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PUNTI CRITICI messi in luce dalle prove INVALSI 1. Lettura superficiale, senza i dovuti ritorni al testo. Difficoltà nel selezionare opportunamente le informazioni; Scarsa capacità di utilizzare elementi forniti dal testo (titoli, sottotitoli, caratteri topografici diversi…) Incapacità di usare strategie di lettura adeguate al testo e al compito 2. Difficoltà di tipo lessicale 3. Scarsa capacità di mettere in relazione i contenuti del testo (coesione, coerenza, nessi logici) 4. Difficoltà di tipo inferenziale 5. Difficoltà a cogliere il tema e il senso globale del testo ricavare informazioni semplici a controllare il processo di comprensione 6. Difficoltà nell’individuare genere e scopo del testo I NOSTRI ALLIEVI DEVONO MIGLIORARE LA CAPACITÀ DI : cogliere inferenze o impliciti mettere in relazione i contenuti del testo ritornare al testo per selezionare opportunamente le informazioni applicare strategie diverse di lettura individuare natura, funzione e principali scopi di un testo COSA FARE? A noi insegnanti non spetta il compito di addestrare i ragazzi ad eseguire test sulla scorta di quelli proposti da INVALSI, ma ci viene richiesto di: assumere le prove e i loro risultati come oggetto di riflessione critica sul nostro modo di fare scuola pianificare e realizzare percorsi tesi ad approfondire la complessità (nel corso degli anni la stessa abilità dovrebbe essere progressivamente affinata in base alla maturazione cognitiva e affettiva degli studenti). monitorare gli effetti che le strategie da noi attivate producono sugli apprendimenti valutare insieme i risultati raggiunti per riprogettare la nostra azione

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PUNTI CRITICI messi in luce dalle prove INVALSI

1. Lettura superficiale, senza i dovuti ritorni al testo. Difficoltà nel selezionare opportunamente le informazioni; Scarsa capacità di utilizzare elementi forniti dal testo (titoli, sottotitoli, caratteri

topografici diversi…) Incapacità di usare strategie di lettura adeguate al testo e al compito

2. Difficoltà di tipo lessicale 3. Scarsa capacità di mettere in relazione i contenuti del testo (coesione, coerenza, nessi

logici) 4. Difficoltà di tipo inferenziale 5. Difficoltà

a cogliere il tema e il senso globale del testo ricavare informazioni semplici a controllare il processo di comprensione

6. Difficoltà nell’individuare genere e scopo del testo

I NOSTRI ALLIEVI DEVONO MIGLIORARE LA CAPACITÀ DI :

cogliere inferenze o impliciti mettere in relazione i contenuti del testo ritornare al testo per selezionare opportunamente le informazioni applicare strategie diverse di lettura individuare natura, funzione e principali scopi di un testo

COSA FARE? A noi insegnanti non spetta il compito di addestrare i ragazzi ad eseguire test sulla scorta di quelli proposti da INVALSI, ma ci viene richiesto di: assumere le prove e i loro risultati come oggetto di r iflessione critica sul nostro modo di

fare scuola pianificare e realizzare percorsi tesi ad approfondire la complessità (nel corso degli

anni la stessa abilità dovrebbe essere progressivamente affinata in base alla maturazione cognitiva e affettiva degli studenti).

monitorare gli effetti che le strategie da noi attivate producono sugli apprendimenti valutare ins ieme i risultati raggiunti per riprogettare la nostra azione

1. Lettura

IL PRIMO PASSO potrebbe essere quello di CHIEDERCI: COME AFFRONTANO IL COMPITO DI LETTURA I NOSTRI BAMBINI? Per rispondere alle nostre domande, potremmo proporre agli allievi un questionario (L. Vandergri ft , 2006, Listening: theory and practice in modern language competence) che ci aiuti a conoscere il loro abituale modo di comportarsi.

SONO UN LETTORE COMPETENTE?

I dati raccolti possono essere utilizzati: come oggetto di discussione in classe per individuare le difficoltà degli allievi e mettere a punto strategie d’aiuto

ALCUNE BUONE PRATICHE

ANALIZZARE IL TESTO, PRIMA DI PROPORNE LA LETTURA AGLI ALLIEVI PER:

a. individuare difficoltà lessicali (polisemia, anafore, catafore, coreferenze con sinonimia– iperonimia - iponimia, metafore, sineddoche, sottocodici specifici delle discipline).

b. Assicurarsi che il testo non presenti troppi vocaboli “difficili”: qualche parola sconosciuta stimola l’alunno ad inferirne il significato dal contesto, troppe penalizzano la comprensione demotivandolo (tanto non capisco!).

c. individuare difficoltà sintattiche (periodi complessi che costringono a tornare indietro, soggetti sottintesi, ellissi, negazioni nascoste, forme passive..)

d. Facilitare la comprensione trasformando enunciati ipotattici in paratattici, forme passive in attive… e. individuare difficoltà di integrazione di informazioni implicite. Se il testo presenta inferenze infra-testuali

occorre aiutare l’allievo a scoprire la parte di testo da cui si ricavano le risposte a tali domande. Qualora la comprensione implichi, invece, il possesso di conoscenze extra-testuali bisogna aiutare gli allievi a costruirsi gli schemi e gli script adeguati.

f. Assicurarsi che le illustrazioni abbiano funzione organizzativa cioè aiutino a cogliere le connessioni e le relazioni fra i fatti/paragrafi del testo o funzione esplicativa cioè aiutino la costruzione di ipotesi corrette.

COME AIUTARE IL CATTIVO LETTORE? M. Seganti

PRIMA DELLA LETTURA Invitandolo a riflettere sul titolo per formulare ipotesi sul contenuto (attivazione di conoscenze) DURANTE LA LETTURA Invitandolo a percorrere velocemente il testo (lettura selettiva) per reperire dati evidenziati (sottotitoli, parole in grassetto o in corsivo…)

Esempi di attività Scorri velocemente il testo con gli occhi e trova nel più breve tempo possibile l’informazione che riguarda l’alimentazione del panda. Per aiutarti tieni presente l’ordine in cui compaiono i contenuti

Chiedendogli fare una prima lettura rapida (lettura globale) senza soffermarsi sulle parole difficili per cogliere l’argomento /l’idea centrale e la struttura tipica del genere testuale

Esempi di attività a. Scegli, fra le quattro proposte, la frase che meglio sintetizza il contenuto del testo b. Leggi il testo e trova un titolo che sintetizzi il suo contenuto

Chiedendogli di rileggere il testo lentamente (lettura analitica) con lo scopo di mettere a fuoco le informazioni e collegarle

Esempi di attività a. Ragiona sul testo e scopri il significato dell’espressione “come per un lutto” b. Individua la parte iniziale, lo sviluppo e la conclusione del racconto (struttura) c. Individua la sequenza dei fatti e le relazioni di tempo o causa che li connettono d. Individua i sotto-argomenti che compongono l’argomento generale (struttura) e. Organizza le informazioni selezionate in una mappa (diagramma, tabella….).

Rendendo meno automatica la sua lettura con domande che lo stimolino a:

1. stabilire connessioni 2. organizzare le informazioni in un concetto sovraordinato 3. effettuare inferenze lessicali e semantiche

DOPO LA LETTURA facendolo riflettere sul testo per valutarne complessità, contenuto e forma chiedendogli di reperire nel testo informazioni a sostegno delle sue risposte chiedendogli di rielaborare le informazioni (parafrasi orale, elaborazione di sintesi e/o schemi) facendogli esplic itare le strategie attivate (metacognizione) per diventarne consapevole e poterle riutilizzare

……………………………………………………………………… ATTIVITÀ CHE STIMOLANO AD USARE STRATEGIE DI TIPO INFERENZIALE cioè ad utilizzare tutte le informazioni disponibili nella sua mente (regole, copioni, schemi) per rispondere a quesiti, colmare lacune di comprensione, risolvere problemi. Compiti, in apparenza diversi, come: 1. riordinare le parti di un testo secondo una sequenza logica 2. prevedere la continuazione di una storia di cui è dato l'inizio 3. assegnare un testo ad un genere, ad esempio narrativo, espositivo, regolativo…. 4. inserire le parole mancanti in un testo (cloze) 5. scoprire dal contesto il significato di una parola sconosciuta 6. prevedere il risultato di un'esperienza o le conseguenze di un'azione 7. utilizzare regole, formule, idee generali per interpretare o spiegare fatti o situazioni particolari hanno in comune l'uso di strategie di tipo inferenziale.

ESEMPI DI ATTIVITÀ M. Seganti

IL CLOZE, classico e/o mirato è un esercizio testuale che stimola a: fare inferenze basandosi sul contesto e sul co-testo riflettere sul lessico formulare regole di grammatica ricavandole dall’osservazione dei fenomeni linguistici presenti nel testo COME SI COSTRUISCE IL CLOZE CLASSICO Le due righe iniziali si danno per intero poi si cancella una parola ogni 6 o 7 sistematicamente. COME SI COSTRUISCE IL CLOZE MIRATO Le parole vengono cancellate in modo da richiamare l’attenzione su determinati aspetti linguistici (congiunzioni che legano frasi, avverbi di tempo che scandiscono lo svolgimento delle azioni…) CONSEGNA

leggi tutto il testo con attenzione completa il testo inserendo in ogni buco una sola parola rileggi il testo completato correggi i completamenti che non ti convincono rileggi il testo corretto.

