promilone

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Dalle orazioni 349 L’uccisione di Clodio. Il 18 gennaio del 52 a.C., probabilmente all’hora nona, cioè intorno alle 14.30 (così afferma nel suo commento Asconio Pediano, che si fonda sugli atti del processo, men- tre Cicerone posticipa il fatto di due ore), sulla Via Appia, nei pressi di Boville, si scontrano le bande armate di Publio Clodio Pulcro, popularis candidato alla pretura, da anni avversario di Cicerone, e di Tito Annio Milone, ottimate di ori- gine lanuvina candidato al consolato, amico di Cicerone. Lo scontro fra Clodio e Milone si inqua- dra all’interno della più ampia opposizione fra il partito popolare e quello aristocratico-con- servatore: Clodio, vicino a Cesare, sosteneva in- fatti un programma favorevole alla plebe urbana, mentre Milone era appoggiato da un Pompeo che in questi anni si era riavvicinato al senato. Nello scontro, provocato dai gladiatori che chiu- devano la comitiva di Milone, Clodio rimane ucci- so per mano dei servi di quello. Il suo cadavere, portato a Roma dai clodiani, fu arso nella Curia (la sede del senato), alla quale fu pure dato fuo- co. Entrambi i fatti (l’uccisione di Clodio e l’in- cendio della Curia) furono dichiarati contra rem publicam dal senato, che proclamò lo sta- to d’emergenza. La strategia dif ensiva di Cicer one. L’8 aprile del 52 ebbe luogo il processo contro Milone, imputato dell’uccisione di Clodio, davanti a una quaestio de vi (tribunale per i reati di violenza) straordi- naria, sotto la vigilanza di un presidio armato e tra gli schiamazzi dei clodiani. Cicerone impostò la li- nea difensiva sul principio della leggittima di- fesa, non negando che Milone avesse ucciso Clodio (almeno per mano dei suoi servi), ma pre- sentando il fatto come la reazione a un agguato premeditato e predisposto dall’avversario: per fa- re ciò, non esitò a deformare in certi punti la realtà dei fatti (l’ora del delitto, l’uccisione di Clodio nel vivo della rissa e non, come asserirono i testimoni, nei pressi di una taberna dove, già fe- rito, si era rifugiato). La tesi era difficile da dimo- strare, e per giunta Cicerone fu forse condiziona- to dal clima intimidatorio in cui si svolse il proces- so, ma sul suo esito pesò soprattutto la volontà di Pompeo, allora consul sine collega, di giungere a una condanna dell’imputato. Milone fu giudica- to colpevole di omicidio (con 38 voti contro 13) e condannato all’esilio perpetuo. GLI EVENTI Uno scontro tra fazioni contrapposte Clodio insidia Milone ma ne resta vittima La narratio della Pro Milone si apre con la caratterizzazione morale di Clodio, presentato come un pericoloso mestatore che, pur di realizzare il proprio disegno eversivo, non esita a programmare l’assassinio del suo principale avversario politico, Milone, che invece è descritto come il modello dell’onesto cittadino e del buon politico (parr. 24-26). Segue (parr. 27-29) la descrizione dello scontro sulla Via Appia: la responsabilità dell’agguato è rovesciata su Clodio e la sua uccisione, su cui l’oratore sorvola, è presentata come un imprevisto dovuto alla corag- giosa reazione dei servi di Milone. La linea difensiva adottata da Cicerone combina dunque la translatio criminis, ossia il trasferimento della colpa dall’imputato alla vittima (l’insidiator non fu Milone, bensì Clodio) e la remotio criminis (a uccidere materialmente Clodio furono i servi di Milone), cioè l’adde- bitamento del capo d’imputazione a terza persona. Pro Milone 24-30 L A T I N O P. Clodius, cum statuisset omni scelere in praetura vexare rem publicam vi- deretque ita tracta esse comitia anno superiore ut non multos mensis praetu- 24. in praetura: «duran- te la sua pretura», stato in luogo figurato. Clodio si era candidato per la pre- tura nell’anno 52 a.C., de- ciso ad approfittare di quella carica per sovverti- re le istituzioni. - tracta esse: «erano stati ritarda- ti, rinviati». Nell’anno 54, a causa dei disordini pub- blici, non si erano potuti tenere i comizi per elegge- re i magistrati dell’anno 53: le elezioni ebbero luo- go nell’estate del 53 per i restanti mesi di quello stesso anno; Milone pre- ferì rinunciare. - superio- re: «precedente». - ut non... posset: «che non avrebbe potuto esercitare la pretura per molti mesi», proposizione consecutiva introdotta da ita tracta es- se. - multos mensis: ac- cusativo di tempo conti- nuato (mensis = menses). 24

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Page 1: promilone

Dalle orazioni 349

L’uccisione di Clodio. Il 18 gennaio del 52 a.C.,probabilmente all’hora nona, cioè intorno alle14.30 (così afferma nel suo commento AsconioPediano, che si fonda sugli atti del processo, men-tre Cicerone posticipa il fatto di due ore), sullaVia Appia, nei pressi di Boville, si scontrano lebande armate di Publio Clodio Pulcro, populariscandidato alla pretura, da anni avversario diCicerone, e di Tito Annio Milone, ottimate di ori-gine lanuvina candidato al consolato, amico diCicerone. Lo scontro fra Clodio e Milone si inqua-dra all’interno della più ampia opposizione fra ilpartito popolare e quello aristocratico-con-servatore: Clodio, vicino a Cesare, sosteneva in-fatti un programma favorevole alla plebe urbana,mentre Milone era appoggiato da un Pompeo chein questi anni si era riavvicinato al senato.Nello scontro, provocato dai gladiatori che chiu-devano la comitiva di Milone, Clodio rimane ucci-so per mano dei servi di quello. Il suo cadavere,portato a Roma dai clodiani, fu arso nella Curia(la sede del senato), alla quale fu pure dato fuo-co. Entrambi i fatti (l’uccisione di Clodio e l’in-cendio della Curia) furono dichiarati contrarem publicam dal senato, che proclamò lo sta-to d’emergenza.

