Fulvio Frati LA PSICOLOGIA SCOLASTICA: AMBITI D'INTERVENTO, METODOLOGIA, DEONTOLOGIA.
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Parco Nazionale dell’AsinaraArea Marina Protetta “Isola dell’Asinara”
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Sistema integrato per il controllo del traffico marittimo e per le emergenze in mare (VTS)INSTALLAZIONE DI UN SITO SENSORE REMOTO (RSS) SULL’ISOLA ASINARA IN LOCALITA’
PUNTA DELLA SCOMUNICA
ISTRUTTORIA
1. Documenti da analizzare
Relazione paesaggistica (lettera prot. n. 04.03.04 30250 del 8.10.2010 del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti – Direzione Marittima di Olbia – Reparto Operativo. Oggetto: VTS –
Vessel Traffic Service – Sito RSS di Punta della Scomunica (Isola dell’Asinara) – Vincoli
paesaggistici ai sensi del D.Lgs. 42/2004 – Autorizzazioni ex artt. 21 e 146
Studio per la Valutazione di Incidenza (Lettera prot. n. RUP/082/MP/11 del 21.7.2011 del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti – Comando generale delle Corpo delle Capitanerie di Porto.
Oggetto. Contratto rep. 3157 del 7 dicembre 2005 e successivi atti aggiuntivi per la “realizzazione
della seconda tranche e gestione del sistema integrato per il controllo del traffico marittimo e per le
emergenze in mare (VTS) – Studio per la valutazione di incidenza per l’installazione di un Sito
Sensore Remoto sull’Isola dell’Asinara in località Punta Scomunica. Autorizzazioni ai sensi del DPR
8.9.1997 n. 357 e D.Lgs. 22.01.2004 n. 42.
2. Descrizione dell’intervento
L’intervento consiste nella realizzazione di una stazione radar RSS (Remote Radar Sistem), sensore
remoto del VTS (Vessel Traffic Service), basato su una serie di stazioni radar utilizzate per
monitorare il traffico marittimo lungo le coste nazionali. L’intervento è costituito da un container per
l’alloggio delle apparecchiature elettroniche di sistema con l’antenna radar fissata sulla copertura, da
un manufatto per il ricovero del generatore elettrico e da una struttura di supporto (palo in acciaio) al
parafulmine.
L’alimentazione elettrica del sito RSS sarà in bassa tensione direttamente da parte di ENEL, con
trasformatore bt/bt, un gruppo elettrogeno con motore diesel in caso di assenza rete e un gruppo di
continuità per gli impianti di sicurezza direttamente dall’Ente erogatore. Dal punto di prelievo
dell’energia, attraverso cavidotti interrati si raggiunge il quadro di interfaccia. La strada d’accesso al
sito si presenta come un sentiero con fondo molto deteriorato che rende inaccessibile si mezzi
tradizionali l’area interessata. A detta dei progettisti, si rende necessario bonificare la suddetta strada.
Vi è inoltre un impianto rilevazione incendi con un rilevatore per ogni 25 m2 e la predisposizione di un
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impianto di controllo degli accessi, con lettori a badge.
La realizzazione prevede una prima fase di pulizia generale che, sulla base del progetto, comprende
l’eliminazione di erbacce e arbusti, il decespugliamento, la disinfestazione e la eventuale
derattizzazione. In seguito sono previste opere provvisionali e sistemazione della strada di accesso.
Per la predisposizione dell’area è previsto l’abbattimento e profilatura della scarpata e la
realizzazione di un basamento di fondazione in cemento armato delle dimensioni di 9x4 m e di un
ulteriore basamento per il quadro elettrico. Sul basamento in c.a. sarà installato un manufatto
metallico per il generatore elettrico, il container per gli apparati di sistema con antenna e parapetto al
quale saranno fissate le antenne VHF e UHF. Sarà inoltre installato un palo da 3.70 m per la
videosorveglianza e uno per l’antenna DF da 5.40 m. Infine sarà posizionato un parafulmine da 12.15
m di altezza. L’intervento è completato con l’installazione degli impianti, il collegamento elettrico, la
posa in opera del gruppo elettrogeno e dell’impianto di climatizzazione.
3. Descrizione del sito
Il sito di Punta Scomunica è ubicato all’interno del Parco Nazionale dell’Asinara. Per esso valgono
quindi le norme previste dal Piano del Parco Nazionale dell’Asinara, strumento fondamentale di
pianificazione di un Parco Nazionale ai sensi della Legge Quadro sui Parchi L.394/91, e pubblicato su
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 15 giugno 2010.
