PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO · come invece purtroppo è stato. L’Autonomia trentina va comunque...

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO XVI LEGISLATURA INTERVENTO DEL PRESIDENTE MAURIZIO FUGATTI IN CONSIGLIO PROVINCIALE Trento, 27 novembre 2018

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

XVI LEGISLATURA

INTERVENTO DEL PRESIDENTE

MAURIZIO FUGATTI

IN

CONSIGLIO PROVINCIALE

Trento, 27 novembre 2018

Gentile Presidente, Egregi Colleghi,

Come sapete, il passaggio dalla precedente legislatura a questa nuova ha coinciso con la

violenta perturbazione che si è abbattuta anche sul Trentino, evento che ho seguito in prima

persona fin dall’inizio, anche assieme a chi rappresentava l’esecutivo in quel momento in

carica, in particolare il Presidente Ugo Rossi e l’assessore alla protezione civile, Tiziano

Mellarini che ringrazio perché credo che, in certi momenti, le istituzioni devono offrire una

visione corale di solidarietà e di compattezza di fronte all’emergenza ed alla sofferenza, al di

là e, soprattutto, al di sopra delle logiche di parte.

Vorrei pertanto cogliere l’occasione, con questo mio primo intervento in aula consiliare nelle

vesti di Presidente della Provincia per rivolgere un pensiero a tutti coloro che hanno subìto le

conseguenze del maltempo, a partire dai familiari delle vittime che purtroppo ci sono state e

naturalmente dalle comunità più colpite, quella della Val di Sole, quella della Valsugana, della

Valle dei Mocheni, quelle delle Valli di Fiemme e Fassa, dell’Altopiano di Piné, del Primiero, e

poi tutte le altre.

Ma sopra ogni altra cosa, un ringraziamento speciale va a chi materialmente è intervenuto

per soccorrere le popolazioni, per sgomberare le strade, le case, le strutture minacciate o

danneggiate dalla pioggia, dal vento e dal fango, e per chi anche in questo momento e nel

prossimo futuro sarà ancora impegnato a rimuovere gli alberi abbattuti, a ricostruire tetti,

insomma a ricreare le condizioni preesistenti all’alluvione: la nostra protezione civile, i nostri

vigili del fuoco permanenti e volontari e tutto il personale che si è speso sui vari fronti

dell’emergenza.

In quei giorni è stato chiaro il valore civico, solidale e lo spirito del volontariato trentino.

Ricordo bene gli occhi stanchi di tanti giovani vigili del fuoco che non avevano dormito per

due notti e che avevano anche rischiato la propria vita in mezzo al bosco o su un tetto di un

capannone. Un vigile della Bassa Valsugana nei giorni successivi al maltempo, facendo io

visita ad un capannone senza tetto, mi ha indicato una lamiera messa per terra al fianco dello

stesso dicendomi: ”Vede Presidente quella lamiera; l’ho tolta la notte del vento da lassù”. E

con le mani mi ha indicato il capannone. Quell’uomo aveva rischiato la propria vita, come tanti

altri uomini in quelle ore. A loro, a questi nostri eroi trentini, va il nostro ringraziamento.

Così come ai tanti Sindaci di periferia che si sono assunti responsabilità proprie senza

attendere direttive centrali, perché semplicemente non c’era tempo per aspettare: occorreva

decidere. E tra questi Sindaci ne ho trovati tanti di giovani, alla prima esperienza

amministrativa. Anche loro in quei giorni, un po’ come il sottoscritto, in qualche modo si sono

fatti le ossa! E anche a loro va il nostro plauso.

Sapete che la nuova Giunta provinciale, nominata con decreto del Presidente lo scorso 13

novembre, si è riunita per la sua prima seduta proprio a Dimaro, sicuramente il luogo che ha

pagato il prezzo più alto per la calamità delle scorse settimane.

Una scelta simbolica, così come l'essersi riuniti per la seconda seduta a Novaledo. Una scelta

che voleva assumere diversi significati.

Uno di questi va sicuramente ricercato nella volontà di testimoniare vicinanza. E al tempo

stesso di rinnovare la consapevolezza che ci sono eventi più grandi di noi, contro i quali

possiamo solo offrire l’umile ed onesta disponibilità all'impegno.

