QUADERNI FIORENTINI per la storia del pensiero …€™ DI FIRENZE CENTRO DI STUDI PER LA STORIA...

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47 2018 per la storia del pensiero giuridico moderno ISSN 0392-1867

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ISBN 978-88-14-22849-0

UNIVERSITA DI FIRENZECENTRO DI STUDIPER LA STORIA DEL PENSIEROGIURIDICO MODERNO

QUADERNI FIORENTINIPER LA STORIA DEL PENSIEROGIURIDICO MODERNO

Fondati nel 1972 da Paolo Grossi

Registrato il 29.11.1983 al n. 3176 presso la Cancelleria del Tribunale Civile e Penale di Firenze.Dir. Responsabile: Giovanni Cazzetta

Stampato da Galli Edizioni S.r.l. - Varese

QUADERNI FIORENTINI

QUADERNI FIORENTINIPER LA STORIA DEL PENSIEROGIURIDICO MODERNO

Fondati nel 1972 da Paolo Grossi

I testi inviati alla redazione sono sottoposti a referee anonimo da parte di due esperti selezionati dal Consiglio di Redazione. Responsabile del processo di valutazione il Redattore.

La Sede della Redazione in FIRENZE (50129) - piazza Indipendenza, [email protected]

Redattore : Giovanni CazzettaConsiglio di Redazione:PAOLO CAPPELLINI, PIETRO COSTA, MAURIZIO FIORAVANTI, PAOLO GROSSI, LUIGI LACCH, LUCA MANNORI, MASSIMO MECCARELLI, FRANCESCO PALAZZO, SILVANA SCIARRA, BERNARDO SORDI

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QUADERNI FIORENTINIper la storia del pensiero giuridico moderno

47(2018)

ISBN 9788814228490

ISSN 0392-1867

Pubblicazione realizzata con il contributodellEnte Cassa di Risparmio di Firenze

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Stampato da Galli Edizioni S.r.l. - Varese

GIOVANNI CAZZETTA

PAGINA INTRODUTTIVA

Un fitto dialogo fra passato e presente come indispensabilestrumento di comprensione dellodierna complessit della dimen-sione giuridica emerge con forza dai saggi collocati nelle tradizionalisezioni di questo Quaderno. Nessun appiattimento del passato sulpresente, bens ricerca di una comprensione meno superficiale delpresente attraverso la messa a fuoco della diversit del passato e lastoricizzazione di categorie spesso ancor oggi imbalsamate in figuredogmatiche proiettate fuori dal tempo.

Linevitabile variet di contenuti che caratterizza questo qua-rantasettesimo volume miscellaneo pu essere letta in modo unita-rio. Propone continua a proporre un progetto enunciato quasimezzo secolo fa che, pur non rivendicando immutabilit e segui-tando a trasformarsi, conserva ancora vivissimi i suoi originaricaratteri distintivi. Comprensione critica della dimensione giuridicaoltre i chiusi specialismi disciplinari, dialogo fra giuristi, fra storici egiuristi, tensione a cogliere lunit del diritto e la relativa autonomiadel pensiero giuridico continuano a comporre il filo conduttore chetiene assieme tutti i numeri dei Quaderni e a nutrire la loro ambi-zione di porsi come rivista-progetto.

Un solo riferimento ai saggi che aprono le diverse sezioni. Ilruolo fondamentale di giuristi-interpreti che, ben calati in unasociet in continuo mutamento, elaborano e trasformano normerigide e dogmi emerge pi che mai rilevante dai contributi cheaprono le sezioni la dimensione giuridica e modelli e dimensioni:nella densa riflessione dedicata da Pio Caroni al codice come mes-saggio, la legge generale e astratta collocata nella vita del dopo-codice, trasformata nella societ, dalla societ, lontano dalle fissit edalle assolutezze del modello; Paolo Grossi insiste sulla interpre-

tazione come invenzione, sul ruolo inventivo della interpretazionecome chiave di volta per tornare a cogliere il diritto nella complessitsegnata dellingresso nella post-modernit. Ed proprio movendo daunanalisi del recente volume sullinvenzione del diritto che GustavoZagrebelsky sinterroga in un fitto dialogo con Grossi alla fine delsuo mandato di giudice costituzionale e in continuazione di un lungocammino dialogante sui compiti dei giuristi, e specialmente deigiudici, sulla possibilit di affermare appieno oggi un ruolo costruttivoe inventivo degli interpreti. Solo apparentemente lontano da uncolloquio con il presente invece il saggio di Giovanni Rossi che aprela sezione figure dellesperienza interrogandosi sulla possibilit di unincontro tra giustizia penale nel diritto comune e identit di genere.

In questa dimensione di dialogo tra storia e diritto positivo, trapassato e presente, tra personaggi ora vicini ora lontani nel tempo,di colloquio tra saperi e pratiche, riteniamo si possano leggere, purnellovvia specificit e nella provvida diversit di ciascuna voce, tuttii saggi presenti in questo volume.

Ed in questa dimensione che vogliamo ricordare un grandegiurista dialogante che ha segnato il nostro tempo, aprendo ilQuaderno con le pagine di Paolo Grossi Per Stefano Rodot.

***

Nel prossimo volume (48/2019) Maurizio Fioravanti traccerun profilo del costituzionalista e dello storico delle costituzioniJoaqun Varela Suanzes-Carpegna, scomparso il primo di febbraio diquestanno. Cattedratico di Diritto costituzionale nellUniversit diOviedo, studioso di storia costituzionale spagnola ed europea, Joa-qun era legato al Centro di Studi e al Consiglio scientifico dellanostra rivista da una profonda sintonia culturale, dalla sua curiositintellettuale e costante attenzione a comprendere il diritto grazie aun dialogo continuo con la storia e con gli storici. Alla nostraBiblioteca per la storia del pensiero giuridico moderno avevaaffidato nel 2007 il suo libro Governo e partiti nel pensiero britan-nico, ai Quaderni densi contributi, lultimo nel volume monograficodello scorso anno dedicato a Giuristi e Stato sociale. Siamo certi che il cammino dialogante non si interrotto: continuer a lungo conla sua opera scientifica.

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PAOLO GROSSI

PER STEFANO RODOT

Stefano Rodot stato un singolare protagonista del nostrotempo; singolare perch, formtosi in una Facolt di Giurisprudenzae, poi, allinterno della agguerrita scuola civilistica romana avendocome mntori Emilio Betti (con cui si laurea) e Rosario Nicol (cuisi accosta come valido patrono accademico), maneggia in modoprovetto le tecniche giuridiche senza restarne irretito; anzi, guar-dando con occhio aguzzo quel mondo socio-economico e culturaleche preme dal di fuori e che le tecniche spesso sanno esprimere a unlettore provveduto, imprime un carattere storicistico alle sue libe-ranti ricerche sui soffocamenti codicistici moderni o, scrollndosi didosso vecchi luoghi comuni, su temi rilevantissimi quali la proprietprivata, il contratto, la responsabilit civile.

Da campione di un deciso rinnovamento nel campo dellemetodologie giuridiche (rinnovamento che arriv ad isolarlo inmezzo a chi continuava imperterrito a biascicare litanie dogmatichesenza tempo), assume lentamente e pianamente, in grazia di un suonaturale carisma, la figura di osservatore impietoso del propriotempo, cercando sempre di stimolare con la sua voce ferma e spessodemitizzante la dimensione critica non solo dellintellettuale (lettoreo ascoltatore che fosse), ma addirittura del quisquis de populo. E sitrasform in pubblicista, in conferenziere, in gerente di delicatimeccanismi istituzionali. Dove, forse, non riusc pienamente fuquando non disdegn di immergersi nelle spire della politica spic-ciola e si trov di fronte a miopie e sordit e, soprattutto, a quel cultodel particulare, che ha tante volte impedito ai partiti di realizzare ilbene comune della collettivit italiana.

Sempre, per, volle essere fedele alla sua originaria professio-nalit di giurista, che, nellesercizio di un magistero universitario

fortemente incisivo e persuasivo, aveva via via contribuito aformare una robusta comunit di allievi. Dal momento che io hosensatamente ritenuto di limitarmi a fare il giurista senza la velleitdi librarmi in cieli alti inadatti alle mie ali, questa presenza costantedi Stefano nella riflessione giuridica italiana stata anche la condi-zione per la persistenza di una nostra familiarit, dando maggiorfiato a una ininterrotta fraterna amicizia. La quale germin in tempilontani, nel 1962, nella piccola Universit di Macerata, dove ciincontrammo per la prima volta, constatammo schiette sintonieculturali e avviammo un itinerario che ci ha visti sodali, sempre lunoaccanto allaltro, luno pronto a corrispondere alle richieste dellal-tro. Eravamo ispirati a ideologie diverse, ma ci ha uniti una vivace eprevalente dimensione culturale. Da parte mia lo confesso avvertivo la sua superiorit, ammirando non soltanto la finezzadellintelligenza e la inesausta curiosit intellettuale, ma anche quellavigora etica che gli dava il coraggio di urlare contro il potere leragioni dello Stato sociale di diritto pensato e disegnato dallasaggezza dei nostri Padri Costituenti a garanzia dei cittadini pideboli.

In nome di questa fraterna amicizia Stefano ha collaborato conaperta disponibilit a molte iniziative del nostro fiorentino Centrodi studi per la storia del pensiero giuridico moderno e a questinostri Quaderni Fiorentini . Io, che ho sempre avuto in uggia letroppe onoranze tributate, ad ogni pi sospinto, a mediocri compi-latori affatto immeritevoli, ho ritenuto un privilegio di partecipareagli studii in suo onore organizzati dallaffetto e dalla devozione deidiscepoli in occasione del suo settantesimo e, poi, dellottantesimocompleanno. Nella prima mi ero concesso ad antichi e per meconsolanti ricordi (1), nella seconda avevo ripercorso litinerariodella meditazione sulla propriet, che appariva ai miei occhi come lo

(1) Cronaca di un lontano incontro maceratese, in Il diritto privato nella societmoderna Seminario in onore di Stefano Rodot, a cura di G. Alpa e V. Roppo, Napoli,Jovene, 2005 (ora anche in: P. GROSSI, Nobilt del diritto Profili di giuristi II, Milano,Giuffr, 2014).

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specchio pi fedele della sua statura di giurista sensibile e vigi-lante (2).

Un mese prima della sua scomparsa, nella primavera del 2017,andai a visitarlo nella sua bella casa al centro di Roma. Il suo vltoscavato era, come sempre, espressivo di una forte personalit, marecava impressi i segni di una stanchezza mortale. Parl appassio-natamente della organizzazione del festival del diritto previsto aPiacenza per il mese di settembre, testimonindomi anche alla finedella sua vicenda una visione della vita intesa come un esercizio diresponsabilit. Oggi, ricordandolo ai lettori dei Quaderni fioren-tini , voglio ripensarlo cos, perch cos che il personaggiograndeggia.

(2) Rileggendo le Note critiche in tema di propriet, in La vocazione civile delgiurista Saggi dedicati a Stefano Rodot, a cura di G. Alpa e V. Roppo, Roma-Bari,Laterza, 2013 (ora anche in: GROSSI, Nobilt del diritto Profili di giuristi II, cit.).