Seguendo il criterio della gradualità é possibile costruire cloze su testi diversi: articoli di giornale, ricette, istruzioni d’uso, testi narrativi, testi scientifici, testi argomentativi. DISCUSSIONE DOPO CLOZE Dopo la fase individuale di completamento, si procede alla discussione collettiva che induce l’allievo a: motivare le proprie soluzioni e fare dei rilievi su quelle adottate da altri argomentare le sue soluzioni qualora siano criticate dai compagni; ascoltare il punto di vista dei compagni e ad accettare più possibilità risolutive;

cambiare o confermare le sue scelte tenendo conto delle sollecitazioni ricevute. CLOZE NELLA SCUOLA PRIMARIA All’inizio bisogna evitare di: cancellare una parola che porti un’informazione mai esplicitamente menzionata in precedenza (a meno che non si voglia vedere se riescono a indovinarla) cancellare molte parole in una sola parte di testo Nella preparazione del cloze ricordare che:

la lacuna preceduta da un articolo apostrofato può creare difficoltà le virgole prima o dopo, soprattutto prima, costituiscono una complicazione, perché segnalano un

cambiamento nella struttura sintattica: la virgola dopo la lacuna è meno difficile da interpretare, perché chiude essa stessa una costruzione sintattica data quasi per intero, da completare solo nell’ultima parola; la virgola posta prima di una lacuna invece apre una nuova costruzione sintattica.

integrare verbi è più difficile che integrare nomi e aggettivi integrare congiunzioni che connettono frasi o avverbi di tempo che scandiscono lo svolgimento delle

azioni comporta molte difficoltà per i bambini fino a 10 anni con allievi fino a 10 anni sono improponibili CLOZE di 50 lacune. I ricercatori suggeriscono di

costruire il cloze usando testi semplici e brevi i cui personaggi siano facilmente individuabili e gli intrecci semplici. Spesso si sceglie la favola perché è ungenere testuale familiare ai bambini; ha una struttura narrativa lineare, compiuta, breve; ha un vocabolario abbastanza prevedibile e una sintassi non troppo complessa. Anche nell’ambito delle favole, occorre selezionare quelle vicine al vissuto degli allievi in quanto certi cloze classici costruiti su favole si sono rivelati insidiosi pure per gli scolari di V.

LA LETTURA D’ANTICIPAZIONE

La lettura pre visionale o d’anticipazione consiste nel predire ciò che può comparire in un testo sulla base della parte di testo che si è già compresa, del paratesto, delle conoscenze del mondo (schema, script), ecc…

1. L’insegnante informa gli allievi sul lavoro che dovranno svolgere: “Fra poco vi leggerò una storia. Ascoltate con attenzione perché ogni tanto mi fermerò e chiederò a voi di continuare.”

2. L’insegnante legge interrompendosi nel primo punto nodale del racconto e chiede ai ragazzi di fare ipotesi sul probabile sviluppo. L’insegnante non interviene anche se le ipotesi sono incoerenti con “il già detto” della storia. È il confronto con i compagni ad indurre l’allievo a riconoscere la plausibilità o l’incoerenza della propria soluzione.

3. L’insegnante riprende la lettura del testo e ciascuno, ascoltando il prosieguo, trova conferma o disconferma alla sua ipotesi.

4. L’insegnante si ferma poi in un altro punto cruciale e chiede ancora COSA ACCADRÀ? Seguono le ipotesi dei ragazzi….

5. Il lavoro continua fino alla parte che precede l’epilogo, punto in cui il docente si ferma e chiede: COME FINIRÀ LA STORIA? Seguono le ipotesi dei ragazzi…..

6. L’insegnante legge il finale della storia.

L’INCASTRO Incastro di testi Si presentano all'allievo dei testi autonomi ma correlati tra di loro: uno scambio di corrispondenza, una legge e la notifica della sua contravvenzione, un sollecito di pagamento e l'attestato di avvenuto pagamento, ecc. Gli allievi devono indicare la corretta relazione logica e/o temporale tra i vari testi. La tecnica mette in moto l'intero processo di comprensione a livello di evento comunicativo, non solo di singolo testo. Incastro di paragrafi

Si presentano all’allievo i paragrafi di un testo disposti in ordine casuale; l'allievo deve ristabilire il loro ordine logico/cronologico numerandoli progressivamente. La tecnica rafforza la coerenza e gli indicatori metacomunicativi. Incastro delle battute di un dialogo In questo esercizio, l’allievo deve trovare la giusta corrispondenza fra le battute di un dialogo e chi le pronuncia e ricostruire il dialogo intercorso fra i due. L’esercizio può essere proposto secondo un gradiente progressivo di difficoltà: 1. le battute del dialogo sono raccolte in gruppi separati per ogni personaggio; le battute del primo sono scritte nella successione corretta, quelle del secondo sono in ordine casuale. 2. le battute del dialogo, raccolte in gruppi separati per ogni personaggio, sono trascritte in ordine casuale. 3. le battute sono in ordine casuale e non sono ascritte ai personaggi. La tecnica rafforza la competenza testuale e socio-pragmatica

CORREGGERE LE PROVE Evitando domande imbeccate che forniscono informazioni importanti da completare domande suggestive che suggeriscono la risposta domande disgiuntive che prevedono una scelta immediata Privilegiando modalità comunicative non direttive o semidirettive: Richiedere chiarificazioni: “Puoi descrivermi in modo più preciso cosa intendi dire …” Riformulare, parafrasandolo, il messaggio dell’allievo per aiutarlo ad ampliare la comprensione del problema Riprendere due o più parti del messaggio per riportare l’allievo sul centro del discorso (ripresa tematica) o per aiutarlo a individuare le connessioni. Orientare la prosecuzione del discorso su un determinato aspetto (rispecchiamento). Indagare aspetti del discorso espressi in modo troppo generico: “A cosa ti riferisci?” (le domande con il COSA sollecitano la richiesta di informazioni e fatti, con il PERCHÉ di motivazioni e spiegazioni). Evidenziare eventuali incoerenze, discrepanze, conflitti: “Tu dici che, ma ……..” Fornire informazioni al fine di offrirgli possibili indicazioni tra le quali scegliere

2.Lessico CLASSE 2^

CLASSE 5 ̂

PER INCREMENTARE LA COMPETENZA LESSICALE

TESTO BASE: La formica e la colomba Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello. La formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. La formica, che passava di lì, si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.

1. Riscrivere il testo sostituendo il maggior numero possibile di parole con altre parole o espressioni che abbiano significato equivalente.

TESTO n° 1 Una formica era scivolata in un rivo e stava per essere portata via dal flusso. Una colomba la scorse e le gettò un fuscello. La formica vi si attaccò e sopravvisse. Dopo un certo periodo, un venatore bloccò la colomba in una trappola a maglie. La formica, trovandosi nei paraggi, andò vicino all'uomo e lo addentò ad un polpaccio. L'appassionato di caccia sobbalzò e fece cadere la trappola. La preda si preparò al volo e si librò nell'aria. TESTO N° 2 Una formica era precipitata in un fiumiciattolo e stava per essere travolta dalla forza dell’acqua. Una colomba la notò e le tirò un piccolo ramo. La poverina vi si attaccò e si trasse in salvo. Di lì a qualche giorno, un cacciatore imprigionò la colomba nella sua rete. La formica, che si trovava poco distante, raggiunse il cacciatore e gli pizzicò una gamba. L’uomo sobbalzò e lasciò andare la rete. La colomba prese immediatamente il volo e se ne andò libera.

2. Riscrivere il testo eliminando la lettera “e” (lipogramma) TESTO n° 1 Una formica, caduta in un corso d’acqua, rischiava di farsi trascinar via. Una colomba, notandola dall’alto, lanciò alla sfortunata formica un piccolo ramo. La formica vi si aggrappò così fu salva. Un po’ di giorni dopo, un uomo catturò la colomba con una trappola fatta di sottilissimi fili invisibili. La formica si avvicinò all’uomo poi gli morsicò una gamba. L’uomo, sussultando, abbandonò un attimo la trappola La colomba, pronta, volò via. TESTO N° 2 Una formica scivolò in un rivolo: fu quasi trascinata via dal flusso. Una colomba, avvistandola, lanciò giù un piccolo ramo a cui la formica si aggrappò così fu salva. Alcuni giorni dopo, un appassionato di caccia catturò la colomba in una trappola. La formica si trovava a poca distanza così si avvicinò all’uomo, morsicandogli una gamba; costui sussultò lasciandosi sfuggir la trappola di mano. La colomba aprì un’ala, poi l’altra, volando via.

3. Riscrivere il testo mettendo la parola colomba al primo posto. (CLISI) Una colomba, avendo visto una formica che stava per affogare in un ruscello, le lanciò un ramoscello e le salvò la vita. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. La formica, che passava di lì, si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.

4. Riscrivere il testo inserendo alcune parole nell’ordine indicato (LOGO RALLY)

1. mano 2. zattera 3. occhio 4. pericolo 5. paura

- Aiuto!!! Qualcuno mi dia una mano! – gridava disperata una formica che, caduta in un ruscello, stava per essere trascinata via dalla corrente. Le grida furono udite da una colomba che prontamente le lanciò un ramoscello. La formica si aggrappò a quella provvidenziale zattera e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. La scena non sfuggì all’occhio della formica, che passava di lì. Incurante del pericolo, la piccola formica si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via. La riconoscente formica, con il suo atto eroico, contraddice il detto che la paura fa perdere la memoria.

