ROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI … · protocollo per l’inclusione degli alunni...
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MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO
ISTITUTO COMPRENSIVO “DOMENICO PURIFICATO”
Via della Fonte Meravigliosa,79 00143 ROMA ☎06/5040904 / fax 06/51963051
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DELIBERA DEL COLLEGIO DEI DOCENTI N. 40 DEL 30/06/2015
PROTOCOLLO PER L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
IL COLLEGIO DEI DOCENTI
VISTO l’art. 7 del D.Lgs 297/94
VISTO il DPR 275/99 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni
Scolastiche”.
VISTI gli aa. 3, 30, 32,34 e 38 della Costituzione
VISTA la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 13.XII.2006
VISTA la Legge n. 18 del 3.03.2009
VISTA la Legge n. 118/1971.
VISTA la L. n. 517/77
VISTI gli aa. 312-318 del D.Lgs 297/94
VISTA la L. n. 104/92
VISTA l’O.M. n. 90/01
VISTO il CCNL 2007
VISTA l’Intesa Stato – Regioni del 20.03.2008
VISTE le LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’
dell’agosto 2009
VISTO il D.P.R. n. 81/09
VISTO il D.P.R. n. 122/09
VISTA la C.M. n. 38 del 15.04.2010
VISTA la Direttiva 27.12.2012
VISTA la C.M: n. 8/2013, nel dare attuazione alla
DELIBERA
IL PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INCLUSIONE
ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
PREMESSA
Il Protocollo di accoglienza e inclusione per alunni diversamente abili è un documento che contiene
informazioni, principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per l’inclusione degli
alunni certificati; definisce compiti e ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituzione scolastica e
traccia le diverse fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento.
La necessità di un tale documento deriva dalla necessità di rendere l’Istituto in grado di fornire tutti i
supporti e le strategie organizzative necessarie, pronte e disponibili in qualsiasi momento, per garantire
che i diritti delle persone con disabilità vengano garantiti dalla comunità scolastica che accoglie ed
integra l’alunno/a. Quindi lo scopo è quello di “normalizzare” un insegnamento “speciale”, per
apportare un contributo valido alla formazione e alla crescita di ogni studente.
L’adozione del Protocollo di Accoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative
contenute a partire dalla Legge Quadro n° 104/92, sino alle più recenti Linee guida per l’integrazione
scolastica degli alunni con disabilità (Agosto 2009) e la nota della Regione Lazio n° 212522/2014
“modalità e criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in carico dell’alunno con disabilità. Modifica alla
Circolare n° 18157/D4/00 del 13.02.2009”.
La Regione Lazio, con tale Circolare, ha introdotto modifiche riguardo la certificazione degli alunni con
disabilità ai fini dell’integrazione scolastica, cambiamenti adottati a partire dall’anno scolastico
2014/2015.
Si riportano di seguito gli elementi salienti della nota.
Nella Circolare in oggetto, viene innanzitutto ricordato che la legge 104/92 prevede che da un unico
accertamento derivino tutte le conseguenze ad esso correlate; la domanda volta ad ottenere i previsti
benefici in materia di disabilità è presentata secondo le modalità stabilite dall’INPS, come indicato
dall’art. 20 della L. 102/2009. Ai fini dell’integrazione scolastica, la suddetta domanda deve essere
accompagnata dalla Certificazione per l’integrazione scolastica, rilasciata per i minori di 18 anni,
esclusivamente dal servizio TSMREE della ASL di residenza dell’alunno, su richiesta della famiglia. La
Certificazione per l’integrazione scolastica riporta la diagnosi clinica, utilizzando i codici ICD10, identifica
le risorse professionali necessarie (insegnante di sostegno, assistente di base, assistente educativo
specialista) ed individua l’orizzonte temporale per l’aggiornamento.
Il TSMREE di residenza dell’alunno può redigere la certificazione per l’integrazione scolastica, qualora ne
ricorrano i presupposti, anche sulla base della Diagnosi Funzionale elaborata dal Centro di riabilitazione
presso cui l’alunno è in trattamento, con onere a carico del Servizio Sanitario Regionale, o dal Centro
Specialistico di Aziende ospedaliere, universitarie, IRCCS presso cui è in trattamento diagnostico e/o
riabilitativo.
Il Dirigente scolastico provvede ad acquisire dalle famiglie sia la Certificazione per l’integrazione
scolastica, sia la diagnosi funzionale, che il Verbale di accertamento rilasciato dalla Commissione
medico-legale.
La partecipazione ai GLHO e la definizione del PEI è affidata – per l’alunno in carico al TSMREE della ASL
– a tale Servizio e – per l’alunno a carico del SSR presso un Centro di riabilitazione – al Centro stesso, dal
momento che, nell’ottica della presa in carico globale della persona con disabilità, tali compiti rientrano
tra le funzioni dei suddetti Centri.
Tale protocollo si propone di:
▪ definire pratiche condivise di inclusione tra tutto il personale all’interno della nostra scuola;
▪ facilitare il passaggio dal grado di scuola inferiore, curando la fase di adattamento al nuovo
ambiente;
▪ promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola ed Enti territoriali;
▪ indicare le attività volte all’innalzamento della qualità della vita e percorsi finalizzati sia allo
sviluppo del senso di autoefficacia e sentimenti di autostima, sia al conseguimento delle
competenze necessarie per affrontare con successo contesti di esperienza comuni, anche al fine
di favorire la crescita personale e sociale dell’alunno disabile.
▪ favorire una didattica inclusiva
Il presente documento si articola in diverse fasi, ognuna delle quali prevede tempi e attori diversi:
1. orientamento
2. iscrizione
3. raccolta e analisi dei dati
4. formazione delle classi
5. accoglienza
6. condivisione
7. offerta formativa
8. verifica della programmazione
9. valutazione
10. esami di stato
11. documentazione
12. attori dell’inclusione.
FASE TEMPI ATTORI ATTIVITA’
1. ORIENTAMENTO/
CONTINUITA’
Gennaio- Febbraio
dell’anno scolastico
precedente
all’iscrizione
dell’alunno disabile.
Gruppo di lavoro
dell’orientamento
costituito dalla
Funzione Strumentale
all’Orientamento e
Continuità, la
Funzione Strumentale
all’Inclusione, docenti
curricolari e alunni.