PAOLO GROSSI 5

Modelli e dimensioni

PAOLO GROSSI

DELLA INTERPRETAZIONE COME INVENZIONE(LA RISCOPERTA POS-MODERNA DEL RUOLO INVENTIVO

DELLA INTERPRETAZIONE) (*)

1. Linterpretazione della legge entro il riduzionismo giuridico moderno. 2. Sullariscoperta novecentesca della fattualit del diritto. 3. Levento Costituzione nelliti-nerario giuridico novecentesco. 4. La Costituzione novecentesca: un evento rivo-luzionario. 5. Una conclusione: Stato e leggi non esauriscono la giuridicit dellaRepubblica.

1. Linterpretazione della legge entro il riduzionismo giuridicomoderno.

Linterpretazione della legge, che un pilastro nodale per ogniordinamento a base legislativa, pu essere meglio clta nella suareale dimensione odierna se osservata e valutata in un confrontodiacronico, utilissimo per accentuare la sua singolare caratterizza-zione nelloggi. Posto che noi siamo collocati in un tempo giuridicocorrettamente qualificabile come pos-moderno (1), si impone il pre-mettere quale prezioso dato comparativo la configurazione chelinterpretazione della legge ha avuto in quel tempo giuridico mo-derno che si assesta e si definisce nel momento giacobino dellarivoluzione francese, incombendo poi nello svolgersi ottocentesco didottrina e di prassi.

Il che abbastanza facile essendo indiscutibilmente netto ildisegno delineato in un siffatto contesto storico; nel quale assistiamo

(*) Lezione tenuta il 23 ottobre 2017 presso la Scuola Superiore della Magi-stratura, nellmbito del corso Linterpretazione nel diritto del lavoro .

(1) Rimando alle precisazioni offerte in altre mie pagine: Novecento giuridico Un secolo pos-moderno, ora in Introduzione al Novecento giuridico, Roma-Bari, Laterza,2012.

al congiungersi stretto fra un acceso liberalismo economico e unaltrettanto acceso assolutismo giuridico. Lo Stato liberale (che siamosoliti chiamare con parecchia approssimazione Stato di diritto),consapevole dellenorme capacit coesiva che ha il diritto per lasaldezza del potere politico e consapevole che quel potere ormainelle mani del ceto borghese ha da restar saldo per tutelare glienormi interessi economici del ceto, si impegna assolutistica-mente nella attuazione di un rigido monismo giuridico. Lo Statoassume la veste dellunico produttore di diritto, rendendo la legge espressione di una volont politica suprema lunica fonte diproduzione; s unica, giacch ogni altra manifestazione giuridica posta nei gradini inferiori di una rigidissima gerarchia.

Usiamo, di proposito, laggettivo rigido per sottolineare illetto di costrizione entro il quale il diritto forzosamente immesso.Si pensi allo strumento, che la rivoluzione vuole e che Napoleonerealizza, progettato per racchiudere una intiera branca giuridicaentro un serrato sistema di dettagliate previsioni: il Codice, che dallagerminale Francia si estende a tutta lEuropa continentale occiden-tale. una fonte novissima (2), che non ha precedenti malgrado quelnome Codice usato parecchie volte nei quasi duemila anniprecedenti con significati per assai diversi; novissima, se non altro,per la presunzione che le sottesa di disciplinare dettagliatamenteun ampio territorio del diritto con la pretesa alla esclusivit e con laproiezione verso un futuro senza fine. Tanto vero che, in Francia,per il primo Codice, il napoleonico Code Civil, si ha soltanto inquesti anni, dopo pi di due secoli di vita, una novazione profonda(che non ci pu che lasciare, ohim, perplessi).

Statalismo e legalismo si affannano a rintuzzare il pi possibileil rango della interpretazione e dellinterprete. Ne abbiamo unesempio in Italia in quelle Preleggi al Codice del 1942, che, mutatee trasfigurate in molte parti, rimangono ancora conservate in unapositivit formale (e stonata con lattuale approccio giuridico pos-costituzionale) per quanto attiene proprio alla interpretazionedella legge ; dove si afferma, in modo lampante nellarticolo 12, che

(2) Mi basta rinviare a quanto ne scrissi una diecina di anni fa: Code civil Una fonte novissima per la nuova civilt giuridica, in Il bicentenario del Codice napoleo-nico Atti dei Convegni Lincei, 221, Roma, Bardi, 2006.

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non si pu ad essa [legge] attribuire altro senso che quello fattopalese dal significato proprio delle parole... e dalla intenzione dellegislatore , lasciando allapplicatore il solo ricorso alla interpreta-zione estensiva ed analogica e ai principii generali dellordinamentogiuridico dello Stato e mantenendo cos il principio salvante (sal-vante per una visione assolutistica) della statualit del diritto.

Qui allinterprete spetta una pi confacente qualificazione,quella di esegeta, intendendo con la parola esegesi (proveniente guarda caso! dalla scritturistica sacra) nulla pi che la spiegazionepassiva di un testo. Per questo, i caratteri tipizzanti della legge sonogeneralit chiarezza certezza, cui deve attenersi il legislatore perrendere effettiva la auspicata passivit dellesegeta. Con un risultatodisarmante: primato del testo sui fatti di vita ma anche separazionedel testo dai fatti di vita. E il legalismo si trasforma necessariamentein formalismo. E lastrattezza diventa apprezzatissimo carattere dellanorma. E, via via, si insinua, in tal modo, il mito della purezza deldiritto (ridotto a forma disincarnata), nonch della scienza giuridica;in particolare, per quel che maggiormente interessa ai fini dellapresente lezione, della purezza del diritto civile, un diritto sublimatoa ratio scripta facendogli assumere la qualit inestimabile (per ilegalisti, sintende) della meta-temporalit.

2. Sulla riscoperta novecentesca della fattualit del diritto.

E i fatti naturali, sociali, economici nei quali immersalesistenza quotidiana degli uomini e con i quali essi sono chiamati afare i conti? La risposta pronta: ai fatti deve pensare soltanto illegislatore. Nella visione moderna i due territorii del diritto e dei fattiappaiono separati da una sorta di impenetrabile muraglia, a caval-cioni della quale da collocare idealmente il legislatore, il solochiamato ad attingere alla fattualit e a trasformarla quando voglia inuna dimensione anche giuridica.

stata, per la scienza civilistica italiana, una impronta questa della purezza che durata a lungo, tanto che, ancora neglianni Cinquanta, uno dei nostri maggiori maestri, Francesco SantoroPassarelli, si riteneva legittimato a redigere un testo di iniziazione

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didattica intitolndolo Dottrine generali del diritto civile (3), testoesemplare per nitore di scrittura e di concetti, ma percorso dallavolont di ridurre il diritto civile a un prodotto depuratissimo dascorie, a una ratio scripta come si diceva pi sopra.

evidente che il culto della astrattezza e il mito della purezzarientravano in una occhiuta strategia; servivano cio a mascherare lafinalit preminente della civilt borghese: la assoluta tutela dellab-biente e delle sue ricchezze, cui si univa la sfrontata indifferenza perlo squallore e le miserie delle masse. Ma c di peggio: la conquistatauguaglianza giuridica, rendendo formalmente aperto a tutti laccessoalla propriet fondiaria (e, quindi, alla ricchezza), veniva a identifi-care il mancato arricchimento quale frutto di pigrizia o di incapacit.Ed in Italia soltanto con la Costituzione repubblicana, e, inparticolare, con la complessit dellarticolo 3, che si ha la giustaaffermazione della uguaglianza giuridica di tutti i cittadini ma altreslimpegno per lo Stato democratico a eliminare gli impedimentifattuali a un effettivo benessere di tutti, anche degli ultimi.

Una precisazione forse non disutile. Il corso in cui si inseriscela nostra lezione ha come terreno delezione il diritto del lavoro, evale la pena di ricordare e serva anche da ammonimento imotivi per cui questa cos rilevante branca giuridica abbia tantotardato ad assumere una propria autonomia. Per tutto lOttocento,secolo schiettamente moderno, tutto si risolveva infatti in una sche-matizzazione risalente mirabile illud ! al diritto romanoclassico e durata intatta sino alla fine del secolo XIX: il rapporto dilavoro subordinato altro non era che locazione dopere, species delgenere contrattuale locazione; una species locativa la cui strutturatecnicamente non si differenziava dalla locazione di cose, e il lavoro,al pari della res concessa in godimento non gratuito, si riduceva auna energia, lunica cosa che il lavoratore possedesse e che eglioffriva ugualmente in un godimento non gratuito. Entro la compattaunitariet del diritto civile alla cosa/lavoro era impossibile assurgerea quella dimensione etico-sociale strettamente connessa alla dignitdel soggetto lavoratore alla quale siamo oggi fortunatamente avvezzi

(3) , infatti, questo il titolo con cui lAutore qualifica la quarta edizione del1954 (e, poi, le successive) delle sue Istituzioni di diritto civile pubblicate, pressoleditore Jovene di Napoli, in prima edizione nel 1944.

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e sulla quale si formata, tardi e lentamente, lautonomia di undiritto del lavoro. Finch questo restava nelle spire del civilisticocontratto di locazione un siffatto risultato si poneva improponibile;il lavoro restava cosa tra le cose.

Il fermento per cos dire affrancatorio prese vita a fineOttocento grazie alla giurisprudenza delle corti probivirali e dialcuni coraggiosi pretori, alla animosit della prassi ormai articolatain formazioni collettive e alla attenta osservazione e valorizzazioneche di questa prassi fecero alcuni intraprendenti uomini di scienza(penso, fra i non molti, al giovane Carnelutti e a certi suoi lungimi-ranti interventi sul problema degli infortunii sul lavoro (4)). Certa-mente fu unorigine estra-legislativa, testimoniata dal naufragio delprogetto di legge Cocco Ortu/Baccelli (anno 1902) mirante a unavisione (e a una disciplina) nuova del lavoro (5).

La societ, nel suo complesso di valori interessi fatti, lenta-mente si avvia a prevalere; e sar questo il segno e linsegna di unsecolo parecchio nuovo per il diritto e i giuristi, il Novecento, untempo gi pos-moderno quando il diritto si connota sempre pi diuna accesa fattualit (6).

3. Levento Costituzione nellitinerario giuridico novecentesco.

Ma il veramente nuovo, il profondamente nuovo che impri-mer un senso allitinerario giuridico (e non solo) dellintiero secolo senza dubbio la Costituzione; precisando subito che il vocabolonon qui inteso nel suo significato lato e generico, bens nellaaccezione specifica incarntasi nelle Costituzioni novecentesche,frutto ed espressione di un clima autenticamente democratico nelsolco del cammino inaugurato a Weimar nel 1919.

Queste Costituzioni hanno poco a spartire con le stesse gius-naturalistiche carte dei diritti, manifestazioni del costituzionalismo

(4) Ci riferiamo a: F. CARNELUTTI, Infortuni sul lavoro (Studi), Roma, Athena-eum, 1913.

(5) Su questo contesto assai fertile di novit basti il rinvio a: P. GROSSI, Scienzagiuridica italiana Un profilo storico 1860-1950, Milano, Giuffr, 2000, p. 97 e ss.

(6) Cfr. P. GROSSI, Sulla odierna fattualit del diritto, ora in Ritorno al diritto,Roma-Bari, Laterza, 2015.

