Qualità di vita° lezione...Livello di indipendenza Relazioni sociali Ambiente Spiritualità,...
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Qualità di vita
Serenella Besio
IL COSTRUTTO DI
QUALITÀ DELLA VITA (QOL)
1948: l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)
definisce ufficialmente nel suo statuto il concetto di
salute come
uno stato caratterizzato da un completo benessere
fisico, mentale e sociale, e non semplicemente
dall’assenza di malattie o infermità
La malattia non danneggia solo aspetti prettamente
biologici e funzionali dell’organismo, ma incide spesso
sulla vita sociale, emotiva, relazionale e lavorativa
e sul modo in cui si interpreta la vita stessa e si
ordinano le proprie priorità esistenziali
QUALITÀ DELLA VITA E
SALUTE
Avanzamenti scientifici e tecnologici in
medicina
Incremento di pratiche di prevenzione,
miglioramento delle pratiche di cura
Aumento della popolazione anziana e
dell’aspettativa di vita
Necessità di porre il tema della convivenza con
la malattia
Necessità di mettere al centro della valutazione
del benessere la persona stessa, valorizzandone
il ruolo e la soggettività
DEFINIZIONI DI QOL
1995 (WHOQOL): La percezione dell’individuo della
propria posizione nella vita nel contesto dei sistemi
culturali e dei valori di riferimento nei quali è inserito e
in relazione ai propri obiettivi, aspettative, standard e
interessi
HRQOL: pone l’accento su quegli aspetti di qualità di
vita che sono maggiormente influenzati dallo stato di
salute
QoL è considerata un costrutto soggettivo (ossia che
deve essere valutato, in linea di principio, dal paziente
stesso), multidimensionale, dinamico (ovvero che può
variare nel tempo in base a diversi fattori),
culturalmente correlato
MULTIDIMENSIONALITÀ DELLA QOL
Funzionamento e benessere fisico
Funzionamento e benessere psicologico
(principalmente aspetti emotivi e
cognitivi)
Funzionamento e benessere sociale
Sintomi fisici (sia quelli relativi alla
specifica patologia sia quelli derivati dai
possibili trattamenti per quella
patologia)
ESEMPI DI DOMINI DELLA QOL
Ricercatore Domini cruciali
Organizzazione Mondiale
della Sanità (1997)
Salute fisica
Salute mentale
Livello di indipendenza
Relazioni sociali
Ambiente
Spiritualità, religione, convinzioni
personali
Cummins (1996)
Benessere materiale
Salute
Produttività
Vita affettiva
Sicurezza
Ruolo nella comunità
Benessere emozionale
Felce (1997) Benessere fisico
Benessere materiale
Benessere sociale
Benessere produttivo
Benessere emozionale
Benessere civico o diritti
Schalock (1996b, 2000)
Benessere emozionale
Relazioni interpersonali
Benessere materiale
Sviluppo personale
Benessere fisico
Autodeterminazione
Inclusione sociale
Diritti
ARS (Agenzia Regionale di Sanità) Toscana, 2009
MISURARE LA QOL
COME?
Si riduce un fenomeno soggettivo a una serie di indici
che permettano di effettuare inferenze il più possibile
informative
Vengono di solito somministrati brevi questionari, non
per fornire un indice unico e complessivo della QoL
percepita dal paziente, quanto per dare al medico un
profilo multidimensionale della sua QoL
Negli ultimi trent’anni sono stati sviluppati centinaia di
strumenti per misurare la salute percepita e la QoL in
molte condizioni patologiche
Difficile individuare quello più appropriato ad uno scopo
specifico e conoscerne la validità scientifica (del
processo di sviluppo)
STRUMENTI
Generici, non validati per una particolare
popolazione
Specifici, validati per una particolare
popolazione, per esempio per valutare aspetti
che possono influire sulla QoL di persone
affette da una specifica condizione patologica
Specifici per particolari aree di QoL (a rigore,
non dovrebbero essere considerati strumenti di
valutazione di QoL perché non
multidimensionali)
PERCHÉ?
