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    na storia, scriveva Gianni Rodari in Gram-matica della fantasia, può nascere solo da unbinomio fantastico. Un vecchio geofisico in-contrato anni fa, oltre il Circolo Polare Arti-co, me lo confermò: l'aurora boreale, per cui

    , d'inverno si viene in Norvegia, altro non èche uno scontro. Il binomio fantastico è da-

    to dal "vento" originato sul Sole per effetto dell'abbassamentodelle temperature che incontra gli atomi della ionosfera terre-stre. Lo straordinario accoppiamento avviene intorno ai polimagnetici della Terra, producendo fasci di luce di varia lun-ghezza d'onda e colore. Se la luce è verde e rossa vuol dire chenell'incrocio fiabesco c'è una grande quantità di ossigeno; sedomina il blu, è l'azoto il protagonista della storia.

    Così, una notte d'inverno ad Alta, 500 km a Nord delCircolo Polare Artico, prima di volgere verso Capo Nord, do-po una cena a base di stufato di renna e bacche artiche, e unalezione sull'accensione della stufa a legna (tutti conoscevanoa memoria il best-seller Norwegian wood, il metodo scandinavoper tagliare, accatastare e scaldarsi con la legna, di Lars SEGUE

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    In Norvegia

    Architetturacontemporanea

    della zonadi Bjervika

    Barcode, Oslo.

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    SEGUITO Mytting, edito in Italia da Utet), miconducono, con una boccetta di acquavite in ta-sca, nel paesaggio selvaggio di montagne, spiag-ge artiche, ghiaccio e neve dello stato norvegesedel Finmark. Direzione entroterra. Le Luci delNord hanno bisogno di buio: niente luna piena,niente nuvole, nei mesi che vanno da settembrea marzo, meglio se durante la Notte Polare trail 7 dicembre e il 5 gennaio.

    Quando il cielo dà spettacolo

    Nell'entroterra di Alta, la vista delle casette ros-se si è ormai diradata. I caffè una volta frequen-tati dai soli pescatori di salmone pure. Il buioprende sempre più corpo. Ci fermiamo in unaradura, ín attesa, nel silenzio. L'aurora compare.Scherza con noi. Poi scompare all'improvviso.Annunciata da una scia di pulviscoli nella nottenera, si delinea nuovamente come una cascata dipioggia verde. Sembra uno spartito senza note,non decodificabile, con spirali, volute, trecce chedanzano inanellate in una giostra.

    Bene o male, le storie finiscono. Quellanotte, le trecce di luce si sono sciolte nel vento. Ilgiorno si è imposto con altre storie, altre esteti-che. A Haldentoppen, nel primo Osservatoriosulle aurore che si conosca, aperto nel 1899 e funzionante finoal 1926, scopro che qui fu determinata l'altezza, nell'atmosfe-ra, del fenomeno dell'aurora boreale. Nella terra dei Sami, lapopolazione nativa della Lapponia, e del fiume Altaelv, unodei migliori al mondo perla pesca al salmone, il pieno inverno,"Dalvvie", corrisponde alla stagione della cura delle renne chevanno sfamate nei recinti quando la troppa neve impedisce lanaturale ricerca dei licheni.

    Sono i ritmi della transumanza e della fertilità dellerenne a dare i nomi alle stagioni nel calendario dei Sami. Esono ancora le renne le protagoniste degli straordinari graffi-ti dí Hjemmeluft, nell'insenatura del fiordo di Alta chiamata

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    L'aurora compare.Poi scompare.Annunciatada una sciadi pulviscoli nellanotte, si delineacome una cascatadi pioggia verde

    In Norvegia e a Dubaicon i viaggi di iO Donna

    Il viaggio in Norvegia che trovatein questo articolo, ma anche altre

    mete in esclusiva per voi,sono iniziative di fO Donna,

    in collaborazione con DoveClub.Il Tour fino a Capo Nord,

    con partenza 1113/2/2020, avràun'accompagnatrice d'eccezione:

    Danda Santini, la direttricedí iO Donna. Cinque giorni per

    scoprire l'anima artica d'Europa,tra paesaggi mozzafiato.

    Ultime disponibilità invece, perDubai e Abu Dhabi, il 29/1/2020,con Cristina Milanesi, beauty

    director di !O Donna. Tra grattacieli,souk e moschee. Affrettatevi!

    Info: doveolubit, tel. 02-89.29.26.87

    Il Globo. sul promontorio

    alla latitudineNord 71° 10' 21".Sotto, una barcanel fiordo di Alta.

    "baia delle foche". Patrimonio dell'Umanità Unesco, le inci-sioni rupestri, circa 3mila, datano da 6.200 a 2.500 anni fa.Oltre alle renne che nuotano nel mare sono qui raffigurati, in-cisi a livello dell'acqua, uomini, barche, armi e donne incinte.