5. Riscrivere il testo iniziando i singoli enunciati con P Q R S T U V 1. Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente. 2. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello. 3. La formica vi si aggrappò e fu salva. 4. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. 5. La formica, che passava di lì, si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. 6. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. 7. La colomba aprì le ali e volò via.

Passeggiando sulla riva di un ruscello, una formica era caduta nell’acqua e stava per essere trascinata via dalla corrente. Quella sfortunata sarebbe morta affogata, se una colomba non l’avesse vista e non le avesse lanciato un ramoscello.

Rapida la formica vi si era aggrappata ed era riuscita a mettersi in salvo.

Spesso l’uomo dimentica il bene ricevuto, ma la formica non lo fece.

Tre settimane dopo, infatti, la colomba finì imprigionata nella rete di un cacciatore e la formica la salvò mordendo una gamba all’uomo.

Un piccolo morso, è vero, ma bastò a far sussultare il cacciatore a cui sfuggì la rete dalle mani.

Veloce la colomba prese il volo guadagnando la libertà.

6. Riscrivere il testo utilizzando il maggior numero possibile di parole che contengano la lettera “s” [tautogramma].

Una formica scivolò su un sasso presso un ruscello e stava quasi per essere sommersa dal flusso. Una colomba la scorse e la soccorse con un ramoscello. La formica vi si issò sopra e si salvò. Successivamente, un appassionato di caccia sorprese la colomba sprovveduta e la costrinse nella sua rete. La formica, che passava nei pressi, raggiunse l’aggressore e gli morse una coscia. Sbalordito, lui saltò su e si lasciò sfuggire dalla stretta l’essere.La colomba dispiegò le ali e se ne andò.

7. Riscrivere il testo aggiungendo il maggior numero possibile di aggettivi. Una (INCAUTA) formica era caduta in un (VORTICOSO) ruscello e stava per essere trascinata via dalla (FORTE) corrente. Una (GIOVANE) colomba la vide e le lanciò un (PROVVIDENZIALE) ramoscello. La (POVERA) formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un (ESPERTO) cacciatore catturò la (INGENUA) colomba nella sua (INVISIBILE) rete. La (PICCOLA) formica, che passava di lì, si avvicinò al (TEMIBILE) cacciatore e gli morse una (LA) gamba (SINISTRA). Il cacciatore (SORPRESO) sussultò e si lasciò sfuggire la (SOTTILE) rete dalle mani (SCHIUSE). La (FORTUNATA) colomba aprì le (BIANCHE) ali e volò via.

8. Riscrivere il testo aggiungendo il maggior numero possibile di avverbi. Una formica era caduta accidentalmente in un ruscello e stava per essere trascinata lontano dalla corrente. Una colomba la vide per caso e le lanciò subito un ramoscello. La formica vi si aggrappò prontamente e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò con l’inganno la colomba nella sua rete. La formica, che passava di lì, si avvicinò cauta e morse con tutta la sua forza una gamba al cacciatore. Il cacciatore sussultò per un attimo e si lasciò sfuggire avventatamente la rete dalle mani. La colomba aprì veloce le ali e volò via all’istante.

9. Riscrivere il testo trasformando in nomi i verbi indispensabili per la dinamica narrativa TESTO n° 1 La caduta nelle acque di un ruscello, fu per una povera formica l’inizio di una terribile avventura. Alla vista della formica trascinata dalla corrente, una colomba fu mossa da pietà e col lancio di un ramoscello provvidenziale le garantì la salvezza. Qualche tempo dopo, la cattura della colomba nella rete di un cacciatore indusse la formica a sfidare il pericolo, dando un morso nel polpaccio dell’uomo. La sorpresa del cacciat ore si tradusse in un sussulto che procurò la caduta della rete dalle sue mani. Con l’apertura veloce delle ali, la colomba prese il volo nel cielo. TESTO n° 2 La caduta della formica in un ramoscello determinò il suo pericoloso trascinamento dovuto alla corrente. Lo sguardo di una colomba sull’accaduto e il lancio di un ramoscello furono la salvezza della formica. Con il passare del tempo, un cacciatore effettuò la cattura della colomba nella sua rete. L’avvicinamento della formica al cacciatore le permise di dargli un morso alla gamba. Il sussulto del cacciatore causò lo scivolamento della rete dalle sue mani. A quel punto, con l’apertura delle ali, la colomba poté effettuare il volo liberatorio

10. Riscrivere il testo usando il maggior numero di subordinate possibili. TESTO n° 1 Mentre passeggiava sulla riva di un ruscello, un’incauta formica scivolò nell’acqua. Sarebbe di certo affogata se una colomba gentile non l’avesse vista e le avesse lanciato un ramoscello a cui aggrapparsi. Qualche tempo dopo, la colomba cadde nella rete che era stata tesa da un cacciatore. La formica, passando di lì, vide la scena, si avvicinò e, per aiutare l’amica, morse una gamba al cacciatore che sobbalzò lasciando la rete che teneva tra le mani. La colomba non si fece sfuggire l’occasione per aprire le ali e guadagnare la libertà. TESTO n° 2 Una formica, essendo caduta in un ruscello, stava per essere trascinata via dalla corrente, quando una colomba la vide e le lanciò un ramoscello. Dopo essersi aggrappata al ramoscello, la formica fu salva. Qualche tempo dopo, anche la colomba si trovò in pericolo perché era stata catturata nella rete di un cacciatore. Proprio in quel momento la formica, che stava passando di lì, ebbe l’opportunità di ricambiare il favore avvicinandosi al cacciatore e mordendogli una gamba. Il cacciatore, sussultando, si fece sfuggire la rete dalle mani. La colomba, aperte le ali, volò via.

11. Riscrivere la favola cambiando la preposizione che precede il nome formica DELLA formica si narra che fosse caduta in un ruscello, quindi stesse per essere trascinata via dalla corrente quando fu vista da una colomba che le lanciò un ramoscello. ALLA formica venne istintivo aggrapparsi e cos ì fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. PER la formica che passava di lì fu facile avvicinarsi al cacciatore e mordergli la gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.

12. Riscrivere varie volte l’incipit cambiando la preposizione che precede il nome formica

Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente DI una formica si racconta che un giorno finisse in un ruscello e stesse per essere trascinata via dalla corrente. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello……. A una formica capitò un giorno di cadere in un ruscello e di essere trascinata viadalla corrente….. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello….. DA una formica minuscola chi mai potrebbe attendersi di essere salvato? Nessuno; eppure, la favola che sto per narrare mostra proprio il contrario…..Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello….. IN una formica può albergare più coraggio che nell’animo di un leone? Leggete questa storia e lo scoprirete. Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello….. PER una formica è davvero difficile trovare il coraggio di affrontare un cacciatore, ma l’eroina della nostra favola lo fece per salvare un’amica. Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello…..

13. Riscrivere il testo cambiando la struttura di frasi attive in passive e viceversa La formica e la colomba La corrente di un ruscello stava per trascinare via una povera formica. Per fortuna fu salvata da una colomba gentile che le lanciò un ramoscello. Qualche tempo dopo, la colomba fu catturata da un cacciatore. La formica, che passava di lì, passò all’azione e a farne le spese fu la gamba del cacciatore che fu morsa all’istante. Il cacciatore sussultò e la rete cadde dalle sue mani. La colomba ne approfittò per volare via.

14. Riscrivere la storia al presente. La formica e la colomba Una formica cade in un ruscello. Sta per essere trascinata via dalla corrente, quando una colomba la vede e le lancia un ramoscello. La formica vi si aggrappa ed è salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore cattura la colomba nella sua rete… La formica vede la scena, si avvicina e morde una gamba al cacciatore. Il cacciatore sussulta e si lascia sfuggire la rete dalle mani. La colomba apre le ali e vola via.

15. Riscrivere il testo inserendo una subordinata relativa, una concessiva e una temporale. La formica e la colomba Una formica, che era caduta in un ruscello, stava per essere trascinata via dalla corrente. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello. La formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. La formica, che passava di lì, nonostante temesse per la sua vita, si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. Il cacciatore, preso alla sprovvista, sussultò e, prima che avesse il tempo di avvedersene, la rete gli sfuggì dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.

16. Riscrivere la storia in prima persona mettendosi nei panni della formica. La formica e la colomba Ho anch’io io miei difetti, ma l’ingratitudine non mi appartiene e, se ricevo del bene, non lo dimentico. Quanto sto per raccontarvi ne è infatti la testimonianza. Qualche tempo fa, mentre passeggiavo sulla riva del ruscello che si trova poco distante dal mio formicaio, finii malauguratamente in acqua. La corrente, in quel punto era molto forte e ne sarei stata travolta se una colomba, che passava di lì, non mi avesse visto e non mi avesse lanciato un ramoscello a cui aggrapparmi. Beh, non ci crederete, ma proprio ieri mi si è presentata l’occasione di restituirle il favore. La colomba era finita nella rete di un cacciatore. Io allora mi sono avvicinata ed ho morso la gamba di quell’orribile uomo. Preso alla sprovvista, lui ha avuto un sussulto e si è lasciato sfuggire la rete dalle mani. La mia amica ne ha subito approfittato per aprire le ali e volarsene via.