La strategia difensiva di Cicerone. L’8 aprile del52 ebbe luogo il processo contro Milone, imputatodell’uccisione di Clodio, davanti a una quaestiode vi (tribunale per i reati di violenza) straordi-naria, sotto la vigilanza di un presidio armato e tragli schiamazzi dei clodiani. Cicerone impostò la li-nea difensiva sul principio della leggittima di-fesa, non negando che Milone avesse uccisoClodio (almeno per mano dei suoi servi), ma pre-sentando il fatto come la reazione a un agguatopremeditato e predisposto dall’avversario: per fa-re ciò, non esitò a deformare in certi punti larealtà dei fatti (l’ora del delitto, l’uccisione diClodio nel vivo della rissa e non, come asserironoi testimoni, nei pressi di una taberna dove, già fe-rito, si era rifugiato). La tesi era difficile da dimo-strare, e per giunta Cicerone fu forse condiziona-to dal clima intimidatorio in cui si svolse il proces-so, ma sul suo esito pesò soprattutto la volontà diPompeo, allora consul sine collega, di giungere auna condanna dell’imputato. Milone fu giudica-to colpevole di omicidio (con 38 voti contro 13) econdannato all’esilio perpetuo.

GLI EVENTI

Uno scontrotra fazionicontrapposte

Clodio insidia Milone ma ne resta vittima

� La narratio della Pro Milone si apre con la caratterizzazione morale di Clodio, presentatocome un pericoloso mestatore che, pur di realizzare il proprio disegno eversivo, non esita aprogrammare l’assassinio del suo principale avversario politico, Milone, che invece è descrittocome il modello dell’onesto cittadino e del buon politico (parr. 24-26). Segue (parr. 27-29) ladescrizione dello scontro sulla Via Appia: la responsabilità dell’agguato è rovesciata su Clodioe la sua uccisione, su cui l’oratore sorvola, è presentata come un imprevisto dovuto alla corag-giosa reazione dei servi di Milone.

� La linea difensiva adottata da Cicerone combina dunque la translatio criminis, ossia iltrasferimento della colpa dall’imputato alla vittima (l’insidiator non fu Milone, bensì Clodio)e la remotio criminis (a uccidere materialmente Clodio furono i servi di Milone), cioè l’adde-bitamento del capo d’imputazione a terza persona.

Pro Milone24-30

L A T I N O

P. Clodius, cum statuisset omni scelere in praetura vexare rem publicam vi-deretque ita tracta esse comitia anno superiore ut non multos mensis praetu-

24. in praetura: «duran-te la sua pretura», stato inluogo figurato. Clodio siera candidato per la pre-tura nell’anno 52 a.C., de-ciso ad approfittare di

quella carica per sovverti-re le istituzioni. - tracta

esse: «erano stati ritarda-ti, rinviati». Nell’anno 54,a causa dei disordini pub-blici, non si erano potuti

tenere i comizi per elegge-re i magistrati dell’anno53: le elezioni ebbero luo-go nell’estate del 53 per irestanti mesi di quellostesso anno; Milone pre-

ferì rinunciare. - superio-

re: «precedente». - ut

non... posset: «che nonavrebbe potuto esercitarela pretura per molti mesi»,proposizione consecutiva

introdotta da ita tracta es-

se. - multos mensis: ac-cusativo di tempo conti-nuato (mensis = menses).

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Cicerone350

AUTO

RE

ram gerere posset, qui non honoris gradum spectaret, ut ceteri, sed et L.Paulum conlegam effugere vellet, singulari virtute civem, et annum integrumad dilacerandam rem publicam quaereret, subito reliquit annum suum sese-que in proximum transtulit, non, ut fit, religione aliqua, sed ut haberet, quodipse dicebat, ad praeturam gerendam, hoc est ad evertendam rem publicam,plenum annum atque integrum. Occurrebat ei mancam ac debilem praetu-ram futuram suam consule Milone; eum porro summo consensu populiRomani consulem fieri videbat. Contulit se ad eius competitores, sed ita to-tam ut petitionem ipse solus etiam invitis illis gubernaret, tota ut comitiasuis, ut dictitabat, umeris sustineret. Convocabat tribus, se interponebat,Collinam novam dilectu perditissimorum civium conscribebat. Quanto illeplura miscebat, tanto hic magis in dies convalescebat. Ubi vidit homo ad om-ne facinus paratissimus fortissimum virum, inimicissimum suum, certissi-mum consulem, idque intellexit non solum sermonibus, sed etiam suffragiis

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- qui non... spectaret:

«poiché non aspirava»,proposizione relativa im-propria con valore causa-le, come le successive et...

vellet... et... quaereret,tutte dipendenti dal pro-nome qui riferito aClodio. - honoris gra-

dum: la pretura era unadelle cariche più elevatedel cursus honorum, in-feriore solo al consolato ealla censura. - L. Paulum:

Lucio Emilio Paolo, di si-cura fede conservatrice,fu appunto pretore nel 53(nel 50 sarà console). –conlegam effugere:

«evitare (di avere) comecollega». - ad dilaceran-

dam rem publicam: ri-prende il concetto giàespresso da vexare rem

publicam. - annum

suum: suum è inteso nelsenso di suae petitionis,quindi «anno della suacandidatura». Clodio, cheera stato edile nel 56, inbase alla lex Villia anna-

lis, che stabiliva l’età mi-nima per le magistrature egli intervalli minimi ditempo tra l’una e l’altra,avrebbe potuto diventarepretore al più presto nel53. Questo era dunque il«suo anno». - seseque:

cioè la sua candidatura. -in proximum: sott. an-

num. - ut fit: proposizio-ne incidentale. - religio-

ne aliqua: «per qualchescrupolo religioso». -

quod... dicebat: proposi-zione relativa incidentale.

