PSICOSINTESI n. 23 - Aprile 2015

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    SIN

    TE

    SI

    ISTITUTOD

    I

    PSICOSINTESI

    DIR.ASSAGIOLI

    ANNOXXX

    APRILE

    2015N23

    IN QUESTO NUMERO

    LA PSICOSINTESI SPIRITUALE

    DALLA TOLLERANZA ALLINTOLLERANZA

    UN INVITO AL COMPIMENTO

    LAMORE NON PREVEDE IL PERDONO

    IL SIMBOLISMO DELLA DIVINA COMMEDIAVOGLIA DI TENEREZZE

    LA REPRESSIONE DEL SUBLIME30

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    Sintesi Mondiale

    Prima sintesi spirituale e culturale

    poi quella materiale economica e politica

    o per lo meno prima ideale.

    Worldwide Synthesis

    At frst the spiritual and cultural Synthesisthen the material, economic, political one

    or, at least,frstthe ideal one.

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    Patrizia Bonacina

    Cari lettori e care lettrici

    In questo periodo di fermento, anche grazie allevento

    mondiale dell Expo 2015 a Milano, si animano molti dibattiti

    e ricerche sulle modalit per nutrire la nostra coscienza.

    La lezione, proposta in questo numero, tenuta da Roberto

    Assagioli nel 1933, dal titolo La Psicosintesi spirituale,

    di attualit ed invita alla discriminazione, alla vigilanza e alla

    volont: qualit con cui nutrire le facolt spirituali.

    Parimenti gli altri articoli come quello di Bartoli, Bonacina,

    Ferro, Fiore, Guarino, La Sala Bat, Monteverde, Morbidelli,

    Ramorino, Verzicco, letti dal punto di vista nutrimento,

    ci aiutano ad imparare a sostenere, alimentare, educare

    e sviluppare il nostro organismo bio-psico-spirituale con

    lintegrazione.

    Sfogliando la rivista, troverete anche spunti per incontri digruppo, di lettura o di ascolto.

    Voglio inoltre sottolineare che la lettera di Fulvio Leoni,

    pubblicata lottobre scorso, ha favorito ed incentivato

    discussioni e tavole rotonde sia per focalizzare la lettura

    delle radici della Psicosintesi sia per prepararci al

    Congresso Internazionale 2016 ai Giardini di Naxos da titolo

    Psicosintesi per il futuro

    E non da ultimo vi segnalo che con questo numero

    Psicosintesi ha raggiunto il traguardo del 30 anno di

    pubblicazione. Grazie.

    Buona lettura dunque

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    EDITORIALE

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    SOMMARIOISTITUTO DI PSICOSINTESIFONDATO DAROBERTO ASSAGIOLIRivista di autoformazione,educazione, rapporti interpersonalie sociali, terapia.ANNO XXXAPRILE 2015 N. 23

    [email protected] Rienza, 2 - 21100 Varese - Italia

    DIRETTORE RESPONSABILEPatrizia Bonacina

    COMITATO DI REDAZIONEPier Maria Bonacina, MargheritaFiore, Lina Malfore, Silvia Trolli,

    Silvio Valisa

    TRADUZIONE TESTIAchille Cattaneo, Kylie DrewMike Malagreca, Damiano Pagani,Silvia Trolli

    COMITATO SCIENTIFICOAldo Scarpulla, Gaetano Russo

    HANNO COLLABORATO

    A QUESTO NUMEROAlberto Alberti, Pier Maria Bonacina,Cinzia Anna Maria Ferro, MargheritaFiore, Sergio Guarino, Angela MariaLa Sala Bat, Claudio Monteverde,Elena Morbidelli, Giuliana Pellizzoni,Luce Ramorino, Diana Verzicco

    STAMPAcomunicarte - MozzateTel. 0331 833831www.comunicarte.eu

    Pubblicazione semestrale registratapresso il Tribunale di Firenzeil 28 Luglio 1984 al n 3248

    Ed. Istituto di PsicosintesiEnte Morale D.P.R.1 Agosto 1965 n 1721Via San Domenico 16 - 50133 FirenzeTel. (+39) 055 578026Fax (+39) 055 [email protected]

    Gli articoli sono pubblicati sottolesclusiva responsabilit degli autori.Le idee sono personali e non

    impegnano la Direzione della rivistaPsicosintesi.

    The opinions expressed are thoseof the authors and are not the

    responsibility of the board of directorsof the Psicosintesi magazine.

    EDITORIALE P. BONACINA PAG. 3

    ARCHIVIO ASSAGIOLI

    LA PSICOSINTESI SPIRITUALE R. ASSAGIOLI PAG. 5

    XXIX CONVEGNO NAZIONALE 2015 - FIRENZE

    LA SPIRITUALIT NELLA VITA QUOTIDIANA PAG. 8

    DALLA TOLLERANZA ALLINTOLLERANZA P. M. BONACINA PAG. 10

    ROBERTO ASSAGIOLI:

    NOTE E RICORDI PERSONALI A. ALBERTI PAG. 12UN INVITO AL COMPIMENTO:

    STRALCIO DAL LAVORO SULLA UMANIT UNA L. RAMORINO PAG. 14

    FIFTH INTERNATIONAL MEETING AT CASA ASSAGIOLI PAG. 15

    LAMORE NON PREVEDE IL PERDONO C. A. M. FERRO PAG. 16

    IL SIMBOLISMO DELLA DIVINA COMMEDIA S. GUARINO PAG. 18

    VOGLIA DI TENEREZZE:

    IL CORPO COME STRUMENTO RELAZIONALE E. MORBIDELLI PAG. 22

    LA REPRESSIONE DEL SUBLIME A. M. LA SALA BAT PAG. 24

    CONGRESSO INTERNAZIONALE 2016 - TAORMINA

    PSICOSINTESI PER IL FUTURO PAG. 29

    INCONTRO - DIBATTITO SUL S F. LEONI PAG. 30

    VIVERE LA PSICOSINTESI: I SOCI RACCONTANO

    LOVVIO ELUSIVO D. VERZICCO PAG. 32

    BUONGIORNO M. FIORE PAG. 33

    5X1000 PAG. 34

    LA LEGGENDA DEL VELIERO

    DI S. NICOLA LARENA C. MONTEVERDE PAG. 36

    ARCHIVIO DELLA MEMORIA

    UNA NOTTE DI FINE ANNO

    DAVANTI AL CAMINO S. BARTOLI PAG. 38

    VIVERE LA PSICOSINTESICARA SIRIA PAG. 40

    LETTERE AL DIRETTORE V. VIGLIENGHI PAG. 41

    FINESTRE SUL MONDO G. PELLIZZONI PAG. 42

    IMMAGINI PER LANIMA M. FIORE PAG. 44

    LIBRI IN VETRINA PAG. 45

    ISTITUTO DI PSICOSINTESI: CENTRI IN ITALIA PAG. 47

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    *For the articles in English see on the other side of the revueCopertina Krishna con Mandriane /Krishna with Gopis.

    Per linvio degli scritti si ricordano le seguenti impostazioni:

    File Word - carattere: Times New Roman - Dimensione: 11 - stile: normale - interlinea: singola - num. pag.: max 4We would like to inform those who send writings to the editor the following settings:File Word - Font : Times New Roman - Size: 11 - Style: normal - Spaced pages: single - Pages: no more than 4

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    Appunti non riveduti - Anno 1933

    Domenica scorsa abbiamo esposto il metodo pi direttoe pi alto per risvegliare le energie psichiche superco-scienti e venire in contatto col nostro Io spirituale.Ma tale metodo non facile ad usare e pu dar luogo adisturbi e talvolta riuscire persino pericoloso. opportu-

    no quindi renderci ben conto di quali siano gli inconve-nienti che pu produrre e come si possa evitarli. Inoltreesporremo altri metodi pi indiretti, ma di attuazionepi facile, e vedremo quali siano i pi adatti ai vari tipipsicologici.Il pericolo principale del metodo del silenzio che ab-biamo esposto, quello di lasciarsi andare ad uno sta-to di passivit in cui si risvegliano sensibilit psichichedi carattere medianico, o irrompono elementi dellin-conscio i quali possono sopraffare la nostra personalitcosciente.La questione della medianit assai complessa e ancora

    in parte oscura; ma agli scopi che mi sono proposto ba-ster accennare ad un aspetto generale, eppur spesso tra-scurato, della questione.Quando si parla di medianit si pensa subito ai grandimedium per mezzo dei quali avvengono fenomeni stra-ordinari e si solleva subito il dibattuto problema dellacomunicazione coi trapassati; ma questi sono casi dec-cezione. Vi invece un aspetto meno appariscente dellaquestione, ma che riguarda tatti noi: molti fatti induco-no ad ammettere che le straordinarie facolt paranormalidei medium siano lesagerazione di facolt e sensibilit

    esistenti in misura pi o meno piccola in ciascuno di noi;che, cio, fra tutti gli uomini avvengano abitualmentedegli scambi psichici allinfuori dei rapporti che si sta-biliscono per la via ordinaria dei sensi. Questi scambi sisvolgono fra il nostro inconscio e quello altrui e, in ge-nerale, fra esso e le innumerevoli forze, inuenze e vi-brazioni psichiche alla cui azione siamo esposti vivendofra gli uomini.Orbene, il mettersi in uno stato di passivit e ricettivi-t tende a favorire lo sviluppo di quelle sensibilit psi-chiche. Ma questo fatto , per varie ragioni, tuttaltroche desiderabile: laprirsi senza sapiente discriminazio-ne e vigilanza alle inuenze psichiche che cercano di

    penetrare in noi, sarebbe come lasciare aperta la porta

    della nostra casa a chiunque volesse entrarvi. facileimmaginare come possano insinuarsi facilmente ospitiassai poco desiderabili. Soprattutto ora che lumanit agitata, preoccupata, piena di dubbi, di ansiet; spessodelusa, inasprita, ribelle, non certo il caso di lasciarsipenetrare da quelle emozioni e passioni che, per il grannumero di coloro che le trasmettono, costituiscono delle

    correnti psichiche forti e impetuose.Ma anche a parte la natura di queste inuenze psichi-che, non certo opportuno che, mentre siamo occupatinellopera tuttaltro che facile di comporre in armonia imolteplici, disparati e contrastanti elementi che sono gipresenti in noi, noi rendiamo pi complicata e difcilequestopera lasciando penetrare in noi altri elementi che,se anche non cattivi di per s, vengono ad aumentare lacomplessit e il disordine.Non lasciamoci dunque allettare dal fascino delligno-to, spingere dalla naturale curiosit suscitata da quei fe-nomeni; lasciamo per ora che essi vengano indagati da

    coloro che li studiano in modo serio e scientico pren-dendo per s e per gli altri le necessarie precauzioni, ecorrendo consapevolmente i rischi di quegli esperimenti.Si possono studiare pure con interesse e simpatia i reso-conti di quelle indagini coraggiose e trarre protto dailoro risultati, senza addentrarsi impreparati in quelle re-gioni malnote e inde.Occorre perci, ripeto, fare gli esercizi di Silenzio e dirisveglio delle facolt spirituali, mantenendo sempre unavigilanza assai attenta e una volont pronta. Se ci accor-giamo che un senso di torpore e di sonnolenza incomin-

    cia ad invaderci o se sorgono in noi sensazioni insolite oimpressioni strane, dobbiamo interrompere risolutamen-te lesercizio e, se quei fatti si ripetono in altri tentativi, bene sospenderli almeno temporaneamente.Vi sono altri metodi per sviluppare le facolt superiori efavorire la psicosintesi, nei quali si fa uso attivo delle fa-colt psichiche normali e che quindi non presentano gliinconvenienti del metodo del silenzio.Fra tali metodi, i seguenti sono i pi adatti ed efcaci:

    Evocazione interna di un modello ideale

    Questo pu essere di due specie:a) Immaginare noi stessi giunti alla psicosintesi pi piena

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    LA PSICOSINTESISPIRITUALE

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    e perfetta che sappiamo concepire. Anche qui si incomin-cia mettendosi in uno stato di riposo sico e di calmamentale ed emotiva, ma poi si usa attivamente limmagi-nazione. Si cerca di vedersi nel modo pi vivo e con-creto possibile, cos come vorremmo essere. Dobbiamoimmaginare in modo netto la nuova espressione dellanostra sionomia, il nostro modo di camminare, di com-

    portarci, di parlare; i nuovi sentimenti e i nuovi pensie-ri risvegliati in noi, la nuova volont che ci anima, labellezza della nostra anima armoniosa e unicata. Ognivolta che riusciamo a fare questo anche per pochi istanti,un cambiamento reale avvenuto in noi, ci siamo avvi-cinati di qualche passo alla meta, e le ulteriori ripetizionidellesercizio interno divengono via via pi facili.Lenergia segue il pensiero il pensiero creativo. Sinoti bene che con ci non si tratta di illudersi, di imma-ginarsi di essere gi quello a cui aspiriamo; anzi, quan-to pi netto il modello ideale da noi foggiato, tanto pichiaro ci apparir il divario fra esso e ci che siamo ora.