Il gruppo di lavoro garantisce
una continuità tra i diversi
ordini di scuola dell’Istituto
(infanzia-primaria;
primaria-secondaria I°gr.),
incontra gli alunni nei diversi
plessi e facilita le informazioni
tra i docenti riguardo gli
alunni interessati. Per la
Secondaria il gruppo lavoro
organizza incontri tra i docenti
delle scuole di II gr. presenti
sul territorio e gli alunni in
procinto di concludere il
primo ciclo di istruzione.
2. ISCRIZIONE Entro il termine
stabilito dalle norme
ministeriali
La famiglia e il
personale di segreteria
dei tre ordini di scuola
Presentazione della domanda
di iscrizione on-line entro i
termini stabiliti dalla
normativa.
La scuola di provenienza,
ovvero la famiglia, fornisce al
momento dell’iscrizione la
Certificazione per
l’integrazione scolastica per
gli adempimenti
amministrativi correlati.
3. RACCOLTA E
ANALISI DEI DATI
Aprile-Giugno Il GLHO degli incontri
di continuità costituito
dagli operatori ASL,
dalla Funzione
Strumentale
all’Inclusione
Scolastica, dal docente
specializzato della
scuola di primo grado
e dalla famiglia.
La Funzione Strumentale
organizza incontri di
continuità (art. 14 Legge
104/92) con l’unità
multidisciplinare, i docenti
della scuola di provenienza e
la famiglia per raccogliere le
informazioni relative ai nuovi
iscritti. In tale sede viene
redatto un verbale che
documenti notizie preliminari
utili ad accogliere al meglio gli
stessi, viene fatta richiesta
dell’educatore professionale
laddove se ne ravvisi la
necessità.
Maggio-Giugno Il GLI costituito dal
Dirigente Scolastico,
dalla Funzione
Strumentale
all’inclusione, dagli
operatori ASL ,da
docenti curricolari e
specializzati nominati
annualmente e da
una rappresentante
del servizio di
assistenza specialistica
fornito dal Comune.
Nel mese di Giugno il GLI
definisce l’organico di
sostegno per l’anno
successivo, verifica l’organico
assegnato e sulla base
dell’organico di diritto
stabilisce le deroghe.
4. FORMAZIONE
DELLE CLASSI
Giugno- Settembre La Commissione
preposta alla
formazione delle classi
nominata dal Collegio
Formazione delle classi prime
e inserimento degli alunni
disabili nelle classi tenendo
conto della delibera del
Docenti e costituita
dalla Funzione
Strumentale
all’Inclusione
Scolastica, dai docenti
delle classi terminali e
dai docenti accoglienti
(solo coloro che non
fanno parte della
Commissione per
l’Esame di licenza).
Consiglio di Istituto in merito
ai criteri per la formazione
delle classi e delle indicazioni
raccolte negli incontri di
continuità.
5. ACCOGLIENZA Settembre I docenti specializzati
e gli alunni neo-iscritti,
GLI
Gli alunni per i quali si
prevede una programmazione
paritaria svolgono un test di
ingresso seguendo lo stesso
percorso previsto per gli
alunni normodotati, allo scopo
di accertare le competenze in
ingresso degli stessi. Gli alunni
per i quali si prevede una
programmazione differenziata
svolgono un test d’ingresso
nelle diverse aree disciplinari
allo scopo di avere un primo
quadro di insieme e ricavare
utili spunti per la futura
redazione del P.E.I.Nel mese
di Settembre/Ottobre il GLI
procede all’analisi della
situazione di ogni alunno e
degli Assistenti Educativi
nominati dal Comune.
6. CONDIVISIONE Ottobre- Novembre I consigli di classe, gli
specialisti, il docente
specializzato, il
coordinatore del
consiglio di classe, la
famiglia, l’educatore
professionale.
Presentazione degli esiti
dell’osservazione da parte
del docente specializzato
con il coinvolgimento di
tutti i docenti del Consiglio
di Classe che individueranno
le competenze iniziali, i
punti di forza e di debolezza,
le competenze da
raggiungere finalizzate
all’elaborazione del
Progetto di Vita dell’alunno.
Sulla base dell’osservazione,
acquisizione della
documentazione pregressa,
di eventuali colloqui con gli
specialisti e la famiglia si
redige il PEI e si definisce il
tipo di intervento educativo
(paritario o differenziato).
Per gli alunni per i quali è
stata richiesta la figura
dell’educatore professionale
si definiscono le attività per
lo sviluppo delle autonomie
sociali.Nel secondo consiglio
di classe del mese di
Novembre viene approvato
il PEI/PdV.
7. OFFERTA
FORMATIVA
Dicembre - giugno L’Istituzione Scolastica La collaborazione tra gli
insegnanti curricolari e di
sostegno, attraverso
l’interazione delle
competenze e delle strategie
didattiche, consente di
realizzare progetti e percorsi
educativi funzionali alle
esigenze e alle potenzialità
degli alunni.
8. VERIFICA DELLA
PROGRAMMA-ZIO
NE
Febbraio/marzo GLHO Il GLHO verifica il
raggiungimento dei traguardi
di competenza annuali e le
proiezioni sul progetto di vita.
In tale sede si procede alla
conferma della figura
dell’educatore professionale
per l’anno scolastico
successivo.
9. VALUTAZIONE
La valutazione degli alunni diversamente abili è effettuata nel rispetto di quanto previsto dal D.P.R.
122/2009 art. 4 e 9 e in base a quanto contenuto nelle Linee Guida per l’integrazione scolastica degli
alunni con disabilità del 04 Agosto 2009 par. 2.4:
“La valutazione in decimi va rapportata al P.E.I., che costituisce il punto di riferimento per le attività
educative a favore dell’alunno con disabilità. Si rammenta inoltre che la valutazione in questione dovrà
essere sempre considerata come valutazione dei processi e non solo come valutazione della
performance”.
I criteri stabiliti dal Collegio dei docenti sono i seguenti:
▪ Assiduità (frequenza non inferiore ai ¾ dell’orario annuale salvo gravi situazioni certificate );
▪ Conseguimento delle conoscenze abilità e competenze indicate nel P.E.I /PdV;
▪ impegno, interesse e partecipazione profusi;
▪ valutazione complessiva del progetto di vita e del livello di inclusività raggiunto;
▪ partecipazione alle attività progettuali e laboratoriali previste nel P.E.I./PdV.
10. ESAME DI STATO
Si fa riferimento al fascicolo “Promemoria esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione” già
adottato da questa istituzione scolastica.
11. DOCUMENTAZIONE
➢ PEI/PdV: il Piano Educativo Individualizzato /Progetto di Vita è redatto dall’intero
Consiglio di Classe congiuntamente con uno o più operatori dell’Unità Multidispciplinare, con
l’Educatore Professionale del Comune ed in collaborazione con i genitori. Tale documento
contiene le attività educative e didattiche programmate per l’alunno comprese le attività di
verifica e valutazione.
