiettivi per la soluzionedelle tematiche riledie alla condi-zíone femminit€. Per esempio iÌdìritto di voto, la tutela della ma-ternità, il diritto al lavoro ecc.

AII'indamani àella fille delld gLelra ledonnealrantano unapri nd Sm debattaglirL: k lottu pet il diritto di Doto.

Qúesta battagÌia fu combattuiafondamentalmente dal Partito comunista, con grande difficoltà atsuo inielno, c non trovò iniziàlmenie gmnde consc'nso. Da ún latosi dieneva infaifi che dare il votoalle donne significava súl pianoeleiiomle indebolire Ìa foza detPafito. Da un altro lalo chi attendeva l'ora X non dava molta im-potanza al dídtto di voto. Anchein questa battaglia tu determinaniel'appofto di Togliatti.

In che nnni anr iene t t taciò?

Questo avveniva nel' 46-' 47,durante la fase costituente, cioèprima della approvazione detlaCostituzione repubbticana, che

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saÌlcì altri ed imporantì di tti diuguaglianza fra ùomini e donne. Ilpiù impoliante dei quali, i1 dirittoal làvoro - arcora otgi largamenrenegato - in particol.ue alle donne.

In quel petiado bisagn7 ricotdarednche alcune fùnose latte sin dacnlí cheebbelo Ie danl\e came prot'ryonkte.Quells ad esenpio àelle "Tttbucchìne' .

Durante queglì arni io vivevojn Liguria, a cenova, dove sononata e dove, dopo 1a Liberazione,ho vissuto le mie pÌime espe enzedi lotta politica e sindacale, tra glianni 45 e 54, nelÌa Canera det lavorodi Cenova Bolzaneto. netta segeteda della Camera del lavoro diGenova Rivarolo, nella segreredadel sindacaio provirìciale iessili eabbigliamento, nella Commissionefemminìle del Partiio della fedem-zione di Cenova. E posso dire anchealÌa scuola d ella classe operaia, doveè vero che non si parlava di socieràma schile, dove il confli$o rra i sessipùr esistend o era spesso latente, inquarto prevaieva nella difficite si-tuazione Ìa battaglia comùne, madove ho acquisito nell€ esperienzee nei valori ad ess€ collegaie únvalore che per me resta ed è fon-damentale: essere comunista.

Tantissime altre espederìze an-drebbero ficordate: 1a scuota diPaúito nel 1951, il viaggio in Urssnel 1952 con una delegazioÌìe dioperaie e opemi tessili; la campagnaelettorale confo la legge truJfa nel1953 ad Imperià ejnSicitia net 19s4perÌe elezioni Regionali. Nettago-sto del'54 mi hasferii in Umbrìa, equesta non fu una scelta indolore_A qùeI'epoca non era pennesso.lire che "anche i seniimenti farnopalie della Ìibeftà". Ribelle atteimposizionj, convinta che anchequesta era una battaglia che anda-va perseguiia con tenacia, accettaila proposia deÌla ConrmissionefeÌnmnìile nazionale del Pci perl'incarico di responsabiÌe f emminitepresso la federazione di Pemgia.

L'insedmerto in rlna realtà diversa da quella della mi:à regione;

anche per la marìcanza degÌi affertiche avevo lascìato in Liguria, mìpare di ricordare che non tu cosìsemplice. Uno dci problemi eral'atteggiamento del Partito neiconfronti del lavoro femmi le,deleSato esclusivamente a1leCoDmissioni femminili. Le compagnedovevaro occuparci sia det1' org.anìzzazrone clìe delt'attivitàpoliiìca, con i problemi d€lla doppia preserìza e del doppio lavoronella fanúglia e tuori. Con i dtmidetta polìtica che, come oggi noncoincid€vano con queli delle donne. Leriúnioni sifacevano con nlolredifficoltà, poche erano ie donnenegli organismi difìgenti delle cetÌr e e delle sezioni, per non partaìedi quelli della Federazione. Pochissime le dor e nel Comitaro fe-demìe e nelle Commissioni di ta-voro. A quell'epoca em difficile perle donne avere le chiavi di casa.

