PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA

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PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA SERVIZIO SANITARIO E COVID 19 Il Servizio Sanitario Nazionale è frutto di una lunga elaborazione che ha trovato il punto fondante nell’universalismo e nella riduzione delle diseguaglianze dei singoli cittadini, rispetto alle richieste di salute e indipendentemente dal valore economico di ciascuno. Le profonde crisi economiche e sociali degli ultimi venti anni hanno di fatto falcidiato i presupposti della grande riforma e unitamente ai processi di aziendalizzazione - a cui ha fatto seguito la nascita delle Aziende Ospedaliere e delle Aziende Sanitarie – hanno inferto un grave colpo all’ organizzazione del Sistema determinandone un progressivo depauperamento in risorse umane e strutturali. In seguito poi all’invecchiamento progressivo della popolazione, all’allungarsi delle aspettative di vita, ad un cattivo stile di vita con progressivo incremento di patologie quali diabete, obesità etc., la domanda di salute si è tradotta in una richiesta di presa in carico di una grande epidemia di cronicità. La contestuale desertificazione dei presidi territoriali ha reso inevasa la richiesta di presa in carico da parte delle stesse strutture territoriali e, pertanto, tale domanda si è imperiosamente riversata all’interno degli ospedali accentuandone la criticità organizzativa. Da qui i fenomeni di intasamento dei pronto soccorso e delle corsie, l’allungamento dei tempi di attesa, l’esclusione di strati sempre più ampi di popolazione dall’accesso alle cure. Nei fatti, si è materializzata, a distanza di oltre 40 anni dalla riforma sanitaria, un processo di diseguaglianza progressiva. Il Covid 19 sta mettendo a nudo proprio questo nervo scoperto della sanità italiana e, soprattutto, calabrese: se da un lato è cosa giusta nell’interesse di tutti mettere a posto i conti, e pretendere una spesa efficiente, dall’altro ciò non deve avvenire a scapito delle prossimità delle cure che genera sicurezza nei cittadini. Questa crisi pandemica può essere occasione per ripensare il sistema, passando dalla sanità delle prestazioni alla sanità di prossimità portando, in qualche modo, l’ospedale nelle case

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SERVIZIO SANITARIO E COVID 19

Il Servizio Sanitario Nazionale è frutto di una lunga elaborazione che ha trovato il

punto fondante nell’universalismo e nella riduzione delle diseguaglianze dei singoli

cittadini, rispetto alle richieste di salute e indipendentemente dal valore economico

di ciascuno. Le profonde crisi economiche e sociali degli ultimi venti anni hanno di

fatto falcidiato i presupposti della grande riforma e unitamente ai processi di

aziendalizzazione - a cui ha fatto seguito la nascita delle Aziende Ospedaliere e delle

Aziende Sanitarie – hanno inferto un grave colpo all’ organizzazione del Sistema

determinandone un progressivo depauperamento in risorse umane e strutturali.

In seguito poi all’invecchiamento progressivo della popolazione, all’allungarsi delle

aspettative di vita, ad un cattivo stile di vita con progressivo incremento di patologie

quali diabete, obesità etc., la domanda di salute si è tradotta in una richiesta di presa

in carico di una grande epidemia di cronicità. La contestuale desertificazione dei

presidi territoriali ha reso inevasa la richiesta di presa in carico da parte delle stesse

strutture territoriali e, pertanto, tale domanda si è imperiosamente riversata

all’interno degli ospedali accentuandone la criticità organizzativa. Da qui i fenomeni

di intasamento dei pronto soccorso e delle corsie, l’allungamento dei tempi di attesa,

l’esclusione di strati sempre più ampi di popolazione dall’accesso alle cure. Nei fatti,

si è materializzata, a distanza di oltre 40 anni dalla riforma sanitaria, un processo di

diseguaglianza progressiva.

Il Covid 19 sta mettendo a nudo proprio questo nervo scoperto della sanità italiana e,

soprattutto, calabrese: se da un lato è cosa giusta nell’interesse di tutti mettere a

posto i conti, e pretendere una spesa efficiente, dall’altro ciò non deve avvenire a

scapito delle prossimità delle cure che genera sicurezza nei cittadini. Questa crisi

pandemica può essere occasione per ripensare il sistema, passando dalla sanità delle

prestazioni alla sanità di prossimità portando, in qualche modo, l’ospedale nelle case

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con la logica della sanità d’iniziativa attivando quella scelta verso il digitale presente

nel “PNRR”.

Con i Fondi degli “Obiettivi di Piano” è importante sperimentare una piattaforma

informatica per la gestione in remoto delle cronicità (Malattie cardiovascolari,

Diabete, Malattie renali, Malattie respiratorie, malattie degenerative del Sistema

Nervoso Centrale e Periferico, Demenze ecc) offrendo l’uso di tale piattaforma agli

specialisti, ai medici di medicina generale, ai medici di continuità assistenziale in una

sorta di rete Ospedale-Territorio.

