Quando il corpo ascolta i colori - leonardomarletta.it · neurofisiologiche quelle osservazioni che...

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1 QUANDO IL CORPO “ASCOLTA” I COLORI Dossier di Riza Psicosomatica - Maggio 1983 di Leonardo Marletta e L.Paola Pacifico Effetto cromokinèsi, luci in movimento, nel chiostro di Rosano sede di performance di Teatro dell’Essere dal 1978 al 1994 È stato accertato che l'esposizione prolungata di una persona a luce ambientale rossa produce un'attivazione del sistema nervoso simpatico e delle funzioni ad esso collegate, mentre la luce blu si connette al parasimpatico. A tutta prima sembrerebbe che un elemento tanto impalpabile come può essere una variazione nello spettro luminoso abbia più che altro un effetto estetico. Una tonalità di colore può essere più piacevole a vedersi, o più riposante, o più allegra, senza che questo ci faccia pensare a modificazioni fisiche particolari. Eppure la luce, e i colori dello spettro visibile che ne costituiscono le particolari modulazioni, è un evento fisico, che esiste proprio in quanto possiede una forma materiale, un "corpo". Immergersi in un colore significa allora entrare letteralmente in quella lunghezza d'onda, vivendone simultaneamente la fisicità ma anche le emozioni che le sono caratteristiche. Del resto il significato profondo dell'elemento cromatico in noi, se solo oggi inizia ad essere studiato scientificamente nei suoi effetti somatici, intuitivamente sul piano psicologico è sempre stato considerato. In una visione unitaria, il fenomeno ci apparirà comunque come una dimensione unica, in cui per esempio il blu è l'urgenza di esprimersi, il viola è l'insorgere del desiderio interno, e così via ... Spazio sonoro e spazio luminoso Il nostro corpo vive e si muove in uno spazio tridimensionale che ha due caratteristiche fondamentali: sonorità e luminosità. La sonorità è possibile perché lo spazio in cui viviamo è aerato e, come tale, è in grado di trasmettere messaggi sonori, e anche perché l'organo specializzato dell'udito consente la ricezione di questi messaggi.

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QUANDO IL CORPO “ASCOLTA” I COLORI

Dossier di Riza Psicosomatica - Maggio 1983

di Leonardo Marletta e L.Paola Pacifico

Effetto cromokinèsi, luci in movimento, nel chiostro di Rosano sede di performance di Teatro dell’Essere dal 1978 al 1994

È stato accertato che l'esposizione prolungata di una persona a luce ambientale rossa produce un'attivazione del sistema nervoso simpatico e delle funzioni ad esso collegate, mentre la luce blu si connette al parasimpatico. A tutta prima sembrerebbe che un elemento tanto impalpabile come può essere una variazione nello spettro luminoso abbia più che altro un effetto estetico. Una tonalità di colore può essere più piacevole a vedersi, o più riposante, o più allegra, senza che questo ci faccia pensare a modificazioni fisiche particolari. Eppure la luce, e i colori dello spettro visibile che ne costituiscono le particolari modulazioni, è un evento fisico, che esiste proprio in quanto possiede una forma materiale, un "corpo". Immergersi in un colore significa allora entrare letteralmente in quella lunghezza d'onda, vivendone simultaneamente la fisicità ma anche le emozioni che le sono caratteristiche. Del resto il significato profondo dell'elemento cromatico in noi, se solo oggi inizia ad essere studiato scientificamente nei suoi effetti somatici, intuitivamente sul piano psicologico è sempre stato considerato. In una visione unitaria, il fenomeno ci apparirà comunque come una dimensione unica, in cui per esempio il blu è l'urgenza di esprimersi, il viola è l'insorgere del desiderio interno, e così via ...

Spazio sonoro e spazio luminoso Il nostro corpo vive e si muove in uno spazio tridimensionale che ha due caratteristiche fondamentali: sonorità e luminosità. La sonorità è possibile perché lo spazio in cui viviamo è aerato e, come tale, è in grado di trasmettere messaggi sonori, e anche perché l'organo specializzato dell'udito consente la ricezione di questi messaggi.