➢ RELAZIONE FINALE: La relazione finale del docente specializzato viene redatta
alla fine di ogni anno scolastico e inserita nel fascicolo personale dell’alunno e nel
registro per l’insegnamento di sostegno. La stessa dovrà contenere le seguenti
informazioni:
▪ Ambito di intervento, numero di ore, distribuzione dell’orario di sostegno
▪ Qualità del rapporto tra alunno, docente specializzato e docenti curricolari
▪ Verifiche periodiche con gli operatori ASL (descrivere, se presenti, particolari
decisioni in merito all’azione educativa)
▪ Qualità del rapporto con la famiglia, livello di partecipazione al percorso educativo
▪ Qualità del rapporto con gli operatori socio – assistenziali (se presenti)
▪ Tipologia della programmazione, eventuali modifiche alla tipologia della
programmazione (con motivazione)
▪ Indicare in quali occasioni la famiglia è stata documentata sul significato e sulle
prospettive della programmazione differenziata (se adottata)
▪ Modifiche al piano di lavoro (se presenti), motivazione delle scelte effettuate
▪ Esiti conseguiti in ciascuna disciplina
▪ Descrivere le metodologie adottate
➢ VERBALE DEL GLHO: redatto dal docente specializzato a seguito degli incontri del
GLH operativo e sottoscritto dagli operatori ASL , dal docente specializzato, dal
coordinatore del Consiglio di Classe, dall’educatore professionale e dalla famiglia
dell’alunno.
➢ DOCUMENTAZIONE PER LE USCITE DIDATTICHE: il genitore dell’alunno
sottoscrive un’autorizzazione all’uscita utilizzando un modello predisposto che il
docente specializzato avrà cura di ritirare dalla segreteria didattica. La scuola si farà
carico di provvedere ad accompagnare l’alunno diversamente abile nel caso
l’insegnante di sostegno non fosse disponibile.
➢ RICHIESTA RIDUZIONE ORARIO: nel caso si ravveda la necessità di una
riduzione del tempo scuola previsto per il corso di studi per l’alunno con
programmazione differenziata, il genitore potrà richiedere una riduzione oraria
richiedendo l’entrata posticipata e/o l’uscita anticipata, attraverso un modello
appositamente predisposto.
➢ RICHIESTA DI ACCESSO AL SERVIZIO DI ASSISTENZA SOCIO-EDUCATIVA: il
modello per la richiesta del servizio di assistenza socio-educativa è compilato dal genitore
entro i termini definiti dall’Ente Locale.
12.ATTORI DEL PERCORSO DI INCLUSIONE
□ DIRIGENTE SCOLASTICO Secondo quanto è indicato nelle linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con
disabilità:
▪ individua una figura professionale di riferimento per le iniziative di organizzazione e di
cura
della documentazione la quale aggiorna il dirigente scolastico sul percorso scolastico di
ogni
alunno disabile ed è interpellato direttamente nel caso si presentino particolari difficoltà
nell’attuazione dei progetti
▪ partecipa alle riunioni del GLI e del GLHO;
▪ valorizza progetti che attivino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione;
▪ indirizza l’operato dei Consigli di Classe affinché collaborino alla stesura del PEI/PdV;
▪ coinvolge attivamente le famiglie per garantirne la loro partecipazione durante
l’elaborazione del PEI/PdV;
▪ cura i rapporti con le realtà territoriali;
▪ attiva azioni di orientamento per assicurare continuità nella presa in carico dell’alunno.
□ FUNZIONE STRUMENTALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA
Funzione strumentale svolge nel corso di tutto l’anno scolastico attività di :
▪ Coordinamento degli interventi a favore degli alunni diversamente abili, delle attività di
accoglienza, continuità e orientamento;
▪ Accoglienza e coordinamento dei docenti specializzati;
▪ Coordinamento delle attività di formazione in servizio sui temi relativi alla diversa abilità;
▪ Coordinamento della documentazione e aggiornamento della modulistica.
▪ Accoglienza e coordinamento degli AEC/ operatori/ assistenti alla comunicazione
□ ASSISTENTE SOCIO-EDUCATIVO SPECIALIZZATO PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA E
SOCIALE EXTRASCOLASTICA
L’educatore opera in ambito educativo per il raggiungimento dell’autonomia e per il
miglioramento della comunicazione dell’alunno disabile, attraverso interventi mirati, definiti
nel PEI/PdV che rispondono a bisogni educativi specifici.
Funzioni ed attività
L’educatore, in collaborazione con le altre figure professionali presenti nella scuola, svolge le
seguenti attività:
▪ Coopera come figura professionale complementare alla realizzazione di attività
funzionali al PEI/PdV;
▪ Attiva interventi educativi rivolti a favorire la comunicazione, la relazione, l’autonomia e
i processi di apprendimento, secondo il PEI/PdV;
▪ In accordo con la scuola e la famiglia, opera in ambito extrascolastico al fine di migliorare
l’autonomia dell’alunno nel suo contesto di vita;
▪ Instaura un rapporto significativo con la famiglia e partecipa ai colloqui con la stessa;
▪ Svolge il proprio intervento seguendo le indicazioni fornite dagli operatori sanitari e in
continuità con le attività proposte dal docente specializzato e curricolare.
▪ Agli incontri previsti per la formulazione del PEI, qualora sia stato nominato entro la data
stabilita per gli incontri di stesura dello stesso;
▪ Agli incontri del GLHO per programmare attività ed interventi che coinvolgono l’alunno
disabile;
▪ Agli incontri di verifica con gli operatori del servizio di Neuropsichiatria della ASL .
ASSISTENZA DI BASE
L'assistenza di base agli alunni disabili è parte fondamentale del processo di integrazione scolastica e la
sua concreta attuazione contribuisce a realizzare il diritto allo studio costituzionalmente garantito.