ATTO AZIENDALE: LA VISION

Come abbiamo già detto in precedenti documenti l’Atto Aziendale, che definisce la

mission e la visione della tutela della salute in un determinato territorio, è una grande

occasione per ridefinire il rapporto tra cittadini ed Ente favorendo quella sanità di

prossimità e d’iniziativa prevista dagli “Accordi Stato Regioni”, dalla L.77/20 e infine

dal “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR).

Purtroppo nei DCA 31/21 e 33/21 “Linee Guida Regionali per l’adozione degli Atti

Aziendali” non si riscontra quella visione riformatrice necessaria a rinnovare

l’organizzazione della sanità calabrese, ma una visione economicista che, in questi

ultimi 11 anni, ha aggravato l’erogazione delle prestazioni sanitarie ai calabresi

producendo, tra l’altro, una mobilità passiva di oltre 300 milioni di euro.

Pertanto, anche lo stesso Atto Aziendale dell’ASP di Cosenza, approvato con le

delibere n°271 dell’8 aprile 2021 e n°309 del 12 aprile 2021, disattende a precedenti

norme regionali e nazionali la cui applicazione reclamiamo con forza con questo

sintetico documento. Inoltre nell’’Atto manca un impegno a recuperare i ritardi

nell’assunzione del Personale e ad una revisione del “fabbisogno” dello stesso anche

alla luce delle problematiche evidenziate dalla pandemia da COVID 19, tenuto conto

del finanziamento previsto dalla L. 181/2021 e dei precedenti fondi. Un’emergenza

nelle emergenze dell’Azienda, per carenza di Personale, è il Dipartimento di salute

mentale che nel corso degli anni si è svuotato nonostante ci sia stato un incremento

degli assistiti per 1.000 residenti pari a 21,31 nettamente superiore al valore di

riferimento nazionale pari a 10,82.

1) La Partecipazione – Nell’apprezzare l’istituzione del “Comitato Consultivo Aziendale degli utenti” d’ora in poi la Consulta, e la “Consulta dei Consultori Familiari”, purtroppo dobbiamo riscontrare l’assenza della “Consulta del Dipartimento di salute mentale” prevista dal DPGR 31/2013 di cui ne chiediamo l’attuazione.

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La Consulta rappresenta la fondamentale interfaccia delle cittadine/dei

cittadini, che assumono un ruolo nella gestione della propria salute; non più

meri destinatari di un servizio, come utenti finali, ma parte attiva nel processo

di costruzione e nelle modalità di erogazione dei servizi stessi. Al fine di elevare

il livello qualitativo dei servizi la Consulta:

- assicura, dal lato della domanda, i controlli di qualità dei percorsi di accesso

ai servizi;

- promuove l'utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell'utente,

definiti a livello regionale che tengano conto di specificità locali;

- sperimenta indicatori di qualità che tengano conto di specificità locali;

- sperimenta modalità di raccolta e analisi dei segnali di disservizio.

Si allega in calce al presente documento uno schema esemplificativo della

articolazione e del funzionamento della Consulta.*

2) L’Integrazione con l’A.O. Annunziata-Mariano Santo

A) È necessario dare esecuzione al DCA 137/20 “Prevenzione Screening” al fine

di garantire ai cittadini il percorso assistenziale per l’accesso alle prestazioni di

screening oncologici per la diagnosi precoce del carcinoma della mammella,

della cervice dell’utero e del colon-retto previsti nei LEA.

B) È indispensabile coordinare gli interventi di “Chirurgia Senologica” alfine di

conseguire un volume di interventi pari al valore minimo di riferimento >135

per garantire la qualità e la tempestività delle prestazioni, riducendo, infine la

mobilità passiva.

C) Bisogna prevedere un percorso dettagliato di “Dimissione Protetta” del

paziente dal Presidio Ospedaliero alle “Strutture Sanitarie Territoriali.

3) Il Dipartimento Materno Infantile

Garantire l’attività sul territorio dei 22 Consultori Familiari, DPGR 28del

21/3/2012, tenendo conto del parametro di legge pari a un Consultorio ogni

25.000 abitanti nelle Aree a forte densità di popolazione e uno ogni 20.000 nelle

Aree a bassa intensità; inoltre è fondamentale ripristinare l’Unità Operativa

Complessa di Coordinamento dei Consultori in quanto attività caratterizzata

da alta integrazione sociosanitaria nonché Università e Azienda Ospedaliera di

Cosenza, Pediatri di libera scelta e MMG . Nella declaratoria delle funzioni del

Consultorio non è sufficientemente esplicitato il “percorso nascita, fascia 0-6

anni (decreto legislativo n. 65 del 2017 e «Ministero della salute: Investire

precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita»

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documento approvato nel mese di gennaio 2020 dalla Conferenza Stato-

regioni).