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sette/ottocentesco e concretntisi in nobilissime proposizioni diindole filosofico-politica (7). Le nuove carte, la nostra del 1948 peresempio, ben altro vogliono essere. Come ho detto gi molte volte,non si pu non vedere in esse il breviario giuridico offerto alcittadino italiano nelle vicende della sua esistenza quotidiana. Sibadi: a ogni cittadino italiano, qualunque sia la sua condizioneeconomica e sociale: allabbiente come al nullatenente, precisazioneche serve per far capire pi efficacemente che siamo in un pianetagiuridico distantissimo da quellelitarismo (su basi economiche) cheha dominato la civilt borghese.

Insomma, con le nuove Costituzioni novecentesche siamo difronte a un messaggio schiettamente pluralistico, sia dal punto divista sociale che da quello giuridico. Ecco perch, in una mia lezionemaceratese di qualche anno fa, volli qualificare la nostra carta qualeespressione di un tempo giuridico pos-moderno (8). Per la primavolta, nella storia del diritto in Italia, il complesso costituzionaleveniva pensato e risolto non solo sul piano filosofico o politico, maaltres (e primariamente) su quello giuridico: radici valoriali da cuiprendevano vita principii e diritti fondamentali dal carattere intrin-secamente giuridico.

Ho scritto primariamente non perch mi sentivo dagiurista impegnato in una modellazione apologetica, ma sempli-cemente perch mi riferivo a come seppero operare i nostri PadriCostituenti dietro lorientamento teorico fornito loro da Giorgio LaPira, relatore nella prima sotto-commissione in seno ai Settantacin-que: anteriorit e primato della persona umana rispetto allo Stato e,quindi, a qualsiasi coagulazione politica (9).

E qui permetttemi che vi esprima un sincero rincrescimento,concernente la pigrizia culturale dei giuristi e soprattutto dei civilistidi fronte allevento/Costituzione, che davvero un macro-evento.La Costituzione apparve, infatti, a molti (non a tutti, per fortuna)

(7) Per questo, qualificabili correttamente come espressioni di un costituziona-lismo senza Costituzione.

(8) La Costituzione italiana quale espressione di un tempo giuridico pos-moderno(2013), ora in Linvenzione del diritto, Roma-Bari, Laterza, 2017.

(9) Si vedano le precisazioni offerte nella mia lezione citata nella nota prece-dente (pp. 39-59).

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quasi un ingombro nel paesaggio giuridico tradizionale al pianeta dicivil law, paesaggio assolutamente nitido nella sua semplicit.

Se non vi fu un rigetto, vi fu piuttosto una rimozione. Rele-gando quellevento allinterno di uno scenario prettamente politicoe tuttal pi sociale, si rifiutava la sua valenza di formidabile stru-mento giuridico nelle mani dei cittadini e soprattutto dei giudici; cisi sentiva ancora portatori del vecchio verbo monistico, ci si sentivaesegeti, orgogliosi di essere servi della legge come insegnavano iluoghi comuni della retorica post-illuministica e pos-giacobina. E laripetevano anche grossi personaggi grossi culturalmente que-sta pseudo-verit.

Penso al mio vecchio maestro di procedura civile nellAteneofiorentino, Piero Calamandrei, che, quasi al termine del suo lungocammino legalistico (10), recensendo nel 1942 il volume sulla cer-tezza del diritto del filosofo Flavio Lopez de Oate, usciva in unaaffermazione che sempre stata per me bruciante e sempre lhorespinta: i giuristi non possono permettersi il lusso della fanta-sia (11), sottintendendo che a questi personaggi conveniva unica-mente largomentazione logico-deduttiva, sillogistica, che dal tempodegli illuministi si assegna quale canone imperativo per la interpre-tazione (rectius: per la esegesi) di giuristi teorici e pratici.

(10) Lultimo Calamandrei, ossia il personaggio (esemplare per probit intellet-tuale) che riflette, dopo il 1943, sulle primeggianti ideologie cattolica e marxista, ancheun personaggio che tende a rivedere limmacolato legalismo cui si era prima ispirato. Horipercorso i suoi dubbii e ripensamenti in un mio contributo biografico: Lungo litine-rario di Piero Calamandrei (2009), ora in: Nobilt del diritto. Profili di giuristi, tomo II,Milano, Giuffr, 2014, nonch in P. GROSSI, E. CHELI, G. ALPA, Piero Calamandrei Garanzie e limiti del potere giudiziario. Relazioni e interventi alla Assemblea Costituente,Genova, Marietti, 2016.

(11) P. CALAMANDREI, La certezza del diritto e le responsabilit della dottrina(1942), ora in appendice al volume di Flavio LOPEZ DE OATE, La certezza del diritto(edizione a cura di G. Astuti, Milano, Giuffr, 1968, p. 176). In proposito ho polemiz-zato espressamente nella mia adesiva recensione al felice volumetto di Vincenzo PANUC-CIO, La fantasia nel diritto, Milano, Giuffr, 1984, recensione che, con lo stesso titolo delvolumetto panucciano, io pubblicai sui Quaderni Fiorentini , 15 (1986) (vdila ora inPaolo Grossi, a cura di Guido Alpa, Roma-Bari, Laterza, 2011, p. 41 e ss.).

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4. La Costituzione novecentesca: un evento rivoluzionario.

Un ingombro, ho detto poco fa. Certo, un evento scomodo pergiuristi pigramente e comodamente adagiati allombra della legge edi quei maestosi e ramificatissimi Codici. Per, un evento dalcarattere spiccatamente rivoluzionario. E se ci si meravigliasse di unaggettivo cos impegnativo e lo si ritenesse stonato, mi sentirei diripeterlo e di insistervi sopra, chiarndone subito il contenuto cheintendo assegnargli. S, rivoluzionario, perch i Padri Costituenti sidettero da fare non redigendo un testo che fosse la creazione dellaloro libera volont e, magari, del loro amplissimo potere, ma ricer-cando e reperendo, indi leggendo e trascrivendo in un testo destinatoa consolidare il risultato di questa lettura. Se volete: inventando,termine che, usato nel significato dellinvenire latino (cercare ereperire), denuncia unattivit senzaltro attiva e impegnativa,senzaltro costruttiva, ma che non ha nulla di creativo (12).

Lessero, infatti, in quel sostrato valoriale che, per la primavolta, la societ italiana dopo avere scosso dalle sue spalle letragedie di una dittatura e di una guerra rovinosa, rimossi i condi-zionamenti elitarii di carattere censitario proprii del vecchio assettoborghese era ormai capace di esprimere liberamente. Il com-plesso dei valori, tra le mani sapienti dei Patres, si trasform inprincipii e prese la forma di centotrentanove articoli.

Principii che, per essere fondati su valori, non avrebbero maipotuto appartenere a una dimensione meramente episodica, risul-tando naturalmente duraturi e proiettati nella vita lunga del popoloitaliano; sicuramente, per, non immobili bens non alieni alla capacitdi ascolto del divenire di quel corpo vivo che una comunit storica,trandone una tensione necessariamente dinamica. E qui mi permettodi ricordare lesempio che porgevo agli studenti nel tempo felice dellemie amate lezioni nella Facolt giuridica fiorentina per far loro com-prendere il perenne contrappunto tra durevolezza e mobilit che con-trassegna la vita dei valori: questi io dicevo assomigliano ai

(12) Ho ritenuto precisare questa peculiare visione in parecchi recentissimicontributi, tra i quali segnalo almeno i seguenti: Linvenzione dellordine costituzionale:a proposito del ruolo della Corte; Linvenzione della Costituzione: lesperienza italiana;Linvenzione del diritto: a proposito della funzione dei giudici, tutti ora in: Linvenzionedel diritto, cit.

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ghiacciai della natura fisica, apparentemente immobili ma effettiva-mente dotati invece di un movimento lentissimo quanto mai incisivonel suo impercettibile incedere. Cos per la vita dei valori (e deiconseguenti principii), che non consiste in una imbalsamazione staticama in un dinamismo tanto lento quanto intenso.

Il testo della nostra Carta si rdica, infatti, in una ampiadimensione costituzionale in tanta parte inespressa ma vitale, dimen-sione percorsa da una precisa forza dinamica. La invenzione messa inopera dai Patres continua perennemente ben oltre il biennio del lorolavoro costituente e permette di seguire questo incessante espandersie anche modificarsi che avviene al livello profondo delle radici. quello che taluni acuti costituzionalisti chiamano la forza espansivadei principii, che si traduce nella consequenziale espansione deidiritti fondamentali della persona. , puntualmente, la forza espan-siva che va riconosciuta agli stessi primi articoli della carta esoprattutto allarticolo 2.

, inoltre, pienamente comprensibile che nel programma deiCostituenti si inserisca armonicamente la significativa presenza diuna Corte costituzionale; che organo di garanzia in quanto conti-nuatrice dellopera inventiva dei Padri, una continua invenzione che riuscita a dotare i cittadini nei sessanta anni della sua operosit di un accresciuto numero di situazioni giuridiche protette.

La Costituzione, insomma, come interpretazione; anzi, comecriterio per ogni interpretazione in grazia della sua capacit inven-tiva. Il che pu dirsi ugualmente del carattere inventivo della CorteCostituzionale.

5. Una conclusione: Stato e leggi non esauriscono la giuridicitdella Repubblica.

Credo che, a questo punto, il nostro discorso possa dilatarsi. chiaro che contrariamente a quanto si affermava dal

legalismo monista della modernit, artificioso nei suoi costrutti afondazione mitologica (13) il diritto non creatura della volontdel legislatore, n si identifica in un complesso di leggi. Il diritto ,

(13) Per maggiori chiarimenti su queste fondazioni mitologiche della modernitnon possiamo che rimandare a: P. GROSSI, Mitologie giuridiche della modernit, Milano,

PAOLO GROSSI 17

piuttosto, realt che si colloca nelle radicazioni profonde e profon-damente identitarie di una comunit storica, realt da ricercare,reperire, inventare.

Ed chiaro che Stato e leggi non esauriscono la giuridicitdella Repubblica.

La Costituzione, con il suo proporci un pluralismo sociale eun corrispondente pluralismo giuridico, con il suo proporsi essastessa quale interpretazione/invenzione, esige una visione plurali-stica delle cosiddette fonti, con la precisazione necessaria che questesono tutte accomunate da un riscoperto carattere inventivo. Legi-slatore, giurisprudenza, scienza, prassi sono tutti coinvolti inunopera di costruzione, una costruzione che non dovr mai smen-tire quel carattere.

Chiuderei con una raccomandazione rivolta a tutti i giuristiimmersi nella positivit delloggi, siano essi teorici o pratici: apriamole finestre dei nostri studii e guardiamo attentamente quel chesuccede fuori. Non possiamo che cogliervi un movimento e unmutamento intensi e rapidissimi proprii di unet di transizione,appunto il tempo pos-moderno, che si distanzia sempre pi dallas-setto ben sigillato della modernit, senza che si sia tuttora consoli-dato in un paesaggio giuridico dalle architetture stabili.

