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BARI

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BARI

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BARI - LA STRAORDINARIA STORIA URBANA

DELLA CITTÀ

Bari è caratterizzata da una sua straordinaria storia urbana. Il suo centro storico, situato su una penisola sul mare Adriatico, risale addirittura all’età del bronzo e la sua nascita è situata in epoca preromana. Il fatto singolare è che alla fine del 1700 gli abitatori di questo antichissimo centro decisero di costruire fuori le mura un nuovo borgo, visto che ormai l’antica cinta muraria non riusciva più a contenere l’aumento vertiginoso della popolazione.

Il problema si ripropose più volte finchè nel 1813, Gioacchino Murat, Vicerè del Regno delle due Sicilie, venuto da Napoli, pose la prima pietra del Borgo Murattiano che rapidamente iniziò ad espandersi fuori le mura del centro antico.

Nacque così una mirabile città ottocentesca. In questa città, per i regolamenti edilizi di allora, tutti i palazzi dovevano avere le medesime caratteristiche di facciata, di colore, di altezza e di numero di piani, compresi fra i due e i tre. L’impianto stradale era tipico della cultura urbanistica del tempo, a scacchiera (chessboard).

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CASTELLO SVEVO

Il Castello Normanno Svevo di Bari è la fortificazione simbolo di Bari, sede della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia.

Posto a difesa dell’ingresso principale alla città storica, a pochi passi dalla cattedrale.

Il castello è stato edificato dai Normanni nel XII secolo, distrutto nel 1156 e poi ricostruito per volere di Federico II tra il 1233 ed il 1240.

La centralità logistica, all’interno dell’assetto urbano del capoluogo pugliese, rende la struttura una delle più interessanti fortificazioni della regione, spettacolare testimonianza di costruzione medievale, con ampliamenti attribuibili ad epoche successive.

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CASTELLO SVEVO

Siamo abituati a chiamarlo "castello svevo" ma che in realtà è "un castello nel castello", un gioco di scatole cinesi in cui si integrano

le torri della difesa medievale e le mura della reggia rinascimentale, a loro volta incastrate e parte integrante di una città murata essa

stessa denominata castrum.

Sorto sui resti di strutture bizantine, il castello è il risultato di varie fasi edilizie, comprese fra XII e XVI secolo. Il nucleo originario, edificato

da Ruggero il Normanno nel 1131 e caratterizzato da impianto quadrangolare con torri quadrate agli spigoli, fra il 1233 e il

1240 fu oggetto di ristrutturazione da parte di Federico II di Svevia.

Fra il 1501 e il 1549 Isabella d'Aragona e la figlia Bona Sforza, duchesse di Bari, stabilirono nel castello una raffinata

corte rinascimentale e, per adeguarlo all'introduzione delle armi da fuoco, lo fortificarono con una cinta bastionata

ed un ampio fossato.

Trasformato nell'Ottocento prima in carcere e poi in caserma, il castello è sede della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le

province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia.

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BASILICA S. NICOLA

Fu costruita in stile romanico tra il 1087 e il 1100, durante la dominazione normanna.

L'edificazione della basilica è legata alle reliquie di san Nicola

Quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, che erano dirette rivali nei

traffici marittimi con l'Oriente, entrarono in competizione per il trafugamento in

Occidente delle reliquie del santo. Una spedizione barese di 62 marinai, tra i quali i

sacerdoti Lupo e Grimoldo, raggiunse Myra e si impadronì di circa metà dello

scheletro di Nicola, che giunse aBari il 9 maggio 1087.

Secondo la leggenda, le reliquie furono depositate là dove i buoi che trainavano il

carico dalla barca si fermarono. L'abate promosse tuttavia l'edificazione di una nuova

chiesa dedicata al santo, che fu consacrata due anni dopo da Papa Urbano II in

occasione della definitiva collocazione delle reliquie sotto l'altare della cripta. Da

allora san Nicola divenne copatrono di Bari assieme a San Sabino e le date del 6

dicembre (giorno della morte del santo) e 9 maggio (giorno dell'arrivo delle reliquie)

furono dichiarate festive per la città. Il santo era anche presente, fino al XIX secolo,

sullo stemma della città tramite un cimiero.

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BASILICA DI SAN NICOLA

San Nicola di Myra, che da secoli riposa nella basilica omonima, è uno dei santi maggiormente venerati fra i cristiani ortodossi, soprattutto tra gli appartenenti alla Chiesa ortodossa russa.

La basilica rappresenta uno dei pochi luoghi frequentati contestualmente da fedeli appartenenti a diverse confessioni cristiane. Dopo la fine dei regimi totalitari e la conseguente apertura dei paesi dell'Europa dell est al turismo e ai rapporti con il mondo estero, ha rappresentato uno degli snodi privilegiati del turismo legato ai pellegrinaggi religiosi.

