Public Speaking del Prof. Marco Stancati

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Slide del workshop tenuto al Festival della Creatività 2011 - http://www.createca.it/festival.php

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Public Speaking? O… corso per imbonitori?

«Al termine del Corso i partecipanti sono in grado di:

• Comprendere il profilo di ciascun membro del proprio uditorio ed entrarci velocemente in sintonia

• Utilizzare le migliori tecniche di icebreakers, improvvisazione e humour in aula

• Organizzare i discorsi e renderli brillanti, efficaci e convincenti.

• Utilizzare i migliori strumenti di supporto visivo e uditivo alla comunicazione

• Gestire il gruppo, risolvere ogni obiezione e trattare con le persone ostili

• Parlare di fronte alle telecamere

• Rispondere a qualsiasi domanda e gestire le interviste

• Dominare ogni situazione

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Da una pubblicità via email: corso di Public Speaking o meglio di…

«Consigli e tecniche di

comunicazione efficace per

ottenere Leadership, Carisma e

SUCCESSO»

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Un corso, un’iniziativa formativa

…deve dichiarare obiettivi realistici (quantificabili, raggiungibili, misurabili) Chi partecipa ad un corso di Public Speaking deve avere chiare le sue esigenze. Quindi non genericamente «parlare bene» ma: • Coordinare le riunioni di lavoro • Parlare in occasione di convegni, congressi, assemblee • Affrontare un’intervista (e di che tipo? Faccia a faccia, radiofonica,

televisiva…) • Tenere una conferenza stampa • Affrontare un colloquio di lavoro • Gestire un intervento formativo • Parlare ad un pubblico con o senza supporti tecnologici

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Diversi «mestieri» e «occasioni» di Public speaking…

…ma ci sono indubbiamente alcune basi comuni

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Area strategica

i3 livelli della comunicazione

• Verbale: ciò che diciamo

• Paraverbale: tono, timbro, volume, inflessione della voce

• Non verbale: gestualità, prossemica, postura, atteggiamento

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…È una conversazione: concentriamoci sull’essenziale

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Area strategica

Comunicazione verbale

L’efficacia è determinata essenzialmente dalla

CHIAREZZA e dalla INCISIVITÀ. Tendenzialmente:

• parole positive o neutre anziché negative (lavoratore e non dipendente)

• termini concreti anziché astratti (cozze e non mìtili)

• verbi associati alle percezioni e alle sensazioni fisiche anziché termini concettuali (vedere, osservare, aggiungere… anziché rilevare, monitorare, implementare…)

• voci riferite alla specie anziché al genere (camion anziché veicolo)

• frasi brevi

• poche incidentali

• rispetto dei tempi assegnati

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Area strategica Comunicazione verbale

CHIAREZZA e INCISIVITÀ

secondo Georges Simenon:

le parole-materia

(mots-matière)

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«In fondo, cerco anche di costruire le frasi più semplici con le parole più semplici, cioè le più pure. La parola vento, la parola caldo, la parola freddo. Non con parole astratte, ma con parole concrete. Scrivo usando parole-materia. La parola-materia è l'equivalente del colore puro. Sono parole che hanno per tutto il mondo lo stesso significato. Se prendo una parola astratta, non ci sono tre persone che danno ad essa lo stesso valore».

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Area strategica La comunicazione non verbale

CINESICA (gestione della gestualità e

della mimica)

Gesti; espressioni facciali; movimenti delle

gambe, del tronco, del bacino, della testa e

degli occhi rivelano emozioni e regolano

l'interazione verbale

PROSSEMICA

(spazio e distanze nella comunicazione

verbale e non verbale)

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• Tutti noi abbiamo uno spazio

personale, una distanza che ci

avvolge, ci separa e ci protegge

dal resto del mondo, e abbiamo

delle aspettative su come le

altre persone dovrebbero

comportarsi.

Eventuali «invasioni» da parte

di terzi ci fanno reagire.

• Tranne che in particolari

condizioni e/o situazioni, ci

aspettiamo che questa nostra

“bolla” sia rispettata dagli altri,

altrimenti possiamo sentirci

esposti, imbarazzati, infastiditi o

minacciati. 9

La bolla prossemica

Spazio pubblico

Spazio sociale

Spazio personale

Spazio intimo

45 cm……………..

120 cm…………..