Ecco perché ci siamo riuniti lì. Per ricordare a tutti noi che siamo “al servizio”, sia chi siede

ora in quest’aula, come pure chi ha accettato di far parte dell’Esecutivo. Ed al tempo stesso

chi ha accettato di non farne parte, pur nella legittima aspettativa suffragata da un forte

mandato popolare.

Questa Giunta è mediamente molto giovane, forse la più giovane tra le giunte della nostra

Autonomia, e già questo mi pare un segnale non trascurabile. E’ una Giunta dove sono

presenti due donne, che avranno responsabilità importanti: la sanità, le politiche sociali, la

famiglia da un lato e - per la prima volta nella storia della nostra Autonomia - l’agricoltura

dall’altro. E’ una Giunta che vede presenti tre persone che si sono dimesse da precedenti

incarichi parlamentari per sedere qui, segno di una scelta importante, una scelta ponderata

ma anche molto netta, in favore della propria comunità, in favore del Trentino.

E’ una Giunta che presenta una suddivisione di deleghe diverse rispetto al passato, e che

rispecchia pienamente la volontà degli elettori trentini, che si sono espressi per il

cambiamento, quel cambiamento che abbiamo scelto di indicare anche nel nome della nostra

coalizione.

E’ anche una Giunta non ancora completa, dal momento che, come sapete, stiamo

attendendo il Consigliere Rodolfo Borga, a cui assegnerò l’incarico di Vicepresidente. Per il

momento avocherò a me le sue competenze, che comincerà ad esercitare non appena si

sarà ristabilito, mentre la Vicepresidenza ad interim sarà esercitata dal Consigliere Mario

Tonina. Ci auguriamo di poter quindi beneficiare al più presto del contributo di esperienza e

competenza del Consigliere Borga per affrontare le importanti sfide che abbiamo di fronte.

Da qualche parte si è detto che questa è una giunta incompleta. Non so se sia vero o meno,

e francamente mi interessa poco. So però che in politica ogni tanto può valere anche il lato

umano, e stavolta è andata così.

Vengo ora a presentare brevemente la nuova compagine di governo e la distribuzione

delle competenze. In capo al Presidente abbiamo fra l’altro: affari istituzionali;

programmazione; affari finanziari e bilancio; personale; interventi di semplificazione

dell’attività amministrativa; società controllate e partecipate; protezione civile e prevenzione

rischi; corpo forestale; sviluppo delle zone montane; rapporti con l’Unione europea. Inoltre i

lavori pubblici, compresi trasporti e appalti e le autonomie locali, competenza che verrà in

futuro esercitata dal Vicepresidente Borga.

L’Assessore all’urbanistica, con deleghe all’ambiente e cooperazione e temporanee funzioni

di Vicepresidente, è il Consigliere Mario Tonina. La scelta di dare la Vicepresidenza ad una

forza politica che non è la Lega rappresenta naturalmente una scelta significativa della

coalizione.

La realizzazione dei programmi in materia di istruzione, università e cultura è stata affidata

all’Assessore Mirko Bisesti. Abbiamo riunito le competenze relative alla scuola e all’alta

formazione, con esclusione della ricerca, ed i progetti europei riguardanti i settori della cultura

e della conoscenza. Il Consigliere Bisesti ha lavorato al Parlamento europeo per cui è senza

dubbio la persona più indicata per assumersi queste responsabilità.

Artigianato, commercio, promozione, sport e turismo sono competenze assegnate

all’Assessore Roberto Failoni. Artigianato e commercio escono quindi dal comparto

economico, all’interno del quale erano prima accorpate, per alimentare un disegno di

promozione territoriale a 360 gradi, moderno e funzionale agli obiettivi indicati dal programma

di coalizione.

Assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia è la già Onorevole Stefania

Segnana. In questo “pacchetto” abbiamo inserito due temi, disabilità e famiglia, che ci stanno

molto a cuore, e che rimandano - soprattutto la delega alla famiglia - alla grande questione

del sostegno alla natalità, che per noi ha una valenza molto grande, non solo simbolica.

Sviluppo economico, ricerca e lavoro sono assegnati al dott. Achille Spinelli, commercialista e

revisore dei conti, con una vasta esperienza anche a fianco dei comuni. Come annunciato in

campagna elettorale, la ricerca rimane un asset importante per lo sviluppo del Trentino ma

noi vogliamo accentuare la sua natura di ricerca applicata e al servizio del mondo economico-

produttivo e dei servizi. Naturalmente le sinergie con il mondo della formazione e

dell’università sarà continua. Qui rientrano anche gli interventi per la promozione

dell’internazionalizzazione del Trentino e le materie che riguardano Trentino sviluppo.