Per avere maggiori informazioni dal paziente, sul suo
stato di salute attuale e percepiti, al fine di
migliorare l’intervento e ottimizzare le scelte di cura
Alcuni parametri individuati tramite questionario
possono anche avere risvolti prognostici molto utili
Grazie all’uso piuttosto diffuso degli strumenti e alla
loro lettura statistica, è oggi possibile avere dei
“profili di cura” di alcune malattie
Ma soprattutto, la QoL viene usata come misura di
outcome di ricerche (primario o secondario) in cui è
importante essere in grado di riportare indicatori di
esito di un intervento
IL MODELLO MULTIDIMENSIONALE
DI SHALOCK E COLLEGHI (2016)
1. MODELLI DI QOL
TRE DIMENSIONI FONDAMENTALISoresi, 2016
LE TRE DIMENSIONI
BENESSERE
Fisico
Materiale
Emozionale
INDIPENDENZA
Autodeterminazione
Sviluppo personale
PARTECIPAZIONE
SOCIALE
Relazioni interpersonali
Inclusione sociale
Diritti e empowerment
STRATEGIE DI INCREMENTO DELLA
QUALITÀ DI VITA
SISTEMA INDIVIDUALE
(MICROSISTEMA)
PRINCIPI
1. Empowerment
2. Sviluppo di abilità
3. Coinvolgimento
STRATEGIE DI INCREMENTO
DELLA QdV
1. Decision making, scelta, assunzione dei rischi, individuazione di obiettivi, advocacy, autogestione
2. Training specifici e uso di tecnologie per incrementare capacità cognitive, sociali, pratiche
3. Partecipazione, inclusione, condivisione di conoscenze e abilità
SISTEMA ORGANIZZATIVO
(MESOSISTEMA)
PRINCIPI
1. Sviluppo di opportunità
2. Ambienti sicuri
3. Supporti
STRATEGIE DI INCREMENTO
DELLA QdV
1. Inclusione lavorativa, inclusione scolastica, opzioni di vita meno restrittive e fondate sulla comunità, trasporti, rete sociale
2. Ambienti fondati su prevedibilità, sicurezza e controllo personale
3. Corrispondenza tra supporti personali e obiettivi personali e i bisogni valutati
SISTEMA DELLA SOCIETÀ
(MACROSISTEMA)
PRINCIPI
1. Accessibilità
2. Atteggiamenti
3. Arricchimento ambientale
STRATEGIE DI INCREMENTO
DELLA QdV
1. Assicurare i diritti umani (per esempio, empowerment e inclusione) e i diritti legali (per esempio, cittadinanza)
2. Conoscenza e interazioni positive
3. Nutrimento, ambiente più pulito, riduzione degli abusi e degli abbandoni, ambienti sicuri, abitazioni e reddito adeguati
PROGRAMMARE L’INCREMENTO
OBIETTIVI DEL
MIGLIORAMENTO DELLA QDV
Miglioramento delle relazioni interpersonali
(quantità, qualità)
Incremento del benessere materiale, della
produttività e della qualità dei contesti residenziali
Incremento delle capacità e delle competenze
adattive; ampliamento delle attività educative,
formative, ricreative
Rafforzamento dell’autonomia, dell’indipendenza e
della possibilità di effettuare scelte, prendere
decisioni, esercitare controllo sulla propria vita
Ampliamento delle reti di supporto sociale
Semplificazione degli accessi ai servizi
Incremento nei livelli generali di soddisfazione
ADOZIONE DI UNA MENTALITÀ
ABILITATIVA E NON ASSISTENZIALE
Ambienti dove si adotta una mentalità abilitativa sono progettati e realizzati in relazione alle esigenze dei progetti da realizzare
Qualità e quantità del training sono funzionali al potenziamento delle capacità per il reinserimento o il mantenimento della persona nel suo ambiente di vita
Gli interventi si pongono anche obiettivi di modificazione degli ambienti di vita per il beneficio delle persone con disabilità
Alle abilità sociali viene data la centralità di qualsiasi progetto a-riabilitativo perché è attorno ad esse che si realizza la possibilità di inclusione
2. MODELLI DEI SUPPORTI
ICF – OMS, 2001
AAIDD (AAMR), 1992-2002
CONFRONTO
Innanzi tutto, il modello AAIDD è stato sviluppato per
persone con disabilità intellettiva, e contiene anche
linee guida per la valutazione di queste situazioni
In secondo luogo, anche se nell’ICF i “supporti” sono
inclusi nei fattori ambientali, AAIDD li definisce come
una componente specifica e più importante del
proprio modello. Essi sono inoltre collocati in
posizione centrale, come fattore chiave nel
miglioramento del funzionamento dell’individuo e
parte integrante del processo di valutazione
In terzo luogo, il modello AAIDD non fornisce codici di
classificazione per scopi amministrativi o statistici, ma
delinea parametri per un sistema di classificazione
multidimensionale
IL SUPPORTO COME PARADIGMA
Fin dagli anni ’80 il paradigma dei supporti basati sulla
valutazione è diventato la base della progettazione