- hoc est... rem publi-

cam: è l’ironica interpre-tazione che ne dàCicerone, ribadendo perla terza volta, e con un si-nonimo ancora diverso,quanto già sopra afferma-to (vexare rem publi-

cam... ad dilacerandam

rem publicam). - ple-

num annum atque inte-

grum: è qui ripresa l’e-spressione di inizio para-grafo annum integrum.25. Occurrebat ei: «Siaffacciava alla sua menteil pensiero», cioè «Perce-piva». - mancam ac debi-

lem: «monca e fiacca», èmetafora fisiologica. -

praeturam futuram

suam: sottinteso esse; èiperbato per praeturam

suam futuram. - consu-

le Milone: «se (contem-poraneamente) fosse sta-to console Milone», ablati-vo assoluto con valore ipo-tetico. - porro: «d’altraparte». - summo consen-

su populi Romani: dun-que con una maggioranzaplebiscitaria. L’esagera-zione serve a contrappor-re Milone, espressionedella volontà popolare (edunque della legalità re-pubblicana), alle mireeversive di Clodio. Si badi,comunque, che populus

non si identifica conplebs, bensì designa l’in-sieme della cittadinanza. -Contulit... competito-

res: «Si accordò, entrò incombutta con i suoi com-petitori». I competitori di

Milone al consolato eranoQuinto Metello Scipione,suocero di Pompeo, ePublio Plauzio Ipseo. -ita... ut... gubernaret:

«a patto che tutta la com-petizione elettorale lui so-lo la dirigesse, anche con-tro il loro volere». La pro-posizione consecutiva hain questo caso valore re-strittivo. - totam ut peti-

tionem: l’iperbato (per ut

totam petitionem) mettel’enfasi, attraverso l’antici-pazione, sull’attributo po-nendo in evidenza, ancheattraverso l’antitesi consolus, il protagonismo di-spotico di Clodio. - peti-

tionem: richiama compe-

titores, cui è legato da fi-gura etimologica. - invitis

illis: ablativo assoluto. -tota ut... sustineret:

frase consecutiva restritti-va, parallela alla prece-dente anche nell’iperbato(per ut tota comitia). Ledue frasi si richiamano al-tresì attraverso il polipto-to anaforico totam... tota

e l’omeoteleuto guberna-

ret... sustineret. - ut dic-

titabat: «come andava ri-petendo». La frase inci-dentale, spezzando il sin-tagma suis umeris, enfa-tizza il possessivo. Il verbodictito è frequentativo didicto, a sua volta intensi-vo di dico. - umeris su-

stineret: metafora di usocomune, ma che qui ponein risalto l’impegno messoda Clodio nell’agone poli-tico. - Convocabat... se

interponebat... conscri-

bebat: le tre brevi frasi,coordinate per asindeto,rappresentano efficace-mente l’indefesso attivi-smo di Clodio. A ciò con-corre l’uso dell’imperfetto,che sottolinea l’aspettodurativo e ripetitivo delleazioni descritte. - Convo-

cabat tribus: non l’as-semblea delle tribù (co-

mitia tributa), ma le sin-gole tribù. Faceva dunqueun uso distorto dello ius

cum populo in comitiis

tributis agendi, spettan-te ai magistrati superiori(tra l’altro in quel momen-to Clodio non era magi-strato). Le tribù (al tempodi Cicerone 4 urbanae e31 rusticae) erano circo-scrizioni della popolazioneromana, istituite da ServioTullio (578-535 a.C.) sullabase del domicilio. - se in-

terponebat: «si mettevain mezzo», cioè «faceva datramite» tra i candidati ele tribù, evidentementecercando di corromperle.- Collinam... conscribe-

bat: «Formava una nuovatribù Collina con l’arruola-mento dei cittadini piùscellerati». La Collina

era, insieme alla Subu-

rana, alla Palatina e al-l’Esquilina, una dellequattro tribù urbane, cheprendevano nome dalla lo-ro ubicazione. Il senso delpasso è che Clodio avevaprofondamente trasforma-to la tribù Collina ingros-sandone le fila con ele-

menti della peggior risma;secondo altri studiosi,questo ingrossamento neavrebbe addirittura resonecessario lo sdoppiamen-to: in tal caso, Collina no-

va si opporrebbe a unaCollina vetus. - Quan-

to... miscebat: «Quantipiù intrighi quello ordiva».- ille: cioè Clodio. - plu-

ra: comparativo neutrosostantivato. - tanto...

convalescebat: «tantopiù forte diventava questodi giorno in giorno». Lafrase, correlata alla prece-dente dall’avverbio tanto,presenta una struttura aessa parallela (comparati-vo; pronome dimostrativoin funzione di soggetto econ figura di antitesi; im-perfetto durativo conomeoteleuto -ebat), atta afar risaltare l’effetto con-troproducente dell’attivi-smo di Clodio. - hic: cioèMilone. - Ubi: «Quando».Regge vidit e intellexit. -vidit: «si avvide». Il verboè anticipato, così da giu-stapporre per antitesi ilsuo soggetto (homo... pa-

ratissimus) a fortissi-

mum virum. - homo...

virum: l’antitesi homo/vi-

rum (corrispondente allacoppia Clodio/Milone) èenfatizzata dal chiasmo. -fortissimum... consu-

lem: «che quell’uomo co-raggiosissimo, suo acerri-mo nemico, sarebbe conassoluta certezza divenutoconsole». Ma la frase lati-na, ellittica del verbo (si