350 cm………………

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Area strategica

LA CONGRUENZA TRA I 3 LIVELLI

La comunicazione è tanto più efficace quanto più sono coerenti i livelli verbale, paraverbale, non verbale

L’incongruenza dei livelli è causa, invece, di equivoci, di scarsa affidabilità e di minore capacità di persuasione

Nei casi di incongruenza le componenti paraverbali e non verbali sono prevalenti sul contenuto verbale

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Area strategica

IL PROCESSO COMUNICATIVO in sintesi

RUMORI

EMITTENTE RICEVENTE

MESSAGGIO CANALE

MESSAGGIO

DECODIFICA

FEED-BACK

CODIFICA

RICEVENTE EMITTENTE

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il canale è il mezzo che viene utilizzato per la trasmissione del messaggio (giornali, radio, televisione, voce...) il codice è l'insieme di regole convenzionali utilizzate per esprimere il messaggio (lingua, gergo, simboli, segnali…) il ricevente (o destinatario) è il soggetto a cui il messaggio viene rivolto il feedback è il ''messaggio di ritorno'' dal ricevente all'emittente (i ruoli si invertono) il rumore: qualsiasi disturbo, sia di tipo fisico (alto volume della TV) che di tipo psicologico (pregiudizi), che causi una distorsione del messaggio

Legenda

l'emittente, o fonte trasmissiva, è il soggetto da cui la comunicazione viene prodotta. il messaggio è rappresentato dai contenuti e significati che l'emittente vuole trasmettere al destinatario

Page 13: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Public Speaking:

is the process of speaking to a group of people in a structured, deliberate manner intended to inform, influence, or entertain

the listeners (“è il parlare ad un gruppo di persone in modo strutturato, con lo scopo dichiarato di

informare, influenzare o intrattenere gli ascoltatori»)

Dopo questa rapida panoramica su alcuni «fondamentali» della comunicazione, eccoci al

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Nell’ipotesi peggiore…ci si parla addosso

che è la negazione stessa del comunicare

(perfino con sé stessi)

Nell’ipotesi migliore…si parla per

comunicare, cioè per entrare in rapporto

dialettico con gli interlocutori

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La retorica e l’oratoria sono nate tanti

anni prima nell’area mediterranea.

Insomma

dalle parti nostre

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Oggi «public speaker», ieri…

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• La retorica è la forma antica di studio della comunicazione. Da sempre gli uomini sono stati affascinati dalle grandi capacità comunicative di alcuni di loro di ottenere degli effetti di coinvolgimento e persuasione sul pubblico degli ascoltatori

• Più di 2000 anni fa, in Grecia, il parlare in pubblico era un’attività fondamentale per la partecipazione dei cittadini alla vita della polis. L’arte della retorica veniva studiata, analizzata, raffinata e trasmessa alle nuove generazioni. E così a Roma

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Tutti parlano di quel

postero ingrato e

parolaio di Cicero !..e

io ?? Che ho

scritto…

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Lui ha scritto “Sulla Retorica”.

In effetti l’hanno scopiazzata in tanti.

Lui è Aristotele ! Il

più grande dei

filosofi.

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Così va meglio…

Grazie!

Nella «Retorica» studia le tattiche che il comunicatore utilizza per influenzare i pensieri, le idee e i comportamenti del pubblico

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Public speaker! Non mi cita mai nessuno , cavolo!!

Marco Tullio

Cicerone:

nel suo De Oratore il

corso più completo per

Public Speaker

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magnifico interprete e sostenitore

della funzionale complementarietà

dell’ ACTIO,

e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti

a integrazione della parola

“ … Sed haec omnia perinde sunt ut aguntur. Actio, inquam, in

dicendo una dominantur. Sine hac summus orator esse in

numero nullo potest, mediocris hac instructus summos saepe

superare. …

…quae sic ab illo esse acta constabat oculis, voce, gestu, inimici

ut lacrimas tenere non possent…” *

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magnifico interprete e sostenitore

della funzionale complementarietà (se

non la supremazia)

dell’ ACTIO,

e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti

a integrazione della parola (insomma della

comunicazione non verbale)

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“…Tutti questi ornamenti dipendono però dal modo in cui vengono presentati. L’actio, intendo, è il fattore preponderante nell’oratoria; senza questa il migliore degli oratori può non valere nulla, mentre un oratore mediocre, abile in questa, spesso può superare i migliori…

…E tutti concordavano sul fatto che egli pronunciasse queste parole accompagnandole con degli sguardi, un tono di voce e dei gesti tali che neppure i nemici potevano trattenere le lacrime…” (Cicerone sta parlando della capacità affabulatoria di Gracco)

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L’ACTIO presuppone

di

• essere padrone dei contenuti

• averli metabolizzati

• sentire di proporre qualcosa che è profondamente nostro

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Soltanto così potremo:

• Concentrarci sul pubblico

• Essere attenti al feedback

• Stabilire una comunicazione vera

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La sinopia è importante: avere un disegno sottostante, una traccia, una scaletta, una mappa è fondamentale. Per collocare ogni cosa al suo posto. Per costruire qualsiasi cosa…anche una conversazione come questa.

