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PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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SOMMARIO

INTRODUZIONE………………………………………………………………………………………… PAG. 3

OBIETTIVI GENERALI DEL PROTOCOLLO……………………………………………………. PAG. 3

DESTINATARI……………………………………………………………………………………………. PAG. 4

FIGURE DI RIFERIMENTO………………………………………………………………………….. PAG. 5

PROCEDURE OPERATIVE ………………………………………………………………………….. PAG. 6

Alunni con BES L.104………………………………………………………………………………… PAG. 6

Alunni con DSA L.170……………………………………………………………………………….. PAG. 8

Alunni con Svantaggio socio-economico…………………………………………………… PAG.11

VALUTAZIONE…………………………………………………………………………………………… PAG.12

ESAME DI STATO e BES……………………………………………………………………………… PAG.14

PROVE INVALSI e BES………………………………………………………………………………… PAG.15

ORGANISMI DI GESTIONE E SUPPORTO…………………………………………………….. PAG.16

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INTRODUZIONE

Le Indicazioni Nazionali per il curricolo sottolineano che: “Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tenere conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi dello sviluppo e della formazione”. Risulta pertanto importante attuare interventi per il successo formativo di ciascuno, sviluppando l’identità e tutte le dimensioni del proprio io, in linea con le ultime normative che estendono a tutti il diritto della personalizzazione dell’apprendimento. Affinché ognuno possa perseguire il proprio percorso formativo esprimendo il meglio di sé e partendo dalla sua area prossimale di sviluppo, deve essere guidato a sviluppare una crescente consapevolezza e autonomia, sentendosi parte di un ambiente sociale allargato, imparando a conoscersi e ad essere riconosciuto come persona unica ed irripetibile. Tale finalità è perseguita mediante relazioni significative, la predisposizione di un ambiente accogliente, la scelta di metodologie efficaci, il ricorso alle opportunità offerte dalle tecnologie un apprendimento di qualità, utilizzando anche le forme di flessibilità previste dall’autonomia scolastica. Il presente Protocollo, anche alla luce delle più recenti normative in materia, intende apportare un miglioramento dell’offerta formativa, della qualità dell'azione educativa e didattica e della professionalità negli interventi mirati, con una sempre maggiore attenzione alle specifiche esigenze psico-pedagogiche degli alunni e ai diversi stili cognitivi. In quest’ottica le finalità specifiche del Protocollo sono:

prevenire la dispersione scolastica, attraverso l’organizzazione e il coordinamento di percorsi di accoglienza e di integrazione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, promuovendone il successo formativo attraverso la valorizzazione delle loro potenzialità e il graduale superamento degli ostacoli;

offrire un curricolo integrativo rispetto a quello già predisposto dalla scuola, che consenta lo sviluppo delle abilità e delle competenze degli alunni con BES;

promuovere la partecipazione attiva di tutti gli studenti al processo di apprendimento; centrare l’intervento pedagogico e didattico sulla classe in funzione dell’alunno; favorire la motivazione all’apprendimento attraverso anche metodologie innovative; promuovere buone prassi inclusive attraverso la sinergia fra tutte le componenti della

comunità educante.

OBIETTIVI GENERALI DEL PROTOCOLLO

Riconoscere i bisogni e le problematiche degli alunni con BES, anche attraverso la

predisposizione e la somministrazione di materiale specifico.

Individuare strategie educativo - didattiche diversificate e mirate, con la collaborazione dei

docenti delle équipe pedagogiche.

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Collaborare con altre istituzioni scolastiche e con Enti di formazione, per favorire la

realizzazione dei progetti e dei percorsi di integrazione e inclusione.

Rafforzare la collaborazione sinergica tra scuola e famiglia.

Creare una rete di supporto (referenti, insegnanti, famiglie, dirigente) per sostenere il

percorso formativo degli alunni con BES, evitando l’insuccesso scolastico e la perdita di

autostima.

Fornire supporto concreto ai colleghi per la gestione degli alunni con speciali bisogni

educativi.

Aggiornare il Collegio sull’evoluzione della normativa di riferimento sui BES.

DESTINATARI Sono destinatari dell’intervento a favore dell’inclusione scolastica tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali:

Alunni con BES certificati ai sensi della L.104/92 (con disabilità psicofisiche e sensoriali). Alunni con BES diagnosticati ai sensi della L. 170/2010 (DSA) e/o disturbi evolutivi specifici

(i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, e il funzionamento intellettivo limite che viene considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico).

Alunni con BES nell’area dello svantaggio socio – economico, linguistico e culturale (alunni stranieri e alunni di recente adozione) individuati dal team docenti/ Consigli di classe (D.M 27/12/12).

Definizione di BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Un Bisogno Educativo Speciale è una difficoltà che si evidenzia in età evolutiva negli ambiti di vita

dell'educazione e/o dell'apprendimento: esso si manifesta in un funzionamento problematico in

termini di danno, ostacolo o stigma sociale richiamando l’esigenza di un piano educativo

individualizzato o personalizzato a compensazione dei bisogni evidenziati. La Direttiva ministeriale

del 27 dicembre 2012 ricorda che “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può

manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi

psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata

risposta”.

RISORSE RISORSE INTERNE: 1. Dirigente Scolastico 2. Referente BES di Istituto 3. Funzioni strumentali al Disagio 4. Docenti di sostegno 5. Coordinatori di classe/Interclasse/Intersezione 6. Personale ATA

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RISORSE ESTERNE: 1. Accordi di programma: protocolli d'intesa e reti di scuole. 2. Famiglia . 3. Enti territoriali: E. Locali, ASL, Centri di riabilitazione, Associazioni... 4. Assistenti all’ autonomia e alla comunicazione.