I Consultori Familiari istituiti (L.405/77) garantiscono la tutela della salute della

donna e delle sue relazioni in tutte le fasi della vita con riferimento alle possibili

espressioni della sessualità, alle scelte di procreazione cosciente e responsabile

anche in riferimento alla prevenzione dell’I.V.G. (L. 194/78) all’assistenza alla

gravidanza fisiologica, alla prevenzione e trattamento delle patologie materno

–fetali, alla prevenzione della depressione nel post partum, alla prevenzione

del maltrattamento intrafamiliare (P.O.M.I.1998/2000 e DPCM 24/11/2017

“Linee guida nazionali in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle

donne vittime di violenza.”). I C.F. attivano progetti di assistenza domiciliare

puerperale, rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a

domicilio della madre e del neonato, con lo scopo di sostenere le fasce

socialmente più deboli, promuovere l’allattamento al seno, favorire il migliore

inserimento del nuovo nato nel nucleo familiare. Garantiscono sostegno

psicologico con interventi rivolti ai singoli alle coppie e ai gruppi per una

genitorialità consapevole sia essa naturale, affidataria, adottiva, (legge n.

184/83) medicalmente assistita. Attivano programmi di prevenzione dei tumori

della sfera genitale femminile e di interventi per l’età post-fertile (art. 3 della

legge 11/01/2018 ). In aderenza al piano d’azione del Governo Italiano per

l’Infanzia e l’Adolescenza 2016/17 in collaborazione con enti locali e scolastici,

in attuazione dei Piani di zona, propone punti di ascolto di consulenza

psicologica e sociale, super visione alle situazioni difficili in famiglia, con

particolare riferimento ai problemi connessi al maltrattamento e abuso; al

disagio e ai problemi dell’adolescenza e dell’ infanzia, per i bambini immigrati

alla integrazione in comunità; programmi finalizzati alla educazione alla salute;

attiva interventi specifici per il riconoscimento e le prime cure per

problematiche correnti di natura psichica e psico -sociale.

Si propone l’istituzione di un’Unità funzionale interdipartimentale Materno

infantile (Consultori-Neuro-Psichiatria-Infantile-Riabilitazione) di collegamento

con il Dipartimento Salute mentale e Dipendenze e quello di Prevenzione. Tale

Unità è finalizzata alla costruzione di procedure e protocolli definiti e integrati

che possano facilitare i percorsi di cura dei cittadini nelle patologie e disabilita

dello sviluppo dai primi anni di vita fino ai 14-25 anni, di integrazione con i

pediatri di famiglia, nonché una programmazione coordinata delle azioni di

prevenzione per la promozione di stili di vita sani e benessere psicologico (Piano

Nazionale Prevenzione 2020-25; Piano Nazionale Cronicità LEA 2017; Piano

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Nazionale Ripresa Resilienza M6C1 (PNRR) -: Reti di prossimità, strutture e

telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale).

In tal senso, considerate le prestazioni professionali sanitarie dello psicologo,

previste per legge, nei Servizi Territoriali del Dipartimento Materno infantile e

nei percorsi di prevenzione diagnosi cura e riabilitazione, si propone

l’attivazione un’Unità Operativa di Psicologia , come del resto già prevista con

Delibera n 3736 del 1.9. 2009, tenuto conto dell’Accordo Stato-Regioni del 17-

01 -2019 “Strutturare tra scuola e salute un percorso congiunto e continuativo

…”; Art. 31 del D.L. 22 marzo 2021, n. 41 “c.d. Decreto sostegni” – “Misure per

favorire l’attività didattica e per il recupero delle competenze e della socialità

delle studentesse e degli studenti nell’emergenza Covid-19; legge 176 del 2020

”… Al fine di garantire la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo

nell'eccezionale situazione causata dall'epidemia da COVID-19 e di assicurare

le prestazioni psicologiche, anche domiciliari, ai cittadini e agli operatori

sanitari, di ottimizzare e razionalizzare le risorse professionali degli psicologi

dipendenti e convenzionati nonché di garantire le attività previste dai livelli

essenziali di assistenza (LEA)”; in sede di Conferenza Stato Regioni del 6 agosto

2020,, è stata sancita l’ Intesa (repertorio n. 127/CSR ai sensi dell’art. 8, comma

6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131)concernente il “Piano Nazionale della

Prevenzione (PNP) 2020-2025” “Indirizzi di policy integrate per la Scuola che

promuove salute” elaborato dal Ministero della Salute e dal Ministero

dell’Istruzione, nonché adottato con Accordo tra Governo, del 17.01.2019.