Il suo essere meta privilegiata delle due Chiese segna l'incontro tra la cultura cattolico-romana e quella greco-ortodossa, che pure ha condizionato significativamente la cultura pugliese nel corso della sua storia. Celebrazioni in rito ortodosso si tengono quotidianamente nella cripta della basilica, accanto al simulacro del santo.

Leggende narrano che la basilica sarebbe stata costruita per celare il Sacro Graal, il calice dal quale Cristo bevve nel giorno dell'Ultima Cena con gli apostoli. A fondamento di questa leggenda Bari era il porto dal quale crociati e gente di ventura partivano per la Terrasanta, quindi era ritenuta una città ai margini dell'impero, ma nello stesso tempo pregna di sacralità. Si tratta però appunto solo di leggende che, malgrado vengano spesso riproposte anche in tempi moderni, sono state più volte smentite da autorevoli studiosi come il padre domenicano Gerardo Cioffari, storico di San Nicola e della basilica.La figura di San Nicola ha dato origine alla celebre leggenda di Santa Claus (in italiano Babbo Natale).

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CATTEDRALE DI TRANI

Consacrazione: 1143

Stile architettonico: Romanico

Inizio costruzione 1099

Completamento dopo il 1200

La cattedrale di San Nicola Pellegrino è il principale luogo di

culto cattolico della città di Trani, in Puglia, sede vescovile

dell'arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie.

Inserita nella lista delle "meraviglie italiane", si tratta di un

esempio di architettura romanica pugliese. La sua costruzione è

legata alle vicende di san Nicola Pellegrino, risalenti all'epoca

della dominazione normanna.

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TRANI

Fu costruita usando la pietra di Trani, un materiale da costruzione tipico della zona: si tratta un tufo

calcareo, estratto dalle cave della città, caratterizzato da un colore roseo chiarissimo, quasi bianco.

La chiesa si distingue per il suo vistoso transetto e per l'uso dell'arco a sesto acuto nel passaggio situato

sotto il campanile, fenomeno non molto diffuso nell'architettura romanica.

La tradizione vuole che Nicola il Pellegrino sia sbarcato a Trani nell'imminenza della morte, dopo la

quale sarebbero avvenuti svariati miracoli, sicché egli fu canonizzato, presumibilmente per

suggerimento di Urbano II.

Iniziata nel 1099, la chiesa fu edificata sulla base di quella più vecchia di Santa Maria della Scala. Un

primo edificio di culto risalente al IV secolo, come evidenziato da recenti scavi archeologici, sarebbe

sorto sull'area dove è attualmente ubicata la Cattedrale. Successivamente venne costruita la chiesa di

Santa Maria, all'interno della quale venne scavato un sacello per ospitare le reliquie di San Leucio,

trafugate da Brindisi nel VIII secolo. Le reliquie di San Nicola sarebbero state sistemate nella parte

inferiore della chiesa. La cattedrale fu poi consacrata prima ancora del completamento.

La fase decisiva della costruzione si ebbe presumibilmente tra il 1159 e il 1186 sotto l'impulso del vescovo

Bertrando II, mentre verso il 1200 il completamento era da considerarsi raggiunto, eccezion fatta per il

campanile.

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ALBEROBELLO La storia dei trulli di Alberobello

La nascita dei primi trulli risale all’epoca preistorica. Già in

questo periodo, infatti, erano presenti nella Valle d’Itria degli

insediamenti e iniziarono a diffondersi i tholos, tipiche

costruzioni a volta usate per seppellire i defunti.

Tuttavia i trulli più antichi che troviamo oggi ad Alberobello

risalgono al XIV secolo: fu in quel periodo che ciò che appariva,

ormai, come una terra disabitata venne assegnata al primo Conte

di Conversano da Roberto d’Angiò, principe di Taranto e poi re di

Napoli dal 1309 al 1343. L’appezzamento di terra costituiva il

premio del nobile rampollo angioino per i servigi resi durante le

Crociate.

La zona venne quindi popolata di nuovo, spostando interi

insediamenti dai feudi vicini come quello di Noci.

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ALBEROBELLO

Secondo alcune ricerche, tuttavia, già verso l’anno Mille sorsero degli insediamenti rurali da

entrambe le parti del fiume che adesso scorre sotterraneo. Le abitazioni a poco a poco si

accorparono fino a formare dei veri e propri villaggi, in seguito soprannominati Aja Piccola e

Monti.

La costruzione a secco, senza malta, dei trulli, venne imposta ai nuovi coloni di modo che le loro

abitazioni potessero essere smantellate in fretta: un metodo efficace per evitare le tasse sui nuovi

insediamenti imposte dal Regno di Napoli e di certo anche buon deterrente per i proprietari

riottosi. La maggior parte degli storici tuttavia concorda che questa tecnica edilizia fosse dovuta,

innanzitutto, alle condizioni geografiche del luogo, che abbondava della pietra calcarea

utilizzata nelle costruzioni.