FIGURE DI RIFERIMENTO PER L’INCLUSIONE

DIRIGENTE SCOLASTICO è garante del processo di inclusione dell'alunno con bisogni

educativi speciali; Assicura il rispetto della normativa vigente in materia di BES mediante

una costante azione di controllo e monitoraggio sull’attuazione delle procedure; Individua

un docente referente d’Istituto, a cui affida l’eventuale coordinamento delle attività;

Prende visione della documentazione, ne dispone la custodia secondo la normativa sulla

privacy; si occupa di consultivi, formazione delle classi, assegnazione docenti di sostegno,

rapporti con le amministrazioni locali (Comune, Provincia, ASL…).

DOCENTE DI SOSTEGNO partecipa alla programmazione educativa e didattica e alla

valutazione di tutta la classe, cura gli aspetti metodologici e didattici funzionali a tutto il

gruppo classe, svolge il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici, relazionali e

didattici, tiene rapporti con la famiglia, esperti ASL, operatori comunali.

DOCENTE CURRICOLARE accoglie l’alunno nel gruppo classe favorendone l’integrazione,

partecipa alla programmazione e alla valutazione individualizzata, collabora alla

formulazione del PEI e successivamente predispone interventi personalizzati e consegne

calibrate per l’alunno disabile.

COLLABORATORI SCOLASTICI su richiesta aiutano l’alunno negli spostamenti interni, in

mensa, nei servizi. Tale compito è obbligatorio e oggetto d’incentivazione, tenendo conto

che l’alunno non può essere lasciato alla custodia del personale A.T.A.

FAMIGLIA Consegna, se in possesso, la documentazione utile in segreteria; Collabora, se

possibile, con il coordinatore e i docenti della classe in uno spirito di reciproca fiducia e di

rispetto dei diversi ruoli e competenze, allo scopo di favorire un clima relazionale sereno,

indispensabile al successo formativo dello studente; Nel caso di formalizzazione del P.D.P.,

ne prende visione e lo sottoscrive; Mantiene, se possibile, regolari contatti con gli

insegnanti.

SEGRETERIA DIDATTICA Raccoglie e conserva tutta la documentazione riguardante ciascun

alunno con BES, secondo disposizioni ricevute dal DS, nel rispetto della normativa sulla

privacy; Collabora con il referente BES per l’aggiornamento della documentazione.

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PROCEDURE OPERATIVE

ALUNNI CON BES CERTIFICATI AI SENSI DELLA L.104/92 (CON DISABILITÀ PSICOFISICHE E SENSORIALI)

Il nostro Istituto Comprensivo rivolge particolare attenzione agli alunni con disabilità, e nella sua azione educativa, in coerenza con i principi dell’inclusione delle persone e dell’integrazione delle culture, considera l’accoglienza delle diversità un valore irrinunciabile ed implementa nel dialogo educativo specifiche strategie e percorsi personalizzati con l’obiettivo che tutti possano esprimersi con il massimo delle proprie potenzialità e possano raggiungere il miglior risultato possibile. L’inclusione scolastica dell’alunno disabile è considerata, da ogni componente scolastico, come risorsa e pone ogni alunno al centro del processo formativo, tenendo conto delle sue specifiche e differenti necessità e risorse. L’inclusione è il riconoscimento dell’alunno disabile quale soggetto dotato di peculiari caratteristiche da comprendere e utilizzare per impostare un progetto di vita adatto allo sviluppo delle sue potenzialità, indipendentemente dalla tipologia del suo handicap. Per personalizzare in maniera adeguata tale progetto, gli insegnanti, attraverso tecniche di osservazione dell’alunno nel gruppo classe, verificano le conoscenze e le abilità nelle attività proposte, effettuano un monitoraggio costante delle difficoltà e dei successi riscontrati e, in seguito ai risultati ottenuti, riprogettano le attività educativo-didattiche adeguandole ai bisogni del bambino. La scuola in tal modo diventa inclusiva, una comunità educativa, culturale e sociale integrante in grado di trasformare le differenze in risorse, capace di formulare un progetto educativo coerente ove tutte le componenti coinvolte siano corresponsabili e compartecipi delle azioni, delle scelte e delle progettualità che ne emergono. Il clima che si crea è quello di una comunità scolastica attenta alla relazione, alla comunicazione, alla partecipazione democratica e si basa sulla collaborazione tra dirigenti, docenti, famiglia e territorio. La nostra scuola, nel predisporre un progetto educativo di integrazione e di inclusione per alunni diversamente abili, segue le finalità della L. Q. 104/92 , della L. 170/2010, del D.M. del 27/12/2012 e la C.M. n. 8 Prot. 561 del 06/03/2013.

“Costruire una speciale normalità in cui la normalità cambia e si arricchisce di competenze tecniche

che la rendono più speciale ed accogliente per tutti”. (D.Janes)

SCELTE METODOLOGICHE E DIDATTICHE In base alla legge vigente, il team/consiglio di classe, l'insegnante di sostegno, in collaborazione con l'Equipe Multidisciplinare, per ciascun alunno diversabile predispongono, ogni anno, il P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato) e redigono il PDF (Profilo Dinamico Funzionale) al passaggio di ogni ordine di scuola, esso rappresenta la base di partenza per la programmazione e la progettualità future.