4) La RETE delle Demenze

La provincia di Cosenza presenta ad oggi un numero di casi prevalenti di

“Demenza Conclamata” stimati intorno agli 11.000 a cui devono sommarsi i

circa 12.000 casi di “Deterioramento Cognitivo Minimo”. Ciò comporta la

necessità della costruzione di una rete integrata per le demenze e la

realizzazione di una gestione integrata riorganizzando i “Centri per il

deterioramento cognitivo e le demenze” (CDCD), con la presenza, anche, di

equipe multiprofessionali sulla base della numerosità epidemiologica attesa e

la definizione di un PDTAR che preveda l’integrazione dei percorsi assistenziali:

MMG, CDCD, Centri Diurni, ADP, ADI, Hospice.

5) Le Case della Salute (CdS)

I gravi ritardi accumulati (oltre 10 anni) nell’attivare le CdS hanno privato i

cittadini di usufruire di una fondamentale “Struttura Sanitaria Territoriale” che

implementasse la “sanità di prossimità” e di poter utilizzare i finanziamenti

finalizzati per l’acquisto delle apparecchiature sanitarie. Nell’Atto non sono

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dettagliate le funzioni che devono essere svolte nelle singole CdS: i posti letto

territoriali con riferimento ai bisogni di salute (Disturbi del comportamento

alimentare - Salute Mentale ecc.), l’integrazione sociosanitaria con i Comuni, la

figura dell’infermiere di comunità, l’infrastruttura informatica, la

strumentazione polispecialistica, il Punto Unico di Accesso (PUA ), il Centro

diurno, la centralità delle “ Cure Domiciliari” e molto altro. Rammentiamo che

le CdS come le future “Case della Comunità” e gli stessi “Ospedali di Comunità”,

colpevolmente non menzionati nelle “ Linee Guida degli Atti Aziendali” del

Commissario per il “ Piano di rientro”, rappresentano un tassello importante

della riforma della sanità territoriale in quanto “strutture che erogano cure

intermedie” tra il domicilio e l’Ospedale con la possibilità di 2 moduli di 20 posti

letto ciascuno. Finalmente si stanno attivando le AFT h 12 gestite dai MMG, ma

riteniamo che bisogna accelerare l’implementazione nel territorio delle AFT e

delle UCCP nelle CdS che garantiranno assistenza h 24 impegnando i Medici di

Medicina Generale, gli Specialisti Ambulatoriali Interni e i Medici di Continuità

Assistenziale impegnati in azioni di medicina d’iniziativa attinenti al “Piano

Nazionale della Cronicità”.

6) L’Emergenza-Urgenza

Il mancato adempimento ai LEA con il rispetto dei tempi del soccorso e i

drammatici eventi di queste ultime settimane impone un dettagliato

approfondimento dell’organizzazione del Servizio e della attivazione

dell’Elisoccorso notturno con un impegno a superare le gravi carenze del

personale e dei diritti di questi che nell’Atto è assente.

7) La RETE Territoriale dei Laboratori di Patologia Clinica

Il continuo e provvidenziale ricorso alla “Virologia” dell’A.O. Pugliese Ciaccio sta

consentendo la processazione dei Tamponi COVID 19 che l’Azienda Sanitaria

con il solo Laboratorio del Presidio Ospedaliero di Rossano-Corigliano ed il

Servizio di Virologia dell’Annunziata non sono stati in grado di garantire.

Pertanto alfine di attivare un servizio efficiente è necessario potenziare la

“Rete” dei Laboratori di Analisi dei Presidi Ospedalieri di Rossano/Corigliano,

Castrovillari e di Cetraro/Paola prevedendo l’istituzione di 3 Unità Operative

Complesse e istituire un collegamento in rete con gli altri Laboratori sul modello

dei Servizi Trasfusionali.

8) La Riabilitazione

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Marginale e parcellizzata, necessita di un governo dipartimentale, di PDTAR e

di un impegno straordinario soprattutto per le patologie di sviluppo (disabilità

intellettiva, autismo, pluriminorazione, ecc.) che non hanno solo bisogno di

prestazioni di psicomotricità e logopedia ma richiedono continuità e intensità

di intervento, approccio multidimensionale (ICF-CY), accompagnamento delle

famiglie attualmente gravate da costi economici e sociali insopportabili,

elaborazione di profili di funzionamento e accompagnamento per i circa 4000

alunni certificati della provincia di Cosenza. Per i maggiorenni servono, nei SSM,

moduli operativi integrati sociosanitari, orientati all’inserimento lavorativo,

sociale e alla vita indipendente per non creare un esercito di non

autosufficienti. Le figure di riabilitazione vanno inserite nei coordinamenti

distrettuali, nel SITRO, nelle UVM, assunte in numero sufficiente curandone la

formazione continua all’appropriatezza.

