PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 1055 - giovannipascuzzi.it · Le previsioni del Pil si basano sul...
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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Pag. 1 di 2 RIFERIMENTO: 2016-P001-00021
Reg.delib.n. 1055 Prot. n.
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE
O G G E T T O: Approvazione del Documento di economia e finanza provinciale (DEFP) 2016.
Il giorno 24 Giugno 2016 ad ore 09:40 nella sala delle Sedute in seguito a convocazione disposta con avviso agli assessori, si è riunita
LA GIUNTA PROVINCIALE sotto la presidenza del PRESIDENTE UGO ROSSI Presenti: VICE PRESIDENTE ALESSANDRO OLIVI ASSESSORI CARLO DALDOSS MICHELE DALLAPICCOLA SARA FERRARI MAURO GILMOZZI LUCA ZENI Assenti: TIZIANO MELLARINI Assiste: LA DIRIGENTE PATRIZIA GENTILE Il Presidente, constatato il numero legale degli intervenuti, dichiara aperta la seduta
Pag. 2 di 2 RIFERIMENTO: 2016-P001-00021
Il relatore comunica: Con legge provinciale 9 dicembre 2015, n. 18 è stata modificata la legge provinciale di contabilità, recependo quanto disposto dal decreto legislativo n. 118 del 2011 in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio e introducendo, in particolare, il Documento di economia e finanza provinciale. Il Documento di economia e finanza provinciale (DEFP), disciplinato dall’articolo 25 bis della legge provinciale di contabilità e dall’articolo 11 bis della legge sulla programmazione provinciale, viene elaborato ai sensi del decreto legislativo n. 118 del 2011 e individua in particolare - con riferimento al periodo di validità del bilancio di previsione - gli obiettivi programmatici necessari per il conseguimento delle linee strategiche definite nel Programma di legislatura e nel Programma di sviluppo provinciale per la XV legislatura, fornendo un'indicazione di massima delle azioni attraverso le quali si prevede di raggiungere questi obiettivi. Una maggiore articolazione dei contenuti delle azioni programmatiche potrà essere effettuata con la Nota di aggiornamento del DEFP, che sarà approvata contestualmente alla manovra di bilancio. Il DEFP deve essere approvato dalla Giunta provinciale entro il 30 giugno di ogni anno, previo parere del Consiglio delle autonomie locali, e inviato al Consiglio provinciale. Il DEFP 2016, di cui si propone l’approvazione, contiene una prima parte di analisi del contesto economico e sociale, una seconda che definisce il quadro della finanza pubblica provinciale e una parte programmatica, articolata secondo le aree strategiche del Programma di sviluppo provinciale per la XV legislatura.
LA GIUNTA PROVINCIALE - visto il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 - visto l’articolo 25 bis della legge provinciale di contabilità, così come introdotto
dall’articolo 10 della legge provinciale 9 dicembre 2015, n.18 - vista l’articolo 11 bis della legge provinciale sulla programmazione provinciale - visto il parere del Consiglio delle autonomie locali, che si è espresso in data 22
giugno 2016 - a voti unanimi nelle forme previste dalla legge
DELIBERA
1. di approvare l’allegato Documento di economia e finanza provinciale (DEPF) 2016, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
2. di disporre la trasmissione del DEFP 2016 di cui al precedente punto 1) al
Consiglio provinciale, che lo esaminerà secondo le procedure previste dal relativo regolamento.
PF - LR
3
INDICE
PREMESSA
1. ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO E SOCIALE
1.1 Il contesto internazionale e nazionale
1.2 Il contesto provinciale
2. IL QUADRO FINANZIARIO
2.1 Dinamica delle entrate a legislazione vigente
2.2 Patto di stabilità ed equilibri di bilancio
2.3 Dinamica della spesa corrente stimata
2.4 Risorse disponibili per investimenti
2.5 Indicazioni di sintesi
3. GLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI E LE AZIONI PRIORITARIE
3.1 Dai documenti programmatici di legislatura al DEFP
3.2 Le azioni prioritarie
- Capitale umano
- Lavoro
- Economia
- Società
- Identità territoriale e ambientale
- Autonomia e istituzioni
ALLEGATO
Analisi di contesto
Punti di forza e debolezza del sistema economico, sociale, territoriale del Trentino
5
PREMESSA
L'approvazione del Documento di economia e finanza pubblica (DEFP) 2016 rappresenta, per la Provincia,
una novità nell'impostazione della manovra di bilancio, che ridefinisce l’iter di formazione e di discussione del
bilancio provinciale e della manovra di finanza pubblica.
L'introduzione del nuovo documento programmatico, in sostituzione del Documento di attuazione del
Programma di sviluppo provinciale, non va considerata come mero adempimento amministrativo finalizzato
al recepimento, a partire dal 2016, delle disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli
schemi di bilancio di cui al D.Lgs n. 118 del 2011, ma piuttosto come l'occasione per migliorare l'efficacia
dell'intero ciclo di programmazione – controllo, in un contesto per la finanza pubblica provinciale sempre più
complesso.
Il DEFP rappresenta infatti lo strumento programmatico a supporto della manovra di bilancio e ha il compito
di indicare, in anticipo di alcuni mesi rispetto alla predisposizione dei documenti contabili e normativi della
manovra, gli obiettivi programmatici della Giunta volti al conseguimento delle linee strategiche definite nel
Programma di legislatura e nel Programma di sviluppo provinciale, fornendo un'indicazione di massima delle
azioni attraverso le quali si prevede di raggiungere tali obiettivi.
Il DEFP viene approvato entro il 30 giugno di ogni anno, mentre la manovra di finanza pubblica della
Provincia è adottata dalla Giunta in autunno, entro i termini previsti dalla legge di contabilità.
Al riguardo, occorre sottolineare la provvisorietà dello scenario della finanza pubblica provinciale per la
presenza, allo stato attuale, di fattori di incertezza che renderanno necessaria una messa a punto dei dati
previsionali dopo la definizione della manovra di bilancio dello Stato e della Nota di aggiornamento del DEF
nazionale. La Nota di aggiornamento del DEF è approvata entro il 20 settembre di ogni anno.
Anche per questo motivo, il documento si limita a tracciare le direttrici generali lungo le quali si intende
muovere l'Esecutivo provinciale con l’indicazione delle azioni prioritarie, aprendo su di esse il confronto con
il Consiglio delle Autonomie e il Consiglio provinciale per poi giungere, sulla base di un quadro finanziario
più certo, alla puntuale specificazione delle misure e alla definizione dell'allocazione delle risorse finanziarie
nell'ambito della manovra di bilancio annuale.
Nello specifico, il presente DEFP si articola fondamentalmente in tre parti:
- la prima è relativa all'analisi del contesto economico e sociale internazionale, nazionale e provinciale, con
l'illustrazione dei dati più aggiornati che consentono di rappresentare le principali caratteristiche
dell’economia e della società trentina;
- la seconda presenta il quadro della finanza pubblica provinciale, con una stima delle entrate e della
dinamica della spesa corrente a comportamenti invariati e, conseguentemente, delle risorse disponibili per
gli investimenti in assenza di manovra correttiva; questa parte si conclude con l’indicazione di alcune
possibili azioni migliorative delineate a seguito dell’analisi del quadro finanziario;
- la terza individua, articolandoli secondo le aree strategiche del Programma di sviluppo provinciale, gli
obiettivi generali e le principali azioni programmatiche previste per il periodo di riferimento.
In allegato al DEFP è riportata un'analisi dell'evoluzione dei punti di forza e di debolezza del contesto
economico, sociale, territoriale/ambientale, individuati nel Programma di sviluppo provinciale, con il quadro
aggiornato dei relativi indicatori e le relative note di commento.
6
1. ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO E SOCIALE
(dati fino a maggio 2016)
1.1 Il contesto internazionale e nazionale
L’economia mondiale prosegue nell’espansione pur con un ritmo rallentato. La crescita risulta
diversificata fra le diverse aree economiche. A differenza di alcuni anni fa, ora sono le economie
avanzate a sostenere lo sviluppo mentre i paesi emergenti, per un insieme di motivazioni, mostrano
situazioni di eterogeneità e di fragilità, rappresentando il rischio più evidente per il consolidamento
della ripresa1. Le politiche monetarie nei principali paesi avanzati permangono espansive e si
rafforzano nell’accompagnare la complessa ripresa economica.
Andamento del Pil nel periodo 2008-2019
(stima 2016-2019)
Mondo
area Euro
Italia
Economie avanzate
-8,0
-6,0
-4,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
10,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Economie emergenti
2015 2016 2017 2018 2019 Mondo 3,1 3,2 3,5 3,6 3,8 Economie avanzate2 1,9 1,9 2,0 2,0 1,9 area Euro 1,6 1,5 1,6 1,6 1,6 Italia 0,8 1,0 1,2 1,0 1,1 Economie emergenti3 4,0 4,1 4,6 4,8 5,0
Fondo monetario internazionale (FMI), aprile 2016, Elaborazioni ISPAT
1 In questi paesi sono presenti contemporaneamente cause strutturali, quali l’esaurirsi degli stimoli delle riforme e
l’integrazione della Cina nell’economia globale, e cause specifiche e congiunturali, quali il ribilanciamento dell’economia cinese a favore dei consumi e servizi e la crisi economica e politica del Brasile.
2 E’ un gruppo di 39 paesi (http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2016/01/weodata/weoselagr.aspx) 3 E’ un gruppo di 152 paesi (http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2016/01/weodata/weoselagr.aspx)
7
Nell’area Euro prosegue il lento consolidarsi della ripresa economica, trainata dai consumi privati e
frenata dall’indebolimento della domanda estera. Sono presenti, allo stesso tempo, rischi connessi
all’andamento della domanda estera, alle diverse e difficili situazioni di crisi geopolitiche e
all’inflazione attestata su valori nulli che riflettono gli ampi margini di capacità produttiva e di forza
lavoro inutilizzati. La politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) permane espansiva,
rafforzando gli strumenti4 necessari per il ritorno dell’inflazione al 2%, livello compatibile con uno
sviluppo economico sostenibile.
Nel contesto mondiale ed europeo in ripresa, accompagnato da rischi che si intrecciano tra
economie avanzate ed emergenti, l’Italia, dopo tre anni consecutivi di contrazione, ha rivisto il
segno più del suo Pil. Il contributo principale alla crescita è stato determinato dall’evoluzione della
spesa delle famiglie residenti. Anche gli investimenti sono in miglioramento.
Le previsioni del Pil si basano sul rafforzarsi della positiva dinamica della domanda interna, con il
consolidamento dell’espansione dei consumi privati e l’accelerazione degli investimenti, e su
un’evoluzione favorevole delle variabili esogene internazionali. Per i prossimi anni per l’Italia gli
organismi internazionali ripropongono uno scenario di crescita che si consolida ma che rimane
contenuta5.
Si osservano miglioramenti nel mercato del lavoro e nell’accesso al credito che sostengono, da un
lato, i consumi delle famiglie e, dall’altro, i progetti di investimento delle imprese. Occupazione e
investimenti sono gli elementi essenziali per la crescita italiana. Meno determinante, in questo
momento, risulta la domanda estera che si prevede in sviluppo contenuto condizionata
dall’andamento dell’economia dei paesi emergenti6.
1.2 Il contesto provinciale
Il Trentino presenta un’evoluzione del Pil coerente con il contesto italiano, seppur con
differenziazioni legate alle peculiarità del sistema economico e sociale che, di norma, attenuano le
contrazioni e ritardano temporalmente il ciclo economico7. Nel 2015 il Pil nominale è pari a 18.644
milioni di euro con una crescita annuale stimata allo 0,9%. A differenza dell’Italia già nel 2014 si era
registrata una piccola variazione positiva (+0,1)8.
Le previsioni per il Pil9 mostrano un percorso di crescita più vivace di quello italiano anche se le
stime del Trentino scontano gli impatti positivi e negativi che influenzano quest’ultimo. Attraverso
4 Nel periodo più recente sono state rafforzate le misure monetarie della BCE a supporto dell’economia quali:
l’ampliamento della dimensione e della composizione degli acquisti di titoli pubblici, l’ulteriore riduzione dei tassi
ufficiali e nuove misure di rifinanziamento delle banche a condizioni eccezionalmente favorevoli. 5 Viene prevista una dinamica del Pil simile a quella del primo decennio degli anni 2000, derivante da riforme ancora da
attuare o che devono ancora impattare compiutamente sull’economia. 6 Soprattutto la Cina, che assieme agli altri paesi emergenti, incide per circa un 30% sulle esportazioni italiane. 7 Il comportamento, sopra evidenziato, deriva, in parte, dalle politiche anticicliche attuate dall’Amministrazione
provinciale e, in parte, dal sistema produttivo trentino costituito in prevalenza da microimprese che reagiscono con
ritardo agli stimoli economici esogeni. 8 I valori presentati sono il risultato, per il 2014, del progetto ISPAT: Stima anticipata del Pil e, per il 2015, del progetto
Prometeia, FBK-IRVAPP, ISPAT: Modello econometrico multisettoriale per il Trentino (MEMT). 9 Le previsioni del Pil e delle altre principali grandezze macroeconomiche per il Trentino sono influenzate dal contesto
economico italiano e internazionale e dalla disponibilità di dati e informazioni sull’economia al momento della loro
elaborazione. Mutamenti sia del contesto economico locale, nazionale e internazionale che delle politiche nazionali e
provinciali possono condurre a stime diverse da quelle presentate.
8
il Modello econometrico multisettoriale per il Trentino10 si sono elaborate, per il periodo 2016-2019,
le previsione per il Pil e le altre principali variabili macroeconomiche.
Andamento del Pil trentino
(in volume)
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
2015 2016 2017 2018 2019 Pil nominale 1,6 1,9 2,1 2,2 2,3 Pil in volume 0,9 1,1 1,2 1,2 1,2
Dal 2008 al 2013 Istat, Conti economici territoriali; 2014 ISPAT, Stima anticipata del Pil, dal 2015 al 2019 Prometeia, FBK-IRVAPP,
ISPAT: previsioni elaborate con il Modello econometrico multisettoriale per il Trentino (MEMT) nel maggio 2016 con lo scenario di
contesto per l’Italia predisposto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) nell’aprile 2016.
Nel contesto europeo, la stima del Pil pro capite conferma il Trentino fra le regioni con un elevato
livello di benessere.
In termini quantitativi il Pil pro-capite provinciale è pari 34.200 euro, in leggero aumento. In PPS11 è
pari a 33.700 euro ed è superiore di circa il 23% alla media europea (27.500 euro) e del 28% rispetto
alla media dell’Italia (26.400 euro), leggermente più basso della Germania (34.500 euro) e simile a
quello della Svezia (33.700 euro). Nella graduatoria delle regioni italiane più ricche il Trentino
occupa la quarta posizione.
10 Si tratta di un modello di previsione per la stima delle variabili macroeconomiche del Trentino, predisposto da
Prometeia, in partnership con FBK-IRVAPP (Fondazione Bruno Kessler - Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche
pubbliche) e ISPAT (Istituto di Statistica della provincia di Trento). 11 La Parità di Poter d’Acquisto è una tecnica che permette il confronto fra Stati europei, simulando una stessa struttura
di prezzi e annullando, pertanto, le differenze di prezzo fra gli stessi.
9
Pil pro-capite in PPS
(valori in euro)
Trentino 33.700
Alto Adige 39.700
Veneto 29.800
Emilia-
Romagna 32.200
Lombardia 34.700
Nord-est 31.100
Italia 26.400
EU28 27.500
Germania 34.500
Austria 35.500
Svezia 33.700
Fonte: EUROSTAT, elaborazioni ISPAT
Dal 3° trimestre 2013 il fatturato delle imprese trentine12 è tornato a crescere anche se la ripresa
permane fragile e con intensità più contenute rispetto al periodo pre-crisi13. Nel 2015 il fatturato
provinciale è aumentato, su base annua, del 2,1% in rafforzamento rispetto al 2014 (+1,6%). I settori
che hanno contribuito maggiormente al risultato annuale sono l’artigianato, il commercio
all’ingrosso e i trasporti.