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Dalle orazioni 351

populi Romani saepe esse declaratum, palam agere coepit et aperte dicereoccidendum Milonem. Servos agrestis et barbaros, quibus silvas publicas de-populatus erat Etruriamque vexarat, ex Appennino deduxerat, quos videba-tis. Res erat minime obscura. Etenim dictitabat palam consulatum Miloni eri-pi non posse, vitam posse. Significavit hoc saepe in senatu, dixit in contione;quin etiam M. Favonio, fortissimo viro, quaerenti ex eo qua spe fureretMilone vivo, respondit triduo illum aut summum quadriduo esse periturum;quam vocem eius ad hunc M. Catonem statim Favonius detulit. Interim cumsciret Clodius – neque enim erat id difficile scire a Lanuvinis – iter sollemne,legitimum, necessarium ante diem XIII Kalendas Februarias Miloni esseLanuvium ad flaminem prodendum, quod erat dictator Lanuvi Milo, Roma

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può sottintendere fore),accosta efficacementesoggetto, apposizione epredicato in una sequenzadi superlativi enfatici. - id-

que: id ha qui valore epa-nalettico ed è soggettodell’infinito esse declara-

tum, retto da intellexit. -non solum... suffragiis:

osserva l’insistente allitte-razione della s, poi com-pletata da saepe. - suffra-

giis: «dai voti». Si riferi-sce alle votazioni dei co-mizi centuriati per l’ele-zione dei consoli, più volte(vd. saepe) interrotte dal-le violenze dei clodianiquando si profilava la vit-toria di Milone. - palam

agere... aperte dicere:

«ad agire alla luce del solee a dire apertamente». Idue avverbi sinonimici in-dicano il mutamento in-tervenuto nella strategiadi Clodio, che dall’intrigoocculto passa all’intimida-zione e all’azione palese. -occidendum Milonem:

sott. esse. La perifrasticapassiva presenta l’elimina-zione di Milone come unanecessità oggettiva.26. Servos... deduxerat:

«Aveva fatto scenderedall’Appennino schiavirozzi e barbari, con i qualiaveva devastato i boschidemaniali e l’Etruria». -quibus: ablativo di mezzo(anziché per quos), inquanto lo schiavo è giuri-dicamente res mancipii,un oggetto di cui si eserci-ta il possesso. - silvas pu-

blicas: si tratta dei boschiintorno a Roma, facentiparte dell’ager publicus espesso dati in concessione

a privati. - Etruriamque:

la regione dell’Italia cen-trale, a nord di Roma, do-ve era fiorita la civiltàetrusca. Lì Clodio posse-deva dei terreni e tenevabande di schiavi che com-pivano scorrerie a dannodei vicini. Cicerone ritor-na più volte su questoaspetto nel corso dell’ora-zione (cfr. parr. 50, 55, 74,87). - vexarat: forma sin-copata per vexaverat. -quos: sta per et eos; ri-prende quibus in anaforae poliptoto variandone ilcaso. - minime: «per nul-la». - dictitabat: frequen-tativo di dicto (cfr. par.25). - consulatum... non

posse, vitam posse: l’an-titesi delle due oggettive,giustapposte per asindeto,è enfatizzata dalla ripeti-zione del verbo (posse) inepifora. - Significavit...

in senatu, dixit in con-

tione: osserva il paralleli-smo sintattico delle duefrasi, coordinate per asin-deto, e l’omeoteleuto deiverbi in klimax: dall’allu-sione davanti ai senatori sipassa alla dichiarazioneesplicita davanti al popo-lo. - Significavit: «Lasciòintendere». - in contio-

ne: «nell’assemblea». -quin etiam: «e anzi». -M. Favonio: unisci a re-

spondit. Si tratta di unconservatore, amico diCicerone e sostenitore diCatone Uticense, questoreprima del 59 a.C., succes-sivamente quaesitor de

sodaliciis, cioè presiden-te del tribunale perma-nente (quaestio perpe-

tua) che giudicava sulle

associazioni illecite. Saràpoi edile (nel 52) e preto-re (nel 49); si schiereràcon Pompeo nella guerracivile (49-48 a.C.), quindicon i cesaricidi: catturatoa Filippi, sarà messo amorte da Ottaviano (nel42). - fortissimo viro:

l’oratore non risparmia glielogi agli avversari diClodio. - ex eo: cioè aClodio. - qua spe... vivo:

«con quale speranza siagitasse come un forsen-nato finché era vivoMilone». - qua spe fure-

ret: interrogativa indiret-ta dipendente da quae-

renti. Il verbo furere ap-partiene, come il sostanti-vo furor, alla semanticadella follia e nel lessicopolitico designa l’attivismofrenetico di chi cerca diottenere il potere anchecon mezzi illeciti (vd. Le

parole e le cose, pp. 324-325). - Milone vivo: abla-tivo assoluto con preva-lente valore temporale. -respondit: il soggettonon espresso è sempreClodio. - triduo... aut...

quadriduo: «nel volgeredi tre o al massimo quat-tro giorni». - illum: cioèMilone. - summum: accu-sativo avverbiale. - quam

vocem eius: «e questasua affermazione». Quam

è nesso relativo (= et

hanc). - hunc: «qui pre-sente». L’aggettivo dimo-strativo è qui usato in fun-zione deittica, cioè per in-dicare Catone, presentenell’aula del tribunale. -M. Catonem: MarcoPorcio Catone, poi dettoUticense, bisnipote del