Ho úr po' divagaro, rordamo atprcblema delte Tabacchine, rlnacategoria di lavoratrici che nellanosha provrncia aveva una $ossaesperienza di lotta e che influì an-che a livelto nazionale. 11 primoconbatto nazionale di lavoto dellacategoúa ( 1952) venne conquistatoanche grczie agli accordj o$€nútidalle tabacchine det perugino suimportanii problemi quali l'orario

Stato. ln quest'ultima azienda ci tuuna importante battaglia contro la

chiesta del Monopolío per i tra-sferimenii delle lavoratrici di Pe-rugia in alire città pena il licenziamento. Molte di loro pLlI di conrinuare a lavorare, cor grande sacrì.ficio tasciavano le famiglie, i bambini per andare a Iavomre a Roma,Firenze, ClÌiaravalle.

Llt cantraparte 4 indi en l0 Stat'o,cÒme datúe di ltnara per queste la o-

In questo caso sì, era il Monopolio di Stato. Ma per le alrre tacontropate erano i concessionarig1i agrari.

II gawrno lacnle in quqlí an i d.rche fatze era candatta?

ln maggioranza erano arìidni-simzìoni di sndstn, Pcì-Psi.

QlLt e etu Ia npqesentanza dettedonne in seno a quelle ammifiistrazio-

Non erano rnoltissime, come de1resto oggi le donne elefte nelleistituzioni, ma alcllne c'erano:ConsigLiere al Comme di Perugiaavevamo una compagna, Marcettadi lavoro, il divie-

io di cottimo, iì d-

lavorosfaordina-o- E trattandosi

di lavoro stagio-llale, gamnzie di

nel le campagneprecedenii. Que-sie lavotatrici era-no maggiormente

zone di Città diCaslel1o, Bast ia,Marsciano, e a Pe-rugia pressol'agenzìa Tabacchidel monopolio di

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Cesa ni, che era menbro delÌacommissione intema della Perugi-na; Fenanda Marctici, negli an]ìi50, tu il pdnìo assessore donna alComrne di I'eiúgia, e la sua operatu propulsiva per to sviluppo del-1'assìste11za ai bambini, per il po-tenziamento delle strutture scola-sLiclìe chc erano aÌloÈmolto care.l]ii,per i collcgamenti di viabilità tm leabitazioni di campagna e la scuola,in modo da ridurre al ninimo lamotalità scolastica- Irarticolare erapoi i1ruo1o e l'impegno dell unicosindaco dotlla Elsa Prampolini alComunedíSpello daÌ 1945 at 196[

Questi solt'r anche gli anní in .11íailcheper l'IÍalin sifase tirela guernl

íredtd", e mi senbn i rercssa te ricordarc iL ruolo che le doffie ebberonella battiglin per ul1a pdce dlÍatwaín It,tlia.

Le donne diedero un gmndissi-mo contdbúto alla battaglia per laPace, ùna lotta dura, per la libertà,conlro l'anticomùnismo, e strettamente collegata alla lotta per la di

fesa della nostra economia, per ladifesa delle corquiste sociali cor-tro la smobilìtazione e la riconver-sione d i molte industrie italiane so-pmilutto siderurgiche, metalmec-canich€ e iessili. Ricordo negli anni50, una lol ia che diventòemblematica a 1ive11o nazionale,qùella contro Ìa smobiliiazione dell'Ilva di Genova Bolzaneio, una in-clustria sìderurgica del gruppo hi,sireiiamente colegata alla lotia perla pace, c che si corcluse net marzodel1951 con là "colata per la pace",1'ulinra colata prima del crolo delfono Martin Siemens. Per la rea-lizzazione di questa colala tu orga-nizzata una raccolta di feno e dirottamichevidelamobiliiazionediuna intera città, e pa icolarmeniedelle donne, ch€ su invito cìel comiiato dei famìliad dei lavoratori inlotta,avevano lanciato un appelo atutte le donne Senovesi.

Ricordoancof aìlNatale del 1950c1ìe passammo in quesla {abbricacon g1i operai e i toro famiÌia . Lamessa venne cetebrata da DonAndrea Caggero, un sacerdote chein segujto alla scomunica della

le +lalche tempo

Gaggero, e fino

figùra di primo

Credo che tutto ciò

gnìf icato molto

aver saputo legare quest i dúe

tali per la vila del

perché poi con

1'avvento del Patto At lani iconu eÌosissimi nascessero in tuitoil Paese i Comitati per la Pace.