L’intera isola Asinara e il suo mare ricadono sono inoltre Sito di Importanza Comunitaria (SIC) e Zona
di Protezione Speciale (ZPS), che prevedono l’applicazione di norme comunitarie e delle Direttive
Comunitarie Habitat e Uccelli.
Per quanto concerne il Piano del Parco, l’area interessata all’intervento ubicata nei pressi di Punta
della Scomunica è classificata come UNITA’ DEL PAESAGGIO RUPICOLO DELLE ZONE INTERNE
che letteralmente rappresenta un “geosigmeto rupicolo delle comunità casmo-comofitiche, insediate
su suolo nelle fessure e micro terrazzi variamente ombrosi delle rupi, costituite da comunità del
margine degli anfratti a Belluam bellidioides, comunità comofitica intermedia su depositi di suolo in
anfratti umidi ed ombrosi, talvolta con stillicidio, esposti ai quadranti nord-orientali freddi, ad arenaria
balearica e Cymabalaria aequitriloba, e infine una comunità più sciafila dominata da Pteridofite
(Selaginella denticulata, Anogramma leptophylla, Asplenium obovatum, Polypodium cambricum)”. In
altre parole, paesaggio rupicolo di elevatissimo pregio, con macchia mediterranea e gariga, con
numerosi endemismi sardi e sardo-corsi e con una presenza di particolari specie di avifauna
nidificante (falco pellegrino, corvo imperiale, pernice sarda) e mammiferi di importanza e protezione a
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livello internazionale, quali il muflone, l’asino grigio sardo, l’asino bianco, la lepre sarda, oltre a rettili e
anfibi inseriti nelle liste comunitarie.
Per l’aspetto della zonizzazione di cui alla L. 394/91 il sito ricade in zona B con paesaggio potenziale
a leccio, altrimenti dette di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e storico-culturale, così
come indicato nel DPR 20.12.2002 istitutivo del Parco, nelle quali è vietato qualsiasi mutamento
nell’utilizzazione del territorio e ogni altro intervento che possa incidere sulla morfologia dell’isola, sui
suoi equilibri ecologici e idraulici e sulle finalità istitutive del Parco. Per chiarezza, le opere
tecnologiche sono consentite solo nelle zone C e D, altrimenti dette Unità Urbane dal Piano del
Parco.
Per quanto riguarda la caratterizzazione di area SIC, comprendente l’intera isola ed il suo mare,
qualsiasi intervento deve essere sottoposto a Valutazione di Incidenza. Inoltre dalla Carta della
Natura della Regione Sardegna, redatta per i siti Natura 2000, la carta degli habitat dell’isola
dell’Asinara evidenzia che il sito in esame ricade nel poligono denominato 32.3 Garighe e macchie
mesomediterranee silicicole, caratterizzato da formazioni vegetali che necessitano di particolari
politiche di conservazione e gestione.
In pratica l’isola dell’Asinara è, sotto l’aspetto dei vincoli ambientali, al massimo livello di protezione nella Comunità Europea.
Alla data odierna risulta che nel luogo più bello e panoramico dell’intero Parco nazionale, Punta
Scomunica 408 msm, da metà luglio 2010 esiste un cantiere per la realizzazione di una enorme
platea in calcestruzzo armato, circa 6x15 m per 90 cm d’altezza. Per l’approntamento del cantiere, in
assenza di qualsiasi tipo di autorizzazione, è stata già eliminata tutta la vegetazione e microfauna
esistente e gran parte della coltre di copertura, comprese le rocce granitiche affioranti, per la
realizzazione di una larga area di costruzione. E’ presente una enorme cassaforma in legno per la
gettata di calcestruzzo, con l’intera armatura in tondino di ferro in vista ed esposta agli agenti
atmosferici.
Il cantiere è in completo disordine e abbandono. Attrezzi e materiale sono sparsi in una ampia area;
non c’è alcun cartello con i riferimenti di progetto e di autorizzazione, del Committente, del
Responsabile del Procedimento, della data di inizio e fine lavori. La delimitazione dell’area è
realizzata in fettucce in plastica e una rete arancio antintrusione, che si regge con difficoltà per il
vento e in molte parti è divelta e spostata di parecchi metri.