individualizzata nel settore dell’educazione e
dell’abilitazione
Il livello o l’intensità dei bisogni di supporto di una
persona è usato come base per la progettazione di
misure di intervento e per l’allocazione di risorse
L’orientamento al supporto ha permesso di riunire in
un unico quadro le prassi relative all’intervento
individualizzato, le opportunità di crescita e sviluppo,
l’inclusione nella comunità e l’empowerment
DEFINIZIONE
“risorse e strategie che mirano a promuovere
lo sviluppo, l’educazione, gli interessi e il
benessere personale di un individuo e che
migliorano il funzionamento umano”
Un modello dei supporti ha cinque componenti:
un chiaro fondamento epistemologico, una
base concettuale, una chiara intenzionalità, la
specificazione dei contenuti o delle attività di
vita incluse nel modello, un chiaro e articolato
processo di implementazione
FONDAMENTO EPISTEMOLOGICO
Il contestualismo comporta tre temi centrali: (1)
l’analisi del contesto, le circostanze, l’ambiente in cui
avviene il comportamento; (2) la natura dinamica del
funzionamento umano, in relazione all’ambiente; (3) il
riconoscimento che una persona determina il proprio
sviluppo
Il modello ecologico sociale prevede la necessità di
trovare una congruenza fra le caratteristiche di una
persona e fattori ambientali specifici. Facilitare questo
rapporto migliora il funzionamento umano
L’egualitarismo ha favorito lo sviluppo di servizi e
supporti basati sulla progettazione individualizzata,
sull’autodeterminazione e sulla qualità della vita
Conte
stualism
o,
ecolo
gia
socia
le,
egualita
rism
o
BASE CONCETTUALE
Support needs è un costrutto psicologico che si
riferisce al pattern di supporto e all’intensità di
supporto necessaria ad una persona per partecipare
alle attività considerate normali per il
funzionamento umano
Supports sono le risorse e le strategie che mirano a
promuovere lo sviluppo, l’educazione, gli interessi e
il benessere personale di un individuo e che ne
migliorano il funzionamento
System of supports è l’uso pianificato e integrato
delle strategie di supporto individualizzate e delle
risorse che riguardano gli aspetti molteplici della
performance umana in molteplici contesti di vita
Support
needs,
support
s,
syst
em
of
support
FOCUS, INTENZIONALITÀ
Questa componente permette di considerare i
supporti come un ponte tra lo stato attuale del
funzionamento (“what is”) e lo stato
desiderato del funzionamento (“what could
be”)
I supporti, nello schema AAIDD, assumono una
posizione centrale. Tuttavia, migliorare il
funzionamento non deve essere considerato
come “fissare le limitazioni funzionali che sono
state valutate”, qualunque modello venga
usato
CONTENUTI
Ogni modello dei supporti definisce i propri parametri di comportamento e le aree di potenziale valutazione
Per esempio, la Supports Intensity Scale (SIS; Thompson et al., 2004) valuta le seguenti sette aree di vita: home living, community living, life-long learning, employment, health and safety, social relations, and protection and advocacy. Esse sono strettamente correlate ai domini di QoL
Inoltre, la SIS indica necessità sanitarie particolari e la loro intensità
IMPLEMENTAZIONE
Nella diapositiva seguente si riporta lo schema di ipotesi di un processo di implementazione di un modello dei supporti [Thompson et al. (2009) ] organizzato in cinque fasi per identificare I desideri e gli obiettivi di una persona, valutare la natura dei supporti di cui la persona ha bisogno per raggiungerli, lo sviluppo di un piano d’azione per radunare e fornire I supporti, e conseguentemente valutare i risultati ottenuti dal punto di vista della persona
ESERCIZIO
Attualmente la Cooperativa eroga i seguenti
servizi rivolti a persone con disabilità:
• Centro Socio Educativo rivolto a persone
adulte
• Centro Socio Educativo rivolto a persone
giovani
• Centro Socio Educativo intermedio
• Servizio Formazione all’Autonomia è
rivolto a persone che, per le loro
caratteristiche, non necessitano di servizi
ad alta protezione
• Progetto sperimentale “Il laboratorio”
• Il Progetto di avvicinamento alla
Residenzialità
CENTRO SOCIO-EDUCATIVO
RIVOLTO A PERSONE ADULTE
Nello specifico le persone che frequentano questo centro hanno
concluso il percorso scolastico da molti anni.
I bisogni educativi di tale utenza sono prettamente socializzanti
e di benessere.