    Inoltre lesercizio va completato col tentare risoluta-mente di esprimere nella vita, almeno in qualche misura,le doti e le virt superiori evocate con limmaginazione.Alla ne dellesercizio interiore cerchiamo di far subitoqualcosa in modo diverso dal solito, di mantenere in noi,per cos dire, un eco e un profumo di ci che abbiamoprovato di bello e di alto.

    b) Evocare limmagine di qualche gura storica o miti-ca possedente le qualit superiori che vorremmo svilup-pare in noi. Il metodo da usare lo stesso, ma in questo

    caso possiamo valerci dellaiuto di immagini esterne (ri-tratti), del ricordo di episodi reali o simbolici, di atti, diparole del personaggio scelto come modello ideale e poiimitarlo il pi possibile, nella vita.

    Il primo metodo riesce pi facile ai tipi introvertiti la cuiattenzione e il cui interesse si svolgono di preferenza suloro stessi; mentre il secondo pi adatto per gli estro-vertiti, per i quali riesce pi facile appoggiarsi ad un og-getto esterno. Afnch tali evocazioni siano efcaci,occorre per che esse non vengano fatte in modo freddo,quasi meccanico, ma siano pervase di calore, di sen-timento. Questo ci porta a parlare della funzione delleemozioni e dei sentimenti nella psicosintesi.

    Si pu dire che non di rado il dolore d la prima spintaallopera di psicosintesi.Il dolore, soprattutto morale, ci richiama, spesso rude-mente, dalla dispersione e dallattivismo della vita or-dinaria, ad una considerazione di noi stessi, della nostravita interna; esso ci pone problemi, ci d assilli che ciobbligano a riettere, a conoscerci; mette a nudo contra-

    sti di forze, conitti, e ci fa cos riconoscere la necessitdi comporli, di risolverli; ci obbliga insomma ad intra-prendere la psicosintesi.Ma se i richiami, le scosse, lassillo del dolore sono ini-zialmente beneci, le emozioni deprimenti, le paure, loscoraggiamento, il senso di inferiorit, linvidia, la gelo-sia, la sducia sono disgregatrici e quindi direttamentecontrarie alla sintesi interna.Invece le emozioni e i sentimenti dinamogeni: speran-za, ducia, fervore, gioia, devozione, ammirazione eamore spirituale favoriscono potentemente lunicazio-ne, la psicosintesi. Perci quei sentimenti vanno susci-

    tati con tutti i mezzi e alimentati, rafforzati, riaffermaticontinuamente.

    Si pu farlo assai pi di quanto si creda, purch ci

    decidiamo una buona volta a non subire pi passiva-

    mente il gioco dei nostri stati danimo, ma decisamente

    a dirigerli e trasformarli.

    Ma la psicosintesi non si compie soltanto per mez-zo di esercizi interni; anche lazione esterna, lattivitnel mondo, pu e deve essere ampiamente e decisa-

    mente usata quale mezzo efcace di integrazione dellapersonalit.Afnch essa serva allo scopo, non deve per essere

    affrettata, tesa, convulsa, disordinata, esauriente, cometroppo spesso avviene oggid. Dobbiamo portare nellenostre attivit esterne ordine e disciplina, e creare unopportuno avvicendamento ritmico e armonico nel qua-dro della giornata, della settimana, del mese e dellan-no, alternando le opere in modo da usare in esse facolted energie diverse, s che luna quasi riposi dallaltra. Sitratta di creare delle buone abitudini che ci contengano,che incanalino gli impulsi impetuosi e richiamino quasiautomaticamente, al momento adatto, le energie sopitee riluttanti. A ci aiutano anche gli impegni esterni e i

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    LENERGIA SEGUE IL PENSIERO

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    doveri impostici dalla vita familiare e sociale. Perci,non dobbiamo dolerci di queste limitazioni e ribellarciad esse, ma utilizzarle invece per costruirci interna-mente. Lordine, la disciplina, il ritmo esterno aiutano adisciplinare e riordinare anche la mente e le emozioni.Afnch questo avvenga occorre per eliminare lo stac-co, anzi quasi lopposizione esistente spesso fra la vita

    interna e quella esterna, s da costituire quasi due viteseparate e contrastanti. Bisogna invece intessere intima-mente luna nellaltra, in modo che una chiara visione,un ideale di armonia e di sintesi informi il nostro pianodi vita, anche esterna e pratica, e che le attivit nel mon-do siano continua occasione di interna disciplina.Per concludere con un rapido sguardo dinsieme lespo-sizione dei principi e dei metodi della psicosintesi fatta in

    questo Corso, ricordiamo che la psicosintesi, nel suo sen-so pi ampio e inclusivo, il risultato dellazione concor-de di due forze, di due agenti, di due centri interni: luno

    personale e cosciente, laltro spirituale e supercosciente.

    Il primo si manifesta soprattutto quale volont consapevo-le, decisa e tenace, diretta senza tregua alla meta; volont

    che senza posa opera per conquistare le zone dellincon-scio, per sottoporre ad una salda disciplina gli elementiribelli e contrastanti dellanimo; volont che componedissidi, che dissolve complessi, che libera energie repres-se, che trasforma, eleva, utilizza nel miglior modo le forzeistintive, passionali, emotive; volont che volge decisa-mente verso lalto i desideri e le aspirazioni, risveglia leenergie spirituali, elimina gli ostacoli allazione delloSpirito.Il secondo lIo Spirituale, il Centro pi alto e pi verodel nostro essere che compie lopera, che completa e per-feziona quello che la volont ha iniziato. Esso agisce in

    modo sottile, spesso inavvertito, dal di dentro e dal pro-fondo, anzi non di rado pi efcacemente opera quanto

    pi ci sentiamo personalmente aridi, impotenti, avvoltidi tenebra. Ci avviene perch lo Spirito deve anzituttodissolvere in noi durezze, asprezze, resistenze; brucia-re impurit e trasmutare faticosamente energie inferiori.Questopera implica necessariamente richiamo e impiegodi forze, ma con questa inevitabile azione dello Spirito,si avvicenda quella positiva di rigenerazione e di sintesi.Lo Spirito , per sua natura, al di sopra di ogni dualismo,di ogni conitto; esso Unit; dove Esso presente e

    operante, rinnova, coordina, armonizza, unica.Afdiamoci quindi con fede allazione dello Spirito,

    apriamo ad Esso le porte della nostra anima, aspiriamo adunirci, a fonderci il pi possibile con Lui, s da divenirecoscientemente ed effettivamente quello che siamo in es-senza, cio un solo Essere, una sola Vita.Cos passeremo dalla molteplicit, dalla dispersione, dallogorante travaglio delle forze contrastanti, alla pace,allarmonia interna, alla cooperazione feconda di tutte lenostre energie, alla vittoriosa e gioiosa psicosintesi.

    Roberto Assagioli

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    Aurora Boreale - Norvegia

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    Sabato 25 aprile 2015Ore 9.30 Apertura segreteriaOre 10.00 - 10.30 Visita guidata a Casa AssagioliOre 11.00 Apertura dei lavori con i salutiOre 11.10 Paola Tarchini Del Grosso | La sapienza misteriosa della stanza dellanimaOre 11.30 Carla Fani | Incontri con lanima. Spiritualit e relazione di aiuto in un mondo che si rinnov aOre 11.50 Elena Morbidelli | Lintelligenza della vita, tra anima e cuore

    Ore 12.10 BreakOre 12.20 Alberto Alberti | Spiritualit: una cura per lanima nel quotidianoOre 12.40 Spazio di discussioneOre 13.00 Pausa pranzoOre 14.00 - 14.30 Visita guidata Casa Assagioli

    Ore 14.30-17.30 WORKSHOP: Gruppo Alle Fonti a Casa Assagioli |Iniziarsi Lucia Albanesi e Andrea Bonacchi | Corpo a corpo: sentire lanima nellincontro con laltro Cristina Bassoli | Pi DAI pi hai Rosella DAmato | Pregar danzando, danzar pregando

    Daniele De Paolis |Meditazione come stile di vita Ilaria La Torre e Suzane Sturmer | Assaporare la musica Enzo Liguori | La spiritualit nel corpo. Pratiche ed esperienze per fare spazio in noi alla

    presenza, allazione e allamore del S

    Stefano Pelli |VEDO SENTO PARLO e...la semplice totalit dellesserci Roberto Tallerini |DallIo al S transpersonale per le vie del quotidiano. Piccole e grandi opportunit

    Vittorio Viglienghi |Personale o Transpersonale. Sfatiamo questo mito Maria Letizia Zecca | Spiritualit misconosciuta.Come riconoscere i doni della vita di ogni giorno

    Ore 17.30 Break

    Ore 18.00 Centro di Ancona | Proiezione del video AMORE2.0 Vito DAmbrosio | Premio Giuliana - Terza EdizioneOre 18.30-19.30 Assemblea dei Soci

    Domenica 26 aprile 2015Ore 9.00 Stefano Viviani | La spiritualit nella vita scolasticaOre 9.20 Virgilio Niccolai |La relazione con gli anziani: unopportunit per la nostra evoluzione spirituale

    Ore 9.40 Anna Manfredi | Una settimana da Dio: evocare per invocareOre 10.00-10.30 Spazio di discussioneOre 10.30-10.50 BreakOre 10.50 Ermanno Paolelli |Neuro-Quantistica: un approccio scientifco alla dimensione spiritualeOre 11.10 Paola Marinelli | La vita quotidiana nella spiritualitOre 11.30 Luce Ramorino |LArchivio Assagioli approda in reteOre 11.50 -13.00 Spazio di discussioneOre 13.00 Pausa pranzoOre 14.30 Stefania Romano | Verso il centro e oltre. Un percorso tra psicosintesi e arte terapia

    nellavvicinamento al morire

    Ore 14.50 Mara Chinatti |Arteducativa Psicosintetica: la vita come ricercaOre 15.10 Maria Vittoria Randazzo | Relazione di sintesi dei lavoriOre 15.30-16.00 Testimonianze

    Luce Ramorino su richiesta degli interessati propone, con postazione in sala plenaria, la visione di Power-Pointinerente gli scritti dellArchivio Assagioli.