Censore, conservatore erigido moralista, fu preto-re nel 54 a.C.; nella guerracivile si schiererà dallaparte di Pompeo e nel 46a.C. morirà suicida aUtica, dove si trovava co-me governatore della pro-vincia d’Africa, per noncadere nelle mani diCesare vincitore.27. Interim: ossia neigiorni intercorsi tra quelladichiarazione di Clodio ela sua uccisione. L’avver-bio segna la transizionedal racconto degli antefat-ti (parr. 24-26) a quellodel fatto (lo scontro dibande armate in cui Clo-dio restò ucciso). - cum

sciret Clodius: l’antici-pazione del predicato ver-bale rispetto al suo sog-getto vuole porre in evi-denza il fatto che Clodioera al corrente degli spo-stamenti di Milone. - ne-

que... scire: l’inciso, ri-prendendo in poliptoto ilprecedente sciret, insistesul concetto che Clodiodoveva essere informato,visto che la cosa a Lanuvioera di pubblico dominio. -a Lanuvinis: «dagli abi-tanti di Lanuvio», ablativodi provenienza. - iter... ad

flaminem prodendum:

«che il 18 di gennaio Mi-lone doveva, in conformitàalla legge, compiere l’an-nuale e inderogabile viag-gio a Lanuvio per la desi-gnazione del flamine». -iter... Miloni esse: la lo-cuzione, in cui Miloni èdativo d’agente, è arcaicae familiare. - sollemne,

legitimum, necessa-

rium: i tre attributi di iter

indicano che per Milone sitrattava di un impegno uf-ficiale a cui non potevasottrarsi. - sollemne: sol-

lemnis, -e è perlopiù con-siderato composto da sol-

lus, «intero», aggettivo ra-ro di origine osca, e an-

nus, «anno», e indiche-rebbe ciò che avviene re-golarmente alla scadenzadi un anno. - legitimum:

in quanto la nomina delflamine spettava alle ma-gistrature locali. - neces-

sarium: il motivo è spie-gato dalla causale quod...

Milo. - ante diem... Fe-

bruarias: «il tredicesimogiorno prima delle calen-de di febbraio» corrispon-de, per il 52 a.C., al 18gennaio, in quanto primadella riforma cesariana(46 a.C.) quel mese aveva29 giorni. - Lanuvium:

accusativo di moto a luo-go. Lanuvium, patria diMilone, era un munici-

pium situato circa 30 chi-lometri a sud-est di Roma,in corrispondenza dell’o-dierna Civita Lavinia. - ad

flaminem prodendum:

gerundivo con valore fina-le. I flamini, che la tradi-zione faceva risalire al reNuma, erano sacerdotiaddetti al culto di singoledivinità. Quello di Lanuvioera il flamine del tempiodi Iuno Sospita (GiunoneSalvatrice), che sorgevaappunto in quel munici-pio. - dictator Lanuvi

Milo: Milone rivestiva lacarica di dictator, terminecon cui a Lanuvio, e in al-tri antichi centri laziali, sidesignava la magistraturasuprema. - Roma: ablati-

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Cicerone352

AUTO

RE

subito ipse profectus pridie est ut ante suum fundum, quod re intellectumest, Miloni insidias conlocaret; atque ita profectus est ut contionem turbu-lentam in qua eius furor desideratus est, quae illo ipso die habita est, relin-queret, quam, nisi obire facinoris locum tempusque voluisset, numquam reli-quisset. Milo autem cum in senatu fuisset eo die quoad senatus est dimissus,domum venit, calceos et vestimenta mutavit, paulisper, dum se uxor, ut fit,comparat, commoratus est, dein profectus id temporis cum iam Clodius, siquidem eo die Romam venturus erat, redire potuisset. Obviam fit ei Clodius,expeditus, in equo, nulla raeda, nullis impedimentis, nullis Graecis comiti-bus, ut solebat, sine uxore, quod numquam fere: cum hic insidiator, qui iterillud ad caedem faciendam apparasset, cum uxore veheretur in raeda, pae-

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vo di moto da luogo, vin-colato a profectus... est. -subito... pridie: i due av-verbi di tempo, che incor-niciano ipse, enfatizzanola premeditazione dell’at-tentato di Clodio a Milone.A questo scopo sarebbestata dovuta la sua im-provvisa partenza daRoma il 17 gennaio, ben-ché l’antico commentato-re di Cicerone, AsconioPediano, dica che Clodio il18 gennaio tornava daAricia (l’odierna Ariccia),dove aveva avuto un collo-quio col senato locale (idecuriones) per trattaredi questioni private, legateal fondo, di cui parla an-che Cicerone. - ipse: cioèClodio. - ut... insidias

conlocaret: «per tendereun agguato». - suum fun-

dum: si tratta del possedi-mento che Clodio avevasulla Via Appia, tra Aricciae Boville. - quod... intel-

lectum est: «come (lett.«cosa che») poi si capì daifatti». La proposizione re-lativa incidentale mira aconfermare l’intenzione(ut... conlocaret) che l’o-ratore attribuisce a Milo-ne. - ita profectus est:

riprende il precedenteprofectus... est per mette-re in rilievo, con la conse-cutiva ut... relinqueret, lafrettolosità della partenzadi Milone. - ut... relin-

queret: «da disertareun’assemblea turbolenta,nella quale si avvertì lamancanza della sua for-sennatezza, che si tennequello stesso giorno». -furor: sull’uso della se-mantica della follia nel lin-guaggio politico si riman-

da al paragrafo 26, p. 351(in particolare, alla notaquae spe fureret. - illo

ipso die: il 18 gennaio del52 a.C. - quam... num-

quam reliquisset: «chenon avrebbe mai diserta-to», apodosi di un periodoipotetico dell’irrealtà di-pendente al congiuntivo,la cui protasi, costituita danisi... voluisset, è incor-niciata dagli estremi del-l’apodosi stessa. La frasequam... numquam reli-

quisset conclude la se-quenza delle relative scan-dite dal poliptoto anafori-co in qua... quae... quam;si osservi inoltre che men-tre le prime due relativeprecedono il verbo dellareggente (relinqueret), laterza lo segue e col suopredicato (reliquisset) loriprende efficacemente inpoliptoto. L’oratore ricorrea tutti gli artifici retoriciper rendere credibileun’argomentazione con-getturale, ossia che Clodiosi fosse recato il giornoprima ad Ariccia – diser-tando, contrariamente allesue abitudini, un’assem-blea popolare – appostaper preparare l’agguato aMilone sulla strada traRoma e Lanuvio e non, co-me doveva sostenere laparte avversa (lo ricavia-mo dalla notizia confluitain Asconio Pediano), perincontrare i decurioni diquel municipio (vd. la no-ta a subito... pridie). -obire... locum tempu-

sque: «cogliere luogo etempo opportuni per il de-litto».28. autem: la congiunzio-ne avversativa sostiene

l’antitesi, che viene deli-neata, tra le condotte deidue personaggi. - eo die:

cioè il 18 gennaio. -

quoad... est dimissus:

«fintantoché la seduta futolta». La subordinata tem-porale evidenzia non solola correttezza del senatore,ma anche la sua assolutamancanza di fretta, ulte-riormente sottolineata dal-l’analitica descrizione deigesti quotidiani compiutida Milone (venit... muta-

vit... commoratus est). -calceos... mutavit: «sicambiò calzari e vestiti».Milone sostituisce la tenutaformale indossata in senatocon una più pratica, adattaal viaggio: al posto dei cal-

cei (stivaletti allacciati constringhe; quelli dei senatorierano di colore nero) calzaprobabilmente le soleae

(specie di sandali) e, depo-sto il laticlavio (la toga or-lata di un’ampia striscia diporpora, propria dei sena-tori), indossa la paenula

(cfr. il termine paenulatus

che compare verso la finedi questo par.), un pesantemantello da viaggio. - pau-

lisper: unisci a commora-

tus est. - dum se uxor...

comparat: «mentre la mo-glie, come suole accadere,si preparava». Altra pen-nellata di quotidianità, nonscevra di una certa ironiaravvisabile nell’incidentaleut fit. Osserva l’uso regola-re dell’indicativo presentenella temporale introdottada dum per indicare circo-stanza concomitante all’a-zione della reggente (an-che se questa, come nelnostro caso, è espressa daun tempo storico). - uxor:

è Fausta, figlia di Silla. -profectus: sott. est. - idtemporis, cum: «all’ora incui». Id temporis è accu-sativo avverbiale seguitoda genitivo partitivo (= eo

tempore); a esso si correla,con valore relativo, la con-giunzione temporale su-bordinante cum (lett.«quando»). - si quidem...

venturus erat: «se davve-ro aveva intenzione di rien-trare a Roma». La protasiirreale è espressa all’indi-cativo (anziché al congiun-tivo), come accade taloracon le coniugazioni perifra-stiche attiva e passiva(nonché con possum, de-

beo e altri verbi e locuzioniindicanti necessità o con-venienza). - eo die: sem-pre il 18 gennaio. - redire:

«essere di ritorno». -

Obviam fit ei: «Gli si faincontro». - ei: cioè aMilone. - expeditus: «libe-ro da impacci», com’è ana-liticamente specificato nel-l’enumerazione che segue,scandita dall’anafora e dalpoliptoto (nulla... nullis...

nullis). - raeda: si trattadella carrozza a quattroruote adatta ai viaggi conla famiglia. - nullis... co-

mitibus: «senza accompa-gnatori greci». Negli ultimitempi della repubblica, in-fatti, i personaggi impor-tanti amavano circondarsi,in casa e in viaggio, di unseguito di artisti, retori,medici ecc. provenientiperlopiù dalla Grecia (alpar. 55 questi personaggisaranno definiti Graecu-

li); Clodio non andavaesente da questa moda, co-me indica la proposizioneincidentale ut solebat. -

sine uxore: la moglie diClodio era Fulvia, più tardisposa di Marco Antonio eacerrima avversaria diCicerone. - quod num-

quam fere: «cosa che nonfaceva quasi mai», propo-sizione relativa parenteticaellittica del verbo. L’av-verbio fere, spesso pospo-sto, ha valore attenuativoo approssimativo. - cum

hic insidiator... vehere-

tur in raeda: «mentrequesto attentatore viaggia-va in carrozza con la mo-glie». La subordinata intro-dotta dal cum avversativocontrappone il modo diviaggiare di Milone a quel-lo di Clodio. - hic insidia-

tor: designa ironicamenteMilone, che secondo l’ora-tore viaggiava come untranquillo padre di fami-glia, piuttosto che, comepretendeva l’accusa, in as-setto da attentatore. -

qui... apparasset: «cheavrebbe organizzato». Larelativa è al congiuntivo(apparasset è forma sin-copata per apparavisset)perché esprime il pareredegli accusatori di Milone,da cui l’autore prende ledistanze. - ad caedem fa-

ciendam: gerundivo convalore finale. - cum uxo-

re: in antitesi a sine uxo-

re detto di Clodio. - vehe-

retur: il passivo vehor èspesso usato col valoremediale di «viaggio». - inraeda: antitetico a in

equo e a nulla raeda dettidi Clodio. - paenulatus:

«avvolto nel mantello», equindi impacciato nei mo-vimenti. Si contrappone anullis impedimentis det-to, poco prima, di Clodio.

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Dalle orazioni 353

nulatus, magno et impedito et muliebri ac delicato ancillarum puerorumquecomitatu. Fit obviam Clodio, ante fundum eius hora fere undecima aut nonmulto secus. Statim complures cum telis in hunc faciunt de loco superioreimpetum; adversi raedarium occidunt. Cum autem hic de raeda reiecta pae-nula desiluisset seque acri animo defenderet, illi qui erant cum Clodio, gla-diis eductis, partim recurrere ad raedam ut a tergo Milonem adorirentur, par-tim, quod hunc iam interfectum putarent, caedere incipiunt eius servos quipost erant; ex quibus qui animo fideli in dominum et praesenti fuerunt, par-tim occisi sunt, partim, cum ad raedam pugnari viderent, domino succurrereprohiberentur, Milonem occisum et ex ipso Clodio audirent et re vera puta-rent, fecerunt id servi Milonis – dicam enim aperte non derivandi criminiscausa, sed ut factum est – nec imperante nec sciente nec praesente domino,quod suos quisque servos in tali re facere voluisset.Haec sicuti exposui ita gesta sunt, iudices: insidiator superatus est, vi victavis vel potius oppressa virtute audacia est. [...]

