Pubblichiamo sull’ Herald Tribune Crisi? Una ragione in più...

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Pagina 2 Numero quarantacinque - Gennaio 2009 Il giornale di Socrate al caffè Direttore Salvatore Veca Direttore responsabile Sisto Capra Editore: Associazione “Il giornale di Socrate al caffè” (iscritta nel Registro Provinciale di Pavia delle Associazioni senza scopo di lucro, sezione culturale) Direzione e redazione via Dossi 10 - 27100 Pavia 0382 571229 - 339 8672071 - 339 8009549 [email protected] Redazione: Mirella Caponi (editing e videoimpaginazione), Paolo Torres (fotografie) Stampa: Tipografia Pime Editrice srl via Vigentina 136a, Pavia Comitato editoriale: Paolo Ammassari, Silvio Beretta, Franz Brunetti, Davide Bisi, Giorgio Boatti, Angelo Bugatti, Claudio Bonvecchio, Roberto Borri, Roberto Calisti, Gian Michele Calvi, Mario Canevari, Mario Cera, Franco Corona, Marco Galandra, Anna Giacalone, Massimo Giuliani, Massimiliano Koch, Isa Maggi, Arturo Mapelli, Anna Modena, Alberto Moro, Federico Oliva, Davide Pasotti, Fausto Pellegrini, Aldo Poli, Vittorio Poma, Paolo Ramat, Carlo Alberto Redi, Antonio Maria Ricci, Giovanna Ruberto, Antonio Sacchi, Dario Scotti. Autorizzazione Tribunale di Pavia n. 576B del Registro delle Stampe Periodiche in data 12 dicembre 2002 P otrebbe essere una grande opportunità per lo spazio in Euro- pa, ammesso che non venga buttata via. I ministri dei 18 paesi dell’Agenzia Spaziale Europea si incontreranno tra pochi giorno all’Aia per decide- re la politica e il budget dell’A- genzia dei prossimi tre anni. L’Italia avrà la Presidenza. Le potenze spaziali del mondo os- serveranno attentamente: dalla Cina, che va decisa verso la Lu- na, alla Russia, sempre miste- riosa, all’India, in crescita a un ritmo vertiginoso, al Giappone e ad altri. Ma, soprattutto, la Nasa presterà particolarmente attenzione. L’opportunità per l’Europa potrebbe venire fuori proprio dalla data scelta per l’incontro. La nuova amministrazione Usa di Barack Obama non ha ancora stabilito una nuova poli- tica per la Nasa e si potrebbe sentire più libera di prima nel tenere in conto la posizione europea. Una nuova dimensio- ne di collaborazione potrebbe allora svilupparsi tra le due po- tenze spaziali più importanti del mondo. Ecco perché è impera- tivo che i ministri d’Europa pensino in grande. In gioco non c’è soltanto un New Deal con la Nasa, ma ben di più: una presenza significativa sulla at- tuale e futura scena spaziale mondiale. Se i ministri perdes- sero questa opportunità a causa dei loro soliti antagonismi par- rocchial-nazionalistici non ci sarà un’altra possibilità per tre anni. Ma, a quel punto, il resto del mondo sarà andato avanti, relegando l’Europa nella perife- ria dello spazio. Pensare in grande in un mo- mento di crisi finanziaria? Ma certo, è proprio la cosa da fare. Nel 1656 il papa Alessandro VII Chigi fece molta fatica a convincere i suoi cardinali a finanziare il colonnato del Ber- nini che incornicia piazza San Pietro. Quella del Bernini era la più bella, grandiosa e audace di tutte le proposte ricevute. Ma, naturalmente, era anche la più cara. I cardinali continuavano a ripetere che il paese attraversa- va una profonda crisi economi- co finanziaria, e tecnicamente avevano ragione, davanti a un crollo vertiginoso dell’equiva- lente seicentesco della borsa valori del Vaticano. Ma Papa Chigi (che diede il nome a Pa- lazzo Chigi …) aveva la visione che le circostanze richiedevano. Senza dubbio con un po’ d’aiu- to dallo Spirito Santo, convinse i suoi spilorci cardinali che un progetto grandioso era esatta- mente quel che ci voleva in un momento di crisi. Oltre ad es- sere bellissima, la costruzione di tutte quelle colonne creava un sacco di lavoro di posti di lavoro, proprio quello che ci voleva per stimolare l’econo- mia. Come risultato, oggi, entran- do in piazza San Pietro, restia- mo a bocca aperta e pensiamo con gratitudine a un papa co- raggioso. L’Europa e l’Esa (l’Ente Spaziale Europeo, ndr) hanno di che essere fiere dei loro recenti successi: dall’osser- vare l’origine