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    La Psicosintesi propone, per conoscere se stessi, la ste-sura di un inventario degli aspetti conosciuti dellapropria personalit. Per la stesura dellinventario non sufciente una vaga consapevolezza dei contenuti psi-chici, necessaria una loro effettiva presa di coscienza,cio una comprensione delle loro dinamiche, unanali-si critica degli stessi ed, inoltre, come presero vita nel

    tempo e nellambiente. Per raggiungere una reale con-sapevolezza dei contenuti psichici, sovente contraddit-tori, occorre assumere e mantenere durante la stesuradellinventario un atteggiamento da spettatore. Leesperienze, le attivit psichiche, le conittualit inter-ne, richiedono di essere osservate obiettivamente, dal di

    fuori, come se si trattasse di oggetti esterni dindagine.Per acquisire tale atteggiamento occorre, tra laltro, chela tolleranza sia una qualit presenti nellauto-indagine.La qualit di tollerare, cio accettare nel senso fortedel termine, presuppone limpegno nellespellere ognisentimento di riuto o negazione. La tolleranza, da tol-

    lere, cio portare il peso, per manifestarsi richiede ladisposizione a comprendere e rispettare idee e compor-tamenti. Lassenza di tolleranza per alcune proprie partipsichiche non accettate, che, pur tuttavia, generano modidessere e di relazione, porta inevitabilmente a riutarlee negarle o, sul versante opposto, a banalizzarle.Allorch lindividuo non vuol prendere coscienza dellesue dinamiche interne non accettate, la natura gli regalai meccanismi psichici di difesa, per garantirgli controllosulle emotivit negative.

    I meccanismi di difesa sono sussidi per le emergen-ze ansiogene che entrano in azione quando lan-

    sia e langoscia si dilatano per aspetti psichici non

    tollerati.

    La non-accettazione e lintolleranza per proprie dina-miche psichiche stanno alla base delle nevrosi. Le sub-personalit, il pi delle volte, seguono strade di pensieroe di comportamento che non sono in linea con lim-magine che il soggetto vuol presentare agli altri e a sestesso.Il soggetto indotto, attivando i meccanismi psichici didifesa, ad analizzarsi e a stendere un inventario carente erelativo soltanto ad alcuni angoli di visuale.

    La prima regola che si impone nella stesura dellinventa-rio psichico, quindi la tolleranza per le maschere e gliattori, pi o meno adeguati, che recitano sul palcosce-nico psichico o dietro le quinte. La tolleranza, propriadella fase analitica di se stessi, non deve, per, nasceredalla convinzione che non esistono alternative allesserecos strutturati, per cui tanto vale tollerarsi. In molti do-

    mina il concetto: la natura mi ha fatto cos, non si pucambiare e, dunque, mi tollero come sono.

    La tolleranza deve associarsi a concetti di dialogo e

    confronto costruttivo con le sub personalit o con le

    dinamiche psichiche da modifcare. Latteggiamen-

    to da spettatore tollerante in questa prima fase del

    processo terapeutico rivolto alla stesura del come

    sono,e non del come vorrei essere.

    La sub-personalit, accolta e ascoltata, foriera di po-tenzialit. La tolleranza, in questa fase dosservazione

    e valutazione, racchiude, altres, laccettare di pensa-re che la subpersonalit analizzata, possa aver ragione.Vale sempre la pena di mettersi in ascolto comprensi-vo delle sub-personalit come daltra parte, degli altri.Chi decide di affrontare il proprio mondo interiore nonpu assolutamente respingere nessun tipo dindividuali-t psichica, neppure quando si tratta della pi malvagia,della pi miserevole o della pi ridicola in quanto essa forgiata dal nostro percorso esistenziale.La tolleranza, la comprensione e la pazienza verso ilproprio mondo psichico sono il primo requisito per un

    approccio che ne favorisca il processo evolutivo. Ta-le atteggiamento non segno di debolezza, ma, al con-trario, segno di carattere e forza. Se passa nella menteun pensiero di sducia, di rabbia o di sconforto verso ipersonaggi interni, si faccia s che possa volar via sen-za lasciare traccia... e al suo posto nasca un sorriso. Unproduttivo inventario psichico fa scorrere sullo scher-mo della consapevolezza, con osservazione imparzia-le, le sub-personalit che si scontrano tra loro o con lacoscienza.La tolleranza una condizione per ben osservare e unabuona osservazione alla base della conoscenza. Chi intollerante non pu formulare immagine precise ed og-gettive della propria situazione psichica: non in grado

    DALLA TOLLERANZA ALLINTOLLERANZA

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    Pier Maria Bonacina

    di osservare ed poco perspicace. Per inciso la tolleran-za verso le proprie sub-personalit si acquisisce eserci-tandosi nella tolleranza per le altre persone. Se non siriesce in questo compito, probabile che il lavoro psico-logico del conosci te stesso sia un fallimento.La tolleranza un segno della sovranit della coscien-za; il buon viso della sovranit che, dalla sua altezza,

    fa capire alla subpersonalit: Non sei insopportabile,ti lascio un posticino a casa mia, ma non dimenticarlo,sei a casa mia... e dovrai evolvere e modicarti. Nel-le susseguenti fasi del possiedi te stesso e trasformate stesso del lavoro psicologico, infatti, non pi vali-do il detto:C una sola cosa che non posso tollerare:lintolleranza.

    Anche la tolleranza ha un limite! Una coscienza

    troppo tollerante verso le componenti psichiche e le

    sub-personalit in disaccordo con i principi e i pia-

    ni esistenziali dellIo, ne fa uninetta e fallimentare

    guida.

    Se la coscienza non disposta a difendere il proprio pro-getto esistenziale contro gli attacchi delle sub-personali-t disturbanti, sar da queste distrutta e con essa la suatolleranza. La tolleranza diventa uno ostacolo nella fa-se operativa del possiedi e trasforma te stesso. La co-scienza deve tollerare le sub-personalit nella fase delconosci te stesso, se mantiene tale atteggiamento nellafase della trasformazione, la tolleranza si trasforma in unmacigno per il cambiamento. Se parti psichiche ledono

    i principi dellIo, giusto che egli reagisca pretenden-done il rispetto. Tutto sta a reagire in modo equilibratoovviamente... e questo non sempre avviene, anzi!

    LA TOLLERANZA UN SEGNO DELLA SOVRANIT DELLA COSCIENZA

    Geremia (particolare)1130 Abbazia Saint - Pierre de Moissac - Francia

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    Firenze, 21/3/1999Assagioli era allo stesso tempogrande e piccolo, avevala capacit di esprimere cose grandi e profonde con unlinguaggio piccolo, nel senso di semplice e accessibilea tutti. Infatti la verit sempre qualcosa di semplice, enon una complicazione mentale. La sua grandezza e pro-fondit erano dunque nella sua semplicit.

    Aveva il senso delle giuste proporzioni. Non era pertan-to ungurucarismatico, ma prima di tutto un Uomo, coni suoi limiti e le sue potenzialit. Era fondamentalmenteunoscienziato, che esaminava i fatti dellesperienza conneutralit e ragionava pacatamente su di essi, sul lorosignicato, sulle loro cause ed effetti, ma soprattutto siponeva il problema delluso di tali fatti ed esperienze ela responsabilit su di essi da parte delluomo.

    Mi ha sempre colpito la sua serenit, la sua capacit dipresenzae allo stesso tempo di distacco, il suo orienta-mento verso il positivo, il suo saper cogliere il meglio di

    ciascuno, la sua capacit di vedere dallalto e in sensospirituale ogni cosa, anche la pi banale. Si potrebbe direche rispondeva dallalto alle domande che venivano dalbasso. Rispondeva dallanima alle domande senzanima(e questo anche il giusto modo di essere terapeuta).Non giudicava, ma comprendeva, non si faceva turba-re dalle provocazioni, rispondeva sempre con amore econ mitezza, ma insieme anche con forza e intelligenzaallaggressivit e alle critiche, servendosi spesso dellu-morismo. Insomma parlava sempre con la parte miglioredi s, rivolgendosi alla parte migliore degli altri.

    Era semplice e profondamente saggio.

    Le sue qualit principali erano quindi la saggezza, la se-renit, il distacco insieme a partecipazione, la capacitdi visione dallalto dei problemi, e soprattutto lagioiosi-t. Tutto con la gioia veniva sdrammatizzato, niente ve-niva giudicato. Cera comprensione e accettazione perle imperfezioni e debolezze umane. Tutto sempre venivariportato in alto o comunque nella totalit.Mi disse una volta Assagioli: La psicosintesi comple-tezza. Ci signica che ogni cosa ha, pu e deve tro -vare il suo giusto posto. E ci vale non solo per ognielemento e contenuto psichico nella psiche in generale,

    ma anche per ogni singolo individuo nellumanit, e an-che per ogni entit vivente (compresa quella inorganicaapparentemente non vivente) nel mondo e nelluniver-so. Poich tutto vivo, tutto fa parte della vita, tutto haunanima.

    Unaltra caratteristica importante di Assagioli era quella

    di riportare tutto allesperienza diretta. Non amava infattidare denizioni concettuali, ma cercava sempre di utiliz-zare il dato esperienziale. Quando, ad esempio gli chiesi:Che cosa il S? mi rispose: Il S non un concetto

    ROBERTO ASSAGIOLI: NOTE E RICORDI PERSONALI

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    teorico, ma unesperienza esistenziale della quale possia-mo fare esperienza diretta se usiamo le tecniche adeguatea quella esperienza. Se veramente vogliamo sapere checosa il S, bisogna andare a trovarlo a casa sua.Ricordo di avergli chiesto spesso dei consigli, per la suadisponibilit a farmi da padre sempre e comunque. As-sagioli, dopo aver letto la mia autobiograa, mi disse

    che avevo il complesso della libert. Mi colp la sem-plicit della sua risposta e soluzione del mio problema:Tu sei libero. Da questa affermazione ho poi compresoche la libert una condizione naturale della profonditdelluomo. Ho capito che non esiste un problema dellalibert, ma la possibilit reale di una esperienza diretta,esistenziale della libert. lesperienza delsentirsi libe-ri, perch in realt e in profonditsiamo gi liberi.

    Essere liberi non signica combattere o distruggere le

    barriere, perch chi evade da una prigione pu essere dinuovo imprigionato (perch continua a portare con s il

    binomio oppresso-oppressore).Levaso non un uomo libero, ma solo un fuggiti-vo da una prigione: la prigione resta presente nella suacoscienza.Luomo veramente libero al di fuori ed oltre tale bino-mio: cio un uomo che si muove e agisce come se nonesistessero prigioni (n prigionieri, n carcerieri). Luo-mo libero si muove in unaltra dimensione di coscienza,indipendentemente dalle barriere, incurante di esse.

    Ricordo un altro episodio del mio rapporto con

    Assagioli.Una volta, mentre saliva le scale per ritornare al suoappartamento al primo piano di via San Domenico,mi indic davanti e in alto, in cima alle scale, il mu-ro bianco e mi disse: Guarda lass! Puoi vederci qua-lunque cosa. Sei libero di immaginarci tutto quello chevuoi. Questa fu per me unesperienza diretta e imme-diata di un respiro di libert, la libert della creativit edellimmaginazione.