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La situazione attuale rappresenta l’attuazione delle prime fasi progettuali e nell’ordine sono state già
eseguite:
- la pulizia generale con l’eliminazione di “erbacce e arbusti”, il decespugliamento, la disinfestazione e
probabilmente la derattizzazione
- le opere provvisionali e sistemazione delle ultime parti della strada di accesso
- la predisposizione dell’area con abbattimento e profilatura della scarpata
- l’armatura per un basamento di fondazione in cemento armato e di un ulteriore basamento per il
quadro elettrico.
L’energia elettrica è assicurata da cavidotto interrato di circa 2 km, dalla cabina ENEL di Case
Bianche al quadro elettrico nei pressi del cantiere, già realizzato dalla ditta esecutrice nel 2009.
4. La cronologiaIl tentativo di costruzione di radar si ripete al Parco Nazionale dell’Asinara ormai da una decina
d’anni. C’era già stato un progetto, presentato intorno al 2001 rientrato dopo le polemiche che
avevano congelato l’iniziativa, discussa anche dall’allora Comitato di Gestione Provvisoria del Parco
nazionale.
La prima "comparsa" del presente progetto è nella Determinazione 198/DSS del 15 febbraio 2007 del
Direttore dell'Assessorato regionale all'Urbanistica. L'oggetto della determinazione è chiaro:
"Assegnazione in uso gratuito alla Capitaneria di Porto di Porto Torres di un’area di mq 800, situata
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nell’Isola dell’Asinara, in località Punta della Scomunica, allo scopo di posizionare un impianto
tecnologico VTS Nazionale". Col passare del tempo, però, l'area viene ridimensionata. Il 24 luglio
2008 i dipendenti della Regione, della Capitaneria di Porto di Porto Torres e della ditta SELEX
Sistemi Integrati, compiono un sopralluogo a Punta Scomunica e dichiarano che l’area "consente di
posizionare un’antenna di minor impatto ambientale, garantendo una maggiore funzionalità della
stazione tecnologica VTS". A questo punto l'area interessata dal progetto diventa quasi un decimo
del piano iniziale: passa da 800 metri quadrati ad "appena" 98,80, come riporta la Determinazione
3147 del 12 settembre 2008, pubblicata integralmente a pagina 71 del Bollettino Ufficiale della
Regione Sardegna. Un atto pubblico, arricchito a pagina 73 della cartina del nuovo sito. Ma
nonostante tanta "trasparenza" per ben due anni nessuno si è accorto di nulla.
L’operazione attuale è cominciata all’inizio del 2010, tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio,
quando a quanto sembra sono stati riattivati i contatti.
L’impresa aggiudicataria della fornitura, la stessa che sta eseguendo dei lavori nella Capitaneria di
Porto Torres, sbarcò sull’isola Asinara e cominciò a preparare l’area di sedime, senza presentare
alcuna documentazione agli atti dell’Ente Parco, al Comune di Porto Torres e al Corpo Forestale e di
Vigilanza Ambientale, che ha il preciso compito della vigilanza sul territorio del Parco.
Il 21 luglio 2010 un report giornalistico locale mette alla luce la situazione. Dal 23 luglio 2010, il
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Comando delle capitanerie di porto ei vertici della Guardia costiera italiana comunica al Comune di
Porto Torres la decisione di sospendere i lavori in regime di autotutela, in attesa che venga chiarito il
quadro autorizzativo.
In data 26 luglio 2010, due betoniere cariche di cemento hanno cercato di sbarcare all’Asinara,
provenienti da Porto Torres con la nave di linea SARA D. Sono state bloccate dal Corpo Forestale e
dai Vigili Urbani di Porto Torres con la motivazione dell’Ordinanza della Regione Sardegna (Agenzia
Conservatoria delle Coste) che, per motivi di sicurezza, limita il transito sulle strade dell’isole a mezzi
superiori a 3,5 tonn. In assenza di tale vincolo, la platea in c.a. di Punta Scomunica sarebbe stata già
ultimata. Con la sospensione dell’autorizzazione al transito da parte del Parco, è stata sospesa nella
pratica l’attività di cantiere.
In pari data con nota Prot. VTS/LD/2010/112/cd del 26.07.2011 il Direttore dei Lavori dispone
l’immediata sospensione dei lavori in via cautelativa, al fine di verificare la completezza degli atti
autorizzativi.