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Queste quelle di Roberta, in fase di recepimento dei contenuti, pensate per sé e per gli altri

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Le mappe mentali aiutano la metabolizzazione e la rappresentazione dei contenuti

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Marzo 2010. Aula Blu1 Città Universitaria. Corso prof. M. Stancati «Pianificazione dei Media nelle strategie d’impresa»

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E forniscono diversi livelli di sintesi

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Posso limitarmi ai rami principali, illustrare anche i secondari, o addirittura scendere nei dettagli…dipende dal tempo!

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“Quando arrivo sul set, mi

occupo subito con scrupolo

di rivedere le mie battute

del giorno. Comincio a

tagliare o aggiungere

parole, in modo da

sistemarlo per bene nello

stomaco. Le parole

devono uscire dagli

occhi. Se uno non pensa

quel che dice, l’occhio lo

rivela…Per questo faccio in

modo che il dialogo mi

corrisponda, diventi

profodamente mio.”

Jean Gabin

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Page 31: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Tutti costoro hanno metabolizzato i contenuti che oggi proporranno nei workshop e questi gli consentirà di comunicare con i loro interlocutori perché saranno in grado di ascoltarli

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Page 32: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

piccoli approfondimenti sulla Comunicazione

V e r b a l e e n o n v e r b a l e

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Una considerazione preliminare: l’abito fa il monaco

così così

Non è ovviamente la stessa cosa. Ogni eventuale rottura degli schemi è opportuno che sia motivata e spiegata (implicitamente o esplicitamente)

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Non verbale

55%

Paraverbale

38%

Verbale

7%

La ricerca di Albert Mehrabian

Contatto visivo

Postura

Gesti

Tono di voce

Volume

Variazioni e pause

Informazioni

L’efficacia della

comunicazione

dipende solo per

il 7%

dalle parole

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Page 35: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Il “cosa” e il “come”

Senza “come” non c’è alcun “cosa”

Noi non decodifichiamo messaggi,

ma interpretiamo segnali

Non vi sono significati se non all’interno di

un “contesto”

Il “come” determina il “cosa”

Come

Cosa

LNV

Contesto situazionale

Contesto sociale

Contesto culturale

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da una slide di G. Mason*

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* Il sito/blog di Giacomo Mason : http://www.intranetmanagement.it/. Andateci; ci tornerete.

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Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto

ai loro occhi Napoleone

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Gli occhi sono il primo contatto

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V e r b a l e e n o n v e r b a l e

L’importanza del contatto oculare

• Aiuta a tenere sotto controllo la

situazione

• Mantiene il contatto anche durante le

pause

• Mostra interesse reale per gli

interlocutori

• Garantisce la percezione del feedback

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V e r b a l e e n o n v e r b a l e

Il contatto visivo corretto assicura il «riconoscimento»

• Mentre parlate al pubblico cercate di guardarlo veramente,

• Nel caso di un pubblico vasto, dividetelo in una serie di “zone” alle quali rivolgervi di volta in volta

• Fissate la persona per qualche secondo, poi scegliete un altro punto per altri 2-3 secondi, e così via (bisogna allenarsi un po’.)

• Vi state rivolgendo a persone con le quali siete realmente in contatto. Fate in modo che ad ogni contatto visivo possiate dire reciprocamente: “ci siamo visti!”

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Page 39: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Contatti oculari sbagliati

Fissare ossessivamente una sola persona

per tutto il tempo. ???

Fare uno scanning a grande velocità di tutta la platea (guardare tutti e nessuno)

Guardare nel vuoto e ogni tanto “tornare sulla terra”

Voltare le spalle al pubblico e/o guardare costantemente lo schermo

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da una slide di G. Mason

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La postura rappresenta il modo con cui usiamo il corpo per comunicare. Il 70% della comunicazione è corporea.

Che lo vogliamo o no

La postura

Il corpo va quindi usato come canale di comunicazione. E’ meglio stare in piedi e muoversi

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da una slide di G. Mason

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Page 41: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Alcune posture sbagliate

Il camminatore

compulsivo

Adamitico

Mani in tasca

Arroccato

Caffettiera

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da una slide di G. Mason

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Page 42: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Gestualità

La gestualità non è un fattore di disturbo ma uno strumento in più per essere efficaci nel nostro discorso. Ricordate che l’efficacia comunicativa passa per il corpo. I gesti danno “corpo” alle nostre parole e le rendono efficaci La gestualità fa parte del nostro registro comunicativo nelle occasioni informali. Dobbiamo metterla in gioco anche in quelle “ufficiali” Un oratore “asettico” non risulta «più scientifico,» ma solo più disinteressato al pubblico e all’argomento. Annoia (o corre seriamente questo rischio).