    Un altro evento importante, a cui ho assistito, la suamorte avvenuta a Capolona. Si respirava un clima di sa-cralitquella notte, durante la quale io e gli altri allie-vi lo vegliammo. Assagioli ci lasciava in quel momento

    LA PSICOSINTESI COMPLETEZZA

    ci che ci aveva insegnato coscientemente, ma anchee soprattutto i semi che aveva immesso nel nostro in-conscio e che avrebbero dovuto aspettare molti anni pergermogliare.Nonostante la tristezza di quel momento ho avvertito lasensazione che qualcosa di profondo era gi avvenuto eche ciascuno di noi allievi portava in s quelle potenzia-

    lit, rappresentando ognuno a suo modo, una promessadi continuitdi quel progetto, di quelorire, di cui Assa-gioli era stato esempio e testimonianza, terreno e giardi-niere. Oggi forse i tempi cominciano ad essere maturi

    Alberto Alberti

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    UN INVITO AL COMPIMENTO:STRALCIO DAL LAVORO SULLA UMANIT UNACompimento signica portare a termine, si collega quin-di al tema del nire e conseguentemente dellinizia-re, simbolicamente al tema della nascita e della morte.Portare a compimento realizzare lo scopo implicitonellinizio.Possiamo dire che tutto ci a cui si da inizio deve com-piersi, dare inizio dare vita, perci ci che non va a

    compimento vaga incompiuto nello spazio e la sua pre-senza pu divenire disturbante, e comunque prima o poichieder di essere portato a termine. Ci vale su qualsi-asi piano e per qualsiasi cosa, tutto pu abortire, peresempio: studi, lavori, rapporti, iniziative, idee, formepensiero Ne derivano importanti considerazioni cheper prima cosa ci responsabilizzano riguardo a ci cheabbiamo in animo di iniziare, perch iniziare, come ab-biamo detto, avviare un ciclo e ogni ciclo unentitvivente, ha le sue fasi, il suo ritmo, la sua pulsazio-ne, muovere energie , impegnare energie, dare appun-tamenti sui piani sottili; portare a compimento vuol dire

    utilizzare tutte quelle energie che si sono messe in mo-to con latto iniziale e renderle convergenti e integratesulla meta. Il valore della ne va riconosciuto e tenutopresente sin dallinizio, altrimenti non pu esserci rinno-vamento ed evoluzione, inoltre non mai bene toglierevalore a una cosa prima che sia giunta a compimento,non si pu nascere al nuovo se non si morti completa-mente precedentemente.

    Il valore emerge al compimento fnale, prima non si

    pu valutare, ma solo avere fede, che unintuizione

    del compimento, implicito nellinizio.

    Linizio del processo creativo appartiene al mondo dellecause, aformale; nel compiersi lidea prende forma suun altro piano, in tutti i suoi dettagli, i suoi aspetti, i suoirapporti. Il ciclo si chiude, ma mai completamente su sestesso e immette in un altro ciclo (come linizio e la nedelle le stagioni, momento discontinuo e continuo insie-me), secondo un modello a spirale.Quindi molta attenzione prima di iniziare qualcosa, per-ch ci leghiamo a quel qualcosa per sempre. Di quilimportanza della consapevolezza e della giusta valuta-zione (vedi tutte le fasi dellatto di volont). Interrompe-re vuol dire lasciare in sospeso, equivale a disperdere

    e vanicare tutte le energie che erano state richiamateed attratte e in parte utilizzate, con grave perdita energe-tica e vitale, il che equivale a una sorta di tradimento(delliniziativa); lincompiutezza genera karma, che lalegge di equilibrio, (ovviamente il tutto commensura-to), nonch ci autoesclude dagli effetti positivi prodottidal portare a termine ci che si iniziato: soddisfazio-

    ne, conquista, aumento dellenergia vitale sul piano per-sonale, accelerazione del processo evolutivo di Sintesi,nella Vita Una, sul piano spirituale.Per quanto riguarda Pulsazione ritmica importantetenere presente che ritmo e pulsazione sono qualit, nonattengono alla categoria della materia, ma allessenza diogni cosa vivente e senziente, che quindi ha un suocuore, ed esprimono, come la pulsazione ritmica del no-stro cuore, il collegamento e linterdipendenza di attimoin attimo con tutto ci che vive.Cerchiamo perci di valutare ci che abbiamo iniziatoe non compiuto, e cerchiamo di chiudere le Gestalt

    ancora aperte, staremo meglio! Nota psicologica: se ab-biamo manifestato nella nostra vita difcolt a portarea compimento o a riconoscere quando qualcosa ha rag-giunto il suo compimento, chiediamoci come superia-mo le frustrazioni, che rapporto abbiamo con la morte,che paura abbiamo di quel vuoto che si determina ap-pena qualcosa di importante si compiuto e si chiudeSottolineiamo in noi il valore della pazienza, soppor-tazione, persistenza, determinazione, distacco, qua-lit della Volont che ci portano alle nostre conquiste!Conquistare per abbandonare

    Manteniamo in noi la consapevolezza che anchelUmanit ha da compiersi, in ciascuno di noi, co-me coscienza che esprime integrazione e sinte-si di tutta lesperienza umana: Da uomo a UomoAllora potremo veramente dire: Tutto compiuto epassare ad un altro livello di Vita.

    Luce Ramorino

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    FIFTH INTERNATIONAL MEETING AT CASA ASSAGIOLI

    Co-Creating an InternationalPsychosynthesis Community

    Florence, 17-20 September 2015

    As we approach our fifth year of international gatherings, we can say that theSeptember meeting at Casa Assagioli has become a consistent opportunity in the worldof psychosynthesis, one which has provided participants with a rich and meaningfulexperience.

    A number of things contribute to this outcome: the source: each year additional documents of Assagiolis archives have been made

    available due to the work of the Alle Fonti Group; the setting: Casa Assagioli, the house where Roberto Assagioli lived, worked anddeveloped psychosynthesis, and that became the home of the Italian Institute ofPsychosynthesis after his death; psychosynthesis friends from all over the world; the spirit of research and deep exchange that enlivens the time together;the support of the group Alle Fonti, which has been dedicated to the preservation andenhancement of the archive in the last eight years; and Florence, good meals, ...

    The next meeting will be dedicated to the theme of Co-Creating an InternationalCommunity of Psychosynthesis, both because it is a strongly felt need in our wide-spread groups, and also because the work that takes place at Casa Assagioli isnaturally oriented towards such a goal. Assagioli, as we know, had always thought ofpsychosynthesis as a useful tool to the creation of a "planetary synthesis"... an offeringto the whole of humanity.The interactions weve experienced as weve come together from different countrieshave been a recognition of a common belonging to the spirit and practice ofpsychosynthesis, a belonging that unifies us despite the diversity of approaches,organizations, experiences.

    From September 17-20, 2015, in addition to the usual time for individual research inAssagiolis archives, the Fifth International Meeting will also offer moments of sharing,reflection, exploration in groups to strengthen and support the global community ofpsychosynthesis. By strengthening our own sense of a global psychosynthesiscommunity, we may be able, in turn, to carry our experience of such a community toothers in our own countries and, thereby enrich their experience of a wider international

    community.

    In order to do this we feel the need to support the birth of every new initiative ofpsychosynthesis in the world, we offer to people who come from developing countriesa discounted registration fee.

    The meeting welcomes anyone with a background in Psychosynthesis, practitioners ornot, and from any field or service path. Join us!

    Looking forward to meeting you in Florence,

    Gruppo Alle Fonti, Events

    For more information and application, see: http://psychosynthesisevents.blogspot.it/

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    (dal latino cum = insieme prehendere = prendere, quin-di prendere insieme, abbracciare) dei comportamen-ti umani, e ancora di pi, dei limiti dellessere umano,non sarebbe pi necessario parlare del perdono cos co-me viene vissuto dalla maggior parte degli esseri umani.Ritengo nella logica del superamento degli opposti chela comprensione amorevole di R. Assagioli sia la sintesi

    ( il terzo elemento che supera i due)degli opposti perdo-no e vendetta.

    LAmore non prevede il perdono.

    La maturit alla quale possiamo pervenire ci permetteun processo continuo di elaborazione e di crescita attra-verso continue integrazioni e sintesi parziali. Non piunao, una cosa al posto di unaltra, ma una eche unisce.Questa esostituisce laoche troppo spesso usiamo nelleidenticazioni rigide e nella dualit della vita. Dunqueuna congiunzione che unisce, che d pari opportunit,

    che afanca con dignit reciproca, che offre consapevo-lezza circa linterdipendenza delle cose e di tutti gli es-seri senzienti.

    Una congiunzione che pacifca e unisce.

    In questa congiunzione io trovo ancora un passaggiofondamentale per lasciarsi alle spalle, ancora un po,lidenticazione con lio ed aprirsi ad un noi, foriero diuna dimensione non pi egocentrica ed immatura, maprofondamente altruistica ed amorevole. E un obiettivo

    importante che fa sperare di poter un giorno, (di chissquale vita), far coincidere il S transpersonale con il SUniversale. Direzionare la volont e decidere ( dal lati-no de-cidere = tagliare via) ci che ci lega. come sead un certo punto, ci fosse dato di cogliere la direzioneprofonda da dare alla vita e si cominciasse a scegliere inmodo consapevole di essere quello che intuiamo esseresotto la personalit.Il termine personaderiva dal latino persnapersnamderivato probabilmente dalletrusco ersu, quindiersuna, che nelle iscrizioni tombali riportate in questalingua indicapersonaggi mascherati.Il percorso di ascensione dallio al S si pu stagliaredentro di noi come una traccia guida, come una stella

    che orienti il viaggio. La volont di essere se stessi di-venta il pi grande atto damore verso di noi e verso glialtri. Permetterci di ascoltare la nostra anima, lasciareche la Grazia e la Letizia nalmente ci abitino: La gra-zia spirituale che ha origine nel divino Fondamento ditutto lessere e viene concessa allo scopo di aiutare luo-mo a raggiungere la propria meta nale, cio al ritorno

    di quel Fondamento, fuori dal tempo e dalla personali-t. (5)

    E lamore porta con s la gioia:La letizia spirituale una riprova della concezione spi-rituale della vita, in cui noi poniamo la massima atten-zione, la massima accentuazione sulla meta gloriosa ched scopo e signicato alla vita stessa. Il senso di que-sta meta gloriosa, di questa vita pi alta e reale, la pigrande ed inesauribile fonte di gioia. (6)

    Ed ancora: Bisogna amare senza timore: amare perso-ne, ideali, nobili cause sociali, nazionali, umane, amareil bello, amare il supremo. La forza irradiativa ed ascen-

    dente di un simile amore attirer a s e assorbir le ener-gie sessuali, passionali, emotive. E cos amando, dare ecreare. Dare e creare in vari modi, secondo i casi e leproprie capacit, ma sempre effondersi, donarsi, irradia-re, spendere le proprie energie. (6)

    Donarsi e recuperare nalmente il profondo e dimenti-cato signicato del Perdono.

    Bibliografa

    1) Hannah Arendt -La banalit del male - Feltrinelli2) Roberto Speziale Bagliacca - Ubi Maior. Il tema

    della cura delle lacerazioni del S.- Astrolabio3) Roberto Speziale Bagliacca - Colpa- Astrolabio4) Piero Ferrucci -La forza della gentilezza- Mondadori5) Aldous Huxley -Filosoa Perenne- Adelphi6) Roberto Assagioli - Sviluppo Transpersonale- Astrolabio

    Cinzia Anna Maria Ferro

    http://it.wikipedia.org/wiki/Phersuhttp://it.wikipedia.org/wiki/Phersu
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    IL SIMBOLISMO DELLA DIVINA COMMEDIAQuali i oretti dal notturno gelo

    Chinati e chiusi poi chl sol limbiancaSi drizzan tutti aperti in loro steloTal mi feci io di mia virtude stanca

    E tanto buon ardire al cor mi corseChio cominciai come persona francaOh pietosa colei che mi soccorse

    E te cortese che ubbidisti tostoA le vere parole che ti porse!Tu mhai con desiderio il cor dispostoSi al venir con le parole tueChio son tornato nel mio primo proposto.Or v, chun volere dambedueTu duca tu signore e tu maestroCosli dissi e poi che mosso fue

    Intrai per lo cammino alto e silvestro.