17. Riscrivere il testo inserendo una o più domande in forma diretta

TESTO n° 1 Conoscete la storia della formica e della colomba? Se la risposta è no, leggete le prossime righe. Vi chiedete perché dovreste farlo? Beh, per scoprirlo dovrete continuare la lettura. Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente. Una colomba la vide e le lanciò un ramoscello. La formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. La formica, che passava di lì, si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò e si lasciò sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via. Avete capito il messaggio? TESTO n° 2 Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente. Una colomba la vide e le chiese: - Ti serve aiuto? Non ricevendo risposta, le lanciò un ramoscello. La formica vi si aggrappò e fu salva. Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. La formica, che passava di lì, si avvicinò al cacciatore e gli morse una gamba. Il cacciatore sussultò lasciandosi sfuggire la rete dalle mani. La colomba aprì le ali e volò via.

18. Riscrivere il testo cambiando il discorso indiretto con il diretto (dialogo o monologo) TESTO N° 1 - Aiuto, la corrente del ruscello mi sta trascinando VIAAAAA!! – gridava disperata una formica. Una colomba rispose: - Tranquilla, ti ho visto! Ora cerco un ramoscello e te lo lancio. Ecco, trovato! Aggrappati. - Grazie, mi hai salvato la vita. Non lo dimenticherò. Qualche tempo dopo: - Aiuto, sono finita nella rete di un cacciatore. A gridare, questa volta era la colomba. La formica, che passava di lì, vide la scena: - Devo aiutarla – pensò. - Come posso fare? IDEA! Mi avvicinerò al cacciatore e gli morderò una gamba. Così fece. Il cacciatore sussultò: - Poca miseria, mi è sfuggita la rete dalle mani!

- Addio! – fece la colomba già in volo.

TESTO N° 2 Una formica era caduta in un ruscello e stava per essere trascinata via dalla corrente. - Aiuto, aiuto!- gridava disperata. - Come posso salvarti?- rispose la colomba. - Lanciami qualcosa a cui possa aggrapparmi. - Prendi questo ramoscello. - Grazie, ti sono debitrice, mi hai salvato la vita! Qualche tempo dopo, un cacciatore catturò la colomba nella sua rete. - Aiuto, aiuto! Qualcuno mi liberi da questa trappola!- gridava la colomba. - Ci penso io!- rispose la formica che passava di lì. E così dicendo morse una gamba al cacciatore. - Ahi!- gridò il cacciatore lasciandosi sfuggire la rete dalle mani. - Grazie amica mia!-esclamò la colomba prendendo il volo.

19. Riscrivere il testo in rima alternata. Una formica caduta in un ruscello, sarebbe stata trascinata via ma una colomba le tirò un ramoscello a cui lei s’aggrappò con maestria

Di lì a poco un cacciatore astuto nella sua rete la colomba catturò: tutto le sembrava ormai perduto quando un aiuto insperato arrivò. Fortuna volle che la formica si trovasse a passar di là e pronta aiutò l’amica che si trovava in difficoltà Si avvicinò al cacciatore e una gamba gli morsicò. Più per stupore che per dolore, l’uomo la rete così lasciò. La colomba approfittò dell’occasione: aprì le ali e via se ne volò aveva compiuto una buona azione e il bene fatto indietro le tornò

20. Estrapolare i vocaboli utilizzati nelle varie riscritture per costruire campi semantici:

3.Coesione/nessi logici Tipo di carenza su cui si intende intervenire Difficoltà nel cogliere i legami di coesione, la loro diversa tipologia. Descrizione dell’attività

Si parte da un testo semplice, con legami coesivi di vario tipo. Si evidenziano i legami coesivi attraverso frecce, simboli, colori Si fissa un tema. Si invitano gli studenti a scrivere un testo sul tema utilizzando gli

stessi legami coesivi nello stesso ordine. Commento Si può ovviamente procedere per gradi, utilizzando solo una parte dei legami individuati o lasciando libertà nella disposizione. Si può procedere per gruppi, confrontando i vari temi attraverso l’uso di un proiettore e uno schermo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Tipo di carenza su cui s i intende intervenire Difficoltà nell’individuare le azioni princ ipali dei personaggi per sintetizzare il testo

Desc rizione dell’attività

Leggere il tes to Individuare i personaggi Individuare le azioni relative ad ogni personaggio Riformulare le azioni svolte dal personaggio usando il modo indicativo senza alterare il s ignificato

(es . …i cassetti rovesciati, l’armadio preso d’assalto… diventa: Margherita rovescia i cassetti e prende d’assalto l’armadio..)

Testi utilizzati Per la scuola primaria: “Margherita aveva un gatto”, N . C osta Cara Rachel…caro Denis , A . Nanetti Commento L’attività si può svolgere a più livelli: individualmente ricercare e riordinare le azioni del protagonista; per piccoli gruppi individuare i diversi personaggi e le rispettive azioni; per piccoli gruppi esplicitare e sc rivere le azioni implic ite in ordine c ronologico

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Titolo dell’attività Completa il racconto con la parte mancante Tipo di carenza su cui si intende intervenire Potenziare la capacità di scoprire i legami tra le parole, le informazioni, le idee Descrizione dell’attività L’attività si riferisce ad alunni della scuola primaria (classe 3^).

Dopo la lettura attenta e silenziosa dei testi, incompleti della parte o iniziale, o centrale, o finale,

viene data la consegna di completarli, scegliendo tra tre opzioni. Infine si ricopia la parte mancante

e si rilegge l’intero brano. Si può procedere con una discussione collettiva.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Titolo dell’attività Cloze Tipo di carenza su cui si intende intervenire Difficoltà nel cogliere il senso globale e i nessi logici del testo Descrizione dell’attività L’attività si svolge in momenti successivi che si differenziano per la somministrazione di cloze di diverso tipo e per la difficoltà crescente degli esercizi che vengono sottoposti ai ragazzi:

In un primo momento le parole mancanti possono essere semplicemente incomplete e all’alunno viene chiesta maggiore attenzione verso le concordanze (nome-aggettivo; soggetto-verbo; ecc) e verso la coerenza temporale

Successivamente, si possono eliminare i connettivi (temporali o causali) dal testo, ma lasciandoli elencati in modo disordinato alla fine del brano

Infine, ed è l’esercizio più difficile, i connettivi eliminati devono essere individuati autonomamente dall’alunno

Commento La maggiore difficoltà consiste nel calibrare le difficoltà in modo che siano graduali e non sproporzionate rispetto alle capacità di astrazione degli alunni. L’aspetto positivo è che questo tipo di esercizio richiede necessariamente una comprensione globale del testo ed abitua a riconoscere i nessi logici presenti nel brano. Lella coesione-coerenza

4.Inferenze Titolo dell’attività I pensieri segreti Tipo di carenza su cui si intende intervenire Difficoltà nel fare inferenze testuali Descrizione dell’attività

Per questa attività è fondamentale trovare dei testi in cui un personaggio principale tiene la scena in modo predominante, mentre i personaggi secondari sono delineati soltanto attraverso le informazioni che ne dà il protagonista

Si legge il testo coinvolgendo tutta la classe, una prima volta Poi gli alunni sono invitati a rileggere individualmente e silenziosamente e a sottolineare

tutte le informazioni che riguardano un personaggio secondario A questo punto, guidato dagli studenti, l’insegnante costruisce un identikit del personaggio

scelto Infine, sulla base delle informazioni raccolte, gli alunni devono scrivere un testo (una

lettera o una pagina di diario) che riveli i pensieri “segreti” del co-protagonista Commento L’attività richiede attenzione, precisione e la capacità di rendere esplicite informazioni che forse sono presenti in forma implicita. Se la raccolta dei dati è puntuale, diventa più facile scrivere il testo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Titolo dell’attività Capire le cose non dette Tipo di carenza su cui si intende intervenire Potenziare la capacità di fare inferenze lessicali e semantiche Descrizione dell’attività Le attività si riferiscono ad una classe 3^ primaria e si avvalgono pertanto anche dell’ausilio di

immagini, per facilitarne la comprensione e per renderle più giocose. La lettura è silenziosa e

individuale ed è seguita da una parte operativa che consiste nel rispondere ad un questionario con

risposte a scelta multipla.

Infine, si apre una discussione in classe sulle scelte effettuate. Ciascuno potrà spiegare la

motivazione della scelta effettuata.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

5. Reperire informazioni Titolo dell’attività TITOLI SBAGLIATI Tipo di carenza su cui si intende intervenire Scarsa propensione a riflettere sul testo nella sua globalità, difficoltà nel cogliere le informazioni rilevanti in rapporto al tema dominante. Descrizione dell’attività Lo stesso testo viene sottoposto ad alcuni gruppi di studenti Il testo avrà un titolo diverso per ogni gruppo e dovrà cogliere solo un a

parte delle informazioni contenute. Dovrà essere sbagliato, ma in qualche modo plausibile.

Essi dovranno ricavare le informazioni pertinenti rispetto al titolo ricevuto e proporre un titolo alternativo.

L’insegnante controlla la pertinenza delle informazioni ricavate da ogni gruppo

Si apre una discussione plenaria per arrivare a confutare i titoli sbagliati e a scegliere il titolo migliore.

