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9 EDITORIALE OGGI Lunedì 1 gennaio 1 Quando la sicurezza diventa passione Mondo lavoro L ’impegno di Paolo Veronese della Veronese Technology Vogliamo che queste tematiche entrino nel cuore delle persone In basso, Paolo Veronese con Roberto Monforte in una puntata di Passione Sicurezza IL PROGETTO Il lavoro è qualcosa che ac- compagna l’uomo dall’alba dei tempi. Ma spesso lo si associa al- la sola retribuzione mensile. In realtà, qualsiasi azione svolta è di fatto un lavoro. Indipenden- temente che si faccia per neces- sità fisica, ludica o formativa. Lavoro non è denaro. Lavoro è fare. Fare presuppone, però, di esporsi a rischi o a situazioni pe- ricolose. Quanto è importante la sicurezza sul lavoro, in casa o ne- gli edifici pubblici? La risposta è scontata ma troppo spesso ten- diamo a sottovalutare le situa- zioni di pericolo. Nonostante quotidianamen- te si senta parlare di incidenti sul lavoro o di morti bianche, siamo ancora troppo poco infor- mati sulle buone norme in mate- ria di sicurezza. Se ci addentras- simo nella statistica, in ambito di sicurezza nei luoghi di lavoro, ci renderemmo conto che il no- stro Paese mostra un trend dav- vero sconcertante: circa 1000 morti all’anno che si traducono in tre persone al giorno che non torneranno più a casa. Questi numeri non sono fantascienza, sono dati reali in costante moni- toraggio e aggiornamento da an- ni. Ma allora come mai nulla sembra cambiare? La gente non è stanca di incrociare le dita ogni mattina sperando di poter tor- nare a casa la sera? Non è stanca di leggere sui giornali che “Ma- rio Rossi” è caduto da un’impal- catura perdendo la vita? Certo che lo è ma non fa nulla per cam- biare la situazione. Spesso è più semplice scaricare la colpa sul datore di lavoro. Ma in realtà se il lavoratore stesso non è infor- Giorno XX Mese 2019 Inserto pubbliredazionale a cura della concessionaria Iniziative Editoriali Srl mato sulle norme di sicurezza non potrà imporre al datore di rispettarle. Quello che dunque manca nel nostro Paese è la cul- tura della sicurezza. Il parados- so è, forse, che lavoriamo per guadagnarci da vivere ma non facciamo nulla per tutelare la nostra vita mentre ci guadagna- mo da vivere. Ed è proprio con l’intento di fare qualcosa per ini- ziare a guardare nella direzione giusta che nasce questo proget- to. Un “appuntamento” con la si- curezza rivolto ai nostri lettori, in collaborazione con la Verone- se Technology e con l’ammini- stratore unico della società, Pao- lo Veronese. Un progetto che ri- percorrerà le orme di “Passione Sicurezza” , lo spazio di informa- zione in onda su Radio Day. Pas- sione Sicurezza, ispirandosi alla trasmissione Passione Frosino- ne, è un format che nasce pro- prio con l’idea di voler informare e fare sicurezza, dall’incontro tra l’esperienza pluridecennale maturata da Paolo Veronese nel- la Veronese Technology e quella di Roberto Monforte, speaker radiofonico di Radio Day. L’o- biettivo delle pagine e dei nume- ri che seguiranno sarà quello di trasmettere, anche ai nostri let- tori, la “passione” per la sicurez- za. «Per far sì che queste temati- che entrino nel cuore delle per- sone e farle diventare una neces- sità sociale – come spiega lo stes- so Paolo Veronese – Se in un fu- turo non troppo lontano, i posti di lavoro saranno più sicuri, sarà perché la sicurezza avrà rag- giunto nella collettività lo stesso valore che ha la busta paga a fine mese». l Edizione INSERTI - stampato da graficogmde_ng - il 28/05/2019 16:40:57

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Page 1: Quando la sicurezza diventa passione - Veronesetech...asdasdas Edizione INSERTI - stampato da graficogmde_ng - il 28/05/2019 16:40:58 EDITORIALE 11 OGGI Lu n e d Ë 10 1gennaio 1 EDITORIALE