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I docenti curricolari, in stretta relazione con l’insegnante specializzato per il sostegno, svolgono un ruolo determinante per l’inclusione dell’alunno con disabilità che lavorando in classe con i compagni può vivere esperienze determinanti per la propria crescita. Nell’ottica della scuola dell’inclusione il sostegno, infatti, è dato alla classe perché insegnanti curricolari e di sostegno, insieme, consapevoli di essere in egual misura responsabili e contitolari della classe, interagiscano integrando competenze ruoli e funzioni per meglio affrontare e risolvere i problemi che le esigenze dell’alunno con disabilità aggiunge alle richieste che gli altri alunni esprimono. La progettualità didattica prevede strategie e metodologie atte a favorire l’inclusione quali l’apprendimento cooperativo, il lavoro di gruppo e/ o a coppie, il tutoring, l’apprendimento per scoperta, l’utilizzo di attrezzature e ausili informatici, di software e sussidi specifici. VERIFICA E VALUTAZIONE Per gli alunni diversamente abili, la valutazione è strettamente correlata al percorso individuale e non fa riferimento a standard né quantitativi né qualitativi; inoltre deve essere finalizzata a mettere in evidenza il progresso dell'alunno. Tenuto conto che non è possibile definire un'unica modalità di valutazione degli apprendimenti che possa valere come criterio generale adattabile a tutte le situazioni di handicap, essa potrà essere:

uguale a quella della classe; in linea con quella della classe, ma con criteri personalizzati; differenziata; mista.

La scelta è definita nel PEI di ogni singolo alunno. Per tutto quanto concerne la valutazione degli alunni diversamente abili, si fa riferimento alla O.M. 80/95. Gli interventi didattici ed educativi sono volti a promuovere una reale integrazione, una crescente autonomia dell’alunno diversamente abile o con difficoltà specifiche, l’acquisizione di competenze e di abilità comunicative. Anche le prove di verifica, che vengono strutturate in ingresso ed in itinere, sono predisposte in base alla programmazione e tengono conto delle capacità dell’alunno cui sono rivolte. INDIVIDUALIZZAZIONE DEI PERCORSI D’APPRENDIMENTO Nella programmazione educativa individualizzata si promuoveranno itinerari che sollecitino l’autonomia personale, sociale e didattica, limitando quanto possibile la dipendenza dell’alunno dal docente per le attività di sostegno. Nel caso di adozione di programmazione differenziata si svilupperanno tutti i raccordi possibili con la programmazione della classe in modo da favorire l’inclusione dell’alunno. CONTINUITÀ EDUCATIVO-DIDATTICA L’istituto considera la continuità educativo-didattica come fattore facilitante il processo di apprendimento dell’alunno con disabilità e per questo si creano le condizioni, affinché l’insegnante per le attività di sostegno assegnato ad una classe permanga, per quanto possibile, anche negli anni successivi. PROCEDURE DI ACCOGLIENZA Il referente per le attività di sostegno, o un docente di sostegno delegato, incontra i docenti della scuola di provenienza dell’alunno e i suoi genitori, nel mese di maggio, per formulare progetti per

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l’integrazione. Il referente verifica la documentazione pervenuta e attiva risposte di tipo organizzativo per accogliere l’alunno stesso (richiesta AEC, assistenza di base, trasporto, strumenti e ausili informatici ecc…). Il docente per le attività di sostegno assegnato alla classe informa il Consiglio sulle problematiche relative all’alunno, incontra i genitori all’inizio dell’anno scolastico, prende contatti con gli specialisti della ASL, collabora con gli insegnanti curricolari al fine di creare un clima di collaborazione e di inclusione per gli alunni diversamente abili. Il referente per le attività di sostegno predisporrà all’inizio dell’attività scolastica tutte le attività volte ad accogliere l’alunno diversamente abile, assieme al docente referente dell’accoglienza. Gli alunni con disabilità grave saranno affiancati da un alunno tutor. Durante l’accoglienza, il docente di sostegno assieme al C.d.C. proporrà attività di orientamento volte a migliorare l’efficacia dello studio. ORIENTAMENTO IN ENTRATA Le famiglie che vogliono conoscere l’offerta formativa dell’Istituto per gli alunni disabili possono usufruire di un servizio di informazione e consulenza da parte del referente per le attività di sostegno. In base ai diversi bisogni educativi evidenziati, ai colloqui con i genitori e con i docenti della scuola di provenienza, si cerca di individuare il percorso di studi più adatto all’alunno. ORIENTAMENTO IN USCITA In base al “progetto di vita” individuato nel P.E.I. l’alunno e la famiglia possono usufruire di varie attività di orientamento. Tali attività vengono progettate in collaborazione con la figura strumentale competente.

ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI La D. M. del 27/12/12 “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’ inclusione scolastica” punta l’ attenzione sulla necessità di analizzare i bisogni di ogni alunno ed estende il diritto di tutti gli alunni in difficoltà alla personalizzazione dell’apprendimento nella direzione di una presa in carico complessiva e inclusiva di tutti gli alunni, rimuovendo gli ostacoli nei percorsi di apprendimento e modulando gli apprendimenti di ogni alunno nell’ottica di una scuola sempre più inclusiva. Con la definizione bisogni educativi speciali (BES) si intende descrivere tutta la gamma delle particolari situazioni che ostacolano gli alunni nell’apprendimento e nello sviluppo. Queste possono essere riconducibili a deficit motori, cognitivi, organici, ma anche a problemi comportamentali, a svantaggi socio-culturali, familiari, linguistici. Secondo la normativa vigente, Direttiva sui Bisogni Educativi Speciali, BES, sono state individua te tre grandi sotto categorie dei Bisogni Educatici Speciali:

Disturbi Evolutivi Specifici (disturbi dell’apprendimento, deficit del linguaggio o della coordinazione motoria, deficit dell’attenzione e dell’iperattività, il ritardo mentale lieve ed il ritardo maturativo, il funzionamento intellettivo limite è considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico)

Svantaggio socio - economico, linguistico o culturale. Disabilità.