In data 18 maggio 2011 il Corpo di Polizia Municipale di Porto Torres segnala che, a distanza di circa
un anno dalla sospensione dei lavori, permangono sul sito circa 2 mc di terra e rocce derivanti dalle
operazioni di scavo per la realizzazione del basamento oltre alle armature in ferro posizionate
all’interno dello scavo delimitato da casseri in legno. Richiede di valutare l’opportunità di voler
disporre il ripristino dello stato dei luoghi.
In data 12 agosto 2011 il Gruppo di Intervento Giuridico di Cagliari, premesso che il radar verrà
realizzato in area rientrante nel Parco nazionale dell’Asinara (L. n.394/91 e DPR 3.10.2002) tutelata
con vincolo paesaggistico (D.Lgs. n. 42/2004) e vincolo di conservazione integrale (L.R. n. 23/1993)
rientrante nel Sito di Importanza Comunitaria (ai sensi della Direttiva 92/43/CEE esecutiva con DPR
n. 357/1997), chiede l’avvio delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica, la valutazione dei
campi elettromagnetici e una campagna di informazione in favore delle collettività
5. Normativa di riferimento
Legge Quadro sulle Aree Protette L. 394/91
Legge n. 344/97 di istituzione del Parco Nazionale dell’Asinara
DPR 3.10.2002 di istituzione dell’Ente Parco.
DM 13.8.2002 – Istituzione dell’Area Marina Protetta Isola Asinara
Piano del Parco Nazionale dell’Asinara – Pubblicato su GU 15.6.2010
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Istituzione di SIC, ZPS e ZSC Direttiva Uccelli 79/409/CEE e Habitat Direttiva 92/43/CEE
D.Lgs. 42/2004 ex artt. 21 e 146
DPR 8.9.1997 n. 357
6. Le autorizzazioni necessarie
L’isola dell’Asinara è Parco nazionale, tutelato ai sensi della L.394/91, che indica espressamente le
procedure per l’acquisizione di nulla-osta relativamente a qualsiasi realizzazione o intervento sul
territorio. Lo strumento di pianificazione urbanistica e di gestione, il Piano del Parco, è stato
pubblicato ed è in vigore dal giugno 2010: nelle Norme di Attuazione viene definito l’iter burocratico
per ogni autorizzazione di intervento. Il nulla-osta del Parco Nazionale è il primo e più importate atto
di autorizzazione da acquisire.
Inoltre l’isola Asinara è, come detto, anche SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zona a
Protezione Speciale) per i quali esistono precise azioni di controllo e monitoraggio per la
realizzazione di interventi, quali Valutazione di Incidenza e Rapporti sull’Ambiente.
A ciò si aggiunge, come per qualsiasi realizzazione sul territorio, il nulla osta del Servizio Governo del
Territorio di Sassari (ex Ufficio Tutela Paesaggio), con predisposizione di specifica Relazione
paesaggistica, l’autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali e, se si tratta di strutture che
prevedono scavi, anche l’Autorizzazione della Soprintendenza Archeologica.
Infine, ma non ultimo, l’Autorizzazione Edilizia Comunale, senza la quale nulla è realizzabile sul
territorio italiano.
In sintesi le autorizzazioni necessario per un intervento sul Parco Nazionale dell’Asinara sono le
seguenti
- Nulla osta Parco Nazionale Asinara
- Valutazione di incidenza VIA per Regione Sardegna
- Nulla osta Governo del Territorio Sassari
- Autorizzazione Soprintendenza Ambientale Sassari e Nuoro
- Autorizzazione Soprintendenza Archeologica Sassari
- Autorizzazione Edilizia Comune di Porto Torres
Si ricorda comunque che l’art. 33 della Legge 1 agosto 2002, n. 166 , stabilisce che «le opere di
edilizia relative a fabbricati, pertinenze e opere accessorie destinate o da destinare a comandi e
reparti delle Capitanerie di porto-Guardia costiera, comprese quelle per sistemi di controllo dei traffici
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marittimi, sono equiparate alle opere destinate alla difesa militare». Con una aggiunta: «Restano
ferme le autorizzazioni di competenza del ministero per i Beni e le attività culturali, ai sensi del testo
unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, di cui al decreto legislativo
29 ottobre 1999, n.490, qualora le predette opere, costruzioni e impianti tecnologici ricadano su
immobili o aree vincolate».
7. Osservazioni su Relazione Paesaggistica
La relazione paesaggistica ha il preciso fine di acquisire il nulla osta paesaggistico dell’Ufficio
Governo del Territorio di Sassari. Vengono esposte nel seguito le osservazioni derivanti dall’analisi
del documento.