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da una slide di G. Mason

Page 43: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

La gestualità non va presa in prestito dagli altri, ma

va educata la propria

I gesti devono essere in sintonia con le nostre abitudini e le nostre inclinazioni naturali.

Insomma con la nostra personalità, perché esprimono il nostro stile

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da una slide di G. Mason

Gestualità

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V e r b a l e e n o n v e r b a l e

Usare la gestualità

Usate gesti semplici e definiti con le mani per richiamare un concetto Usate tutto il corpo Siate semplici e naturali. Lasciate che il corpo accompagni le parole

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Page 45: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Gestualità fuori controllo

Gesti ossessivi

Tic nervosi Sistemarsi

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da una slide di G. Mason

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Page 46: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Avviamoci alla conclusione. Cosa vogliamo?

• Parlare bene? Allora basta

assimilare le tecniche • Comunicare bene? La tecnica non basta.

Occorre un atteggiamento mentale

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Page 47: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Parlare? Prima… leggere e ascoltare

perché il vero comunicatore è…

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Page 48: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

…e un «narratore in ascolto»* usa gli strumenti della retorica ma non dimentica mai che alla base della comunicazione c’è il metodo socratico dell’ironia e della maieutica che ci consente di riconoscere l’altro come interlocutore, prima che come pubblico

* la definizione/sintesi «narratore in ascolto» è di Roberta Casasole

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Socrate: il grande ostetrico della verità

Page 49: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

Forse è il momento giusto perché ciascuna persona di buone risorse e buona volontà si proponga si scambiare attivamente conoscenza con quanti le stanno attorno. E, possibilmente, non solo coloro che sente affini. Di fare la sua parte con l'obiettivo di costruire, sul territorio e nel web, una rete informale, amichevole e accessibile, empatica (…) di trasmissione della conoscenza.

… ascoltiamo, per esempio, Anna Maria Testa

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E', forse, anche il momento

giusto perché ciascuno di noi, oltre a diffondere ciò che sa, si proponga di imparare ogni giorno qualcosa di quello che non sa, connettendo dati nuovi per produrre nuove idee.

E accettando, con questo, il

rischio di dover modificare la trama che definisce il suo paesaggio mentale.

Sì, è un esplicito invito alla militanza del sapere.

… ascoltiamo per esempio Anna Maria Testa

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Parafrasando…

…il mio è un esplicito invito ad essere non “bravi parlatori” ma

“comunicatori in ascolto” e quindi un esplicito invito alla

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proviamo a leggere un brano celeberrimo , ricco di

reiterazioni funzionali, un brano di…

Vogliamo vedere se questa conversazione ci ha aiutato a mettere a fuoco i fondamentali del Public Speaking ?

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di William Shakespeare scrittore, poeta, commediografo, drammaturgo…ma anche attore e regista. Attentissimo quindi a tutte le componenti della recitazione, che è indubbiamente una forma di public speaking

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Prima proviamo a leggerlo così come…ci viene. Poi lo rileggeremo dopo esserci scambiati conoscenze,

contestualizzazioni, emozioni e qualche indicazione dalla regia

V’ha detto il nobile Bruto che Cesare era uomo ambizioso di potere: se tale era, fu certo grave colpa, ed egli gravemente l’ha scontata. Qui, col consenso di Bruto e degli altri - ché Bruto è uomo d’onore, come lo sono con lui gli altri - io vengo innanzi a voi a celebrare di Cesare le esequie.

Ei mi fu amico, sempre stato con me giusto e leale; ma Bruto dice ch’egli era ambizioso, e Bruto è certamente uomo d’onore. Ha addotto a Roma molti prigionieri, Cesare, e il lor riscatto ha rimpinzato le casse dell’erario: sembrò questo in Cesare ambizione di potere? Quando i poveri han pianto, Cesare ha lacrimato: l’ambizione è fatta, credo, di più dura stoffa; ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e Bruto è uomo d’onore.

Al Lupercale - tutti avete visto - per tre volte gli offersi la corona - e per tre volte lui la rifiutò. Era ambizione di potere, questa? Ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e, certamente, Bruto è uomo d’onore. Non sto parlando, no, per contraddire a ciò che ha detto Bruto: son qui per dire quel che so di Cesare.

Oh, amici, fosse stata mia intenzione eccitare le menti e i cuori vostri alla sollevazione ed alla rabbia, farei un torto a Bruto e un torto a Cassio, i quali sono uomini d’onore, come tutti sapete. Non farò certo loro questo torto…

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Page 55: Public Speaking del Prof. Marco Stancati

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Ora potremmo provarci con qualcosa di più personale e quindi, inevitabilmente, più impegnativo, prendendo spunto da una poesia di WISLAWA SZYMBORSKA, tratta da «Vista con granello di sabbia». Ma dobbiamo rispettare tempi e ritmi di questo Festival. Quindi…