9EDITORIALEOGGI

Lu n e d ì1 gennaio 1

Quando la sicurezzadiventa passioneMondo lavoro L’impegno di Paolo Veronese della Veronese Technology

“Vo g l i a m oche queste

te m at i c h ee nt r i n o

nel cuoredelle

pers one

In basso, PaoloVeronese conRoberto Monfortein una puntata diPa s s i o n eS i c u re z z a

IL PROGETTO

Il lavoro è qualcosa che ac-compagna l’uomo dall’alba deitempi. Ma spesso lo si associa al-la sola retribuzione mensile. Inrealtà, qualsiasi azione svolta èdi fatto un lavoro. Indipenden-temente che si faccia per neces-sità fisica, ludica o formativa.Lavoro non è denaro. Lavoro èfare. Fare presuppone, però, diesporsi a rischi o a situazioni pe-ricolose. Quanto è importante lasicurezzasul lavoro, incasa one-gli edifici pubblici? La risposta èscontata ma troppo spesso ten-diamo a sottovalutare le situa-zioni di pericolo.

Nonostante quotidianamen-te si senta parlare di incidentisul lavoro o di morti bianche,siamo ancora troppo poco infor-mati sulle buone norme in mate-ria di sicurezza. Se ci addentras-simo nella statistica, in ambitodi sicurezza nei luoghi di lavoro,ci renderemmo conto che il no-stro Paese mostra un trend dav-vero sconcertante: circa 1000morti all’anno che si traducono

in tre persone al giorno che nontorneranno più a casa. Questinumeri non sono fantascienza,sono dati reali in costante moni-toraggio e aggiornamento da an-ni. Ma allora come mai nullasembra cambiare? La gente nonèstanca di incrociare le ditaognimattina sperando di poter tor-

nare a casa la sera? Non è stancadi leggere sui giornali che “Ma -rio Rossi” è caduto da un’impal -catura perdendo la vita? Certoche lo è ma non fa nulla per cam-biare la situazione. Spesso è piùsemplice scaricare la colpa suldatore di lavoro. Ma in realtà seil lavoratore stesso non è infor-

Giorno XX Mese 2019 Inserto pubbliredazionale a cura della concessionaria Iniziative Editoriali Srl

mato sulle norme di sicurezzanon potrà imporre al datore dirispettarle. Quello che dunquemanca nel nostro Paese è la cul-tura della sicurezza. Il parados-so è, forse, che lavoriamo perguadagnarci da vivere ma nonfacciamo nulla per tutelare lanostra vita mentre ci guadagna-mo da vivere. Ed è proprio conl’intento di farequalcosa per ini-ziare a guardare nella direzionegiusta che nasce questo proget-to.

Un “appuntamento” con la si-curezza rivolto ai nostri lettori,in collaborazione con la Verone-se Technology e con l’ammini -stratoreunico dellasocietà,Pao-lo Veronese. Un progetto che ri-percorrerà le orme di “PassioneSicurezza” , lo spaziodi informa-zione in onda su Radio Day. Pas-sione Sicurezza, ispirandosi allatrasmissione Passione Frosino-ne, è un format che nasce pro-prio con l’idea di voler informaree fare sicurezza, dall’incontrotra l’esperienza pluridecennalematurata da Paolo Veronese nel-la Veronese Technology e quelladi Roberto Monforte, speakerradiofonico di Radio Day. L’o-biettivodellepagine edeinume-ri che seguiranno sarà quello ditrasmettere, anche ai nostri let-tori, la “passione” per la sicurez-za. «Per far sì che queste temati-che entrino nel cuore delle per-sone e farle diventare una neces-sità sociale –come spiega lo stes-so Paolo Veronese – Se in un fu-turo non troppo lontano, i postidi lavoro saranno più sicuri, saràperché la sicurezza avrà rag-giunto nella collettività lo stessovaloreche ha labustapaga a finemese». l

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11EDITORIALEOGGI

Lu n e d ì1 gennaio 110 EDITORIALE

OGGILu n e d ì

1 gennaio 1

Non un “o b b l i go”ma un’o pp o r tu n i t àInvertire la rotta Creare una cultura della sicurezzaaffinché ogni lavoratore possa avere più consapevolezza