Tatnrnlo utl nttitLo alla Fden-zlone di Perlt\id,abbíana giàn cennntaprinú nLle oaricp|oblematíche tí3 arclaalla'oita econamìdr, politíù1, delLe donnein pffiti.olnre nelb ostm pffaiirctu.Intorno i quqli mni, tlt)ì rìcottlttt.quali trano le ndggiori díîicaltù cheitrcantmrJnno Ie don e ella'rìta rÌel

Comc ho già detto, sono venutain Umbria perché nelÌa Federazio-ne di Perugia c'era difficoltà a tro-varc rna responsabile femnirile.La situazione si presenta\.a cofespeÌienzc negative/ non $à perincapacjtà dellc colìpagne che inquesio Ìavoro si erano ìmPegnate/ma proprio per problemì oggettiviche cluesio lavoro comPofiava/ edei qualj abbiamo precedentementeaccennato. Le responsabili Iemmi-nili avevano poi vita breve nellaloro atdvità. Si ricoreva alla presenzasalt!aia delle compagne inviaie dal ceÌrtro, ira 1e +laÌi possiamo ricordareNives N avonì, AìdaTiso,BiancaBracci-Toisì, Dtua For-ti e altr€.

Percíò trno dei pril1i probLct i chedaîesti ifftuntarc f,1 ptot)tia tttLesto.Come ne refiisti a capo?

Cercando semplicemente di d-costruùeinsiemealleco pagncclìetrovai a PeruSia una Commissionefenìminile, e quindi prenderel'attività che per un pe odo dìtempo era stata un po' inesistente,per difficoÌià di carattcrc organìzzaiivo,perf indisponibilitàdapadedialcunedisvolgereqùcstolavoro,per problemi valj comePrìnasieraaccemato. lncominciai a lavorafecon Aimera Bonucci, PrìmettaMartini, Gianna Selvi, Liliana Cer-velli, ErmenSarda Sirnonucci edaltre.

Q_wtlí fÍat1a le t e azioni tese Bricas b ui e q1 Esto orgnn is n a?

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Inianto quelo di dprendereconiatti con le compagne umbre,cne avevano svolto attività nel sir_dacaio, nell'Ud i, netle vade sezionidella provincìa, e di colegare queste espeaenze_ E non fu certo ùnlavoro facile, arche se per me eshe-namente posirivo, poiché divenneun contributo ad una maggiore co_noscenza sra sul pianodeÌla vita del Parriio, siadelÌa realtà umbra comediura situaziorìe per meassoluiamente nuova.

Qwtnd'è chesí può díreche ufi tessuta olganizzali'o di don e ritonxa adessete so ggetf o politi co?

Con la Con{erenz aprovìnciale del 1955, inpreparazione di que.Ianazionale, che ebbe unalarga partecipaz-ione datutte 1e zone delta prov r n c i a , e d i ù c o m i n -ciammo a dtessere imppo i, perché 1a pre-parazione della Conferenza aveva compofta,to dunjonì nei maggioricentri, contatti fra le vaúe compagne, si venne-ro delineando te dispo-nibilità, e te ìndicaziònipoliriche.

tìca- Ponendo quindi t,esi$nza diurì rmpegno diverso da quelo cheflno a quet momento ela stato portato av.nti anche per quanto _sùardava i t t .voro faùÌmirì j te. E, iquegÌi anni ch.r incominciò a po$iil problema della forma organizza-tiva delle dorìne superando le cel-lule fenìninilì

Continuare a maÌtenere l,orga-

nzzazlone separata delte donnesignificava non firvorire l.r parieci-pazione delle donne alla etaborazione della poljijcà generate detPartito Fù in occasjoìe di questidibattiti che si incomìnciò a chiede-reI msermentodj un maggiornu-mero dr donne negli orgamsùj di_rigenti della Federazioie e deltesezioni il loro inserimenro in tuitele Commissioni di lavoro, unamag$ore attenzione aÌla forma_zione di qúadri femminiti. perquanto mi dguarda, dopo l,esperienza della Commissione femmi-nile feci per .ricuni anjìi Ia responsàbjle del settore Stampa e pÀpr

Senhra logíco pensarc che se cí fllqlLesti sooLtaLlen e Mcheda unlavanimo te che b donne aoeaatlo fatta díauta arganizztlzione, di acq uísizionegraàuale di una coscienza, e di cn a_scc 2a sir dcl la prcpj la .o$îtùu na ciad.t finndo esleinD Sara uessai to aquest, punt'o rLettrre iLcu i puntt fernt,apartìre dalleca quiste ptuprioitttermini di lott'e, e nell'otteninenta di

alcutle lgsgi ílilportantiper le doane. Quate fu itpnfio d1 quesfi klomefiticonclusi?i di una batt|glia sociltle e citile?