    Con queste parole Dante sprona Virgilio a mostrargli lastrada per cominciare un cammino che lo porter alla

    sua realizzazione spirituale e che inizia con una disce-sa agli inferi. Sappiamo tutti quel che avvenuto pri-ma, lo smarrimento nella foresta, la speranza di risalireil monte illuminato dal sole, limpossibilit di procede-re perch la strada sbarrata dalle tre ere. Tutto que -sto ha un profondo signicato simbolico. Dante lo diceapertamente che nella sua opera si pu leggere un sensoletterale, un riferimento alla storia e politica del suo tem-po (senso allegorico), un senso educativo (morale), edun riferimento al cammino spirituale (anagogico) che quello di cui pi ci interesseremo. La Divina Commedia

    quindi, proprio perch scritta con nalit simboliche puessere letta a diversi livelli e per poter far questo biso-gna possedere la chiave di lettura per ogni livello; cosicome per una lettura del simbolismo politico della Di-vina Commedia bisogna possedere una profonda cono-scenza della situazione politica Italiana ed Europea deltempo, ugualmente per una comprensione del suo signi-cato anagogico bisogna svolgere un uguale studio deisimbolismi iniziatici.Sappiamo che Dante nel mezzo del cammin della suavita si ritrova in una selva selvaggia ed asprae forte.Egli ci appare sconvolto da questa esperienza, tanto chedichiara che essa tanto amara chepoco pi morte.Per chi conosce lo stato interiore che di solito precede

    il risveglio spirituale il signicato evidente, Dante ciparla di quella che Assagioli ha denito la notte oscu-ra dell anima e di cui abbiamo innumerevoli descri-zioni da parte di tanti ricercatori spirituali, come Tagore, Tolstoy, Ekhart Tolle, solo per citarne alcuni. Questarappresenta un momento di crisi profonda in cui avvie-ne lintima comprensione dellillusoriet di tutto quel-

    lo che sino ad allora aveva appagato lindividuo. Questarivelazione interiore anche se profondamente dolorosae disorientante consente alla persona di ri-orientare poila sua vita verso valori pi essenziali ed elevati. quelche accade anche a Dante, egli esce dalla foresta nel mo-mento stesso in cui vede un alto monte illuminato dalsole che lo invita alla ascensione. La visione della mon-tagna illuminata pu essere simbolo di quella che Ma-slow denisce esperienza della vetta, lindividuo hauna esperienza di elevazione della coscienza che lo pufar cadere nell illusione di poter raggiungere facilmenteuno stato stabile di illuminazione. Purtroppo non cosi,

    lesperienza della vetta solo una condizione transitoriae tutto sommato comune e Dante si rende subito con-to che per conquistare stabilmente questo stato elevatodella coscienza deve far fronte a tre feroci avversari, letre ere. Coloro che hanno commentato la Divina Com-media da un punto di vista storico-letterario vedono unriferimento a Firenze nella Lonza, alla Francia nelLeo-nee alla Chiesa nella Lupae ritengo ci corretto comelettura sul piano politico, ma ancor pi importante amio avviso, leggere questi simboli dal punto di vista del-le difcolt nellevoluzione spirituale. Il maggior nemico

    in questa chiave la separativit, affermata nella ricercadel piacere sico (lonza), dovuta al proprio orgoglio (le-one), ma soprattutto causata dal profondo ancestrale sen-so dellego che ci ha individuati e che, come dice Dante, fonte di ogni cupidigia.Mentre Dante sta per perdere lasperanza dellaltezzapercolpa della bestia senza pace che lo va respingendo ldove il sol taceintravede qualcuno che lo pu aiutare.

    Mentre che rovinava in basso loco

    Dinanzi a li occhi mi fu offerto

    Chi per lungo silenzio parea foco

    Molti critici hanno mostrato perplessit nellinterpretare

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    queste parole, perch Dante ci dice che Virgilio pococomprensibile a causa del suo lungo silenzio? Infatti tuttigli abitanti dell aldil dantesco parlano e sono immedia-tamente uditi. Se per diamo a queste parole un valoreinteriore ne troviamo subito il signicato. Dante torna a

    sentire una voce che gi lo aveva guidato e ispirato, ma

    per il fatto di aver, per lungo tempo , rivolto altrove lat-tenzione, percepisce ora ocamente le sue indicazioni.Virgilio la guida che tanto lo ha ispirato in passato.Rappresenta la voce che cerca di indirizzarci dai pianisuperiori della coscienza, la fonte di ci che chiamiamoispirazione,una voce che se smettiamo di ascoltarla sifa sempre pi oca. E tutto ci Dante lo afferma aper-tamente dicendo: Tu sei il mio maestro e il mio auto-re. Solo dopo lincontro ed il riconoscimento del suoMaestro, Dante pu incominciare questo cammino chenon inizia direttamente con lascesa al monte intravisto,ma con un passaggio dagli inferi, perch ogni camminoiniziatico parte dalla presa di coscienza e la conseguen-te trasformazione delle energie dellinconscio inferiore.

    La dolorosa discesa agli inferi rappresenter cosi il lavo-ro sulle proprie parti istintuali e irrisolte, come la risalitadel Purgatorio la faticosa ricostruzione di una personali-t pi cosciente ed armonica, che non a caso culminernel Paradiso Terrestre, rappresentazione dellUomo or-mai padrone di s , dove Dante viene incoronato Papae Re di s stesso. Solo giunto a questo punto egli pu

    iniziare la vera e propria ascesi che lo porter alla rea-lizzazione spirituale. Non a caso Assagioli denisce laDivina Commedia Poema della Psicosintesi; la stessaterzina con cui comincia il Paradiso

    La Gloria di Colui che tutto movePer lUniverso penetra e risplendeIn una parte pi e meno altrove

    metafora al tempo stesso della luce divina che pervadein maniera ineguale lUniverso e della coscienzaumana che sfuma nel proprio inconscio. LUomo un

    microcosmo ed il suo io ha una consapevolezza parzialedel proprio essere, allo stesso modo la luce divina illu-mina in maniera non uniforme il creato. La progressionespirituale la conquista di nuovi territori per questa uni-ca luce. Assagioli anche denisce il Paradiso Canticadella Luce. Il continuo adattarsi della vista di Dante nelpassaggio da un cielo ad un altro superiore,rappresentaquesto ampliamento della coscienza e lo sviluppo diuna maggiore capacit di comprensione. Il simbolo piimportante di questa cantica la stessa Beatrice, sim-bolo che ci conferma Dante nella sua cultura iniziatica.

    Del fatto che Dante appartenesse ad una scuola inizia-tica credo che oggi non ci siano pi dubbi. Lui stessoci dice di essere un Fedele dAmore. I Fedeli dA-more sono una fratellanza iniziatica islamica che nascein medio oriente, cosi infatti si denivano i seguaci di

    Moyaddin Ibn Arabi. Moyaddin un appellativo, vuoldire colui che rinnova la religione. Ibn Arabi fu ungrande losofo-mistico nonch su e poeta, maestro

    delleccelso poeta su Mevlana Rumi. Conterraneo di

    Averro, che conobbe personalmente, fu sicuramen-te inuenzato dalla losoa aristotelica e neoplatoni-ca. Sappiamo che fu il mondo arabo a riscoprire i duemassimi loso greci e dal mondo islamico questa co-noscenza passer al mondo cristiano consentendo il

    Miniatura Lombardasec. XV (Imola - Biblioteca Comunale)

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    Rinascimento.Dante dimostra questa inuenza nel suomodo di andare oltre il dogmatismo medievale. NellaDivina Commedia egli cerca continuamente una spie-gazione scientica dei fenomeni sia terreni che astro-nomici, un atteggiamento che a quel tempo appartenevaquasi esclusivamente alla cultura araba.Ibn Arabi maestro dei Fedeli dAmore autore di due

    libri collegati in maniera evidente alla Commedia:Il libro del viaggio notturno e Le Rivelazioni del-la Mecca. Questi due libri narrano del viaggio di IbnArabi nellInferno e nel Paradiso. Le analogie tra Dan-te e Ibn Arabi sono troppe per potersi credere casuali;anche per il poeta su linferno un imbuto gigantesco

    sotto Gerusalemme e si divide in vari gironi secondo lecolpe dei dannati e come per Dante culmina al centrodella Terra. Come il poeta orentino, anche Ibn Arabi

    fa una triplice abluzione puricante prima di salire in

    Paradiso, ma ancora i cieli retti dai sette pianeti alloraconosciuti, i cori angelici, la Rosa Mistica persino i tre

    cerchi di luce rappresentanti il Divino ed i nove cerchiconcentrici di angeli nell Empireo li troviamo anchenei poemi di Moyaddin.Altro particolare signicante il fatto che in Paradi-so e addirittura nella Ghirlanda dei Sapienti, in cuisi uniscono secondo il poeta i dodici massimi loso- cristiani,insieme ad Alberto Magno, san Tommaso e

    San Domenico,troviamo un certo Sigieri di Brabante.Sigieri un losofo francese dellepoca, non a caso a

    noi pressoch sconosciuto, grande e aperto estimatoredel losofo islamico Averro e per questo condannato

    dal Papa e perseguitato e inne fatto uccidere dallin-quisizione. Ibn Arabi deniva lAnima glia e allostesso tempo madre di Dio. Figlia perch da lui crea-ta, madre perch solo grazie a lei lUomo pu avere la

    visione di Dio. Questa denizione non pu non far ve-nire a mente linvocazione nale di San Bernardo alla

    Madonna:Vergine madre, fglia di tuo Figlio. Per inci-so ricordiamo che Bernardo di Chiaravalle fu colui chedett la regola dei Cavalieri Templari e furono questicavalieri insieme al regno svevo-normanno i principaliimportatori della cultura araba.Divenendo pi evidenti i legami tra la poesia di Dante ela poesia mistica araba, divengono anche pi compren-sibili le chiavi di lettura di molte poesie del dolcestil

    novo. Molti sono stati i su poeti e molte loro poesie

    inneggianti la donna ed il vino sarebbero dovuti appa-rire scandalosi al mondo islamico, ma questo non av-veniva perch ne era evidente il simbolismo. La donnaamata rappresentava la sapienza che nasce dallunionemistica e lebbrezza lo stato estatico spirituale. Tuttoquesto derivava a sua volta dalla visione neoplatonicaper cui l individuo amato rappresenta la nostra metmancante. In altre parole lessere umano si innamora dichi gli appare simbolo della sua parte inespressa e po-tenziale, cio la sua anima. Da questo punto di vista lafamosa diatriba letteraria su Beatrice e sul fatto che el-la fosse una giovane realmente esistita di cui Dante erainnamorato o fosse semplice metafora della sapienzamistica viene in realt superata perch la persona amata

    Biblia Sacra Miniatura Romanica sec. XII - Perugia

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    insieme un simbolo ed un tramite per la conoscenzaspirituale. Daltra parte parole come queste:

    Ogne dolcezza ogne pensiero umileNasce nel core a chi parlar la senteOnde laudato chi prima la vide