9) Le Malattie Reumatiche

Nel “Cronich Model Care” la Reumatologia è una branca indispensabile per la

presa in carico del paziente che necessita del coordinamento di una equipe

multidisciplinare (mmg, reumatologo, fisiatra, ortopedico, oculista, neurologo,

cardiologo, infermiere di prossimità ecc.) che definisca una serie di PDTA legati

alle patologie reumatologiche (Artriti, spondiloartriti, AR, Sclerodermie, Lupus,

connettivi, ecc,) da implementare sul Territorio. Purtroppo riscontriamo

nell’Atto Aziendale una assenza di riferimenti alle norme regionali (L.R. 11/2004

Obiettivo salute3.7, Le Malattie Reumatiche, DCA 30/16, DCA 119/17 e DCA

88/19) e la mancata attuazione della Rete Reumatologica Regionale (DCA

119/17). Inoltre una delle criticità da superare per la realizzazione di una

risposta efficace alle problematiche delle malattie reumatiche è dovuta alla

carenza di reumatologi per cui proponiamo la presenza di 1 reumatologo in

ogni Unità Complessa di Cure Primarie (UCCP) dell’ASP.

10) La “RETE Ospedaliera”

Riscontriamo, purtroppo, che il Decreto del Ministero della Salute del 2 aprile

2015, n° 70 “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e

quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” e il DCA n°64/2016 di

approvazione della “ Rete Ospedaliera”, ancora una volta, non sono applicati

nel Servizio Sanitario Regionale e nell’ Azienda Sanitaria di Cosenza, infatti la

dotazione complessiva di posti letto in Calabria risulta pari a 2,82 per 1.000

residenti: la dotazione per le acuzie è di 2,36 per 1.000 residenti, quella per post

acuzie è pari a circa lo 0,46 per 1.000 residenti.

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Chiediamo, con forza, che sia applicato, non sulla carta, almeno, il DCA 64/2016

che prevede una dotazione complessiva di posti letto pari al 3,28 per 1.000

residenti garantendo il ruolo centrale della spedalità pubblica e una equa

distribuzione dei posti letto nella provincia. Già troppo tempo si è perduto nella

applicazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito che fossero

riattivati i Presidi Ospedalieri di Trebisacce e Praia a Mare, chiediamo con forza

che siano riattivati subito! Inoltre riteniamo importante che la riorganizzazione

della “Rete Ospedaliera” integri tra di loro gli ospedali.

11) Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA)

Il Decreto Legge n°34/2020 prevedeva che fosse attivata 1 USCA ogni 50.000

residenti, inspiegabilmente l’Ordinanza n°25 del 29/03/2020 del Presidente

della Giunta ha previsto per l’ASP di Cosenza 11 USCA contro le 12 dell’ASP di

Reggio Cal. Anche alla luce degli oltre 7.000 cosentini in “Isolamento

Domiciliare” e dei compiti assegnati alle USCA, chiediamo che siano attivate 14

USCA ben distribuite nel Territorio.

12) La tutela della salute degli anziani

Nell’Atto Aziendale manca un disegno complessivo ed unitario di rinnovamento

del sistema dei servizi con una visione alternativa di prossimità della sanità

territoriale; infatti non viene scalfito il modello fondato sul ricovero nelle RSA,

nonostante questo modello abbia mostrato enormi limiti, in special modo, in

questo momento pandemico. Questa tipologia assistenziale spesso non

risponde ai bisogni di salute degli anziani e, inoltre, ha costi elevati con rette

altissime che possono essere convertite in investimenti su servizi che

garantiscano la qualità delle prestazioni con equipe multiprofessionali che

curino la persona nel proprio contesto di vita con il sostegno dei servizi

domiciliari e territoriali. Pertanto le RSA non possono rappresentare l’unica

risposta, ma al fine di mantenere l’anziano in famiglia deve essere potenziata

l’Assistenza Semiresidenziale tramite l’attivazione di “Centri Diurni” ben

distribuiti sul Territorio. Inoltre è necessario programmare tutti quegli

interventi che possono favorire un “invecchiamento attivo” per migliorare il

benessere psicofisico della persona. Infine, tenendo conto del “PNRR” bisogna

che l’atto aziendale si rapporti, sin d’ora, con le future “Case della Comunità”

realizzando una forte integrazione fra gli operatori sanitari e le Istituzioni, fra

sociale e sanità con un coinvolgimento delle famiglie, delle Associazioni di

volontariato e delle parti sociali perché si attivi un “controllo sociale”

sull’organizzazione e sulla qualità delle prestazioni erogate.