IL FOCUSXXX

Ogni giorno in Italia muoio-no tre persone a causa di inciden-ti sul lavoro. “Morti bianche”, untermine che quotidianamentesale alla ribalta delle cronachenazionali. Mille le persone chemuoiono sul posto di lavoro in unanno. Un vero e proprio bolletti-no di morte, senza contare gli in-fortuni, anche gravi. Secondo idati INAILaggiornati al2018, so-no oltre 600mila le denunce diinfortunio sul posto di lavoro.Ciò significa che oltre mezzo mi-lione di persone, ogni anno, siprocura delle lesioni più o menogravimentresvolge lapropriaat-tività.

Per capirne le cause di tuttociò, la problematica va affrontatabilateralmente poiché non esisteun unico colpevole. Da un lato sipunta il dito contro il datore di la-voro perché non si preoccupa difornire una serie di strumenti pertutelare la salute dei suoi dipen-denti, poiché l’acquisto diunase-rie di articoli come guanti, ma-scherine, caschetti e simili com-porta un ingente costo per l’im -presa.Un costocheper altro l’im -prenditore ritiene secondario o,in molti casi, inutile. Dall’altro la-tovaconsiderato peròchespessoè anche chi svolge fisicamente ilproprio lavoro a non preoccupar-si di sé esponendosi a dei rischiche potrebbe benissimo evitareservendosi dei dispositivi atti a

tutelare la sua incolumità. Il la-voratore avrebbe, infatti, tutto ildiritto di pretendere che vengarispettata la sua sicurezza. Maperché non lo fa? Perché il pro-blema di fondo resta sempre lostesso, quello culturale. In moltinon hanno neppure la consape-volezza di quali siano le minimenorme di sicurezza che andreb-bero attuate e, di conseguenza,non le pretendono. Quel che fa ladifferenza, infatti, è la percezio-ne e la considerazione che ogniindividuo ha della sicurezza. Cisono imprenditori e di conse-guenza aziende, che hanno fattonel corso del tempo della sicurez-za uno dei capisaldi del loro busi-ness. Per queste attività acqui-stare un lotto di guanti, ad esem-pio, ha lo stesso valore che puòavere la farina per un panettiere.Questo perché l’acquisto di DPI èconsiderato come un vero inve-stimento che nel tempo diventaanche proficuo. Proteggere colo-ro che di fatto portano avanti ilbusiness consente di avere unaforza lavoro costante e in salutenel tempo. Ciò si traduce in menooperai a casa per malattia e aduna produttività costante chenon può che crescere e prospera-re. Purtroppo, non tutte le azien-de hanno questa consapevolez-za. E’ovvio cheidispositiviutiliz-zati per proteggersi durante il la-voro hanno la funzione di allon-tanare il rischio dal lavoratorema non lo eliminano del tutto, lefatalità possono sempre accade-re ma limitarle è fondamentale. l

L’o b i ett i voè diminuire

i casi di mortibianche

e di infortunisul postodi lavoro

C onoscerele norme sulla

s i c u rez z aa ff i n c h é

q u e steve n g a n o

g a ra nt i te

Cosa sono i dispositivi di protezioneEsistono due marco-catego-

rie che racchiudono tutto il mo-do della sicurezza: Dispositivi diProtezione Individuale; Dispo-sitivi di Protezione Collettiva. IDispositivi di Protezione Indivi-duale sono dei dispositivi chehanno lo scopo di proteggere ilsingolo individuo da un pericoloo possibile rischio. Appartengoa questa categoria i guanti, lemascherine, i caschetti, le im-bragature e via discorrendo. IDispositivi di Protezione Collet-tiva sono invece quei dispositivi

che hanno lo scopo di limitareun rischio o di contenere undanno in un ambiente di lavoroo in qualsiasi altro luogo dove c’ènecessità di proteggere la collet-tività. Fanno parte di questi di-spositivi i guardrail, i ponteggi,le porte Tagliafuoco, gli sprin-kler, gli schermi per lavori di sal-datura, i dispositivi per l'estra-zione di fumi o vapori e simili. E’la combinazione di questi due ti-pi di dispositivi che definisce illivello di sicurezza di un am-biente.l

