Puglisi e Belluomo ANNO SCOLASTICO 1999-00 DOCENTI: Concetta Mangiameli Angelo Guarrera Alunni:

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Puglisi e Belluomo

ANNO SCOLASTICO 1999-00

DOCENTI: Concetta Mangiameli

Angelo GuarreraAlunni:

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• La leggenda sull’ origine del nome SI CI LI A• La leggenda dello STROMBOLI• La leggenda di COLAPESCE• Le leggende sui CI CLOPI

• ACI e GALATEA • ULI SSE e POLI FEMO• La leggenda delle stagioni: CERERE e PROSERPI NA

Reale Rudi

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Sicilia era la figlia di un re, il cui regno si estendeva nel lontano oriente. Per sf uggire a un terribile malefi cio, i genitori la posero su un’ imbarcazione con viveri e acqua in abbondanza e le dissero di seguire sempre il cammino del sole finché f osse giunta ad un’ isola con un monte diverso da tutti: coperto di neve f uori, pieno di f uoco dentro. I n quella terra sarebbe finito l’incantesimo mortale. La f anciulla navigò per mesi e mesi e dopo un anno giunse ad una terra sulla quale fi ammeggiava un f uoco: era la cima di un grande vulcano coperto di neve. Scese dall’ imbarcazione, girò per la bellissima pianura sola e spaurita fin quando incontrò un giovane pastore. I due si innamorarono e si sposarono. Quella terra incantata prese il nome della principessa e si chiamò Sicilia.

Reale Rudi

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By Siragusa Martina

Narra la leggenda che lo Stromboli sia un vulcano nato in pieno mare per inghiottire il diavolo tentatore di Sant’ Elia. Il diavolo aveva messo alla prova Elia: prima sotto le sembianze di una bella fanciulla, poi di un vecchio carico di monete e di ricchezze d’ogni genere. Ogni volta Elia riconosceva la tentazione di Satana e si metteva a pregare, togliendo ogni potere al diavolo.La terra accorse in aiuto del santo e cominciò a bollire come lava incandescente, il diavolo per evitarla si tuffò nel mare, che al suo contatto si ritrasse. Nello stesso tempo con un enorme boato, dal mare emerse una terra nera a forma di cono dal quale usciva lava. Era nato il vulcano Stromboli.

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A Messina viveva un ragazzo di nome Cola, diminutivo di Nicola, che passava intere giornate a mare con i pesci. La madre finì per lanciargli una maledizione: “ Che tu possa diventare un pesce”, e così fu: le dita e le mani di Nicola divennero come quelle delle anatre e la pelle squamosa, così che tutti lo soprannominarono Colapesce.Una volta il re volle sapere su quali basi poggiasse il suo regno e mandò Colapesce a controllare. Appena risalì dal mare, Colapesce raccontò che la Sicilia poggiava su tre colonne: la prima era ben salda, la seconda già rotta e la terza stava per rompersi… Poi raccontò di mostri spaventosi, grandi caverne e un fuoco sempre acceso sotto il mare. Grande fu la disperazione generale, tanto che Colapesce decise di sacrificarsi e tornò sotto il mare a sostituire la seconda colonna e ridare in parte stabilità all’isola e serenità ai siciliani.

Dario Trovato

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I Ciclopi erano, secondo la

mitologia classica, esseri mostruosi

con un solo occhio.

Probabilmente rappresentano una

interpretazione della f antasia

popolare dei crateri dell’Etna o una

spiegazione scientifi ca della

presenza dei crani di elef anti nani,

in cui il buco della proboscide viene

interpretato come cavità oculare.Gas mito e Bellavia

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Ulisse, eroe greco, entra con i suoi compagni nella caverna di Polifemo e ne attende il ritorno, sperando nella sua ospitalità.Ma il Ciclope non mostra alcuna pietà e divora, giorno dopo giorno, i compagni di Ulisse.L’astuto eroe prepara la trappola: ubriaca il Ciclope e ne acceca l’ unico occhio, in modo che Polifemo possa spostare l’enorme macigno posto all’apertura della caverna e lasciare passare i prigionieri nascosti in mezzo al gregge.Finalmente salvi, Ulisse non rinuncia a schernire il Ciclope facendosi riconoscere. Allora Polifemo scaglia enormi massi sperando di colpire le navi di Ulisse ma, ormai cieco, sbaglia il bersaglio e i macigni rimangono conficcati lungo il litorale di Acitrezza, chiamato oggi la “Riviera dei Ciclopi” con i suggestivi faraglioni.