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13) I 5 Distretti

Non convince la proposta di ridurre il numero dei Distretti istituendo il Distretto

Unico dello Jonio tenuto conto di una popolazione di 166.691 abitanti, delle

condizioni orografiche dei 38 Comuni afferenti e soprattutto dei 120 Km di

viabilità di collegamento (Statale 106) altamente a rischio di mortalità e

incidentalità. Inoltre ricordiamo che il Distretto è una articolazione territoriale

dell’Azienda che deve garantire alla popolazione residente l’accesso ai servizi e

alle prestazioni di tipo sanitario e sociosanitario secondo criteri di

appropriatezza, equità e, soprattutto, di accessibilità che in questo caso non è

pienamente garantita. Pertanto chiediamo il mantenimento dei 6 Distretti con

una nuova delimitazione territoriale.

14) La “Rete di Radiologia”

La chiusura di molti ospedali nell’Asp di Cosenza ha comportato, tra l’altro, la

scomparsa dei Servizi di radiologia incrementando il privato accreditato;

poiché, finalmente c’è una nuova attenzione (PNRR/ Ospedali di Comunità)

verso la sanità territoriale è fondamentale garantire i nodi di una “Rete

Radiologica” con alcuni punti di forza in apparecchiature e personale presso la

Casa della Salute di San Marco Argentano, i presidi ospedalieri di Rossano-

Corigliano e Cetraro, inoltre troviamo inspiegabile che la radiologia della Casa

della Salute di Cariati, pur avendo 2 ecografi, 1 mammografo, 1

ortopantomografo ed altre apparecchiature, per carenza di personale sia

praticamente inutilizzata . Quando parliamo di “Rete” non possiamo non

pensare al sistema RIS/PACS che in una Regione di 1 milione e 900 mila abitanti

dovrebbe essere da tempo una unica realtà, se desideriamo affrontare il futuro

ormai imminente di una medicina sempre più personalizzata e di precisione,

con l’applicazione della intelligenza artificiale a servizio di un modello di sanità

digitale.

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*SCHEMA DI FUNZIONAMENTO Consulta

Con riferimento alle funzioni richiamate al punto 1) la Consulta, ha il compito

di verificare il grado di coinvolgimento delle Aziende nel miglioramento della

qualità della comunicazione col cittadino nei seguenti ambiti:

- attuazione di metodologie di rilevazione della qualità dal lato dell'utente,

anche attraverso formalizzati collegamenti con I'URP;

- realizzazione di iniziative di rilevazione della soddisfazione dell'utenza;

- realizzazione di iniziative di educazione e promozione della salute e di

protezione dal rischio;

- l'attuazione di proposte di miglioramento conseguenti all'analisi e la

valutazione dei processi aziendali che determinano insoddisfazione

dell'utenza;

- aggiornamento della Carta dei Servizi aziendale e mantenimento degli

impegni assunti dall'Azienda nella Carta dei Servizi.

Al fine di adempiere alle proprie funzioni la Consulta sviluppa le seguenti azioni:

- esame di documenti e normativa,

- espressione di pareri

- attivazione di gruppi di lavoro ad obiettivo

- confronto con esperti

- partecipazione ad attività formative interne o rivolte ad utenti

- promozione e realizzazione di incontri con i cittadini sui progetti della

Consulta e sui risultati raggiunti con la propria attività

- partecipazione alla definizione dei bisogni di salute della popolazione e alla

progettazione di servizi

- partecipazione ad attività aziendali di indagine della soddisfazione dei

cittadini;

- promozione e realizzazione di attività di verifica autogestite (indicatori ex

art. 14, impegni Carta dei servizi ecc.)

- partecipazione al monitoraggio dei segnali di disservizio e rilevazione di

criticità emergenti

- proposte di progetti di miglioramento e collaborazione alla loro

realizzazione

- promozione di progetti di umanizzazione dei servizi

- partecipazione alla definizione, alla rilevazione e all'analisi di indicatori

aziendali per la valutazione della qualità dal lato dell'utente.

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Per la realizzazione delle attività programmate può essere richiesto il supporto

dei servizi aziendali. Tutti i membri della Consulta sono tenuti a collaborare alla

piena attuazione delle decisioni assunte.

Piano annuale delle attività

La/Il Presidente elabora entro un mese dall'insediamento, e successivamente entro il primo

trimestre di ogni anno, il piano annuale delle attività da svolgere che viene sottoposto

all'approvazione della Consulta. Il piano è suscettibile di modifiche in caso di necessità e

viene trasmesso alla/al Direttore del Distretto o alla/al Direttore generale aziendale.

Composizione

Ai sensi dell… la composizione della Consulta deve prevedere una partecipazione

maggioritaria di componenti appartenenti ad associazioni di volontariato e di difesa dei

diritti degli utenti, operanti in campo sanitario e sociosanitario, iscritte al Registro Provinciale

e/o Regionale del Volontariato, o comunque riconosciute da Enti Istituzionali, e la

partecipazione di membri designati dall'Azienda sanitaria, scelti tra il personale sanitario e

amministrativo.