Non è il dovere di rispettare le normedi legge per evitare di incorrere in

sanzioni, la sicurezza è qualcosa chetutela l’azienda e il lavoratore. Sul

posto di lavoro i rischi sono tanti maandrebbero ridotti al minimo

Come usaredispositivi di

p rotez i o n eindividuale e

quelli dip rotez i o n e

c o l l ett i va

Anti n ce n d i o :conoscere perpre venire

INFO

Parlando di sicurezza non sipuò non parlare di “antincen -dio”. Conviviamo con il fuoco dasempre, è necessario per moltedelle attività che svolgiamoquotidianamente ma se doves-simo definire la percezione chela collettività ha del fuoco, pro-babilmente, scopriremmo chela maggior parte di noi gli attri-buisce una connotazione nega-tiva. Eppure lo utilizziamo perpreparare il cibo, perscaldarci emolto altro ancora. Siamo cir-condati dal fuoco anche se nonci facciamo caso.Di persé il fuo-co è qualcosa di neutro, può es-sere il miglior amico nell’uomoo il suo peggior nemico. Tuttodipende dalla conoscenza cheabbiamo di esso, dei beneficiche può portare ma anche deipericoli. Non a caso una scarsaconoscenza del pericolo chepuò derivarne, ha messo in gi-nocchio molte attività lavorati-ve distrutte di incendi che si sa-rebbero potuti evitare con alcu-ne semplici accortezze. Molti,infatti, non hanno la minimaidea di come si generi un incen-dio o, per meglio dire, una com-bustione. Ma in ambito di sicu-rezza antincendio questo è fon-damentale. E’ necessario cono-scere quali siano gli elementiche generano una combustioneperché questo amplia la nostrapercezione del rischio e miglio-

ra il nostro rapporto con esso.Essere pronti a gestire un ri-schio, infatti, ci rende, inevita-bilmente, più sicuri quandoquesto diventa concreto. Quelloche comunemente chiamiamofuoco, altro non è che la parte vi-sibile di una combustione.Chiaramente una combustionenon va confusa con un incendioche è cosa ben diversa, anche sehanno una radice comune. Ciòche caratterizza un incendio è ilfatto che la combustione da cuiè composto è sfuggita al con-trollo dell’uomo. E’ così che unalleato dell’uomo per la vita ditutti i giorni può diventare an-che il suo peggior nemico. Conl’aumentare degli agglomeratiurbani e delle attività potenzial-mente a rischio incendio, vivia-mo in un’epocadove la probabi-lità che si verifichi un incendio èdrasticamente aumentata ri-spetto al passato. Parallelamen-te però, oggi disponiamo dellecontromisure per evitare oquanto mento provare ad evita-re, checiò siverifichi. Ma,nono-stante questo, incendi e roghicontinuano a devastare azien-de, capannoni e strutture abita-tive. Non servono certo i dati diqualche ente che si occupa distatistica per scoprirlo. Basta lacronaca a ricordarci tristemen-te quanti siano gli incendi chequotidianamente mettono a re-pentaglio la nostra incolumità.La certezza è che la gran parte diessi si potrebbe evitare con unagiusta cultura delle dinamicheantincendio. Nei prossimi nu-meri di “Passione Sicurezza”ca -piremo proprio quali sono lepratiche da mettere in atto perlimitare i rischi e i danni.

La scarsa conoscenza delpericolo ha messo inginocchio molte aziende

asdasdas

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Page 3: Quando la sicurezza diventa passione - Veronesetech...asdasdas Edizione INSERTI - stampato da graficogmde_ng - il 28/05/2019 16:40:58 EDITORIALE 11 OGGI Lu n e d Ë 10 1gennaio 1 EDITORIALE

11EDITORIALEOGGI

Lu n e d ì1 gennaio 110 EDITORIALE

OGGILu n e d ì

1 gennaio 1

Non un “o b b l i go”ma un’o pp o r tu n i t àInvertire la rotta Creare una cultura della sicurezzaaffinché ogni lavoratore possa avere più consapevolezza

IL FOCUSXXX

Ogni giorno in Italia muoio-no tre persone a causa di inciden-ti sul lavoro. “Morti bianche”, untermine che quotidianamentesale alla ribalta delle cronachenazionali. Mille le persone chemuoiono sul posto di lavoro in unanno. Un vero e proprio bolletti-no di morte, senza contare gli in-fortuni, anche gravi. Secondo idati INAILaggiornati al2018, so-no oltre 600mila le denunce diinfortunio sul posto di lavoro.Ciò significa che oltre mezzo mi-lione di persone, ogni anno, siprocura delle lesioni più o menogravimentresvolge lapropriaat-tività.