dell’antimateria nel centro della nostra galassia, dal fotografare la dinamica del- l’atmosfera venusiana, dal con- trollare la Terra con il più gran- de satellite al mondo dedicato all’ambiente, dall’attraccare il primo veicolo europeo alla Sta- zione spaziale internazionale, al laboratorio Columbus sulla Ssi stessa, al far partire Galileo - il programma europeo di naviga- (Continua a pagina 3) Ecco dove viene distribuito gratuitamente “Il giornale di Socrate al caffè” Edicola Marzani Corso Cairoli - Pavia Edicola Mastantuomo Strada Nuova 1/E - Pavia « Sin da piccolo mi affascinava lo spazio e quello di diventare astronauta è sempre stato il mio sogno. A 27 anni ho ripreso il mio so- gno nel cassetto e, piano piano, sono riuscito a diventare astronauta».Così Paolo Nespoli, che è inter- venuto alcune settimane fa al Collegio Nuovo insieme al professor Giovanni Bignami, Accademico dei Lincei e ordinario di Astronomia e Astro- fisica dello Iuss. Tema della se- rata l’esplorazione dello spazio: un’anteprima del Collegio Nuo- vo per il 2009 Anno mondiale dell’astronomia. A confronto due “star” di ecce- zionale livello: un pioniere della ricerca astronomica interdiscipli- nare e ricco di doti divulgative (autore del redente libro “L’esplorazione dello spazio”, edito da Il Mulino) e un astro- nauta dell’Agenzia spaziale eu- ropea, ingegnere progettista, che è rimasto in orbita per quin- dici giorni, due ore e ventitre minuti nel corso della missione Esperia e ha anche parlato in diretta dallo spazio con il Presi- dente della Repubblica Napoli- tano. Paolo Nespoli ha spiegato di essere attualmente impegna- to nelle attività post-volo che seguono il rientro a terra dello Space Shuttle Discovery, in volo dal 23 ottobre al 7 novembre 2007. La missione ha consentito di installare sulla stazio- ne spaziale internazionale un ulteriore elemento struttu- rale essenziale per l’ampliamento della stazione stessa, con l’inserimento del laboratorio europeo Columbus. Ne- spoli ha portato a termine una serie di esperimenti euro- pei nel campo della biologia e della fisiologia umana, prendendo inoltre parte ad attività di carattere educativo. «L’Agenzia spaziale europea – ha spiegato Nespoli – sta lavorando per inviare una nuova missione sulla sta- zione spaziale internazionale per il 2010. Sarà una mis- sione di lunga durata, di sei mesi. L’equipaggio sarà for- mato da sei persone: tre russi, due statunitensi e io. Ne- gli anni a venire le attenzioni saranno concentrate sulla missione che porterà l’uomo su Marte. Sarà complicato andarci. E’ un pianeta relativa- mente vicino ma lontano, date le capacità tecniche attuali! E’ diffi- cile immaginare oggi come sarà il volo verso il Pianeta Rosso. Probabilmente partirà una flotta di numerose astronavi. Un ra- gazzo che oggi ha 10-20 anni può aspirare a partecipare a quella che sarà una straordina- ria avventura della durata di al- meno due anni: uno per andarci e uno per tornare». Bignami, da parte sua, ha deli- neato gli scenari dell’astronauti- ca nei prossimi decenni: «La stazione spaziale internazionale avrà una vita di ancora dieci anni. Già oggi è però necessario pensare a cosa fare dopo, cioè a costruire una nuova struttura orbitale che funzionerà da can- tiere navale per assemblare l’a- stronave a propulsione nucleare che ci porterà su Marte fra tren- t’anni». Gli astri “in diretta”: le studentesse incontrano la scienza L’A L’A L’ASTRONAUTA STRONAUTA STRONAUTA E LE LE LE N N NUOVINE UOVINE UOVINE L’editoriale sull’ Herald Tribune Crisi? Una ragione in più per guardare alle stelle Giovanni Bignami Pubblichiamo la traduzione italiana dell’editoriale di Giovanni Bignami, Accademico dei Lincei, ex-presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e professore di Astronomia e Astrofisica all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, apparso sul quotidiano britannico Herald Tribune del 26 novembre 2008 PAOLO NESPOLI TRA LE STUDENTESSE DEL COLLEGIO NUOVO Il giornale di Socrate a... pagina 2 Ciano Magenta Giallo Nero Ciano Magenta Giallo Nero venerdì 16 gennaio 2009 23.26

