Quadrante. Firenze 1961 - 1964. Attraverso l'informale.

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"Through the Informal" A cura di Andrea Alibrandi e Fornaciai.

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EDIZIONI “IL PONTE” FIRENZE

ATTRAVERSO L’INFORMALE opere dalla galleriaquadrante - firenze 1961-1964Galleria “Il Ponte” Firenze20 dicembre 2002 - 1 marzo 2003

a cura di Andrea Alibrandi e Fabio Fornaciai

in collaborazione con laGalleria Tornabuoni, Firenze - Pietrasanta

Redazione editorialeSusanna Fabiani

Referenze fotograficheIndustrialfoto, Firenze

Impaginazione computerizzataPunto Pagina, Livorno

Selezioni cromaticheSelecolor, Firenze

StampaTipografia Bandecchi & Vivaldi, Pontedera

© 2003 EDIZIONI IL PONTE 50121 Firenze - Via di Mezzo, 42/b tel/fax 055240617 e-mail: [email protected]

SUSANNA RAGIONIERI

quadranteATTRAVERSO L’INFORMALE

firenze 1961-1964

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Nei tre anni esatti che corrono dal giugno del 1961 al giugno 1964 si svolge la parabola di “Quadran-te”: un tempo breve, che la ricchezza delle proposte artistiche di raggio internazionale, presentate dai nomi di punta della critica, e la tenuta nella qualità, rendono intenso. Nel panorama delle gallerie fioren-tine d’avanguardia, non affollato, ma contraddistinto da presenze ormai consolidate nel campo dell’arte astratta come “Numero” di Fiamma Vigo, “Quadran-te” si distingue subito per un lucido progetto preventi-vo al quale fa seguito una vigile volontà di attuazione, decisa ad agire nella direzione individuata come la “più autentica nell’arte contemporanea”, che sarà poi quella dell’informale nelle sue varie accezioni. Recita infatti il famoso corsivo d’apertura: “Il Quadrante na-sce con una sua fisionomia ben determinata, intesa a due scopi di cui a Firenze si sente, crediamo, il bisogno: una scelta rigorosa di artisti che possano con la loro presenza ravvivare il dialogo culturale della nostra città, e conseguentemente la creazione di un mercato d’arte esattamente qualificato, mercato d’arte quindi e non di oggetti”.

Breve storia di Quadrante

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Protagonisti di questa avventura sono Matilde Giorgi-ni, titolare dello studio d’arte contemporanea situato al primo piano di Lungarno Acciaioli n.18, e suo fratello Vittorio, architetto, e brillante assistente di Savioli alla Facoltà di Architettura. Si unirà a loro, sostituito in seguito da Antonio Bueno, il giovane critico d’arte Alberto Busignani, nel ruolo di diret-tore della rivista bollettino realizzata per affiancare l’attività espositiva con la pubblicazione di brevi saggi dedicati da illustri specialisti ai singoli artisti, ma che ambisce anche, attraverso interventi critici di più ampia portata centrati su tematiche dibattute, a trasformare il significato tradizionalmente isolato del catalogo in elemento vivo di quel tessuto connettivo dell’arte contemporanea con il quale il pubblico è esplicitamente chiamato a familiarizzare. Dall’inverno del ’59, prima che cominci l’azione della galleria, Vittorio Giorgini avrà il fondamentale compito di trasformare l’ambiente a disposizione da severo interno di palazzo antico in spazio capace di diventare “correlativo oggettivo” dei lavori che in esso sarebbero stati presentati (segnalo, a questo proposito, il dubbio espresso dall’architetto durante una conversazione, che nel 1960 possano essere state effettuate alcune mostre prive di catalogo).

“C’è nell’artista di oggi, indubbiamente, una spinta gioiosa verso forme illuminate, echi di sonorità spri-gionate dall’amore per gli aspetti più intrinseci delle strutture plastiche, nel suo aspetto proprio di materia”; le parole di Berto Morucchio, scritte a proposito di André Bloc, architetto, scultore, pittore e saggista di fama internazionale, che Giorgini conoscerà personalmente durante la mostra di quest’ultimo a “Quadrante” e, insieme ad architetti come Kiesler e Finsterlin, potrà dirsi fra i suoi diretti ispiratori, ripor-tano all’atmosfera intellettuale che doveva presiedere allo spazio una volta ultimato. In esso, un nastro in cemento grezzo destinato a sostenere le opere esposte, scorreva ondulato lungo le pareti lasciando un’impressione fluida di movimento mentre gli angoli di demarcazione del pavimento e del soffitto risulta-vano annullati da morbide curve ricadenti sul soffitto in ondate di volumi evocatori di un riparo primitivo, nell’unità del bianco. E sarà Lara Vinca Masini, nel bell’articolo dal titolo Nella tradizione contro la tradizione, apparso sul “Giornale del mattino” nel giugno del ’61, dedicato all’apertura della galleria, a riassumere con efficacia la volontà di Giorgini di creare un ambiente “autre”, uno “spazio continuo” chiaramente al di fuori delle regole costrittive sulle

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quali si fonda la geometria euclidea, ed “informale” soprattutto in quanto esemplato sulle più libere forme plastiche e sonore della natura.

La specifica qualità dell’informale proposto da “Qua-drante” si rivela fin dalle prime mostre nella sua fisio-nomia di ipotesi e non di dato acquisito; così accade per il “sofisticatissimo mistero” delle carte di Cagli, che inaugurano la galleria, dove la materia risulta decan-tata da una sorta di distacco imposto dall’intelletto, oppure per lo spazio mulinante di Vedova che non è “palinsesto di Pollock”, come avverte Calvesi, ma nella sua struttura a “ponte Innocenti”, risponde ad una “Immagine del Tempo” contro la quale l’artista vuole eticamente opporre una reazione cosciente; infine, per il segno-forma del più giovane Sanfilippo, la cui logica, annota Nello Ponente, si allontana ormai “dall’automatismo delle ripetizioni infinite della pittura di materia”. Su un registro spiritualmente affine a queste proposte di ambito nazionale che qualificano l’attività del 1961, si avvia contemporaneamente anche la seconda parte del progetto di “Quadrante”, radicata in territorio locale. Si tratta, per usare le parole di Busi-gnani, di “operare una scelta” fra quegli artisti toscani che, nell’investigare “la realtà attuale hanno elaborato

un linguaggio non locale, partendo da termini europei chiaramente identificabili caso per caso e rifiutando la tematica cittadina della ‘umanità sofferta’”, contro la quale si alzano intanto i duri j’accuse di Busignani stesso e di Ermanno Migliorini. Si riconosceranno in tali caratteristiche i cinque pittori di una équipe nata nell’autunno del ’58 dall’idea di formare una sorta di cartello delle tendenze più avanzate benché ete-rogenee, esordiente nel giugno del ’59 alla galleria “Michaud”, e che dal ’61 si chiamerà “équipe di Quadrante”: ne fanno parte Vinicio Berti e Gualtiero Nativi, astrattisti classici ormai in virata verso una sorta di espressionismo informale, insieme ai più inquieti Bue-no, Loffredo, Moretti (quest’ultimo subentrato proprio nel ’61 a sostituire Leonardo Ricci, secondo quanto sostiene Antonio Bueno nel’73), protesi invece verso ricerche molteplici anche nel campo di una “nuova figurazione”, tematica che non tarderà ad emergere fra gli interessi della galleria con la mostra omonima organizzata nello stesso anno da Bueno, Loffredo e Moretti a Palazzo Strozzi cui farà seguito, nell’aprile del ’62, la personale in galleria del tedesco Hans Platschek. Le mostre che “Quadrante” dedica alla sua équipe durante il ’61 si alternano a presentazioni dei cinque artisti a Venezia e Torino con l’obbiettivo di