Per capirne le cause di tuttociò, la problematica va affrontatabilateralmente poiché non esisteun unico colpevole. Da un lato sipunta il dito contro il datore di la-voro perché non si preoccupa difornire una serie di strumenti pertutelare la salute dei suoi dipen-denti, poiché l’acquisto diunase-rie di articoli come guanti, ma-scherine, caschetti e simili com-porta un ingente costo per l’im -presa.Un costocheper altro l’im -prenditore ritiene secondario o,in molti casi, inutile. Dall’altro la-tovaconsiderato peròchespessoè anche chi svolge fisicamente ilproprio lavoro a non preoccupar-si di sé esponendosi a dei rischiche potrebbe benissimo evitareservendosi dei dispositivi atti a

tutelare la sua incolumità. Il la-voratore avrebbe, infatti, tutto ildiritto di pretendere che vengarispettata la sua sicurezza. Maperché non lo fa? Perché il pro-blema di fondo resta sempre lostesso, quello culturale. In moltinon hanno neppure la consape-volezza di quali siano le minimenorme di sicurezza che andreb-bero attuate e, di conseguenza,non le pretendono. Quel che fa ladifferenza, infatti, è la percezio-ne e la considerazione che ogniindividuo ha della sicurezza. Cisono imprenditori e di conse-guenza aziende, che hanno fattonel corso del tempo della sicurez-za uno dei capisaldi del loro busi-ness. Per queste attività acqui-stare un lotto di guanti, ad esem-pio, ha lo stesso valore che puòavere la farina per un panettiere.Questo perché l’acquisto di DPI èconsiderato come un vero inve-stimento che nel tempo diventaanche proficuo. Proteggere colo-ro che di fatto portano avanti ilbusiness consente di avere unaforza lavoro costante e in salutenel tempo. Ciò si traduce in menooperai a casa per malattia e aduna produttività costante chenon può che crescere e prospera-re. Purtroppo, non tutte le azien-de hanno questa consapevolez-za. E’ovvio cheidispositiviutiliz-zati per proteggersi durante il la-voro hanno la funzione di allon-tanare il rischio dal lavoratorema non lo eliminano del tutto, lefatalità possono sempre accade-re ma limitarle è fondamentale. l

L’o b i ett i voè diminuire

i casi di mortibianche

e di infortunisul postodi lavoro

C onoscerele norme sulla

s i c u rez z aa ff i n c h é

q u e steve n g a n o

g a ra nt i te

Cosa sono i dispositivi di protezioneEsistono due marco-catego-

rie che racchiudono tutto il mo-do della sicurezza: Dispositivi diProtezione Individuale; Dispo-sitivi di Protezione Collettiva. IDispositivi di Protezione Indivi-duale sono dei dispositivi chehanno lo scopo di proteggere ilsingolo individuo da un pericoloo possibile rischio. Appartengoa questa categoria i guanti, lemascherine, i caschetti, le im-bragature e via discorrendo. IDispositivi di Protezione Collet-tiva sono invece quei dispositivi

che hanno lo scopo di limitareun rischio o di contenere undanno in un ambiente di lavoroo in qualsiasi altro luogo dove c’ènecessità di proteggere la collet-tività. Fanno parte di questi di-spositivi i guardrail, i ponteggi,le porte Tagliafuoco, gli sprin-kler, gli schermi per lavori di sal-datura, i dispositivi per l'estra-zione di fumi o vapori e simili. E’la combinazione di questi due ti-pi di dispositivi che definisce illivello di sicurezza di un am-biente.l