Un bambino BES può presentarsi in molteplici forme: globali e pervasive oppure specifiche e circoscritte, gravi o leggere, permanenti o transitorie; in ogni caso è un disagio che si manifesta

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nell’età evolutiva ostacolando lo sviluppo delle competenze, il benessere e la partecipazione alla vita sociale. La scuola, per realizzare la sua finalità istituzionale, ha il dovere di acquisire competenze e di costruirsi strumenti adeguati per affrontare con efficienza ed efficacia le problematiche poste dagli alunni con bisogni educativi speciali. Ogni insegnante, quindi, oltre a saper conoscere e classificare i BES deve anche saperli riconoscere precocemente nella realtà scolastica, poter contare su un sistema di supporto, attivare le corrette procedure e possedere strumenti per l’intervento didattico- educativo. È peculiare facoltà dei consigli di classe o dei team docenti individuare casi specifici per i quali è utile attivare percorsi di studio individualizzati e/o personalizzati. Il concetto e le strategie dell'INDIVIDUALIZZAZIONE fanno riferimento all'esigenza di garantire a tutti gli studenti gli stessi obiettivi, pur con modalità, tempi, materiali e stili di apprendimento diversi, lasciando immutati gli obiettivi. Il concetto e le strategie della PERSONALIZZAZIONE di riferiscono all'opportunità di consentire agli studenti di raggiungere obiettivi diversi scegliendo quindi un percorso pedagogico-didattico in funzione delle motivazioni e delle risorse dell’alunno. Per gli alunni con Disturbi Evolutivi Specifici ai sensi della Legge 170/2010 è prevista l'elaborazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che prevede l’adozione di misure dispensative e compensative. La Direttiva sui BES estende i benefici della legge 170/10 dagli alunni con DSA a tutti gli alunni che presentano Bisogni Educativi Speciali, prevedendo anche per loro l’elaborazione di un PDP. Poiché avere bisogni educativi speciali non significa necessariamente avere una disabilità fisica o psicologica ma anche semplicemente essere in una situazione di disagio momentaneo, i docenti possono, anche in assenza di certificazioni, in accordo con le famiglia predisporre un PDP temporaneo, finalizzato al superamento del disagio.

1) Alunni con DSA (Legge 170 dell’8 ottobre 2010 e al D.M. 12 luglio 2011) La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano “l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata” come strumento di garanzia del diritto allo studio introducendo strumenti compensativi e misure dispensative. Il processo di gestione e produzione della documentazione relativa agli alunni con DSA prevede due articolazioni corrispondenti rispettivamente alla redazione del PDP per gli alunni DSA accertati e all’individuazione di alunni a rischio DSA (screening DSA). Entrambe le procedure sono gestite dal coordinatore di classe.

Redazione del PDP Famiglia: Inoltra la documentazione alla segreteria didattica dell’istituto, all’atto dell’iscrizione o alla formulazione della diagnosi, con o senza richiesta del PDP. Assume la corresponsabilità del progetto educativo-didattico, collaborando alla stesura. Si impegna ad avere colloqui mensili con i docenti del Consiglio di classe e il coordinatore di classe. La certificazione: La diagnosi presentata dalla famiglia può essere rilasciata da una struttura privata in via provvisoria, in attesa del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate. Consiglio di classe/interclasse: Valuta la necessità di un PDP per l’alunno. Se richiesto dalla famiglia o ritenuto necessario dal consiglio di classe, anche in assenza di esplicita richiesta, predispone il PDP su apposito modello previsto dall’Istituto. Consegna il PDP al Dirigente.