L'assistenza di base, di competenza della scuola, va intesa come il primo segmento della più articolata
assistenza all'autonomia e alla comunicazione personale prevista dall'art.13, comma 3, della legge
104/92. Nel sistema vigente l'assistenza di base gestita dalle scuole è attività interconnessa con quella
educativa e didattica: queste tre tipologie di azioni devono concorrere tutte insieme alla integrazione
della persona disabile secondo un progetto unitario che vede coinvolti tutti gli operatori (dirigenti
scolastici, docenti, collaboratori scolastici, genitori, tecnici della riabilitazione ecc.) in un unico disegno
formativo che la norma definisce come Piano Educativo Individualizzato. Il PEI, a sua volta, si colloca
all'interno della più generale progettualità delle scuole autonome che, ai sensi del DPR 275/99, sono
tenute a redigere il Piano dell'Offerta Formativa (POF), nel quale sono indicati i criteri e le modalità
organizzative dell'intero servizio formativo che ciascuna istituzione intende attuare, anche in relazione
alle varie e diversificate esigenze degli alunni e delle famiglie. Pertanto, in tale contesto, il collaboratore
scolastico è parte significativa del processo di integrazione scolastica degli alunni disabili, partecipa al
progetto di vita dell'alunno e collabora con gli insegnanti e la famiglia per favorirne l'integrazione
scolastica […] Tra le mansioni proprie del profilo di tutti i collaboratori scolastici rientra l'ausilio materiale
agli alunni portatori di handicap nell'accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell'uscita da
esse, in cui è ricompreso lo spostamento nei locali della scuola. Per quanto riguarda le attività di ausilio
materiale agli alunni portatori di handicap per esigenze di particolare disagio e per le attività di cura alla
persona ed ausilio materiale nell'uso dei servizi igienici e nella cura dell'igiene personale dell'alunno
disabile, nelle scuole di ogni ordine e grado, tali mansioni rientrano tra le funzioni aggiuntive (allegato 6
punto 4 lettera b del CCNI e tabella D citata, ultimo capoverso), da assegnare prioritariamente per
soddisfare tali esigenze e da remunerare con risorse contrattuali (nota MIUR Prot. n.339 del 30
novembre 2001).
GRUPPO DI LAVORO PER L’HANDICAP OPERATIVO (GLHO)
Il GLHO è composto dal coordinatore, dal docente specializzato ,dagli operatori ASL che seguono il
percorso riabilitativo dell’alunno con disabilità, i genitori dell’alunno e l’Educatore Professionale. Tale
gruppo ha il compito di predisporre il PEI e di verificarne l'attuazione e l'efficacia nell'intervento
scolastico.(Art.12 L. 104/92, commi 5 e 6 + Atto d'Indirizzo D.P.R. del 24/02/94 Art. 4 e 5) Talvolta
vengono convocati anche istruttori o operatori di contesti extrascolastici, al fine di creare unità e
organicità tra i diversi interventi di facilitazione per la realizzazione del progetto di vita.
GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE (GLI)
Il Dirigente Scolastico (Art.15 L. 104/92) nomina il GLHI che ha compiti di organizzazione e di indirizzo, ed
è composto dai rappresentanti degli insegnanti di sostegno e curricolari, dai rappresentanti degli Enti
Locali, dai rappresentanti delle ASL. Ha il compito di creare rapporti con il territorio per una mappa e una
programmazione delle risorse, e di “collaborare alle iniziative educative d’integrazione predisposte dal
piano educativo”. (Legge 104/92, art. 15, comma 2) Il GLHI può avanzare delle proposte al Collegio
Docenti, il quale ne dovrà tener conto nell’elaborazione del POF.
DOCENTE SPECIALIZZATO
Il docente specializzato è assegnato alla classe per le attività di sostegno, nel senso che oltre ad
intervenire, sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe, collabora con gli insegnanti
curricolari e con il consiglio di classe affinchè l’iter formativo dell’alunno possa continuare anche in sua
assenza. (Linee Guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, parte III, art. 2.5)
DOCENTE CURRICOLARE
La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti perché l’intera comunità
scolastica è chiamata ad organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili o delle diverse attitudini
cognitive, a gestire in modo alternativo le attività d’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad
adottare i materiali e le strategie didattiche in relazione ai bisogni dell’alunno. (Linee Guida per
l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, parte III, art. 2).
ATTIVITA’ DIDATTICHE ED EDUCATIVE PER IL DIRITTO ALL’APPRENDIMENTO DEGLI ALUNNI CON D.S.A.
PREMESSA
La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia
come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e
agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate
affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo.
Per la peculiarità dei Disturbi Specifici di Apprendimento, la Legge si focalizza sulla didattica
individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative e su
adeguate forme di verifica e valutazione. La legge, inoltre, è rivolta ad alunni che necessitano,
oltre ai prioritari interventi di didattica individualizzata e personalizzata, anche di specifici
strumenti e misure che derogano da alcune prestazioni richieste dalla scuola.
Le Linee guida emanate presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti
conoscenze scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché
per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative. Esse indicano il
livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il
diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Il documento presenta la descrizione dei
Disturbi Specifici di Apprendimento, amplia alcuni concetti pedagogico - didattici ad essi connessi
e illustra le modalità di valutazione per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA
nelle istituzioni scolastiche e negli atenei.
Sul sito internet del MIUR, presso l’indirizzo web http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa, è
possibile visionare materiale di approfondimento, costantemente aggiornato, relativo alla
dislessia, alla disortografia e disgrafia, alla discalculia, alla documentazione degli interventi
didattici attivati dalla scuola (come per esempio il Piano Didattico Personalizzato).
Con la nota del 20 maggio 2014 viene specificato che gli alunni con disturbo specifico di
apprendimento (DSA) e per quelli con Bisogni educativi speciali (BES):
La certificazione è propedeutica alla predisposizione del piano didattico personalizzato
(PDP) e all’individuazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi previsti
dalla L. 170/2010. La Certificazione di DSA è rilasciata, su richiesta della famiglia, dal
Servizio TSMREE dell’ASL di residenza dell’alunno, dai Servizi di Neuropsichiatria infantile
delle Aziende Sanitarie Ospedaliere e degli IRCCS. La Circolare segnala come, nella prassi, si
sia finora verificato che il rilascio delle certificazioni di DSA è avvenuto con modalità
difformi rispetto alle indicazioni del 25.07.2012.
La certificazione di DSA è rilasciata ai genitori che ne facciano richiesta, i quali provvederanno a
consegnarla alla Segreteria della scuola, per gli adempimenti di competenza.
I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento
scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Sono coinvolte
in tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell’abilità interessata dal
disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica: dislessia (lettura), disgrafia e disortografia
(scrittura), discalculia (calcolo). Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di
origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia
dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati.
Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, l’alunno può raggiungere gli
obiettivi di apprendimento previsti. E’ da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la
didattica), che gli alunni con DSA sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a compensare
le difficoltà incontrate a seguito del disturbo.