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  • Pagina 2 Numero quarantac inque - Gennaio 2009

    Il giornale di Socrate al caffè Direttore Salvatore Veca

    Direttore responsabile Sisto Capra Editore: Associazione “Il giornale di Socrate al caffè”

    (iscritta nel Registro Provinciale di Pavia delle Associazioni senza scopo di lucro, sezione culturale)

    Direzione e redazione via Dossi 10 - 27100 Pavia 0382 571229 - 339 8672071 - 339 8009549 [email protected] Redazione: Mirella Caponi (editing e videoimpaginazione), Paolo Torres (fotografie)

    Stampa: Tipografia Pime Editrice srl via Vigentina 136a, Pavia

    Comitato editoriale: Paolo Ammassari, Silvio Beretta, Franz Brunetti, Davide Bisi, Giorgio Boatti, Angelo Bugatti, Claudio Bonvecchio, Roberto Borri, Roberto Calisti, Gian Michele Calvi, Mario Canevari, Mario Cera, Franco Corona, Marco Galandra, Anna

    Giacalone, Massimo Giuliani, Massimiliano Koch, Isa Maggi, Arturo Mapelli, Anna Modena, Alberto Moro, Federico Oliva, Davide Pasotti, Fausto Pellegrini, Aldo Poli, Vittorio Poma, Paolo Ramat, Carlo Alberto

    Redi, Antonio Maria Ricci, Giovanna Ruberto, Antonio Sacchi, Dario Scotti.

    Autorizzazione Tribunale di Pavia n. 576B del Registro delle Stampe Periodiche in data 12 dicembre 2002

    P otrebbe essere una grande opportunità per lo spazio in Euro-pa, ammesso che non

    venga buttata via. I ministri dei 18 paesi dell’Agenzia Spaziale Europea si incontreranno tra pochi giorno all’Aia per decide-re la politica e il budget dell’A-genzia dei prossimi tre anni. L’Italia avrà la Presidenza. Le potenze spaziali del mondo os-serveranno attentamente: dalla Cina, che va decisa verso la Lu-na, alla Russia, sempre miste-riosa, all’India, in crescita a un ritmo vertiginoso, al Giappone e ad altri. Ma, soprattutto, la Nasa presterà particolarmente attenzione. L’opportunità per l’Europa potrebbe venire fuori