Non è il dovere di rispettare le normedi legge per evitare di incorrere in

sanzioni, la sicurezza è qualcosa chetutela l’azienda e il lavoratore. Sul

posto di lavoro i rischi sono tanti maandrebbero ridotti al minimo

Come usaredispositivi di

p rotez i o n eindividuale e

quelli dip rotez i o n e

c o l l ett i va

Anti n ce n d i o :conoscere perpre venire

INFO

Parlando di sicurezza non sipuò non parlare di “antincen -dio”. Conviviamo con il fuoco dasempre, è necessario per moltedelle attività che svolgiamoquotidianamente ma se doves-simo definire la percezione chela collettività ha del fuoco, pro-babilmente, scopriremmo chela maggior parte di noi gli attri-buisce una connotazione nega-tiva. Eppure lo utilizziamo perpreparare il cibo, perscaldarci emolto altro ancora. Siamo cir-condati dal fuoco anche se nonci facciamo caso.Di persé il fuo-co è qualcosa di neutro, può es-sere il miglior amico nell’uomoo il suo peggior nemico. Tuttodipende dalla conoscenza cheabbiamo di esso, dei beneficiche può portare ma anche deipericoli. Non a caso una scarsaconoscenza del pericolo chepuò derivarne, ha messo in gi-nocchio molte attività lavorati-ve distrutte di incendi che si sa-rebbero potuti evitare con alcu-ne semplici accortezze. Molti,infatti, non hanno la minimaidea di come si generi un incen-dio o, per meglio dire, una com-bustione. Ma in ambito di sicu-rezza antincendio questo è fon-damentale. E’ necessario cono-scere quali siano gli elementiche generano una combustioneperché questo amplia la nostrapercezione del rischio e miglio-

ra il nostro rapporto con esso.Essere pronti a gestire un ri-schio, infatti, ci rende, inevita-bilmente, più sicuri quandoquesto diventa concreto. Quelloche comunemente chiamiamofuoco, altro non è che la parte vi-sibile di una combustione.Chiaramente una combustionenon va confusa con un incendioche è cosa ben diversa, anche sehanno una radice comune. Ciòche caratterizza un incendio è ilfatto che la combustione da cuiè composto è sfuggita al con-trollo dell’uomo. E’ così che unalleato dell’uomo per la vita ditutti i giorni può diventare an-che il suo peggior nemico. Conl’aumentare degli agglomeratiurbani e delle attività potenzial-mente a rischio incendio, vivia-mo in un’epocadove la probabi-lità che si verifichi un incendio èdrasticamente aumentata ri-spetto al passato. Parallelamen-te però, oggi disponiamo dellecontromisure per evitare oquanto mento provare ad evita-re, checiò siverifichi. Ma,nono-stante questo, incendi e roghicontinuano a devastare azien-de, capannoni e strutture abita-tive. Non servono certo i dati diqualche ente che si occupa distatistica per scoprirlo. Basta lacronaca a ricordarci tristemen-te quanti siano gli incendi chequotidianamente mettono a re-pentaglio la nostra incolumità.La certezza è che la gran parte diessi si potrebbe evitare con unagiusta cultura delle dinamicheantincendio. Nei prossimi nu-meri di “Passione Sicurezza”ca -piremo proprio quali sono lepratiche da mettere in atto perlimitare i rischi e i danni.

La scarsa conoscenza delpericolo ha messo inginocchio molte aziende

asdasdas

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11EDITORIALEOGGI

Lu n e d ì1 gennaio 1

La sicurezza prima di tuttoL’inter vista A tu per tu con Paolo Veronese, amministratore unico della Veronese Technolog yIl lavoro, i traguardi, il futuro e il sogno di fare del proprio lavoro una missione. Una missione chiamata “sic urezza”

IL FOCUSF FG D G F D

Chi è Paolo Veronese e co-sa muove lui e la Veronese Te-chnology verso questa “Pas -sione” per la sicurezza?