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La luminosità a sua volta è possibile perché lo spazio in cui viviamo ha delle sorgenti di luce - primariamente il sole e poi ogni tipo di illuminazione artificiale - e perché un organo specializzato, l'occhio, consente attraverso la visione di percepire forme, grandezze, movimento degli oggetti, qualità dei materiali e colore. Inoltre l'occhio coglie attraverso la luce le relazioni spaziali tra uomo, ambiente e oggetti e recepisce, soprattutto per l'alternanza ritmica giorno-notte, il flusso del tempo.

<<La luce è uno degli elementi rivelatori della vita. Per l’uomo, come per tutti gli animali diurni, essa è la condizione indispensabile per il maggior numero di attività. Essa è la controparte visiva di quell'altra forza animatrice che è il calore e permette ai nostri occhi di penetrare il significato della vita che perennemente si rinnova attraverso le ore e le stagioni» (Arnheim Rudolf, p. 236) .

Lo spettro delle onde elettromagnetiche La luce che l'occhio percepisce è un fenomeno caratterizzato da vibrazioni emesse da una sorgente (sole, luce artificiale, ecc.) che si propagano nello spazio in linea retta alla velocità di 300.000 km/sec. Queste vibrazioni sono onde elettromagnetiche, con una lunghezza d'onda (distanza tra le creste di 2 onde successive) compresa tra I 400 e i 700 millimicron (milionesimi di millimetro) e sono percepite dal nostro occhio come colore.

Se Il viola è il nome della sensazione delle onde elettromagnetiche di 400 millimicron, attraverso la sequenza progressiva dei colori dell'arcobaleno, arriviamo al rosso: 700 millimicron.

Il colore è quindi una sensazione prodotta dall'occhio quando è stimolato da onde elettromagnetiche comprese tra 400 e 700 millimicron, emesse da una sorgente naturale o artificiale. A queste diverse sensazioni attribuiamo i nomi dei colori.

Ma lo spazio nel quale il nostro corpo vive è percorso continuamente da onde elettromagnetiche che presentano variazioni di lunghezza d'onda ben più ampie di quelle che noi possiamo vedere. Dallo schema della figura 2 possiamo osservare come lo spettro visibile sia solo una parte dello spettro rappresentato dalla progressione delle onde elettromagnetiche che vanno dalle onde radio ai raggi gamma.

Effetti fotobiologici La luce determina diversi effetti sugli organismi viventi: a) la fotoperiodicità. «Negli uccelli e in molti mammiferi la secrezione dell'epifisi assolve l'importante funzione di fornire un segnale temporale che sincronizza o innesca i vari ritmi biochimici circadiani dell'organismo. Il livello di luce presente nell'ambiente fornisce un indizio affinché tale funzione venga svolta: infatti il ritmo della secrezione dell'epifisi è legato al ciclo esterno della luce e del buio» (Tibbs Hardwin, p. 53);

b) la fotosintesi clorofilliana, che converte «l'energia luminosa in forme utilizzabili di energia chimica. Quest'energia difatti permette la costruzione di molecole complesse. Soprattutto carboidrati, indispensabili all'alimentazione animale. Gli organismi fotosintetizzanti producono anche buona parte dell'ossigeno atmosferico» (Levine R.P.);

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c) la visione. «L'occhio è debitore della sua esistenza alla luce. Da organi animali indifferenti la luce si crea un organo che divenga il suo uguale e cosi l'occhio si forma alla luce per la luce, affinché la luce interna muova incontro a quella esterna» (Goethe J,W., p. 11);

d) la produzione di vitamina D attraverso la pelle, fondamentale per la struttura ossea di un individuo;

e) variazioni del sistema nervoso autonomo; l'esposizione prolungata di un individuo a luce ambientale rossa produce aumento della pressione sanguigna, della conduzione cutanea, della frequenza respiratoria, del tono muscolare, della velocità di ideazione; effetti contrari si hanno dopo l'esposizione a luce blu.

La forte analogia tra colore rosso e azione del sistema nervoso simpatico, e tra colore blu e azione del parasimpatico rende «presumibile che la via nervosa non visiva, che fa da collegamento tra occhio e ipotalamo, trasporti l'informazione sul colore» (Tibbs, pp. 67-68).

In questo modo si apre la possibilità di approfondire anche sul piano di connessioni neurofisiologiche quelle osservazioni che portano a rilevare come il colore influenzi non solo la capacità di riconoscere una qualità degli oggetti, ma influenzi molto più profondamente il proprio modo di essere e la relazione con gli altri.