La prnna legte im-portante con$dstata fuquella sulla turela de11amaternità, la 860 del20/8/1950, di cui 1a primanrmataria era TeresaNoce. E in seguìto la't0/A

del 16/12/1971,sulla isiìtuzione degtiasiti nido; l'approva-zione di questa leggemetteva fine ad unadelle accuse che neglianÌi 50 venivano dvot-te alle donne comuni-sie, cioè quella di esserc"sfascia famigt ie, , .Quando si andava aparlare di questo pro-brema, quello degli asilinloo/ ventvamo a..r,-.sate di essere contro lafamiglìa e di voter sot_

im|Ie i figli au'edúcazione famitia_re. Una serie di accuse che venivà_no rancia te da que e forze poliricheche osteggiavano la reat2zaz_ionedi servizi sociali, e dproponevanoil modello culturate seco;do cùi ladonna, '2rgelo det focoiare,, empreposta à fisolvere tuitr j probte_fnj, dei lavoroedelta famistja, scnza alcun sostegno da paite delleIsiiiuzioru. por;ncora t; teeee 903det 1q77. che sancrva it priicjpiodeua padtà di tfattamenro eco;o-mico tra uomini e donne in matedadi Ìavorc, e che ha costituito in pri-mo luogo l'applicazione deAli arti-coli 3 e 37 della Costituzione-: ,,hrrrii cittadini hamo pari di8lrità sociatee sono uguali di ionte ala tegge...,,

Q ali furcno i útmbtumenti pi1.tsisnifiúitilri interaenutí a paúire daalljta?

Glì anni più signGcativi sonoqueli tutorno al 56-57. Una svotr.decisiva per ìl Parriio in Umbria èvenuÉ propno a partìre dal 56.quando i fatti hagici det XX con-gresso del Pcus prima e successiva_mente i latti dì Ungheda, hannocieterminato un vivace dibattiioAll'interno del quale venivanomesse in discussione Ie manifesta_zioni di burocrat ismo, dìcaporalismo, di defomazjone detcentralismo democratico, del orcvalere degli aspeiti or8anizz;tivisù | dibaitito e sulla iniziativa polj_

I

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e "spettaro alla donìa lavomtricetutti i diritti e a parità di lavoro lastessa retribuzione che spetta al la-

Quesia letge ha costituito quh-di il momento di passaggio da[alegrslazione di tutela ad 1rl1a legi-slazione fondata sùl pdncipio dieguaglianza dei dìritti tra uomo edonna anche nelfambito del lavoro. A dista4za di alíi dieci anlli sideve però evare che la realizza-zione della effettiva parità è 4ncomlontana, mentrcnon è risoltoil nododel rapporto tra parità e tutela del

In questi atni bisognl a che icardarc quella che fa uenmente la nobí|i.tazioneiimassaali'ello nazio ale cheportò aí due rcfemdun del74 e del78,iI ptimo sulln legge che istítuba í1ÍLílJoEia, e il seúndo su\'inreftuziofle

Krcoroo la càmPa$a raÍa ,nUmbria per il referendum sul di-vorzio, come una battatlia che ledonne condùssero ìn modo ecce-zionale, aìdando casa per €sa, neiquartie , neÌte fabbiche, nono-stante la massiccia campagnaantidivoúisia che sopraitutto laDemocrazia c stiana e ie foze didesira avevano montato. Ci fu ùnapartecipazione di donne portahici?1e11a c;sciènza di ún didfto ci.\'ileche il nostlo Paese doveva avere.Mi ricordo assembìee moltoinfuocate,dibattif moltoappassio-nanti fu una delle tante battagliema che in modo pafticolare coin-volse tante donne.

lnoece pet ít ?econdo re?rend m,quello del 78 suU'intetruio e dellagraoidanza, Id queÉtione fu posttl i1rtermhti molto lacelanti, nolto pìù àeldiL)arzío, sícuramente. Come li rícordíqueslo Wrtiúlare mofienta?