Agricoltura, foreste, caccia e pesca sono assegnate, come ho accennato poc’anzi per la

prima volta in Trentino, ad una donna. E’ l’Assessore Giulia Zanotelli, trentenne, che per

assumere questa responsabilità si dimette da Deputata. E’ anche questo un importante

segnale di cambiamento.

Questa è dunque la nostra squadra, a cui faccio i miei migliori auguri di buon lavoro. E’ una

squadra coesa, capace, giovane, una squadra pronta a lavorare con entusiasmo per

realizzare quanto previsto dal programma della Coalizione popolare autonomista per il

cambiamento.

Si tratta di un programma ispirato ad alcuni principi importanti, che vorrei brevemente

richiamare.

Innanzitutto, l’Autonomia protagonista. Nel 1965, il 28 maggio, Bruno Kessler in quest’aula

diceva: “Per noi l’Autonomia è un fatto chiaramente e definitivamente acquisito, ormai entrato

nella coscienza e nel patrimonio di tutti e, per noi trentini, in modo del tutto particolare, in

quanto la nostra Autonomia è legata anche a motivi e ragioni storiche ben precise,

generalmente riconosciute. Ma l’Autonomia – continuava Kessler - proprio perché valore, è

conquista continua, che va realizzata, e difesa quotidianamente senza sorprendersi

eccessivamente delle difficoltà che la sua affermazione comporta”. Questo concetto mi

ricorda un po’ quello che un giorno disse Luis Durnwalder parlando ad un convegno

sull’Autonomia a Borghetto: “Quando trattavo con lo Stato, e lo facevo ogni giorno, non mi

alzavo dal tavolo della trattativa finché non avevo portato a casa qualcosa in più per la mia

terra in termini di maggiore autonomia”. L’Autonomia la conquisti e la difendi quindi ogni

giorno, con sacrificio ed impegno. Questa è la difficoltà, ma anche l’opportunità che sta alla

base di una Autonomia che vuole crescere e progredire. Ed oggi noi stiamo attraversando

una fase importante, in cui la nostra Autonomia speciale può rappresentare davvero un

modello di riferimento per tutti i territori che chiedono maggiori forme di autogoverno.

Ma abbiamo anche bisogno di avviare una fase di rinnovamento, innanzitutto nei nostri

rapporti con l'Alto Adige/Südtirol e con l’Euregio, che passi anche per una definizione delle

partite strategiche per il nostro territorio come il rinnovo della concessione della A22,

compresa la non marginale questione della sede della nuova società. Con riferimento a

quest’ultima questione, non posso non rilevare la totale insensibilità istituzionale di chi

all’interno della Giunta regionale a pochi giorni dal voto del 21 ottobre scorso votò a favore

dello spostamento della sede a Bolzano. Insensibilità che è ovviamente in capo alla parte

trentina, non a quella sudtirolese, che ha fatto, e continua a fare, semplicemente i propri

interessi. Ma una simile decisione non poteva certo essere presa da una Giunta in scadenza,

come invece purtroppo è stato.

L’Autonomia trentina va comunque rilanciata anche sotto il punto di vista culturale: noi, infatti,

siamo autonomi fin dal Principato vescovile. Quindi lo siamo ben prima dell’accordo

Degasperi/Gruber. E questo va rilanciato come fatto storico e come consapevolezza trentina.

Noi siamo quelli degli usi civici e delle Carte di regola, autonomie comunali che mantenevano

la loro individualità anche sotto il Principato vescovile. L’evolversi delle secolari vicende

storiche non intaccò infatti la presenza vitale di queste autonomie locali, che mantennero vivo

tra il popolo il senso della partecipazione agli interessi comuni.

Nasce oggi quindi la esigenza di fare crescere la “personalità” del Trentino, anche di fronte al

Sudtirolo, personalità messa in secondo piano per tanto tempo, a causa delle scelte delle

Giunte provinciali che si sono susseguite negli anni passati. Occorre riaffermare una nostra

specifica identità, che va al di là di essere autonomi come il Sudtirolo, ma che ha come

aspetto principale il fatto di essere autonomi in quanto trentini. D'altronde Alcide Degasperi

ci insegnò sempre a combattere per la difesa della nostra Autonomia: lo faceva tanto al

Parlamento di Vienna, sotto l’Impero austroungarico quanto al Parlamento italiano, sotto il

Regno d’Italia. E si trattava sempre di Autonomia trentina, a prescindere dal Paese di

appartenenza.