Se il nostro sguardo attento, cogliamo aspetti che possonoturbarci ma che sono lo si voglia o non scritti nelle cose: ildistacco sempre pi palese fra apparato normativo e societ civile, acominciare da quei nostri Codici risalenti agli anni Trenta e Qua-ranta del secolo scorso, pur ammirevoli per le intelaiature concet-tuali fornite da una provveduta riflessione scientifica; spesso las-senza del legislatore incapace di tener dietro a una dinamica velo-cissima, spesso anche la sua impotenza ad adeguare norme vecchiee superate; spesso la sua posizione abdicativa consistente nel rinun-ciare a una disciplina dettagliata, limitandosi a disegnare leggi/cornice o una legislazione per principii (di cui esempio illustre ilcosiddetto Codice del processo amministrativo del 2010, che

Giuffr, 20073 e soprattutto al secondo dei saggi ivi contenuti e intitolato: Oltre lemitologie giuridiche della modernit.

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usurpa come tanti Codici odierni una qualifica dai connotatistorico-giuridici tanto precisi e tanto diversi) (14).

Da tutto ci discende un risultato facilmente osservabile,impresso com nelle trame dellodierno paesaggio giuridico: lassedellordinamento si sposta; la legge, le leggi appaiono sempre piappartate, mentre acquista centralit linterpretazione in tutte le suemolteplici manifestazioni. Ma deve esser chiaro (e si trae spero agevolmente da tutto quanto abbiam detto) che linterpretazionenon mai legata alla sola volont dellinterprete, anche se fossecostui il titolare di un potere supremo. Interpretare sempre un farei conti con qualcosa che esorbita la soggettivit solitaria e si cllocain rapporto con una realt esterna al soggetto interprete; , infatti,sempre ricerca e reperimento invenzione magari sorretta daforti intuizioni e pu spesso concretarsi anche in sviluppo e costru-zione.

un ruolo che fino a ieri sembrava consegnato unicamentenel grembo di un legislatore arroccato nel suo Olimpo e avvolto daun robusto vestimento mitologico; ruolo che oggi spetta anche adaltre fonti, fonti plurime ed esorbitanti dalla rigidezza della passatainchiodante tipicit. Dottrina, giurisprudenza pratica, notai, avvo-cati sono tutti chiamati a essere protagonisti di questa invenzione.

Se si incarna come avviene in una tradizione attingendoalle radici di una civilt storica, sempre ha, tuttavia, una sua proie-zione verso il futuro, sempre presagio di futuro e contributo allasua definizione. Svincolata dai secchi comandi che piovono daidetentori del potere, rivolge il suo sguardo con umilt verso il bassodove corre continuo il cammino della storia, quella storia che non haper protagonisti sovrani, guerre, sconfitte e vittorie, trattati interna-zionali (eventi sonori ma troppo spesso sovrastrutturali), bens lacommedia/tragedia delluomo comune e delle collettivit, che siconsuma ogni giorno dallalba al tramonto e che il forte mainvisibile tessuto della normale vicenda umana.

(14) In proposito abbiamo diffusamente discorso in: Sulla odierna incertezza deldiritto, ora in Ritorno al diritto, cit., p. 51 e ss.

PAOLO GROSSI 19

CARLOS PETIT

REPBLICA POR ACCIONES.METFORAS MERCANTILES Y PRCTICAS POLTICAS

(SIGLOS XVI-XX)

Un reino es comparable a una compaa de accionistas,sujeta a las estrechas reglas del comercio , pudo escribirse enEspaa a finales del siglo XVIII, que no hay razn para repartir acada uno menos de lo que se gana, ni ms de lo que se pierde, aproporcin de sus acciones que tenga en la masa comn; ni en losdirectores hay autoridad para hacer gastos superfluos, ni menos paraescasear los necesarios al bien de la compaa, tanto para mantenersu existencia como para aumentar su prosperidad; y esta compara-cin me mueve a pensar que la pura industria no debe estar sujetaa contribucin es decir, que aquellos beneficios que industrialmentecada uno da a sus acciones o bienes races, no se deben sobrecargar,al modo que una accin de banco no se sobrecarga con los benefi-cios que el dueo le da por fuera, sino segn su valor primitivo enla caja del banco .

Las Cartas econmico-polticas al conde de Lerena del oscuroreformista espaol Len de Arroyal (1755-1813), autor de las frasesanteriores (1), utilizaban un llamativo tropo para representar in totola sociedad poltica. Ms all de sus propuestas fiscales y su clara

(1) Cartas econmico-polticas al conde de Lerena (con la segunda parte indita),ed. de Jos Caso Gonzlez, Oviedo, Universidad, 1971, carta V, pp. 128-129. Cf.Franois LOPEZ, Len de Arroyal, auteur des Cartas econmico-polticas al Conde deLerena, en Bulletin Hispanique , 69 (1967), pp. 26-55; con anterioridad estos textosse haban atribuido a relevantes ilustrados (Campomanes, Cabarrs).

orientacin fisiocrtica (2), la figuracin del reino a la manera de unacompaa mercantil contena una poderosa metfora preada deconsecuencias. La principal tena que ver con la funcin constitu-cional del monarca en esta peculiar res publica por acciones: deesposo y seor de sus dominios por evocar otra difundidametfora, de larga y fructfera historia (3) a la condicin deadministrador, se habra recorrido, nada menos, la distancia quesepara el omnmodo poder de un paterfamilias de la diligenciaexigida a un gestor de intereses ajenos.

Lauteur des lettres Lerena pense une rvolution plusqu des reformes , ha escrito un estudioso de estos textos (4). Ycon razn: a juzgar por las implicaciones del smil destacado, laconversin del soberano en administrador de la compaa nacionaldesencadena una catarata de lmites constitucionales exclusin delos gastos superfluos, dedicacin a las inversiones ms tiles, repartosegn las acciones de los cargos y las cargas, por no exceder laspalabras de Arroyal que rompan viejas estructuras y saltabansobre los antiguos estamentos: cuando se escriban las Cartas... elmonarca era calificado como Primer Socio de la nacin (IgnacioL. Aguirre), como su socio principal (Francisco Cabarrs), enfin, y oficialmente, como supremo Administrador del Estado (5).

(2) El texto, encaminado a justificar nuevas reglas prcticas de tributacin,contina as: para graduar nuestro fondo en esta compaa se deben tasar los bienesque poseemos, cmo valdran cultivados, como ordinariamente los cultivan los buenoscultivadores de nuestras provincias, y no mas ni menos, para que no nos favorezcanuestro descuido ni nos dae nuestro particular cuidado... Siendo los bienes races losnicos que se deben cargar, como que ellos solos se reputan por capital de la compaadel estado, habr una hipoteca segura de donde cobrar los rditos . Sobre todo elloPablo Fernndez ALBALADEJO, Len de Arroyal: del Sistema de Rentas a la BuenaConstitucin, en Haciendas forales y Hacienda real. Homenaje a D. Miguel Artola y D.Felipe Ruiz Martn, Bilbao, Universidad del Pas Vasco, 1990, pp. 95-111.

(3) Robert DESCIMON, Les fonctions de la mtaphore du mariage politique du roiet de la rpublique. France, XVe-XVIIIe sicles, en Annales ESC , 47 (1992), pp.1127-1147.

(4) LOPEZ, Len de Arroyal, cit., p. 51.(5) Respecto de que este emprstito, y los que se han hecho hasta aqu no han

tenido otro fin que la defensa de la Nacion , leemos en una Real Cdula de 14 de enero,1783, desde luego, como supremo Administrador del Estado, por m, y nombre demis succesores, obligo todas las rentas del mismo Estado, tanto las que ahora son como

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Con independencia de su vocacin revolucionaria, el pasajedocumenta una presencia de las instituciones mercantiles en ellenguaje de la poltica que tena a esas alturas amplia tradicin (6).Uno de los primeros testimonios encuentro en Mario Salamone(Salamonius) degli Alberteschi (1450-1534), autor del dilogo DePrincipatu (1511-1513, publicado en 1544); un texto sobradamenteconocido por los estudiosos del pensamiento republicano (7). Sala-monio haba vivido las experiencias del gobierno aristocrtico-popular en Florencia tras caer Piero de Medicis y la posteriorinvasin francesa, as que las circunstancias histricas resultabanfavorables para lanzar una reflexin sobre los lmites del poder a

las que en adelante fueren, al puntual cumplimiento de lo que se estipule, sin que enningun tiempo se pueda adoptar la opinion de ser menores los Reyes, y de no tener masfuerza los empeos que toman que por el tiempo de su Reinado, pues al paso quesemejantes errores perjudican al crdito del Estado, que siendo permanente debe sersujeto perenemente las obligaciones que contrahe en su nombre la autoridad legislativaque le representa, son indecorosos la Magestad, y la potestad soberana quecontinuamente exercita de alzar las prohibiciones, de gravar todo gnero de bienes, aunde los particulares sujetos restitucion, y mucho mas en causa pblica . Para lacalificacin del rey como primer socio vid. Ignacio Luis DE AGUIRRE, Utilidades de lassociedades econmicas..., en Memorias de la Real Sociedad Patritica de Sevilla , 1(1779), pp. 43-78, p. 54; el mismo rey, ahora como socio principal segn Cabarrs, enJos Antonio MARAVALL, Cabarrs y las ideas de reforma poltica y social en el siglo XVIII,en Revista de Occidente , 69 (1968), pp. 273-300. En general, del mismo Maravall,Espritu burgus y principio de inters personal en la Ilustracin espaola, en HispanicReview , 47 (1979), pp. 291-325.

(6) Y como llave de acceso a la misma conviene no arrinconar la obra titnicade Otto VON GIERKE, Althusius und die Entwicklung der naturrechtlichen Staatstheorien,Breslau, M. und Marcus, 1913, p. 98 sobre Salamonio; en general, ID., Das deutscheGenossenschaftsrecht, I-IV, Berlin, Weidmann, 1868-1913, de cuyo vol. IV aqu, elms pertinente existe versin inglesa: cf. Natural Law and the Theory of Society, 1500to 1800, I-II, Ernst Baker trans., Cambridge, University Press, 1934.

(7) Uso la edicin De Principatu libri VI, Parisiis, Excudebat Dionysius Du Val,sub Pegaso, 1578. Entre la copiosa literatura al respecto, adems del estudio clsico deMario DADDIO, Lidea del contratto sociale dai Sofisti alla Riforma e il De Principatu diMario Salamonio, Milano, Giuffr, 1954, me limito a dos recientes aportaciones: MariaAntonietta SALAMONE SAVONA, Desde el republicanismo clsico hasta el contractualismomoderno: el De Principatu de M. Salamone y el Principatus Politicus de F. Surez, en Ingenium. Revista de historia del pensamiento moderno , 5 (2011), pp. 189-207;David JIMNEZ CASTAO, Prncipes y tiranos, vicios y virtudes. Algunas consideracionessobre el De Principatu de Mario Salamonio y El Prncipe de Nicols Maquiavelo, en Revista de la Sociedad Espaola de Italianistas , 9 (2013), pp. 105-114.

CARLOS PETIT 23

partir de la antigua experiencia de Roma, que Salamonio, represen-tante del humanismo jurdico ( vir plane et iuris et humanitatisdoctissimus , opin Andr Tiraqueau), demuestra conocer en pro-fundidad. Para este autor la colectividad o repblica (civitas) es unasuerte de compaa mercantil (nihil aliud est Civitas, quam civilisquaedam societas), establecida por el acuerdo tcito o expreso de laspartes (contrahiturne societas ulla sine pactionibus? Non utique,nisi tacitis aut expressis); a su respecto el contrato resulta adems lex(pactiones huiusmodi nonne rectae societatis leges dicuntur), nacidade la voluntad de contratantes libres e iguales. Y frente a la lexgeneralis, fruto del deseo del prncipe, el contrato lex conventio-nalis tendra una mayor dignidad: este slo puede modificarse oabrogarse con el consentimiento de todos los que lo pactaron.