Per le donne questa tu una bat-taSlia molio soffefia. Le espedenzeche molte donne avevano vissutosulta prop a pele, con dei dschienomi - perché una volta di abortosi moriva = non erano sufficienti afar superare ifraumi e lq incetezzeche questa scelta ponèva alla co-

scienza di ogní donna. Nel Pci losconho fu aspro soprattutto trauoÌnini e dome sul probtemadel1'auf odeterminazione.

La battaglia è ancora aperta; ledonne umbre sono pienamenteimpetnate per una coretta appli-cazione della legge aitraversoslrtture che garantiscang servizrdi prevenzione e di tutela della sa-Iute delta donm, nel úspetto deltaIoro diSnità e autodeteminazione.

Sipossono fureseando te delle mn-siàerczìòní su uîr tipieganenta dj aI-mn e p o sizíoni che emet Èono anche fi ellasinís!fi, rispetto a questa legge, maanche ad altrc lqgi, come q ella caiaccenna?i plima delln Wrítìi s l lnzro-

Apatirc daglianni80sièavutauna gmve deregolamentazione, equesta ha notevolmente colpito ilmond o d el lavoro ed il mèrcato dellavoro femminile. Due sono essen-zialmente a mio avviso le cause diquesta situazione. La Plima, quelaùadizionale legata alla cdsi che inquesl anni ha coinlolto l'economia della nostra regione. Ad esempio licenziamenti, espulsioni,

PrePensionamenti che in modoparticolare hanno colpito la mano-dopera feÍìminile. La seconda, le-gata ad atteggiamentidiscriminato che limilano sià kiè-cesso della donna al mercaio dellavoro - liberalizzazione delleassunzioni, chialllata nominativa,contratti di formazione e lavoro -sia la possibilità per le donne dellaprogressione di cadera.

Recenti studi fatti nella nostraprovincia, dferiti atÌa posizioneprofessionale di lavoratici di alcu-ni Entì (Regione, Comune di Peru-gia, kovincia di Perugia) mettonoin luce come sia difficile per le don-ne affermarc la loro capacità e laloro prcfessionalità. L Umbriaèunadelle rcgioni che ha un elevato tas-so di disoccúpazione femminiie conaÌta scolarizzazione, ma Cè ancorachipensa che essendo in parte don-ne coniugate, il problema non è loitanto Blave.

Comunquepe si che ci siano sryzi

ài infeftenfo rcgiafiale, piattosta cheaffidarsi mme sempre al gaoerno cen-trale?

Dalf affemlazione del pdn.ipiode11a parità bisogna passare allaindividúazione di stfumenti checonsentanò pari oppotunità adonne e uomini, aÌ fine di realizza-re una parità effettiva. Uno di que-sti shlmenti ad esempio è statoindividuato nelle Azioni Positive.Al1a Commìssione lavoro deltaCamera è giacente un progetto dilegge unificato: bjsogna far sì che alpirì presto diventi te8ge.

Sul piaro regiorìale si deve unamaggiore atte.nzione ai prcblemidellorientamento scoÌastico, allafomazione professionate, alla d-qualificazione di alcune professio-ni superate dalle crisi di settore, adesempio quelo tessile. Quindi ve-dere come d+ralificare queste la-voratrici espulse per m€tlerte incondizione di rientmre ne] mercaiodel lavoro. InJine studiare ed attua-re forme di incentivazione all'im-prenditoria femmhile, agevolan-dola e sostenendota.

Qualipensi sía a aggí ipuntí qua-Iíficanti dí u a possíbíle piattalanna diIotla delle dome per iI domani?

Fino aÌ 15 geùÈio di quest'annopéns-avo che fÒndamentaii per,Iedonne fossero le lotte per il d ittoal lavoro, secondo le indicazìoni$à dette;la lotta per l'approvazio-ne de11a legge contro la violenzasessuate, e url pensamento suiiempi e sui modi di vita e di lavoronelle nostre città. Oggi, di ftontealta gravità del1o scoppio dellaguera nelGolfo, dtenSo che com-pito fondamentale de[e donne siaq11e]lo di impe8narsi a fondo nellaIotta per polre fine aÌla gue a, eawiare haftative di pace. Questatragica guera ci chiama nuovamente ìn cal1sa,la sua drammaticj.tà ci impone ìl dovere di essere inprima fila, fofii dela nostra tradizione. Ma sapendo cogliere, comedice iÌ compagno Iryrao, i bisogniche nei giovani dpullulano,."biso-gni di libemzione e una saldatunira 1e idee della pace, del sociali-smo, di ùn orizzonte comunista".