    proprio dalla data scelta per l’incontro. La nuova amministrazione Usa di Barack Obama non ha ancora stabilito una nuova poli-tica per la Nasa e si potrebbe sentire più libera di prima nel tenere in conto la posizione europea. Una nuova dimensio-ne di collaborazione potrebbe allora svilupparsi tra le due po-tenze spaziali più importanti del mondo. Ecco perché è impera-tivo che i ministri d’Europa pensino in grande. In gioco non c’è soltanto un New Deal con la Nasa, ma ben di più: una presenza significativa sulla at-tuale e futura scena spaziale mondiale. Se i ministri perdes-sero questa opportunità a causa

    dei loro soliti antagonismi par-rocchial-nazionalistici non ci sarà un’altra possibilità per tre anni. Ma, a quel punto, il resto del mondo sarà andato avanti, relegando l’Europa nella perife-ria dello spazio. Pensare in grande in un mo-mento di crisi finanziaria? Ma certo, è proprio la cosa da fare. Nel 1656 il papa Alessandro VII Chigi fece molta fatica a convincere i suoi cardinali a finanziare il colonnato del Ber-nini che incornicia piazza San Pietro. Quella del Bernini era la più bella, grandiosa e audace di tutte le proposte ricevute. Ma, naturalmente, era anche la più cara. I cardinali continuavano a ripetere che il paese attraversa-

    va una profonda crisi economi-co finanziaria, e tecnicamente avevano ragione, davanti a un crollo vertiginoso dell’equiva-lente seicentesco della borsa valori del Vaticano. Ma Papa Chigi (che diede il nome a Pa-lazzo Chigi …) aveva la visione che le circostanze richiedevano. Senza dubbio con un po’ d’aiu-to dallo Spirito Santo, convinse i suoi spilorci cardinali che un progetto grandioso era esatta-mente quel che ci voleva in un momento di crisi. Oltre ad es-sere bellissima, la costruzione di tutte quelle colonne creava un sacco di lavoro di posti di lavoro, proprio quello che ci voleva per stimolare l’econo-mia.

    Come risultato, oggi, entran-do in piazza San Pietro, restia-mo a bocca aperta e pensiamo con gratitudine a un papa co-raggioso. L’Europa e l’Esa (l’Ente Spaziale Europeo, ndr) hanno di che essere fiere dei loro recenti successi: dall’osser-vare l’origine dell’antimateria nel centro della nostra galassia, dal fotografare la dinamica del-l’atmosfera venusiana, dal con-trollare la Terra con il più gran-de satellite al mondo dedicato all’ambiente, dall’attraccare il primo veicolo europeo alla Sta-zione spaziale internazionale, al laboratorio Columbus sulla Ssi stessa, al far partire Galileo - il programma europeo di naviga-

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    Ecco dove viene distribuito gratuitamente “Il giornale di Socrate al caffè”

    Edicola Marzani

    Corso Cairoli - Pavia Edicola Mastantuomo Strada Nuova 1/E - Pavia

    « Sin da piccolo mi affascinava lo spazio e quello di diventare astronauta è sempre stato il mio sogno. A 27 anni ho ripreso il mio so-gno nel cassetto e, piano piano, sono riuscito a diventare astronauta».Così Paolo Nespoli, che è inter-venuto alcune settimane fa al Collegio Nuovo insieme al professor Giovanni Bignami, Accademico dei Lincei e ordinario di Astronomia e Astro-fisica dello Iuss. Tema della se-rata l’esplorazione dello spazio: un’anteprima del Collegio Nuo-vo per il 2009 Anno mondiale dell’astronomia. A confronto due “star” di ecce-zionale livello: un pioniere della ricerca astronomica interdiscipli-nare e ricco di doti divulgative (autore del redente libro “L’esplorazione dello spazio”, edito da Il Mulino) e un astro-nauta dell’Agenzia spaziale eu-ropea, ingegnere progettista, che è rimasto in orbita per quin-dici giorni, due ore e ventitre minuti nel corso della missione Esperia e ha anche parlato in diretta dallo spazio con il Presi-dente della Repubblica Napoli-tano. Paolo Nespoli ha spiegato di essere attualmente impegna-to nelle attività post-volo che seguono il rientro a terra dello Space Shuttle Discovery, in volo dal 23 ottobre al 7 novembre