Il sistema produttivo locale si caratterizza per una marcata terziarizzazione14 ed è
prevalentemente costituito da piccolissime imprese. Ciò comporta che le imprese trentine realizzino
circa 3/4 del proprio fatturato sul mercato provinciale; poco oltre il 16%, invece, deriva dal mercato
nazionale. E’, pertanto, il fatturato provinciale a determinare la performance del sistema
produttivo trentino.
Le imprese di dimensione medio/grande hanno trainato l’economia, sia rafforzandosi sui mercati
esteri, sia cogliendo in anticipo i cambiamenti nel ciclo economico. Le imprese medio/piccole e
piccole hanno reagito bene alle difficoltà inserendosi nella ripresa italiana. Le piccolissime imprese,
invece, sono quelle che recepiscono con ritardo i cambiamenti nel ciclo e mostrano ancora una certa
difficoltà nell’agganciare la ripresa. In questo contesto, negli anni più recenti, si è aggiunta la
12 L’analisi è svolta con i dati dell’Indagine trimestrale sulla congiuntura in provincia di Trento condotta dalla Camera di
Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Trento. 13 Si fa riferimento agli anni precedenti al 2008. 14 Circa il 75% del valore aggiunto provinciale deriva dal settore dei servizi.
10
complicazione di un’inflazione pressoché nulla, se non negativa, che deprime in modo
generalizzato gli sforzi di consolidamento della ripresa economica.
Al miglioramento di questa situazione contribuisce il ritorno a condizioni di accesso al credito che si
avvicinano ai livelli pre-crisi. Gli investimenti sono stimati ancora molto deboli; nei prossimi anni
dovrebbero ritrovare un trend di crescita consono a supportare la ripresa economica. L’andamento
dei finanziamenti per investimenti sta mostrando, già da alcuni trimestri, una tendenza al recupero.
Maggiori evidenze si osservano per gli investimenti in macchinari e attrezzature. Si registrano
evoluzioni positive anche per quanto attiene alle disponibilità bancarie per il capitale circolante.
Il settore del credito deve risolvere i problemi legati alle sofferenze bancarie per poter sostenere
compiutamente le imprese nei programmi di investimento. Le politiche monetarie espansive
dovrebbero semplificare questa contingenza assieme ad una qualità del credito in miglioramento.
Gli imprenditori evidenziano una ritrovata fiducia che, nel corso del 2015, si consolida. Chi
lavora nel manifatturiero e nelle imprese medio/grandi mostra maggior ottimismo sia
nell’evoluzione della congiuntura e della ripresa economica che nella capacità di competere sui
mercati. Questo sottoinsieme di imprese è essenzialmente anche quello che opera sui mercati
internazionali15.
Nel 2015, pur nelle turbolenze derivanti dalle difficoltà delle economie emergenti, sia il fatturato
estero che le esportazioni in valore hanno riscontrato variazioni annue positive. Le esportazioni
trentine sono aumentate, su base annua, del 4,3% in misura maggiore della media italiana (+3,8%).
L’Europa è il mercato di destinazione per il 70% delle merci trentine; altri mercati importanti sono:
l’America del Nord (circa il 13%), l’Asia orientale, il Medio Oriente e l’Africa (circa il 4%)16.
Il primo partner estero per il Trentino è la Germania. Verso questo paese è commercializzato il
17% delle merci esportate. Gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero e rappresentano l’11%
dell’export annuale; la Francia, invece, assorbe il 9% delle merci esportate. Questi tre paesi assieme
costituiscono circa il 40% della domanda estera.
L’internazionalizzazione del Trentino può essere colta anche analizzando il turismo.
I turisti stranieri sono stati fondamentali negli anni più pesanti della crisi perché hanno garantito
stagioni turistiche in linea con la tendenza del periodo. Nell’ultimo anno sono ritornati i turisti
italiani permettendo al settore di registrare due stagioni - quella estiva 2015 e quella invernale 2016
- molto positive. Nell’ultima stagione estiva si è rilevato, negli esercizi alberghieri e complementari,
un aumento degli arrivi pari al 12%, con gli italiani al 16%, e delle presenze pari al 6%, con gli
italiani al 9%. La stagione invernale 2016 ha fornito riscontri altrettanto positivi con il periodo
dicembre – marzo in rafforzamento negli arrivi di oltre il 9% e nelle presenze del 7,5%.
Il settore del turismo influenza il fatturato sia nel commercio e nei servizi di alloggio e di
ristorazione sia nei settori a supporto del turismo e l’occupazione nelle attività connesse allo stesso.
Nel 2015, i buoni risultati del turismo hanno contribuito all’aumento del fatturato del 2% nel settore
del commercio al dettaglio, ritornato in positivo dopo aver registrato nel 2014 una contrazione
dell’1,1% e nel 2013 essere stato prossimo allo zero. I turisti sostengono in particolare i consumi
alimentari e del grocery, con evidenti benefici nelle zone vocate. Nel complesso della provincia
questa tipologia di spesa è ancora stagnante, seppur con una tendenza positiva soprattutto nei mesi
più recenti.
15 Vi è uno stretto rapporto tra esportazioni e innovazione. Le imprese che innovano hanno una maggior propensione a
essere presenti sui mercati esteri (circa 15 punti percentuali in più). Inoltre, l’innovazione è un fattore che incide anche
sul fatturato e sulla dimensione (circa 8 punti percentuali in più per le imprese che innovano). 16 Nell’Unione europea avvengono i 2/3 scambi commerciali esteri.
11
Andamento delle presenze, totali, italiane e straniere
(numero indice 2005 = 100)
111
presenze turistiche
98presenze italiane
135
presenze straniere
90
100
110
120
130
140
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Fonte: ISPAT, ISTAT
Il turismo influenza anche il settore delle costruzioni, ambito in profonda riflessione e difficoltà,
che mostra segnali incoraggianti proprio nel comparto del commercio e turismo. Per il resto, il
settore evidenzia uno stato di sofferenza che si caratterizza per sommare al generale e complesso
periodo dell’economia, derivante dalla doppia recessione17, una crisi strutturale del settore
manifestatasi fin dal 2005. Nella dinamica regressiva del settore, il ristrutturato edile è l’ambito di
miglior prestazione, con il residenziale che acquista una netta prevalenza sui comparti produttivi.
Nel 2015 le superfici ristrutturate sono per circa un 62% residenziale. A conferma si osserva la
dinamica positiva negli investimenti in abitazioni.
Miglioramenti si riscontrano pure nei finanziamenti per acquisti di beni durevoli alle famiglie che,
nel quarto trimestre 2015, hanno registrato un aumento annuale del 23%. Variazioni altrettanto
positive e consistenti si rilevano per tutto l’anno 2015.
Le famiglie sono tornate a investire rispondendo ad un contesto che si sta rasserenando, con una
fiducia ritrovata ma con incertezze sulla solidità della ripresa economica. Il ritorno agli investimenti
delle famiglie trova fondamento nei segnali postivi che provengono anche dal mercato del lavoro.
Nel 2015, nonostante la variabilità trimestrale, gli occupati sono aumentati, passando dai 232,1mila
del 2014 ai 232,5mila del 2015. Dal 2008 al 2015, in Trentino, i lavoratori sono aumentati di oltre il
3%, a fronte di una contrazione sia nel Nord-est che in Italia di circa il 2,5%. La maggioranza dei
lavoratori è impiegato nei servizi (71%) ed è alle dipendenze (79%).
Nel lungo periodo di crisi la disoccupazione ha registrato un evidente aumento, anche se nei
17 Si fa riferimento alle due crisi nel periodo dal 2008 al 2015: la prima nel 2008/2009 (mercati finanziari internazionali) e
la seconda nel 2012/2013 (debito sovrano).
12
trimestri più recenti sta contraendosi. In questa dinamica ha giocato un ruolo anche l’inattività
perché persone, non presenti nel mercato del lavoro, hanno cercato un’occupazione per assicurare
alle famiglie una maggior sicurezza o per mantenere più o meno stabile il proprio tenore di vita. Il
tasso di disoccupazione, infatti, è passato dal 3,3% del 2008 al 6,8% del 201518, con una riduzione
della distanza tra quello maschile e femminile. Difficoltà evidenti si registrano per i giovanissimi
(15-24 anni) che nel 2015 mostrano un tasso di disoccupazione circa quattro volte quello totale19. Da
monitorare con attenzione è il tasso di disoccupazione dei giovani fra i 25 e i 34 anni che nel 2015 è
pari all’8,8%, due punti percentuali sopra quello totale.
Soffermandosi sugli occupati e analizzando la composizione degli stessi per classe di età, si osserva
che diminuiscono, sia in valore assoluto che in rilevanza, i lavoratori fino ai 44 anni e aumentano
più che proporzionalmente le classi successive20. Ciò è prevalentemente determinato dalle riforme
del sistema pensionistico, dall’innalzamento del livello di istruzione, ma anche da un processo di
invecchiamento della popolazione21.
Variazioni tendenziali degli occupati per classi d’età
-6.000
-4.000
-2.000
0
2.000
4.000
6.000
8.000
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
15-34 anni 35-54 anni 55 anni e più 15 anni e più
Fonte: ISTAT, ISPAT
La popolazione del Trentino, ammontante a 538mila unità, infatti, è composta per un 21% da
persone con 65 anni e più e da un 15% di giovani fino a 14 anni. L’indice di vecchiaia è pari a
18 In Italia e nel Nord-est tale tasso è passato rispettivamente dal 6,7% e dal 3,4% del 2008 all’11,9% e al 7,3% del 2015. 19 Tale tasso pari al 23,6%, se rapportato a quello italiano pari al 40,3%, risulta molto contenuto. Il tasso provinciale
risulta superiore a quello europeo di circa tre punti percentuali (20,4% per l’Ue28). Più significativo, perché i giovani
fra i 15 e i 24 anni sono ancora impegnati in percorsi di istruzione e formazione, è il rapporto di disoccupazione
(rapporto fra i disoccupati e la relativa popolazione) che si attesta al 6,7%, in linea con il tasso di disoccupazione del
Trentino per il 2015. 20 Si considera il periodo fra il 2008 e il 2015. Interessante è osservare che nel 2015, proprio grazie all’attuarsi della
riforma sul lavoro (Jobs Act), sono aumentati gli occupati nelle classi più giovani (15–34 anni). 21 Si fa riferimento alla popolazione delle Generazioni del Baby boom (nati fra il 1946 e il 1965).
13
141,9%22, cioè ogni 100 giovani ci sono 142 anziani, in un trend consolidato e solo attenuato negli
anni duemila dall’arrivo degli stranieri, significativamente più giovani e con una natalità più
importante della popolazione autoctona.
Il Trentino gode di un capitale umano e sociale di rilievo rispetto all’Italia. Per formazione e
istruzione si osserva che circa il 32% delle persone ha conseguito un titolo universitario, valore
superiore di circa 7 punti percentuali dell’Italia e minore, con pari intensità, rispetto alla media
europea. La partecipazione dei trentini alla vita sociale è tradizionalmente molto elevata; in
particolare, la disponibilità a dedicare il proprio tempo in attività di volontariato è
significativamente più importante del resto del Paese23. Le relazioni familiari e amicali risultano
molto soddisfacenti con una marcata solidarietà nei confronti delle persone che costituiscono il
contesto abituale.
Nonostante il lungo periodo di crisi il sistema di welfare in Trentino ha dimostrato la sua validità
mantenendo la qualità della vita distintiva del territorio e assicurando il benessere della sua gente,
come testimoniano i dati sul Pil, indicatore sintetico della richhezza delle persone. Anche le
differenze di reddito disponibile si mostrano contenute in Trentino. Questo indicatore si ferma al 3,7
contro un 5,8 dell’Italia, 5,2 dell’Europa e un 5,1 della Germania. Risulta simile alla Svezia (3,9)24.
Il 68% dei trentini si ritiene molto/abbastanza soddisfatto della propria situazione economica,
percentuale in aumento di oltre quattro punti rispetto al 2008. Il 75% delle famiglie giudica
ottime/adeguate le risorse economiche nell’ultimo anno e meno del 6% ha visto peggiorare in modo
evidente le proprie disponibilità finanziarie.
Questo contesto di relativa solidità economica si rispecchia nel tasso molto contenuto di persone che
si trovano in una situazione di grave deprivazione materiale (2,8%). In Italia questo tasso è quasi 6
volte superiore. Più elevata è, invece, la quota di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale
(13,6%)25, pur essendo meno della metà di quella italiana (28,3%), ben distante dalla media europea
(24,4%) e rimanendo al di sotto sia della Germania (20,6%) che della Svezia (16,9%).
22 In Italia e nel Nord-est questo indice è pari rispettivamente al 166,1% e al 166,6%, circa 20 punti percentuali più elevato
di quello del trentino. 23 La quota di persone che dedica il proprio tempo in qualche associazione è pari al 38,3% in Trentino e al 23,1% in Italia. 24 ’indice di disuguaglianza del reddito disponibile è il rapporto tra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della
popolazione con il più alto reddito e quello ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito. L’indicatore
migliora se il valore diminuisce. 25 L’indicatore popolazione a rischio povertà o esclusione sociale include il numero di persone a rischio povertà, o, che si
trovano in stato di grave deprivazione materiale, o, che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro.
ANALISI DEL CONTESTO ECONOMICO E SOCIALE PROVINCIALE
QUADRO DI SINTESI
PIL è pari a 18.644 milioni di euro stimato in crescita dello 0,9% nel 2015;
nel periodo 2008-2013 il Pil mostra una contrazione pari al 2,1%, mentre nel periodo 2013-2015 si stima in aumento dell’1,1%;
si prevede in crescita con un’evoluzione attorno all’1,2% nel periodo dal 2016 al 2019.
Fatturato è tornato a crescere dal 3° trimestre 2013;
è aumentato del 2,1% nel 2015, in rafforzamento rispetto al 2014 (+1,6%);
gli imprenditori evidenziano una ritrovata fiducia che nel corso del 2015 si è rafforzata;
è più ottimista chi opera nelle imprese medio/grandi e nel manifatturiero.
Sistema produttivo presenta una marcata terziarizzazione (circa il 75% del valore aggiunto deriva dal settore dei servizi);
è prevalentemente costituito da micro e piccole imprese (il 94% delle imprese ha meno di dieci addetti);
è realizzato per il 74,3% sul mercato provinciale, per il 16,4% sul mercato nazionale, per il 9,3% sul mercato internazionale.
Investimenti sono tornati a crescere ma con una dinamica debole;
nei prossimi anni dovrebbero ritrovare un trend di crescita consono a supportare la ripresa economica;
si osserva un recupero più evidente per gli investimenti in macchinari e attrezzature.
Credito le condizioni di accesso al credito si avvicinano ai livelli pre-crisi;
il settore deve risolvere i problemi legati alle sofferenze.
Esportazioni sono aumentate del 4,3% nel 2015 (3,8% in Italia);
nel periodo 2008-2013 le esportazioni trentine sono cresciute dell’11,9% e nel periodo 2013-2015 sono aumentate di un ulteriore 5,1%;
il 70% dei prodotti trentini viene esportato in Europa;
Germania (17%), Stati Uniti (11%) e Francia (9%) rappresentano i tre partner commerciali più importanti. Questi tre Paesi assorbono il 40% della domanda estera del Trentino.