DEFINIZIONE DEI DSA
I DSA fanno parte dei cosiddetti Disturbi di Sviluppo che sono definiti dalla presenza di limitazioni
del funzionamento di specifiche abilità/competenze, derivanti da uno sviluppo anomalo del
sistema nervoso. Il termine specifici sta ad indicare che questi disordini non sono dovuti a fattori
esterni (come lo svantaggio socio-culturale, la scarsa scolarizzazione, ecc.) o a condizioni di
disabilità sensoriale o psichica, ma sono intrinseci all’individuo e presenti per l’intero arco della
vita. Ciò che permette di classificare una persona con DSA è la discrepanza che sussiste tra la sua
intelligenza, che è nella norma, in alcuni casi anche superiore, e la sua abilità scolastica.
Le manifestazioni del disturbo possono evidenziarsi durante la prima o seconda infanzia come
ritardi nel raggiungimento delle pietre miliari dello sviluppo e come anomalie qualitative o assenza
di funzioni in uno o più domini. Sul piano patogenetico, sono più frequenti nei
maschi e fortemente caratterizzate da una forte influenza di componenti genetiche multifattoriali,
ma, contemporaneamente, anche da un importante contributo delle variabili ambientali. Questo
ha un’importantissima implicazione psico-pedagogica: la componente alterata può essere mediata
dall’ambiente.
Nella dislessia risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età -
la lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani. In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia
può farlo somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo.
La disgrafia si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura, la
disortografia è all’origine di una minore correttezza del testo scritto; entrambi, naturalmente,
sono in rapporto all’età anagrafica dell’alunno. In particolare, la disortografia si può definire come
un disordine di codifica del testo scritto, che viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento
delle componenti centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio
orale nel linguaggio scritto.
La discalculia riguarda l’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della
cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del
calcolo. Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il
subitizing (o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la
seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie
di calcolo a mente. Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure
esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri,
l’incolonnamento, il recupero dei fatti numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
Il nostro Istituto attiverà il seguente Protocollo, indirizzato agli studenti con D.S.A. con
certificazione specialistica della A.S.L., con il fine di:
▪ garantire il diritto all'istruzione e il necessario supporto agli alunni con DSA;
▪ favorire il successo scolastico;
▪ agevolare la piena inclusione sociale e culturale;
▪ ridurre i disagi emotivi promuovendo il senso di autostima dello studente.
Il Protocollo costituisce uno strumento di lavoro e pertanto è soggetto a modifiche ed integrazioni
periodiche.
Questo documento è parte integrante del POF e si propone di:
▪ definire pratiche comuni all’interno dell’istituto;
▪ facilitare l’accoglienza e realizzare un proficuo percorso formativo degli studenti con D.S.A.;
▪ accompagnare gli studenti con D.S.A. agli Esami di Stato.
Il protocollo prevede le seguenti fasi :
1. Iscrizione ed acquisizione della diagnosi
2. Accoglienza
3. Stesura e sottoscrizione del PDP
4. Didattica
5. Valutazione intermedia e finale
6. Procedura da seguire in caso di criticità/sospetto DSA e a scopo di diagnosi precoce
7. Indicazioni operative per gli Esami di Stato
8. Formazione
1. ISCRIZIONE
SOGGETTI COINVOLTI PROCEDURE MESSE IN ATTO
Segreteria amministrativa Acquisisce la certificazione di DSA per i preliminari adempimenti amministrativi. Ai sensi della L. 170/2010 art. 3 essa “è effettuata nell'ambito dei trattamenti specialistici già assicurati dal Servizio sanitario nazionale a legislazione vigente ed è comunicata dalla famiglia alla scuola di appartenenza dello studente”.
Dirigente Scolastico Accerta la conformità della documentazione prodotta rispetto alla normativa vigente e informa il referente d’istituto per i D.S.A. acquisendo eventuali allegati sul percorso educativo-didattico di provenienza.
2. ACCOGLIENZA
SOGGETTI COINVOLTI PROCEDURE MESSE IN ATTO Referente per i D.S.A. Effettua un colloquio conoscitivo con la famiglia e, ove si
renda necessario, con l’alunno per acquisire le seguenti informazioni: dettagli relativi al percorso scolastico precedente; figure di riferimento per facilitare un intervento in
continuità che non disperda quanto fatto nel precedente ordine di scuola;
eventuali dispense e/o compensazioni di cui usufruisce lo studente;
informazioni relative allo svolgimento dello studio domestico;
livello di consapevolezza del disturbo da parte dell’alunno per una prima valutazione delle implicazioni sul senso di autostima e di autoefficacia;
qualsiasi altra informazione utile alla progettazione del Piano Didattico Personalizzato.
Il referente informa, inoltre, la famiglia sui percorsi messi in atto dall’istituto e rivolti agli alunni con D.S.A., sintetizzati nel presente Protocollo di accoglienza.
Gli insegnanti di classe in
collaborazione con il referente D.S.A
I docenti valutano le competenze di tutti gli alunni neo-iscritti (ambito linguistico-espressivo e matematico-scientifico) tramite somministrazione di prove d' ingresso all'inizio dell'anno scolastico o al momento dell’inserimento a scuola. Qualora l'esito delle prove e l'osservazione in classe evidenziassero difficoltà specifiche che facciano pensare ad un D.S.A., gli insegnanti informano il referente d'Istituto per attivare la prevista procedura di accertamento per stabilire se sia il caso di inviare l'alunno alla ASL di appartenenza per una eventuale diagnosi.
Dirigente Scolastico
Nel corso del primo Consiglio di Classe comunica ai docenti la presenza di un alunno con D.S.A. per attivare tempestivamente la personalizzazione dell’apprendimento prevista dalle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, allegate al D.M. del 12 luglio 2011 n. 5669. In caso di inserimento successivo (ad anno scolastico iniziato o in anni successivi al primo) il Dirigente, consultatosi con il referente per i D.S.A., effettua la scelta della sezione in cui inserire l'alunno..
Consiglio di classe e team docente Nel corso della prima seduta o del primo incontro di programmazione acquisisce le informazioni in possesso dell’istituzione scolastica da parte del Dirigente Scolastico e/o del Referente d’istituto per i D.S.A., che fornisce il supporto necessario alla comprensione delle problematiche specifiche di ogni alunno in base ai dati in suo possesso (inclusa la D.F) unitamente a materiale informativo sulle misure compensative e dispensative da adottare. Presenta, inoltre, i principali mediatori didattici e gli organizzatori anticipati in grado di facilitare il processo di personalizzazione dell’apprendimento. Da una annualità all’altra il passaggio di informazioni avviene tramite i coordinatori o insegnanti designati, con il supporto del referente d’Istituto.