Siamo anche impegnati nella delicata fase di avvio della gestione della competenza relativa ai

profili amministrativi e logistici della Giustizia in Trentino-Alto Adige/Südtirol, che richiederà da

parte nostra massima attenzione.

In termini generali, che avremo modo di approfondire con l’avvio della normale attività

consiliare, guardiamo ad una Regione dotata di competenze concrete, soprattutto per

affrontare assieme i grandi temi territoriali, e ad un ritorno della centralità dei Comuni e delle

loro articolazioni; poiché è comunque indispensabile un contesto di valle sovracomunale,

vogliamo definire e rafforzare contesti territoriali che potremmo definire di Distretto, dove

possa prendere corpo l’attività di pianificazione e riservando alla Provincia la regia, la

definizione degli obiettivi generali e gli indirizzi, nonché funzioni di regolazione e di controllo.

Consentitemi anche un accenno all’Europa: dovremo necessariamente attuare politiche di

rafforzamento della presenza del Trentino a Bruxelles al fine di difendere e rilanciare le nostre

peculiarità culturali, sociali e produttive e tutelare al meglio i nostri interessi, compresi quelli

che ho già brevemente menzionato riguardanti i trasporti, ma ad essi potremmo aggiungere le

politiche agricole, l’innovazione, l’ambiente. Da queste premesse discende la necessità di

creare un complesso di accordi istituzionali a livello nazionale e sovranazionale oltre che

rafforzare le strutture operative già attive in ambito provinciale.

Quando parlo del valore dell'Autonomia, però, non parlo solo delle relazioni tra enti politico-

amministrativi, ma anche di Autonomia sociale, ovvero degli altri principi ispiratori della

nostra coalizione, fra cui la centralità della famiglia formata da un uomo e da una donna, e i

principi e valori cristiani che sono alla base della comunità trentina. Questi due punti li

abbiamo messi chiaramente nei principi del nostro programma di governo. Crediamo infatti

che la famiglia sia una sola, quella naturale. Mentre per quanto riguarda i valori cristiani

facciamo nostro il discorso di Alcide Degasperi del 10 agosto 1946 alla Conferenza di Pace

a Parigi dove parlava chiaramente di ”concezioni universalistiche del cristianesimo”.

Altri principi ai quali si ispira il nostro programma di governo sono lo sviluppo integrale e le

uguali opportunità nei contesti urbani e rurali; il riferimento ai valori del popolarismo; la tutela

del territorio ed in particolare della montagna; la tutela e valorizzazione delle nostre

minoranze linguistiche.

Ed è proprio dalla montagna, oltre che dalla tutela delle minoranze, che la nostra Autonomia

attinge senso e legittimazione politica. Il nostro è un territorio magnifico e ricco di risorse ma

orograficamente delicato, impervio e a volte difficile da conciliare con le molteplici esigenze

delle popolazioni che lo abitano. Con il corretto uso delle facoltà autonomistiche dobbiamo

creare pertanto un “ambiente”, nel senso più ampio del termine, favorevole alla mobilitazione

delle energie delle comunità montane, in grado di offrire opportunità a tutti i soggetti che si

muovono al loro interno. Particolare attenzione dovrà essere riservata dalla nostra Giunta a

stimolare la crescita e la diffusione dell’attività imprenditoriale, soprattutto locale, e con un

occhio di particolare riguardo ai giovani.

Rimanendo al tema dello sviluppo economico, è determinante il ruolo che la Provincia può

svolgere, in particolare attraverso la promozione e l’accelerazione degli investimenti collegati

alla realizzazione di opere pubbliche. Investimenti che dovranno coinvolgere tutto il territorio,

e non concentrarsi solo sulle grandi opere, spesso appannaggio di soggetti esterni, estranei

al nostro tessuto economico. A causa del maltempo il bilancio quest’anno accusa ora una

sofferenza di 300 milioni di euro. Per questo abbiamo avviato fra l’altro un confronto con le

forze economiche e sociali ed anche con il sistema bancario, al fine di mobilitare tutte le

energie del territorio, anche sviluppando opportune strategie di partnership pubblico-privata.