Testi utilizzabili Articoli di giornale a carattere informativo o argomentativo, parti di manuali scolastici. Commento L’attività si può articolare in varie fasi, lasciando tempo per una riflessione domestica. È bene che gli studenti per una certa fase del lavoro non conoscano il trucco del titolo sbagliato e discutano tra loro sulla incongruenza titolo/testo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Titolo dell’attività Il pelo nell’uovo Tipo di carenza su cui si intende intervenire Scarsa propensione alla rilettura del testo. Descrizione dell’attività

- Per prima cosa, trovare un brano ricco di particolari e abbastanza elaborato nel linguaggio. - Dividere la classe a gruppi non molto numerosi (5/6 alunni per gruppo) e stabilire che ad

ogni livello di difficoltà si cambierà il referente (cioè colui che risponde). - Distribuire il testo a tutti e farlo leggere una sola volta. - Porre un primo giro di domande generali e segnare il punteggio. - Far rileggere il brano. - Aumentare la difficoltà (domande più dettagliate) e segnare il punteggio. - Far rileggere il brano una terza volta. - Questa volta, porre domande molto particolareggiate, una ad ogni membro della squadra. - Vince la squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti

Commento Attività di facile realizzazione, anche se le domande devono essere ben preparate in anticipo. Inoltre è necessario fare in modo che tutti i membri del gruppo collaborino e rileggano (per questo, ho aggiunto la regola della domanda individuale finale).

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Titolo dell’attività Smontare un testo Tipo di carenza su cui si intende intervenire Cogliere il tema e il senso globale del testo Descrizione dell’attività

- Lettura del testo attiva: lo studente è invitato a sottolineare le parti rilevanti e a cerchiare le parole chiave.

- Individuazione delle sequenze durante la lettura, seguendo varie modalità. Ad esempio: - il docente guida gli alunni al riconoscimento delle sequenze variando il lettore ad ogni cambio di sequenza ed evidenziando l’ inizio e la fine di ogni sequenza - il testo viene letto integralmente e a gruppi o individualmente lo si suddivide in sequenze

- Assegnazione di un microtitolo (sintetico, ma efficace) ad ognuna di esse. Se la sequenza individuata si presenta molto articolata, si può smontare in micro sequenze, sempre titolando le parti individuate.

- Elaborazione di una mappa concettuale che riorganizzi i microtitoli

Commento La maggior parte degli studenti fatica ad individuare in modo autonomo le sequenze mentre, una volta riconosciute, l’operazione di assegnare un titolo risulta piuttosto semplice. La difficoltà maggiormente riscontrata è quella di suddividere una macrosequenza in microsequenze poiché una più ampia articolazione del testo può risultare diffic ilmente “smontabile”

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Titolo dell'attività Il protagonista è...

Tipo di carenza su cui si intende intervenire Difficoltà nel reperire informazioni semplici

Descrizione dell'attività Premessa fondamentale: scegliere un brano in cui il protagonista non sia già “etichettato”, ma ricco di

azioni, descrizioni, informazioni che ci guidino a definire con aggettivi ( v. arricchimento lessicale) il personaggio stesso.

Lettura espressiva dell'insegnante Spiegazione dei 3 livelli di consegna:

a. dati 4 – 5 aggettivi, sottolineare nel testo con colori diversi nel testo le espressioni da

abbinare

b. dati 10 aggettivi, scegliere i 5 attinenti al personaggio e sottolineare nel testo con colori

diversi le espressioni da abbinare

c. in base alle informazioni ricavate dal testo, caratterizzare il protagonista con 4 aggettivi.

Attività di recupero

Presentare un nuovo testo, con espressioni sottolineate e una serie di aggettivi da abbinare.

Testo utilizzato Anni ponte: 5^ Primaria – 1^ Secondaria di 1° grado

Joseph Roth, L'ambizioso

Commento Nell'ottica di un curricolo verticale, l'attività suggerita è concretamente spendibile nelle classi degli anni ponte.

L'attività mira ad abituare i ragazzi ad una ricerca minuziosa e sistematica di informazioni all'interno del testo.

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Titolo dell'attività Vero o falso? Perché...

Tipo di carenza su cui si intende intervenire Difficoltà nel reperire informazioni semplici

Descrizione dell'attività Premessa: scegliere un brano all'interno delle seguenti tipologie: descrittivo, narrativo, informativo Lettura espressiva dell'insegnante Spiegazione della consegna:

a. data una serie di affermazioni, dire se sono V o F

b. motivare sempre la risposta citando le espressioni del testo

Attività di recupero

Sottoporre un testo della stessa tipologia, ma più breve e/o semplice, con la stessa consegna

Testo utilizzato Anni ponte: 5^ Primaria – 1^ Secondaria di 1° grado

C. Nostlinger, Ritratti (da “Furto a scuola”)

6. Genere e scopo del testo TESTO NARRATIVO – narrazione, racconto di una vicenda, una storia, un fatto (vero, verosimile, inventato ) in cui si riconoscono degli avvenimenti ordinati tra loro e collegabili. Può essere realistico o fantastico. FAVOLA – Narra avvenimenti fantastici in cui agiscono personaggi magici

RACCONTO FANTASTICO – narrazione in cui accadono fatti possibili solo nella fantasia, in cui, nella realtà di tutti i giorni, accadono cose incredibili

FIABA – Ha per protagonisti animali parlanti e ci trasmette una morale

RACCONTO DI FANTASCIENZA – ambientato nel futuro, unisce elementi di fantasia a elementi scientifici; i protagonisti possono essere terrestri, extraterrestri, androidi...

RACCONTO STORICO – narra fatti realmente accaduti oppure avvenimenti immaginari basati su un fondo di verità storica. Permette di tornare indietro nel tempo con la fantasia, in precise epoche storiche, perciò è necessario distinguere ciò che è reale da ciò che è frutto dell’ immaginazione

RACCONTO FANTASY – ambientato in mondi non reali, abitati da personaggi fantastici come orchi, maghi ( Harry Potter...), in cui le forze sovrannaturali del male complottano per sottomettere il bene

BIOGRAFIA – descrive la vita e le opere di una persona che merita di essere ricordata

RACCONTO GIALLO e DEL MISTERO – intreccio avventuroso che coinvolge e appassiona il lettore sempre in attesa di sapere cosa accadrà durante lo svolgimento della trama

RACCONTI DI MEMORIA – vicende narrate in prima persona che raccontano i ricordi legati all’ autore relativi a periodi storici particolari (guerra...)

RACCONTO DEL TERRORE O DI PAURA – ha caratteristiche precise: i personaggi sono mostri, fantasmi, vampiri, scheletri... ,i luoghi incutono terrore, è quasi sempre buio

RACCONTI POPOLARI – in passato venivano raccontate a voce nelle piazze da un cantastorie o attorno al fuoco nelle aie o nelle stalle, parlano di persone comuni

RACCONTO D’ AVVENTURA - tratta di vicende o imprese insolite e rischiose, generalmente con un lieto fine

RACCONTO MITOLOGICO – il mito è un racconto fantastico che riguarda l’ origine del mondo, dell’uomo o di fenomeni naturali

RACCONTO UMORISTICO – vuole provocare nel lettore buon umore e divertimento

LEGGENDA – elaborata dagli uomini per spiegare in modo fantastico l’origine, le caratteristiche o il nome di animali, piante, paesi o elementi geografici reali

RACCONTO EPICO – narra e celebra le imprese di eroi e popoli del passato, leggendari o realmente esistiti; è scritto in versi

TESTO INFORMATIVO – serve a trasmettere dati, informazioni, notizie su un argomento attraverso una spiegazione ampia e completa ( enciclopedia, giornale, internet..)

ARTICOLO DI GIORNALE – scritto su un giornale o una rivista riguardo a un argomento

INTERVISTA – colloquio sottoforma di discorso diretto in cui si risponde a domande. Serve per conoscere direttamente un personaggio particolare e sapere su di lui qualcosa di più preciso

CRONACA – giornalistica o personale, informa circa un fatto o una serie di fatti o vicende realmente accaduti che si susseguono nel tempo

RELAZIONE – esposizione precisa di un’ esperienza: l’ argomento è sempre specifico ed è indicato dal titolo

GUIDA TURISTICA – dà informazioni sui luoghi da visitare, sono presenti fotografie die particolari più significativi

TESTO DESCRITTIVO – presenta a parole come è fatta una persona, un animale, un oggetto, un luogo, un tempo, un’ azione

TESTO REGOLATIVO – fornisce delle regole da seguire

TESTO ESPOSITIVO – descrive la realtà nel modo più esatto possibile, fornisce dati, informazioni,spiegazioni su un argomento specifico, storico, geografico, scientifico...

TESTO ARGOMENTATIVO – serve a sostenere e motivare con argomenti validi le proprie idee, giudizi, opinioni, riflettendo su problemi piccoli e grandi

TESTO TEATRALE – scritto e pensato per essere rappresentato sulla scena da attori che interpretano dei personaggi, è scritto sottoforma di dialoghi

TESTO POETICO – modo originale, creativo e personale di esprimere pensieri, sentimenti, emoziono, realtà e fantasia ( poesie, filastrocche...)

TESTO MULTIMEDIALE – lavoro in cui collaborano vari linguaggi: visivo, verbale, mimico-gestuale, musicale...( film....)

TESTO PRAGMATICO – testo breve, con uno scopo pratico e immediato ( locandina, avvisi, volantini, bandi di concorso...)