3. ELABORAZIONE DEL P.D.P.
SOGGETTI COINVOLTI PROCEDURE MESSE IN ATTO
Consiglio di classe e team docente Nel corso della seconda seduta o dei successivi incontri di programmazione elabora il piano didattico personalizzato riportando le informazioni preliminari acquisite ed elaborando le strategie educative e didattiche da mettere in atto attraverso la compilazione del modello P.D.P. approvato dal Collegio dei Docenti. Tale documento costituisce un documento RISERVATO agli atti dell’istituto.
Il P.D.P. contiene le seguenti sezioni: - Dati dell’alunno - Informazioni emerse da eventuali colloqui con lo specialista - Informazioni emerse da colloqui con la famiglia - Documentazione del percorso scolastico pregresso - Rilevazione delle abilità, degli interessi, dei punti di forza e delle specifiche difficoltà - Descrizione del funzionamento delle abilità strumentali relativamente a lettura, scrittura e calcolo - Profilo personale - Strategie utilizzate per comprendere, memorizzare e riportare il testo scritto - Strategie utilizzate per affrontare il testo scritto - Modalità di svolgimento del compito assegnato - Strumenti utilizzati dall’alunno nello studio - Strategie metodologiche e didattiche utilizzate dagli insegnanti - Attività programmate - Misure dispensative - Strumenti compensativi - Criteri e modalità di verifica e valutazione - Patto con la famiglia e con l’alunno.
Il PDP, sottoscritto dal consiglio di Classe, dai docenti, dalla famiglia tiene conto delle difficoltà degli alunni con D.S.A., e per questo deve calibrare il carico dei compiti a casa e le verifiche in modo da favorire una serena sedimentazione degli apprendimenti. È necessario sottolineare la delicatezza delle problematiche psicologiche che si innestano nell’alunno con DSA per l’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative. Infatti, ai compagni di classe gli strumenti compensativi e le misure dispensative possono risultare incomprensibili facilitazioni. A questo riguardo, il coordinatore di classe, sentita la famiglia interessata, può avviare adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione degli strumenti e delle misure citate, anche per evitare la stigmatizzazione e le ricadute psicologiche negative. Resta ferma, infine, la necessità di creare un clima di classe accogliente, praticare una gestione inclusiva della stessa, tenendo conto degli specifici bisogni educativi degli studenti con DSA.
La famiglia Condivide le linee elaborate nella documentazione dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati ed è chiamata a formalizzare con la scuola un patto educativo/formativo che preveda l’autorizzazione a tutti i docenti del Consiglio di Classe - nel rispetto della privacy e della riservatezza del caso - ad applicare ogni strumento compensativo e le strategie
dispensative ritenute idonee, previste dalla normativa vigente, tenuto conto delle risorse disponibili. Nello specifico: - sostiene la motivazione e l’impegno dell’alunno nel lavoro scolastico a casa; - verifica regolarmente lo svolgimento dei compiti assegnati; - verifica che vengano portati a scuola i materiali richiesti; - incoraggia l’acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nella gestione dei tempi di studio, dell’impegno scolastico e delle relazioni con i docenti; - considera non soltanto il significato valutativo, ma anche formativo delle singole discipline.
L'alunno Gli alunni, con le necessarie differenziazioni in relazione all’età, sono i primi protagonisti di tutte le azioni messe in campo. Essi, pertanto, hanno diritto: - ad una chiara informazione riguardo alla più efficace modalità di apprendimento ed alle strategie che possono aiutarli ad ottenere il massimo dalle loro potenzialità; -a ricevere una didattica individualizzata/personalizzata, nonché all’adozione di adeguati strumenti compensativi e misure dispensative. Hanno altresì il dovere di impegnarsi nel lavoro scolastico. Ove l’età e la maturità lo consentano, suggeriscono ai docenti le strategie di apprendimento che hanno maturato autonomamente.
4. DIDATTICA 4.1 DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA E STRUMENTI COMPENSATIVI La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano «l’uso di una didattica
individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano
conto anche di caratteristiche peculiari del soggetto, quali il bilinguismo, adottando una
metodologia e una strategia educativa adeguate».
La Legge 170/2010 insiste più volte sul tema della didattica individualizzata e personalizzata come
strumento di garanzia del diritto allo studio, con ciò lasciando intendere la centralità delle
metodologie didattiche, e non solo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative,
per il raggiungimento del successo formativo degli alunni con DSA.
I termini individualizzata e personalizzata non sono da considerarsi sinonimi.
“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe. L’azione formativa
individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita
adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali degli alunni. La didattica
individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per
potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle
strategie compensative e del metodo di studio.
La didattica personalizzata, invece, parte dalla specificità ed unicità di ogni singolo alunno per cui
presuppone lo sviluppo di abilità e competenze specifiche per quell’alunno in particolare. Nel
rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia
attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le
potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe
concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base
dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo.
La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per l’alunno e lo
studente con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di
apprendimento.
La Legge 170/2010 richiama inoltre le istituzioni scolastiche all’obbligo di garantire «l’introduzione
di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie
informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità
dei concetti da apprendere».
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la
prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.
Fra i più noti indichiamo:
▪ la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto;
▪ il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della
lezione;
▪ i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di
testi sufficientemente corretti, senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale
correzione degli errori;
▪ la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;
▪ altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali,
etc.
4.2 CORRELAZIONE FRA DIFFICOLTÀ RILEVATE E STRATEGIE DIDATTICHE COMPENSATIVE E DISPENSATIVE
DIFFICOLTÀ STRATEGIA DIDATTICA COMPENSATIVA Lentezza nella lettura, connotata da errori e conseguenti difficoltà nella comprensione del testo
▪ Evitare la lettura ad alta voce se non precedentemente concordata;
▪ incentivare l’utilizzo di computer con sintesi vocale e dizionari digitali utilizzabili soprattutto per lo studio delle lingue straniere;
▪ evidenziare i concetti – chiave del testo; ▪ insegnare modalità di lettura strategiche per
cogliere il significato generale del testo (caratteristiche tipografiche, immagini, evidenziazione di parole chiave, inferenze e collegamenti guidati);
▪ assegnare verifiche più brevi, su contenuto significativo ma ridotto, o fornirgli tempi più lunghi (di un 30%), riconoscendo un impegno maggiore in fase di decodifica items e di doppia lettura del testo da lui scritto (la prima per l’autocorrezione degli errori ortografici, la seconda per la correzione degli aspetti sintattici e di organizzazione complessiva del testo);
▪ durante le verifiche leggere le consegne del compito e fornire il supporto audio e/o digitale qualora questo strumento sia accettato dallo studente;
▪ ridurre nelle verifiche scritte il numero delle richieste senza modificare il livello di conoscenze, abilità e competenze previste;
▪ evitare le verifiche scritte nelle discipline che non prevedono la forma scritta o, in caso di testing necessario, privilegiare prove strutturate a scelta multipla o vero-falso;
▪ in fase di spiegazione verificare con domande flash la chiarezza dei contenuti proposti.