    2007. La missione ha consentito di installare sulla stazio-ne spaziale internazionale un ulteriore elemento struttu-rale essenziale per l’ampliamento della stazione stessa, con l’inserimento del laboratorio europeo Columbus. Ne-spoli ha portato a termine una serie di esperimenti euro-pei nel campo della biologia e della fisiologia umana, prendendo inoltre parte ad attività di carattere educativo.

    «L’Agenzia spaziale europea – ha spiegato Nespoli – sta lavorando per inviare una nuova missione sulla sta-zione spaziale internazionale per il 2010. Sarà una mis-sione di lunga durata, di sei mesi. L’equipaggio sarà for-mato da sei persone: tre russi, due statunitensi e io. Ne-gli anni a venire le attenzioni saranno concentrate sulla missione che porterà l’uomo su Marte. Sarà complicato

    andarci. E’ un pianeta relativa-mente vicino ma lontano, date le capacità tecniche attuali! E’ diffi-cile immaginare oggi come sarà il volo verso il Pianeta Rosso. Probabilmente partirà una flotta di numerose astronavi. Un ra-gazzo che oggi ha 10-20 anni può aspirare a partecipare a quella che sarà una straordina-ria avventura della durata di al-meno due anni: uno per andarci e uno per tornare». Bignami, da parte sua, ha deli-neato gli scenari dell’astronauti-ca nei prossimi decenni: «La stazione spaziale internazionale avrà una vita di ancora dieci anni. Già oggi è però necessario pensare a cosa fare dopo, cioè a costruire una nuova struttura orbitale che funzionerà da can-tiere navale per assemblare l’a-stronave a propulsione nucleare che ci porterà su Marte fra tren-t’anni».

    Gli astri “in diretta”: le studentesse incontrano la scienza

    L’AL’AL’ASTRONAUTASTRONAUTASTRONAUTA

    EEE LELELE N N NUOVINEUOVINEUOVINE

    L’editoriale

    sull’ Herald Tribune

    Crisi? Una ragione in più

    per guardare alle stelle Giovanni Bignami

    Pubblichiamo la traduzione italiana dell’editoriale di Giovanni Bignami, Accademico dei Lincei, ex-presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e professore di Astronomia e Astrofisica all’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, apparso sul quotidiano britannico Herald Tribune del 26 novembre 2008

    PAOLO NESPOLI TRA LE STUDENTESSE DEL COLLEGIO NUOVO

    Il giornale di Socrate a... pagina 2

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  • Numero quarantacinque - Gennaio 2009 Pagina 3