Turismo negli ultimi dieci anni le presenze dei turisti sono cresciute dell’11% mentre quelle straniere del 35%. Le presenze italiane sono diminuite del 2%;
sia nel periodo 2008-2013 che nel periodo 2013-2015 le presenze turistiche crescono più o meno con la stessa intensità; si è registrato un incremento del 4,1% tra il 2008 e il 2013 e del 3,8% tra il 2013 e il 2015;
la stagione estiva 2015 ha mostrato un’ottima performance, con gli arrivi e le presenze in aumento rispettivamente del 12% e del 6%;
la stagione estiva 2015 si è caratterizzata per il ritorno degli italiani con gli arrivi e le presenze in crescita rispettivamente del 16% e del 9%;
la stagione invernale 2016 si stima altrettanto buona con arrivi e presenze in aumento rispettivamente di oltre il 9% e del 7,5% nel periodo dicembre 2015 – marzo 2016.
Commercio al
dettaglio
in consolidamento i consumi delle famiglie, supportati anche dal buon andamento delle stagioni turistiche;
è in aumento del 2% nel 2015, dopo la contrazione dell’1,1% nel 2014.
15
Costruzioni ancora in difficoltà;
positivi sono i segnali che si registrano negli interventi edili, nel settore del commercio e turismo e nel ristrutturato residenziale.
Famiglie stanno ritrovando la fiducia grazie ai segnali positivi che provengono dall’aumento del potere d’acquisto e dal mercato del lavoro in miglioramento;
segnali positivi dai finanziamenti per acquisto di beni durevoli (+23% nel 2015).
Occupazione sono 232,5mila gli occupati, in aumento sia nel 2015 che nel periodo 2008 al 2015 (3%); nello stesso periodo in Italia e nel Nord-est sono diminuiti del 2,5%;
nel periodo 2008-2013 gli occupati sono aumentati dell’1,6% e nel periodo 2013-2015 sono cresciuti dell’1,4%;
sono per il 71% impiegati nei servizi e il 79% lavora alle dipendenze;
in difficoltà il lavoro autonomo;
nel periodo tra il 2008 e il 2015 diminuiscono gli occupati fino a 44 anni e aumentano quelli nelle classi successive;
sono aumentati nel 2015 gli occupati nelle classi più giovani (dai 15 ai 34 anni).
Tasso di
disoccupazione
è in miglioramento il tasso e pari al 6,8% nel 2015 (6,9% nel 2014 e 3,3% nel 2008); in Italia e nel Nord-est raggiunge rispettivamente l’11,9% e il 7,3%;
nel periodo 2008-2013 il tasso di disoccupazione è aumentato di 3,2 ounti percentuali; nel periodo 2013-2015 tale tasso è cresciuto di 3 decimi di punti percentuali;
maggiori difficoltà si rilevano per i giovanissimi (15-24 anni); nel 2015 il tasso è pari al 23,6% e in miglioramento. In Italia ha superato il 40%;
il rapporto di disoccupazione per i giovanissimi è simile al tasso di disoccupazione totale;
è di circa due punti percentuali più alto di quello totale per i giovani fra i 25 e i 34 anni.
Popolazione 538mila unità con un tasso di vecchiaia al 141,9% (166,1% in Italia, 166,6% nel Nord-est);
nel periodo 2008-2013 il tasso di incremento della popolazione è pari a 24 persone per mille residenti mentre tale tasso nel periodo 2015-2013 è pari a 1,5 persone per mille residenti.
Capitale umano e
sociale
il 32% delle persone possiede un titolo universitario (7 punti percentuali rispettivamente in più rispetto all’Italia e in meno rispetto all’Europa);
il 38,3% dei trentini dedica tempo ad attività in un’associazione (23,1% in Italia).
Qualità della vita e
benessere
economico
il sistema di welfare ha dimostrato la sua validità mantenendo la qualità della vita distintiva del territorio;
risultano molto soddisfacenti le relazioni famigliari e amicali con marcata solidarietà nei confronti delle persone che costituiscono il contesto abituale;
il Pil procapite in PPS è pari a 33.700 euro, uguale a quello della Svezia, più elevato dell’Italia (26.400) e dell’Europa (27.500), un po’ più basso della Germania (34.500);
sono contenute le differenze nella distribuzione del reddito disponibile;
il 68% dei trentini è molto/abbastanza soddisfatto della propria situazione economica; questa incidenza era diminuita di due punti percentuali tra il 2008 e il 2013 ed è, invece, aumentata di 6,4 nel periodo tra il 2013 e il 2015;
meno del 6% ha visto peggiorare in modo evidente le proprie disponibilità finanziarie;
il 13,6% è la quota di popolazione a rischio povertà o esclusione sociale (28,3% in Italia, 24,4% in Europa, 20,6% in Germania e 16,9% in Svezia).
16
2. IL QUADRO FINANZIARIO
Le previsioni finanziarie esposte nel presente documento sono state elaborate sulla base delle
informazioni attualmente disponibili, con riferimento sia al quadro locale che a quello nazionale. Le
stesse presentano carattere di provvisorietà e saranno oggetto di revisione in sede di Nota di
aggiornamento del defp, in particolare in relazione alla manovra finanziaria che sarà definita a
livello nazionale nel mese di ottobre.
2.1 Dinamica delle entrate a legislazione vigente
Per il periodo che va dal 2009 al 2013 il volume delle entrate della Provincia ha presentato un valore
medio pari a circa 4,9 miliardi di euro; nella Legislatura in corso (2014-2018) il corrispondente valore
medio è previsto pari a 4,6 miliardi, per ridursi poi a 4,4 miliardi nel 2019. I dati esposti
comprendono anche le risorse afferenti alla finanza provinciale che vengono messe a disposizione
da altri soggetti e che formalmente non transitano sul bilancio provinciale – in particolare i
finanziamenti della Regione per funzioni delegate gestite da Agenzie della Provincia, nonché quelli
dell’Unione europea e dello Stato per il PSR (piano di sviluppo rurale).
Tali entrate peraltro non rappresentano le risorse effettivamente spendibili su scala locale in quanto,
a decorrere dal 2012 e secondo quanto stabilito dalle norme statali, la Provincia ha dovuto effettuare
accantonamenti per il concorso agli obiettivi di finanza pubblica nazionale. Al netto di tali
accantonamenti le risorse effettivamente disponibili passano da un valore medio del periodo 2009-
2013 di 4,8 miliardi a un valore medio di 4,3 miliardi nel periodo 2014-2018, per assestarsi a 4,1
miliardi nel 2019.
Gli andamenti esposti rappresentano l’esito finale di una serie di misure e dinamiche che si sono
succedute nel tempo, dando luogo ad effetti di segno diverso.
Per effetto dell’Accordo di Milano, a decorrere dal 2010 nel bilancio della Provincia affluiscono i
9/10 di tutti i gettiti prodotti sul territorio e, dunque, anche di quelli che in precedenza in parte non
affluivano al bilancio della Provincia in quanto erano versati al di fuori del territorio provinciale
(IRES, imposte sostitutive sui redditi da capitale, prelievo erariale unico - PREU). Tale stock di
entrate si somma al flusso dei gettiti arretrati che, per l’Accordo di Milano, hanno iniziato ad
affluire in forma rateizzata, distribuiti su una pluralità di esercizi.
A partire dal 2012, a tali effetti positivi si sono associati interventi statali che hanno inciso
negativamente sul flusso di risorse che la Provincia avrebbe dovuto incassare sulla base
dell’Accordo di Milano. Le misure di finanza pubblica, previste dalle disposizioni statali dei vari
Governi che si sono succeduti dal 2011, hanno via via accresciuto il concorso della Provincia al
perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale, previsti dall’art. 27 della legge n. 42 del
2009 per l’attuazione del “federalismo”. In particolare, sono stati reiteratamente previsti sia
accantonamenti a valere sulle devoluzioni di tributi erariali (che si traducono in minori riversamenti
alla Provincia delle quote di spettanza di tali tributi), sia riserve all’erario di devoluzioni di tributi
erariali di spettanza della Provincia. A ciò si è aggiunto un progressivo inasprimento degli obiettivi
relativi al patto di stabilità. Nello specifico, le manovre nazionali successive all’Accordo di Milano
17
hanno determinato nel 2014 una minore disponibilità di risorse in termini di riserve all’erario e di
accantonamenti di 515 milioni di euro, e un’incidenza del patto di stabilità nel medesimo anno pari
a circa 670 milioni di euro.
Il "Patto di garanzia" stipulato con il Governo nel 2014 ha portato alla ulteriore definizione di un
concorso strutturato in via permanente della Regione e delle Province autonome agli obiettivi di
solidarietà, perequazione e riequilibrio della finanza statale. Nello specifico per quanto riguarda la
Provincia di Trento il Patto di garanzia:
• quantifica l’entità del concorso in termini di riserve all’erario e accantonamenti, che rimane
stabile per gli anni dal 2015 al 2017 (593 milioni di euro), per poi decrescere dal 2018 e
stabilizzarsi, nel 2019, in 379 milioni di euro con il venire meno, in particolare, delle riserve
all’erario. Tale concorso rimane poi fisso fino al 2022, mentre eventuali aggiornamenti, in
relazione alla dinamica degli oneri del debito pubblico, sono previsti solo dal 2023;
• fa venir meno il patto di stabilità a decorrere dal 2018;
• dispone che lo Stato non possa modificare unilateralmente l’entità dei concorsi previsti
dall’accordo se non nell’ambito dei margini di flessibilità previsti dall’accordo medesimo: a
decorrere dal 2018 e solo in presenza di eccezionali esigenze di finanza pubblica lo Stato può
incrementare il contributo richiesto nella misura massima del 10% e per periodi di tempo
limitati. L’incremento di un ulteriore 10%, sempre a decorrere dal 2018 e sempre per periodi
di tempo limitati, può essere previsto dallo Stato nel caso in cui si rendano necessarie
manovre straordinarie di finanza pubblica volte ad assicurare il rispetto delle norme
europee in materia di riequilibrio del bilancio pubblico. Incrementi di importo superiore
devono essere concordati dallo Stato con la Regione e le due Province autonome.
L'introduzione dei predetti margini di flessibilità è volta a superare le criticità di cui è stato
oggetto il contributo fisso determinato in sede di accordo di Milano.
Tali elementi si sommano alle dinamiche delle risorse che risultano direttamente riconducibili
all’evoluzione dell’economia locale e ai conseguenti effetti sui gettiti dei tributi erariali e locali.
Ai fini della formulazione delle previsioni sulle risorse degli anni a venire si è tenuto conto delle
seguenti evidenze:
• una crescita delle entrate derivanti dalle devoluzioni di tributi erariali che è stata stimata in
linea con l’andamento previsto del Pil nominale (basato sulle previsioni dello scenario Italia
del FMI) e tenendo conto degli interventi già varati a livello nazionale in materia di
riduzione della pressione fiscale;
• un andamento delle entrate da tributi propri che tiene conto dell’andamento del PIL
nominale, ma anche delle manovre di alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese
varate a livello locale;
• il permanere fino al 2018 delle riserve all’erario finalizzate al risanamento della finanza
pubblica e, conseguentemente, la possibilità di contabilizzare le spettanze lorde a partire dal
2019;
• un calo delle entrate per gettiti arretrati, che passano dai 383 milioni del 2016 ai 289 del 2018,
per poi ridursi a 193 nel 2019;
• la mancata previsione, dal 2016, di avanzi di amministrazione connessa alle disposizioni di
cui alla legge n. 243 del 2012 in materia di equilibri di bilancio.
18
Nella seguente tabella viene rappresentato l’andamento delle entrate e delle risorse disponibili per
la Provincia sino al 2019.
EVOLUZIONE DELLE ENTRATE DELLA PROVINCIA INCLUSE LE RISORSE MESSE A
DISPOSIZIONE DA ALTRI ENTI
(Regione/UE per PSR)
(in milioni di euro)
Media
(2009-2013)2014 2015 2016 2017 2018
Media
(2014-2018)2019
Entrate della Provincia (*) 4.775,2 4.667,8 4.840,3 4.488,1 4.329,9 4.347,4 4.534,7 4.369,5
Risorse che non transitano sul bilancio della Provincia
(trasferimenti regioneli per funzioni delegate e PSR) 135,3 123,6 122,6 86,3 86,3 86,3 101,0 86,3
TOTALE RISORSE 4.910,5 4.791,4 4.962,9 4.574,4 4.416,2 4.433,7 4.635,7 4.455,8
- accantonamenti per manovre stato (**) 74,5 264,6 640,1 40,1 340,1 306,8 318,3 306,8
TOTALE RISORSE DISPONIBILI 4.836,0 4.526,8 4.322,7 4.534,3 4.076,1 4.126,9 4.317,4 4.149,0
(*) al netto degli accantonamenti disposti sia in entrata che in uscita a fronte delle operazioni di indebitamento del sistema pubblico
(**) sul 2015 sono stati anticipati accantonamenti 2016 per 300 milioni di euro
I totali non comprendono le variazioni in entrata e in uscita conseguenti all'operazione di riaccertamento straordinario dei residui fatta salva la copertura del disavanzo risultante a
seguito della medesima operazione
Di seguito si rappresenta un dettaglio della composizione delle risorse per gli anni 2016-2019.
EVOLUZIONE DELLE ENTRATE DELLA PROVINCIA PER PRINCIPALI CATEGORIE
(in milioni di euro)
2016 2017 2018 2019
Devoluzioni di tributi erariali 3.254,6 3.218,4 3.268,7 3.394,8
Gettiti arretrati di devoluzioni di tributi erariali 382,7 386,8 289,0 193,0
Tributi propri 475,0 397,1 452,3 455,6
Altre entrate 375,8 327,6 337,4 326,1
Avanzo di amministrazione
Entrate della Provincia (*) 4.488,1 4.329,9 4.347,4 4.369,5
Risorse che non transitano sul bilancio della Provincia
(trasferimenti regioneli per funzioni delegate e PSR) 86,3 86,3 86,3 86,3
TOTALE RISORSE 4.574,4 4.416,2 4.433,7 4.455,8
- accantonamenti per manovre stato (**) 40,1 340,1 306,8 306,8
TOTALE RISORSE DISPONIBILI 4.534,3 4.076,1 4.126,9 4.149,0
(**) sul 2015 sono stati anticipati accantonamenti 2016 per 300 milioni di euro
I totali non comprendono le variazioni in entrata e in uscita conseguenti all'operazione di riaccertamento
straordinario dei residui fatta salva la copertura del disavanzo risultante a seguito della medesima operazione
(*) al netto degli accantonamenti disposti sia in entrata che in uscita a fronte delle operazioni di indebitamento del
sistema pubblico
Il calo delle risorse disponibili dal 2016 al 2019 sul bilancio provinciale risulta in controtendenza
rispetto alla dinamica delle entrate pubbliche nazionali, calcolate al netto dei contributi sociali, che
nel Documento di economia e finanza sono previste in crescita del 7,7% fra il 2016 e il 2019.
Lo scenario sopra descritto risente peraltro di oggettivi elementi di incertezza in relazione a
19
possibili interventi dello Stato diretti alla riduzione della pressione fiscale, anche se ad oggi la
situazione a livello nazionale non risulta definita. Il Governo è impegnato, come risulta anche dal
DEF 2016, a neutralizzare le clausole di salvaguardia nel 2017 e ha intenzione di spingere verso il
basso la pressione fiscale negli anni successivi, in particolare intervenendo su Irpef e Ires. Peraltro, i
margini di intervento restano al momento ancora non definiti, visti gli spazi limitati sul bilancio e la
necessità di negoziare con la Commissione Europea i possibili interventi.