    Un braccio d'acqua, movimentato da una delle corren-ti più forti del mondo, ci separa da Capo Nord. Un tempo siprendevano i traghetti da Kafjord per attraversare lo stretto diMageroy e raggiungere l'omonima isola tra il Mare di Barentse quello di Norvegia. In passato, in primavera lo stretto era an-cora attraversato a "nuoto" dalle renne della penisola di Por-sanger alla ricerca di pascoli più erbosi. Dal 1999, un tunnelsubacqueo di nemmeno 7 chilometri, 212 metri SEGUE

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    La cittadinadi Honningsvág.

    SEGUITO sotto il livello del mare, servesia i turisti sia le renne, trasportate nei ca-mion, che devono raggiungere la cittadinadi Honningsvâg, il porto dell'isola, dovesolo l'abbondanza di pesce ha potuto con-vincere l'uomo a stabilirsi a tu per tu con letempeste, alla fine del mondo. Il Museo diCapo Nord ne racconta l'epopea. La cittàfu bruciata e rasa al suolo durante la ritira-ta nazista nel 1944. Si salvò solo una lungachiesa di legno del 1885.

    Sulla rotta degli esploratoriDa Honningsvág, c'è un'unica stra-

    da costruita nel 1956 ches'inerpica sull'altopianoche raggiunge il Capo, ilpiù settentrionale d'Euro-pa raggiungibile in auto.Francesco Negri, padrefrancescano di Ravenna,fu il primo italiano, nel1664, viaggiando sugli scie a cavallo, a raggiungerequesto promontorio roc-cioso alla latitudine Nord71° 10' 21" che si tuffa nelmare per 307 metri. Oggi siamo qui anche noi. Ci muoviamofino al Globo metallico che rappresenta la Terra collocato sullafalesia. Nella grande Nordkapphall, il punto di accoglienza co-struito nel 1990, ci apriamo alle storie: al racconto visivo dellequattro stagioni dell'isola di Mageroya e a quello della spedi-zione di Richard Chancellor, l'esploratore inglese che, nel 1553,alla ricerca di un passaggio settentrionale perla Cina, avvistò enominò il Capo. Con passeggiata di 9 chilometri, ci dicono, sipuò raggiungere il Knivskjellodden, il piccolo promontorio al-la latitudine Nord 71° 11' 08", poco più di 4 chilometri a ovest.Se la geografia non ci inganna, sarebbe questo il punto più set-

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    Una renna.D'inverno

    sono sfamatedai Sami.

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    La Osloera House.

    Nell'estremoNord solol'abbondanzadi pesce ha potutoconvincere l'uomoa stabilirsi a tuper tu con letempeste, alla finedel mondo

    MANGIAREE COMPRARE8takerlet, AltaCarpaocio di rennee zuppa di granchio,nel centro di Alta.stakeriet.no/about

    8orrisniva, AltaIl ristorantedell'omonimo InglooHotel, sul fiume,a 20 minuti dal centro.sorrisniva.no/about-sorrisniva

    Kompasset,Capo NordAll'internodel Nordkapphall,ristorante ecaffetteria con vistasul Mare di Barents.Con negozio di souvenir.isitnordkapp.net

    ArotandrlaHonningsvtgCalzettoni di lana,renne di peluchee souvenir articiHolmen 4

    Mathallen, OsloIl mercato delle deliziee dello street food dalmondo, in una vecchiazona industrialesul fiume Akerselva.mathallenoslo.no/en

    Bon Llo, OsloBar di tapas coningredienti nordici. Se siha fame e poco tempo.In una casetta del 1814.bonlio.no

    INFOvisitnorway.itspaoeweather.com

    tentrionale d'Europa. D'estate in compagnia deinidi degli uccelli marini, d'inverno è solitario.Aspetta i trekker più avventurosi. Aspetta, co-me ogni notte, la sua aurora boreale.

    Le belle storie, prima o poi finiscono.Non senza essere, in partenza o al ritorno, pas-sati da Oslo, seconda città più "sana" al mon-do dopo Amsterdam, nel 2019 Capitale Green

    Op d'Europa. Prima ad aver completamente banditole auto nel centro, anche elettriche, Oslo eccel-

    le per la sua architettura contemporanea: i 12 grattacieli dellazona di Bjorvika Barcode, l'estensione del Viking Museum edel National Museum nell'area di Vestbanen, il nuovo Acqua-rio e la rigenerazione del quartiere Tjuvholmen affidata a ventidiversi architetti. Sempre nella zona di Bjorvika, affacciata alFiordo di Oslo, brilla anche d'inverno l'Opera House. Con-cepito come una piattaforma inclinata, quasi uno scivolo, il suotetto funge da piazza, da spazio pubblico aperto alla città, aiconcerti, agli eventi pop-up. Anche se fa freddo, aspettate quiil tramonto. Pare che la sensazione sia di essere su un grandio-so iceberg contemporaneo. iO

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