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Nel caso di studenti privi di diagnosi, ma la cui performance apprenditiva lasci sospettare la presenza di DSA, la Scuola, attraverso il coordinatore di classe ed alla presenza del docente referente BES, ne darà comunicazione alla famiglia che potrà procedere ad indagini specialistiche di conferma. A supporto delle proprie osservazioni gli insegnanti hanno a disposizione una scheda di rilevazione che, appositamente redatta, potrà essere consegnata agli specialisti dalla famiglia a supporto delle osservazioni avvenute nella classe. La scheda va redatta da tutti i docenti che compongono il Consiglio di Classe a testimonianza della condivisione su quanto osservato. Condivisione del PDP con le famiglie: Il PDP deve essere sottoscritto sia in caso di accettazione sia in caso di rifiuto. Accettazione: Il PDP diviene operativo. L’originale viene depositato in segreteria didattica e conservato nel fascicolo dell’alunno. Rifiuto: Il PDP non diviene operativo. L’originale viene depositato in segreteria didattica e conservato nel fascicolo dell’alunno. Nel primo consiglio di classe utile si verbalizza che nonostante la mancata accettazione da parte della famiglia il C.d.C si riserva di riformularlo e di riproporne l’uso in caso di necessità. 2) Alunni con altri disturbi evolutivi specifici Gli alunni con disturbi specifici che non rientrano nella categorie stabilite dalla Legge 104/92 possono usufruire di un piano di studi personalizzato e delle misure previste dalla Legge 170/2010. Rientrano in questa categoria ad esempio gli alunni con: -deficit del linguaggio; -deficit delle abilità non verbali; -deficit nella coordinazione motoria; -deficit dell’attenzione e iperattività (in forma grave tale da compromettere il percorso scolastico); -funzionamento cognitivo limite; -disturbo dello spettro autistico lieve (qualora non previsto dalla legge 104) ecc. Individuazione Il Consiglio di classe prende in esame la documentazione clinica e/o la certificazione presentata dalla famiglia. Il Consiglio di classe, qualora ravvisi difficoltà nel percorso scolastico dell’alunno che possono essere riconducibili a disturbi evolutivi specifici, informa la famiglia. Predisposizione del P.D.P Il Consiglio di classe predispone gli interventi di inclusione assumendosi la responsabilità pedagogico-didattica. Possono essere previste misure compensative e dispensative, nonché progettazioni e strategie didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita. Qualora la certificazione clinica o la diagnosi non sia stata presentata, il CdC dovrà motivare opportunatamente le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. Il coordinatore di classe può chiedere la consulenza del GLI. La famiglia collabora alla stesura del PDP assumendo la corresponsabilità del progetto educativo. Il CdC delibera l’attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato. Attivazione del piano di studi personalizzato Il piano di studi personalizzato può essere attivato solo se la famiglia lo sottoscrive. In caso di rifiuto la famiglia sottoscrive la non accettazione del piano.

ALUNNI CON SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E/O CULTURALE

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1) Area dello svantaggio socioeconomico Il docente referente BES, che si occupa in particolare del disagio, entro il mese di ottobre rileverà i casi di alunni “a rischio“ attraverso incontri con i consigli di classe/interclasse/intersezione. I docenti saranno invitati a compilare la “Scheda di rilevazione BES”. Le segnalazioni potranno avvenire, naturalmente, anche in corso d'anno qualora se ne presenti la necessità. La scheda elaborata in maniera dettagliata anche con il supporto del referente, verrà inoltrata al DS. Le proposte operative ed eventuali consulenze con esperti e professionisti degli enti territoriali condurranno entro il mese di novembre ad avviare un approccio di intervento comprensivo eventualmente del PDP (la predisposizione del documento potrebbe anche essere chiesta direttamente dalla famiglia) L'attivazione del PDP è deliberata in Consiglio. Gli interventi predisposti potranno essere di carattere transitorio. 2) Area dello svantaggio linguistico e culturale (Studenti Stranieri). Intervento educativo in presenza di alunni stranieri La normativa vigente stabilisce che "I minori stranieri sono soggetti all’obbligo scolastico; l’iscrizione alle classi della scuola dell’obbligo va accolta in qualsiasi momento dell’anno, in coincidenza con il loro arrivo sul suolo nazionale (D.P.R. n.394/99, art. 45, - C.M. del 23/03/2000 n.87, - C.M. del 05/01/2001, n.3 e C.M. n. 24 del 1 marzo 2006, - Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri,) . Essi vanno accolti anche se sprovvisti di permesso di soggiorno o privi di documentazione (art. 45 del DPR n.394/99)". L' Istituto prevede l’istituzione di gruppi di lavoro all’interno dei singoli plessi operanti nell'ambito della progettazione di interventi di accoglienza, integrazione e mediazione in caso di iscrizione degli alunni di origine non italiana. Ai fini dell'accoglienza e dell'integrazione l'Istituto mette in atto le seguenti prassi che si articolano nelle diverse fasi: • Amministrativo- burocratico- informativo che riguardano l'iscrizione e l'inserimento a scuola (dati anagrafici, scolarizzazione, documentazione sanitaria, compilazione della modulistica, vincoli culturali, istituzione del fascicolo personale); • Comunicativo- relazionale riguardante i colloqui con la famiglia, i compiti e i ruoli degli operatori scolastici (docenti, personale ATA, mediatori culturali e linguistici) e le fasi dell'accoglienza a scuola; • Educativo- didattica che traccia le fasi relative all'assegnazione della classe, insegnamento dell'italiano come seconda lingua, Piano Educativo Personalizzato; • Sociale che individua i rapporti e le collaborazioni con il territorio. L'intervento educativo si prefigge di: facilitare l’ingresso a scuola di alunni non italofoni nel sistema scolastico e sociale; sostenere gli alunni neo – arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto; favorire un clima di accoglienza e di attenzione alle relazioni che prevenga e rimuova eventuali ostacoli alla piena inclusione; costruire un contesto favorevole all’incontro con altre culture e con le “storie” di ogni alunno; predisporre un percorso didattico specifico dell’italiano L2 per comunicare e per studiare in modo graduato, nel rispetto dei tempi e delle modalità di ciascuno; sollecitare la partecipazione attiva dell'alunno al processo di apprendimento fornendo gratificazione per ogni obiettivo raggiunto; utilizzare in maniera razionale e proficua le risorse professionali disponibili; promuovere la collaborazione tra scuola e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazione interculturale nell’ottica di un sistema formativo integrato.

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Sulla base dei bisogni specifici di ogni alunno, viene definito il Piano Didattico Personalizzato (PDP). I docenti della classe (primaria) e il coordinatore di classe (secondaria), accolgono le informazioni trasmesse dal Dirigente Scolastico e dalla Commissione e prendono visione dei risultati delle prove d'ingresso. Una volta rilevati i livelli di competenza, attraverso attività strutturate e non, si definiscono gli elementi per la costruzione del PDP (Piano Didattico Personalizzato), adattando i programmi con obiettivi mirati e con interventi specifici di supporto e sostegno. Il lavoro svolto dagli alunni nei corsi di alfabetizzazione o di sostegno linguistico diventa parte integrante della valutazione e sarà oggetto di verifiche orali e scritte (da svolgere in classe) appositamente predisposte.