A metà del XVI secolo l’area di Monti era già occupata da una quarantina di trulli ma fu solo

intorno al 1620 che Alberobello acquisì la fisionomia di un insediamento indipendente dalla vicina

Noci, arrivando a contare circa 3500 persone verso la fine del XVIII secolo. Nel 1797 il villaggio

ottenne dal Re di Napoli Ferdinando IV di Borbone il titolo di città reale. Il nome attuale deriva dal

latino medievale della Regione, “silva arboris belli”.

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ANDRIA Castel del Monte è un edificio del XIII secolo fatto costruire

dall'imperatore Federico II in Puglia, nell'attuale frazione

omonima del comune di Andria, a 18 km dalla città, nei pressi

della località di Santa Maria del Monte, in provincia di Barletta-

Andria-Trani.

È situato su una collina della catena delle Murge occidentali, a

540 metri s.l.m.

È stato inserito nell'elenco dei monumenti nazionali italiani nel

1936 e in quello dei patrimoni dell'umanitàdell'UNESCO nel 1996.

Ipotesi sulla funzione dell'edificio quasi tutte scartate.

Probabilmente un centro benessere.

L'edificio, oltre a essere un esempio di costruzione precisa, è

carico di simbolismi che hanno appassionato numerosi studiosi.

L'ottagono su cui è basata la pianta del complesso e dei suoi

elementi è una forma geometrica fortemente simbolica: si tratta

della figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il

cerchio, che rappresenta l'infinità del cielo, e quindi segnerebbe

il passaggio dell'uno all'altro.

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ANDRIA

Il numero otto ricorre in vari elementi di questa costruzione: la forma ottagonale

della costruzione, del cortile interno e delle otto torri ai vertici, le otto stanze

interne, la vasca interna che doveva essere ottagonale, otto fiori quadrifogli

sulla cornice sinistra sul portale di ingresso, altri otto sulla cornice inferiore, otto

foglie sui capitelli delle colonne nelle stanze, otto foglie sulla chiave di volta, otto

foglie di vite sulla chiave di volta della prima sala del piano terra, otto foglie di

girasole sulla chiave di volta di un'altra sala, otto foglie ed otto petali su quella

della quinta sala, otto foglie di acanto sulla chiave di volta dell'ottava sala, otto

foglie di fico sulla chiave di volta dell'ottava sala al piano superiore.

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GARGANO Massa d'acqua Mare Adriatico

Lunghezza 70 km

Superficie 2 000 km²

Coordinate

41°48′N 15°54′ECoordinate: 41°48′N 15°54′E

(Mappa)

Altitudine

1 056 m s.l.m.

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GARGANO

Il Gargano, noto anche come Sperone d'Italia è una subregione dell'Italia che coincide con l'omonimo promontoriomontuoso che si estende nella parte settentrionale della Puglia e corrisponde alla parte orientale della Provincia di Foggia. È interamente circondato dal Mare Adriatico, tranne ad ovest, dove confina con il Tavoliere.

È tra i principali poli turistici della Regione Puglia (4 milioni le presenze nel 2011, più del Salento). Nel suo territorio è ricompreso il Parco Nazionale del Gargano.

Oggi il Gargano ha assunto una funzione trainante nell'economia della Puglia, specialmente in riferimento allo sviluppo del turismo, nato in questo territorio negli anni 60', che è una delle voci più attive di tutte le attività emergenti del Mezzogiorno, soprattutto con i suoi centri costieri e le bellezze naturali di quelli interni. Ha notevolmente contribuito a rendere la provincia di Foggia, la provincia pugliese col maggior numero di turisti, che giungono da tutto il mondo soprattutto per visitare i centri religiosi di San Giovanni Rotondo (Santuario di San Pio), San Marco in Lamis (conventi di San Matteo e Stignano), Monte Sant'Angelo (Santuario di San Michele e Abbazia di Pulsano) e Manfredonia e quelli balneari di Vieste, Peschici, Rodi Garganico, San Menaio e Calenella di Vico del Gargano, Mattinata,Manfredonia, le Isole Tremiti, i laghi di Lesina e Varano, la Foresta Umbra, le frazioni balneari di Monte Sant'Angelo, Lesina, San Nicandro Garganico, Cagnano Varano e Ischitella, i siti archeologici sparsi su tutto il territorio come quello di Siponto a Manfredonia, Grotta Paglicci a Rignano Garganico. Caratteristici i centri storici dei comuni interni, come Ischitella, Carpino e Vico del Gargano, uno dei Borghi più belli d'Italia. Grazie a questo mix il Gargano è storicamente la principale meta turistica della Puglia.

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