    zione - l’Esa può guardare agli ultimi anni come i migliori della sua vita di trentatre anni come potenza spaziale. Nel frattempo la Nasa, il no-stro fratello maggiore, ha fatto perfino di più. Pensiamo all’in-credibile esplorazione robotica della superficie di Marte, al re-cupero di polvere cometaria intatta, al lancio di Fermi, cioè del più potente osservatorio gamma mai costruito. Tutto ciò pur proseguendo senza esita-zioni il completamento della Stazione spaziale internazionale e cercando con determinazione di dare un senso alla visione del presidente George W. Bush, nel 2004, sul “ritorno sulla Lu-na”. E’ vero, la Nasa incontra enormi problemi di cassa in questo suo sforzo, ma, alla fine, è una nazione sola con un pro-gramma solo, è da mezzo seco-lo nello spazio. E guarda avanti! La vecchia Europa, invece, è ancora molto lontana dall’esse-re un’unica nazione. Quando Terenzio scrisse “quot homi-nes, tot sententiae” non pensa-va che si sarebbe potuto appli-care alle nazioni che pensano solo alle proprie priorità inter-ne. L’Esa rappresenta 16 dei 27 stati dell’Unione Europea, più Svizzera e Norvegia che nell’U-nione non sono. Sono comun-que più di venti secoli di storia, più di venti lingue e una pesan-te eredità. La prima sfida è pro-prio in questa diversità culturale nel trovare una concordia e tra-sformare la diversità in ricchez-za. Però, almeno per la scienza, gli europei hanno dimostrato di essere capaci di trovare accordi. Basta pensare al Cern, il Labo-ratorio europeo della fisica, partito sulle rovine di una guer-ra devastatrice e ora campione del mondo. Gli scienziati spa-ziali europei hanno costruito insieme la loro Cosmic Vision, un libretto dove presentano le priorità europee, ma offrono anche possibilità di collabora-zione con la Nasa e altre agen-zie. Tutto ciò dovrebbe dare ai ministri un senso di sicurezza; gli scienziati sono ben organiz-zati e sanno cavarsela, garan-tendo un buon uso di quella piccola frazione del budget del-l’Esa (circa il 12%) dedicato alla scienza. Dobbiamo ringraziare i padri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea per avere as-sicurato alla scienza una nicchia protetta. Loro sapevano quanto essenziale sia un programma scientifico come fondamento di tutte le applicazioni. Ma lo spa-zio europeo è molto di più che scienza: scherzando si dice che Esa vuol dire Esplorazione, Scienza, Applicazioni. E la brutta faccia della discordia po-trebbe apparire, ma speriamo di no, proprio nell’esplorazione sia robotica sia umana. L’Europa ha già mostrato quanto valga nell’esplorazione del Sistema solare. L’Esa ha

    visitato tutte le atmosfere del nostre Sistema solare e un ro-bot europeo sarà il primo ad atterrare su una cometa. Ma c’è il pericolo, se non sarà capace di pensare in grande e in armo-nia, che l’Esa perda la possibili-tà di essere la prima anche a fare l’esplorazione tridimensio-nale della superficie di Marte. La missione Exomars, che pre-vede per la prima volta il caro-taggio della superficie marziana fino a due metri di profondità, è adesso alla nostra portata, nonostante i grossi problemi di costi e tempi. Exomars sarà una manna di innovazione tec-nologica, soprattutto per l’indu-stria spaziale italiana, che con-duce il progetto. Bisogna asso-lutamente trovare una soluzio-ne di contenimento dei costi: non possiamo fallire. Una ri-sposta potrebbe essere in una più profonda collaborazione con la Nasa e con la Russia. Esplorazione significa però anche mandare esseri umani

    nello spazio, prima di tutto alla Stazione spaziale internaziona-le. Abbiamo tuttavia tutti quan-ti un grande problema. In pre-visione della fine del program-ma Shuttle, l’accesso alla Sta-zione diventa difficile, aspettan-do il Godot di un nuovo siste-ma di trasporto della Nasa. E, per favore, non cadiamo nel dilettantismo di pensare che il settore privato possa sostituire quello pubblico, almeno nel prossimo decennio, che è poi il tempo di vita utile della stazio-ne. Grazie a Dio, al momento ci sono i nostri amici russi con la vecchia e gloriosa Soyuz. Ma il prezzo del suo utilizzo per noi, naturalmente, aumenterà al-quanto. E l’Europa? Certo noi abbiamo già un potente lancia-tore, un eccellente sistema di trasporto merci e un attivo cor-po di astronauti che aspettano solo di andare a piroettare sulla Stazione. Insomma, siamo pronti anche noi per l’esplora-