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provocare un’apertura che reinserisca Firenze in un ambito culturalmente più ampio; sotto questo aspetto il frutto migliore lo si coglierà certo nel dicembre del ’62 quando i cinque sono presentati da Argan a Parigi, nella galleria “Pierre Domec”. Parallelamente “Qua-drante” ospita collettive di pittori torinesi (A. Galvano, P. Levi Montalcini, F. Scroppo), genovesi (G. Bargoni, G. Basso, P. Mesciulam, G. Chiti), romani (il “Gruppo Uno” di G. Biggi, N. Carrino, N. Frascà, A. Pace, P. Santoro, G. Uncini). Sul piano dell’indirizzo culturale, la “nuova volontà di costruzione” del “Gruppo Uno”, che, secondo l’opinione concorde di Argan, Bucarelli, e Ponente, non si identifica con il ripensamento di un impianto geometrico, ma si riallaccia all’esperienza infor-male facendo tesoro del dato esistenziale, sembra affermarsi ormai, nel 1963, come parola nuova e sempre più all’ordine del giorno. Su una linea d’orizzonte non molto lontana si era profilata, qual-che tempo prima, “l’alternativa di Dorazio”, come l’aveva definita Argan nel ’59, in un testo inedito in Italia che “Quadrante” pubblica in occasione della personale dell’artista nel ’62. Ma vi erano anche altri percorsi possibili e di questi si dà conto nelle mostre e nel bollettino: ecco allora il sentimento del

paesaggio, distillato e segreto, dell’umbro De Gre-gorio, e il “sontuoso sparpagliamento” delle tele del francese Lapoujade, presentato dall’illustre penna di Sartre; ecco l’informale forte ed essenziale di Teresa Pagowska, portato da Kantor alla coscienza degli artisti polacchi, e “l’approdo calmo, al di là di ogni temperie dell’espressionismo”, conquistato dall’italiano Angelo Savelli nell’uso del bianco “come proposta di un silenzio tridimensionale”, quasi mo-derna metafisica dell’immagine, nell’interpretazione di Ponente e Argan; poi la pittura di Corpora, nata essenzialmente dalla “qualità timbrica del colore” così come (sono ancora parole di Argan) “la mag-gior parte della poesia contemporanea si fonda sulla qualità fonica delle parole”; e ancora “les relations entre les arts plastiques” proposte da Bloc, e le felici immagini di Loffredo, da poco esposte alla biennale, per le quali non appare più necessario distinguere fra astrazione e figurazione; i tracciati radiografici e le impronte-sindone di Bueno, fino all’“orbita della contemplazione” tracciata dai segni e dai colori di Giulio Turcato, “frutto – come scrive Marisa Vescovo che lo presenta – di un alacre, irrequieto senso for-male, inteso – ovviamente – non come senso della bellezza, ma come cesura al patetico e all’effusivo,

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come gioia di vivere, come generosa noncuranza della nostra moderna condizione di nomadi intellettuali”.Motivo distintivo in questo ricco ventaglio di propo-ste che giunge all’aprile del ’63, è quello, come già accennato, di un’apertura alle tematiche della “nuova figurazione”; esse risaltano sul bollettino con l’intervento di Lara Vinca Masini, dal titolo Itinerario di una nuova figurazione, e con le già citate mostre di Loffredo e Bueno, alle quali sono da aggiungere le personali di Venturino Venturi, presentato da Luzi, e di Alberto Moretti, introdotto da Arcangeli. Le forme assolute e unitarie di Venturi, la sua capacità di cogliere le regole e soprattutto la grazia di un universo all’origine, di cui parla Luzi, e la figurazione oggettualizzata e pop di Moretti, ultimo approdo dell’inquieto artista, rappresentano due dei volti possibili dell’itinerario tracciato dalla Masini, nel quale il ruolo dell’informale sarà ormai quello di rappresentare la struttura interna e il senso segreto nel rapportarsi dell’arte col mondo. Quale di queste strade si intendesse imboccare a “Quadrante” sembra indicarlo “Tecnologica”, la mostra inaugurata nel dicembre del ’63 con opere di Bueno, Loffredo, Moretti, poesie di Pignotti e Micci-ni, musiche di Bussotti e Chiari. Il “lavoro parallelo e

congiunto d’équipe” sui tre versanti della poesia, della pittura, e della musica, ha alla base, secondo Pignotti, una interdisciplinarietà estetico-semantica-comunicati-va, fondata sulla constatazione del passaggio dalla natura alla tecnologia, e concentrata di conseguenza sul tentativo di opporsi al “rapido consumo” imposto alla comunicazione dalla civiltà tecnologica, attraverso un processo di “estrazione-astrazione” del materiale verbale o visivo diffuso dai mass media, reimpiegato con intenzionalità diversa e finalità estetiche, a susci-tare “possibili liasons dangereuses con new dada, pop art e nouveau réalisme”.L’indagine spregiudicata di “Tecnologica” sancisce la frattura ormai insanabile formatasi all’interno dell’“équipe di Quadrante” fra le posizioni di Berti e Nativi, e quelle di Bueno, Loffredo, e Moretti, ormai divenute nucleo del battagliero “Gruppo ’70”. In questa luce la personale di Nativi nel gennaio del ’64 sembra assumere un significato riparatore mentre comincia a profilarsi la crisi della galleria, tangibile sia nel lungo intervallo imposto alle esposizioni nella seconda parte del ’63 (da metà luglio a metà no-vembre), sia nel tono minore di alcune mostre allestite nel corso del ’64. In questo senso “Tecnologica” può considerarsi, secondo l’opinione di Bueno, “il canto

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del cigno di Quadrante”, e tuttavia occorrerà ricor-dare anche gli ultimi importanti scampoli di attività. Fra questi, la presenza nella II Mostra Mercato d’Arte Contemporanea a Palazzo Strozzi e soprattutto la personale di Ettore Sottsass jr., nel giugno ’64; con essa “Quadrante” si congeda e lo fa nel nome del design, usato dall’artista come strumento di ricerca della reciprocità tra segno, simbolo, e valore; allora, scrive Lara Vinca Masini, “anche gli oggetti possono divenire dei fulcri, quasi strumenti di rito – come ap-punto lo erano per le antiche civiltà –”; immagini che costringano l’uomo alla concentrazione, isolandolo dalla fluttuazione. Nella Dichiarazione dell’artista, tolta dal Semitrattato provvisorio della pittura che apre l’ultimo bollettino si legge: “La pittura non è altro che un atto di magia contro la morte […] in un atto di magia non c’è nien-te da “capire”. Solo quel tanto che riguarda i gesti della magia. Perché? Che cosa c’è da capire se uno si battezza, se uno si purifica? Quanti atti di purifi-cazione ci sono? Perché si lava la casa a Pasqua? Perché ci si lava? Perché si scende nel Gange?… Chi lo “capisce”? Cosa c’è da capire?”.