    Sarebbero inspiegabili e prive di senso (come altre poesiedello stil novo) se interpretate in senso letterale. Perchdovrebbe essere lodato chi per primo vede una donna? In-vece il senso appare chiaro se ricordiamo che la donnaamata metafora della sapienza mistica, ovvero lintui-zione spirituale. Colui che per primo la vede, cio ha lin-tuizione, sente la dolcezza che deriva da questo contattointeriore e nello stesso tempo resta umile perch sa cheessa non nasce da s stesso ma nasce da un piano supe-riore, ma naturalmente viene lodato dai fratelli che con-dividono la sua ricerca. Non a caso nel Paradiso Beatriceviene avvertita (resa attiva) da S. Lucia che rappresenta

    la Grazia Divina e che siede accanto a Rachele che a suavolta rappresenta lo stato contemplativo. Sappiamo cheil Paradiso diviso in nove cieli di cui sette abitati dalleanime che furono uomini. Ogni cielo rappresenta un di-verso livello di coscienza e di perfezione. Anche l uo-mo che abita la terra elevandosi man a mano si collega aquesti diversi livelli di realt e viene da questi ispirato.Questo concetto presente anche nellopera di Ibn Ara-bi, ma anche mistici moderni come la Bailey ed Au-robindo (Sintesi dello Yoga) hanno espresso concettisimili. Nella Commedia il cielo della Luna abitato

    dalle anime salve, ma incostanti a sottolineare che nelprocedere del cammino spirituale fondamentale la per-sistenza. In quello di Mercurio troviamo coloro che han-no agito per il bene dellumanit, ma in loro era presenteanche la vanit di una gloria terrena. E poi gli spiritiamanti, i sapienti, i militanti,i giusti e inne i pi me-ritevoli, i contemplativi. Se nellInferno troviamo dellepossenti gure individuali e le anime del purgatorio siesprimono spesso in un tono corale muovendosi insie-me ed insieme cantando, gli spiriti del paradiso tendonoalla sintesi unendosi insieme in forma di gure simboli-che; ghirlande per gli spiriti sapienti, croci per i militan-ti, la Scala per i contemplativi e lAquila per i giusti, cheaddirittura prende la parola e parla a Dante come fosse

    un singolo essere. Per Dante evidente che evoluzionee sintesi sono ununica cosa, procedere nel cammino procedere in una continua sintesi e lunione delle animenel Paradiso non annulla lindividualit, ma ne moltipli-ca la felicit nella fusione e nella scoperta di venir cosi afar parte di una superiore realt e disegno. Nel ParadisoLuce Amore e Volere sono un unica cosa e lo esprimono

    gli ultimi versi

    Ma gi volgeva il mio disio e l velleSi come rota ch igualmente mossa

    L amor che muove il sole e le altre stelle.

    Vorrei concludere con un ultima terzina che credo nes-suno di voi ricorder di aver letto.

    Ei mi rispose noi miriam la terraPoi ch difcile guardare verso il sole

    di Chi v riuscito la Coscienza

    Che poi ci abbraccia tutti come Amore

    Non potete averla letta perch dopo aver tanto let-to Dante mi venuta spontanea, lho scritta io. Noiguardiamo sempre la terra perch relativamente facilecomprendere verit parziali. Riconoscere il vero estre-mamente difcile, ma Colui che v riuscito abbraccialumanit, divenuto l Amore stesso. Comprendere eamare sono la stessa cosa.

    Sergio Guarino

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    VOGLIA DI TENEREZZE:IL CORPO COME STRUMENTO RELAZIONALECarezze, abbracci, perch cos difcile darne, rice-verne, chiederle. Il corpo il primo luogo affettivodove si sperimenta lessere nel mondo, dove si regi-stra lesperienza dellaccoglienza, del contenimento,del nutrimento, non solo materiale. Come siamo statiaccolti, nutriti, ascoltati, custoditi? Dalla psicologiadello sviluppo sappiamo quanto siano importanti i

    primi anni di vita, determinanti, per la vita futura delbambino, delladolescente e del giovane individuo.Spesso anche nellet adulta riaforano mancanze,esperienze traumatiche, relative proprio alla fasi neo-natali, della prima infanzia e della fanciullezza.

    Desidero infatti partire da un ricordo personale, rela-tivo alla mia infanzia. Un giorno, tornavo da scuola,avr avuto sette o otto anni, avvertivo il freddo pun-gente che mi irrigidiva le gambe (ancora non usava-no le calze per le bambine, solo i calzettoni), il pesodella cartella mi sbilanciava e ancora oggi mi chiedoperch non fosse venuta a prendermi la mamma. Ilmio corpo, dunque, ancora ricorda il freddo, la fatica,ma anche la mancanza della vicinanza di mia madreche mi avrebbe comunque scaldata, anche solo pren-dendomi la mano. Tornata a casa, la mamma era l, adaccogliermi, dalla cucina proveniva il profumo dellepietanze che probabilmente avevano richiesta la suacura; spesso i manicaretti costituiscono veri e proprisurrogati di coccole, lo sappiamo. Ma io invece avreipreferito, un bacio, una carezza, un abbraccio e nonun laconico: Com andata a scuola? Hai fame? S,

    avevo fame, ma del contatto sico, di due braccia av-volgenti e di due occhi che cercavano davvero il miosguardo.

    Dalla nestra scrutavo la bambina che abitava difronte; era insieme a sua madre, stavano per entrarein casa al ritorno dalla scuola. La mamma la tenevaper mano e con laltra le reggeva la cartella; primadi salire dentro il portone, le dava sempre un bacioe dopo, una carezza sul capo. Ogni giorno assiste-vo a quella scena e provavo uninvidia struggente,mi colpiva quella vicinanza, quellintimit, quel bi-sbigliare, quel loro modo di guardarsi, cera una sor-ta di interesse, di voglia di raccontarsi. Perch mia

    madre, attenta e premurosa per tante cose, mancavaproprio nella gestualit del corpo, era cos restia alcontatto sico? A volte glielo chiedevo e la rispostaera sempre la stessa: Non ci sono io per queste co-se, lo sai! Come se queste cose, fossero chiss cosa,anomalie, stranezze

    Non unaccusa nei confronti di mia madre. Da adul-ta ho compreso il perch del suo comportamento, manel cuore di una bambina resta impressa quella man-canza, la nostalgia di quello che poteva essere. La te-nerezza dovrebbe far parte del tessuto umano, comela gentilezza, sono qualit dellAmore. Nelle tantedeclinazioni affettive, la tenerezza e la gentilezza, nesono la testimonianza. La vista di un bambino fa te-nerezza, una coppia di anziani che si tiene per mano,un pulcino, un puledrino che tenta di alzarsi subitodopo la nascita.Qual il signicato etimologico della parola tenerez-za? Sul dizionario (Devoto, Oli) si legge che derivada tenero, cio che offre scarsa resistenza alla pres-sione del taglio, carne tenera, insalatina tenera, masti-cabile, morbido, delicato, con una nota di debolezzae di grazia. Inoltre, si specica nelle varie accezioni,nato da poco, in tenera et, la parte pi morbida (te-nerume). Nella fraseologia si trova:quella personaha il cuore tenero, al contrario, ha il cuore duro. Tut-to questo viene riassunto nella denizione: di senti-mento e manifestazione, di commossa, gentilezza neiconfronti delloggetto amato.

    Questultima frase offre uninteressante spunto di ri-essione; vediamo di scomporla nelle singole parti.

    Sentimento. Il sentire, rappresenta la prima esperien-za psichica per orientarsi nel mondo. J. Piaget nellostudio sullo sviluppo cognitivo, colloca nella primefasi di vita, quella senso motoria, dove il neonato,antenna vivente, si orienta e vive, attraverso i sensi,capta latmosfera psichica che lo avvolge. Nello stu-dio della vita psichica e dei suoi meccanismi, si diceche la vita affettiva che permette il costruirsi dellamemoria. Il corpo dunque ricorda la tenerezza, il contatto, il profumo, lodore, la presenza sica di unapersona.

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    Manifestazione. Altro termine della frase del dizio-nario. In Psicosintesi, il corpo, rappresenta la ma-nifestazione sica per eccellenza della nostra vitapsichica, non dualit, ma sintesi suprema del nostroessere bio-psico-spirituale. Il corpo rende manifestoil sentire, incarna le emozioni e i pensieri, rappresen-ta lesperienza stessa del vivere.

    Fiduciosa. Anche qui viene in aiuto lo studio del-la psicologia dello sviluppo, grazie allo psicanalistaE. Erikson; lacquisizione, nelle prime fasi di vita diquella che viene denita, la ducia di base, garan-tir al futuro individuo, una vita relazione solida esoddisfacente, poich chi lha accudito, lha fatto contenera presenza e attenzione.

    Commossa. La commozione, rappresenta una me-scolanza di emozioni e di sentimenti che si muova-no con il uire della vita. Il corpo che si commuoveesprime attraverso il calore, i uidi, la realt delle-sperienza del essere vivi, vitali.

    Gentilezza. Un gesto del cuore, la delicata presenzadel sentire, agiscono come un balsamo lenitivo capa-ce di risarcire mancanze, offese, talvolta anche feritepsichiche non del tutto cicatrizzate.

    Tutto questo excursus, sulla frase intorno alla tene-rezza, ci riporta inevitabilmente a una domanda, che amio avviso giusto porci. A quando risale il mio ulti-

    mo gesto di tenerezza? E non solo, da chi lho ricevu-to, ma, soprattutto, a chi lho dato? Perch se veroche ne abbiamo ricevuti pochi, che il nostro corpo neha perso la memoria, questo non ci deve impedire didarne a nostra volta. Come un segno riparatorio, co-me a promuovere un nuovo inizio, si pu, se siamocoscienti della mancanza, tramite un atto di volont,di volont di bene, ripristinare ci che non ci statodato, superando, la ritrosia, lostinazione di non da-re di quanto non si ricevuto. Consapevoli dellim-portanza di un gesto benedetto e giusto, provenientedal calore della nostra umanit. Che meraviglia al-lora, incontrare lamica/o, e abbracciarla/o, delicata-mente, ma in maniera decisa. A volte certi gesti, per Elena Morbidelli

    imbarazzo, sono incerti, tremuli. Che bello, un toccoleggero su delle spalle incurvate. Baciare sul volto osulla testa la persona a noi cara, un glio, un compa-gno, un genitore, un fratello. Dove si sono perse lenostre tenerezze? Nei giochi dinfanzia? Nei contattigof delladolescenza? Cosa si teme di dimostrare,attraverso lo scambio del contatto sico? Debolez-

    za, equivoci,smancerie si diceva una volta. E cosgrande la paura di essere fraintesi? O di essere re-spinti? Credo che non dobbiamo mai pentirci di ungesto di tenerezza, anche perch, se non accolto dalaltro, la memoria dellUniverso lo registrer e ce lorestituir, quando ne avremo bisogno, magari per noistessi; un bel gesto non va mai perduto, resta sempreimpresso nel Mistero che chiamiamo vita! Quantaamarezza invece, nel non averne dati in abbondanza!

    In altre sedi stato parlato di vulnerabilit, della for-za della debolezza, della forza del cuore e dellamore,eppure, spesso, restano solo belle frasi. Allatto prati-co, sorpresi da un pianto di un glio o da uno sguardopieno di sofferenza, il nostro corpo resta impietrito,rigido, scostante, sembra quasi che il cuore si fermi eil respiro pure. Capita di restare ammutoliti di fronteal dolore altrui; incapaci, appunto, di un gesto di te-nerezza magari da compiere in silenzio. Siamo man-canti di empatia gestuale, a volte la possediamo solomentalmente, ma la neghiamo, la ignoriamo, sul pia-no sico. E questo accade non solo e pi frequente-mente verso chi amiamo o chi abbiamo vicino nella

    nostra vita, ma soprattutto, verso NOI STESSI. Que-sta s, che una mancanza, forse la pi grave. Piccolipassi, allora, verso il Centro di noi stessi, accoglien-do via via le scorie della periferia, per avvolgerci,gradualmente, in una tenera e autentica comprensio-ne del nostro essere umani: Voglia di tenerezza!.