Strazzulla Giovanni

Monteleone Emanuele

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Questa leggende ci racconta che il ciclope Polifemo era innamorato della bellissima ninfa marina Galatea . Ma la ninfa non lo ricambiava perché innamorata di Aci, giovane pastore figlio di Fauno, che pascolava le sue pecore alle falde dell’Etna.Un giorno Polifemo vide Aci che baciava Galatea e, adirato, decise di vendicarsi lanciandogli un grande masso di lava che uccise il povero Aci. Galatea pianse sul corpo sfracellato di Aci. Gli dei ebbero pietà del suo dolore e trasformarono Aci in un fiume che sfociava nel mare dove si ricongiungeva con la ninfa amata.Dal nome di Aci nacquero molti centri della costa etnea: Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Acireale, ecc.  C.Lentini

C.Famulari

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Cerere, dea delle messi e dell’agricoltura, viveva con la figlia Proserpina, simbolo della primavera, nelle belle vallate alle pendici dell’ Etna. Il re degli Inferi, Plutone vide la bella Proserpina, se ne

innamorò e la rapì, portandola con sé nell’ oscura e tetra oltretomba, regno dei morti. Cerere si disperò a tal punto che fece inaridire tutte le

piante, provocando una tremenda carestia. Quando uomini e bestie cominciarono a morire, Giove decise di intervenire ordinando a Plutone di restituire

Proserpina alla madre. Plutone ubbidì ma prima fece mangiare a Proserpina alcuni chicchi di

melograno, simbolo della fedeltà coniugale, in modo che la giovane sentisse la nostalgia del marito e

ritornasse da lui.

Quando Proserpina ritorna sulla terra, fiori e piante rifioriscono e inizia la bella stagione “ a staciuni”. Tutto inaridisce quando Proserpina ritorna nell’ oltretomba e inizia l’ inverno. Romeo Fabrizio, Mirabella

Santi e Savia Antonio

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Ulisse fu uno dei principali eroi della guerra di Troia. La Guerra di Troia, secondo la leggenda, scoppiò perché Paride, figlio del re di Troia Priamo, rapì Elena, la moglie di Menelao, re di Sparta. Questi adirato convocò tutti i re della Grecia tra cui Agamennone, suo fratello re di Micene, Ulisse, re di Itaca e Achille, re dei Mirmidoni. Gli Achei con le loro navi arrivarono a Troia e dopo dieci anni di assedio Ulisse riusc ì, con i suoi uomini, a superare le mura e a incendiare la c ittà con lo stratagemma del cavallo di legno.Secondo la storia la guerra scoppiò per motivi commerciali: infatti la c ittà di Priamo si trovava sul promontorio dei Dardanelli, la punta che controllava lo stretto e metteva in comunicazione il Mar Mediterraneo con il Mar Nero. Ma la Grecia combattendo questa guerra perse molti uomini e si indebol ì a tal punto che dopo un paio di anni i Dori, popolazioni indoeuropee che abitavano la attuale J ugoslavia, conquistarono la Grecia.

Strazzulla Giov anniMonteleone Emanuele

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Territorio circondato da ogni parte dal mare.

L’isola più grande del Mediterraneo è la Sicilia,posta nella parte centro – occidentale.

Ha un clima mite:- lungo le costelungo le coste, temperato con inverni brevi edestati lunghe, calde e asciutte;-all’internoall’interno il clima diventa più caldo in estate e più f reddo in inverno.

Ga s mi to e Bel la vi a