Firenze, marzo 2003 Susanna Ragionieri

D.: Come nacque l’idea della galleria “Quadran-te”?R.: Nacque da un desiderio di mia sorella Matilde, che negli anni Cinquanta lavorava per il padre Giovan Battista, a poter realizzare qualcosa di veramente suo. Pur non avendo alle spalle una specifica educazione all’arte, Matilde si era progressivamente avvicinata ai temi del dibattito contemporaneo. Molto si doveva anche all’ambiente vivo e stimolante suscitato da Mi-chelucci nella Facoltà di Architettura, un fertile brodo di coltura nel quale ero quotidianamente immerso come assistente di Savioli, e del quale rendevo partecipe chi mi era intorno e dunque anche mia sorella. Per “Quadrante” l’idea era quella di dar vita ad uno spazio aperto alle proposte moderne, rivolto sia agli artisti che al pubblico fiorentino e non; e a ben guardare, fu proprio quello l’errore: Firenze non era la città giusta, così il suo pubblico.L’interno mi fu commissionato da Matilde nel ’59; non cercavo una consonanza con le opere che vi sarebbe-ro state esposte; seguivo una mia ricerca già iniziata. A quei tempi mi interessavo molto alla morfologia e

Da una conversazione con Vittorio Giorgini(Firenze, 9 aprile 2003)

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cominciavo a sviluppare lo studio di questa scienza della forma nella natura combinandolo con lo studio della geometria. Per l’interno di “Quadrante” si è parlato di informale, in realtà un preciso progetto razionale e mentale, basato su studi delle strutture naturali in parte ispirati agli esperimenti vibratori effettuati su liquidi e sabbie dal cardiologo Hans Jenny, che avevo potuto conoscere personalmente perché amico di mio padre, era alla base di quella struttura, suggerendo sistemi di costruzione che permettevano funzioni nuove, più adatte, più efficienti. Non si può costruire un modello nuovo affidandosi a vecchie tecniche costruttive, tutto va completamente ripensato; sperimentai la rete in ferro ricoperta di cemento; la modellavo io stesso insieme agli operai che non avevano mai fatto niente di simile e non potevo lasciarli soli. Il cantiere durò circa un mese e mezzo. L’illuminazione era indiretta, ottenuta facendo passare i cavi sotto le ondulazioni che schermavano il soffitto. Da questa atmosfera sperimentale è nata anche Casa Saldarini a Baratti alla quale lavorai subito dopo “Quadrante”, dal ’60 al ’62.

D.: Perché il nome “Quadrante”?R.: Lo suggerii io come qualcosa che dovesse sviluppare uno sguardo aperto a 360 gradi; forse

l’idea venne dalla navigazione a vela libera e senza bussola che amavo molto allora, e così il logo con il sole radiante.

D.: Qual era la linea della galleria?R.: Non è facile determinare quale fosse la linea di “Quadrante”; in Italia si è sempre andati dietro a ciò che succedeva altrove, ma anche da noi si sono avuti “buoni professionisti”, forse non “maestri” ma comunque persone che si erano imposte per il valore e la serietà del loro lavoro. “Quadrante” intendeva portare avanti questi ultimi insieme ad artisti poco noti nei quali tuttavia si poteva riconoscere un potenziale. Cagli, Vedova, Fontana, Turcato li conoscevamo già personalmente, altri furono introdotti da persone molto vicine alla galleria come Lara Vinca Masini o Leonardo Savioli. Non ricordo invece chi fu a portare a “Quadrante” André Bloc; sicuramente non Ricci. Con Bloc eravamo diventati molto amici; lo accom-pagnai a vedere Casa Saldarini a Baratti che gli interessò moltissimo e che pubblicò su “Aujourd’ui”, la sua rivista sempre aggiornata e intelligente sulla quale conobbi poi le opere di Kiesler e Finsterlin, ma non condividevo il giudizio che ne dava come di una architettura-scultura. Vedevo in questa convinzione un

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equivoco di base, quello stesso che, nonostante le nostre evidenti affinità, finiva per farlo rimanere al di fuori dalle ragioni più profonde della morfologia.

D.: Quali furono i rapporti di “Quadrante” con le altre gallerie?R.: A Firenze non esistevano; a Roma Matilde aveva rapporti con “L’Obelisco” e “La Salita”, ma non so bene, perché fu lei a prendere in mano la situazione, mentre io ero molto occupato con i diversi fronti del mio lavoro, e spesso andavo soltanto alle inaugurazioni. Fra gli artisti fiorentini era vicina a Moretti e credo che molte cose siano venute per il tramite di Lara Vinca Masini.

D.: Perché la galleria chiuse dopo così breve tempo?R.: Fu una questione esclusivamente economica; chi ricerca non produce un mercato e la città fu completamente assente. Firenze diventa brillante nei disastri come le vecchie signore con i pechinesi che ritrovano nel lutto la verve della gran dama: così dopo il bombardamento del ’44, e poi di nuovo, dopo l’alluvione, ma per un tempo molto breve, poi tutto si spegne di nuovo. Dopo la chiusura Matilde passò per reazione dalla frattura al rigetto, e per il resto della sua vita non volle più saperne.

D.: Lei ha conosciuto bene Matilde Giorgini ed è sta-ta molto vicina a “Quadrante” seguendone l’attività anche con interventi critici pubblicati sul bollettino. Può dirci qualcosa in proposito?R.: La prima cosa che mi viene da dire è questa: è un peccato che “Quadrante” sia durato soltanto tre anni. E’ stata, per il breve tempo della sua attività, l’unica realtà davvero esistente e propositiva a Firenze nel campo delle gallerie, con un programma preciso basato sulla qualità, ed anche con un occhio rivolto alla città, attra-verso la promozione di alcuni artisti che vi operavano. La strada intrapresa era buona; sono convinta che se avesse potuto continuare per un altro po’ di tempo, gli ostacoli di natura economica che portarono alla chiu-sura, dovuti anche al fatto che a Firenze non esisteva alcun mercato nel campo del collezionismo di arte contemporanea, sarebbero stati alla fine superati.

D.: Qual era la posizione di Matilde Giorgini nei confronti della galleria?R.: Matilde ci credeva tanto; era una donna gentile ma determinata, compassata nei modi, e dal carattere

Da una conversazione con Lara Vinca Masini(Firenze, martedì 15 aprile 2003)

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forte, talvolta anche duro: nell’avventura della galleria, il cui interno il fratello Vittorio aveva trasformato in uno “spazio continuo”, trai primi esempi italiani di archi-tettura informale e di antirazionalismo architettonico, aveva messo tutta la sua vita e le sue energie, comple-tamente. Preparando le mostre lavorava in maniera in-faticabile, per giorni interi, coinvolta in prima persona nell’allestimento, e solo dopo che l’inaugurazione era conclusa si lasciava andare dormendo anche per tre giorni di seguito. Dopo la chiusura che dovette esserle imposta mentre lei avrebbe voluto continuare, si avvilì talmente da avere un totale rifiuto; sparì all’improvviso e non ha più voluto avere rapporti con l’arte né con nessuno di noi. Io stessa da allora non l’ho più vista, e me ne dispiace.