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    LA REPRESSIONEDEL SUBLIMEIl cammino delluomo verso la completa autorealizzazio-ne lungo e tortuoso e non si svolge sempre in manieratranquilla e agevole, ma disseminato di ostacoli, di con-itti e di crisi. Tuttavia questo non ci deve spaventare o

    fare esitare, perch queste difcolt hanno uno scopo e

    un signicato utili alla nostra maturazione, che dobbiamo

    comprendere e utilizzare. Gli ostacoli infatti sono in real-

    tgradinida salire, i conitti rivelano dualismi e polaritda equilibrare, le crisi indicano scelte e maturazioni chedobbiamo fare.Luomo ha una struttura psicologica molto complessa, edegli vive, senza saperlo, su varie dimensioni e livelli dicoscienza, come ci indica lovoide di Assagioli. Tuttaviaegli consapevole generalmente solo di una minima par-te di se stesso e vive identicato con un io che, nel mi -gliore dei casi, solo un riesso limitato e distorto del

    suo vero Essere, il S.Il nostro campo di coscienza usuale circoscritto solo aquei contenuti psichici che la nostra attenzione ci rivela,ed condizionato da identicazioni, automatismi incon-sci e inuenze esterne che abbiamo assorbito.

    Crediamo di essere coscienti, di conoscerci e invece sia-mo falsi e condizionati, conosciamo (in maniera vaga eincompleta) solo quello che appare sulla supercie della

    coscienza, ignorando, o sottovalutando tutto il profondo evasto mondo dellinconscio.Ben a ragione Jung dice che: Il cosciente per naturauna specie di strato superciale di epidermide, galleggian-te sullinconscio, che si estende nelle profondit, come unvasto oceano di perfetta continuit.

    Tuttavia questo campo di coscienza superciale (o ilcosciente, come lo chiama la psicanalisi) suscettibile diampliamenti e di approfondimenti, e la sua qualit e isuoi contenuti possono divenire sempre pi chiari, auten-tici e profondi man mano che luomo evolve e si mette incontatto con le dimensioni profonde della sua psiche, siaverso il basso, e cio verso linconscio inferiore, sia versolalto, e cio verso linconscio superiore o Supercosciente.Linconscio medio pi facilmente esplorabile, perch costituito da tutti quegli stati psichici che potremmo chia-mare attuali e che continuamente entrano ed esconodal campo di coscienza ( il preconscio della psicanalisi).Linconscio inferiore invece rappresenta il nostro passato,ed quella zona di cui si occupata prevalentemente la

    psicanalisi freudiana e che contiene gli istinti, gli impulsiatavici, i complessi, i traumi, i ricordi sepolti e tutto ciche lio cosciente ha volutodimenticare.

    Linconscio superiore rappresenta, in un certo senso,

    il nostro futuro, cio quello che noi siamo potenzial-

    mente, tutte le nostre capacit e facolt pi elevate ed

    autentiche: intuizione, creativit, amore, idealismo,verit, bellezza, sentimenti universali, ecc.

    Tutto ci insomma che vi di pi nobile e sublimenelluomo e che la sua dimensione pi vera e autentica.Stranamente per, queste due zone della psiche, quellainferiore e quella superiore, non sono facilmente accessi-

    bili alla nostra indagine e alla nostra esplorazione, perchfra la parte cosciente della nostra psiche e quella inco-sciente esiste una barriera, un diaframma che pu essere

    pi o meno impenetrabile o sottile.Poche sono le persone che hanno creato un rapporto ar-

    monico fra cosciente e inconscio, i due poli della nostrapsiche, poich questo rappresenta il raggiungimento diuna integrazione e di un equilibrio che richiedono un lun-go lavoro di sviluppo della coscienza.Molti sono invece coloro che hanno un diaframma moltoresistente e spesso fra questi due poli, perch senza ren-dersene conto reprimono continuamente le istanze e ilusso di energie che provengono dallinconscio, e hanno

    creato una rimozione.Il termine rimozione fu introdotto da Freud e sta a in-dicare un meccanismo inconscio che si formato a poco

    a poco, per effetto della repressione volontaria, ripetuta econtinua di impulsi, stati danimo e contenuti provenientidallinconscio che per una ragione o per laltra non sonoaccettati dallio cosciente. In genere si parla di rimozionein riferimento allinconscio inferiore, ma esiste un mec-canismo simile, come vedremo, anche per quello che ri-guarda linconscio superiore.Il fatto importante che dobbiamo tener presente chequesto meccanismo di repressione, che allinizio era co-sciente e volontario, divenuto una reazione automaticainconscia, per la tendenza insista in noi a formare abitudi-ni e automatismi, e ci impedisce allio cosciente di per-cepire, non solo limpulso o lo stato danimo, ma anche larepressione.

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    In realt, anche quando non vi sia rimozione, linconscio difcile da percepire proprio per sua natura. Basti pen-sare che linconscio costituito in gran parte proprio daci che lio cosciente non vuole percepire; e inoltre ha

    bisogno di metodi e atteggiamenti particolari per afora-re, perch in genere noi siamo troppo estroversi, troppo

    polarizzati sul piano cosciente e razionale, e volgiamo le

    spalle alla vita inconscia.Questa difcolt a percepire linconscio esiste sia perquello che riguarda la parte inferiore di esso (subcoscien-te), sia per quello che riguarda la parte superiore (Super-cosciente), e vi pu essere una repressione (e conseguenterimozione) sia delluno, che dellaltro.In questa conversazione vogliamo occuparci di questosecondo tipo di rimozione, che gli psicologi hanno chia-mato repressione del sublime. La parola sublime sta aindicare tutte le aspirazioni, gli impulsi, le tendenze pielevate delluomo; lesigenza della verit, della bellezza,della giustizia e dellamore; il senso del trascendente e

    del divino, lintuizione verso stati di coscienza universa-li e impersonali In altre parole ilsublime il Superco-sciente di Assagioli, o la dimensione noetica di VictorFrankl (da nous=spirito), e rappresenta non solo laspetto

    pi alto delluomo, ma anche il pi vero e il pi realmen-te umano. Infatti la zona della psiche attraverso cui sirivela il S, che non un concetto metasico, unastrazio-ne, ma il vero Io delluomo, il suo vero Essere, la suaindividualit.Luomo tuttavia in genere inconsapevole di questa real-t, identicato com nellio personale, chiuso nel cerchio

    limitato e condizionato del suo egoismo, del suo orgoglio,dei suoi attaccamenti, e senza saperlo pu creare una bar-riera verso il Supercosciente e impedire al S di manife-starsi, e ai contenuti del Supercosciente di rivelarsi.

    Egli soffre di repressione del sublime.

    Questo stato interiore non senza conseguenze, ma,come avviene per la rimozione dellinconscio inferiore,pu portare a malesseri, disturbi e crisi pi o meno gra-vi, e sfociare in una vera e propria nevrosi, quella cheVictor Frankl chiam, per distinguerla dalle nevrosi co-muni, nevrosi noogena.Possiamo chiederci a questo punto: Perch luomo

    reprime la sua parte pi autentica? Perch ha paura dicrescere? Perch riuta la sua grandezza?.

    Eppure nelluomo, come stato constatato da numerosistudiosi e psicologi, vi una spinta naturale e crescere, arealizzarsi, ad evolvere, ad essere di pi.Questo vero, ma ci dimentichiamo che in lui vi ancheunaltra tendenza diametralmente opposta, e cio quel-

    la delladattamento, dellequilibrio, della stabilit, che sioppone continuamente alla spinta evolutiva.Senza che ce ne rendiamo pienamente conto queste duespinte sono in perenne conitto dentro di noi, perch

    luna ci tiene legati al passato, laltra ci spinge verso ilfuturo.Tale conitto genera quel tipo di sofferenza che noi chia-miamo crisi, ed provocato dalla repressione della parte

    pi alta di noi stessi, che ci spinge in avanti.Ogni crescita preceduta da una crisi, anche a livel-lo biologico (crisi delladolescenza, crisi della maturit,crisi della vecchiaia, ecc.), perch luomo deve sempre

    superare un certo stadio, rinunciare ad un equilibrio perpoter crescere, deve interrompere una serie di automati-smi e di abitudini per aprirsi al nuovo, e questo gli fa in-consciamente paura.Abbiamo paura di crescere, perch crescere signi-ca abbandonare il noto per lignoto, e questo comportasempre dei rischi. (Angyal Andras)Quindi luomo in genere ha una profonda e forte resi-stenza ad abbandonare lo status quo, che gli d lillu-sione della sicurezza e del conosciuto, anche se soffre ed insoddisfatto a livello cosciente.

    Non dobbiamo dimenticare che lopposizione e la resi-stenza sono inconscie, e lindividuo che ne preda deltutto inconsapevole di esse, e a livello conscio prova so-lo un malessere, una depressione, unansia di cui ignorale cause.Tanto pi grave il malessere e la crisi, quando la cresci-ta interiore non si riferisce pi soltanto a problemi evolu-tivi personali, ma implica un cambiamento di coscienza

    pi profondo, unapertura verso il Supercosciente e versoil S, e quindi un superamento dellio personale, chiusonelle sue abitudini e nelle sue illusioni, identicato con

    le sue ambizioni e i suoi attaccamenti, e inconsciamenteribelle e ostinato.Questo il momento sul cammino interiore delluomo

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    in cui si pu parlare veramente di repressione del subli-me, in quanto i contenuti di questa parte pi alta dellin-conscio sono gi pronti per manifestarsi, e premono perrivelarsi alla coscienza, ma vi a livello cosciente un ioforte e volitivo - ma condizionato e cristallizzato - cheinconsapevolmente oppone resistenza.Possiamo quindi dire che questo tipo di crisi di crescita

    si manifesta soprattutto in persone pi evolute e maturedelle altre e che interiormente sarebbero gi pronte perun risveglio di coscienza verso il S, e nelle quali i con-tenuti del Supercosciente sono gi attivi e sviluppati, mache ignorano questa loro maturit, forse perch ancoranon c stata nella loro vita unoccasione adatta per rive-larla, o perch, senza saperlo, la reprimono, con un siste-ma di difese e di resistenze inconsce.

    Lintensit di tale repressione pu essere pi o meno for-te e pu produrre, come gi abbiamo detto, una forma dinevrosi, che Victor Frankl chiama noogena.

    Anche Assagioli in un suo scritto parla di disturbi, crisi omalesseri pi o meno gravi che possono instaurarsi quan-do si approssima quellevento decisivo nella crescita in-teriore delluomo che il risveglio della coscienza delS, quel momento di illuminazione per cui lindividuo siauto-riconosce, prende contatto con il suo vero Essere,e supera lidenticazione con lio personale costruito e

    falso.Questi malesseri e sofferenze possono essere anche

    confusi, egli dice, con i malesseri e disturbi provocatidalle nevrosi comuni e cio angoscia, depressione, sen-so di futilit, ansia, paura, senso di colpa, ecc. a livellopsichico e a livello sico disturbi neuro-vegetativi, ma-lattie funzionali, ecc.