È opportuno che nella componente aziendale della Consulta sia sempre presente la/il

responsabile dell'URP per facilitare la realizzazione dei progetti proposti dalla Consulta ed

accolti dall'azienda.

Deve essere assicurata la partecipazione di una/un Medico di medicina Generale/Pediatra di

libera scelta e di una/un rappresentante della/del Sindaco o della Conferenza sociale e

sanitaria territoriale.

La composizione può inoltre essere integrata prevedendo la partecipazione di ulteriori

organizzazioni in difesa dei diritti degli utenti radicate sul territorio, esperti o rappresentati

dei cittadini per la trattazione di argomenti specifici.

Sulla base di valutazioni di opportunità, effettuate congiuntamente dalla Direzione aziendale

distrettuale e dalla Consulta possono partecipare alle attività del Consulta esperte/i con

competenza specifica in materia di volontariato, di qualità dei servizi, di informazione e

comunicazione.

Componenti appartenenti al volontariato/difesa dei diritti

Le/I componenti effettivi o supplenti devono:

- essere individuati fra le/i socie/i di associazioni che dimostrino, in modo documentabile, la

loro attività in campo sanitario e/o socio sanitario;

- essere proposte/i dalle rispettive associazioni secondo modalità concordate a livello

aziendale;

Non possono far parte della Consulta per la parte del volontariato/difesa dei diritti coloro

che:

- hanno rapporti di lavoro, a qualsiasi titolo, o rapporti economici personali con l'Azienda

sanitaria presso cui è istituito la Consulta;

- sono stati elette/i in organi istituzionali;

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- pur appartenendo al volontariato/difesa dei diritti sono dirigenti, amministratore/i,

collaboratrici/ori di Aziende sanitarie regionali, di IRCCS di diritto pubblico, di strutture

sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private.

Nomina dei componenti della Consulta

Le/I componenti effettive/i o supplenti appartenenti al volontariato o ad organizzazioni di

difesa dei diritti delle e degli utenti sono designati dalle rispettive organizzazioni di

appartenenza. Le designazioni sono trasmesse formalmente alla/al Direttore generale

aziendale/Direttore del distretto.

I componenti effettivi o supplenti di parte pubblica sono nominati dal Direttore generale,

Direttore del distretto.

La/ il Direttore generale/Direttore del distretto nomina con proprio atto la Consulta nelle

sue due componenti: la parte del volontariato/difesa di diritti e la parte pubblica.

Sono organi della Consulta la/il Presidente e la/il Vice Presidente:

la/il Presidente deve essere individuato fra i rappresentanti del volontariato,

la/il Vice Presidente viene individuato fra tutti i componenti.

La Consulta può costituire un Consiglio di Presidenza composto da Presidente, Vice

Presidente e tre componenti per deliberare su argomenti urgenti con successiva ratifica da

parte della Consulta.

Elezione, durata degli incarichi e decadenza degli organi

Elezione

Nella seduta di insediamento, convocata dalla/dal Direttore generale/Direttore del distretto

dell'Azienda sanitaria o loro delegati, vengono eletti la/il Presidente e la/il Vice Presidente,

di norma con voto diretto segreto, a maggioranza semplice delle degli aventi diritto al voto

(componenti effettivi).

Durata in carica

Le cariche di Presidente e Vice Presidente hanno durata biennale salvo volontarie dimissioni

e sono rinnovabili una sola volta.

Revoca e decadenza degli organi

La Consulta può revocare gli incarichi della/del Presidente e/o della/del Vicepresidente in

apposita seduta, su proposta di almeno 2/3 dei componenti effettivi.

L'incarico è revocato con le stesse modalità previste per l'elezione: di norma con voto diretto

segreto, a maggioranza semplice degli aventi diritto al voto (componenti effettivi).

La/Il Presidente e la/il Vice Presidente decadono anche per revoca di rappresentanza da

parte delle organizzazioni di appartenenza.

Decadenza e ricostituzione della Consulta

La Consulta decade in caso di dimissioni della metà delle/dei suoi componenti effettivi o per

altre motivazioni specificatamente individuate e definite dal regolamento aziendale.

L’Azienda/distretto deve provvedere alla ricostituzione della Consulta decaduto.

Page 13: PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA

Rinnovo della Consulta

Per consentire I'ingresso di nuove energie ed esperienze il regolamento deve prevedere i

tempi per il rinnovo dell'intero Consulta, (ad es. ogni 3 anni).

Durata in carica e decadenza della/del componente

Il regolamento può definire la durata dell'incarico della/del componente della Consulta. È

utile definire il numero massimo dei mandati (ad esempio "L'incarico di componente ha

durata triennale salvo volontarie dimissioni ed è rinnovabile tino ad un massimo di tre

mandati").