Lex enim generalis a solo Pincipe, ut vulgari potest, eque abeodem solo aborgari potest; contractus autem, et conventiones velutisine plurium consensio haud conficiunturm similiter sine eorumdemconsensu minime dissolvitur. Que Salamonio piensa en la societas delderecho romano me parece patente pues, en tanto que uno de losbonae fidei negotia creados por el pretor ex iure gentium, la sociedadromana no estaba reservada a los quirites; en otras palabras, estecontrato produca plenos efectos con independencia del status ciui-tatis que gozaran los socios. As previo o anterior el convenio socialal Estado y su derecho, frente a cualquier hipottico pacto desujecin Salamonio presenta al gobernante uno ms de losciudadanos, aunque excelente (quamuis potior in ciuitate sit, nonpropterea definit ciuis esse, atque ciuitatis pars) con las facultades,pero tambin con los compromisos, del administrador de unacompaa mercantil (prepositus vel institor societatis) (8). Y en talcondicin se encuentra limitado, como minister populi, por la con-vencin originaria y por las leyes (9).

Si libera administratio concessa esset, illa saltem ligatur, ut,

(8) As tambin en las Orationes ad Priores florentinos (1498-1499), del mismoSalamonio; cf. DADDIO, Lidea del contratto sociale, cit., p. 35 y ss.

(9) Cf. De Principatu, lib. I (ed. usada), p. 38 y ss. Interesa adems MariaAntonietta SALAMONE, La idea del contrato social en Mario Salamone de Alberteschi. Susvnculos con la Escuela de Salamanca y el constitucionalismo ingls, Madrid, UniversidadComplutense (tesis de doctorado en Filosofa Prctica), 2005; Benjamin STRAUMANN,

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arbitirio boni viri, quae communiter utilia sunt non negligeatur: elprncipe al servicio del pueblo, en suma, pues la gestin que leconfan los socios obliga a realizar (ex arbitrio boni viri) cuantoredunde en beneficio comn (10). Si Salamonio demuestra la radi-cacin en la tradicin catlica de las posiciones socio-contractualistas, como afirma finalmente Mario DAddio, no debede entretenernos, pues en estas lneas slo nos ocupa un repaso velozde las metforas societarias usadas en el discurso de la poltica. Eneste orden de ideas, otro paso adelante dio el holands, cuquero yegalitarian, Peter Cornelius van Zierikzee (Peter C. Plockhoy,1620-1700?), un emigrado que vivi los convulsos tiempos deCromwell y que march a tierras de Amrica para realizar susutopas de reforma religiosa y social. Entre las propuestas de Ploc-khoy conviene recordar aqulla relativa a la fundacin de comunas(households) para el trabajo colectivo y el consumo cooperativo( little commonwealths ) (11); con ellas se quera aumentar, abeneficio de los socios, las producciones artesanales a un coste msbajo, pues la suma de esfuerzos para conseguir las materias primaspermita obtener mejores precios. Adems, la convivencia en lacommonwealth abarataba la vida de todos, igual que la puesta enmarcha de una red de centros y maestros comunes para educar a losnios. Se ha considerado a este Plockhoy una voz pionera en lahistoria de las experiencias cooperativas (12); aqu slo interesa saberque este imaginativo proponente, que tuvo a la vista experienciastanto inglesas como holandesas, dise una sociedad poltica

Crisis and Constitutionalism. Roman Political Thought from the Fall of the Republic to theAge of Revolution, Oxford, University Press, 2016, p. 258 y ss.

(10) Cf. DADDIO, Lidea del contratto sociale, cit., p. 64 y ss.(11) A Way Propounded to Make the Poor in these and other Nations Happy by

Bringing Together a Fit, Suitable and Well-qualified People into One Household-government or Little Common-Wealth ..., London, Printed for C. C. at the sign of theBlack Spread-eagle at the West-end of Pauls Church-yard, [1659].

(12) Cf. Javier DVAR GARTEIZAURRECOA, Peter Cornelius Plockboy y la repblicacooperativa, en Revista de estudios cooperativos , 102 (2010), pp. 145-153; sobretodo, Eduard BERNSTEIN, Cromwell and Communism. Socialism and Democracy in theGreat English Revolution (1895), trans. by H. J. Stenning, London, George Allen &Unwin, 1930; Rosa RICCI, Religious Non-Conformity and Cultural Dynamics. The Case ofthe Dutch Collegiants, Leipzig, Universitt (Diss. Philosophiae), 2014, en particular p. 78y ss.

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surgieron, en efecto, varias comunas, que acabaron bajo el gobiernode Carlos II como una compaa comercial formada por peque-os ciudadanos laboriosos (13).

El empeo por lograr el bienestar general y atender al ciuda-dano sacudido por la adversidad tambin se documenta en la obra,poco posterior, del alemn Gottfried Wilhelm von Leibniz(1646-1716). Tengo presente el informe ber Assecuranzen (1680),un dictamen elevado al emperador Leopoldo de Habsburgo ante losconstantes incendios que azotaban las ciudades centroeuropeas enlos tiempos, an difciles, posteriores a la Guerra de los TreintaAos (14). La repblica ideal de Leibniz aparece en esas pginascomo aquella sociedad donde reina la armona (unitas in varietate),esto es, un Estado perfectamente organizado que cuenta con losmedios suficientes para aliviar las desgracias del ciudadano. El artedel buen gobierno (Wohlfahrtsstaat) consiste entonces en prevenir ysocorrer al necesitado gracias a una optimacin social de los recur-sos, como podra lograr, por ejemplo, una caja pblica de fondoscontra los riesgos que el particular no es capaz de afrontar ensolitario. Del mismo modo que las sociedades naturales imponen alos padres y a los hijos, a la mujer y al marido, al seor y al sirviente,llevar en comn penas y alegras, la justicia de la repblica ,enseaba el filsofo, exige, por as decirlo, que se comunique elcasus fortuitus que golpea de forma singular, segn la voluntad de

(13) For the beginning & undertaking of this great work it will be good thesome able men (as Fathers) to lay the foundations for the common welfare, does put asum of money to raise a Stock, employing the same to buy a piece of land whereuponthe Husbandman, handy Craftsmen, Tradesmen, Marriners and others (comming inwith their moveables as Cartell, Money, or any other Commondityes) may be secured ,p. 5. Pero cada socio sera el propietario de sus cosas, for (according to the TenthCommandment) none ought to covet another mans goodes ; por eso, reconocido elderecho de separacin, podra retirarse lo aportado as como la cuota parte de laseventuales ganancias generadas durante el tiempo en que se mantuvo la sociedad.

(14) Cf. Cornel ZWIERLEIN, Katastrophe und Prvention. Leibniz, Brandgefahrund Versicherung, en Umwelt und Weltgestaltung. Leibniz politisches Denken in seinerZeit, Friedrich Beiderbeck, Irene Dingel, Wenchao Li (hrg.), Gttingen, Vandenhoeck& Ruprecht, 2015, pp. 433-462. Una traduccin francesa del texto de Leibniz con tilintroduccin en Eliane ALLO, Un nouvel art de gouverner. Leibniz et la gestion savante dela socit par les assurances, en Actes de la Recherche en Sciences Sociales , 55 (1984),pp. 33-40.

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Dios, a uno de los ciudadanos, as que entre todos se prestenayuda . Y otra vez el viejo derecho romano ofreca el modelo aseguir, pues no hay sociedad mejor dispuesta que los comerciantesque comparten la nave: la lex Rhodia de iactu ordena sabiamenteque se reparta con equidad el costo de los daos sufridos cuando hayque arrojar al mar una porcin de la carga para salvar el navo; deigual forma la repblica en su conjunto debe considerarse un barcosometido a la intemperie y los caprichos de la fortuna, donde serainjusto que la desventura toque solamente a un nmero reducido deciudadanos, mientras los dems se encuentran a salvo. Y si en unacompaa mercantil se distribuyen a proporcin tanto los lucroscomo las prdidas, uno se pregunta por cul razn en esa grancompaa que forman tantos millares de ciudadanos, cuyo fin es elbienestar colectivo, los unos no han de sufrir las penas de los otros...De donde se sigue , conclua el filsofo, que en una perfectarepblica cada vez que padece una prdida un ciudadano, y no porsu falta sino por un accidente, no bastar con el habitual perdn deimpuestos; el prncipe debe actuar positivamente, esto es... reparar elmenoscabo al menos en parte, lo que puede hacerse gracias a unaaportacin de todos . Parece que las vivencias de Leibniz en laciudad-estado de Hamburgo (1678), cuyas autoridades habanpuesto en marcha medios de proteccin militar para la navegacinmercantil (Convoyfahrt, 1623) y una caja pblica contra los incen-dios (Generalfeuerkasse, 1676), marcaron su pensamiento de maneradecisiva.

La metafora politica lavora solo se ha un sostrato di conos-cenze e competenze su cui agire , ha escrito una estudiosa italiana, ognuno di noi cresce in una tradizione metaforica alla quale ,spesso inconsapevolmente, assai sensibile... la reazione emotiva allemetafore proporzionale al modo in cui esse sono integrate nellasfera dellesperienza interiore (15). Si aceptamos, como se debe, lasobservaciones de Francesca Rigotti estaremos a un paso de entendernuestra cita inicial el reino como compaa por acciones, recor-demos y de encontrar nuevos testimonios de la misma en labiblioteca de la ciencia poltica.

(15) Francesca RIGOTTI, Rassegna introduttiva sulle metafore storico-politiche, en Annali dellIstituto storico italo-germanico in Trento , 15 (1989), pp. 11-35, p. 21.

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El sustrato institucional que haca comprensible el tropo ex-periment en el siglo XVIII una admirable transformacin. DelHaus al Hof enseguida lo veremos (16) la creacin de grandesempresas coloniales respondi, en primer lugar, a un ejercicio delpoder que cabe llamar activo o intervencionista. En efecto, frente ala pasividad tradicional del rey justiciero, titular de un gobiernocivil o poltico ocupado exclusivamente en dar y mantener a cadauno lo suyo ( tutto quello, che riguarda gli affari publici di Statoper la conseruatione, aumento, decoro, e felicit del Principato, eper conseguenza dellistesso Principe, e de popoli, da quali questomistico, ouero politico corpo costituito , en trminos del cardenalDe Luca), las experiencias del prncipe ilustrado encontraron sumodelo en las facultades casi absolutas del paterfamilias,codificadas gracias a una rica literatura (Hausvaterliteratur, oecono-mia, disciplina rei familiariae) que describa las competencias pater-nas y las actividades necesarias para regir y conservar el grupofamiliar (17). Y es evidente que la confluencia del merum et mixtumimperium con esta otra potestad oeconmica o domstica ampli sinmedida los horizontes del buen gobierno: pues all donde no llegabala jurisdiccin del monarca por ejemplo en lo relativo al clero, oen la bsqueda de la felicidad nacional poda realizarlo la accinde un padre, ya no slo seor, de vasallos (18).