VALUTAZIONE STUDENTI CON BES

Normativa La valutazione dovrebbe servire all’alunno a capire cosa sa e cosa può migliorare, ad essere informativa e formativa, per raggiungere il successo formativo, quindi è parte integrante del processo di apprendimento. Per quanto concerne gli studenti con DSA, all’art. 10 “Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento (DSA)” si legge: “1. Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove di esame, sono adottati (…) gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. 2. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove.” La legge 170/2010, all’art. 5, comma 4, assicura che “Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’università nonché gli esami universitari.” Inoltre, nel suo Decreto attuativo (Decreto Ministeriale 12 luglio 2011, n. 5669), all’art. 6 “Forme di verifica e valutazione”, si forniscono ulteriori indicazioni: “1. La valutazione scolastica, periodica e finale (…) deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici (…). 2. Le Istituzioni scolastiche adottano modalità valutative che consentono all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare – relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove – riservando particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria.” Anche se non esistono riferimenti legislativi coordinati che diano indicazioni dettagliate sulla valutazione di tutti i BES, per quanto concerne i nuovi profili di bisogni educativi speciali, abbiamo già visto che la Direttiva Ministeriale dice di estendere la normativa dei DSA a tutti gli altri profili di bisogni educativi speciali, compreso la preparazione di un PDP e l’uso degli strumenti necessari per portare tutti gli studenti con BES a raggiungere gli obiettivi previsti. Infatti, tra gli scopi del PDP per tutti gli studenti con BES, c’è anche quello di definire, monitorare e documentare i criteri di valutazione degli apprendimenti, quindi possiamo assumere che almeno i criteri possano essere adattati e personalizzati. Così come per gli studenti con DSA, l’obiettivo del personalizzare i criteri

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sembrerebbe, pertanto, quello di dare all’allievo la possibilità di poter dimostrare il livello di apprendimento raggiunto, senza essere penalizzato da procedure che non considerano le difficoltà specifiche, tenendo separate quindi le abilità o competenze che il docente valuta, dalle eventuali difficoltà di accesso legate al disturbo. In sostanza, mettere sempre l’allievo nelle condizioni di poter dimostrare quanto ha appreso. Alcune indicazioni metodologiche In merito alla personalizzazione delle modalità di verifica, queste possono essere somministrate adottando alcuni opportuni e adeguati accorgimenti:

prevedere la possibilità di aumentare i tempi di esecuzione di un compito; ridurre quantitativamente le consegne (anche in alternativa all’aumento dei tempi di

esecuzione); strutturare le prove; programmare gli impegni. nelle verifiche scritte permettere l’uso del computer con il correttore automatico; verifiche orali in sostituzione o integrazione di quelle scritte.

Oltre alle modalità, anche i contenuti possono essere personalizzati. Infatti, non per tutti gli studenti con BES saranno sufficiente personalizzare solo le modalità. Per questi studenti bisognerà personalizzare anche i contenuti della valutazione. A tale proposito, la Circolare Ministeriale del 2013 fa riferimento ai livelli minimi attesi: “In questa nuova e più ampia ottica, il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale.” (Circolare, pag. 2) È importante identificare anche i livelli massimi attesi (la cosa migliore che il docente pensa che lo studente possa riuscire a fare quest’anno), in modo tale da poter identificare anche i livelli intermedi. La valutazione deve, quindi, tener conto delle caratteristiche personali del disturbo, del punto di partenza, degli obiettivi raggiunti cercando di premiare i progressi e gli sforzi. Pertanto, la valutazione deve essere effettuata in base ai progressi acquisiti, all’impegno, alle conoscenze apprese e alle strategie operate.

Esame di Stato e studenti con BES

Ogni anno, con l’approssimarsi dell’esame di Stato, utili indicazioni di carattere normativo relative all’organizzazione degli Esami vengono emanate con Ordinanza Ministeriale e denominate “Istruzioni e modalità organizzative e operative per lo svolgimento degli Esami di Stato”. In tale riferimento normativo è dunque possibile trovare ogni anno anche i riferimenti per studenti con bisogni educativi speciali (disabilità, disturbi specifici di apprendimento, situazioni di svantaggio). In sintesi, i principali riferimenti che solitamente si rinnovano ogni anno sono i seguenti:

i Consigli di Classe dell’ultimo anno di corso elaborano, per la commissione d’esame, un apposito documento relativo all’azione educativa e didattica realizzata nell’ultimo anno di

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corso; tale documento indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che i Consigli di Classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli esami;

la Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative ai candidati che presentano bisogni educativi speciali (disabilità, disturbi specifici di apprendimento, situazioni di svantaggio...), al fine di predisposizione delle prove scritte, prevedendo anche la possibilità di riservare alle stesse tempi più lunghi di quelli ordinari.

Al candidato sarà consentita l’utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno.