Il Def 2016 indica: “Le clausole di salvaguardia che diventerebbero operative nel 2017 rappresentano circa lo
0,9 per cento del PIL. L’intendimento del Governo … è quello di sterilizzare le clausole attuando una manovra
del tutto diversa … attraverso un mix di interventi di revisione della spesa pubblica, ivi incluse le spese fiscali,
e di strumenti che accrescano la fedeltà fiscale e riducano i margini di evasione ed elusione”.
La disattivazione delle clausole di salvaguardia attraverso la revisione delle spese fiscali, cioè le
deduzioni e detrazioni di imposta (soprattutto IVA e Irpef) le quali, come è noto, rappresentano un
valore particolarmente elevato nel contesto italiano (circa l’8% del PIL), potrebbe avere effetti
positivi sul bilancio provinciale facendo lievitare il gettito dei tributi erariali incassati dalla
Provincia. Un caso a parte è il bonus degli 80 euro, che al momento è conteggiato come spesa nel
bilancio statale. Se venisse trasformato in detrazione fiscale, si determinerebbe una riduzione del
gettito tributario e conseguentemente, per la Provincia, una contrazione delle entrate da devoluzioni
(la trasformazione del bonus peserebbe sul bilancio della Provincia per circa 80 milioni di euro). E’
anche possibile che la revisione delle spese fiscali si accompagni ad una modifica (al ribasso) del
numero e del livello degli scaglioni Irpef, con un effetto compensativo sulle entrate tributarie.
Gli effetti netti sul gettito Irpef restano dunque al momento non definiti.
L’ipotizzata abolizione del bollo auto (tassa provinciale) e la sua sostituzione con un inasprimento
dell’accisa sugli oli combustibili (imposta erariale) avrebbe effetti limitati sul prezzo alla pompa
della benzina, tenuto conto dei prezzi del petrolio ancora calanti. Gli effetti sul bilancio della
Provincia potrebbero risultare limitati: un decimo di accisa sui carburanti spettante allo Stato.
2.2 Patto di stabilità ed equilibri di bilancio
Sullo sfondo del predetto quadro finanziario si colloca l’impatto della legge n. 243 del 2012,
attuativa della riforma costituzionale del 2011 in materia di equilibri di bilancio. La stessa entrerà in
vigore dal 2017, ma è attualmente oggetto di revisione. La normativa in esame inciderà sugli
equilibri di bilancio e sui limiti per il ricorso all’indebitamento da parte degli enti territoriali
(Regioni, Province autonome e Enti locali). Ad oggi non risultano valutabili gli impatti delle
modifiche normative sugli enti del sistema provinciale, in particolare per quanto attiene alla
possibilità di ricorso al debito.
In relazione ai contenuti del Patto di garanzia fino al 2017 resta in vigore per la Provincia il patto di
stabilità interno, che determina stringenti limiti ai pagamenti di parte capitale.
Sul bilancio della Provincia l’incidenza dei pagamenti di competenza sugli impegni di competenza
per la spesa in conto capitale è passata dal 50,9% del 2008 al 29,6% del 2015, con un progressivo
accumulo di residui passivi.
In sede di Patto di garanzia e in relazione alla definizione delle nuove regole sugli equilibri di
bilancio (connessa con la modifica della legge n. 243 del 2012) il Governo si è peraltro impegnato ad
ampliare gli spazi finanziari della Provincia.
20
2.3 Dinamica della spesa corrente
L’obiettivo del DEFP 2016 e della relativa Nota di aggiornamento è quello di definire il quadro dei
futuri possibili assetti della finanza provinciale, al fine di supportare le scelte in materia di entrate e
di spese che saranno oggetto della manovra di bilancio 2017.
Accanto alla quantificazione delle future entrate, la spesa corrente 2016-2019 è stata calcolata
avendo a riferimento la nozione di “comportamenti invariati”.
Nello specifico la spesa corrente è stata stimata avendo a riferimento quella attualmente autorizzata
sul bilancio provinciale per il periodo 2016-2018, che già incorpora gli effetti delle azioni previste
dal Piano di miglioramento recentemente aggiornato dalla Giunta provinciale. Come noto, il Piano
individua le azioni volte alla modernizzazione del sistema pubblico provinciale, al fine di
contribuire alla crescita e alla competitività del sistema economico. Obiettivo specifico del piano è
quello di delineare progressivamente azioni in grado di migliorare l’efficacia e l'efficienza
dell’azione pubblica, attraverso successive implementazioni che riflettano le strategie di intervento
definite nell'ambito delle manovre di bilancio.
Gli attuali stanziamenti, che già incorporano le risorse per i rinnovi contrattuali del personale del
comparto pubblico fino al 2017, sono stati integrati per tenere conto dei maggiori fabbisogni non
comprimibili, emersi in sede di gestione, nonché dell’accantonamento di ulteriori risorse a decorrere
dal 2018 per futuri rinnovi contrattuali. Tale accantonamento è stato calcolato applicando alla spesa
di personale della Provincia – incluso il personale docente e non docente della scuola e della
formazione - degli enti locali, della sanità – incluse le case di riposo – e degli enti pubblici
strumentali, l’indicatore IPCA – indice dei prezzi al consumo armonizzato.
Per l’anno 2019 la spesa è stata stimata avendo a riferimento quella prevista per il 2018,
incrementata dei fondi per il rinnovo contrattuale e della dinamica inflattiva per la spesa diversa dal
personale.
La stima della spesa corrente riportata nella seguente tabella considera, in analogia a quanto
effettuato per le entrate, anche le spese di competenza della Provincia per funzioni delegate dalla
Regione e gestite da Agenzie della Provincia.
EVOLUZIONE DELLA SPESA CORRENTE INCLUSE LE RISORSE AFFERENTI LA PROVINCIA
MESSE A DISPOSIZIONE DA ALTRI ENTI (Regione) (in milioni di euro)
Media
(2009-2013)2014 2015 2016 2017 2018
Media
(2014-2018)2019
Spesa corrente a comportamenti invariati su bilancio
Provincia 3.071,8 3.029,6 3.002,7 3.126,0 3.129,7 3.144,0 3.086,4 3.182,0 Spesa corrente il cui finanziamento non transita sul bilancio
della Provincia 70,9 79,4 70,3 34,0 34,0 34,0 50,3 34,0
TOTALE SPESA CORRENTE 3.142,7 3.109,0 3.073,0 3.160,0 3.163,7 3.178,0 3.136,8 3.216,0
di cui spese per applicazione nuove disposizioni in materia di
armonizzazione dei bilancio (D.lgs. 118/2011) - - - 36,0- 18,9- 18,9- 16,9-
di cui spese per nuovi rinnovi contrattuali dal 2018 - - - - - 20,0- 40,0-
Spesa corrente netta 3.142,7 3.109,0 3.073,0 3.124,1 3.144,8 3.139,1 3.118,0 3.159,1
var % -0,7% -1,2% 1,7% 0,7% -0,2% 0,6%
La spesa corrente stimata “a comportamenti invariati” per il prossimo triennio risulta
sostanzialmente stabile e si assesta a 3,1 miliardi di euro, valore prossimo a quello medio registrato
nel periodo 2009-2013. I valori risultano omogenei in quanto il periodo in esame è stato
21
caratterizzato solo dall’acquisizione, già dal 2010, della nuova competenza in materia di Università
degli studi di Trento.
La sostanziale invarianza della spesa corrente testimonia come il costante incremento dei
fabbisogni, legato in particolare a settori quali welfare e istruzione, ed accanto ad una seppur
contenuta dinamica inflattiva, risulti compensato dagli effetti delle azioni di razionalizzazione della
spesa, che hanno interessato soprattutto l’organizzazione e il funzionamento degli enti del sistema
territoriale provinciale integrato.
Ai fini di un confronto con i dati nazionali, nella tabella successiva sono riportati, in termini
procapite, i dati del conto consolidato di cassa delle amministrazioni pubbliche, cioè la spesa
corrente di tutte le amministrazioni pubbliche che operano sul territorio provinciale/nazionale,
indipendentemente dal livello di governo a cui è attribuita la competenza di spesa. Per rendere i
dati significativi sono state escluse le spese afferenti agli enti di previdenza (pensioni), nonché gli
interessi sul debito pubblico nazionale.
CONTO CONSOLIDATO DI CASSA DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
ESCLUSA LA SPESA DEGLI ENTI DI PREVIDENZA – valori pro capite in euro
Provincia di
TrentoItalia
Scostamento
Trento/Italia
Provincia di
TrentoItalia
Scostamento
Trento/Italia
Pagamenti correnti netto interessi passivi sul
debito dello Stato7.189 6.104 17,8% 7.233 6.292 14,9%
Personale in servizio 3.187 2.767 3.203 2.614
Acquisto di beni e servizi 2.520 1.961 2.558 2.143
Trasferimenti 1.139 941 1.098 981
a famiglie ed istituzioni sociali 695 237 684 234
a imprese 397 356 364 356
estero / altri trasf. enti non consolidati 47 348 50 391
Interessi passivi 32 84 25 75
Altri pagamenti correnti 311 351 348 481
Media 2009-2011
valori pro capite
Media 2012-2014
Valori pro capite
Rispetto al dato nazionale il valore della spesa consolidata di parte corrente del Trentino registra
uno scostamento medio intorno al 15% (pari a circa 1.000 euro per abitante), tendenzialmente in
calo.
Si tratta di una “maggior spesa” che è in gran parte giustificata dalle particolarità che caratterizzano
il Trentino rispetto al resto d’Italia e riferibili ad elementi oggettivi di maggior fabbisogno legati alla
dimensione demografica e dall’orografia del territorio. Più in particolare, sulla base di evidenze
standard quantificate per il complesso dei territori regionali italiani, uno scostamento pro capite
complessivo pari al 15/20% in più, rispetto alla media nazionale, risulta ampiamente motivato per i
territori di montagna.
A livello di composizione, la spesa corrente si concentra soprattutto sui settori del welfare (41%) e
dell’istruzione (25%); un ulteriore 13% riguarda la finanza locale e circa il 3% il settore dei trasporti
e della viabilità. Si tratta di settori sui quali incidono le caratteristiche del territorio di montagna, ma
anche l’impatto di specifiche scelte locali.
22
COMPOSIZIONE DELLA SPESA CORRENTE DELLA PROVINCIA
INCLUSE LE RISORSE AFFERENTI LA PROVINCIA MESSE A DISPOSIZIONE
DA ALTRI ENTI (Regione) (in milioni di euro)
2016 % incidTutela della salute 1.089,5 34,5%
Politiche sociali 220,7 7,0%
Istruzione e diritto allo studio 789,7 25,0%
Viabilità e trasporti 86,1 2,7%
Finanza locale 406,4 12,9%
Fuzionamento dell'amministrazione 316,6 10,0%
Altro 250,9 7,9%
Totale spesa corrente * 3.160,0
* al netto degli accantonamenti per le manovre statali
2.4 Risorse disponibili per investimenti
A fronte di una spesa corrente sostanzialmente stabile, la prevista contrazione dei volumi di risorse
disponibili è destinata a riflettersi sulle somme da destinare al finanziamento di spese in conto
capitale. Rispetto ad un valore medio delle risorse pari a 1,2 miliardi di euro, rilevato nel periodo
2009-2013, quello risultante nel periodo 2014-2018 – in assenza di azioni correttive - è pari a circa 700
milioni di euro, importo poi destinato ulteriormente ridursi a circa 500 milioni nel 2019.
EVOLUZIONE DELLE RISORSE DISPONIBILI PER LA PROVINCIA PER INVESTIMENTI
INCLUSE LE RISORSE MESSE A DISPOSIZIONE DA ALTRI ENTI (Regione/UE PSR) (in milioni di euro)
Media
(2009-2013)2014 2015 2016 2017 2018
Media
(2014-2018)2019
Risorse per la spesa in conto capitale 1.646,2 1.388,0 1.205,3 1.325,2 873,2 923,3 1.143,0 907,4
Limiti di impegno pregressi o per decisioni già assunte 358,8 408,1 414,6 421,2 430,2 393,0 413,4 357,4
accantonamento Comuni confinanti (*) 32,0 40,0 40,0 80,0 - 40,0 40,0 40,0
RISORSE DISPONIBILI PER INVESTIMENTI 1.255,4 939,9 750,7 823,9 443,0 490,3 689,5 510,0
(*) nel 2016 sono state anticipate anche le risorse relatie all'esercizio 2017
La contrazione delle risorse disponibili per gli investimenti che si registra dal 2017 è determinata
principalmente dall’impossibilità di iscrivere l’avanzo di amministrazione degli esercizi precedenti.
Tale posta è comunque destinata a ridursi considerevolmente in relazione al maggior livello di
utilizzo delle risorse autorizzate a seguito dell’applicazione dei nuovi principi contabili in materia di
armonizzazione dei bilanci e della riduzione stessa delle risorse disponibili.
Il valore elevato degli investimenti della precedente legislatura (2009-2013), giustificato anche da
finalità di contrasto della crisi economica, è stato ulteriormente sostenuto grazie al coinvolgimento
delle società controllate dalla Provincia, con particolare riferimento a Cassa del Trentino. Attraverso
il ricorso ai mercati finanziari delle società si è garantito un flusso annuo di risorse pari, in media, a
circa 270 milioni di euro. Il ricorso al debito è proseguito anche negli anni successivi, a condizioni di
particolare favore in termini di tassi di interesse. A decorrere dal 2017, il sostegno di nuovi
investimenti attraverso il ricorso al mercato finanziario potrebbe risultare più difficoltoso in
relazione all’entrata in vigore dell’aggiornamento della normativa statale in materia di attuazione
del principio del pareggio di bilancio di cui all’art. 81 della Costituzione, per la parte che riguarda
23
regioni ed enti locali.
Va in generale evidenziato che nei decenni, le politiche di spesa adottate dall’Autonomia hanno
concentrato una quota notevole di risorse nel settore degli investimenti pubblici e nel sostegno a
quelli privati. In questo senso il Trentino ha potuto beneficiare di valori medi di spesa per
investimenti superiori sia a quelli nazionali che europei.
Prendendo a riferimento i dati del conto consolidato di cassa delle amministrazioni pubbliche, il
valore medio pro capite della spesa in conto capitale del periodo 2009-2013 è risultato in Trentino
pari a circa 3.400 euro, contro una media per l’Italia di 907 euro, di 1.100 euro dell’Austria, di 800
euro della Germania e di 1.900 della Svizzera.
2.5 Indicazioni di sintesi
Con la riforma “federalista”, adottata con la legge n. 42 del 2009, è stato messo in atto un percorso di
“superamento della spesa storica” che ha portato ad una revisione dei rapporti fra Stato ed
autonomie essenzialmente limitato alle regioni a statuto speciale.
Per le autonomie differenziate è stata così attuata una progressiva revisione degli assetti finanziari,
diretta a perseguire un “riallineamento” fra territori, che poi la successiva crisi economica e delle
finanze pubbliche ha finito per rendere ancora più rapido ed incisivo.
Come dimostrano i dati, nell’arco di un decennio gli accordi (da ultimo, il Patto di garanzia) e le
varie manovre statali hanno quantificato un concorso della Provincia di Trento al perseguimento
degli obiettivi di perequazione e solidarietà che, sommato ai vincoli posti dal perseguimento degli
obiettivi di finanza pubblica nazionale, colloca le risorse dell’Autonomia provinciale su soglie
prossime a quelle che si osservano in altre parti del nord Italia, tenuto ovviamente conto della
popolazione relativamente ridotta e della natura del territorio.
Tale percorso è stato attuato in un tempo relativamente breve ed il “riallineamento” delle risorse è
avvenuto, comunque, non solo salvaguardando ma anzi rafforzando l’Autonomia attraverso
l’assunzione di nuove competenze e definendo altresì un modello di medio/lungo termine di
equilibrati rapporti finanziari con lo Stato, che assegna normativamente alla Provincia la titolarità
dei 9/10 del complesso dei gettiti fiscali prodotti sul territorio.