D.: Quando vi siete conosciute?R.: Ho conosciuto Matilde quando la galleria era già aperta, ma avevo seguito le mostre fin dall’inizio scrivendone sul “Giornale del Mattino”. Diventammo amiche; insieme si facevano viaggi in giro per l’Italia per andare a trovare gli artisti, per visitare le grandi manifestazioni (Biennali, Mostre de L’Aquila,…), per seguire convegni come quelli di Verucchio, fon-damentali in quegli anni per il dibattito sui temi di

maggiore attualità nel campo dell’arte contempora-nea. In questo modo preparai l’edizione del Fiorino del ’63, chiamando a collaborarvi i maggiori critici italiani e, attraverso Dorfles, organizzando la prima mostra di arte programmata a Firenze.

D.: Quando ha inizio la sua collaborazione con “Quadrante”?R.: La mia presenza sul bollettino inizia nel ’63 con l’articolo Itinerario di una nuova figurazione: si trattava di un tema importante, scaturito da un convegno di Verucchio, e si sentiva l’importanza di Vicente Aguilera Cerni che con la mostra Espana libre proponeva una figurazione di valore politico. Oltre all’impegno sul bollettino presentavo spesso a voce, con qualche parola di introduzione, le mostre il gior-no dell’inaugurazione – ricordo per esempio quella di Bloc – ma non ho mai desiderato legarmi in modo esclusivo ad una galleria, pertanto i miei rapporti si mantenevano in un ambito di discrezione.

D.: Non ha mai proposto nessun artista?R.: Certo non avrei consigliato Cagli (credo fosse un’idea di Bueno), anche se la mostra delle carte fu molto bella. Fra l’altro Matilde dovette pagarla e

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non fu una spesa da poco che gravò fin dall’inizio sul bilancio della galleria. Invece le segnalai Sottsass che presentò nel ’64 luminosi splendidi quadri, sim-boliche mandala, di effetto sorprendente. Contem-poraneamente, all’“Aquilone”, furono esposte le sue emblematiche ceramiche.

D.: Quale fu, secondo lei, il punto debole della galleria?R.: Matilde non fu sufficientemente abile nell’aspetto commerciale; del resto non era facile selezionare i possibili acquirenti provenienti dalle sue ampie rela-zioni, ed un collezionismo locale di fatto non esisteva. Puntare con intelligenza su una linea di qualità non corrispose ad adeguate vendite, e la chiusura fu per lei una debacle fortissima che la spinse ad una segregazione totale.

D.: In che modo ebbero inizio i tuoi rapporti con “Quadrante”?R.: Fui invitato da Matilde Giorgini a far parte del gruppo che faceva capo alla galleria; avvenne subito e coincise con l’apertura. Lo spazio realizzato da Vittorio Giorgini, fratello di Matilde, era affascinante, unico nel suo genere rispetto alle altre gallerie d’arte, anche a quelle d’avanguardia come “Numero”, che conoscevo bene. La fisionomia e le potenzialità di “Quadrante” si rivelaro-no subito di particolare portata; l’ambiente dei Giorgini era quello brillante dell’alta società internazionale, in più legato alla moda che proprio Giovan Battista, padre di Matilde e Vittorio, aveva inventato come fenomeno italiano. Prima di lui parlare di moda significava riferirsi esclusivamente a Parigi; da noi esistevano bravi sarti – ricordo per esempio le sorelle Calabri – capaci di tradurre modelli francesi in ottimi capi di vestiario, ma nulla al di là di questo; soltanto dopo Giorgini cominciò ad accendersi il senso di una creatività e di uno stile italiani tale da calamitare su Firenze un’attenzione internazionale e soprattutto americana.

Da una conversazione con Alberto Moretti(Firenze, sabato 12 aprile 2003)

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Inserita in questo circuito, la galleria voleva diventare tappa per molti compratori soprattutto stranieri, che vi transitavano dal mondo della moda, era una vetrina che destava interesse. L’idea di creare un mercato di arte contemporanea rientrava infatti negli obbiettivi primari, anche se non ci furono mai grandi vendite.

D.: Hai accennato a un gruppo e intendi certo il raggruppamento di toscani chiamato anche “équipe di Quadrante”. Puoi parlarne?R.: Fin dalla prima mostra, dedicata a Cagli, Matil-de teneva in galleria lavori di altri artisti; fra questi, i cosiddetti cinque di “Quadrante”, cioè Berti, Nativi, Bueno, Loffredo, ed io stesso, ma non c’era assoluta-mente una linea comune. Berti e Nativi erano ancorati al loro astrattismo, ormai divenuto per certi aspetti una sorta di accademismo. Busignani li sosteneva molto. Bueno, intelligente e curioso, continuava la sua doppia vita artistica di figurativo da un lato e avanguardista dall’altro; non voleva lasciarsi sfuggire nulla, lo inte-ressava tutto ciò che era nuovo. Loffredo dipingeva molti battisteri ma anche opere nelle quali combinava la pittura con assemblages new dada, come avevo fatto io stesso qualche anno prima. Bueno, Loffredo, ed io, eravamo quelli più interessati al rapporto fra

l’immagine e i mezzi di comunicazione di massa. Da lì nacque “Tecnologica”, insieme ai poeti e ai musici-sti; il titolo lo scelse Pignotti. Anche se non eravamo un vero gruppo Matilde aveva presto cominciato a portarci fuori, intessendo rapporti; facemmo una col-lettiva alla “Bertesca” di Torino, un’altra al “Canale” di Venezia con la presenza di Peggy Gugghenheim che era amica dei Giorgini. Infine a Parigi, alla gal-leria “Pierre Domec”. Il contatto fu Matilde a trovarlo, la galleria era buona anche se non del giro delle più importanti; Teresa Pagowska, che poi ebbe una personale a “Quadrante”, era uno degli artisti della galleria. All’inaugurazione c’eravamo tutti; sulla stam-pa italiana si ebbero molte recensioni.

D.: Una cosa che colpisce, sfogliando i bollettini di “Quadrante”, è la qualità dei contributi critici, tutti di alto livello, e scelti fra i nomi più importanti della critica militante. Puoi dirci qualcosa in proposito?R.: Era Matilde stessa a cercare e tenere i contatti, aiutata, dopo l’abbandono della carica di direttore artistico da parte di Busignani, che aveva un taglio molto cittadino, da Lara Vinca Masini. Fra i critici di nome che scrissero per la galleria, ho conosciuto personalmente Francesco Arcangeli. Non rammento

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esattamente le circostanze del suo arrivo a “Qua-drante”; probabilmente si trovava a Firenze e fece un passaggio in galleria. Credo lo accompagnasse Lara Vinca Masini. A “Quadrante” non si capitava per caso; situata al primo piano di un palazzo sul lungarno, era centrale ma anche nascosta e ciò, unito al particolare allestimento interno, alla qualità degli artisti presentati, e all’aura di aristocratico snobismo internazionale che circondava lo spazio, aumentava la curiosità in chi veniva da fuori. Quando arrivò Ar-cangeli c’erano alcune mie opere non esposte nella saletta attigua che fungeva da deposito: erano carte abissali, un tipo di lavoro che mi soddisfaceva molto, ma che al tempo – si era nel ’63 – non facevo ormai più. Arcangeli comunque apprezzò quelle opere, fu incuriosito dalla data precoce (gli inizi degli anni Cinquanta), e scrisse un pezzo molto bello per la mia personale. Ripeto che non si trattava del mio lavoro recente; quello, già in odore di pop, fu presentato in maniera più approfondita da Lara Vinca Masini.