    zione umana. Per portare un equipaggio europeo nello spa-zio si richiede semplicemente di avvitare qualche seggiolino nel-la capsula cargo (e sapranno ben farlo sia a Brema sia a To-rino) e naturalmente di pensare a un rientro della capsula cargo un po’ più dolce che non l’at-tuale, con la capsula cargo che brucia al contatto con l’atmo-sfera. Perché essere incapaci di por-tare i propri astronauti nello spazio è un limite inaccettabile per un continente che voglia darsi un futuro spaziale. Spe-cialmente, poi, come nel caso dell’Europa, quando siamo così vicini all’obiettivo. Se poi pen-siamo a una visione più a lungo termine, dopo la Stazione spa-ziale, ancora una volta abbiamo bisogno di una collaborazione molto più stratetta con la Nasa. I nostri riferimenti devono es-sere la Cina e l’India, paesi non più emergenti ma largamente emersi nello spazio, che, pur

    avendo un disperato bisogno di attività applicative per la so-pravvivenza (molto più di noi) scelgono di investire in esplora-zione spaziale. In Europa do-vremmo vedere questo segnale forte e chiaro e cominciare al-meno a studiare le tecnologie necessarie per andare al di là della Terra. L’ultimo punto che voglio trattare, che non è l’ultimo per importanza, è quello dei pro-grammi relativi alle applicazio-ni. Sono programmi dedicati a obiettivi di politica pubblica europea, basati sulle esigenze delle industrie e della qualità della vita dei cittadini singoli. Esigenze intellettuali che sono invece soddisfatte dal program-ma scientifico e di esplorazio-ne. Gli argomenti delle appli-cazioni sono ben noti: dal mo-nitoraggio globale del nostro ambiente alla meteorologia, alle tecnologie per la navigazione che completeranno Galileo, alle telecomunicazioni. Su tutto questo è in corso un dibattito tipicamente europeo tra l’Esa e l’Unione Europea. L’Ente spaziale pensa che l’U-nione dovrebbe prendersi cari-co di gran parte dei costi di questi programmi proprio a causa della loro importanza politica e che la Esa stessa deb-ba finanziare la parte di svilup-po, lasciando il resto all’Unio-ne. L’Unione Europea, essen-zialmente, ci sta ancora pensan-do. Nel frattempo, l’Esa do-vrebbe prendere l’iniziativa. Dovrebbe scegliere di far parti-re, o di rafforzare, programmi come quello dedicato al con-trollo globale dell’ambiente e della sicurezza e altri nei quali c’è spazio per l’innovazione, pensando anche a integrare ap-plicazioni spaziali con sistemi terrestri, educando i potenziali utenti. Naturalmente, quando si fa la somma di E+S+A, come de-scritto sopra, viene fuori un conto che getta nel panico i ministri europei delle finanze, soprattutto in un momento di crisi, come ci ripetono. Sono in gioco investimenti di più di die-ci miliardi di euro su tre anni. Ma i ministri dovrebbero co-gliere l’occasione, proprio per-ché siamo in una crisi. Un simi-le investimento avrà un benefi-cio duraturo sull’economia glo-bale del continente; contribuirà a costruire quella società basata sulla conoscenza, che è alla ba-se dell’Unione Europea, mentre farà dell’Europa del futuro una vera protagonista di tecnologia ed innovazione. Vogliano quelle bellissime ed eterne colonne del Bernini ispi-rare i nostri ministri spaziali, prima fra tutti la nostra mini-stra Gelmini, Presidente della riunione. Noi, gli scienziati di oggi, non possiamo, purtroppo, chiamare in aiuto lo Spirito Santo.

    Giovanni Bignami

    (Continua da pagina 2)

    AAII GOVERNIGOVERNI DELLDELL’E’EUROPAUROPA

    Gli astri “in diretta”: le studentesse incontrano la scienza

    «Date più soldi

    all’esplorazione

    dello Spazio!» E’ l’appello dell’astrofisico

    ai Ministri dell’Unione

    chiamati a decidere sull’ESA

    UN’IMMAGINE DI MARTE. NELLA FOTO SOPRA, GIOVANNI BIGNAMI

    Il giornale di Socrate a... pagina 3

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