Per quanto concerne le risorse disponibili per gli investimenti, la precedente legislatura è stata
caratterizzata da livelli molto elevati, sostenuti anche dal ricorso al mercato finanziario da parte
delle società di sistema; livelli giustificati anche dalla necessità di contrastare la crisi economica che
aveva preso avvio in quegli anni. Tale situazione ha peraltro inciso sui livelli di indebitamento del
sistema territoriale provinciale integrato oltre che irrigidito il bilancio provinciale in termini di
incidenza dei contributi in annualità (limiti di impegno).
Nella legislatura in corso, tenuto conto del nuovo contesto finanziario - reso in questi anni critico
dall'entità del concorso richiesto alla Provincia di Trento al risanamento della finanza pubblica
nazionale (vedi sopra) - si è avviato un percorso di “riassetto” della struttura della finanza
provinciale per salvaguadare il finanziamento degli investimenti strategici per lo sviluppo del
sistema locale. In particolare, le azioni poste in atto nella corrente legislatura muovono verso
l'obiettivo di consolidare la razionalizzazione della spesa e di ridurre lo stock del debito
precedentemente contratto, in modo da consentire - nel medio termine - di recuperare risorse da
immettere nel sistema a fini di investimento.
24
Vanno in questa direzione, in particolare, la revisione della riforma istituzionale, finalizzata
all'efficientamento della spesa locale attraverso la fusione dei comuni e la gestione associata delle
funzioni dei medesimi.
E’ peraltro evidente che ulteriori azioni di contenimento della spesa corrente -finalizzate a
recuperare risorse da destinare alla crescita - non potranno che passare attraverso una rivisitazione
dei livelli e delle tipologie degli interventi settoriali, oltre che poggiare su una possibile
riorganizzazione dei servizi resi dall’Amministrazione provinciale.
Si ricorda altresì l’importante operazione di estinzione anticipata dell’indebitamento dei comuni
(210 milioni di euro) e delle società controllate (145 milioni di euro). Si cita inoltre l’operazione,
intervenuta nel 2015, di revisione della programmazione delle opere degli enti locali la quale,
attraverso l’eliminazione degli interventi ritenuti non più indispensabili, ha consentito la
costituzione di budget territoriali per il finanziamento di investimenti sovra comunali ritenuti
prioritari. Con riferimento alle opere pubbliche di competenza della Provincia, invece, è stato
confermato il finanziamento degli interventi strategici, anche se in alcuni casi si è reso necessario
traslarne in avanti il finanziamento.
L’obiettivo generale è quello di avvicinarsi ai livelli di investimento della precedente legislatura; ciò
potrà avvenire anche attraverso azioni innovative, quali:
• la valorizzazione del patrimonio pubblico (es. cessioni, apporti a fondi immobiliari), tenuto
anche conto dell’ingente patrimonio accumulato sia dalla Provincia che dagli altri enti del
sistema provinciale territoriale integrato;
• l’ attivazione di interventi di partenariato;
• il recupero di risorse a livello locale;
• il coinvolgimento del risparmio privato, come peraltro è già avvenuto per il social housing e
il Fondo strategico per il Trentino Alto-Adige.
Tali azioni potrebbero affiancarsi ad altre, per certi versi più tradizionali, quali:
• la ridefinizione del prelievo tributario (agevolazioni);
• la revisione delle politiche tariffarie relative alla fornitura di servizi;
• una maggiore selettività nell’accesso alle politiche di incentivazione;
• azioni di razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi che oggi assorbono più risorse.
In un territorio come quello del Trentino, dove le risorse pubbliche dipendono strettamente dagli
andamenti dell'economia locale, la fragilità della ripresa che si sta ultimamente delineando richiede
una particolare attenzione per quanto concerne l’individuazione delle priorità di intervento. Nel
contesto provinciale le strategie di spesa e di reperimento delle risorse vanno definite sia con
riferimento alla soddisfazione dei bisogni collettivi in termini di servizi e di investimenti
(salvaguardando gli attuali livelli di benessere e coesione sociale, di distribuzione del reddito,
nonché lo standard di servizi come rappresentati dagli specifici indicatori), sia per le ricadute che
possono avere in termini di impatto sulla domanda, sull’occupazione e sulla crescita di un sistema
produttivo sempre più chiamato a confrontarsi con standard e livelli di competizione ormai
internazionali.
Una economia locale che non sapesse più crescere trascinerebbe con sé una caduta dei gettiti fiscali
e delle risorse pubbliche, con ulteriori e negativi effetti sulla stessa, oltre che sugli standard
qualitativi del sistema. In questo senso le politiche di intervento andranno definite anche avendo a
riferimento le effettive ricadute locali che esse possono generare in un territorio che, per sua natura,
tende ad “esportare” gran parte dei potenziali effetti espansivi della propria spesa.
25
3. GLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI E LE AZIONI PRIORITARIE
3.1 Dai documenti programmatici di legislatura al DEFP
Ai fini della redazione del DEFP 2016 è opportuno richiamare la strategia di fondo e le linee
programmatiche del Programma di sviluppo provinciale per la XV legislatura.
Il PSP per la XV legislatura si basa sull’idea centrale di innovazione come motore generatore di
sviluppo e di lavoro e al contempo riafferma una pluralità di azioni volte a mantenere e accrescere
la coesione e la partecipazione sociale. A tal fine individua un nuovo modello di sviluppo per far
ripartire il Trentino lungo un sentiero di crescita stabile, inclusivo e sostenibile, assumendo come
parole chiave “Autonomia e responsabilità”, da coniugare con “Lavoro e cittadinanza sociale” ed
individuando tre linee di fondo sulle quali puntare per tornare a crescere:
• L’innovazione che dà risultati
Privilegiare le attività che creano innovazione e mettano il Trentino in linea con gli standard
competitivi di oggi. Privilegiare l’innovazione che offre risultati, non autoreferente, capace di collegarsi
alla struttura produttiva provinciale per migliorare il potenziale competitivo sui mercati internazionali
• Il welfare che sviluppa responsabilità
Mantenere e rafforzare la coesione sociale attraverso un sistema di protezione che, pur mantenendo
caratteri universalistici, sia centrato sullo sviluppo della responsabilità individuale e collettiva e sulla
partecipazione attiva al lavoro e alla crescita del volontariato
• La Pubblica Amministrazione che genera crescita
Il Trentino ha bisogno di una funzione pubblica innovativa, efficiente e ringiovanita, attenta a favorire
la produzione di reddito e benessere. Nella competizione globale la qualità dei servizi amministrativi
rappresenta il vantaggio competitivo più importante per attrarre investimenti e talenti.
Il Programma si articola lungo sei aree strategiche:
1. Capitale umano;
2. Lavoro;
3. Economia;
4. Società;
5. Identità territoriale e ambientale;
6. Autonomia e istituzioni.
3.2 Le azioni prioritarie
Nel seguito si presentano, per le sei aree strategiche del PSP26 le principali azioni in corso, che
avranno prosecuzione nel prossimo triennio e che potranno peraltro essere riconsiderate e/ o
integrate in sede di definizione della Nota di aggiornamento del presente documento.
Le azioni sono state individuate, in coerenza con il quadro programmatico di legislatura, tenendo
conto del difficile contesto della finanza provinciale, che imporrà scelte di allocazione delle risorse
decisamente più stringenti che nel passato.
26 Le azioni relative ai progetti intersettoriali sono state ricondotte nell'ambito delle corrispondenti aree
strategiche
26
Area strategica
1. Capitale umano
LINEE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRINCIPALI
Quest'area strategica è finalizzata a sostenere la formazione e lo sviluppo del capitale umano,
assicurando, da un lato, il mantenimento degli elevati livelli di qualità e di efficienza del
sistema educativo e di formazione provinciale, quale leva per costruire una società equa,
inclusiva e promotrice dei talenti individuali, dall’altro, la valorizzazione del sistema della
ricerca trentino nell’ambito delle reti nazionali e internazionali, promuovendo nel contempo il
trasferimento alle imprese dei risultati della ricerca.
Nello specifico sono definiti i seguenti obiettivi:
� garantire una scuola al passo con i tempi, attraverso il potenziamento dell'autonomia
scolastica, la qualificazione dell'offerta formativa, la valorizzazione delle risorse umane,
il rafforzamento della valutazione, la trasparenza e semplificazione della partecipazione;
� accompagnare l’accesso al sistema di istruzione e formazione attraverso l’attività di
orientamento e favorire il passaggio all’istruzione universitaria con adeguati interventi
per il diritto allo studio;
� rafforzare le competenze linguistiche degli studenti, dei docenti e della popolazione
adulta, mediante la progressiva attuazione degli interventi previsti nel Progetto
“Trentino Trilingue”;
� favorire l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani che hanno completato il percorso
scolastico e formativo attraverso il Progetto per il “Collegamento scuola – lavoro”;
� riqualificare il sistema trentino della ricerca, secondo le linee già definite nel
Programma pluriennale della ricerca per la XV legislatura.
AZIONI PRIORITARIE
- Istruzione e formazione
• Progressiva implementazione del nuovo modello di autonomia scolastica
provinciale, attraverso:
a) Potenziamento dell'autonomia scolastica (assegnazione docenti di ruolo ad
un ambito territoriale, valorizzazione progetto d'istituto, maggiore flessibilità
orari e insegnamenti interdisciplinari)
b) Qualificazione dell'offerta scolastica ed educativa (qualità in termini
didattico-pedagogici e di sostenibilità finanziaria)
27
c) Valorizzazione del capitale umano (valutazione docenti e dirigenti scolastici,
potenziamento organico, sistema di reclutamento dei docenti)
d) Trasparenza e semplificazione (scuola digitale e portale unico della scuola)
• Realizzazione degli investimenti sul alcune strutture scolastiche e
rilocalizzazione di istituti scolastici nell'ambito del Polo della Meccatronica di
Rovereto, al fine di mettere in connessione il sistema della formazione con le
imprese e la ricerca
• Promozione dell’accesso all’istruzione universitaria, anche attraverso
l'attuazione di una specifica misura per il diritto allo studio
• Avvio della revisione dei servizi socio-educativi per la prima infanzia (0-3 anni)
con una prospettiva di sviluppo qualitativo e di sostenibilità futura • Ulteriore miglioramento del grado di inclusione del sistema educativo
provinciale: valutazione dei bisogni educativi speciali e nuovi interventi anche a
carattere formativo
• Progressiva definizione e implementazione del sistema provinciale di
certificazione delle competenze
- Ricerca e innovazione
• Riqualificazione del sistema trentino della ricerca dando priorità alle aree
tematiche di ricerca d'interesse provinciale della Smart Specialisation e
promuovendo il rafforzamento della collaborazione tra i soggetti del sistema
provinciale della ricerca e un più forte ancoraggio con le principali iniziative a
livello nazionale e internazionale
• Promozione e valorizzazione del sistema territoriale della ricerca e
dell'innovazione attraverso l'attività del nuovo consorzio Hub Innovazione
Trentino (HIT), per la promozione dei risultati della ricerca del sistema trentino
- Progetti
• Progressiva attuazione del Progetto “Trentino trilingue”, al fine di rafforzare le
competenze linguistiche degli studenti, dei docenti e della popolazione adulta • Progressiva attuazione del Progetto per il “Collegamento scuola-lavoro”, per
favorire l'avvicinamento fra il capitale umano generato dal sistema scolastico e
formativo e le competenze richieste dal mercato del lavoro
28
Area strategica
2. Lavoro
LINEE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRINCIPALI
L’obiettivo generale per il lavoro è quello di sperimentare nuovi modelli di gestione del mercato
del lavoro che contemperino la flessibilità con la salvaguardia e lo sviluppo delle professionalità
esistenti o con la riqualificazione delle stesse, se obsolete.
La sfida alla quale è chiamato il sistema trentino è quella di muoversi con una dinamica
maggiore rispetto al passato, mantenendo l'elevato livello di coesione e stabilità sociale.
Affinché il cambiamento non mini il senso di appartenenza sociale esso deve avere come
obiettivo primario il lavoro, soprattutto il lavoro di qualità, come momento centrale della
strutturazione delle opportunità di vita individuali. In tale direzione, si collocano numerosi
interventi, che trovano descrizione anche in altre aree strategiche per lo sviluppo.
Tra questi, gli interventi che stimolano la crescita e un ambiente favorevole alla creazione di
posti di lavoro di qualità, gli investimenti sul capitale umano lungo tutto l'arco della vita, per
essere in grado di cogliere il potenziale di crescita e rafforzare la competitività a medio termine,
gli interventi per utilizzare meglio le capacità e le competenze delle donne, anche mediante i
progetti per favorire la conciliazione famiglia-lavoro.
Occorre, quindi, tenere conto che le azioni per il lavoro sono intrecciate con quelle per
l'istruzione e il welfare e sono in accordo con gli obiettivi di aumento della produttività e della
competitività individuati come fondamentali nell'area economia.
AZIONI PRIORITARIE
• Prosecuzione del percorso di costruzione di un sistema di politiche del lavoro
riformista e innovativo, con particolare attenzione al ruolo di facilitatore
dell’occupazione e garante delle persone più deboli
• Sostegno all'aumento della produttività del lavoro al fine di incentivare lo sviluppo
della contrattazione di secondo livello per accordi di produttività
• Valorizzazione delle potenzialità del Fondo territoriale intercategoriale di
solidarietà, per il consolidamento di un welfare territoriale equo e innovativo
• Continuità dell'iniziativa "Garanzia giovani" nell'ambito della programmazione FSE
2014-2020, riservando particolare attenzione alla sua dimensione qualitativa
29
Area strategica
3. Economia
LINEE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRINCIPALI
L’obiettivo generale per l’area strategica economia è:
• concentrare gli interventi sui temi legati all’innovazione e al posizionamento del Trentino
nelle filiere nazionali e internazionali e nello stimolo all’economia, anche mediante il
coinvolgimento degli attori economici, con formule di corresponsabilità;
• accompagnare e rafforzare i segnali di ripresa per legare le azioni congiunturali ad azioni
di carattere strutturale.
L'accrescimento della produttività e della competitività fa leva, in particolare, sull'innovazione
tecnologica, organizzativa e gestionale, in sintonia con la composizione e le caratteristiche
dell'economia locale e la capacità di aprirsi a nuovi modelli di business, nonché sul
miglioramento della qualità della pubblica amministrazione trentina attraverso la
digitalizzazione dei servizi.
Un nodo fondamentale per imprimere all’economia trentina un sentiero di crescita superiore
riguarda il persistente basso livello di investimenti. In tale direzione, una prima linea di
intervento riguarda la gestione della spesa pubblica per investimenti che dovrebbe assumere
una funzione moltiplicativa, di attivatore di investimenti privati. L’idea è quella di usare
alcuni programmi pubblici, soprattutto in campo energetico e ambientale, per sollecitare e
attivare investimenti privati.
Proseguirà, inoltre, il processo di revisione delle politiche di incentivazione alle imprese attivato
nel corso della legislatura, con la progressiva sostituzione dei contributi a fondo perduto
(innovati per la parte che consente la compensazione d'imposta) con agevolazioni fiscali.
Sarà, poi, confermato il presidio delle azioni volte a favorire l'accesso al credito e migliori
disponibilità di finanziamento per gli investimenti delle imprese, anche con strumenti
alternativi al canale bancario.
Sul fronte della nuova imprenditorialità, si intende muoversi nella direzione di una più chiara
distinzione tra sostegno all'imprenditorialità innovativa e assistenza alla formazione di
impresa e in genere di lavoro autonomo come forma di sostegno al lavoro.