D.: Hai una tua opinione sulla chiusura di “Qua-drante”?R.: Fu una questione essenzialmente economica. La galleria aveva molte spese; intanto una segretaria

fissa, poi le spedizioni delle opere, il bollettino. Le vendite non riuscirono mai a pareggiare il bilancio; da qui la decisione di Giorgini padre di chiudere no-nostante il successo e la qualità del lavoro svolto.

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TAVOLE

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Il bollettino di Quadrante

Giugno 1961 n. 1Direttore artistico: Alberto Busignani

Dal 7 giugno al 2 luglio 1961: mostra personale di Corrado Cagli.- Corsivo di Quadrante.- A. Busignani, Significato di una ricerca.- E. Migliorini, La lezione di Cagli.- A. Busignani, A proposito della situazione fiorentina.

Luglio 1961 n. 2Direttore responsabile: Alberto Busignani

Dal 7 al 31 luglio 1961: Baj, Berti, A. Bueno, Capogrossi, Corpora, De Gregorio, Loffredo, Mastroianni, Moretti, Nativi, Raspi, Salimbeni, Sanfilippo, Santomaso- G. C. Argan, Il concetto della realtà nell’arte contemporanea.- A. Busignani, Operare una scelta.

Ottobre 1961 n. 3Direttore responsabile: Alberto Busignani

Dal 5 al 31 ottobre 1961: mostra personale di Emilio Vedova (lito-grafie 1959-1960 fatte dal pittore direttamente sulle pietre più guazzi e collages)- M. Calvesi, Emilio Vedova.- M. Bergomi, Emilio Vedova e le sue “pagine di diario”.- A. Busignani, Note su Emilio Vedova.- M. Masciotta, Le luci di Vedova.

Novembre 1961 n. 4Direttore responsabile: Alberto Busignani

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Dal 6 al 30 novembre 1961: Berti, A. Bueno, Loffredo, Moretti, Nativi

- M. Masciotta, Firenze città difficile.- A. Busignani, Cinque pittori o della tradizione.- E. Migliorini, Una città murata.- A. Busignani, Un processo di maturazione.

Dicembre 1961 n. 5Direttore responsabile: Alberto Busignani

Dal 9 al 31 dicembre 1961: Antonio Sanfilippo

- N. Ponente, Antonio Sanfilippo.- F. S. Romano, Forma e percezione nella pittura di Sanfilippo.- A. Busignani, Astrazione e critica.- Due mostre: Torino e Venezia.

Gennaio 1962 n. 6Direttore responsabile: Alberto Busignani

Dal 10 al 31 gennaio 1962: Giovanna Spiteris

- U. Apollonio, Giovanna Spiteris.- Regesto critico (F. Elgar, G. Marchiori, F. Russoli, T. Toniato).- A. Busignani, Organicità e astrazione.- Lettere a Quadrante.

Febbraio 1962 n. 7Direttore responsabile: Alberto Busignani

Dal 3 al 28 febbraio 1962: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo

- G. Dorfles, Tre pittori torinesi.- E. Sanguineti, Galvano.- A. Galvano, Levi Montalcini.- L. Carluccio, Scroppo.- F. de Bartolomeis, Educazione all’arte e crisi dell’arte.- Lettere a Quadrante.

Marzo 1962 n. 8Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dall’8 al 31 marzo 1962: Piero Dorazio- G. Dorfles, Piero Dorazio.- G. C. Argan, L’alternativa di Dorazio (testo inedito in Italia della presentazione della personale di Dorazio alla Galerie Sringer di Berlino, luglio 1959).

- E. Migliorini, Obbiettività di Dorazio.

Aprile 1962 n. 9Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dal 7 al 31 aprile 1962: Hans Platschek- M. Tapié, Hans Platschek.- N. Ponente, La nuova figurazione di Hans Platschek.- F. Bayl, Ritratto di Platschek.- R. Wedewer, La pittura in Germania.

Maggio 1962 n. 10Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dal 5 al 31 maggio 1962: Giuseppe De Gregorio- M. Calvesi, Giuseppe De Gregorio.- E. Crispolti, Una nuova immagine naturale.- A. Busignani, Lettera a De Gregorio.

Giugno 1962 n. 11Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dall’11 giugno all’11 luglio 1962: Giancarlo Bargoni, Guido Basso, Guido Chiti, Plinio Mesciulam

- G. Beringheli, 4 pittori genovesi.- J. E. Cirlot, Giancarlo Bargoni.- R. Rotta, Guido Basso.- G. Dorfles, Plinio Mesciulam.- A. Podestà, Guido Chiti.

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Luglio 1962 n. 12Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 15 al 31 luglio 1962: Robert Lapoujade

- J. P. Sartre, Robert Lapoujade (traduz. di E. Miccini); Quadrante è lieto di pubblicare, nella sua prima traduzione italiana, il saggio di J. P. Sartre scritto nel marzo del 1961 in occasione della mostra di Robert Lapoujade alla Galleria Pierre Domec di Parigi.

Settembre 1962 n. 13Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno- Corsivo di Quadrante.

Dal 7 al 26 settembre 1962: Teresa Pagowska

- U. Apollonio, Teresa Pagowska e la pittura polacca.- Z. Kepinski, Pagowska et l’évolution de l’informel en Pologne.- T. Pagowska, La peinture, drame d’existence humaine.

Ottobre 1962 n. 14Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 4 al 19 ottobre 1962: Angelo Savelli

- C. Zigrosser, The printmaking in three-dimensional form.- B. Morucchio, Nota su Angelo Savelli.- N. Ponente, Una metafisica dell’immagine.- G. C. Argan, Equilibrio tra materia e vuoto.

Ottobre 1962 n. 15Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 20 ottobre al 9 novembre 1962: Antonio Corpora

- G. C. Argan, Antonio Corpora.- P. Restany, Antonio Corpora, un etre en situation.- E. Villa, Difesa a oltranza del colore.

Novembre 1962 n. 16Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 10 novembre al 5 dicembre 1962: André Bloc

- A. Bloc, Art and architecture.- B. Morucchio, La pittura di André Bloc.- G. Gassiot Talabot, Le cas André Bloc.

Dicembre 1962 n. 17Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 6 al 31 dicembre 1962: Silvio Loffredo

- J. F. Revel, Silvio Loffredo. In questa mostra di Silvio Loffredo figurano quasi tutte le opere da lui esposte alla XXXI Biennale di Venezia. Abbiamo perciò ritenuto opportuno di riproporre anche il testo della presentazione che Jean François Revel scrisse in quella occasione.

- M. Bergomi, Una poetica della contingenza.- A. Bueno, Lettera a Loffredo.- A. Bonsanti, I battisteri di Silvio Loffredo.