(16) Aus der guten Hausverwaltung , escribe el amigo Michael Stolleis, erwuchs die gute Policey der Landesverwaltung mit ihrem den ebenso buntenNebeneinender von Materien . Cf. Geschichte des ffentlichen Rechts in Deutschland. I:1600-1800, Mnchen, C.H. Beck, 1988, p. 338 y ss.

(17) Abri esta lnea de estudios Otto BRUNNER, Das Ganze Haus und diealteuropische konomik, en Neue Wege der Verfassungs- und Sozialgeschichte, Gttin-gen, Vandenhoeck & Ruprecht, 19682, pp. 103-127. Una buena presentacin, conamplia informacin bibliogrfica, en Pedro CARDIM, Uma traduo portuguesa dosEconmicos, en Philosophica , 26 (2005), pp. 305-328; para fuentes espaolas,Ignacio ANTIENZA HERNNDEZ, Pater familias, seor y patrn: oeconmica, clientelismo ypatronato en el antiguo rgimen, en Relaciones de poder, de produccin y parentesco en laedad media y moderna. Aproximacin a su estudio, Reyna Pastor (coord.), Madrid, CSIC,1990, pp. 411-458.

(18) Cf. Daniela FRIGO, La civile proportione: ceti, principe e composizione degliinteressi nella letteratura politica dantico regime, en Economia e corporazioni. Il governodegli interessi nella storia dItalia dal medioevo allet contemporanea, a cura di CesareMozzarelli, Milano, Giuffr, 1988, pp. 81-108; Jos Luis DE LOS REYES LEOZ, Carlos III,

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Al modo del paterfamilias que edifica su casa, cultiva suscampos, concluye negocios y educa rectamente a sus hijos, elecnomo supremo tambin realiz reformas urbansticas, poblpramos, apoy las artes, cre universidades y academias (19). Im-puls, en particular, el comercio a gran escala mediante unas realescompaas que pronto estuvieron presentes en cualquier rincneuropeo (20). Nacidas en Inglaterra y Holanda a inicios del sigloXVII, las reales compaas ultramarinas se difundieron en la centu-ria siguiente, cuando sirvieron adems para promover la riqueza delas metrpolis con la creacin de manufacturas de toda especie:fbricas dichas reales de tapices, porcelana, cristales, salitre, alfom-bras, plvora, naipes... hasta de bujas, abanicos o sedas. Se trataba,en trminos jurdicos, de asociaciones con una finalidad comercialpero de ndole puramente poltica, establecidas por la decisinsoberana y dotadas de un capital elevadsimo que se divida encuotas o acciones, documentadas a su vez en ttulos transmisibles, norara vez endosables. Y aunque la estructura orgnica de estasentidades inspir a los propios mercaderes, sobre todo en operacio-nes que exigan cuantiosos fondos como el ramo del seguro mar-timo, las diferencias que separaban las verdaderas societates merca-torum de esas otras reales compaas resultaron abismales: dicho enpocas palabras, mientras que las primeras eran contratos libres, frutode la sola voluntad de los socios ( circunstancias, captulos, ycondiciones licitas, que se quisieren imponer, y pactar , a tenor delas Ordenanzas del Consulado de Bilbao, 1737, cap. 10, n 3), las

padre de vasallos, en Equipo Madrid, Carlos III, Madrid y la Ilustracin, Madrid, SigloXXI, 1988, pp. 355-377.

(19) En cuanto concierne a Espaa, la coleccin normativa Carlos III. LaIlustracin en las Imprentas oficiales, 1759-1788, Madrid, Boletn Oficial del Estado,1988, contiene una excelente antologa de medidas oeconmicas.

(20) De la inmensa literatura, antigua y moderna, remito a dos estudios clsicos:Karl LEHMANN, Die geschichtliche Entwicklung des Aktienrechts bis zum Code de com-merce, Berlin, Carl Heymanns Verlag, 1895; Andr-E. SAYOUS, Les socits par actions.Leur nature dgage par la mthode historique daprs lhistoire de la Compagnie hollan-daise des Indes Orientales de 1602 1623, en Revue dconomie politique , 7 (1902),pp. 614-637. Muy ilustrativa es la coleccin preparada por Paolo UNGARI, Statuti dicompagnie e societ azionarie italiane (1639-1808). Per la storia della societ per azioni inItalia, Milano, Giuffr, 1993.

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segundas eran instituciones de la soberana real, tuteladas por la leyde creacin (octroi) (21). Por tal circunstancia los juristas las consi-deraron un tipo especial de collegium ( corporation , bodypolitick , compaa o cuerpo , corpus corporatum et politi-cum )... en aquellos pocos casos en que dieron cuenta de sunaturaleza (22).

Conviene advertir, en tercer lugar, que las reales compaas noatrajeron slo, en muchas ocasiones ni siquiera principalmente, a laclase mercantil. Por ejemplo, la nmina de los socios primitivos delBanco de San Carlos, fundado en 1782 para sostener el curso de ladeuda estatal (los llamados vales reales), tena al propio rey CarlosIII en cabeza, con las acciones nn 1 a 1000, seguido del prncipe deAsturias (nn 1.001 a 1.500) y su esposa (nn 1.501 a 2.000); venanluego nobles, negociantes, promotores (nn 2.001 a 6.000 aproxima-damente) y corporaciones territoriales (pueblos, provincias, depsi-tos pblicos de granos), que absorbieron casi 24.000 ttulos; otras75.000 acciones pasaron a manos de instituciones y particulares deEspaa e Indias. La cdula de ereccin prefera como socios a laspersonas naturales y residentes en los reinos y dominios del Rey ,

(21) Con razn opin Raymond-Thodore TROPLONG, Le droit civil expliqu...Du contrat de socit civile et commerciale, I, Paris, Charles Hingray, 1843, p. 425, enreferencia a estas entidades que on les considrait comme luvre de la puissanceplutt que comme louvrage libre de la volont des particuliers .

(22) Ad horum Collegiorum exemplum commerciorumque promotionemfaciliorem, institutae sunt hodi societates seu Compagniae mercatorum, versus certasoras negotia tractantium , escribi Johannes MARQUARDT, Tractatus politico-juridicus dejure mercatorum et commerciorum singulari, Frankfurt, ex Officina Thomae MatthiaeGtzii, 1662. Cf. lib. III, cap. I, De Judiciis & Curiis Mercatorum singularibus. Ubiprimo de eorum Collegiis & Sodalitiis, vulgo Kompagnien . Similar a la corporacino gremio de los mercaderes, la real compaa se presentaba en estas pginas como unente colectivo personificado con un domicilio propio ( collegiati quque in certo lococonveniunt ), una bolsa comn ( collegiati communem possident arcam ) y un selloe insignias ( collegiati utuntur commumi sigillo in obsignandis literis & obligationibusliberationibusque ad collegia spectantibus ), que acta jurdicamente mediante susdirectores ( quos omnis est directio et auctoritas ) y los agentes necesarios paraejecutar la voluntad corporativa ( collegiati suos habent officiales et minimos ). Paraacentuar las diferencias con las verdaderas societates, estas compaas estaban exentasde la jurisdiccin mercantil y tenan la potestad de cumplir y hacer cumplir susreglamentos ( quod si vero quis secus facere attentaverit, ille arbitrarie etiam exclu-sione punitur ).

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pero al final fue muy importante la presencia de extranjeros: losfranceses se hicieron con un 20% del capital, mucho ms que loscomerciantes espaoles, que apenas pasaron de un 5%: menos quela nobleza titulada (7,5%) y casi tanto como las instituciones ecle-sisticas (6.270 acciones, equivalentes al 4,2%). El registro de losaccionistas del Banco contiene, en conclusin, un fiel reflejo de lasociedad espaola de la poca, pues incluy[e] a miembros delestamento nobiliario, cargos de la Administracin, la Iglesia, elEjrcito, junto con compaas y comerciantes, as como una serie deinstituciones que son tambin caractersticas de este fin del sigloXVIII (23).

No sera diferente el resultado si pasramos a analizar dentro o fuera de Espaa otras compaas privilegiadas (24),mostrndonos ahora que la metfora de Arroyal tena en la vidainstitucional contempornea un referente explcito que le serva deapoyo y explicacin. Por supuesto, la estrecha relacin histrica delas compaas coloniales con el monarca ilustrado padre y seor,fundador y socio justific el inters de la literatura poltica por laorganizacin de estas entidades, en contraste con el silencio casiimpenetrable que mantuvieron a su respecto los textos para uso decomerciantes y los escritos estrictamente jurdicos; pero esta dimen-sin del argumento quedar apenas abocetada (25). A los casos deJohan H. G. von Justi (el Estado, una especie de compaa , porlo que, en cuestin de poblacin y emigracin, igualmente que setendra a mal que un hombre abandonase a sus Socios sin su

(23) Para todo esto, Teresa TORTELLA CASARES, ndice de los primitivos accionistasdel Banco Nacional de San Carlos, Madrid, Banco de Espaa, 1986, cita en pp. 14-15.

(24) Cf. Lourdes DAZ-TRECHUELO, La Real Compaa de Filipinas, Sevilla,Escuela de Estudios Hispano-Americanos (CSIC), 1965, p. 46 y ss. Tambin Jos MaraOLIVA MELGAR, Catalua y el comercio privilegiado con Amrica en el siglo XVIII. La RealCompaa de Comercio de Barcelona a Indias, Barcelona, Universitat de Barcelona, 1987;Carlos Alberto GONZLEZ SNCHEZ, La Real Compaa de comercio y fbricas de SanFernando (1747-1787), Sevilla, Ayuntamiento, 1994.

(25) Muy importante la obra de Jakob Friedrich VON BIELFELD, Institutionspolitiques..., II (nouv. d.), Paris, chez Duchesne, MDCCLXI (1761), 46 y ss., p. 382y ss. Tambin Ramn L. DE DOU Y DE BASSOLS, Instituciones del derecho pblico generalde Espaa, con noticia particular del de Catalua..., III, Madrid, en la oficina de D. BenitoGarca, y Compaa, 1801, p. 276 y ss., De las personas pblicas destinadas para elcomercio , dedicadas a la Real Compaa de Filipinas (1785).

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consentimiento... con mas fuerte Razn no debe hacerlo respecto ala Repblica , 1754), de Adam Smith ( every man thus live byexchanging, or becomes in some measure a merchant, and thesociety itself grows to be what is properly a commercial society ,1776), de Jos Alonso Ortiz ( todo el mundo econmico viene a serun mercado pblico de permutacin, y toda la sociedad como unagran compaa mercantil , 1796), en fin, de Gaspar M. de Jovella-nos (el reino como una gran compaa, en que cada uno pone susfuerzas y sus luces, y las consagra al bien de los dems ) (26) cabedestacadamente aadir la fantasa patritica del alemn JustusMser (1720-1794), Der Bauerhof als eine Aktie betrachtet (1774), donde la metfora, aqu discursivamente decisiva, se con-vierte en verdadera alegora (27).