TESTO ESPRESSIVO-PERSONALE – serve a comunicare i propri pensieri, le proprie emozioni

AUTOBIOGRAFIA – scritto in prima persona, è un testo in cui una persona narra la propria vita, ricordando ciò che è accaduto nel suo passato

DIARIO – scritto in prima persona per sfogarsi, ricordare, esprimere sensazioni e sentimenti, raccontare esperienze di viaggio; comincia sempre con la data

LETTERA – testo per comunicare a distanza, per informare, invitare, raccontare, fare una richiesta

SCHEMA riassuntivo VARI TIPI DI TESTO Leggi lo schema

TESTO LINGUISTICO

SERVE per……….

LO TROVI ………….

TESTO NARRATIVO Raccontare fatti che accadono nel tempo

Fiabe, favole, romanzi, racconti, leggenda

TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO

Dare informazioni-notizie su un argomento

Articoli di giornale (cronaca), libri scolastici

TESTO ESPRESSIVO-PERSONALE

Comunicare i propri pensieri, le proprie emozioni

Lettera, pagina di diario, canzone, autobiografia

TESTO DESCRITTIVO Descrivere animali, persone, cose, ambienti, sentimenti

Guide turistiche, libri, avvis i, comunicati, cronache

TESTO REGOLATIVO Dare regole da seguire e istruzioni per l’uso

Istruzioni allegate, regole di comportamento, regolamenti vari, ricette, le Leggi, la Costituzione, la Bibbia, il Corano

TESTO POETICO Trasmettere pensieri e sentimenti attraverso il suono e il ritmo delle parole

Poesie, filastrocche, canzoni

CHE TIPO DI TESTO E’?

Completa lo schema SERVE per………..

LO TROVI………..

TESTO

LINGUISTICO

Dare informazioni-notizie su un argomento

Articoli di giornale (cronaca), libri scolastici

TESTO ……………………………..

Comunicare i propri pensieri, le proprie emozioni

Lettera, pagina di diario, canzone

TESTO ……………………………..

Descrivere animali, persone, cose, ambienti, sentimenti

Guide turistiche, libri, avvisi, comunicati, cronache

TESTO ……………………………..

Dare regole da seguire e istruzioni per l’uso

Istruzioni allegate, regole di comportamento, regolamenti vari, ricette

TESTO ……………………………..

Trasmettere pensieri e sentimenti attraverso il suono e il ritmo delle parole

Poesie, filastrocche, canzoni

TESTO ……………………………..

Raccontare fatti che accadono nel tempo

Fiabe, favole, romanzi, racconti, leggende

TESTO …………………………….

Collega con una linea

SERVE PER …

LO TROVI IN …

TESTO ESPRESSIVO-PERSONALE

Dare informazioni-notizie su un argomento

Articoli di giornale (cronaca), libri scolastici

TESTO INFORMATIVO-ESPOSITIVO

Comunicare i propri pensieri, le proprie emozioni

Lettera, pagina di diario, canzone

TESTO POETICO Descrivere animali,

persone, cose, ambienti, sentimenti

Guide turistiche, libri, avvis i, comunicati, cronache

TESTO NARRATIVO Dare regole da seguire

e istruzioni per l’uso

Istruzioni allegate, regole di comportamento, regolamenti vari, ricette

TESTO DESCRITTIVO

Trasmettere pensieri e sentimenti attraverso il suono e il ritmo delle parole

Poesie, filastrocche, canzoni

TESTO REGOLATIVO Raccontare fatti che accadono nel tempo

Fiabe, favole, romanzi, racconti, leggende

Leggi il seguente brano e individua a quale categoria testuale appartiene e sottolinealo, poi dai un ti tolo.

................................................................................................................................................. Naron, dell'antichissima razza di Rigel, era il quarto della sua stirpe a tenere i registri galattici. Aveva il libro grande, con l'elenco delle innumerevoli razze di tutte le galassie che avevano sv iluppato una forma di intelligenza e quello, notevolmente più piccolo, nel quale erano registrate tutte le razze che, raggiungendo la maturità, venivano giudicate adatte a far parte della Federazione Galattica. Naron, grande e incredibilmente vecchio, guardò il messaggero che si stava avvicinando. - Naron! - disse il messaggero - Immenso e Unico! - Va bene, va bene... Che cosa c'è? Lascia perdere il cerimoniale. - Un altro insieme di organismi ha raggiunto la maturità. - Benone! Chi sono? Il messaggero diede il numero di codice della galassia e le coordinate del pianeta al suo interno. - Uhm, sì - disse Naron - conosco quel mondo. E con la sua fluente scrittura prese nota sul primo libro, poi trasferì il nome sul secondo, servendosi, come di consueto, del nome con cui quel pianeta era conosciuto dalla maggior parte dei suoi abitanti. Scrisse: "Terra". - Queste nuove creature - disse poi - detengono un bel primato. Hanno scoperto in tempo brev issimo l'energia termonucleare, no? - Certamente, signore. - Benissimo: questo è il criterio di scelta - Naron ridacchiò soddisfatto - E molto presto le loro navi entreranno in contatto con la Federazione. - Per ora, Immenso e Unico - disse con una certa riluttanza il messaggero - gli osservatori riferiscono che non hanno ancora tentato le vie dello spazio. Naron era stupefatto. - Proprio per niente? Non hanno nemmeno una stazione spaziale? Ma se hanno scoperto l'energia atomica, dove eseguono le loro prove, le esplosioni sperimentali? - Sul loro pianeta, signore. Naron si drizzò in tutti i suoi sei metri di altezza e tuonò: - Sul loro pianeta? Lentamente prese la penna e tracciò una linea sull'ultima aggiunta del libro piccolo. Era un atto senza precedenti, ma Naron era molto, molto saggio e poteva vedere l'inev itabile meglio di chiunque nelle galassie. - Razza di deficienti! - borbottò.

Da I. Asimov, in Urania n. 699, A. Mondadori Il racconto di fantascienza L'autobiografia Il mito Il racconto narrativo La descrizione Il testo poetico Il racconto fantasy Il racconto d’avventura Il testo teatrale Intervista

L'articolo di giornale Il racconto umoristico Il racconto del mistero Il racconto giallo Il racconto di paura Il testo regolativo Il testo espositivo La lettera La cronaca Il testo argomentativo

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................................................................................................................................................. Buenos Aires, 4 luglio 1932 Clara carissima, niente di nuovo: continuo regolarmente lavorando, ho sempre troppo da fare per tenere al corrente la corrispondenza. Ti prego di ricordarmi a tutti e di giustificare il mio necessario silenzio. Sto lottando - anche se contro la grave nostalgia: per fortuna non mi manca ancora il coraggio. Il clima è abbastanza clemente, sebbene umido: fino ad ora si può fare quasi a meno del riscaldamento. In casa ho comprato una stufetta a petrolio, che fa più odore che calore. In ufficio c'è ogni comfort. Speriamo che la tua salute possa consolidarsi e che il soggiorno sul lago (sebbene non sia il più adatto) possa giovarti. In ogni modo, non trascurare le cure, Lalla carissima. Dammi notizie tue e della Mamma, unico conforto nella solitudine. Un abbraccio affettuosissimo dal tuo Llotti e mille baci.

Da C.E. Gadda, Lettere alla sorella, Archinto

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................................................................................................................................................. Sono nata il 9 gennaio 1908, alle quattro del mattino, in una stanza dai mobili laccati di bianco che dava sul boulevard Raspail. Mio padre aveva trent'anni, mia madre ventuno, e io ero la loro primogenita. Volto una pagina dell'album di famiglia: la mamma tiene in braccio un neonato che non sono io; io porto una gonna pieghettata ed un berretto, ho due anni e mezzo, e mia sorella è appena nata. A quanto pare io ne fui gelosa, ma per poco. Per quanto lontano riesco a spingere la memoria, ero fiera di essere la più grande: la primogenita. Dei miei primi anni non ritrovo che un'impressione confusa: qualcosa di rosso e di nero e di caldo. L'appartamento era rosso, rossa la moquette e il broccato che mascherava le porte a vetri. Il rosso mi feriva gli occhi. La sicurezza quotidiana la dovevo a Luise: era lei che mi vestiva al mattino, mi spogliava alla sera e dormiva con me, nella stessa stanza. Giovane, senza bellezza, senza mistero, poiché ella non esisteva se non per vegliare su mia sorella e su me. Mia madre, più lontana e capricciosa, m'ispirava sentimenti amorosi: m'installavo sulle sue ginocchia, coprivo di baci la sua pelle di giovane donna. Quando era arrabbiata mi faceva gli "occhiacci", ne avevo un gran timore perché avevo bisogno del suo sorriso. Quanto a mio padre lo vedevo poco. Usciva tutte le mattine per andare al Palais, portando sotto braccio una cartella di cose intoccabili che si chiamavano dossier. Non aveva né barba né baffi, i suoi occhi erano azzurri e allegri. Mi divertiva, ed ero contenta quando s'occupava di me; ma nella mia vita non aveva una parte ben definita.