Dopo una corretta considerazione delle attività ammesse nel sito (art. 14 del Piano del Parco: sono
ammesse solo azioni volte alla conservazione delle risorse naturali e dei processi biocenotici) il
redattore della relazione interpreta in modo non corretto l’art. 44 delle norme di attuazione del Piano
“la collocazione di impianti fissi di radioemissioni … e simili, fatti salvi quelli funzionali alla vigilanza, al
soccorso e necessari alle popolazioni locali, sono consentiti in presenza di adeguati interventi di
mitigazione dell’impatto paesaggistico”. Infatti, fermo restando che nell’area in questione non si possa
realizzare alcunché, come chiaramente espresso dall’art. 14, l’impianto in istruttoria non è dedicato
né alle funzioni di vigilanza, in quanto non connesso al sistema di controllo dell’Asinara, né a quelle di
soccorso, essendo orientato al traffico marino, nè tantomeno alle popolazioni locali, intentendo per
questa voce i ripetitori radio e le antenne di telefonia cellulare direttamente di uso civile. Inoltre, da
non sottovalutare, il presente intervento NON prevede alcuna azione paesaggistica di mitigazione dei
container e degli altri impianti.
La relazione sottolinea infatti la notevole visibilità dei manufatti e le uniche azioni di mitigazione
possibili sembrano essere quelle della colorazione grigia dei containers, che a detta del redattore, si
inseriscono nel contesto cromatico del paesaggio circostante (roccia granitica e lentischio). A tale
riguardo si fa osservare che il granito presente in sito ha una dominanza di minerali di plagioclasio e
di conseguenza un colore tendente al rosa; il lentischio, in ogni fase dell’anno, non cambia mai la sua
colorazione verde scuro. Non pare quindi sufficiente la sola colorazione grigia delle strutture “piene”,
accorgimento che può essere usato solo ed esclusivamente in aree urbane.
Come si evince anche dalle foto allegate alla relazione paesaggistica, l’area è già abbondantemente
compromessa dall’intervento in esame privo di autorizzazioni e l’Ente Parco si riserva di valutare i
danni provocati per eventuali azioni legali.
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Per quanto riguarda l’impatto paesaggistico e le fotosimulazioni, è evidente senza alcuna azione
ulteriore di analisi, che la struttura fissa, qualora venisse realizzata, cambierebbe per sempre il layout
di uno dei punti più panoramici e caratteristici del Parco Nazionale dell’Asinara. E’ altresì evidente
che la mitigazione con colore grigio non si adatta al paesaggio circostante. Non tragga in inganno la
presenza della struttura removibile della vedetta antincendio dell’Ente Foreste, che è una struttura
temporanea estiva, realizzata in legno su roccia e completamente asportabile in qualsiasi momento,
lasciando inalterato il paesaggio e la vita vegetale e animale in quel luogo.
8. Osservazioni su Studio per la Valutazione di Incidenza
La valutazione di incidenza dovrebbe dimostrare che, all’interno di Sito di Importanza Comunitaria,
l’intervento in esame non crea alcun disturbo alla vita biologica, sia in termini di infrastruttura che in
termini di radioemissioni.
Per primo punto va fatto osservare che nell’indirizzario di destinazione dello Studio per la Valutazione
d’Incidenza manca l’Agenzia Conservatoria delle Coste della Regione Autonoma della Sardegna,
consegnataria e concessionaria dell’intera isola dell’Asinara.
Nella premessa si nota un errore di codice nella definizione delle aree SIC: l’ITB010001 così come
indicato nel sito del Ministero dell’Ambiente, non esiste più. L’ITB010082 è relativo all’Asinara, l’Isola
Piana e all’area di mare prospiciente, la ZPS Asinara è la n. ITB013010. E’ probabile che da questo
errore conseguano le successive considerazioni sul Sito di Importanza Comunitaria.
Sembrerebbe che da una analisi dei dati utilizzati nello Studio (pag.10), i relatori non abbiamo avuto
occasione di effettuare sopralluoghi sul sito. Risulta infatti che le coordinate individuano un punto
distante oltre 150 m dal luogo nel quale è stato realizzato il cantiere; ed inoltre il sito risulta in
provincia di Olbia, anziché in quella di Sassari. Inoltre è indicato che non esiste energia elettrica
nell’area, mentre, come sopra detto, esiste un quadro elettrico collegato alla cabina ENEL e una
vistosa colonnina elettrica, a poca distanza dal cantiere.