PROVE INVALSI E BES

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ORGANISMI DI GESTIONE E SUPPORTO

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI) – (dal preesistente GLH) REGOLAMENTO Il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) dell’Istituto Comprensivo “Bregante- Volta” è costituito in conformità alla C.M. n. 8 del 06 marzo 2013, come estensione del preesistente Gruppo di Lavoro per l’Handicap, previsto dalla L. n. 104/1992, art. 15, c. 2 e già denominato “GLH”. STRUTTURA DEL GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE Il GLI si struttura su due livelli: - il GLI di Istituto (trasversale), in cui confluisce il preesistente GLH - il GLI Operativo di sezione, che si articola in:

GLI Operativo per la scuola primaria GLI Operativo per la scuola secondaria di primo grado.

1) Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) di Istituto 1.1 – COMPOSIZIONE Il GLI di Istituto è costituito da:

Dirigente scolastico e/o persona delegata dal medesimo Docente incaricata di funzione strumentale attinente all’area sostegno al disagio (alunni

con disabilità, alunni con DSA, alunni di lingua nativa non italiana o con altri B.E.S.) Docenti coordinatori di classe/interclasse Docenti di sostegno n. 2 rappresentanti dei genitori rappresentanti di Istituzioni o Enti con cui la scuola interagisce ai fini dell’inclusione,

convocati secondo le specifiche necessità 1.2 - COMPETENZE Il GLI di Istituto svolge le seguenti funzioni, ad esso attribuite dalla C.M. n. 8 del 06 marzo 2013:

rilevazione dei BES presenti nella scuola raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi posti in essere, anche in

rapporto con reti di scuole o in base ad azioni strategiche dell’Amministrazione rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola

focus/ confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi

raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GL Operativi, sulla base delle effettive esigenze

elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività da sottoporre al Collegio docenti e da inviare all’ATP di Bari, anche per l’assegnazione delle risorse di sostegno

adattamenti al suddetto Piano, in base alle risorse assegnate, nel mese di settembre

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interazione con la rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari territoriali per l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc.)

I rappresentanti dei genitori degli alunni e i rappresentanti dei servizi socio-sanitari presenti nel GLI di Istituto esprimono valutazioni e proposte relativamente all’assetto organizzativo dell’Istituto relativamente all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e all’inclusività realizzata dalla scuola. IL GLI di Istituto espleta inoltre le seguenti competenze, specificamente dedicate all’area della disabilità e già spettanti al GLH:

Competenze di tipo organizzativo: 1. gestione delle risorse di personale (criteri e proposte di assegnazione dei docenti alle attività di sostegno, richiesta e attribuzione ore di sostegno alle classi con alunni in situazione di disabilità, utilizzazione eventuali ore a disposizione; pianificazione dei rapporti con Enti locali e operatori esterni assegnati da questi ultimi; 2. definizione delle modalità di passaggio dei minori da una scuola all’altra e modalità di accoglienza; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici, biblioteche e/o centri di documentazione …);

Competenze di tipo progettuale e valutativo: 1. definizione dei criteri generali per la stesura di PDF e PEI; 2. formulazione di progetti per la continuità fra ordini di scuole; 3. progetti specifici in relazione alle tipologie di handicap; 4. progetti per l’aggiornamento del personale;

Competenze di tipo consultivo:

1. indicazioni e supporto per stesura PDF- PEI. Il GLI di Istituto può riunirsi in seduta tecnica, con la sola presenza del personale scolastico e/o di esperti (o specialisti, o rappresentanti di altre Istituzioni) qualora si debbano esaminare problematiche a carattere riservato, cioè che comportino il trattamento di dati personali o di dati sensibili. Il GLI di Istituto è convocato e presieduto dal Dirigente scolastico o da un docente espressamente delegato. 2 - Gruppo di lavoro per l’inclusione operativo di sezione (GLIO) 2.1 – COMPOSIZIONE Il Gruppo di Lavoro Operativo è così costituito:

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Docente incaricata di funzione strumentale attinente all’area del sostegno al disagio e dei B.E.S. della scuola primaria e della scuola secondaria di I°

Docenti di sostegno della scuola primaria e della scuola secondaria di I°

Coordinatori di classi interessati per la scuola secondaria di I°

Docenti curricolari di classe interessati per la scuola primaria

Genitori

Specialisti / Rappresentanti di Enti o Istituzioni con cui la scuola si interfaccia per i BES

Assistenti educatori Ogni GLIO può riunirsi in seduta plenaria (con la presenza di tutti i componenti), ristretta (con la sola presenza degli insegnanti), o dedicata (con la partecipazione delle persone che si occupano di un dato alunno in particolare). Di volta in volta possono essere invitati a partecipare esperti esterni o persone che, al di fuori dell’Istituto, si occupano degli alunni con disabilità o di alunni con altri specifici BES. Le riunioni dei singoli Gruppi di Lavoro Operativi sono indette dal Dirigente Scolastico e presiedute dal docente incaricato di funzione strumentale attinente all’area del sostegno al disagio. Di ogni riunione deve essere redatto apposito verbale. Le riunioni si svolgono, di norma, nella sede scolastica, previa informazione scritta. A titolo orientativo, si indicano degli incontri nell’arco dell’anno scolastico, dedicati, rispettivamente, a: formazione delle classi / situazione di inizio anno; esame attuazione e verifica del piano annuale di inclusione, incontri per il passaggio a classe o scuola successiva. Gli incontri di progettazione, monitoraggio e verifica con gli operatori sanitari e/o con le famiglie dei singoli alunni per l’elaborazione, la stesura e la condivisione di PDF e PEI, nonché del PdP, sono equiparati a riunioni del GLIO in seduta dedicata. 2.2 – COMPETENZE del GLI Operativo di classe Il Gruppo di Lavoro Operativo si occupa collegialmente di:

gestire e coordinare modalità e tempistica per l’elaborazione dei Piani didattici personalizzati;

gestire e coordinare le attività riguardanti gli alunni con disabilità (modalità e tempi per la redazione di PDF e PEI );

elaborazione di progetti specifici: laboratori didattici di tipo inclusivo; iniziative di accompagnamento di alunni con disabilità nella scuola successiva;

seguire l’attività dei docenti di sostegno, verificando che siano conosciute e applicate le procedure corrette e che sia sempre perseguito il massimo vantaggio per lo sviluppo formativo degli alunni, nel rispetto della normativa, tenendo conto di quanto indicato nelle Linee guida del 4 agosto 2009;

approntare e mettere a disposizione dei colleghi la modulistica necessaria ai vari adempimenti;

formulare proposte su questioni di carattere organizzativo, attinenti ad alunni con disabilità o con altri BES;

proporre l’acquisto di attrezzature, sussidi e materiale didattico destinati ad alunni con disabilità o con altri BES;

formulare proposte al D.S. circa il calendario degli incontri del GLIO.

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2.3 – COMPETENZE DEL DOCENTE REFERENTE DEL GLIO Il docente referente (docente Funzione Strumentale o collaboratore del medesimo) si occupa di: 1. presiedere le riunioni del GLIO, concordato e convocato dal D.S. 2. tenere i contatti tra GLI di Istituto e GLIO (passaggio informazioni, modulistica, coordinamento generale…); 3. informare sulle procedure relative alle nuove segnalazioni con riferimento alla normativa ministeriale e regionale; 4. coordinare l’azione di più figure professionali (docente statale /educatore …) su singoli alunni; 5. tenere contatti con l’ASL e con gli altri Enti esterni all’Istituto; 6. assicurarsi che la documentazione degli alunni con disabilità o con altre problematiche venga trattata nel rispetto del Documento Programmatico per la Sicurezza dei dati personali e sensibili, in vigore nell’Istituto; 7. partecipare personalmente agli incontri di verifica con gli operatori sanitari; 9. curare, d’intesa con il D.S., l’espletamento di tutti gli atti dovuti secondo le norme vigenti; 10. riportare al GLI di Istituto richieste e/o problematiche emerse nei GLIO di sezione. 2.4 - COMPETENZE DEI DOCENTI DESIGNATI QUALI COMPONENTI DEL GLIO I docenti che fanno parte del GLIO si occupano di: 1. partecipare agli incontri di verifica con operatori sanitari o altri servizi del territorio; 2. informare i membri dei Consigli di classe /di interclasse circa le problematiche affrontate nel GLIO e le procedure previste dalla normativa; 3. coordinare la consegna del PEI e del PdP, debitamente sottoscritto, in base alle scadenze previste nel protocollo in essere nell’Istituto, d’intesa con le strutture del territorio; 4. collaborare con gli altri docenti nell’affrontare le problematiche relative alla disabilità 5. formulare progetti per la continuità fra i vari ordini e gradi di scuola; 2.5 – COMPETENZE DEI MEMBRI NON DOCENTI DEL GLIO I genitori, i referenti dei servizi socio-sanitari, altri eventuali specialisti /esperti presenti nel GLIO si occupano di: 1. partecipare alla definizione del PDF e condividere con i docenti il PEI di singoli alunni di competenza; 2. condividere il PdP con i docenti; 3. esprimere osservazioni e proposte finalizzate al miglioramento dell’inclusività della scuola e, nello specifico, dell’integrazione degli alunni con disabilità. 2.6 – COMPETENZE DEL CONSIGLIO DI CLASSE, DEL TEAM DOCENTE E DEL CONSIGLIO DI INTERCLASSE

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Il Consiglio di classe (scuola secondaria di 1° grado), il team docente e il Consiglio di interclasse (scuola primaria) si occupano collegialmente di: 1. individuare le situazioni degli alunni che presentano un Bisogno Educativo Speciale; 2. discutere, concordare e approvare il percorso formativo (facilitato o differenziato) più opportuno per i reali bisogni dell’alunno ed elaborare il Piano didattico Personalizzato; 3. coinvolgere i genitori degli alunni per i quali si debba elaborare un PdP o un PEI; 4. redigere il PDF e il PEI, d’intesa con gli specialisti e con la famiglia, per gli alunni con disabilità; 5. consegnare PDF, Pei e PdP ai referenti del GLIO entro i termini previsti; 6. informarsi su tutte le problematiche concernenti gli alunni, al fine di organizzare ed espletare al meglio l’attività didattica; 7. preventivare in modo accurato le varie attività, curricolari e integrative, affinché esse risultino realmente inclusive; 8.tenersi aggiornati sulle procedure previste dalla normativa. I singoli docenti devono anche segnalare al Coordinatore di classe, all’insegnante di sostegno o al referente del GLIO qualsiasi problema inerente all’attività formativa che coinvolga gli alunni con disabilità.

Il presente documento costituisce parte integrante del Piano Triennale dell’Offerta Formativa ed è flessibile, pertanto potrà essere modificato e integrato ogni qual volta le circostanze lo ritengano necessario. Approvato dal Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data …………….. Delibera del Collegio dei Docenti del ………………………….

ALLEGATI 1) Scheda rilevazione dei BES 2) Piano Annuale per l’Inclusività (PAI). 3) Piano Educativo Individualizzato (PEI) su base Icf 4) Piano Didattico e/o Educativo Personalizzato (PDP/PEP)