Febbraio 1963 n. 18Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 22 febbraio al 15 marzo 1963: Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato Frascà, Achille Pace, Pasquale Santoro, Giuseppe Uncini

- G. C. Argan, Sei pittori romani.- P. Bucarelli, Un impegno etico.- N. Ponente, Nuova volontà di costruzione.

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Marzo 1963 n. 19Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 21 marzo al 16 aprile: Antonio Bueno.- V. Aguilera Cerni, Antonio Bueno.- S. Salvi, Ode minima a Antonio Bueno.- L. V. Masini, Itinerario di una nuova figurazione.- E. Sanguineti, La dialettica osmosi di Antonio Bueno.

Aprile 1963 n. 20Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 20 aprile al 10 maggio 1963: Giulio Turcato- M. Volpi, Giulio Turcato.- M. Mendes, La poétique de Turcato.- G. Carandente, L’orbita della contemplazione.

Maggio 1963 n. 20 (sic)Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 13 al 31 maggio 1963: Venturino Venturi- M. Bergomi, Venturino Venturi.- M. Luzi, Un creatore di forme vive.- L.V. Masini, Significato di una scelta.

Giugno 1963 n. 22Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 10 giugno al 15 luglio 1963: Alberto Moretti- F. Arcangeli, Alberto Moretti.- S. Salvi, Qualità e furore.- L. V. Masini, Linguaggio e attualità.

Novembre 1963 n. 23Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 23 novembre al 14 dicembre 1963: Umberto Milani

- A. Pica, Diagramma di massima per una storia di Umberto Milani.- F. Russoli, Sculture di Umberto Milani.- M. Valsecchi, Efflorescenza organica della materia.

Dicembre 1963 n. 24Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 19 dicembre 1963 all’8 gennaio 1964: TECNOLOGICA(espongono Antonio Bueno, Sylvano Bussotti, Giuseppe Chiari, Silvio Loffredo, Eugenio Miccini, Alberto Moretti, Lamberto Pignotti).

- testi di Lamberto Pignotti, Antonio Bueno, Giuseppe Chiari; copertina di Alberto Moretti.

Gennaio 1964 n. 25Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 9 al 31 gennaio 1964: Gualtiero Nativi

- F. de Bartolomeis, Ipotesi per una costruzione.- E. Migliorini, Der aufbau der welt; cum coloribus quadam suavitate.

Febbraio 1964 n. 26Direttore responsabile: Matilde GiorginiSegretario di redazione: Antonio Bueno

Dal 4 al 21 febbraio 1964: Ferruccio Bortoluzzi

- L. V. Masini, Memoria e realtà nell’opera di Bortoluzzi.- M. De Luigi, Lettera a Bortoluzzi.- T. Toniato, Nuova significazione dell’oggetto in Bortoluzzi.

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Vinicio Berti(Firenze 1921 – 1991)Cittadella ostile, 1955olio su masonite, cm 70 100Esposizioni:Palazzo Srozzi, Firenze 1963*(65)

Senza titolo, 14.8.56china su carta, cm 34,5 49,5

(134)

Marzo 1964 n. 27Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dal 29 febbraio al 20 marzo 1964: Gerardo Rueda

- V. Aguilera Cerni, Gerardo Rueda.- L. V. Masini, Condizione di un linguaggio.

Maggio 1964 n. 28Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dal 16 maggio al 7 giugno 1964: Eugene Van

- A. J. Roy, Le plastiche di Eugene Van.- M. Gaillard, Eugene Van: de la sculpture a l’architecture.- G. Lamsweerde, Architecture and the plastic arts.

Giugno 1964 n. 29Direttore responsabile: Matilde Giorgini

Dal 13 giugno al 4 luglio 1964: Ettore Sottsass jr.

- E. Sottsass jr., Dichiarazione.- L. V. Masini, Vitalità d un’esperienza.- G. Pomodoro, Omaggio alla grande bandiera di Ettore Fieramorte.

Elenco delle opere

Questa nota riporta l’inventario delle opere rinvenute nel fondo della galleria Quadrante. Il numero di archivio at-tribuito ad ogni opera è in ordine progressivo sulla base del loro reperimento. I numeri mancanti in questo elenco si riferiscono a materiale privo di interesse documentario inerente l’attività della galleria.

*Abbreviazioni:

Palazzo Strozzi, Firenze 1963 = Mostra Mercato Nazionale d’Arte Contem-poranea, Palazzo Strozzi, Firenze 23 marzo-28 aprile 1963

Palazzo Strozzi, Firenze 1964 = Mostra Mercato Nazionale d’Arte Contem-poranea, Palazzo Strozzi, Firenze 21 marzo-19 aprile 1964

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Senza titolo, 10.8.’56china su carta, cm 34 49,5(135)

Senza titolo, 3.8.’56china su carta, cm 34 50(136)

Senza titolo, 26/27.8.’57china e tempera su carta, cm 34,3 46,8(132)

Momento, 1958olio su masonite, cm 100 65(64)

Senza titolo, 7.8.’58china e tempera su carta, cm 40 30(165)

Senza titolo, 6.8.’58 Viareggiochina e tempera su carta, cm 40 30(164)

Breccia nel tempo, 1959-61olio su masonite, cm 80 100Bibliografia:Bollettino di Quadrante n° 2, Firenze, luglio 1961 (14)

Senza titolo, 14.8.’59china e tempera su carta, cm 35 47(166)

Non oggi, 1960olio su masonite, cm 100 128Esposizioni:XI Mostra Nazionale Premio di Pittura Golfo della Speziatav. 1(4)

Non oggi 61, 1961olio su masonite, cm 125 90(11)

Gastone Biggi(Roma 1925)Continuo 66, 1962acrilico su tela, cm 50 90tav. 2(15)

Antonio Bueno(Berlino 1918 – Firenze 1984)Immagine, 1961olio su masonite, cm 70 50Provenienza:Galleria Schneider, Romatav. 3(68)

Figura, 1961tempera su carta, cm 35 25(131)

Fanciulla in rosa (primi anni ’60)olio su tela, cm 40 35(83)

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Corrado Cagli(Ancona 1910 – Roma 1976)Bianco e Nero (1960/61)tecnica mista su carta, cm 58 45tav. 4(22)

Lo scolaro (1960/61)olio e tecnica mista su carta intelata, cm 50 26,5Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1963*(87)

Nicola Carrino(Taranto, 1932)Bianco su nero e rosso, 1962tempera collage e materiali diversi su tela, cm 100 70Esposizioni:Premio Marche, Ancona 1962Palazzo Strozzi, Firenze 1963*(33)

Figurazione plastica, 1962tempera collage e materiali diversi su tela, cm 100 80(32)

Wostok 3 e 4, 1962tempera collage e materiali diversi su tela, cm 50 70(30)

Costruttivo Dodici, 1963assemblage di materiali diversi su tavola, cm 50 50tav. 5(31)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 65 50(96)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 65 50(189)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 65 50(190)

Antonio Corpora(Tunisi 1909)Senza titolo (1961)polvere di marmo e tecnica mista su cartone, cm 48 68tav. 6(17)

Senza titolo, 1961polvere di marmo e tecnica mista su cartone, cm 49 69Provenienza:Galleria Pogliani, RomaBibliografia:Bollettino di Quadrante n° 15, Firenze, ottobre 1962(39)