Stiamo valutando varie ipotesi di finanziamento per coprire il danno avuto e a breve saremo

in grado di definire questo aspetto. Nel frattempo vogliamo tranquillizzare tutti che gli

eventuali stop ad opere pubbliche prima programmate saranno solo temporanei e il più

possibile circoscritti.

Un altro obiettivo importante è la riduzione del carico burocratico per le imprese, anche

con il ricorso massiccio all'autocertificazione dei requisiti amministrativi. Se ne incaricherà un

apposito Tavolo tecnico nel quale siederanno i dirigenti provinciali e comunali e le

associazioni di categoria, con lo scopo di rivedere tutte le procedure amministrative

riguardanti le attività economiche. L'obiettivo è semplificare, omogeneizzare e velocizzare

l'iter amministrativo fornendo risposte rapide, chiare e con oneri azzerati per l'utente.

In questo quadro, il ruolo primario dell'Ente Pubblico va ricondotto a quello di Legislatore e

Regolatore della vita sociale. L'impresa deve essere lasciata libera di svilupparsi secondo i

canoni usuali dell'economia. Va rilevato che le aziende di dimensione minore segnalano

difficoltà di accesso al credito. Il ruolo di Confidi va quindi consolidato quale erogatore di

garanzia e mutui diretti. Occorre inoltre stimolare l'accesso delle imprese a canali di

finanziamento alternativi a quello bancario, con particolare riferimento a quelle medio-piccole.

Va tenuto presente a questo proposito che nonostante i processi di globalizzazione,

l'economia trentina trova ancora un pilastro fondamentale nelle piccole e medie imprese

artigiane capillarmente presenti sul nostro territorio. Il settore costituisce un termine di

confronto irrinunciabile per una politica che voglia stimolare la crescita dell'iniziativa privata e

rafforzare la cultura del lavoro autonomo.

La pubblica amministrazione, rappresenta in questo disegno un attore di primo piano,

innanzitutto per promuovere i processi di semplificazione, efficientamento e

sburocratizzazione a cui accennavo prima. Al personale della Provincia garantiamo in

compenso il pieno riconoscimento delle competenze; sarà messo in atto tutto il possibile per

valorizzare e motivare il lavoro dei dipendenti pubblici perchè siamo consapevoli che in un

sistema come il Trentino, dove tutto o quasi viene gestito a livello locale, essi sono

protagonisti veri di ogni politica di sviluppo e coesione sociale.

Veniamo al tema infrastrutture. In questo settore siamo consapevoli innanzitutto che una

viabilità migliore previene l'abbandono delle montagne, aiuta il turismo e l’industria, crea

presupposti per il ripopolamento dei paesi e delle valli, favorisce i giovani nei loro spostamenti

legati ad esempio allo studio. Si tratta di un processo a catena, che oggi viaggia nella

direzione opposta e che dobbiamo invertire per il bene del nostro territorio. Per quanto

riguarda il trasporto pubblico in particolare, sappiamo che oltre agli investimenti in

infrastrutture e mezzi sempre più moderni e sicuri dobbiamo garantire al personale di

svolgere al meglio il proprio lavoro, prevenendo episodi di offese e anche di aggressioni vere

e proprie. Per questo andrà intensificato il controllo a bordo, con videosorveglianza sugli

autobus e con forze dell'ordine sui treni o in aree particolarmente difficili, al fine di dare

sicurezza non solo agli operatori, ma anche all'utenza.

In materia di sicurezza, tema caro a questa Giunta, al seguito di alcuni episodi avvenuti nei

giorni scorsi, in accordo con il Commissario del Governo ed il Questore, ho richiesto la

convocazione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. Abbiamo fiducia nelle Forze

dell’ordine e crediamo che con un rapporto costante e collaborativo si possano ottenere

risultati importanti.

Quanto al tema immigrazione e Cinformi, ci stiamo confrontando con gli uffici competenti. Di

sicuro l’eccesso di assistenzialismo e integrazione forzata ricercato negli anni passati verrà a

finire.