Le fasi di realizzazione (pag.14) indicano azioni in netto contrasto con le basilari norme di un Parco
Nazionale. La prima riguarda “l’eliminazione di erbacce e arbusti” che, come è noto, sono invece
vegetazioni spontanee di macchia, spesso con endemismi sardi o sardo-corsi che rappresentano una
delle motivazioni fondanti del Parco, quali Evax rotundata e Centaurea Horrida, ricercate e studiate
da esperti di tutto il mondo. Questa azione purtroppo è già stata eseguita sul sito.
La seconda azione è, se possibile, ancora più grave: disinfestazione e eventuale derattizzazione.
Questo tipo di intervento è notoriamente vietato nei Parchi Nazionali, ma può essere ben più grave in
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quanto interessa le catene alimentari di habitat prioritari, come specificato nel Piano del Parco.
Anche le successive azioni di abbattimento e profilatura della scarpata, purtroppo anche esse già
eseguite, sono tassativamente vietate, per motivi che questa volta riguardano le formazioni
geologiche, mineralogiche, pedologiche e di alterazione del regime delle acque, punto fondamentale
e istituzionale di salvaguardia del territorio protetto di cui all’art. 1 della Legge quadro L. 394/91.
Lo studio prosegue poi con l’elenco dei dati tratti dal sito e relativi ai SIC, con l’elenco compilativo
degli habitat dell’Asinara, senza alcun riferimento specifico al sito vero e proprio. I dati riportati sono
presi in toto dal formulario standard natura 2000, risalente ali anni 2000 che, come noto, conteneva
una notevole serie di errori, in seguito corretti da due diversi documenti: il Piano di Gestione del Sic
Isola dell’Asinara e l’”aggiornamento dei Formulari Standard dei Siti Natura 2000”, redatto dalla
Regione Autonoma della Sardegna nel 2008 – 2009, dei quali non si ha traccia nel presente Studio.
In questo escursus sembrerebbe addirittura che sul sito (pag.37) siano presenti, tra gli altri, il
gabbiano corallino, il gabbiano roseo e la gallina prataiola, con popolazioni in alcuni casi pari al 15%
della popolazione nazionale. Se ciò fosse vero, quel luogo sarebbe senza dubbio uno dei luoghi più
protetti d’Italia, con divieto di accesso anche a piedi.
Ciò denota la mancanza di conoscenza sulla situazione in loco. Infatti la presenza, il numero di
coppie e lo status fenologico di Tetrax tetrax, Phalacrocorax aristotelis desmarestii, Egretta garzetta,
Falco eleonorae, Hydrobates pelagicus melitensis, sono molto lontani dalla realtà.
Ciò evidenzia che lo studio è stato di carattere compilativo, senza alcuna rispondenza reale del sito.
A pag. 39 vengono indicati inoltre come mammiferi presenti sul sito il muflone e il delfino (!!), mentre
invece niente è dato di sapere su asino bianco e asino grigio sardo, importanti e uniche peculiarità
del Parco Nazionale ed elencate come Varietà di Fauna domestica in via di estinzione.
Tra le caratteristiche dell’isola nella quale sorgerà l’impianto (pag.42) si scopre che la superficie è di
circa 510 ha, di cui 120 ha in terraferma, che su tale isola non ci sono costruzioni, sono assenti
infrastrutture stradali e portuali con viabilità costituita solo da sentieri. Ci si chiede, se ciò fosse vero,
come sia possibile in un luogo così un allestimento di cantiere; ma appare chiara una confusione di
dati, in fase editoriale, con la vicina Isola Piana.
Nella successiva fase di screening (pag. 46) si dichiara che durante la fase di realizzazione o in
seguito alla messa in esercizio dell’opera e possibile che si verifichino le seguenti interferenze:
- sottrazione di habitat
- alterazione delle fitocenosi con diminuzione del livello di naturalità della vegetazione
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- frammentazione di habitat
- fenomeni di inquinamento ed emissione di polveri in fase di cantiere
- disturbo della fauna.
Tali parametri vengono valutati a pag.49 con un punto di vista di parte, da parte del redattore. Si
riportano di seguito le osservazioni alle affermazioni.
Sottrazione habitat: non risponde al vero che il progetto non interessi gli habitat prioritari presenti;
anzi si può affermare che li ha già interessati nelle prime fasi non autorizzate e già eseguite.