Il colore nella comunicazione Consideriamo la comunicazione come uno scambio di informazioni che modificano in minore o in maggior misura il comportamento nostro e degli altri. Queste informazioni sono determinate, come illustrato nella figura 4, sia dal linguaggio verbale (parola), che dal linguaggio analogico, che invia i segnali non verbali soprattutto attraverso il movimento del corpo (con gesti, pasture e relazioni spaziali), il suono della voce e il colore, più specificamente legato agli abiti con i quali gli interlocutori si vestono e in senso lato agli elementi del contesto ambientale (luci e colori degli arredi). Il colore può inviarci informazioni sulla cultura di un popolo, ad esempio il nero adottato per il lutto dagli occidentali rispetto al bianco adottato dalle culture che credono nella reincarnazione. Può informarci sulla razza a cui un uomo appartiene, può diventare il contrassegno di una bandiera (che identifica una nazione), di una cerimonia (che identifica un evento simbolico), di una divisa (che identifica ruoli sociali), di un marchio (che identifica un prodotto), ecc.

Il colore veicola le nostre emozioni e le stimola negli altri influenzando quell'area affettiva che costantemente caratterizza le nostre azioni.

Sensibilizzandosi al colore e agli altri segnali non verbali e considerandoli messaggi nella comunicazione interpersonale potremo meglio esprimere ed ascoltare non solo il mondo emozionale, ma «quel mondo sotterraneo e oscuro che, patrimonio collettivo di tutta l'umanità, ha pervaso con la propria potenza creatrice il mito, la fiaba, il sogno, i simboli, le grandi trame archetipiche» (Frigoli, Masaraki, Morelli, p. 104).

Con i linguaggi non verbali, compreso il colore, viene quindi alimentata la rete relazionale che consente lo stretto legame tra noi e gli altri. Si può allora completare l'assioma della scuola di Palo Alto che non si può non comunicare col fatto che siamo tutti già in relazione.

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Il colore come simbolo Un senso più profondo può essere dato al colore quando lo si incontra come simbolo. A livello individuale molte esperienze significative della nostra vita sono legate al colore. Ad esempio la vista del sangue che scorre da una ferita può siglare un evento a cui abbiamo assistito e il rosso ne diviene il simbolo. In seguito rosso ed evento saranno strettamente legati e quel colore evocherà in noi la sensazione provata. Anche la vista di un oggetto, al di là del suo uso e significato, può rimandarci per il suo colore a sensazioni, emozioni e pensieri legati all'originaria esperienza avuta con quel colore.

Se si chiede a una persona di attribuire un colore al particolare stato d'animo che sta vivendo, è facile che indichi quello che poi scoprirà essere stato il colore di un vestito, di un cibo o altro già incontrato nei suoi vissuti, il cui stato d'animo era in analogia con l'attuale.

Non solo i colori, ma anche gesti, profumi, suoni, parole evocano il ricordo della partecipazione emotiva vissuta in precedenti circostanze.

Consapevoli o no del significato profondo, l'incontro con un colore provoca sempre una reazione sulla nostra sfera emotiva che può essere di repulsione o di attrazione a seconda di quanto quel colore è legato a un evento piacevole o spiacevole della nostra vita.

A livello universale il colore è simbolo di esperienze fondamentali legate al processo di crescita dell'uomo, che può essere messo in analogia con la percezione memorizzata dalla progressione dei colori dell’arcobaleno.

I colori scuri, che vanno dal viola all'azzurro vengono vissuti come simbolo del mondo interiore che preme per venir fuori dal buio. I colori solari che vanno dal giallo al rosso diventano simbolo dell'azione concreta nel mondo, dell'incontro con gli altri. Dal buio dell'inconscio alla luce della coscienza.

Nell'ordine dell'arcobaleno il viola diventa la fase dell'insorgere del desiderio interno, nascosto; il blu, l'urgenza di esprimersi; l'azzurro, la capacità di ascoltare questa urgenza che preme dentro. Quando capacità e aspirazioni si incontrano si dà l'avvio a una completezza che porta alla crescita con il verde. Per non disperdersi negli elementi del contesto ambientale si sviluppa la capacità di selezionare rappresentata dal giallo. Il muoversi su un binario giusto, sul percorso da compiere, viene agevolato dall'arancione. La realizzazione pratica di questo percorso diventa rosso, simbolo dell'azione, del vivere pienamente, con tutto il corpo, ciò che è ormai maturo per essere vissuto.