Sul tema del supporto al problem solving d'impresa e del trasferimento tecnologico, sarà
valorizzata l'operatività di HIT - Hub Innovazione Trentino e di Trentino Sviluppo,
nell'ambito di un sistema duale, con specializzazione delle attività di supporto e una chiara
divisione dei compiti, in un quadro di forte raccordo fra gli attori del sistema trentino sui temi
dell'innovazione. In particolare, Hit svolgerà funzioni di catalizzatore della ricerca, mentre
Trentino Sviluppo assicurerà attività di supporto all'innovazione a partire dalla domanda
proveniente dalle imprese, soprattutto di dimensione medio-piccola, anche tramite il
30
collegamento ad una rete di soggetti in grado di offrire competenze nelle aree tecnologiche non
coperte a livello provinciale.
Non da ultimo, fondamentale linea di intervento provinciale riguarda la creazione di contesti
infrastrutturali, fiscali e insediativi atti a stimolare lo sviluppo imprenditoriale, inteso sia nel
senso di nuova imprenditorialità che di attrazione nel territorio di iniziative esistenti in aree
esterne.
AZIONI PRIORITARIE
- Interventi a sostegno delle imprese
• Prosecuzione del processo di progressiva sostituzione dei contributi diretti in
favore delle imprese con agevolazioni fiscali
• Affinamento del pacchetto di misure per l'accesso al credito e per lo sviluppo di
strumenti alternativi al canale bancario
• Promozione dell'innovazione con la messa a regime del modello duale di
trasferimento tecnologico, caratterizzato dalla specializzazione delle attività con
funzioni:
• di catalizzatore della ricerca mediante HIT – Hub Innovazione Trentino;
• di supporto all'innovazione, a partire dalla domanda proveniente dalle
imprese, soprattutto di dimensione medio-piccola, tramite Trentino
Sviluppo
• Rafforzamento del posizionamento del sistema economico trentino sui mercati
nazionali e internazionali
• Promozione di una maggiore integrazione tra le politiche e le azioni di
sostegno all'innovazione e all'internazionalizzazione
• Prosecuzione, in chiave selettiva, del sostegno alla nuova imprenditorialità
• Prosecuzione del progetto Manifattura Domani, hub territoriale e incubatore per
l'area edilizia sostenibile ed energia
• Prosecuzione del progetto di investimenti pubblici per il Polo della Meccatronica
a Rovereto, quale piattaforma produttiva innovativa, che metterà in connessione
impresa, ricerca e formazione. • Prosecuzione dell'attuazione del Progetto di infrastrutturazione in banda
ultralarga del Trentino
• Attuazione del programma operativo 2014-2020 del Fondo europeo di sviluppo
regionale (FESR) sui tre assi tematici relativi
• alla ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, con particolare attenzione ai
settori di sviluppo individuati dalla Strategia di Specializzazione Intelligente
31
(Qualità della vita, Green and Clean, Meccatronica e Agrifood)
• alla promozione della competitività delle PMI del territorio, favorendo in
particolare la nuova imprenditorialità soprattutto giovanile
• alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio"
- Agricoltura e promozione delle produzioni agroalimentari
• Prosecuzione dell'attuazione del Programma di sviluppo rurale 2014-2020,
nonchè delle misure del programma FEAMP (Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca) a favore dell’acquacoltura
• Attuazione del Piano strategico “Acqua Trentino” per far fronte alle esigenze
idriche in agricoltura
• Rafforzamento degli strumenti alternativi alle forme tradizionali di
incentivazione nel settore agricolo
• Razionalizzazione degli strumenti di promozione delle produzioni
agroalimentari trentine, anche in un’ottica di valorizzazione territoriale.
• Definizione di linee strategiche di medio - lungo periodo per le filiere
maggiormente rappresentative dell’agricoltura trentina (frutta, latte, vino)
• Attuazione delle misure per la riorganizzazione del sistema provinciale di
assistenza, consulenza e formazione in agricoltura
- Turismo, terme e impianti a fune
• Revisione della disciplina provinciale in materia di ricettività turistica, in
un’ottica di semplificazione delle tipologie ricettive, delle destinazioni d’uso
urbanistiche e del sistema di classificazione
• Attuazione del Piano strategico di marketing turistico territoriale del Trentino:
(Trentino Guest Card e piattaforma di booking territoriale)
• Attuazione delle politiche di sistema previste dalle linee guida per lo sviluppo
del settore termale • Attuazione degli indirizzi in materia di impianti a fune e piste da sci per la
razionalizzazione delle partecipazioni e degli interventi a sostegno delle Società
32
Area strategica 4. Società
LINEE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRINCIPALI
L'obiettivo principale di questa area strategica è rappresentato dalla salvaguardia dei livelli di
coesione sociale e di benessere che contraddistinguono la comunità trentina e assistenza,
preservando gli elevati standard di servizi assicurati fino ad ora a livello provinciale. Questo,
in un contesto complesso come l'attuale, sia con riferimento alle dinamiche economiche e della
finanza pubblica, sia con riferimento alle dinamiche demografiche, impone necessariamente
l'adozione di interventi che contribuiscano a razionalizzare e riqualificare la spesa pubblica,
anche attraverso la riorganizzazione dei servizi erogati e con una particolare attenzione alla
loro efficacia ed appropriatezza.
Tali interventi, che devono comunque sempre porsi come obiettivo finale la tutela delle persone
e delle loro fragilità in una prospettiva non assistenzialistica, dovranno necessariamente essere
condivisi e messi in atto in modo coordinato ed organico da parte di tutti gli attori del sistema
di welfare provinciale.
Nell’attuazione delle politiche per la salute e il welfare, verrà posta particolare attenzione alla
necessità di assicurare ai cittadini uniformità e pari opportunità di accesso e fruizione dei
servizi, pur tenendo conto delle dinamiche complessive della finanza pubblica.
I predetti obiettivi trovano declinazione prevalentemente mediante le seguenti linee di
intervento:
� razionalizzazione della pluralità di interventi e agevolazioni a favore di persone e
famiglie, al fine di ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche, garantendo una maggiore
efficacia delle attuali misure, anche attraverso l’attivazione del nuovo assegno unico
provinciale
� efficientamento del sistema sanitario sanitario, socio sanitario e socio–assistenziale,
attraverso la riorganizzazione dei servizi, la razionalizzazione della spesa,
l’informatizzazione dei processi, a supporto di modelli innovativi centrati sui
cittadini
� adeguamento della rete delle strutture ospedaliere, al fine di migliorarne la
funzionalità, attraverso gli investimenti per l’edilizia sanitaria
� rafforzamento delle misure di prevenzione e promozione della salute, anche in
coerenza con quanto declinato nel Piano provinciale per la salute 2015 – 2025
� prosecuzione del processo di efficientamento della gestione degli enti museali in una
logica di sistema, mediante la gestione dei servizi in modalità condivisa.
33
AZIONI PRIORITARIE
- Welfare e salute
-
• Progressiva attuazione del Piano provinciale per la salute 2015 – 2025
• Prosecuzione dell’adeguamento delle strutture e della riorganizzazione del
servizio sanitario provinciale
• Sviluppo delle attività cliniche del Centro di protonterapia
• Sviluppo della medicina territoriale (aggregazioni funzionali territoriali (AFT))
• Prosecuzione processo efficientamento Azienda provinciale per i servizi sanitari
• Riforma del modello organizzativo di assistenza agli anziani non
autosufficienti: sinergie gestionali fra le APSP
• Definizione di modelli organizzativi di welfare innovativi, con la progressiva
sostituzione dei trasferimenti monetari con i buoni di servizio (voucher)
• Messa a regime del fondo sanitario integrativo Sanifonds
• Modifica delle modalità di compartecipazione ai costi dei servizi
• Attivazione del nuovo assegno unico provinciale, che terrà conto sia dei bisogni
del nucleo familiare sia della condizione economica patrimoniale
• Progressiva attuazione del Piano provinciale demenze per la XV Legislatura • Sviluppo della sanità digitale
• Rafforzamento delle misure per la prevenzione delle malattie e delle situazioni
di fragilità e disagio (Piano fragilità dell'età evolutiva e Piano della prevenzione)
- Famiglia e giovani
• Potenziamento delle politiche per il benessere familiare
• Promozione di interventi volti a favorire migliori condizioni di sicurezza e
ordine pubblico per i cittadini
• Ulteriore rafforzamento delle politiche giovanili nei diversi ambiti
- Cultura
• Attuazione delle Linee di intervento per il sistema della cultura per la XV
Legislatura: governance coordinata del sistema museale provinciale
34
• Prosecuzione dell’attività di promozione e comunicazione culturale integrata a
livello di sistema con la promozione turistica attraverso Trentino Marketing
• Prosecuzione dell'attuazione del Programma delle iniziative di commemorazione
del centenario della Prima guerra mondiale
• Integrazione, standardizzazione e apertura dei sistemi informativi archivistici
- Pari opportunità
• Realizzazione di ulteriori interventi e progetti per la tutela delle donne vittime di
violenza, per le pari opportunità e per l'educazione alla relazione di genere
- Sport
• Prosecuzione attuazione accordo pluriennale con CONI per realizzazione di
interventi per il miglioramento impianti e strutture sportive
- Cooperazione allo sviluppo
• Evoluzione del modello di cooperazione internazionale per lo sviluppo
35
Area strategica 5. Identità territoriale e ambientale
LINEE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRINCIPALI
Le politiche per il territorio, l’ambiente e le infrastrutture si articolano principalmente nelle
seguenti linee di azione:
• la conservazione, il ripristino e la valorizzazione, in forma integrata, di paesaggio, ambiente e
territorio, assicurando investimenti per il mantenimento dei livelli di efficienza, di biodiversità e
di sicurezza e ricercando virtuose interazioni con le specificità e le vocazioni locali
• il miglioramento delle reti interne e delle interconnessioni con l’esterno, al fine di favorire la
mobilità di persone e merci, anche in un’ottica di rafforzamento della competitività del sistema,
della qualità ambientale e della connettività ecologia;
• la realizzazione di investimenti pubblici, anche attraverso nuove modalità che prevedano il
coinvolgimento di risorse private, e la valorizzazione del patrimonio pubblico
• la prosecuzione del pacchetto di misure per l’edilizia abitativa e per la riqualificazione energetica
AZIONI PRIORITARIE
- Urbanistica
• Attuazione della riforma urbanistica
- Ambiente e territorio
• Individuazione ed attivazione di progetti sperimentali per il recupero del territorio
e del paesaggio (demolizione di immobili obsoleti e incongrui)
• Parco Nazionale dello Stelvio: definizione disciplina e attuazione delle concrete
azioni gestionali e di sviluppo del territorio
• Potenziamento della rete ecologica del Trentino: reti di Riserve e parchi
• Prosecuzione degli interventi per la difesa e la salvaguardia del territorio, delle
foreste, dell'ambiente e del paesaggio e per la sicurezza idrogeologica
• Aggiornamento e semplificazione della “Disciplina delle attività di protezione
civile in provincia di Trento”
• Rete radiomobile TETRA per la Protezione civile (eventi critici ed emergenziali) e
centrale unica di risposta CUE 112
• Progetto per la qualità ambientale del territorio provinciale: azioni per la pulizia
del territorio e azioni educative e informative nelle scuole
36
- Opere pubbliche
• Valorizzazione del patrimonio pubblico provinciale, sulla base del censimento
degli immobili pubblici
• Prosecuzione degli interventi per la realizzazione del Depuratore Trento Tre, il
nuovo impianto che sostituirà gli impianti di Trento sud, di Aldeno e di
Romagnano
- Mobilità
• Prosecuzione degli investimenti volti a garantire un sistema di mobilità di
persone e merci funzionale e compatibile con l'ambiente:
• Miglioramento della rete ferroviaria, attraverso la prosecuzione del finanziamento
delle opere connesse al tunnel ferroviario del Brennero, nonché la verifica di
fattibilità tecnico – economica di nuovi collegamenti
• Prosecuzione di azioni dirette a promuovere la mobilità sostenibile, anche
attraverso iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza
- Edilizia abitativa
• Prosecuzione e rafforzamento degli interventi in materia di edilizia abitativa
• Fondo Housing Sociale Trentino
• Progetto risparmio casa
• Interventi per la riqualificazione energetica dei condomini
• La prosecuzione del Piano 2015-2018 di edilizia agevolata per acquisto e
ristrutturazione abitazione principale per giovani coppie e nubendi
37
Area strategica
6. Autonomia e istituzioni
LINEE STRATEGICHE E OBIETTIVI PRINCIPALI
L’obiettivo generale di questa area strategica è la riqualificazione, in una prospettiva rinnovata e
responsabile, dell’Autonomia provinciale e la salvaguardia delle connesse prerogative, sia attraverso
la ricerca di nuovi equilibri nei rapporti con lo Stato, con la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e
con le regioni dell’arco alpino, in particolare l’Euregio e la Macroregione alpina, sia con i diversi
livelli di Governo locale, anche attraverso la revisione del sistema delle Autonomie locali.
In quest'area si collocano inoltre le azioni generali in tema di finanza pubblica, volte a salvaguardare
adeguati volumi di risorse da destinare agli investimenti e a sostegno della crescita.
Tali azioni debbono accompagnarsi ad un processo complessivo ed organico di rinnovamento del
sistema pubblico trentino, finalizzato sia al contenimento delle spese sia allo sviluppo di una
Pubblica amministrazione al passo con i tempi, che coinvolga responsabilmente tutti gli enti ed i
soggetti del settore pubblico.
I predetti obiettivi trovano attuazione principalmente mediante le seguenti linee di intervento:
� revisione delle modalità di declinazione dell'Autonomia provinciale, con particolare
attenzione al processo di riforma dello Statuto
� efficientamento e modernizzazione del sistema pubblico trentino, anche attraverso
l'attuazione del Piano di miglioramento della Pubblica Amministrazione
� revisione delle politiche di finanza pubblica
� prosecuzione del processo di riforma degli enti locali
AZIONI PRIORITARIE
- Autonomia
• Revisione dello Statuto speciale per la riqualificazione e il rafforzamento delle
competenze
• Progressivo aggiornamento e consolidamento dell'Autonomia provinciale,
mediante il completamento delle Norme di attuazione dello Statuto
• Prosecuzione del sostegno alle iniziative per la tutela delle minoranze
linguistiche
38
• Ampliamento della partecipazione dei cittadini ai processi decisionali che
riguardano le scelte pubbliche, a livello provinciale e territoriale
- Miglioramento della Pubblica Amministrazione
• Attuazione e aggiornamento del Piano di miglioramento della Pubblica
Amministrazione:
• riorganizzazione ed efficientamento del sistema pubblico, in particolare delle
società del gruppo Provincia
• attuazione del Piano strategico per lo sviluppo del capitale umano
• digitalizzazione di servizi e attività
• Introduzione in modo sistematico dell’attività di valutazione e controllo
strategico
• Azioni per la valutazione della normativa provinciale e per la qualità della
regolazione
- Finanza pubblica
• Revisione della finanza pubblica provinciale e promozione di azioni per il
reperimento di risorse finanziarie per sostenere gli investimenti e la
competitività del sistema
- Riforma istituzionale e finanza locale
• Attuazione della revisione della riforma istituzionale: prosecuzione dei processi
di fusione dei Comuni e gestione associata di funzioni e servizi comunali
1
ALLEGATO AL DEFP 2016
AAnnaalliissii ddii ccoonntteessttoo
PPuunnttii ddii ffoorrzzaa ee ddeebboolleezzzzaa
ddeell ssiisstteemmaa eeccoonnoommiiccoo,, ssoocciiaallee,, tteerrrriittoorriiaallee ddeell TTrreennttiinnoo
Il presente documento rappresenta un aggiornamento dei punti di forza e debolezza del sistema trentino contenuti nel
Programma di sviluppo provinciale per la XV legislatura, individuati sulla base di appositi indicatori, con le relative note
di commento.