Eliminazione individui vegetali: si afferma che gli individui che verranno eliminati hanno interesse
conservazionistico nullo, scordando che in un Parco non può essere danneggiato o asportati alcun
elemento vegetale o animale.
Alterazione fitocenosi: viene dichiarato che esiste perdita di specie vegetali, con conseguente
riduzione di biodiversità floristica, solo per le piste d’accesso, che in altra parte del progetto vengono
indicate come parte indispensabile dell’intervento. Inoltre, come indicato a pag. 50 le modificazioni in
fase di cantiere possono favorire l’ingresso e la propagazione di specie opportuniste, estranee alle
tipologie vegetazionali esistenti.
Inquinamento: viene indicato che sono possibili i normali fenomeni di inquinamento da polveri,
mitigabili, confrontabili alle più comuni pratiche agricole. Proprio ciò che non è possibile effettuare in
zone B del Parco.
Disturbo fauna: In fase di esercizio è possibile che si abbiano emissioni acustiche, come dichiarato a
pag. 50, con disagi alla fauna circostante. A ciò si aggiunge l’effetto delle onde elettromagnetiche,
che pare non disturbino la fauna, ma ciò non è stato ancora accertato. Sicuramente il disturbo è
arrecato alle colonie di pipistrello (pag. 51): addirittura il radar è un deterrente affinchè i pipistrelli non
si avvicinino (!). Non si esclude, così come dichiarato, che dalla realizzazione dell’opera una parte
degli habitat del sito vengano investiti da onde elettromagnetiche.
Per quanto riguarda la ZPS, si ripropongono tali e quali le schede dei formulari standard del SIC,
ovviamente con gli stessi errori già citati relativi alla fauna, ma con alcune nuove considerazioni.
Singolare appare quella di pag. 74, dove si asserisce che la dismissione della struttura carceraria
all’Asinara (cioè l’istituzione del Parco) può produrre dei nuovi problemi alla fauna selvatica. Ciò
chiarisce l’approccio utilizzato dal redattore dello studio, ben lontano dalla filosofia di conservazione e
protezione della natura insita nei Parchi Nazionali.
Da pag.75 a pag. 82, le pagine sono identiche alle precedenti.
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Nella sintesi dello Studio per la Valutazione di Incidenza, a pag. 86 compare improvvisamente un
parametro che definisce l’areale di studio (raggio di 5 km dal sito) mai definito prima, tanto è vero che
tutte le considerazioni di carattere ambientale finora utilizzate si riferiscono all’intera isola Asinara,
all’Isola Piana e, per quanto concerne le connessioni ecologiche di pag. 84, addirittura alla isola
Sardegna, tutte ben oltre i 5 km di analisi.
La sintesi, come in ogni Valutazione di Incidenza, evidenzia che la realizzazione dell’intervento non
produce impatti negativi significativi, a condizione che vengano eseguiti opportuni interventi di
mitigazione, analizzati nel seguito.
Per evitare la diffusione di polveri si propone una continua irrigazione e nebulizzazione con acqua. A
parte la storica carenza d’acqua, soprattutto nelle zone sommitali, la pratica di irrigazione può alterare
chiaramente gli habitat circostanti, in un luogo con piovosità tra i minimi in Sardegna.
Per il posizionamento dell’area di cantiere sono proposte aree “in ambiti già degradati”. Vale la pena
sottolineare che ciò che normalmente viene definito degradato, per l’Asinara è invece patrimonio da
valorizzare e segnale di memoria, data la particolare storia umana e ambientale dell’Isola.
Per il ripristino del suolo nell’area di cantiere si propone la stesura di terreno vegetale di almeno 30
cm. Si fa osservare che tale azione non è consentita in zona B del Parco ed in aree di pregio, in
quanto l’introduzione di nuova terra vegetale dall’esterno, contenente semi e microfauna, è
severamente vietata, come peraltro per l’introduzione di specie non autoctone.
Per il disturbo alla fauna, dato per scontato che esiste, si propone una consulenza di tecnico esperto.
Le altre ipotesi proposte, quali far abituare la fauna al disturbo (pag.88), non possono essere
seriamente prese in considerazione.
Non esiste alcuna considerazione sull’impatto paesaggistico. Si osserva infine che tutte le
affermazioni in ambito floristico e faunistico sono prive di riferimenti bibliografici certi e documentabili.