Difficoltà nei processi di automatizzazione della letto-scrittura: impossibilità di eseguire contemporaneamente attività che prevedono l’utilizzo simultaneo dell’ascolto, della comprensione e della transcodifica
▪ Evitare di far prendere appunti, ricopiare testi, formule o espressioni matematiche, ecc. ovvero controllare che questa attività sia corretta e non produca un apprendimento errato;
▪ fornire sintesi su supporto digitale o cartaceo stampato o evidenziare dal manuale in adozione i concetti irrinunciabili operando eventuali semplificazioni semantiche;
▪ consentire l’uso del registratore; ▪ evitare il più possibile la scrittura sotto dettatura; ▪ evitare la copiatura dalla lavagna.
Disortografia e disgrafia ▪ Favorire l’utilizzo di programmi di videoscrittura con correttore ortografico per l’italiano e le lingue straniere;
▪ valutare il contenuto e non la forma di quanto scritto;
▪ analizzare gli errori per comprendere i processi cognitivi che sottendono all’errore stesso, con intervista del soggetto (l’analisi dell’errore favorisce la gestione dell’apprendimento).
Difficoltà mnesiche con conseguente difficoltà e lentezza nell’esposizione orale
▪ Favorire l’uso di schemi, della tavola pitagorica, della calcolatrice, di tabelle e formulari durante le verifiche, per il recupero visivo dell’informazione e il miglioramento dell’esposizione orale;
▪ privilegiare l’abilità, intesa come applicazione pratica delle conoscenze, all’acquisizione teorica dal momento che lo studente con DSA ha una notevole difficoltà nella memorizzazione di nomi e date e nell’acquisizione del lessico specifico delle discipline;
▪ evitare verifiche orali troppo lunghe a e considerare la necessità di tempi di recupero più lunghi al termine di uno sforzo cognitivo;
▪ programmare le verifiche; ▪ evitare la sovrapposizione di più verifiche; ▪ evitare, ove possibile, un eccessivo carico
cognitivo all’ultima ora; ▪ controllare la gestione del diario per la
registrazione quotidiana dei compiti; ▪ promuovere abilità di studio personalizzate.
Comorbilità con un deficit
1
di attenzione
▪ Privilegiare ai tempi più lunghi la somministrazione di item in più lezioni per favorire la concentrazione;
▪ indirizzare l’intervento didattico verso attività metacognitive, per potenziare i processi “alti” legati all’anticipazione, alle rappresentazioni mentali e al metodo di studio efficace.
1 Presenza di due o più disturbi / patologie nello stesso soggetto
4.3 MISURE DISPENSATIVE Le misure dispensative sono interventi che consentono allo studente di non svolgere alcune
prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano
l’apprendimento. L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi
immotivatamente facilitati, che non mirano al successo formativo degli alunni e degli studenti con
DSA, viene valutata dal Consiglio di Classe sulla base dell’effettiva incidenza del disturbo sulle
prestazioni richieste, in modo tale, comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi, il
percorso di apprendimento dello studente in questione.
4.4 DIDATTICA PER LE LINGUE STRANIERE Poiché la trasparenza linguistica, ossia la corrispondenza fra come una lingua si scrive e come si
legge, influisce sul livello di difficoltà di apprendimento della lingua da parte degli studenti con
DSA, è opportuno che la scuola, in sede di orientamento o al momento di individuare quale lingua
straniera privilegiare, informi la famiglia sull’opportunità di scegliere - ove possibile - una lingua
che abbia una trasparenza linguistica maggiore. Analogamente, i docenti di lingue straniere
terranno conto, nelle prestazioni attese e nelle modalità di insegnamento, del principio sopra
indicato.
In sede di programmazione didattica si dovrà generalmente assegnare maggiore importanza allo
sviluppo delle abilità orali rispetto a quelle scritte. Poiché i tempi di lettura dell’alunno con DSA
sono più lunghi, è altresì possibile consegnare il testo scritto qualche giorno prima della lezione, in
modo che l’allievo possa concentrarsi a casa sulla decodifica superficiale, lavorando invece in
classe insieme ai compagni sulla comprensione dei contenuti.
Relativamente alla scrittura, è possibile l’impiego di strumenti compensativi come il computer. Per
quanto concerne le misure dispensative, gli alunni e gli studenti con DSA possono usufruire:
▪ di tempi aggiuntivi;
▪ di una adeguata riduzione del carico di lavoro;
▪ in caso di disturbo grave e previa verifica della presenza delle condizioni previste all’Art. 6,
comma 5 del D.M. 12 luglio 2011, è possibile in corso d’anno dispensare l’alunno dalla
valutazione nelle prove scritte e, in sede di esame di Stato, prevedere una prova orale
sostitutiva di quella scritta, i cui contenuti e le cui modalità sono stabiliti dalla Commissione
d’esame, sulla base della documentazione fornita dai Consigli di Classe.
In relazione alle forme di valutazione, per quanto riguarda la comprensione (orale o scritta), sarà
valorizzata la capacità di cogliere il senso generale del messaggio ; in fase di produzione sarà dato
più rilievo all’efficacia comunicativa, ossia alla capacità di farsi comprendere in modo chiaro,
anche se non del tutto corretto grammaticalmente.
Le verifiche scritte in linea con la classe dovranno essere predisposte per una valutazione graduale
del compito
4.5 LA DIMENSIONE RELAZIONALE Ogni reale apprendimento acquisito e ogni successo scolastico rinforzano negli alunni con DSA la
percezione di poter riuscire nei propri impegni, nonostante le difficoltà che impone il disturbo, con
evidenti connessi esiti positivi sul tono psicologico complessivo.
Di contro, non realizzare le attività didattiche personalizzate e individualizzate, non utilizzare gli
strumenti compensativi, disapplicare le misure dispensative, collocano l'alunno in questione in
uno stato di immediata inferiorità rispetto alle prestazioni richieste a scuola, e non per assenza di
“buona volontà”, ma per una problematica che lo trascende oggettivamente: il disturbo specifico
di apprendimento.