Fra gli impegni principali che ci siamo assunti, e che voglio brevemente ricordare: innanzitutto

il sì alla realizzazione della Valdastico, oggetto di infinite discussioni a dimostrazione della

miopia dimostrata dai precedenti governi provinciali. L'arteria è fondamentale per il

collegamento con il Veneto e per ridurre traffico e inquinamento in Valsugana. Lo sbocco

dell'arteria sulla A22 andrà elaborato con un tavolo concertatore tra rappresentanti di

categoria, proprietari privati dei terreni e istituzioni, privilegiando l'uscita a Rovereto Sud. Su

tale tematica, per dimostrare come abbiamo perso decenni in sterili dibattiti riporto qui quanto

diceva Bruno Kessler in un discorso in quest’aula il 16 luglio 1971: ”Noi diciamo che una

infrastruttura di questo tipo, e qui non mi inoltro in lunghe disquisizioni su quanto potrà essere

l’interesse calcolato, l’interesse generale, ma noi siamo convinti che per il Trentino questa è

una infrastruttura importante, anche se non come l’Autobrennero. Perché ci mette in

comunicazione diretta ed immediata con l’area veneta, un’area che è in espansione sociale

ed economica notevole. Noi riteniamo – continuava l’ex Presidente della Provincia - che

anche questa infrastruttura sia per la provincia di Trento una delle ulteriori grosse rotture

dell’isolamento e soprattutto uno degli ulteriori grossi collegamenti con le aree che vanno

sviluppandosi rapidamente”.

Abbiamo poi la messa in sicurezza della statale 47 della Valsugana nei tratti mancanti da

Pergine Valsugana al confine con il Veneto. L'arteria stradale nei tratti rimasti ad una sola

corsia per senso di marcia è spesso teatro di incidenti anche mortali e va ampliata a due

corsie per senso di marcia per completare la superstrada, consapevoli però che, per le

caratteristiche del tracciato, non potrà mai sostituire una autostrada che colleghi il Trentino

con il Veneto orientale.

La Terza corsia dinamica autostrada del Brennero è altrettanto vitale e prioritaria. Nelle

giornate di traffico da bollino "nero", l'utilizzazione della corsia di emergenza, consentirebbe di

ampliare l'autostrada a tre corsie per senso di marcia con benefici ovvi per la viabilità.

Ed ancora: adegueremo la tangenziale di Trento alle esigenze del traffico odierno con messa

in sicurezza dei tratti più pericolosi e realizzeremo la tangenziale di Rovereto.

Il Trentino è ricco di buone pratiche educative e formative, di istituti di ricerca, di talenti, di

risorse umane, ma manca di una vera e propria regia che renda utilizzabile tutto ciò. Vanno

quindi cercate interazioni nuove che caratterizzino il Trentino come società avanzata della

conoscenza, cosa che potrà creare valore non solo economico, ma sociale e identitario. Il

nostro obiettivo è di distinguere più nettamente fra il ruolo formativo che compete

all’università, di cui è ben nota l’eccellenza, e quello di supporto al sistema economico e dei

servizi, che presuppone un sistema della ricerca più orientato alla ricerca applicata e alla

risoluzione dei problemi. Siamo consapevoli che spesso i risultati della ricerca non sono

prevedibili in anticipo. Tuttavia siamo anche convinti che in Trentino ci siano oggi tutti i

presupposti per favorire la nascita di esperienze di successo, innovative e in grado di

competere a livello internazionale. Dobbiamo incoraggiare le start up, mettere loro a

disposizione risorse come spazi e capitali di rischio, ma anche reti di relazioni. Altrettanto

importante è il contributo che ci attendiamo però sul versante sociale, del rafforzamento

dell’identità, perché sviluppo, coesione sociale, maturazione delle vocazioni del Trentino

devono sempre procedere di pari passo.

Un ruolo significativo va riconosciuto in questo senso alla nostra Cooperazione, che

racchiude alcuni dei i valori più alti e profondi della trentinità: la capacità di fare da sé, di fare

assieme, di unire le forze, di mettere risorse ed energie a fattor comune, in maniera

democratica e condivisa. La Cooperazione deve essere fatta uscire dal conflitto fra mercato e

logica del profitto da un lato e solidarietà dall’altro, sviluppando le sue finalità sociali e

stimolando l’autentica partecipazione dei soci. Un ruolo importante per noi va riconosciuto

anche alle forme di cooperazione economica e sociale presenti nelle valli e nelle realtà più

lontane dai grandi centri, come i piccoli negozi multi servizio di montagna.