Senza titolo, 1961polvere di marmo e tecnica mista su cartone, cm 49 69(40)

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Giuseppe De Gregorio(Spoleto 1920)Senza titolo, 1960tempera su carta, cm 50 68(158)

Senza titolo, 1960tempera su carta, cm 50 70(21)

Senza titolo, 1960tecnica mista su carta, cm 45 65(81)

Senza titolo, 1960tecnica mista su carta, cm 65 47(80)

Paesaggio, 1961olio su tela, cm 99 99(29)

La luce della luna 3 (1961/62)olio su tela, cm 118 98,5Bibliografia:Bollettino di Quadrante n° 11, Firenze, giugno 1962tav. 7(12)

Piero Dorazio(Roma 1927)Charmeur Bleu, 1961olio su tela, cm 73 54tav. 8(36)

A prima vista, 1962olio su tela, cm 46 38(37)

Direzione arancio, 1962olio su tela, cm 46 38Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1963*(38)

Senza titolo, 1962olio su tela, cm 33 24(85)

Senza titolo, 1962pastelli su carta, cm 66 47,5(122)

Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 52 69(126)

Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 52 69(130)

Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 69 52(129)

Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 51,5 69(127)

Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 52 69(124)

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Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 68 50(123)

Senza titolo, 1962carboncino su carta, cm 52 69(128)

Lucio Fontana(Rosario di Santa Fè 1899 – Comabbio 1968)Concetto spaziale, 1960cartella di 6 litografie, cm 70 50es. 6/30Edizioni Il Torchio, Milano 1961 tav. 9(100)

Nato Frascà(Roma 1931)Si; Expo+Fiesole=Mah!, 1963tecnica mista, cm 50 65tav. 10(94)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 65 50(95)

Albino Galvano(Torino 1907 – 1990)Fiori, 1960olio su tela, cm 110 95Esposizioni:XII Mostra Nazionale Premio del Fiorino, Firenze 1961Bibliografia:Bollettino di Quadrante n° 7, Firenze, febbraio 1962 tav. 11(18)

GorrisSenza titolo, 1962sette tecniche miste e collage di diverse misure(121)

Riccardo Guarneri(Firenze 1933)Costruzione obliqua, 1963tecnica mista su tela, cm 70 90Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1963*tav. 12(61)

Marcello Guasti(Firenze 1927)Xilografia n° 11 (primi anni ’60)xilografia a tre colori, cm 70 50es. 4/10(103)

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Hans Hartung(Lipsia 1904 – Antibes 1989)Senza titolo acquaforte e puntasecca, cm 50¥66es. 27/65(167)

Ibrahim Kodra(Ishmi 1818)Senza titolo, 1962tecnica mista su carta, cm 44 32(108)

Senza titolo, 1961tecnica mista su carta, cm 44 32(162)

Senza titolo, 1961tecnica mista su carta, cm 35 58(161)

Senza titolo, 1962tecnica mista su carta, cm 32 43,8(112)

Senza titolo, 1962tecnica mista su carta, cm 32 44(192)

Robert Lapoujade(Montauban 1921 – Saincy-sur-Bellot 1993)Nu, 1962olio su tela, cm 81 54Provenienza:Galerie Domec, ParisEsposizioni: Palazzo Strozzi, Firenze 1963*tav. 13(75)

Paola Levi Montalcini(Torino 1909 – 2000)Del negativo, 1955olio su tela, cm 45 37Esposizioni: Premio Giorgione-Poussin, Torino 1961tav. 14(77)

Silvio Loffredo(Parigi 1920)Battistero viola, 1961olio su masonite, cm 80 61(24)

Architettura grigia, 1961olio su tela, cm 70 50tav. 15(73)

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Civiltà delle macchine,1961acquaforte, acquatinta, puntasecca, cm 70 50prova di stampa(52)

Teste, 1962quattro disegni su un unico foglio e due frammenti su carte di misure diverse(104)

Il covo I, 1963carboncino, pastello e china su carta, cm 49 35(91)

Il covo II, 1963carboncino e pastello, cm 49 35(49)

Il covo III, 1963carboncino, pastello, inchiostro su carta, cm 49 35(90)

Beniamino MarinucciFigura che cerca interno, 1962olio e tecnica mista su carta, cm 64 48Esposizioni: VII Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea, Termoli (76)

Due personaggi, 1962olio e tecnica mista su carta, cm 48 67(79)

Paolo Masi(Firenze 1933)Senza titolo, 1960tecnica mista su carta, cm 97 70(69)

Senza titolo, 1960tecnica mista su carta, cm 97 70(70)

Relazione col tempo, 1962olio e tecnica mista su tela, cm 100 70Esposizioni: VII Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea, Termolitav. 16(13)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 100 70(139)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 100 70(138)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 100 70(111)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 100 70(141)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 100 70(102)

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Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 100 70(110)

Alberto Moretti(Carmignano 1922)Senza titolo, 1953olio su tela, cm 65 46(60)

Senza titolo, 1959tecnica mista su carta, cm 35 50(170)

Senza titolo, 1960olio su tela, cm 97 131Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1963*(27)

Figura in un paesaggio (1960/61)olio su tela, cm 198 115Esposizioni:XIV Mostra Nazionale Premio del Fiorino, Firenze 1963(1)

Siepe uccisa, 1961olio su tela, cm 132 132tav. 17(28)

Senza titoloolio su tela, cm 18 33,5(35)

Gualtiero Nativi(Pistoia 1921 – Greve in Chianti 1999)Lacerazioni, 1961olio su masonite, cm 81,5 60Esposizioni:Premio Nazionale di Pittura Ente Zolfi ItalianiBibliografia:Bollettino di Quadrante n° 2, Firenze, luglio 1961 tav. 18(7)

Senza titolo, 1961tecnica mista su carta, cm 33,3 23,5(46)

Struttura, 1958olio su tela, cm 70 50Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1963*(72)

Achille Pace(Termoli 1923)Itinerario, 1961collage e tecnica mista su carta, cm 40 52,5(93)

Itinerario 86, 1962collage e tecnica mista su tela, cm 110 98Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1963*(20)

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Itinerario 26, 1962collage e tecnica mista su tela, cm 42,5 52,5(34)

Itinerario, 1962collage e tecnica mista su tela, cm 80 99(3)

Itinerario 39, 1962collage e tecnica mista su carta, cm 64 37(82)

Itinerario 140, 1963collage e tecnica mista su tela, cm 50 60Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1964*(78)

Itinerario 180, 1963collage e tecnica mista su tela, cm 90 70Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1964*tav. 19(19)

Teresa Pagowska(Varsavia)Portret III, 1962olio su tela, cm 82 73tav. 20(74)

Senza titolo (primi anni ’60)tecnica mista su carta, cm 55 39(188)

Hans Platschek(Berlino 1923 – Amburgo 2000)Figura 2 (primi anni ’60)carboncino su carta, cm 65 49,5Bibliografia:Bollettino di Quadrante n° 9, Firenze, aprile 1962(156)

Figura 3 (primi anni ’60)carboncino su carta, cm 65 49,5(155)

Studio Lola Montez, 1962tecnica mista su carta, cm 60 42tav. 21(113)

Piero Raspi (Spoleto 1926)Senza titolo, 1961guoache su carta, cm 70 50(125)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 48,5 66(142)