No fue la nica figura retrica empleada por el cronista deOsnabrck para significar a la repblica: la construccin en pir-mide ( apoyada en una ancha base y en disminucin hacia lacspide, de modo que lo de abajo mantenga sin esfuerzo lo dearriba ) le permita presentar, desde firmes convicciones estamen-tales, una eficaz erbauliche Betrachtung del Estado (28). Pero la

(26) VON JUSTI, Elementos generales de polica... con varias noticias conducentes aEspaa, aadidas por el mismo Traductor D. Antonio Francisco Puig y Gelabert...,Barcelona, Eulalia Piferrer, 1784, p. 43; SMITH, An Enquiry into the Nature and Causesof the Wealth of Nations (1776), ed. Edwin Cannan, Chicago, The University of ChicagoPress, 1976, p. 26; Alonso ORTIZ, Ensayo econmico sobre el sistema de la moneda-papely sobre el crdito pblico..., Madrid, Imprenta Real, 1796, p. 2; Jovellanos, en MARAVALL,Espritu burgus, cit., pp. 311-312. A pesar de Crawford B. MACPHERSON, The PoliticalTheory of Possessive Individualism. From Hobbes to Locke, Oxford, Clarendon Press,1962 (198912), p. 151 y ss., no encuentro el tropo del State como joint-stock company enJohn Locke, aunque su pensamiento conducira, sin duda, a su empleo; cf. Wolfgang VONLEYDEN, Hobbes and Locke. The Politics of Freedom and Obligation, New York, St.Martins Press, ca. 1982, p. 106.

(27) Cf. Ludwig SCHIRMEYER, Werner KOHLSCHMIDT, Justus Mser SmtlicheWerke. Zweite Abteilung: Patriotische Phantasien und Zugehriges, III (Bd. 6),Oldenburg-Hamburg, Gerhard Stalling Verlag, s/a, n 63, pp. 255-270. En general,Jonathan B. KNUDSEN, Justus Mser and the German Enlightenment, Cambridge etc.,University Press, 1986, p. 159 y ss.; en particular, Gustaf K. SCHMELZEISEN, Justus MserAktientheorie als rechtsgedankliches Gefge, en Zeitschrift der Savigny-Stiftung (GA), 97 (1980), pp. 254-272.

(28) Paul GTTSCHING, Justus Mser Staats- und Geschichtsdenken. Der Nations-gedanke des aufgeklrten Stndetums, en Der Staat , 22 (1983), pp. 33-61. Tambin

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plasticidad de la imagen resultante ( Der Staat mit einer Pyramideverglichen , 1773) no daba las razones de la (fundamental, cons-titutiva) desigualdad entre los estamentos. Por eso, al describir lapropiedad territorial del pasado germnico como una accin en lamasa comn que forman los ciudadanos, Justus Mser introducaun elemento dinmico para comprobar, desde un pretendidoanlisis histrico, las razones de una sociedad integrada por gruposde varia y diferente condicin. Un primer estamento inclua a losoriginarios ocupantes de la tierra, con independencia de la exten-sin mayor (socios plenos) o menor (medios socios, cuartos desocio) de las propiedades explotadas; todos ellos componan laaristocracia seorial y habran pactado una suerte de compaa poracciones en defensa comn. Aunque los pobladores siguientes nodisponan de riqueza inmobiliaria podran conseguir sus acciones en otras palabras, suscriban un nuevo contrato social segn loque aportasen: por ejemplo dinero, en el supuesto de comerciantesy artesanos de las ciudades (Geldaktien); o al menos la fuerza detrabajo (Leibaktien), en el caso de los ciudadanos ms pobres. Entodas partes, y en cada vnculo social, ya sea para el ejercicio delcomercio, ya para la defensa comn, [el pacto poltico] se basa enuna accin correspondiente al fin que se pretende, no en la meracondicin humana; y la propiedad de esa accin es requisito paraser asociado . Pues el individuo, por el simple hecho de existir, nogozar de la ciudadana: el amor de la humanidad y a la religinno lo convierten sin ms en socio de una compaa por acciones...No hay que confundir a los accionistas-ciudadanos con cualquierotro cristiano, con cualquier otro hombre .

Mser pudo unir una justificacin de la desigualdad sobre labase de una concepcin corporativa , razona Knudsen, al len-guaje contractual de la tradicin iusnaturalista de los derechos...Uni as dos mundos conceptuales y contribuy a perpetuar elcorporativismo en la ilustracin tarda y a lo largo del siglo XIX .Con independencia de estas, entiendo que acertadas, derivaciones,la alegora nos coloca a un paso de ciertas discriminaciones quepertenecen al cdigo gentico del liberalismo. De forma ms ro-

ID., Brgerliche Ehe und Recht der Menschheit bei Justus Mser, en OsnabrckerMitteilungen , 84 (1978), pp. 51-70, en particular p. 71 y ss.

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tunda que en las (algo vagas) manifestaciones de otros pensadores,donde preocupaba la relacin entre el rey-administrador y losciudadanos-accionistas, Mser arrojaba luz, siquiera fuese en nega-tivo, sobre los excluidos de la compaa estatal: en su ensayo quedaclaro que la propiedad de las acciones es una condicin sine qua nonpara el disfrute de los derechos (29). Justo como en las compaasprivilegiadas de fbricas y comercio.

Si algunos de los autores recordados acudieron al troposocietario como un arquetipo de convivencia organizada atenta a lajusticia distributiva (as Peter Cornelius o Gottfried Leibniz), enesta segunda orientacin la actio pro socio no sala de la justiciaconmutativa ms estricta. Con la clebre y duradera distincin entrelos ciudadanos activos (accionistas titulares de derechos de parti-cipacin en los asuntos comunes) y los ciudadanos pasivos (subsu-midos en la capacidad poltica de aqullos) la metfora cruz losdiscursos revolucionarios y mostr las profundas desigualdades quesacudan a la nacin soberana. Les femmes... les enfants, lestrangers, ceux encore qui ne contribueraient en rien soutenirltablissement public , advirti, en un momento decisivo, el abateSieys (30), ne doivent point influer activement sur la chosepublique. Tous peuvent jouir des avantages de la socit; maisceux-l seuls qui contribuent ltablissement public, sont commeles vrais actionnaires de la grande entreprise sociale. Eux seuls sontles vritables citoyens actifs, les vritables membres delassociation .

La mujer o el nio sin acciones no importaban polticamente,por ms que, al discutirse el castigo de los migrs (1792), la

(29) Y por eso presuma Mser de la facilidad con que sus ideas explicaban laservidumbre: nimmt man aber nur erst an, da der Knecht ein Mensch im Staate ohneAktie sei, so zeigt sich die Knechtschaft in einem ganz neuen Lichte; man sieht gleich,warum der Knecht so wenig die Vortheile als die Lasten eines Brgers habe; warum erso wenig zur Landesvertheidigung dienen, als zu Ehren gelangen knne, ob er gleich allechristlichen und moralischen Tugenden im hchsten Grad besitzt , etc.

(30) Emmanuel-Joseph SIEYS, Prliminaire de la Constitution (1789), en critspolitiques, ed. Roberto Zapperi, Paris, Archives Contemporaines, 1985, pp. 189-206. Cf.William SEWELL, Le citoyen/la citoyenne. Activity, Passivity, and the RevolutionaryConcept of Citizenship, en The French Revolution and the Creation of Modern PoliticalCulture, Colin Lucas (ed.), Oxford, Pergamon Press, 1985, pp. 105-123.

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Convencin entendiese que la sumisin al pater huido de Franciano les libraba de responsabilidad ante la Nacin: tambin en smisma una gran familia (31). De todos modos, los matices en losplanteamientos discriminatorios presentes en las disposicioneselectorales no deben hacernos olvidar que tambin se oyeronvoces contrarias a fijar un vnculo inexorable entre la propiedad (delas acciones) y la ciudadana plena. Consciente de los excesos queautorizaba la metfora el ingls Thomas Paine (1737-1809), predi-cador en dos mundos de una teora democrtica de los derechos,dej en su sitio un lugar ms bien modesto la imagensocietaria cuando se discuta el derecho de sufragio en la nuevaconstitucin francesa (1795): en instituciones que tienen unandole puramente pecuniaria, como un banco o una compaa decomercio, los derechos del socio nacen de la propiedad que aportaal capital social; slo los derechos de los propietarios estn en elgobierno de la compaa... Pero todo resulta diferente cuandohablamos del gobierno civil, organizado sobre la representacin.Este gobierno reconoce a todos y cada uno de los individuos comomiembros de la sociedad nacional, tenga o no tenga propiedad; portanto, el principio exige que cada uno, y que cada clase de derecho,estn representados, de modo que el derecho a adquirir y mantenerla propiedad sea uno ms, y no de la condicin ms esencial. Laproteccin de la persona es ms sagrada que la proteccin de lapropiedad; adems, la capacidad de trabajar para mantenerse es dela misma naturaleza que aqulla... [y por tanto] ha de ser objeto deproteccin, lo mismo que la propiedad exterior (32).

Al Csar lo que es del Csar, deberamos entonces concluir. Ysin embargo, ms all de la suerte que siguieron las tesis restrictivasen la teora poltica liberal, las palabras de Paine dejaban de ladociertas experiencias constitucionales que le eran, sin duda, familia-res. En la otra orilla del Atlntico, entre las antiguas colonias

(31) Jennifer HEUER, Anne VERJUS, The Invention of the Domestic Sphere. Family,Nation and Citizen in Revolutionary France, en HAL Id: halshs-00003788 (https://halshs.archives-ouvertes.fr/halshs-00003788v1), 2005, pp. 1-35.

(32) Cf. Dissertation on First Principles of Government (1795), en Thomas PaineReader, Michael Foot, Isaac Kramnick (eds.), London, Penguin, 1987, pp. 452-470, citaen p. 462.

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integradas en la federacin americana, existieron estados cuyo esta-tuto poltico no era ms que la real concesin de privilegios a favorde la company acordada, en su da, por un grupo de explotadores.As sucedi en Rhode Island segn la charter otorgada por Carlos II(1663) a instancias de un John Clarke and the rest of the purcha-sers and free inhabitants de la zona, quienes haban ido ante el reycon el deseo de establecer un floreciente estado civil . Similar a lacarta-patente que puso en pie la East India Company, la concesincarolina para Clarke y los suyos contena el catlogo de las medidasde incorporacin ( a body corporate and politique ) que lespermita disfrutar de vida jurdica autnoma, a saber: (I) nombrepropio ( The Governor and Company of the English Colony ofRhode-Island and Providence Plantations, in New-England, in Ame-rica ), (II) sucesin perpetua con capacidad para tener y disponerde bienes y actuar en juicio, (III) sello comn, (IV) estructura orgnica(gobernador, deputy-governor y diez asistentes, todos electivos,ms una asamblea de delegados to consult, advise and determine,in and about the affaires and businesse of the said Company andPlantations ), (V) potestad de aprobar leyes y ordenanzas ( tomake, ordeyne, constitute or repeal, such lawes, statutes, orders andordinances, fformes and ceremonies of government and magistracyeas to them shall seeme meete for the good and wellfare of the saydCompany ) y de nombrar tribunales ( to apoynt, order and direct,erect and settle, such places and courts of jurisdiction, ffor theheareinge and determininge of all actions, cases, matters and things,happening within the sayd collonie and plantatione ) (33). Dotadade los elementos necesarios a una convivencia ordenada, cuandolleg la hora de la independencia y del pacto federal los buenosciudadanos de Rhode Island los ltimos en ratificar la Constitu-cin de Filadelfia, por cierto rehusaron cambiar su vieja carta,que slo fue sustituida, no sin controversias, por una moderna

(33) Cf. Orgenes del constitucionalismo americano. Corpus documental bilinge,II: Periodo Colonial, 1663-1754, Luis Grau (ed.), Madrid, Universidad Carlos III deMadrid, 2009, p. 14 y ss.