- magno... comitatu:

«con un seguito numeroso,impacciato, femmineo edelicato di ancelle e di gio-vani servi». La descrizionedel seguito di Milone sicontrappone a nullis

Graecis comitibus dettodi Clodio. Il cumulo degliaggettivi cadenzati dal poli-sindeto mira a rappresen-tare l’incedere impacciatodella comitiva. AsconioPediano (Argumentum 33e 36) afferma però che delseguito di Milone facevanoparte pure dei gladiatori. -ancillarum: spiega l’aggetti-vo muliebri. - puerorum-

que: spiega l’aggettivo de-

licato. Si tratta dei pueri

symphoniaci («schiavettimusicanti») citati al para-grafo 55.29. Fit obviam Clodio: lafrase è simmetrica aObviam fit ei Clodius delparagrafo 28. - ante fun-

dum eius: è la proprietà diClodio nei pressi di Aricciacitata al paragrafo 27. - ho-

ra fere undecima: «versole quattro del pomeriggio».Propriamente l’espressionedesigna la penultima oradel dì (dall’alba al tramon-to), suddiviso in dodici ore:considerato che i fatti av-vennero il 18 gennaio, cioèpoco meno di un mese do-po il solstizio d’inverno, illasso di tempo indicatocoincide pressappoco conle 16-16.30. L’ora indicata,sia pur con molta cautela(fere... aut non multo se-

cus), da Cicerone contra-sta con la testimonianza diAsconio Pediano (Argu-

mentum 32 e 33), secon-do cui l’omicidio avvennecirca horam nonam,quindi due ore prima (in-torno alle 14.30). Evi-dentemente Cicerone haposticipato, coerentemen-te con la descrizione deilenti preparativi della par-tenza da Roma, l’ora del-l’assassinio per eliminareda Milone ogni sospetto dipremeditazione. - aut non

multo secus: «o giù di lì»(lett. «o non molto diversa-mente»). - Statim: cioènon appena i due gruppivennero a contatto. Enfa-ticamente collocato inapertura di frase, l’avverbiosegna il passaggio a un rit-mo narrativo più concitato.- complures: si tratta diclodiani. - in hunc fa-

ciunt... impetum: «si lan-ciano all’assalto di costui»,cioè di Milone. - de loco

superiore: quindi da posi-zione favorevole. Ciceronevuol far pensare a un ag-guato predisposto. - ad-

versi... occidunt: «attac-candolo frontalmente ucci-dono il cocchiere». - Cum

autem... desiluisset:

«Essendo d’altra parte co-stui balzato giù dalla car-rozza, gettato indietro ilmantello». - hic: cioè Mi-lone. - reiecta paenula: èablativo assoluto con valo-re temporale. Milone sco-sta i lembi del mantello per

muoversi più agilmente. -seque... defenderet: su-bordinata narrativa coordi-nata alla precedente. L’es-pressione condensa la tesidifensiva di Cicerone: Mi-lone uccise sì, ma per di-fendersi da un agguato te-sogli da Clodio. - acri ani-

mo: «accanitamente». Èablativo di modo. - illi...Clodio: sono «i clodiani». -gladiis eductis: «sguaina-te le spade», ablativo asso-luto. Gladius è la spadacorta, usata nel combatti-mento corpo a corpo. -partim... partim: accusa-tivi avverbiali in correlazio-ne, impiegati per indicarela divisione dei clodiani indue gruppi. - recurrere: èda intendersi o come infi-nito storico oppure dipen-dente, al pari di caedere,da incipiunt. - quod...

putarent: la causale alcongiuntivo esprime lasupposizione (errata) deiclodiani. - hunc: cioèMilone. - qui post erant:

«che stavano dietro», cioèquelli della retroguardiamiloniana. Post è avverbio.- ex quibus: partitivo enesso relativo (= ex his). -animo fideli... et prae-

senti: «d’animo fedele alpadrone e risoluto», ablati-vo di modo. - partim...

partim: anche i servi diMilone, come i seguaci diClodio, vengono suddivisiin due gruppi mediantequesta correlazione avver-biale. - cum... viderent...

prohiberentur... audi-

rent et... putarent: quat-tro proposizioni causali,coordinate le prime dueper asindeto avversativo, lealtre due mediante polisin-deto, e legate dall’omeote-leuto dei congiuntivi. - ad

raedam pugnari: «che sicombatteva presso la car-rozza». Pugnari è passivoimpersonale. - prohibe-

rentur: «(ma) si trovava-no nell’impossibilità» (pro-priamente: «era loro impe-dito»). - Milonem occi-

sum: infinitiva (sott. esse)retta da audirent e da pu-

tarent. - ex ipso Clo-

dio: la notizia non è con-fermata da altre fonti. - re

vera: «effettivamente», lo-cuzione avverbiale. - id:

antecedente del pronomerelativo quod. - servi

Milonis: enfatica ripresadel soggetto. - derivan-

di... causa: «per stornarel’accusa» da Milone, s’in-tende, scaricandola suisuoi servi. Derivandi è ge-rundivo retto, con valorefinale, dall’ablativo causa.- ut factum est: «comerealmente accadde». - nec

imperante nec sciente

nec praesente domino:

«senza che il padrone loordinasse, senza che lo sa-pesse, senza neppure chefosse presente». La se-quenza in antiklimax deitre ablativi assoluti scanditidal polisindeto negativo(nec... nec... nec) pone inrisalto l’innocenza di Mi-

lone, che non solo si difeselegittimamente, ma non funeppure l’esecutore mate-riale dell’uccisione diClodio, dovuta ai suoi ser-vi. - quod... voluisset:

«che ciascuno avrebbe vo-luto che i suoi servi faces-sero in un tale frangente».La perifrasi indica l’uccisio-ne di Clodio, che da omici-dio viene nobilitata a dove-roso servigio.30. Haec: ha valore epana-lettico, si riferisce cioè aifatti narrati nei paragrafiprecedenti. Con questopronome dimostrativo Ci-cerone introduce la finis

narrationis: rivolgendosiai giudici, egli ribadisce laveridicità della ricostruzio-ne dei fatti operata dalla di-fesa. - sicuti... ita: «co-me... così». - vi... est: «laviolenza fu vinta dalla vio-lenza, o piuttosto la provo-cazione fu schiacciata (su-perata) dal valore». - vi

victa vis: il poliptoto, l’al-litterazione, l’ellissi di est

conferiscono particolareforza espressiva alla sen-

tentia, poi corretta (vel

potius) dall’affermazionesuccessiva, che, contrappo-nendo all’estremismo fazio-so di Clodio (audacia) lavirtus di Milone e dei suoischiavi, opera una distin-zione etica tra la violenza il-legittima dell’attentatore(Clodio, secondo Cicerone)e quella, legittima e anzivirtuosa, di chi si difende.

29

30

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Cicerone354

AUTO

RE

La struttura. La narratio della Pro Milone sisuddivide in due parti:• gli antefatti: le manovre politiche di Clodio ela sua ostilità nei confronti di Milone, fino allaprogrammazione dell’assassinio (parr. 24-26);• i fatti veri e propri: lo scontro di bande armatedel 18 gennaio 52 a.C., in cui Clodio rimane ucci-so (parr. 27-29).

Lo stile. Pur mantenendosi nei limiti di una rela-tiva brevità, la narratio dell’orazione in difesa diMilone concede largo spazio al racconto degli an-tefatti, così da inquadrare la vicenda discussa nel-l’orizzonte più ampio di una contrapposizione eti-co-politica tra Clodio e Milone. Il linguaggio, no-nostante la presenza di periodi di una certa am-piezza, è semplice e chiaro, come imponevano icanoni retorici per la narratio, il cui fine è quellodi informare (docere) con verosimiglianza. Tra lefigure retoriche prevale largamente l’antitesi, fi-nalizzata a contrapporre l’éthos dei due perso-naggi.

ANALISI DEL TESTO I temi. Nella prima parte della narratio prevalel’interesse per la caratterizzazione morale dei

personaggi, costruita con efficace antitesi:Clodio è presentato come un pericoloso sov-

versivo (a lui Cicerone riserva gli stessi terminidel lessico politico a suo tempo utilizzati perCatilina: furor, audacia, scelus). All’éthos, tuttonegativo, di Clodio si contrappone quello diMilone (l’antitesi è sottolineata da autem avver-sativo che introduce il cambio di persona all’iniziodel par. 28), presentato come il modello dell’o-

nesto cittadino e del buon politico.La seconda parte della narratio contiene una vi-vace e apparentemente oggettiva descrizione

della rissa sulla Via Appia: in realtà, Cicerone la-scia in secondo piano l’evento criminoso (l’ucci-sione di Clodio), ne attribuisce la responsabilità aiservi di Milone (anziché a Milone stesso) e pre-senta lo scontro come un’imboscata progettata etesa, proprio dall’assassinato, all’ignaro Milone.

1 Il brano può essere distinto in due grandi parti: gli antefatti (parr. 24-26) e lo scontro vero e proprio (parr. 27-29). Ètuttavia possibile operare delle ulteriori divisioni in microsequenze.a. Dividi il brano in microsequenze e assegna a ciascuna un breve titolo riassuntivo del suo contenuto.b. Stendi un breve riassunto (massimo 10 righe) del contenuto del brano.

2 Nel brano Cicerone non si limita a narrare i fatti, ma utilizza anche lo stile per car atterizzare in modo preciso le fi-gure dei due antagonisti.• Individua nel testo e illustr a tutti i ter mini, le espressioni e i pr incipali procedimenti retor ici utilizzati da Ciceroneper caratterizzare la figura morale di Clodio e quella di Milone.• Quali conseguenze è possibile trarre dal confronto? In che luce sono presentati i due personaggi?

3 Individua i diversi tempi verbali con cui sono narrati gli antefatti e, rispettivamente, i fatti, e illustrane il diverso valo-re aspettuale.

4 Secondo la precettistica retor ica (cfr. ad es. Quintiliano, Institutio oratoria 4, 2, 32-33), la narratio deve possedere itre seguenti requisiti: chiarezza (in greco saphéneia, in latino perspicuitas), concisione (in greco syntomía, in latinobrevitas) e persuasività (in g reco pithanótes, in latino verisimilitas). Indica se e in quale misur a la narratio della ProMilone presenti queste caratteristiche e, in caso positivo, illustra i mezzi con cui Cicerone cerca di perseguirle.

5 Illustra le diverse funzioni della congiunzione ut nel paragrafo 24.

6 L’orazione ciceroniana è rivolta chiaramente a mettere in cattiva luce Clodio e a rovesciare su di lui la responsabi-lità del suo stesso assassinio.a. Quali scopi Cicerone gli attribuisce nella sua candidatura alla pretura per il 52 a.C.?b. Che cosa Cicerone sostiene che Clodio avrebbe premeditato e perché?c. Che significato ha la locuzione hic insidiator (par. 28)?d. Illustra il senso dell’ultimo periodo (par. 30).

7 Quali sono i motivi politici che spinsero Cicerone a schierarsi dalla parte di Milone?

QUESITI E PROPOSITI