Paolo Veronese è innanzitut-to una persona curiosa. E’ la cu-riosità che caratterizza il miomodo di fare impresa tutti i gior-ni. Sono un imprenditore nelcampo della sicurezza. Con lamia azienda, la Veronese Te-chnology, da oltre quarant’annici occupiamo di sicurezza sul la-voro e sicurezza antincendio. Elo facciamo con passione. La si-curezza non è solo un obbligo dilegge ma è prima di tutto un mo-

do per tutelare noi stessi.La cronaca conferma che

in tema di sicurezza sul lavo-ro c’è ancora molta strada dafare. Le morti bianche e gliinfortuni sul lavoro ne sonola prova. Da dove si dovrebbecominciare per cambiare di-rezione?

Quando si parla di sicurezzasul lavoro non basta che un im-prenditore abbia tutto a norma,così come quando si parla di an-tincendio non basta avere unestintore. C’è bisogno di “cultu -ra”dellasicurezza, c’è bisogno diformazione. Il problema è chemanca la consapevolezza ancheal semplice operaio. È chiaro,per fare un esempio concreto,che se c’è l’estintore ma nessuno

Paolo Veronese,i m p re n d i to restorico nel campodella sicurezza.E’l’a m m i n i s t ra to reunico dellaVe ro n e s eTe c h n o l o g y

Pa o l oVerones e,

u n’esperienzapiù che

ventennale adisposizione

di tutti

Nel campodella

s i c u rez z ai m p re n d i to re

e lavoratored ov re b b e roessere uniti

La sicurezza deveessere vista come

u n’oppor tunit à,non come

un obbligo

È una “mis sione”molto più

impor t antedell’a u m e nto

di fatturato

è stato adeguatamente formatoad utilizzarlo, in caso di incen-dio quello stesso estintore nonservirà a nulla. Il discorso, però,è che il lavoratore formato di-venta un doppio problema perl’azienda, perché è quello che“rompe le scatole”. Se un dipen-dente conosce quali sono i suoidiritti per poter lavorare in sicu-rezza, comincerà a pretenderli.E questo a molti imprenditoricosterebbe tempo e denaro. Al-lora si preferiscono gli attestatifalsi.

Attestati falsi? Può spiega-re meglio di cosa sta parlan-do?

Molte aziende per semplifica-re le cose preferiscono andare dachi certifica che gli operai, i di-pendenti ecc abbiano fatto uncorso anche se non è così. L’im -portante è avere l’attestato pernon incorrere insanzioni poi pe-rò se ci si trova davanti ad un’e-mergenza e nessuno all’internodi un’azienda è in grado di fron-teggiarla, come si fa? Noi faccia-mo corsi di formazione e solo altermine di quelli rilasciamo unattestato.

Dai corsi di formazionequindi nessuno è esente.Ogni quanto vanno fatti?

Dai corsi di formazione nes-suno è esente. L’obbligo scattanel momento in cui si assume ilprimo dipendente. Se il proprie-tariodi unaattivitàè l’unico a in-teragire con l’ambiente di lavo-ro, può non curarsi della parteformativa. Anche se lo sconsi-glio caldamente. Per quanto ri-guarda i tempi, i corsi base han-no una scadenza quinquennale.Corsi più specifici come quelli diprimo soccorso ad esempio,hanno una scadenza triennale.Altri, come il corso RLS, hannocadenza annuale.

Perché la scelta di intra-prendere l’avventura di“Passione sicurezza”?

Faccioquesto lavorodaormaitanti anni e ormai è diventatouna vera e propria passione. Do-po tanto tempo, non lo fai piùper il semplice ritorno economi-co ma è una sorta di missione, sipassi il termine. Non voglio chela sicurezza venga vista come unobbligo ma voglio che diventiun’opportunità per i nostriclienti. La sicurezza non è uncampo di battaglia, è un campodi conoscenza dove lavoratore eazienda dovrebbero stare l’unoal fianco dell’altra. Da qui è natala mia voglia di mettere a dispo-sizione di tutti la mia esperienzasul campo.Se riuscissimoa crea-re una cultura della sicurezzaavremmo già aperto molte stra-de e questo sarebbe un successomolto più importante di un au-mento di fatturato. l

La curiosità è ciòche caratterizza il

mio modo di fareimpresa ogni

giorno

C’è bisogno di unacultura della

sicurezza esoprattutto di

fo r m a z i o n e

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