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constitucin estatal... en 1842. Idntica situacin se produjo en elvecino estado de Connecticut (34).

Sera divertido perseguir los procesos metamrficos de lasformas jurdico-comerciales hasta cuajar en organizaciones poltico-territoriales, sobre lo que contamos aun con llamativos testimonioscartogrficos (35), como sera el siguiente:

Mapa de las Bermudas por John Speed (1627), en versin del Atlas maior de JoanBlaeu (1650).

(34) Ibid., I: Perodo Colonial, 1606-1663, p. 18. La carta de Connecticut (1662)ibid., p. 606 y ss.

(35) Tengo presente el estupendo mapa de las Bermudas (Somers Islands) delreputado cartgrafo ingls John Speed (1627), a su vez basado en una carta perdida deRichard Norwood, donde se representan, mediante franjas paralelas de diferente an-chura, los lotes asignados a los diversos shareholders de la compaa-colonia. (Vid.reproduccin).

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pero la ocasin actual impone limitaciones (36). Adems, los textosdel abate Sieys y Thomas Paine nos conducen naturalmente alsiglo XIX: cuando la distincin entre los sujetos activos y lospasivos en punto al sufragio o las categoras, de valor equivalente,de ciudadanos y nacionales expresaron las muchas diferencias quedividan a los socios de la flamante empresa estatal. Aunque lacodificacin napolenica cre la institucin jurdica del capitalismo(sociedades por acciones, sociedades annimas) al sustituir losantiguos privilegios por una autorizacin gubernativa (cf. Code decommerce, 1807, arts. 29-37), la metfora que analizamos continuen uso como smbolo se deca del moderno espritu deasociacin . Apenas clausurado el perodo revolucionario ese es-pritu ( sous la forme de conseil dans ladministration, de com-pagnies dans le commerce, de milice dans la dfense du territoire,de manire unir les avantages du fdralisme lunit ) quisoconseguir una perfecta unin entre la ciencia del gobierno y laciencia de la produccin material sobre la base de la passion dutravail, source du bien-tre et de la richesse . El conde franco-espaol Alexandre de Laborde (1773-1842), autor de las frasesanteriores, produjo el texto mayor el ms difundido, al menos,sobre esa cuestin (37). Para el conde el gobierno es la accin delos hombres reunidos ; la sociedad poltica, une association de

(36) Michael J. JARVIS, Bermudas Domesday Book. Richard Norwoods Surveysand the Development of the Somers Islands, 1616-63, en Post-Medieval Archeology ,45 (2011), pp. 54-73; con anterioridad, del mismo Jarvis, In the Eye of All Trade.Bermuda, Bermudians, and the Maritime Atlantic World, 1680-1783, Chapel Hill (N. C.),University of North Carolina Press, 2010, p. 19 y ss. sobre la Somers Islands Company(esto es, The Governor and the Company of the City of London for the Plantation ofthe Somers Islands ) y su royal charter de 1615.

(37) De lesprit dassociation dans tous les intrts de la communaut, ou Essai surle complment du bien-tre et de la richesse en France par le complment des institutions, Paris, chez Gide et fils, 1818, p. 60 para la cita recogida. Se tradujo al espaol (Delespritu de asociacin..., Valladolid, Impta. de Aparicio, 1834) por el marqus deSanfelices, pero con varias omisiones entre ellas, el captulo II, de nuestro principalinters como contrari[a]s al rgimen de Espaa, y por consiguiente intiles (notaen p. 8). La labor de Laborde, impenitente viajero romntico, se centr en la arqueologay la historia del arte espaol: cf. Elas TORMO, Centenario de Alexandre Laborde, elhispanista magnnimo, en Boletn de la Real Academia de la Historia , 113 (1943), pp.260-304.

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profit (tambin une compagnie des assurances de ces mmesprofits ). Y claro est, el talante nacional tiene que modular laexperiencia constitucional. Un pueblo belicoso necesita una auto-ridad enrgica, con pocos o ningn lmite. Al contrario, si consi-deramos el caso de una nacin industriosa il suffit dexaminer lamarche naturelle des oprations commerciales , por ejemplo lasociedad por acciones: entonces on se reprsentera la socittransforme en une masse dactionnaires qui, en se livrant chacunsparment son industrie particulire, se runissent pour uneopration commune quil ne peuvent diriger tous . Y ah residiratanto la experiencia parlamentaria (cosa de delegados qui ordi-nairement sont pris parme les plus riches dentre eux, comme lesplus intresss bien diriger lopration commune ) como elejercicio de un poder ejecutivo (gobernantes encargados de lexcution de leurs arrtes... et qui ont, pendant leur gestion, lasignature sociale , donde la fraseologa del Code y de la prcticamercantil se encuentra muy presente). Y los ciudadanos, liberadosal fin del cuidado de los negocios comunes, daran rienda suelta ala passion du travail para alegra general.

La metfora permita al conde de Laborde atacar el (malllamado) rgimen representativo, pues la Charte constitutionnelle(1814), destinada a triunfar en la Europa doctrinaria, deba consi-derarse en su opinin el estatuto de un rgimen delegativo: esto es,de un sistema poltico donde los representantes nacionales, go-zando de completa autonoma en la cura de los asuntos colectivos,no reciban nunca instrucciones de la base (38). Dicho en otrostrminos, para Laborde no cabra una verdadera representacinpoltica sin mandato imperativo.

El rigor jurdico del conde no llamar especialmente la aten-cin, pues la consulta del an reciente Code de commerce le hubiera

(38) Un grand peuple, en nommant des dlgataires, a renonc au droitdagiter, de discuter lui-mme ses intrts, et par consquent dtre reprsent. Sesdputs sont investis de son autorit; ce sont desfonds de procuration auxquels il estconvenu de sen rapporter, quil ne peut rappeler ni diriger, ni contredire, ni mmervoquer pendant toute la dure de leur procuration; il a renonc lui-mme touteintervention dans ses intrts, autre que par lorgane et la volont de ceux qui il en aremis le soin , cf. LABORDE, De lesprit dassociation, cit., p. 13.

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bastado para saber que los regentes de la sociedad annima (ms ymenos ajenos al capital: associs ou non associs, salaris ougratuits ) reciben un mandato (imperativo) de los accionistas yresponden por tanto de lexcution du mandat quils ont reu (arts. 31-32), lo que debilita los extremos de la analoga (39). Pocoimporta: el diseo de esta modalidad de asociacin mercantil, conuna multitud de socios reunidos en junta que adopta las decisiones,un consejo de administracin que las ejecuta y un comit de controlque vigila las cuentas, era demasiado similar a la estructura tripartitadel Estado y daba entonces pie, apenas iniciado el siglo XX, a otrosusos del antiguo tropo (40).

Se trataba de regular una institucin que, desde los aos 1860cuando menos, funcionaba como el principal instrumento delcapitalismo desarrollado; sin embargo las annimas seguan cons-treidas bajo una disciplina legal dictada cuando este tipo social eraalgo extraordinario y an levantaba toda clase de suspicacias. Loscambios que impuso la Gran Guerra ( una competicin feroz deindustrias , en palabras de Ernst Jnger) magnificaron a su vez lapresencia estatal en las actividades productivas, con el recurso afrmulas de derecho privado como, precisamente, las sociedadespor acciones al tiempo que un flamante derecho econmico, acaballo entre lo administrativo y lo comercial, centraba la mente deljurista (41). Convertida la compaa annima en un rgano de laeconoma nacional , el problema de su regulacin y de la inter-vencin del Estado tena ahora que ver, no tanto con la protec-cin jurdica del socio minoritario, sino con la salvaguarda de la

(39) Por lo dems, la universalidad de fines de la sociedad poltica la apartarapor completo de la sociedad mercantil, envuelta en el nimo de lucro; sobre esta lneade pensamiento, tambin presente en la Europa liberal, basta recordar a AntonioROSMINI-SERBATI, La societ ed il suo fine, Milano, Pogliani, 1839, p. 105 y ss.

(40) Cf. Carlos PETIT, Democracia y derecho mercantil. Textos y contextos deJoaqun Garrigues, Nuevos hechos, nuevo Derecho de Sociedades Annimas (1933), en Revista de Derecho Mercatil , 307 (2018), pp. 187-208.

(41) Y siempre conviene volver a Paolo GROSSI, Itinerari dellimpresa, en Qua-derni fiorentini , 28 (1999), pp. 999-1038.

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empresa, a veces contra los mismos accionistas (Joaqun Garri-gues) (42).

El derecho liberal de sociedades exiga por tanto una ampliareforma. Y la comprensin de la naturaleza y funcin de lascompaas annimas, la base lgica para acometerla, quiso buscarseen su historia. El relato contemporneo sonaba ms o menos comosigue. Las modernas asociaciones de capital nacieron en los PasesBajos a partir de los modos aristocrticos de unos pocos comer-ciantes que llevaban la empresa sin contar mnimamente con lossocios-accionistas: simples inversores con derecho al dividendo.Posteriormente, en sintona con el triunfo de la democracia parla-mentaria, los cdigos mercantiles concentraron el poder social en lajunta general, mientras que los administradores (mandatarios res-ponsables y amovibles, como sabemos) asuman una posicinfrancamente secundaria. La situacin se mantuvo sin sobresaltoshasta que, llegado el cambio de siglo, el desprestigio del parlamen-tarismo en lo poltico coincidi en el mundo econmico con laconcentracin industrial y el surgimiento de un capitalismo popu-lar. A esas alturas la explosin del nmero de sociedades annimas,la aparicin de tipos nuevos con responsabilidad limitada y laaceleracin de la produccin hicieron el resto: el lento proceder dela asamblea de accionista o los controles, poco menos que ficticios,del comit de vigilancia resultaban incompatibles con una toma gilde decisiones empresariales... de la misma forma que los trucospolticos y las alianzas imposibles entre partidos dispares llevabanla nacin hacia una catstrofe (43). Vistas as las cosas acasoconvena volver a la experiencia aristocrtica de las compaasholandesas... en realidad, no faltaba mucho para que la admirable

(42) La gran empresa no es la suma de intereses privados , ense elfinanciero y poltico Walter RATHENAU, Vom Aktienwesen. Eine geschftliche Betrach-tung, Berlin, Fischer, 1917. Ante todo es un factor de la economa nacional que, dadosu origen, con razn o sin ella, todava luce el sello privatstico de la empresa-propiedad,cuando hace tiempo que se encuentra al servicio de intereses pblicos; por eso an noha conseguido una nueva forma existencial .

(43) Por no salir del caso espaol, que vale como ejemplo de debates generales,interesa la resea que sac Jos Antonio Primo de Rivera, fundador (1931) del grupototalitario Falange Espaola , sobre el libro de su amigo Garrigues: cf. F. E. (Madrid), n 3, 18 de enero, 1934, p. 11.

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Aktienrechtsdiskussion, abordada con rara competencia tcnica por los juristas de Weimar, desembocara en la apuesta a favordel Fhrerprinzip en la organizacin empresarial (cf. ley alemana deOrdenacin del Trabajo Nacional, 1934). Y otra vez nos topamos,en este ambiente en