adatt. da S. de Beauvoir, Memorie d'una ragazza per bene

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................................................................................................................................................. Anton e Ben avevano scoperto sotto lo specchio d'acqua che rifletteva il cielo del porto, un mondo del tutto nuovo. Intrapresero così la sua esplorazione: non uccidevano le creature marine, ma nacque in loro il gusto di osservarle. Fu così che cominciarono a vedere le cose più strane e meravigliose. Una volta videro un grosso polpo che catturava un granchio dopo averlo stanato. Su e giù, qua e là, correva il granchio, tentando di schivare l'assassino dalle otto braccia e raggiungere di nuovo la sicurezza della sua buca. E c'erano i curiosi pesciolini striati che al loro apparire sui cumuli di roccia franata e tappezzata di alghe scattavano subito a rifugiarsi nelle fessure e un attimo dopo si sporgevano in fuori a osservarli con prudenza e curiosità. Mentre esploravano uno di questi scogli sommersi, Anton fece una scoperta inattesa: da una piccola caverna vide uscire due lunghi oggetti mezzo nascosti. Si avvicinò alla caverna, separò le alghe e si trovò faccia a faccia con una grossa aragosta. Non somigliava per niente a quelle dei negozi, era di un altro colore, di un bel verde smagliante macchiettato di verde più scuro e di bruno ed era viva! All'apparire della faccia mascherata di Anton, l'aragosta si era prontamente ritratta cominciando a roteare tutt'attorno due occhi molto nervosi e sporgenti. Poi, siccome un pesciolino aveva avuto l'ardire di passarle proprio sotto il naso, Anton l'aveva vista ritrarre le antenne nella testa e scuoterle irritatissima. Dopo un attimo l'aragosta avanzava di nuovo le sue antenne verso la faccia di Anton e tastava prudentemente l'acqua intorno a lui, movendole qua e là come se chiedesse all'acqua che tipo era questo nuovo visitatore. Anton restava immobile, affascinato. Alla lunga, però dovette muoversi: il sangue gli batteva dolorosamente alle tempie e l'aria gli premeva il petto per uscire. Con un paio di colpi di pinne salì in superficie, ma non emerse, accontentandosi di galleggiare e respirare fermo sul posto attraverso il tubo del boccaglio: non voleva perdere di vista la caverna dell'aragosta.

Da L.H. Evers, I ragazzi della banda Raketty, Bom piani

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Nel colmo della notte, a volte, accade che si risvegli, come un bimbo, il vento.

Solo, pian piano, v ien per il sentiero, penetra nel villaggio addormentato.

Striscia guardingo, sino alla fontana,

poi si sofferma, tacito, in ascolto.

Pallide stan tutte le case, intorno; tutte le querce, mute.

Da R.M.Rilke, Poesie, Guanda

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................................................................................................................................................. Gino era sempre stato un grande pescatore, ma da un po' di tempo non sembrava più lui. La mattina presto andava al fiume a spiare i pesci. Li osservava a pelo d'acqua, infilava addirittura la testa sotto. E continuava a riempire taccuini e taccuini di strani geroglifici. Fu visto addirittura nel laghetto dei giardinetti, a contemplare i pesci rossi. E mai, dico mai, con una canna in mano. GINO RACCONTA... Ho fatto un sogno. Stavo pescando al Lago Settetrote, quando dall'acqua è uscito un grande pesce che mi ha detto: - è tanti anni che cerchi di pescarci e noi cerchiamo di sfuggirti. Non hai nessuna curiosità? Non vuoi saperne di più su di noi? Ciò detto, scomparve in acqua. Da quella notte non feci che riflettere sulle parole del sogno. Chissà quali misteri, quali segreti erano nascosti sotto il pelo dell'acqua, e io non li avevo mai indagati! Decisi, così che avrei imparato il linguaggio dei pesci e che sarei entrato nel loro mondo. L'inizio fu difficile. Tutti sapete che i pesci sono muti. Come comunicano allora? Coi movimenti della coda? Movendo il corpo così da creare riflessi con le scaglie? Con gli ultrasuoni, come i mammiferi marini? Tutto l'inverno li spiai, li esaminai, finché ebbi l'illuminazione: le bolle! Sì, le bolle. Notai che quando due pesci si incontrano, si scambiano combinazioni di bolle. Tre piccole e una grande, tre veloci e una lenta. Quando un pesce incontra un pesce più grande di lui, fa sempre due grandi bolle di paura. E cinque bolle? Ebbene significa "pescatore" ed è il messaggio che la carpa lancia ai suoi simili quando c'è qualcuno di noi in giro. ... Ma voi mi credete o no?

Da Stefano Benni, Bar sport 2000, Feltrinelli

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................................................................................................................................................. Non si deve mai mettere il pesce rosso nella boccia: per la sua forma non favorisce l'ossigenazione dell'acqua; inoltre costringe il pesce a nuotare sempre in tondo: lo scheletro del pesce si deforma. Si può utilizzare una vaschetta di plastica rettangolare che è più pratica per il pesce, più semplice da pulire, più robusta. Non si deve assolutamente usare il pane come mangime: è dannoso per il pesce. È meglio utilizzare l'apposito mangime in scaglie o in granulato, studiato appositamente per questi pesci. Non si deve effettuare mai il cambio completo dell'acqua, magari lasciando il pesce nel recipiente. È meglio cambiare solo metà acqua nella vaschetta. Bisogna aggiungere acqua conservata per alcune ore in un altro recipiente (questo permetterà al cloro di abbandonare l'acqua). Non si deve mai utilizzare acqua troppo fredda per evitare sbalzi di temperatura che ucciderebbero il pesce rosso.

Da "Notiziario dell'Associazione bresciana acquariofili"

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Da "Notiziario dell'Associazione bresciana acquariofili"

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................................................................................................................................................. Il bradipo è l'animale più lento della terra (altro che tartaruga!) e v ive allacciato agli alberi delle foreste pluv iali sudamericane che non abbandona mai. Ma che cosa ci fa un bradipo nei dintorni di Milano? Vive nell'oasi di Sant'Alessio in provincia di Pavia ed è la prima nascita in cattività di questa specie in Italia. Il piccolo è nato il 17 novembre e passa le giornate abbarbicato alla madre, nella serra che riproduce l'ambiente di origine, caldo e umidissimo, imparando quel che si deve fare: mangiare foglie e frutta, innanzitutto, muoversi di notte e difendersi col mimetismo dei nemici. Ora si cerca un nome per questo strano cucciolino e chi ha voglia e idee può lanciare proposte vie e-mail .

Da "La Repubblica", 26 novem bre 1999

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................................................................................................................................................. Mi scossi dal sonno inorridito; un gelido sudore mi copriva la fronte, i denti battevano fra di loro, tremavo convulsamente in tutto il corpo; poi all'incerto e giallastro chiarore della luna che filtrava dalle imposte, vidi lo sciagurato, il mostro miserabile che avevo creato. Sollevò le cortine del letto ed i suoi occhi, se posso usare questa espressione, si fissarono su di me. Aprì la bocca e mormorò alcuni suoni inarticolati, mentre una smorfia gli contraeva le guance. Passai una notte terribile. In alcuni momenti il mio polso batteva con tanta fretta e forza che sentivo palpitare ogni arteria del mio corpo; in altri mi accasciavo quasi in terra per il languore e la debolezza estrema. Giunse infine il mattino, umido e triste, e mostrò ai miei occhi affaticati la chiesa di Ingolstadt con il suo bianco campanile e l'orologio che segnava le sei. Il custode aprì i cancelli del cortile che era stato il mio rifugio nella notte, ed io lo percorsi con rapidi passi, quasi a fuggire il mostro che ad ogni angolo temevo si presentasse davanti a me. Il mio cuore era preda d'una paura innaturale ed io mi affrettavo con passi irregolari, senza osare guardarmi attorno.

Da M. Shelley, Frankenstein, Del Bosco Edizioni

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................................................................................................................................................. Comincerò la storia delle mie avventure da una certa mattina del mese di giugno dell'anno di grazia 1751, quando per l'ultima volta tolsi la chiave dalla porta della casa di mio padre. Il sole cominciava a brillare sulla cresta delle colline, mentre percorrevo la strada; quando giunsi al presbiterio, i merli cantavano tra i cespugli di lillà del giardino e la nebbia, che all'alba ovattava la valle, cominciava ad alzarsi e a dissolversi. Il signor Campbell, pastore di Essendean, mi aspettava al cancello del giardino: brav 'uomo! Mi chiese se avevano fatto colazione e, sentito che non avevo bisogno di nulla, mi prese la mano fra le sue e se la mise affettuosamente sotto il braccio. - Signor Campbell - balbettai - se foste nei miei panni, andreste? - Senza dubbio; andrei senza esitare. Spero che tu sia ben ricevuto, come ha prev isto il tuo povero padre, e che col tempo diventerai anche tu un personaggio importante. Insomma, figlio mio, in coscienza debbo incoraggiare questa partenza, ma anche metterti in guardia contro i pericoli del mondo.

Da R.L. Stevenson, Il ragazzo rapito, Feltrinelli

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................................................................................................................................................. La foresta pluviale, più nota come giungla, cresce nelle zone tropicali e subtropicali dove piove moltissimo e fa caldo: in Sud America, in Africa e in Asia sudorientale. Il paesaggio della foresta pluv iale è formato da una distesa quasi ininterrotta di alberi e costituisce un ecosistema complesso: un tratto di foresta di soli 1000 ettari può ospitare 750 specie di alberi, più di mille specie di piante minori, oltre a 400 specie di uccelli, 125 specie di mammiferi e 150 di farfalle. La varietà della vegetazione della giungla costituisce una grande ricchezza: migliaia di piante contengono sostanze che possono essere usate per preparare farmaci e medicamenti. Anche molte delle spezie più note usate in cucina si ricavano da alberi che provengono dalle foreste pluviali: ricordiamo lo zenzero, i chiodi di garofano, la cannella, la noce moscata e il pepe. Quasi tutta la gomma del mondo è ricavata dal lattice bianco ottenuto dalla corteccia degli alberi che originariamente provenivano dalla foresta dell'Amazzonia.