Infatti, all’interno di tale centro non sono stati creati moduli e
attività legati all’inserimento lavorativo.
La frequenza massima consentita è di 35 ore settimanali con un
rapporto educativo 1:4 o 1:5
CENTRO SOCIO-EDUCATIVO
RIVOLTO A PERSONE GIOVANI
…che hanno appena concluso il loro percorso scolastico (tra i 17 e i 30
anni, salvo particolari deroghe). Vista la giovane età, ne consegue che
è necessario un ulteriore percorso formativo-educativo, al fine di
comprendere le effettive possibilità di un futuro inserimento nel
mondo del lavoro.
Infatti, il CSE giovani si pone come obiettivo quello di far acquisire e
consolidare abilità tali da consentire loro una vita maggiormente
autonoma e socialmente integrata. Negli ultimi 4 anni l’équipe
educativa collabora in modo sistematico con i colleghi che gestiscono il
servizio SFA, al fine di dare l’opportunità ad alcuni utenti, che
presentano determinate caratteristiche, l’opportunità di fare
esperienza e sperimentarsi, con il proprio bagaglio di competenze ed
esperienze pregresse, anche al di fuori del centro, attraverso
esperienze di tirocinio finalizzati sia all’inclusione sociale che
all’inserimento lavorativo. La frequenza massima consentita è di 35
ore settimanali con un rapporto educativo di 1:2 o 1:2,5
CENTRO SOCIO-EDUCATIVO
INTERMEDIO
rivolto alle persone che non possono essere
inserite nella realtà del gruppo giovani e
neanche in quella del gruppo adulti. La
frequenza massima consentita è di 35 ore
settimanali con un rapporto educativo di 1:4 o
1:5
SFA: SERVIZIO DI
FORMAZIONE ALL’AUTONOMIA
è rivolto a persone che, per le loro caratteristiche, non
necessitano di servizi ad alta protezione, ma di interventi di
supporto e sviluppo di abilità utili a creare consapevolezza,
autodeterminazione, autostima e maggior autonomia
spendibile per il proprio futuro, nell’ambito del contesto
famigliare, sociale e professionale.
É caratterizzato dall’offerta di percorsi specifici utili
all’acquisizione di prerequisiti di autonomia utili
all’inserimento nel mondo del lavoro.
I fruitori del servizio sono persone con disabilità di età
compresa tra i 18 e i 35 anni. Il rapporto educativo è di 1:3 o
1:4
PROGETTO «IL LABORATORIO»
è nato dall’analisi dei bisogni delle persone con disabilità del territorio,
svolta dai servizi sociali del territorio, poiché una fascia di utenti non
trovava un’adeguata risposta nei servizi già esistenti.
Il servizio è rivolto a persone adulte che hanno concluso il percorso con i
servizi di inserimento lavorativo e sono stati dimessi in quanto
considerati non idonei all’inserimento lavorativo, oppure, sono uscite dal
mercato del lavoro, a fronte di scelte a loro sfavorevoli (chiusura,
trasferimento, cambio mansione…etc).
Il servizio “Il laboratorio” vuole offrire uno spazio di occupazione
finalizzato a valorizzare le risorse personali ed a mantenere attive le
competenze/abilità già possedute. L’attività principalmente presente è
di tipo ergoterapico, che permette di mantenere una percezione di un sé
lavorativo, pur connotandosi come servizio educativo
PROGETTO DI AVVICINAMENTO
ALLA RESIDENZIALITÀ
è nato grazie alla collaborazione con le famiglie dei ragazzi che
frequentano i servizi diurni della Cooperativa e con il territorio. e il
comune di xxx.
Il progetto prevede la realizzazione di esperienze di vita al di fuori del
contesto familiare, di breve durata e sufficientemente protette, in
vista di una maggior autonomia dal nucleo famigliare. Al contempo si
vuole offrire momenti di sollievo e di riposo ai genitori insieme ad un
adeguato accompagnamento lungo il percorso di autonomia dei figli.
Tali momenti sono realizzati in un appartamento nel quale gruppi di 4/5
persone in week end alterni si riuniscono dal venerdì pomeriggio fino
alla domenica pomeriggio. In questo arco di tempo, i ragazzi possono
sperimentarsi in un ambiente domestico diverso dalla propria
abitazione, condividendo spazi e tempi con altre persone. Oltre alla
cura dell’ambiente domestico e alla preparazione dei pasti, in tali
momenti, si offrono esperienze socializzanti e stimolanti per la propria
autonomia sociale.