Senza titolo, 1960gouache su carta, cm 66 48,2(143)

Senza titolo, 1960gouache su carta, cm 50 70(144)

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Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 66 48,5(145)

Senza titolo, 1959gouache su carta, cm 66 48(159)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 65,3 47,5(160)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 66 48(171)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 47,6 65,3(174)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 50 70(175)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 70 50tav. 22(176)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 48 66(177)

Senza titolo, 1962gouache su carta, cm 48,5 66(178)

Senza titolo, 1960gouache su carta, cm 66 48(179)

Senza titolo, 1961gouache su carta, cm 48 66(180)

Manuel Rivera(Granada 1927 – Madrid 1995)Senza titolo, 1962 china su carta, cm 50 70(56)

Senza titolo (1962)china su carta, cm 70 50(157)

Gerardo Rueda(Madrid 1926 – 1996)Composizione, 1960olio su tela, cm 27 35(23)

Composizione, 1960olio su tela, cm 27 35(58)

Composizione, 1961olio su tela, cm 27 35(57)

Senza titolo, 1962collage su carta, cm 34,5 24,5(26)

Senza titolo,1962collage su carta, cm 34,5 24,5(25)

Page 63: Quadrante. Firenze 1961 - 1964. Attraverso l'informale.

94 95

Pintura roca, 1963olio su tela, cm 81 65(8)

Pintura verde, 1963olio su tela, cm 55 46tav. 23(86)

Antonio Sanfilippo(Partanna 1923 – Roma 1980)Nero e bianco, 1961olio su tela, cm 81 75tav. 24(16)

Nero e bianco, 1961olio su tela, cm 52 28Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1964*(5)

Nero e bianco, 1961olio su tela, cm 52 28Esposizioni:Palazzo Strozzi, Firenze 1964*(6)

Senza titolo, 1961tempera su carta, cm 50 35(42)

Senza titolo, 1961tempera su carta, cm 50 35(88)

Senza titolo, 1961tempera su carta, cm 50 35(89)

Senza titolo, 1961tempera su carta, cm 35 50(146)

Paolo Scheggi(Firenze 1940 – Milano 1971)Senza titolo (primi anni ’60)monotipo su carta, cm 39 49es. 1/1(150)

Senza titolo (primi anni ’60)monotipo su carta, cm 39 49es. 1/1(151)

Senza titolo (primi anni ’60)monotipo su carta, cm 39 49es. 1/1(152)

Senza titolo (primi anni ’60)monotipo su carta, cm 39 49es. 1/1tav. 25(153)

Senza titolo (primi anni ’60)monotipo su carta, cm 39 49es. 1/1(154)

Page 64: Quadrante. Firenze 1961 - 1964. Attraverso l'informale.

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TippetSenza titolo, 1962disegno su carta, cm 70 50(53)

Senza titolo, 1962tecnica mista su carta intelata, cm 70 100(71)

Giulio Turcato(Mantova 1912 – Roma 1995)Tranquillanti, 1961olio e collage su tela, cm 90 127Provenienza:Finarte S.p.A., Milano - Romatav. 26(2)

Senza titolo (primi anni ’60)tecnica mista su compensato, cm 36 50(41)

Senza titolo (primi anni ’60)tecnica mista su carta, cm 34 54(47)

Giuseppe Uncini(Fabriano, 1929)Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 48 35(98)

Senza titolo, 1963tecnica mista su carta, cm 48 35tav. 27(97)

Eugéne VanSenza titolo, 1962gouache su carta, cm 34 24(10)

Senza titolo, 1962gouache su carta, cm 53,5 25(55)

Senza titolo, 1963gouache su carta, cm 47 36tav. 28(9)

Emilio Vedova(Venezia 1919)Presenze, 1960cartella di sei litografie, cm 60 43es. 7/50 testi di Giulio Carlo Argan, Jean LeymarieEdition Abstracta, Freiburg 1960Bibliografia:Bollettino di Quadrante n° 3, Firenze, ottobre 1961 (92)

Immagine del tempo, 1959litografia, cm 47,3 65,5es. 31/125Bollettino di Quadrante n° 3, Firenze, ottobre 1961 (168)

Page 65: Quadrante. Firenze 1961 - 1964. Attraverso l'informale.

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INDICE

Susanna RagionieriBreve storia di Quadrante pag. 07

Da una conversazione con Vittorio Giorgini pag. 17

Da una conversazione con Lara Vinca Masini pag. 21

Da una conversazionecon Alberto Moretti pag. 25

TAVOLE

Vinicio Berti (tav. 1) pag. 33Gastone Biggi (tav. 2) pag. 34Antonio Bueno (tav. 3) pag. 35Corrado Cagli (tav. 4) pag. 36Nicola Carrino (tav. 5) pag. 37Antonio Corpora (tav. 6) pag. 38Giuseppe De Gregorio (tav. 7) pag. 39Piero Dorazio (tav. 8) pag. 40Lucio Fontana (tav. 9) pag. 41Nato Frascà (tav. 10) pag. 42Albino Galvano (tav. 11) pag. 43Riccardo Guarneri (tav. 12) pag. 44Robert Lapoujade (tav. 13) pag. 45Paola Levi Montalcini (tav. 14) pag. 46

Spagna oggi, 1961cartella di dieci litografie, cm 42 60es. 19/100testi di Giulio Carlo Argan, José Marie CastelletEinaudi Editore, Torino 1962tav. 29(84)

Immagine del tempo, 1959litografia, cm 59,5 42,5es. 31/40Edizioni Il Torchio, Venezia(148)

Immagine del tempo, 1959litografia, cm 42,5 59,5es. 38/40Edizioni Il Torchio, Venezia(149)

Venturino Venturi(Loro Ciuffenna 1918 – 2002)Senza titolo, 1963olio su carta, cm 100 74tav. 30(106)

Page 66: Quadrante. Firenze 1961 - 1964. Attraverso l'informale.

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Silvio Loffredo (tav. 15) pag. 47Paolo Masi (tav. 16) pag. 48Alberto Moretti (tav. 17) pag. 49Gualtiero Nativi (tav. 18) pag. 50Achille Pace (tav. 19) pag. 51Teresa Pagowska (tav. 20) pag. 52Hans Platschek (tav. 21) pag. 53Piero Raspi (tav. 22) pag. 54Gerardo Rueda (tav. 23) pag. 55Antonio Sanfilippo (tav. 24) pag. 56Paolo Scheggi (tav. 25) pag. 57Giulio Turcato (tav. 26) pag. 58Giuseppe Uncini (tav. 27) pag. 59Eugène Van (tav. 28) pag. 60Emilio Vedova (tav. 29) pag. 61Venturino Venturi (tav. 30) pag. 62Il Quadrante (tav. 31) pag. 63

APPARATI DOCUMENTARI

Il bollettino di Quadrante pag. 67

Elenco delle opere pag. 75

Indice pag. 99

Page 67: Quadrante. Firenze 1961 - 1964. Attraverso l'informale.

Questo volume a cura di Andrea Alibrandiè stato stampato dalla

Tipografia Bandecchi & Vivaldi di Pontederaper i tipi delle Edizioni “Il Ponte” Firenze

Firenze, maggio duemilatre