E parlando di coesione sociale non possiamo non accennare ad un tema che ha avuto un

fortissimo impatto sulla nostra comunità, quello dei punti nascita. Come sapete il punto

nascita di Cavalese, chiuso nel 2017, sarà riaperto a dicembre. Questo rappresenta un

grande risultato per la comunità perché avverrà in situazioni di sicurezza. Il tutto si inquadra in

un’attenzione più forte alla sanità e alla salute, ai bisogni dei nostri anziani, che sono i

depositari dei nostri affetti, della nostra memoria, a quelli della popolazione femminile, che

spesso deve farsi carico anche delle funzioni di cura e assistenza degli altri membri della

famiglia. A tutto questo dedicheremo sempre una particolare attenzione, sforzandoci al tempo

stesso di promuovere le buone prassi, la cultura della prevenzione, quell’insieme di

comportamenti insomma che fanno bene alla salute e alla longevità.

Stiamo anche lavorando sul tema delle guardie mediche, irragionevolmente chiuse in alcune

valli negli anni scorsi.

La scuola trentina è una buona scuola, e noi vogliamo non solo che continui ad esserlo ma

che possa raggiungere anche nuovi traguardi. Consideriamo la spesa scolastica un

investimento sul futuro, e guardiamo ad una scuola che possa offrire competenze e saperi

utili per la vita, anche quando non immediatamente spendibili. Fra queste vi è naturalmente

anche la conoscenza delle lingue. Nel nostro programma abbiamo previsto una revisione

dell'intero progetto del trilinguismo: un Trentino Trilingue deve essere perseguito infatti nel

rispetto delle conoscenze, eliminando rigidità eccessive e lasciando maggiore elasticità alle

scuole. Pensiamo che la conoscenza e l'utilizzo delle lingue comunitarie possa essere

raggiunta per strade diverse, anche attraverso attività aggiuntive facoltative e settimane

linguistiche estive, in accordo con le scelte educative di ragazzi e famiglie. L’importante è

l’obiettivo finale, non il castello di regole e di percorsi che si è costruito strada facendo. Per

questa ed altre questioni, che attengono anche ai docenti, al ruolo dei dirigenti scolastici e

così via, è necessario creare un organismo intermedio fra assessorato all'Istruzione e

dirigenza scolastica che abbia funzioni tecniche e non politiche.

Occorre inoltre capire a che punto è il percorso di formazione della storia e della cultura

trentina nelle nostre scuole. L’Autonomia trentina deve essere insegnata ai nostri studenti se

vogliamo tramandarne il valore di generazione in generazione. Ricordando ciò che diceva

Enrico Pruner: ”Noi siamo sì cittadini italiani, ma comunque di nazionalità trentina”. E a

questo proposito, anche avvicinandoci alle feste natalizie, non possiamo non fare presente ai

responsabili delle scuole trentine che il Natale dovrebbe essere ricordato nelle scuole con

l’allestimento dei presepi, simbolo della nostra millenaria storia cristiana, e che nelle classi

scolastiche, come in tutti gli uffici pubblici, non dovrebbe mancare il crocefisso.

ll collegamento tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro è vitale per dare ai giovani non

solo possibilità di lavoro più sicure, ma anche per favorire una più piena maturazione delle

vocazioni. Fondamentale risulta essere quindi anche il sostegno alla formazione

professionale. Esiste in Trentino una grande ricchezza di competenze ed energie in questo

ambito, che ha bisogno di nuovi strumenti per crescere e potenziarsi. I centri di formazione

professionale rappresentano a tutt'oggi un riferimento privilegiato per le imprese artigiane e

non solo; questi rapporti e queste sinergie vanno rafforzati e ampliati. La scuola professionale

è anche un prezioso alleato contro la disoccupazione giovanile. Oggi il Trentino ha un alto

tasso di disoccupazione giovanile, soprattutto se paragonato al vicino Alto Adige. Occorre

inserire profondamente nel sistema scolastico il modello duale scuola/lavoro già predisposto

in Provincia di Bolzano e che è all'avanguardia nel sistema scolastico nazionale. La revisione

dell'attuazione dell'alternanza scuola-lavoro andrà realizzata adattandola ai diversi percorsi

liceali - tecnici - di formazione professionale e al contesto territoriale.