Vivere tutti i colori può aiutare a vivere tutte le fasi del processo di crescita. Il colore in questo senso non è preso a prestito per trovare soltanto una correlazione analogica con le fasi del processo, ma diventa messaggio a noi visibile del moto del processo stesso.

Viola-blu-azzurro come simbolo di uno stadio potenziale non espresso in analogia alla parte notturna, l'urgenza dei bisogni e dei desideri.

Giallo-arancione-rosso come simbolo della parte diurna, la luce del giorno, il movimento dell'azione.

L'inconscio i colori freddi; la coscienza i colori caldi; il verde come punto di equilibrio. "Perché si abbiano stabilità mentale e salute fisiologica, l'inconscio e il conscio debbono essere integralmente connessi tra loro e muoversi su piani paralleli» (Jung Cari, p. 52).

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Il verde manifesta anche il punto di equilibrio della tensione polare del giorno e della notte, dello stato di sonno e dello stato di veglia che continuamente si ripropone dando all'individuo la possibilità di favorire quell'unità psicofisica di cui dispone. Crescita fisica, emotiva e mentale in equilibrio, che portano alla completezza e quindi alla realizzazione spirituale. Aspetti applicativi del colore Il colore è stato utilizzato, in campo medico e psicologico, in tre principali direzioni: 1) diagnosi con diverse modalità

a) viene osservato il colorito della pelle o di alcune sue parti (soprattutto in medicina cinese);

b) il soggetto è invitato a vedere dei colori e ad esprimere le sue reazioni (con la scelta di carte colorate nel test di Luscher, con libere associazioni verbali nel test di Rorschach, con la scelta di vestiti monocromatici nel nostro metodo);

c) il soggetto è invitato a proiettare dei colori attraverso il disegno;

2) terapia intesa come ristabilimento di un equilibrio energetico perduto, oggi più nota sotto il nome di cromoterapia; essa prevede diverse metodiche e tecniche applicative che utilizzano il colore

a) introdotto nell'organismo (medicina Ayurveda,) attraverso il cibo o liquidi irradiati con luce colorata, la respirazione, l'irradiazione della pelle di tutto il corpo o di alcune sue parti;

b) proiettato fuori (nostro metodo) attraverso il disegno libero da vincoli di forme; la manipolazione di materiali colorati monocromatici flessibili come la plastilina;

autoconoscenza intesa come l'acquisizione di una maggiore sensibilità e capacità di interagire con gli eventi cromatici divenendo attivi e coscienti nei confronti del colore. A questo scopo il colore viene usato come

a) visualizzazione a occhi chiusi nella meditazione, nello yoga e nel training autogeno;

b) stimolo al movimento del corpo (nostro metodo) attraverso l'uso di stoffe e vestiti monocromatici e l'uso di cromokinèsi (luci colorate in movimento). L'effetto cromokinèsi Il colore, nel nostro metodo finalizzato allo sblocco delle emozioni, viene utilizzato con i singoli soggetti o nei gruppi centrati sulla comunicazione e sul corpo. Con proiettori al quarzo forniti di piastra rotante si creano ambienti monocromatici, o pluricromatici secondo le esigenze, con l'effetto cromokinèsi (luce colorata in mo-vimento). La vista di grandi superfici di colori modali (tonalità vicine al colore base) evoca nei partecipanti emozioni e sensazioni bloccate. L'effetto visivo dei movimenti lenti e continui dei liquidi contenuti nella piastra rotante favorisce la partecipazione attiva con il corpo in un circuito di retroazione, che tende ad annullare la distinzione tra colore esterno e movimento interno e stimola a vivere il qui e ora facendo emergere il continuum interiore emozionale. Nei nostri gruppi anche soggetti particolarmente bloccati e inibiti nel movimento del