    Tuttavia le crisi che precedono il risveglio del S pre-

    sentano anche altri sintomi che sono di carattere eti-co ed esistenziale. Lindividuo si sente arrivato a un

    punto morto. Nulla lo interessa pi, nulla lo soddisfa

    pi. La vita gli sembra senza signifcato e scopo, ed

    egli si sente invaso da un penosissimo senso di aridit

    e di futilit.

    Tutto ci in cui prima credeva gli appare vuoto e senzasenso, ed egli si sente avvolto in una specie di nebbia ein unoscurit senza speranza, e cade perci in uno statodi silenziosa disperazione. Molte volte a tali sofferenzesi unisce anche una crisi morale, un senso di colpa sen-

    za ragione, un profondo senso di indegnit e di disistimaper se stessoTutti questi sintomi rivelano la presenza di una gravecrisi esistenziale, che di solito non migliora con la co-mune psicoterapia, a meno che lo psicoterapeuta non siauna persona matura spiritualmente e talmente intuitivada comprendere che il paziente pronto ad una cresci-ta interiore, che ha lesigenza di aprirsi al sublime, ma bloccato da una resistenza inconscia. Allora lo aiuter

    NOI DOBBIAMO DIVENIRE QUELLO CHE GI SIAMO

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    a sbloccarsi e a divenire consapevole di questa esigenzaper aprirsi ad essa e soddisfarla.Questo affermano molti psicologi, come Victor Franklcon la sua logoterapia, Desoille, Jung, e soprattutto As-sagioli con la tecnica della psicosintesi, che aiuta luo-mo a realizzare se stesso nella sua totalit di esserebio-psico-spirituale.

    Prima per di proseguire e di parlare degli atteggiamentie dei metodi che possono aiutare a superare questa re-pressione del sublime, ci viene spontaneo domandarci:Come possono distinguersi le nevrosi comuni, psico-gene, da quelle noogene che precedono il risveglio delS? Come possiamo capire se le nostre crisi voglionoindicarci la necessit di unapertura al Supercoscien-te o non siano invece comuni crisi di crescita a livellopersonale?.

    Premesso che ogni crisi (e ogni nevrosi nei casi pi gra-vi) sempre il sintomo di un tentativo di crescita e di ma-

    turazione verso un livello di vita pi ampio, bloccato daqualche resistenza, sta a noi individuare, con una pazien-te e serena autoanalisi, quale sia il progresso che essa civuole silenziosamente indicare.In ogni nostro conitto psicologico, sia esso conscio o in-conscio, vi sempre nascosta una possibilit di matura-zione e di integrazione con un nuovo aspetto di noi stessi;vi sempre uno stimolo ad un risveglio di coscienza, aduna maggiore conoscenza di noi stessi, allo sviluppo di

    una facolt ignorata o repressaQuindi, sempre, dopo unanalisi dellinconscio, anche inuna comune nevrosi vi necessit di una crescita, di unamaturazione, di unapertura al Superconscio.Tuttavia nei casi di crisi di risveglio del S, e di unaprecisa resistenza alsublime, vi qualcosa di diverso edi particolare, che lindividuo stesso che ne soffre intu-

    isce, poich i suoi malesseri e le sue angosce possonoinstaurarsi anche in periodi della vita in cui egli sod-disfatto e felice a livello personale e in cui tutto sembraandar bene. Egli non soffre di carenze, di frustrazioni, odi insuccessi, non ha inibizioni e blocchi; una perso-nalit armonica e integrata. Quindi la sua crisi e la suainsoddisfazione sembrano ingiusticate da un punto di

    vista puramente psicologico ed esteriore.Vi per uno stato di incoscienza nei riguardi delle esi-genze e delle istanze che provengono dal Supercosciente,ed questa incoscienza la causa della sofferenza, poichcrea uninvolontaria rimozione e uninconscia resistenza

    verso il S, che preme per manifestarsi.Nondimeno vi come un vago presentimento, unoscuraintuizione di ci che sta avvenendo dentro di s, che vie-ne per ltrato dalla coscienza di supercie e si traduce

    in un senso di colpa, di indegnit per il tradimento ela ribellione involontari verso la parte pi vera di sstessi.A volte vi sono dei segni rivelatori nel comportamentoche possono farci capire che noi, senza saperlo, stiamo

    La fraternit lemblema del regno degli uomini e ne rivelala matrice divina. Nasce dalla luce dellanima e sintetizza ci

    che appare diviso, riconducendo Lumanit alla grandesintesi del suo unico destino.

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    cadendo nella repressione del sublime, e ci prepariamocon le nostre stesse mani una crisi, pi o meno grave.Questi segni potrebbero sintetizzarsi in una sola frase:Il riuto di accettare la propria maturit interiore.Tuttavia elencher alcuni di questi segni del comporta-mento, perch ci servano di aiuto a capire meglio noistessi:

    1) Paura di amare, pur avendo la capacit di farlo.2) Paura di conoscere, perch conoscere vuol dire agirein conformit.

    3) Paura di assumere nuove responsabilit, per inerziaed egoismo, pur essendo dotati per farlo.

    4) Paura e invidia delle persone superiori, perch ci in dicano inconsapevolmente quello che potremmo

    essere.5) Paura della morte, che nasconde in realt la paura

    della morte dellio personale.6) Paura del proprio destino, che presagiamo come un

    completo e totale rinnovamento e quindi come un

    salto nellignoto.Risulta evidente dallelenco di questi segni del comporta-mento di coloro che senza saperlo reprimono il sublime,che essi hanno instaurato un sistema di difese e di resi-stenze per proteggere lio, che si sente minacciato dalla

    pressione dei nuovi contenuti, perch non vuole morire. una situazione questa totalmente falsa e illusoria, perchin realt lio personale non esiste, solo una maschera,una costruzione, un insieme di abitudini e di condiziona-menti con cui luomo si identicato, alienandosi dal suo

    vero Io, dal suo Essere Reale, il S.

    Spesso noi sentiamo il S come qualcosa di esterno, equasi nemico, come se avessimo creato una dualit fra liodi supercie e lIo profondo, mentre in realt esiste un so-lo Io, quello vero, che faticosamente tenta di entrare nellanostra coscienza abituale e di far sentire la sua presenza.Noi non siamo lio personale, ma un centro da pura auto-coscienza privo di contenuti, e lunico mezzo per render-cene conto appunto di allontanare questi contenuti, fareil silenzio e labbandono, e aprirci alla realt dellEssereche gi presente e vive dentro di noi.Lapparente lotta fra lio personale chiuso nelle sue resi-stenze, e che riuta il S, stranamente non si risolve con lo

    sforzo, con lintervento diretto, ma con un atteggiamentodi calma, di abbandono, di ducia, di resa incondizionata,

    di rilassamento di ogni tensione, e di silenzio interiore.Bisogna esser capaci di lasciar fare allAnima diceJung, avendo intuito che solo nellapparente inazione enellabbandono di ogni lotta pu farsi strada la coscien-za autentica del S, che produce il processo liberatore erisanatore.Occorre sempre tener presente che per superare un pro-

    blema non bisogna combattere, ma salire pi in alto,disidenticarsi e uscire dal conitto per sciogliere liden-ticazione falsa con lio costruito, e indebolire le sue re-sistenze vedendole per quello che sono: illusorie difesedi illusorie conquiste, movimenti automatici e meccani-ci dovuti ai condizionamenti, movimenti ripetitivi delleenergie psichiche che ci tengono legati allincoscienza eallirrealt.Dobbiamo spezzare questo circolo vizioso, fermare que-sta meccanicit, superare queste illusioni e questi con-dizionamenti, prendendo coscienza di noi stessi comecentri di vera consapevolezza, libert e volont, comeEsseri Autentici e Veri Uomini.Quindi i metodi pi adatti per superare la repressionedel sublime sono la tecnica della disidenticazione e la

    meditazione ricettiva, tecniche indicate dalla psicosintesicon due scopi diversi, ma complementari:a) luno per liberare lio dalle false identicazioni

    salendo con la coscienza verso il S, ed enucleare uncentro di autocoscienza distaccato e libero.

    b) laltro per aprirsi ai contenuti del Supercoscientefacendo il silenzio e la calma dentro di s, e farscendere la coscienza del S, perch con la sua luce

    annulli la falsa coscienza dellio personale.E soprattutto occorre avere fducia nel S,cio nel no-stro Essere profondo, non opporsi alla Sua Volont e a

    poco o poco riconoscerci in Lui, poich noi dobbiamodivenire quello che gi siamo.

    Angela Maria La Sala Bat

  • 7/21/2019 PSICOSINTESI n. 23 - Aprile 2015

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    ISTITUTO DI PSICOSINTESI Societ Italiana di Psicosintesi Terapeutica

    Siamo lieti di annunciare il Congresso Internazionale di Psicosintesi organizzato dallIstituto di Psicosintesi, fon-dato da Roberto Assagioli e dalla Societ Italiana di Psicosintesi Terapeutica (SIPT) di Firenze.

    Il Congresso si svolger nella splendida cornice di Taormina in Sicilia, dal 2 al 5 Giugno 2016.Lospitalit sar davvero di buon livello e, soprattutto, saremo in un luogo mitico, immersi nella luce del mare Me-diterraneo e nellaura di una cultura millenaria.La cornice del mare, della antica rocca, del Teatro tra i pi famosi del mondo saranno perfetti per immergerci nellaBellezza della natura e della creativit umana, e continuare quel dialogo internazionale apertosi nel 2012 a Roma- Rocca di Papa, quando la comunit psicosintetica sent il desiderio di ri-unirsi e ri-conoscersi attraverso le nume-rose espressioni testimoniate da psicosintetisti giunti da tutto il mondo.Fu sulla parola Mondo che ci interrogammo e stimolammo in un congresso dal quale furono lanciati molti semidi studio e di lavoro comune, pur a grandi distanze geograche.Oggi lanciamo linvito per il secondo congresso internazionale in cui osservare con quali nuove visioni e rinnovatistrumenti abbiamo operato nelle singole realt nazionali e nella rete mondiale di Psicosintesi. Molti collegamentisono nati fra centri di Psicosintesi di differenti paesi e continenti e pensiamo sia giunto il tempo per vericare i pri-mi frutti nati da quei semi e riettere sulle Mete che lUmanit percorre nella sua evoluzione. Ci interrogheremosul contributo che ad esse la Psicosintesi pu offrire con la sua visione transpersonale che integra e trascende le co-scienze nazionali in sentimento internazionale e poi in rete planetaria.

    Nei tanti luoghi del nostro pianeta quali segni abbiamo colto del Nuovo che avanza?In quale modo la Psicosintesi pu contribuire ad edicare un Futuro giusto e bello e a percepire lAvvenire che ci

    viene incontro?Quale il nucleo centrale della Psicosintesi che continueremo a condividere pur nelle trasformazioni in atto?Getteremo uno sguardo sul Futuro della Psicosintesi.Questi gli elementi che ispirano il Congresso Internazionale del 2016.Intendiamo proseguire linteressante esperienza dei Gruppi Co-creativi con la novit di un settore aperto al nuovoche avanza e proponiamo una serie di argomenti su cui sviluppare le relazioni e i lavori di Gruppo. Una sessio-ne del Congresso sar dedicata a quelle innovazioni apportate da amici della Psicosintesi alla mappa dellovoide

    e alla posizione del S transpersonale. Crediamo che sia importante dialogare insieme su questo punto e laria diTaormina, ricordandoci lamore per la cultura del dialogo cara ai greci e alla Magna Grecia, ci sosterr e nutrir.Saranno le differenti posizioni a permettere ununione