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Parco Nazionale dell’AsinaraArea Marina Protetta “Isola dell’Asinara”
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Considerazioni finali dell’istruttoria
Il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ha chiesto all’Ente Parco il rilascio della
necessaria autorizzazione per la realizzazione di una postazione radar in località Punta della
Scomunica sull’isola dell’Asinara.
Il progetto prevede la realizzazione di un basamento in c.a. delle dimensioni 9x4 m per il
posizionamento di due containers, due antenne VHF e UHF, un palo da 3.70 m per la
videosorveglianza e uno per l’antenna DF da 5.40 m, oltre il parafulmine da 12.15 m di altezza.
L’allaccio elettrico è costituito da linea interrata di circa 2 km. Sul sito nel luglio 2010 è stato realizzato
un cantiere per la realizzazione di una platea in calcestruzzo armato delle dimensioni di circa 6x15 m
per 90 cm d’altezza; sul sito di cantiere è stata già eliminata tutta la vegetazione e microfauna
esistente e gran parte della coltre di copertura, comprese le rocce granitiche affioranti. Al momento il
cantiere è in completo disordine e abbandono.
L’area di intervento ricade in zona B così come definita dal Piano del Parco Nazionale dell’Asinara.
Ricade inoltre nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC) n. ITB010082 e nella Zona di Proteziona
Speciale (ZPS) n. ITB013010.
Ai sensi dell’art. 13 comma 1 della Legge n. 394/91, il rilascio di concessioni o autorizzazioni relative
ad interventi, impianti ed opere all'interno del parco è sottoposto al preventivo nulla osta dell'Ente
parco.
PER TALE MOTIVO
VISTO l’art. 12 comma 2b della Legge n. 394/91 relativo alle zone B (riserve generali orientate, nelle
quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di
trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali,
la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonché interventi di gestione delle
risorse naturali a cura dell'Ente parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione delle opere
esistenti, ai sensi delle lettere a) e b) del primo comma dell'articolo 31 della legge 5 agosto 1978, n.
457) ;
VISTE le osservazioni relative alla Relazione Paesaggistica (Cap. 7) e alla difficoltà di inserimento nel
paesaggio delle infrastrutture previste nel progetto;
VISTE le osservazioni relative allo Studio di Valutazione di Incidenza (Cap.8) e all’impossibilità di
porre in atti possibili interventi di mitigazione dell’intervento;
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Parco Nazionale dell’AsinaraArea Marina Protetta “Isola dell’Asinara”
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VISTA la presenza in sito di opere di cantiere, eseguite senza alcuna autorizzazione o nulla osta, che
hanno già compromesso il sito dal punto di vista vegetazionale, faunistico e morfologico;
VISTO l’art. 29 comma 1 “Il legale rappresentante dell'organismo di gestione dell'area naturale
protetta, qualora venga esercitata un'attività in difformità dal piano, dal regolamento o dal nulla osta,
dispone l'immediata sospensione dell'attività medesima ed ordina in ogni caso la riduzione in pristino
o la ricostituzione di specie vegetali o animali a spese del trasgressore con la responsabilità solidale
del committente, del titolare dell'impresa e del direttore dei lavori in caso di costruzione e
trasformazione di opere”, ai sensi del quale l’Ente Parco provvederà al ripristino dei luoghi, e
all’eventuale esecuzione in danno degli obbligati, secondo la procedura di cui ai commi secondo,
terzo e quarto dell'articolo 27 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (54),
SI DICHIARA
che sulla base della documentazione analizzata e delle norme vigenti relative alla conformità
dell’intervento, per la INSTALLAZIONE DI UN SITO SENSORE REMOTO (RSS) SULL’ISOLA
ASINARA IN LOCALITA’ PUNTA DELLA SCOMUNICA, il nulla-osta di cui all’art. 13 della Legge n. 394/91 non può essere rilasciato.
Le motivazioni sono state descritte in maniera specifica in istruttoria.
Chi conosce l’Asinara sa bene quale sia lo spettacolo di Punta Scomunica, un luogo privilegiato che
consente di girare lo sguardo da nord a sud dell’isola, dal faro di Punta Scorno a nord alla parte
meridionale dell’isola. E sa bene cosa vorrebbe dire scegliere proprio questo luogo per installare una
postazione radar militare, che cambierebbe per sempre il layout di uno dei punti più panoramici e
caratteristici del Parco Nazionale dell’Asinara.
Porto Torres 26.09.2011
Ufficio TecnicoIng. Pietro Paolo Congiatu
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