A. Wilkes, Il mio prim o libro dell'am biente, Fabbri

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................................................................................................................................................. Alle origini del mondo il Sole e la Luna camminavano insieme. Un giorno però litigarono. Il Sole disse: - Io sono più importante di te. Io voglio essere il capo, io voglio comandare: io sono il Signore della lotta. E la Luna rispose: - No! Il capo voglio essere io. Quando arrivi tu, subito c'è guerra e lite e cattiveria fra gli uomini. Io invece sono tranquilla, non faccio male a nessuno, porto pace e armonia. Devo comandare io! Quando comanderò io, tutte le cose dormiranno e riposeranno e, se qualcuno combinerà dei guai, nessuno lo vedrà e non nasceranno liti. Non riuscendo a mettersi d'accordo, andarono insieme dall'Essere Supremo. Egli infine stabilì: - Basta! Voi non starete più insieme. Il Sole comanderà di giorno e la Luna di notte.

R. Pettazzoni, Dal caos al Cosm o. Miti astrali, a cura di G. Filoram o, Utet

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................................................................................................................................................. All'inizio del tempo, Mbarè prese la sua zucca con la polvere magica per fare il mondo. Fece la terra con le erbe, i fiori, gli alberi e gli animali. Fece il cielo con il sole, la luna e tutte le stelle. Fece le donne e gli uomini, perché godessero di tutte quelle cose. Alla fine del lavoro si stropicciò le mani soddisfatto. Ma ecco uno stormo di uccelli giunse in volo e gli disse che non aveva fatto il mare.

A. Lavatelli, Quando la luna scelse la notte, Piccoli

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Come nacque il mare

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................................................................................................................................................. Una nave neozelandese destinata alla ricerca scientifica è rientrata in porto con una preda inconsueta: un calamaro gigante, lungo otto metri e pesante oltre una tonnellata. L'animale è stato pescato da una nave dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sull'acqua e l'atmosfera a circa cinquecento chilometri dalla costa. Sulla nave c'era un altro esemplare di calamaro, più piccolo del primo, di 4,8 metri di lunghezza. Una scienziata dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sull'acqua e l'atmosfera ha detto che i calamari giganti sono molto rari e che ancora si conosce poco sulla v ita e le abitudini di questi esseri viventi.

In: Famiglia Cristiana

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Nuova Zelanda: pescato un calamaro gigante

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Amo ascoltare l'antica canzone del mare;

mi siedo trasognata sulla spiaggia deserta, vedo danzare le onde

al ritmo frenetico del vento poi scendono div ise come note musicali.

Sul molo planano i gabbiani attendono

che il mare si plachi e torni trasparente

verde smeraldo a fare da specchio

al cielo dorato del tramonto.

P. Cam esasca, Fantasie in versi, Einaudi

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Mi siedo sulla spiaggia

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................................................................................................................................................. Piandinovello - Un gruppetto di giovanissime appartenenti al gruppo scouts Pistoia 3 vivono allegramente le loro vacanze percorrendo in lungo e in largo la foresta demaniale di Piandinovello-Abetone. Nonostante l'età di 15-16 anni il gruppo riesce a superare, pur con qualche sacrificio, i piccoli quotidiani inconvenienti e problemi che ogni giorno si presentano. Come quello capitato domenica scorsa quando l'errata lettura di una cartina le ha portate fuori rotta costringendole a sobbarcarsi una salita di circa un'ora al posto della prevista scesa a valle. Nulla di preoccupante poiché in questi tempi la foresta è assai frequentata dagli escursionisti. A toglierle dall'impaccio e a indicare il corretto percorso è stato l'intervento del professor S.C componente del "Gruppo Trekking Val Sestaione".

In: La Nazione, 2001

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Perse nel bosco

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................................................................................................................................................. Il Parco Nazionale del Circeo, in provincia di Latina, nel Lazio, comprende una serie di dune per oltre 28 chilometri, quattro laghi uniti da strisce di pantano e una foresta. COME SI ARRIVA Il parco dista da Roma circa cento chilometri: lo si può raggiungere lungo la via Appia; deviando per Latina, oppure percorrendo la Statale 148, la cosiddetta Mediana. Per ferrovia, si può arrivare fino a Latina. IL TEMPIO DI CIRCE È un'escursione raccomandabile, ma richiede buona resistenza per salire, a piedi, fino a 541 metri d'altezza; esistono, per raggiungere il picco, quattro sentieri, uno dei quali è stato aperto nel 1976 dal Club Alpino Italiano di Latina.

In: Bell'Italia, aprile 1991

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Il Parco del Circeo

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................................................................................................................................................. Sono proprio nato sfortunato! Ieri era già suonato mezzogiorno e non c'era nemmeno l'idea di mettersi a tavola. Non ne potevo più dalla fame. Ho preso tre panini, un grappolo d'uva, e mi sono avviato al fiume. Dopo mi sono messo a pescare e non pensavo che ad acchiappare i pesciolini, quando ho sentito dare uno strattone alla canna. Forse mi sarò spinto avanti un po' troppo perché... punfete! Sono cascato nell'acqua. Pare incredibile, ma in quel momento ho pensato: - Ecco, i miei genitori e le mie sorelle saranno finalmente contenti di non avermi più tra i piedi! Affondavo giù giù nell'acqua quando mi sono sentito tirare su da due braccia d'acciaio. Ho respirato a pieni polmoni l'aria fresca e, subito, ho domandato al barcaiolo se aveva pensato di mettere in salvo anche la mia canna. Non so perché la mamma abbia pianto tanto quando mi ha riportato a casa bagnato fradicio. Io stavo benissimo e glielo dicevo, ma le lacrime della mamma pareva non finissero mai!

Vam ba, Il giornalino di Gian Burrasca, De Agostini

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21 settembre

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................................................................................................................................................. La baleniera sfilava sicura tra due alte montagne di ghiaccio quando, con un rumore assordante di lamiere, la nave si arenò. Il terrore s'impossessò della ciurma. I marinai provarono a lanciare in acqua le lance di salvataggio, ma queste si andarono a posare su un pavimento di ghiaccio. Tutti si resero conto di essere finiti su un'unica immensa montagna galleggiante con due vette che sporgevano dall'acqua come le corna di un toro. La nave era andata ad incastrarsi al centro di un iceberg.

S. Bordiglioni, Il m ostro Mangiatutto, Elle

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Tra le montagne di ghiaccio

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................................................................................................................................................. Soltanto i nobili e i più importanti rappresentanti della Chiesa potevano spostarsi con la scorta armata. I più poveri, che non potevano permettersi questo lusso, si univano alle comitive e raccomandavano la propria vita a qualche santo. La categoria più bersagliata dai delinquenti era quella dei mercanti, costretti a muoversi con la borsa piena di denaro. Stanchi per le continue aggressioni inventarono un sistema per scoraggiare i banditi: una specie di assegno bancario. In questo modo ai ladri non rimaneva in mano che un pezzo di carta inutilizzabile. I pellegrini, in ogni caso, prima di lasciare la propria abitazione, sistemavano gli affari e facevano testamento. Dopo di che si incamminavano sulle strade che li avrebbero condotti ai principali luoghi di fede.

N. Maffei, Giubileo, Mondo Erre

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In viaggio tra molti pericoli

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................................................................................................................................................. Una giornata estiva è finita, il crepuscolo si diffonde. L'aria è piena del canto delicato e stridente della cavalletta verde. Le calde sere d'estate sono piene di v ita e una passeggiata tra i prati e i campi è un'esperienza particolare! Molti animali che durante il giorno hanno dormito nel loro nascondiglio, al calare del sole si svegliano. Annusando e sbuffando, il riccio perlustra la fitta vegetazione. Il suo buon fiuto gli rivela dove trovare cibo: lumache, rane, insetti e molto altro. I lombrichi escono dal terreno ed ecco che la rana ne ha appena acchiappato uno. Guardando attentamente si possono scoprire le farfalle e i piccoli bruchi, la cavalletta dei campi, la cimice dei prati, la forbicina. Si trovano anche dei fiori che sono sbocciati di recente. Spesso la vegetazione è alta, perché siamo vicini al tempo in cui i prati verranno di nuovo falciati per la seconda raccolta del fieno.

I. Lucht, Le stagioni del prato, Emme

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Sera d'estate

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................................................................................................................................................. Armstrong: - Non ho molto da dire sulla prima passeggiata sulla Luna, anche perché per me i momenti più difficili sono stati l'avvicinamento e l'allunaggio a bordo del modulo Lem. Io sono e rimango un pilota e ai piloti piace poco camminare, la loro passione è il volo, la guida di macchine complesse, come quelle che la NASA mise a nostra disposizione. Collins: - Mi chiedono sempre se la mia vita è segnata dal fatto di essere giunto sulla Luna, ma di non averne toccato il suolo. La risposta è no, sono perfettamente sereno e in pace con me stesso, felice del ruolo che ho avuto. Sono diverso, perché ho potuto guardare con i miei occhi l'infinita immobilità del cosmo.

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L'uomo sulla luna