Gli indicatori utilizzati, aggiornati a maggio 2016, sono estratti dal “Sistema informativo degli indicatori statistici”,
curato da ISPAT.
2
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA STRUTTURALI DEL
SISTEMA TRENTINO
Punti di forza Punti di debolezza
Elevati livelli di benessere Pil pro capite in PPS superiore di circa il 23% rispetto alla media europea e del 28% rispetto alla media nazionale
Limitata internazionalizzazione del sistema produttivo trentino
incidenza delle esportazioni sul Pil pari al 18%, circa la metà del valore che si registra in Veneto e in Emilia-Romagna
Elevato investimento in Ricerca e Sviluppo
1,84% del Pil, superiore alla media italiana (1,31%) e al 2° posto in Italia dopo il Piemonte (2,03%)
Dimensione media aziendale piccola
In linea con la media italiana
Punte di eccellenza scientifica degli enti di ricerca e dell’Università
al 1° posto fra le università di medie dimensioni e al 2° posto per l'indice di attrattività in Italia e fra le prime 2oo università al mondo
Contenuto dinamismo imprenditoriale
Tasso di natalità delle imprese più contenuto dell'Italia, della Lombardia e dell'Emilia-Romagna
Buoni livelli di scolarizzazione e di istruzione secondaria ed elevati livelli di competenza degli studenti
tasso di scolarizzazione pari all'87,5%, superiore di 8 punti percentuali rispetto alla media italiana
Incidenza contenuta del settore manifatturiero e sovradimensione del settore delle costruzioni
Alcuni punti percentuali di valore aggiunto per il settore manifatturiero più contenuto dell'Italia e dell'Europa
Elevato grado di coesione sociale al 2° secondo posto in Italia per la partecipazione sociale (38,3%), superiore di 15 punti percentuali rispetto alla media italiana
Scarsa incidenza dei settori a più elevata intensità tecnologica
Specializzazione produttiva più bassa dell'Italia e delle regioni limitrofe, anche se in recupero
Contenuti livelli di povertà e di grave deprivazione materiale
al penultimo posto in Italia con una quota pari al 13,6%, all'incirca la metà della media europea
Criticità nel mercato del lavoro per le classi di età più giovani
Occupati che invecchiano con tassi di occupazioni relativi in aumento che rallentano il ricambio generazionale
Elevata produzione di energia da fonti rinnovabili
al 2° posto in Italia, con un ampio superamento del fabbisogno del territorio (163,4%)
Diverso grado di partecipazione per genere al mercato del lavoro, alla vita politica e a ruoli di dirigenza
Valore più contenuto rispetto alle regioni del Nord
Ottimo posizionamento nella gestione dei rifiuti
al 1°posto in Italia, con un valore pari al 71,3%, 26 punti percentuali sopra l'Italia
Moderate tensioni, crescenti in prospettiva, nella struttura demografica
Buon posizionamento in Italia, ma oltre la metà della graduatoria in Europa per il tasso di fecondità totale
3
PPuunnttii ddii ffoorrzzaa
Commento Indicatori di contesto
Elevati livelli di benessere,
con un PIL pro capite superiore alla media italiana
ed europea, e una più equa distribuzione del reddito
Nel 2014 l’indice di disuguaglianza del reddito
disponibile è pari a 3,7, ben al di sotto della media
italiana (5,8) e anche ai valori delle regioni vicine
(Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia-
Romagna). Il valore trentino (v. tabella indicatori
Europa 2020) è in linea con quello della Svezia
(3,9) e dell’Austria (4,1).
Il Pil pro-capite a prezzi correnti in Trentino
cresce, mentre nelle altre regioni italiane, con
l’eccezione dell’Alto Adige, e nella media del
Paese è in calo o stazionario, nonostante la
dinamica regressiva della popolazione nelle realtà
di confronto.
Pil pro-capite in PPS
Prodotto interno lordo in rapporto alla popolazione residente in parità di potere d’acquisto
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa28
2012 34.000 40.300 30.000 32.400 35.300 26.800 26.500
2013 33.800 40.000 29.300 32.000 34.700 26.200 26.700
2014 33.700 39.700 29.800 32.200 34.700 26.400 27.500
Pil pro capite a prezzi correnti- euro
Prodotto interno lordo in rapporto alla popolazione residente a prezzi correnti
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2012 33.800 40.000 30.000 32.400 35.400 26.800 26.500
2013 34.100 40.400 29.700 32.400 35.200 26.500 26.700
2014 34.200 39.900 30.000 32.500 35.000 26.500 27.500
Indice di disuguaglianza del reddito disponibile(a) - BES
Indicatore Europa 2020
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 4,3 3,7 4,1 4,7 4,6 5,8 5,0
2014 3,7 3,8 4,0 4,7 4,7 5,8 5,2 (a) Rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della popolazione con il più alto reddito e quello
ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito
4
Elevato investimento in Ricerca e Sviluppo
rispetto al resto del Paese (ma inferiore alla
media europea), anche se sostenuto
principalmente dal settore pubblico
Spesa in R&S (% del Pil) BES - Indicatore Europa 2020
Incidenza delle spesa sostenuta dalle Istituzioni pubbliche, Università, Istituzioni private non profit e
Imprese in R&S sul PIL
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2012 1,82 0,56 1,06 1,61 1,30 1,27 2,10
2013 1,84 0,63 1,13 1,64 1,30 1,31 2,11
2014 n.d n.d n.d n.d n.d 1,29(*) 2,03(*) (*) dato provvisorio
Quota pubblica per R&S (%) –
Incidenza della quota pubblica in R&S sostenuta dalle Istituzioni pubbliche e Università sul totale della spesa
per R&S
Punte di eccellenza scientifica degli enti di ricerca e dell’Università,
quest’ultima ben posizionata nel sistema di
istruzione e di ricerca nazionale e internazionale.
Rapporto ANVUR 2013; L’Università degli studi di Trento è al 1° posto, in tutta Italia, nella categoria degli atenei
italiani di medie dimensioni.
Indagine Censis - La Repubblica (Grande Guida all'università) 2015. L’ateneo si classifica al 2° posto, dopo Siena,
tra le Università di medie dimensioni migliorando il punteggio di due punti rispetto alla classifica dello scorso anno
(da 97,8 a 99,8).
Nella classifica THE - Times Higher Education Rankings 2015-2016, stilata da Thomson Reuters per Times,
l’Università di Trento è entrata tra le prime 200 università al mondo: si posiziona - infatti - al 198° posto, su 800
istituzioni dei cinque continenti.
Buoni livelli di scolarizzazione e di istruzione secondaria ed elevati livelli di competenza degli studenti
La scolarizzazione in Trentino si conferma
elemento distintivo rispetto alle regioni di
confronto e all’Italia, anche tenuto conto
Tasso di scolarizzazione superiore
Popolazione in età 20-24 anni che ha conseguito almeno un diploma di scuola secondaria superiore (%)
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 84,9 69,9 85,7 78,7 78,2 77,6
2014 87,5 74,3 87,0 81,5 79,6 79,4 Fonte:Istat
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2012 51,4 39,9 33,3 32,8 24,6 42,9 35,3
2013 52,2 37,2 32,6 32,8 23,8 42,3 35,7
5
dell’indicatore che misura l’abbandono
scolastico, che presenta un miglioramento e
valori più contenuti rispetto sia al resto d’Italia sia
alla media europea.
Le buone performance della scuola trentina
vengono confermate dagli elevati livelli di
competenza degli studenti rispetto al resto
d’Italia.
Abbandono scolastico BES - Indicatore Europa 2020
% della popolazione in età 18-24 anni con al più la licenza media, che non ha concluso un corso di
formazione professionale di durata superiore ai 2 anni e che non frequenta corsi scolastici né svolge
attività formative
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 10,8 16,4 12,3 15,1 15,3 16,8 11,9
2014 8,5 13,1 10,6 13,2 12,9 15,0 11,2
2015 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 14,7 11,0
Livello di competenza degli studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado 2014/2015 Totale (INVALSI) - BES
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
alfabetica 219 204 212 205 214 200
numerica 220 211 213 209 215 200
Sostanziale tenuta dell’occupazione e dei tassi di attività, paragonabili a quelli
europei.
Il Trentino è una delle poche realtà italiane ad
aver registrato un aumento dell’occupazione nel
lungo periodo di recessione, confermando un
mercato del lavoro in difficoltà, ma reattivo.
Infatti, nel periodo 2008-2015, gli occupati sono
aumentati del 3% a fronte di una perdita del
2,5% sia a livello nazionale, che ripartizionale.
Prosegue l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne, che
nel 2015 rappresentano il 45% dei lavoratori.
Tasso di occupazione 15-64 – totale
Rapporto tra le persone occupate di 15-64anni e la popolazione nella corrispondente classe di età
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 65,5 71,4 63,1 66,2 64,8 55,5 64,0
2014 65,9 70,8 63,7 66,3 64,9 55,7 64,8
2015 66,1 71,4 63,6 66,7 65,1 56,3 65,6
Tasso di attività – totale
Rapporto tra le forze di lavoro 15-64 anni e la corrispondente popolazione di riferimento
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 70,1 74,8 68,3 72,4 70,5 63,4 72,0
2014 70,9 74,2 69,0 72,4 70,7 63,9 72,3
2015 71,0 74,3 68,6 72,4 70,8 64,0 72,5
6
Tasso di attività – femmine
Rapporto tra le forze di lavoro femminili di 15-64 e la corrispondente popolazione di riferimento
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 62,6 68,0 59,0 66,2 62,9 53,6 66,0
2014 63,5 67,2 60,5 65,4 63,1 54,4 66,5
2015 64,6 67,1 59,3 65,7 62,7 54,1 66,8
Elevato grado di coesione sociale,
solidarietà e senso di appartenenza, nonché
buon grado di fiducia generalizzata.
Sia la partecipazione sociale, tradizionalmente
distintiva del Trentino, che la fiducia nel
prossimo sono in miglioramento, con valori dei
relativi indicatori che si distanziano da quelli
delle altre realtà territoriali, con l’unica
eccezione rappresentata dall’Alto Adige.
Partecipazione sociale – Totale BES
Persone di 14 anni e più che negli ultimi 12 mesi hanno svolto almeno una attività di
partecipazione sociale sul totale delle persone di 14 anni e più
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 34,6 42,9 29,4 28,2 24,8 22,5
2014 38,3 41,7 27,0 27,5 24,6 23,1 Le attività considerate sono: partecipato a riunioni di associazioni (culturali/ ricreative, ecologiche, diritti civili, per
la pace); partecipato a riunioni di organizzazioni sindacali, associazioni professionali o di categoria; partecipato a
riunioni di partiti politici e/o hanno svolto attività gratuita per un partito; pagano una retta mensile o periodica per
un circolo/club sportivo.
Fiducia generalizzata – Totale BES
% di persone di 14 anni e più che ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia sul
totale delle persone di 14 anni e più.
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 31,4 34,5 22,0 22,7 22,2 20,9
2014 32,9 34,5 21,8 27,5 24,1 23,2
7
Contenuti livelli di povertà e di grave deprivazione materiale
Il Trentino, oltre a presentare contenute
differenze nella distribuzione del reddito,
mostra indicatori di povertà fra i migliori in Italia
e significativamente più contenuti della media
europea.
Per la grave deprivazione materiale si osservano
valori di circa quattro volte inferiori alla media
italiana.
% popolazione a rischio di povertà o di esclusione sociale Indicatore Europa 2020
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 13,2 12,4 (*) 16,1 17,8 17,7 28,5 24,4
2014 13,6 9,7 16,9 16,4 18,1 28,3 24,4 (*) Stima corrispondente a una numerosità campionaria compresa tra 20 e 49 unità
Persone che vivono in famiglie con grave deprivazione materiale(a) – Totale BES
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 4,8 2,2 3,8 8,9 9,2 12,3 9,6
2014 2,8 3,3 4,7 7,3 8,5 11,6 9,0 (
a) Con almeno 4 di 9 problemi considerati: 1) non riuscire a sostenere spese impreviste; 2) avere arretrati nei pagamenti
(mutuo, affitto, bollette, debiti diversi dal mutuo); non potersi permettere: 3) una settimana di ferie lontano da casa in un
anno, 4) un pasto adeguato (proteico) almeno ogni due giorni, 5) di riscaldare adeguatamente l’abitazione; non potersi
permettere l’acquisto di: 6) una lavatrice, 7) un televisione a colori, 8) un telefono o 9) un’automobile.
Buon sistema di welfare,
che si riflette in un’elevata speranza di vita in
buona salute alla nascita, con l’assenza di
differenze di genere.
Speranza di vita in buona salute alla nascita(a) -2013 BES
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
Maschi 62,2 68,6 60,5 61,7 62,1 59,2
Femmine 62,2 69,6 57,5 58,9 59,5 57,3 (
a) Esprime il numero medio di anni che un bambino che nasce in un determinato anno di calendario può aspettarsi di vivere in
buone condizioni di salute, utilizzando la prevalenza di individui che rispondono positivamente (“bene” o “molto bene”) alla
domanda sulla salute percepita.
8
Elevati livelli di qualità delle risorse ambientali, di biodiversità e del patrimonio socio-culturale,
con punte di eccellenza che riguardano il
sistema delle aree protette e, in particolare,
l’incidenza delle aree componenti la rete
europea Natura 2000 rispetto ai valori medi
nazionali e delle altre regioni italiane.
In particolare, l’attenzione alla gestione del
patrimonio culturale, testimoniata dall’elevata
spesa pro capite, rafforza l’attrattività turistica
del Trentino, anche in sinergia con la tutela del
patrimonio ambientale.
Aree di particolare interesse naturalistico BES
% delle aree comprese nella Rete Natura 2000 sulla superficie territoriale totale
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 28,4 20,3 22,7 12,0 15,6 21,2 17,9
2014 24,2 23,8 22,7 12,0 15,6 21,2 n.d.
Spesa pubblica comunale corrente pro capite in euro destinata alla gestione del patrimonio culturale
(s/pubblica comunale per musei, biblioteche e pinacoteche su tot residenti) BES
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2012 28,7 23,3 10,2 16,7 14,1 9,5
2013 27,7 21,1 11,5 16,2 14,0 10,1
Elevata produzione di energia da fonti rinnovabili,
con valori chiaramente sopra la media italiana e
quella delle altre realtà di confronto, ad
esclusione dell’Alto Adige. Inoltre, in Trentino si è
superato largamente il fabbisogno del territorio e
si esporta energia pulita.
Ottimo posizionamento nella gestione dei rifiuti, con un’incidenza della raccolta
differenziata in progressiva crescita e
significativamente superiore alla media nazionale
e alle regioni di confronto, con distanze positive
per il Trentino da Lombardia ed Emilia-Romagna
pari a circa 15 punti percentuali.
In relativo decremento la produzione di rifiuti pro-
capite.
Energia prodotta da fonti rinnovabili BES
% di consumi di energia elettrica coperti da fonti rinnovabili sul totale dei consumi interni lordi
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2012 102,4 199,6 20,4 14,9 20,9 26,9
2013 131,6 225,5 25,9 18,7 24,3 33,7
2014 163,4 261,8 30,2 21,5 29,4 37,3
Incidenza delle raccolta differenziata rifiuti BES
% di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul tot dei rifiuti urbani raccolti
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 68,9 60,0 64,6 53,0 53,3 42,3
2014 71,3 62,6 67,6 55,2 56,3 45,2
9
Tali indicatori sottolineano l’attenzione per
l’ambiente e per la sua sostenibilità.