Analogamente, dispensare l’alunno con DSA da alcune prestazioni, oltre a non avere rilevanza sul
piano dell’apprendimento – come la lettura ad alta voce in classe – evita la frustrazione collegata
alla dimostrazione della propria difficoltà.
È necessario sottolineare la delicatezza delle problematiche psicologiche che s’innestano nello
studente con DSA per l’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative. Infatti, ai
compagni di classe gli strumenti compensativi e le misure dispensative possono risultare
incomprensibili facilitazioni. A questo riguardo, il coordinatore di classe, sentita la famiglia
interessata, può avviare adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni
dell’applicazione degli strumenti e delle misure citate, anche per evitare la stigmatizzazione e le
ricadute psicologiche negative.
Resta ferma, infine, la necessità di creare un clima della classe accogliente, praticare una gestione
inclusiva della stessa, tenendo conto degli specifici bisogni educativi degli alunni e studenti con
DSA. In particolare è utile:
▪ incoraggiare lo studente a chiedere ogniqualvolta qualcosa non gli è chiaro;
▪ gestire l’apprendimento, anche in contesti collettivi, con la personalizzazione
incoraggiando l’apprendimento cooperativo e l’approccio laboratoriale;
▪ predisporre azioni di tutoraggio;
▪ aiutare lo studente a superare il senso di impotenza guidandolo verso l’esperienza della
propria competenza;
▪ incoraggiare i progressi con gratificazioni e commenti positivi;
5. VALUTAZIONE INTERMEDIA E FINALE (si fa riferimento al Protocollo di
valutazione degli apprendimenti di Istituto) I criteri di valutazione degli alunni con D.S.A. sono specificati nel Protocollo di valutazione degli apprendimenti di Istituto. 6. PROCEDURA DA SEGUIRE 6.1 PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO DI SOSPETTO D.S.A. Nel caso in cui un docente abbia il sospetto che un alunno possa avere un D.S.A. in seguito a
prove oggettive e ripetute nel tempo, deve segnalare il caso al coordinatore di classe, quindi al
referente D.S.A., il quale seguirà la seguente procedura con molto tatto e discrezione:
1. osservazione/valutazione dell'alunno
2. convocazione dei genitori, insieme al coordinatore o ai docenti di classe, per un eventuale
invito a recarsi alla ASL di competenza per avviare procedure di accertamento e/o di possibile
diagnosi
6.2 SCREENING DEGLI ALUNNI DELLA PRIMA CLASSE DELLA SCUOLA PRIMARIA
Al fine di individuare preventivamente gli eventuali bambini a rischio rispetto ad un possibile
disturbo specifico di apprendimento, il referente per i D.S.A. somministra, all'entrata nella scuola
primaria, test specifici in grado di evidenziare difficoltà in aree significative dello sviluppo, che
possono costituire fattori predittivi.
Gli alunni che ottenessero punteggi significativamente bassi, rispetto alla norma, saranno poi
monitorati per seguirne, con particolare attenzione, il processo di apprendimento della
letto-scrittura e delle abilità numeriche.
Se quest'ultimo risultasse essere particolarmente lento e problematico in relazione a specifiche
difficoltà, anche nel corso del secondo anno della scuola primaria, si seguirà l'iter sopra indicato
(paragrafo 6.1) al fine di avviare la procedura dei previsti accertamenti e/o di un'eventuale
diagnosi da parte degli specialisti competenti (la diagnosi di D.S.A. può essere, infatti, rilasciata con
certezza solo dopo l'avvenuto insegnamento delle strumentalità di base).
7. INDICAZIONI OPERATIVE PER GLI ESAMI DI STATO (si fa riferimento al Protocollo di
valutazione degli apprendimenti di Istituto)
Le modalità di svolgimento degli esami di stato per gli alunni con D.S.A. al termine del ciclo
obbligatorio di istruzione, sono specificate nel protocollo di valutazione e nella “Guida all’Esame
di Sato” allegati .
8. FORMAZIONE
Un principio generale è che la competenza sui DSA dovrà interessare tutti i docenti, in modo che la
gestione e la programmazione (per es. il PDP) non sia delegata a qualcuno dei docenti, ma
scaturisca da una partecipazione integrale del consiglio di classe.
L’istituto, nella figura del docente referente, provvede a realizzare iniziative di formazione e
aggiornamento in servizio mirati allo sviluppo professionale di competenze specifiche in materia,
avvalendosi di personale specializzato che diffonda le conoscenze relative ai singoli disturbi di
apprendimento, anche da un punto di vista medico-sanitario e psicologico, sia perché tali
caratteristiche giustificano gli specifici interventi previsti dalla Legge 170, sia perché ciò consente
di costruire un linguaggio comune fra mondo scolastico e mondo dei servizi di diagnosi e di
trattamento.
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Nota del MIUR 20 maggio 2014
Gli alunni con BES, che non rientrano nei quadri certificabili ai sensi della L. 104/1992 e
della L. 70/2010, non necessitano di alcuna certificazione; tuttavia professionisti pubblici o
privati (neuropsichiatra infantile, psicologo dell’età evolutiva) abilitati ad emettere una
“diagnosi”, ovvero un giudizio clinico attestante la presenza di una patologia o di un
disturbo, possono redigere, a richiesta del genitore, apposita “relazione clinica” circa la
necessità di attenzione particolare al bisogno ed ai processi formativi.
La suddetta relazione è consegnata alla scuola fermo restando il principio secondo cui “il
consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un piano
Didattico Personalizzato….” (nota MIUR prot. n° 2563 del 22.11.2013).
Nota del MIUR prot. n° 2563 del 22.11.2013:
Il Consiglio di Classe, nell’assumere la responsabilità della personalizzazione del loro
percorso formativo, garantisce il diritto allo studio e promuove il successo formativo,
avendo anche riguardo a quegli elementi utili di valutazione, messi a disposizione della
famiglia da specialisti pubblici e privati.
Laddove la situazione di svantaggio e disagio dell’alunno (familiare, relazionale, culturale,
socio culturale, problematiche di salute) incida in maniera significativa sul processo di
apprendimento dello stesso, il Consiglio di classe redigerà un Piano Didattico
Personalizzato (PDP) evidenziando le competenze da raggiungere e le particolari strategie
didattiche; la validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento.
Anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno
dato diritto alla certificazione di disabilità o DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel
decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di
verbalizzare le motivazioni della decisione.