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loro corpo riducono le resistenze ed esprimono il loro mondo immaginifico e quelle radici archetipiche avvertite come movimento interno. I colori proiettati sulla parete della stanza esprimono in termini visibili sogno e fiaba, che fanno ripercorrere tappe di esperienze, ricordi, evocazioni rimosse, le quali, una volta riportate alla coscienza con la vivezza di un film girato in prima persona, vengono successivamente elaborate verbalmente . I vestiti come pelle relazionale Se la pelle è il contenitore visibile del nostro interno, il "bordo" che separa l'io dal tu, il vestito costituisce la presentazione di sé al mondo, l'immagine che presentiamo agli altri, la nostra pelle relazionale. Gli abiti che proponiamo nei gruppi sono tuniche unisex, monocromatici, e lunghi metraggi di stoffe morbide. Vengono usati nelle rappresentazioni teatrali allestite alla fine dei gruppi intensivi per consentire ai partecipanti di rappresentare personaggi-simbolo di quella parte di sé che si vuole mettere in evidenza o si vuole superare secondo le prese di coscienza fatte durante il lavoro di gruppo.

Alcuni partecipanti desiderano modificare anche il colore della pelle, truccandola con quel colore, simbolo di quell'evento interiore che si esprimerà. Non come copertura, maschera di qualcosa da tener nascosto a sé agli altri, ma come bisogno di rendere visibile ciò che altrimenti potrebbe rimanere nascosto nel mondo dell'inconscio.

Il colore diventa allora morte simbolica di una parte di sé per favorire la nascita di una nuova fase di crescita che si compie nel rito della rappresentazione teatrale.

La scelta di un colore va incontro ad ambivalenze interpretative come tutti gli altri segnali della comunicazione non verbale. Se ad esempio si sceglie il rosso, si può sentir traboccare dentro di sé la dimensione dell'azione, il desiderio di cimentarsi con gli altri con il corpo e quindi anche con il colore. In questo caso il colore scelto è omeoritmico al colore rosso interno, dimensione dell'azione. Se invece dentro di sé questa dimensione è carente e si vuole presentare un'immagine di sé efficiente e produttiva, si potrà scegliere ugualmente il rosso, anche se è alloritmico rispetto al colore azzurro interno, dimensione contemplativa.

Per quanto riguarda il movimento, con il nero il corpo è fermo e controllato, con il viola comincia a stabilire il contatto con le parti censurate. Con il blu il movimento diventa intenso e profondo. Con l'azzurro si ascolta ogni esigenza. Col verde il corpo va verso gli altri. Col giallo vibra in sintonia con gli altri. Con l'arancione si sfidano i limiti del proprio corpo e col rosso si concretizza l'azione. Il corpo diventa movimento.

Se sotto l'abito nero si indossa la serie degli abiti rappresentanti nell'ordine i colori dell'arcobaleno, il liberarsene, abito dopo abito, fa rivivere il processo simbolico della crescita, dal viola al rosso, per poi arrivare infine al bianco che è sì la trascendenza, ma dopo aver vissuto tutte le tappe del percorso.

Una stoffa o un vestito marrone diventa il simbolo del desiderio di vivere emozioni in modo gioioso con i piedi che ricercano la terra nuda per invocare la forza che richiede il proprio cambiamento. Il desiderio di procedere verso la perfezione è stimolato da un manto rosa.

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L'argento come simbolo di purezza. L'oro, dello stadio ultimo del saper vivere simultaneamente il sentire e il capire, è indossato da chi comincia a esser certo che potrà presentarsi agli altri per ciò che è, senza maschere.

Il color oro è vissuto quasi sempre dopo la catarsi, quando un partecipante accetta di essere se stesso senza più mendicare l'accettazione degli altri. E simbolo di quella certezza interiore che l'alba di un nuovo giorno si leverà dalla terra e a contribuirvi saranno tutti coloro che sapranno far vivere il loro arcobaleno interiore.

Figura 1

Spettro tridimensionale dei colori. Illustrazione tratta da AAVV Illusione e realtà - Letture da Le Scienze, Milano, Ed. Le Scienze, 1978

Figura 4 Illustrazione tratta da Emozioni e comunicazione di P. Pacifico e L. Marletta, Ed. Urano, Milano, 1981

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Figura 2

Schema onde elettromagnetiche

Figura 5 – Esperienza di gruppo con cromokinèsi, luci d’ambiente in movimento e vestiti colorati scelti e indossati dai partecipanti