Produzione rifiuti procapite
Rifiuti prodotti su popolazione residente
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 478,0 469,2 451,2 630,2 464,9 491,3
2014 471,1 469,0 454,7 636,1 464,8 487,8
Buoni livelli di qualità dell’aria e dell’ambiente di vita,
con bassa incidenza delle famiglie che si
lamentano dell’inquinamento dell’aria e della
sporcizia delle strade., rispetto al contesto
nazionale e alle regioni vicine (Lombardia,
Veneto, Emilia Romagna), e una progressiva
diminuzione nel tempo di tali indicatori.
Famiglie che si lamentano dell'inquinamento dell'aria
Famiglie che si lamentano dell'inquinamento dell'aria su totale famiglie * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 22,5 27,2 36,3 33,4 50,2 36,8
2014 18,0 22,7 35,2 31,9 44,6 34,4
Famiglie che si lamentano per la sporcizia nelle strade
Famiglie che si lamentano per la sporcizia nelle strade su totale famiglie * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 13,5 16,4 20,9 18,3 25,0 28,6
2014 9,6 15,3 21,0 22,3 28,7 31,6
10
PPuunnttii ddii ddeebboolleezzzzaa
Commento Indicatori di contesto
Diminuzione della produttività del lavoro
a partire dagli anni 2000, in misura più
consistente della media italiana e delle regioni
limitrofe.
Rallentamento della dinamica di crescita del PIL trentino
Tassi di crescita medi annui quinquennali PIL/ULA (Prodotto interno lordo/Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno)
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
1996/2000 1,6 1,1 1,2 1,6 1,0 1,2
2001/2005 -0,1 0,3 0,1 0,3 0,3 0,2
2006/2010 -0,5 0,6 -0,6 -0,2 0,9 0,0
2011/2014 -0,2 1,4 -0,2 0,0 -0,3 -0,2
Tassi di crescita medi annui quinquennali PIL (valori concatenati)
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
1995/2000 2,7 1,8 2,4 2,7 1,8 2,0
2000/2005 0,5 0,5 1,1 0,8 1,2 0,9
2005/2010 0,3 1,4 -0,6 0,0 0,5 -0,3
2010/2014 -0,3 0,8 -0,9 -0,3 -1,1 -1,1
Limitata internazionalizzazione del sistema produttivo trentino
Pur in leggera crescita, la propensione
all’esportazione delle imprese continua ad
essere limitata rispetto al resto del Paese e ai
territori di confronto.
Incidenza dell'export sul PIL
Esportazioni totali su PIL a prezzi correnti * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 18,0 18,6 36,1 35,3 31,0 24,3
2014 18,0 19,3 36,6 36,7 31,3 24,7
2015 18,4 -- -- -- -- 25,3 (*) PIL 2015 Trentino: stima da MEMT
11
Dimensione media aziendale piccola
(sostanzialmente in linea con quanto osservato
nel resto del Paese), che penalizza in termini di
economie di scala e accesso al credito.
Contenuto dinamismo imprenditoriale,
peraltro con un tasso di natalità delle imprese in
linea con i territori di confronto e un progressivo
miglioramento negli ultimi anni dei valori del
tasso di crescita delle imprese.
Dimensione media imprese – Quota di addetti imprese < 10 addetti
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 46,3 45,2 44,1 42,7 36,7 46,6
Dimensione media imprese – Quota di addetti imprese >250 addetti
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 13,0 11,8 17,5 22,9 28,3 21,2
Tasso di natalità delle imprese
Imprese iscritte al Registro Imprese nell'anno su imprese registrate * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 6,0 5,4 5,9 6,2 6,4 6,3
2014 5,3 5,4 5,7 5,8 6,2 6,1
2015 5,6 5,1 5,7 5,9 6,2 6,1
Tasso di crescita delle imprese
Stock Imprese t / Stock Imprese t-1 * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 0,07 0,23 -0,64 -0,59 0,72 0,21
2014 0,44 0,83 0,08 -0,21 0,93 0,51
2015 0,97 0,69 0,31 0,06 0,85 0,75
12
Incidenza contenuta del settore manifatturiero
(in particolare rispetto alle altre regioni italiane)
e sovradimensione, seppur in contrazione, del settore delle costruzioni.
Valore aggiunto – industria Valore aggiunto dell'industria a prezzi concatenati su valore aggiunto totale a prezzi concatenati * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa 2012 22,1 22,4 30,3 29,7 27,8 23,9
2013 22,3 22,5 29,9 29,4 27,4 23,5 24,4
2014 22,4 20,7 29,8 29,3 26,7 23,2 24,2
Valore aggiunto – costruzioni
Valore aggiunto delle costruzioni a prezzi concatenati su valore aggiunto totale a prezzi concatenati * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-
R. Lombardia Italia Europa
2012 6,1 6,3 5,2 4,8 4,9 5,1
2013 6,1 6,2 5,0 4,7 4,7 4,8 5,0
2014 5,8 5,6 4,8 4,6 4,4 4,7 4,9
Scarsa incidenza dei settori a più elevata intensità tecnologica
In Trentino, pur rilevando il ritardo in innovazione
del sistema produttivo, si osservano indicatori in
miglioramento, soprattutto nella specializzazione
produttiva nei settori ad alta tecnologia.
Tasso di innovazione del sistema Produttivo - BES
% di imprese che hanno introdotto innovazioni tecnologiche (di prodotto e processo), organizzative e
di marketing nel triennio di riferimento sul tot delle imprese con almeno 10 addetti
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2010 48,3 51,0 57,5 56,7 54,0 50,3
2012 50,4 47,7 58,0 53,8 54,2 51,9
13
Specializzazione produttiva nei settori ad alta tecnologia- BES
% di occupati nei settori ad alta tecnologia della manifattura e dei servizi sul totale degli occupati
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa28
2012 2,6 1,6 2,6 3,3 4,7 3,3 --
2013 2,6 2,0 2,7 2,7 4,9 3,4 --
2014 3,2 n.d. n.d. n.d. n.d. 3,4 4,0
Criticità nel mercato del lavoro per le classi di età più giovani
Nonostante la tenuta dell’occupazione,
relativamente buona rispetto ai dati nazionali, e
un tasso di disoccupazione complessivo più
contenuto rispetto alla media italiana ed europea,
emerge una criticità relativa alla fascia di
popolazione giovanile, dovuta al lungo periodo di
crisi che si è concentrato prevalentemente sulle
classi di età più giovani.
Peraltro, il tasso di disoccupazione giovanile
trentino è in linea con quello europeo e
notevolmente più contenuto di quello medio
italiano e di molte altre realtà regionali.
Anche comportamenti di sfiducia ingenerati dal
lungo periodo di crisi, quali i NEET, in Trentino si
sono mantenuti su livelli sostanzialmente
costanti, contenuti e simili ai valori europei.
Nell’analisi del tasso di disoccupazione 15-24 anni,
occorre inoltre tener conto che i giovani di questa
fascia d’età sono ancora prevalentemente
presenti nell’istruzione e nella formazione e
pertanto può essere utile considerare il rapporto
di disoccupazione introdotto da Eurostat
Tasso di disoccupazione - Totale
Persone in cerca di occupazione di 15 anni e più su forze di lavoro di 15 anni e più * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 6,5 4,4 7,6 8,4 8,0 12,1 10,8
2014 6,9 4,4 7,5 8,3 8,2 12,7 10,2
2015 6,8 3,8 7,1 7,7 7,9 11,9 9,4
Tasso di disoccupazione giovanile - Totale
Persone in cerca di occupazione di 15-24 anni su forze di lavoro di 15-24 anni * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 23,4 12,1 25,7 33,6 30,8 40,0 23,6
2014 27,1 12,4 27,6 34,9 31,2 42,7 22,2
2015 23,6 11,9 24,7 29,5 32,3 40,3 20,4
Tasso di disoccupazione – 25 -34 anni – Totale Persone in cerca di occupazione di 25-34 anni su forze di lavoro di 25-34 anni * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 8,7 5,4 9,9 10,9 10,0 17,7 12,8
2014 10,6 4,4 9,4 10,9 10,0 18,6 12,0
2015 8,8 4,6 9,9 11,4 9,4 17,8 11,0
14
(disoccupati 15-24 anni sulla popolazione della
coorte), il cui valore si attesta su livelli
significativamente inferiori (6,7% nel 2015)
rispetto al tasso di disoccupazione giovanile.
Negli anni più recenti gli occupati stanno
invecchiando; fenomeno che riflette la dinamica
della popolazione. L’andamento nell’occupazione
è più marcato perché diversi fattori si sommano e
amplificano tale andamento. Ciò è determinato
dalla presenza nelle classi adulte dell’occupazione
della generazione “baby boom”, dalle riforme del
sistema pensionistico e dall’innalzamento del
livello si istruzione.
Tasso di occupazione – 25 -34 anni – Totale Rapporto tra le persone occupate di 25-34anni e la popolazione nella corrispondente classe di età
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 75,9 81,0 71,7 75,7 75,7 60,1 73,6
2014 72,3 80,3 73,8 71,9 75,2 59,4 74,3
2015 73,5 80,2 72,5 71,2 75,2 59,7 74,9
Giovani 15-29 anni che non studiano e non lavorano (NEET) – Totale BES
% di persone di 15-29 anni né occupate né inserite in un percorso di istruzione o formazione sul totale delle
persone di 15-29 anni
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2013 15,2 11,1 18,2 18,9 18,3 26,0 15,9
2014 16,7 12,0 16,8 20,6 18,2 26,2 15,4
2015 15,9 10,2 17,0 19,1 18,6 25,7 14,8
Tasso di disoccupazione 55 – 64 anni - Totale Persone in cerca di occupazione di 55-64 anni su forze di lavoro di 55-64 anni * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
2014 4,0 2,5 3,7 4,3 4,3 5,5 7,4
2015 3,4 2,7 3,9 4,6 4,3 5,5 7,0
Diverso grado di partecipazione per genere al mercato del lavoro, alla vita politica e a ruoli di dirigenza
Permangono differenze di genere
nell’occupazione, che peraltro non si discostano
molto da quelle rilevate a livello europeo.
Negli ultimi anni i valori dell’indicatore relativo alla
presenza di donne dirigenti, imprenditori e liberi
Tasso di occupazione per genere - 2015 (16-64 anni)
Trentino AAdige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia Europa
Maschi 72,3 78,4 73,2 73,8 73,0 65,5 70,8
Femmine 59,8 64,3 54,0 59,7 57,2 47,2 60,4
15
professionisti si confermano inferiori a quelli
nazionali.
Incidenza delle donne tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti Dirigenti, imprenditori e liberi professionisti femmine su totale dirigenti, imprenditori e liberi professionisti * 100
Trentino Nord-Est Italia
2013 26,4 30,0 30,2
2014 27,9 31,9 30,7
2015 25,8 31,7 31,0
Incidenza delle donne Sindaco
Numero di donne sindaco su totale sindaci * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 12,3 8,8 14,7 18,6 14,9 11,8
2014 14,4 8,7 18,6 20,9 17,0 13,5
Deterioramento della qualità degli impieghi bancari
L’incidenza delle sofferenze ha quasi raggiunto,
in pochi anni, il livello medio registrato in Italia,
con un’accelerazione nel periodo più recente.
Incidenza finanziamenti deteriorati al 31.12 - Società non finanziarie e famiglie produttrici sul totale dei finanziamenti
Sofferenze utilizzate/impieghi*100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 8,6 4,7 11,7 12,8 8,1 13,1
2014 11,1 5,3 14,6 15,6 9,4 15,4
2015 15,7 5,8 17,4 17,9 10,6 17,3 fonte: BDS - TDB30211 e TDB10241
di cui per il Trentino - Credito cooperativo Totale imprese Costruzioni Immobiliari Manifattura
2013 9,2 16,0 10,0 8,2
2014 12,1 22,4 13,4 10,2
2015 16,4 32,7 21,4 12,4 Fonte: Federazione trentina delle cooperative - Sezione Credito
16
Moderate tensioni, crescenti in prospettiva, nella struttura demografica
in conseguenza dell’invecchiamento della
popolazione.
Il tasso di fecondità, pur superiore a quello
medio italiano, risulta ancora insufficiente a
garantire il ricambio generazionale.
La dinamica della popolazione dal 2000 è stata
sostenuta dagli immigrati, dalla loro struttura
demografica relativamente più giovane e dalla
maggiore natalità. Negli anni più recenti questo
sottoinsieme ha rallentato la sua crescita perché
la crisi ha limitato le opportunità di lavoro.
Indice di vecchiaia
Popolazione residente di 65 anni e piu'/pop residente di 0-14 anni * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 134,4 115,8 150,6 171,5 149,5 154,1
2014 138,0 117,9 154,8 173,6 152,6 157,7
Indice di dipendenza anziani
Pop residente di 65 anni e piu' su pop residente di 15-64 anni * 100
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013 31,6 28,8 32,9 36,7 33,2 33,1
2014 32,2 29,2 33,6 37,2 33,7 33,7
Tasso di fecondità totale
Numero medio di figli per donna
Trentino A Adige Veneto Emilia R. Lombardia Italia
2012 1,60 1,67 1,46 1,47 1,51 1,42
2013 1,60 1,65 1,42 1,45 1,48 1,39
2014 1,54 1,74 1,41 1,42 1,46 1,37
Contenuta contrazione del tasso di passaggio all’Università,
con un valore leggermente inferiore al contesto
nazionale e alle altre Regioni considerate.
Tasso di passaggio università BES
Percentuale di neo-diplomati che si iscrive per la prima volta all’università nello stesso anno in cui hanno
conseguito il diploma si scuola secondaria di II grado
Trentino A Adige Veneto Emilia-R. Lombardia Italia
2013/2014 51,8 n.d. 50,5 53,2 55,1 49,7
2014/2015 48,6 n.d. 50,4 51,7 53,9 49,2
17
Il posizionamento del Trentino rispetto all’Europa e possibili target
ALCUNI INDICATORI EUROPA 2020
Trentino [1] Italia Europa Germania Austria Svezia
Tasso di occupazione (20
-64) 2015
71,4 60,5 70,1 78,0 74,3 80,5
Valori obiettivo 67-69% 75% 77% 77-78% >80%
Spesa Ricerca e sviluppo
(% del Pil) 2014 (*)
1,84 1,29 2,03 2,87 2,99 3,16
Valori obiettivo 1,53% 3% 3% 3,76% 4%
Abbandono scolastico
(%) 2014
8,5 15,0 11,2 9,5 7,0 6,7
Valori obiettivo 15-16% 10% <10% 9,5% <10%
Istruzione terziaria (%) (30-34enni con istruzione
universitaria) 2014
27,3 23,9 37,9 31,4 40,0 49,9
Valori obiettivo 26-27% 40% 42% 38% 40-45% % di popolazione a
rischio di povertà o di
esclusione sociale - 2014
13,6 28,3 24,4 20,6 19,2 16,9
18
INDICATORI QUALITÀ DELLA VITA
Trentino Italia Europa Germania Austria Svezia
PIL pro capite in PPS -
2014
33.700 26.400 27.500 34.500 35.500 33.700
Rapporto tra il 20% più
ricco della popolazione e
il 20% più povero (2014)
3,7 5,8 5,2 5,1 4,1 3,9
Tasso di disoccupazione
di lunga durata (2015)
2,4 6,9 4,5 2,0 1,7 1,5
Aspettativa di vita (2014) 84,4 83,2 80,9 81,2 81,7 82,3
% di famiglie che non
sono in grado di
affrontare spese
impreviste (2014)
24,4 38,8 38,9 32,6 23,9 16,9
Soddisfazione generale
per la vita (da 1 a 10)
2014(**)
7,3 6,8 7,1 7,2 7,7 8,0
[1] Per il Trentino non vi sono obiettivi definiti in sede comunitaria (*)Trentino dato 2013 (*)Trentino e Italia dato 2014, per gli altri Paesi dato 2013.