L’insieme delle politiche culturali è esso stesso un fattore di sviluppo. Nel Trentino sono

presenti grandi istituzioni e grandi musei, costantemente ai vertici delle classifiche

internazionali. Pensiamo che accanto ad essi vada favorita la nascita e lo sviluppo di nuove

imprese culturali. La cultura deve poter offrire, sempre di più, occasioni di lavoro, funzionare

come una “fabbrica” della creatività e del sapere. Non si tratta dunque di togliere autonomia

alle istituzioni culturali, ma di togliere ad esse ogni residuo di autoreferenzialità, facendo sì,

fra le altre cose, che possano offrire un contributo importante alla crescita culturale dei

territorio ed in particolare delle nostre valli. La politica culturale va dunque riorientata a favore

di un sistema plurale e a rete, dove non vi sia contrapposizione tra grande e piccolo, pubblico

e privato, centro e periferia.

La nostra ricchezza più grande rimane infatti il territorio. I settori che costituiscono l'ossatura

portante della nostra economia quali l'Agricoltura, il Turismo, l'Energia, l'Ambiente, le Foreste,

così duramente colpite, rivestono importanza ancora maggiore se considerati nella

prospettiva dello sviluppo futuro. Tuttavia questo sviluppo non è sostenibile senza una precisa

direzione e soprattutto senza promuovere un coordinamento efficace tra le sue varie

componenti. In quest’ottica, lasciatemi sottolineare un concetto che ho già avuto modo di

esprimere nei giorni scorsi: la tipicità trentina, le eccellenze trentine, vanno coltivate

innanzitutto in casa, da noi, dalle nostre famiglie, e vanno trasmesse alle generazioni future.

Dobbiamo valorizzare i nostri prodotti tipici, dobbiamo sceglierli, consumarli, promuoverli.

Possono essere i nostri migliori ambasciatori.

Molte cose ci sarebbero da aggiungere ancora, ma in questa sede vorrei chiudere il mio

intervento con un accenno alla famiglia: sostenere la volontà di creare una famiglia, anche

agevolando la natalità, resta per noi un obiettivo fondamentale. Alla base di tutto vi è il

riconoscimento delle funzioni sociali positive della procreazione ai fini della crescita

demografica. Nel nostro programma abbiamo elaborato diverse proposte, che diventa ora

urgente realizzare, ad esempio: l’abbattimento delle rette degli asili nido o di altre forme di

custodia dei figli; agevolazioni per la frequenza degli asili nido aziendali; punteggi maggiori

nei concorsi pubblici per donne con figli. Ci proponiamo di valutare la corresponsione di un

assegno per ogni figlio, anche per anni successivi a quello di nascita, prendendo esempio da

quanto già viene fatto in Francia, Germania e in altri paesi del Nord Europa. Ed ancora:

vogliamo favorire i genitori con figli piccoli o con membri della famiglia bisognosi di cura nella

conciliazione tra il ruolo familiare di cura e il ruolo lavorativo, tramite l'accesso a forme di

telelavoro e di elasticità dell'orario di lavoro ed introdurre un "voucher" baby-sitter per servizi

di cura dei bambini in caso di non uso di servizi di asilo nido.

Questo in brevissima sintesi il quadro generale delle sfide e degli impegni che attendono la

nostra Giunta. Non è certamente un quadro esaustivo, ma avremo modo con il prosieguo

dell’attività legislativa di mettere a fuoco in quest’aula i temi che ci stanno a cuore e di

presentare le decisioni che vogliamo assumere per il bene del Trentino. Iniziamo il nostro

impegno con grande unità, grande coesione al nostro interno, una grande voglia di fare,

sorretti come siamo da un’ampia legittimazione popolare. Sappiamo che le aspettative della

gente trentina sono tante. Ci sforzeremo di farvi fronte, di soddisfarle al meglio, e di

immaginare se possibile anche mete via via più ambiziose, soprattutto se gli obiettivi di

sviluppo economico si concretizzeranno. Ci sforzeremo però soprattutto di dialogare con le

comunità, e di metterci in ascolto delle loro esigenze. Il percorso che iniziamo qui è un

percorso di popolo, un percorso che deve vederci sempre più uniti, sempre più fiduciosi dei

nostri mezzi, sempre più determinati nel raggiungere i traguardi che ci siamo dati.

Grazie a tutti.

Maurizio Fugatti