Decadenza deIla/del componente

La/il componente che non partecipa alle riunioni e alle attività della consulta decade

dall'incarico. Il Regolamento aziendale deve indicare il numero massimo di assenze senza

giustificato motivo che comporta la decadenza, es. (5 assenze non giustificate). La/il

componente del Consulta decade anche per revoca di rappresentanza da parte

dell'organizzazione di appartenenza che I'ha nominato.

La/il componente decaduto deve essere sostituito.

Modalità di funzionamento

Segreteria: le funzioni di segreteria sono svolte da una/un collaboratore incaricato dalla

Direzione generale aziendale/Direzione del distretto. In particolare sono compiti della

segreteria la trasmissione delle convocazioni delle riunioni e delle comunicazioni, la tenuta

degli archivi, la compilazione dei verbali, la predisposizione di materiali occorrenti per i lavori

della Consulta, I'individuazione dei locali necessari allo svolgimento delle attività del

Consulta. La segreteria provvede, a cadenza almeno semestrale, agli adempimenti relativi ai

rimborsi, se dovuti, delle spese vive sostenute per la partecipazione alle sedute della

consulta e ad altre attività a carattere istituzionale rientranti nelle attività di competenza, se

adeguatamente documentate

Convocazione deIIe riunioni

La Consulta si riunisce su convocazione del Presidente/Vice presidente e, comunque, ogni

___ mesi. Può essere convocato altresì su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti.

Le convocazioni sono trasmesse dalla segreteria per iscritto (via mail) con almeno 10 gg. di

preavviso e con un preciso ordine del giorno; in caso di questioni urgenti o straordinarie, le

convocazioni avverranno con preavviso ridotto (3gg.) e secondo le modalità indicate dal

Consiglio di Presidenza (se costituito) oppure da ogni singolo componente (es. tramite

telefonata).

Alle riunioni della Consulta possono partecipare i componenti supplenti in sostituzione dei

componenti effettivi che abbiano comunicato alla segreteria, entro ____(stabilire un

congruo termine), l’impossibilità a presenziare. La mancata comunicazione di impedimento

entro il termine stabilito equivale ad assenza senza giustificato motivo.

Validità delle riunioni. Le riunioni sono valide in la convocazione con la presenza della metà

più uno dei componenti effettivi o supplenti, in 2a convocazione con la presenza di almeno

un terzo dei componenti stessi.

Page 14: PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA

Verbale La segreteria cura la stesura del verbale, che deve essere redatto, in forma sintetica,

per ogni seduta. Nel verbale sono riportati: i presenti, gli assenti, gli assenti giustificati, gli

eventuali supplenti; gli argomenti all'ordine del giorno e le relative posizioni (suggerimenti e

proposte) assunte dalla Consulta. La Consulta, nella riunione successiva, approva il verbale,

che viene firmato dal Presidente e dalla Segreteria e da questa trasmesso alla Direzione

generale aziendale/distrettuale, per le valutazioni e gli eventuali provvedimenti di

competenza.

Gruppi di lavoro. II regolamento prevede la possibilità di costituire gruppi di lavoro su

tematiche specifiche. Le modalità di funzionamento del gruppo di lavoro saranno stabilite al

momento del suo insediamento.

Rispetto della riservatezza I componenti della Consulta sono tenuti al rispetto della

riservatezza sui dati di cui venissero a conoscenza nell'esercizio delle loro funzioni.

Comunità Competente

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Hanno collaborato alla stesura del documento:

Rubens Curia – Comunità Competente

Marina Simonetti – WWW_lacalabriavistadalledonne

Emira Chimenti – WWW_lacalabriavistadalledonne

Bianca Rende – WWW_lacalabriavistadalledonne

Angela Costabile – WWW_lacalabriavistadalledonne

Antonietta Giordano – WWW_lacalabriavistadalledonne

D.ssa Serafina Lavigna – WWW_lacalabriavistadalledonne

Maria Francesca Amendola - Società italiana alcologia sezione Calabria

Giacomina Durante – APMARR Ass. persone con malattie reumatiche e rare

Adriana De Luca - Associazione Gli altri dopo di noi-ODV

Giorgio Marcello - Associazione San Pancrazio

Massimo Gelli - Cooperativa Sociale R-accogliere

Piero Piersante - Associazione Per una nuova etica pubblica G. Dossetti

Elena Hoo - Associazione Auser - Università Popolare di Rende

Mario Viola - Comitato per la salute pubblica Esaro/Pollino

Stefania Fratto - Associazione Donne e Diritti

Sandra Innocente – Coop. Sociale Strade di casa

Silvia Puntillo – Associazione Regionale “Dall’osterica”

Nadia Gambilongo – Giardini di Eva – Mediterranean Media

Dr Renzo Bonofiglio

Dr Carlo Zanolini